La figlia del mercante - Fondazione Don Gnocchi

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La figlia del mercante - Fondazione Don Gnocchi
La figlia del mercante
M
olti anni fa, ai tempi in cui un debitore
insolvente poteva essere gettato in prigione, un mercante di Londra si trovò,
per sua sfortuna, ad avere un grosso debito con un
usuraio. L’usuraio, che era vecchio brutto, s’invaghì della bella e giovanissima figlia del mercante e
propose un affare. Disse che avrebbe condonato il
debito se avesse avuto in cambio la ragazza.
Il mercante e sua figlia rimasero inorriditi della
proposta. Perciò l’astuto usuraio propose di
lasciar decidere alla Provvidenza. Disse che
avrebbe messo in una borsa vuota due sassolini,
uno bianco e uno nero, e che poi la ragazza avrebbe dovuto estrarne uno. Se fosse uscito il sassolino nero, sarebbe diventata sua moglie e il debito
di suo padre sarebbe stato condonato. Se la ragazza invece avesse estratto quello bianco, sarebbe
rimasta con suo padre e anche in tal caso il debito
sarebbe stato rimesso. Se invece si fosse rifiutata
di procedere all’estrazione, suo padre sarebbe
stato gettato in prigione e lei sarebbe morta di
stenti.
Il mercante, benché con riluttanza, finì con l’acconsentire. Il quel momento si trovavano in un
vialetto di ghiaia del giardino del mercante, e
l’usuraio si chinò a raccogliere due sassolini.
Mentre egli li sceglieva, gli occhi della ragazza,
resi ancor più acuti dal terrore, notarono che egli
prendeva e metteva nella borsa due sassolini neri.
Poi l’usuraio invitò la ragazza a estrarre il sassolino che doveva decidere la sua sorte e quella di suo
padre.
Immaginate ora di trovarci nei panni della sfortunata ragazza o nelle vesti di un ipotetico consigliere.
Che fareste?
• rifiutereste di estrarre il sassolino?
• mostrereste che la borsa contiene due sassolini
neri per poi smascherare l’usuraio imbroglione?
• estrarreste uno dei sassolini neri sacrificandovi
per salvare vostro padre dalla prigione?
Ad un’analisi logica della situazione non c’è via
d’uscita, non c’è scampo per quella povera ragazza.
Questo è spesso il tipo di approccio razionale che
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noi adottiamo quando analizziamo problemi difficili o quando dobbiamo esercitare una responsabilità.
L’aneddoto vuole dimostrarci invece che ci può
essere e si può cercare un punto di vista diverso,
alternativo. Per stare alla storiella, chi è abituato a
seguire l’approccio razionale si preoccupa del
fatto che la ragazza debba estrarre un sassolino,
chi invece pensa in modo alternativo, si preoccupa del sassolino bianco che manca. I primi affrontano la situazione dal punto di vista razionale e
quindi procedono alla sua risoluzione con circospetta logicità, i secondi preferiscono esaminare
tutti i possibili punti di partenza invece di accettare il più invitante e di impostare su di esso la
loro indagine.
Come si è comportata dunque la ragazza?
La ragazza introdusse la mano nella borsa ed
estrasse un sassolino, ma senza neppur guardarlo
se lo lasciò sfuggire di mano facendolo cadere
sugli altri sassolini del vialetto, fra i quali si confuse:
“Oh, che sbadata! Esclamò. “Ma non vi preoccupate: se guardate nella borsa potrete immediatamente dedurre, dal colore del sassolino rimasto, il
colore dell’altro”.
La sfida per la formazione manageriale della
Fondazione è quindi quella di accompagnare i
manager e responsabili ad affrontare le difficoltà
emergenti con un approccio creativo e non convenzionale alle soluzioni, verificando con disciplina metodologica l’effettiva consistenza e
immutabilità dei vincoli percepiti, al fine di trasformarli in risorse.
A utilizzare il pensiero laterale in modo “generativo” di idee e soluzioni.
“Non è perché le cose sono difficili che non
osiamo farle,
ma è perché non osiamo farle che ci sembrano
difficili.”
Seneca