senna vent`a nni dopo
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senna vent`a nni dopo
n. 269 28 aprile 2014 SENNA VENT’A NNI DOPO Il primo maggio del 1994 A yrton moriva a Imola il giorno dopo la tragedia di Ratzenberger. Ma la sua leggenda e la sua lezione ancora oggi sono più vive che mai SENZA FINE Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 L’editoriale FRA DI NOI Stefano Semeraro Direttore responsabile: Massimo Costa ([email protected]) Redazione: Stefano Semeraro Marco Minghetti Collaborano: Carlo Baffi Antonio Caruccio Marco Cortesi Alfredo Filippone Dario Lucchese Claudio Pilia Guido Rancati Dario Sala Silvano Taormina Filippo Zanier Tecnica: Paolo D’Alessio Produzione: Marco Marelli © Tutti gli articoli e le immagini contenuti nel Magazine Italiaracing sono da intendersi a riproduzione riservata ai sensi dell'Art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369 Fotografie: Photo4 Actualfoto Photo Pellegrini MorAle Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 [email protected] 2 Dice un vecchio adagio del rugby che i grandi campioni non muoiono mai, al massimo passano la palla. Si adatta a tanti fuoriclasse, di tanti sport, ma non a uno come Ayrton Senna, perché Senna - e in questi giorni zuppi ricordi e ricorrenze lo si capisce ancora meglio - non si è neanche mai allontanato da noi. Vent’anni fa è uscito al Tamburello, nel pomeriggio di un weekend da cani, ma non ci ha mai lasciati soli. In F.1 lo senti, lo respiri, lo ascolti passare a fianco, quasi puoi toccarlo. E’ dentro tutti gli occhi, infilato in ogni ricordo, inevitabile in ogni paragone, semplicemente perché Senna, in fondo, non è paragonabile a nessuno. Al di là del talento, dei numeri, delle cifre che possono essere limate, avvicinate, migliorate, del numero di GP vinti o di pole fatte, resta l’uomo, la personalità, lo spessore di un anima che non si può cancellare, che il passare degli anni anzi contribuisce ad accrescere. E’ un mito che cresce, quello di Ayrton, ma non un mito distante, non un mito che impallidisce. In tanti siamo andati a vedere la sua tomba a Morumbi, a meditare su quella lastra persa nell’erba, e subito abbiamo capito che il posto di Senna, in realtà, non è in nessun luogo e ovunque. Ovunque ci sia talento, e la determinazione feroce di farlo fruttare; ovunque ci sia passione per lo sport, e coscienza che lo sport, in molti casi, può, deve andare oltre i propri confini. Ovunque ci sia umanità infinita, il senso di una responsabilità e di una missione. Senna è lì, ormai punto di riferimento per chiunque, anche per quelli che gli erano avversari, a volte nemici; anche per quelli che gli tifavano contro. Senna non lo chiudi in una statistica, in una cornice, nei fotogrammi di un documentario, neppure di quello bellissimo che gli è stato dedicato qualche anno fa. Non puoi batterlo, e non solo perché oggi (apparentemente) non corre più, ma perché oggi - lo sa Vettel, lo sa Alonso, lo sanno tutti - Senna continuerebbe a vincere. Perché era fatto di una stoffa speciale, perché ha segnato un’epoca, una delle più belle e tragiche della storia della F.1, ma soprattutto perché è diventato una categoria del nostro ragionare, un’unità di misura della nostra umanità. Ricordare le sue vittorie è una carezza per la memoria. Ricordare quello che ha detto, che ha pensato aiuta sempre a capire un po’ meglio la realtà, la nuda ferocia e insieme il mistero insondabile delle corse, dell’agonismo, del confronto fra uomini. Ayrton non è il più grande perché morendo si è spostato fuori dalla pista, sottraendosi al confronto, sprofondando nella leggenda. Ma perché è rimasto al nostro fianco, ci ascolta e dialoga con noi ogni volta che parliamo di vita e di sport, ogni volta che qualcuno sfida la sua memoria, al di là di quel primo maggio, oltre quella maledetta, ultima curva. Il graffio di Baffi IL RICORDO AYRTON SENNA 4 IN CERCA DI AYRTON Franco Panariti, ex direttore di Rombo, ha dedicato a Senna un libro appena uscito in edicola. Una cronaca incalzante, costruita sui ricordi degli anni passati da inviato sui circuiti di tutto il mondo, fianco a fianco con Senna e gli altri protagonisti di un’epoca indimenticabile. Ma anche su documenti nuovi, con la voglia di raccontare una storia e insieme di condurre un’inchiesta attorno ad un personaggio e una tragedia che hanno cambiato il mondo delle corse, con il tono serrato dell’indagine, quasi del giallo. Ve ne proponiamo due capitoli, uno dedicato a quel maledetto 1 maggio a Imola, e il secondo che riporta una intervista esclusiva a Frank Williams Fotoservizio Photo 4 5 IL RICORDO AYRTON SENNA L’ULTIMA CURVA DEL MAGICO Eccolo, il Magico, lì davanti, che se ne va in scioltezza, dopo che gli ultimi detriti della Lotus di Lamy e della Benetton di Lehto sono stati raccolti alla meno peggio e il pacecar finalmente si è fatto di lato. Vai Magico che questa volta Schumacher, il panzer tedesco, dovrà dannarsi l'anima per prenderti su questo circuito, sul circuito di Imola che sicuramente presenta ogni volta il maggior numero di tuoi tifosi. Altro che Brasile! Qui alla Tosa, alla Rivazza, ci sono centinaia di migliaia d'innamorati della Ferrari, è vero, ma allo stesso tempo, gli stessi riconoscono in te il migliore di tutti. Poi lo schianto al Tamburello. Oh Dio, non qui, nella tua seconda casa, non qui dove l'affetto ti sommerge. Sono le 14,17. Rimaniamo tutti di sasso in sala stampa. Ayrton è immobile tra i pezzi della Williams Renault FW16. Poi muove la testa. Ah bene! Il Magico è solo intontito dalla gran botta, ma di grandi botte ne abbiamo viste tante nella carriera di Ayrton e ne è sempre uscito fuori come se nulla fosse. Giungono i medici, cala l'elicottero sulla pista. Lo estraggono e gli lavorano attorno. Corriamo giù nel paddock verso la direzione gara. Ci accodiamo al fratello di Senna, Leonardo, e a Betise, l'addetta stampa del brasiliano. Leonardo è pallido, sconvolto, 6 vicino alla crisi nervosa. Betise è più pratica, anche lei di un pallore che spaventa, ma si vede che cerca di dirigere Leonardo. Arriva Bernie Ecclestone. Tutti noi, qualche giornalista italiano e quasi tutti quelli brasiliani, vogliamo saperne di più. Bernie entra in Direzione gara, sapremo poi che è stato lui in persona a estrarre la bandiera rossa per interrompere la gara, che in ogni caso sarà ripresa una volta che l'elicottero si alzerà in volo. Riesce dalla Direzione gara il Presidente della FOCA e si dirige verso il suo motorhome accompagnato da Leonardo e Betise. Alle domande che gli vengono rivolte, Bernie reagisce nervosamente e maleducatamente. Due vecchi cronisti, un italiano e un brasiliano, si ritengono offesi e insultano pesantemente Ecclestone. In lontananza si sente il rumore dell'elicottero che lascia la pista, da un televisore acceso nei box, la visione della chiazza di sangue di Senna lasciata sul prato ci sconvolge. Nessuno di noi ormai è lucido. Le reazioni delle redazioni sono isteriche. Qualcuno ci riprende ricordandoci che il nostro mestiere è quello di riportare ciò che succede, anche se non ci piace. Chi non è in autodromo già comincia a cercare tutto quello che interessa della carriera di Ayrton. Dobbiamo organizzarci, la gara che è ormai ripresa interessa pochi. Berger si è già ritirato. Qualcuno di noi andrà all'ospedale Maggiore di Bologna, dove Ayrton è stato trasportato e dove la Dottoressa Maria Teresa Fiandri lo sta aspettando e che rimarrà con lui sino alla fine. È finita così, sulla pista dove contava forse il maggior numero di tifosi: Ayrton Senna ha perso la vita durante il GP di San Marino su quella Williams tanto inseguita negli ultimi due anni e finalmente raggiunta. Quasi fosse un appuntamento col destino. C’è rimasta solo la bicicletta sotto il tendone della Williams. Il meccanico del team ha provveduto a sbarazzarsi di tutte le cose che di solito si portano a una gara e non servono più. Ma quella bicicletta grigia, col marchio Senna, non l'ha voluta proprio toccare: era l'ultima cosa rimasta in pista del pilota brasiliano. Qualcuno è passato davanti al motorhome della Williams, si è guardato attorno e poi è scappato via con gli occhi rossi di pianto. Pochi hanno retto davanti a quella bicicletta appoggiata a un tavolo e con un cartello rosso attaccato: «Da fotografare con Ayrton in pista». Una foto che ormai non servirà più: Ayrton Senna è morto. L'impatto contro il muro della curva del Tamburello gli è stato fatale. Da Piquet nell'87, a “ Io non sono stato un amico di Ayrton Senna. Non lo sono stato, come non lo sono mai stati il 99,99 per cento di quelli che si sono professati tali, dopo la sua morte FRANCO PANARITI Patrese e Alboreto nel '92, per non dimenticare Berger nell'89, e tanti altri sconosciuti di formule minori: su quel muro si sono schiantate monoposto di campioni e comprimari. Tutti, però, erano tornati ai box a raccontare la loro grande paura. Non Senna: la violenta decelerazione ha provocato la frattura della base cranica e per il pilota brasiliano è giunta la fine. La Williams era transitata al comando del sesto giro di gara, inseguita dalla Benetton di Schumacher quando, all'uscita del Tamburello (un curvone che si affronta in sesta marcia a 280 km/h), Senna ha scartato di colpo verso destra, è entrato nella sabbia e senza nemmeno rallentare ha colpito il muro con la parte anteriore destra, ha caracollato e si è fermato a bordo pista col pilota inanimato a bordo. In dieci secondi sono arrivati gli uomini della CEA, il servizio antiincendio, ma si sono subito fermati a debita distanza dalla Williams: Senna perdeva sangue e la tuta era vistosamente macchiata. In pochi secondi è giunta l'auto col medico di servizio che ha provveduto a stabilizzare il collo del pilota brasiliano, praticando anche una tracheotomia per intubarlo e consentirgli la respirazione, ma si è subito capito che l'incidente era serio. Troppo serio. Si è visto chiaramente, dalle immagini della camera car di Schumacher che, nell'attimo precedente l'uscita della Williams, dal fondo di questa si sono sprigionate delle scintille dalla parte sinistra: il che farebbe presumere a un cedimento della sospensione posteriore: «Nei due giri precedenti ho visto che la macchina di Senna era molto nervosa sugli avvallamenti» ha detto Schumacher dopo la gara, «Ayrton faceva fatica a tenerla, ma non sembrava fosse un'anomalia così grave da provocare un’uscita di pista tanto drammatica». La seconda ipotesi è che abbia ceduto uno pneumatico quando Senna è transitato sui rottami della Benetton di Lehto, fermo fin dal via: «Abbiamo analizzato la ruota posteriore della Williams» ha detto Barry Griffin, portavoce della Goodyear, «in effetti c'era un taglio sul battistrada, ma una lesione di quell'ampiezza provoca un afflosciamento immediato della gomma che il pilota avverte subito perché le sospensioni meccaniche non compensano la perdita d'aria come avveniva invece con le attive. Se la gomma cede, il fondo della macchina striscia subito per terra. Senna era un pilota troppo esperto per non capire che qualcosa non andava sulla sua macchina e se aveva una gomma forata non avrebbe certo affrontato il Tamburello in pieno, com’è accaduto. Il taglio sulla gomma è avvenuto dopo l'im- ” patto della Williams contro il muro, non prima». La Goodyear ha anche smentito qualsiasi responsabilità degli pneumatici: «A Imola abbiamo portato le solite gomme che hanno funzionato bene anche l'anno scorso: stessa costruzione e mescole adeguate», ha concluso Griffin. Ma è stato il boss della Goodyear Leo Mehel a far capire che le F.1 attuali con queste gomme strette sono al limite: «Hanno voluto per regolamento le gomme più strette e noi le abbiamo fatte, adesso il problema non è il nostro...». Le sospensioni posteriori della Williams sono state realizzate in carbonio, con un’inedita forma aerodinamica. Fin dai primi test avevano denunciato dei cedimenti, ma dopo le ultime prove pre-campionato in Francia, al Paul Ricard, sembrava tutto risolto. Sabato sera, però, sotto il motorhome della Williams, dopo aver salutato Frank Williams e Patrick Head, Senna è tornato sui suoi passi, ha preso da parte Head e si è avvicinato a Frank Williams ridiscutendo l'assetto per la gara. Quello provato nelle prove libere di sabato non lo convinceva: c'era qualcosa che nella Williams non andava a dovere e un pignolo come Ayrton non poteva lasciare le cose in sospeso. Di cosa realmente avevano parlato i tre? 7 IL RICORDO AYRTON SENNA WILLIAMS, LACRIME PER UN CAMPIONE Da quel maledetto Primo Maggio, Frank Williams tace. Tace sull'incidente, tace su Ayrton. Una scelta la sua che continua a ottemperare per rispetto della magistratura italiana e delle indagini che al momento sta svolgendo: «Solo allora, solo dopo che avrà dato il suo parere, potrò dire qualcosa. Ho la massima fiducia nell'operato del Dott. Passarini e delle commissioni di lavoro, degli esperti che lui ha nominato». Un silenzio che da mesi rispetta e che solo in un momento, durante le polemiche della cancellazione del Gran Premio d'Italia, ha vacillato, quando Frank ha risposto così alle supposizioni che lo volevano contento dell'annullamento della gara di Monza: «È meschino affermare una cosa del genere! Io sono il primo a difendere Monza. La Williams vuole correre a Monza. Noi dobbiamo molto a quella gara. Tutta la F.1 deve molto a quella gara, ma soprattutto io, per tutta la mia storia di costruttore devo molto a Monza e agli sponsor italiani. Le continue sortite di alcuni giornali (qualche settimana fa furono due quotidiani francesi a rilanciare la notizia del piantone rotto) non cambiano una virgola delle cose ora esaminate dagli inquirenti italiani. Posso solo dire che se mai risulterà che l'incidente fu causato da un guasto meccanico, allora ne soffrirò ancor più, come ne soffrirà di più ogni componente della Williams». Un lapidario e accorato Frank Williams, per questo ci sorprende quando, al nostro ennesimo tentativo, lui aderisce alla richiesta di parlare di Ayrton Senna. «Lo seguivo da tempo. Lo avevo fatto seguire anche da miei osservatori, così dopo il Gran Premio d'Inghilterra del 1983, lo chiamai per fargli provare la mia monoposto di F.1 a Donington. Fu una prova incredibile! È arrivato. Il tempo di aggiustare alcune cose, e via per 23 giri. Non ci volevamo credere! Lui viaggiava mediamente più veloce di un secondo del miglior tempo del nostro collaudatore, Jonathan Palmer. Si capì subito, che lui era speciale! Avevo visto giusto, quel brasiliano era un campione!» E come mai allora te lo facesti scappare? «Avevamo già un contratto con Lafitte e Rosberg come piloti del campionato di F.1 e a quei tempi la Williams non era cosi grande e affermata da avere una squadra prove completa e separata, oltre a quella che operava solo nelle gare... Fu uno sbaglio, forse il 8 più grande sbaglio che ho fatto da quando sono in F.1...». Da quella prova a Donington le carriere della Williams e di Senna sono salite vertiginosamente e su strade diverse. Ma avete mantenuto un colloquio, vi sentivate spesso anche se eravate su due fronti differenti? «Eravamo spesso in contatto e non solo per parlare di contratti. Ci sentivamo almeno una volta a settimana, due-tre volte al mese. Parlavamo un po’ di tutto, principalmente di F.1 e di macchine. Ma vuoi sapere di cosa parlavamo di più? Di aeroplani!». Certo Ayrton era appassionato di aeromodelli, non sapevo che lo fossi stato anche tu… «Ma che modelli! Parlavamo di aerei, di quelli attuali...». Quando è stata la prima volta che hai parlato con lui di un contratto per portarlo in Williams? «Nel '90, nel '91 e nel '92. Siamo stati vicinissimi ogni volta». Come mai non raggiungesti l'accordo? «Nel '90 ci furono piccole condizioni che fecero fallire le trattative. Nel '91 onestamente mi rimaneva difficile lasciare a piedi Nigel Mansell; nel ’92, invece, avevo già il contratto '93 di esclusiva con Alain Prost... doveva andare così». E siamo al '93 quando a metà anno tu cominciasti a parlare con Senna per il '94... «Era luglio-agosto. Io sono fiero di dire che lui ha voluto e ha spinto molto per correre per il mio team già nel '93, e quando non è stato possibile, nel '94. Ho spinto molto anch’io. Ci siamo sentiti spessissimo per telefono, prima e dopo aver raggiunto un accordo». È vero che lui, dopo aver vinto le ultime due gare per la McLaren a Suzuka e ad Adelaide, rimase molto male del rifiuto di Dennis affinché lui, prima della fine del ‘93, potesse provare la tua macchina? «Noi eravamo pronti subito dopo l'ultima gara. Noi e lui volevamo che incominciasse il prima possibile a conoscere la sua nuova monoposto. È vero, hai ragione, Ron Dennis non acconsentì. Ma queste cose succedono». Dopo quella presentazione ufficiale all'Estoril, Ayrton ha dovuto attendere molto tempo prima di provare. Qual era il suo stato d'animo a riguardo? «Praticamente ci sentivamo 3 volte a settimana. Capiva le nostre difficoltà, ma lui non vedeva l'ora di conoscere la nuova macchina». Solo allora, solo dopo la presentazione della FW16 a Silverstone avete potuto conoscere Ayrton mentre lavorava. Siete rimasti sorpresi dai suoi metodi, e i tuoi ragazzi come l’hanno accolto? «Un grande professionista, completamente dedicato al suo lavoro. Spingeva, spingeva. Voleva discutere e dire la sua su tutto ciò che riguardava la macchina. La FW16 a quel punto non era una gran macchina... E lui aveva già diverse idee. Ne parlava con Patrick Head, con Newey, con il suo ingegnere Brown, non era mai stanco, non si fermava mai. Nigel (Mansell) era come lui, mai soddisfatto, solo che Nigel era anche aggressivo a riguardo. Ayrton era differente, aveva un approccio determinato ma anche signorile. Era molto bravo, sapeva quello che vole- va e come ottenerlo. Patrick Head mi diceva in aprile: “Questa è veramente una persona in gamba. Posso lavorare bene con lui”». Stava cominciando a funzionare il rapporto con lui, brasiliano, con voi a Didcot? «Ti dico una cosa, senza giri di parole. Credo che sia successo anche quando lui andò alla McLaren. È bastata qualche settimana e aveva tutta la squadra dalla sua parte. Erano tutti per lui, anche se a volte poteva essere molto critico. Se una cosa non lo convinceva, non puoi immaginare la sua insistenza per cambiare. Quante volte ci prendeva da una parte a me e a Patrick e sino a quando non eravamo più che convinti di quello che chiedeva, lui era lì a parlare e a mostrarci la validità delle sue idee. Ci crediate o no, noi questo lo apprezzavamo tutti moltissimo». E come si comportava nella parte commerciale del suo lavoro, con gli sponsor, con quegli appuntamenti che non erano né pista né macchina? «Io sono rimasto sorpreso a suo tempo, perché sapevamo che gli avremmo chiesto moltissimo. Mi ricordo che assieme studiammo il contratto per ciò che riguardava queste cose. Decidemmo assieme le sue disponibilità in giornate, ore, tutto dettagliatamente, anche i minuti, durante il fine settimana della gara. Professionalmente era una spanna più avanti degli altri». Cos'altro puoi dirci Frank? «Nulla che tutti non conoscano già. Era un gran campione, sarà amato sempre da tutti, nessuno potrà mai dimenticarlo. Io prima di qualsiasi altro...». Eccolo Frank Williams, lui, un duro, che questa volta si commuove. Non sa, nel momento in cui rilascia questa intervista esclusiva, che cosa lo aspetterà, cosa il giudice deciderà a breve. È sereno, sa di aver fatto tutto il possibile perché sia fatta luce sull’incidente di Imola. Non sembra un uomo che viva da mesi con il peso di aver nascosto qualcosa. Sembra sereno. Sembra… I capitoli che pubblichiamo qui per gentile concessione dell'editore e dell'autore sono tratti da: Franco Panariti “Senna, cronaca di una tragedia” Absolutely Free Editore, Aprile 2014 9 IL RICORDO AYRTON SENNA Il primo podio in carriera con la Toleman a Monaco nel 1984 10 Una delle tante battaglie in pista: con Mansell a Barcellona nel 1991 Sul podio del GP di Monaco nel 1991 Titoli Mondiali vinti 3 GP disputati 161 Vittorie 41 Pole Position 65 L’ultima vittoria a Melbourne nel 1993 11 IL RICORDO AYRTON SENNA 12 «Senza Senna non avremmo mai avuto l’Euro NCAP. Migliaia di persone che vanno in giro sane e contente sarebbero morte se non fosse stato fatto quello che è stato fatto. E tutto questo ha avuto inizio con l’incidente di Ayrton». Max Mosley «Icone come lui non muoiono, ma vivono per sempre» Mario Andretti «La Formula 1 oggi è sicura, ma non abbastanza, troppo può ancora succedere» Sebastian Vettel «Quando ero piccolo leggevo e guardavo tutto su di lui, era a lui che pensavo prima di ogni gara». Lewis Hamilton «Era amato ad un livello incredibile, in Brasile contava più del Presidente» Mauro Forghieri «Ayron era molto intelligente, e molto duro dentro, sapeva tirare fuori il meglio da tutti. Sarebbe diventato un politico, e probabilmente il Presidente del Brasile» Frank Williams «Sul mio primo kart c’erano i suoi colori, perché anche mio padre lo amava. E da giovane sui muri non avevo poster di ragazze, ma solo di Senna» Fernando Alonso «Il problema, quando mi chiedono di ricordare una cosa bella di Ayrton, è che che non ho nessun brutto ricordo di lui. I più vivi forse riguardano le sue idee, che erano sempre molto decise: e quasi sempre giuste» Bernie Ecclestone 13 IL RICORDO ROLAND RATZENBERGER Stefano Semeraro E’ l’uomo che tutti dimenticano, il pilota che non era un campione. Roland Ratzenberger, nato il 4 di luglio del 1960, morto il 30 di aprile di venti anni fa, il giorno dopo l’incidente di Barrichello, quello prima della tragedia di Senna, nel weekend più nero della F.1. Ratzengerger era nato a Salisburgo, le corse le aveva avvicinate da ventenne, prima in Formula Ford, poi in Formula 3, e in quegli anni era diventato anche una piccola star della tv austriaca, con il soprannome di Roland Rat face qualche fortunata apparizione in trasmissioni per ragazzini. Poi c’erano state la Formula 3 in Inghilterra, il WTCC e il BTCC, il successo al Formula Ford festi- val a Brands Hatch, un quinto posto a Le Mans con una Toyota della Sard Racing. Alla soglia dei 30 anni sembrava destinato a finire la carriera più che onorevolmente nelle gare sport o turismo, ma alla F.1 non aveva rinunciato, anzi, tanto che ai team che lo contattavano raccontava di avere sempre un paio d’anni di meno. Nel ’93 aveva corso con i prototipi in Giappone, ai giornalisti amici chiedeva sempre di parlare dei suoi successi anche in Europa. Poi venne la chiamata della Simtek. Non una gran macchina, e infatti nella prima gara della stagione Roland non si qualificò neppure. Nella seconda, ad Aida, partì ultimo, dietro il compagno David Brabham, ma finì undicesimo in gara sfruttando la sua conoscenza del tracciato. Imola avrebbe potuto essere Il pilota austriaco morì il 30 aprile, in qualifica a Imola, e la sua tragedia fu subito oscurata da quella di Senna. Era una persona aperta, cordiale, e un pilota di talento che alla F.1 si era avvicinato tardi. Se il Circus oggi è un luogo più sicuro lo deve anche a lui RATZENBERGER L’UOMO DEL GIO 14 l’inizio di qualcosa, fu la fine di tutto. Il giorno prima c’era stato il botto di Barrichello, naso fratturato e perdita di conoscenza, in qualifica toccò a lui. Stava cercando il tempo, e così non vuole rientrare ai box neppure quando la sua ala anteriore si danneggiò. In rettilineo l’ala si staccò definitivamente, si incastrò sotto la vettura e Ratzenberger perdette il controllo, finendo per schiantarsi a 314,9 km/h (sì, la velocità fu misurata esattamente) alla Villeneuve. Lo show andò avanti, con un posto vuoto sulla griglia e un’atmosfera plumbea già calata su Imola. Senna, Schumacher, Berger e gli altri, sotto shock, decisero di protestare, di cambiare il senso e la natura dell’associazione piloti, ma il destino incombeva, più tragico che mai. Senna morì il giorno dopo, ufficialmente all’Ospedale Maggiore di Bologna, proprio come Roland, e fece entrare nell’ombra la sua morte. David Brabham, il compagno di Roland, si ritirò al 27esimo giro. Ratzenberg fu il primo a morire in pista dopo Elio De Angelis nell’86, il penultimo dopo Ayrton. e se oggi le piste sono più sicure, molto più sicure - anche se sicure non lo saranno mai del tutto - in fondo lo si deve a lui. In quell’anno tremendo rischiarono la pelle in pista anche Wendlinger a Monaco, Lamy in un test a Silverstone, e Andrea Montermini, il sostituto di Ratzenberger alla Simtek, si fratturò un piede a Barcellona. Poi la F.1 uscì dalla bufera, e la sicurezza man mano diventò una priorità, una missione. La Simtek corse con la bandiera austriaca sul cockpit in suo onore per tutta la stagione ed Eddie Irvine, che sostituì Roland a Le Mans quell’anno con la Toyota, finì secondo, con il nome Ratzenberg stampato insieme al suo. Lentamente in questi venti anni la sua storia si è sbiadita, i più giovani nemmeno sanno chi era, per gli altri Roland è semplicemente “quello che morì prima di Senna”. Del suo carattere aperto, cordiale, simpatico, della sua voglia di correre, driver gentiluomo in un’epoca non ancora consumata dal business, è rimasto poco. Forse perché, come ha scritto qualcuno, Ratzenberger era più una persona che un pilota, di lui oggi non si ricordano in molti. Ed è per questo che bisogna continuare a scrivere di lui. ORNO PRIMA 15 16 17 FORMULA 1 NICO ROSBERG Nico Rosberg è un predestinato: a 4 anni già guidava, a 3 aveva già bevuto per la prima volta lo champagne, a 10 decise che avrebbe fatto il pilota. E a spiegarglielo, oltre alle imprese di papà, fu il rombo di un motore all’uscita del tunnel di Monte-Carlo… «QUANDO SENNA MI SVEGLIÒ» 18 19 FORMULA 1 NICO ROSBERG Chi è stato il tuo primo eroe? «Eroe è una parola grossa, però tifavo per Mika Hakkinen» Qual è il primo GP che ti ricordi di aver visto? «Nel 1989, il GP di Monaco, e guardavo Ayrton Senna. Dormivo in una barca nel porto e la mattina mi svegliò il rumore dei motori, quando Senna uscì dal tunnel. Mi colpì parecchio». Quanti anni avevi quando hai deciso che volevi diventare un pilota di F.1? «Avevo circa dieci anni, ero andato a vedere mio padre che correva la sua ultima gara nel Dtm. L’ultimo giro lo feci sul tetto della macchina di mio padre, nel motodromo. Fu la prima volta che pensai che diventare un pilota non sarebbe stato male». Di che colore era il tuo primo casco? «Lo stesso di mio padre: blu, bianco e giallo». Quando hai vinto il tuo primo trofeo e come era fatto? «A dieci anni, in una gara nel sud della Francia in un campionato regionale. Ma mi 20 spiace, non ho idea di come fosse fatto». Qual è stata la prima macchina che hai guidato? «Una Ford Laredo del 1979 quando avevo 4 anni e vivevo a Ibiza. L’ho guidata da solo!». La prima casa in cui sei vissuto? «A Ibiza». Quanto eri nervoso il tuo primo giorno di scuola? «Parecchio. C’erano tutti questi bambini e io non conoscevo nessuno» esserti guadagnato un sedile in F.1? «Me lo disse Frank Williams nel box di Monza. Ovviamente ero molto su di giri e telefonai subito alla mia famiglia». Il primo disco che hai comprato? «La colonna sonora del Re Leone». Il primo sport che hai praticato da bambino? «Il tennis. Ho iniziato a quattro anni a Ibiza». Il primo bacio romantico? «A 12 anni: romantico e innocente». Qual è stato il primo piatto che hai cucinato? «Una pastasciutta con le uova fritte quando andavo ancora a scuola». Quando ti hanno chiesto per la prima volta di firmare un autografo? «Avevo 12 anni ed ero a Helsinki a una gara del Dtm. Il fan mi disse: ‘non si sa mai…’». La prima cosa che hai fatto stamattina? «Ho spento la sveglia perché mi ero già alzato. La seconda cosa più importante è stato pesarmi, visto che i chili contano tantissimo quest’anno in F.1». E quando hai bevuto per la prima volta lo Champagne? «In barca, nel giorno del mio terzo compleanno». La prima cosa che hai fatto dopo Meglio il cioccolato o la frutta? «Preferisco il cioccolato, ma di questi tempi devo mangiare la frutta…» 21 FORMULA 1 LA POLEMICA HAMILTON: «SEBASTIAN, FUOR 22 Dopo anni di batoste, il driver della Mercedes sfida a muso duro il suo rivale tedesco: è questo il momento di far vedere se in Red Bull la prima guida è ancora lui o Ricciardo gli ha scippato la leadership Stefano Semeraro Lo ha sempre detto, non lo ha mai nascosto, ci ha sempre sperato. «Vorrei sfidare Vettel a parità di macchina, per vedere chi è davvero il più forte». E ora che Lewis Hamilton ha una macchina finalmente all’altezza di quella di Sebastian vette, il ragazzino che per quattro anni gli ha fatto mangiare la polvere - anzi, una macchina superiore -, inizia a prendersi qualche rivincita. E non solo in pista. «E’ quattro volte campione del mondo - ha detto Hamilton alla Bild am Sonntag riferendosi al momento di difficoltà nei confronti di Daniel Ricciardo che il tedesco sta passando dall’inizio di stagione - quindi credo che Sebastian debba mostrare di cosa è fatta la sua leadership all’interno del suo team. E’ quando si arriva allo scontro che devi dimostrare di che pasta sei fatto». Il sottotetto non è neanche velato, non diciamo nascosto: fino a quando avevi a fianco un compagno come Webber e sotto il sedile un’astronave invincibile era facile recitare da primattore. Ora si tratta di tirare fuori gli attributi. Per Hamilton fra l’altro la RB10 non è affatto un progetto sbagliato, una macchina inferiore a quelle progettate in passato da Adrian Newey. «A parte la power unit, è una macchina forte, quindi non credo che l’attuale difficoltà distacco da noi resisterà a lungo». Per il momento fra le Mercedes (e la loro strepitosa power unit) e il resto della concorrenza il divario è apparso incolmabile, ma Ricciardo ha dimostrato che il podio può tornare ad essere un domicilio ben conosciuto dalle Red Bull. Fra l’altro anche Hamilton, che ha vinto le ultime tre gare di fila, deve confrontarsi con un compagno di squadra tutt’altro che rinunciatario, ovvero il leader del Mondiale Nico Rosberg. «Sappiamo entrambi quello che facciamo -ha spiegato con sobria ironia Lewis - Nico è bello aggressivo, ma non scriteriatamente aggressivo, diciamo aggressivo il giusto. Il vero problema è che è più veloce che mai». Avrà voluto dire che teme la sua velocità, o che anche così veloce non riesce a disturbarlo più di tanto? Tempo di rivincite, per Lewis Hamilton. RI IL CARATTERE» 23 MOTO GP GARA A RIO HONDO MARQUEZ 24 Non sbaglia un colpo Marc Marquez. Dopo i successi di Losail e Austin, "El Cabroncito" si impone anche sul nuovo tracciato di Rio Hondo. Poco da fare per Pedrosa e Lorenzo, entrambi a podio ma distanti, mentre Valentino Rossi si è dovuto accontentare del quarto posto Z METTE LA TERZA 25 MOTO GP GARA A RIO HONDO Silvano Taormina Un record lo ha già conquistato lo scorso anno, nella stagione del suo debutto. Ovvero diventare il più giovane campione del mondo di sempre nella classe Regina strappando tale primato a Freddie Spencer. Quest'anno, magari, si sarà messo in testa di batterne un altro. Primeggiare in ogni singola qualifica e gara. L'impresa fino a questo momento sta riuscendo molto bene a Marc Marquez, sempre più calato nelle vesti di mattatore della MotoGP. Tre le pole, tre le vittorie nei primi tre appuntamenti stagionali. E pensare che per una caduta mentre si allenava su una moto da cross, con conseguente frattura del perone, aveva saltato due delle tre sessioni di test prestagionali. Quella conquistata ieri a Rio Hondo è solo l'ultima delle sue perle. Nessuno come lui ha saputo interpretare magistralmente l'impegnativo tracciato argentino, a conferma della sua capacità di adattarsi rapidamente alle piste mai viste in precedenza. I primi sentori del suo dominio si erano avuti in qualifica. Due giri lanciati in Q2, primi due crono nella lista dei tempi, sette decimi rifilati a Jorge Lorenzo e quasi un secondo al compagno di squadra Dani Pedrosa. Il tutto con una facilità disarmante. PEDROSA E LORENZO COSTRETTI AD INSEGUIRE Proprio Lorenzo e Pedrosa al momento appaiono gli unici, con le dovute proporzioni, in grado di impensierire Marquez. Il portacolori della Yamaha ha provato a fare la voce grossa nella prima parte di gara, puntando sulla combinazione medium all'anteriore e hard al posteriore. Scattato alla perfezione dalla seconda piazzola in griglia, Lorenzo ha tenuto le redini della corsa fino al sedicesimo passaggio. Poi il ritorno di Marquez che, dopo averlo seguito a debita distanza, ha rotto gli indugi forte della doppia mescola dura. Gli son bastati pochi passaggi per costruire un gap di sicurezza, dando una sonora mazzata psicologica al suo avversario. Nel finale Lorenzo, oramai in crisi di gomme, ha subito anche il ritorno dell'altra RC213V di Dani Pedrosa. Quest'ultimo si è svegliato un po' tardi ma tuttavia ha meritato la piazza d'onore. Il suo ritmo negli ultimi passaggi gli ha permesso di segnare il giro più veloce e privare Marquez di un sonante hattrick. Ad ogni modo, per Lorenzo, il podio è un toccasana dopo i misfatti di Losail e Austin. 26 QUARTO POSTO CON RISERVA PER ROSSI Giù dal podio, il vuoto. O quasi. Valentino Rossi ha chiuso a poco più di un secondo dal compagno di squadra, girando con dei tempi simili nelle tornate finali. Nelle concitate fasi iniziali ha perso del tempo prezioso nella lotta con Stefan Bradl (LCR) e Andrea Iannone (Pramac), a loro volta quinto e sesto sul traguardo. Addirittura un lungo nel corso del quinto giro lo ha costretto a recuperare il terreno perso. Senza questo inconveniente magari poteva impensierire Lorenzo. Ma si sa, le corse non si fanno con i "se" e con i "ma" e pertanto il quarto posto del "Dottore" dietro ai tre spagnoli rispecchia i valori in campo attuali. Una prestazione gagliarda l'ha fornita Bradley Smith, settimo con la Yamaha del Tech 3 davanti al compagno Pol Espargaro. Andrea Dovizioso (Ducati) ha chiuso nono dopo aver conquistato il quinto tempo in qualifica. Un passo indietro dopo il podio di Austin. In top-ten Hiroshi Aoyama (Aspar) che nel finale ha fatto a spallate con il team-mate Nicky Hayden. Qualche rimpianto per il competitivo Aleix Espargaro (Forward), quindicesimo, costretto alla rimonta dopo una caduta nel corso del primo giro. Soltanto diciassettesimo Michele Pirro, al debutto sulla Ducati ufficiale al posto dell'infortunato Crutchlow, mentre Danilo Petrucci (Ioda) è finito a terra dopo poche curve. L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 27 APRILE 2014 1 - Marc Marquez (Honda) - Honda Team - 25 giri in 41'39''821 2 - Dani Pedrosa (Honda) - Honda Team - 1''837 3 - Jorge Lorenzo (Yamaha) - Yamaha Factory - 3''201 4 - Valentino Rossi (Yamaha) - Yamaha Factory - 4''898 5 - Stefan Bradl (Honda) - LCR - 15''029 6 - Andrea Iannone (Ducati) - Pramac - 19''447 7 - Bradley Smith (Yamaha) - Tech 3 - 24''192 8 - Pol Espargaro (Yamaha) - Tech 3 - 29''118 9 - Andrea Dovizioso (Ducati) - Ducati Team - 33''673 10 - Hiroshi Aoyama (Honda) - Aspar - 43''279 11 - Nicky Hayden (Honda) - Aspar - 43''352 12 - Yonni Hernandez (Ducati) - Pramac - 44''819 13 - Karel Abraham (Honda) - AB - 45''178 14 - Scott Redding (Honda) - Gresini - 48''656 15 - Aleix Espargaro (Yamaha) - Forward - 52''25 16 - Hector Barbera (Avintia) - Avintia - 53''505 17 - Michele Pirro (Ducati) - Ducati Team - 53''669 18 - Micheal Laverty (PBM) - Bird - 56''570 19 - Mike Di Meglio (Avintia) - Avintia - 1'03''140 20 - Colin Edwards (Yamaha) - Forward - 1'05''760 21 - Broc Parkes (PBM) - Bird - 1'16''722 Giro veloce: Dani Pedrosa 1'39''233 Ritirati 1° giro - Alvaro Bautista 1° giro - Danilo Petrucci Il campionato 1. Marquez 75; 2. Pedrosa 56; 3. Rossi 41; 4. Dovizioso 34; 5. Iannone 25; 6. Bradl 24; 7. Lorenzo 22; 8. A. Espargaro 21; 9. Smith 20; 10. P. Espargaro e Hayden 18; 12. Aoyama 15; 13. Redding e Hernandez 11; 15. Crutchlow 10; 16. Abraham 8; 17. Edwards 7; 18. Petrucci 2; 19. Barbera e Parkes 1. Altra grande prestazione di Andrea Iannone, sesto al traguardo 27 IL PERSONAGGIO MARC MARQUEZ 28 PER SFIDARE MARQUEZ SERVIREBBE STONER Come Usain Bolt nell’atletica, e Rossi prima di lui nelle due ruote, Marc l’alieno ha stravolto il Mondiale, impostando un nuovo stile di guida che nessuno oggi riesce a imitare. Il suo strapotere rischia di bruciare una generazione, e il Dottore ormai è a fine carriera, ma se dall’Australia ritornasse un certo Casey... 29 IL PERSONAGGIO MARC MARQUEZ Luigi Ansaloni Mi ricordo, sì. Io mi ricordo. I piloti della Moto Gp vagando nei box sconsolati e pensierosi ripetono l’uno agli altri questa frase. Si ricordano bene, infatti, cos’era questo sport prima dell’avvento degli alieni, anzi dell’alieno numero 93. Lo sport delle due ruote, per quanto grande sia, prima di Marc Marquez non era lo stesso. E non sarà mai più lo stesso. Succede sempre, con i fenomeni, con dei personaggi che si meritano appellativi come “The Chosen One”. Gli eletti, l’eletto. Marquez, e si era già intuito da tempo, fa parte di questa ristrettissima cerchia, ma non si credeva fino a questo punto. C’è sempre un prima e un dopo, fin dai tempi di Gesù Cristo. Senza volere essere blasfemi, nelle moto ci sono stati tanti “prima”, adesso c’è un dopo. Un “DM”, un “Dopo Marquez”. La vittoria in Argentina, la terza di fila, del campione del mondo in carica, non fa quasi più notizia. I capo-redattori sportivi, all’annuncio “In MotoGp ha vinto Marquez”, alzano le spalle o esclamano un “Ma dai? Non mi dire… “. Il punto, quello vero, è che in questo sport sta palesemente succedendo qualcosa di epocale. Sta succedendo che si sta aprendo un’altra epoca, un’invasione della nuova generazione. Iniziata già con il suo interprete più splendente, pronto, talentuoso, affamato. Ma negli anni a venire quella che fino al Qatar 2013 era considerata la generazione del futuro, già a dicembre 2014 rischia di essere cancellata, passata, finita. LE SOMIGLIANZE CON VALENTINO Sta succedendo che i vari Lorenzo, Pedrosa, Dovizioso e compagnia bella non riescono realmente a capire cosa sta succedendo. O, se lo hanno capito, sono totalmente impotenti di fronte a tutto ciò. Il discorso non vale per Rossi, per il semplice fatto che a 36 anni non può essere il futuro, dato che lotta per il presente. Marquez ha spiazzato e sta spiazzando quelli che erano i signori delle moto fino a qualche tempo fa per il semplicissimo fatto è che guida in un modo che gli altri non riescono a comprendere, figurarsi ad attuare. Valentino, nella sua immensa intelligenza e classe, ha cercato di adattare il suo sconfinato talento ai suoi attuali limiti, ed è riuscito infatti a migliorare. Marquez, più giovane, più pronto e più reattivo per carta d’identità del Dottore, è riuscito a imporre un nuovo limite per i suoi avversari, limite che fino ad ora non riescono nemmeno a sfiorare. Marc ha fat- 30 to, a modo suo, quello che aveva fatto Rossi quando arrivò nella classe maggiore: ha spiazzato e annientato chi lo deve affrontare, annichilendo tutte le convinzioni e in un certo senso le leggi fisiche di questo sport. Non a caso, lo stile di guida tra i due è molto, molto simile, anche nei “traversi”, marchio di fabbrica del primo “numero 46”. CON HONDA UN BINOMIO IMBATTIBILE Il fenomeno di Tavullia aveva alzato l’asticella, adesso il “piccolo Diavolo” sta facendo lo stesso. Portandola inevitabilmente più alto. Il problema è che il binomio Honda Hrc – Marquez, allo stato attuale, salta troppo, troppo in alto per tutti. Lorenzo, anche lui un pilota eccezionale, non può farci nulla. Pedrosa, nemmeno a parlarne. Rossi, come detto, ha troppi limiti da carta d’identità per essere così costante e affamato, inevitabilmente. La nuova generazione, però, quella che adesso è in Moto 2 o in Moto 3, un giorno (non subito), tra qualche anno, potrà arrivarci. Non tanto per talento puro, ma perché ammirando Marquez, capendo cosa sta facendo, potrà adeguarsi, potrà imitarlo. I giovani sono come delle lavagne bianche dove si può scrivere di tutto, il loro stile non è ancora saldato dalle convinzioni e dall’abitudine. Proprio come Marquez ha fatto tesoro della lezione di Valentino, qualcun altro farà tesoro della lezione di Marquez. Vengono in mente lo stesso fratellino di Marquez, Alex, a Vinales, al nostro Fenati, a Miller, a Rabat. Gente di talento, magari non con “il dono”, ma che hanno ancora tutto da dire e da scoprire. UN MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA Troppo facile a dirsi, molto più complicato a farsi. Al momento, il campione del mondo della Moto Gp è assolutamente inavvicinabile per chiunque. Ha avuto sulla classe regina lo stesso impatto che Bolt ebbe sull’atletica nel 2008: qualcosa di impensabile. Usain abbassò nel giro di 12 mesi i record mondiali in un modo quasi violento, brutalizzando in un certo senso quelli che erano venuti prima di lui. Ecco, brutalizzare: questo è quello che sta facendo Marquez con tutti. Con una suggestione: l’unico, vero avversario di Marc, ora come ora, potrebbe essere uno e solo uno, quel Casey Stoner che ormai gira in moto solo sui campi australiani. Che peccato, davvero che peccato… 31 INDYCAR GARA A BIRMINGHAM DI 32 Dopo un avvio di stagione altalenante, Ryan Hunter-Reay mette a segno la sua prima vittoria 2014, la seconda consecutiva sulla pista Barber in Alabama. Con una gara senza errori, a differenza di molti tra cui il poleman Will Power, l’alfiere di Andretti si rilancia in campionato Marco Cortesi Dopo la follia di Long Beach, quando un errore marchiano lo aveva visto centrare Josef Newgarden e causare un tamponamento a catena, è arrivato al Barber Motorsports Park il riscatto di Ryan Hunter-Reay. Dopo una lunga attesa dovuta ad una serie di fortissimi temporali che sul tracciato dell’Alabama hanno costretto l’organizzazione a spostare lo start, il pilota americano del team Andretti ha dominato la seconda parte di gara dopo aver preso il comando al quindicesimo passaggio. A regalarglielo è stato il poleman Will Power. Involatosi dalla prima fila, Power è maldestramente uscito di pista lasciando spazio al rivale. Per l’australiano si è trattato di un black-out costato caro anche perché, dopo aver perso il secondo posto a vantaggio di Marco Andretti, nel finale si è visto sopravanzare da Scott Dixon e Simon Pagenaud. Aiutati da pit-stop velocissimi, i due si sono piazzati rispettivamente terzo e quarto al calare della bandiera a scacchi. IL RISCATTO HUNTER-REAY 33 INDYCAR GARA A BIRMINGHAM POWER SBAGLIA, MA RESTA LEADER Nonostante tutto, Power mantiene la vetta del campionato quando ci si dirige su un tracciato, quello stradale di Indianapolis, che almeno sulla carta ha caratteristiche a lui favorevoli. Buona parte degli avvenimenti di gara sono stati concentrati nel momento del passaggio dalle gomme rain alle coperture da asciutto, arrivato in occasione della prima caution: diversi piloti sono stati traditi dall’acqua ancora presente, a partire da Juan Pablo Montoya, insabbiatosi e finito sotto di un giro. Il colombiano fino a quel momento sembrava piuttosto in forma al quarto posto. Fuori anche Carlos Munoz, tradito da una pozzanghera, e Carlos Huertas. Tra i più in crisi Mikhail Aleshin: prima spedito fuori senza complimenti da Sebastien Bourdais (penalizzato), il russo è finito in testacoda due volte, la seconda delle quali condita da un gran botto contro le protezioni che ha di fatto messo fine alle ostilità. L’errore di Will Power che ha tolto all’australiano ogni possibilità di vittoria CHE CONFUSIONE AI BOX! Nei 100 minuti di gara, distanza ridotta dagli steward per le eccezionali condizioni meteo, c’è stato tempo anche per inconvenienti ai box. James Hinchcliffe, partito in prima fila, ha patito due problemi col bocchettone di rifornimento, e le sue difficoltà con le ripartenze “bagnate” hanno fatto il resto. Guai anche per Helio Castroneves, fermatosi per sbaglio nella piazzola di Justin Wilson. In un deja-vu di quanto successo a Lewis Hamilton alla prima apparizione con la Mercedes, il brasiliano ha scambiato i meccanici dell’inglese per i suoi, prendendosi anche una penalità. Wilson, sesto alle spalle di Power, ha portato a casa un piazzamento a punti anche se non è stato in grado di mettere in mostra la sua classe. Da segnalare anche due grandi recuperi di Tony Kanaan, nono dopo i guai di bilanciamento del sabato e lo start in undicesima fila, e Jack Hawksworth, miglior rookie per il team Herta. 34 Bel recupero di Tony Kanaan (qui in lotta con Graham Rahal) dopo i problemi del sabato L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 27 APRILE 2014 1 - Ryan Hunter-Reay (Dallara DW12-Honda) - Andretti – 69 giri 2 - Marco Andretti (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 1"036 3 - Scott Dixon (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi – 1”428 4 - Simon Pagenaud (Dallara DW12-Honda) - Schmidt - 2"435 5 - Will Power (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 3"155 6 - Justin Wilson (Dallara DW12-Honda) - Coyne - 3"700 7 - James Hinchcliffe (Dallara DW12-Honda) - Andretti - 4"653 8 - Josef Newgarden (Dallara DW12-Honda) - Fisher - 5"341 9 - Tony Kanaan (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi - 6"251 10 - Charlie Kimball (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi - 6"837 11 - Ryan Briscoe (Dallara DW12-Chevy) - Ganassi - 7"618 12 - Jack Hawksworth (Dallara DW12-Chevy) - Herta - 8"525 13 - Takuma Sato (Dallara DW12-Honda) - Foyt - 9"675 14 - Mike Conway (Dallara DW12-Chevy) - Carpenter - 10"193 15 - Sebastien Bourdais (Dallara DW12-Chevy) - KV – 11”319 16 - Carlos Huertas (Dallara DW12-Honda) - Coyne - 12"889 17 - Graham Rahal (Dallara DW12-Honda) - Rahal - 13"718 18 - Sebastian Saavedra (Dallara DW12-Chevy) - KV - 14"095 19 - Helio Castroneves (Dallara DW12-Chevy) - Penske - 16"147 20 - Oriol Servia (Dallara DW12-Honda) - Rahal – 1 giro 21 - Juan Pablo Montoya (Dallara DW12-Chevy) - Penske – 1 giro Giro veloce: Ritirati 63° giro - Mikhail Aleshin 29° giro - Carlos Munoz Le fasi concitate dei pit stop 35 RENAULT 3.5 GARE AD ALCANIZ SAINZ 36 La gioia di Sainz dopo la vittoria in gara 1 MATADOR, MA... … i rookie terribili Rowland e Gasly cominciano a farsi vedere sempre più, dimostrando che il campionato 2014 sarà a dir poco infuocato. Rimane su buoni livelli Stevens mentre Sirotkin continua a essere perseguitato da problemi tecnici. Ghiotto ancora bene in Q2, ma poi ha stallato 37 RENAULT 3.5 GARE AD ALCANIZ Massimo Costa Tre ragazzi che non si risparmiano. Il primo già con una certa esperienza nella categoria World Series Renault 3.5 avendovi corso parte del campionato 2013 ed avendo anche una certa maturità agonistica per i campionati disputati in F.3 e GP3. Gli altri due, al debutto nella WSR 3.5 e soltanto pochi mesi fa impegnati nella Eurocup F.Renault 2.0. Stiamo parlando, nell’ordine, di Carlos Sainz, Oliver Rowland e Pierre Gasly, che occupano le prime tre posizioni di campionato. Sabato sera ad Alcaniz gli avversari di Sainz parevano piuttosto depressi. Lo spagnolo della Red Bull, inserito nel team Dams, aveva ottenuto la pole nella qualifica 1 e dominato la prima gara, proprio come a Monza nella seconda corsa (nella prima era dovuto partire dai box per un problema di natura elettrica). Domenica mattina però, le cose sono repentinamente cambiate. Forse per il forte vento che si abbatteva sul Motorland Aragon, forse perché le condizioni e la temperatura della pista erano cambiate. Fatto sta che alcune modifiche al set-up della Dallara di Sainz non hanno funzionato e lo spagnolo ha chiuso la qualifica 2 al quinto posto lasciando campo libero a Rowland, volato in pole. Improvvisamente si è dunque riaperto il campionato, basta poco in WSR per cambiare i fattori. ROWLAND DÀ FIDUCIA ALLA FORTEC Così, Sainz si è ritrovato a combattere con Stevens e Gasly mentre davanti Rowland correva verso il suo primo successo nella serie. Confermando, al pari del giovane francese che lo aveva battuto in Eurocup Renault, i risultati dei test invernali, che in WSR sono sempre in linea con quel che poi accade nel campionato. Rowland ha riscattato il non facile fine settimana di Monza, dove comunque aveva recuperato punti. In Spagna ha lavorato benissimo regalandosi un terzo e un primo posto dando anche fiducia alla squadra che con Sergey Sirotkin incontra sempre problemi tecnici (in gara 1 una perdita di olio, in gara 2 l’anti-stall che interveniva all’improvviso fino alla tamponata di Roberto Merhi) e a chi lo supporta e crede in lui, il Racing Steps Foundation che raramente sbaglia i cavallini scelti. 38 IL CAMBIO MENTALE DI SAINZ FUNZIONA Sainz si è trovato a battagliare, situazione inusuale per lui in questo inizio di stagione. E lo ha fatto molto bene, solo una piccola sbavatura nel finale quando è arrivato lungo alla frenatona del tornantino permettendo a Gasly di superarlo. Un “favore” restituito al compagno di colori Red Bull che qualche giro primo, per un errore alla prima curva, aveva aperto la porta allo stesso Sainz. Lo spagnolo sembra essere decisamente diverso da quello del 2013, spesso overdrive. E, almeno per il momento, ci ricorda il Kevin Magnussen nel passaggio 2012-2013, quando da pilota velocissimo e incline all’errore è divenuto uno schiacciasassi. Lo abbiamo sempre scritto, se Sainz si metterà a posto con alcuni aspetti del suo carattere da pilota, molte cose cambieranno. Vedremo nelle prossime gare se questa linea sarà perseguita. Sainz davanti a tutti In chiaroscuro il weekend di Ghiotto Sfortunato Sirotkin Rowland precede Stockinger 39 RENAULT 3.5 GARE AD ALCANIZ STEVENS TORNA IN ALTO BENE MARTSENKO E MERHI Svanito in gara 2 a Monza per incidente con Will Buller e in gara 1 ad Alcaniz per un assetto mai trovato, la domenica Will Stevens e il team Strakka sono tornati nelle posizioni che gli competono. Il britannico si è ben difeso ed ha dovuto alzare bandiera bianca nei confronti di Gasly quando ha finito i secondi a disposizione per utilizzare il DRS. Così nulla ha potuto nel lungo rettilineo di Alcaniz. Ma ha comunque chiuso bene la porta a Sainz nelle ultime due curve finali. In Spagna, Nikolay Martsenko ha ottenuto i migliori risultati della sua carriera. Il russo al terzo anno in WSR, con Comtec sta completando il percorso di maturità iniziato nel 2012 con BVM Target e proseguito con Pons. Approdato in WSR troppo presto, da pilota decisamente acerbo, con una stagione non positiva nella F.3 tedesca alle spalle, Martsenko sta compiendo i passi giusti. E lo confermano la bella qualifica 1, il secondo posto in gara 2 e i risultati monzesi. Purtroppo, il set-up non ottimale in gara 2 lo ha fatto retrocedere in griglia ed è arrivato il contatto in partenza con Luca Ghiotto, rimasto fermo al via. Un altro pilota che sta felicemente sorprendendo è Roberto Merhi. Diciamo la verità, in pochi credevamo in una sua resurrezione, soprattutto in WSR, dopo due anni difficili nel DTM. Invece, lo spagnolo è tornato quello della F.3, capace di vincere l’europeo 2011, e porta sempre a punti la Dallara della russa Zeta Corse, anche quando parte in settima fila. Strepitosi i suoi recuperi, come in gara 2. Ad Alcaniz, due sesti posti molto positivi. E merito anche al team, ristrutturato, ma già decisamente competitivo. Buon fine settimana anche per Zoel Amberg e la AVF, due volte quinti. 40 Amberg davanti a Merhi in gara 2 L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 1 SABATO 26 APRILE 2014 1 - Carlos Sainz - Dams - 25 giri 43'14"984 2 - Nikolay Martsenko - Comtec - 14"335 3 - Oliver Rowland - Fortec - 24"291 4 - Marlon Stockinger - Lotus Charouz - 24"488 5 - Zoel Amberg - AVF - 33"825 6 - Roberto Merhi - Zeta - 34"652 7 - Matthieu Vaxiviere - Lotus Charouz - 34"942 8 - Sergey Sirotkin - Fortec - 37"387 9 - Pierre Gasly - Arden - 38"622 10 - Pietro Fantin - Draco - 42"885 11 - Norman Nato - Dams - 43"309 12 - Will Stevens - Strakka - 46"232 13 - Jazeman Jaafar - ISR - 48"853 14 - Meindert Van Buuren - Pons - 49"922 15 - Marco Sorensen - Tech 1 - 51"361 16 - Luca Ghiotto - Draco - 54"250 17 - Roman Mavlanov - Zeta - 57"127 18 - Beitske Visser - AVF - 59"760 19 - Matias Laine - Strakka - 1'05"335 Giro più veloce: Carlos Sainz 1'43"174 Ritirati 1° giro - Oliver Webb 1° giro - William Buller L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 2 DOMENICA 27 APRILE 2014 Jaafar ALTI E BASSI PER LA DRACO Weekend complicato per il team Draco. Pietro Fantin ha ottenuto il decimo posto in gara 1, ma in qualifica 2 ha strabiliato con il secondo tempo. Fino al pit-stop avvenuto al 6° giro ha tenuto il passo del leader Rowland, poi tornato in pista, non è più stato quello delle prime tornate. Giri altalenanti, tanti sorpassi subìti. Resta da capire se c’è stato un problema alla vettura. Ghiotto invece, il sabato ha incontrato noie al DRS e traffico in qualifica 1, in gara il set-up non è stato ottimale ed ha chiuso lontano dalla zona punti. Bene invece in qualifica 2, ottavo. Poteva anche fare meglio senza una uscita di pista nel suo giro finale, che era ottimo. Purtroppo, la speranza di tornare in zona punti come a Monza gara 2, dove era giunto quarto, è svanita allo spegnersi dei semafori rossi. Ghiotto infatti ha stallato. Ora non resta che pensare alla prossima tappa di Monte Carlo. 1 - Oliver Rowland - Fortec - 24 giri 41'44"395 2 - Pierre Gasly - Arden - 13"770 3 - Will Stevens - Strakka - 14"764 4 - Carlos Sainz - Dams - 14"916 5 - Zoel Amberg - AVF - 15"228 6 - Roberto Merhi - Zeta - 16"296 7 - Marco Sorensen - Tech 1 - 17"337 8 - Matthieu Vaxiviere - Lotus Charouz - 19"236 9 - Jazeman Jaafar - ISR - 24"481 10 - Norman Nato - Dams - 28"141 11 - Meindert Van Buuren - Pons - 34"736 12 - Pietro Fantin - Draco - 35"705 13 - Oliver Webb - Pons - 37"511 14 - Matias Laine - Strakka - 42"182 15 - Roman Mavlanov - Zeta - 49"201 16 - Beitske Visser - AVF - 50"925 Giro più veloce: Oliver Rowland 1'42"124 Ritirati 19° giro - Sergey Sirotkin 12° giro - William Buller 12° giro - Marlon Stockinger 0 giri - Luca Ghiotto 0 giri - Nikolay Martsenko Il campionato 1.Sainz 62; 2.Rowland 49; 3.Gasly 45; 4.Stevens 40; 5.Martsenko, Merhi 36; 7.Stockinger 30; 8.Sirotkin 25; 9.Amberg 24; 10.Buller, Ghiotto 12; 12.Vaxiviere 10; 13.Jaafar 8; 14.Sorensen 6; 15.Fantin 5; 16.Van Buuren 2; 17.Laine, Nato 1. 41 LA NOVITÀ SUPER FORMULA 42 Partita la stagione 2014 con la gara di Suzuka, Walter Biasatti, responsabile del progetto della categoria, ci svela i segreti della nuova vettura Dallara vero stato dell'arte per quanto riguarda design, sicurezza e prestazioni, ma senza perdere d'occhio i costi LO SPETTACOLO SOSTENIBILE 43 LA NOVITÀ SUPER FORMULA - Ingegner Biasatti, la nuova vettura sta rispondendo agli obbiettivi di prestazioni e di spettacolo per cui è stata progettata? «Gli organizzatori ci avevano fatto richieste specifiche su tre fronti: peso, prestazione e aerodinamica con caratteristiche che rendano agevoli i sorpassi. Per quanto riguarda i primi due punti abbiamo centrato gli obbiettivi; per quanto riguarda i sorpassi, fino adesso i commenti dei piloti sono stati positivi, ma dovremmo aspettare le prime gare per avere una risposta definitiva». Sul piano della sicurezza quali sono le principali caratteristiche? «La SF14 risponde al 100% al regolamento FIA Formula 1 del 2010; uno dei punti più noti riguarda i pannelli laterali sul telaio in Zylon, un materiale utilizzato per i giubbotti anti-proiettile. I pannelli offrono un alto livello di sicurezza al pilota in caso di urto laterale. Inoltre ci sono le strutture di assorbimento di energia laterali, frontali e posteriori; e tutte è tre devono superare i crashtest definiti dalla FIA. La nuova vettura monta anche i cavi di ritenzione delle ruote, come in F1, per evitare che queste possano staccarsi in caso di incidente. Anche la scocca deve sottoporsi a diversi test di schiacciamento statico sempre richiesti dal regolamento, dal rollbar alle pareti che contengono il serbatoio benzina». Anche la SuperFormula è stata “testata” al Simulatore Dallara prima di scendere in pista? «Più che testata, la SF14 è stata progettata e 44 sviluppata al Simulatore. Abbiamo utilizzato il Simulatore per definire dei parametri chiave come le geometrie delle sospensioni, lo sterzo, la distribuzione di peso e il comportamento aerodinamico. Abbiamo invitato due piloti che corrono nel campionato, uno di Honda e uno di Toyota, Takuya Izawa e Kazuki Nakajima, a testare tutti questi parametri che poi sono passati dal campo virtuale a quello reale, e sono stati poi integrati nel progetto finale della vettura». Quali sono le indicazioni che vi sono venute, o che avete dato, al personale Honda e Toyota? «E’ stato molto interessate notare che tutte e due i piloti hanno convenuto sulle stesse soluzioni. Abbiamo sottoposto a entrambi lo stesso programma di prove, e le risposte e i feedback forniti sono risultati molto allineati fra loro. In più, i motoristi hanno anche potuto provare parametri legati ai propulsori, come ad esempio il ritardo nella erogazione di potenza dovuta al turbo, e valutarne l’effetto sulla guidabilità della vettura». Il design è sicuramente aggressivo: è piaciuto ai giapponesi? «E’ piaciuto molto a tutti gli addetti ai lavori. Il look della macchina è un argomento sul quale abbiamo investito molto tempo, lavorando insieme agli organizzatori in modo di arrivare a un buon compromesso fra design, prestazione aerodinamica e packaging della vettura». E il feedback da parte dei piloti? Fra l’altro anche l’ex pilota italiano di F.1 Tonio Liuzzi farà parte del campionato: vi ha già detto qualcosa in particolare? Quali doti di pilotaggio secondo lei sono necessarie per sfruttare al meglio il potenziale della macchina? Quest’anno ci sono diversi piloti con un passato in F1: Nakajima, Liuzzi e Karthikeyan che ci hanno corso, e Rossiter che è stato tester di Honda F1. Poi ci sono altri due piloti con una grandissima esperienza negli sport prototipi come Lotterer e Duval che sono piloti ufficiali Audi. Tutti loro si sono espressi molto positivamente. Si sono trovati bene con l’handling della macchina e in particolare si sono detti sorpresi della prestazione in curva». Ci può parlare della situazione del motorsport vista dal Giappone? Anche in Oriente condividono le preoccupazioni europee di creare categorie con consumi e costi sostenibili e con motorizzazioni e specifiche più vicine a quelle della produzione? «Il Giappone ha una grande tradizione automobilistica, purtroppo anche lì stanno soffrendo gli effetti della crisi. Il motorsport giapponese ha due grandi realtà: Il GT e la SuperFormula, e tutte due le categorie hanno un forte contributo dai motoristi: Honda, Toyota e Nissan, e anche dai fornitori di gomme. Le categorie formative come la F.3 soffrono di più perché ricevono un appoggio economico minore e i piloti faticano a reperire il budget richiesto. Detto questo, anche i giapponesi sono molti attenti ai costi di gestione e di sostenibilità delle categorie, ma senza rinunciare allo sviluppo. Su questo argomento hanno un approccio un po’ diverso rispetto a quello europeo, che nell’ultimo decennio ha visto una grande proliferazione di categorie monomarca che non consentono di intervenire sullo sviluppo della macchina, perché consentono di agire solo sulle regolazioni fornite dal costruttore. I giapponesi vedono l’automobilismo come il campo dove sperimentare e sviluppare tecnologie; è anche se la Super Formula è un campionato con una monofornitura di telai, ci sono diverse aree della macchina lasciate “libere”, così che i team possano condurre i propri sviluppi». Quali saranno i prossimi step in pista e in fabbrica? «Il prossimo appuntamento sarà il 18 maggio al Fuji. Da parte nostra stiamo fornendo l’ultima serie di ricambi, così da garantire un buon stock di componenti per le prime gare». Infine, che tipo di campionato si attende quest’anno? «Dal momento che i test in pista sono limitatissimi, come pure il tempo a disposizione durante il weekend, mi aspetto che i piloti con maggior esperienza facciano la differenza. Ci sono inoltre team con grande conoscenza delle piste e delle gomme Bridgestone, forti anche di gruppi di lavori molto affiatati; questo giocherà un ruolo fondamentale nello sviluppo del set-up delle macchine. Mi aspetto un campionato serrato fra coloro che per primi arriveranno a capire come mettere a punto le vetture. I rookies, insomma, faranno un po’ più di fatica ad emergere in questo primo anno». 45 EURO FORMULA ANTEPRIMA 2014 46 LA TERZA ERA Per la serie organizzata da Jesus Pareja comincia una nuova stagione con tante novità. Tra i favoriti, la italiana RP Motorsport con Stuvik, ma attenzione a Fioravanti e Menchini che vogliono uscire dall’anonimato Stuvik 47 EURO FORMULA ANTEPRIMA 2014 Antonio Caruccio Quella del 2014 sarà la terza era del campionato monoposto organizzato da GT Sport. Dopo la nascita della F.3 spagnola ad inizio millennio, nel 2009 la serie ha preso dimensione internazionale divenendo F.3 Open. Quest’anno non cambia la sostanza, ma è scomparso il nome F.3, perché, attenendosi alle iniziali normative della FIA, la serie organizzata da Jesus Pareja ha rifiutato di adottare i nuovi motori, perdendo quindi il privilegio della titolazione. L’Euroformula mantiene le basi tecniche delle precedenti categorie, vale a dire una monoposto praticamente “bloccata” nello sviluppo, con il solito motore Toyota che viene però potenziato per il 2014 fino a 240 cavalli, con un incremento nei tempi stimabile in un paio di secondi. STUVIK CI RIPROVA OCCHIO A PALOU Dopo il titolo conquistato lo scorso anno con Ed Jones, il team West Tec punterà sull’inglese Cameron Twynham, promosso dalla F308 alla F312, al fianco dell’israeliano Yarin Stern e del tedesco Nicholas Pohler. Ci riprova invece Sandy Stuvik. È di poche ore fa infatti la riconferma del thailandese con RP Motorsport, vicecampione in carica della categoria, a cui Fabio Pampado ha deciso di affiancare Artur Janosz, Andres Saravia e John Simonyan. Formazione a tridente invece per le squadre iberiche Campos e De Villota. Lo scopritore di Fernando Alonso ha avuto grandi parole di stima per Alex Palou, sedicenne catalano che con l’inglese Sean Walkinshaw ed il russo Konstantin Tereshenko ha il compito di riportare al successo la squadra spagnola. FIORAVANTI E MENCHINI PUNTANO IN ALTO Punta sui paesi asiatici invece Emilio De Villota, con il giapponese Yu Kanamaru ed il coreano Chewon Im. Confermate due Dallara F312 per Corbetta, con l’italiano Damiano Fioravanti, chiamato alla stagione della conferma dopo il debutto del 2013, ed il colombiano William Barbosa. Al momento due Dallara F312 confermate anche per la DAV Racing, con Tommaso Menchini ed Henrique Baptista, mentre sulla terza vettura potrebbe salire Christopher Hoher. L’austriaco tuttavia è in trattative anche con West Tec, oltre che avere un piede in GP3. Non ha invece ancora annun- 48 ciato la propria partecipazione la BVM, che lo scorso anno schierava due monoposto. Sono cinque invece, di cui quattro confermati, i partecipanti alla Classe Copa, riservata alle Dallara F308. Due vetture a testa per RP e West Tec rispettivamente per Saud Al Faisal e Costantino Peroni, che sfideranno Tanart Sathienthirakul e Wei Fung Thong. Da riempire una vettura in casa Drivex. Il calendario 2014 4 maggio - Nürburgring 8 giugno - Portimão 22 giugno - Jerez 6 luglio - Budapest 20 luglio - Silverstone 7 settembre - Spa 28 settembre - Monza 19 ottobre - Barcellona A destra, Palou, e sotto, Menchini Fioravanti Gli iscritti Sandy Stuvik (Dallara F312) – RP Artur Janosx (Dallara F312) – RP Andres Saravia (Dallara F312) – RP John Simonyan (Dallara F312) – RP Yarin Stern (Dallara F312) – West Tec Cameron Twynham (Dallara F312) – West Tec Nicolas Pohler (Dallara F312) – West Tec Igor Urien (?) (Dallara F312) – De Villota Yu Kanamaru (Dallara F312) – De Villota Chewon Im (Dallara F312) – De Villota Henrique Baptista (Dallara F312) – DAV Tommaso Menchini (Dallara F312) – DAV Christopher Hoher (?) (Dallara F312) – DAV Racing Kostantin Terechenko (Dallara F312) – Campos Sam Walkinshaw (Dallara F312) – Campos Alex Palou (Dallara F312) – Campos Damiano Fioravanti (Dallara F312) – Corbetta William Barbosa (Dallara F312) – Corbetta Saud Al Fasail (Dallara F308) – RP Costantino Peroni (Dallara F308) – RP Tanart Sathierakul (Dallara F308) – West Tec Wei Fung Thong (Dallara F308) – West Tec 49 EUROCUP RENAULT 2.0 GARE AD ALCANIZ SPAZIO AI Massimo Costa Alla caccia del fenomeno, abbiamo titolato lo scorso numero nell’anteprima del campionato Eurocup Renault. Ad Alcaniz si è subito avuta un’idea di quelli che potrebbero essere gli eredi di nomi pesanti come Robin Frijns, Carlos Sainz, Stoffel Vandoorne o Daniil Kvyat. Anche se per il momento, la scena è stata rubata da piloti con una certa esperienza nella categoria o quanto meno nel mondo delle monoposto. E’ il caso di De Vries, vincitore di gara 1 con splendida autorità, che è al terzo anno nella serie o di Bruno Bonifacio, due volte terzo al Motorland Aragon, alla seconda stagione nell’europeo e prima ancora impegnato nella F.Abarth. Sono loro che comandano la classifica generale con Andrea Pizzitola, anch’egli al terzo tentativo e terzo in campionato che si è tolto lo sfizio di vincere la sua prima gara e di segnare anche la pole. Facciamo dunque una provocazione: è un campionato per vecchi quello 2014? 50 I “VECCHI” La prima prova della serie che ha sempre lanciato giovanissimi ha visto emergere piloti con grande esperienza come De Vries e Bonifacio, del resto attesi a questi risultati, e la sorpresa Pizzitola. Sfortunato Orudzhev, il nostro D’Agosto ha avuto un avvio in salita De Vries e Bonifacio in lotta 51 EUROCUP RENAULT 2.0 GARE AD ALCANIZ DE VRIES E BONIFACIO COMINCIA IL DUELLO Scherzi a parte, proprio l’esperienza dei piloti sopra citati ha alzato ulteriormente il livello di competitività della Eurocup Renault. De Vries ha dimostrato che quando parte davanti è invincibile e che nei pochi giri a disposizione per fare il tempo in qualifica ha pochi rivali. Ha dominato gara 1, ma nella seconda corsa molte cose sono cambiate per quanto riguarda le condizioni della pista ed ha concluso quarto commettendo anche un piccolo errore nel finale tentando di superare Bonifacio per il terzo posto. Il brasiliano è il lottatore che conosciamo, ma ad Alcaniz non ha avuto il passo di chi ha vinto le due gare. Il team Prema era partito forte nelle prove libere del venerdì, poi per disparati motivi ha fatto un passo indietro in qualifica. Ma la squadra italiana ha avuto un inizio di stagione nettamente migliore di quello 2013 e si pone come pretendente al titolo al pari di Koiranen e Manor MP. PIZZITOLA LA SORPRESA JOERG RIMEDIA IN GARA 2 Pizzitola è il nome nuovo, si fa per dire, uscito da Alcaniz. Qualche spunto velocistico lo aveva dimostrato nelle precedenti stagioni, ma in questa prima tappa 2014 è sempre andato molto forte. E anche in gara 1 sarebbe stato protagonista se non fosse dovuto partire ultimo anziché dalla seconda fila, per un errore nel calcolo della benzina durante la qualifica: in verifica infatti, ce n’era meno del dovuto nel serbatoio ed è stato penalizzato. Ma il francese del 52 Manor MP non si è arreso e la rivincita è stata notevole la domenica, con pole in qualifica 2 e vittoria perentoria in gara 2. Vedremo nel prosieguo del campionato se Pizzitola saprà mantenersi su questi livelli con costanza. Tra i “vecchi” a podio, da segnalare anche Kevin Joerg del team Kaufmann, al terzo anno pure lui. Lo svizzero ha commesso una ingenuità in gara 1, girandosi e uscendo dai punti quando era ben saldo per un posto nei primi cinque. Nella seconda corsa ha fatto meglio prendendosi la seconda posizione finale. ORUDZHEV SFORTUNATO D’AGOSTO E PARRY DA RIVEDERE Il nostro Ignazio D’Agosto, da annoverare tra coloro che sono alla terza stagione, ha avuto un inizio non facile con la Tatuus della Koiranen. Ottavo in gara 1 dopo una bella rimonta, ha sbagliato il via di gara 2 e qualche scelta durante la corsa finché recuperata la zona punti è stato spinto fuori da Matthew Graham. Tra i ragazzini invece, bene Egor Orudzhev, pilota al secondo anno e inserito tra i pretendenti al titolo con il team Tech 1. Secondo in gara 1, il russo di SMP è però finito KO nella corsa della domenica per colpa del solito Alexander Albon, noto per combinarne sempre qualcuna a se stesso o agli altri. Orudzhev però, ha dimostrato di esserci più che mai e non mancherà di inserirsi nella lotta per il titolo. E’ mancato Matthew Parry, solo settimo in gara 1 e subito ritirato per contatto la domenica. A dire il vero è mancato un po’ tutto il team Fortec che forse non ha trovato una buona sintonia con il tracciato spagnolo. L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 1 SABATO 26 APRILE 2014 Sopra, Pizzitola guida il gruppo delle F.Renault. A sinistra, D’Agosto, Sotto, Perry 1 - Nyck De Vries - Koiranen - 14 giri 27'29"083 2 - Egor Orudzhev - Tech 1 - 2"872 3 - Bruno Bonifacio - Prema - 3"160 4 - Alexander Albon - KTR - 4"927 5 - Aurelien Panis - ART Junior - 10"913 6 - Gustav Malja - Kaufmann - 12"061 7 - Matthew Parry - Fortec - 13"055 8 - Ignazio D'Agosto - Koiranen - 13"727 9 - Simon Gachet - ARTA - 15"437 10 - Matthew Graham - AVF - 17"495 11 - Steijn Schothorst - Manor MP - 20"246 12 - Levin Amweg - ART Junior - 20"291 13 - Dennis Olsen - Prema - 20"662 14 - Nick Cassidy - Koiranen - 21"068 15 - Kevin Joerg - Kaufmann - 21"447 16 - Roy Geerts - AVF - 24"510 17 - Gregor Ramsay - KTR - 27"953 18 - Anthoine Hubert - Tech 1 - 28"451 19 - Jack Aitken - Fortec - 29"408 20 - Luke Chudleigh - Tech 1 - 29"565 21 - Vasily Romanov - Tech 1 - 29"677 22 - Dennis Korneev - JD - 33"592 23 - Ryan Tveter - Kaufmann - 41"916 24 - James Allen - ARTA - 43"790 25 - Jules Gounon - KTR - 55"460 26 - Inigo Bikuna - AVF - 1'14"903 27 - Matevos Isaakyan - JD - 1 giro Giro più veloce: Ritirati 8° giro - Hans Villemi 8° giro - Andrea Pizzitola 7° giro - Martin Rump 1° giro - Callen O'Keeffe L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 2 DOMENICA 27 APRILE 2014 1 - Andrea Pizzitola - Manor MP - 14 giri in 27'18”328 2 - Kevin Joerg – Kaufmann - 2"948 3 - Bruno Bonifacio – Prema - 4"151 4 - Nyck De Vries – Koiranen - 5"662 5 - Levin Amweg - ART Junior - 11"103 6 - Simon Gachet – ARTA - 13"295 7 - Anthoine Hubert - Tech 1 - 13"834 8 - Dennis Olsen – Prema - 13"971 9 - Alexander Albon – KTR - 19"501 10 - Gustav Malja – Kaufmann - 20"305 11 - Nick Cassidy – Koiranen - 20"689 12 - Ryan Tveter – Kaufmann - 22"827 13 - Steijn Schothorst - Manor MP - 24"359 14 - Hans Villemi – Prema - 24"554 15 - Matevos Isaakyan – JD - 24"742 16 - Ignazio D'Agosto – Koiranen - 24"929 17 - Martin Rump – Fortec - 25"259 18 - Matthew Graham – AVF - 28"235 19 - Roy Geerts – AVF - 29"046 20 - Luke Chudleigh - Tech 1 - 30"729 21 - Gregor Ramsay – KTR - 33"500 22 - James Allen – ARTA - 33"989 23 - Vasily Romanov - Tech 1 - 34"563 24 - Inigo Bikuna - AVF – 2 - 1’15"213 25 - Egor Orudzhev - Tech 1 - 1’24"659 26 - Jules Gounon – KTR - 1 giro 27 - Jack Aitken – Fortec - 1 giro Giro più veloce: Egor Orudzhev 1’56”237 Ritirati 4° giro - Aurelien Panis 4° giro - Dennis O’Keefe 2° giro - Dennis Korneev 1° giro - Matt Parry Il campionato 1.De Vries 37; 2.Bonifacio 30; 3.Pizzitola 25; 4.Jorg, Orudzhev 18; 6.Albon 14; 7.Amweg, Panis, Gachet 10; 10.Malja 9. 53 DTM ANTEPRIMA 2014 IL GIOCO DE TRE... CASE 54 ELLE A Hockenheim riparte il campionato Turismo più bello del mondo: un nuovo regolamento, un calendario che prova a guardare ad est e tre grandi costruttori tedeschi pronti a darsi battaglia. Ecco cosa c’è da sapere prima del via della stagione Undici piloti del DTM 2014, dei ventiitrè al via, sfilano appaiati in vista della prima gara 55 DTM ANTEPRIMA 2014 Claudio Pilia La caccia al titolo 2014 del DTM, quasi 200 giorni dopo la conclusione della stagione 2013, è di nuovo aperta. Dal tradizionale scenario di Hockenheim, che, come da tradizione, aprirà e chiuderà il campionato del Superturismo “made in Germany”, le tre Case impegnate e la ITR si presentano al via con diverse novità. A partire dal calendario: il DTM, infatti, sbarcherà per la prima volta sul circuito dell’Hungaroring, patria del motorsport ungherese che riserva sempre grandi cornici di pubblico (vedi WTCC!). Tanta curiosità per il ritorno della Cina, chiamata a riscattarsi dopo i numerosi problemi incontrati nell’evento 2010, quando si resero necessarie pesanti modifiche al circuito cittadino nel cuore della notte, dopo svariati incidenti nelle prove libere. Il tutto a spese dei round di Brands Hatch e Zandvoort, usciti di scena almeno per quest’anno. Bella rinfrescata anche sul fronte regolamentare, con un nuovo e più bilanciato sistema di zavorre, nuove norme ai pit-stop e una qualifica rivisitata. Scopriamo, quindi, come si presenta il Deutsche Tourenwagen Masters duemilaquattordici. REGOLE CHIARE PIU’ SPETTACOLO? Nell’intento di decodificare le strategie e, così, rendere le gare più facili da seguire per i tifosi, il DTM si presenta con un nuovo regolamento sportivo, più lineare per cercare di accrescere lo spettacolo. In gara ci sarà spazio per un solo pit-stop obbligatorio (anziché due) e non lo si potrà effettuare nel primo terzo di gara o durante una safety-car. L’utilizzo delle gomme morbide Hankook, inoltre, non sarà consentito per più del 50% della corsa, chiamando i piloti ad un approccio più conservativo degli pneumatici. Anche il DRS ora si potrà usare più liberamente, sino alla bandiera a scacchi, e sarà consentito l’uso di due nuovi motori nel corso della stagione (una sostituzione in più del 2013). Nuovo pure il sistema dei pesi: al pilota vincitore ed ai compagni di marca nelle prime dieci posizioni, saranno imposti 5 kg di zavorra nell’evento successivo, mentre per i compagni “di Casa” fuori dalla top-10 la penalità l’aggiunta di peso sarà di soli 2,5 chilogrammi. I piloti del secondo costruttore più veloce, invece, manterranno lo stesso peso anche nella gara successiva, mentre per la terza Casa ci sarà un “alleggerimento” di 2,5 kg per le proprie vetture in top-10 e di 5 kg per quelle che concluderanno oltre. Nuova 56 Petrov al via con Mercedes Hugo Valente pure la qualifica, in stile Formula 1: senza il giro lanciato del Q4, la griglia di partenza si deciderà in tre sessioni, la Q1 da 13 minuti, in cui verranno eliminati cinque piloti, quindi la Q2 (in cui vi sarà un ulteriore “taglio” di 5 piloti) e la Q3 entrambe da 11 minuti. AUDI NON CAMBIA Squadra che vince, non si cambia e l’Audi ripartirà dal titolo 2013 conquistato nel tracciato olandese di Zandvoort, ad opera di Mike Rockenfeller, confermatissimo al team Phoenix insieme al connazionale e due volte campione della serie Timo Scheider. Cambio di squadra, ma non di marca, per Miguel Molina e per il nostro Edoardo Mortara, entrambi “promossi” sotto le insegne di casa Abt insieme ai confermati Mattias Ekstrom (che si diletterà anche nel Rallycross, sempre con l’Audi) e Adrien Tambay. Al team Rosberg, sarà invece affidato l’esordiente Nico Muller a fare da scudiero all’esperto Jamie Green, dopo la partenza di Filipe Albuquerque verso i programmi Endurance della Casa. BMW, NOVITÀ TOMCZYK La Casa di Monaco di Baviera, che lo scorso anno si è dovuta accontentare del titolo costruttori, è arrivata (o meglio dire è tornata) nel DTM con intenzioni bellicose e per la stagione alle porte, priva di Andy Priaulx e Dirk Werner – il primo andato a correre negli Stati Uniti, il secondo impegnato per la stessa BMW nella 24 Ore del Nurburgring –, ha preparato la sua controffensiva. Confermato il canadese Bruno Spengler in casa Schnitzer, il nome nuovo dentro il box sarà Martin Tomczyk (in arrivo dal team RMG), mentre Augusto Farfus e Joey Hand continueranno a fare coppia in RML. In casa MTEK, Timo Glock aiuterà il rookie della Red Bull Antonio Felix da Costa, protagonista (terzo, lo scorso anno) con Arden nella Formula Renault 3.5 e deluso per non essere stato scelto per la Toro Rosso F.1, mentre il giovane Marco Wittmann dovrà guardarsi dalla vecchia volpe delle gare GT, Maxime Martin. LA MERCEDES… RUSSA Dopo un’altra stagione difficile, la Mercedes prova a risollevarsi, ampliando la propria line-up da sei a sette vetture, sia per via del rientrante scozzese Paul di Resta dall’avventura in F.1 con Force India, sia per l’arrivo di Vitaly Petrov nella serie tedesca, dopo un forzato anno sabbatico post-F.1. Con il terzetto Vietoris-Wickens-Paffett confermato in casa HWA e Pascar Wehrlein promosso in “prima squadra”, gli occhi sono tutti sul pilota russo di casa Mucke, che sostituirà Roberto Mehri (impegnato nel debutto più che positivo in F.Renault 3.5). Vedremo come si comporterà in un campionato dove le sportellate non mancano, anche se va detto che la Casa di Stoccarda ha messo a segno un bel colpo. Se non altro sotto il profilo commerciale, per il mercato russo… Il calendario 2014 4 maggio - Hockenheim 18 maggio - Oschersleben 1 giugno - Budapest 29 giugno - Norisring 13 luglio - Mosca 3 agosto - Spielberg 17 agosto - Nurburgring 14 settembre - Lausitzring 28 settembre - Guangzhou 19 ottobre - Hockenheim Gli iscritti Audi Sport Team Phoenix Mike Rockenfeller - Timo Scheider Audi Sport Team Abt Mattias Ekstrom - Adrien Tambay Edoardo Mortara - Miguel Molina Felix da Costa Audi Sport Team Rosberg Jamie Green - Nico Muller BMW Team Schnitzer Bruno Spengler - Martin Tomczyk BMW Team RBM Augusto Farfus - Joey Hand BMW Team MTEK Timo Glock - Antonio Felix Da Costa BMW Team RMG Marco Wittmann - Maxime Martin Mercedes HWA Team Christian Vietoris - Paul di Resta - Gary Paffett Robert Wickens - Pascal Wehrlein Augusto Farfus Mercedes Mucke Motorsport Daniel Juncadella - Vitaly Petrov Edoardo Mortara 57 GT OPEN ANTEPRIMA ALCANIZ IL CAMPIONATO La serie organizzata dalla madrilena GTSport ancora una volta dimostra di sapere andare incontro alle esigenze di piloti e team organizzando un campionato intelligente e pratico. Tanti gli italiani al via che tenteranno di portare a casa il massimo risultato Antonio Caruccio Prenderà il via questo fine settimana la nona edizione del GT Open. Nato come internazionalizzazione del campionato spagnolo per vetture Gran Turismo, da ormai un decennio Jesus Pareja ha messo insieme un parco macchine che, nonostante gli andamenti del mercato, è riuscito a chiamare almeno una cinquantina di piloti. Per la prima volta quest’anno si è messo mano ai regolamenti sportivi, andando ad aggiungere dieci minuti a gara-2, da 50’ ad un’ora, ed allungando di un quarto d’ora le prove libere. Ad essere modificata sarà anche la composizione degli equipaggi, con l’adozione del ranking internazionale della FIA che va a dividere in classi i piloti a seconda della loro esperienza. Nella Super GT saranno iscritte infatti tutte le vetture GT2, oltre alle GT3 evolute ed aggiornate ed agli equipaggi formati da due professionisti. In questo modo insomma, la classe GTS garantisce ai gentleman ed ai debuttanti di poter avere il giusto risalto per tutto il campionato. 58 O CHE PIACE Roda 59 GT OPEN ANTEPRIMA ALCANIZ VILLORBA ALL’ATTACCO CON MONTERMINI-SCHIRÒ Saranno tante le novità di questa stagione, molte delle quali andranno a riguardare l’Italia. Anzitutto la confermata partecipazione di Villorba Corse che, con Andrea Montermini che punta al suo terzo titolo nel campionato, porta in pista una Ferrari 458 GT2, l’unica in questa classe. Compagno di Montermini sarà Niccolò Schirò, campione della F.3 Open nel 2012 e lo scorso anno al debutto in GT Open con la Porsche del team Drivex fino a metà stagione, quando a causa di un incendio a Jerez la 997 è andata distrutta e il lombardo ha dovuto appendere il casco al chiodo. Che… però non è stato occupato a lungo perché proprio Villorba ha chiamato il ventenne di Lainate per affiancare Montermini a Barcellona, dopo la dipartita di Luca Filippi e Davide Rigon. Sin dalla sua prima presa di contatto sulla pista catalana con questa vettura, Schirò ha dimostrato grande velocità andando a prendersi la prima fila in qualifica. VALSECCHI-VENTURINI LA STRANA COPPIA A dare battaglia a Villorba ci sarà una coppia inedita che arriva dalle monoposto con alterne fortune. Sulla Lamborghini del debuttante team Eurotech ci saranno infatti Giovanni Venturini e Davide Valsecchi, entrambi provenienti da una stagione 2013 non soddisfacente e che li vede agguerriti alla ricerca del riscatto in pista. È olandese invece la pattuglia delle Corvette C6R GT2 preparate dal V8 Racing che vedrà impegnati Miguel Ramos e Nicky Pastorelli su una vettura e Archie Hamilton con Diederick Sijthoff sull’altra. Su un’altra Corvette, la C6Z GT2 del team SRT ci saranno per la sola prima gara del Nurburgring il polivalente Nick Catsburg e Maxime Soulet. Due gli equipaggi di punta della Porsche, una GT3 per Drivex con Fernando Monje e Juan Manuel Lopez, e l’altra per Autorlando. La compagine italiana punta su Matteo Beretta, tornato sotto le insegne della casa di Stoccarda dopo un anno in Ferrari, che sarà affiancato da Isaac Tumulu alla guida di una 997 GT3. Il calendario 2014 4 maggio - Nürburgring 8 giugno - Portimão 22 giugno - Jerez 6 luglio - Hungaroring 20 luglio - Silverstone 7 settembre - Spa 28 settembre - Monza 19 ottobre - Barcellona 60 Zampieri ZAMPIERI PUNTA AL TITOLO ASSOLUTO In casa Ferrari mancherà per la prima volta l’appoggio del team Kessel, ma gli ufficiali di AF Corse schierano ben quattro vetture. Tra queste una per il giovane Giorgio Roda, proveniente dalla Formula Abarth, che in coppia con Paolo Ruberti punta a conquistare il titolo GTS: “Debutterò al Nurburgring dove non conosco la pista e ho ancora poca confidenza con la vettura. Al mio fianco ci sarà Andrea Piccini, dato che Ruberti sarà impegnato con mio padre nel WEC. Data la mia scarsa esperienza mi paragonerò ai gentleman, e spero di poter essere tra i più veloci di loro. Quest’anno rientro tra i Silver, ma spero di poter migliorare la mia posizione nel corso dell’anno”. Non è un giovane né un debuttante, ma nella winter series ha dimostrato di essere un osso duro. Si tratta di Daniel Zampieri, che in coppia con Roman Mavlanov cercherà di tentare l’assalto al titolo assoluto del campionato. Sono 23 gli equipaggi confermati per la tappa tedesca, con ancora due Lamborghini Gallardo da riempiere in seno al team Leipert-Kox, le due Mercedes SLS di Sports&You e Seyffarth, oltre ad una Corvette C6R del V8 Racing. Da segnalare l’assenza del marchio McLaren. Dopo il Ring il carrozzone del GT Open si sposterà a Portimao, Jerez, Budapest, Silverstone, Spa e Monza, prima della rituale chiusura a Barcellona, prevista per il 19 ottobre. Schirò-Montermini Gli iscritti La Corvette Ramos e Pastrorelli Montermini-Schirò (Ferrari 458 GT2) – Villorba Ramos-Pastorelli (Corvette C6R GT2) – V8 Racing Hamilton-Sithoff (Corvette C6R GT2) – V8 Racing Monje-Lopez (Porsche 997 GT2) – Drivex Soulet-Catsburg (Corvette C6Z GT2) – SRT Beretta-Tutumlu (Porsche 997 GT3) – Autorlando Cameron-Griffin (Ferrari 458 GT3) – AF Corse Sdanewitsch-Rugolo (Ferrari 458 GT3) – AF Corse Roda-Ruberti (Ferrari 458 GT3) – AF Corse Flohr-Castellacci (Ferrari 458 GT3) – AF Corse Companico-da Veiga (Audi R8 LMS Ultra) – Novadriver Zampieri-Mavlanov (Ferrari 458 GT3) – Russian Bears Aicart-Maleev (Ferrari 458 GT3) – Russian Bears Gattuso-Cordoni (Ferrari 458 GT3) – Ombra Costantini-Sicart (Ferrari 458 GT3) – Ombra Venturi-Camathias (Ferrari 458 GT3) – Black Bull Valsecchi-Venturini (Ferrari 458 GT3) – Eurotech Geri-Bontempelli (Ferrari 458 GT3) – Eurotech Plachutta-Jager (Mercedes SLS GT3) – Lechner Pezzucchi-Solieri (Porsche 997 GT3) – Krypton Kox-Pronk (Lamborghini Gallardo FL2) – Kox Derdaele-Retera (Corvette Z06 GT3) – V8 Racing Weidt-Haggenmuller (Audi R8 LMS Ultra GT3) – Spirit 61 V8 SUPERCARS GARE A PUKEKOHE PASSAGGIO DI T Cambia volto la stagione del V8 Supercars. Dopo il dominio iniziale delle Holden di Lowndes e Whincup, al termine della prova di Pukekohe la leadership in campionato è passata nelle mani di Winterbottom e della Ford. A segno anche Jason Bright e Shane Van Gisbergen Silvano Taormina Mark Winterbottom non dimenticherà facilmente il week-end di Pukekohe. Giunto in Nuova Zelanda con l'intento di limare il gap che lo separava da Craig Lowndes, il portacolori della Ford lascia il tracciato alle porte di Auckland con in mano la leadership nella classifica piloti. Due i successi intascati, per la precisione in gara 2 e gara 4, che insieme al secondo posto di gara 3 lo proiettano in cima alla graduatoria. Una posizione insperata fino a poche settimane fa quando, dopo le difficoltà riscontrate nei test pre- 62 stagionali di Eastern Creek, la Ford sembrava inabissata in una crisi tecnica senza via d'uscita. Eppure Winterbottom, dopo la dipartita di Will Davison a fine 2013, ha saputo prendere in mano la situazione e da vero leader ha incanalato tutta la squadra nella giusta direzione. Ma non è tutto. Alla luce del punteggio più alto accumulato nell'arco delle quattro manche di Pukekohe, "Frosty" si è aggiudicato anche il Jason Richards Memorial, il trofeo intitolato al compianto pilota neozelandese scomparso nel 2011 dopo una lunga lotta contro il cancro. . ESTIMONE Mark Winterbottom 63 AUTO GP GARE A LE CASTELLET LOWNDES E WHINCUP IN AFFANNO A fare da contraltare alla rimonta di Winterbottom e della Ford c'è il momento di difficoltà del Triple Eight. Parlare di crisi è prematuro, perché sia Lowndes che Whincup hanno navigato in più di un’occasione nelle posizioni di testa. Ciò che è mancato, e qualche sentore si era intravisto già a Winton, è la capacità di concretizzare, di portare a casa il risultato. Il terzo posto di Lowndes in gara 1 e i due quarti di Whincup nelle frazioni successive sono solo un brodino rispetto alle abbuffate di Adelaide e Symmons Plains in cui i due torelli sembravano navigare su un altro pianeta. A Pukekohe sono emerse alcune difficoltà di troppo in qualifica, noie meccaniche come quella che ha bloccato Whincup mentre guidava gara 1 ed errori nella strategia. Adesso la compagine guidata da Ian Harrison si ritrova ad inseguire gli storici rivali della Ford e al contempo deve fare i conti con un plotone di outsider che scalpita alle spalle. Van Gisbergen Whincup Lowndes 64 La partenza di gara 3 UNA VITTORIA A TESTA PER BRIGHT E VAN GISBERGEN Bright 1 Primo tra tutti Shane Van Gisbergen, galvanizzato dall'aria di casa e vincitore di gara 3. A questo successo si aggiungono la piazza d'onore in gara 1 e altri due piazzamenti in top-five, risultati che lo issano al quinto posto in classifica alle spalle di James Courtney. Il portacolori della Holden, nonostante il suo non sia stato il migliore dei week-end, ha segnato la pole di gara 2 al quale ha fatto seguito il secondo posto. Ha raccolto meno di quanto meritato anche Scott McLaughlin, due volte polesitter e autore di due piazzamenti a podio. Il neozelandese, dopo aver dominato buona parte di gara 4, al pit-stop ha dovuto cedere la posizione a Winterbottom rimandando ancora una volta l'appuntamento con il primo successo della Volvo. Ci si aspettava qualcosa di più dai piloti del Brad Jones Racing. Bright ha illuso con la pole e il successo in gara 1, salvo poi sparire nelle prove successive in virtù di qualche errore di troppo. Coulthard è stato l'ombra di se stesso, perennemente lontano dalle posizioni che contano. Pukekohe ha sorriso a Chaz Mostart, per due volte a podio con la sua Ford Falcon ufficiale. Fuori dai radar Mercedes e Nissan, entrambe incapaci di andare oltre un quinto posto a testa rispettivamente con Will Davison in gara 1 e Michael Caruso in gara 4. 65 STOCK CAR BRASIL GARE A BRASILIA 66 AVANTI I ALTRI DUE La movimentata prova di Brasilia ha portato a cinque il numero dei vincitori differenti in questo primo, ed entusiasmante, scorcio di campionato. A spartirsi i successi Atila Abreu e Thiago Camilo. Continua a sorprendere il rookie Felipe Fraga, divenuto il più giovane poleman nella storia della Stock Car Silvano Taormina Cinque gare, cinque vincitori differenti. E' un inizio di campionato a dir poco scoppiettante quello della Stock Car Brasil, la serie carioca giunta al terzo appuntamento stagionale sul veloce tracciato di Brasilia. Fare pronostici in questo momento è del tutto azzardato, in particolar modo alla luce dell'equilibrio che regna nella categoria. Gli ultimi ad iscrivere il proprio nome nell'albo dei vincitori sono Atila Abreu (Mobil 1) e Thiago Camilo (Iparinga RCM), a segno rispettivamente nelle Main Race e nella Sprint Race. Abreu, vecchia conoscenza della Formula 3 Euroseries con una buona esperienza a ruote coperte, dopo alcune stagioni in crescendo punta al salto di qualità. Camilo, dopo aver sfiorato il titolo nel 2012, prova a scrollarsi di dosso l'etichetta di eterno secondo. Brasilia ha esaltato, o per meglio dire "confermato", le qualità di Felipe Fraga (Voegel) che, dopo il successo di Interlagos in coppia con Rodrigo Sperafico, è divenuto il più giovane poleman nella storia della Stock Car Brasil. Lo start di gara 1 67 STOCK CAR BRASIL GARE A BRASILIA ABREU AZZECCA LA STRATEGIA Il giovanissimo rookie del team Voegel ha tenuto bene il passo nelle fasi iniziali pur pressato dagli arrembanti Julio Campos (Prati Donaduzzi) e Galid Osman (Iparinga RCM). Il tutto mentre al via gli esperti Caca Bueno (Red Bull) e Rubens Barrichello (Full Time) facevano a sportellate sul rettifilo di partenza. La gara ha subìto una svolta in occasione del valzer dei pit-stop. Fraga ha pagato caro lo spegnimento del motore in pit-lane rientrando intorno alla decima posizione. Al contempo Abreu, ultimo a fermarsi ai box, si è ritrovato in testa dopo aver recuperato alcune posizioni fino ai margini del podio durante il primo stint. Alle sue spalle si è accesa la battaglia per la piazza d'onore tra Max Wilson (Eurofarma RC), Luciano Burti (Voegel) e Raphael Matos (Hot Car). Quest'ultimo, con una manovra da antologia, al penultimo passaggio ha infilato in un colpo solo i due avversari che lo precedevano accaparrandosi la piazza d'onore. La lotta per l'ultimo gradino del podio ha visto Burti prevalere su Wilson a poche curve dalla bandiera a scacchi. Beffa finale anche per Fraga, sopravanzato da Camilo che gli ha strappato sia il decimo posto che la pole di gara 2. CAMILO REGOLA CAMPOS Avviatosi dalla pole conquistata in extremis nella Main Race, Camilo ha condotto le danze nella prima parte della Sprint Race. Dietro di lui rinvenivano bene Campos, Fraga e Matos, tutti autori di un’ottima partenza. La gara non ha subito particolari contraccolpi fino ad una neutralizzazione causata da Rafael Suzuki (ProGP). Con soli cinque giri da percorrere dopo il restart, si è scatenato l'inferno. Campos ha provato in tutti i modi a defenestrare Camilo, regalando agli spettatori un entusiasmante arrivo in volata. Poco dietro Fraga è stato risucchiato nel gruppo mentre Matos è finito nella ghiaia. A beneficiarne Caca Bueno, terzo dopo aver fatto i conti con il solito Rubens Barrichello. Valdeno Brito (Shell), a fronte di un week-end poco proficuo che non lo ha visto andare oltre il settimo posto di gara 1, mantiene la leadership in campionato. Discorso simile per Sergio Jimenez (Voxx), nono nella prima frazione, che adesso segue a tre punti. Non riesce a ritrovare il bandolo della matassa il campione in carica Ricardo Mauricio (Eurofarama RC), impantanato anche stavolta a metà classifica nonostante il giro più veloce in gara 2. Week-end da dimenticare per Antonio Pizzonia (Prati Donaduzzi), vincitore due settimane addietro a Santa Cruz, che al pari di Gabriel Casagrande (C2) e Galid Osman non ha preso il via della manche finale dopo un incidente in gara 1. Felipe Fraga Bueno e Barrichello Atila Abreu 68 L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 1 DOMENICA 27 APRILE 2014 Thiago Camilo 1 - Atila Abreu (Chevrolet) - Mobil Super - 40 giri in 41'46''139 2 - Raphael Matos (Chevrolet) - Hot Car - 2''051 3 - Luciano Burti (Chevrolet) - Vogel - 3''994 4 - Max Wilson (Chevrolet) - Eurofarma RC - 6''137 5 - Ricardo Zonta (Chevrolet) - BMC - 6''917 6 - Julio Campos (Peugeot) - Prati Donaduzzi - 8''775 7 - Valdeno Brito (Chevrolet) - Shell - 10''817 8 - Denis Navarro (Peugeot) - Voxx - 12''614 9 - Sergio Jimenez (Peugeot) - Voxx - 14''872 10 - Thiago Camilo (Chevrolet) - Ipiranga RCM - 15''695 11 - Felipe Fraga (Chevrolet) - Vogel - 16''227 12 - Marcos Gomes (Peugeot) - Nova Schin - 20''592 13 - Nono Figueiredo (Chevrolet) - Mobil Super - 21''633 14 - Popo Bueno (Chevrolet) - Shell - 22''541 15 - Allam Khodair (Chevrolet) - Full Time Sports - 23''175 16 - Daniel Serra (Chevrolet) - Red Bull Brasil - 37''862 17 - Ricardo Maurício (Chevrolet) - Eurofarma RC - 42''708 18 - Felipe Lapenna (Chevrolet) - Hot Car - 44''716 19 - Alceu Feldmann (Peugeot) - Hanier - 44''833 20 - Caca Bueno (Chevrolet) - Red Bull Brasil - 1 giro 21 - Bia Figueiredo (Chevrolet) - ProGP - 1 giro 22 - Tuka Rocha (Chevrolet) - BMC - 1 giro 23 - Rafael Suzuki (Chevrolet) - ProGP - 1 giro 24 - Rubens Barrichello (Chevrolet) - Full Time Sports - 1 giro 25 - Fabio Fogaça (Peugeot) - Nova Schin - 1 giro Giro più veloce: Felipe Fraga 57''984 Ritirati 33° giro - Beto Cavaleiro 31° giro - Lucas Foresti 29° giro - Antonio Pizzonia 24° giro - Diego Nunes 18 giro - Vitor Genz 12° giro - Gabriel Casagrande 8° giro - Galid Osman 7° giro - Lico Kaesemodel L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 2 DOMENICA 27 APRILE 2014 1 - Thiago Camilo (Chevrolet) - Ipiranga RCM - 20 giri in 21'17''764 2 - Julio Campos (Peugeot) - Prati Donaduzzi - 0''322 3 - Caca Bueno (Chevrolet) - Red Bull Brasil - 4''532 4 - Rubens Barrichello (Chevrolet) - Full Time Sports - 5''299 5 - Daniel Serra (Chevrolet) - Red Bull Brasil - 5''467 6 - Popo Bueno (Chevrolet) - Shell - 7''426 7 - Tuka Rocha (Chevrolet) - BMC - 8''766 8 - Diego Nunes (Chevrolet) - C2 Team - 9''027 9 - Felipe Fraga (Chevrolet) - Vogel - 10''491 10 - Lucas Foresti (Peugeot) - RC3 Bassani - 13''578 11 - Marcos Gomes (Peugeot) - Nova Schin - 15''922 12 - Alceu Feldmann (Peugeot) - Hanier - 16''551 13 - Felipe Lapenna (Chevrolet) - Hot Car - 17''153 14 - Valdeno Brito (Chevrolet) - Shell - 17''478 15 - Sergio Jimenez (Peugeot) - Voxx - 17''886 16 - Bia Figueiredo (Chevrolet) - ProGP - 18''459 17 - Allam Khodair (Chevrolet) - Full Time Sports - 19''391 18 - Luciano Burti (Chevrolet) - Vogel - 19''841 19 - Denis Navarro (Peugeot) - Voxx - 20''221 20 - Atila Abreu (Chevrolet) - Mobil Super - 20''851 21 - Nono Figueiredo (Chevrolet) - Mobil Super - 21''191 22 - Max Wilson (Chevrolet) - Eurofarma RC - 21''227 23 - Beto Cavaleiro (Peugeot) - Hanier - 28''368 24 - Ricardo Zonta (Chevrolet) - BMC - 1 giro 25 - Ricardo Maurício (Chevrolet) - Eurofarma RC - 2 giri 26 - Raphael Matos (Chevrolet) - Hot Car - 5 giri Giro più veloce: Ricardo Mauricio 58''382 Ritirati 14° giro - Rafael Suzuki 8° giro - Fabio Fogaça Non partiti Antonio Pizzonia Vitor Genz Gabriel Casagrande Galid Osman Lico Kaesemodel Il campionato 1. Brito 52; 2. Jimenez e Gomes 49; 4. C. Bueno 44; 5. Abreu 39; 6. Serra 38; 7. Campos 37; 8. Matos 34; 9. Rocha e Zonta 30; 11. Fraga 29; 12. P. Bueno 28. 69 SALITE COL SAINT PIERRE E MONTE ERICE SFIDE T Faggioli e la Norma fanno punteggio pieno nel Cem 70 TRA TITANI 71 SALITE COL SAINT PIERRE E MONTE ERICE Gianluca Marchese foto: Moretti e Raveggi Se uno sbanca in Europa, l'altro si prende l'Italia. Dopo il Col Saint Pierre, tra Faggioli e Merli domenica scorsa il duello in montagna è andato in onda a distanza. Con la Norma Zytek il toscano ha fatto il nuovo record del tracciato anche a Rechberg in una giornata austriaca che ha visto i colori italiani dominare in tutte le salse. Sul podio assoluto con Faggioli sono infatti saliti Fausto Bormolini, all'esordio stagionale e subito con il pieno di punti nel gruppo delle monoposto, e Federico Liber, in continuo miglioramento ai primi impegni su motorizzazioni 3000, con le Reynard. In più ci sono stati un Magliona scalpitante (il driver sardo è però protagonista di una sfida che trattiamo a parte) e un Roasio entrato nella top-ten. Se Faggioli e la Norma fanno punteggio pieno nel Cem, la risposta di Merli è stata immediata nella prima di Civm a Erice. Per il trentino era fondamentale ritrovare quel po' di serenità lasciata sul Col Saint Pierre. Insieme a Enzo Osella ha lavorato duramente sulla PA2000 Honda fresca di evoluzione e nella prima delle due tappe siciliane del Tricolore ha subito sfiorato il record assoluto del tortuoso percorso, risultando comunque il primo ad abbattere il muro dei sei minuti nel computo delle due salite di gara (quando Faggioli fece il record nel 2011 in gara-1 nella successiva manche il meteo scombinò i piani). Con 20 punti a 0 non c'è dubbio che sia di Merli il primo round dell'Italiano e con due record su due che Faggioli sia il solito “cannibale”. Motivazioni e morale sono così al top per entrambi. Ora, però, ritornano le sfide dirette. A iniziare da Caltanissetta, dove la Coppa Nissena va in scena il prossimo weekend e dove per la prima volta il binomio Faggioli-Norma sarà della partita in Civm. E i due dovrebbero poi ritrovarsi anche in Portogallo e Spagna sul terreno europeo. Pensare che ancora sarà soltanto metà maggio... MAGLIONA-IAQUINTA L’ALTRA SFIDA C'è un altra grande sfida tricolore attesa a Caltanissetta. Il gruppo dei prototipi CN ritroverà il campione in carica Magliona e il grande rivale delle ultime stagioni Iaquinta, entrambi sulle Osella PA21 Evo Merli Honda che dominano la categoria. Le premesse sono succulente. Per Magliona la stagione è iniziata a Rechberg con un sesto assoluto da stropicciarsi gli occhi, considerando che, leadership a parte tra le motorizzazioni due litri, pur con una CN2 l'unica biposto che l'ha preceduto è stata la Norma di Faggioli! Il sardo era comunque in Austria per testare le nuove soluzioni e le gomme Marangoni in vista del Civm. Con un occhio di riguardo per la novità 2014 del cambio al volante, che però non ha convinto in pieno. Un aspetto sul quale anche Iaquinta non ha “forzato”, presentandosi a Caltanissetta anche lui con un biglietto da visita importante. A Erice l'esperto calabrese, utilizzando il cambio tradizionale, ha infatti dominato la categoria e battuto di un soffio il record (datato 2012) che apparteneva al rivale. Come Merli, Iaquinta conduce 20 a 0. Ora le sfide dirette: fuori i “secondi”... Magliona 72 CIVM 56° MONTE ERICE (TP) DOMENICA 27 APRILE 2014 Classifica assoluta: 1. Merli (Osella PA2000 Honda) in 5’56”11; 2. Conticelli V. (Osella PA30 Zytek) a 16”29; 3. Leogrande (Osella FA30 Zytek) a 16”83; 4. Castiglione (F.Master) a 19”71; 5. Cubeda (Osella PA2000) a 20”44; 6. Iaquinta (Osella PA21 Evo Honda) a 23”60; 7. Scola (Osella PA2000) a 28”35; 8. Conticelli F. (Osella PA21 Evo) a 33”06; 9. Lombardi (Radical SR4) a 37”07; 10. Raiti (Lola B99 Zytek) a 40”96. Gara-1: 1. Merli (Osella PA2000) in 2’58”32; 2. Conticelli V. (Osella PA30) a 8”40; 3. Leogrande (Osella FA30) a 8”94; 4. Castiglione (F.Master) a 10”73; 5. Iaquinta (Osella PA21 Evo) a 11”74; 6. Cubeda (Osella PA2000) a 12”94; 7. Conticelli F. (Osella PA21 Evo) a 15”48; 8. Lombardi (Radical SR4) a 18”27; 9. Scola (Osella PA2000) a 20”35; 10. Raiti (Lola B99) a 20”80. Gara-2: 1. Merli (Osella PA2000) in 2’57”79; 2. Cubeda (Osella PA2000) a 7”50; 3. Leogrande (Osella FA30) a 7”89; 4. Conticelli V. (Osella PA30) a 7”89; 5. Scola (Osella PA2000) a 8”00;; 6. Castiglione (F.Master) a 8”98; 7. Iaquinta (Osella PA21 Evo) a 11”86; 8. Conticelli F. (Osella PA21 Evo) a 17”58; 9. Lombardi (Radical SR4) a 18”80; 10. Raiti (Lola B99) a 20”16. CEM 42° RECHBERG RENNEN (AUSTRIA) DOMENICA 27 APRILE 2014 Classifica assoluta: 1. Faggioli (Norma M20 FC) in 3’51”104; 2. Bormolini (Reynard K02) a 17”750; 3. Liber (Reynard K02) a 22”343; 4. Kramsky (Reynard K14) a 25”758; 5. Janik (Lola B02/50) a 28”456; 6. Magliona (Osella PA21 Evo) a 30”438; 7. Neveril (Norma M20 FC) a 31”877; 8. Schwaiger (Porsche 911 Bi-Turbo) a 34”905; 9. Pailer (Lancia Integrale) a 37”392; 10. Roasio (Osella PA30) a 40”482. Iaquinta 73 IL PERSONAGGIO GUIDO D’AMORE 74 UNA LUNGA STORIA D’AMORE Guido Rancati La vista della Fiesta bianco-rossa ferma a bordo strada non l'aveva fatto sentire meglio. In una carriera ormai lunga, Guido D'Amore ha imparato che le gare si vincono anche per gli errori degli avversari ma anche a non gioire delle disgrazie altrui. E poi, mentre continuava a leggere le note a Umberto Scandola, altri pensieri gli occupavano la mente: il suo chaffeur, da qualche ora alle prese con un'influenza virale, era uno straccio e il rischio che non ce la facesse a tenere botta fino alla fine era dannatamente concreto. Non era tempo di lasciarsi andare a sogni di gloria, non ancora. C'era da restare lucidi per salvare il salvabile. Il copilota del ponente ligure l'ha fatto. Nel trasferimento verso la speciale successiva ha avvisato via radio Riccardo Scandola di non preoccuparsi troppo se il loro tempo in quel tratto sarebbe stato alto: “Se saranno in diversi a fare meglio di noi, vorrà dire che ho guidato io”, aveva fatto sapere. Pensando che, con lui alla guida, non ce l'avrebbero fatta a resistere ad Andrea Nucita, ma avrebbero comunque raccolto qualche punto importante nella corsa al titolo tricolore". Com'è andata è noto. Umbi ha trovato le energie necessarie per continuare a mulinare gambe e braccia, a riportare sul lungomare sanremese la compatta dell'est e a conservare la testa della gara. Un’iniezione e la pausa nella Città dei Fiori hanno in qualche modo messo in condizione il veronese di resistere agli attacchi del ragazzo siciliano e la premiata coppia ce l'ha finalmente fatta a raccogliere una vittoria inseguita da anni. Quella che, come aveva detto il pilota alla vigilia, vale da sola quanto un campionato italiano. Via via ridimensionati i timori del mattino, per i due di testa la boucle pomeridiana s'è trasformata in una passerella trionfale. Che Gillo s'è goduta attimo dopo attimo. Ringraziando il cielo che le grandi piogge dell'inverno avevano costretto gli organizzatori a modificare il percorso reinserendo nel programma le strade della valle Arroscia e della valle Impero. Quelle dove, ragazzino, aveva visto in azione i grandi del mondiale. Sognando di fare un giorno quello che facevano loro: battersi agli stramassimi e vincere. I rally, D'Amore li aveva scoperti da bambino, assistendo alla prova-spettacolo allestita nello stradone a mare che collega Oneglia a Porto Maurizio nell'ambito di un Valli Imperiesi organizzato dal mai sufficientemente apprezzato (e aiutato) Toi Bonato. “Ero davvero molto piccolo, ma quella sera fui conquistato dalle auto che slalomavano davanti a me”, ricorda. Le gesta dei grandi e dei grandissimi a ridosso del capoluogo hanno fatto il resto. Le prime gare, la militanza nel Campionato Uno con Alessandro Schiavo, l'amico d'infanzia, le prime soddisfazioni. L'approdo nel mondiale con Gigi Galli. Fin qui non ha vinto tantissimo, di certo meno di quanto avrebbe meritato. Un Asinara con Giovanni Manfrinato, un Salento con Andrea Navarra, un Valli Imperiesi con Scandola. Poi, sempre con il figlio d'arte veneto, un San Martino di Castrozza (a tavolino), un Adriatico, un San Marino e un Friuli, tre successi sui quali hanno costruito la conquista del campionato italiano 2013. La storia continua e adesso è davvero una bella storia. Bellissima, dopo aver finalmente scalato il podio del Sanremo. 75 IDOMENICA CALENDARI 2014 PER DOMENICA Test FIA F.3 11 maggio 25 maggio 7-8 ottobre a Imola F.1 a Montmelò GP2 a Montmelò GP3 a Montmelò Mondiale Rally in Argentina Indycar a Indianapolis road Indy Lights a Indianapolis road FIA F.3 European a Pau F.Renault ALPS a Pau Adac GT a Zandvoort WTCC allo Slovakia Ring Nascar a Kansas City GT Italia a Misano CITE a Misano Italiano Rally Targa Florio F.1 a Monte Carlo World Series Renault 3.5 a Monte Carlo GP2 a Monte Carlo Indycar a Indianapolis ovale Indy Lights a Indianapolis ovale Formel 3 al Lausitzring Adac GT al Lausitzring British F.3 a Silverstone F.Renault NEC a Silverstone Blancpain Endurance Silverstone Trofeo Lamborghini a Silverstone F.Renault ALPS a Spielberg Clio Cup a Spielberg Targa Tricolore Porsche a Spielberg F.Renault 1.6 Nordic a Tierp Arena F.Junior a Franciacorta WTCC al Salzburgring Nascar a Charlotte Test World Series Renault 21-22 ottobre a Jerez 3-4-5 novembre ad Alcaniz ........................................... 4 maggio Moto GP a Jerez WEC a Spa FIA F.3 European a Hockenheim DTM a Hockenheim WTCC a Budapest Auto GP a Budapest EuroGTSprint a Budapest GT Open al Nurburgring F.3 Open al Nurburgring British F.3 a Rockingham F.Renault 1.6 Nordic a Karlskoga CIP a Vallelunga Euro V8 Series a Vallelunga USCC a Laguna Seca Super GT al Fuji Nascar a Talladega Italiano WRC Lanterna Trofeo Rally Terra San Crispino CIVM Coppa Nissena 76 18 maggio Moto GP a Le Mans DTM a Oschersleben ELMS a Imola Blancpain GT Sprint a Brands Hatch Super Formula al Fuji Nascar a Charlotte – All Star V8 Supercars a Perth 2000 Light a Spielberg F.Renault 1.6 Nordic a Botniaring Euro V8 Series al Mugello EuroGTSprint al Mugello Europeo Rally in Portogallo Trofeo Rally Terra Puglia e Lucania CIVM a Verzegnis 1 giugno Moto GP al Mugello Indycar a Detroit (2) USCC a Detroit World Series Renault 3.5 a Spa Eurocup Renault 2.0 a Spa F.Renault NEC Junior a Spa FIA F.3 European a Budapest DTM a Budapest Super GT ad Autopolis Nascar a Dover Stock Car Brazil a Ribeirao Preto Auto GP a Monza GT Italia a Monza CIP a Monza Italiano WRC Salento CIVM Trofeo Scarfiotti 8 giugno F.1 a Montreal Mondiale Rally in Sardegna Indycar a Fort Worth WTCC a Mosca GT Open a Portimao F.3 Open a Portimao Formel 3 a Spielberg Adac GT a Spielberg F.Renault ALPS a Spa F.4 Italia ad Adria F.Junior ad Adria Nascar a Pocono Nascar Euro Series a Brands Hatch Italiano Rally Sardegna Trofeo Rally Terra Sardegna 15 giugno 6 luglio Moto GP a Montmelò WEC - 24 Ore di Le Mans Formel 3 a Hockenheim F.Renault NEC a Hockenheim Nascar a Michigan Clio Cup ad Adria Coppa Italia ad Adria RS Cup ad Adria Targa Tricolore Porsche ad Adria 2000 Light ad Adria CIVM Passo dello Spino F.1 a Silverstone GP2 a Silverstone GP3 a Silverstone Indycar a Pocono Indy Lights a Pocono F.3 Masters a Zandvoort Blancpain GT Sprint a Zandvoort GT Open a Budapest F.3 Open a Budapest F.Renault ALPS a Monza Clio Cup a Monza Coppa Italia a Monza Targa Tricolore Porsche a Monza RS Cup a Monza Nascar a Daytona Nascar Euro Series a Tours V8 Supercars a Townsville Italiano Rally San Marino Trofeo Rally Terra San Marino CIVM Trento-Bondone 22 giugno F.1 a Spielberg GP2 a Spielberg GP3 a Spielberg FIA F.3 European a Spa WTCC a Spa GT Open a Jerez F.3 Open a Jerez British F.3 Snetterton Euro V8 Series a Brno EuroGTSprint a Brno Nascar a Sonoma V8 Supercars a Hidden Valley Europeo Rally in Belgio Italiano WRC Marca Trevigiana 29 giugno Mondiale Rally in Polonia Moto GP ad Assen Indycar a Houston (2) USCC a Watkins Glen World Series Renault 3.5 a Mosca Eurocup Renault 2.0 a Mosca FIA F.3 European al Norisring DTM al Norisring Blancpain Endurance Le Castellet Trofeo Lamborghini a Le Castellet Nascar a Kentucky Auto GP a Imola F.4 Italia a Imola CITE a Imola CIP a Imola CIVM Coppa Teodori 13 luglio Moto GP al Sachsenring Indycar a Iowa USCC a Mosport World Series Renault 3.5 al Nurburgring Eurocup Renault 2.0 al Nurburgring F.Renault NEC Junior al Nurburgring Super Formula al Fuji FIA F.3 European a Mosca DTM a Mosca Nascar a Loudon GT Italia al Mugello CITE al Mugello CIP al Mugello F.4 Italia al Mugello F.Renault 1.6 Nordic a Falkenberg 20 luglio F.1 a Hockenheim GP2 a Hockenheim GP3 a Hockenheim Indycar a Toronto (2) Indy Lights a Toronto Auto GP a Spielberg ELMS a Spielberg Super GT a Sugo GT Open a Silverstone F.3 Open a Silverstone Coppa Italia a Magione RS Cup a Magione 2000 Light a TBA Nascar Euro Series al Nurburgring Europeo Rally in Estonia CIVM Coppa Selva di Fasano 77 IDOMENICA CALENDARI 2014 PER DOMENICA 27 luglio 24 agosto 14 settembre F.1 a Budapest GP2 a Budapest GP3 a Budapest British F.3 a Spa F.Renault NEC a Spa Blancpain Endurance Spa (24 Ore) Trofeo Lamborghini a Spa USCC a Indianapolis Nascar a Indianapolis CIP a Magione F.1 a Spa GP2 a Spa GP3 a Spa Mondiale Rally in Germania Indycar a Sonoma Indy Lights a Sonoma Super Formula a Motegi USCC a Danville Blancpain GT Sprint al Slovakia Ring Nascar a Bristol V8 Supercars a Ipswich F.Renault 1.6 Nordic a Knutstorp CIVM Trofeo Fagioli Mondiale Rally in Australia Moto GP a Misano World Series Renault 3.5 a Budapest Eurocup Renault 2.0 a Budapest Super Formula ad Autopolis ELMS a Le Castellet DTM al Lausitzring Formel 3 al Lausitzring WTCC a Sonoma Formula E a Pechino British F.3 a Donington Nascar a Chicago V8 Supercars a Victoria Stock Car Brazil a Nova Santa Rita F.4 Italia a Vallelunga GT Italia a Vallelunga CITE a Vallelunga Italiano WRC San Martino di Castrozza 3 agosto Mondiale Rally in Finlandia Indycar a Lexington Indy Lights a Lexington FIA F.3 European a Spielberg DTM a Spielberg F.Renault NEC Junior ad Assen F.4 Italia a Magione WTCC a Rio Hondo Nascar a Pocono V8 Supercars a Ipswich Stock Car Brazil a San Paolo CIVM Cronoscalata del Reventino 10 agosto Moto GP a Indianapolis USCC a Elkhart Lake Super GT al Fuji Adac GT al Slovakia Ring F.Renault 1.6 Nordic a Parnu Nascar a Watkins Glen 17 agosto Moto GP a Brno Indycar a Milwaukee Indy Lights a Milwaukee Auto GP al Nurburgring FIA F.3 al Nurburgring DTM al Nurburgring Nascar a Michigan Stock Car Brazil a Cascavel 78 31 agosto Moto GP a Silverstone Indycar a Fontana Super GT a Suzuka Formel 3 al Nurburgring Adac GT al Nurburgring British F.3 a Brands Hatch F.Renault NEC a Most F.Renault NEC Junior a Zolder Nascar ad Atlanta Stock Car Brazil a Curitiba GT Italia a Le Castellet Europeo Rally in Repubblica Ceca Italiano Rally Friuli 7 settembre F.1 a Monza GP2 a Monza GP3 a Monza Blancpain GT Sprint a Portimao GT Open a Spa F.3 Open a Spa EuroGTSprint a Magny-Cours F.Renault ALPS al Mugello Clio Cup al Mugello Coppa Italia al Mugello Targa Tricolore Porsche al Mugello RS Cup al Mugello F.Renault 1.6 Nordic a Solvalla CIP a Varano F.Junior a Varano Nascar a Richmond Trofeo Rally Terra Costa Smeralda CIVM Coppa Carotti 21 settembre F.1 a Marina Bay Formel 3 al Sachsenring Adac GT al Sachsenring Euro V8 Series al Sachsenring Blancpain Endurance al Nurburgring (1000 Km) Trofeo Lamborghini al Nurburgring F.Renault NEC al Nurburgring WEC ad Austin USCC ad Austin Nascar a Loudon Europeo Rally a Cipro Italiano Rally Adriatico CIVM Pedavena Croce 28 settembre 12 ottobre 2 novembre Moto GP ad Alcaniz World Series Renault 3.5 a Le Castellet Eurocup Renault 2.0 a Le Castellet Super Formula a Sugo DTM a Guangzhou GT Open a Monza F.3 Open a Monza F.4 Italia a Monza 2000 Light a Monza F.Renault 1.6 Nordic a Mantorp Park CITE a Pergusa Nascar a Dover Stock Car Brazil a Salvador F.1 a Sochi GP2 a Sochi GP3 a Sochi Moto GP a Motegi WEC al Fuji Blancpain GT Sprint a Zolder FIA F.3 European a Imola GT Italia a Imola CIP a Imola EuroGTSprint a Imola WTCC a Shanghai Nascar a Charlotte Nascar Euro Series a Le Mans V8 Supercars a Bathurst Stock Car Brazil a Curitiba Europeo Rally in Romania Italiano Rally Due Valli F.1 ad Austin WEC a Shanghai Blancpain GT Sprint a Baku Nascar a Fort Worth Stock Car Brazil a Taruma 5 ottobre F.1 a Suzuka Mondiale Rally in Francia USCC a Braselton Super GT a Buriram Formel 3 a Hockenheim Adac GT a Hockenheim Euro V8 Series a Hockenheim F.Renault ALPS a Jerez F.Renault NEC Junior a Spa Nascar a Kansas City Coppa Italia a Imola Targa Tricolore Porsche a Imola 19 ottobre Moto GP a Phillip Island World Series Renault 3.5 a Jerez Eurocup Renault 2.0 a Jerez FIA F.3 European a Hockenheim DTM a Hockenheim Blancpain GT Sprint a Zolder Auto GP a Estoril ELMS a Estoril GT Open a Montmelò F.3 Open a Montmelò F.4 Italia a Montmelò F.Renault NEC Junior a Zandvoort Formula E a Putrajava Nascar a Talladega Italiano WRC Como 26 ottobre Mondiale Rally in Spagna Moto GP a Sepang WTCC a Suzuka Nascar a Martinsville V8 Supercars a Surfers Paradise GT Italia a Monza CITE a Monza Clio Cup a Vallelunga Coppa Italia a Vallelunga RS Cup a Vallelunga F.Junior a Franciacorta Europeo Rally in Svizzera 9 novembre F.1 a San Paolo Super Formula a Suzuka Moto GP a Valencia Nascar a Phoenix F.Junior a Varano Europeo Rally in Corsica 16 novembre Mondiale Rally in Gran Bretagna WEC ad Al Sakhir Super GT a Motegi WTCC a Macao F.3 a Macao Nascar a Miami V8 Supercars a Phillip Island Stock Car Brazil a Brasilia 23 novembre F.1 a Yas Marina GP2 a Yas Marina GP3 a Yas Marina Finali Mondiali Trofeo Lambo a Sepang 30 novembre WEC a San Paolo 7 dicembre V8 Supercars a Sidney 13 dicembre Formula E a Punta del Este 10 gennaio 2015 Formula E a Buenos Aires 79 Una nuova avventura ci aspetta! Per tutto lo scorso anno Cuore nelle Corse, la nostra rubrica di cultura e passione sportiva curata in collaborazione da Italiaracing e dall’ing Andrea Toso della Dallara, ci ha tenuto compagnia esplorando l’articolatissimo e affascinante mondo del motorsport in tutti i suoi aspetti. Da questo numero Cuore nelle Corse torna sotto forma di appuntamento per tutti coloro che hanno una curiosità, un dubbio, un ricordo, una proposta da sottoporre e condividere all’ingegner Toso e alla comunità dei lettori di Italiaracing. Con questo nuovo formato ci proponiamo di essere multimediali e interattivi, sterzando con agilità fra le pagine del nostro Magazine e la rete di internet e dei social network, e vi invitiamo quindi a visitare i nostri account Twitter e Facebook e ad inviare le vostre domande e le vostre proposte all’indirizzo mail [email protected]