N. 11-12 Novembre/Dicembre 2007 Organo ufficiale dei

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N. 11-12 Novembre/Dicembre 2007 Organo ufficiale dei
RIVISTA MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARACADUTISTI D’ITALIA (ANPd’I) - Via Sforza, 5 00184 Roma - Spedizione in abb. postale - Art. 2 Comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Roma
N. 11-12 Novembre/Dicembre 2007
Organo ufficiale dei
paracadutisti d’Italia
Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta
SOMMARIO
NOVEMBRE/DICEMBRE
Testata a perenne ricordo del Foglio di Campo
dei Paracadutisti d’Italia, 1943-46, fondato da
Alberto BECHI LUSERNA
direttore Umberto BRUZZESE
riattivato e diretto da Giovanni PICCINNI
in Firenze dal 1956 al 1962.
RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE
NAZIONALE PARACADUTISTI
D’ITALIA (ANPd’I)
MENSILE DI INFORMAZIONE
ASSOCIATIVO, TECNICO E POLITICO-CULTURALE
… voi siete gli arditi
del cielo e della terra
2007
L’editoriale
3
La presidenza informa
4
Attualità
6
Celebrazioni
9
Reparti in armi
14
Inserto Speciale (staccabile)
I-IV
Storia
26
Attività delle sezioni
28
Brevi e liete
35
La Posta
37
Recensioni
38
Ultimo lancio
38
COPERTINA
Festa della Brigata 65° anniversario El Alamein.
La Fiamma degli ideali brucia davanti al Monumento ai Caduti
Anno LXIV dalla fondazione
Numero 11-12, Novembre/Dicembre 2007
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Antonino Torre
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Sostenitore
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€ 100,00
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L’EDITORIALE
di Paolo Mearini
Grati anche a un tedoforo fuori dal comune: il merl 28 ottobre
Veronica Ingrosso,
allieva
A Siena
nellascorso,
Caserma
Bandini
ex Lamarmora
I
paracadutista di vent’anni, si è schiantata al
suolo nel territorio di Borgo Piave di Latina.
Era al secondo lancio di brevetto. Il «tondo» ha fatto
fiamma e l’ausiliario non è stato azionato. Gli accertamenti sulle cause dell’incidente sono in corso. I
Paracadutisti d’Italia esprimono il loro dolore, la loro
solidarietà e la loro vicinanza alla famiglia di Veronica. Il suo dolce sorriso resterà sempre fra noi.
- Paracadutista Veronica Ingrosso!
- Presente!
La notizia dell’evento luttuoso è giunta come un fulmine a ciel sereno il giorno dopo la
celebrazione a Livorno della festa
dei Paracadutisti. Avevamo ancora
negli occhi e negli orecchi i colori e i
suoni della caserma «Vannucci». Migliaia i baschi amaranto targati
ANPd’I, più di cento i nostri labari di
scor ta al medagliere. Magnifici e
per fetti i blocchi in armi schierati,
ciascuno dei quali inglobava in prima fila un nostro reduce impettito e
fiero. Era un pezzo che non si vedeva una festa tanto bella. Entusiasmo, commozione, applausi, musica, allocuzioni autorevoli e anche
trascinanti, come quella del comandante della Brigata, generale Fioravanti. E, all’inizio della cerimonia, l’arrivo della «Staffetta degli Ideali». Nel silenzio solenne del pubblico gli ultimi tedofori di una catena par tita dal campo di battaglia di El Alamein
hanno percorso gli ultimi passi e hanno immerso la
fiaccola nel braciere sotto il monumento ai Caduti.
Alte si sono levate le fiamme a testimoniare la presenza della grande anima dei nostri Padri fra i nuovi
«Ragazzi della Folgore». Bisogna essere grati a coloro che si sono tanto adoperati per il successo di
questa edizione veramente speciale della Staffetta.
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
cantile «Vento di Maestrale», della compagnia di navigazione Tarros, che col suo capitano russo ha portato la fiaccola da Alessandria d’Egitto a La Spezia.
Manifestazioni così ti danno la carica, ti dicono che
sei sulla strada giusta, ti ripagano con gli interessi
dell’impegno speso. I Paracadutisti d’Italia presenti
a Livorno avevano tutte le ragioni per essere contenti. Toccavano con mano che l’ANPd’I ha riavviato
i motori e si presenta compatta nell’assolvimento
dei propri compiti istituzionali, che vedono nell’esaltazione del paracadutismo, sia praticato sia riflesso
nelle più varie attività, il modo migliore per conser vare e diffondere
valori, tradizioni e amor di Patria.
Con questo stato d’animo abbiamo
ricevuto il colpo dell’incidente. Ci
siamo allora ricordati dell’altra faccia del paracadutismo. Quella del
pericolo immanente, del rischio e
della mor te. Quella del dolore lancinante quando l’evento mai voluto si
verifica. Sappiate, gentili lettori non
del mestiere, che il paracadutismo
non è solo forza, coraggio, bellezza
e gloria. Non è solo volo d’angelo
nell’azzurro. Non è solo gioia e applausi dopo un atterraggio per fetto. C’è un’ombra
nera dietro ogni paracadutista. Ha le mani adunche
ed è pronta a ghermire. Quando, come con Veronica, ci riesce, è come fosse successo a te. Dolore
lancinante, ma paura no. Quando salti, sei come un
soldato che va all’assalto con cosciente coraggio.
Ti metti alla prova, ti abitui a osare. Acquisti la sicurezza e la fiducia in te che suscita negli altri ammirazione e persino invidia. Piange e non si vergogna
di piangere il Paracadutista d’Italia, ma onorerà il
Paracadutista scomparso dedicandogli il prossimo
lancio.
3
LA PRESIDENZA INFORMA
Elenco sottoscrittori
per la realizzazione di una
sala ANPd’I nel Museo Folgore
SOTTOSCRIZIONI PERVENUTE TRAMITE C/C POSTALE AGGIORNATE AL 30 NOVEMBRE 2007
ALBERGNINI Vittorio
Lucca
ALBERONI Massimo
Parma
ALLIO Davide
Monteforte dal Pone (Vr)
ALOI Giuseppe
Rende (Cs)
AMANTEA Pasquale
Laino Borgo (Cs)
AMANTINI Alessandro
Roma
ANDI Luigi
Milano
ANONIMO
Rovigo
ANONIMO
Betritto (Ra)
ANPd’I Bergamo
Presezzo (Bg)
ANPd’I Civitavecchia
Civitavecchia
ANPd’I Como
Como
ANPd’I Cremona
Cremona
ANPd’I Desio
Desio (Mi)
ANPd’I Basso Friuli
Ronchis (Ud)
ANPd’I Basso Piave
S. Donà di Piave (Ve)
ANPd’I Lecco
Lecco
ANPd’I Mantova
Mantova
ANPd’I Milano
Milano
ANPd’I Modena
Modena
ANPd’I Monza
Monza
ANPd’I Padova
Padova
ANPd’I Poggio Rusco
Poggio Rusco (Mn)
ANPd’I Reggio Emilia
Reggio Emilia
ANPd’I Saronno
Saronno (Va)
ANPd’I Valle Seriana
Vertova )Bg)
ANPd’I Varese
Varese
ANPd’I Vigevano
Vigevano (Pv)
ANPd’I Vittorio Veneto
Vittorio Veneto (Tv)
ARGENTO Getano
Tarquinia (Vt)
ARRÉ Giampiero
Tori (Ba)
ASS. NAZ. NEMBO
Terzo di Aquileia (Ud)
BALZONI Claudio
Reggio Emilia
BARADEL Danilo
San Donà di Piave (Ve)
BARATTO Fortunato
Borsea (Ro)
BARBAGLIA Pietro
Quarona (Vc)
BARBIERATO Guido
Vicenza
BARDELLI Carlo Adriano
Pisano (No)
BATTILOCCHI Alfredo
Roma
BEDIN Guglielmo
Albignasego (Pd)
BEGA Germano
Viganarano Mainarda(Fe)
BENERICETTI Amelio
Modigliana (Fc)
4
BENTINI Domenica
BERARDO Bruno
BERGANTIN Attilio
BERNABEI Alessio
BERNÉ Mario
BOGNI Mauro
BOLATTINO Aurelio
BORGORELLI Andrea
BORIO Piero
BOTTA Beniamino
BRACCINI Paolo
BRANCHESI Riccardo
BRIZI Fabrizio
BRUNACCI Ugo
BUSTI Egon
CACCIA Giuseppe
CADEI Angela
CALIÒ Carmelo
CANIGLIA Giovanni
CAPITAMIO Renzo
CAPOBIANCO Agostino
CAPRIATI Remigio
CAPRINO Fausto
CARAMIA Cosimo
CARLOTTO Franco
CARNEVALI Michele
CARRARINI Luigi
CATTANEO Antonio
CAVINA Ermanno
CAVINA Piero
CECON Angelo
CHIARI Valter
CICHELLO Giuseppe
CIRUZZI Giuseppe
CLEMENTE Franco
COCCORULLO Ugo
COLANGECO Marzio
CONTI Enrico
CONTI Manuel
COURIR Luigi
CURRIEL Arrigo
DADA Delio
Faenza (Ra)
Portogruaro (Ve)
Torino
Desio (Mi)
Monfalcone (Go)
Cambolò (Pv)
S. Giustio Case (To)
Fano (Pu)
Torino
Villaguardia (Co)
Pievepelago (Mo)
Iesi (An)
Cast. del Lago (Pg)
Bologna
Albonese (Pv)
Romentino (No)
Lev Ate (Bg)
Torvaianica Pomezia
Roma
S. Angelo di Piove (Pd)
Nettuno
Cremona
Ticineto (Al)
San Dona Di Piave (Ve)
Vicenza
Russi (Ra)
Verona
Busto Arsizio (Va)
Marradi (Fi)
Riolo Terme (Ra)
Spilimbergo (Pn)
Lurago Marinone (Co)
Oppeano (Vr)
Milano
Forgaria Friuli (Ud)
Pontecagnano (Sa)
Potenza
Penna S. Giovanni (Co)
Longone al Segrino (Co)
Mogliano Veneto (Tv)
Trieste
Cremona
DAL MASO Franco
Arzignano (Vi)
DALDONE Tommaso
Catania
D'ALESSANDRO Giuseppe
Milano
DARIO Franco
Livorno
DE CAMILLIS Bruno
Genova
DEIANA Marina
Tertenia (Og)
DEL DIN PAOLA Movm
Udine
DELIO Dada
Cremona
DELLA CANONICA Paolo
Lonate Ceppino (Va)
DELLE CAVE Salvatore
Novara
DELLI ZOTTI Giuseppe
Vejano (Vt)
DELL'ORCO Paolo
Milano
DI MAMBRO Antonio
Rovigo
DI MARZO Carmine
Pollena Trocchia (Na)
DI SALVO Andrea
Vercelli
D'ITOLLO Eugenio
Palese (Ba)
DIVICO Vincenzo
Cermenate (Co)
DONATI Emma
Roma
DONGU Luigi
Pecetto Torinese (T0)
DONIGAGLIA Angelo
Montecatini Terme(Pt)
EPIFANO Errilio
Castiglione a Casauria (Pe)
FABIO Giuseppe
Lecco
FABRIS Antonio
Forgaria nel Friuli
FACOETTI Umberto
Buggerru (Ca)
FADENTI Enrico
Orzinuovi (Bs)
FASCIOLO Roberto
Genova Sestri
FAVRO Tito
Concordia Sagittaria (Ve)
FERIGUTTI Bruno
Torviscosa (Ud)
FERRO Giovanni
Udine
FILIPPINI Mauri Regina
Cislago (Va)
FILIPPIS Rosario
Pisa
FIORETTI Franco
Falconara M. (An)
FISCHI Sergio
Andrate (To)
FOIS Giorgio
Cagliari
FORGINI Massimiliano
Vazia (Ri)
FORIGO Aldo
Concamarise(Vr)
FORNACIARI Oriosi
Bibbiano (Re)
FRATTALI Luciano
Vicovaro (Rm)
FRIGERIO Carlo
Monza(Mi)
GABUSI Michele
Mazzano (Bs)
GAZZANO Emilio
Sanremo
GENOVESI Giorgio
Latina
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
LA PRESIDENZA INFORMA
GENTILE Raffaele
Castellana Grotte (Ba)
GHIDINI Casimiro
Chieti
GHIDINI Fernando
Bolzano
GIACOMETTI Dino
Caerano S. Marco (Tv)
GIANSANTI Ulderico
Giulianello (Lt)
GIOMI Gino
Genova
GRASSI Gian Pietro
Ivrea S. Bernanrdo (To)
GROSSO Salvatore
Livorno
GRUPPO PARA' El Alamein
Ferrara
GULLINI Spartaco
Castelnuovo di Porto (Rm)
HONORATT Ugo
Ancona
IMPAGNATIELLO Lino
Novara
INGUAGGIATO Luciano
Bari
ISOLI Giuseppe
Fiumicino
ITALO Franco
Legnano (Mi)
JANNUZZI Francesco Antonio Mogliano Veneto (Tv)
LACONI Sergio
Genova
LEMME Paolo
Pisa
LIGUORI Bianca
Benevento
LODOLO Armando
Remanzacco (Ud)
LOMBARDO Angela
Savona
LUCCHESE Mario
Padova
MAGNAGHI Vittorina
Pietrafitta (Pg)
MANFREDI Salvatore
Bologna
MANGANI Enrico
Milano
MARCHESINI Giuseppe
Palmanova (Ud)
MARCHETTI Marco
Todi (Pg)
MARCONCINI Massimino
Albaro (Vr)
MARELLI Biagio
Luino (Va)
MARINO Pasquale
Gambolò (Pv)
MARISALDI Marco
Bologna
MARRAS Antonio
Monserrato (Ca)
MARTELLA Anna Maria
Bologna
MARTINELLI Luciano-Marzio
Reggio Emilia
MASONI Leonardo
Firenze
MATTOLINI Massimo
Calcinaia (Pi)
MAZZOCCHI Nicholas
Bologna
MAZZUCCO Mario
Pedescala (Vi)
MEARINI Paolo
Firenze
MELONE Giovampaolo
Cervignano Friuli (Ud)
MERONI Renato
Vigevano (Pv)
MILLEFIORINI Temistocle
Roma
MINORINI Ugo
Olgiate Olona(Va)
MONTANI Adriano
Fiorenzuola d'Arda (Pc)
MORANDI Nicolò
Firenze
MULAS Nicolò
Milano
MURA Giampaolo
Colonno (Co)
MURO Michele
Viareggio (Lu)
NATELLA Danilo
Bitritto 8ra)
NESPOLI Giovanni
Arosio (Co)
NICOLAI Tamara
Calahgianos (Ot)
NOVATI Angelo
Merate (Lc)
ORSENIGO Claudio
Cogliate (Mi)
PANTEGHINI Gianlivian
Bienno (Bs)
PAROLIN Franco
Pianezza (To)
PASOLA Gianni
Megliadino S. Vitale (Pd)
PASOTTI Mario
San Benedetto Po (Mn)
PASQUI Marco
Firenze
PASSARINI Christian
Sassoferrato (An)
PASSERA Vittoria Maria
Castiglione Olona (Va)
PASSEROTTI Alberto
Roma
PELOSI Alfonso
Genova
PELUCCHI Pierluigi
Verano (Mi)
PESCAROLO Giancarlo
S. Angelo di Piave (Pd)
PETTENGHI Luigi
Pavia
PEZZO Tiziano
Boscochiesanuova (Vr)
PIERI Piero
Pisa
PILOTTO Massimiliano
Roncade (Tv)
PIOVESANO Umberto
Montebelluna(Tv)
PODDA Caterina
Arziule (Og)
PRIMULTINI Vittorio
Schio (Vi)
PUCA Raffaele
Sesto S. Giovanni (Mi)
PUPULIN Dario
Portogruaro (Ve)
PUSINERI Luciano Dante
Fano (Ps)
RASPANTI Andrea
Cerro Maggiore (Mi)
REGALIA Fabio
Magnago (Mi)
RERANDENGO Riccardo
Montechiaro (At)
RICHELMY Angelo
Torino
RITUCCI Sante
Bustarsizio (Va)
RIZZO PARISI Vincenzo
Villaromagnano (Al)
ROBINI Serafino
Genova
RODRIGUEZ Alicia
Belluno
ROMANELLO Ciro
Cagliari
ROVIS Silvano
Trieste
SACCHI Giuseppe
Roma
SACCHI Carla Maria
Casorezzo (Mi)
SALADINO Vincenzo
Lamezia Terme (Cz)
SANDRINI Carlo
Verona
SASSO Bruno
Caserta
SCANU Luigino
Portogruaro
SCUCCIAMARRA Giuseppe
Bari
SFAVROTTO Spareda Concordia Sagittaria (Ve)
SGARBOSSA Luigino
Cittadella (Pd)
SIMONELLI Bruno
Castel d'Azzano (Vr)
SINDACO Giuseppe
Collepasso (Le)
SINTONI Stefano
Ferrara
SOLAROLI Giannatale
Riolo Terme (Ra)
SOLAROLI Massimiliano
Rioloterme (Ra)
SOLDAINI Paolo - BOSCHI Bruno
Forlì
SOLI Livio
Perugia
SOZZA Renzo
Lanzago di Silea (Tv)
SQUAFRONE Angelo
San Piero a Grado (Pi)
STAMBAZZI Euro
Bellaria Igea Marina (Rn)
STOCOLA Alfonso
Trieste
SURDI Gaetano
Maddaloni (Ce)
TAGLIABUE Pierluigi
Voghera (Pv)
TALARICO Angela E Franco
Vercelli
TARGA Gelmino
Isola della Scala (Vr)
TAVERNINI Aldo
Torbole sul Garda(Tn)
TERZI Fulvio
Cosenza
TIOZZO MEO Francesco Calino Di Chioggia (Ve)
TODESCO Antonietta
Moggio Udinese (Ud)
TOMASI Fulvio
Trento
TONELLO Casimiro
Chieti
TRIOLO Carmelo
S. Teresa di Riva (Me)
TURATTI Svan
Eupilio (Co)
TURRA Roberto
Bologna
VACCARIELLO Giuseppe
Milano
VALENTINI Gianni
Padova
VANOCCHI Luciano
Livorno
VETTORELLO Bruno
Gattinara (Vc)
VIRGILI Osvaldo
Orvieto (Tr)
ZAGATI Luigi
Torino
ZANAZZI Renato
Como
ZIVERI Sandro
Sanremo
Consuntivo delle offerte pro Museo
La Segreteria amministrativa ci ha comunicato la somma totale
delle offerte pervenute per realizzare uno spazio espositivo dell'Associazione nell'ambito del Museo «Folgore» di Pisa.
Noi la comunichiamo ai lettori precisando che è riferita alla data
del 30 novembre 2007 e che la stessa è al lordo delle eventuali spese di apertura e gestione del conto corrente.
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
Somma raccolta nella sottoscrizione: € 25.391,23
Di tale somma, € 4.815,69 erano stati raccolti con il conto corrente bancario, mentre i restanti sono pervenuti tramite conto
corrente postale. Pubblichiamo anche, sperando che sia completo, l'elenco dei sottoscrittori così come comunicatoci dalla
Segreteria amministrativa.
5
ATTUALITÀ
Scendere dal cielo.
Morire sulla terra
È
già tra scorso
quel tempo,
quanto ne basta, perché al giorno
d’oggi tutto si dimentichi. Eppure sono certo
che nessuno, fra quanti
abbiano praticato o pratichino il paracadutismo ovvero semplicemente amino la giovinezza entusiasta e la vita, possa aver di-
menticato quel fatale giorno di fine ottobre scorso durante il quale un’intrepida
paracadutista, appena ventenne, è precipitata sui campi di lancio di Latina
schiantandosi al suolo.
Desiderosa di fregiarsi del brevetto di abilitazione al lancio, aveva indossato il paracadute collaudatissimo e che «si apre sempre». Tuttavia, in maniera difficilmente
spiegabile, la calotta non si è aperta. Per
di più, un qualcosa d’invalutabile e che sicuramente ha a che vedere con un crudele
San Michele arcangelo,
i paradutisti e la pace
Una storia di ordinaria follia
O
ggi vorrei proporre all’attenzione dei lettori
paracadutisti cattolici,
nel pieno rispetto di quelli di noi che non lo sono,
una storia particolare
che riguarda il nostro
santo patrono, l’Arcangelo Michele. Chi sono gli
angeli? Nel quadro della
creazione appaiono anche esseri senza corpo,
invisibili, immortali. Sono gli angeli, dotati di libera volontà e di
un’intelligenza superiore, anche se non
possono conoscere i segreti di Dio. Loro
compito è anzitutto la glorificazione e il servizio di Dio, la protezione degli uomini e la
6
cura della loro salvezza. Gli angeli sono innumerevoli. Il profeta Daniele dopo una visione celeste dice: «I Ministri di Dio erano
migliaia di migliaia ed i suoi assistenti diecimila decine di migliaia» (Daniele 7,10). Per
ciascun uomo, anche non cristiano, Dio ha
destinato un angelo custode che mediante
le buone ispirazioni lo aiuta a evitare il male
e a praticare il bene. Essi sono divisi in nove ordini, come riportato nella figura. Secondo quanto narrato dalle Sacre Scritture
il più bello, Lucifero, a un certo punto preso
dalla superbia, si ribellò a Dio contestandone l’autorità. Per questo la superbia viene
collocata al primo posto tra i sette vizi capitali; quei comportamenti cioè che se praticati sistematicamente possono portare le
anime alla perdizione. E su questo molti attualmente dovrebbero riflettere… Insorse
destino per lei segnato, non ha consentito
alla giovane di servirsi del paracadute ausiliario di emergenza.
Mi chiedo: cosa può cercare una ragazza
nel paracadutismo? Cosa può attrarla
verso un tale agonismo sportivo prima
che militare? Solo se si riesce a riconoscere nell’agone più impegnativo e rischioso una ricerca appassionata di sé
stessi si può dare una risposta a queste
domande. La sfortunata ragazza, forse,
voleva dare un senso più profondo alla
propria vita e ne ricercava quella dimensione verticale che esiste e si estrinseca
nella ricerca inconscia del trascendente
che è Dio, entità infinita.
La giovane caduta a Latina, voleva volare, ma la sorte le è stata avversa. È scesa dal cielo per morire sulla terra.
Pietro Patriarca
allora un altro angelo che gridò: «Chi è come Dio?». Michele viene infatti dall’ebraico
Mi - ka - el, che ha quel significato. Secondo
l’Apocalisse scoppiò nei cieli una guerra
terribile tra gli angeli ribelli e quelli fedeli a
Dio, ma il male non prevalse, come appunto viene detto in latino, i malèfici «non prevalebunt». Per questo Michele è un angelo
particolarmente caro a Dio, che gli ha affidato un compito importante, ossia la difesa
degli uomini dal Maligno e la pesatura delle
anime al momento del giudizio. Perciò l’iconografia lo rappresenta, oltre che bello, con
la spada e la bilancia nelle mani. La volontà
degli appartenenti e la grazia di Papa Pio XII
lo vollero patrono della Polizia (1949) e dei
Paracadutisti (1955) sia in Italia che nella
vicina Francia. Quello che è successo qualche anno fa a Monza, però, pare proprio andare oltre l’espressione di un’opinione pacifista che, come tutte le opinioni, se motivata dalla buona fede ed espressa educatamente, è rispettabile. Nel 2004 infatti il sindaco di sinistra Michele (sic!) Faglia, con la
benedizione di monsignor Enrico Rossi, vicario giudiziale del Duomo, ha deciso di
sovvertire la tradizione e di correggere le
Sacre Scritture commissionando, per uno
dei salotti buoni di Monza, una statua in
bronzo, altezza 3,7 metri senza basamento, che raffigura il celebre arcangelo senza
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
ATTUALITÀ
la spada. Costo, a quanto scritto, 150.000
euro. «È un simbolo ecumenico - ha dichiarato il sindaco diessino - che piacerà a credenti e non. Monza si è impegnata come
città della pace e mi auguro che questo San
Michele raffiguri la vittoria del bene e della
pace sul male».Che san Michele possa far
paura anche a certi chierici non è certo una
novità. Uno dei più inquietanti interventi sopraggiunti con la riforma liturgica postconciliare è stata l’abolizione alla fine della Santa messa della preghiera a san Michele Arcangelo. Non era certo la preghiera che dava fastidio, ma san Michele, perché è l’angelo del Giudizio. Va da sé che chiunque abbia qualcosa da temere al momento del
Giudizio aborrisce anche solo l’idea di san
Michele. Francamente però nessuno di noi
pensava che si potesse scendere tanto in
basso, dimostrando di non avere alcun senso del ridicolo. Strumentalizzare i santi per
fini politici. Per fortuna, anche qui ci hanno
pensato i paracadutisti. I nostri commilitoni
della sezione di Monza, con la caratteristica
schiettezza irruente, unita all’intraprendenza lombarda, hanno cercato, pacificamente, di porre rimedio a una simile pochezza.
Il 4 novembre 2004, in coda alla sfilata
commemorativa della Vittoria, passando
davanti alla statua, dopo aver salutato militarmente il Patrono, gli hanno restituito
simbolicamente una spada di legno, rimossa successivamente dalla Polizia municipale.
Sono cambiati i vertici politici ma, a quanto
ci risulta, la statua è ancora lì, scioccamente priva dei simboli propri. Le riflessioni che
si potrebbero fare sono tante, ma cerchiamo di limitarci alle più ovvie. Da militari veri,
indipendentemente dal fatto di portare o
meno ancora le stellette sul bavero, quando parliamo di guerra, sappiamo esattamente di cosa parliamo. Non la invochiamo
e non la cerchiamo mai, ma se inevitabile,
siamo abituati a non tirarci indietro e sappiamo farla con il massimo impegno e valore, ma senza odio. La preghiera veramente
sincera quindi che tutti noi eleviamo all’Altissimo, con l’intercessione di san Michele
è, oltre che di assistenza al nostro agire
quotidiano, che l’uomo esca finalmente dalla logica paleolitica del dominare o dell’essere dominato, per entrare in un’era veramente nuova in cui l’unica logica sia quella
del rispetto reciproco pur nelle naturali diversità, e costruire un mondo migliore in cui
i naturali contrasti e conflitti umani siano
gestiti senza violenza, ma solo con onestà
e generosità. Intanto però, per non saper
né leggere né scrivere, noi la preghiera alla
fine della Messa la recitiamo sempre, Concilio o non Concilio… non si sa mai.
Infine, visto che i politici monzesi, hanno ritenuto di dover spendere così il danaro pubblico per sottolineare la particolare vocazione di Monza alla pace e considerato che altrettanto non hanno fatto invece i sindaci
dei paesi limitrofi, chiediamo di essere informati se, ad esempio, Cinisello Balsamo
o Concorezzo siano per la guerra, così eviteremo di passarci. Questo articolo è dedicato ai nostri cappellani paracadutisti e in
particolare, simbolicamente, a due Leoni
della «Folgore», che le tragiche vicende della guerra hanno visto prima uniti e poi su
fronti contrapposti: padre Lino Basso e don
Ovidio Zinaghi. Possa il loro apostolato,
molto più serio e concreto di simili sciocchezze, in guerra come in pace, essere veramente esempio di virtù per tutti.
Iller Frasson
Celebrata a Parigi la «Saint Michel Nationale»
Festa dei paracadutisti francesi
C
ome ogni anno, da quando nel
dicembre 1946 il cappellano
dei paracadutisti in partenza
per l’Indocina invocò la protezione di San
Michele, l’Union Nationale Parachutiste
ha celebrato il 29 settembre a Parigi la
sua Festa.
Dopo la messa solenne nella chiesa di
Saint Louis des Invalides, quasi duemila
paracadutisti in congedo, in formazione
dietro le loro bandiere e preceduti da una
banda militare, hanno risalito gli Champs
Elisées fino all’Arc de Triomphe, dove è
stata alimentata la fiamma eterna che arde in memoria dei caduti francesi di tutte
le guerre.
Erano presenti delegazioni tedesche e belghe.
Per l’ANPd’I ha partecipato, su
incarico del presidente nazionale, il paracadutista Giampaolo.
L’Italia condivide il santo patrono dei paracadutisti anche con
Germania, Spagna, Belgio e Portogallo. Nel suo Breve pontificio
del 17 giugno 1955, Papa Pio
XII scrisse: «a chi se non ad un
Angelo affidare, in vigile custodia, la rischiosa vita dei paracadutisti?».
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
Rolando Giampaolo
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ATTUALITÀ
Cerimonia di consegna
«Premio s. Michele»
I
l Premio S. Michele è stato istituito
con lo scopo di riconoscere a singoli
o gruppi di aver operato onorevolmente con continuità in azioni benemerite, contribuendo a elevare il prestigio dei
paracadutisti.
La scelta si compie su segnalazione di
singoli e sezioni, anche e soprattutto sottoponendo i nomi di tanti non famosi che,
con la loro operosità generosità e umiltà,
rendono onore ai paracadutisti.
Quest’anno hanno avuto l’unanime consenso dei componenti la commissione:
padre Rocco Tomei, che ha saputo e sa infondere un grande sentimento di amor di
Patria e di attaccamento al corpo dei Paracadutisti; il paracadutista Angelo Domenico Ceccon, che ha prestato servizio milita-
Al presidente della sezione del Basso Veronese, Dario Evangelisti, un particolare
ringraziamento per aver dato ampio spazio, nell’ambito del Raduno regionale del
Triveneto, alla cerimonia.
Al termine dei lavori è stata ufficialmente
annunciata la riapertura delle segnalazioni per i prossimi candidati al Premio da indirizzare alla segreteria dell’Istituzione:
Antonio Brancalion, via Comacchio, n.
261 - 44100 Ferrara
re dal 1939 al 1977 e per i paracadutisti
è un maestro di vita; il folgorino, ex combattente di El Alamein, paracadutista Carlo Murelli, molto conosciuto, della 2ª Zona
(Lombardia) dove ha ricoperto anche la
carica di consigliere nazionale e presidente della sezione di Lecco; il paracadutista
Claudio Speranzon, molto noto per il suo
impegno nell’organizzare feste, cerimonie
e raduni; il paracadutista Gianni Velo, vicepresidente della sezione ANPd’I di Portogruaro, che per un lungo periodo ha sponsorizzato la rivista «Folgore» con la pubblicità della sua azienda.
La cerimonia di consegna dei premi si è
svolta nel palazzetto dello Sport di Bovolone dove, alla presenza di oltre un migliaio
di paracadutisti, i premiati hanno riscosso
il meritato applauso.
Per ulteriori informazioni
si può telefonare ai numeri:
347 7545509 (A. Brancalion)
349 4392825 (P. Liva)
La corrispondenza, utile per la valutazione,
dovrà arrivare entro la fine di febbraio 2008.
Premio ANPd’I al primo classificato
al corso di paracadutismo
Il 31 ottobre, nell’aula magna dell’Accademia Militare di Modena, in
occasione della cerimonia della consegna dei gradi - capocorso, caposcelto, scelto e istruttore - agli allievi che si sono distinti, il Presidente
nazionale ha premiato con una targa ricordo l’allievo ufficiale dell’Arma dei Carabinieri Angelo Proietti, che si è classificato primo al corso
di paracadutismo dell’anno accademico 2006-2007. Ormai da molti
anni tutti gli allievi ufficiali di Modena frequentano a Pisa il corso di
paracadutismo al termine del primo anno di studi. Una conferma dell’importanza che le autorità militari danno all’addestramento d’ardimento, che trova nel paracadute il suo segno più emblematico. DEC
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NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
CELEBRAZIONI
INCONTRO
DAL MINISTRO DELLE
ASSOCIAZIONI D’ARMA
Su delega del ministro Arturo Parisi,
il sottosegretario alla Difesa, Marco
Verzaschi, ha incontrato il 28
novembre a palazzo Salviati i presidenti delle Associazioni d’Arma, tra
i quali figurava il Generale Mearini,
presidente dell’ANPDI. Nella riunione «è stata sottolineata, tra l’altro,
la grande attenzione della Difesa
verso le problematiche concernenti
il mondo dell’associazionismo militare». Durante l’incontro, «che si è
svolto in un clima di massima distensione e reciproca aper tura»,
sono state approfondite «alcune
tematiche d’attualità, per le quali
sono state già avviate iniziative congiunte volte a conferire maggiore
importanza ed efficacia al ruolo
ricoperto dalle Associazioni, enfatizzandone la figura ed il prestigio nel
contesto sociale».
L’incontro, si legge in una nota della
Difesa, si è concluso «con reciproca
soddisfazione e con l’auspicio di
una sempre maggiore integrazione
e collaborazione, atte a promuovere
l’immagine delle Forze armate e gli
alti valori che esse rappresentano».
Prima dell’inizio dei lavori è stato
osservato un minuto di raccoglimento in memoria del maresciallo
capo Daniele Paladini, ucciso a
Kabul.
Cristiano De Chigi
La Festa della Brigata
nel 65° di El Alamein
S
i sono chiuse il 27 ottobre a Livorno le celebrazioni del 65° anniversario della battaglia di El Alamein,
inaugurate dall’associazione nelle sabbie di
El Qattara, a El Alamein, sin dal 10 ottobre.
Erano presenti tutte le autorità cittadine, il
sindaco, il prefetto e il Questore, oltre che i
comandanti di tutti i reparti militari della
provincia di Livorno. Le tribune e l’intera
area circostante sono state inondate da migliaia di paracadutisti e loro accompagnatori. Le stime parlano di circa diecimila presenze (abbiamo contato 127 labari) . Applauditissimo il drappello che ha portato
correndo le fiaccole della «Staffetta degli
Ideali», giunte nelle prime ore del mattino a
Livorno, dopo la lunga corsa, anche sotto la
pioggia battente, del venerdì.
Alla cerimonia, iniziata alle undici, hanno
partecipato il sottosegretario alla Difesa,
Marco Verzaschi, e il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Castagnetti.
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
L’onorevole Verzaschi ha rievocato la storia
della Folgore dal 1939 sino a giorni nostri, e
ha voluto salutare personalmente, uno a
uno, i reduci cui era stata riservata una speciale tribuna d’onore.
«Nell’odierno processo di modernizzazione,
che vede l’esercito rinnovarsi nelle sue componenti alla ricerca di nuove soluzioni organizzative e nuove capacità più adeguate ai
moderni scenari operativi, - ha detto il generale Castagnetti - i paracadutisti restano una
9
CELEBRAZIONI
Specialità irrinunciabile, vera punta di diamante delle truppe leggere, in grado di assicurare con il loro elevato stato di prontezza,
l’indispensabile capacità di proiezione in
tempi ristretti in qualsiasi area di crisi».
Parlando del suo precedente comando del
Centro operativo interforze, il generale ha
rammentato i numerosi impieghi della «Folgore», dalla quale ha ricevuto «in ogni occasione, una pronta ed efficientissima risposta operativa», aggiungendo: «Sono ammirato ed emozionato ogni volta che assisto alle
vostre manifestazioni di coesione e spirito
di Corpo e vedo così numerosi i vostri baschi amaranto».
Breve e sobrio anche il discorso del generale Fioravanti. Esordendo con un saluto ai reduci «che non hanno fatto mancare il loro
“Presente !”, nonostante negli ultimi anni il
tempo ne stia assottigliando le fila».
Con voce triste poi, ha voluto ricordare il
paracadutista Fante dell’aria Armando Perna, figura di riferimento dei Paracadutisti,
scomparso da poche settimane. «Uno fra i
tanti che sono mancati, inquadrato con noi
sino a un anno fa». La platea ha risposto
con un lungo applauso. Applausi scroscianti
anche quando ha parlato di Paolo Nespoli,
paracadutista e incursore, che ha portato
nello spazio il brevetto e lo scudetto della
«Folgore», consegnatigli dallo stesso Fioravanti alcuni mesi prima, in occasione del
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NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
CELEBRAZIONI
lancio di fine anno. Un gesto «fuori programma» ha contrassegnato il solenne e commovente minuto di silenzio, al momento degli
onori ai Caduti reso dagli ospiti d’onore e
dai reduci: il fante dell’aria, tenente colonnello Aloi, leggendario riferimento dei paracadutisti calabresi e dell’ANPd’I, ha deposto
silenziosamente un cesto di fiori della sua
terra a lato della corona del sottosegretario
alla Difesa. Un paracadutista con la «schiena dritta», per nulla fiaccata dai novantadue
anni, che non ha ascoltato le raccomandazioni del rigidissimo servizio d’ordine e dell’altrettanto rigido cerimoniale militare.
Il lancio degli istruttori della «Folgore», purtroppo, non è andato come previsto, nonostante la spettacolarità della «bomba» in
aria. Il colonnello Stefano Jubini, espertissimo paracadutista, fratello del colonnello
Raffaele e figlio del leggendario aiutante Jubini, è finito fuori campo, nel parcheggio antistante la caserma. Non è riuscito a evitare
l’impatto con alcune autovetture, procurandosi la rottura del femore e di un gomito.
POMERIGGIO ALL’ARDENZA
Affollatissima, nel pomeriggio, l’esposizione
di uomini e mezzi dei reggimenti e degli sponsor della manifestazione, tra cui figurava il sito www.congedatifolgore.com, con una tenda
messa a disposizione dalla Brigata.
Lanci in mare e sulla rotonda, hanno chiuso
una splendida giornata, frutto di un’organizzazione efficiente, come hanno testimoniato le migliaia di visitatori.
Il tentativo di disturbo da parte di uno sparuto gruppo di estremisti di sinistra è stato facilmente contenuto dal servizio d’ordine disposto dalla prefettura. Nonostante alcuni
cartelli infamanti, nessun incidente di rilievo, salvo qualche spintone. I paracadutisti,
sebbene disturbati e contrariati, hanno avuto il comportamento che il generale Fioravanti si aspettava.
Anche la città di Livorno ha risposto in massa all’invito della «Folgore; molti livornesi
hanno portato i figli a visitare gli stand del
«Folgore Bike», le attrezzature ginniche del
187° (una mini-palestra per il karate) , la parete di addestramento per la roccia degli alpini paracadutisti e del 185° e gli spazi organizzati dai vari reggimenti.
Walter Amatobene
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CELEBRAZIONI
Ascoltate alla Vannucci
A
lla festa della brigata di quest'anno, a sottolineare, se mai
ce ne fosse bisogno, la vicinanza dei reparti in armi con la gente, oltre
ai figli e ai familiari di reduci e soldati,
c'erano anche gli scolari della Scuola Elementare «Sacro Cuore» di Livorno, accompagnati dalla loro insegnante che volentieri ha acconsentito che si raccogliessero le impressioni degli alunni.
Sono bambini di IV elementare, ma dimostrano di avere le idee chiare.
Lorenzo: «È molto bello, mi piace l'ordine, mio padre è militare, fa parte della
Marina». Sono entusiasti e orgogliosi anche William e Maria Chiara, ci tengono a
dire che tra i militari inquadrati ci sono i
loro familiari. Elisa (Lupini) sembra avere
un innato dono della sintesi: «Bello, ben
riuscito, interessante»..
Diletta: «Mi piace veder le sfilate, i soldati e tutto, ma non mi piacciono i discorsi,
quelli mi annoiano».
Girando, in mezzo alla folla non è stato
difficile raccogliere la testimonianza anche di una ex bambina: Piera Pieri
«Sono la figlia di Piero Pieri, (è inquadrato
insieme ai soldati) nato il 23 ottobre
1919. Il giorno della Grande Battaglia
compiva 24 anni e quella battaglia lo ha
segnato per tutta la vita. Era partito bello
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il mio babbo, quando è tornato bello non
era più ai miei occhi di bambina, anzi per
me era anche strano, infatti per un lungo
periodo, invece di dormire sul letto, dormiva per terra». Con gli occhi pieni di lacrime e di orgoglio, indica «il suo babbo
inquadrato» insieme ai soldati che si avvia verso la camionetta per la sfilata. Forse, adesso, agli occhi di Piera il babbo
è ritornato bello!.
Nuccia Ledda
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
CELEBRAZIONI
La staffetta degli ideali 2007
L
a Staffetta degli Ideali, iniziata
quest’anno alla depressione di El
Qattara, si è conclusa con l’arrivo delle fiaccole alla caserma «Vannucci» nelle prime ore di sabato 27 ottobre.
Oltre novanta paracadutisti provenienti dalle
sezioni ANPd’I di Saronno, Varese, Monza, Milano, Voghera, Parma, Rimini, Massa, Civitavecchia, Viterbo, Tarquinia e Roma, hanno
contribuito al successo dell’impresa, insieme
a due drappelli di paracadutisti in servizio provenienti dal Centro di addestramento di Pisa.
dente nazionale Paolo Mearini, il segretario
tecnico nazionale Dario Macchi, il consigliere
nazionale Luca Migliavacca, il presidente di
Saronno e segretario regionale Aldo Falciglia,
che ha sostenuto tutto l’onere organizzativo,
e i labari di sette sezioni.
L’arrivo a Livorno dei tedofori è avvenuto alle
due del mattino di sabato, dopo una corsa di
320 chilometri, iniziata dal generale Paolo
Mearini e con la partecipazione del generale
Fioravanti, che ha raggiunto la staffetta nei
pressi di Sarzana.
Sul percorso anche il colonnello Emilio Ratti,
oltre al drappello proveniente dal CAPAR,
composto di sei atleti, comandati dal tenente
colonnello Bettini.
Dal cimitero di Tarquinia
a Livorno (230 chilometri)
Dal Sacrario di Tradate
a Livorno (320 chilometri)
La partenza è avvenuta giovedì 25 ottobre,
con l’accensione al Sacrario di Tradate fatta
dal reduce Michele Sensoli, presenti il presi-
che ha acceso la Fiaccola, il generale Merlino,
il generale Torre, il consigliere nazionale Luca
Combattelli, il sindaco della città con il gonfalone e i labari ANPd’I di Tarquinia e Viterbo, oltre a quelli delle associazioni d’arma locali.
Anche su questo percorso c’era un drappello
di paracadutisti in servizio agli ordini del maresciallo Costantini.
Il drappello degli staffettisti romani, guidati da
Combattelli, è entrato alla «Vannuci» correndo
inquadrato e si è recato immediatamente davanti al Monumento.
Tedoforo d’eccezione, il sottotenente paracadutista Marescotti Ruspoli dei principi di Poggio Suasa, nipote dell’omonima medaglia d’oro, che aveva già partecipato alla staffetta nel
deserto egiziano.
Wam
La fiaccola e la lanterna che conteneva la
fiamma accesa il 10 ottobre a El Alamein,
giunta in Italia grazie alla Tarros con la nave
«Vento di Maestrale», sono arrivate alle cinque del mattino di sabato 27 ottobre, dopo
meno di venti ore dalla partenza presso il cimitero monumentale di Tarquinia.
Presenti alla partenza la Medaglia d’argento
al valor militare tenente Raoul di Gennaro,
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
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REPARTI IN ARMI
Il discorso del
generale Fioravanti
P
aracadutisti, celebriamo oggi,
quattro giorni dopo la data
storica, l’anniversario di El
Alamein, festa nazionale dei paracadutisti italiani.
Il mio primo reverente saluto va alle nostre
bandiere, qui schierate, e ai nostri caduti.
Un ringraziamento particolare al Sottosegretario di Stato alla Difesa, per la sua presenza a questa importante celebrazione,
al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, oggi presente, per il supporto che continuamente ci assicura; un grazie alle autorità
civili e militari, alle città di Livorno, Pisa,
Siena, Pistola, Legnago, Tradate, Filottrano, Poggio Rusco, Tarquinia, Viterbo e Barga, ai Folgorini dell’Associazione Nazionale
Paracadutisti d’Italia, a tutti quegli appassionati che hanno nobilitato questa recente ma sentita tradizione della fiaccolata
delle nostre storiche scuole, un grazie ai
tanti amici che con la loro presenza onorano la nostra festa.
Celebriamo oggi quell’evento, evento più
prezioso di qualsiasi vittoria, che costituì
l’inizio di una leggenda che, a distanza, ri-
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mane viva ed attuale, oggi come allora.
Sessantacinque anni fa, quella della Folgore era già diventata una epopea, che con
l’esempio di valore ed eroismo dato nelle
sabbie di El Alamein spingeva all’estremo
sacrificio i paracadutisti d’Italia.
A Derna, Eluet El Asel, Mareth, Akarit, Takruna, per citarne solo alcune, e successivamente in Italia, a Filottrano, Poggio Rusco, i paracadutisti italiani, fianco a fianco
a soldati di tantissime altre unità onoravano ulteriormente il loro giuramento, combattendo fino all’estremo sacrificio.
Un esempio unico e indimenticabile, eventi
storici che costituiscono il riferimento perenne per tutti noi in ogni momento - del
nostro servizio, patrimonio di valori a guida
di ogni paracadutista in armi e non.
In questo giorno, alcuni di essi sono qui,
con noi, hanno risposto “PRESENTE” alla chiamata, nonostante anche nell’ultimo anno il tempo abbia assottigliato le
loro fila.
Sono comunque qui con noi, idealmente
stretti a quella Folgore che tanto hanno
amato, anche chi non c’è più.
Uno fra tanti voglio ricordare: Armando Perna, fante libico, presidente della sezione di
Napoli, inquadrato con noi anche un anno
fa, ora nell’alto dei cieli appeso al suo in-
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
REPARTI IN ARMI
separabile paracadute.
È già passato un anno, un anno intenso, e
ricco di avvenimenti.
Nel mio discorso del 21 ottobre parlai dei
nostri doveri, dell’essere sempre pronti,
perchè ovunque, in Patria e all’estero, il
Governo e il Parlamento, potranno chiedere la nostra presenza per molteplici
missioni.
E ciò si è verificato: paracadutisti italiani
hanno operato e continuano ad operare in
tutte le missioni delle Forze Armate. Tra le
tante voglio evidenziare l’Afghanistan, dove la presenza della Folgore rimane significativa, e il Libano, per l’operazione Leonte.
Dopo 23 anni, siamo tornati in questo affascinante paese, e non solo con le unità ma
questa volta anche con il Comando della
Folgore, sotto l’insegna delle Nazioni Unite, lavorando, ora come allora, con impegno, sacrificio, sudore, determinazione,
ma sempre con il sorriso sulle labbra, con
quella generosità e quella disponibilità che
solo noi italiani riusciamo a trasmettere.
E un ringraziamento particolare lo voglio
ancora rivolgere a quelle task force che
hanno lavorato alle dipendenze della Brigata, il 2° Trasmissioni di Bolzano, il Genova
Cavalleria di Palmanova, il l° Rema di Bellinzago Novarese, la Compagnia NBC di Civitavecchia, la Compagnia Bersaglieri del
1° Rgt di Cosenza.
E con loro, anche quelle di altri paesi alle
nostre dipendenze, le task forces francesi,
ghanesi, slovene, del Qatar, della Corea
del Sud.
Un’esperienza incredibile e indimenticabile, che porterò e che porteremo sempre
nei nostri cuori, felici e soddisfatti per le
tante cose fatte e realizzate.
Un ultimo saluto lo rivolgo al paracaduti-
sta, incursore, che in questo momento, più
di ogni altro, sta portando in alto il nome
della Folgore: l’astronauta, maggiore della
riserva dell’esercito, Paolo Nespoli. Finalmente hai raggiunto il tuo traguardo, hai
realizzato il tuo sogno, dopo tanti anni di
impegno e sacrifici.
Nel lancio di fine anno 2006, ti abbiamo
consegnato un brevetto e uno scudetto della Brigata da battezzare nello spazio: missione compiuta! tutta la Folgore è con te,
per quello che hai fatto e stai facendo, come esempio unico e stimolo continuo per il
nostro lavoro.
È con questi sentimenti, con il privilegio,
l’orgoglio, il senso di responsabilità di 24°
Comandante della Folgore, stringendoci a
tutti i nostri caduti, ai paracadutisti del 1°
Tuscania e del 4° Monte Cervino qui schierati con i loro comandanti e le loro bandiere, ai paracadutisti italiani di ieri e di oggi,
che vi invito ad elevare il grido di sempre:
FOLGORE!!
Commemorazione
della Meloria
L
a «Folgore» non ha dimenticato i suoi
caduti. La mattina del 10 novembre,
nel piazzale antistante il monumento
dedicato ai caduti della Meloria, sito di fronte
alla Torre della Meloria, ha avuto inizio la commemorazione dei caduti. Il generale Maurizio
Fioravanti, il colonnello. Gabriele Toscani De
Col, i generali Giostra, Menchi e Milani, una
rappresentanza inglese della RAF e il cappellano della Brigata hanno ricordato il tragico
evento di trentasei anni fa, circondati dai familiari dei caduti, dai commilitoni della 6ª Draghi
(ora Grifi in onore della 6ª Grifi di El Alamein),
dai labari ANPd’I, dai quadri del 187° reggimento e da tanti parà provenienti da
ogni parte d’Italia. La cerimonia si è spostata al cimitero comunale della Cigna,
davanti alla stele commemorativa. L’appello dei caduti è stato chiamato alla
voce e, a ogni nome pronunciato, un coro unanime ha risposto: «Presente».
Una lunga fune di vincolo ha raccolto tutti i presenti stringendoli al monumento
dove riposano i resti degli otto paracadutisti rimasti sconosciuti.
Il cappellano, don Vincenzo, durante la messa ha voluto ricordare a tutti che quest’anno non era presente per la prima volta Anna, la madre di William Furgeri,
scomparsa il 9 novembre, proprio a trentasei anni dalla perdita del suo William.
Paolo Frediani
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REPARTI IN ARMI
Decorati dell’Ordine
Militare d’Italia
I
l 4 novembre dodici ufficiali che si
sono distinti in missioni all'estero
sono stati decorati all'Ordine militare d'Italia dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso di una
cerimonia al Quirinale. «Chi oggi riceve
questo giusto riconoscimento - ha detto il
ministro della Difesa Arturo Parisi - si colloca nel solco di una grande storia in cui i
comportamenti esemplari del passato
costituiscono una guida per il futuro».
Le motivazioni dei riconoscimenti, ha rilevato il ministro, «descrivono come le nostre Forze armate siano riuscite ad intervenire con efficacia anche in teatri operativi lontani, con una professionalità riconosciuta a livello internazionale. Dal Libano ai Balcani, dall'Iraq, all'Afghanistan, il
nostro strumento militare ha dimostrato
elevate caratteristiche di capacità e flessibilità nelle operazioni di ripristino dell'ordine e di salvaguardia della pace.
IL CAPAR PROMUOVE
LO SPORT DEI GIOVANISSIMI
Si è svolta domenica 16 ottobre al CAPAR una manifestazione di trial in bicicletta rivolta ai bambini, avente lo scopo di
diffondere lo sport tra i più giovani.
Per qualche ora la caserma «Gamerra» è stata «invasa» da
«Ai premiati - ha detto Parisi - va il nostro
sincero apprezzamento. La libertà, la democrazia, l'ordine e la sicurezza della Repubblica sono beni preziosi, irrinunciabili
e di questi beni le Forze armate sono poste a salvaguardia. Su di esse la Repubblica può fare affidamento».
Tra i dodici decorati, ben tre erano della
famiglia dei baschi amaranto. Essi sono::
• generale Pietro Costantino (nella foto),
già comandante della brigata «Folgore»,
per aver comandato il contingente nazionale in Iraq;
• generale Pietro Pistolese, carabiniere
paracadutista, per il suo impegno nelle
missioni Temporary international presence uno e due a Hebron e come capo missione dell'operazione Ue a Rafah;
• colonnello Giovanni Truglio, carabiniere
paracadutista, impiegato in diversi teatri
operativi, dalla Somalia all'Albania, dalla
Bosnia all'Iraq.
decine di mini-atleti che si sono
cimentati in un
percorso a difficoltà variabile.
Uno degli obiettivi del Folgorebike
è la diffusione
del ciclismo tra i
giovani. I dirigenti del gruppo sportivo - il cui presidente è il comandante del
CAPAR pro tempore - sono paracadutisti militari in servizio e
l'attività rivolta ai giovani può rivelarsi utilissima per far conoscere meglio la «Folgore» e generare «vocazioni» future.
Il Folgorebike non vuole solo il ciclismo amatoriale e di élite,
ma anche il ciclismo dei giovanissimi. Chissà che per qualche ciclista in erba non ci sia un domani con le stellette...
Alfio Pellegrin
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INSERTO SPECIALE
«Il Reggimento paracadutisti della gloriosa
Divisione “Folgore”, in unione alle aliquote
divisionali ad esso assegnate, per tre mesi,
senza soste, si prodigò valorosamente in
numerose azioni offensive e difensive stroncando sempre l’impetuosa avanzata del
nemico enormemente superiore per numero e per mezzi. Nell’epica battaglia di El
Alamein, stremato per le perdite subite,
cessato ogni rifornimento di acqua, viveri e
munizioni, con la fede che solo il più sublime amor di Patria può generare, respingeva sdegnosamente, al grido di “Folgore”
ripetuti inviti alla resa, dimostrando in tal
modo che la superiorità dei mezzi poteva
soverchiare i paracadutisti d’Italia, piegarli
mai. Attraverso innumerevoli episodi d’eroi-
smo collettivi ed individuali, protraeva la
resistenza fino al totale esaurimento di
ogni mezzo di lotta imponendosi al rispetto
ed all’ammirazione dello stesso nemico,
scrivendo così una delle pagine più fulgide
di valore per l’Esercito Italiano». Africa Settentrionale, 22 luglio - 12 ottobre 1942; Battaglia di El Alamein, 23 ottobre - 6 novembre
1942
C
on questa motivazione, il 26 marzo
1963, l’allora presidente della
Repubblica, Antonio Segni, conferiva al 185° Reggimento artiglieria paracadutisti «Folgore» la medaglia d’oro al valor militare, riconoscendo l’eroismo degli artiglieri
paracadutisti nella seconda guerra mondia-
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
le. Se l’onore militare della Patria fu salvato,
lo dobbiamo anche a loro.
Il 28 agosto 1941 nacque a Tarquinia il I
Gruppo di artiglieria paracadutisti dotato di
pezzi da 47/32 con funzione principalmente
anticarro. L’unità sarebbe stata seguita dal
II Gruppo il 15 gennaio 1942 e completata il
10 marzo 1942 dal III Gruppo, dalla Batteria
servizi reggimentale e dal Comando di reggimento. Si era ormai formato il Reggimento
artiglieria per divisione paracadutisti, inserito nella «Folgore». Il Reggimento disponeva
di ventiquattro pezzi controcarro da 47/32
in ragione di otto per Gruppo (due batterie
per gruppo ciascuna su quattro pezzi). Il 27
luglio 1942, con ‘’impiego della divisione
«Folgore» in Africa settentrionale, il Reggi-
I
INSERTO SPECIALE
mento assunse la denominazione di 185°
Reggimento artiglieria «Folgore». I suoi pezzi
vennero destinati ai centri di fuoco delle
compagnie paracadutisti, riarticolandosi
prima su due gruppi su tre batterie ciascuno, cui si aggiunse in seguito una settima
batteria. Rinforzato da artiglierie di vario calibro delle divisioni «Pavia» e «Trieste», il 185°
fu schierato sul campo a El Alamein e, nell’impari lotta contro le forze dell’8ª Armata
britannica, seguì le sorti della divisione «Folgore», scomparendo ufficialmente dai ruolini
del Regio Esercito l’8 dicembre 1942.
Il 1° luglio 1958 su disposizione dello Stato
Maggiore, in seno al 1° Gruppo tattico paracadutisti si ricostituì una Batteria di artiglieria da campagna paracadutisti, armata di
quattro pezzi da 105/14, obice che avrebbe
seguito la vita del reparto fino al 2000. Il 1°
giugno 1963 la Batteria divenne Gruppo su
due Batterie obici e Reparto comando di
gruppo. Il 16 dicembre 1966 il Gruppo ebbe
la sua bandiera di guerra decorata della
medaglia d’oro del 185° Reggimento. Dal 1°
II
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
INSERTO SPECIALE
ottobre 1975 riprese la vecchia numerazione del Reggimento della divisione «Folgore»,
assumendo la denominazione di 185° Gruppo artiglieria da campagna paracadutisti
«Viterbo». Il 2 dicembre 1975 si formò la 3ª
Batteria obici, così il Gruppo fu su quattro
Batterie (1ª «Draghi», 2ª «Le Aquile», 3ª «Diavoli») e la Batteria comando e servizi
«Leoni», con diciotto pezzi. Nel 1992,
seguendo il riordino generale dell’Esercito, il
Gruppo tornò a essere Reggimento. Nel
2000, l’ultima ristrutturazione delle Forze
Armate, ormai professionalizzate, lo ha trasformato in 185° Reggimento paracadutisti
ricognizione e acquisizione obiettivi (RRAO).
A partire dal 2002, è stato inquadrato nelle
forze per operazioni speciali con l’aggiunta
di una batteria avente funzione di ricognizione a lungo raggio.
Il 185° RRAO è, oggi, un’unità delle forze per
operazioni speciali dell’esercito, ha sede in
Livorno ed è alle dirette dipendenze della brigata paracadutisti «Folgore». È costituito da
un Comando reggimento alle dipendenze del
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
quale vi sono un Gruppo acquisizione obiettivi su quattro Batterie acquisizione obiettivi,
una Batteria comando e supporto logistico,
un Ufficio operazioni addestramento informazioni, un Ufficio logistico e un Comando
alla sede.
La sua missione è quella di trovare e identificare obiettivi in ogni scenario operativo ipotizzabile, per ingaggiarli con qualsiasi sorgente di fuoco disponibile. A tal fine il 185°
RRAO deve essere capace di operare in
ambiente controllato dal nemico, effettuare
ricognizioni speciali, garantire sorveglianza
speciale con fotografie e video day/night,
trasmettere con sistemi digitali i dati informativi in tempo reale per un aggiornamento
immediato della situazione, condurre «stand
off direct action» (SODA) tramite il controllo
del fuoco di tutti i sistemi erogatori nazionali ed esteri.
I team operativi del RRAO devono, pertanto,
condurre molteplici attività che richiedono la
capacità di infiltrarsi in un’area ed esfiltrare
dalla stessa per via terrestre, aerea, anfibia
e statica, permanere in area operativa fino a
8-10 giorni senza rifornimenti esterni,
sopravvivere, sottrarsi alla cattura, evadere
e fuggire da un’area controllata dal nemico,
individuare, determinare e valutare obiettivi,
dirigere ed eventualmente controllare l’intervento originato da sorgenti terrestri, aeree e
navali nazionali e alleate, valutare gli effetti
del fuoco su obiettivi acquisiti o battuti in
altro momento da altre sorgenti. Tutte attività da svolgere principalmente su territorio
ostile e in ambiente occupato non permissivo, mediante piccoli nuclei autosufficienti
che agiscono in clandestinità.
Per assolvere i compiti cui si è soltanto
accennato, gli acquisitori di obiettivi in servizio al 185° RRAO diventano tali soltanto
dopo il superamento di severi test fisici e di
una serie di corsi di formazione, seguendo il
nuovo iter formativo introdotto nel 2006 per
le forze operative speciali e le forze speciali. La formazione dell’operatore basico per
operazioni speciali incomincia con la selezione fisica (corsa piana 2 km in 9’, marcia
celere 7 km in 45’, piegamenti sulle braccia
min. 30, trazioni alla sbarra min. 5, piegamenti addominali min. 40, salita alla fune 4
m, piegamenti alle parallele min. 10). Segue
un tirocinio di due settimane presso il 9°
reggimento paracadutisti d’assalto «Col
III
INSERTO SPECIALE
Moschin»; v’è poi una fase comune di ventisette settimane presso lo stesso «Col
Moschin» per seguire corsi di topografia, trasmissioni, armi e tiro, primo soccorso e procedure tecnico-tattiche per forze operative
speciali. La formazione di base si conclude
col conseguimento del brevetto di paracadutismo militare. Gli operatori basici per operazioni speciali così formati seguono una fase
di specializzazione presso i reparti di assegnazione, che per gli acquisitori di obiettivi si
svolge presso il 185° RRAO e dura quarantotto settimane. Comprende corsi di topografia trigonometrica, trasmissioni strategiche, abilitazione nucleare-biologica-chimica
(NBC), primo soccorso avanzato, controllo
del fuoco aereo, controllo del fuoco navale,
controllo del fuoco di artiglieria, tecnica di
sopravvivenza e resistenza agli interrogatori,
pianificazione e condotta di ricognizione a
lungo raggio, pianificazione e condotta di
missioni di acquisizione obiettivi, riconoscimento mezzi e materiali, addestramento
IV
base alpinistico e sciistico, mobilità anfibia
di base e avanzata, difesa personale, armi
tiro e pratica di tiro avanzato. In base all’incarico ricoperto dall’operatore sono anche
previsti corsi individuali che riguardano le
attività di: «forward air controller» (FAC), controllore del fuoco per operazioni speciali,
tiratore scelto, «explosive ordenance recce»
(EOR), addestramento e combattimento in
ambiente desertico presso la scuola francese in Gibuti, aviolancio con la tecnica della
caduta libera (TCL), «NATO conventional targeting course operations and plans» in Germania, «NATO conventional weaponering
course operations and plans» in Germania,
«combined joint support operations task
force course» (CJSOTF) sempre in Germania.
Con tali qualifiche e capacità, gli acquisitori
di obiettivi risultano operatori altamente specializzati e altamente flessibili, tanto da
poter essere impiegati nelle situazioni operative più disparate. A comprova di ciò il
185° RRAO, benché sia un reparto relativa-
mente «giovane», ha già al suo attivo importanti missioni internazionali. Nel 2002 ha
partecipato all’operazione «Joint Forge» in
Bosnia e all’operazione «Amber Fox» in
Macedonia. Nel 2003 ha partecipato all’operazione «Enduring Freedom» e, dalla fine
del 2003 fino al termine della missione
nazionale (2006), all’operazione «Antica
Babilonia» in Iraq. Nel 2005 ha partecipato
all’operazione «Althea» in Bosnia. Il Reggimento è inoltre presente dal 2003 con le
sue capacità in Afghanistan, nell’ambito
delle operazioni «ISAF» e «Sarissa» e in Libano nell’operazione «Leonte».
In conclusione, l’evoluzione degli artiglieri
paracadutisti dal cannone alle operazioni
speciali per l’acquisizione di obiettivi rappresenta un caso concreto delle nuove prospettive che si aprono alle aviotruppe. Il soldato
del futuro dovrà essere sempre più d’estrazione paracadutista.
Pam
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
REPARTI IN ARMI
ad altro incarico, è subentrato il tenente
colonnello Giuseppe Montalto.
Al nuovo comandante un sincero «in
bocca al lupo» da tutta la Redazione e
dai lettori.
(foto: I rangers sulla torre Delago)
PARA ALGERINI IN ADDESTRAMENTO
SULL’ALTOPIANO DELLO SCILIAR
I
l 4° reggimento Alpini paracadutisti
ha ospitato a novembre un plotone
di soldati dell’Esercito algerino.
L’attività rientra negli scambi bilaterali con
eserciti stranieri volta ad accrescere il
bagaglio professionale e la conoscenza
reciproca, per cooperare meglio nelle operazioni internazionali di peace-keeping.
Gli algerini, nelle due settimane di permanenza in Alto Adige, hanno svolto,
sotto la guida degli istruttori del 4° Reggimento Alpini Paracadutisti, un’intensa
attività addestrativa.
Nel suggestivo scenario invernale dell’Alpe di Siusi, oltre cento militari, tra alpini
paracadutisti ed algerini, hanno effettuato lanci con il paracadute ad apertura
automatica, lanciandosi da un Dornier
228, velivolo bimotore in dotazione al
28° gruppo squadroni «Tucano» dell’Aviazione dell’Esercito.
L’altopiano dello Sciliar rappresenta per
il paracadutista lo scenario più ambito in
assoluto. L’emozione di un salto insieme, in una località così esclusiva, rende
l’addestramento unico nel suo genere,
rafforzando il vincolo di fratellanza d’aria
che unisce i paracadutisti di tutti gli eserciti.
DEC
LA «FOLGORE»
ALLA FIERA
DI MILANO
I RANGERS SULLE TORRI
DEL VAJOLET
I
rangers del 4° reggimento Alpini
paracadutisti il 22 ottobre scorso
hanno portato a termine con successo l’ascensione alle tre torri del Vajolet:
la Delago, la Stabeler e la Winkler.
L’attività ha avuto lo scopo
di aggiornare il personale
sulle tecniche di arrampicata
e di sicurezza.
Alcuni giorni prima, inoltre,
presso la sede di Bolzano
c’è stata la cerimonia di cambio del
comandante del battaglione Alpini paracadutisti “Monte Cervino”. Al tenente
colonnello Carlo Stefano Sardi, destinato
H
a suscitato il prevedibile e
sperato interesse lo stand
della «Folgore» alla fiera del
ciclo e motociclo di Milano. Anche
Mario Cipollini, ex campione del
mondo di ciclismo, si è intrattenuto
a lungo con il maresciallo Aghini e
ha espresso il desiderio di fare un
lancio tandem con la «Folgore»…
chissà?
Alfio Pellegrini
Afghanistan: uccisi un sergente e l’infermiere che lo soccorreva
L
a raffica, il soldato colpito al petto, l’infermiere che
cerca di aiutarlo e trascinarlo al sicuro, un’altra raffica:
sono morti così in Afghanistan, due soldati della 173ª
brigata partiti dalla caserma Ederle.
Il conto dei morti in battaglia adesso, per i paracadutisti Usa
di stanza a Vicenza, sale a sedici.
Il 26 ottobre Hugo Mendoza, ventinove anni, di Glendale (Arizona), assieme ad altri soldati della 173ª finisce in un’imboscata dei guerriglieri talebani nella valle di Korengal. Quando
vede che il sergente Josh Brennan, ventidue anni, di Ontario
(Oregon) è stato ferito al torace, va a soccorrerlo. Ed è colpito anche lui dalle raffiche dei kalashnikov.
Mendoza muore sul colpo, Brennan il giorno dopo a causa
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
delle gravi ferite al
torace. Mendoza,
ha raccontato il
fratello, si era
arruolato per pagarsi gli studi di
medicina. Brennan
aveva finito la sua
leva il mese precedente, ma l’esercito lo aveva «bloccato» per un altro
anno.
25
STORIA
Psicologia del paracadutista
F
ra tutti i nuovi mezzi bellici che
l’odierna tecnica della guerra ha
rivelato - e non son pochi - quello
che maggiormente ha di colpo impressionato le folle è il paracadutismo. Bombardieri a tuffo, aerosiluranti, guastatori,
mezzi d’assalto marittimi e terrestri: hanno rappresentato in questo conflitto una
ulteriore selezione dell’arditismo nei confronti di quello delle passate guerre; costituiscono passi avanti in quella categoria gerarchica degli sprezzatori della vita
al cui vertice estremo sta il suicida. I
Giapponesi, che degli opposti valori della
vita e della morte hanno un concetto etico tutto speciale, hanno raggiunto questo limite spirituale offrendoci lo straordinario spettacolo di «proiettili umani» che
ragionatamente, freddamente, si scagliano imbottiti d’esplosivo su un obbiettivo
e saltano con esso. Ma i Giapponesi, si
sa, sono Giapponesi; con la nostra mentalità, indole, religione ed educazione europea a simili estremi non possiamo di
26
proposito giungere, vi giungeremo magari
in battaglia, nell’eccitazione della lotta;
ma non possiamo generalizzare e sancire
con un regolare reclutamento simili eroismi eccezionali.
Tornando all’argomento dei «nostri» arditi tornando alla numerosa gamma dei
ragazzi di fegato sano che formano le
nostre specialità di assalto, i paracadutisti - dicevo - sono quelli che più hanno
attratto l’appassionato interesse delle
folle. E con ragione: poiché vi sono nell’azione bellica di questa nuova arma alcune caratteristiche che incidono sulla
natura stessa dell’uomo, che si ur tano
ai lati più sensibili dello spirito di conser vazione. Intendo parlare, precisamente, della necessità di superare il nostro radicato, atavico istinto di orrore
per tre sensazioni: il «vuoto», la «fralezza» del corpo umano e la «solitudine».
Sono sensazioni che gli altri Arditi non
provano o provano solo in par te o con
l’ausilio di poderosi, rassicuranti conge-
gni che noi paracadutisti, attaccati agli
esili fili del nostro ombrello, non possiamo recare dal cielo con noi.
Le prime due sensazioni si riferiscono all’attimo del lancio.
È un attimo ma, agli effetti del tormento
nervoso, vale quanto una vita. Tutti voi
avrete compiuto l’esperienza di affacciarvi ad un sesto piano, osservare la strada
sottostante e pensare: «E se ora cadessi
giù...». Sentite istantaneamente il corpo
che si liquefa e vi cola a mo’ di piombo
entro le scarpe. Ebbene: moltiplicate per
cento quella sensazione, aggiungetevi la
complicazione spirituale che invece di
«cadere», bisogna buttarsi, ed avrete un
quadro approssimativo del tormento che
un paracadutista deve superare all’atto
del lancio. Naturalmente egli compie, prima di brevettarsi paracadutista, un lungo
ed adeguato tirocinio preparatorio; ma
questo, agli effetti spirituali, non gli diminuisce di molto la sgradevole sensazione
da superare; gli insegna a superarla, ecco tutto. Si è sicuri ch’egli si lancerà senza alcuna esitazione, ed anzi con una certa spavalderia ciranesca; ma l’interna impressione rimarrà tal quale.
Parlavo di fragilità corporea. È la spiacevole sensazione che si ha precipitando
nel vuoto. Il vostro corpo ha appena lasciato l’apparecchio, con una energica
distensione di tutti i muscoli, che vi sentite travolti da una specie di ciclone (la
scia d’aria del velivolo) che vi porta via
come una festuca.
Se non vi siete lanciati a regola d’arte
(corpo ad arco e braccia in croce) capriolate per di più su di voi stessi come un
burattino disarticolato. E fino a che il
paracadute non s’è aperto, e s’è aperto
bene, vi sentite una povera piccola cosa,
nuda ed inerme, in balia degli elementi e
della legge di gravitazione universale. Vi
garantisco che non è piacevole: provare
per credere.
Aggiungerò subito che queste sensazioni
sono compensate ad usura da quella veramente deliziosa, che si ha subito dopo:
sospesi e dondolanti nell’azzurro, col
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
STORIA
mondo ai vostri piedi e lo spirito leggero
e soddisfatto per aver vinto quel tale
istinto di conservazione che vi rodeva le
budella lassù, sull’apparecchio. Vi sentite una specie di angioletto e vorreste che
la discesa mai non terminasse. La vista
della terra che si avvicina con rapidità
preoccupante e la necessità di prepararsi
a quell’atto di alta acrobazia ch’è l’atterraggio, vi distolgono a malincuore dall’incantamento del momento.
Tutto ciò concerne il lancio, ossia l’atto
che agli occhi della folla ha maggiore interesse spettacolare. Ma il lancio non è
che il prologo, il semplice prologo dell’azione bellica del paracadutista. Il difficile
viene dopo.
Si piomba intatti nel cuore del paese nemico: sconosciuto ed ostile. E non appena riordinatisi, si deve rapidamente orizzontarsi e procedere, con la maggior velocità consentita dalle proprie gambe, sui
vari obbiettivi. Siete soli, in contrade,
ignote in cui ogni cespuglio può celare
un’arma ed ogni riparo un’insidia. Nessuna possibilità di immediato soccorso o rifornimento dal tergo se le cose non vanno bene, dovrete trarvi d’impaccio da soli, sfruttando le vostre
armi al massimo del loro rendimento e dosando bene le cartucce. Se
per disgrazia siete ferito non potete sperare
in cure ed aiuti, che i
vostri compagni non
possono né debbono
attardarsi per voi. Se
cadete nelle mani del
nemico non c’è molto
da contare su trattamento umano perché
con i paracadutisti - chi
sa mai perché - tutti ce
l’hanno, barbari e civili,
e si sfogano su quelli
che acciuffano come
se si trattasse di grassatori.
È questa, insomma, la
solitudine che annoveravo fra le sensazioni
spiacevoli che il para-
cadutista ha da vincere. E chi di voi s’è
mai trovato in guerra, disperso in territorio nemico, sa cosa io intenda significare.
«Insomma è un gran brutto mestiere
quello del paracadutista», dirà qualche
lettore, impressionato da queste mie descrizioni.
Al contrario: è bellissimo; è il più bello
che soldato possa desiderare. Per un uomo di fegato non v’ha infatti destino migliore di quello che vi offra dei bassi istinti da controllare, dei pericoli da sormontare e dei compiti difficili da assolvere. Il
vero coraggio non consiste nel non aver
paura (solo gli incoscienti non la provano)
ma nel dominarla. Il paracadutismo vi dà
molte occasioni d’aver paura; ma vi offre
altrettante possibilità di strapparvela di
dosso, di calpestarla come sensazione
bassamente animale e di gettarla via,
con un calcio, dietro di voi.
Conosco molto, molto intimamente un
certo paracadutista che, ogni volta che
dalla carlinga s’avanza verso quella tale
porticina che dà nel vuoto, sente in fondo
ai precordi una specie di brivido. E gli
vien fatto di dirsi, con un risolino interno
alla Turenne: «Tu tremi dunque, vecchia
carcassa. Ma tremeresti ancor di più se
sapessi ove ti porto...».
Val la pena di fare il paracadutista per potersi dire queste cose.
EQUES (*)
(*) tenente colonnello
Alberto Bechi Luserna
Ricerca storica effettuata da Tino Giambattista Colombo
da “Il Mattino” illustrato Anno XIX, 1° febbraio 1942 - XX
Situazione «Fondo di solidarietà»
È da molti numeri che non si parla del
fondo che è stato istituito e regolamentato nel maggio del 2006 per
poter effettuare eventuali interventi di
sostegno verso soci in stato di necessità.
Grazie a Dio, a tutt'oggi non c'è stata
nessuna richiesta di intervento pervenuta dalle sezioni per il tramite dei consiglieri nazionali.
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
Riportiamo, comunque, la situazione di disponibilità attuale..
• Offerte alla data del 15 novembre 2006
• Offerte successive:
- Angelo Vanullo
- Adele Nappi
- Antonio Decarli
Disponibilità F.S. alla data 30 novembre 2007
3.108,75
100,00
28,00
20,00
148,00
3.256,45
27
ATTIVITÀ DELLE SEZIONI
BREVETTATI A SALERNO
generale Bruno Tosetti comandante della Libano1, il tenente
colonnello Fabio Sandonnini, il tenente colonnello Francesco
Gaeta, del comando NATO di Solbiate, il tenente Alessandro
Marelli, figlio di Enrico Marelli, combattente di El Alamein a cui il
nucleo dedica ogni anno il trofeo di tiro. Un particolare grazie a
Marco Messina e Adolfo Garufi.
Luciano Parini
BELLA CERIMONIA A POZZONOVO
Il giorno 29 luglio, presso la scuola di Pontecagnano, si sono brevettati sei soci della sezione di Salerno. I nuovi paracadutisti, che
per bocca di Domenico Attanasio brigadiere dei CC, si autodefiniscono scherzosamente la «sporca 1/2 dozzina», sono stati preparati da Gaetano Gella. Essi, per nostro tramite, lo ringraziano per
l’impegno e la professionalità dimostrata.
OSPITE D’ECCEZIONE A LEGNANO
Il 18 novembre il nucleo di Legnano ha dato il benvenuto al colonnello Stefano Nigri, comandante del 185° reggimento RAO Paracadutisti «Folgore» la cui bandiera fu decorata di MOVM per i fatti di
El Alamein. L’alto ufficiale è stato accolto da Sergio Luraschi e dal
presidente dell’Assoarma, Antonio Cortese. Dopo la visita alla
sede e al monumento del Guerriero di Legnano, che ricorda la battaglia sostenuta dalla Lega lombarda nel 1176, l’ospite è stato
accompagnato al Poligono di tiro e ivi ricevuto dal vicepresidente
Mario Lombardi. La giornata è poi proseguita con il pranzo, offerto presso la CRI di Legnano dal direttore Roberto Antonini. Dopo
il rituale scambio di doni il colonnello Nigri ha consegnato al
nucleo il nuovo crest del Reggimento. Erano presenti Giancarlo
Bonizzoni, socio fondatore e reggente per trentacinque anni, il
28
Il 17 giugno l’Amministrazione
comunale di Pozzonovo (PD) ha
intitolato una nuova strada agli
«Eroi Div. Folgore», per desiderio
del nucleo locale «Par. Nevio
Bisello», tenuto a battesimo il 7
luglio 1996 dal carismatico
generale Giuseppe Palumbo e
forte di una trentina di soci.
La cerimonia è iniziata con la
disposizione di una corona di
alloro al monumento ai Caduti e
l’alzabandiera. Poi, in via «Eroi
Div. Folgore», la cerimonia inaugurale con le allocuzioni delle
autorità e l’omaggio della
memoria ai «leoni della Folgore»
di El Alamein.
Il parroco ha quindi benedetto la
tanto sospirata via e celebrato la messa.
Pranzo preparato dalla Pro Loco, distribuzione dei gagliardetti raffiguranti l’emblema del Pozzo e ammainabandiera hanno scandito
il resto della giornata.
Un grazie a quanti si sono adoperati per la riuscita di questo nobile progetto, con l’augurio di un arrivederci a presto per «via
Nembo».
Mario Bortoliero
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
ATTIVITÀ DELLE SEZIONI
I PARACADUTISTI E LA PROTEZIONE CIVILE
Il loro sorriso schietto basta a ripagarci di tutto. I migliori auguri
ad Anna Piredda, Valeria Fancellu, Monica Trogu, Michele Perra e
Salvatore Delrio (della sezione di Sassari).
LA SEZIONE DI MONZA
ALLA COMMEMORAZIONE DEL 4 NOVEMBRE
L’esercitazione topografica a tre livelli di difficoltà, denominata
«Ducato 2007», si è chiusa domenica 11 novembre, nell’area collinare denominata «Pastoria», situata alle porte di Salsomaggiore.
Si è trattato di un addestramento organizzato dall’UNUCI di
Parma, rivolto alle organizzazioni che operano nel campo della
prevenzione e della protezione civile, oltre che ai militari in congedo desiderosi di rinfrescare le nozioni per il movimento sul terreno. Molto alto il numero di adesioni, a riprova che l’UNUCI ha centrato l’obiettivo della giornata, interpretando una necessità che gli
ufficiali in congedo hanno fatta propria: divulgare le nozioni di
topografia e orientamento per aumentare la capacità operativa, la
sicurezza e la rapidità del movimento di squadra, sia militare che
civile. Esigenza questa unanimemente riconosciuta.
Sedici i paracadutisti dell’ANPd’I, provenienti da Parma, Piacenza
e Verbania, numerosi anche i carabinieri in congedo dell’ANC cittadina, con diciotto unità.
Tra i «civili» erano presenti una folta squadra di protezione civile gruppo sommozzatori -, un’altra di guardie ecologiche appena
nominate e in addestramento, un nucleo di pronto soccorso d’emergenza (118) e un drappello di operatori di protezione civile
bolognesi (rangers).
ULTIMI BREVETTI A CAGLIARI
Questi giovani sono gli ultimi quattro degli undici che quest’anno
la sezione di Cagliari ha portato al brevetto.
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
Nell’ambito delle celebrazioni per la ricorrenza del 4 novembre,
anniversario della Vittoria e festa delle Forze Armate, si è svolta
al cimitero di Monza l’annuale cerimonia commemorativa istituzionale.
Il corteo, con in testa i labari delle associazioni combattentistiche
e d’Arma, il sindaco, il vicesindaco e in coda una rappresentanza
di cinquanta paracadutisti della sezione di Monza, si è snodato
lungo i viali del cimitero comunale.
Prima, una cerimonia presso il campo dei caduti di tutte le guerre
con La canzone del Piave e Il Silenzio come sottofondo. Poi, la
sosta presso il campo dei caduti per la Liberazione, dove i paracadutisti hanno deposto una corona. Infine, il corteo si è portato
davanti al campo dei caduti della Repubblica Sociale. Per la prima
volta il sindaco di Monza, accompagnato dal Gonfalone della città,
ha ricordato e reso omaggio anche a questi caduti, in onore dei
quali i paracadutisti hanno deposto una corona d’alloro.
Il gesto ha provocato la reazione delle associazioni partigiane,
segno della volontà di mantenere il paese ancora diviso da odi e
rancori ideologici.
La presenza di tutte le altre associazioni d’Arma al campo della
RSI, comunque, ha dimostrato che nella maggior parte dei sodalizi legati al mondo militare si sta facendo strada una nuova
coscienza: quella dell’unità nazionale e della concordia.
Il gruppo dei paracadutisti monzesi si è poi recato presso il monumento ai paracadutisti caduti e lì ha svolto la sua cerimonia, nel
corso della quale, con l’alzabandiera, è stato inaugurato il nuovo
pennone. Un minuto di silenzio, la Preghiera del paracadutista e
l’appello nominale di tutti i paracadutisti monzesi caduti, hanno
scandito i tempi della cerimonia breve, ma sentita. L’evento ha
avuto una vasta eco sulla stampa locale.
Francesco Crippa
29
ATTIVITÀ DELLE SEZIONI
QUINTO CORSO DI PARACADUTISMO A DESIO
nel vicino cimitero, alla brigata bersaglieri «Mameli».
Oltre a Vandalo Mei erano presenti altri due reduci del reggimento «Nembo»: i paracadutisti Angelo Gambari e Edmondo Zaccaria.
Alla celebrazione, oltre a un assessore in rappresentanza del sindaco e al comandante della locale stazione dei Carabinieri ha partecipato il figlio del generale Giulio Morigi, valoroso comandante
prima della «Nembo» e successivamente del Gruppo di combattimento «Folgore».
Anna Maria Martella
BREVETTATI NELLA CITTÁ DEI FIORI
Il 5 maggio la sezione di Desio ha brevettato, presso l’aeroporto
di Reggio Emilia, gli allievi del quinto corso di paracadutismo sotto
controllo militare, intitolato ai caduti della Meloria.
Nella cerimonia tenutasi in sezione mercoledì 16 maggio erano
presenti solo alcuni neobrevettati (quelli assenti giustificati per
motivi di servizio). Nella foto il presidente consegna il meritato
brevetto ai paracadutisti Marco Scuratti e Fiorenzo Landini.
Tutti gli allievi hanno dimostrato serietà, sicurezza e impegno,
come si addice ai membri della nostra associazione. Un grazie al
grande istruttore paracadutista Diego Peluso e all’aiuto istruttore
paracadutista Stefano Bianchi.
Francesco Romano
FAENZA RICORDA LA «NEMBO»
L’11 novembre, a
Castel del Rio (BO), in
una cerimonia organizzata da Gianni Cacciari, presidente della
sezione di Faenza, è
stato ricordato il reggimento
«Nembo»
che, inquadrato nel
gruppo di combattimento
«Folgore»,
diede un altissimo contributo alla guerra di liberazione.
La celebrazione è iniziata davanti al monumento dedicato al reggimento dove, dopo la deposizione di una corona d’alloro, i fatti
d’arme sono stati rievocati, in maniera dettagliata, dal reduce,
maggiore dei paracadutisti Vandalo Mei. Subito dopo, don Ezio
Franzoni, nella piccola chiesa sita in località Valsalva, ha celebrato la santa messa in memoria dei caduti. Dopo il rito religioso è
stata deposta una corona d’alloro anche al monumento dedicato,
30
Grazie all’impegno del bravo Werther Secchi si è concluso il l°
corso di paracadutismo 2007, organizzato dalla sezione di Imperia-Sanremo e intitolato al paracadutista Giancarlo Modena. Alla
cerimonia di consegna dei brevetti erano presenti Ferruccio Modena, fratello di Giancarlo, Nando Ziveri, ex presidente e fondatore
della sezione, Roberto Giordano e tanti altri. Dei cinque brevettati era assente il caporal maggiore Angelo Angerame, trasferito
presso il CAPAR di Pisa. Grande soddisfazione è stata espressa
dal presidente di sezione, il parà Tommaso Russo, che a nome di
tutti i presenti ha augurato ad Angerame una brillante e fortunata
carriera nei ranghi della brigata «Folgore». Ai nuovi brevettati il
benvenuto della sezione.
Tommaso Russo
A MARGINE DELLA FESTA DELLA BRIGATA
La sezione di Lecco ha unito i motivi turistici a quelli ideali. I suoi
soci, infatti, dopo aver partecipato massicciamente all’evento del
27 ottobre, nella serata si sono ritrovati in cinquantasei a Marina
di Pisa, dove hanno cenato, con tanto di torta personalizzata, e
dormito, dopo la giornata dedicata alla festa della Specialità a
Livorno.
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
ATTIVITÀ DELLE SEZIONI
soci della sezione di Livorno che intende usufruire della professionalità dei due istruttori «livornesi» per organizzare corsi di difesa
personale nell’ambito della sezione, per i soci e i loro familiari.
Tutti coloro che siano interessati all’iniziativa possono contattare
la Segreteria della Sezione - tel. 0586 887552 - o inviare una email a: [email protected]
Nella foto, i componenti del gruppo SAR indossano la maglietta
sponsorizzata dalla sezione ANPd’I di Livorno.
Salvatore Iacono
L’occasione è stata utile per consolidare i rapporti di cameratismo esistenti fra i soci e per fare, l’indomani mattina, un giro turistico a Vico Pisano, delizioso paesino medievale. Mancava,
ahimè, l’inossidabile Carletto Murelli, folgorino, ospite a El Alamein dello SMD.
L’iniziativa del presidente Arnaldo Tavola è stata molto apprezzata da tutti i partecipanti.
RICORDIAMOCI DI DIRE GRAZIE!
DEC
IL GRUPPO SPORTIVO «SAR» DELLA SEZIONE DI LIVORNO
CAMPIONE DEL MONDO DI DIFESA PERSONALE
Il gruppo sportivo SAR - Sistema Autodifesa Rapido - affiliato alla
sezione ANPd’I di Livorno ha partecipato al campionato del mondo
open di Arti marziali che si è svolto a Marina di Carrara dal 17 al
21 ottobre.
La squadra, costituita dal capitano par. Alessandro Costagliola
(Livorno), maresciallo par. Sergio Pulimeno (Livorno), Luca Failli
(Grosseto), Riccardo Giovannelli (Grosseto) e Stefania Antonelli
(Grosseto) si è classificata prima su nove squadre di diverse
nazioni, nella categoria «Street Self Defence».
La disciplina si avvale del Sistema di Autodifesa Rapida e nasce
dalla conoscenza tecnica di diverse arti marziali che i paracadutisti Costagliola e Pulimeno praticano da diversi anni con la qualifica di istruttori.
Complimenti vivissimi ai campioni del mondo da parte di tutti i
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
Quanti di noi nell’ultimo periodo hanno «saltato» a Reggio Emilia?
Presi da tensione ed euforia dei lanci di brevetto ci dimentichiamo
troppo spesso di chi permette a noi di goderci questa fantastica
esperienza e alla disciplina di essere tale. Un grazie sentito è
doveroso e va ai ripiegatori che ogni fine settimana ci consentono
il lancio. Coadiuvati dal direttore della Scuola ANPd’I Pino Andreola, Roberto Vendetta e Fabio Russo, questi sono i loro nomi, sgobbano dietro i tavoli per darci sicurezza e toglierci dalla mente
almeno quella parte di apprensione dovuta al materiale. Già perché se siete istruttori e ripiegatori almeno una volta vi sarà capitato di piegare un paracadute emisferico e sicuramente vi ricordate il sudore versato sopra spicchiature e funicelle. La sezione di
Perugia, in occasione dei lanci di brevetto del suo 62° corso, si
sente di dire da queste pagine grazie a Roberto e Fabio per la loro
simpatia e professionalità. Con la promessa di offrire loro una
birra… a fine attività, si intende. Grazie!
4 NOVEMBRE A PIACENZA
Nella ricorrenza che anni or sono era riferita all’esito vittorioso
della 1ª guerra mondiale e ora, solo alle Forze armate, la sezione
di Piacenza ha partecipato alla commemorazione organizzata dal
prefettura e dalla municipalità con una rappresentanza di paracadutisti.
Luogo della manifestazione è stato Piazza Cavalli nel centro della
città. Erano presenti i rappresentanti di tutte le associazioni d’ar-
31
ATTIVITÀ DELLE SEZIONI
Fra il 10 e il 17 novembre si è concluso il 103° corso di paracadutismo organizzato dalla sezione ANPd’I di Padova. Grazie alla
guida tecnica di. Alessandro Di Prisco e all’assistenza in campo
del competente personale dell’aeroporto di Montagnana, hanno
conseguito il brevetto altri dodici paracadutisti.
Paolo Marcon
ma e patriottiche. Numerose le personalità civili e militari, fra le
prime, il sindaco Roberto Reggi e il presidente della provincia
Gianluca Boiardi.
Per l’associazione, come detto, il labaro accompagnato dal presidente Luigi Sirocchi e da un consistente gruppo di paracadutisti.
DEC
CORSO DI PARACADUTISMO A PADOVA
REGGIO CALABRIA RICORDA
IL SUO CADUTO ALLA MELORIA
Il 9 novembre una rappresentanza di paracadutisti appar tenenti
alla sezione ANPd’I di Reggio
Calabria ha commemorato il
paracadutista reggino caporalmaggiore Giuseppe Iannì, caduto trentasei anni or sono nelle
acque della Meloria, con altri
quarantacinque commilitoni.
Circa quattro anni dopo la scomparsa, la sorella di Giuseppe
Iannì, Caterina, ancora in lutto,
avendo nel frattempo compiuto
diciotto anni, si iscriveva, con il
consenso e sostegno di tutti i
suoi familiari, alla nostra Associazione, con il preciso intento di
assaporare le stesse emozioni
già vissute, nella grande famiglia
dei paracadutisti, dal compianto
fratello. Gli appar tenenti alla
sezione, commossi, l’accompagnarono in massa al battesimo
dell’aria avvenuto il 22 febbraio 1976, con il primo lancio da
aeromobile C-119, su Cecina, con decollo effettuato da Pisa.
Giuseppe Iannì, col suo sacrificio, e la sorella Caterina, con
la sua grande forza interiore, rappresentano concretamente
per tutti noi un esempio da seguire.
Del resto, la Preghiera dei paracadutisti recita: «Candida
come la seta del paracadute sia sempre la nostra fede e
indomito il coraggio... la nostra vita è Tua o Signore!... Se è
scritto che cadiamo, sia! Ma da ogni goccia del nostro sangue sorgano gagliardi figli e fratelli innumeri, orgogliosi del
nostro passato e sempre degni del nostro immancabile
avvenire».
Alfonso Mazzucca
ASCOLI HA RICORDATO SILVANO SABATINI
Il giorno 9 Novembre, la sezione paracadutisti «San Marco» di
Ascoli Piceno, alla presenza dei familiari, ha ricordato il paracadutista Silvano Sabatini, deceduto nel tragico incidente avvenuto il 9 novembre 1971 nelle acque della Meloria, di fronte a
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NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
ATTIVITÀ DELLE SEZIONI
Livorno. Dopo il suono del silenzio, la lettura della Preghiera del
Paracadutista e l’allocuzione del presidente di Sezione, paracadutista Salvatore Antonio Organtini, una rappresentanza di
paracadutisti della sezione ha deposto una corona commemorativa, nel cimitero di Cerreto (Venarotta).
La sciagura della Meloria fu la più grande, per numero di vittime, che abbia colpito il paracadutismo italiano del dopoguerra.
Dal 1971, ogni anno la brigata paracadutisti «Folgore» commemora con una cerimonia militare quella tragica giornata e la
stessa commemorazione viene fatta dalla sezione di Ascoli. Lo
scopo è quello di trasmettere alle nuove generazioni gli ideali e
il valore del sacrificio compiuto da chi le ha precedute ritenendo doveroso tenere sempre acceso il ricordo di chi spese la
propria vita nell’assolvimento del dovere. La toccante cerimonia si è chiusa con il grido dei Paracadutisti: «FOLGORE!»
Salvatore Antonio Organtini
RIUSCITA MANIFESTAZIONE ESPOSITIVA
Dal 6 al 14 ottobre presso il centro commerciale «Lu Battente»
si è tenuta una mostra di paracadutismo organizzata dalla
sezione paracadutisti «San Marco» di Ascoli Piceno. Grazie alla
supervisione e all’impegno instancabile del presidente Salvatore Antonio Organtini e alla collaborazione attiva di alcuni paracadutisti della sezione è stato possibile organizzare nove giornate di presentazione e divulgazione.
Oltre a diffondere materiale pubblicitario della sezione «San
Marco», della Brigata Paracadutisti «Folgore» e dell’«Aviosuperfice del Fermano», si sono proiettati filmati relativi a lanci con
paracadute a calotta emisferica di interesse militare e lanci in
caduta libera con paracadute a profilo alare e si sono esposti
brevetti e fregi di ogni tempo, nonché due manichini: uno vestito con tuta da lancio, imbracato con paracadute principale
MC1/1C e ausiliario MIRPS, l’altro con tuta da lancio, paracadute a profilo alare, caschetto, guanti, altimetro per simulare il
lancio con la tecnica della caduta libera. Centoventi foto di lanci
e di materiali e mezzi della brigata paracadutisti «Folgore» completavano la mostra.
L’interesse suscitato è stato notevole. Centinaia di persone
sono rimaste incollate agli schermi e dopo i filmati aver guarda-
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
to i filmati ci hanno tempestati di domande. Siamo stati contattati dai militari del vicino 235° Reggimento Piceno per organizzare dei corsi. L’esposizione ha attirato l’interesse di quotidiani locali e radio libere.
Ci auguriamo che questa iniziativa abbia avvicinato molte persone al paracadutismo militare e civile. Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della mostra, in particolare il generale Giovanni Giostra, il vicecomandante della brigata
paracadutisti «Folgore» Renato Perrotti, il comandante del
CAPAR, colonnello Luigi Lupini, per i materiali pubblicitari che ci
hanno gentilmente fornito e per la disponibilità dimostrataci, il
comandante del 235° Reggimento Piceno, colonnello Andrea
Bartolucci, che ci ha onorato della sua presenza, il vicesindaco
di Ascoli Piceno, Andrea Antonini, per la visita e l’interessamento, Claudio Campanelli, direttore del centro commerciale «Lu
Battente», i dirigenti e gli istruttori di paracadutismo dell’«Aviosuperfice del Fermano», in particolare Ilario De Marchi e Antonio Guzzo, i vari presidenti di sezione delle Marche, Renzo Di
Bert della sezione di Ancona, Franco Tesei della sezione di San
Ginesio, Franco Crescentini della sezione di Matelica, Daniele
Vallasciani della sezione di Ascoli Piceno (Fermo) e del presidente della quinta Zona Aldo Ginaldi della sezione di Pescara.
Si ringraziano Liborio Priori, per aver reso possibile la mostra
nel centro commerciale, il presidente Salvatore Antonio Organtini, Ezio Pallotta, Carlo Mariani, Eugenio Fiorentini, Giuseppina
Tumbarello, Valentina Bolletta, Cristian Liberati, Tiziano Amatucci, per l’attiva collaborazione nella preparazione, nell’allestimento e nel presidio della mostra.
ANPd’I - sezione “San Marco” - Ascoli Piceno
MONUMENTO AL PARACADUTISTA
Domenica 23 settembre a Cusignana di Giavera del Montello
(TV) si è tenuta la festa per il decennale della costituzione del
«Nucleo Montello», appartenente alla sezione provinciale ANPd’I di Treviso. La cerimonia, iniziata alle dieci con l’alzabandiera e la messa celebrata da don Dionisio, ha avuto il suo
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ATTIVITÀ DELLE SEZIONI
momento più emozionante con
lo scoprimento da parte della
signora Tecla, vedova del folgorino Daniele Ferrari, del monumento al Paracadutista. L’opera voluta dal fiduciario del
Nucleo, Romeo Viezzer, è stata
scolpita in pietra tunisina dallo
nello Stefano Nigri, ha ricordato la figura del maggiore Nicola
Ciardelli, al quale è stata intitolata la sezione, caduto a Nassirya il 27 aprile 2006.
Grande assente, trattenuto purtroppo a Livorno dai nuovi obblighi di vicecomandante della «Folgore», il colonnello Renato Perrotti, che con Migliavacca ha proposto di intitolare la nuova
sezione a Nicola Ciardelli.
scultore Mariano Casagrande.
Tra le autorità presenti i sindaci del comprensorio Montello, per
Montebelluna Laura Puppato, per Volpago Roberto Toffoletto, e
il sindaco di Giavera del Montello Fausto Gottardo. Era ospite
anche il generale Italico Cauteruccio che nel 1997 aveva tenuto a battesimo il «Nucleo Montello». Toccante e significativo l’intervento telefonico del generale della brigata «Folgore», Maurizio Fioravanti. Lino Tinazzi, presidente della sezione di Treviso
e consigliere del Triveneto, ha consegnato a Viezzer una targa
per la sua operosità. Alla manifestazione hanno partecipato
ventisette labari del Triveneto e moltissime altre associazioni
militari e combattentistiche.
Luca Migliavacca
CONSEGNA DEL LABARO
ALLA SEZIONE DELLA VALCAVALLINA
MIRANO RICORDA DUE SUOI CONCITTADINI
CADUTI ALLA MELORIA
Dal 4 novembre scorso giornata delle Forze
armate e dell’Unità d’Italia - a Mirano, vicino
Venezia, agli occhi dei
passanti per Calle Ghirardi si presenta una targa
marmorea, apposta in
memoria di due paracadutisti miranesi, il caporalmaggiore paracadutista Sandro Licori e il caporale paracadutista Carlo Frasson, scomparsi l’8 novembre 1971, insieme a
quarantaquattro commilitoni della brigata «Folgore» e sei aviatori inglesi, tutti sul C130 «Hercules» inglese inabissatosi nelle
acque della Meloria. Alla commovente cerimonia dello scoprimento della targa erano presenti il sindaco di Mirano Pardin,
autorità e semplici cittadini. Oltre a quelle dell’ANPd’I, numerose le rappresentanze combattentistiche e d’arma con labari e
bandiere. Emozionati l’anziano padre di Sandro Licori e la sorella di Carlo Frasson, Bruna, alle cui iniziative si deve l’evento. I
familiari hanno rivolto un particolare ringraziamento alla sezione ANPd’I di Venezia per l’aiuto ricevuto nell’organizzazione
della cerimonia, che ha trovato ampia risonanza sulla stampa
locale.
DEC
Il 18 novembre, in occasione della prima cena sociale della
neonata sezione della Valcavallina (BG), il presidente nazionale, Paolo Mearini, e il consigliere nazionale della Lombardia,
Luca Migliavacca, hanno consegnato al presidente, Giacomo
Zamblera, il labaro di sezione.
Presenti alla cerimonia il sindaco di Casazza, Giacomo Del
Bello, il presidente della comunità montana, Mario Barboni, il
consigliere regionale Daniele Belotti, il presidente provinciale
ASSOARMA, generale Giorgio Taviani, il maggior generale Mario
Righele, il comandante del 3° reggimento AVES, colonnello
Spera, e Rolando Giampaolo.
Presente anche una rappresentanza del 185° reggimento: il
sottufficiale di Corpo, aiutante Marco Messina, e il sergente
Pennasilico, che per anni hanno lavorato a fianco di Nicola Ciardelli. Difficile per loro, ma anche per tanti altri, trattenere la
commozione. Il comandante del 185° reggimento RAO, colon-
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IL 4 NOVEMBRE A TRADATE
Il 4 novembre, presso il Sacrario
del Paracadutista al cimitero di
Tradate, si è celebrata la cerimonia a suffragio dei caduti di tutte
le guerre e dei paracadutisti.
Erano presenti il sindaco Candiani, il capo nucleo paracadutista Millefanti, i paracadutisti
delle sezioni di Saronno, Milano, Varese e altri.
Nelle foto il paracadutista, reduce di El Alamein, Della Canonica
e, con il labaro, i reduci paracadutisti del battaglione Azzurro.
Enzo Crenna
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
BREVI E LIETE
SEZIONE DI VERBANIA: GRAZIE AI PARA’ DELLA X ZONA
I paracadutisti di Verbania vogliono attraverso le pagine di Folgore, far pervenire agli amici della decima zona un grazie per le
indimenticabili giornate trascorse in loro compagnia.
Le circostanze che ci hanno fatto incontrare sono state le celebrazioni dell’anniversario della battaglia dello Zillastro sull’Aspromonte. La commovente cerimonia, organizzata in ogni dettaglio in maniera egregia, e soprattutto il calore e il cameratismo che ci hanno riservato, merita un grazie, unitamente alla
promessa che è una certezza: ritorneremo, e speriamo con le
rappresentanze di tante altre sezioni.
Grazie Pino, grazie Piero e grazie a tutti Voi amici del decimo
gruppo per quello che sapete fare, ma soprattutto per i valori
che sapete trasmettere.
Del Ponte Mino
FIOCCO ROSA A PISTOIA
Il 5 novembre la Caserma
«Marini» del 183° reggimento «Nembo» si è arricchita di
una nuova, bellissima «folgorina». All’ospedale civile di
Pisa è nata Paola, figlia del
sottufficiale Giuseppe De
Pinto e nipote del giornalista
Nunzio.
Come gli altri folgorini», neanche Paola ama perdere tempo e
perciò ha deciso di venire alla luce con un mese di anticipo,
curiosa di vedere il blu del cielo e l’amaranto della Folgore, i
colori del suo papà dal 1998. Ai fortunati genitori, Giuseppe e
Valeria, e alla neonata Paola vadano i più fervidi e sinceri voti
augurali da parte di tutta la famiglia amaranto.
DEC
FIOCCO AZZURRO IN CASA PAGLIA
Grande felicità in casa del
paracadutista
capitano
MOVM Gianfranco Paglia:
dopo Vittoria, splendida
bambina nata cinque anni
fa, il 7 novembre scorso, alle
nove e trenta, ha visto la
luce Antonio, la seconda «vittoria» di Gianfranco e della
sua incantevole moglie Giovanna.
Il lieto evento ci fa sentire un
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
po’ i loro zii, visto l’affetto e la stima che ci legano a lui e alla
sua famiglia
Una famiglia felice, quella di Gianfranco, grazie alla quale egli
è tornato alla vita militare con passione, grinta e determinazione.
Da queste pagine lanciamo un affettuoso saluto a Giovanna,
Vittoria, Antonio e Gianfranco con l’augurio di tanta serenità e
il compiacimento perché, come ci ha scritto Gianfranco, «la tradizione continua».
PREMIO A FIORAVANTI
Domenica 11 novembre il comandante della brigata paracadutisti «Folgore», generale Maurizio Fioravanti, è stato insignito
del «Premio per la Pace» nel corso della XXV Giornata della
Pace che si è svolta a Pistoia.
Il riconoscimento premia l’attività dei paracadutisti nelle missioni di peace-keeping di questi anni e in particolare nella
«Leonte 2» in Libano.
Premi analoghi sono stati conferiti anche al cardinale Claudio
Hummes, al professor Alexander Stal’nov, all’Associazione
Assistenza Spastici, all’Associazione «Agata Smeralda», alla
dottoressa Zang Xiaoming, alla fondazione «don Lorenzo Milani» e a Maria Grasso Raciti, vedova del poliziotto ucciso allo
stadio di Catania.
La manifestazione è stata preceduta, nella serata di sabato, da
un concerto tenuto nella cattedrale di San Zeno.
MEDAGLIA D’ORO AL TENENTE GIACOMO MASSAROTTO
Il tenente dei
Lagunari Giacomo
Massarotto, socio
della sezione di
Padova, è stato
insignito
della
medaglia d’oro al
Valore dell’Esercito per essersi
distinto nell’ambito dell’operazione «Antica Babilonia» in Iraq.
Il tenente Massarotto, comandante della terza compagnia,
aveva ricevuto il compito di acquisire il ponte Charlie nella città
di An Nasuruyah. Nel corso di un pattugliamento forze ostili
avevano attaccato lui e i suoi uomini. In tale circostanza «con
mirabile reattività e tempestività - si legge nella motivazione
dell’encomio - provvedeva inizialmente ad annullare ogni capacità di minaccia del nemico, attestandosi successivamente
nella sponda del fiume Eufrate». Proprio in quei momenti la rappresaglia si fece più dura, con colpi di mortaio e mitragliatrice
sparati sul tenente Massarotto e i suoi uomini. Ma quando
ormai la forza nemica stava per prendere il sopravvento, inci-
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BREVI E LIETE
tando i suoi uomini a non mollare, egli si lanciò al contrattacco
ingaggiando gli avversari con micidiali raffiche della sua arma
di bordo, respingendo l’offensiva nemica e assicurando il ponte
Charlie al pieno controllo.
«Ammirevole figura di comandante - concludono presidenza
della Repubblica e ministero della Difesa - che con coraggio ed
esemplare comportamento contribuisce in maniera determinante a conferire prestigio alla propria unità e all’Esercito italiano».
Grande spirito di cameratismo mentre, tra un brindisi e l’altro,
affioravano aneddoti e ricordi della giovinezza, quando aggiungere un lancio al libretto di volo rappresentava ogni volta una
conquista, che ripagava di disagi e privazioni.
Lino Boscaro
OTTANT’ANNI DI ENTUSIASMO
Quota ottant’anni, una vita in gran parte spesa al servizio del
paracadutismo: Umberto Simonini, tra i fondatori della sezione
ANPd’I di Reggio Emilia, quando parlare di paracadutismo era
come parlare alla luna, via via con una costante opera di proselitismo ha portato la nostra sezione nel novero delle più attive nel panorama nazionale.
Sabato 13 ottobre tutti i soci di Reggio Emilia si sono idealmente stretti intorno al loro presidente per consegnargli una meritatissima targa ricordo.
CHI È STATO IL PIÙ GIOVANE
PARACADUTISTA D’ITALIA?
La domanda: chi è stato il più giovane paracadutista d’Italia e forse del mondo (lanci in tandem esclusi)?
Forse Saverio Papisca, nato a Reggio Calabria il 1° settembre 1946, che nel novembre 1961 si lanciò sull’aeroporto di Catania Fontanarossa da un C 119 con un paracadute militare CMP 55, secondo alla porta dopo il padre
Simonini, sempre, è stato di esempio e di sprone con l’entusiasmo, la competenza e, soprattutto, con la grande umanità.
Auguri e ancora cent’anni da presidente!
I paracadutisti di Reggio Emilia
Eugenio, allora presidente della sezione ANPd’I di Reggio
Calabria e che l’anno successivo, prima del compimento
dei sedici anni, con un doppio lancio, avrebbe conseguito
il brevetto rilasciato dal ministero della Difesa?
A farsela è proprio Saverio Papisca, che sta scrivendo un
libro sul paracadutismo e i suoi pionieri e sollecita segnalazioni riguardanti giovanissimi paracadutisti. Aiutiamolo!
Preghiamo i lettori di fornire eventuali informazioni in loro
possesso per rispondere al quesito che ci è stato posto.
RICERCA COMMILITONI
Fabio Antonio Meneghello,
mascotte della sezione di
Caorle, cerca i commilitoni
del suo «vicepapà» e con
solerzia ci invia la foto di Gino
Meneghello classe 66 (II contingente Pisa e Livorno) unitamente alla sua in perfetta
tenuta da «mascotte». Bravo
Fabio, continua cosÏ e vedrai
che se perseveri arriverà
anche il paracadute.
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NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
LA POSTA
Il contenuto dell'editoriale del Presidente nazionale, pubblicato nel numero precedente, ha creato alcune
perplessità in due reduci (per la precisione, nel folgorino Raul Di Gennaro e in Pasquale Fazio, storico e combattente della Nembo). I nostri due
veterani, come usa fra paracadutisti,
hanno scritto direttamente a Mearini.
La risposta del Presidente è stata immediata ed esauriente. Su sua richiesta, pubblichiamo la lettera di Di Gennaro e la risposta data da Mearini.
Lettera e risposta che è sostanzialmente analoga a quella che riguarda
Fazio.
C
aro Presidente, «Folgore» di
settembre porta il Tuo solito
«editoriale». Il contenuto, nella prima
parte, mi ha sorpreso per le affermazioni che fai sulla battaglia di El-Alamein. Sono certo che porterà amarezza e discredito ai Folgorini di allora, incertezze e dubbi ai Folgorini di
oggi.
La storia e l'importanza di questa
battaglia sono a me ben note per
averci partecipato e per aver avuto
conoscenza, a mezzo stampa e dalla
lettura di libri storici militari, della rilevanza e del suo peso strategico.
Le considerazioni da Te esposte, ritengo forse, frutto della Tua esperienza di comando in unità operative
o dalla lettura di libri storici scritti negli ultimi anni, dei trascorsi 65, qualcuno pennellato di colore politico.
Nel Tuo scritto reciti :
• «dalla parte avversaria non c'era
un vero bisogno di combattere per
vincere»;
• «che si combatté da entrambi le
parti per ragioni politiche»;
• «una vittoria inutile e una sconfitta
inutile».
Affermazioni che si scontrano con la
realtà storica.
Dopo la caduta di Tobruk, infatti,
Roosevelt e Churchill (incontro noto
a tutti ) impressionati e preoccupati
dall'evento corsero ai ripari. Troppo
importante, strategicamente, avere il
LETTERE
controllo di Alessandria e del Canale
di Suez - grande via di comunicazione
e immensa base logistica - .Questi
disposero immediato invio di rinforzi
in tanta quantità e portata da rendere certa la vittoria. Il successo della
battaglia dava così il dominio totale
del Mediterraneo. Si apriva l'inizio
della sequenza alla strategia generale programmata - sbarchi, controffensive, occupazioni etc. - .
Il Tuo articolo mi ha fatto rivisitare
il passato nel ricordo indelebile, perché sofferto. Dalla memoria del passato c'è la contrarietà alle tue asserzioni.
La battaglia di El-Alamein fu una vittoria voluta, combattuta e dolorosa, determinante, per gli Alleati, perché
aprì la porta verso quella finale.
Caro Presidente, potrai anche non
prendere fede a quanto da me scritto
ma, consultando gli archivi storici degli Stati Maggiori, potrai accertare
l'importanza della vittoria della 8° Armata e convincerti di aver avuto, in
buona fede, preso dalla tua vena letteraria, un errato significato della
battaglia.
Se così fosse, gentiluomo quale Sei,
riprendi l'argomento e chiarisci.
Raul Di Gennaro
“Ragazzo della Folgore”
C
aro Raul, avrai capito che sono
un paracadutista e non uno
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007
storico, perciò non ho alcuna difficoltà a riconoscere l'importanza della
battaglia di El Alamein, come autorevolmente risulta dagli archivi storici
degli stati maggiori. Se mi sono avvalso del paradosso retorico e provocatorio della “battaglia inutile” non è
stato certo per voglia di protagonismo revisionista. In realtà mi ha
mosso il tormento di un pensiero fisso. Che ne sarà di El Alamein quando
si saranno spente le testimonianze
dei Ragazzi della Folgore e quelle dei
loro figli, nipoti e pronipoti? Oggi quasi nessuno si emoziona per la battaglia di Solferino e San Martino e per
gli eroi del Risorgimento d'Italia. Come evitare ad El Alamein un destino
analogo? Come evitare il passaggio
dalla calda memoria alla fredda storia, insensibile alle passioni dei protagonisti? La risposta sta nel sempre
maggior radicamento del mito e della
leggenda dei Ragazzi della Folgore.
Mito e leggenda brillano di luce propria ed eterna. Sono indipendenti
dalle circostanze che li hanno generati e che vengono prima o poi inghiottite dalla storia. Proprio come è
successo per i Trecento delle Termopili. Ecco perché il tema celebrativo è
stato affrontato in modo diverso. I
Paracadutisti d'Italia sono fulgidi Eroi
non perché si sono trovati a combattere in una battaglia importante ma
perché, in una situazione oggettivamente disperata, onorarono grandemente l'Italia. Il tempo può scorrere
inesorabile, la storia può dire e fare
quello che vuole di El Alamein ma il
valore e la gloria dei Ragazzi della
Folgore non possono essere offuscati. Caro Raul, tale è il senso dell'editoriale. A quelli che sono rimasti dispiaciuti della mancata ortodossia offro le mie scuse. La loro sensibilità è
stata urtata del tutto involontariamente.
Con ammirazione e rispetto immutati, un forte abbraccio
Paolo Mearini
Presidente nazionale
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RECENSIONI
Liberate
Mussolini
di Greg Annussek
I
n questo suo nuovo libro, appassionante come un thriller, Greg Annussek
ci offre una rigorosa ricostruzione di
una delle operazioni più temerarie e controverse dell’ultimo conflitto mondiale: la liberazione di Mussolini, prigioniero sul Gran
Sasso, nel settembre 1943, a opera di un
corpo d’élite di incursori tedeschi a bordo
di alianti.
Quella che fu chiamata «Operazione Quercia» assomiglia a una partita a scacchi,
incerta fino all’ultima mossa, in cui la
posta è la figura ormai quasi grottesca di
un dittatore al tramonto, scomparso senza
lasciare traccia dopo l’improvviso collasso
del regime. Sullo sfondo, l’agghiacciante
agonia del Terzo Reich hitleriano, che nel
rimettere in gioco Mussolini cerca un ultimo sussulto di vitalità prima della catastrofe finale.
Il piano audacissimo, affidato alle acrobazie di alcuni piloti della Luftwaffe e alla fulminea azione di un commando di paracadutisti, andò incredibilmente a buon fine nonostante la feroce ostilità che opponeva lo
spavaldo capitano Skorzeny, che considerava la guerra un palcoscenico su cui esibirsi, e il freddo e metodico generale Student,
che fu forse il vero artefice dell’impresa,
oscurato dalla popolarità che il rivale riuscì
a conquistarsi.
Preludio emblematico di tragici eventi successivi (la nascita della Repubblica di Salò
e l’occupazione nazista del nostro paese),
l’Operazione Quercia conserva tuttora molti
aspetti misteriosi e continua ad affascinare i ricercatori come un enigma irrisolto.
GREG ANNUSSEK è autore di numerosi
libri di storia, tradotti in molte lingue. Vive a
New York.
ULTIMO LANCIO
GIOVANNI ZILIOLI
passione per il paracadutismo. A lui va la riconoscenza di chi ne
ha raccolto l’eredità e ne ricorderà sempre il prezioso apporto.
Il 10 marzo è scomparso il paracadutista Giovanni Zilioli, classe
1924, di Idro (Brescia). Paracadutista semplice, era stato volontario e fondatore del 1° Battaglione Paracadutisti GNR (RSI), scioltosi il 26 aprile 1945.
Nel 2005 era stato eletto all’unanimità presidente onorario della
nuova sezione ANPd’I Lago d’Idro «Giambattista Badini», che
aveva concorso a fondare.
Giovanni Zilioli si è encomiabilmente speso al servizio della sua
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Antonio Porta
GUIDO CESTER
Il 2007 è stato un anno infausto per la Sezione Basso Piave.
Anche Guido Cester, ha spiccato l’ultimo lancio, lasciando un
vuoto incolmabile nella sua famiglia e nella nostra sezione.
Paracadutista ordinario, Guido classe 1937 e tessera ANPd’I n.
12, fu tra i soci fondatori della sezione Basso Piave nel 1987.
La sezione esprime la vicinanza e affetto alla famiglia di Guido
tenendo vivo il ricordo dell’amico scomparso.
Danilo Baradel
NOVEMBRE/DICEMBRE 2007