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ARTE E STORIA ROMAGNA 19 LUNEDÌ 17. OTTOBRE 2011 Romagna Liberty Fatta per stupire, ha il sapore di Parigi e di esotici palazzi orientali, ma si trova a Pesaro proprio ad un passo dal mare l Villino Ruggeri di Pesaro è un’architettura parigina sulla riviera adriatica, una solida fantasmagoria con il mare sullo sfondo. Nel 1907 il villino appena fatto costruire dall’imprenditore farmaceutico Oreste Ruggeri suscitò, come ben possiamo immaginare, stupore, ammirazione e invidia. Molti anni dopo il pittore Gallucci, seduto al bar Capobianchi di Pesaro, complimentandosi con l’architetto Giuseppe Brega che aveva firmato il progetto del villino, fu sorpreso da una sua confidenza “Non è stata colpa mia. Villa Ruggeri incantata e fiabesca Su villa Ruggeri vi consigliamo le nostre fonti: Luisa Fontebuoni, “Due momenti del Liberty a Pesaro”; Laura-Ingrid Paolucci, “Il Villino Ruggeri in stile Liberty a Pesaro” riflessi che aggiunge alla già superba architettura, un’aura onirica. Le pareti del villino sono interamente affrescate da motivi floreali variopinti, che si ripetono in serie. Oreste, che si era entusiasmato all’Esposizione Universale per la nuova arte, mi portò da Parigi i disegni di un architetto francese per costruire il villino”. Oreste Ruggeri, il committente, dunque era rimasto affascinato dall’architettura Art Nouveau in Francia, così innovativa e piena di grazia, e aveva deciso di ripro- Sotto gli occhi di Oreste Ruggeri INNOVATIVA Il cemento idraulico ha permesso alle decorazioni di resistere al tempo www.romagnaliberty.it durla nel suo villino di Pesaro. Era impossibile restare indifferenti davanti a questa nuova, audace e immaginifica costruzione. L’innovazione del cemento idraulico Castelli nordici e palazzi orientali Proviamo ad immaginare cosa provasse un ospite dei Ruggeri varcando per la prima volta i cancelli d’ingresso, magari all’imbrunire. In mezzo ad un giardino di piante rare ed esotiche, sorge una visione che evoca al tempo stesso castelli nordici e palazzi orientali; le fondamenta sembrano lambite da flutti marini, tra i quali emergono a tratti polpi e aragoste. Le decorazioni sono tutte colorate a imitazione della natura - e non bianche come le vediamo oggi - e le tonalità delicate e naturali risaltano ancora di più grazie alle lampade fatte collocare in giardino, che spandono la loro luce sulle vetrate policrome, creando un gioco di “Qui faccio buon sangue io” riferimento al medicinale prodotto da Ruggeri www.riccioneinvilla.it Arrivava dall’Expo di Parigi Le decorazioni esterne erano innovative anche nella struttura: per la sua particolare resistenza, era stato utilizzato il cemento idraulico, cosa inusuale per l’epoca, lavorato a mano da esperte maestranze austriache; il capolavoro infatti ha resistito fino ad oggi agli agenti atmosferici e al salino: se i fregi esterni fossero stati realizzati in stucco, già da tempo sarebbero irrimediabilmente rovinati. La cancellata esterna, di cui oggi rimane solo l’ingresso, fu distrutta nel 1936 quando i Ruggeri, nonostante il valore artistico della struttura, furono costretti a donare ferro alla patria. Il villino appena costruito, dunque, era un incanto fiabesco apparso in mezzo al deserto che allora era il lungomare pesarese. SULLA PORTA Ai lati delle immagini di Villa Ruggeri, una cartolina di villa Cacciaguerra e la statua della sirena così com’è oggi Possiamo indovinare lo sguardo giustamente compiaciuto di Oreste Ruggeri, mentre accompagna gli ospiti sbalorditi sulla scala d’ingresso, dai raffinati colori verde, viola, celeste, che li accompagna al portone. Le due ante in bronzo, sono decorate con un bassorilievo di Alfredo Cartoceti che raffigura bagnanti - quasi ninfe - che emergono dalla trasparenza del mare. L’immagine è incredibilmente naturalistica, l’acqua trasparente; lo sguardo di una delle figure femminili, rivolto verso gli spettatori, ha un effetto conturbante. E’ circondato da una cornice di ceramica e sovrastato dalla scritta in ceramica “Qui faccio buon sangue io”, ora perduta, un ironico riferimento al medicinale per l’anemia prodotto da Ruggeri, che riprendeva la scritta sopra la porta di casa di Eduardo Scarpetta a Napoli “Qui rido io”. Purtroppo nel 1921 lo splendido portone in bronzo fu sostituito da uno in legno. A questo punto, l’ospite ridiscende la scalinata e torna in giardino per ammirare con più attenzione le pareti esterne. I quattro lati della casa hanno decorazioni diverse, ma i motivi sono collegati tra loro in maniera armoniosa, formando un unico capolavoro. Le decorazioni marine della base, se risaliamo le pareti con lo sguardo, lasciano spazio a motivi floreali orientaleggianti. La facciata che guarda ad est, cioè verso il mare, è la più sfarzosa: un tripudio di radici intrecciate e stilizzate. Oreste Ruggeri aveva fatto costruire il villino sul mare per il puro piacere di stupire sé stesso e gli altri, non disgiunto da motivi ideologici. L’industriale farmaceutico credeva infatti nelle teorie igieniste che affermavano l’utilità dei bagni di mare; credeva inoltre nella creazione di una città giardino, una ricostruzione del paradiso terrestre su misura per i facoltosi villeggianti; aveva, infine, una visione lungimirante del futuro della città. Nella prossima puntata vi porteremo all’interno di questa villa straordinaria. Arianna Mamini UNO SCOOP RIMINESE Dove sono finite le sirene di Villa Cacciaguerra? Non si sono tuffate nell’Adriatico Nell’’indagine sulle ville storiche a Rimini, oltre a soffermarmi sulla splendida villa Solinas, che definirei la Regina di viale Principe Amedeo, ho preso in considerazione, a pochi passi da essa nello storico viale Vespucci, il villino Cacciaguerra, che nel 2008 è stato soggetto di una pubblicazione per la Panozzo Editore, in cui gli autori Manlio Masini e Giuliano Ghirardelli hanno illustrato quella zona di Rimini dal tempo della Belle Èpoque fino ai giorni nostri. Il villino Cacciaguerra o Residenza Embassy è attualmente in fase di ristrutturazione. Nel corso delle mie ricerche e studi sull’architettura Liberty in Romagna, ho scoperto che le due sirene a busto eretto in stile Liberty, che erano poste sui due pilastri della cancellata di villa Cacciaguerra, sono ora conservate in buono stato presso l’hotel Belvedere Mare in viale Regina Elena a Rimini. Anche di questa villa in stile Liberty dei primi ‘900, adibita a Hotel successivamente, ho notato l’importanza architettonica per i fregi e le decorazioni di gusto raffinato con richiami molto evidenti alla villa Zanelli di Savona. Da un documento che riporta la storia di villa Cacciaguerra, firmato dagli architetti Pier Vittorio Morri e Silvio Pulcinelli, si apprende che i due busti erano di sesso differente; oggi si può constatare la bellezza e la sensualità delle due figure all’hotel situato in viale Regina Elena. Questa mia scoperta contribuirà all’avvio di ulteriori studi sul villino Cacciaguerra che, a quanto pare, riserva altre sorprese. Riprenderò il discorso prossimamente sia sulla storia di villa Cacciaguerra che sull’hotel Belvedere Mare in viale Regina Elena 50. Andrea Speziali