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REGIONE TOSCANA COMUNE DI SAN MINIATO (Provincia di Pisa) SECONDO REGOLAMENTO URBANISTICO E VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE AI SENSI DELLA L.R.T. 1/05 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) RAPPORTO AMBIENTE E DI SINTESI Il Responsabile e Referente dell’incarico Dott. Geol. Fabio Mezzetti Chiaromondo Soc. coop. Via Vittorio Alfieri n. 5 Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) email: [email protected] Novembre 2013 INDICE pagina 1 INTRODUZIONE 2 AREE TEMATICHE AMBIENTALI 2.1 ACQUA 2.1.1 Qualità delle acque superficiali (S) 2.1.2 Qualità delle acque sotterranee (S) 2.1.3 Disponibilità di risorse idriche (S) 2.1.4 Consumi e Prelievi idrici (P) 2.1.5 La rete acquedottistica (R) 2.1.6 La rete fognaria (R) 2.1.7 La depurazione (R) 2.1.8 Elementi di criticità 2.2 ARIA 2.2.1 Meteorologia (S) 2.2.2 Qualità dell’aria-monitoraggio chimico (S) 2.2.3 Qualità dell’aria-monitoraggio biologico (S) 2.2.4 Emissioni in atmosfera (P) 2.2.5 Monitoraggio dell’inquinamento atmosferico (R) 2.2.6 Elementi di criticità 2.3 SUOLO E SOTTOSUOLO 2.3.1 Pericolosità geomorfologica (S) 2.3.2 Pericolosità sismica (S) 2.3.3 Pericolosità idraulica (S) 2.3.4 Vulnerabilità idrogeologica (S) 2.3.5 Uso del suolo (S) 2.3.6 Attività estrattive (P) 2.3.7 Livelli di contaminazione dei terreni (P) 2.3.8 Siti inquinati - da bonificare (P) 2.3.9 Bonifica dei siti inquinati (R) 2.3.10 Elementi di criticità 2.4 PAESAGGIO E NATURA 2.4.1 Paesaggio (S) 2.4.2 Flora e fauna (S) 2.4.3 Superficie percorsa da incendi (P) 2.4.4 Le aree protette (R) 2.4.5 La difesa della fauna (R) 2.4.6 Elementi di criticità 2.5 ENERGIA 2.5.1 Consumi energetici (P) 2.5.2 La rete elettrica (R) 2.5.3 Impianti fotovoltaici (R) 2.5.4 Elementi di criticità 2.6 RIFIUTI 2.6.1 Produzione di rifiuti urbani (P) e raccolta differenziata (R) 2.6.2 Produzione di rifiuti speciali (P) 2.6.3 Gestione dei rifiuti urbani (R) 2.6.4 Gestione dei rifiuti speciali (R) 2.6.5 Elementi di criticità 2.7 RUMORE 2.7.1 Superamento dei limiti di esposizione al rumore (S) 2.7.2 Zonizzazione acustica (R) 2.7.3 Elementi di criticità 01 02 02 02 11 18 23 28 30 33 35 37 37 40 58 60 64 65 66 66 69 71 74 75 77 83 83 85 87 88 88 90 93 94 97 98 98 98 103 104 105 105 105 109 112 112 114 115 115 117 119 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 pagina 2.8 INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO 2.8.1 Sorgenti di inquinamento elettromagnetico (P) 2.8.2 Monitoraggio e controllo dell’inquinamento elettromagnetico (R) 2.8.3 Elementi di criticità 2.9 MOBILITA’ E TRASPORTI 2.9.1 Infrastrutture di trasporto (P) 2.9.2 Veicoli circolanti (P) 2.9.3 Elementi di criticità 2.10 SISTEMA ECONOMICO 2.10.1 Attività produttive (P) 2.10.2 Elementi di criticità 2.11 SISTEMA SOCIO-INSEDIATIVO 2.11.1 Popolazione (S/P) 2.11.2 Elementi di criticità 2.12 STATO DI SALUTE 2.12.1 Mortalità (S/P) 2.12.2 Morbosità (S/P) 2.12.3 Elementi di criticità 3 CONDIZIONI DI FRAGILITÀ AMBIENTALE 120 120 122 124 124 124 127 129 129 129 131 131 131 134 134 134 139 142 142 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 1 INTRODUZIONE Il presente rapporto redatto a supporto del secondo Regolamento Urbanistico e della Variante generale al Piano Strutturale del Comune di San Miniato (PI), aggiorna il quadro conoscitivo per gli aspetti ambientali rispetto a quanto allestito per la formazione del vigente Piano Strutturale 2005 e del successivo primo Regolamento Urbanistico 2008 ed è conseguente al Documento preliminare per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del nuovo strumento urbanistico redatto nel Maggio 2013. La valutazione dello stato attuale dell’ambiente è stata eseguita, ai sensi della L.R. 1/2005 e della L.R. 10/2010 e successive modificazioni, attraverso l’analisi delle risorse essenziali del territorio che consente di definire un quadro di conoscenze dei sistemi ambientali indispensabile per la programmazione delle scelte urbanistiche, in funzione del mantenimento e/o dell’incremento della qualità ambientale. Nelle aree individuate come caratterizzate da condizioni di fragilità, la trasformabilità del territorio risulta condizionata dalla realizzazione di interventi volti ad evitare, ridurre o compensare incrementi di criticità; anche in assenza di trasformazioni sono da prevedere interventi di risanamento delle condizioni critiche e/o dei deficit esistenti in tali aree. Le principali fonti dei dati disponibili che sono stati utilizzati per questo aggiornamento sono riferibili a: ISTAT, ATO 2, Regione Toscana e ARPAT, IRPET, ISPRA, ASL n.11 Empoli, Provincia di Pisa, Autorità di Bacino del F.Arno, Agenzia Energetica della Provincia di Pisa, ACQUE s.p.a, ENEL ed ENELGAS, GEOFOR s.p.a.. Lo stato dell’ambiente viene analizzato utilizzando i cosiddetti “indicatori ambientali” classificati secondo il modello concettuale più consolidato in letteratura (DPSIR) come indicatori di Determinanti (D), di Stato (S), di Pressione (P), di Impatto (I) e di Risposta (R) che consentono la definizione delle condizioni di fragilità comunale attraverso un’analisi della qualità e della disponibilità di risorse ambientali, dei fenomeni di inquinamento e di degrado, dei fattori di sviluppo. Le aree tematiche considerate sono: acqua, aria, suolo e sottosuolo, paesaggio e natura, energia, rifiuti, rumore, inquinamento elettromagnetico, mobilità e trasporti, sistema economico, sistema socio-insediativo, stato di salute; per ogni area tematica sono delineate le evidenze e le problematiche rilevate attraverso l’analisi degli indicatori ritenuti più significativi, segnalando le eventuali difficoltà incontrate come l’assenza o la indisponibilità dei dati, nonché le considerazioni circa gli obiettivi ambientali auspicabili. 1 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 2 AREE TEMATICHE AMBIENTALI 2.1 ACQUA 2.1.1 Qualità delle acque superficiali (S) I principali corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale di San Miniato sono il fiume Arno ed i suoi quattro affluenti di sinistra: il fiume Elsa (al confine orientale), il torrente Egola, il torrente Vaghera ed il torrente Chiecina (al confine occidentale); solo i primi due affluenti confluiscono in Arno in territorio comunale sanminiatese mentre gli altri due si immettono in Arno più a valle in territorio comunale di Montopoli in Val d’Arno. Questi cinque corsi d’acqua principali suddividono il territorio comunale nei rispettivi bacini idrografici che a loro volta racchiudono numerosi sottobacini relativi ai vari corsi d’acqua minori che originandosi dai rilievi collinari si dirigono, lungo i versanti e seguendo varie ramificazioni, verso i fondovalle intracollinari per poi proseguire verso nord fino ad immettersi nel fiume Arno. Nella seguente Fig.1 sono evidenziati i corsi d’acqua principali, alcuni dei corsi d’acqua secondari ed il reticolo di scolo delle acque basse nei fondovalle. Fig.1 Idrografia principale e di scolo no e Ar Fium m Fiu e sa El ia Doga Rio a ari M ta an iS od Ri lom to ar nB Sa o Ri gola Torrente E Rio E n zi Ri o Bra ma sol e go la ia ca olo o Ri s Pe le la d gi afag To r re nte E hio Vec c Santo Rio Ri o Pi le rn Ri o o En zino C Rio Rio di M ontar co ne Torrente Vaghera eo Il Botro To rre nte Ch ie cin a Rio di San Maiano sante Rio del Pae I corsi d’acqua secondari che interessano il territorio comunale, come detto, sono molti, riportiamo quindi di seguito un elenco alfabetico di quelli più significativi: Rio Arnino, Rio di Bacoli, Rio di Barbinaia, Rio Bassi, Rio Brama Sole, Il Botro, Rio di Bucciano, Rio Cafaggiolo, Rio di Canovico, Rio di Capitroni, Rio Carigana, Rio di Carporeto, Rio Cava Sonno, Rio Cerreto, Rio Daino, Rio di Dogaja, Torrente Enzi, Rio Enzino, Rio di Gabbiano, Rio Gargozzi, Rio di Macone, Rio Maremmana, Rio di Montarcone, Rio di Noceto,Torrente Orlo, Rio del Palagio, Rio del Paesante, Botro di Pellicciano, Rio della Pescaia, Rio Pilerno, Rio di Pinocchio, Rio di Pinocchietto, Rio del Prataccio, Rio di Regli, Fosso Riale, Rio di Riosoli, Rio di San Bartolomeo, Rio di San Maiano, Rio di Sambuca, Rio di Santa Maria, Rio Santo Vecchio, Rio della Valle Nella seguente Fig.2 sono evidenziati i cinque bacini dei principali corsi d’acqua Arno, Elsa, Egola, Chiecina, Vaghera ed i rispettivi sottobacini; inoltre, con diversa colorazione, viene indicato il reticolo idrografico di gestione (ai sensi della LR 79/2012) e quello non gestito, oltre alla individuazione dei tratti dei corsi d’acqua che risultano tombati. I dati disponibili per i principali corsi d’acqua sono quelli relativi al Fiume Arno (che contribuisce alla ricarica delle acque sotterranee nella porzione settentrionale del Comune con apporti idrici di subalveo), al Fiume Elsa ed al Torrente Egola. 2 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.2 Bacini sottobacini e reticolo idrografico LE GEN DA Reticolo Idrografico (non gestito) Reticolo di gestione (LR 79/2012) Tratti tombati Arno Elsa Egola Vaghera Chiecina L’Arno entra nella provincia di Pisa alla sua confluenza con il Fiume Elsa e percorre un tratto nel sottobacino denominato Valdarno Inferiore coprendo gli ultimi 60 Km dell'asta fluviale prima dello sbocco in mare. Dopo Fucecchio riceve, sulla sinistra idrografica, le acque del Torrente Egola nel quale confluiscono gli scarichi civili non depurati di alcune frazioni dell'Alta Val d'Egola. Nei pressi di Castelfranco di Sotto riceve in riva sinistra, attraverso il Rio Malucco, gli scarichi depurati dell'impianto centralizzato "Cuoiodepur" e, poco più a valle dopo la confluenza con il torrente Vaghera, riceve quelli del depuratore civile di Capanne di Montopoli attraverso il torrente Chiecina. Scendendo a valle si ha la confluenza del Canale Usciana che raccoglie gli scarichi civili della Val di Nievole, di Pescia, del depuratore centralizzato dell'industria cartaria di Veneri, nonché gli scarichi depurati degli impianti centralizzati del Consorzio Conciatori di Fucecchio e di Aquarno (Consorzio Conciatori di Santa Croce sull’Arno e di Castelfranco di Sotto). Il D.Lgs. n.152/06 e le successive modifiche apportate dal D.Lgs. n.205/10, hanno definito i parametri standard necessari per esprimere la qualità ambientale complessiva delle risorse idriche superficiali, attraverso i quali è possibile costruire gli indici sintetici di stato qualitativo ecologico ed ambientale: il SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua) ed il SACA (Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua). Per la costruzione dell’indice SECA è necessario disporre dei valori dell’Indice Biotico Esteso (IBE) che mostra il grado del danno ecologico, valutato attraverso lo studio delle comunità di macroinvertebrati, e del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM). Quest’ultimo si basa sulla concentrazione di sette parametri “macrodescrittori” indicati dal D.Lgs. n.152/06 che sono: ossigeno disciolto, BOD5, COD, azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale ed Escherichia Coli e calcolando il 75° percentile dei valori ottenuti mensilmente; tali risultati consentono di fornire sufficienti informazioni sulla qualità del corso d’acqua anche relativamente all’inquinamento di tipo civile e industriale. La classificazione dello stato ecologico viene effettuata incrociando il dato risultante dai macrodescrittori (LIM) con il risultato dell’IBE, attribuendo alla sezione in esame o al tratto da essa rappresentato il risultato peggiore di quelli delle valutazioni relative ad IBE e macrodescrittori (vedi Fig.3). 3 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.3 Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) La costruzione dell’indice SACA (vedi Fig.4) si basa sulla determinazione dei valori relativi ad un elenco di sostanze pericolose presenti nelle acque aggiornato con le modifiche al D.Lgs. n.152/06; nel contesto del bacino dell’Arno, sulla base delle risultanze della valutazione delle pressioni gravanti sul fiume, si fa riferimento alle concentrazioni rilevate di metalli pesanti come arsenico, cadmio, cromo totale, mercurio, nichel, piombo, i cui valori limite sono riportati in tabella 1/A, Allegato 1, parte terza del D.Lgs n.152/06. Fig.4 Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) I controlli per questo tratto dell’Arno vengono eseguiti con frequenza mensile nelle stazioni più vicine a San Miniato che sono quella presso il ponte di Fucecchio e quella presso il ponte di Calcinaia (più a valle), rispettivamente identificate dal SIRA (Sistema Informativo Regionale Ambientale dell’ARPAT) come stazioni di monitoraggio acque superficiali interne MAS-109 e MAS110; per il Fiume Elsa la stazione di controllo di riferimento è quella denominata MAS-135 ubicata subito a monte della confluenza in Arno nella frazione di Isola, mentre per il torrente Egola la stazione più vicina risultava quella della presa di Rodilosso Latino nel Comune di Montaione denominata MAS-136 fino al 2011, anno in cui sono divenuti disponibili i dati della stazione MAS542 posta nella frazione di Balconevisi. Nella Fig.5 è riportata l’ubicazione delle stazioni di misura presenti sul territorio sanminiatese. Fig.5 Stazioni di monitoraggio acque superficiali interne (MAS) o e Arn Fium um Fi e sa El te ren Tor a ol Eg To rre nt e Ch ie c in a 4 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 I dati del fiume Arno, del fiume Elsa e del torrente Egola nelle stazioni sopra citate, sono stati utilizzati per la classificazione della qualità delle acque; come risulta dalla seguente tabella è stato possibile valutare il livello di inquinamento da macrodescrittori (indice LIM) per il periodo di monitoraggio considerato dal 1995 al 2009, mentre solo dall’anno 2002 sono disponibili maggiori dati per la valutazione anche dello stato ecologico del corso d’acqua (in virtù della disponibilità del dato IBE) e dello stato ambientale. Si riporta quindi in Fig.6 la tabella contenente gli indici, calcolati secondo i criteri del D.Lgs. n.152/06, relativi alle campagne di monitoraggio eseguite negli anni dal 1995 al 2009 nelle stazioni di Fucecchio e Calcinaia per l’Arno, di Isola per l’Elsa e di Montaione per l’Egola: Fig.6 Indici sintetici per il fiume Arno relativi alle campagne di monitoraggio 1995-2009 Stazione 1995 1996 MAS-109 1997 1998 1999 2000 2001 2002 4 LIM 3 LIM 4 LIM 3 LIM 4 LIM 3 LIM F.ARNO 5 IBE 4 IBE Ponte di 5 SECA 4 SECA Fucecchio pessimo SACA scadente SACA MAS-110 4 LIM 4 LIM 4 LIM F.ARNO 3 LIM 4 LIM 4 LIM 4 LIM 4 LIM 5 IBE 3 IBE Ponte di 5 SECA 4 SECA Calcinaia pessimo SACA scadente SACA MAS-135 3 LIM 3 LIM F.ELSA A monte 4 SECA 4 SECA confluenza in Arno (Isola) scadente SACA scadente SACA MAS-136 2 LIM 2 LIM Presa di 2 SECA 2 SECA Rodilosso a Montaione buono SACA buono SACA T.EGOLA Stazione 2003 2004 2005 2006 2007 2008 MAS-109 4 LIM 3 LIM 3 LIM 3 LIM 3 LIM 4 LIM F.ARNO 5 IBE 2 IBE 3/4 IBE 4/5 IBE 4 IBE 2 IBE Ponte di 4 SECA 5 SECA 4/5 SECA 4 SECA 4 SECA 4 SECA 3 LIM 4 LIM 4/5 IBE 5 IBE 4 SECA 4 SECA Fucecchio 4 IBE pessimo SACA* o MAS-110 3 LIM 3 LIM 3 LIM F.ARNO 5 IBE 6 IBE 5/6 IBE Ponte di 4 SECA 3 SECA 3 SECA 5 IBE 5 IBE scadente SACA* Calcinaia MAS-135 2009 3 LIM 3 LIM 3 LIM 3 LIM 4 SECA 4 SECA 4 SECA 4 SECA 2 LIM 3 LIM 3 LIM 2 LIM 2 LIM 2 LIM 2 SECA 3 SECA 3 SECA 2 SECA 2 SECA 2 SECA F.ELSA A monte confluenza in Arno (Isola) MAS-136 T.EGOLA Presa di Rodilosso a Montaione (*) media del periodo 2003-2006 5 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nella stazione di campionamento di Fucecchio, il fiume Arno risulta, per tutto il periodo di tempo considerato, caratterizzato da una qualità delle acque da scadente (indice SECA e SACA in classe 4) a pessima (indice SECA e SACA in classe 5) ed anche nella stazione di Calcinaia, più a valle, l’andamento risulta analogo a quello di Fucecchio con una qualità delle acque ancora da scadente a pessima. Nella stazione di Calcinaia però, gli indici di stato ecologico ed ambientale sono risultati meno negativi di quelli a Fucecchio, specie negli anni 2004 e 2005 dove l’indice SECA ha raggiunto la classe 3 di qualità. Secondo il D.Lgs. n.152/06 il tratto del fiume Arno, compreso nel territorio in esame, è quindi da considerare di qualità scadente. Nella stazione di campionamento di Isola, il fiume Elsa risulta caratterizzato, per l’intero periodo considerato, da una qualità delle acque scadente (indice SECA in classe 4), mentre nella stazione di campionamento di Montaione, il tratto di monte del torrente Egola risulta caratterizzato da una qualità delle acque da buona (indice SECA in classe 2) a sufficiente (indice SECA in classe 3). Di recente sono stati resi noti da Arpat i risultati del monitoraggio delle acque superficiali interne per il periodo 2010-2012 con l’elaborazione, ai sensi del DM 260/2010, degli indici dello stato ecologico e dello stato chimico dei corsi d’acqua. Lo stato ecologico è stato elaborato dai risultati ottenuti per degli elementi di qualità biologica (macroinvertebrati bentonici e diatomee), il LimECO e gli inquinanti chimici di tab.1B del suddetto decreto; lo stato chimico è stato elaborato dai risultati ottenuti per le sostanze prioritarie e pericolose della tab.1A sempre dello stesso decreto. Nel 2010 sono stati monitorati soltanto i corpi idrici cosiddetti “probabilmente a rischio” sui quali l’analisi del rischio non era stata definitiva; i risultati hanno permesso di classificare tali corpi idrici, assegnando loro un monitoraggio di operativo o di sorveglianza. Nel 2011 è iniziato, e proseguito nel 2012, il monitoraggio operativo sui corpi idrici “a rischio” e il monitoraggio di sorveglianza sui corpi idrici “non a rischio” seguendo le frequenze di campionamento indicate dalla norma per l’anno e per il triennio di monitoraggio. Nel corso del triennio poi la rete di monitoraggio ha subito alcune variazioni soprattutto per accorpamento di più corpi idrici. Nelle tabelle di Figg.7 e 8 è indicato lo stato ecologico e lo stato chimico del F.Arno, F.Elsa e T.Egola per i singoli anni di monitoraggio e quello complessivo risultante dal peggiore stato nei tre anni. Fig.7 Stato di qualità ecologica nel triennio 2010-2012 Fig.8 Stato chimico nel triennio 2010-2012 6 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Di seguito si riporta lo schema delle principali sostanze prioritarie e pericolose (tab. 1/A) che nel 2011 e 2012 nei fiumi e torrenti, hanno determinano lo stato chimico non buono; per il territorio sanminiatese i dati si riferiscono al F.Arno. Fig.9 Sostanze pericolose rilevate nel triennio 2010-2012 Il mercurio (Hg) si conferma l’elemento che più diffusamente determina superamenti di soglia nel triennio di misure e una conseguente classificazione di stato chimico non buono. Per questa sostanza non si esclude anche un apporto di origine naturale, oggetto di uno specifico approfondimento in corso. Per quanto riguarda il tributilstagno (TBT) si sono avuti superamenti di soglia in un numero di stazioni minore; il TBT è prodotto antimuffa un tempo presente in numerosi preparati ed oggi non più utilizzato. Per questa sostanza va precisato che i metodi disponibili non raggiungono sensibilità adeguate per cui i superamenti registrati nel triennio rappresentano un dato sicuramente sotto stimato. I risultati del monitoraggio Arpat nel triennio 2010-2012 sono riassunti nelle seguenti tabelle esplicative dello stato di qualità ecologico e chimico dei tre corsi d’acqua principali interessanti il territorio comunale di San Miniato. Fig.10 Stato di qualità F.Arno - risultati del monitoraggio nel triennio 2010-2012 Lungo l’asta del fiume Arno si rileva uno stato ecologico scarso e cattivo; il tratto più a monte, Casentinese in monitoraggio nel 2011, ha restituito uno stato sufficiente, mentre il secondo tratto del Valdarno inferiore monitorato nel 2011 ha restituito uno stato cattivo. Diffusi superamenti dei valori soglia per mercurio in vari tratti dell’Arno e anche di TBT nel Valdarno superiore e fiorentino. Fig.11 Stato di qualità F.Elsa - risultati del monitoraggio nel triennio 2010-2012 Nessun tratta dell’Elsa raggiunge obiettivo di qualità come del resto anche gli altri corsi d’acqua. 7 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Il sottobacino dell’Elsa riporta una qualità ecologico scadente, soprattutto dovuta alla comunità di macroinvertebrati; lo stato chimico risulta buono. Fig.12 Stato di qualità T.Egola - risultati del monitoraggio nel triennio 2010-2012 Lo stato di qualità, sia ecologico che chimico è buono nel tratto Egola a valle; mentre la stazione di Rodilosso non è stata campionata per cause legate alla siccità e relativa scarsità di acqua per eseguire i campionamenti biologici. Si riportano infine di seguito in Fig.13 alcune delle ultime analisi disponibili dalla banca dati SIRA (Sistema Informativo Regionale Ambientale) della Toscana per quanto riguarda le stazioni di monitoraggio delle acque superficiali interne interessanti il territorio comunale e relative al F.Arno (MAS-109), al F.Elsa (MAS-135) ed al T.Egola (MAS-542). Fig.13 Risultati analisi acque F.Arno - F.Elsa - T.Egola (stazioni MAS) PARAMETRO OSSIGENO DISCIOLTO - mg/L O2 OSSIGENO DISCIOLTO TASSO SATURAZIONE - % TEMPERATURA DELL' ACQUA - °C pH - unità pH CONDUCIBILITA' ELETTRICA A 25°C - μS/cm SOLIDI SOSPESI TOTALI - mg/L CLORURI - mg/L AZOTO NITRICO - mg/L N CALCIO - mg/L DUREZZA - mg/L CaCO3 FOSFORO TOTALE - mg/L AZOTO NITROSO (COME N) - mg/L AZOTO TOTALE (COME N) - mg/L RICHIESTA BIOCHIMICA DI OSSIGENO (BOD5) - mg/L ORTOFOSFATI SOLUBILI (COME P) - mg/L RICHIESTA CHIMICA DI OSSIGENO (COD) - mg/L AZOTO AMMONIACALE (COME N) - mg/L ALCALINITA' - mg/L NICHEL - μg/L Ni ARSENICO - μg/L CROMO - μg/L PIOMBO - μg/L F.Arno MAS-109 04/09/2013 6.5 77.5 24.8 8.3 784 26 94.5 (27/2/12) 2.5 79.9 318 (27/2/12) 0.39 0.093 3.4 5 0.23 28 0.34 292 4.5 1.7 <1 <2 F.Elsa MAS-135 16/05/2012 8,5 95,5 21 8,2 1478 63 84.7 (11/7/11) 1,4 207,1 734 0,2 0.13 2.5 2.2 0.039 15 <0.04 336 3.4 (14/09/11) 2.1 (14/09/11) < 1 (14/09/11) 1.6 (14/09/11) T.Egola MAS-542 05/11/2012 8.4 87.3 16.2 8.4 1018 39 57.4 1.1 126.4 455 0.13 0.11 2.8 1.2 0.061 22 0.54 299 1.1 (17/10/11) < 1 (17/10/11) 2.9 (17/10/11) < 1 (17/10/11) 8 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Il Centro Funzionale Regionale provvede, oltre alla realizzazione di una copertura omogenea delle reti meteo-idropluviometriche di monitoraggio, al collegamento ed all'interconnessione di tutte le componenti dei vari sistemi di monitoraggio censiti, oltre all'ottimizzazione delle funzionalità e della diffusione dei dati e il potenziamento dei centri esistenti ed operativi. Il compito della rete dei Centri Funzionali ai sensi della DPCM 27/02/2004 è quello di far confluire, concentrare ed integrare tra loro: -i dati qualitativi e quantitativi rilevati dalle reti meteoidro-pluviometriche, dalla rete radarmeteorologica nazionale, dalle diverse piattaforme satellitari disponibili per l'osservazione della terra; - i dati territoriali idrologici, geologici, geomorfologici e quelli derivanti dai sistemi di monitoraggio delle frane; - le modellazioni meteorologiche, idrologiche, idrogeologiche ed idrauliche. La finalità di tale compito è di fornire un servizio continuativo per tutti i giorni dell'anno e, se del caso, su tutto l'arco delle 24 ore giornaliere che sia di supporto alle decisioni delle autorità competenti per le allerte e per la gestione dell'emergenza, nonché assolva alle necessità operative dei sistemi di protezione civile. Il servizio svolto dalle rete dei Centri Funzionali comprende anche la gestione della rete di rilevamento dati in tempo reale ed in tempo differito, afferente il proprio territorio, così come la realizzazione degli adeguamenti e degli ampliamenti necessari nonché la raccolta, concentrazione, elaborazione, archiviazione e validazione dei dati rilevati. Per assolvere a quest'ultimi compiti il Centro Funzionale della Regione Toscana, ha provveduto ad integrare la rete di monitoraggio in diretta gestione del Settore "Servizio Idrologico Regionale", con le stazioni automatiche agro-meteorologiche ex-Arsia, per un totale di oltre 450 stazioni di monitoraggio meteo-idrologiche. Il territorio comunale di San Miniato è direttamente interessato da 3 di queste stazioni automatiche di monitoraggio meteo-idropluviometrico ed in particolare dalla: - Stazione autom. TOS01001491 • San Miniato (Cimitero), posta ad una quota di 102 m su lmm e dotata di sensori quali Igrometro - Pluviometro - Termometro; - Stazione autom. OS01005005 • Fornacino, posta ad una quota di 45.9 m su lmm e dotata di sensori quali Idrometro (torrente Egola) - Pluviometro; - Stazione autom. TOS19000071 • Cerreto Guidi1, posta ad una quota di 70 m su lmm e dotata di sensori quali Anemometro - Igrometro - Pluviometro - Termometro. Riportiamo nella seguente Fig.14 l’ubicazione delle suddette stazioni automatiche di monitoraggio meteo-idropluviometrico gestite dal Servizio Idrologico Regionale ed in Fig.15 un esempio dei report acquisiti in riferimento alle portate idrometriche medie giornaliere del torrente Egola registrate presso la stazione di Fornacino per l’anno 2012. Fig.14 Stazioni di monitoraggio del Servizio Idrologico Regionale 9 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.15 Stazione Fornacino portate idrometriche T. Egola anno 2012 Su una piccola porzione del territorio comunale di San Miniato, al confine sud occidentale con i comuni di Montopoli e Palaia, vige una Concessione Mineraria, rilasciata con D.R.T. n.1060 del 03.03.1997, dell’acqua Tesorino per lo sfruttamento e l’imbottigliamento dell’acqua emunta da sorgenti e pozzi dalla società Tesorino s.p.a. L’area in concessione si estende per circa 325 ettari prevalentemente sul territorio comunale di Montopoli in Val d’Arno ma interessa, in parte, anche quelli di San Miniato e Palaia. Nella seguente Fig.16 è riportato il perimetro dell’area di concessione mineraria, quello della zona di rispetto ai sensi dell’art.31 della L.R. 86/94 e quello della zona di protezione ambientale ai sensi dell’art.32 della L.R. 86/94 (per quest’ultima è stata avanzata una proposta di ridelimitazione ancora in istruttoria), oltre all’ubicazione della sorgente e dei pozzi di prelievo. Fig.16 Sorgente Tesorino MONTOPOLI SAN MINIATO PALAIA 10 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 2.1.2 Qualità delle acque sotterranee (S) Nel territorio comunale di San Miniato sono presenti tre principali falde acquifere in pressione ed una falda freatica superficiale con caratteristiche idrochimiche scadenti. Le falde sfruttate sono quelle in pressione che sono così schematizzate: 1) Il complesso acquifero dell’Arno, individuato da depositi alluvionali recenti e da depositi lagunari e fluvio lacustri, risulta in gran parte libero e talora semiconfinato superficialmente; tale complesso risulta alimentato da una ricarica indiretta esercitata dalle unità plio-pleistoceniche dell’area collinare che si immergono al di sotto dei depositi della pianura. Il PTC individua questa falda come Sistema acquifero semiconfinato A1 ed è il più superficiale essendo localizzato tra i 25 e 40 metri dal piano di campagna; dal punto di vista litologico è costituito principalmente da sabbie e ghiaie. 2) Il complesso acquifero di San Miniato, rappresentato da orizzonti permeabili, viene individuato dal PTC come Sistema acquifero confinato A2 ed è situato tra i 70 e 80 metri di profondità dal piano di campagna; presenta le stesse caratteristiche litologiche (sabbie e ghiaie) dell’acquifero A1. 3) Il complesso acquifero di Montaione, rappresentato da sabbie interposte fra le soprastanti argille azzurre, viene individuato dal PTC come Sistema acquifero pliocenico A3. E’ il più profondo essendo localizzato ad oltre 100 metri dal piano di campagna ed è caratterizzato da una litologia prevalentemente sabbiosa. Le tre falde sono separate da depositi argillosi impermeabili e limo-argillosi scarsamente permeabili e vengono alimentate presumibilmente dalle zone limitrofe alla pianura dell’Arno dove affiorano formazioni sabbioso-conglomeratiche; inoltre l’acquifero A1 è in parte alimentato dall’acqua di sub-alveo del fiume Arno. I risultati analitici sui tre acquiferi mettono in evidenza caratteristiche chimico - fisiche sostanzialmente omogenee; questa situazione può essere dovuta al fatto che le eccessive perforazioni hanno messo in comunicazione le tre falde. All’inizio degli anni Ottanta (’79 – ‘81), quando sono stati abbandonati i vecchi pozzi diventati poco produttivi a causa dell’abbassamento dei livelli piezometrici, la ricerca di nuove risorse idriche più profonde è stata realizzata attraverso perforazioni eseguite in modo non corretto. Tali perforazioni hanno prodotto due conseguenze: - la creazione di vie di comunicazione fra i diversi orizzonti di acqua sotterranea; - maggiori condizioni di vulnerabilità per l’acquifero più superficiale dovute alla migrazione di sostanze inquinanti dalla superficie. Nella zona del comprensorio del cuoio, che comprende la frazione di Ponte a Egola, dal 1980 i pozzi più vecchi sono stati progressivamente dismessi; nonostante l’eliminazione della potenziale causa dell’inquinamento, il processo di autodepurazione appare non del tutto completato. Va inoltre ricordato che la depressione piezometrica provocata dagli eccessivi emungimenti degli acquiferi può richiamare e concentrare nell’area le sostanze inquinanti. Nella seguente Fig.17 sono individuati i corpi idrici sotterranei, delimitati a livello regionale, interessanti il territorio comunale di San Miniato e relativi al bacino dell’Arno; in particolare l’“acquifero del valdarno inferiore - zona santa croce” che comprende la pianura alluvionale dell’Arno ed il fondovalle del torrente Egola e l’”acquifero dell’Elsa” che interessa il fondovalle dell’omonimo corso d’acqua. E’ inoltre evidenziato l’“acquifero del valdarno inferiore - zona empoli” più ad est. Sulla stessa figura sono riportate anche le stazioni (MAT) di monitoraggio dell’ARPAT del rispettivo corpo idrico sotterraneo (per San Miniato è presente una sola stazione la MAT-P317 nella zona di Ponte a Egola) ed i punti di controllo ARPAT delle acque sotterranee distinti per i tipi di falda interessata. Le analisi disponibili delle acque eseguite dall’ARPAT sui pozzi individuati come stazioni di monitoraggio nel territorio sanminiatese e nei suoi immediati dintorni, sono tutte relative all’“acquifero del valdarno inferiore - zona santa croce” ed in particolare si riferiscono alla stazione MAT-P317 di Ponte a Egola (pozzo Organazoto relativo alla prima falda), alla stazione MAT-P316 di San Romano (pozzo Bottai relativo alla seconda falda) ed alla stazione MAT-P049 di Cerreto Guidi (pozzo 1 Ter Bassa destinato al consumo umano). I risultati di alcuni parametri chimico fisici significativi di queste acque sotterranee sono riportati nella seguente tabella di Fig.18 per un arco temporale che va dal 2002 al 2013. 11 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.17 Stazioni di monitoraggio acque sotterranee (MAT) LEGENDA Corpi idrici ARPAT: acquifero del valdarno inferiore – zona santa croce (Bacino Arno) Corpi idrici ARPAT: acquifero del valdarno inferiore – zona empoli (Bacino Arno) Corpi idrici ARPAT: acquifero dell’Elsa (Bacino Arno) Punto di controllo ARPAT di acque destinate al consumo umano (CUM) Stazione di monitoraggio ARPAT di acquiferi sotterranei (MAT) Punto di controllo ARPAT di acque relative alla prima falda artesiana Punto di controllo ARPAT di acque relative alla seconda falda artesiana MAT-P049 = pozzo 1 Ter Bassa in loc. Cerreto Guidi MAT-P316 = pozzo Bottai P. in loc. San Romano (prof.100 m) MAT-P317 = pozzo Organazoto in loc. Ponte a Egola (prof.50 m) Fig.18 Analisi chimico fisiche acque sotterranee (stazioni MAT) STAZIONE V.L CORPO CLORURI ANNO IDRICO (mg/l) CONDUCI IONE MANGA ARSE MERCU FERRO SOLFATI NITRATI NICHEL ZINCO BORO BILITA' AMMONIO NESE NICO RIO (mg/l) (mg/l) (mg/l) (ug/l) (ug/l) (ug/l) (uS/cm20°C) (mg/l) (mg/l) (ug/l) (ug/l) 250 2500 0,2 0,5 0,05 250 50 MATP317 1afalda 2002 98,9 1187 0,38 <0,1 MATP317 1afalda 2003 73,6 1105 2,41 <0,1 MATP317 1afalda 2004 95,3 1363,5 8,59 MATP317 1afalda 2005 87,5 1404,5 MATP317 1afalda 2006 95 MATP317 1afalda 2007 99 MATP317 1afalda 2008 10 1 20 3000 <5 119 1000 0,03 143,1 <0,1 0,11 132,75 0,65 <3 <0,07 2,65 352,95 <0,1 0,16 180,8 0,1 1,1 <0,1 1,45 47,1 2,06 <0,06 0,03 188,5 0,55 <1 <1 <1 116 1330 0,39 <0,06 0,07 194 <1 1357 2,50 <0,06 0,05 201 <2 <1 97 1392 0,58 0,16 0,06 198 <2 <1 1,3 95,6 MATP317 1afalda 2009 108 1393 1,51 0,6 0,06 209 <2 <1 1,4 35 90 MATP317 1afalda 2010 111 1392 0,3 233 <0,5 <1 <0,1 <1 1339 60 MATP317 1afalda 2011 104 1439 2,63 0,4 0,06 203 <1 <1 <0,1 <1 113 110 MATP317 1afalda 2012 103 1411 2,56 0,5 0,05 184,1 <1 <1 <0,1 <1 100 MATP317 1afalda 2013 105 1420 4,15 0,45 0,07 186,8 <1 <1 <0,1 1 90 MATP316 2afalda 2002 52,6 863 <0,01 <0,1 <0,01 78,2 2,5 <5 71 MATP316 2afalda 2003 25,4 408 <0,01 <0,1 <0,02 25,3 1,5 <5 0,1 <4,3 63,2 MATP316 2afalda 2004 48,6 866,5 0,24 <0,1 0,10 53,8 1,7 <1 0,3 2,15 221,4 12 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 MATP316 2afalda 2005 36 853 <0,02 <0,06 <0,01 40 <1 1,1 <0,1 <1 67 MATP316 2afalda 2006 43 517 0,02 <0,06 <0,01 50 MATP316 2afalda 2008 73 967 0,61 <0,06 0,17 81 <1 2 <1 1,8 MATP316 2afalda 2009 62 978 0,21 0,51 0,11 77 3,5 50 <1 3,8 235 MATP316 2afalda 2010 42 881 0,2 65 1,5 50 <1 <0,1 <1 233 20 MATP316 2afalda 2011 50,6 952 0,49 MATP316 2afalda 2012 32,4 633 2,59 <0,05 0,08 80,1 <0,05 0,06 58,3 1,4 1 <0,1 <1 345 30 <1 <1 MATP316 2afalda 2013 14,2 355 0,05 <0,05 0,01 17,5 1,2 <1 MATP049 2002 61,8 1100 <0,05 1,6 2,4 133 0,8 <3 <5 70 20 291 MATP049 2003 67,4 935 0,05 0,6 2,5 119 1,1 <3 <5 20 198 MATP049 MATP049 2004 74,1 1189 2005 66,5 1096 0,06 1,9 2,06 110 0,6 <3 <5 73 143 0,01 1,8 1,68 108 3 <3 <5 30 MATP049 2006 68,7 224 1088 0,22 1,7 1,61 113 1 <1 2,1 38 181 MATP049 2007 1252 0,08 0,82 1,09 1,3 <1 MATP049 2008 MATP049 2009 76,5 1082 0,13 1,5 0,83 114 4,4 <1 <0,3 75,1 1075 0,06 1,43 0,017 109 <2,5 <1 <0,3 MATP049 2010 MATP049 2011 MATP049 MATP049 2012 66 1130 0,5 1,99 128 <1 <0,1 <2 180 2013 87,1 1070 0,12 2,2 121 <1 <0,1 3,8 140 1,7 0,7 <1 <0,1 100 1 In generale lo stato chimico del corpo idrico del valdarno inferiore - zona santa croce ha presentato, negli ultimi dieci anni, valori critici per la presenza di Cloruri, Ammonio, Ferro e Manganese. I Cloruri meritano una attenzione particolare volta a verificare le cause e le eventuali correlazioni con le caratteristiche del processo produttivo della concia delle pelli che origina un refluo particolarmente inquinato da sali inorganici ed anche la presenza in concentrazioni critiche delle ultime tre specie, che hanno in genere un’origine per lo più naturale, appare più sospetta, in questo caso, considerata la presenza diffusa di reflui conciari con elevato carico organico. Una presenza di Ammonio non è da escludere che possa essere legata ad impatti antropici per quanto, almeno sulle stazioni che compongono la rete di monitoraggio del corpo idrico di Santa Croce, non sono stati rilevati ulteriori elementi critici di impatto antropico, a carico ad esempio di un caratteristico indicatore di contaminazione da reflui conciari rappresentato dal Cromo VI. Fino al 2010 per il monitoraggio della qualità delle acque sotterranee si utilizzavano tre indici secondo gli indirizzi del D.Lgs. 152/2006 che erano: - SCAS (Stato Chimico delle Acque Sotterranee), si basa sulle concentrazioni medie di alcuni parametri di base macrodescrittori, valutando quello che determina le condizioni peggiori, quali conducibilità, cloro e cloruri, manganese, ferro, azoto nitrico e ammoniacale, solfati e parametri addizionali quali inquinanti organici ed inorganici; risulta classificato nelle seguenti cinque classi: - SquAS (Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee), si basa sulle caratteristiche dell’acquifero (tipologia, permeabilità, coefficienti di immagazzinamento) e del relativo sfruttamento (tendenza piezometrica e della portata, prelievi) e risulta classificato nelle seguenti quattro classi: 13 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 - SAAS (Stato Ambientale dei Corpi Idrici), è determinato incrociando i valori dello stato quantitativo (SquAS) e chimico (SCAS), secondo il seguente prospetto. Nelle tabelle di Figg.19 e 20 che seguono sono riportati i risultati sullo stato di qualità ambientale rilevato per gli anni di monitoraggio dal 2003 al 2006 e sulle classificazioni prodotte fino al 2008: Fig.19 Stato di qualità ambientale 2003-2006 Fig.20 Classificazione dei corpi idrici monitorati fino al 2008 Lo stato chimico del corpo idrico Acquifero del Valdarno Inferiore sia per la zona di Santa Croce (11AR024) che per quella di Empoli (11AR025) è risultato riferibile alla classe 2 con una maggiore criticità della prima falda confinata rispetto alla seconda più profonda. Anche lo stato chimico dell’Acquifero dell’Elsa (11AR060) è risultato riferibile alla classe 2. Lo stato quantitativo è risultato in classe C di sovra sfruttamento per la zona di Santa Croce e di Empoli, mentre è risultato in classe B per l’acquifero dell’Elsa. Lo stato ambientale è quindi risultato “scadente” per i primi due e “particolare” per l’Elsa con un trend stabile per tutti. 14 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Per gli anni successivi al 2008 possiamo fare riferimento al rapporto sul monitoraggio delle acque sotterranee di Arpat relativo al 2011-2012 condotto ai sensi della DGR 100/2010 della legislazione nazionale (DLgs 152/06, DLgs 30/2010, DLgs 260/2010) e comunitaria (WFD 2000/60, GWD 2006/118/). Il programma prevedeva un monitoraggio operativo (O) di frequenza annuale per quelli considerati “a rischio” (aR) ed un monitoraggio di sorveglianza (S) a cadenza triennale, con estesa ricerca di potenziali inquinanti, per quelli considerati “non a rischio” e per qualcuno anche di quelli considerati “a rischio”. Per i corpi idrici interessanti il territorio sanminiatese riportiamo nella seguente Fig.21 il quadro di sintesi del tipo di monitoraggio effettuato con il numero delle stazioni programmate e quelle effettivamente risultate oggetto di controllo. Fig.21 Programma 2011 monitoraggio Arpat La presenza nelle acque toscane di tenori, anche elevati, di sostanze inorganiche di possibile origine naturale è nota e tali valori osservati nelle stazioni della rete MAT sono ancora oggetto di studi per la determinazione dei valori di fondo naturale. L’analisi dei dati ha evidenziato che per distinte tipologie (depositi fluviolacustri e marino costieri, vulcaniti, carbonati) e raggruppamenti di corpi idrici su base geografica e di contesto geologico, è possibile isolare e verificare popolazioni omogenee di valori dai quali estrarre possibili statistiche rappresentativa del valore di fondo. In attesa del completamento degli studi, nella tabella di Fig.22 sono riportati i valori massimi eccedenti i Valori Soglia, riscontrati nel monitoraggio 2011 dei corpi idrici sotterranei interessanti San Miniato, per situazioni riferibili a possibile fondo naturale. Fig.22 Valori massimi per sostanze di possibile origine naturale Il processo di incremento delle concentrazioni di inquinanti nei corpi idrici sotterranei può essere interpretato come derivante dal rapporto tra flussi e concentrazioni di sostanze inquinanti trasportate con la ricarica superficiale ed i volumi e concentrazioni residenti nel corpo idrico serbatoio: - nei casi in cui, misure di contenimento e riduzione delle fonti inquinanti in superficie determinano ricariche con concentrazioni inferiori al corpo idrico serbatoio, oltre ad un generale trend discendente si attendono ulteriori relativi miglioramenti in anni di morbida e peggioramenti in anni di magra; - viceversa, nel caso di fonti inquinanti superficiali ancora tali che determinano ricariche con concentrazioni in eccesso rispetto al serbatoio, oltre a un generale trend ascendente, si attendono miglioramenti questa volta in anni di magra e peggioramenti in anni di morbida. Riportiamo di seguito in Figg.23-24 la qualità dei corpi idrici monitorati rispettivamente nel 2011 e nel 2012. 15 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.23 Classificazione dei corpi idrici monitorati nel 2011 Fig.24 Superamenti valori limite nel 2012 Negli ultimi anni lo stato chimico dei corpi idrici interessanti il territorio sanminiatese e considerati a rischio ha avuto una tendenza al peggioramento con l’acquifero della zona di Santa Croce e dell’Elsa risultati scadenti rispettivamente per il parametro ammonio e per alogenuri organici (tetracloroetilene) con alogenuri alchilici (tricloroetano) e nitrati a rischio imminente. Sono inoltre risultati scadenti per fondo naturale per parametri quali conducibilità, arsenico, boro, cloruri, ferro, manganese e solfati, il primo e solo per solfati l’acquifero dell’Elsa. La falda profonda della zona di Santa Croce e la zona di Empoli hanno evidenziato uno stato chimico buono ma scadente da fondo naturale per ferro, manganese, ammonio per entrambi e da conducibilità, boro, cloruri e solfati per la prima. Tali considerazioni riguardano l’intero corpo idrico preso in esame in quanto la situazione scadente monitorata nelle tre stazioni di riferimento per il territorio comunale di San Miniato (MAT-P317, MAT-P316, MAT-P049) evidenzia superamenti specie per ferro, manganese e ammonio. Nella seguente Fig.25 è riportata la distribuzione sul territorio di San Miniato dei pozzi ad uso domestico e di quelli risultanti concessionati negli elaborati grafici del PTC provinciale. Si può notare come la diffusione dei pozzi concessionati sia concentrata prevalentemente nella zona produttiva (conciaria) di Ponte a Egola e come i pozzi ad uso domestico siano sparsi un po’ su tutto il territorio comunale concentrandosi maggiormente nelle zone più abitate. Nelle seguenti tabelle di Fig.26 riportiamo i parametrici chimici delle acque sotterranee del Comune di San Miniato che sono stati ottenuti da analisi eseguite dell’ARPAT a seguito di alcune campagne di misura eseguite negli anni 2003-2006-2009-2010, su alcuni punti oggetto di monitoraggio relativi alle acque circolanti nella rete di distribuzione pubblica. La fonte dei dati è il Sistema Informativo Regionale Ambientale (S.I.R.A) dell’ARPAT. 16 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.25 Pozzi domestici e concessionati dal PTC Pozzi ad uso domestico (dati PTC Provincia di Pisa) Pozzi concessionari (dati PTC Provincia di Pisa) Per quanto attiene la qualità delle acque sotterranee emunte dai pozzi delle Cerbaie ed immessi nella rete idrica comunale, l’Azienda di servizio Acque spa rileva, per quanto riguarda la presenza di sostanze inquinanti, una diffusa eccessiva concentrazione di Ferro e Manganese; tali quantità, maggiormente presenti negli acquiferi più profondi, richiedono un loro abbattimento durante il trattamento di potabilizzazione e quindi prima della distribuzione delle acque in rete. Fig.26 Parametri chimici acque sotterranee nella rete di distribuzione PNT SIRA ID CUM-6784 CUM-6470 CUM-6554 CUM-7461 CUM-6290 CUM-7880 CUM-5963 CUM-6289 CUM-6147 CUM-7880 CUM-5963 CUM-6289 CUM-6147 CUM-7461 PUNTO NOME DATA ST10 - Corazzano 2003/11/06 via Zara ST09 - La Serra 2003/10/02 via XXIV Maqggio ST04 - Catena - via 2003/05/05 ToscoRomagn. Est ST12 - Moriolo 2003/01/16 ST11 - Balconevisi 2003/07/02 P.zza I Maggio ST08 - Ponte a 2003/03/05 Elsa - Cimitero ST02-Ponte a Egola 2003/01/16 P.zza Spalletti ST01 - P.zza XX 2003/03/05 Settembre-Ospedale ST03 - S.Miniato 2003/05/05 Basso-via Marconi ST08 - Ponte a 2006/06/10 Elsa - Cimitero ST02-Ponte a Egola 2006/08/07 P.zza Spalletti ST01 - P.zza XX 2006/10/16 Settembre-Ospedale ST03 - S.Miniato 2006/01/31 Basso-via Marconi ST12 - Moriolo 2009/05/06 Arsenico ug/L Cadmio Cromo ug/L ug/L Rame mg/L Fluoruro mg/L Piombo ug/L - - - - 0.11 - <3 0.17 1.09 - 0.32 <1 <3 < 0.1 2.01 - 0.01 1.03 <3 0.13 1.09 - 0.19 1.03 <3 < 0.1 1.04 - < 0.1 <1 <3 < 0.1 2 - < 0.1 1.08 <3 0.12 2.01 - < 0.1 1.01 <3 0.12 1.07 - < 0.1 2.01 <3 0.15 1.09 - 0.01 1.06 - - - - < 0.1 - <1 < 0.5 2.03 0.0027 0.14 0.07 <1 < 0.5 2.01 0.0025 0.16 1.04 - - - < 0.0025 0.17 0.09 <1 - 2.03 0.0028 0.16 0.05 17 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 CUM-5963 CUM-6289 CUM-6147 CUM-5963 CUM-6289 CUM-6147 PNT SIRA ID CUM-6784 CUM-6470 CUM-6554 CUM-7461 CUM-6290 CUM-7880 CUM-5963 CUM-6289 CUM-6147 CUM-7880 CUM-5963 CUM-6289 CUM-6147 CUM-7461 CUM-5963 CUM-6289 CUM-6147 CUM-5963 CUM-6289 CUM-6147 ST02-Ponte a Egola P.zza Spalletti ST01 - P.zza XX Settembre-Ospedale ST03 - S.Miniato Basso-via Marconi ST02-Ponte a Egola P.zza Spalletti ST01 - P.zza XX Settembre-Ospedale ST03 - S.Miniato Basso-via Marconi PUNTO NOME 2009/09/08 <1 - <2 < 0.0053 0.11 1.02 2009/10/29 <1 - <2 < 0.0025 0.18 0.09 2009/02/05 <1 - <2 0.0035 0.14 0.05 2010/09/15 <1 - <2 0.0015 0.13 0.06 2010/05/05 <1 - 3.02 0.0014 0.21 < 0.5 2010/02/23 <1 - <2 0.0093 0.15 2.04 DATA ST10 - Corazzano 2003/11/06 via Zara ST09 - La Serra 2003/10/02 via XXIV Maqggio ST04 - Catena - via 2003/05/05 ToscoRomagn. Est ST12 - Moriolo 2003/01/16 ST11 - Balconevisi 2003/07/02 P.zza I Maggio ST08 - Ponte a 2003/03/05 Elsa - Cimitero ST02-Ponte a Egola 2003/01/16 P.zza Spalletti ST01 - P.zza XX 2003/03/05 Settembre-Ospedale ST03 - S.Miniato 2003/05/05 Basso-via Marconi ST08 - Ponte a 2006/06/10 Elsa - Cimitero ST02-Ponte a Egola 2006/08/07 P.zza Spalletti ST01 - P.zza XX 2006/10/16 Settembre-Ospedale ST03 - S.Miniato 2006/01/31 Basso-via Marconi ST12 - Moriolo 2009/05/06 ST02-Ponte a Egola 2009/09/08 P.zza Spalletti ST01 - P.zza XX 2009/10/29 Settembre-Ospedale ST03 - S.Miniato 2009/02/05 Basso-via Marconi ST02-Ponte a Egola 2010/09/15 P.zza Spalletti ST01 - P.zza XX 2010/05/05 Settembre-Ospedale ST03 - S.Miniato 2010/02/23 Basso-via Marconi Ferro ug/L Manganese Nichel Nitrato (come Nitrito (come Selenio ug/L ug/L NO3) mg/L NO2) mg/L ug/L - - - 8.08 < 0.01 - < 50 35 <5 8.09 < 0.01 <5 < 50 25 <5 7.07 < 0.01 <5 < 50 23 <5 7.07 < 0.01 <5 < 50 30 <5 8.02 < 0.01 <5 50 40 <5 7.06 < 0.01 <5 < 50 < 10 <5 9.03 < 0.01 <5 < 50 20 <5 7.06 < 0.01 <5 60 10 <5 8 < 0.01 <5 - - - 7.08 < 0.01 - 24.1 23 - 10.09 < 0.03 - 189 152 - 7.09 < 0.03 <5 129 32 - 8 < 0.03 - 24.3 10.7 - 9 < 0.01 - 25.2 8 - 9 < 0.01 - 51.6 29.6 - 9 < 0.01 - 41.2 20.9 - 9 < 0.01 - 63.7 38.4 - 9 < 0.01 - 67.7 36.1 - 10 < 0.01 - 93.7 42.2 - 9 < 0.01 - 2.1.3 Disponibilità di risorse idriche (S) Nella zona del comprensorio del cuoio l’attività conciaria necessita di grossi quantitativi d’acqua (i consumi idrici industriali dell’intero comprensorio si attestano intorno ai 4/5.000.000 m3/anno) e l’approvvigionamento idrico per uso industriale avviene attraverso pozzi privati; ne consegue che gli acquiferi presenti nel sottosuolo di questa porzione di pianura alluvionale del fiume Arno sono sovra sfruttati. L’eccessivo sfruttamento, oltre ad un impoverimento della risorsa idrica, potrebbe generare altresì fenomeni di subsidenza del terreno a causa della compattazione indotta 18 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 dall’abbassamento della superficie piezometrica nei livelli argillosi compresi tra i diversi orizzonti acquiferi. Sul fenomeno della subsidenza in quest’area, per quanto di nostra conoscenza, non sono stati comunque eseguiti studi specifici. Sulla piezometria dell’acquifero freatico superficiale del territorio di San Miniato sono disponibili informazioni derivanti da un censimento sui pozzi che attingono esclusivamente da tale acquifero contenuto negli elaborati geologici a supporto del Piano Strutturale comunale. Nella seguente Fig.27 viene riportata la piezometria dell’acquifero superficiale e la direzione dei flussi idrici sotterranei evidenziata nella carta idrogeologica del Piano Strutturale; nelle porzioni pianeggianti di fondovalle il livello piezometrico si attesta mediamente a pochi metri sotto il piano di campagna. Fig.27 Piezometria acquifero superficiale Depositi praticamente impermeabili a permeabilità molto bassa 15 a permeabilità da molto bassa a bassa 20 20 a permeabilità da molto bassa a media a permeabilità da bassa a elevata 20 a permeabilità media a permeabilità da media a elevata faglie (faglie sepolte in tratteggio) 15 25 20 20 25 25 30 35 40 45 40 Principali assi di alimentazione direzione dei flussi idrici sotterranei in corrispondenza dei principali assi di drenaggio isopiezometriche (m s.l.m. in rosso) Per quanto riguarda la disponibilità delle risorse idriche l’Autorità di Bacino del Fiume Arno, con Del. Comitato Istituzionale n.204 del 28.02.2008, ha adottato il Piano di Bacino Stralcio Bilancio Idrico che contiene un bilancio delle acque superficiali con una valutazione del loro deflusso minimo vitale (DMV) ed un bilancio delle acque sotterranee con una valutazione della disponibilità idrica. Il Piano individua delle criticità sull’intero bacino dell’Arno e fissa degli indirizzi normativi gestionali a supporto del Piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana. Il Comune di San Miniato risulta interessato dal bacino idrografico dell’Elsa, dal bacino idrografico del Valdarno inferiore e medio (confluenza con il torrente Egola) e, per la sua porzione di fondovalle, risulta ricompreso nel sistema acquifero dell’Elsa ed in quello di Santa Croce sull’Arno. Per le acque superficiali il bilancio è stato calcolato per il periodo estivo; i risultati delle curve di durata elaborate per i bacini interessati sono espressi in numero di giorni per i quali la portata fluente è inferiore o superiore al DMV. La criticità rilevata alla sezione significativa di valle si estende all’interbacino sino alla sezione di monte. La curva, ottenuta ordinando i valori in senso decrescente, viene mostrata in un grafico semilogaritmico, assumendo in ordinate i valori (logaritmici) delle portate, e in ascisse il numero dei giorni da 0 a 122 (numero dei giorni del periodo estivo). Il valore dell’ascissa rappresenta il numero di giorni per cui è mantenuto un valore 19 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 di portata uguale o superiore a quello rappresentato nella corrispondente ordinata. Di seguito riportiamo le schede che sintetizzano i risultati per il sottobacino di interesse individuati nel piano: Bacino: Valdarno Inferiore Curve di durata del periodo estivo e confronto con il valore del DMV Valdarno Inferiore: a monte della confluenza con il fiume Era Classe di criticità 1 (deficit idrico nullo) Valdarno Inferiore: tratto di foce Classe di criticità 1 (deficit idrico nullo) Entrambi i tratti del Valdarno inferiore presentano portate che risultano sempre superiori al valore del DMV. Bilancio idrologico - Periodo estate bacino tratto descrizione valdarnoinf 30680 Valdarno Inferiore valdarnoinf 29917 Foce Arno Vol Q10 Q30 Q60 Q91 Q135 Q182 Q274 Q355 Q7,2 giorni [MLmc] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] critici 242.80 79.384 42.193 28.046 21.985 18.282 16.386 13.267 8.426 6.696 0 242.17 76.766 41.529 28.379 22.519 18.531 16.629 13.505 8.693 6.940 0 Bacino: Elsa e Valdarno Medio confluenza con Torrente Egola Curve di durata del periodo estivo e confronto con il valore del DMV Elsa Alta: Classe di criticità 3 (deficit idrico elevato) Elsa alla confluenza con il F. Arno: Classe di criticità 2 (deficit idrico medio) Elsa Media: Classe di criticità 3 (deficit idrico elevato) Torrente Egola: Classe di criticità 4 (deficit idrico molto elevato) 20 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La parte alta e media del bacino dell’Elsa risultano in condizioni di criticità elevata, con un numero di giorni per i quali la portata è inferiore al DMV sotto ai 60 giorni. La situazione risulta meno gravosa per il tratto terminale, in cui il livello di criticità passa a medio, con una durata delle portate inferiori al DMV che si mantiene – anche se di poco – sotto ai 30 giorni. Il tratto terminale del Torrente Egola con la confluenza del F.Arno è di elevata criticità, con durate della portata inferiore al DMV per oltre 90 giorni. Bilancio idrologico - Periodo estate bacino tratto descrizione Vol Q10 Q30 Q60 Q91 Q135 Q182 Q274 Q355 Q7,2 giorni [MLmc] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] [mc/s] critici elsa 50366 Elsa Alta 11.90 4.192 2.332 1.844 1.393 1.097 0.780 0.414 0.178 0.508 40 elsa 36937 Elsa Media 18.02 7.444 4.361 2.872 2.061 1.481 1.038 0.455 0.138 0.961 58 elsa 27239 26.82 8.892 5.717 3.897 3.027 2.362 1.784 1.109 0.727 1.054 26 2.44 2.186 0.690 0.232 0.092 0.025 0.010 0.005 0.004 0.136 95 valdarnomed 27717 Elsa confl. con F.Arno Egola confl con F.Arno Per le acque sotterranee il bilancio dell’acquifero di Santa Croce che risiede negli orizzonti acquiferi in ghiaia e sabbia intercalati ai sedimenti argillosi alluvionali e pliocenici, risulta nel complesso positivo con circa l’ 82% delle aree a disponibilità idrica elevata sebbene siano presenti alcune zone in cui la risorsa è oggetto di maggior sfruttamento che risultano caratterizzate da un deficit idrico locale (porzione nord ovest del territorio sanminiatese). Per l’acquifero dell’Elsa che risiede nei sedimenti alluvionali recenti del fondovalle dell’Elsa in corrispondenza di una coltre sabbiosa-ghiaiosa spessa mediamente circa 20 m, il bilancio è meno positivo con circa il 10% delle aree a disponibilità idrica inferiore alla capacità di ricarica e circa il 52% delle aree a disponibilità prossima alla capacità di ricarica. Riportiamo di seguito le schede del bilancio dell’acquifero di Santa Croce e dell’acquifero dell’Elsa e la cartografia della zonazione delle aree a diversa disponibilità di risorsa idrica del sottosuolo dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, Fig.28, riguardanti il territorio comunale di San Miniato: Autorità di bacino del fiume Arno Scheda Bilancio Acquiferi Caratteristiche Acquifero Area Bilancio Santa Croce Codice A13 Area [kmq] 94,04 Precipitazione media sul periodo 1993/2006 [mm] 817 Infiltrazione efficace sul periodo 1993/2006 [mm] 90 Riserve totali immagazinate dall’acquifero in [Mmc] Bilancio Saldo di bilancio dell’acquifero [Mmc] Ricarica totale dell’acquifero [Mmc] Prelievi di acque sotterranee [Mmc] 185810 15,97 Volume di subalveo prelevato da pozzi [Mmc] Prelievi per tipologia d’uso 0,57 17,50 Ricarica su unità di superficie [mc/kmq] Prelievi 107 0,00 acquedottistico [Mmc] annui 2,20 domestico [Mmc] annui 2,15 irriguo [Mmc] annui 0,76 produttivo [Mmc] annui 10,71 servizi [Mmc] annui 0,25 21 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Uso del Suolo Corine Land Cover 19 78 Classe 1 - Territori modellati artificialmente [%] Classe 2 - Territori agricoli [%] Classe 4 - Zone umide [%] 0 0 Classe 5 - Corpi idrici [%] 3 Classe 3 - Territori boscati e ambienti semi-naturali [%] Zonazione Classi di zonazione 82,5 D1 - Aree a disponibilità elevata [%] 3,5 11,0 D4 - Aree a disponibilità molto inferiore alla capacità di ricarica [%] 3,0 D2 - Aree a disponibilità prossima alla capacità di ricarica [%] D3 - Aree a disponibilità inferiore alla capacità di ricarica [%] Autorità di bacino del Fiume Arno : 2013 Autorità di bacino del fiume Arno Scheda Bilancio Acquiferi Caratteristiche Acquifero Area Bilancio Elsa Codice A12 Area [kmq] Bilancio 46,14 Precipitazione media sul periodo 1993/2006 [mm] 746 Infiltrazione efficace sul periodo 1993/2006 [mm] 75 Riserve totali immagazinate dall’acquifero in [Mmc] 31 Saldo di bilancio dell’acquifero [Mmc] 2,63 Ricarica totale dell’acquifero [Mmc] 4,50 Ricarica su unità di superficie [mc/kmq] Prelievi 97962 Prelievi di acque sotterranee [Mmc] 5,74 Volume di subalveo prelevato da pozzi [Mmc] 3,86 Prelievi per tipologia d’uso acquedottistico [Mmc] annui 3,88 domestico [Mmc] annui 0,35 irriguo [Mmc] annui 0,83 produttivo [Mmc] annui 0,44 servizi [Mmc] annui 0,25 Uso del Suolo Zonazione Corine Land Cover Classi di zonazione Classe 1 - Territori modellati artificialmente [%] 20 Classe 2 - Territori agricoli [%] 75 Classe 3 - Territori boscati e ambienti semi-naturali [%] 5 Classe 4 - Zone umide [%] 0 Classe 5 - Corpi idrici [%] 0 D1 - Aree a disponibilità elevata [%] 37,8 D2 - Aree a disponibilità prossima alla capacità di ricarica [%] 51,9 D3 - Aree a disponibilità inferiore alla capacità di ricarica [%] 9,0 D4 - Aree a disponibilità molto inferiore alla capacità di ricarica [%] 1,4 Autorità di bacino del Fiume Arno : 2013 22 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.28 Piano Stralcio Bilancio Idrico - disponibilità idrica di acque sotterranee Legenda: D1 - Aree a disponibilità elevata D2 - Aree a disponibilità prossima alla capacità di ricarica D3 - Aree a disponibilità inferiore alla capacità di ricarica D4 - Aree a disponibilità molto inferiore alla capacità di ricarica La Fig.28 mostra che nella zona produttiva di Romaiano ed in loc. Malucco (impianto Cuoiodepur) sono state individuate due aree caratterizzate da un deficit idrico locale (disponibilità della risorsa idrica sotterranea molto inferiore alla capacità di ricarica) circondate da un’unica zona più ampia, interessante anche Ponte a Egola, in cui la disponibilità idrica è ancora inferiore alla capacità di ricarica. A San Donato è invece stata individuata un’area interessata da una disponibilità idrica prossima alla capacità di ricarica. 2.1.4 Consumi e Prelievi idrici (P) Il comune di San Miniato aderisce all’A.T.O. 2, Acque spa gestisce il Servizio idrico integrato costituito dall’insieme dei servizi pubblici di adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili ed industriali e di fognatura per le acque reflue. L’approvvigionamento idrico per uso civile è quindi garantito dall’acquedotto comunale che per mezzo del macrosistema idrico delle Cerbaie attinge acqua di falda (tramite pozzi) nei territori comunali limitrofi e per mezzo di condotte adduttrici vengono alimentati i due serbatoi di Stibbio e di Poggio di San Miniato; l’approvvigionamento idrico per gli usi industriale ed agricolo è invece garantito dal prelievo da pozzi privati. Per quanto riguarda i prelievi idrici industriali, la quasi totalità di questi è rappresentata dai prelievi idrici del settore conciario, che vengono monitorati costantemente, tramite specifici misuratori, dai depuratori consortili che utilizzano il dato sul prelevato di ogni conceria per calcolare le tariffe di depurazione. In questo modo è possibile determinare con esattezza l’entità dei prelievi idrici per il settore conciario. Nella seguente Fig.29 vengono riportati i dati dei prelievi idrici industriali relativi al periodo 2001-2012 per i depuratori del comprensorio del cuoio ovvero di Aquarno (S. Croce S/A), Cuoiodepur (San Miniato) e Fucecchio acquisiti presso lo stesso distretto depuratori: Fig.29 Prelievi idrici industriali depuratori del comprensorio (mc/anno) Depuratori 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Aquarno 3.525.000 3.475.000 3.200.000 3.328.337 3.626.718 3.644.130 Cuoiodepur 1.261.656 1.322.227 1.178.134 1.162.331 1.174.753 1.201.272 Fucecchio 854.931 870.955 789.210 647.089 667.680 655.155 Totale 5.641.587 5.668.182 5.167.344 5.137.757 5.469.151 5.500.557 23 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Depuratori 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Aquarno 3.423.729 3.256.361 Cuoiodepur 1.124.446 954.794 Fucecchio 584.468 525.826 3.003.625 3.298.563 3.525.035 3.428.348 522.353 384.658 382.537 325.273 511.511 551.405 565.401 541.941 Totale 4.037.489 4.234.626 4.472.973 4.295.562 5.132.643 4.736.981 Esaminando la tabella possiamo evidenziare un generale trend in diminuzione dei consumi complessivi del comprensorio che da circa 5,6 mil. di mc prelevati nel 2001 sono passati a circa 4,3 mil. di mc prelevati nel 2012, con un minimo toccato nel 2009 con circa 4,0 mil. di mc prelevati; questa situazione è messa in evidenza anche dal grafico di Fig.30. Per quanto riguarda San Miniato e quindi l’impianto di trattamento Cuoiodepur, la diminuzione dei consumi industriali dal 2001 al 2012 è stata anch’essa progressiva e particolarmente rilevante nell’anno 2009, con un crollo dei prelievi che ha visto una riduzione dei valori a più della metà di quelli del 2001 (da circa 1,2 a 0,5 mil. di mc prelevati), fino ad arrivare al valore minimo di 0,32 mil. di mc prelevati nel 2012. Tale situazione è ben messa in evidenza dal grafico di Fig.31 relativa ai dati Cuoiodepur che rispetto agli impianti di Santa Croce e di Fucecchio ha messo in rilievo le maggiori diminuzioni, risentendo evidentemente più degli altri della crisi economica che ha colpito tutte le attività del settore conciario. Fig.30 Prelievi idrici industriali totali (mc/anno) del comprensorio nel periodo 2001-2012 5.800.000 5.600.000 5.400.000 5.200.000 5.000.000 4.800.000 4.600.000 4.400.000 4.200.000 4.000.000 3.800.000 3.600.000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fig.31 Prelievi idrici industriali totali (mc/anno) Cuoiodepur nel periodo 2001-2012 1.400.000 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 24 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Per quanto riguarda le tipologie di utilizzo dell’acqua fatturata da Acque spa a livello distrettuale riportiamo la seguente tabella in Fig.32 relativa agli anni 2010 e 2011 per i comuni di Castelfranco, Fucecchio, San Miniato e Santa Croce ed i valori per l’uso domestico, non domestico, allevamento, pubblico, comunale e per gli idranti ed i fontanelli. Fig.32 Tipologia di utilizzo dell’acqua fatturata (in mc) per gli anni 2010-2011 La tabella mostra per il 2010 come le tipologie di utilizzo dell'acqua fatturata, a livello distrettuale, siano per l’82% circa dei consumi dedicate all’uso domestico, il 14% circa per l’uso non domestico, lo 0,1% circa per l’allevamento, l’1,4% circa per l’uso pubblico ed il 2,2% per l’uso comunale. Nel 2011 si ripropone un’analoga ripartizione dei consumi percentuali di acqua per i vari usi ad eccezione di una diminuzione dei consumi per l’allevamento che scende allo 0,03% ed a un aumento relativo all’uso di idranti e fontanelli (questi ultimi in particolare) fino a raggiungere lo 0,03%, ad opera di un quasi esclusivo contributo del comune di San Miniato. In particolare per San Miniato possiamo fare riferimento alla seguente tabella di Fig.33 che comunque rispecchia l’andamento della distribuzione dei consumi nel distretto. Fig.33 Tipologia di utilizzo dell’acqua fatturata (in %) per San Miniato 2010 2011 Uso Usonon Uso Uso domesticodomestico allevamento pubblico 83,23% 12,7% 0,08% 2,49% 82,03% 13,36% 0,05% 2,76% Uso comunale 1,495% 1,73% Usoidranti fontanelli 0,005% 0,07% Per quanto riguarda gli usi idrici civili del Comune di San Miniato sono disponibili i dati forniti dal gestore del servizio idrico integrato Acque spa che vengono riportati nella seguente tabella di Fig.34 come portate medie mensili ed annuali erogate nella rete idrica per il periodo 2010-2013, con evidenziate le differenze dei valori tra gli ultimi due anni di letture 2012-2013. Fig.34 Rete idrica di San Miniato: portata erogata in rete anni 2010 - 2013 La richiesta della rete è in progressiva diminuzione negli ultimi 4 anni, la riduzione è dovuta ad interventi di ottimizzazione ed efficientamento della rete idrica, con il risultato di una decisa 25 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 riduzione delle perdite occulte in rete ed una conseguente maggiore disponibilità di risorse a disposizione degli utenti. Nella Fig.35 è infatti diagrammato l’andamento nel tempo delle perdite annuali di risorsa idrica in rete negli anni dal 2002 al 2012; negli ultimi anni gli interventi attuati hanno consentito di ridurre tali quantità fino a raggiungere il 28% di perdite in rete nel 2012. Fig.35 Rete idrica di San Miniato: andamento nel tempo delle perdite annuali della risorsa idrica A fronte di questa maggiore disponibilità di risorsa idrica derivante da una riduzione delle perdite in rete per gli ultimi anni di erogazione, possiamo considerare anche i dati relativi all’andamento del numero degli utenti dell’acquedotto e della popolazione residente. Come illustrato nei seguenti due diagrammi di Figg. 36 e 37, si evidenzia un progressivo marcato aumento delle utenze registrato dal 2002 al 2008 correlato ad un incremento della popolazione residente passata da circa 26.500 a 28.000; negli anni successivi l’andamento tende a stabilizzarsi ad 11.200 utenze per 28.200 residenti fino ad invertire leggermente il trend negli ultimi due anni in termini di popolazione residente. Fig.36 Rete idrica di San Miniato: utenti acquedotto nel periodo 2003-2012 26 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.37 Comune di San Miniato: andamento popolazione residente periodo 2002-2012 Secondo quanto disposto dal D.P.C.M. 4/03/96 la dotazione idrica per usi civili domestici deve essere pari almeno a 150 l/ab/g, mentre per le utenze civili totali (usi civili domestici ed usi civili non domestici) esiste un valore medio di riferimento riconosciuto a livello nazionale di 250 l/ab/g. Dai dati riportati nella tabella di Fig.38, da noi derivati dalle portate medie annuali in rapporto al numero dei residenti per il periodo 2010-2012, emerge una sostanziale corrispondenza con quest’ultimo valore per quanto riguarda la quantità erogata nella rete, ma considerando le perdite nella stessa la corrispondenza decade, sebbene sia comunque mantenuta con il primo valore impartito. Fig.38 Rete idrica di San Miniato: dotazione idrica civile (litri/abitante/giorno) Anno Erogati in rete l/ab/g Effettivi 2010 299 194 2011 277 189 2012 260 187 l/ab/g Nella seguente Fig.39 riportiamo l’andamento grafico della portata media mensile immessa in ingresso alla rete idrica di San Miniato al 30.09.2013; la barra blu (106 L/s ) indica in linea di massima la portata media massima sostenibile dal sistema acquedottistico e quella prelevabile dall’ambiente per l’anno 2013 nel periodo di massimo consumo per l’approvvigionamento della rete idrica di San Miniato. Il limite massimo di 106 L/s è determinato non dalla scarsezza della risorsa ma dai limiti delle attuali tubazioni adduttrici; da notare l’aumento di risorsa disponibile per la rete idrica nel periodo 2010 – 2013 a seguito degli interventi di ottimizzazione ed efficientamento della rete idrica. 27 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.39 Portata media mensile erogata in ingresso alla rete idrica di San Miniato nel periodo 2010-2013 La barra Blu (106 l/s) indica la portata massima sostenibile dal sistema acquedottistico 2.1.5 La rete acquedottistica (R) La rete idrica comunale di San Miniato fa parte ed è alimentata dal macrosistema idrico delle Cerbaie che attinge acqua di falda (pozzi) principalmente dai territori dei comuni di Bientina, Calcinaia, Cascina, Santa Maria a Monte, Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull’Arno ed alimenta oltre a San Miniato anche i comuni di Bientina, Calcinaia, Cascina, Castelfranco di Sotto, Pontedera, Santa Maria a Monte, Santa Croce sull’Arno e Vicopisano. Il macrosistema idrico delle Cerbaie è stato oggetto del progetto ASAP cofinanziato anche dalla comunità europea e volto tra l’altro alla riduzione delle perdite di risorsa idrica all’interno delle reti idriche (sopra dette) che fanno parte di tale sistema acquedottistico. L’obbiettivo del progetto era la salvaguardia della falda acquifera di Bientina, principale acquifero del macrosistema Cerbaie, ma di riflesso, anche quello di recuperare risorse idriche per continuare a garantire l’approvvigionamento delle reti idriche del macrosistema, risorse che attualmente sono sufficienti ad alimentare le 9 reti idriche di competenza anche nei momenti di massimo consumo estivo. In particolare poi la rete idrica di San Miniato è alimentata da due soli sistemi adduttrici che derivano acqua degli acquedotti delle Cerbaie verso questa rete. Il primo sistema idrico si sviluppa partendo dalla centrale n.2 di Bientina con un impianto di sollevamento ed una tubazione di spinta che alimenta il serbatoio di transito di S. Agata posto in località Pregiuntino nel comune di Santa Maria a Monte; dal serbatoio di S. Agata, un ulteriore impianto di sollevamento ed una condotta alimentano il serbatoio di Stibbio (località Ponte a Egola) di San Miniato. Presso il serbatoio di S. Agata c’è il piccolo pozzo di S. Agata che alimenta direttamente il serbatoio. Il secondo sistema idrico utilizza la risorsa dei pozzi dell’acquedotto di Staffoli con un impianto di sollevamento ed una condotta che dal serbatoio di Poggio Adorno (Santa Croce) alimentano il serbatoio di Poggio di San Miniato. I serbatoi di Stibbio e Poggio dai quali transita tutta la risorsa idrica per l’alimentazione della rete idrica di San Miniato sono interconnessi tra loro. La risorsa idrica che attualmente può essere convogliata (portata massima) verso la rete idrica di San Miniato dai due sistemi adduttrici, fermo restando la tenuta degli impianti di produzione, è la seguente: portata massima trasferibile dalla centrale n.2 di Bientina al serbatoio di Stibbio = 50 52 L/s, portata massima in uscita dal serbatoio di Poggio Adorno per il serbatoio del Poggio e per la rete di San Miniato = 56 - 54 L/s. Totale portata massima in ingresso alla rete idrica di San Miniato = 106 L/s. La portata massima sostenibile (fermo restando la tenuta degli impianti di produzione) per la rete idrica di San Miniato è quindi di 106 L/s; nel caso la richiesta della rete superi tale portata si verificherebbe una carenza di approvvigionamento per l’utenza, ma attualmente con il consistente 28 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 recupero di risorse dovuto alla riduzione delle perdite occulte in rete le risorse idriche a disposizione della rete idrica di San Miniato sono sufficienti a soddisfare la richiesta degli utenti anche nei periodi di massimo consumo estivo. Nella seguente Fig.40 riportiamo un estratto dello schema della rete acquedottistica di San Miniato, fornito da Acque spa, che riguarda San Miniato Basso con individuate: le opere di accumulo, gli impianti di pompaggio, gli impianti di sollevamento, le tubazioni adduttrici e le condotte con i relativi materiali e diametri. Sul territorio sanminiatese non ci sono impianti di potabilizzazione, in quanto la risorsa arriva da impianti localizzati al di fuori del comune. Nella Fig.41 riportiamo anche un estratto dello schema di funzionamento della rete dell’acquedotto, fornito da Acque spa, che riguarda la zona sud del territorio comunale. L’acquedotto del comune di San Miniato è sostanzialmente suddiviso in due macro-zone, corrispondenti alla zona di Ponte a Egola/San Donato e quella di San Miniato capoluogo, che serve anche le località periferiche. Dato che l’orografia dell’intero territorio comunale è caratterizzata da un’alternanza di zone collinari e pianeggianti, con dislivelli superiori anche a 100m, le pressioni registrate nelle condotte delle zone pianeggianti risultano in genere piuttosto elevate. Per tale motivo, le condotte principali di distribuzione sono state dotate di opportune valvole di controllo della pressione, in modo da non sottoporre la rete a inutili stress. Fig.40 Rete acquedottistica di San Miniato Basso 29 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.41 Schema acquedotto di San Miniato zona sud Dal punto di vista delle criticità esistenti, si evidenziano le maggiori problematiche relativamente alla generale vetustà delle condotte esistenti, sia di adduzione che di distribuzione, nonostante Acque SPA abbia già provveduto al risanamento di alcuni dei tratti più critici. La condotta di adduzione che collega i serbatoi di Stibbio e Poggio, oltre alla vetustà, presenta anche enormi problemi logistici di accessibilità in caso di perdita idrica. Si evidenziano inoltre alcuni limiti strutturali della rete di distribuzione nelle aree periferiche, sia nelle località ubicate fra l’Arno e la ferrovia, sia in quelle ubicate a sud del capoluogo, in particolare in località Bucciano, dove già attualmente le utenze esistenti sono alimentate con limitazioni sulla portata e pressioni garantite. I margini di sicurezza per l’approvvigionamento della rete idrica di San Miniato sono attualmente appena sufficienti, con talvolta qualche difficoltà nel periodo estivo non tanto per la mancanza di risorsa idrica, ma a causa delle tubazioni adduttrici inadeguate. 2.1.6 La rete fognaria (R) La rete fognaria di San Miniato è sostanzialmente divisa in due parti: la maggior parte dei reflui sono sollevati e collettati al depuratore Cuoiodepur, nella frazione di San Romano, mentre piccoli agglomerati di abitazioni, dopo un trattamento locale con fosse biologiche, scaricano direttamente in ambiente o sono serviti da depuratori locali di piccoli dimensioni. Riportiamo nella seguente Fig.42 uno schema della rete fognaria di San Miniato i cui dati tecnici sono stati acquisiti presso il gestore Acque spa. Il collettore principale (FG00455), che raccoglie i reflui estendendosi dalla parte est del comune verso ovest, fino a raggiungere Cuoiodepur, ha origine dalla località Palazzo Torto, passa attraverso la località Scala, via Capitini, e raggiunge il primo sollevamento (SL00348, sollevamento Parini). Sono necessari altri due sollevamenti per arrivare a depurazione: - SL00325 (sollevamento Castellonchio, zona industriale), - SL00323 (sollevamento Casa Bonello, via Montanelli). Complessivamente il comune è servito da una serie di collettori e reti di raccolta articolate nel modo seguente: • Collettore di Roffia (CL00202) - Collettore di San Donato (CL00137) - Rete fognaria della frazione Ponte a Egola (FG00453) - Rete fognaria di San Miniato alto (FG00454) sono già confluenti all’impianto di depurazione Cuoiodepur; • Rete fognaria di Corazzano (FG00565) è solo parzialmente collegata all’omonimo depuratore; • Rete fognaria della frazione Poggio di Cecio fa riferimento al depuratore Poggio di Cecio; • Rete delle frazioni di Ponte a Elsa (FG00536) - la Serra (FG00567) - Stibbio (FG00573) Balconevisi (FG00566) - Fornacino (FG00577) scaricano in ambiente. 30 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.42 Rete fognaria di San Miniato Una delle caratteristiche principali da considerare è che la rete fognaria di San Miniato è formata sia da reti separate (bianca e nera) che da reti miste; le condotte presenti sono dimensionate per ricevere i reflui neri delle utenze attuali, quindi consistenti interventi di urbanizzazione futuri potrebbero creare problemi a causa di mancanza di strutture di raccolta adeguate. Nella seguente Fig.43 riportiamo uno schema dello sviluppo idraulico delle principali dorsali fognarie che dal centro storico di San Miniato e da alcune frazioni si collegano con il depuratore Cuoidepur. Fig.43 Rete fognaria di San Miniato - dettaglio parte nord 31 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Riportiamo di seguito la sintetica descrizione tecnica della rete fognaria, così come ci è stata fornita da Acque spa, relativa ai nuclei abitati più importanti di San Miniato: - San Miniato centro: il centro di San Miniato è servito da fognatura sia nera che mista. La maggior parte delle utenze sono servite da condotte fognarie che convogliano i reflui a stazioni di sollevamento, che spingono in un collettore in pressione che trasporta il refluo a depurazione, nella frazione di San Romano. L’unica eccezione a questo funzionamento riguarda un gruppo di abitazioni nel centro storico e dintorni, in particolare quelle che interessano il versante esposto a sud, che per la loro posizione geografica, non recapitano all’impianto di depurazione centralizzato; alcune utenze inviano i propri reflui a piccoli impianti di depurazione locali (per esempio l’abitato di Poggio di Cecio che fa riferimento al depuratore medesimo DE00226), mentre altre scaricano direttamente in ambiente. Nella maggior parte del territorio del centro di San Miniato, la rete fognaria è articolata in modo da raccogliere i reflui di tutte le utenze; la quasi totalità delle condotte ha un funzionamento a gravità. I reflui si raccolgono a valle in collettori principali che arrivano a depurazione anche attraverso impianti di sollevamento, quindi alcune condotte sono in pressione. Nella seguente Fig.44 riportiamo lo schema di dettaglio della rete del centro di San Miniato. Fig.44 Rete fognaria di San Miniato - dettaglio parte centrale - Ponte a Elsa: i reflui prodotti nella frazione sono raccolti attraverso una condotta fognaria mista a gravità (FG00356) e rilasciati nel fiume Elsa attraverso 4 scarichi diretti. - Isola e Roffia: le reti di raccolta delle due frazioni (FG00484, rete di Isola e FG00486, rete di Roffia) sono in parte a gravità e in parte in pressione. Ci sono, infatti, tre sollevamenti che permettono di raggiungere la condotta in via del Palagetto e ricollegarsi quindi al tratto di rete che scorre lungo via Capitini, fino al sollevamento di via Parini (il primo dei tre sollevamenti per raggiungere Cuoiodepur). - San Donato: l’agglomerato di abitazioni presenti nella frazione di San Donato sono servite da fognatura mista che raccoglie e convoglia i reflui a un sollevamento, (sollevamento fraz. San Donato); da questo punto, un collettore in pressione arriva direttamente al depuratore Cuoiodepur. Nell’intera frazione non è presente nemmeno uno scarico diretto e ogni abitazione è servita da fognatura inviata a depurazione. Si evidenzia però un problema di carattere strutturale: dato che la rete fognaria è di tipo misto, in condizioni di pioggia particolarmente abbondante, le condotte di raccolta non hanno un diametro sufficiente a ricevere l’intera portata e il sollevamento, in queste condizioni, risulta insufficiente. - Ponte a Egola: questa frazione del comune di San Miniato è servita da rete fognaria sia nera che mista. La maggior parte della rete, a metà degli anni cinquanta, era destinata alla raccolta degli scarichi industriali; infatti, quando nel 1967 nacque il Consorzio Conciatori, a Ponte a Egola era già in atto uno sviluppo di aziende e di produzione di pellame che ben presto ha dato inizio a un vero e 32 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 proprio processo di industrializzazione. In seguito, con la crisi dell’ultimo decennio e la cessazione della maggior parte delle attività, la rete fognaria a servizio delle concerie è stata dismessa e utilizzata per servire utenze civili. La maggior parte della portata raccolta confluisce al sollevamento Oberdan, di via Pruneta (SL00324), e inviata a Cuoiodepur; alcuni tratti di condotta invece terminano in scarichi diretti, immessi nel fiume Egola. - Corrazzano: nella frazione di Corazzano è in funzione un piccolo depuratore a servizio dell’urbanizzazione più recente; date le ridotte dimensioni dell’impianto, il carico massimo è già stato raggiunto e questa condizione di saturazione non permette di poterlo utilizzare per il trattamento di scarichi di altre eventuali nuove utenze. Le abitazioni meno recenti recapitano direttamente in ambiente; in particolare quelle poste sulla sinistra di via Zara vanno ad un collettore che raccoglie le acque di scarico per disperderle nell’ambiente tramite lo scarico ID00147; quasi tutti gli edifici sulla destra della via non sono allacciati a pubblica fognatura. - Serra, Stibbio, Balconevisi, Fornacino: queste frazioni a causa della posizione geografica rispetto a dove sono dislocati gli impianti di depurazione, scaricano direttamente in ambiente. In definitiva le maggiori criticità della rete, come sopra più ampiamente descritto, sono riconducibili alle forti variazioni di portata che si verificano in caso di eventi meteorici; l’intensità e la durata di questi, pur in presenza di sistemi di sfioro utili ad allontanare le portate derivanti da tali eventi, condizionano in maniera importante il funzionamento di tutta la rete fognaria di San Miniato. Le situazioni a cui deve essere prestata particolare attenzione risultano essere: - San Donato: le abitazioni sono servite da una rete fognaria di raccolta mista a gravità, inviata al depuratore cuoiodepur attraverso il sollevamento fraz. San Donato (SL00334) che in caso di piogge abbondanti e frequenti non è sufficiente a sollevare l’intera portata; - Ponte a Egola: questa frazione è servita da rete fognaria sia separata che mista; si evidenzia un problema strutturale in via Contrada Nuova, riferita a un restringimento di diametro di una tubazione. Questa strozzatura, in caso di portate elevate dovute a eventi meteorici rilevanti, causa problemi nella parte di rete che si trova a monte; - la frazione di Ponte a Elsa non è ancora collettata a depurazione; - il territorio è per sua natura sottoposto ad erosioni, smottamenti e frane dello stesso, cosa che non poche criticità sta creando nella zona del centro storico, compreso Poggio di Cecio; - parte del Centro Storico non è collettato a depurazione ma si avvale di piccoli sistemi fognari che recapitano in scarichi diretti in ambiente, dove non è possibile accettare ulteriori allacciamenti; - sempre nel centro storico alcuni edifici non sono collettati ad alcun sistema fognario pubblico, riversando i propri scarichi in ambiente in modo autonomo. 2.1.7 La depurazione (R) La depurazione delle acque reflue nel Comune di San Miniato è legata alla presenza dell’impianto industriale di grosse dimensioni Cuoiodepur che tratta la depurazione sia dei reflui delle attività produttive (concerie) presenti nel territorio che quelli di origine civile. Nella successiva Fig.45 è riportata una immagine aerea dell’impianto di depurazione Cuoiodepur mentre nella Fig.46 è riportato lo schema a blocchi di funzionamento del depuratore secondo quanto indicato dallo stesso gestore. Fig.45 Veduta aerea impianto di depurazione Cuoiodepur 33 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.46 Schema di funzionamento depuratore Cuoiodepur L’impianto è del tipo a fanghi attivi, dotato di tutti i comparti necessari ad un corretto trattamento dei reflui (grigliatura, dissabbiatura, disoleazione, preaccumulo, sedimentazione primaria, vasca di ossidazione, sgrossatore, miscelazione-flocculazione, comparto di denitrificazione, sedimentazione biologica, sedimentatore finale, deodorizzazione), oltre che di un’adeguata linea fanghi; la potenzialità di progetto in ingresso ed in uscita è illustrata nella seguente tabella di Fig.47. Fig.47 Dati tecnici progettuali depuratore Cuoiodepur 34 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nelle tabelle che seguono di Figg.48-49 sono riassunti i dati relativi alla quantità ed alla qualità (concentrazione media annua) dei reflui civili e industriali pervenuti al depuratore consortile Cuoiodepur nel periodo 2010-2012; sono stati presi in considerazione per la qualità dei reflui gli indici monitorati all’ingresso dell’impianto. Fig.48 Liquami industriali in ingresso a Cuoiodepur (portata e caratteristiche chimiche) Portata CODtq mc/anno mg/l 1.316.844 10.675 1.093.586 11.826 1.257.339 11.720 2010 2011 2012 SolidiSosp. mg/l 4.625 4.860 4.600 NNH4+ mg/l 308 331 321 Cl mg/l 6.951 7.919 6.900 Fig.49 Liquami civili in ingresso a Cuoiodepur (portata e caratteristiche chimiche) 2010 2011 2012 Portata mc/anno 1.437.935 1.399.676 1.537.925 CODtq mg/l 145 188 246 NNH4+ mg/l 19,5 27,1 27 Cl mg/l 194 265 255 Nella tabella sotto riportata di Fig.50 sono disponibili e forniti direttamente dal gestore per gli anni 2010-2012, i dati relativi alle quantità ed alla qualità dei reflui scaricati da Cuoiodepur nel corpo idrico ricettore che è costituito dal fiume Arno, il quale riceve le acque depurate tramite il tratto terminale del Rio Malucco. Fig.50 Qualità acque scaricate da Cuoiodepur RefluiUscitaimpianto Portata mc/anno Media2010mg/l Quantità2010inquin. 3.377.392 neirefluiinuscita(kg) Media2011mg/l Quantità2011inquin. 3.040.131 neirefluiinuscita(kg) Media2012mg/l Quantità2012inquin. 3.152.120 neirefluiinuscita(kg) NO3 9,7 NO2 0,15 NH4+ 1,3 415.982 32.760 506 4.250 130 9,1 0,8 1,4 396.484 27.737 2.310 4.247 136 5,8 1,5 2,2 3.165 1.451 428.688 18.282 4.728 6.934 9.976 4.573 CODtq 123 Cl 2.644 SO42 1.228 8.930.397 4.147.437 2.885 1.372 8.771.285 4.171.200 2.1.8 Elementi di criticità I principali elementi critici emersi dagli indicatori analizzati riguardano la qualità e la disponibilità delle acque superficiali e sotterranee, i prelievi ad uso industriale delle acque sotterranee, la rete acquedottistica e quella fognaria. Per quanto riguarda il primo punto è emerso che il fiume Arno risulta caratterizzato da una qualità delle acque da scadente a pessima sia nella stazione di campionamento di Fucecchio che di Calcinaia; in quest’ultima più a valle, gli indici di stato ecologico ed ambientale sono però risultati meno negativi di quelli a Fucecchio. Il mercurio si conferma come l’elemento principalmente responsabile dello stato chimico non buono. Il fiume Elsa, nella stazione di campionamento di Isola, risulta caratterizzato da una qualità ecologica delle acque scadente ma con uno stato chimico del sottobacino buono. Il tratto di monte del torrente Egola, nella stazione di Montaione, risulta caratterizzato da una qualità delle acque da buona a sufficiente, così come il tratto di valle dello stesso risulta con uno stato ecologico e chimico buono. Dagli anni ottanta la ricerca di nuove risorse idriche più profonde ha prodotto due conseguenze negative: la creazione di vie di comunicazione fra i diversi orizzonti di acqua sotterranea a seguito delle numerose perforazioni eseguite in modo non corretto e maggiori condizioni di vulnerabilità per l’acquifero più superficiale dovute alla migrazione di sostanze inquinanti dalla superficie. Lo stato chimico del corpo idrico Acquifero del Valdarno Inferiore sia per la zona di Santa Croce che per quella di Empoli evidenziava un impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo 35 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 con una maggiore criticità della prima falda confinata rispetto alla seconda più profonda; anche lo stato chimico dell’Acquifero dell’Elsa risultava analogo. Negli ultimi anni lo stato chimico ha però avuto una tendenza al peggioramento con l’acquifero della zona di Santa Croce e dell’Elsa risultati scadenti rispettivamente per il parametro ammonio e per alogenuri organici, con alogenuri alchilici e nitrati a rischio imminente. Sono inoltre risultati scadenti per fondo naturale per parametri quali conducibilità, arsenico, boro, cloruri, ferro, manganese e solfati, il primo e solo per solfati l’acquifero dell’Elsa. La falda profonda sanminiatese ha evidenziato uno stato chimico buono ma scadente da fondo naturale per ferro, manganese e ammonio. Lo stato quantitativo è risultato di sovra sfruttamento per la zona di Santa Croce e di Empoli mentre è risultato con moderate condizioni di disequilibrio per l’acquifero dell’Elsa; lo stato ambientale è risultato scadente per i primi due e particolare per l’Elsa. I prelievi delle acque di falda risultano nel fondovalle dell’Arno particolarmente elevati per uso industriale ed oltre ad impoverire la risorsa idrica sono tali da provocare locali accentuate depressioni piezometriche potenzialmente responsabili di fenomeni di subsidenza non ancora ben valutati. La parte alta e media del bacino dell’Elsa risultano in condizioni di criticità elevata, con un numero di giorni per i quali la portata è inferiore al DMV inferiore ai 60 giorni; la situazione risulta meno gravosa per il tratto terminale, in cui il livello di criticità passa a medio, con una durata delle portate inferiori al DMV che si mantiene, anche se di poco, sotto ai 30 giorni. Il tratto terminale del Torrente Egola con la confluenza del F.Arno è di elevata criticità, con durate della portata inferiore al DMV per oltre 90 giorni. Per le acque sotterranee il bilancio dell’acquifero di Santa Croce risulta nel complesso positivo con circa l’ 82% delle aree a disponibilità idrica elevata sebbene siano presenti alcune zone in cui la risorsa è oggetto di maggior sfruttamento che risultano caratterizzate da un deficit idrico locale (porzione nord ovest del territorio comunale). Per l’acquifero dell’Elsa il bilancio è meno positivo con circa il 10% delle aree a disponibilità idrica inferiore alla capacità di ricarica e circa il 52% delle aree a disponibilità prossima alla capacità di ricarica. Per quanto riguarda i prelievi idrici industriali possiamo evidenziare dal 2001 al 2012 un generale trend in diminuzione dei consumi complessivi del comprensorio con quelli relativi a San Miniato che hanno subito un crollo nel 2009 passando da circa 1,2 a 0,5 mil. di mc prelevati, fino ad arrivare al valore minimo di 0,32 mil. di mc prelevati nel 2012 risentendo evidentemente più degli altri della crisi economica che ha colpito tutte le attività del settore conciario. La portata massima attualmente sostenibile per la rete idrica civile di San Miniato, fermo restando la tenuta degli impianti di produzione, è sufficiente a soddisfare la richiesta degli utenti anche nei periodi di massimo consumo estivo seppur talvolta con qualche difficoltà; questo a seguito del consistente recupero di risorse idriche dovuto alla riduzione delle perdite occulte in rete. Nel caso in cui la richiesta della rete superi tale portata massima si verificherebbe una carenza di approvvigionamento per l’utenza, non tanto per la mancanza effettiva di risorsa idrica, ma a causa delle tubazioni adduttrici inadeguate. Esistono limiti strutturali della rete idrica relativamente alla generale vetustà delle condotte esistenti, sia di adduzione che di distribuzione, e nelle aree periferiche alcune utenze sono già alimentate con limitazioni sulla portata e pressioni garantite. Riportiamo quanto indicato dal gestore Acque spa, in termini di misure di salvaguardia, che sarebbero opportunamente da prevedere per quelle utenze con elevata idroesigenza, come per esempio: agriturismi e strutture ricettive in genere, ristoranti e bar, parrucchieri. Per questi tipi di utenze potrebbe essere previsto: - installazione obbligatoria di deposito e autoclave, - vasche di recupero delle acque meteoriche, - installazione di servizi igienici e rubinetti a chiusura automatica temporizzata e di limitatori della portata, - divieto di riempimento piscine private con acqua potabile prelevata dalla rete di pubblica distribuzione. Per la rete fognaria sussistono problematiche legate al dislivello altimetrico dei vari nuclei abitati infatti la maggior parte dei reflui sono sollevati e collettati al depuratore Cuoiodepur di San Romano, mentre altri piccoli agglomerati di abitazioni, dopo un trattamento locale con fosse biologiche, scaricano direttamente in ambiente o sono serviti da depuratori locali di piccole dimensioni. Le condotte presenti sono dimensionate per ricevere i reflui delle utenze attuali per cui consistenti urbanizzazioni future potrebbero creare problemi a causa di mancanza di strutture di raccolta adeguate. Tale criticità si accentua in condizioni di pioggia particolarmente abbondante in 36 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 quanto alcune condotte di raccolta della rete, che è di tipo misto, non hanno un diametro sufficiente a ricevere l’intera portata e il sollevamento risulta così insufficiente. Facciamo presente che gli obiettivi di gestione delle risorse idriche individuati nel PTC della Provincia di Pisa riguardano, per le acque sotterranee: l’individuazione di nuove fonti d’approvvigionamento idrico, minor emungimento delle acque del sottosuolo, ottimizzazione dello sfruttamento di quelle esistenti ed il completamento e l’ammodernamento della rete degli acquedotti; per le acque superficiali: l’ammodernamento e il rifacimento delle reti fognarie urbane e dei sistemi di depurazione. Nel Piano di Ambito dell’ATO 2 si affermano gli obiettivi di: ridurre la vulnerabilità migliorando gli scarichi, ridurre le perdite di rete, valutare il riutilizzo delle acque reflue a scopo industriale ed estendere la rete di monitoraggio e telecontrollo per monitorare le risorse idriche e la loro evoluzione nel tempo. 2.2 ARIA 2.2.1 Meteorologia (S) Le considerazioni sotto esposte fanno riferimento alla centralina meteorologica più vicina al territorio comunale di San Miniato ovvero quella di San Romano (via A. Gramsci) posta nel vicino Comune di Montopoli in Val d’Arno ed appartenente alla rete di controllo della qualità dell’aria della Provincia di Pisa. Tale centralina risulta però dismessa dal 2011 a seguito del recepimento del Decreto Legislativo 155/2010 con il quale è stata introdotta una revisione delle modalità attraverso le quali si effettua il rilevamento e la successiva valutazione della qualità dell’aria che non deve essere più gestita su base provinciale ma su scala regionale, nell’ambito di zone omogenee dal punto di vista delle fonti di inquinamento e della loro influenza sul territorio. I dati disponibili per una caratterizzazione del territorio dal punto di vista meteoclimatico sono quelli compresi tra l’anno 1997 ed il 2000 ed i principali parametri presi in considerazione per i quali sono state fatte elaborazioni sono: x direzione del vento, x velocità del vento in m/sec, x irraggiamento in watt/m. Dalle analisi eseguite negli anni è emerso che nella zona del comprensorio del cuoio la disposizione dei rilievi e l’orografia in genere è tale da determinare una amplificazione degli effetti dell’inquinamento nelle aree a ridosso delle colline, sia quelle delle Cerbaie a nord che quelle di Montopoli e San Miniato a sud. Direzione dei venti L’area è interessata da due distinti regimi di venti, uno caratteristico delle ore diurne l’altro delle ore notturne. Fig. 51 - Rosa del vento diurna, n° dati: 3776 Periodo: 1.1.2000 – 31.12.2000 Stazione: S. Romano – validità: 78% 330 0 Fig.52 - Rosa del vento notturna, n° dati: 2032 – n° suddiv.: 16 – soglia validità VV>=0.01 m/sec – validità: 51% 30 300 330 60 100200300400 90 270 240 120 210 180 150 0 30 60 300 400 800 1200 90 270 120 240 210 180 150 La centralina di S. Romano è caratterizzata, di giorno, da venti prevalenti secondo la direttrice OSO – ENE (vedi Fig.51). Risentono relativamente poco della collina di S. Romano i venti che 37 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 hanno una velocità maggiore di 1 m/s mentre la notte, i venti ad intensità inferiore a 1 m/s, si adagiano sul profilo della collina in quanto viene ad aggiungersi all’effetto calma di vento un accentuato effetto di schiacciamento verso il basso dovuto al fenomeno dell’inversione termica (vedi Fig.52). Facendo uso di un processore meteorologico (Wind) che riceve in ingresso i dati di direzione, velocità e stabilità di un numero massimo di centraline pari a tre, è stato possibile ricostruire campi cinetici dettagliati che tengono conto dell’orografia. Il comportamento della direzione del vento è influenzato molto anche dalle stagioni. Nella stazione di San Romano, come anche per le altre del comprensorio, i venti prevalenti nel periodo primavera–estate sono da OSO (vedi Figg.53 e 54) quindi tendono ad allontanare gli inquinanti dalle zone più densamente abitate di Montopoli e San Miniato mentre nel periodo invernale si fanno sentire molto di più i venti da ENE (vedi Figg.55 e 56). Fig. 53 - Rosa del vento diurna, n° dati: 2314 Periodo: 1.4.2000 – 30.9.2000 – Stazione: S. Romano – validità: 83% 0 330 Fig.54 - Rosa del vento notturna, n° dati: 900 – n° suddiv.: 16 – soglia validità VV>=0.01 m/sec – validità: 56% 30 60 300 0 330 300 60 200400 600 800 270 90 240 120 210 180 330 0 90 240 120 210 330 60 90 240 120 210 180 150 150 0 30 60 300 200 400 600 800 270 180 Fig.56 - Rosa del vento notturna, n° dati: 1142 – n° suddiv.: 16 – soglia validità VV>=0.01 m/sec – validità: 49% 30 300 50100150 200 250 270 150 Fig.55 - Rosa del vento diurna, n° dati: 1483 Periodo: 1.10.1999 – 31.3.2000 – Stazione: S. Romano – validità: 72% 30 50100150 200 250 270 90 240 120 210 180 150 Velocità media dei venti Negli anni è stata verificata una diminuzione costante dell’intensità del vento in tutte le centraline del comprensorio ed in particolare la velocità media del vento che si è registrata dal 1997 al 2000 è diminuita del valore medio mensile del 23% (vedi Fig.57); questa variazione è probabilmente da mettere in relazione ai cambiamenti climatici avvenuti in questi anni. Tale fattore influenza direttamente il numero delle calme di vento. Nella Fig.58 è riportato il numero complessivo delle calme mensili della Zona del Cuoio negli anni dal 1997 al 2000 di cui si evidenzia un aumento del 16%. Analizzando i dati nel tempo si è evidenziato come nel corso degli anni si verifichi un andamento ciclico del numero delle calme. I mesi peggiori per la dispersione degli inquinanti sono Gennaio, Febbraio e Ottobre; i migliori vanno da Marzo a Settembre. Ciò significa che la meteorologia può influire negativamente sulla concentrazione di tutti gli inquinanti nella Zona del Cuoio (come ovunque) accentuando gli effetti delle maleodoranze (vedi Figg.59 e 60). 38 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.57 - Velocità del vento – Dati complessivi Zona Cuoio – medie mensili 1,8 1,6 1,4 m/sec 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 gen-97 giu-97 nov-97 apr-98 set-98 feb-99 lug-99 dic-99 mag-00 ott-00 mesi dell'anno Fig.58 - Numero di calme – Dati mensili complessivi Zona Cuoio 1600 numero di calme 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 gen-97 giu-97 nov-97 apr-98 set-98 feb-99 lug-99 dic-99 mag-00 ott-00 mesi dell'anno Fig.59 - Velocità del vento – Confronto fra gli anni delle medie mensili Zona Cuoio 1,8 1,6 1,4 m/sec 1,2 1997 1 1998 0,8 1999 2000 0,6 0,4 0,2 0 gennaio aprile luglio ottobre Fig.60 - Numero di calme del vento mensili – Confronto fra gli anni dei dati rilevati Zona Cuoio 1600 numero di calme 1400 1200 1997 1000 1998 800 1999 600 2000 400 200 0 gennaio aprile luglio ottobre 39 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Irraggiamento Gli andamenti non si discostano da quelli tipici riportati nei profili delle seguenti Figg.61 e 62. Fig.61 - Irraggiamento solare medio estivo ed invernale nelle ore del giorno 800 Watt/m2 600 Estate Inverno 400 200 0 0 5 10 15 20 25 Fig.62 - Pressione atmosferica media estiva ed invernale nelle ore del giorno 1026 Inverno mBar 1024 1022 Estate 1020 1018 0 5 10 15 20 25 2.2.2 Qualità dell’aria-monitoraggio chimico (S) La normativa che disciplina la qualità dell’aria ha segnato significativi cambiamenti negli ultimi anni, anche per quanto attiene il sistema di misurazione. I passaggi più rilevanti sono rappresentati dal D.Lgs. n°155/2010, dalla D.G.R.T. n°1025 del 6/12/2010 e dalla D.G.R.T. n°22 del 17/01/2011. Al fine della valutazione della qualità dell’aria, il D.Lgs. 155/2010 prevedeva che le Regioni individuassero la propria rete di misurazione mediante un progetto di adeguamento conforme alla zonizzazione del territorio regionale. La D.G.R.T. 1025/2010 ha suddiviso il territorio della Regione Toscana in 6 zone (agglomerato Firenze, zona Prato-Pistoia, zona costiera, zona Valdarno pisano e piana lucchese, zona Valdarno aretino e Valdichiana e zona collinare montana) per quanto riguarda gli inquinati indicati nell’allegato V del D.Lgs. 155/2010 (biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, materiale particolato PM10-PM2,5, benzene, monossido di carbonio) e 3 zone (zona pianure costiere, zona pianure interne e zona collinare montana) per quanto attiene l’ozono indicato nell’appendice I del D.Lgs. 155/2010. Oltre alla zonizzazione, la D.G.R.T. 1025/2010 ha provveduto ad individuare le stazioni di misurazione appartenenti alla rete regionale; l’identificazione delle stazioni è stata effettuata mediante l’applicazione dei criteri previsti dall’allegato V del D.Lgs. 155/2010 riconducibile sostanzialmente alla popolazione residente nella zona ed ai livelli misurati in relazione ai livelli di valutazione inferiore e superiore. Questa operazione, ha comportato una significativa riduzione delle stazioni per la rete regionale, rispetto al numero complessivo iniziale delle stazioni provinciali in esercizio nel territorio della regione toscana. Per quanto attiene il territorio della Provincia di Pisa, l’allegato 3 della Deliberazione sopra citata, ha identificato le stazioni di misurazione di Pisa Borghetto, Pisa Passi e S. Croce Coop per la zona Valdarno pisano e Piana lucchese e la stazione di Pomarance- Montecerboli per la zona collinare montana. La configurazione della rete regionale risulta operativa a partire dal 1 gennaio 2011 e chiude un ciclo di misurazioni fortemente improntato su base locale. In particolare, per quanto riguarda il Comune di San Miniato, la vicina centralina di qualità dell’aria di San Romano è stata dismessa dal 10.06.2011 per PM10 e H2S. 40 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Riportiamo di seguito gli ultimi dati disponibili sul comprensorio del cuoio su base locale e contenuti nel rapporto annuale sulla qualità dell’aria dell’ARPAT, Dipartimento Provinciale di Pisa, relativi alla rete di monitoraggio della Provincia di Pisa dell’anno 2010 e trend delle misure nel periodo 2006-2010. In tale periodo di controllo, vedi Fig.63, erano quattro le centraline di monitoraggio operanti sull’area del comprensorio, una nel Comune di Montopoli (San Romano-via A.Gramsci) e tre nel Comune di Santa Croce sull’Arno (Serao, Coop, Cerri). Fig.63 Gruppo di stazioni del “Comprensorio del Cuoio” Sottoinsieme 3 della rete di monitoraggio provinciale CERRI FUCECCHIO SERAO COOP SANTA CROCE CASTELFRANCO SAN MINIATO SAN ROMANO MONTOPOLI Nella Fig.64 è fornita una descrizione delle stazioni di rilevamento su base locale della qualità dell’aria del comprensorio del cuoio in termini di tipo di zona, tipo di stazione ed appartenenza alla rete regionale. Fig.64 - Stazioni fisse di misura nel comprensorio del cuoio - anno 2010 LEGENDA (Allegato III D.Lgs. 155/2010): - INDUSTRIALE: stazioni ubicate in posizione tale che il livello di inquinamento sia influenzato prevalentemente da singole fonti industriali o da zone industriali limitrofe. - URBANA: siti fissi inseriti in aree edificate in continuo o almeno in modo predominante. - SUBURBANA (PERIFERICA): siti fissi inseriti in aree largamente edificate in cui sono presenti sia zone edificate, sia zone non urbanizzate. - RURALE: siti fissi inseriti in tutte le aree diverse da quelle Urbane e Suburbane. Il sito fisso si definisce rurale remoto se é localizzato ad una distanza maggiore di 50 km dalle fonti di emissione. - TRAFFICO: stazioni ubicate in posizione tale che il livello di inquinamento sia influenzato prevalentemente da emissioni da traffico, provenienti da strade limitrofe con intensità di traffico medio alta. - FONDO: stazioni ubicate in posizione tale che il livello di inquinamento non sia influenzato prevalentemente da emissioni da specifiche fonti (industrie, traffico, riscaldamento residenziale, ecc.) ma dal contributo integrato di tutte le fonti poste sopravento alla stazione rispetto alle direzioni predominanti 41 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La localizzazione delle stazioni di rilevamento con i dati sulla relativa georeferenziazione (coordinate Gauss Boaga) della postazione è sintetizzata in Fig.65. Fig.65 - Localizzazione stazioni di misura comprensorio del cuoio - anno 2010 I parametri monitorati in ciascuna stazione di misura fino all’anno 2010 sono invece riportati in Fig.66. Come già detto, dall’anno 2011 risulta in esercizio la rete regionale di misurazione della qualità dell’aria, che per quanto attiene il territorio del comprensorio del cuoio, è rappresentata dalla sola stazione S.Croce-Coop come riportata in Fig.67. La stazione di Montopoli - S.Romano, pur non facendo parte delle rete regionale, è rimasta comunque attiva per un certo periodo del 2011. Fig.66 - Parametri monitorati nelle stazioni del comprensorio del cuoio - anno 2010 LEGENDA: SO2 = biossido di zolfo; H2S = idrogeno solforato; CO = monossido di carbonio; O3 = ozono; NOx = ossidi di azoto totali, ovvero monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO2); PM10 = polveri con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron; PM10 = polveri con diametro aerodinamico inferiore a 2,5 micron; VV = velocità vento; DV = direzione vento; UR = umidità relativa; T = temperatura; RT = radiazione solare; P = pressione; Fig.67 - Rete regionale - stazioni del comprensorio del cuoio e strumentazioni * Strumenti presenti nella configurazione della stazione dal 2011 in poi Ai fini della valutazione della qualità dell’aria su base annua, per ogni inquinante misurato in continuo, l’insieme dei dati raccolti è considerato conforme alla normativa ed utilizzabile per il calcolo dei parametri statistici che caratterizzano gli indicatori di qualità dell’aria qualora la raccolta minima dei dati (rendimento strumentale) sia almeno pari al 90% per SOx, NOx, NO2, PM10, Pb, benzene, CO ed O3 (Allegato I D.Lgs. 155/2010). 42 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La raccolta minima dei dati, è calcolata come percentuale dei dati generati e validati rispetto al totale teorico al netto delle tarature periodiche e dell’attività di manutenzione ordinaria. Nella seguente Fig.68 sono riportati le percentuali dei dati orari (giornalieri per PM10 e PM2,5) validi elaborati secondo i criteri definiti dalla normativa (D.Lgs. 155/2010) per l’anno 2010. Fig.68 - Rendimento % degli analizzatori delle stazioni del comprensorio (anno 2010) I rendimenti strumentali sono tutti superiori al 90% del periodo minimo di copertura, è pertanto ragionevole considerare le misure rappresentative, in quanto gli analizzatori hanno avuto soltanto dei fermi sporadici limitati a qualche giorno, o soltanto ad alcune ore. I valori limite che esprimono gli indicatori di qualità dell’aria erano stati ridefiniti dalla Comunità Europea (Direttiva 2008/50/CE) e sono stati recepiti dallo Stato Italiano con il D.Lgs. n° 155 del 13 agosto 2010 pubblicato nella G.U. n° 216 del 15 settembre 2010. Tale norma, oltre a regolare l’intera materia integrando le precedenti normative che disciplinavano la qualità dell’aria, introduce la misurazione del materiale particolato PM2,5. Nella Fig.69 sono riportati i riferimenti normativi ed i limiti di riferimento per ciascun inquinante monitorato. Fig.69 - Normativa e limiti degli indicatori di qualità dell’aria 43 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 44 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Per ogni indicatore monitorato nelle stazioni del comprensorio del cuoio vengono riportati di seguito i valori delle concentrazioni rilevate nell’anno 2010 ed i grafici relativi ai trend delle misure effettuate nel periodo 2006-2010 al fine di illustrare l’evoluzione dei singoli inquinanti nel corso degli anni. Tutti i valori di concentrazione espressi in unità di massa (g o mg) per metro cubo di aria (m3) sono riferiti ad una pressione di 101,3 KPa ed alla temperatura di 20°C (293° K) ad esclusione del materiale particolato PM10 e PM2,5 (ed eventuali metalli) il cui volume di campionamento si riferisce alle condizioni ambiente in termini di temperatura e di pressione atmosferica alla data delle misurazioni. Polveri (PM10) Il particolato aerodisperso (PM, Particulate Matter) è costituito da un insieme di particelle molto piccole (liquide, solide e aerosol) presenti nell’atmosfera. Le particelle vengono classificate secondo il diametro aerodinamico: il PM10 include tutte le particelle di dimensioni molecolari fino a 10 micrometri di diametro e il PM2.5 comprende tutte le particelle “fini”, di diametro fino a 2.5 micrometri. Si parla di particolato “primario” quando le particelle sono emesse direttamente nell’atmosfera, provenendo da fonti come i veicoli, gli impianti industriali, i cantieri, le combustioni del legno. Le particelle “secondarie”, invece, hanno origine da processi di trasformazione chimica e di condensazione delle sostanze gassose primarie e sono costituite principalmente da solfati e nitrati, derivati dalle reazioni di SO2 e NOx con l’ammoniaca. In generale, il PM grossolano si compone in gran parte di particelle primarie ed il PM fine contiene soprattutto particelle secondarie. Il particolato aerodisperso è di origine naturale ed antropica: quello di origine naturale proviene dalle sabbie, dalle polveri delle eruzioni vulcaniche, dall’erosione, dai pollini, dalle spore, ecc.; quello antropico proviene dalla combustione e dai processi industriali. Il particolato prodotto dalla combustione (qualsiasi tipo di combustione: i motori delle auto, le sigarette, le candele, il riscaldamento, i caminetti, ecc.) è prevalentemente al di sotto del micrometro e quindi il più pericoloso. Nella Fig.70 sono riportati gli esiti delle misure delle concentrazioni di PM10 per l’anno 2010 nelle stazioni di misura del comprensorio del cuoio con i limiti di riferimento individuati come sopra. Fig.70 - PM10 Dati anno 2010 45 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Si osserva che entrambi i limiti di legge risultano rispettati nelle tre stazione del comprensorio in cui vengono monitorate le PM10, compresa quella di S.Romano. Nella Fig.71 sono riportate le medie annuali delle concentrazioni di PM10 per il periodo di misurazione 2006-2010 della rete di monitoraggio provinciale. Fig.71 - PM10 – Medie annue nel periodo 2006-2010 La linea rossa rappresenta il valore limite Il trend nel tempo dei valori delle PM10 nella stazione di monitoraggio di S.Romano indica un significativo miglioramento della situazione dal 2008 al 2010; infatti, sebbene i valori restino sempre al di sotto del limite di criticità, si registra una inversione del trend che risultava negativo dal 2006 al 2008 e che diventa positivo dal 2008 al 2010 passando dal valore di 36 μg/m3 a quello di 29 μg/m3. Nella Fig.72 vengono riportati i valori massimi della media giornaliera ed il valore di concentrazione delle PM10 corrispondente alla 36a posizione della scala decrescente relativa ai superamenti della media giornaliera (50 μg/m3). Di fatto, tutti i superamenti della media giornaliera, per ciascuna stazione, vengono ordinati in modo decrescente a partire dal valore massimo rilevato. I primi 35 superamenti sono consentiti dalla normativa vigente. Il valore alla 36a posizione nella serie, individua la concentrazione del primo superamento eccedente i 35 consentiti. Se questo valore si colloca molto vicino a 50 μg/m3 significa che i superamenti eccedenti sono molto concentrati intorno al valore limite e quindi facilmente riconducibili a questo con interventi di modesta entità sulle fonti di emissione. Fig.72 - PM10 – Medie giornaliere anno 2010 (superamenti limite di 50 μg/m3) Si osserva che le tre stazioni di monitoraggio non eccedono mai il numero max. di superamenti consentiti per le PM10. Nella Fig.73 sono riportati i superamenti annuali del valore limite di 50 μg/m3 delle medie giornaliere di PM10 per il periodo di misurazione 2006-2010 della rete di monitoraggio provinciale. 46 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.73 - PM10 – Superamenti limite giornaliero nel periodo 2006-2010 La linea rossa rappresenta il valore limite Analogamente a quanto sopra esposto si rileva, per la stazione di monitoraggio di S.Romano, un’inversione del trend negativo che aveva portato a superamenti del limite giornaliero di 50 μg/m3 oltre il numero di 35 e quindi della soglia consentita per gli anni dal 2007 al 2009. Nel 2010 i valori rientrano entro i limiti così come lo erano nel 2006. I dati relativi agli ultimi anni sono contenuti nell’annuario 2013 dei dati ambientali dell’Arpat la cui rete di monitoraggio regionale è stata ridotta alla sola stazione di S.Croce-Coop; per il periodo 2008-2012 riportiamo nella seguente Fig.74 i risultati delle medie annuali di PM10 e nella Fig.75 i superamenti del limite giornaliero. Fig.74 - PM10 – Medie annuali (μg/m3) nel periodo 2008-2012 Limite di legge: media annuale 40 μg/m3 Fig.75 - PM10 – Superamenti limite giornaliero nel periodo 2008-2012 Limite di legge: 35 superamenti della media giornaliera di 50 μg/m3 Nella stazione di monitoraggio di S.Croce-Coop i valori delle PM10 nel periodo 2008-2012 restano sempre al di sotto del limite di criticità di 40 μg/m3, mentre per quanto riguarda i superamenti del limite giornaliero (limite di n.35 superamenti della media giornaliera di 50 μg/m3) solo nel 2011 non sono stati rispettati. Biossido di Azoto (NO2) Il biossido di azoto è un gas tossico con grande potere irritante, trattandosi di un ossidante altamente reattivo e corrosivo; svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico, essendo l’intermedio di base per la produzione di tutta una serie di inquinanti secondari molto pericolosi (come l’ozono, l’acido nitrico, l’acido nitroso, ecc.). Il biossido di azoto merita di essere menzionato anche come il maggior responsabile, insieme al biossido di zolfo, del fenomeno delle piogge acide. Il biossido d’azoto si origina principalmente nei motori a scoppio e negli impianti termici per ossidazione dell’azoto atmosferico, durante i processi di combustione caratterizzati da elevate temperature. Nella Fig.76 sono riportati gli esiti delle misure delle concentrazioni di Biossido di Azoto NO2 per l’anno 2010 con i limiti di riferimento assegnati dalla normativa vigente. 47 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.76 - Biossido di Azoto dati anno 2010 I valori massimi registrati delle concentrazioni orarie, espressi in mg/m3, sono stati evidenziati tra parentesi. Si osserva che entrambi i limiti di legge risultano rispettati nell’unica stazione del comprensorio S.Croce-Coop in cui viene monitorato il Biossido di Azoto. Nella Fig.77 sono riportate le medie annuali delle concentrazioni di Biossido di Azoto per il periodo di misurazione 2006-2010 della rete di monitoraggio provinciale. Fig.77 - NO2 – Medie annue nel periodo 2006-2010 La linea rossa rappresenta il valore limite Il trend nel tempo dei valori della concentrazione media della stazione S.Croce-Coop di riferimento per il comprensorio del cuoio non indica significativi peggioramenti dei livelli di NO2 che negli anni 2006-2010 oscilla tra 25 e 30 μg/m3. Nessuna criticità emerge quindi dalle elaborazioni per questo parametro i cui livelli medi non hanno subito variazioni nel corso degli ultimi anni di indagini con stazioni di rilevamento mirate al controllo delle ricadute di origine industriale. Anche i dati relativi agli ultimi anni 2011 e 2012 di monitoraggio della stazione S.Croce-Coop confermano la costanza dei valori di NO2 ed il range di oscillazione che rientra sempre tra 25 e 30 μg/m3 quindi senza alcun superamento del limite di legge di 40 μg/m3. Nella seguente Fig.78 riportiamo le medie annuali di NO2 per il periodo 2008-2012. Fig.78 - NO2 – Medie annuali (μg/m3) nel periodo 2008-2012 Limite di legge: media annuale 40 μg/m3 Biossido di Zolfo (SO2) Il biossido di zolfo (anidride solforosa) si origina principalmente nei processi industriali di combustione dei combustibili fossili e liquidi (carbone, petrolio, gasolio) e negli impianti termici per ossidazione dello zolfo, insieme al biossido di azoto è il maggior responsabile del fenomeno delle piogge acide. Nella Fig.79 sono riportati gli esiti delle misure delle concentrazioni di Biossido di Zolfo SO2 per l’anno 2010 con i limiti di riferimento assegnati dalla normativa vigente. 48 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.79 - Biossido di Zolfo dati anno 2010 I valori massimi registrati, espressi in μg/m3, sono stati evidenziati tra parentesi. Si osserva che non è stato registrato nessun superamento dei valori limite vigenti nell’unica stazione di rilevamento del Biossido di Zolfo del comprensorio, quella di S.Croce-Cerri. Per quanto riguarda il trend evolutivo dei valori registriamo che dall’anno 2007 di inizio monitoraggio del Biossido di Zolfo all’anno 2010 non si sono avuti eventi di superamento dei limiti di legge sia come valore medio orario che giornaliero; per questo risulta superfluo diagrammare tali dati. In sostanza sebbene le stazioni di misura di questo parametro siano opportunamente collocate nelle vicinanze di siti industriali si osservano solo contaminazioni blande di alcune zone di ricaduta degli inquinanti di origine industriale. Benzene Il benzene, di cui è stata accertata la cancerogenicità per l’uomo, è un composto organico volatile costituente del petrolio greggio la cui presenza nell’atmosfera urbana è dovuta generalmente per più del 70% agli scarichi degli autoveicoli alimentati a benzina, per il 20% alle perdite per evaporazione durante lo stoccaggio e per il restante 10% alla fase di distribuzione. E’ un idrocarburo aromatico ampiamente utilizzato nei processi industriali per produrre altri composti chimici come lo stirene, il cumene (per realizzare varie resine), il cicloesano (per creare il nylon e altre fibre sintetiche), ecc., inoltre viene impiegato nella produzione di alcuni tipi di gomme, lubrificanti, coloranti, inchiostri, collanti, detergenti, solventi e pesticidi. Nella Fig.80 sono riportati gli esiti delle misure delle concentrazioni di Benzene nell’unica stazione di rilevamento del Biossido di Zolfo del comprensorio, quella di S.Croce-Cerri, per l’anno 2010 con i limiti di riferimento assegnati dalla normativa vigente. Fig.80 - Benzene dati anno 2010 Non si osserva alcun superamento del valore limite della media annuale su base oraria. Nella Fig.81 sono riportate le medie annuali delle concentrazioni di Benzene per il periodo di misurazione 2006-2010 della rete di monitoraggio provinciale. Fig.81 - Benzene – Medie annue nel periodo 2006-2010 La linea rossa rappresenta il valore limite Le medie relative a San Romano (misurate nel periodo 2007-2009) non appaiono nel grafico in quanto esattamente sottostanti a quelle di CERRI. 49 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nessun elemento di criticità da segnalare per il parametro Benzene. Il trend nel tempo dei valori medi sull’anno denunciano una situazione di pieno raggiungimento del limite di riferimento in vigore dall’inizio dell’anno 2010; il valore di 1 μg/m3 costantemente rilevato presso il comprensorio del cuoio deve verosimilmente ritenersi un valore di “fondo” che difficilmente potrà essere ulteriormente ridotto. D’altro canto questo inquinante è stato pressoché bandito dalle miscele dei prodotti utilizzati nelle operazioni di rifinizione ed i livelli residui che sono stati rilevati nelle zone industriali (circa il 30% di quelli presenti in zone ad alto flusso di traffico) sono da imputare al traffico autoveicolare circolante per il trasporto delle merci. Ozono (O3 ) L’ozono è un gas velenoso ed instabile presente negli strati alti dell’atmosfera (stratosfera), ma anche, in piccole quantità, nell’aria che respiriamo (troposfera). Lo strato di ozono presente nella stratosfera ha un effetto protettivo dalle radiazioni ultraviolette del sole; quello presente nella troposfera, invece, contribuisce all’inquinamento dell’aria, è nocivo per l’uomo e per l’ambiente. L’ozono troposferico è generato da reazioni chimiche a partire dagli ossidi di azoto, da monossido di carbonio, da composti organici volatili e dalla contemporanea presenza di un intenso irraggiamento. Ben si comprende come l’ozono sia un inquinante preoccupante soprattutto nei periodi estivi, in cui si presentano le condizioni favorevoli (forti insolazioni, scarsa ventilazione) alla formazione di ozono. Peculiarità dell’ozono è quella di essere facilmente trasportato dal vento a grandi distanze: si può quindi accumulare nelle zone meno inquinate, dove la scarsa concentrazione di sostanze che lo consumano ne impedisce la diminuzione. Il D.Lgs. n°155/2010 fissa per l’inquinante ozono dei valori obiettivo, sia per la protezione della salute umana che per quella della vegetazione, da conseguire a partire dall’anno 2010; pertanto una prima verifica dell’avvenuto rispetto dei valori di riferimento stabiliti per le concentrazioni di ozono nell’aria non potrà essere effettuata prima del 2013 (sulla base della media dei superamenti dei tre anni precedenti), per i valori concernenti la protezione della salute umana, e prima del 2015 (sulla base della media dei superamenti dei cinque anni precedenti), per i valori concernenti la protezione della vegetazione. Anticipando la scadenza futura del 2013, già ad oggi, con i dati disponibili del periodo 2006-2010, possiamo fare una valutazione circa il rispetto del valori di riferimento suddetti. Nella Fig.82 è riportato l’esito dell’elaborazione del numero di medie massime giornaliere su 8 ore >120 g/m3 nel triennio 2008-2010 considerato per l’unica stazione di rilevamento dell’Ozono del comprensorio, quella di S.Croce-Serao. Fig.82 - Ozono – Misure triennio 2008-2010 Si osserva che per il triennio considerato risulta rispettato il valore obiettivo per la protezione della salute umana nell’unica stazione del comprensorio S.Croce-Serao in cui viene monitorato l’Ozono. Per tale parametro sono inoltre previsti due valori soglia definiti rispettivamente “soglia di informazione” e “soglia di allarme”; questi due valori sono tenuti in particolare considerazione nelle zone che presentano criticità particolari, ma essendo calcolati per un periodo molto breve (1 ora) possono fornirci un elemento utile per valutare la frequenza e l’entità di eventuali fenomeni acuti di formazione della specie chimica “ozono”. Nella Fig.83 sono riportati i dati di Ozono registrati nel corso dell’anno 2010 in funzione dei due valori soglia. Fig.83 - Ozono - Dati anno 2010 50 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Per AOT40 si intende la somma delle differenze tra le concentrazioni orarie superiori a 80 g/mc e 80 g/mc, rilevate da maggio a luglio, utilizzando solo i valori orari giornalieri compresi tra le 8 e le 20. Entrambi i valori “soglia” (di informazione e di allarme) su base oraria, previsti per questo inquinante (rispettivamente uguali a 180 g/m3 e 240 g/m3), risultano rispettati nella stazione del comprensorio S.Croce-Serao e sostanzialmente confermano i valori medi rilevati nell’anno 2009. Nella Fig.84 sono riportate le medie annuali delle concentrazioni di Ozono per il periodo di misurazione 2006-2010 della rete di monitoraggio provinciale. Fig.84 - Ozono – Medie annue nel periodo 2006-2010 Il trend nel tempo dei valori della concentrazione media di Ozono nella stazione S.Croce-Serao, di riferimento per il comprensorio del cuoio, non mostra significative oscillazioni ma solo spostamenti in senso positivo o negativo di lieve entità; tale situazione risulta quindi priva di criticità sia per quanto riguarda i valori normati a tutela della salute umana sia per quanto concerne i valori privi di riferimenti di legge (valore max. orario e valore medio annuale). Dal Giugno 2011 la stazione di monitoraggio regionale S.Croce-Coop, unica di riferimento per la zona del comprensorio del cuoio, è divenuta attiva per il rilevamento dell’Ozono. I valori acquisiti sono essenzialmente relativi al 2012 e riportati nelle seguente figure dove, in particolare, sono esposte: le misure di AOT40 (Accumulated exposure Over Threshold of 40 ppb) per la valutazione della qualità dell’aria tramite la somma delle differenze tra le concentrazioni orarie superiori a 80 g/m3 e 80 g/m3 rilevate da maggio a luglio in orario 8-20 in Fig.85; il numero dei giorni con superamenti della media di 8 ore di 120 g/m3 in Fig.86 ed il numero di superamenti della soglia di informazione pari a 180 g/m3 come media oraria in Fig.87. Fig.85 - AOT40 – Andamenti nel periodo 2008-2012 Fig.86 - Ozono – Superamenti della media nel periodo 2008-2012 51 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.87 - Ozono – Superamenti della soglia di informazione nel periodo 2008-2012 I dati esposti confermano quindi l’assenza di criticità per l’ozono. Idrogeno Solforato (H2S) L'idrogeno solforato è un gas tossico che viene emesso durante le attività di concia, con particolare riferimento alle fasi di purga e pickel, e dagli impianti di depurazione delle acque con un odore particolarmente sgradevole di uova marce. In mancanza di un limite vigente per l’Idrogeno Solforato nella legislazione italiana il commento dei risultati viene essenzialmente effettuato attraverso il raffronto dei dati prodotti con valori-guida elaborati da enti europei qualificati, in particolare con: - il valore guida di tutela sanitaria consigliato dalla O.M.S (150 g/m3), massima concentrazione media giornaliera; - il valore soglia di percettibilità odorigena dell’Idrogeno solforato (7 g/m3), come valore orario. Nella Fig.88 sono riportati gli esiti delle misure delle concentrazioni di Idrogeno solforato nelle stazioni di rilevamento del comprensorio del cuoio per l’anno 2010. Fig.88 - H2S - Dati anno 2010 Si osserva che per tutte le stazioni presenti nel comprensorio del cuoio, anche per l’anno 2010, è risultata rispettata la concentrazione massima giornaliera di 150 g/m3 da non superare per non incorrere in problematiche di tipo sanitario sulla popolazione residente; inoltre la percentuale di dati che eccedono la soglia olfattiva non supera mai il 7% circa del complesso dei valori orari. Nella Fig.89 sono riportati i dati più recenti di H2S relativi alla stazione di monitoraggio regionale S.Croce-Coop, rimasta come riferimento per la zona del comprensorio del cuoio, ripresi dalla relazione Arpat del 2012 sulla qualità dell’aria. Fig.89 - H2S - Dati anno 2012 I valori di H2S del 2012 sono in linea con quelli del 2010 e denotano concentrazioni prive di alcuna criticità. Tra i dati ottenuti quelli che meritano una certa attenzione per l’inquinante Idrogeno Solforato sono quelli relativi alla stazione S.Croce-Cerri; vengono rilevati infatti valori nettamente più elevati rispetto alle altre stazioni del comprensorio sia della massima media oraria che del valore medio 52 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 giornaliero anche se sostanzialmente il valore medio annuale oscilla di poco. Questi valori sono giustificati dal fatto che, effettivamente, la zona “Cerri” è stata ripetutamente interessata nel corso dell’anno 2010 da frequenti episodi di breve durata di contaminazione da Idrogeno Solforato, divenuti più frequenti in particolare nell’ultima parte dell’anno. La contaminazione della zona in questione trova origine, con una certa probabilità, nel grande impianto di depurazione di reflui conciari che si trova collocato nelle immediate vicinanze; gli accertamenti di ordine tecnico condotti all’interno del suddetto hanno messo in evidenza alcune disfunzioni impiantistiche che nel tempo sono state riportate nella norma. Resta comunque un punto di controllo da tenere nella massima attenzione. Nella Fig.90 si vuole dare un’indicazione degli andamenti delle misure nell’arco degli ultimi cinque anni e per questa finalità è stato ritenuto opportuno adottare il 95° percentile delle misure orarie che bene descrivono la variabilità nel tempo di questo inquinante legata alla localizzazione dei punti emissivi sul territorio e alla percettibilità olfattiva. Fig.90 - H2S - 95° percentile dei dati orari nel periodo 2006-2010 La distribuzione dei valori di concentrazione sulle quattro stazioni di misura non denuncia grandi variazioni da un anno all’altro; si nota una costanza del 95° percentile, o deboli oscillazioni dello stesso, intorno a concentrazioni di pochi g/m3, a significare nel caso di tutte le stazioni, fatta eccezione per “Cerri” ed in parte per San Romano, che il 95% dei dati orari si colloca addirittura al di sotto della soglia di percettibilità olfattiva. Riportiamo nella Fig.91 la sintesi dei valori medi annuali per ciascun parametro monitorato nelle stazioni del comprensorio del cuoio, gli indicatori a freccia rappresentano una comoda visualizzazione della tendenza di un inquinante a crescere, o decrescere, rispetto all’anno precedente. Fig.91 - Valori medi annuali - anno 2010 I valori evidenziati in rosso sono quelli che mostrano una tendenza a crescere nel corso dell’anno 2010; i parametri che prevedono un valore limite medio, su base annuale, vigente (PM10, NO2 e Benzene) mostrano tutti il rispetto di questo limite. Il rapporto sulla qualità dell’aria dell’ ARPAT riporta le seguenti considerazioni per i parametri normati rilevati nelle quattro stazioni del comprensorio del cuoio: - PM10 - la situazione descritta fino al 2010 permane all’interno di una sostanziale regolarità con la stazione di Montopoli-S.Romano nuovamente a norma dal punto di vista degli episodi di 53 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 superamento delle PM10, oltre i 50 g/m3 giornalieri consentiti. Tale miglioramento dei valori, rispetto a quelli del 2009, può essere imputabile a diversi fattori tra cui sicuramente il fattore pioggia che interferisce direttamente con i meccanismi di persistenza in atmosfera di tutti gli inquinanti. Nel corso dell’anno 2010 il livello globale della caduta di pioggia è infatti risultato di 100 mm superiore all’anno precedente, ma soprattutto per i due anni considerati (2010-2009) abbiamo avuto rispettivamente 91 contro 72 giorni di pioggia di media-bassa portata (è notorio che gli effetti migliori non si hanno con piogge intense di breve durata, ma piuttosto con piogge di medio-bassa intensità tendenzialmente persistenti ovvero estese a più giorni). Nella stazione di monitoraggio regionale di S.Croce-Coop, rimasta l’unica per il comprensorio del cuoio, i valori delle PM10 negli ultimi due anni sono rimasti ancora sempre al di sotto del limite di criticità di 40 μg/m3; solo nel 2011 non sono stati rispettati i superamenti del limite giornaliero. - NO2 - la situazione presenta analogie con quanto visto per le PM10. Anche in questo caso non ci sono situazioni critiche indirizzate verso un trend di crescita, con i valori medi repertati che indicano una certa stabilità senza alcun superamento del limite di legge. - Benzene - la valutazione degli indici di questo parametro per l’ultimo anno di misure disponibili (2010) non apporta valore aggiunto a quanto elaborato per l’anno precedente in fatto di assenza di criticità. Questo inquinante “primario” una volta estromesso pressoché in modo completo dalla produzione industriale rimane a tutti gli effetti un inquinante di derivazione autoveicolare che in ambito urbano ormai da anni si colloca, nel comprensorio del cuoio, in una fascia di concentrazioni compresa tra 1 e 2 g/m3. - SO2 - tale inquinante primario ha un valore limite di riferimento estremamente ampio rispetto agli indici delle misure effettuate che non rilevano criticità; di conseguenza le fluttuazioni rilevabili di anno in anno, anche se riscontrabili, diventano irrilevanti. - O3 - la situazione descritta non mostra significative oscillazioni ma solo spostamenti in senso positivo o negativo di lieve entità; tale situazione risulta quindi priva di criticità sia per quanto riguarda i valori obiettivo a tutela della salute umana sia per i valori soglia. Nel corso del 2011 sono state condotte sul territorio sanminiatese delle campagne di misura degli inquinanti atmosferici su brevi periodi, eseguite dal Dipartimento ARPAT di Pisa utilizzando il Laboratorio Mobile di Q.A. di proprietà della Provincia di Pisa. Tali indagini assumono una duplice funzione in base alla zona di collocazione: fornire dati integrativi sulla Qualita dell’Aria a fronte di una riduzione della rete di monitoraggio e caratterizzare situazioni ambientali non ancora sottoposte ad indagini che su tempi lunghi potrebbero determinare un superamento degli standard di Q.A. a causa di fattori locali (incidenza di industrie, alti flussi di traffico, condizioni meteoclimatiche sfavorevoli, etc.). Nel caso specifico le campagne di misura sono state effettuate al fine di acquisire informazioni ambientali a garanzia della compatibilità della struttura scolastica ospitante il Liceo scientifico G. Marconi (loc. San Donato) con un sito ad alta incidenza di traffico (Zona Interporto) e su cui insistono varie e diversificate attività di cantiere per l’edificazione di nuove strutture industriali. Nella seguente Fig.92 è riportata l’ubicazione del sito di misura con laboratorio mobile. Fig.92 - Sito di misura con laboratorio mobile - anno 2011 54 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nel corso del 2011 le due campagne sono state condotte in periodi dell’anno aventi tra di loro caratteristiche meteoclimatiche sostanzialmente diverse (periodo primaverile e seguente periodo autunnale). Per questo motivo ed in considerazione della durata complessiva della campagna di misure (117 gg.) l’indagine ha sufficienti requisiti per essere assimilabile ad una “misurazione indicativa” della Qualita dell’Aria, come previsto dal D. Lgs. 155/10 (vedi Fig.93). Fig.93 - Sintesi della campagna di misura con laboratorio mobile - anno 2011 Di seguito sono presi in considerazione i singoli inquinanti per ognuno dei quali sono riportati gli indici sintetici relativi al periodo di monitoraggio, nonché i corrispondenti limiti di riferimento previsti dalla normativa vigente in materia di Qualità dell’Aria (D.Lgs. 155/2010). Nelle tabelle a seguire di Figg.94-99 sono stati riportati, per un utile confronto, anche gli esiti delle misure della campagna 2010. Il segno ( - ) presente in alcune tabelle riassuntive indica l’assenza di un limite di riferimento relativo alla normativa vigente. Fig.94 - Dati CO - anno 2011 I dati relativi alle campagne 2011 non aggiungono nuovi elementi di valutazione in merito a questo inquinante che da molto tempo è divenuto scarsamente caratterizzante anche per siti di misura ad alta incidenza di traffico autoveicolare. Fig.95 - Dati NO2 - anno 2011 Nessun elemento di criticità dei dati misurati è emerso nei periodi di misura rispetto ai limiti di riferimento. L’unico elemento degno di nota è rappresentato dal valore max. orario rilevato alla data indicata che è risultato più marcato rispetto all’anno 2010, mentre la media delle concentrazioni orarie, pur avendo carattere indicativo sulle campagne di breve durata, è rimasta sostanzialmente invariata. 55 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.96 - Dati SO2 - anno 2011 I valori limite previsti dal D.Lgs. 155/10 per la protezione della salute umana, intesi come 350 g/m3 con tempo di mediazione di 1 ora, da non superare più di 24 volte per anno civile, e 125 g/m3, con tempo di mediazione di 24 ore, da non superare più di 3 volte per anno civile, risultano ampiamente rispettati nel senso che presso la postazione indagata non si è mai verificato neppure un superamento delle due concentrazioni limite sopra indicate. Gli stessi valori massimi riportati in tabella, orario e della media giornaliera, estremamente contenuti rispetto a 350 g/m3 e 125 g/m3, confermano che nei periodi di indagine, come pure lo scorso anno, non si sono verificati episodi acuti significativamente rilevanti di inquinamento da biossido di zolfo. Nessun valore, elaborato nel rispetto della normativa per il parametro in considerazione, ha evidenziato criticità particolari nel periodo di monitoraggio preso in considerazione. Fig.97 - Dati PM10 - anno 2011 La polverosità locale espressa dalle PM10, ovvero il parametro che per la finalità dell’indagine merita di essere considerato con la massima attenzione, in questa occasione è stato calcolato su un numero di medie giornaliere (36) più che doppio rispetto all’anno 2010 e ripartite su due periodi diversi nell’arco dell’anno. A fronte di questa maggiore rappresentatività delle condizioni locali l’insieme dei dati permane soddisfacente soprattutto per il fatto che non è stato evidenziato neppure un superamento del limite giornaliero (50 g/m3), che rappresenta l’indicatore più idoneo da considerare su campagne di breve durata. Fig.98 - Dati Benzene - anno 2011 La normativa vigente prevede per questo parametro solo un limite su base annua (come evidenziato nella tabella di cui sopra) e nessun valore limite su periodi di mediazione più brevi che, nel caso di campagne di misura con il Laboratorio Mobile, potrebbe rivelarsi maggiormente utile per facilitare l’interpretazione dei pochi dati raccolti. Il dato ottenuto come valore medio delle misure sul periodo di indagine è comunque risultato nettamente inferiore rispetto al valore limite annuo e ciò induce a considerare che anche nel caso di un monitoraggio esteso ad un anno intero il valore di 5 g/ m3 (limite sulla media annua) risulterebbe rispettato con ampi margini di sicurezza. 56 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.99 - Idrogeno solforato - anno 2011 Pur in assenza di riferimenti normativi si ritiene opportuno riportare i risultati ottenuti per questo inquinante di derivazione industriale che nel Comprensorio del Cuoio riveste importanza prioritaria. L’attenzione deve essere focalizzata sul valore percentuale degli episodi di superamento, su base oraria, della soglia olfattiva (4a riga della tabella) in quanto questo dato può dare un’indicazione sulla possibilità di innesco di maleodoranze locali che è strettamente legata alla frequenza di condizioni favorenti. Frequenze molto basse come quelle emerse, specialmente nel corso delle ultime due campagne e valori orari “di punta” estremamente contenuti, concorrono insieme a definire una situazione di scarsa contaminazione locale da Idrogeno Solforato in tutti i periodi di osservazione e pertanto una bassa probabilità di formazione di odori molesti anche di breve durata. L’indagine condotta essenzialmente per fornire elementi di valutazione dello stato di salubrità ambientale dell’area considerata ai fini della presenza di un istituto scolastico non ha evidenziato particolari elementi di criticità. La campagna di misure ha confermato i risultati ottenuti dall’indagine condotta nell’anno precedente approdando alle medesime conclusioni: il sito in cui si trova inserito il complesso liceale G. Marconi presenta caratteristiche assimilabili ad una stazione classificata “Urbana Fondo” in quanto caratterizzata dalla presenza di tutti gli inquinanti a concentrazioni generalmente modeste. Alla luce delle ultime misure è possibile aggiungere che tra le postazioni rispondenti a tale classificazione, il sito in oggetto presenta indici medio-bassi delle PM10 e degli Ossidi di Azoto ed un inquinamento scarsamente significativo da Benzene. Analoghe considerazioni possono essere estese anche agli inquinanti di derivazione prettamente industriale. Per quanto riguarda le maleodoranze, particolare interesse assume l’andamento del numero degli esposti pervenuti all’Arpat per inquinamento atmosferico nella zona del comprensorio del cuoio che, in generale, risultano essere in diminuzione nel tempo. Infatti facendo riferimento ai dati riguardanti Ponte a Egola, il collegamento in continuo con il sistema di telerilevamento alle sorgenti relative agli impianti di pretrattamento liquami ha portato a una sensibile riduzione delle emissioni specifiche; in particolare, come riportato nella Fig.100, il numero degli esposti per maleodoranze a piè di fabbrica a Ponte a Egola nel periodo 1999-2007, dopo aver subito un innalzamento negli anni dal 2001 al 2003, risulta successivamente molto diminuito. Fig.100 - Esposti per maleodoranze - periodo 1999-2007 Dati recenti indicano però che le segnalazioni di maleodoranze nella zona di Ponte a Egola sono proseguite tanto che nel periodo settembre/novembre 2012 sono stati effettuati dei sopralluoghi 57 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 dall’ARPAT e dall’ASL. Sono state monitorate una dozzina di postazioni sparse su tutta la zona a vocazione conciaria e quasi tutte sono risultate effettivamente interessate da maleodoranze, anche se con frequenze variabili. In particolare nell’area di Ponte a Egola controllata (rotonda superstrada) sono stati rilevati odori molto marcati riferibili in maniera chiara alla presenza di idrogeno solforato e di solventi idrosolubili con frequenza di 12 giorni su 26. Le principali cause di queste maleodoranze, secondo il rapporto sulle indagini relative alle maleodoranze a cura dell’Arpat di Pisa e dell’Asl 11 di Empoli, vanno ricercate in alcuni deficit impiantistici e gestionali di alcune attività produttive presenti in zona che devono mettere in atto interventi di adeguamento nel rispetto delle normative vigenti. 2.2.3 Qualità dell’aria-monitoraggio biologico (S) Per valutare gli effetti dell’inquinamento dell’aria risulta particolarmente utile affiancare metodiche di monitoraggio biologico a quelle di tipo chimico-fisico. Il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico tramite parametri biologici (biomonitoraggio) si basa sulla stima delle variazioni ecologiche indotte dall’inquinamento sull’ambiente. Queste si riflettono sugli organismi in tre modi principali: x modificazioni morfo-strutturali di singoli organismi; x accumulo di sostanze inquinanti all’interno degli organismi (ad esempio metalli pesanti); x variazioni della composizioni della biocenosi floristica di un dato ambiente. La scelta di un organismo o di un gruppo di organismi adatti ad essere utilizzati per il biomonitoraggio ambientale dipende da vari fattori, tra i quali i principali sono: accertata sensibilità all’inquinamento, scarsa mobilità nell’ambito dell’area d’indagine, presenza diffusa sul territorio da esaminare, eventuale capacità di accumulo di sostanze inquinanti. Tra gli organismi più utilizzati per il biomonitoraggio dell’inquinamento atmosferico i licheni occupano sicuramente il primo posto; questi organismi sono simbionti composti da un fungo (micobionte), generalmente ascomicete, e da un’alga verde e/o un cianobatterio (fotobionte); è importante precisare che i licheni considerati per la valutazione della biodiversità sono quelli che crescono sui tronchi e sui rami degli alberi (licheni epifiti). Questi vegetali hanno delle peculiari caratteristiche eco-fisiologiche che ne fanno degli ottimi “biomonitor” dell’inquinamento atmosferico: x sono pressoché esclusivamente dipendenti dall’atmosfera per la loro nutrizione, assorbendo e ritenendo cationi da soluzioni estremamente diluite quali l’acqua piovana e l’umidità atmosferica; x non hanno meccanismi di difesa nei confronti di eventuali sostanze nocive presenti nell’atmosfera, sia sotto forma gassosa sia in soluzione o associate al particellato; x hanno elevata resistenza agli stress ambientali idrico e termico. I licheni epifiti sono stati quindi impiegati nel monitoraggio dell’inquinamento atmosferico come bioindicatori sfruttando la loro estrema sensibilità all’inquinamento da gas fitotossici, in primo luogo SO2 e NO2 i cui effetti determinano diminuzione sia del numero di specie che della loro copertura/frequenza. Il metodo, proposto da Nimis et al. nel 1989 ed ampiamente adottato in Italia, si basa su una misura di biodiversità, definita come la somma delle frequenze delle specie presenti entro un reticolo a dieci maglie di area costante. Il reticolo di rilevamento è di 30 x 50 cm, suddiviso in 10 unità minori di 15 x 10 cm. Nelle linee guida pubblicate negli atti del Workshop: “Biomonitoraggio della qualità dell’aria sul territorio nazionale” pubblicati dall’ANPA nel 1999 viene espresso il concetto secondo il quale risulta più idoneo sostituire il termine di Indice di Purezza Atmosferica (IAP) con quello di Indice di Biodiversità Lichenica, (IBL) che rappresenta in maniera corretta ciò che viene effettivamente misurato con questa metodica. Infatti, la somma delle frequenze delle specie presenti entro il reticolo di rilevamento non è altro che una misura di biodiversità che esprime in maniera quantitativa la deviazione da condizioni normali di componenti degli ecosistemi reattivi all’inquinamento. La quantificazione di questa deviazione è espressa attraverso un numero compreso, generalmente, tra 0 (deserto lichenico) e 50 o più (naturalità molto alta) e divisa in sette classi. Nella seguente analisi è stata adottata questa scala di interpretazione dei risultati tuttavia, per poter confrontare i risultati con quelli di studi precedenti, nei quali era stato utilizzato l’indice di 58 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Purezza Atmosferica con i relativi giudizi sulla qualità dell’aria, di seguito viene inserita la tabella di conversione dei giudizi correlati allo IAP con quelli correlati all’IBL. La tabella di conversione di Fig.101 è corretta in quanto la metodologia utilizzata per il calcolo dei due indici è la stessa. Fig.101 Tabella di conversione IAP Giudizio IBL Giudizio 0-2 Deserto lichenico 0-2 Alteraz. molto alta (des. Lich.) 2-10 Qual. Aria molto. deteriorata 2-10 Alterazione alta 10-20 Qual. Aria relativamente deteriorata 10-20 Alterazione media 20-30 Qual. Aria discreta 20-30 Natural.bassa/alteraz. bassa 30-40 Qual. Aria relativamente buona 30-40 Naturalità media 40-50 Qual. Aria buona 40-50 Naturalità alta 50-60 Qual. Aria molto buona >50 Naturalità molto alta Nella seguente tabella di Fig.102 è riportata la posizione delle singole stazioni identificate nel Comune di San Miniato e il valore di IBL medio per ciascuna stazione, come esposto nel rapporto sullo stato dell’ambiente dell’Agenda 21 relativo alla campagna di biomonitoraggio lichenico dell’anno 2000. Fig.102 Indice di Biodiversità Lichenica - anno 2000 Stazione IBL S.Romano-Parco pubblico 40,6 S.Romano-Parco pubblico 53,0 S.Donato-Cuoiodepur 20,0 S.Donato-Cuoiodepur 23,5 S.Donato-Via L. da Vinci 21,3 Ponte a Egola -Via G.Bruno 13,0 Ponte a Egola -Via I° Maggio 8,0 Nel territorio sanminiatese sono stati calcolati valori di IBL variabili da un minimo di 8 (flora lichenica scarsamente differenziata e di esigue dimensioni) ad un massimo di 53; il valore minimo è stato rilevato in un’area situata nel centro urbano di Ponte a Egola, valori piuttosto bassi sempre a Ponte a Egola in prossimità della via principale, (IBL = 13) ed a S.Donato zona Cuoiodepur (IBL = 20). Il massimo valore di IBL è stato calcolato nel parco pubblico di S. Romano. Per il biomonitoraggio effettuato nel 2005 dall’Arpat di Pisa è stato sostituito l’indice di valutazione ed è stato utilizzato l’indice di qualità ambientale IAP (IAP: Index Air Purity), mediante il quale sono state costruite le mappe. Tale indice, fornisce in maniera sintetica la misura della biodiversità lichenica di un determinato territorio, basandosi sul numero, la frequenza e la tolleranza delle specie licheniche presenti in una data area: ad un valore basso dell’indice corrispondono generalmente aree inquinate, ad un valore alto corrispondono invece aree pulite dal punto di vista atmosferico e relativamente a quegli inquinanti cui i licheni sono sensibili (principalmente gas fitotossici: ossidi zolfo e di azoto, ma anche idrocarburi, metalli pesanti). L’indice è articolato in 6 classi di qualità dell’aria, come riportato in Fig.103, sulla base dei valori di IAP ricavati ed è rappresentato attraverso la mappa della ripartizione del territorio nelle diverse classi. Fig.103 Tabella qualità ambientale IAP 59 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La misura viene intesa come somma delle frequenze delle specie licheniche in un reticolo di rilevamento di dimensioni fisse; nello studio effettuato da Arpat, il territorio è stato suddiviso in aree quadrate con un lato di 3 km. Il monitoraggio effettuato sul territorio comunale di San Miniato (compreso il parco pubblico della frazione di San Romano in prossimità del confine con il comune di montopoli) ha visto l’analisi di stazioni interessate da condizioni di traffico ed esposizione ad inquinanti atmosferici da scarse ad elevate. I risultati sono riassunti nella seguente tabella di Fig.104: Fig.104 Indice IAP di qualità ambientale - anno 2005 I dati rilevano una situazione di maggiore criticità delle alterazioni della qualità dell’aria a Ponte a Egola (via G. Bruno), ma anche a San Donato e San Romano sono presenti situazioni con medie alterazioni della qualità dell’aria indicative di una vulnerabilità concentrata nelle zone maggiormente interessate da attività industriali, traffici, e trasformazione reflui e rifiuti attinenti al distretto conciario. 2.2.4 Emissioni in atmosfera (P) Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione In questo capitolo vengono riportati, in sintesi, i dati estratti dal database del 2007 dell’Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione in aria ambiente (I.R.S.E.). La metodologia di elaborazione dei dati utilizzata è variata rispetto ai rapporti precedenti a seguito del recepimento delle nuove direttive europee che hanno aggiornato il quadro normativo di quanto indicato dal D.M. n.261/02; il censimento delle emissioni riguarda gli anni 1995, 2000, 2003, 2005, 2007 contenuto nel rapporto I.R.S.E. 2007, a cui si rimanda per ulteriori dettagli. Gli inquinanti principali analizzati e la loro origine sono: - Metano (CH4): il metano è un gas serra presente nell'atmosfera terrestre in concentrazioni molto inferiori a quelle della CO2 ma con un potenziale riscaldamento globale ben 23 volte superiore. E’ il risultato della decomposizione di alcune sostanze organiche in assenza di ossigeno e per questo è classificato anche come biogas. Il metano è il principale componente del gas naturale ed è un eccellente combustibile utilizzato per autotrazione e riscaldamento. Le principali fonti di emissione di metano nell'atmosfera sono riconducibili alla decomposizione dei rifiuti solidi urbani nelle discariche, alle fonti naturali (paludi), all’estrazione dei combustibili fossili, al processo di digestione degli animali (bestiame), ai batteri trovati nelle risaie ed al riscaldamento o digestione anaerobica delle biomasse. 60 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 - Monossido di carbonio (CO): il monossido di carbonio è un gas che causa una mancata ossigenazione dei tessuti provocando danni al sistema nervoso centrale e al sistema cardiovascolare e per forti esposizioni può condurre alla morte per asfissia. Le sorgenti di CO sono rappresentate dai processi di combustione quando questa avviene in difetto di ossigeno e, nelle aree urbane, dal traffico autoveicolare a causa dei bassi regimi di marcia. - Anidride carbonica (CO2): l’anidride carbonica è responsabile per il 15% dell’effetto serra naturale ed interagisce con l’atmosfera per cause naturali e antropiche: i serbatoi naturali della CO2 sono gli oceani (che contengono il 78% della CO2), i sedimenti fossili (22%), la biosfera terrestre(6%), l’atmosfera (1%). Gran parte dell’anidride carbonica degli ecosistemi viene immessa nell’atmosfera. Un certo numero di organismi hanno la capacità di assimilare la CO2 atmosferica così il carbonio, grazie alla fotosintesi delle piante, che combina l’anidride carbonica e l’acqua in presenza dell’energia solare, entra nei composti organici e quindi nella catena alimentare, ritornando infine all’atmosfera attraverso la respirazione. Gli oceani svolgono un ruolo di equilibratori infatti l’incremento di temperatura dell’acqua diminuisce la solubilità del biossido di carbonio, pertanto l’aumento della temperatura degli oceani sposta CO2 dal mare all’atmosfera, mentre una diminuzione fa avvenire il contrario, così gli oceani assorbendo la CO2 atmosferica mantengono bassa la sua concentrazione e se la concentrazione tendesse ad abbassarsi possono allora liberare anidride carbonica. Le emissioni antropiche, per quanto piccole rispetto al totale, sono però sufficienti a squilibrare l’intero sistema. L’anidride carbonica si va così accumulando nell’atmosfera, in quanto i processi di assorbimento da parte dello strato rimescolato dell’oceano non riescono a compensare del tutto il flusso entrante di carbonio. Le emissioni legate all’attività umana sono dovute all’uso di energia fossile, ossia petrolio, carbone e gas naturale utilizzati come combustibili, in particolare per impianti di riscaldamento e per veicoli; la restante parte è dovuta a fenomeni di deforestazione e cambiamenti d’uso delle superfici agricole. - Composti organici volatili, con l'esclusione del metano (COV): i composti organici volatili, con l'esclusione del metano in quanto componente naturale dell'atmosfera, concorrono alla produzione dello smog fotochimico insieme agli ossidi di azoto portando alla formazione di ozono troposferico. Contribuiscono maggiormente alle emissioni di questa classe di inquinanti le attività umane, i trasporti stradali e le attività industriali, ma anche fonti naturali come numerose specie vegetali. - Protossido di azoto (N2O): il protossido di azoto è un gas serra presente nell’atmosfera mille volte meno della CO2 ma quasi 300 volte più potente nel trattenere il calore. La maggior parte del protossido di azoto in atmosfera deriva da processi microbiologici. Nei terreni e nelle acque, le maggiori fonti di emissione di N2O sono i processi di nitrificazione e denitrificazione, quest'ultimo è il principale responsabile delle emissioni di N2O in ambienti sotterranei. Si sono osservati anche fenomeni di assorbimento del protossido di azoto da parte degli oceani, ma ad oggi la conoscenza su come il suolo e i sistemi marini fungano da sink per questo gas è troppo ridotta per considerare la loro importanza su scala globale. Il protossido di azoto, noto anche come gas esilarante per via dei suoi effetti euforizzanti, è utilizzato in alcune bombolette spray, come quelle della panna, come propellente per aerosol; viene anche utilizzato nelle applicazioni motoristiche. - Ossidi di azoto (NOx): gli ossidi di azoto si formano nei processi di combustione nei quali l'azoto libero, che costituisce circa l'80% dell'atmosfera, si ossida. Dei vari ossidi di azoto quelli più importanti per l'inquinamento atmosferico sono il monossido di azoto (NO) e il biossido di azoto (NO2) quest'ultimo, è il più aggressivo. Il contributo maggiore all'inquinamento da ossidi di azoto pertanto si ha dai trasporti stradali, dai processi di combustione, dagli impianti termici, e da alcuni processi industriali. Trasformandosi in atmosfera formano acido nitrico e sali derivati contribuendo, con il biossido di zolfo, al fenomeno delle piogge acide. - Particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron (PM10): la composizione del particolato è molto varia e la sua pericolosità è in funzione della sua composizione (eventuale presenza di sostanze dannose) e delle dimensioni medie delle particelle che se inferiori a 10 micron (1 micron = 10-3 mm) possono superare le vie aeree superiori arrivando agli alveoli polmonari. Il PM10 è originato prevalentemente da impianti di combustione e dai motori degli autoveicoli e possono veicolare metalli pesanti, idrocarburi incombusti e idrocarburi policiclici aromatici. - Particelle sospese con diametro inferiore a 2,5 micron (PM2,5): il particolato aerodisperso è costituito da un insieme di particelle molto piccole (liquide, solide e aerosol) presenti nell’atmosfera, il PM2,5 comprende tutte le particelle “fini” di dimensioni molecolari fino a 2.5 61 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 micrometri. Questo particolato “secondario” ha origine soprattutto da processi di trasformazione chimica e di condensazione delle sostanze gassose primarie e sono costituite principalmente da solfati e nitrati, derivati dalle reazioni di SO2 e NOx con l’ammoniaca. Il particolato aerodisperso è di origine naturale ed antropica: quello di origine naturale proviene dalle sabbie, dalle polveri delle eruzioni vulcaniche, dall’erosione, dai pollini, dalle spore, ecc.; quello antropico proviene dalla combustione e dai processi industriali. Il particolato prodotto dalla combustione (qualsiasi tipo di combustione: i motori delle auto, le sigarette, le candele, il riscaldamento, i caminetti, ecc.) è prevalentemente al di sotto del micrometro e quindi il più pericoloso. - Ossidi di zolfo (SOx): le emissioni di ossidi di zolfo, costituite quasi esclusivamente da biossido di zolfo, sono dovute principalmente ai processi di ossidazione termica di combustibili contenenti zolfo (centrali termoelettriche, impianti di riscaldamento, autotrazione). La sua concentrazione in atmosfera specialmente nelle aree urbane, ha un andamento stagionale con valori massimi nel periodo invernale quando alle altre fonti di emissione si aggiunge il riscaldamento domestico. In atmosfera il biossido di zolfo si trasforma in acido solforico e sali derivati contribuendo al fenomeno delle cosiddette piogge acide con effetti negativi sulla salute dei vegetali e corrosivi su alcuni materiali lapidei. Per gli anni 1995, 2000, 2003, 2005, 2007 sono riportati in Fig.105 i dati del Comune di San Miniato sulle principali emissioni totali di inquinanti in atmosfera attribuibili alle attività socioeconomiche che ivi si svolgono, mentre per gli anni 2005 e 2007 è riportato in Fig.106 anche il dettaglio dei dati suddivisi per macrosettore. Sono comunque disponibili anche gli altri dati di dettaglio dell’I.R.S.E. 2007 circa il censimento delle emissioni di inquinanti dell’aria rilasciati dal Centro Regionale Tutela Qualità dell’Aria dell’ARPAT di Livorno. Fig.105 Emissioni totali in atmosfera (in tonnellate) anni 1995-2000-2003-2005-2007 ANNO CH4 CO CO2 COV N2O NOX PM10 PM2,5 SOX 1995 314,21 3.095,69 78.689,80 3.089,04 19,32 458,82 65,18 43,30 39,49 2000 292,34 2.254,77 99.413,51 3.017,47 19,49 400,44 67,43 48,13 18,09 2003 213,74 1.875,57 94.543,92 2.958,85 12,95 367,88 64,13 52,52 14,92 2005 470,16 1.442,61 192.341,27 3.026,53 18,17 462,99 68,39 53,87 9,43 2007 214,84 1.122,75 108.386,45 2.832,32 12,74 324,27 54,72 40,00 8,00 Fig.106 Emissioni totali per macrosettore in atmosfera (in tonnellate) anni 2005-2007 Anno 2005 MACROSETTORE Impianti di combustione non industriali Impianti di combustione industriale e processi con combustione Processi produttivi Estrazione e distribuz. combustibili fossili ed energia geotermica Uso di solventi Trasporti stradali Altre sorgenti mobili e macchine Agricoltura Altre sorgenti/Natura Totale CH4 CO CO2 COV N2O NOX PM10 PM2,5 SOX 30,14 230,39 142.997,08 42,98 2,73 176,57 27,82 27,35 7,80 0,02 0,35 971,61 0,03 0,02 1,21 0,01 0,01 0,01 0,00 0,00 30,31 10,82 0,00 0,00 0,02 0,00 0,00 375,00 0,00 3,63 47,94 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2.432,63 0,00 0,00 2,97 0,00 0,00 16,97 1.183,34 44.795,67 454,23 2,94 248,31 25,22 22,43 1,49 0,19 11,71 3.386,18 3,64 1,31 36,66 1,94 1,94 0,11 43,82 5,59 0,00 21,26 11,16 0,23 9,76 1,54 0,03 4,02 11,24 156,80 12,99 0,01 0,01 0,66 0,60 0,00 470,16 1.442,61 192.341,27 3.026,53 18,17 462,99 68,39 53,87 9,43 Anno 2007 MACROSETTORE Impianti di combustione non industriali Impianti di combustione industriale e processi con combustione CH4 CO CO2 COV N2O NOX PM10 PM2,5 SOX 19,61 141,29 56.447,89 27,64 1,12 69,39 18,64 18,26 6,35 0,07 1,35 3.715,14 0,13 0,07 4,68 0,03 0,03 0,05 62 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Processi produttivi Estrazione e distribuz. combustibili fossili ed energia geotermica Uso di solventi Trasporti stradali Altre sorgenti mobili e macchine Agricoltura Altre sorgenti/Natura Totale 0,00 0,00 29,98 10,94 0,00 0,00 0,02 0,00 0,00 138,47 0,00 1,36 18,32 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2.427,63 0,00 0,00 6,22 0,00 0,00 13,08 963,45 45.086,53 314,79 3,10 216,52 21,45 18,64 1,47 0,18 10,71 3.096,14 3,33 1,19 33,47 1,78 1,78 0,10 40,15 5,28 0,00 17,43 7,26 0,21 6,54 1,25 0,03 3,30 0,68 9,42 12,10 0,00 0,00 0,04 0,04 0,00 214,84 1.122,75 108.386,45 2.832,32 12,74 324,27 54,72 40,00 8,00 Per il Comune di San Miniato si registrano livelli di criticità dalle emissioni di COV, come per le altre aree industriali del comprensorio del cuoio di Santa Croce, Fucecchio e Castelfranco, che superano anche abbondantemente valori di 1.000 tonn.; dal 1995 al 2007 si è registrata una progressiva diminuzione dei valori di monossido di carbonio e di ossidi di zolfo, mentre se pur con qualche oscillazione negativa sono comunque in diminuzione anche i valori del protossido di azoto e degli ossidi di azoto. Nel 2007 si è invece invertito il trend negativo per le PM10, le PM2,5 ed in parte i COV fino a raggiungere per tutti i valori più bassi registrati nel periodo di monitoraggio. Il metano presenta dei valori leggermente oscillanti negli anni considerati e nell’ultimo anno di censimento mostra un dato in ribasso. Per l’anidride carbonica si è confermato il trend negativo che vede i valori aumentare dal 1995 al 2007 passando da circa 79.000 tonn. a circa 108.000 tonn. con un massimo di circa 192.000 tonn. nel 2005; tale aumento riguarda in particolare il settore degli impianti di combustione non industriali ed i trasporti stradali. Data l’analisi della situazione attuale di San Miniato che comprende comunque la presenza dell’attività industriale è da sottolineare come il contributo di emissioni inquinanti più consistente derivi dagli impianti di combustione non industriali, dai trasporti stradali e da altre sorgenti mobili e macchine che si riflettono quindi in un aumento dei flussi di traffico e degli impianti di riscaldamento. Sorgenti emissive L’elevata concentrazione, su un territorio limitato e fortemente antropizzato, di nuclei produttivi di piccole e grandi dimensioni posizionati all’interno o nelle immediate vicinanze di centri abitati, ha costituito negli ultimi 20-30 anni un elemento di forte disagio per la popolazione (v. maleodoranze) oltre che enormi costi di risanamento ambientale. Le sorgenti emissive, secondo la qualità delle sostanze emesse e dei riflessi ambientali che determinano, si possono dividere in due tipologie: la prima è caratteristica delle sostanze che producono effetti maleodoranti sull’olfatto. Le maleodoranze derivano sia dalla materia prima lavorata, materiale organico facilmente putrescibile, sia dall’uso in conceria di Solfuro di Sodio, di Sali di Ammonio, di Ammine Alifatiche sin dalle prime fasi del processo di concia che può dar luogo allo sviluppo di Ammoniaca, Ammine e Idrogeno Solforato in particolari condizioni. Quest’ultimo è una sostanza gassosa con una soglia olfattiva molto bassa emessa a livello di conceria, di fognatura e di impianti di depurazione. Il secondo tipo d’emissione in atmosfera è costituito dalle Sostanze Organiche Volatili (SOV) che derivano dall’uso di solventi nelle operazioni di rifinitura delle pelli conciate (anche queste talora sono percepibili nettamente all’olfatto – es. Acetato di Butile). Il rapporto sullo stato dell’ambiente del Comprensorio del cuoio dell’Agenda 21 espone i risultati di un’indagine mirata alla valutazione dei livelli d’inquinamento atmosferico, derivanti dalle emissioni industriali, nel periodo che va dal 1997 al 2000. I composti che sono stati considerati per la valutazione dei livelli d’inquinamento dell’aria sono due: uno di natura inorganica, principale responsabile delle maleodoranze avvertite nella zona: l’acido solfidrico (H2S); l’altro, il toluene, scelto fra altri solventi organici perché è l’unico monitorato dalle centraline dislocate sul territorio che dia indicazione diretta dell’inquinamento di sostanze organiche volatili (SOV) impiegate nel ciclo conciario. Riportiamo nelle seguenti Figg.107 e 108 la distribuzione delle concentrazioni rispettivamente di idrogeno solforato e di toluene al suolo nel comprensorio del cuoio, per l’anno 2000. 63 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.107 Distribuzione delle concentrazioni di Idrogeno Solforato anno 2000 Fig.108 Distribuzione delle concentrazioni di Toluene anno 2000 Le due cartografie evidenziano chiaramente come il territorio di San Miniato sia interessato dalle esposizioni degli inquinanti analizzati derivanti dalle emissioni industriali conciarie nella zona di Ponte a Egola e San Romano; il livello di esposizione risultava nel 2000 elevato per l’idrogeno solforato ed alquanto più basso per il toluene. 2.2.5 Monitoraggio dell’inquinamento atmosferico (R) A partire dal 1 Gennaio 2011, come già sopra esposto, è diventata operativa la configurazione della rete regionale che ha comportato una significativa riduzione delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, rispetto al numero complessivo iniziale delle stazioni provinciali in esercizio nel territorio della Regione Toscana. Tale operazione, attuata in ottemperanza delle nuove disposizioni normative, si è basata su criteri di valutazione riconducibili sostanzialmente alla popolazione residente nella zona ed ai valori misurati in relazione ai livelli di valutazione inferiore e 64 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 superiore; la conseguenza di ciò, per il Comune di San Miniato, è stata la dismissione della vicina centralina di qualità dell’aria di San Romano (in Comune di Montopoli in Val d’Arno). I controlli che svolge ARPAT nell’unica centralina rimasta nell’area del comprensorio (S. Croce Coop) sono finalizzati ad una verifica diretta e puntuale su ciò che viene rilasciato dalle aziende a livello di reflui gassosi valutando la qualità dell’aria, in continuo, per monitorare la presenza degli inquinanti maggiormente diffusi; per far questo l’ARPAT utilizza una Rete di Telerilevamento. Il Servizio di Telerilevamento è costituito da due sottosistemi di gestione dei dati: x Sistema di Acquisizione Dati (SAD) che permette di trasferire i dati dalle periferiche (depuratori e centraline della qualità dell’aria) al Centro ARPAT e consente il monitoraggio delle unità periferiche; x Sistema di Archiviazione e Rappresentazione del Territorio (SART) che ha lo scopo di interfacciare il modello di simulazione e permettere la rappresentazione della situazione sul territorio. Inoltre vengono eseguite da ARPAT anche campagne periodiche di rilevamento di breve periodo con laboratorio mobile nella zona di San Donato. 2.2.6 Elementi di criticità I dati misurati dalla rete di monitoraggio chimico provinciale, costituita fino al 2010 da quattro centraline, relativi al periodo 2006-2010 e quelli misurati dalla rete di monitoraggio chimico regionale, costituita dal 2011 da un’unica centralina, hanno permesso di delineare un quadro conoscitivo relativo all’andamento dei livelli dei principali inquinanti atmosferici e di quelli non tradizionali. In sintesi possono essere fatte le seguenti considerazioni: - situazione nel complesso soddisfacente per il parametro PM10; i valori limite di legge risultano rispettati nelle tre stazione del comprensorio in cui sono state monitorate dal 2006 al 2010, compresa quella di S.Romano che nel 2010 ha visto rientrare i valori entro i limiti così come lo erano nel 2006; dal 2010 nell’unica stazione regionale di S.Croce-Coop i valori delle PM10 restano sempre al di sotto del limite di criticità, mentre per quanto riguarda i superamenti del limite giornaliero solo nel 2011 non sono stati rispettati. - nessuna criticità è stata rilevata per il parametro Biossido di Azoto; i valori limite di legge risultano rispettati nell’unica stazione del comprensorio S.Croce-Coop in cui è stata monitorata e dove i livelli medi nel corso degli ultimi anni non hanno subito sostanziali variazioni. - nessuna criticità è stata rilevata per il parametro Biossido di Zolfo; i valori limite di legge risultano rispettati nell’unica stazione del comprensorio S.Croce-Cerri in cui è stata monitorata e dove non si sono avuti eventi di superamento dei limiti sia come valore medio orario che giornaliero; sebbene la stazione di misura sia opportunamente collocata nelle vicinanze di siti industriali si osservano solo contaminazioni blande di alcune zone di ricaduta degli inquinanti di origine industriale. - nessuna criticità è stata rilevata per il parametro Benzene; i valori limite di legge risultano rispettati nell’unica stazione del comprensorio S.Croce-Cerri in cui è stata monitorata e dove il trend nel tempo dei valori medi sull’anno denunciano una situazione di pieno raggiungimento del limite di riferimento in vigore dall’inizio dell’anno 2010; il valore di 1 μg/m3 costantemente rilevato presso il comprensorio del cuoio deve verosimilmente ritenersi un valore di “fondo” che difficilmente potrà essere ulteriormente ridotto, d’altro canto questo inquinante è stato pressoché bandito dalle miscele dei prodotti utilizzati nelle operazioni di rifinizione ed i livelli residui che sono stati rilevati nelle zone industriali sono da imputare al traffico autoveicolare circolante per il trasporto delle merci. - nessuna criticità è stata rilevata per il parametro Ozono; il valore obiettivo per la protezione della salute umana risulta rispettato per il triennio 2008-20010 nell’unica stazione del comprensorio S.Croce-Serao in cui è stato monitorato e dove il trend nel tempo dei valori non mostra significative oscillazioni ma solo spostamenti in senso positivo o negativo di lieve entità; anche il monitoraggio nel periodo 2011-2012 sull’unica stazione regionale di S.Croce-Coop divenuta attiva per il rilevamento dell’ozono ha confermato l’assenza di criticità sulla base dei mancati superamenti previsti per i valori soglia cosiddetti di informazione e di allarme. - situazione stabilizzata a livelli sostenibili per il parametro Idrogeno Solforato; per tutte le stazioni presenti nel comprensorio è risultata rispettata la concentrazione massima giornaliera che non deve essere superata per non incorrere in problematiche di tipo sanitario sulla popolazione residente; anche i valori del 2012 ripresi dall’unica stazione regionale rimasta denotano concentrazioni prive di alcuna criticità; inoltre la percentuale dei dati che eccedono la soglia olfattiva non supera mai il 7% circa del complesso dei valori orari. 65 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nella zona di Ponte a Egola a vocazione conciaria però, controlli recenti hanno rilevato maleodoranze riferibili in maniera chiara alla presenza di idrogeno solforato e di solventi idrosolubili la cui causa va ricercata in alcuni deficit impiantistici e gestionali di alcune attività produttive presenti in zona che devono mettere in atto interventi di adeguamento nel rispetto delle normative vigenti. Questa situazione rappresenta quindi un aspetto di criticità da dover tenere sotto controllo specie in termini di verifica dell’effettivo corretto funzionamento di tali impianti produttivi. La campagna di misure condotta nel 2011 da Arpat con laboratorio mobile presso il complesso liceale G. Marconi di San Donato ha confermato i risultati ottenuti nell’anno precedente ovvero che il sito in cui si trova inserito presenta caratteristiche assimilabili ad una stazione classificata “Urbana Fondo” in quanto caratterizzata dalla presenza di tutti gli inquinanti a concentrazioni generalmente modeste quindi prive di criticità. Il sito presenta indici medio-bassi delle PM10 e degli Ossidi di Azoto ed un inquinamento scarsamente significativo da Benzene; analoghe considerazioni possono essere estese anche agli inquinanti di derivazione prettamente industriale. Le analisi di qualità ambientale su base lichenica hanno rilevato una situazione di maggiore criticità delle alterazioni della qualità dell’aria a Ponte a Egola (via G. Bruno), ma anche a San Donato e San Romano sono presenti situazioni con medie alterazioni della qualità dell’aria indicative di una vulnerabilità concentrata nelle zone maggiormente interessate da attività industriali, traffico, e trasformazione reflui e rifiuti attinenti al distretto conciario. Per San Miniato si registrano livelli di criticità dalle emissioni di COV, come per le altre aree industriali del comprensorio del cuoio di Santa Croce, Fucecchio e Castelfranco, che superano anche abbondantemente valori di 1.000 tonn.; il metano presenta dei valori leggermente oscillanti negli anni considerati e nell’ultimo anno di censimento mostra un dato in ribasso mentre l’anidride carbonica conferma il trend negativo che vede i valori aumentare dal 1995 al 2007 passando da circa 79.000 tonn. a circa 108.000 tonn. con un massimo di circa 192.000 tonn. nel 2005; tale aumento riguarda in particolare il settore degli impianti di combustione non industriali ed i trasporti stradali. Data l’analisi della situazione attuale di San Miniato che comprende comunque la presenza dell’attività industriale è da sottolineare come il contributo di emissioni inquinanti più consistente derivi dagli impianti di combustione non industriali, dai trasporti stradali e da altre sorgenti mobili e macchine che si riflettono quindi in un aumento dei flussi di traffico e degli impianti di riscaldamento. 2.3 SUOLO E SOTTOSUOLO 2.3.1 Pericolosità geomorfologica (S) La carta della pericolosità geomorfologica del Comune di San Miniato, redatta a supporto del vigente Piano Strutturale sintetizza la zonizzazione di pericolosità di tipo geomorfologico nella quale sono distinte le varie porzioni del territorio comunale in conformità con gli elaborati cartografici di pericolosità da fenomeni geomorfologici di versante del Piano stralcio di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno. Nella seguente Fig.109 riportiamo la carta della pericolosità geomorfologica prodotta nel 2008 a supporto degli strumenti di pianificazione urbanistica comunale. Per la redazione della stessa furono acquisiti tutti gli studi di dettaglio e gli esiti degli interventi di difesa del suolo realizzati dal comune nel corso degli anni, soprattutto per quanto riguarda il centro storico di San Miniato che fu oggetto di una restituzione cartografica a scala di maggior dettaglio di cui riportiamo un estratto nella seguente Fig.110. La pericolosità geomorfologica di versante veniva suddivisa in sei classi a crescente criticità come di seguito descritta: - pericolosità irrilevante (classe 1) - non si rilevano aree a pericolosità geomorfologica; - pericolosità bassa (classe 2) - aree con pendenza <20% purché distanti da scarpate, nicchie e accumuli di frana, e con sottosuolo costituito da rocce incoerenti, prevalentemente di buone caratteristiche fisico-meccaniche; - pericolosità medio-bassa (classe 3a) - aree in cui non sono presenti fenomeni attivi, con pendenza dei versanti compresa fra 20% e 35%, compreso l’orlo delle scarpate, e con sottosuolo costituito da rocce incoerenti, prevalentemente di buone caratteristiche fisico-meccaniche. Si tratta di aree con condizioni favorevoli alla stabilità, per le quali i fenomeni di dissesto, pur possibili, possono attivarsi con forme di ampiezza e profondità contenute; 66 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.109 Carta della pericolosità geomorfologica Fig.110 Carta della pericolosità geomorfologica del capoluogo - pericolosità media (classe 3b) - aree in cui non sono presenti fenomeni attivi, con sottosuolo costituito da rocce incoerenti, prevalentemente di buone caratteristiche fisico-meccaniche, ma con pendenza dei versanti > 35% che determina condizioni al limite dell’equilibrio, per cui sono possibili fenomeni di dissesto anche di significativa ampiezza e profondità; - pericolosità medio-elevata (classe 4a) - aree interessate da fenomeni di dissesto attivi di ampiezza e profondità contenute quali denudamenti superficiali che si manifestano prevalentemente in forma di erosione e ruscellamento; 67 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 - pericolosità medio-elevata (classe 4b) - aree interessate da fenomeni di dissesto attivi di significativa ampiezza e profondità quali frane, e deformazioni profonde. A seguito della presenza di numerosi e frequenti episodi di movimenti gravitativi di versante dovuti alla conformazione sia morfologica, strutturale che litotecnica dei terreni costituenti il territorio collinare sanminiatese, il comune, oltre a tenere sotto controllo le situazioni di maggiore criticità, tiene aggiornata la propria banca dati dei fenomeni franosi suddivisi per tipologia che costituisce anche un aggiornamento del quadro conoscitivo del PAI, così come si è già verificato per le nuove perimetrazioni delle aree interessate da frane approvate dall’AdB del F.Arno con Dec. n.100 del 7.12.2007 e più recentemente con Dec. n.13 del 17.02.2012, di cui riportiamo un estratto nella seguente Fig.111 sempre per il capoluogo. Fig.111 Carta della pericolosità da frana PAI del capoluogo Tale cartografia di dettaglio del PAI individua le aree da pericolosità da frana secondo la seguente gradazione: - pericolosità molto elevata da frana (P.F.4) - pericolosità indotta da fenomeni franosi attivi che siano anche causa di rischio molto elevato; - pericolosità elevata da frana (P.F.3) - pericolosità indotta da fenomeni franosi attivi o da fenomeni franosi inattivi che presentano segni di potenziale instabilità (frane quiescenti) causa potenziale di rischio elevato; - pericolosità media da frana (P.F.2) - pericolosità indotta da fenomeni franosi inattivi stabilizzati (naturalmente o artificialmente) causa di rischio medio. Il territorio collinare di San Miniato risulta interessato da frequenti movimenti franosi sia in termini di denudamenti superficiali che di vere e proprie frane, con aumento della propensione al dissesto nelle aree a forte pendenza (vedi testate vallive e margini delle aree di cresta) e laddove i livelli argillosi intercalati ai livelli sabbiosi pliocenici risultano più frequenti, soprattutto in assenza di opere di regimazione delle acque superficiali. La stabilità di questi terreni argillosi e sabbiosi che costituiscono la gran parte delle colline sanminiatesi è fortemente condizionata dal grado di cementazione del sedimento per cui i fenomeni di dissesto che possono manifestarsi per tali 68 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 formazioni risultano piuttosto variabili e per lo più rappresentati da fenomeni di erosione, frane con crolli nelle sabbie e forme rotazionali nelle alternanze sabbia-argilla, soliflussi nelle unità argillose e reptazione nei depositi eterogenei sabbia-argilla. La circolazione delle acque superficiali e sotterranee unitamente al grado di alternanza di livelli a diversa granulometria e competenza, giocano quindi un ruolo di primaria importanza sulla propensione al dissesto. Per i fenomeni più superficiali di denudamento un ulteriore parametro da considerare è la copertura vegetazionale locale che in alcuni casi riduce i fenomeni di erosione, ma in altri casi può favorire fenomeni di distacco, come ad esempio in corrispondenza di pareti a forte pendenza (vedi tagli stradali) al cui margine si sviluppano essenze fittonanti. A supporto della presente Variante al P.S. comunale vengono nuovamente rivisitati gli aspetti geomorfologici sia in riferimento ai più recenti fenomeni franosi verificatisi sul territorio comunale (perimetrati e distinti tipologicamente in frane di scorrimento, di colamento, di crollo,di ribaltamento, di espansione e per stato di attività) che ai criteri impartiti dalla normativa vigente per la redazione delle indagini geologiche di supporto alla pianificazione urbanistica DPGR 53/R/2011, per quanto riguarda la distinzione delle classi di pericolosità geologica (geomorfologica) così definite: - pericolosità geologica molto elevata (G.4) - aree in cui sono presenti fenomeni attivi e relative aree di influenza, aree interessate da soliflussi; - pericolosità geologica elevata (G.3) - aree in cui sono presenti fenomeni quiescenti; aree con potenziale instabilità connessa alla giacitura, all'acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali e sotterranee, nonché a processi di degrado di carattere antropico; aree interessate da intensi fenomeni erosivi e da subsidenza; aree caratterizzate da terreni con scadenti caratteristiche geotecniche; corpi detritici su versanti con pendenze superiori al 25%; - pericolosità geologica media (G.2) - aree in cui sono presenti fenomeni franosi inattivi e stabilizzati (naturalmente o artificialmente); aree con elementi geomorfologici, litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto; corpi detritici su versanti con pendenze inferiori al 25%; - pericolosità geologica bassa (G.1) - aree in cui i processi geomorfologici e le caratteristiche litologiche, giaciturali non costituiscono fattori predisponenti al verificarsi di processi morfoevolutivi. 2.3.2 Pericolosità sismica (S) La classificazione sismica del territorio regionale ai sensi dell’O.P.C.M. n.3519 del 28.04.2006 e della D.G.R.T. n.431 del 19.06.2006 inseriva il Comune di San Miniato nella “zona 3S” con un valore di accelerazione massima del suolo (ag) compreso tra 0,100g e 0,150g. Tale classificazione che in termini di pericolosità sismica rappresentava un declassamento dalla precedente zona 2, non prevedeva una diminuzione del livello di protezione; infatti le costruzioni dovevano essere progettate e realizzate con le azioni sismiche della vecchia zona 2 (Ag/g=0,25) ai sensi delle Norme tecniche per le Costruzioni del D.M. 14.01.08. Con la D.G.R.T. n.878 del 08.10.2012 il territorio comunale viene riclassificato nella zona sismica 3 con Ag/g=0,125-0,150, come si evince dall’estratto cartografico di aggiornamento 2012 della classificazione sismica della Regione Toscana di seguito riportato in Fig.112. Fig.112 Classificazione sismica della Regione Toscana - aggiornamento 2012 69 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 A supporto della presente Variante al P.S. comunale viene redatta la carta della pericolosità sismica di San Miniato secondo i criteri dal DPGR 53/R/2011, di cui riportiamo un estratto in Fig.113 relativo al capoluogo, che prevedono la realizzazione di studi di approfondimento di microzonazione sismica di Livello 1 finalizzati alla stesura delle cartografie delle microzone omogenee in prospettiva sismica (MOPS) caratterizzanti: - le zone stabili nelle quali non si ipotizzano effetti locali di alcuna natura e pertanto gli scuotimenti attesi sono equivalenti a quelli forniti dagli studi di pericolosità di base; - le zone stabili suscettibili di amplificazione sismica in cui il moto sismico viene modificato a causa delle caratteristiche litostratigrafiche e/o geomorfologiche del territorio; - le zone suscettibili di instabilità per l’attivazione dei fenomeni di deformazione permanente del territorio indotti o innescati dal sisma (instabilità di versante, liquefazioni, fagliazioni superficiali). Sulla base di tali studi vengono valutate le condizioni di pericolosità sismica del territorio comunale, con particolare riferimento ai centri urbani ed alle nuove aree di espansione urbanistica (UTOE), secondo le seguenti graduazioni di pericolosità: - pericolosità sismica locale molto elevata (S.4) - zone suscettibili di instabilità di versante attiva che pertanto potrebbero subire una accentuazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; terreni suscettibili di liquefazione dinamica in comuni classificati in zona sismica 2; - pericolosità sismica locale elevata (S.3) - zone suscettibili di instabilità di versante quiescente che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti diffusi; terreni suscettibili di liquefazione dinamica (per tutti i comuni tranne quelli classificati in zona sismica 2); zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisicomeccaniche significativamente diverse; aree interessate da deformazioni legate alla presenza di faglie attive e faglie capaci (faglie che potenzialmente possono creare deformazione in superficie); zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzati da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri; Fig.113 Carta della pericolosità sismica del capoluogo AREE A PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE (ai sensi del D.P.G.R. n.53/R del 25/10/’11) Zona sismica di riferimento del territorio comunale: Zona 3 (ai sensi del D.G.R.T. n.878 del 08.10.2012) S.2 - Pericolosità sismica locale media zone suscettibili di instabilità di versante inattiva e che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone stabili suscettibili di amplificazioni locali (che non rientrano tra quelli previsti per la classe di pericolosità sismica S.3) S.3 - Pericolosità sismica locale elevata zone suscettibili di instabilità di versante quiescente che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti diffusi; terreni suscettibili di liquefazione dinamica (per tutti i comuni tranne quelli classificati in zona sismica 2); zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse; aree interessate da deformazioni legate alla presenza di faglie attive e faglie capaci (faglie che potenzialmente possono creare deformazione in superficie); zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzate da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri S.4 - Pericolosità sismica locale molto elevata zone suscettibili di instabilità di versante attiva che pertanto potrebbero subire una accentuazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; terreni suscettibili di liquefazione dinamica in comuni classificati in zona sismica 2 70 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 - pericolosità sismica locale media (S.2) - zone suscettibili di instabilità di versante inattiva e che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone stabili suscettibili di amplificazioni locali (che non rientrano tra quelli previsti per la classe di pericolosità sismica S.3); - pericolosità sismica locale bassa (S.1) - zone stabili caratterizzate dalla presenza di litotipi assimilabili al substrato rigido in affioramento con morfologia pianeggiante o poco inclinata e dove non si ritengono probabili fenomeni di amplificazione o instabilità indotta dalla sollecitazione sismica. Per il territorio sanminiatese rientrano in classe di pericolosità sismica locale molto elevata essenzialmente le numerose frane attive sparse un po’ su tutto il territorio collinare; in classe di pericolosità sismica locale elevata prevalentemente le frane quiescenti e le zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzati da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido, messo in evidenza dalle indagini di sismica passiva svolte su 58 stazioni di misura, individuate prevalentemente in alcune parti dei fondovalle alluvionali; in classe di pericolosità sismica locale media essenzialmente le zone stabili suscettibili di amplificazioni locali prive di un alto contrasto di impedenza sismica come rilevato in diverse porzioni dei fondovalle alluvionali e diffusamente nelle aree collinari caratterizzate da depositi pliocenici che per anche le loro caratteristiche litotecniche si avvicinano molto a quello che può essere considerato un substrato sismico. 2.3.3 Pericolosità idraulica (S) La carta della pericolosità idraulica di San Miniato è stata oggetto di aggiornamenti successivi del quadro conoscitivo in funzione delle verifiche idrauliche che venivano condotte di concerto tra il Comune e l’AdB del F.Arno, a seguito della progettazione degli interventi per la messa in sicurezza idraulica dei terreni prospicienti l’asta principale del corso del F.Arno, con particolare riferimento all’area di espansione di Roffia (cassa dei Piaggioni e cassa di Scaletta). Nelle seguenti Figg.114 e 115 sono riportati gli schemi planimetrici progettuali della cassa dei Piaggioni e della cassa di Scaletta nell’area di Roffia, posta nella parte nord est del territorio comunale di San Miniato. Fig.114 Planimetria schematica di orientamento cassa dei Piaggioni F1 - diaframma plastico impermeabile nel corpo del setto tra Arno e Bacino; F2p - ringrossi lato bacino e diaframma plastico impermeabile nel corpo del setto tra Arno e Bacino; F2s - ringrossi lato bacino e diaframma di tenuta idraulica in palancole nel corpo del setto tra Arno e Bacino; F3 - contenute riprofilature sulle due sponde del setto tra Arno e Bacino; F4 - nuove scarpate e argini del bacino lato SE; escavazione e conseguente rimodellazione della sponda interna; F5 - arginature del bacino lato SW; chiusura del perimetro arginale esteso verso valle (W) con rilevati che corrono parallelamente al nuovo alveo in scavo del Rio Arnino; formazione di un nuovo perimetro arginale lato sud dell’invaso; F6-p - diaframma impermeabile in fondazione al fine di prevenire flussi di filtrazione nei terreni sabbiosi del setto in corrispondenza del manufatto di sfioro-alimentazione; F6-s - diaframma impermeabile in fondazione al fine di prevenire flussi di filtrazione in corrispondenza del manufatto di scarico. 71 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.115 Planimetria schematica di orientamento cassa di Scaletta Argine di progetto Area di scavo di progetto Le vigenti perimetrazioni delle aree interessate da pericolosità idraulica derivanti da verifiche idrauliche di approfondimento condotte sia sull’Arno che sull’Elsa, hanno costituito un aggiornamento degli elaborati cartografici di pericolosità idraulica del PAI dell’AdB del F.Arno e sono state approvate dalla stessa autorità con Dec.S.G. n.59 dell’agosto 2012 e n.41 del giugno 2013; tali perimetrazioni sono riportate nella seguente Fig.116. Fig.116 Carta della pericolosità idraulica PAI PERICOLOSITA’ IDRAULICA MOLTO ELEVATA PERICOLOSITA’ IDRAULICA ELEVATA PERICOLOSITA’ IDRAULICA MEDIA PERICOLOSITA’ IDRAULICA BASSA Tale cartografia di dettaglio del PAI individua le aree con pericolosità idraulica secondo la seguente gradazione: - pericolosità idraulica molto elevata (P.I.4) - comprende aree inondabili da eventi con tempo di ritorno TR30 anni e con battente h30 cm; 72 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 - pericolosità idraulica elevata (P.I.3) - comprende aree inondabili da eventi con tempo di ritorno TR30 anni con battente h<30 cm e aree inondabili da un evento con tempo di ritorno 30<TR100 anni e con battente h30cm; - pericolosità idraulica media (P.I.2) - comprende aree inondabili da eventi con tempo di ritorno 30<TR100 anni e con battente h<30 cm e aree inondabili da un evento con tempo di ritorno 100<TR200 anni; - pericolosità idraulica bassa (P.I.1) - comprende aree inondabili da eventi con tempo di ritorno 200<TR500 anni. Per quanto riguarda le aree interessate da pericolosità idraulica molto elevata queste sono prevalentemente diffuse nelle zone prossime al corso del F.Arno, del F.Elsa e del T.Egola ed anche in alcune zone della pianura alluvionale prive di agglomerati urbani come quella tra Romaiano e San Donato, quella a San Miniato Basso e quella tra Dogaia ed Isola; le aree inserite in pericolosità idraulica elevata riguardano gran parte del fondovalle dell’Arno compreso l’abitato di San Donato e la zona produttiva di Romaiano ed ampie porzioni del fondovalle dell’Egola; in pericolosità idraulica media ricade la fascia pedecollinare di Ponte a Egola e di San Miniato Basso, una porzione di fondovalle a sud di Roffia e parte della fascia pedecollinare dell’Egola, mentre in pericolosità idraulica bassa sono prevalentemente inseriti i fondovalle dei corsi d’acqua minori collinari. A tal proposito riportiamo nella seguente Fig.117 anche l’estratto della cartografia di pericolosità idraulica PAI relativa alla porzione collinare del territorio sanminiatese basata su criteri storico inventariali e non supportata quindi da puntuali verifiche idrauliche. Fig.117 Carta della pericolosità idraulica PAI PERICOLOSI TA’ IDRAULICA MOLTO ELEVATA PERICOLOSI TA’ IDRAULICA ELEVATA PERICOLOSI TA’ IDRAULICA MEDIA PERICOLOSI TA’ IDRAULICA BASSA A supporto della presente Variante al P.S. comunale vengono rivisitati nuovamente gli aspetti idraulici con particolare riferimento alle verifiche idrauliche sui corsi d’acqua minori ed ai criteri impartiti dalla normativa vigente per la redazione delle indagini geologiche di supporto alla pianificazione urbanistica DPGR 53/R/2011, per quanto riguarda la distinzione delle classi di pericolosità idraulica così definite: - pericolosità idraulica molto elevata (I.4) - aree interessate da allagamenti per eventi con Tr30 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità molto elevata le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti condizioni: a)vi sono notizie storiche di inondazioni; b)sono morfologicamente in situazione 73 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda; - pericolosità idraulica elevata (I.3) - aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 30<TR200 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità elevata le aree di fondovalle per le quali ricorra almeno una delle seguenti condizioni: a)vi sono notizie storiche di inondazioni; b)sono morfologicamente in condizione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda; - pericolosità idraulica media (I.2) - aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 200<TR500 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici rientrano in classe di pericolosità media le aree di fondovalle per le quali ricorrano le seguenti condizioni: a)non vi sono notizie storiche di inondazioni; b)sono in situazione di alto morfologico rispetto alla piana alluvionale adiacente, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda; - pericolosità idraulica bassa (I.1) - aree collinari o montane prossime ai corsi d'acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni: a)non vi sono notizie storiche di inondazioni; b)sono in situazioni favorevoli di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. 2.3.4 Vulnerabilità idrogeologica (S) La carta di vulnerabilità idrogeologica di San Miniato, redatta a supporto del vigente P.S. comunale, sintetizza la zonizzazione di pericolosità per quanto riguarda la vulnerabilità potenziale degli acquiferi, in funzione del grado di protezione da eventuali elementi inquinanti, nella quale i parametri che giocano un ruolo di primaria importanza nella classificazione risultano la permeabilità dei terreni superficiali e la profondità della superficie piezometrica della falda più superficiale; viene quindi considerato il presunto tempo di contatto dell’inquinante con il terreno come fattore primario nella determinazione della vulnerabilità. Le caratteristiche di vulnerabilità della risorsa idrica, in riferimento ai criteri del P.T.C. provinciale, sono riconducibili per il territorio sanminiatese a sei classi così definite: - vulnerabilità irrilevante (1) - aree in cui la risorsa idrica è assente e che non costituiscono zone di alimentazione; si tratta di aree in cui affiorano unità litologiche impermeabili per uno spessore significativo e comunque sufficiente a garantire l’assoluto confinamento di eventuali acquiferi profondi; - vulnerabilità bassa (2) - aree in cui la falda acquifera più superficiale e/o l’area di alimentazione presentano un grado di protezione apparentemente sufficiente a garantire la salvaguardia della risorsa idrica; tuttavia permangono dubbi sull’assoluta protezione dell’acquifero che potranno essere chiariti localmente con indagini di maggior dettaglio; tale classe di vulnerabilità, secondo le prescrizioni del P.T.C., comprende le aree per cui sono ipotizzabili tempi di arrivo in falda di eventuali inquinanti superficiali superiori a 30 giorni; - vulnerabilità medio-bassa (3a) - aree in cui la falda acquifera più superficiale e/o l’area di alimentazione presentano un certo grado di protezione, insufficiente tuttavia a garantire la salvaguardia della risorsa idrica; - vulnerabilità media (3b) - aree in cui la falda acquifera più superficiale e/o l’area di alimentazione presentano un grado di protezione mediocre; - vulnerabilità medio-elevata (4a) - aree in cui la falda acquifera più superficiale e/o l’area di alimentazione presentano un grado di protezione insufficiente; - vulnerabilità elevata (4b) - corrisponde a situazioni in cui il tetto della falda acquifera più superficiale raggiunge la superficie topografica, per cui la risorsa idrica risulta esposta ad un immediato contatto con eventuali inquinanti superficiali. Nella seguente Fig.118 riportiamo la carta di vulnerabilità idrogeologica di supporto alla pianificazione urbanistica comunale. 74 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.118 Carta di vulnerabilità idrogeologica I depositi affioranti nel territorio comunale di San Miniato presentano un grado di permeabilità superficiale variabile da bassa a elevata in cui le zone più vulnerabili, oltre ai corpi idrici che sono direttamente esposti, sono rappresentate dall’area di affioramento dei depositi alluvionali terrazzati e di fondovalle; sempre a vulnerabilità significativa risultano le unità prevalentemente sabbiose dell’area collinare e l’intera pianura dell’Arno dove, anche se affiorano terreni a permeabilità talora molto bassa, la piezometrica si approssima al piano di campagna. Le zone meno vulnerabili sono rappresentate dalle aree costituite dai sedimenti argillosi pliocenici, dalle aree collinari dove la piezometrica si mantiene profonda (alcune decine di metri) ed i terreni affioranti risultano a molto bassa e bassa permeabilità e dalle aree collinari o di transizione pianura-collina, con terreni affioranti a permeabilità bassa laddove la piezometrica è superficiale o a permeabilità molto bassa laddove la piezometrica è prossima al piano di campagna. 2.3.5 Uso del suolo (S) Il territorio di San Miniato è posto nel Valdarno Inferiore, sulla riva orografica sinistra del Fiume Arno che ne costituisce per due lunghi tratti il confine settentrionale; il Fiume Elsa, tributario dell’Arno, segna il limite orientale mentre il Torrente Chiecina coincide con un lungo tratto del confine occidentale. Il limite meridionale invece attraversa con linea sinuosa le colline interne; quest’ultime costituiscono la gran parte del territorio comunale e sono solcate da numerosi corsi d’acqua molti dei quali afferiscono nel fondovalle del Torrente Egola che attraversando da sud a nord la porzione occidentale del comune, si getta anch’esso nel Fiume Arno. Il territorio sanminiatese si estende per una superficie di 102,56 kmq con quote altimetriche comprese fra i 18 m s.l.m. nella porzione di pianura occidentale prospiciente il Fiume Arno (zona Romaiano) ed i 215 m s.l.m. nella porzione di collina sud-occidentale, sui rilievi sopra la frazione di Corrazzano. 75 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La morfologia del territorio si presenta, in generale, caratterizzata da un’alternanza di pianure vallive e di colline: nelle pianure alluvionali prevale l’agricoltura, prevalentemente seminativo con macchie di colture permanenti quali il vigneto e colture arboree da legno (prevalentemente pioppeti). Le colline sono invece interessate prevalentemente da colture agrarie quali l’olivo e la vite o sono coperte di boschi, in prevalenza cedui di latifoglie e rimboschimenti di conifere. Nella seguente Fig.119 riportiamo il mosaico degli usi delle superfici agricole e boscate del territorio sanminiatese, ripresa dal quadro conoscitivo del P.S. comunale. Fig.119 Carta dell’uso del suolo 76 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Il territorio si presenta completamente antropizzato seppur a diversi gradi di intensità: nella piana dell’Arno sono presenti infrastrutture ed insediamenti produttivi artigianali e industriali, sebbene si conservino ancora alcune ampie aree agricole, anche con elementi tradizionali interessanti. Nelle valli interne e sulle colline, invece, l’urbanizzazione è assai più contenuta e mantenuta entro schemi tradizionali, sia nel capoluogo (dove è stato conservato e valorizzato l’antico tessuto urbano), sia nelle frazioni minori, quasi tutte a carattere residenziale o con piccole attività produttive. Vasti tratti delle colline, soprattutto di quelle meridionali, sono ancora a basso livello insediativo, anche a seguito dell’abbandono di numerosi poderi che solo in tempi recentissimi sono stati recuperati o avviati al recupero, generalmente in funzione di un utilizzo a fini agro-turistici o di residenza rurale. In queste stesse zone, inoltre, permangono estesi boschi di origine naturale ma parzialmente modificati e sfruttati dalle popolazioni locali, le quali però portano un contributo al mantenimento degli equilibri idrogeologici. La vegetazione nel complesso può essere suddivisa in due grandi categorie: i boschi con gli altri tipi di vegetazione di origine naturale e le colture agrarie. I boschi presenti sulla porzione collinare del territorio comunale sono in gran parte di origine naturale, anche se più o meno modificati dagli interventi selvicolturali (tagli periodici e coniferamenti), ma esistono anche boschi di origine artificiale, cioè veri e propri rimboschimenti di conifere o robinia. Gli altri tipi di vegetazione spontanea sono la vegetazione riparia (distinta in arborea e non arborea) e le fitocenosi arbustive e pioniere, che si sviluppano solitamente sui terreni collinari abbandonati, al margine dei boschi o in boschi degradati, sulle scarpate, ecc.. Gli incolti derivano da terreni un tempo coltivati a seminativo ed oggi abbandonati.; la vegetazione ivi presente è costituita da erbe annuali o perenni (in prevalenza graminacee, leguminose, composite) associati a specie arbustive. Quest’ultime possono derivare da terreni agricoli abbandonati da diversi anni e ricolonizzati dalle specie arbustive come primo stadio verso la formazione di un bosco, oppure possono derivare da un eccessivo sfruttamento dei boschi (o delle loro aree marginali), con inaridimento ed impoverimento dei suoli a scapito delle specie arboree esigenti. Simili ambienti possono avere un aspetto degradato, ma nei casi derivanti da colture abbandonate contribuiscono a consolidare e a proteggere il suolo dal dilavamento; le specie pioniere, inoltre, arricchiscono il terreno in sostanza organica, favorendo l’ingresso di specie più esigenti. 2.3.6 Attività estrattive (P) Per quanto concerne l’attività estrattiva, all’interno del territorio di San Miniato è presente una sola cava attiva, in loc. La Serra, per l’estrazione di sabbie per costruzioni ed argille per industria (fornaci, impermeabilizzazioni), la cui società Cava La Serra srl risulta titolare di una recente autorizzazione all’estrazione rilasciata dal Comune nel novembre 2013. Sul territorio sono presenti anche altre piccole cave ormai inattive da diversi anni tra cui quelle a Poggio a Isola ed a Poggio al Pino entrambe sui rilievi prospicienti il corso del Fiume Elsa, quella sul rilievo di Poggio al Lupo (nei pressi del cimitero di San Miniato) e quella in loc. Le Case nella zona di fondovalle di Roffia; tutte precedentemente individuate nella carta delle aree sensibili o degradate del vigente P.S.. La cava attiva La Serra, di cui riportiamo un immagine in Fig.120, ha un’estensione del suo complesso estrattivo, comprensivo della viabilità interna di accesso alle aree in lavorazione, di circa 99.520 mq. Fig.120 Cava La Serra 77 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Si sviluppa su tre diversi piazzali di lavorazione le cui quote seguono la direzione di immersione degli strati dei materiali ivi presenti: il piano più basso è attestato su sabbie ad una quota media di 50 m su lmm, il piano intermedio sullo strato delle sabbie miste ad una quota media di 65 m su lmm ed il piano superiore sulle argille ad una quota media di 68 m su lmm. Le lavorazioni vengono eseguite secondo le usuali metodologie utilizzate nell’escavazione di inerti e quindi per splateamenti successivi mediante l’utilizzo di escavatore meccanico. Nella seguente Fig.121, estratta dagli elaborati progettuali, riportiamo la planimetria dello stato attuale della cava La Serra. Fig.121 Planimetria stato attuale Cava La Serra Il piano di coltivazione della cava deve essere ancora completato e le operazioni di recupero ambientale inizieranno solo dopo il raggiungimento della quota inferiore di scavo autorizzata che nel punto più basso di escavazione raggiunge circa 44 m su lmm; gli scavi procederanno indicativamente dall’alto verso il basso ed in direzione SW-NE seguendo la stratificazione del materiale escavato, sia per non mescolare i materiali durante lo scavo e sia per garantire profili di scavo più sicuri. Nella seguente Fig.122 è riportato un profilo longitudinale dell’attuale area di escavazione con individuato il profilo di progetto a completamento della coltivazione. Fig.122 Profilo longitudinale attuale e di progetto Cava La Serra La recente autorizzazione comunale prevede un quantitativo rimanente di materiale complessivo da coltivare pari a 324.753 mc di scavo in banco (di cui il 65% di sabbie ed il 35% di argille) da 78 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 completare entro sei anni ed un volume di riempimento di circa 58.000 mc, relativo al solo apporto del materiale per le opere di rinaturalizzazione, per ottenere il profilo morfologico definitivo di recupero ambientale dell’area estrattiva previsto da ultimare entro un anno. Nella seguente Fig.124 è riportata la tabella riassuntiva dei tempi e dei volumi autorizzati per il definitivo completamento della cava La Serra. Fig.123 Tempi e volumi di completamento Cava La Serra Il riempimento avverrà con materiali provenienti da impianti di recupero di materiali inerti, conformemente alle norme in materia, fino al raggiungimento dell’assetto morfologico definitivo dell’area di cava; il ripristino oltre a prevedere uno strato di fondo in argilla rullata per garantirne l’impermeabilizzazione, sarà costituito da gradonature, da opere per la regimazione delle acque superficiali compreso un piccolo lagone artificiale a valenza serbatoio e dalla deposizione di uno strato finalizzato alla rinaturalizzazione e messa a dimora delle essenze vegetali quali olivi, alberelli e prateria cespugliata. Nella seguente Fig.124 è riportata la planimetria di progetto dello stato finale della cava a seguito degli interventi conclusivi di ripristino ambientale. Fig.124 Planimetria stato finale interventi di ripristino ambientale Cava La Serra Limite di escavazione progetto autorizzato con dgm n.1 del 29/01/2002 Limite delle aree interessate dalle coltivazioni in variante Limite area in disponibilita’ Il Piano Regionale delle Attività Estrattive di Recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili (P.R.A.E.R.), approvato con D.C.R. n.27 del 27.02.07, indirizza la pianificazione dell’attività estrattiva ad uno sfruttamento della risorsa litica secondo criteri di sviluppo sostenibile. Il Piano delle Attività Estrattive, di Recupero delle aree escavate e Riutilizzo dei residui recuperabili della Provincia di Pisa (P.A.E.R.P.) relativo al settore inerti del 2° stralcio territoriale riguardante la Valdera ed il Valdarno inferiore, approvato con Del.C.P. n.14 del 22.03.2012, individua sul territorio di San Miniato una cava bacino del Settore I ovvero “materiali per usi industriali, per costruzioni e 79 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 opere civili” (identificata con la sigla 732 I 5) perimetrata come area di risorsa e confermata come giacimento; si tratta proprio della suddetta cava La Serra. Riportiamo di seguito i riferimenti dell’area e gli estratti cartografici del P.R.A.E.R. relativi alle aree delle risorse ed alle aree dei giacimenti per San Miniato, rispettivamente nelle seguenti Figg.125 e 126. Il codice di riferimento per le risorse e per i giacimenti (nel nostro caso 732 I 5) è unico e comprende tre elementi di riconoscimento distinti in tre parti, come da schema seguente: - 732: è il codice regionale del Comune di San Miniato dove ricade l’area di previsione del piano; - I: numero romano indicante la prima area di risorsa ed il primo giacimento nel Comune; - 5: codice di accorpamento delle formazioni geologiche (corrisponde a depositi sabbiosi di origine fluvio lacustre; arenarie poco cementate tipo "panchina"; molasse; depositi sabbiosi con ciottoli). Fig.125 Aree delle risorse P.R.A.E.R. Fig.126 Aree dei giacimenti P.R.A.E.R. 80 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La cava 732 I 5 è posta poco a nord della frazione La Serra, alla confluenza del Rio Enzi con il Torrente Egola in sponda destra di entrambi, ed alla base di una digitazione collinare che separa l’incisione valliva del Rio Enzi, a sud, dall’incisione valliva del botro di Pellicciano, a nord. Il sito insiste sulle sabbie e argille di ambiente marino del pliocene ed è attualmente attiva come sopra descritto. Con l’approvazione dell’atto di pianificazione settoriale P.A.E.R.P., la Provincia attua gli indirizzi e le prescrizioni contenute nel P.R.A.E.R. relativamente ai due settori del piano (materiali industriali e materiali ornamentali e storici); inoltre il piano assume i principi sull’uso e la tutela delle risorse del territorio contenuti nel Piano di Indirizzo Territoriale di cui all’art.3 della L.R. 1/2005 e del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale del quale diviene parte integrante. Il P.A.E.R.P. definisce anche gli indirizzi che la pianificazione comunale deve adottare nel recepire la pianificazione dell’attività estrattiva, con particolare riguardo alla necessità di coordinamento delle attività estrattive sviluppate nelle aree di cava ricadenti all’interno dello stesso bacino o in bacini contermini, al fine di garantire un migliore sfruttamento della risorsa, ridurre gli impatti sul territorio mediante la condivisione delle opere accessorie (viabilità di accesso all’area estrattiva, impianti di prima lavorazione, frantumazione e selezione) e dei servizi a supporto delle attività oltre ad un adeguato ripristino ambientale delle aree dismesse. Il piano individua inoltre le cave e le aree di reperimento dei materiali, compatibilmente con la tutela delle risorse e del territorio interessato, al fine dell’autosufficienza a livello provinciale per i materiali stessi. Riportiamo nelle seguenti Figg.127-128-129 la carta dei giacimenti di materiali lapidei, la carta delle risorse lapidee e la carta delle prescrizioni localizzative delle attività estrattive riguardanti il territorio comunale di San Miniato (ovvero cava La Serra). Fig.127 Carta dei giacimenti di materiali lapidei P.A.E.R.P. 81 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.128 Carta delle risorse lapidee P.A.E.R.P. Fig.129 P.A.E.R.P. Carta delle prescrizioni localizzative delle attività estrattive 82 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 2.3.7 Livelli di contaminazione dei terreni (P) Nel settore conciario vengono utilizzati numerosi prodotti chimici di tipo organico ed inorganico che in qualche modo vengono successivamente ritrovati nell’ambiente (aria, acque e suolo). È il caso del cromo trivalente, utilizzato come conciante nella fase di concia dei pellami. Il metallo, dopo il processo, rimaneva nelle acque di scarico che andavano agli impianti di depurazione, per poi passare nei fanghi prodotti e ritrovarsi nel suolo; attualmente i liquidi al cromo sono separati dal resto dei reflui. Studi condotti tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 sui terreni presenti nel centro del comprensorio, evidenziarono un andamento della distribuzione del cromo maggiore nella zona del depuratore di Santa Croce e gradualmente minore spostandosi dall’area del depuratore al centro abitato. Furono riscontrate concentrazioni di cromo comprese fra 75 e 5.000 g/g nell’orizzonte agronomico analizzato, 0-60 cm (Ceccanti & Masciandaro, 1995). Questi studi rivelarono anche che la concentrazione di questo metallo persisteva pressoché costante per alcuni anni dopo la cessazione dello spandimento della parte solida dei reflui conciari (inizio anni ‘70) e del conferimento di fanghi di depurazione in discariche. Uno studio più recente (Strati et al., 1998) condotto nell’area agro-industriale tra Castelfranco e San Miniato, invece, campionando solo i primi 15 centimetri del terreno, ha evidenziato concentrazioni comprese tra 20 e 35 g/g, di Cr, valori molto inferiori a quelli riscontrati nello studio precedente (anche se si tratta di zone diverse) e molto simili ai valori dei terreni al di fuori della zona industriale (Ghizzano – Peccioli = 24,60 g/g). Anche se queste due indagini non sono confrontabili dato che sono studi realizzati in aree diverse, è importante far notare che attualmente i reflui contenenti cromo sono separati dal resto dei liquami di conceria e convogliati in serbatoi nelle singole ditte per poi essere mandati all’impianto di Recupero Cromo (CRC), funzionante dal 1983 nel Comune di Santa Croce sull’Arno. Inoltre, la lisciviazione del metallo dagli strati superficiali verso i livelli più profondi dei terreni e le naturali cause che controllano la sua mobilità e che quindi determinano il suo comportamento nel profilo del suolo o la sua permanenza in superficie (stato di ossidazione, pH, contenuto di sostanze organiche e caratteristiche granulometriche del terreno), possono essere alcune delle cause del perché non si trova questo metallo nei livelli superficiali del suolo. Per questo motivo e considerando che il cromo non è un elemento che si trova naturalmente in grande quantità nei terreni del comprensorio, esso può essere utilizzato come un tracciante per determinare l’inquinamento dovuto ad attività conciaria. È importante sottolineare che il Cr+3 è mutagenicamente inattivo ed è un micronutriente essenziale, che solo in alte dosi risulta teratogeno. Non risultano disponibili indagini più recenti nei terreni interessati, però le analisi periodiche realizzate nelle discariche presenti nel comprensorio hanno evidenziato che alcune di esse, le più antiche, presentano ancora considerevoli quantità del metallo concentrato nei rifiuti. 2.3.8 Siti inquinati - da bonificare (P) Per “sito contaminato” si intende un’area geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee, ecc.) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie ed impiantistiche presenti dove i valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR) risultano superati. In base al Piano Regionale di Bonifica dei siti inquinati (Delibera Regionale n.384/99) risulta che le aree contaminate presenti nel comprensorio del cuoio corrispondono a discariche dismesse di rifiuti urbani e speciali prodotti nella lavorazione del cuoio e nella depurazione dei reflui industriali. Prima dell’emanazione della normativa specifica in materia di rifiuti, la zona del comprensorio del cuoio ha subito un forte impatto ambientale in tutte le sue componenti; in particolare, prima dell’entrata in vigore della Legge 915/82, i fanghi prodotti dalla depurazione dei reflui industriali ed urbani così come i rifiuti urbani e speciali, venivano conferiti in cave dismesse o zone depresse fino al totale riempimento della cavità e il più delle volte superando il livello del piano di campagna. Nel territorio comunale di San Miniato sono state censite n.5 discariche esaurite le cui caratteristiche sono riportate nella seguente tabella di Fig.130. Tali siti da bonificare derivano da una mancata adeguata progettazione delle discariche, da una mancata messa in sicurezza durante il periodo del loro utilizzo e da una non continua idonea manutenzione delle stesse. 83 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.130 Discariche esaurite censite L’ubicazione di queste discariche esaurite censite è riportata nella carta delle aree sensibili e degradate del vigente P.S. e di cui riportiamo un estratto nella seguente Fig.131. La discarica di Casa Carraia, posta alla estremità Sud-Est del territorio comunale è l’unica presenta una posizione compatibile con l’assetto geologico dell’intera area ed è stata attivata in tempi relativamente recenti quindi nel rispetto di normative più consolidate. Per le altre discariche la situazione è sicuramente più difficile; in ogni caso la bonifica delle discariche di Scacciapulci (ubicata a Sud-Est dell’abitato di San Miniato) e Cigoli (ubicata nell’incisione valliva del botro della Bestemmia in prossimità della frazione di Cigoli) rappresenta una priorità proprio in ragione della loro sensibile localizzazione. 84 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.131 Ubicazione delle discariche esaurite censite 2.3.9 Bonifica dei siti inquinati (R) Si intende per bonifica di un sito contaminato l'insieme di interventi atti ad eliminare la fonte di inquinamento ed eliminare le sostanze inquinanti o ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR). Su scala regionale risulta condivisa la banca dati dei Siti Interessati da Procedimento di Bonifica supportata da uno strumento informatico applicativo, come previsto dalla DGRT n.301/2010, denominato SISBON (Sistema Informativo Siti interessati da procedimento di BONifica) che consente la consultazione e/o l’aggiornamento da parte dei referenti delle amministrazioni coinvolte nel procedimento stesso di bonifica (Comune, Provincia, ARPAT, AUSL, Prefettura, Regione, MATTM). In termini di struttura della banca dati é stato affrontato il problema interpretativo relativo "al momento in cui un sito entra in Anagrafe" ai sensi del D.Lgs. 152/06 e della normativa antecedente, ricostruendo l'ambito normativo in cui si è sviluppato l'iter ed associando alcune informazioni di sintesi relative al procedimento in corso. I dati di sintesi forniscono informazioni sul numero di siti ricadenti su un determinato territorio, su dati anagrafici essenziali e sul motivo di inserimento del sito in banca dati nonché sull'ultimo stato iter registrato; la banca dati comprende quindi sia gli siti iscritti nell'Anagrafe di cui all'Art. 251 del D.Lgs. 152/06 che quelli non iscritti (sia in procedura ordinaria sia in procedura semplificata e anche ricadenti sui SIN) e sia con procedimento in corso (siti con ITER ATTIVI) che concluso (siti con ITER CHIUSI). Nella seguente Fig.132 è riportato l’attuale elenco dei Siti Interessati da Procedimento di Bonifica (SISBON) ricadenti nel territorio di San Miniato. 85 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.132 Elenco siti San Miniato interessati da procedimento di bonifica - SIRA SISBON Legenda: siti contaminati = i siti riconosciuti tali ai sensi della normativa vigente in fase di riconoscimento dello stato di contaminazione (SITI IN ANAGRAFE CON ITER ATTIVO); 86 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 siti bonificati o in messa in sicurezza operativa o permanente (MISO/MISP) = i siti riconosciuti tali ai sensi della normativa vigente in fase di certificazione dell'avvenuta bonifica o messa in sicurezza operativa o permanente (SITI IN ANAGRAFE CON ITER CHIUSO); siti potenzialmente contaminati = i siti per i quali é stata accertata la potenziale contaminazione e da sottoporre ad ulteriori indagini (SITI NON IN ANAGRAFE CON ITER ATTIVO); siti con non necessità di intervento = i siti per i quali é stata accertata la mancata contaminazione (SITI NON IN ANAGRAFE CON ITER CHIUSO). In corrispondenza di ogni possibile regime normativo sono riportate le corrispondenti fasi e le corrispondenti sottofasi; il possibile regime normativo per i siti inseriti in Banca Dati appartiene ad uno dei seguenti elencati di seguito: ANTE 471/99: sono i siti inseriti nel PRB 384/99 (con procedimento tutt'ora fermo al momento dell'iscrizione nel PRB 384/99 o con procedimento chiuso già all'atto di inserimento nel PRB 384/99); 471/99: sono i siti che hanno visto l'attivazione del procedimento ai sensi del 471/99 (con procedimento tutt'ora attivo in 471 o con procedimento chiuso ai sensi del 471); 152/06 AA 152/06: sono i siti che hanno visto l'attivazione del procedimento ai sensi del 471/99 e che all'entrata in vigore del 152 sono passati in 152 (possono essere siti con procedimento tutt'ora attivo o con procedimento chiuso); 152/06: sono i siti che si sono attivati ai sensi del 152 e che hanno un procedimento in corso in regime di 152 o che si sono conclusi ai sensi del 152. Nella seguente tabella di Fig.133 viene evidenziata la variazione del numero di siti soggetti a obbligo di bonifica nel quinquennio 2009 – 2013 riferito a quattro comuni facenti parte del comprensorio del cuoio (Fucecchio, San Miniato, Santa Croce sull’Arno e Castelfranco di Sotto. Fig.133 Siti comprensorio interessati da procedimento di bonifica - SIRA SISBON 3 Dall’analisi dei dati dei singoli comuni si evidenzia un generale aumento del numero dei siti nel corso del periodo considerato; tale aumento risulta più marcato tra il 2009 e il 2010, riducendosi progressivamente negli anni successivi e interrompendosi nel comune di Fucecchio dove il numero di siti è rimasto stabile negli ultimi quattro anni. San Miniato invece non ha ancora fermato il trend in aumento del numero dei siti arrivando a 14, come sopra descritti, nel 2013. 2.3.10 Elementi di criticità Per quanto riguarda gli aspetti geomorfologici il territorio collinare di San Miniato è interessato da frequenti movimenti franosi sia in termini di denudamenti superficiali che di vere e proprie frane, con aumento della propensione al dissesto nelle aree a forte pendenza e laddove i livelli argillosi intercalati ai livelli sabbiosi pliocenici risultano più frequenti, soprattutto in assenza di opere di regimazione delle acque superficiali. I fenomeni di dissesto che possono manifestarsi risultano piuttosto variabili e per lo più rappresentati da fenomeni di erosione, frane con crolli nelle sabbie e forme rotazionali nelle alternanze sabbia-argilla, soliflussi nelle unità argillose e reptazione discendente nei depositi eterogenei sabbia-argilla. Queste zone, distinte per tipologia, rappresentano delle aree morfologicamente instabili che in funzione del loro stato di attività vengono classificate a pericolosità molto elevata (fenomeni attivi) ed elevata (fenomeni quiescenti). San Miniato è classificato come comune in zona sismica 3 e le indagini condotte di microzonazione sismica di livello 1 hanno consentito di individuare le zone suscettibili di amplificazioni locali caratterizzate da un alto contrasto di impedenza sismica. Queste risultano presenti prevalentemente in alcune porzioni dei fondovalle alluvionali in corrispondenza del passaggio tra copertura e substrato sismico rigido ed insieme alle zone suscettibili di instabilità di 87 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 versante quiescente sparse un po’ su tutta la porzione collinare sanminiatese rappresentano le aree soggette a pericolosità sismica locale elevata. Anche per gli aspetti sismici i fenomeni di instabilità di versante attiva rappresentano le aree più critiche a pericolosità sismica molto elevata. Per quanto riguarda gli aspetti idraulici, le vigenti perimetrazioni del PAI dell’AdB del F.Arno individuano come aree interessate da pericolosità idraulica molto elevata quelle prevalentemente diffuse nelle zone prossime al corso del F.Arno, del F.Elsa e del T.Egola ed anche in alcune zone della pianura alluvionale prive di agglomerati urbani come quella tra Romaiano e San Donato, quella a San Miniato Basso e quella tra Dogaia ed Isola. Le aree inserite in pericolosità idraulica elevata riguardano la gran parte del fondovalle dell’Arno compreso l’abitato di San Donato e la zona produttiva di Romaiano ed ampie porzioni del fondovalle dell’Egola; mentre in pericolosità idraulica media ricade la fascia pedecollinare di Ponte a Egola e di San Miniato Basso, una porzione di fondovalle a sud di Roffia e parte della fascia pedecollinare dell’Egola. La zonizzazione di vulnerabilità idrogeologica, in riferimento ai criteri del P.T.C. sul grado di protezione della falda acquifera più superficiale da eventuali elementi inquinanti, evidenzia per il territorio di San Miniato come zone più vulnerabili quelle interessata dai corpi idrici che sono direttamente esposti e quelle di affioramento dei depositi alluvionali terrazzati e di fondovalle. Sempre a vulnerabilità idrogeologica di una certa criticità risultano le zone collinari interessate in affioramento da terreni prevalentemente sabbiosi e l’intera pianura alluvionale dell’Arno dove, anche se affiorano terreni a permeabilità talora molto bassa, la piezometrica della falda superficiale risulta prossima al piano di campagna. Altre criticità riguardanti il territorio sanminiatese concernono l’attività estrattiva dell’unica cava rimasta in loc. La Serra con il suo piano definitivo di ripristino ambientale da concludersi tra sette anni ed i siti inquinati da bonificare, con particolare riferimento alle ex discariche di Scacciapulci, Cigoli e Cava dei Gronchi oggetto di progettazione e realizzazione di interventi di bonifica in quanto riconosciuti come siti contaminati ed iscritti in anagrafe con iter procedurale attivo di bonifica. 2.4 PAESAGGIO E NATURA 2.4.1 Paesaggio (S) Nel territorio del Comune di San Miniato si possono individuare tre unità di paesaggio principali: la pianura alluvionale dell’Arno, i fondovalle secondari e le colline; la prima e la terza unità sono a loro volta distinte in due sub-unità ovvero rispettivamente in pianura agricola e pianura urbanizzata e colline di San Miniato e colline orientali, meridionali ed occidentali. Riportiamo di seguito una descrizione delle caratteristiche di tali unità di paesaggio. Pianura alluvionale dell’Arno - La pianura agricola Si tratta di un vasto comprensorio pianeggiante e coltivato delimitato a nord dal fiume Arno, ad est dal tratto terminale dell’Elsa, ed a sud ed ovest dalla statale Tosco-Romagnola e dagli insediamenti urbani e industriali. A causa dell’espansione di questi ultimi, nel settore occidentale l’area agricola si fa più discontinua e meno estesa, restando con diversi lembi nelle aree ancora non edificate. La gran parte del territorio in questione è sottoposto a colture di tipo seminativo, a cui si interpongono frequenti vigneti, pioppeti e più raramente oliveti e frutteti (sempre di piccola estensione). Il paesaggio planiziale è segnato da una maglia regolare rettangolare di fossi, scoline e strade campestri e vicinali. Queste ultime, aventi andamento talvolta indipendente dalla regolatità del disegno dei campi, collegano le frazioni minori e le case coloniche e residenziali sparse. Attorno alle abitazioni sono presenti piccoli appezzamenti e resedi con orti e colture arboree miste ad uso familiare, compresi piccoli o medi giardini. Elementi vegetali caratteristici del paesaggio sono salici rossi e salici da vimini sparsi (soprattutto nel settore orientale) e cipressi isolati sugli argini dei campi (nel settore centrale). Scarsa invece la presenza di siepi naturali, eliminate, con tutta la loro biodiversità, perché di intralcio alle lavorazioni meccanizzate del terreno. Interessante invece la presenza di alcune specie vegetali palustri in alcuni fossi di drenaggio. Le sponde dei corsi d’acqua maggiori, invece, mostrano una flora meno pregiata, a causa delle ripetute opere di manutenzione (sfalci meccanizzati). 88 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 - La pianura urbanizzata. Le aree pianeggianti poste lungo la statale Tosco-Romagnola da San Miniato Basso a Ponte a Egola e fino agli abitati di San Romano e San Donato formano un sistema pressoché continuo di edifici, in parte residenziali ed in parte artigianali e industriali. Nelle aree residenziali il tessuto urbano mantiene elementi architettonici tradizionali, soprattutto le vie principali, presso la stazione e nelle frazioni di più antica fondazione. Frequente è la presenza di piccoli giardini privati, compresi orti residuali tra le case, e di verde pubblico (alberature stradali). Nelle aree industriali, invece, si ha un’edilizia comprensibilmente essenziale e funzionale, anche se in tempi recenti sembra essere stata prestata attenzione anche alle componenti architettoniche esteriori. Sono inoltre presenti alcuni spazi residuali liberi da edifici caratterizzati da vegetazione pioniera e ruderale. Fondovalle secondari I fondovalle secondari considerati sono quelli del torrente Egola e del suo affluente Rio Enzi, oltre alla sponda sinistra del fiume Elsa. Si tratta di aree essenzialmente pianeggianti, solcate da corsi d’acqua naturali e da fossi di drenaggio e quasi interamente coltivate. Sono poche infatti le frazioni abitate (La Serra, Corazzano, Parrino, Ponte a Elsa); per il resto si tratta di poderi sparsi o di aziende zootecniche. La coltura prevalente è il seminativo, a cui si aggiungono frequentemente la pioppicoltura e in misura minore altre colture da legno e la vite (in coltura specializzata o consociata al seminativo). Nei tratti pedecollinari è presente anche l’olivo. Si hanno inoltre interessanti testimonianze della ormai abbandonata coltura del tabacco nelle antiche “tabacchiere” della valle dell’Egola. Di un certo valore paesaggistico sono poi le varie presenze arboree di origine antropica: i viali di pioppi cipressini, i salici capitozzati lungo i fossi e i corsi d’acqua minori, i cipressi sparsi nelle aree meno depresse e umide. Come nella piana dell’Arno, anche qui si ha una generale scarsità di siepi naturali tra i campi, eccettuati i densi canneti lungo le sponde dell’Egola e dell’Elsa (residui delle pregresse formazioni riparie a galleria). Colline - La collina di San Miniato Il complesso collinare su cui sorge il capoluogo si distingue dalle colline circostanti non solo per la posizione più avanzata verso l’Arno, ma soprattutto per un assetto più parcellizzato delle colture e dei boschi ancora presenti. Il centro abitato medievale si allunga sui crinali interessando poca parte dei versanti. Questi sono mantenuti a bosco dove le pendenze sono forti, mentre sono coltivati nelle situazioni meno acclivi: si tratta di colture generalmente di piccole dimensioni, con un’alternanza di vigneti, oliveti e seminativi. Le aree coltivate sono punteggiate di poderi e case sparse collegate da vie vicinali solitamente di crinale e in questo contesto non sono rare sistemazioni del terreno quali terrazzamenti. Sono presenti anche nuclei storici minori, in particolare Cigoli. I boschi presenti sono in prevalenza cedui misti di latifoglie (compresi lembi di robinieto a consolidamento di aree prossime alle strade), ma non sono rare parcelle rimboschite a pino marittimo. - Le colline orientali, meridionali e occidentali Le colline a est di Calenzano, a sud della valle del Rio Enzi e ad ovest del torrente Egola hanno un assetto in qualche misura diverso da quello sopra descritto: pur mantenendo un’alternanza di aree coltivate, di boschi cedui di latifoglie e rimboschimenti di conifere, l’estensione media degli appezzamenti è molto maggiore. Le colture presenti sono quelle tipiche del paesaggio toscano: vigneti, oliveti e seminativi. I versanti sono spesso caratterizzati da frequenti balze franose che rendono tipico il territorio delle colline sanminiatesi. Si hanno insediamenti abitativi spesso di antica origine: borghi e fattorie fortificate che in certi casi hanno avuto fasi di sviluppo anche recenti (Stibbio, Balconevisi, Cusignano), mentre altri hanno mantenuto la loro struttura originaria seppur con adeguamenti alle attività agricole odierne (Montebicchieri, Bucciano, San Quintino, Collebrunacchi, Canneto). La densità abitativa è in genere scarsa e concentrata in questi piccoli centri, risultando invece scarsi i poderi isolati, alcuni dei quali ancora abbandonati nonostante la tendenza al recupero anche a fini agrituristici. I boschi sono spesso più estesi e si tratta di cedui misti di latifoglie decidue sulle colline orientali e meridionali, mentre a sud ovest si hanno più estesi popolamenti con dominanza o elevata 89 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 frequenza del leccio. Sono ovunque presenti rimboschimenti di pino marittimo (in misura contenuta anche di cipresso). 2.4.2 Flora e fauna (S) La flora nel complesso può essere suddivisa in due grandi categorie: i boschi e gli altri tipi di vegetazione di origine naturale e le colture agrarie. I boschi presenti nel territorio sanminiatese sono in gran parte di origine naturale, anche se più o meno modificati dagli interventi selvicolturali (tagli periodici e coniferamenti), ma esistono anche boschi di origine artificiale, cioè veri e propri rimboschimenti di conifere o robinia. Gli altri tipi di vegetazione spontanea sono la vegetazione riparia (distinta in arborea e non arborea) e le fitocenosi arbustive e pioniere, che si sviluppano solitamente sui terreni collinari abbandonati, al margine dei boschi o in boschi degradati, sulle scarpate, ecc.. Tra i boschi si distinguono quelli di latifoglie decidue, di latifoglie decidue e sempreverdi, misti di latifoglie e conifere, di conifere e di robinia. I boschi di latifoglie decidue presenti sul territorio rientrano in prevalenza nell’ambito delle cerrete e dei querco-carpineti, boschi cioè caratterizzati da una dominanza di querce, soprattutto cerro (Quercus cerris L.) e in misura minore roverella (Quercus pubescens Willd.), variamente associate al carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop) e ad altre specie di caducifoglie. Simili boschi interessano gran parte del comprensorio collinare di San Miniato, soprattutto ad est del Torrente Egola; ad ovest di questo, invece, si hanno consociazioni di latifoglie con sclerofille sempreverdi a leccio (Quercus ilex L.) dominante. La totalità dei boschi di latifoglie nel territorio sanminiatese sono cedui, ossia sottoposti (soprattutto in passato) a tagli periodici per produrre legna. Dal secondo dopoguerra in poi le pratiche selvicolturali di questo tipo sono state in gran parte abbandonate o ridotte, con un generale allungamento del turno di taglio (minimo 18 anni). Questo solitamente ha comportato un miglioramento dei suoli e un arricchimento del corredo floristico. Nei boschi radi le prime specie che si insediano sono il ginepro comune (Juniperus communis L.), l’orniello (Fraxinus ornus L.), l’olmo campestre (Ulmus minor Miller), l’acero campestre (Acer campestre L.), il biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), il prugnolo (Prunus spinosa L.), la sanguinella (Cornus sanguinea L.), la coronilla (Coronilla emerus L.), il corniolo (Cornus mas L.), ecc., che nei primi tempi formano un denso strato arbustivo. Una specie che merita una particolare segnalazione nell’area in questione è il castagno (Castanea sativa Miller), presente in nuclei sparsi nei cedui di querce e carpino nero dei versanti esposti a nord. Il sottobosco erbaceo dei boschi di latifoglie di San Miniato è formato da specie molto comuni quali il paleo (Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv.) ed altre graminacee (Festuca heterophylla Lam., Dactylis hispanica Roth.), l’edera (Hedera helix L.), alcune felci come la felce aquilina (Pterydium aquilinum (L.) Kuhn) e l’adianto nero (Asplenium adiantum-nigrum L.), il rovo (Rubus ulmifolius Schott) ed inoltre la clematide (Clematis flammula L.), il caglio e la robbia (Galium aparine L., Rubia peregrina L.), il ciclamino (Cyclamen hederifolium Aiton), le viole (Viola odorata L., Viola alba Besser), il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), la rosa sempreverde (Rosa sempervirens L.), la salsapariglia (Smilax aspera L.), l’asparago (Asparagus acutifolius L.), il tamo (Tamus communis L.), la cicerchia silvestre (Lathyrus sylvestris L.), la scorodonia (Teucrium scorodonia L.) ed altre ancora con diffusione più localizzata. I cedui di latifoglie non più sottoposti a taglio e non pascolati, una volta colonizzati dalle specie di arbusti, rampicanti ed erbe sopra citate, spesso produttrici di frutti selvatici, germogli e tuberi, divengono importanti anche per la fauna selvatica, in particolare per gli uccelli e i roditori che trovano qui maggiori quantità di cibo e rifugi indisturbati; ma anche gli ungulati possono esserne avvantaggiati (e fra questi soprattutto il cinghiale). I boschi di caducifoglie infine, soprattutto quelli con prevalenza di querce, sono talvolta assai importanti per le loro potenzialità tartufigene: sui suoli calcarei (quindi alcalini), asciutti e drenati e non troppo ricchi di sostanza organica vive il tartufo nero (Tuber melanosporum Vitt.), che stabilisce simbiosi micorriziche con la roverella, il leccio e il carpino nero. E’ presente anche il meno pregiato scorzone (Tuber aestivum Vitt.). La presenza del tartufo bianco (Tuber magnatum Pico) è solitamente limitata alle zone più fresche, alle valli boscose, soprattutto ai piedi delle balze, e su suoli alluvionali planiziali. I boschi di latifoglie decidue e sempreverdi sostituiscono, nel settore sud occidentale del comune, i boschi di caducifoglie e la specie di quercia sempreverde autoctona dominante è il leccio; in tali boschi il corredo floristico arbustivo è costituito dal corbezzolo (Arbutus unedo L.), il lentisco (Pistacia lentiscus L.), l’erica (Erica arborea L.), la lentaggine (Viburnum tinus L.) e nelle vallecole umide e negli impluvi naturali compare anche l’alloro (Laurus nobilis L.). Negli strati più bassi si 90 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 incontra la ginestrella (Osyris alba L.) assieme alle specie erbacee e rampicanti precedentemente descritte: paleo, felci, salsapariglia, caglio, clematide, asparago, edera, pungitopo, ecc.. I boschi misti di latifoglie e conifere sono in prevalenza cedui di querce coniferati con pino marittimo (Pinus pinaster Aiton) ed in misura minore con cipresso (Cupressus sempervirens L.); proprio il pino marittimo ed il cipresso come pioniere si rinnovano spontaneamente solo su terreni scoperti (ad esempio dopo un incendio), mentre in presenza di un bosco misto con latifoglie lo sviluppo di nuove generazioni è più difficoltosa, cosicché il bosco sul lungo periodo evolverà senz’altro verso la dominanza delle latifoglie. I boschi di conifere sono rappresentati nella zona di San Miniato dalla specie di conifera maggiormente usata per i rimboschimenti ovvero il pino marittimo; questa è una specie autoctona in Toscana, diffusa spontaneamente soprattutto nel settore nord-occidentale della regione, mentre nel resto del territorio la sua presenza spesso massiccia e caratterizzante il paesaggio è dovuta a rimboschimenti o a diffusioni spontanee su terreni degradati per varie cause. In particolare sono soprattutto i crinali delle colline, cioè i terreni che per loro natura sono più aridi, ad essere soggetti alla diffusione del pino marittimo. I boschi di robinia o acacia (Robinia pseudacacia L.) di provenienza nordamericana, sono costituiti da una delle principali piante infestanti, a causa della sua energica e rapida capacità di ricaccio per polloni dopo il taglio (anche se totale e ripetuto); inoltre, data l’abbondante fioritura e fruttificazione, la robinia si diffonde facilmente anche per seme. Se dal punto di vista economico e forestale i robinieti possono avere un certo valore, sotto l’aspetto ecologico e floristico essi rappresentano un problema: l’invasività della robinia, capace di insinuarsi in altre associazioni vegetazionali e di dominarle, l’ha fatta definire in molti casi un vero e proprio “cancro verde”; inoltre la biodiversità nei boschi di robinia è molto bassa e le specie arbustive ed erbacee presenti, oltre che in numero ridotto, sono sempre specie molto comuni che tendono a escludere per competizione quelle più rare. Nel comune di San Miniato i robinieti sono più diffusi nel settore nord-occidentale dove si hanno boschi più consistenti su più estesi versanti collinari (sempre rivolti a nord e nord-ovest). Per quanto riguarda la vegetazione riparia arborea, in un contesto fortemente antropizzato (urbanizzazione, agricoltura, selvicoltura) come quello di San Miniato, resta purtroppo poco spazio per la tale vegetazione naturale; degli originari boschi fluviali di pioppi bianco e nero (Populus alba L., Populus nigra L.), salici (Salix alba L., Salix cinerea L., Salix purpurea L.), ontano nero (Alnus glutinosa Gaertner), frassino (Fraxinus oxycarpa Bieb.), farnia (Quercus robur L.), olmo (Ulmus minor Miller), carpino bianco (Carpinus betulus L.) non restano che pochi lembi. Si tratta in genere di ristrette formazioni lineari sulle sponde ed alle confluenze di fiumi e torrenti ampiamente regimati ed arginati, oppure nel fondo delle valli di testata, nell’ambito dei boschi di latifoglie o misti. La vegetazione erbacea igrofila è assai più diffusa di quella arborea riparia, deriva da una forte manomissione di quest’ultima, con disboscamenti, risagomatura degli argini, sfalci periodici. Si tratta di una vegetazione prevalentemente “erbacea”, anche se quasi sempre assume la forma di densi canneti. Le specie di alberi eventualmente presenti, quali il salice bianco (Salix alba L.) e il pioppo nero (Populus nigra L.), si mantengono a portamento arbustivo, non tanto per i danni subiti durante le piene quanto per gli interventi antropici sopra accennati. Le specie dominanti in questi ambienti sono le canne (Arundo donax L. e in misura minore Arundo pliniana Turra), presenti soprattutto sugli argini, e la cannuccia di palude (Phragmites australis (Cav.) Trin.), localizzata di preferenza nell’alveo vero e proprio dei corsi d’acqua. Per quanto riguarda gli incolti questi derivano da terreni un tempo coltivati a seminativo ed oggi abbandonati; la vegetazione ivi presente è costituita da erbe annuali o perenni (in prevalenza graminacee, leguminose, composite) associati a specie arbustive esercitanti una copertura del suolo inferiore al 40% per cui non sono assimilati ai boschi. Gli arbusteti sono invece cenosi in cui le componenti arbustiva ed arborea ricoprono il suolo in misura superiore al 40 % e sono assimilati ai boschi; essi possono derivare da terreni agricoli abbandonati da diversi anni e ricolonizzati dalle specie arbustive come primo stadio verso la formazione di un bosco, oppure possono derivare da un eccessivo sfruttamento dei boschi (o delle loro aree marginali), con inaridimento ed impoverimento dei suoli a scapito delle specie arboree esigenti. Le cenosi più diffuse nell’area sanminiatese sono i ginestreti, presenti soprattutto sui versanti esposti a sud e ovest, più asciutti e caldi, e i pruneti, presenti indifferentemente in tutte le posizioni, con composizioni floristiche diverse. Le colture agrarie nel comune di San Miniato possono essere suddivise in due tipologie: il sistema agricolo di pianura ed il sistema agricolo di collina. 91 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 L’agricoltura cosiddetta di pianura è praticata nei terreni della pianura alluvionale dell’Arno e nei fondovalle alluvionali dell’Egola, dell’Elsa e del Rio Enzi e affluenti; i terreni particolarmente fertili con buona disponibilità idrica sono destinati prevalentemente a seminativo, dove vengono praticate colture estensive quali i cereali (mais e cereali autunno vernini) e colture industriali (girasole, barbabietola e più raramente ortive e tabacco). Piuttosto diffuse sono le colture arboree da legno quali il pioppo e soprattutto nei fondovalle ciliegio, noce e alcune specie tartufigene. La frutticoltura e l’orticoltura sono scarsamente presenti sebbene il territorio potrebbe offrire un certo grado di potenzialità. La parte nord-orientale del fondovalle dell’Arno è stata meno invasa dall’urbanizzazione ed è riuscita a conservare in parte gli elementi caratterizzanti dell’economia rurale; è evidente, infatti, in questa area un assetto poderale più marcato e una presenza agricola più organizzata sebbene il paesaggio abbia perso molta della sua caratterizzazione. Le colture presenti nelle colline di San Miniato sono quelle tipiche della Toscana: la vite, l’olivo e i seminativi (soprattutto cereali autunno vernini, leguminose da granella e foraggere). L’olivo è diffuso in maniera omogenea su tutte le colline del territorio comunale e prevalentemente in coltura specializzata, mentre la maggiore concentrazione di vigneti si trova nella parte orientale del comune con una presenza piuttosto diffusa anche nella parte centrale e nella parte meridionale. Nel paesaggio agrario dei fondovalle e delle colline sanminiatesi sono da evidenziare anche alcune presenze arboree isolate interessanti: le alberature sparse o disposte in filari che conferiscono al paesaggio una fisionomia caratteristica; si tratta in particolare di: cipressi (isolati e sparsi, in filari o a gruppi), salici da vimini (sparsi) e vite maritata. In sintesi possono essere segnalati come elementi di criticità: la diffusione della specie arborea infestante robinia che può diffondersi con grave danno in contesti naturali di pregio, la diffusione dei boschi di conifere a discapito di quelli di latifoglie ed una scarsa naturalità di ampi tratti di corsi d’acqua in seguito ad artificializzazione. Da un altro punto di vista si deve sottolineare come la salvaguardia delle zone tartufigene ampiamente diffuse sul territorio comunale sanminiatese costituisca un aspetto preponderante per l’economia locale. Per quanto riguarda la fauna, possiamo indicare tra le classi di vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili, anfibi) quali siano le specie presenti e segnalate nei boschi e nelle campagne del territorio sanminiatese. Tra i mammiferi sono presenti il cinghiale (Sus scrofa), il capriolo (Capreolus capreolus), la volpe (Vulpes vulpes), la faina (Martes foina), il tasso (Meles meles), la donnola (Mustela nivalis), il ghiro (Glis glis), il topo quercino (Eliomys quercinus), il moscardino (Muscardinus avellanarius), lo scoiattolo (Sciurus sciurus), l’istrice (Hystrix cristata), l’arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), il topo di campagna (Apodemus sylvaticus), il ratto grigio (Rattus norvegicus), la lepre comune (Lepus europaea), il riccio (Erinaceus erinaceus), i toporagni (Sorex araneus, Sorex minutus, Sorex samniticus), le crocidure (Crocidura leucodon, Crocidura suaveolens) ed i pipistrelli (Rhinolophus ferrumequinum). Tra l’avifauna sono da segnalare: l’allodola (Alauda arvensis), il passero d'Italia (Passer italiae, Passeridi), la rondine comune (Hirundo domestica), il balestruccio (Delichon urbica), la gazza (Pica pica), la ghiandaia (Garrulus glandarius), la cornacchia grigia (Corvus corone cornix), lo storno (Sturnus vulgaris), il pettirosso (Erithacus rubecula), il merlo (Turdus merula), l'usignolo (Luscinia megarhynchos), il tordo sassello (Turdus iliacus), la tordela (Turdus viscivorus), il tordo bottaccio (Turdus philomelos), il fringuello (Fringilla coelebs), il cardellino (Carduelis carduelis), lo zigolo nero (Emberiza cirlus), lo strillozzo (Emberiza calandra), l’averla (Lanius), la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus), il barbagianni (Tyto alba), la civetta (Athene noctua), l'assiolo (Otus scops), il fagiano (Phasianus colchicus), il piccione selvatico (Columba livia), il colombaccio (Columba palumbus), la tortora comune (Streptopelia turtur), l'upupa (Upupa epops), il gruccione (Merops apiaster), il rondone (Apus apus), le pavoncelle (Vanellus vanellus), il beccaccino (Gallinago gallinago), il gabbiano comune (Larus ridibundus), la cinciallegra (Parus major), la capinera (Sylvia atricapilla), il cuculo (Cuculus canorus), il picchio verde (Picus viridis), la beccaccia (Scolopax rusticola), l’allocco (Stryx aluco), la garzetta (Egretta garzetta), l'airone cenerino (Ardea cinerea), il germano reale (Anas platyrhynchos), l'alzavola (Anas crecca), la folaga (Fulica atra) e la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus). Tra i rettili sono invece da segnalare: il biacco (Coluber viridiflavus), la vipera comune (Vipera aspis francisciredi), la biscia dal collare (Natrix natrix helvetica), il ramarro (Lacerta bilineata), la lucertola campestre (Podacris sicula campestris), l’orbettino (Anguis fragilis), il geco verrucoso (Hemidactylus turcicus) e la testuggine terrestre (Testudo hermanni) e d’acqua (Emys orbicularis) divenute ormai alquanto rare. 92 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Tra gli anfibi infine: il rospo comune o rospo spinoso (Bufo bufo spinosus), le rane verdi (Rana esculenta), la raganella (Hyla intermedia) e il tritone punteggiato (Triturus vulgaris). 2.4.3 Superficie percorsa da incendi (P) Un altro fattore di pressione che influenza la qualità paesaggistica e la naturalità delle boscaglie è rappresentato dagli incendi. I comuni dell’area del comprensorio maggiormente colpiti da incendi boschivi nel periodo di riferimento 1997-2000, secondo i dati disponibili del Corpo Forestale dello Stato sono il comune di Santa Maria a Monte e quello di Castelfranco di Sotto. I due comuni sono stati rispettivamente interessati dal 62,50% e dal 31,25% degli incendi boschivi sviluppatisi in tale periodo. L’evento maggiormente devastante per superficie boschiva percorsa dal fuoco (30 ha di superficie boscata) e per i danni causati (54.041 euro) è stato quello che ha colpito nel 1999 il comune di Castelfranco di Sotto. Per il comune di San Miniato si è verificato nel periodo di riferimento solo un incendio che ha riguardato 0,70 ettari di superficie boscata. Nelle seguenti Figg.134 e 135 riportiamo, per il periodo 1997-2000, il diagramma relativo al numero degli incendi boschivi nell’area del comprensorio ed in tutta la Provincia di Pisa e la relativa tabella delle superfici percorse dal fuoco. Fig.134 Numero di incendi boschivi in Provincia e nel comprensorio 60 50 40 Provincia di Pisa Area del Comprensorio 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 Fig.135 Incendi boschivi, superficie percorsa dal fuoco e danni prodotti dal 1997 al 2000 N. Incendi Comune/Provincia Castelfranco di Sotto Montopoli in Val d'Arno San Miniato Santa Maria a Monte Totale Provincia di Pisa 1 1 1 9 12 54 Superficie percorsa dal fuoco in ha Boscata Non boscata Totale 1997 1,00 0,00 1,00 0,50 0,00 0,50 0,70 0,00 0,70 39,50 0,00 39,50 41,70 0,00 41,70 187,23 89,83 277,06 Danno (in euro) 2.071 10.753 12.824 161.431 8 8 16 47 1998 18,30 6,00 24,30 79,25 3,60 8,60 12,20 112,95 21,90 14,60 36,50 192,20 13.753 15.494 29.247 269.599 Castelfranco di Sotto Provincia di Pisa 1 24 1999 30,00 104,16 0,00 55,13 30,00 159,29 54.041 131.357 Santa Maria a Monte Provincia di Pisa 3 21 2000 4,05 20,58 1,00 11,27 5,05 31,85 1.549 61.202 Castelfranco di Sotto Santa Maria a Monte Totale Provincia di Pisa Fonte: Corpo Forestale dello Stato – Servizio antincendio boschivo La Regione Toscana a seguito della L.R. 39/2000 ha già avviato a suo tempo l’iter per la costituzione di un sistema informatico regionale per l’archiviazione e gestione dei dati riguardanti gli incendi boschivi e riconfermato nel Piano operativo anticendi boschivi 2009-2011 approvato con D.G.R.T. n.55/2009. I dati disponibili a livello provinciale degli ultimi anni (periodo 2006-2012) 93 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 rivelano un diverso trend dei valori registrati con un sensibile aumento sia del numero degli incendi che delle superfici percorse dal fuoco specie per gli anni 2009, 2011 e 2012. Nella seguente Fig.136 riportiamo, per il periodo 2006-2012, la tabella del numero degli incendi e delle superfici percorse dal fuoco, in ettari, per la Provincia di Pisa ripresi dai dati disponibili sugli incendi boschivi del Corpo Forestale dello Stato. Fig.136 Provincia di Pisa - Incendi boschivi e superficie percorsa dal fuoco dal 2006 al 2012 ANNI NUMERO INCENDI SUPERFICIE PERCORSA DAL FUOCO (HA) BOSCATA NON BOSCATA TOTALE 2006 52 18 44 62 2007 57 43 10 53 2008 48 36 49 85 2009 69 554 88 642 2010 25 4 6 10 2011 103 90 106 196 2012 126 149 204 353 Il territorio comunale di San Miniato risulta classificato nel Piano operativo Antincendi Boschivi 2009-2011 con un alto indice di rischio di sviluppo incendi boschivi; nella seguente Fig.137 riportiamo un estratto della cartografia contenuta nel suddetto piano che evidenzia l’indice di rischio incendi boschivi per ciascun comune della Toscana. In Toscana nove incendi forestali su dieci sono legati direttamente o indirettamente ad attività antropiche e la probabilità che un incendio si inneschi è legata ad un alto numero di fattori che interagiscono tra loro tra cui le caratteristiche territoriali, morfologiche, della vegetazione, climatiche, socio economiche e naturalmente l’analisi statistica degli incendi verificatisi negli anni precedenti. La stima del livello di rischio nei diversi ecosistemi viene quindi presa a riferimento per la calibrazione delle attività di monitoraggio, prevenzione ed intervento. Fig.137 Indice di rischio incendi boschivi 2.4.4 Le aree protette (R) Il territorio comunale di San Miniato è interessato dall’Area Naturale Protetta di Interesse Locale (A.N.P.I.L.) denominata “Boschi di Germagnana e Montalto” (codice regionale APPI09) istituita tra i Comuni di San Miniato (con Del.C.C. n.108 del 30.11.2005) e Montopoli in Val d’Arno (con Del.C.C. n.87 del 31.11.2005). L’area protetta è situata fra la valle di Germagnana e le colline di Montalto (vedi seguente Fig.138) e si estende per circa 300 ha di cui la maggioranza nel territorio comunale di San Miniato. La zona interessata rappresenta un frammento del sistema collinare che, iniziando immediatamente a sud dell’Arno, si estende fra i torrenti Egola e Chiecina e che fa parte del più ampio territorio boscoso di ondulazioni plio-pleistoceniche compreso fra i fiumi Era e Elsa. Il dislivello altitudinale complessivo è piuttosto modesto, andando dai 170 m slm a sud di “Casa 94 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Germagnana alta” ai 35 m slm a sud di “Casa Cafaggio” presso l’incontro del vertice settentrionale dell’area con la superstrada FI-PI-LI. I limiti topografici dell’area seguono per lo più elementi significativi del paesaggio come linee di crinale, aste fluviali o cambiamenti repentini nell’uso del suolo; nell’insieme, l’area si presenta come un rilievo ‘tagliato’ da un fitto e irregolare reticolo idrografico che origina fondovalle profondi fiancheggiati da pendii acclivi che nascondono le parti alte delle colline. L’elemento fluviale maggiormente caratterizzante l’area è rappresentato dal tratto medio-superiore del torrente Vàghera, corso d’acqua che, come detto nella premessa, si origina nell’alta valle di Germagnana. I tre sottosistemi morfologici principali (fondovalle, versanti, sommità) sono caratterizzati da altrettanti tipi di uso del suolo che rimangono costanti, con poche, significative eccezioni, per tutta l’estensione dell’area. Se infatti i versanti, anche per la loro acclività, sono pressoché lasciati a bosco, i fondovalle e le sommità vedono permanere un utilizzo prevalentemente agricolo legato nel primo caso a colture di cereali e girasole, nel secondo alle attività connesse alle abitazioni che punteggiano molte cime collinari (olivi, orti, frutteti…). Per quanto concerne le sommità collinari, importante è la zona di Montalto, coperta da boschi senza soluzione di continuità nonché alcuni crinali interamente boscosi a sud di Casa Germagnana Bassa. Nel complesso, l’elemento bosco domina di gran lunga anche grazie a evidenti tracce di abbandono più o meno recente delle campagne, soprattutto per alcune porzioni di versante esposte a sud un tempo adibite a oliveta e oggi invase da boscaglie semi-impenetrabili. Il territorio di Germagnana-Montalto possiede, per un insieme di ragioni geografico-fisiche, un tasso di diversità ecologica e biologica assai elevato, grazie ad un numero di ambienti e di specie vegetali inconsueto per un territorio così limitato. In sintesi, gli ambienti del territorio si distinguono in boschi, ecotoni, prati e zone umide. - i boschi presentano nei tratti meno disturbati piante erbacee tipicamente nemorali (primule, ellebori, crochi, ciclamini, viole selvatiche, pervinche) che conferiscono all’intero ambiente un importante valore ecologico; le vari tipologie di bosco che si ritrovano nel territorio dell’ANPIL sono: • querceto misto termoxerofilo a dominanza di leccio alternato variamente a roverella con orniello e/o carpino nero; Fig.138 Anpil Boschi di Germagnana e Montalto 95 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 • querceto misto mesoxerofilo a dominanza di cerro alternato variamente a roverella con castagno e/o carpino nero; coniferamento sparso • bosco misto mesofilo con cerro, carpino bianco, castagno e nocciolo; • pinete a pino marittimo, nero, domestico o altre conifere. - gli ecotoni sono elementi del paesaggio al confine fra due zone a differente uso: i margini dei boschi, le siepi fluviali, i diradamenti operati dai sentieri nella volta degli alberi. Negli ecotoni crescono piante erbacee e arbustive e vivono specie animali che non potrebbero trovarsi negli ambienti che l’ecotono stesso delimita. Esistono specie vegetali che hanno necessità idriche e luminose che solo al margine del bosco riescono a soddisfare (la buglossoide purpureo-cerulea – Buglossoides purpureocaerulea (L.) Johnston, l’astragalo glicifillo – Astragalus glyciphyllos L.) o che hanno precisi rapporti biologici con gli animali (insetti e uccelli) dell’ecotono. La maggioranza delle farfalle predilige questi ambienti in cui l’abbondanza di risorse è notevole. Nella valle di Germagnana gli ecotoni più significativi sono rappresentati dagli arbusteti dominati da eriche e corbezzolo, che sostituiscono la lecceta, e da quelli dominati da olmo ed acero minore, localizzati nei fondovalle. Lungo i rii minori è inoltre diffuso un arbusteto dominato da Salix alba L., rovo Rubus ulmifolius Schott e sanguinello - Cornus sanguinea L.. - i prati sono sede elettiva di peculiari relazioni biologiche, per le ricche e mutevoli fioriture che favoriscono la presenza di innumerevoli specie di insetti ed altri invertebrati essenziali nella complessità delle catene alimentari, nonché spesso utili per la lotta biologica nelle coltivazioni. Nella valle di Germagnana e nelle colline di Montalto si possono distinguere quattro diverse tipologie prative principali: il prato naturale mesofilo, il prato naturale xero-termofilo; la vegetazione terofitica di fondovalle;la vegetazione terofitica degli oliveti sommatali. - le zone umide si rinvengono principalmente alla confluenza del Rio Germagnana con il Vàghera. Tali zone offrono rifugio a specie vegetali d’indubbio valore come il cardo cretese (Cirsium creticum (Lam.) D’Urv.) e l’epilobio a foglie piccole (Epilobium parviflorum Schreber), sebbene risultino ben più rilevanti dal punto di vista faunistico, offrendo rifugio al raro granchio d’acqua dolce e ad un’indefinibile moltitudine di insetti e altri invertebrati che in tutte le stagioni popolano le aree interessate da ristagno d’acqua. Notevole è pure la presenza di anfibi (rospo comune, rana rossa e verde, tritone punteggiato e crestato) che trovano qui un luogo idoneo per la riproduzione. In relazione agli habitat individuati dalla ‘Direttiva Habitat 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche si possono ritrovare: - querceti di rovere subatlantici del Carpinion betuli; - castagneti; - fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion; - foreste di Quercus ilex. Prendendo in considerazione gli allegati della L. R. 56/2000 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche) relativi alle specie vegetali, si può affermare, che nell’area in esame sono presenti almeno 15 specie d’interesse regionale ed due specie protette a livello regionale: - Abies alba Miller; - Lilium croceum Chaix (specie protetta); - Allium pendulinum Ten.; - Polygala flavescens DC.; - Arisarum proboscideum (L.) Savi; - Pulmonaria saccharata Miller; - Asarum europaeum L.; - Pulmonaria vallarsae A. Kern.; - Digitalis lutea L. subsp. australis (Ten.) Arcang.; - Quercus robur L.; - Helleborus bocconei Ten.; - Serapias neglecta De Not.; - Laurus nobilis L.; - Vinca minor L.; - Leucojum vernum L. (specie protetta). Inoltre tre specie di invertebrati risultano d’interesse regionale: - Granchio d’acqua dolce - Potamon fluviatile, presente nel torrente Vàghera con una esigua popolazione presso Casa Germagnana bassa; - Ninfa del corbezzolo - Charaxes jasius, la farfalla diurna più grande d’Italia, dai magnifici colori e originaria delle foreste tropicali, che in Italia vive in stretta associazione con il corbezzolo delle cui foglie la larva si nutre; - Cervo volante - Lucanus cervus, il coleottero più grande d’Italia, con gli esemplari di sesso maschile dalle caratteristiche mandibole ingrossate. Infine due specie di anfibi sono inserite negli elenchi regionali delle specie protette:nelle acque del Vàghera trovano rifugio il tritone punteggiato (Triturus vulgaris) e il tritone crestato (Triturus carnifex). 96 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nel corso della redazione della presente variante urbanistica sono stati condotti degli approfondimenti del quadro conoscitivo dell’ANPIL, con particolare riferimento alla sentieristica, ai punti di accesso ed a quelli di interesse, all’uso del suolo, ecc. ed è stato predisposto congiuntamente tra i due comuni di San Miniato e di Montopoli in Val d’Arno, il regolamento di gestione dell’ANPIL; rimandiamo a tale documentazione per ulteriori dettagli informativi. 2.4.5 La difesa della fauna (R) In attuazione degli indirizzi regionali le Province individuano le Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC) localizzandole e disponendole relativamente all’estensione. Tali zone, secondo quanto stabilito dall’articolo 16 della L. 3/94 sono “destinate alla riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale, alla cattura della stessa per l’immissione e al suo irradiamento sul territorio fino a che non sia ricostituita e stabilizzata la densità faunistica ottimale per il territorio”. Le stesse vengono costituite anche per la salvaguardia, la sosta, durante la migrazione, lo sviluppo e la riproduzione dei soggetti appartenenti a specie migratrici. Allo scopo di migliorare la gestione delle ZRC la legge prevede la predisposizione di un piano annuale di gestione che indirizzi e coordini gli interventi di tutti i soggetti implicati nella gestione. Il Piano prevede: - i miglioramenti ambientali; - il foraggiamento della specie in indirizzo; - la prevenzione dei danni alle colture agricole; - le catture, oppure il numero, il sesso e l’età degli animali catturati e i relativi ripopolamenti; - i censimenti, oppure le stime quantitative delle presenze faunistiche dopo le catture; - il contenimento della presenza dei predatori e degli animali che arrecano danni alle colture; - la vigilanza, ovvero i programmi articolati in modo tale da assicurare una equilibrata partecipazione degli agenti di vigilanza volontaria sia per quanto attiene al controllo sia per quanto riguarda la gestione della ZRC; - il bilancio preventivo di gestione. La Provincia controlla che l’attività della zona sia svolta secondo le indicazioni contenute nell’atto di autorizzazione all’istituzione della stessa; attualmente sul territorio di San Miniato è istituita una ZRC come riportato nella seguente tabella di Fig.139 che comprende le ZRC del comprensorio oggetto di rinnovo e modifica ai sensi della Del.G.P. n.116 del 31.07.2013. Fig.139 Zone di Ripopolamento e Cattura nel comprensorio (Del.G.P. 116/2013) Denominazione della ZRC Comune Superficie (in ha) pre-modifica Superficie (in ha) post-modifica Collebrunacchi San Miniato 1.030 1.030 Varramista Montopoli 799 1.258 Riportiamo di seguito nella Fig.140 anche il perimetro della ZRC Collebrunacchi. Fig.140 ZRC Collebrunacchi (Del.G.P. 116/2013) SAN MINIATO LA SERRA 97 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 2.4.6 Elementi di criticità Il territorio di San Miniato è caratterizzato da una elevata potenzialità naturale e paesaggistica rappresentata da un mosaico di ambienti e biotipi di notevole valore ecologico ed ambientale. L’intensa pressione da parte dell’uomo ha prodotto una riduzione di molti degli elementi naturali dell’ambiente originario soprattutto in pianura e nelle zone umide mentre la minore incidenza nella collina delle superfici urbanizzate si accompagna a un discreto livello di integrità strutturale degli ambienti naturali presenti, favorendo la potenziale conservazione delle risorse bioecologiche. Tale patrimonio risulta comunque soggetto a un complesso di fattori di rischio che sono in grado nel tempo di erodere tali risorse e ridurre il valore complessivo dei territori. La naturalità del paesaggio dipende innanzitutto dalle modalità di gestione dei vari tipi di soprassuolo, in primo luogo quello forestale che rappresenta uno degli elementi di maggior pregio dell’intero territorio. Come in altre aree della Toscana, i metodi e le scelte legate alle attività selvicolturali incidono sulla conservazione complessiva delle risorse del bosco; anche le attività agrituristiche, instaurate a recupero dei poderi isolati abbandonati, possono incidere, suppur in misura minore, se non ben regolamentate. Altri elementi di criticità possono essere segnalati in una diffusione della specie arborea infestante robinia che può diffondersi con grave danno in contesti naturali di pregio, la diffusione dei boschi di conifere a discapito di quelli di latifoglie ed una scarsa naturalità di ampi tratti di corsi d’acqua in seguito ad artificializzazione. Da un altro punto di vista si deve sottolineare come la salvaguardia delle zone tartufigene, ampiamente diffuse sul tutto il territorio comunale sanminiatese, costituisca un aspetto preponderante per l’economia e l’interesse locale. Il dato più rilevante nel territorio comunale di San Miniato, così come per il comune di Montopoli in Val d’Arno, risulta la presenza dell’area naturale protetta di interesse locale Boschi di Germagnana e Montalto istituita per salvaguardare le risorse naturali preservandone le peculiarità tipologiche e valorizzandone i pregi. Anche la zona di ripopolamento e cattura di Collebrunacchi rappresenta per il territorio un elemento di salvaguardia ambientale e faunistica. Nel Piano operativo Antincendi Boschivi 2009-2011 il territorio comunale di San Miniato è stato classificato con un alto indice di rischio di sviluppo incendi boschivi e quindi inserito in una conseguente attività di monitoraggio, prevenzione ed intervento; gli incendi rimangono infatti un importante fattore di rischio per l’integrità strutturale del paesaggio del territorio data l’ancora elevata superficie delle aree boschive presenti. 2.5 ENERGIA 2.5.1 Consumi energetici (P) Nella seguente tabella di Fig.141 sono riportati i dati disponibili ENEL sui consumi di energia elettrica per il periodo 2002 – 2010 suddivisi per settori (agricoltura, domestico, industria, terziario) relativi ai comuni del comprensorio. Guardando i dati relativi al comune di San Miniato è possibile evidenziare come gli ultimi consumi disponibili del 2010 abbiano fatto registrare un generale incremento rispetto a quelli dell’anno precedente, in particolare per il settore industria. Tale dato non deve fuorviare in quanto i trend effettivamente in crescita progressiva dal 2002 al 2010 risultano quelli del settore agricoltura (passato da 754 a 1.467 Mwh) e del settore terziario (passato da 22.472 a 29.849 Mwh), mentre per il settore domestico la crescita non è stata progressiva, ma un po’ altalenante con un passaggio di consumi comunque dai 28.009 Mwh del 2002 ai 32.104 Mwh del 2010 (massimo consumo registrato nel periodo). Per il settore industria si tratta invece di una inversione del trend negativo in quanto dal 2002 al 2009, per effetto della crisi economica che via via colpiva sempre più il settore conciario ed in particolare quello sanminiatese, i consumi sono discesi dai 83.143 Mwh del 2002 ai 66.949 Mwh del 2009 (minimo consumo registrato nel periodo) per poi risalire nel 2010 ai 70.154 Mwh. Il consumo energetico annuale per il comune di San Miniato si attesta nel 2010 a 133.574 Mwh; tale valore risulta quello più basso nel periodo analizzato dopo il minimo di 129.356 Mwh registrato nel 2009. Nel seguente diagramma di Fig.142 è messa in evidenza, nel corso degli anni, l'incidenza dei consumi di energia elettrica dei comuni rispetto al totale distrettuale che è rimasta sostanzialmente stabile. Il comune che incide maggiormente è Santa Croce seguito da San Miniato. 98 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.141 Consumi energetici comuni comprensorio per settore (Mwh) 2002-2010 Fig.142 Incidenza consumi comunali di energia elettrica sul totale comprensorio 2002-2010 Fig.143 Composizione percentuale consumi energia elettrica del comprensorio 2002-2010 99 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La composizione percentuale dei consumi di energia elettrica del comprensorio, riportata nel diagramma di Fig.143, mostra che l'industria nel corso del tempo ha sempre mantenuto un'incidenza superiore rispetto agli altri settori (oltre il 50%), seguita dal terziario (poco meno del 30%) e domestico (20% circa), l'agricoltura ha un ruolo piuttosto marginale (meno del 1%). Per valutare ulteriormente l’incidenza dei vari settori produttivi è stato costruito un indicatore relativo al consumo della singola utenza come Mwh/Utente. Dalla tabella realizzata su fonte dati ENEL riportata in Fig.144, si rileva che per l’anno 2010 (dati più recenti disponibili) le utenze domestiche presentano un consumo molto ridotto insieme alle utenze del settore primario; i consumi industriali sono i più corposi, attestandosi ad una media distrettuale di circa 109 MWh/utente in un anno. Per il comune di San Miniato i consumi totali per utenti totali sono risultati per l’anno 2010 pari a 9,07 Mwh ovvero meno della metà di quelli per il comune di Santa Croce (21,75 Mwh) e di poco inferiori anche a quelli di Castelfranco di Sotto (9,98 Mwh). Fig.144 Consumi energetici per utente dati comunali (Mwh/utente) 2010 Per quanto riguarda i consumi di energia da utilizzo dei carburanti quali GPL, benzina e gasolio prendiamo in esame i dati disponibili dall’Agenzia delle Dogane per il periodo 2008-2011, mentre per i consumi di metano facciamo riferimento ai dati disponibili 2009-2011 di Toscana Energia. Una prima tipologia di carburante rispetto alla quale è possibile verificare la quantità di erogazione sul territorio del comprensorio è il GPL; questo tipo di carburante è utilizzato principalmente per autotrazione, pur presentando una diffusione decisamente più scarsa rispetto a benzina e gasolio, come si può rilevare guardando la seguente tabella di Fig.145 e confrontandola con i valori riportati in quelle successive. Fig.145 Consumi GPL 2008-2011 Nella tabella non sono riportati i dati del comune di Fucecchio in quanto non disponibili e quelli del comune di Santa Croce in quanto non sono presenti distributori di GPL. Nei comuni di San Miniato e Castelfranco di Sotto l'andamento dell'indicatore per il GPL calcolato sugli abitanti ha mostrato un andamento crescente, dal 2008 al 2011 l'incremento di Castelfranco e stato del 23% circa, mentre per San Miniato del 61% circa, così come meglio evidenziato nel grafico riportato nella seguente Fig.146. Fig.146 Grafico consumi GPL (mc/abitante) 2008-2011 100 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La seconda tipologia di carburante presa in esame è la benzina che viene impiegata principalmente per autotrazione; riportiamo nella seguente tabella di Fig.147 i dati disponibili relativi ai comuni del comprensorio per il periodo 2008-2011. Fig.147 Consumi Benzina 2008-2011 Il dato annuale del comune di San Miniato risulta molto più alto degli altri perché il numero di distributori presenti sul suo territorio è notevolmente elevato rispetto a quello degli altri comuni del comprensorio del cuoio. Nel periodo 2008-2011 i consumi di benzina per San Miniato sono oscillati da circa 8,2 milioni di litri a circa 6,8 milioni di litri ed in particolare i consumi procapite sono progressivamente diminuiti da 296 l/ab nel 2008/2009 a circa 234 l/ab nel 2011; tale andamento è messo meglio in evidenza dal grafico riportato in Fig.148. Fig.148 Grafico consumi Benzina (l/abitante) 2008-2011 La progressiva diminuzione dei consumi per San Miniato è dell’ordine del 18%, anche per Castelfranco si è registrata una progressiva diminuzione ben più marcata fino al 31%, mentre per Santa Croce dal 2010 al 2011 si è invertito il trend con una crescita del 37%. Per quanto concerne il gasolio che viene utilizzato principalmente come combustibile per autotrazione (insieme alla benzina sicuramente il più utilizzato) nel settore agricolo per il funzionamento dei macchinari e per riscaldamento (seppure in questo caso sia sempre più frequente la sostituzione con il metano), riportiamo nella seguente tabella di Fig.149 i dati disponibili relativi ai comuni del comprensorio per il periodo 2008-2011. Fig.149 Consumi Gasolio 2008-2011 Nel periodo 2008-2011 i consumi di gasolio per San Miniato sono oscillati da circa 15 milioni di litri a circa 12,2 milioni di litri ed in particolare i consumi procapite sono diminuiti da circa 520-530 l/ab nel 2008/2010 a circa 433 l/ab nel 2011; tale andamento è messo meglio in evidenza dal grafico riportato in Fig.150. Analogamente ai consumi di benzina il comune di Santa Croce ha mostrato un leggero incremento dell'indicatore dal 2008 al 2010 per poi decrescere leggermente di circa il 4,5%, mentre Castelfranco e San Miniato, come detto, hanno fatto registrare nel 2011 una diminuzione rispettivamente del 17% e 18% circa. 101 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.150 Grafico consumi Gasolio (l/abitante) 2008-2011 Il metano è utilizzato per produrre energia elettrica, termica, meccanica, al posto di carbone, gasolio e benzine. Date le sue caratteristiche (potere calorifico doppio rispetto a quello dello stesso volume di gas ricavato dalla distillazione del carbone, mancanza di impurità, e di residui di combustione), è la fonte primaria di energia “più pulita” di cui disponiamo. La tabella successiva di Fig.151 mostra i consumi totali di metano dei comuni del comprensorio nel triennio 2009-2011; nel complesso del distretto i dati mostrano un aumento del consumo del 2,7%, ma in dettaglio i comuni di San Miniato e Fucecchio hanno fatto registrare una diminuzione rispettivamente del 7,9% e del 22%, mentre Castelfranco e Santa Croce hanno avuto un incremento rispettivamente del 8% e del 23%. Fig.151 Consumi Metano (mc) 2009-2011 Il grafico riportato nella seguente Fig.152 riporta l'andamento dei consumi totali di metano a livello procapite per il triennio 2009-2011; anche qui il distretto ha evidenziato un incrementato di circa il 1,4% dei propri consumi procapite, ma il comune di San Miniato ha visto un decremento del 8,3% come il comune di Fucecchio (22%), a dispetto dell’incremento invece registrato nei comuni di Santa Croce (20%) e Castelfranco (6,2%). Fig.152 Grafico consumi Metano (mc/abitante) 2009-2011 Nella seguente tabella di Fig.153 riportiamo i consumi di metano (mc) suddivisi tra civili ed industriali per il 2011; circa il 62% dei consumi distrettuali sono riconducibili agli usi industriali. In particolare i comuni di Castelfranco e Santa Croce hanno rispettivamente il 60% ed 79% di consumi dediti all'attività industriale, mentre Fucecchio e San Miniato riconduco i loro consumi principalmente all'uso civile, rispettivamente il 55% ed il 53%. 102 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.153 Consumi Metano (mc) civili ed industriali 2011 2.5.2 La rete elettrica (R) Nella seguente Fig.154 è riportata la rete di alta tensione per la distribuzione di energia elettrica (132 Kv - 220 Kv - 380 Kv) presente sul territorio di San Miniato, estratta dai dati del P.T.C. della Provincia di Pisa. All’interno dei limiti comunali sono presenti solo linee elettriche da 132 Kv, mentre si può notare che una linea da 380 Kv passa più a sud est del confine meridionale. Fig.154 Rete ENEL alta tensione 485 ROFFIA 58 SAN DONATO 449 469 PONTE A ELSA PONTE A EGOLA SAN MINIATO 431 LA SERRA CORRAZZANO 328 Le linee di alta tensione presenti sono identificate nella seguente tabella di Fig.155 dove viene riportata anche la società proprietaria: Fig.155 Linee elettriche ENEL alta tensione Tensione (Kv) N. Nome Proprietario 380 328 Calenzano - Suvereto Terna spa 132 58 Empoli FS - Cascina FS R.F.I. spa 132 431 San Romano - Castelfiorentino ENEL Distribuzione 132 449 Ponzano - La Roffia ENEL Distribuzione 132 469 La Roffia - San Romano ENEL Distribuzione 132 485 La Roffia - Lamporecchio ENEL Distribuzione L’ ARPAT nel 2005 ha provveduto ad effettuare il calcolo della fascia di rispetto in base a quanto previsto dalla Circolare ministeriale del 15-11-04 e utilizzando i dati tecnici sui conduttori di diametro minimo; con tali dati la semilarghezza della fascia risulta pari a 16 m. In realtà Terna usa per il calcolo i dati sui conduttori di diametro massimo e quindi la semilarghezza della fascia risulta pari a 18 m. 103 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 2.5.3 Impianti fotovoltaici (R) Il Comune di San Miniato ha recepito le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili di cui al D.M. 10/09/2010, integrando normativamente il vigente regolamento urbanistico con il regolamento degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, sezione impianti fotovoltaici, non integrati e non destinati ad autoconsumo, di potenza superiore a 5 kWp approvato con Del.C.C. n.8 del 10.02.2011. Il regolamento prevede un dimensionamento massimo ovvero non potranno essere installati impianti fotovoltaici oltre il limite complessivo di 40 MWp, di cui 10 MWp riservati ad interventi diretti dell’Amministrazione comunale; inoltre lo stesso contiene una tabella prescrittiva relativa alle aree del territorio comunale ritenute non idonee all’installazione di tali impianti fotovoltaici a terra che riportiamo di seguito nella Fig.156. Fig.156 Aree non idonee per impianti fotovoltaici 104 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Attualmente la produzione di energia da impianti fotovoltaici per il San Miniato si aggira intorno ai 3 Mwatt, si tratta per circa una sessantina di casi dall’anno 2005 di piccole installazioni, mediamente di circa 8 kwatt ciascuna e solo in pochi casi sono presenti impianti un po’ più grandi tra cui quello più importante a terra, di circa 2 Mwatt, nei pressi di Le Capanne. Facciamo presente che negli anni precedenti il 2011 il Comune di San Miniato è stato interessato da una elevata richiesta di installazione di impianti fotovoltaici che ha suscitato un’attenzione particolare da parte degli enti preposti al controllo e dell’opinione pubblica. Infatti in un breve arco temporale erano state presentate 32 domande per l’installazione di impianti fotovoltaici di potenza inferiore a 1 Mw su un'area complessiva di 32 ettari nelle campagne di Isola e Roffia, per lo più riconducibili a 3/4 aziende. Gli impianti risultavano pressoché contigui fino quasi a costituire un'unica distesa ininterrotta dando in pratica luogo ad una megacentrale da 32 Mwh; è quindi intervenuta la Provincia di Pisa a respingere parte delle richieste. 2.5.4 Elementi di criticità Il comune di San Miniato registra un leggero aumento della domanda di energia elettrica dopo il minimo consumo registrato nel 2009 (anno di massima crisi economica del settore conciario); la composizione percentuale dei consumi rimane invariata con l'industria che ha sempre mantenuto nel corso del tempo un'incidenza superiore rispetto agli altri settori, ovvero il terziario seguito dal domestico e dall'agricoltura che ha un ruolo nei consumi piuttosto marginale. A parte i consumi di GPL sempre in progressivo aumento quelli di benzina, gasolio e metano sono in diminuzione. La tendenza non evidenzia problemi legati alla criticità della disponibilità delle risorse ma piuttosto di risparmio per le famiglie. L’attuale tendenza ad organizzare un mercato delle forniture elettriche, con la distinzione fra società di produzione e di gestione, favorisce un sistema che punta a vendere più che a risparmiare energia. Le azioni locali del governo del territorio devono comunque essere mirate alla riduzione dei consumi, da ottenere mediante regolamenti che consentano, ad esempio, il controllo della disposizione dei nuovi complessi edilizi e delle loro caratteristiche costruttive, l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, biomasse, fonte solare termica e solare fotovoltaica ed il controllo dell’inquinamento luminoso. 2.6 RIFIUTI 2.6.1 Produzione di rifiuti urbani (P) e raccolta differenziata (R) Il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani sul territorio comunale di San Miniato è affidato alla ditta GEOFOR spa, società partecipata dal comune, che serve complessivamente 24 comuni dell’ATO Toscana Costa. Il servizio è gestito tramite il sistema della raccolta stradale, diffuso per la maggior parte del territorio comunale e tramite il sistema della raccolta domiciliare, il cosiddetto porta a porta, in alcune frazioni. Il sistema raccolta stradale prevede la collocazione in spazi pubblici (strade o piazze) di cassonetti di diverso colore per raccogliere in maniera differenziata i rifiuti: x cassonetto marrone per l’organico; x cassonetto bianco per la carta; x cassonetto grigio per materiale non differenziato; x campana blu per vetro e plastica. Il sistema raccolta porta a porta prevede il ritiro periodico al domicilio delle utenze dei rifiuti urbani e assimilabili agli urbani. Ad ogni utenza viene distribuito un kit composto da un bidoncino piccolo ed uno più grande per la differenziazione dell’organico, sacchi per la raccolta della carta e cartone e sacchi per la raccolta dei rifiuti indifferenziati. Non è previsto il ritiro di vetro e plastica che sono smaltiti nelle campane stradali. La raccolta dei rifiuti tramite il sistema del porta a porta consente di raggiungere più elevate percentuali di raccolta differenziata ed iI servizio è attivo nelle seguenti frazioni: x Ponte a Elsa (da oltre dieci anni); x La Scala ( da oltre dieci anni); x San Donato (da giugno 2012); x Isola ( da novembre 2012); x Roffia (da novembre 2012); 105 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 x Ontraino (novembre 2012). Sul territorio non viene effettuato il servizio di raccolta dei rifiuti industriali ed il servizio di spazzamento delle strade\piazze viene svolto sempre da Geofor che si occupa anche della raccolta delle pile esauste e dei farmaci scaduti, i cui raccoglitori sono rispettivamente dislocati anche presso le farmacie e sedi USL e presso ogni esercizio commerciale che lo ha richiesto. San Miniato è inoltre dotato di una Stazione Ecologica Comunale "Alessandro Nannetti", inaugurata il 16 luglio 2010 su di un’area attrezzata di circa 4.000 mq tra via Castellonchi e via Guerrazzi; nella stazione vengono raccolti i rifiuti urbani conferiti direttamente dai cittadini, per il successivo trasferimento a specifici impianti di trattamento e riciclaggio. La stessa stazione è stata realizzata impiegando materiali di recupero come manufatti in cemento non più utilizzabili, pneumatici in disuso, legno, ecc.. Nella seguente Fig.157 viene riportata un’immagine della stazione ecologica ed il numero di presenze per conferimenti da parte delle utenze registrati nel periodo 2007-2013. Fig.157 Stazione ecologica comunale - n. presenze per conferimenti 2007-2013 I dati Geofor riportati nelle seguenti Figg.158 e 159 prendono in esame la produzione dei Rifiuti Solidi Urbani per il comune di San Miniato evidenziando l’andamento della produzione totale annua (raccolta differenziata + raccolta indifferenziata) e procapite dei rifiuti relativa al periodo 2006-2013. Fig.158 Produzione totale annua di rifiuti urbani - RSU tot. (t/anno) Comune San Miniato 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 15.564,88 15.641,52 15.234,98 15.216,39 15.945,53 15.963,17 16.918,41 16.515,85 Fig.159 Produzione totale annua procapite di rifiuti urbani - RSU tot. procapite (kg/ab x anno) Comune 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 San Miniato 557,46 560,21 542,00 539,03 562,23 563,00 612,36 600,00 La produzione totale di rifiuti solidi urbani si è mantenuta piuttosto stabile dal 2006 al 2011 mentre negli ultimi due anni si è registrato un leggero aumento tra l’altro più consistente nel 2012; analogamente risulta aumentato anche il valore della produzione procapite dei rifiuti che da una media di circa 550 kg/abitante è salita a circa 600 kg/abitante. Quest’ultimo valore risulta comunque inferiore alla media regionale che si è aggirata per gli ultimi due anni sui 615-630 kg/abitante; inoltre il leggero trend in risalita non sembra correlarsi con la popolazione residente che è leggermente diminuita dal 2011 al 2013 passando da circa 28.350 abitanti a circa 27.525. Nelle seguenti Figg.160, 161 e 162 riportiamo, per lo stesso periodo, i dati relativi alla raccolta differenziata totale annua, procapite ed in percentuale del comune di San Miniato. Fig.160 Raccolta differenziata totale annua - RD tot. (t/anno) Comune San Miniato 2006 2007 2008 2009 2010 5.350,69 5.566,47 6.047,01 6.321,66 6.847,47 2011 6.544,93 2012 2013 6.681,13 7.119,91 106 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.161 Raccolta differenziata totale annua procapite - RD procapite (kg/ab x anno) Comune 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 San Miniato 192 199 215 224 241 231 242 259 Fig.162 Raccolta differenziata percentuale annua - RD (%/anno) Comune 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 San Miniato 36,57 37,86 42,23 44,20 45,68 43,62 42,01 45,86 incluso biocomposter e inerti 37,77 39,06 43,43 46,40 46,88 45,85 44,21 - La raccolta differenziata mostra valori in costante aumento fino al 2011, anno in cui si è avuta una leggera flessione, per poi riprendere nel 2012 il trend positivo fino ad arrivare al valore massimo di circa 7.120 tonn/anno registrato nel 2013, con una relativa produzione procapite di raccolta differenziata di circa 260 kg/abitante pari al 45,86%. dei rifiuti totali annui. Gli andamenti mensili di produzione di RSU totale, di RU indifferenziato e di RD differenziato per il comune di San Miniato sono riportati, relativamente agli ultimi due anni 2012-2013, nei seguenti diagrammi di Fig.163 estratti dalla banca dati Geofor. Da notare la progressione positiva della percentuale di raccolta differenziata che mostra i valori mensili del 2013 sempre marcatamente superiori rispetto ai rispettivi del 2012. Fig.163 Andamento mensile di RSU TOT, RD e RU anni 2012-2013 Riportiamo invece nella seguente tabella di Fig.164 i dati Geofor relativi alla composizione merceologica dei rifiuti prodotti da San Miniato per gli anni 2011 e 2012 suddivisi per produzione totale, raccolta domiciliare, raccolta strade e raccolta dal centro di raccolta (cdr) ovvero dalla stazione ecologica. La tabella mostra come le frazioni merceologiche maggiormente differenziate sono l’organico, la carta, il vetro e la plastica quest’ultimi due compresi negli imballaggi in materiale misti (multimateriale). Proprio questo multimateriale ha fatto registrare un raddoppio della sua quantità raccolta a domicilio dal 2011 al 2012 ed anche i rifiuti biodegradabili di cucine e mense sono sensibilmente aumentati nella raccolta domiciliare. 107 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.164 Composizione merceologica rifiuti prodotti (kg/anno) - 2011-2012 San Miniato produzione raccolta raccolta totale 2011 domiciliare stradale Toner per stampa 260 esauriti Altri oli per motori, 1.150 ingranaggi e lubrif. Imballaggi in carta e 210.060 cartone Imballaggi in materiali misti 1.054.940 (Multimateriale) Imballaggi metallici contenenti matrici pericolose Pneumatici fuori uso 7.760 Rifiuti misti attività di costruz. e demoliz. Carta e cartone 1.402.220 Rifiuti biodegradabili 2.137.070 di cucine e mense Abbigliamento 60.950 Tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti 903 mercurio Apparecchiature fuori uso contenenti 35.340 clorofluorocarburi Oli e grassi 5.036 commestibili Vernici, inchiostri, adesivi e resine con sostanze pericolose Vernici, inchiostri, adesivi e resine con 3.790 sostanze pericolose Medicinali diversi 1.690 da produzione Batterie e 6.070 accumulatori Altre batterie e 880 accumulatori Apparecchiature elettriche ed 69.500 elettroniche pericol. Apparecchiature elettriche ed 49.236 elettroniche altro tipo Legno 359.280 raccolta raccolta produzione raccolta da cdr totale 2012 domiciliare stradale raccolta da cdr 0 260 190 0 190 0 1.150 1.200 0 1.200 210.060 0 233.770 230.310 3.460 74.340 980.600 1.140.600 125.550 982.990 32.060 0 101 0 101 6.760 0 6.760 0 98.360 0 98.360 295.850 1.106.370 1.390.820 324.600 1.017.270 48.950 362.670 1.774.400 2.411.100 583.200 1.827.900 0 7.760 0 60.950 58.090 58.090 0 903 808 0 808 0 35.340 34.150 0 34.150 0 5.036 6.800 0 6.800 5.679 0 5.679 0 3.790 0 1.690 0 6.070 880 1.820 400 1.420 9.380 0 9.380 2.720 1.000 1.720 0 69.500 80.220 0 80.220 0 49.236 66.787 0 66.787 0 359.280 337.270 0 329.880 7.390 Metallo 191.850 0 191.850 144.680 0 144.680 Rifiuti biodegradabili Rifiuti urbani non differenziati Rifiuti ingombranti Rifiuti urbani non specificati altrimenti Totale prodotto 859.110 0 859.110 756.230 0 756.230 (presente a sistema) 9.299.450 709.190 207.160 11.070 15.974.775 8.590.260 0 11.070 0 10.023.420 207.160 709.290 195.740 20.490 9.314.130 0 20.490 195.740 0 1.663.180 12.457.990 1.853.605 17.027.185 2.000.830 13.205.240 1.821.115 Il contributo percentuale dei diversi sistemi di raccolta a San Miniato sulla percentuale di raccolta differenziata per gli anni 2011-2012 è evidenziato nel grafico Geofor di Fig.165, dove prevale la raccolta stradale per circa il 58% del totale, seguita dalla raccolta presso la stazione ecologica con circa il 24% e dalla raccolta domiciliare, in aumento rispetto al 2011, con circa il 18% del totale. 108 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.165 Contributo % dei diversi sistemi di raccolta sulla % di raccolta differenziata - 2011-2012 anno 2012 anno 2011 14,38% 19,03% 23,16% 26,64% domiciliare domiciliare 58,98% stradale centri raccolta 57,81% stradale centri raccolta Un ulteriore grafico Geofor riportato nella seguente Fig.166 mette in evidenza la produzione procapite della raccolta differenziata suddivisa per frazione merceologica sempre relativa agli anni 2011 e 2012. Fig.166 Produzione procapite differenziata (kg) per frazione merceologica - 2011-2012 Il grafico mostra come oltre ai rifiuti di cucine e mense, di carta e cartone e di multimateriale, già sopra evidenziati, anche i rifiuti differenziati provenienti da sfalci e potature hanno una loro significativa produzione procapite annua. 2.6.2 Produzione di rifiuti speciali (P) Il D.Lgs. n.22/97 e le successive normative in materia definiscono come rifiuti speciali tutti quei rifiuti che derivano da lavorazione agricola, industriale, artigianale, commerciale e di servizio, che non sono dichiarati assimilati agli urbani così come tutti i rifiuti non assimilabili agli urbani provenienti da ospedali e case di cura, o provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi. Sono considerati rifiuti speciali anche macchinari ed apparecchiature deteriorati, veicoli e rimorchi fuori uso, residui derivanti da attività di recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché i fanghi di potabilizzazione, di depurazione delle acque reflue e di abbattimento fumi. I rifiuti speciali vengono inoltre suddivisi tra pericolosi e non pericolosi e ne viene monitorato l’andamento sulla base dei capitoli CER (catalogo europeo rifiuti) e della classificazione ATECO (attività economiche ISTAT) ovvero secondo le attività produttive da cui hanno origine. In particolare, la produzione di rifiuti nel comprensorio è caratterizzata principalmente dai fanghi di depurazione provenienti dal trattamento dei reflui conciari, nonché da altri rifiuti solidi tipici del processo della concia, dalla preparazione alla finitura, compreso gli imballaggi. I rifiuti speciali liquidi, invece, sono costituiti da bagni di concia esausti al cromo e altri liquami industriali destinati ad impianti di recupero o di depurazione. 109 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 I dati disponibili del Catasto Rifiuti e derivanti dal MUD (modello unico di dichiarazione ambientale) del 2011, di seguito riportati in Fig.167, sono relativi alla produzione di rifiuti speciali nel comprensorio del cuoio nell’anno 2010 e sono suddivisi per capitoli CER. Fig.167 Produzione di rifiuti speciali nel comprensorio (t/a) per capitoli CER - anno 2010 La tabella rimarca come la grande maggioranza della produzione di rifiuti speciali del comprensorio riguardi l’attività conciaria e quindi derivante dagli impianti di trattamento rifiuti ed acque reflue (59%) e dalle concerie (31%). A seguire, in misura minore, dalle costruzioni e demolizioni (4%), dagli imballaggi (3%) e dalla lavorazione del legno (1%). La successiva tabella riportata in Fig.168 mostra il dato relativo alla produzione di rifiuti speciali per i singoli comuni appartenenti al comprensorio, suddiviso per capitoli CER e relativo agli anni 2007 e 2010. A livello comunale Santa Croce e Castelfranco sono i maggiori produttori di rifiuti speciali (dove si concentrano il maggior numero delle attività produttive del settore conciario) seguiti da San Miniato e Fucecchio con valori decisamente inferiori. Per San Miniato dal 2007 al 2010 si è comunque registrato un aumento della produzione dei rifiuti speciali che risulta legata prevalentemente agli impianti di trattamento di rifiuti ed acque reflue; da segnalare, in misura molto minore, anche un aumento dei rifiuti della lavorazione del legno, di sostanze usate come solventi e di costruzioni e demolizioni. 110 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.168 Produzione di rifiuti speciali per comune (t/a) - anni 2007 e 2010 Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti speciali pericolosi possiamo dire che questa, in generale, per il comprensorio del cuoio non supera il 5% del totale; riportiamo nella seguente tabella di Fig.169 i dati disponibili del Catasto Rifiuti per il periodo 2007-2009. Fig.169 Produzione di rifiuti speciali pericolosi per comune (t/a) - anni 2007 e 2009 Anche per i rifiuti speciali pericolosi si è registrato per San Miniato un aumento delle quantità nel periodo 2007-2009 ed in particolare per l’anno 2009, come mostra la seguente tabella di Fig.170 che riporta l’analisi per codice ATECO, i settori predominanti per San Miniato nella produzione di rifiuti speciali pericolosi sono da costruzioni e demolizioni e dalla riparazione e manutenzione degli autoveicoli. A differenza dei dati complessivi del comprensorio in cui i settori predominanti sono la raccolta e smaltimento rifiuti ed il conciario. 111 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.170 Produzione di rifiuti speciali pericolosi (t/a) per codice attività ATECO- anno 2009 2.6.3 Gestione dei rifiuti urbani (R) Nell’area del comprensorio del cuoio non sono presenti impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani. Questi ultimi (raccolta differenziata + raccolta indifferenziata) vengono conferiti dai diversi Comuni alla GEOFOR spa che smaltisce i prodotti della raccolta indifferenziata presso discarica o impianto di termovalorizzazione. Per il Comune di San Miniato viene attualmente utilizzato il termovalorizzatore di Pisa e la discarica di Peccioli. Il termovalorizzatore di Pisa è un impianto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani finalizzato alla produzione di energia elettrica. I rifiuti, non utilmente riciclabili, subiscono un processo chimico di combustione, o termodistruzione, a temperature superiori a 850°C. Il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, che passando attraverso una turbina accoppiata ad un alternatore ne trasforma l‘energia termica in energia elettrica. I gas sviluppati dal processo di combustione, in gergo tecnico chiamati fumi, subiscono specifici processi chimici e meccanici di trattamento e depurazione prima di essere rilasciati in atmosfera così da abbattere al minimo, se non eliminare totalmente, le sostanze inquinanti contenute nei fumi stessi. Riportiamo di seguito nella seguente Fig.171 i dati relativi alla quantità di rifiuto prodotto dal comune di San Miniato che Geofor ha indirizzato presso il termovalorizzatore di Pisa nel periodo 2006-2012. Fig.171 Rifiuto termovalorizzato (kg) all’impianto di Pisa Comune 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 San Miniato 0 5.480 216.313 493.344 300.570 368.865 892.237 La tabella mette in evidenza come nel 2012 la quantità di rifiuto destinata al termovalorizzatore sia più che raddoppiata rispetto ai due anni precedenti. La discarica di Peccioli è ubicata in loc. Legoli e gestita dalla società Belvedere spa, ha una superficie di 110.000 mq ed una volumetria di 1.900.000 mc. Nella seguente Fig.172 riportiamo i dati relativi alla quantità di rifiuto prodotto dal comune di San Miniato che Geofor ha smaltito presso la discarica di Peccioli nel periodo 2006-2012. Fig.172 Rifiuto in discarica (kg) a Peccioli Comune San Miniato 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 9.534.435 9.484.740 8.863.132 8.309.396 8.683.350 8.930.585 9.131.183 I valori rilevano uno smaltimento che oscilla tra le 8,3 e le 9,5 tonn/anno. Per quanto riguarda i rifiuti urbani pericolosi facciamo presente che questi vengono conferiti da tutti i comuni del comprensorio presso impianti di trattamento situati prevalentemente in Toscana. 2.6.4 Gestione dei rifiuti speciali (R) Con riferimento all’individuazione dei soggetti autorizzati all’esercizio delle operazioni di trattamento dei rifiuti speciali (secondo quanto disposto dal D.Lgs. 152/06), sono riportate nella 112 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 seguente tabella di Fig.173 le ditte autorizzate ubicate all’interno dei Comuni del comprensorio, con la descrizione delle tipologie di impianti esistenti considerando che alcuni impianti effettuano più di un’attività; la fonte dei dati è il SIRA. Come si evince in tutto il comprensorio sono presenti 27 impianti di trattamento e smaltimento per i rifiuti speciali, la maggior parte dei quali presenti nel comune di Santa Croce. Gli impianti di recupero sono in numero maggiore rispetto agli altri (11) seguiti dagli impianti di stoccaggio provvisorio (9). Fig.173 Impianti di trattamento e smaltimento rifiuti speciali - 2010 San Miniato presenta in tutto 9 impianti, il secondo più alto in numero dopo Santa Croce, di cui 3 di recupero, 5 di stoccaggio provvisorio ed 1 autodemolizione. Del totale dei rifiuti speciali dichiarati nel comprensorio quasi la metà (40% circa) è rappresentato dal liquido di concia contente cromo conferito esclusivamente all’impianto di Santa Croce sull’Arno adibito al recupero del cromo, un altro 20% circa va a recupero per produzione di fertilizzanti in vari impianti in Provincia di Pisa, un altro 10% circa viene sottoposto a selezione in un impianto dedicato ed un rimanente 30% circa viene sottoposto a trattamenti intermedi o a recupero. Gli impianti di depurazione attualmente a servizio del comparto del cuoio sono due: Ecoespanso (a Santa Croce) e Cuoiodepur (a San Miniato). All’impianto Ecoespanso i fanghi di risulta dalla depurazione arrivano, tramite due fangodotti distinti, dai depuratori centralizzati di Fucecchio (Ponte a Cappiano) e Santa Croce; qui vengono trattati e trasformati tramite impianti di centrifugazione, inertizzazione a caldo, trattamento gas di scarico in un materiale inerte e quindi un filler (Plastofill), utilizzato in edilizia nei conglomerati bituminosi per asfalti e cementizi. Riportiamo nella Fig.174 lo schema del ciclo produttivo di Ecoespanso. Fig.174 Schema ciclo produttivo impianto Ecoespanso 113 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nella seguente tabella di Fig.175 sono riportati i dati complessivi di Ecoespanso disponibili del periodo 2005-2010 dove si può notare la diminuzione dei conferimenti dei fanghi negli ultimi due anni derivante dalla crisi che ha colpito il settore conciario. Fig.175 Fanghi trattati all’impianto Ecoespanso periodo 2005-2010 Per quanto riguarda l’impianto Cuoiodepur, già trattato nel paragrafo sulla depurazione, riportiamo di seguito in Fig.176 lo schema di trattamento dei fanghi tramite essiccamento e in Fig.177 le caratteristiche qualitative del fango dopo l’essiccazione; tale materiale opportunamente miscelato con fertilizzanti porta, a seguito di specifiche sperimentazioni, alla produzione di pellicino integrato quale concime organo-azotato per l’utilizzo in agricoltura. Fig.176 Schema trattamento fanghi Cuoiodepur Fig.177 Caratteristiche fanghi Cuoiodepur 2.6.5 Elementi di criticità L’analisi dei dati relativi ai rifiuti urbani non evidenzia particolari criticità; le previsioni di incremento volumetrico dei RU non comportano problematiche di grosso impatto relative alla gestione degli 114 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 stessi, in quanto in buona parte la crescita edilizia è dedicata ad accogliere la domanda che emerge dalla dinamica sociale e quindi senza aumento di popolazione. Inoltre l’offerta rivolta a nuovi cittadini/utenti, si riferisce comunque a popolazione che vive nel comprensorio e si sposta per ottenere una migliore qualità della vita, corrispondere ad aspettative di un proprio stile di vita o trovare prezzi più convenienti per la propria sistemazione. Dunque siamo sempre nell’ambito di un bacino di utenza che già rientra nelle statistiche di servizio dell’Azienda di gestione dei rifiuti. Risulta invece opportuno cercare di incrementare la raccolta differenziata migliorando la qualità del servizio dell’Azienda gestore. Per quanto riguarda i rifiuti speciali la loro stima basata sui dati disponibili indica quantitativi di rifiuti prodotti e smaltiti di una certa entità per l’intero comprensorio ma sicuramente in misura inferiore per quelli prodotti nel territorio di Montopoli; è comunque opportuno incentivare ulteriormente le attività di recupero, riciclaggio, e riduzione all’origine della produzione di rifiuti. La situazione per i fanghi non è ancora completamente risolta, dal momento che allo stato attuale una gran parte è ancora conferita in discarica e le nuove prospettive di utilizzo (argille espanse, fertilizzanti, ecc.) devono ancora essere sperimentate nella realtà dei mercati. 2.7 RUMORE 2.7.1 Superamento dei limiti di esposizione al rumore (S) Il Comune di San Miniato ha approvato nell’anno 2005 il Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA) ai sensi della L. n.447/95 e della L.R. n.89/98 e ss. mm., a cui si riferiscono i dati di questo capitolo ed a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. Il PCCA è lo strumento con il quale i Comuni provvedono alla riduzione dell’inquinamento acustico suddividendo il territorio in zone con caratteristiche acustiche omogenee, sulla base dei criteri stabiliti dalle regioni e dei valori limite delle sorgenti sonore. Il Comune di San Miniato ha affidato all’ARPAT l’effettuazione di una campagna di misura del rumore ambientale, al fine di definire il clima acustico del territorio comunale; la stessa ha provveduto a svolgere, tra l’aprile 2002 e il febbraio 2003, la campagna di misurazione del rumore ambientale in 15 siti rappresentativi di varie situazioni (strade, zone densamente abitate) e/o di punti particolarmente critici (scuole, ospedali, case di cura), questo ha consentito di valutare i livelli generali del rumore prodotto sul territorio comunale e di individuare i recettori sensibili. Nella seguente Fig.178 riportiamo l’ubicazione dei 15 siti di monitoraggio acustico eseguito da ARPAT sul territorio sanminiatese. Fig.178 Distribuzione dei siti di monitoraggio acustico ARPAT - anni 2002 2003 115 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nella tabella di Fig.179 è riportato un elenco riassuntivo dei siti indagati con i corrispondenti valori dei livelli di rumore notturno e diurno rilevati nel periodo a lungo termine (ovvero per almeno una settimana). Fig.179 Risultati del monitoraggio acustico ARPAT - anni 2002 2003 I risultati mostrano la presenza di un elevato inquinamento acustico nelle zone attorno alla Via Tosco Romagnola, su cui scorre un intenso traffico autoveicolare, sia nel periodo notturno (valori superiori a 65 dB(A)) che nel periodo diurno (valori superiori a 70 dB(A)). Nelle zone del centro storico di San Miniato, a causa della presenza delle principali attività di servizio e di tre scuole che ospitano una popolazione di circa 1500 studenti, si registrano livelli di inquinamento acustico nel periodo diurno molto vicini al limite massimo di 65 dB(A) ammesso dalla normativa italiana e dall'O.M.S. per le aree contenenti abitazioni. In particolare, è stato riscontrato un valore di 64.5 dB(A) in prossimità della casa di riposo per anziani di Via Bagnoli che, in base a quanto stabilito dalla normativa vigente riguardo ai criteri di zonizzazione acustica, dovrebbe trovarsi in una zona particolarmente protetta (con limiti massimi di immissione molto bassi: 40 dB(A) nel periodo notturno e 50 dB(A) nel periodo diurno). Questi aspetti sono stati considerati in sede di classificazione acustica del territorio ma, soprattutto, ognuno di questi siti dovrà essere oggetto di ulteriori controlli al fine di valutare la necessità di interventi mirati alla riduzione del rumore; tali interventi saranno poi contenuti nel piano di risanamento acustico comunale. In generale comunque il clima acustico delle zone più densamente abitate del comune risulta essere abbastanza compromesso. I ricettori sensibili in termini di acustica del territorio sanminiatese sono stati individuati nelle scuole e nei luoghi di cura e di degenza e sono riportati nel seguente schema di Fig.180 con le relative misure fonometriche registrate di superamento diurno e notturno. 116 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.180 Misure fonometriche dei ricettori sensibili 2.7.2 Zonizzazione acustica (R) Lo schema della zonizzazione acustica del territorio di San Miniato, ripreso dal piano di classificazione del 2005, è riportato nella seguente Fig.181 con la definizione delle classi di destinazione d’uso ed i relativi valori limite associati dalla normativa DPCM 14.11.97. Da segnalare come le infrastrutture di trasporto ovvero gli assi di scorrimento della viabilità di grande comunicazione rappresentino una fonte principale di inquinamento acustico nel territorio; una di queste è la linea ferroviaria Firenze-Pisa-Genova (a tale proposito le FFSS hanno già da tempo predisposto un piano di risanamento), un’altra è il tracciato della superstrada FI-PI-LI e della Via Tosco Romagnola che insieme al traffico stradale locale arreca il disturbo maggiore. 117 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.181 Classificazione acustica di San Miniato 118 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La zona immediatamente a sud di San Donato (zona industriale e scalo ferroviario con attraversamento ferroviario e stradale) è inserita in classe V, con la creazione di una zona cuscinetto in classe IV per assicurare il graduale passaggio alla classe III dei territori agricoli circostanti; la classe IV è estesa anche all’area di pertinenza dell’impianto di depurazione. La parte del territorio a ridosso delle vie principali di comunicazione è compresa in classe IV così come le fasce cuscinetto di 100 m attorno alle zone produttive (poste in classe V); il resto del territorio circostante è inserito in classe III, considerata anche la prevalente vocazione agricola di gran parte dell’area. I recettori sensibili ricadono in classe IV (scuole, centro di igiene mentale) con gli edifici in classe II e le rispettive pertinenze in classe III; gran parte del centro storico di San Miniato è inserito in classe IV per la consistente presenza di attività commerciali e di servizi, nonché dei livelli di rumore registrati dalla campagna di misura ARPAT. L’ospedale ricade in classe II con la sua area circostante in classe III, anche l’area del parco di Montebicchieri risulta in classe II così come le ampie zone boschive a sud del comune. La gran parte centro-meridionale del comune è posta in classe III, data la natura agricola di tale area, ad eccezione delle fasce territoriali in classe IV attorno alle due infrastrutture di trasporto principali della zona: la SP di Montatone e la SP San Miniato – San Lorenzo. Il PCCA infine individua alcune situazioni da risanare con il conseguente Piano di Risanamento Acustico che sono così riassunte: - Edifici scolastici e istituti sanitari: sulla base di quanto sopra esposto, sono state create piccole aree in classe II o III all’interno, o a contatto, con aree in classe IV. In questi casi non sono inserite zone di interposizione (cuscinetto) tra due classi non contigue, a causa della vicinanza di importanti infrastrutture viarie la cui rumorosità avrebbe reso necessari onerosi interventi di risanamento anche per le zone circostanti che non necessitano di particolare tutela acustica. Per le aree in classe II a contatto con aree in classe IV è necessario intervenire con opportune azioni di risanamento acustico per garantire il rispetto dei limiti relativi alla classe più bassa. Sono quindi necessari interventi sia passivi direttamente sugli edifici (infissi fonoisolanti) che procedere con modifiche locali di viabilità e con la posa di asfalti speciali. Da valutare con indagini strumentali la necessità di interventi di risanamento anche presso le aree scolastiche in Classe III o quelle in Classe II confinanti con aree in Classe III, ma al cui interno i livelli di rumore ambientale sono superiori ai limiti della classe di appartenenza. - Aree in prossimità di strade con intensi flussi di traffico: verificare con indagini strumentali e studi approfonditi, per quelle zone non comprese nella campagna di misura ARPAT, che la rumorosità presente non sia superiore ai limiti della classe corrispondente; per tali indagini saranno coinvolti, ai sensi del DM 29.11.2000, anche i gestori delle infrastrutture dei trasporti responsabili del superamento dei limiti. 2.7.3 Elementi di criticità La normativa vigente prevede che le azioni di risanamento acustico connesse ai trasporti vengano affrontate dalle società e dagli enti gestori dei servizi, compresi Comuni, Province e Regioni mediante una programmazione pluriennale di interventi, secondo quanto disciplinato dal D.M. 29.11.2000. Inoltre il D.P.R. 142/2004 stabilisce i limiti di immissione per le infrastrutture stradali e le priorità per le attività di risanamento. Un piano comunale di risanamento acustico dovrebbe perseguire i seguenti obiettivi: - interventi di risanamento su tutti i ricettori sensibili poiché posti all’interno della classe IV e dove è stato misurato un superamento dei limiti di classe III per la resede; - approfondimenti, anche mediante misurazioni all’interno e nella resede dei ricettori sensibili sulla rumorosità ambientale; - intervenire, secondo quanto previsto dal D.M. 29/11/2000, sulla rete viaria comunale; - concertare e pianificare, con gli altri gestori delle infrastrutture di trasporto stradali presenti sul comune (Provincia di Pisa, Regione Toscana) le azioni di risanamento previste. Sebbene il clima acustico delle zone più densamente abitate del comune, in generale, risulta essere abbastanza compromesso, non si presentano situazioni di conflitto fra classi non contigue, tali da rendere necessarie misure di bonifica specifiche. Le situazioni di criticità emerse dalla campagna di misura ARPAT per alcuni recettori sensibili (scuole, luoghi di cura e di degenza) ed altre situazioni di possibile criticità da verificare dovranno essere oggetto di ulteriori indagini di approfondimento al fine di valutare gli interventi da adottare per garantire il rispetto dei limiti di legge attraverso la redazione di un Piano di Risanamento 119 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Acustico comunale, nel quale saranno altresì indicati i modi e i tempi per riportare nella norma le situazioni di criticità. 2.8 INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO 2.8.1 Sorgenti di inquinamento elettromagnetico (P) Basse frequenze L'inquinamento elettrico e magnetico associato alle basse frequenze ELF (comprese tra 30 Hz e 300 Hz) è quello derivante dal sistema di produzione, trasporto e utilizzo finale dell'energia elettrica: linee elettriche di trasmissione, distribuzione, cabine di trasformazione ed elettrodomestici. Gli elettrodotti svolgono la funzione di trasportare e distribuire l'energia elettrica, e sono classificati in funzione della tensione, il cui aumento determina l'incremento del campo elettrico. Sono quindi suddivisi in: x linee ad altissima tensione (380 KV) per il trasporto di energia elettrica su grandi distanze; x linee ad alta tensione (220 KV e 132 KV) per la distribuzione dell'energia elettrica; x linee a media tensione (15-20 KV) per la fornitura a industrie, centri commerciali e grandi condomini, possono essere aeree o interrate; x linee a bassa tensione (220-380 V) per la fornitura a singole abitazioni e piccole utenze, possono essere aeree o interrate. Ci sono inoltre le cabine di trasformazione primarie o secondarie: le primarie sono di norma isolate dalle abitazione e non dovrebbero porre problemi, le secondarie sono poste vicino o all'interno degli edifici. A basse frequenze il campo elettrico espresso come valore efficace E (V/m), generato dalla tensione, si misura separatamente dal campo magnetico H, generato invece dalla corrente elettrica che si misura in microtesla mT (induzione magnetica). Essendo la tensione della linea un fattore costante, il campo elettrico E in un dato punto risulta costante nel tempo e la sua intensità diminuisce all'aumentare della distanza dal conduttore. Il campo elettrico è inoltre facilmente schermabile e tra l'interno e l'esterno di un edificio si ha una notevole riduzione della sua intensità. Il campo magnetico H varia con l'intensità della corrente elettrica che transita sulla linea e dipende dal carico della linea stessa. L'intensità del campo H diminuisce con l'aumentare della distanza dalla sorgente inquinante, ma contrariamente al campo E non è schermabile con alcuno dei materiali di uso comune: quindi tra l'interno e l'esterno di un edificio la sua intensità risulta praticamente invariata. La rete elettrica di San Miniato è caratterizzata da linee a media tensione (15-20kV) che raggiungono i principali nuclei abitativi e da alcune linee di alta tensione (132kV) denominate Empoli FS-Cascina FS, Ponzano-La Roffia, La Roffia-San Romano e La Roffia-Lamporecchio (elettrodi n.58-449-469-485) che attraversano il fondovalle dell’Arno e la linea di alta tensione San Romano-Castelfiorentino n.431 che attraversa la porzione collinare del territorio comunale (vedi Fig.154); a San Romano è presente anche una stazione di trasformazione da 132kV. Alte frequenze L'inquinamento elettromagnetico associato alle alte frequenze è quello generato, per lo più, dagli impianti per radio telecomunicazione e radio localizzazione. In particolare viene preso in considerazione il range delle radiofrequenze comprese tra 100 KHz e 300 MHz. Un impianto per radio telecomunicazione può essere considerato come un sistema la cui funzione è quella di emettere verso l'esterno, sotto forma di onda elettromagnetica, segnali elettrici contenenti informazioni. Le modalità di trasmissione sono di tipo: x broadcasting: l'antenna diffonde il segnale su una vasta zona, da un punto emittente a molti punti riceventi. Ne sono un esempio gli impianti di radiodiffusione televisivi e sonori, e le stazioni radiobase (SRB) per la telefonia cellulare; x direttiva: l'antenna diffonde il segnale tra due punti generalmente in vista. Tipico è l'esempio dei ponti radio. Gli impianti di radiodiffusione televisivi e sonori sono di norma collocati in punti elevati del territorio, al di fuori dei centri abitati, e coprono bacini di utenza che interessano anche più province; la loro potenza è spesso superiore al KW. Non mancano però situazioni critiche, nelle quali tali impianti sono posti in prossimità degli insediamenti. Le stazioni radio base (SRB) sono installate su appositi tralicci, in modo che il segnale venga irradiato su una parte del territorio definita cella. La potenza, di alcune decine di Watt, è tale da 120 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 non creare interferenza fra le celle. Essendo poste di norma nei centri abitati, le SRB sono quelle che generano nella popolazione maggiori preoccupazioni ma, in generale, le basse potenze utilizzate non creano particolari problemi di inquinamento e il rispetto dei limiti di legge vigenti viene di solito garantito. A tale proposito, va ricordato che i limiti vigenti sono quelli stabiliti dal decreto del Ministero dell'Ambiente n. 381/1998 "Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana". La trasmissione di segnali via etere ha comunque avuto negli ultimi anni una forte proliferazione generando un’esposizione a campi elettromagnetici, a volte significativa, per quella parte di popolazione residente nei pressi dei siti prescelti come postazioni ripetitrici di segnale. Riportiamo di seguito nella Fig.182 la mappa della localizzazione degli impianti (Stazioni Radio Base e Impianti di Radiocomunicazione), reperita presso il catasto impianti di radiocomunicazione del servizio SIRA dell’ARPAT, relativa al Comune di San Miniato aggiornata al 2010. Fig.182 Distribuzione impianti di radiocomunicazione 18 9 12 17 14 4 1 19 6 16 8 10 1 5 2 2 STAZIONI DI TELEFONIA CELLULARE IMPIANTI RADIO TV Sul territorio sanminiatese risultano presenti due impianti RTV radio televisivi di cui riportiamo di seguito nella tabella di Fig.183 la descrizione estratta dai dati SIRA aggiornati al 2010: Fig.183 Impianti RTV radio televisivi Le stazioni SRB di telefonia cellulare risultano 20 di cui riportiamo la descrizione nella seguente tabella di Fig.184 estratta dai dati SIRA aggiornati al 2010: 121 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.184 Stazioni SRB di telefonia cellulare 2.8.2 Monitoraggio e controllo dell’inquinamento elettromagnetico (R) Per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico associato alle alte frequenze, nella zona del comprensorio del cuoio ARPAT e USL stanno svolgendo azioni di controllo sul campo per verificare, sia quanti siti con stazione radio-base esistono, sia il rispetto dei limiti e per valutare i livelli di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Attualmente non risultano dati disponibili di punti di misura sul territorio sanminiatese, quello noto più vicino risulta essere in loc. S. Pierino nel Comune di Fucecchio. Per questo punto di misura sono disponibili dei rilievi del campo elettrico eseguiti dall’ARPAT di Firenze nel periodo 2005-2006 che sono contenuti in un’apposita scheda che per conoscenza riportiamo nella seguente Fig.185. Fig.185 Misure ARPAT campo elettrico loc. S.Pierino-Fucecchio 122 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Le emissioni ad alta frequenza trovano una loro regolamentazione con il D.P.C.M. 8 luglio 2003 che fissa i limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati da sorgenti fisse con frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz. Detti valori devono essere mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti; per aree intensamente frequentate si intendono anche superfici edificate ovvero attrezzate permanentemente per il soddisfacimento di bisogni sociali, sanitari e ricreativi. Riportiamo nelle seguenti tabelle di Fig.186 i valori limite di esposizione, di attenzione e di qualità per le emissioni ad alta frequenza previsti dalla normativa vigente. Fig.186 Valori limite emissioni ad alta frequenza Limiti di esposizione Intensità di campo elettrico E (V/m) Intensità di campo magnetico H (A/m) Densità di potenza (W/m²) 0,1 ‹ f 3 MHz 3 ‹ f 3000 MHz 3 ‹ f 300 GHz 60 20 40 0,2 0,05 0,01 1 4 Valori di attenzione Intensità di campo elettrico E (V/m) Intensità di campo magnetico H (A/m) Densità di potenza (W/m²) 0,1 MHz ‹ f 300 GHz 6 0,016 0,10 (3 MHZ-300 GHZ) Obiettivi di qualità Intensità di campo elettrico E (V/m) Intensità di campo magnetico H (A/m) Densità di potenza (W/m²) 0,1 MHz ‹ f 300 GHz 6 0,016 0,10 (3 MHZ-300 GHZ) La normativa prevede inoltre che a tutela dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz, generati da sorgenti non riconducibili ai sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi, di applicare l'insieme completo delle restrizioni stabilite nella raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 12 luglio 1999 ovvero che per le sorgenti mobili, anziché il valore generale di attenzione di 6 V/m, valgono, rispettivamente, i limiti di 20 V/m nel caso della telefonia mobile e dei ripetitori radiofonici in onde corte e radiotelevisivi, di 40 V/m per i ponti radio e di 60 V/m per i ripetitori radiofonici in onde medie. Nel caso di esposizioni multiple generate da più impianti, la somma dei relativi contributi normalizzati deve essere minore di uno; in caso contrario si dovrà attuare la riduzione a conformità. Nel caso di superamenti con concorso di contributi di emissione dovuti a impianti delle Forze armate e delle Forze di polizia, la riduzione a conformità dovrà essere effettuata tenendo conto delle particolari esigenze del servizio espletato. Per quanto riguarda le basse frequenze negli anni 2004-2005 l’ARPAT di Pisa ha eseguito dei monitoraggi in continua dell’induzione magnetica a 50 Hz nelle scuole e nelle abitazioni in prossimità delle linee ENEL ad alta tensione (132kV) presenti sul territorio comunale di San Miniato. Riportiamo nella seguente tabella di Fig.187 la sintesi dei risultati ottenuti: Fig.187 Misure ARPAT induzione magnetica linee alta tensione Linea AT (132 kV) La Roffia-San Romano Ponzano-La Roffia La Roffia-Lamporecchio San Romano-Castelfiorentino La Roffia-San Romano La Roffia-San Romano Sito di misura San Donato Via Arginale Ovest, 59a La Scala Via Mezzopiano, 32 La Scala Via Trento, 112 La Borghigiana Via Volterrana, 1 San Miniato Basso Viale Marconi, 105 San Miniato Basso Viale Marconi, 91 Distanza dall’asse della linea (m) Altezza da terra del recettore (m) Induzione magnetica media (μT) 3 4,5 0,10 7 4,5 0,13 16 4,5 0,11 10 4,5 0,27 0 4,5 0,53 5 7,5 0,63 Il D.P.C.M. 8 luglio 2003 prevede per le emissioni a bassa frequenza che: • nel caso di esposizione a campi elettrici e magnetici alla frequenza di 50 Hz generati da elettrodotti, non deve essere superato il limite di esposizione di 100 μT per l'induzione magnetica e 5 kV/m per il campo elettrico, intesi come valori efficaci; • a titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine, eventualmente connessi con l'esposizione ai campi magnetici generati alla frequenza di rete (50 Hz), nelle aree 123 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 gioco per l'infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, si assume per l'induzione magnetica il valore di attenzione di 10 μT, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio; • nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree gioco per l'infanzia, di ambienti abitativi, di ambienti scolastici e di luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore e nella progettazione dei nuovi insediamenti e delle nuove aree di cui sopra in prossimità di linee ed installazioni elettriche già presenti nel territorio, ai fini della progressiva minimizzazione dell'esposizione ai campi elettrici e magnetici generati dagli elettrodotti operanti alla frequenza di 50 Hz, é fissato l'obiettivo di qualità di 3 μT per il valore dell'induzione magnetica, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio. La grande diffidenza che si riscontra nell'opinione pubblica nei confronti delle sorgenti di campo magnetico a bassissima frequenza deriva soprattutto dal notevole divario che esiste tra le prescrizioni degli standard di sicurezza, che ammettono esposizioni continuative fino a livelli di centinaia di microtesla, e le risultanze degli studi epidemiologici, dai quali sembra emergere una possibile correlazione tra esposizioni croniche anche a bassi livelli (superiori ad una soglia indicativa di circa 0,4 μT) e rischio di insorgenza di leucemia infantile. Un esempio di intervento di mitigazione dei livelli di induzione magnetica a 50 Hz per le abitazioni in prossimità delle linee ENEL può essere ricondotto all’ottimizzazione delle fasi sulle due linee a 132 kV in doppia terna; la disposizione antisimmetrica delle fasi (vedi Foto 2 di Fig.188) può consentire di ottenere i livelli minimi di induzione magnetica a parità di correnti circolanti. Fig.188 Ottimizzazione fasi linee ENEL Foto 1: disposizione simmetrica delle fasi. Foto 2: disposizione antisimmetrica delle fasi. 2.8.3 Elementi di criticità L’analisi delle informazioni disponibili mette in evidenza una discreta diffusione sul territorio di San Miniato di Elettrodotti e di Stazioni Radio Base ed in particolare un’attiva crescita del settore della telefonia cellulare. Questa situazione crea un notevole senso di preoccupazione nella popolazione dovuto anche alla mancanza di un’informazione precisa e di studi scientifici che possano dimostrare con assoluta certezza l’assenza di rischi per la salute derivati dall’esposizione ai campi elettromagnetici. E’ auspicabile, pertanto, un’intensificazione dei controlli ambientali e sanitari da parte della USL e dell’ARPAT ed un’attuazione di quei possibili interventi di mitigazione dei livelli di induzione magnetica sul territorio sanminiatese. 2.9 MOBILITA’ E TRASPORTI 2.9.1 Infrastrutture di trasporto (P) Il quadro normativo esistente in materia di traffico e mobilità presenta alcune contraddizioni in quanto è costituito dal: 124 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 - PUT (Piano Urbano del Traffico) che è uno strumento di breve periodo (2 anni) orientato agli interventi di miglioramento delle condizioni di circolazione ed inteso come piano di immediata realizzabilità e quindi essenzialmente di carattere gestionale; è completamente e dettagliatamente regolamentato ai sensi dell’art 36 del codice della strada e dalle direttive ministeriali del 24.6.1995; - PUM (Piano Urbano della Mobilità) che è uno strumento di medio-lungo periodo (fino a 10 anni) orientato alle scelte infrastrutturali strategiche ma denota una carenza normativa di attuazione essendo solo citato dall’art. 22 della L.340/2000, legge che prevede un rinvio ad un regolamento ancora da emanare; - PUMET (Piano Urbano Mobilità e Traffico) che è uno strumento volto ad unificare la visione strategica con quella gestionale, che si coordina con il Regolamento Urbanistico e con gli altri piani di settore previsti dalla legge 1/2005 e che definisce contenuti in grado di supportare i vari livelli decisionali coinvolti in una materia dinamica e variabile come quella della mobilità. All’interno del distretto conciario le infrastrutture principali sono la S.G.C. Firenze-Pisa-Livorno (FiPi-Li), la linea ferroviaria Pisa-Firenze e la via Tosco Romagnola; nella seguente mappa di Fig.189 sono evidenziate tali infrastrutture principali. Fig.189 Principali infrastrutture viarie e ferroviarie N ZE A -FIRE VI A P IS F ER RO -LI A F I-PI ST RA D SUP ER VIA TOSCO ROMAG NOLA Un estratto dal PUMET circa lo schema della rete stradale comunale e della rete di trasporto pubblico è riportato nelle seguenti Figg.190 e 191. Fig.190 Rete stradale comunale FER RO VIA PIS SUPERS ZE A-FIREN I-LI FI-P TRADA VIA TOSCO RO MAGNOLA 125 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.191 Rete del trasporto pubblico Le infrastrutture di trasporto presenti nel comprensorio del cuoio sono caratterizzate da buoni indici di accessibilità territoriale e di dotazione infrastrutturale del sistema locale del Valdarno Inferiore in raffronto alla media regionale. In particolare sia l’accessibilità stradale che quella ferroviaria presentano livelli di accessibilità superiori alla media dei sistemi locali della Toscana (rispettivamente +11% e +9% circa), mentre una dotazione infrastrutturale inferiore alla media è rappresentata dalla dotazione portuale. Gli indici di dotazione aeroportuale e di infrastrutture di trasporto risultano invece tra i più alti nel panorama dei sistemi locali toscani. Il Comune di San Miniato presenta una caratteristica peculiare essendo un territorio di attraversamento posto lungo l’itinerario Pisa-Firenze ed è sempre stato influenzato e contrassegnato dalla presenza delle grandi viabilità di interesse regionale e dall’asse ferroviario principale. Il sistema vigente è organizzato secondo una gerarchia che vede al primo posto la SGC Fi-Pi-Li, che rappresenta una grande direttrice nazionale, elemento della rete principale di interesse regionale; è l’asse che garantisce il rapido collegamento con i sistemi viari principali, nel quale si hanno due svincoli nel territorio comunale, uno nei pressi di Ponte a Egola ed uno nei pressi di San Miniato Basso, che rappresentano le porte di accesso al Comune, ma anche una delle porte di accesso principali (quella di Ponte a Egola) al comprensorio del cuoio. Si ha poi una rete di strade intercomunali con una funzione di supporto dei sistemi locali, che ha il ruolo di connessione tra i vari centri urbani sparsi sul territorio e le aree con funzioni produttive, il capoluogo e la rete viaria di rango superiore e quella intercomunale. Si qualificano come strutture che hanno un ruolo funzionale e di efficienza trasportistica, ma anche di integrazione della rete urbana di pianura con quella della più ampia porzione collinare. Esse possono così riassumersi: -Strada statale 67 Tosco-Romagnola, che ha la funzione di direttice primaria di accesso e interna all’ambito metropolitano pisano; -Strada regionale 436 Francesca; -Strada provinciale 65 Romanina – Bretella; -Strada provinciale 6 di Giuncheto; -Strada provinciale 7 di San Miniato; -Strada provinciale 39 San Miniato – San Lorenzo; -Strada provinciale 40 Isola - San Miniato; -Strada provinciale 44 Santa Croce - Ponte a Egola; -Strada provinciale 50 di Montaione. Si ha poi la viabilità di interesse comunale suddivisa nei percorsi di connessione dei poli urbani e dalla rete minore, con la funzione di connessione tra i centri sparsi e i percorsi del territorio aperto e del sistema naturale. Infine vi sono le strade urbane d’impianto che si diramano, dopo la prima fase di crescita e consolidamento dei centri urbani, dalla viabilità matrice di carattere territoriale. La struttura gerarchica della rete è poi conclusa dai percorsi cicloturistici esistenti, soprattutto localizzati nella pianura dell’Arno e nel fondovalle dell’Egola. 126 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 La rete ferroviaria è presente con la direttrice trasversale Firenze-Pisa e la stazione di San MiniatoFucecchio (in Piazza della Stazione a San Miniato) che è attualmente servita da 66 treni con una media giornaliera di 1.100 passeggeri ed uno scalo classificato nella categoria medio-piccolo. 2.9.2 Veicoli circolanti (P) I dati disponibili riguardano gli anni 2007, 2009, 2011 e sono estratti dalle banche dati ISTAT e ACI. Il parco veicolare del comprensorio è stato suddiviso per Comune e per tipologia di automezzo ed i dati relativi agli ultimi anni disponibili 2009 e 2011 sono riportati nella seguente tabella di Fig.192. Fig.192 Veicoli circolanti per comune e tipologia di veicolo anni 2009-2011 Castelfranco 2009 Castelfranco 2011 Fucecchio Fucecchio 2009 2011 San Miniato 2009 San Miniato 2011 Santa Croce 2009 Santa Croce 2011 Autobus 5 5 12 11 29 31 27 27 Autocarri 1.119 1.140 1.567 1.630 2.326 2.362 1.795 1.837 146 158 233 244 414 435 156 159 Autoveicoli speciali Autovetture 7.906 8.243 14.311 14.731 18.189 18.453 9.270 9.372 Motocarri e quadric. 115 108 127 111 225 209 143 128 Motocicli 966 1.008 1.770 1.838 2.517 2.679 1.334 1.398 Motov./quadr. spec. 14 12 27 23 21 22 22 26 Rimorchi speciali 10 11 14 18 29 19 24 22 Rimorchi trasp. merci 58 62 63 84 162 179 94 102 Trattori o motrici Totale 31 27 26 47 126 92 52 59 10.370 10.774 18.150 18.737 24.038 24.481 12.917 13.130 Dall’analisi dei dati emerge che il Comune di San Miniato, come del resto anche gli altri, ha visto aumentare la quantità dei veicoli circolanti dal 2009 al 2011 e che questo aumento ha riguardato tutte le tipologie di veicoli ad esclusione dei rimorchi speciali che sono invece diminuiti. San Miniato detiene inoltre il maggior numero di veicoli circolanti (24.500 circa) rappresentando, nel 2011, circa il 37% dei mezzi dell’intero comprensorio seguito da Fucecchio con il 28%, da Santa Croce con il 20% e da Castelfranco con il 16%. Volendo confrontare i dati relativi al parco macchine dei comuni del comprensorio con quelli complessivi della Provincia di Pisa e della Regione Toscana emerge che all’interno del distretto del cuoio risulta immatricolato circa il 19% dei mezzi dell’intera Provincia e circa il 2% di quelli della Regione. Un confronto percentuale tra la composizione del parco veicolare presente nei comuni del comprensorio nel 2007 e nel 2011 è riportata nella seguente tabella di Fig.193. Fig.193 Composizione % del parco veicolare per comune e tipologia di veicolo anni 2007-2011 San Miniato 2007 San Miniato 2011 Santa Croce 2007 Santa Croce 2011 0,06 % 0,11 % 0,13 % 0,22 % 0,21 % 8,61 % 8,70 % 9,92 % 9,65 % 13,89 % 13,99 % 1,31 % 1,30 % 1,55 % 1,78 % 1,14 % 1,21 % 76,51 % 78,1 % 78,62 % 74,9 % 75,38 % 71,2 % 71,38 % 1,00 % 0,76 % 0,59 % 1,00 % 0,85 % 1,20 % 0,97 % 9,03 % 9,36 % 9,16 % 9,81 % 9,88 % 10,94 % 9,61 % 10,65 % 0,07 % 0,11 % 0,11 % 0,12 % 0,06 % 0,09 % 0,09 % 0,20 % Rimorchi speciali 1,22 % 0,10 % 1,26 % 0,10 % 1,46 % 0,08 % 1,38 % 0,17 % Rimorchi trasp. merci 0,69 % 0,58 % 0,49 % 0,45 % 0,82 % 0,73 % 0,85 % 0,78 % Trattori o motrici 0,25 % 0,25 % 0,15 % 0,25 % 0,29 % 0,38 % 0,42 % 0,45 % Castelfranco 2007 Castelfranco 2011 Autobus 0,06 % 0,05 % 0,06 % Autocarri 10,33 % 10,58 % Autoveicoli speciali 1,25 % 1,47 % Autovetture 76,0 % Motocarri e quadric. 1,09 % Motocicli Motov./quadr. spec. Fucecchio Fucecchio 2007 2011 Il totale dei mezzi immatricolati nell’intero comprensorio ha subito dal 2007 al 2011 un aumento di circa il 3,8% (+2.471 mezzi); in particolare risulta in crescita il numero di motocicli (+786 mezzi immatricolati) e in misura minore il numero di autovetture (incremento di oltre 2.000 unità). 127 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Dall’analisi dei dati si registra inoltre una significativa flessione dell’apporto percentuale dei rimorchi/semirimorchi speciali che risulta essere omogenea in tutti i comuni del distretto. Per San Miniato dopo le autovetture che rappresentano il 75% del parco veicolare comunale ci sono i motocicli (11%), gli autocarri (10%) e gli autoveicoli speciali (1,8%) che qui rappresentano la percentuale comunale più alta del comprensorio. I dati disponibile per gli anni 2007 e 2011 relativi al tasso di motorizzazione, inteso come il numero di autovetture immatricolate per abitante, ed al rapporto tra i mezzi ed il numero di abitanti sono riportati nella seguente tabella di Fig.194. Fig.194 Tasso di motorizzazione e rapporto mezzi/abitanti - anni 2007-2011 Dalla tabella si può notare che sia il tasso di motorizzazione che il rapporto mezzi/abitanti hanno subito un aumento nei comuni di San Miniato e Fucecchio in linea con quello registrato in Provincia ed in Regione, mentre si sono mantenuti pressoché costanti nel comune di Castelfranco di Sotto. In controtendenza risultano i dati del comune di Santa Croce dove si registra una netta diminuzione di entrambi gli indici considerati a causa principalmente del cospicuo aumento della popolazione (+1.074 abitanti). Il tasso di motorizzazione registrato nei comuni di San Miniato e Santa Croce, pari a circa il 65%, risulta superiore rispetto alla media distrettuale e ai dati provinciali e regionali. Santa Croce inoltre rimane il comune con il rapporto mezzi/abitanti più elevato del comprensorio seguito da San Miniato che si mantiene del tutto in linea con i valori provinciali. Riportiamo di seguito nelle Figg.195 e 196 i grafici relativi al 2011 per il tasso di motorizzazione ed il rapporto mezzi/abitanti. Fig.195 Tasso di motorizzazione 2011 Fig.196 Mezzi/abitanti 2011 Per quanto riguarda i mezzi pesanti immatricolati, il cui totale è dato dalla somma di autocarri, motocarri e rimorchi trasporto merci, riportiamo i dati ACI relativi agli anni 2007 e 2011 per i comuni del comprensorio, la Provincia e la Regione nella seguente Fig.197. 128 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.197 Totale mezzi pesanti - anni 2007-2011 Il totale mezzi pesanti dal 2007 al 2011 è leggermente aumentato per tutti i comuni del distretto, ad esclusione di San Miniato che è diminuito passando da 2.792 a 2.750 e da una quota veicoli industriali del 11,74% al 11,23%, in analogia con i valori regionali. Santa Croce si conferma come comune avente la maggior quota di veicoli industriali pari a circa il 16%. 2.9.3 Elementi di criticità Per quanto riguarda gli interventi di miglioramento della qualità delle strade devono essere realizzati con l’obiettivo di garantire la sicurezza degli utenti, la scorrevolezza con l’eventuale adeguamento dei nodi e delle interconnessioni, l’attenzione per l’inserimento paesaggistico e ambientale, con particolare riguardo alle tematiche del rumore e dell’inquinamento dell’aria. In particolare alcuni obiettivi da raggiungere per San Miniato, ripresi dal PUMET, possono essere individuati nel: - miglioramento della rete di trasporto pubblico locale; - miglioramento della rete di trasporto dei servizi scolastici e di quelli prestati dai servizi sociali; - miglioramento della rete di pedonalità e ciclabilità degli ambiti urbani e della rete cicloturistica comunale d’itinerari guidati; - adeguamento e miglioramento della rete esistente capace di rispondere alle molteplici domande di mobilità presenti sul territorio; - miglioramento degli accessi alla viabilità di intenso scorrimento; - organizzazione di attrezzature che favoriscano l’alleggerimento dei volumi di traffico, la mobilità pedonale e ciclabile e la qualità ambientale per ridurre il rumore e l’inquinamento atmosferico; - verifica e riordino della sosta con un miglioramento degli spazi esistenti. 2.10 SISTEMA ECONOMICO 2.10.1 Attività produttive (P) L'attuale economia insediata nel territorio comunale di San Miniato, dai dati disponibili di sintesi ISTAT, opera in larga misura nel settore del commercio all’ingrosso ed al dettaglio seguito da quello manifatturiero, con particolare riferimento alla fabbricazione di articoli in pelle e simili. In prevalenza le imprese sono a carattere artigianale, molte delle quali a conduzione familiare. Al censimento generale dell'industria, dei servizi e commercio del 2011 si contano a San Miniato 2.791 imprese attive per un numero addetti pari a 8.575; tra le imprese circa il 55% sono iscritte come ditte individuali ed il 45% registrate come imprese artigiane. Per il Comune di San Miniato riportiamo nella seguente tabella di Fig.198 i dati ISTAT del censimento dell'industria, dei servizi e commercio per gli anni 2001 e 2011 relativi al numero delle imprese locali attive, per categorie ATECO, con il corrispettivo numero di addetti. 129 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.198 Imprese locali attive e numero addetti - anni 2001-2011 Unità locali delle imprese (totale) num. unità attive num. addetti Anno 2001 2011 2001 2011 Ateco 2007 Totale agricoltura, silvicoltura e pesca 2.490 28 2.791 18 8.511 53 8.575 24 23 8 47 9 4 1 .. 528 24 1 6 10 .. 1 456 26 .. 8 4 2 .. 3.656 116 1 36 15 .. .. 3.037 118 .. 34 confezione di articoli di abbigliamento, confezione di articoli in pelle e pelliccia 41 40 235 207 fabbricazione di articoli in pelle e simili 325 246 2.657 2.116 industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili), fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio 37 31 155 146 fabbricazione di carta e di prodotti di carta stampa e riproduzione di supporti registrati fabbricazione di prodotti chimici fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 3 7 1 6 4 5 5 8 21 21 8 72 26 16 68 24 fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 9 6 21 12 metallurgia .. 1 .. .. fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 13 12 30 41 fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi 1 2 4 3 fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche 2 1 6 1 fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca fabbricazione di altri mezzi di trasporto fabbricazione di mobili altre industrie manifatturiere 7 1 10 8 17 3 9 12 65 14 38 22 103 10 23 20 riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 26 20 134 69 fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 2 3 36 42 fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 9 9 85 52 raccolta, trattamento e fornitura di acqua gestione delle reti fognarie 2 3 .. 3 5 50 .. 36 attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti recupero dei materiali 4 6 30 16 costruzioni 368 380 923 1.052 commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 716 717 1.488 1.649 74 71 245 203 330 312 94 64 48 57 103 235 46 6 59 22 105 342 304 78 114 64 77 201 352 83 7 87 30 114 637 606 403 212 129 477 167 412 162 13 93 31 171 699 747 295 386 161 405 232 529 248 9 175 72 207 coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi silvicoltura ed utilizzo di aree forestali pesca e acquacoltura estrazione di minerali da cave e miniere attività manifatturiere industrie alimentari industria delle bevande industrie tessili commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli commercio all'ingrosso (escluso autoveicoli e motocicli) commercio al dettaglio (escluso autoveicoli e motocicli) trasporto e magazzinaggio attività dei servizi di alloggio e di ristorazione servizi di informazione e comunicazione attività finanziarie e assicurative attività immobiliari attività professionali, scientifiche e tecniche noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese istruzione sanità e assistenza sociale attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento altre attività di servizi 130 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Dall’analisi dei dati 2011 sulle imprese emerge che il settore prevalente è quello del commercio all’ingrosso (342) ed al dettaglio (304) con un totale di 717 imprese, poi segue l’attività manifatturiera (456) seguita dalle imprese nel campo delle costruzioni (380), dalle attività professionali (352), da quelle immobiliari (201) e dei servizi di alloggio e ristorazione (114). Per l’attività manifatturiera gran parte è rivolta, come detto, alla fabbricazione di articoli in pelle (246) ed alla loro confezione (40). Da segnalare il significativo numero di imprese nel settore sanitario ed assistenziale (87) ed invece il basso numero di aziende (18) nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca. Questo potrebbe derivare dal fatto che la maggior parte dei terreni sono condotti non come attività prevalente, ma a servizio dei consumi familiari. Rispetto al censimento del 2001 il numero delle imprese a San Miniato è passato da 2.490 a 2.791 nel 2011 registrando un aumento che non ha però portato ad un sostanziale mutamento dell’assetto generale del settore che rimane in prevalenza costituito da molte piccole imprese condotte a livello familiare che si insediano, si trasformano, cessano, riaprono, ecc.. Una nota può essere fatta circa la diminuzione delle imprese nel settore della fabbricazione degli articoli in pelle passate da 325 a 246 che rimarca la crisi di questi ultimi anni del settore conciario ed invece quasi il raddoppio del numero di imprese dei servizi di alloggio e di ristorazione (da 64 a 114), dei servizi immobiliari (da 103 a 201) e dei servizi di noleggio, delle agenzie di viaggio e di supporto alle imprese (da 46 a 83). Per quanto riguarda il numero di addetti, in totale sono rimasti pressoché costanti passando dagli 8.511 del 2001 agli 8.575 del 2011. Il settore con il maggior numero di addetti nel 2011 (ma anche nel 2001) è quello manifatturiero (3.037), specie per la fabbricazione degli articoli in pelle (2.116), seguito da quello del commercio all’ingrosso ed al dettaglio (1.649) ed a quello delle costruzioni (1.052). L’andamento del numero degli addetti a San Miniato, rispetto al censimento del 2001, rispecchia abbastanza quello sopra descritto concernente il numero delle imprese. Da segnalare inoltre un interesse negli ultimi anni da parte degli imprenditori ad investire sul territorio sanminiatese nel settore turistico-ricettivo e la conferma dello svolgimento dei n.3 mercati settimanali previsti a San Miniato capoluogo (martedì), a San Miniato Basso (giovedì) ed a Ponte a Egola (sabato). 2.10.2 Elementi di criticità A livello comunale si verifica un aumento della domanda nel settore turistico ricettivo che dovrà essere valutata con attenzione nel rispetto della salvaguardia ambientale e delle effettive esigenze. Oltre alla crisi economica che ha colpito il settore conciario si è registrata una certa difficoltà anche nel settore del commercio di vicinato, a cui hanno fatto seguito delle misure messe in campo per ovviare a tale situazione come il progetto dei centri commerciali naturali con la sinergia di artigiani e commercianti e quello del mercatale, per la valorizzazione dei prodotti artigianali ed agricoli del territorio sanminiatese. 2.11 SISTEMA SOCIO-INSEDIATIVO 2.11.1 Popolazione (S/P) I dati relativi alla popolazione dei comuni del comprensorio per il periodo 2009-20013 provengono dai censimenti ISTAT. Nella seguente tabella di Fig.199 è riportato l’andamento della popolazione residente nei comuni di San Miniato, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto e Fucecchio distinta tra maschi e femmine e con indicata la relativa densità abitativa per l’anno 2013. I dati mostrano una progressiva generale crescita della popolazione residente in ogni comune del comprensorio dal 2009 al 2011 per poi evidenziare una decrescita nel 2012. In particolare Santa Croce ha fatto registrare l'aumento più consistente di circa il 5%, seguito da Castelfranco con il 4% e da San Miniato e Fucecchio che si attestano intorno all'1%. San Miniato quindi passa da 28.011 residenti nel 2009 a 28.257 nel 2011 scendendo però poi a 27.560 nel 2012 ed a 27.527 nel 2013. La popolazione femminile risulta sempre di poco superiore a quella maschile ad eccezione dell’anno 2011 per Santa Croce; San Miniato nel 2013 suddivide la popolazione residente in 13.447 maschi e 14.080 femmine. Il comune che risulta avere la maggior densità abitativa nel 2013 è Santa Croce, seguito da Fucecchio, da Castelfranco e San Miniato; quest’ultimo risulta avere una densità media piuttosto costante negli ultimi cinque anni con circa 270 abitanti/kmq. 131 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.199 Popolazione residente nel comprensorio anni 2009-2013 2009 2010 2011 2012 2013 Superficie (kmq) Densità abitativa 2013 Santa Croce (totale) 13.600 13.991 14.356 14.087 14.245 16,92 841,90 Santa Croce (maschi) 6.748 6.973 7.205 7.024 7.120 102,56 268,40 48,32 273,72 65,13 355,61 Santa Croce (femmine) 6.852 7.018 7.151 7.063 7.125 San Miniato (totale) 28.011 28.124 28.257 27.560 27.527 San Miniato (maschi) 13.772 13.834 13.845 13.443 13.447 San Miniato (femmine) 14.239 14.290 14.412 14.117 14.080 Castelfranco (totale) 12.719 12.900 13.219 12.910 13.226 Castelfranco (maschi) 6.261 6.357 6.522 6.343 6.524 Castelfranco (femmine) 6.458 6.543 6.697 6.567 6.702 Fucecchio (totale) 23.182 23.340 23.496 22.800 23.161 Fucecchio (maschi) 11.463 11.470 11.519 11.132 11.302 Fucecchio (femmine) 11.739 11.870 11.977 11.668 11.859 Nella seguente Fig.200 riportiamo il grafico relativo alla popolazione residente a San Miniato nel periodo 2002-2013 su dati ISTAT, dove si evince ancora meglio l’inversione del trend di crescita negli ultimi due anni dopo il picco di 28.257 residenti registrato nel 2011. Fig.200 Popolazione residente a San Miniato anni 2002-2013 Nella seguente Fig.201 riportiamo invece il grafico relativo alla densità abitativa (abitanti/kmq) del 2013 per i comuni del comprensorio, dove spicca la maggior densità di Santa Croce. Fig.201 Densità abitativa del comprensorio (ab./kmq) anno 2013 841,90 355,61 268,40 S.Croce San Miniato 273,72 Castelfranco Fucecchio 132 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nella seguente tabella di Fig.202 riportiamo i dati dei residenti di San Miniato suddivisi per età e relativi al periodo 2009-2012. Le percentuali delle singole fasce di età prese in considerazione rimangono piuttosto costanti nel quadriennio in esame così come per l’indice di vecchiaia attestante sul 164% mentre si evidenzia un leggero, ma progressivo, aumento dell’età media dei residenti che passa da 43,8 nel 2009 a 44,3 nel 2012. Fig.202 Popolazione per età residente a San Miniato anni 2009-2012 FASCE DI ETA’ 2009 2010 2011 2012 0 - 14 (%) 13,3 13,2 13,4 13,5 15 - 64 (%) 65,0 65,1 64,9 64,2 + 65 (%) 21,7 21,7 21,7 22,3 abitanti 28.011 28.124 28.257 27.560 indice vecchiaia (%) 163,9 164,4 162,2 164,9 età media 43,8 43,9 44,0 44,3 Il bilancio demografico dell’anno 2012 della popolazione residente nel comune di San Miniato è riportato nella seguente tabella di Fig.203; il numero delle famiglie si attesta a 11.144 con una media di componenti per famiglia pari a 2,5. Fig.203 Bilancio demografico San Miniato anno 2012 La generale distribuzione areale della popolazione residente sul territorio comunale di San Miniato nel 2013, circa 27.500 abitanti, si concentra prevalentemente tra i due poli della zona nord-est: San Miniato Basso, La Scala, Capoluogo (circa 11.000) e la zona nord-ovest: Ponte a Egola (circa 9.000). I restanti 7.000 abitanti sono sparsi nelle numerose frazioni e nuclei abitati del comune presenti sia nelle porzioni di fondovalle che in quelle collinari; nella seguente tabella di Fig.204 riportiamo a grandi linee i dati comunali sul numero degli abitanti presenti in queste località, con la relativa altitudine media rispetto al l.m.m., in ordine decrescente al fine di mettere in evidenza come si distribuisce il restante 25% della popolazione sul territorio. La tabella rivela che a parte i centri abitati principali più densamente abitati, le frazioni con più di mille residenti sono San Donato, San Romano e Ponte a Elsa; tra i cinquecento ed i mille abitanti c’è solo la frazione di Isola e tra i cinquecento ed i cento abitanti c’è La Serra, Corrazzano, Roffia, Stibbio, Balconevisi e La Dogaia. 133 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.204 Popolazione residente per località LOCALITA’ QUOTA (m su lmm) ABITANTI LOCALITA’ QUOTA (m su lmm) ABITANTI San Donato 24 1.838 Casotti di Moriolo 135 40 San Romano 58 1.157 Palazzo Torto 30 38 Ponte A Elsa 30 1.005 Bucciano 191 36 Isola 22 536 Mezzopiano I 24 35 La Serra 45 403 Calenzano II 164 34 Corazzano 54 331 Case Altini 29 34 Roffia 21 232 Ontraino 23 33 Stibbio 92 222 Collebrunacchi 170 32 Balconevisi 136 153 Mezzopiano II 24 30 La Dogaia 28 101 Alberaccio 20 30 Palagio 40 79 Case Nuove di Roffia 24 30 Le Tombe 48 71 Bottega Genovini 55 27 Giovanastra 22 65 Le Colonne 48 26 Sant'angelo 59 56 Gargozzi 75 26 Fornacino 50 56 Calpetardo 32 25 Poggio A Isola 66 52 Montorzo 54 25 Molino Vecchio 24 52 Palagetto 22 22 Cusignano 150 51 Calenzano I 155 18 Guerrazzi 25 46 Piano di Moriolo 133 17 Fondo Scesa Balconevisi 46 44 Borghigiana 50 15 Parrino 50 42 Moriolo 138 10 Le Case 22 41 Tutte le altre trentatre località hanno un numero di residenti inferiore a cento e sono distribuite nella porzione centrale e meridionale del territorio comunale sia nei fondovalle che sui rilievi collinari. 2.11.2 Elementi di criticità Dall’analisi dei dati demografici comunali è emerso che dal 2012 è in corso un’inversione del trend progressivo di crescita della popolazione residente dovuto probabilmente agli effetti della crisi economica e delle attività produttive che, come abbiamo descritto nel precedente paragrafo, risultano diminuite sia nel settore commerciale che in quello manifatturiero. La varietà e qualità ambientale del territorio sanminiatese, le attività agrituristiche e ricettive, la dinamica delle attività produttive e la potenzialità di quelle del terziario rimangono comunque una risorsa che si riflette sulla popolazione residente. 2.12 STATO DI SALUTE 2.12.1 Mortalità (S/P) I dati relativi allo stato di salute della popolazione provengono dal rapporto congiunto sul Profilo di Salute 2013 della Società della Salute di Empoli e della Società della Salute del Valdarno Inferiore, in quest’ultima è compreso il territorio del comune di San Miniato che ha come distretto sanitario l’Azienda USL11 di Empoli. Gli indicatori utili a monitorare lo stato di salute di una popolazione possono essere suddivisi, sulla base di criteri internazionali, nei due grandi gruppi di mortalità e morbosità. La mortalità come indicatore fornisce informazioni essenziali sulla popolazione di un’area geografica e consente di operare correttivi e politiche sanitarie, è infatti un utile strumento, sebbene parziale, per analizzare l’andamento di alcune patologie sul territorio. La parzialità della mortalità come indicatore di frequenza della morbosità sul territorio è data da un lato dal differenziale di mortalità fra patologie (letalità), dall’altro dal fatto che la diminuzione dei decessi per una specifica causa può essere dovuta più ad un miglioramento della diagnosi e/o cura che ad una effettiva diminuzione di incidenza. Eventuali eccessi di mortalità registrati su un territorio rispetto ad un ambito territoriale 134 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 di riferimento ritenuto omogeneo, possono essere indici della mancanza di efficaci strategie preventive, della inefficienza o carenza di servizi sanitari sul territorio, dell’inadeguatezza delle cure offerte. Nella categoria degli indicatori fanno parte i tassi e gli indici; ad esempio il tasso è un rapporto avente come numeratore il numero di eventi registrati in una popolazione statistica e come denominatore il numero totale di elementi di quella stessa popolazione; il tasso standardizzato è invece un sistema di aggiustamento di un tasso che permette di confrontare tra loro popolazioni che hanno distribuzione tra loro diverse (ad esempio di età); l’incidenza è una misura di frequenza che misura quanti nuovi casi di una data malattia o di eventi compaiono in un determinato lasso di tempo, mentre la prevalenza indica la diffusione in un universo degli eventi ad un tempo determinato. Per quanto riguarda la “mortalità generale”, nella seguente tabella di Fig.205 si riportano i valori degli indicatori del set minino relativi alla mortalità che fanno riferimento ai tassi standardizzati di mortalità (SMR) nel periodo di osservazione 2006/2008 per le aziende Usl della Toscana, tra cui l’Usl 11 di Empoli distinta in SdS Empoli e SdS Valdarno inf. (in cui è compreso San Miniato). Il valore si riferisce al numero di morti ogni 100.000 abitanti e la popolazione di riferimento è quella toscana dell’anno 2000. Fig.205 Tassi standardizzati di mortalità 2006/2008 - set minimo La mortalità generale dell’Azienda Usl 11 è tra le tre più basse in Toscana, inferiore al valore regionale. Con riferimento alla mortalità per tumore, la ASL riporta il valore in assoluto più basso rispetto alle altre aziende sanitarie, con un valore inferiore proprio nella SdS Valdarno inf.. Per gli eventi di morte “cause accidentali…”, “prematura evitabile” e “mortalità infantile” l’Usl 11 si colloca, ancora una volta, tra le 3 aziende con valori migliori ed ancora la SdS Valdarno inf. mostra il valore più basso di mortalità infantile. Per i valori del tasso standardizzato dei suicidi e delle malattie cardiovascolari l’Azienda Usl 11 ha il quarto valore più basso ed ha però un tasso di mortalità da malattie cardiovascolari superiore a quello regionale, con in particolare la SdS Valdarno inf. che evidenzia un valore di 431,46 contro il valore regionale di 397,2. Riportiamo nella seguente Fig.206 il grafico del tasso di mortalità standardizzato per azienda Usl. Fig.206 Tasso di mortalità generale standardizzato 2006/2008 135 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Nel seguente diagramma di Fig.207 è invece riportato il tasso standardizzato di mortalità per sesso, riferito sempre al periodo 2006-2008, in azienda Usl11 e nelle SdS. Fig.207 Tassi standardizzati di mortalità per sesso 2006/2008 I valori di mortalità totale, espressa con il tasso standardizzato, delle due SdS sono piuttosto simili, senza differenze reali (differenze non statisticamente significative) tra i tassi standardizzati. Per i tassi di mortalità standardizzati (2006-2008) si evidenzia un valore inferiore per le donne, statisticamente significativo per tutte le aggregazioni zonali, informazione nota in letteratura (le donne hanno una durata di vita maggiore). Nella SdS Valdarno Inferiore la differenza del valore del tasso tra femmine e maschi è minore: le femmine del Valdarno hanno valori del tasso un po’ più elevati di quelli regionali, mentre i maschi della stessa zona evidenziano un tasso inferiore. Riportiamo di seguito i dati di mortalità per specifica causa in azienda Usl11 e per le SdS, iniziando dalle malattie cardiovascolari. L’Azienda Usl 11 presenta un valore del tasso standardizzato di mortalità per malattie cardiovascolari più elevato rispetto alla media regionale, eccetto che per il raffronto tra SdS Valdarno Inferiore e Regione Toscana; infatti la SdS Valdarno Inferiore, pur rimanendo nell’intervallo di valori della Usl 11 (e della SdS di Empoli) mostra un valore del tasso più alto del livello regionale. Riportiamo nella seguente Fig.208 il relativo grafico per il triennio 2006/2008. Fig.208 Tasso standardizzato di mortalità per malattie cardiovascolari per sesso 2006/2008 Il tasso di mortalità per “malattia cardiovascolare” ha un valore più elevato nel sesso maschile, anche se la differenza di genere è meno evidente nella SdS Valdarno: il valore più elevato del tasso di questa SdS è dovuto all’alto tasso delle femmine del Valdarno. Il valore del tasso standardizzato di mortalità per “tumore” dell’ultima rilevazione (2006/2008) nell’Azienda Usl 11 è il più basso in assoluto della Regione Toscana; il confronto tra SdS non fa rilevare nessuna differenza reale o statisticamente significativa, sebbene il tasso sia più elevato tra i maschi dell’SdS Empoli rispetto a quelli del Valdarno inferiore. Con riferimento al genere, il tasso di mortalità per tumore ha un valore quasi doppio nei maschi, evento conosciuto anche dalla letteratura internazionale. Riportiamo nella seguente Fig.209 il grafico per il triennio 2006/2008 relativo al tasso standardizzato di mortalità per tumori per sesso. 136 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.209 Tasso standardizzato di mortalità per tumori per sesso 2006/2008 Oltre ai dati sulla mortalità generale per cancro (indicatore minimo), riportiamo alcune informazioni anche sui dati di alcuni tumori specifici (indicatori del complementare). La mortalità per tumore al polmone è più elevata tra i maschi infatti in una popolazione con composizione in età simile a quella italiana, ogni 100.000 abitanti si verificano circa 110 decessi per tumore al polmone nei maschi e circa 24 tra le femmine. I valori di mortalità per tumore al polmone nell’Usl 11 sono inferiori a quelli regionali e non ci sono differenze nel confronto tra le due SdS; prendendo in esame i dati suddivisi per sesso degli ultimi vent’anni si può osservare come ci sia una tendenza ad un aumento dei tumori al polmone nelle donne, tale trend pare ricollegarsi all’aumento dell’attitudine a fumare da parte delle stesse. Per quanto riguarda gli altri tipi di tumore il rapporto 2013 sul profilo di salute evidenzia che il tumore al colon-retto nei maschi assume il valore più elevato, seguono il tumore alla prostata, al colon-retto nelle femmine, la mammella e poi i tumori allo stomaco per i maschi e poi per le femmine. Per la mortalità per tumore allo stomaco, così come per il colon-retto, i valori nel territorio dell’Usl 11 di Empoli rivelano una tendenza alla diminuzione dei tassi standardizzati di mortalità nel tempo. Per quanto riguarda i tassi standardizzati di mortalità per “cause accidentali o traumatismi” l’Usl 11 si colloca al secondo posto dei valori migliori (o più bassi), anche se le differenze non sono statisticamente significative. Nella seguente Fig.210 riportiamo il relativo grafico per il triennio 2006/2008. Fig.210 Tasso standardizzato di mortalità per cause accidentali e traumatismi per sesso 2006/2008 La mortalità per cause accidentali e traumatismi è più frequente tra i maschi, con un tasso standardizzato di mortalità che è più del doppio rispetto alle femmine; questo rapporto si ritrova ancora in letteratura. La mortalità “evitabile” è un indicatore utilizzato per valutare l’efficacia dei sistemi sanitari. In linea generale, in assenza di qualsiasi intervento dei servizi sanitari, la mortalità sarebbe determinata esclusivamente da fattori sociali, ambientali e genetici. I servizi sanitari intervengono per modificare l’influenza di alcuni fattori: la conoscenza medica e le attuali possibilità terapeutiche 137 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 sono sufficientemente avanzate da poter evitare che un soggetto muoia per determinate patologie, quantomeno in certe fasce di età. L’indicatore misura i decessi per tutte le cause avvenuti in età inferiore ai 65 anni. Il valore del tasso standardizzato di Mortalità prematura (o evitabile) dell’Azienda Usl 11 si colloca al 3° posto tra quelli più bassi. Riportiamo di seguito in Fig.211 il grafico del tasso standardizzato di mortalità prematura e evitabile per il triennio 2006-2008. Fig.211 Tasso standardizzato di mortalità prematura e evitabile per sesso 2006/2008 In una visione di confronto tra Regione, Asl 11 e SdS si rilevano differenze statisticamente non significative; solo nel confronto del valore regionale con quello di SdS Valdarno Inferiore esiste una differenza apprezzabile. Il valore regionale più elevato del rapporto standardizzato di mortalità per “suicidi” appartiene all’ Asl di Siena, mentre l’azienda di Empoli è al 5° posto tra le aziende con i valori più bassi. In particolare per l’Usl 11 si rileva una tendenziale diminuzione del valore del rapporto standardizzato di mortalità nel tempo. Lo stesso vale, ovviamente, anche per il numero assoluto di casi che evidenziano una diminuzione; riportiamo nella seguente Fig.212 il grafico relativo dell’andamento dei suicidi nel tempo nell’Usl 11. Fig.212 Tasso standardizzato di mortalità per suicidi nel tempo 1988/2008 Il valore del tasso di mortalità “infantile” dell’azienda Usl 11 è al di sotto del valore regionale toscano e si trova al terzo posto tra quelli più bassi; in particolare nella SdS Valdarno Inferiore si rileva il valore più basso in assoluto, come si evince dal grafico riportato nella seguente Fig.213. Fig.213 Tasso di mortalità infantile 2006/2008 138 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 2.12.2 Morbosità (S/P) La morbosità si riflette nell’analisi dell’attività di ricovero che può essere valutata tramite il tasso di ospedalizzazione (misura il ricorso ai servizi ospedalieri da parte della popolazione residente) ed il tasso di primo ricovero (stima la reale occorrenza della patologia sul territorio tramite un episodio di ingresso in ospedale, generale o per specifica causa nosologica). Il dato regionale per aziende Usl del tasso standardizzato per età di primo ricovero, avvenuto per la prima volta nell’anno di osservazione 2010, è messo in evidenza dal diagramma riportato nella seguente Fig.214. Fig.214 Tasso standardizzato di primo ricovero per aziende Usl - 2010 Il valore del tasso standardizzato di primo ricovero oscilla tra un minimo di 146,8 di Grosseto fino ad un massimo di 170,3 di Massa Carrara; il valore dell’azienda Usl 11 è inferiore a quello regionale e si colloca tra i 4 tassi di ospedalizzazione standardizzati più bassi. Con riferimento alle SdS di Empoli e del Valdarno inferiore, si rileva un valore più elevato per le femmine nel Valdarno (158,7 contro il valore di 157,6 di Empoli) ma le differenze non sono significative come evidenziato dal seguente grafico di Fig.215. Fig.215 Tasso standardizzato di primo ricovero in Usl 11 - 2010 Scendendo nel dettaglio delle cause del primo ricovero possiamo riportare ulteriori informazioni. I dati regionali indicano che l’Usl 11 ha un valore del tasso di primo ricovero per tumori tra i 3 più bassi della Toscana; l’andamento dei valori nel tempo, nel confronto tra Usl 11 e Regione Toscana e poi tra SdS rileva delle diminuzioni, più o meno accentuate. Nel confronto Usl 11 e Regione si può rilevare un “trend” di diminuzione più rapido nella Usl di Empoli rispetto alla Regione Toscana. Infatti il valore del tasso, a livello regionale, passa dal 23/24 del 1998 al 21 circa del 2010, mentre nell’Usl 11 si va invece dal 25,5 ad un tendenziale19. Nella seguente Fig.216 riportiamo i grafici relativi al tasso di primo ricovero per tumore nel tempo (1998-2010) confronto tra Usl 11 e Regione Toscana e confronto tra SdS Empoli e Valdarno inferiore. 139 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.216 Tasso primo ricovero per tumore nel tempo 1998-2010 Il valore del tasso di primo ricovero per malattie dell’apparato circolatorio rientra tra i 6 valori più bassi del livello regionale, con un andamento dei valori nel tempo, nel confronto tra Usl 11 e Regione Toscana e poi tra SdS, in diminuzione. Infatti nell’Usl 11 il valore, dal 1998 al 2010, si è ridotto da circa 23 ad un tendenziale 18. L’andamento del tasso di primo ricovero per malattie dell’apparato circolatorio nel tempo (1998-2010) confronto tra Usl 11 e Regione Toscana e confronto tra SdS Empoli e Valdarno inferiore è riportato nel seguente grafico di Fig.217. Fig.217 Tasso primo ricovero per malattie dell’app. circolatorio nel tempo 1998-2010 Nel 2010, malgrado che il dato complessivo degli ultimi 12 anni confermi una riduzione del ricovero per malattie dell’apparato digerente, ha fatto rilevare un aumento che pone momentaneamente l’Usl 11 al di sopra del tasso medio regionale; tale andamento è messo in evidenza dal grafico riportato nella seguente Fig.218. Fig.218 Tasso primo ricovero per malattie dell’app. digerente nel tempo 1998-2010 Il valore del tasso di primo ricovero per malattie dell’apparato respiratorio è risultato il più basso in assoluto, come si evince dal seguente grafico riportato in Fig.219. 140 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Fig.219 Tasso primo ricovero per malattie dell’app. respiratorio nel tempo 1998-2010 Tra femmine e maschi si rilevano delle differenze statisticamente significative nel valore del tasso standardizzato per età di primo ricovero per malattie dell’apparato respiratorio, per quello dell’apparato digerente e del respiratorio. In particolare le donne hanno un valore più basso rispetto ai maschi rispettivamente ai seguenti tassi: - Tasso malattie apparato respiratorio (14,5 contro il valore di 23,2) - Tasso malattie apparato digerente (12,8 contro 20,7) - Tasso malattie apparato respiratorio (7,7 contro 13,1). Le Società della Salute si segnalano per tassi di ricovero mediamente inferiori al dato regionale e di area vasta, in particolare tale scostamento assume significatività statistica per Ie malattie del sistema circolatorio e i tumori. La patologia oncologica è meritevole di particolare attenzione, i tumori si configurano come una malattia ad elevata letalità e rappresentano la seconda causa di morte a livello di popolazione generale, dopo i decessi per malattie del sistema cardio-circolatorio, e la prima causa di morte, dato questo estremamente significativo, nelle classi di età giovanili e produttive (15-64 anni). II monitoraggio della patologia oncologica da parte delle Usl è suggerito dal fatto che i tumori si configurano come patologia ad elevato "consumo" di risorse sanitarie (specialistica ambulatoriale, ricovero, farmaceutica). Nella Fig.220 sono riportate le diagnosi tumorali (maligno) al primo ricovero per ogni comune di residenza appartenente alla Usl 11 nel periodo 2000-2006. Fig.220 Distribuzione dei ricoveri di residenti in USL11 per settori anno 2006 Per il comune di San Miniato, al 2006, iI tumore alla mammella si confermava la principale diagnosi tumorale al primo ricovero seguita dal colon, dai polmoni, dalla vescica, e dalla prostata. 141 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 2.12.3 Elementi di criticità La popolazione residente nel territorio della Società della Salute del Valdarno Inferiore sembra godere di una salute relativamente buona. Si parla di relativa buona salute in quanto lo stato di salute è misurato come raffronto (incidenza e mortalità) con i valori della media regionale. A livello di popolazione generale nel periodo 2006-2008 non si è registrato alcun eccesso significativo di mortalità, misurata attraverso i tassi generici e standardizzati, o morbosità, misurata attraverso il tasso di primo ricovero. Unica eccezione il tasso standardizzato di mortalità per malattie cardiovascolari che è risultato superiore alla media regionale (410,76 contro 397,27). In particolare proprio nella SdS del Valdarno inf. si sono registrati, sia per i maschi che per le femmine, i valori più alti, anche se di poco rispetto alla SdS dell’Empolese. I dati sulla mortalità generale dell’Usl 11, comunque inferiore al dato regionale (990,28 ogni 100.000 abitanti contro 1008,52 della regione), e l’aspettativa di vita alla nascita (80,1 anni per i maschi e 85,0 anni per le femmine) più alta del dato regionale, lasciano prevedere un incremento dei grandi anziani con prevalenza soprattutto di soggetti di sesso femminile che hanno un’aspettativa di vita mediamente di 5 anni più alta rispetto agli uomini. Da segnalare che nel territorio del Valdarno inferiore era emersa una criticità, che aveva attirato l’attenzione degli esperti ed anche dell’opinione pubblica, riguardo una insolita concentrazione di casi di leucemia (n.5 casi a Montopoli, per lo più nella frazione di San Romano, nel 2008 rispetto alla media di n.1 caso all’anno). Un recente studio epidemiologico sulle neoplasie del sistema emolinfopoietico, le leucemie, condotto dall’Usl 11 ed illustrato nel 2012 alla conferenza dei sindaci del distretto, ha escluso una causa ambientale all’origine delle morti. I determinanti ambientali hanno comunque un ruolo nell’insorgenza dei tumori, specie nei bambini i cui casi a livello europeo sono in aumento, sono quindi sempre auspicabili politiche rivolte alla riduzione dell’inquinamento ambientale. 3 CONDIZIONI DI FRAGILITÀ AMBIENTALE L’analisi delle condizioni di fragilità ambientale è finalizzata ad individuare le aree o le risorse per cui i livelli di pressione, il cattivo stato di qualità delle stesse o l’inadeguatezza delle politiche in atto per la loro tutela, conservazione e risanamento, sono tali da pregiudicarne la conservazione. In tali aree o per tali risorse sarà quindi indispensabile tendere verso un alleggerimento delle pressioni e un miglioramento dello stato di qualità ambientale attraverso l’attuazione di adeguate politiche di controllo, tutela, conservazione e risanamento. Il P.T.C. ha individuato le condizioni di fragilità scegliendo, per ognuno dei sistemi ambientali, gli indicatori più significativi e stilando una graduatoria attraverso la definizione di tre livelli di attenzione in base ai quali sono state fornite le direttive ambientali. Tali graduatorie sono costruite attraverso un sistema di tipo statistico. Ognuno degli indicatori utilizzati è stato collocato statisticamente all’interno del valore massimo e minimo che ogni specifica tipologia di indicatore ha assunto tra i comuni della Provincia di Pisa, mediante il calcolo dello ‘Z score’ o punteggio di categoria dell’indicatore. In altre parole, l’attribuzione di un punteggio di categoria per ogni indicatore selezionato, che colloca il valore dell’indicatore tra il valore massimo e quello minimo misurato tra i comuni della Provincia, costituisce un metodo di valutazione relativa. Per rendere immediata la lettura e la percezione interpretativa dei risultati, è stata poi esplicitata la posizione assunta da ogni punteggio di categoria, espressa come percentuale del totale dei valori che si trovano al di sotto dello stesso. Questa operazione è stata effettuata utilizzando la tecnica statistica del rango percentile, che ha permesso di rappresentare ogni punteggio di categoria attraverso una scala di punteggio variabile da 0 a 100: il comune con le caratteristiche di fragilità maggiori ha un punteggio corrispondente al 100, mentre quello con le minori condizioni di fragilità ha un punteggio corrispondente allo 0. In particolare, come anticipato precedentemente, sono stati definiti tre livelli di attenzione in base ai seguenti intervalli di punteggio: BASSO se punteggio =< 30 MEDIO se punteggio > 30 e =< 70 ALTO se punteggio > 70. 142 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Coerentemente con l’articolazione del rapporto provinciale sullo stato dell’ambiente, l’analisi delle condizioni di fragilità è stata condotta raggruppando gli indicatori ritenuti più significativi per l’analisi secondo i seguenti sistemi ambientali: acqua, aria, suolo, natura, energia, rifiuti, mobilità e traffico e socio-insediativo. Ogni indicatore considerato, è stato inoltre definito in base alla categoria concettuale di appartenenza secondo il modello DPSIR (Determinanti, Pressione, Stato, Impatto e Risposta). Per ogni sistema ambientale è stato infine individuato un punteggio sintetico, anch’esso variabile da 0 a 100, come valore medio dei singoli indicatori utilizzati per quel sistema; in particolare, più alto è tale valore, maggiore è il livello di fragilità ambientale associato al sistema considerato e viceversa. Il processo di normalizzazione statistica e di sintesi per sistema ambientale, permette di rappresentare efficacemente i risultati della valutazione per il Comune di San Miniato. La rappresentazione grafica utilizzata è stato il diagramma radar, che associa ad ogni sistema ambientale un asse specifico dei valori che si dirama da un punto centrale con una ampiezza variabile da 0 a 100. Tutti i valori associati ad ogni sistema ambientale sono collegati da una linea che perimetra una superficie complessiva, che rappresenta visivamente il livello di fragilità ambientale del comune. Sistema acqua Comune Fragilità rispetto alla Densità carico inquinante (Ab e AbEq_Totale/ Sup) (P) Fragilità rispetto al Carico inquinante (Ab e AbEq_Totale) (P) Fragilità rispetto alla % fabbisogno idrico industriale (P) Fragilità rispetto alla % fabbisogno idrico civile (P) Fragilità rispetto alla % fabbisogno idrico agricolo (P) Fragilità rispetto alla Copertura del servizio di depurazione (R) Fragilità rispetto all’Acqua erogata per usi domestici (P) ALTA BASSA ALTA Giudizio di fragilità SAN MINIATO ALTA ALTA MEDIA BASSA 2 Sistema aria Comune Fragilità rispetto alla Valutazione qualità dell’aria: CO (S/P) Fragilità rispetto alla Valutazione qualità dell’aria: NO2 (S/P) Fragilità rispetto alla Valutazione qualità dell’aria: PM10 (S/P) Fragilità rispetto alla Valutazione qualità dell’aria: SO2 (S/P) Fragilità rispetto alla Valutazione qualità dell’aria: Pb (S/P) Fragilità rispetto alla Valutazione qualità dell’aria: C6H6 (S/P) Fragilità rispetto alla Valutazione qualità dell’aria: O3 (S/P) Giudizio di fragilità SAN MINIATO BASSA BASSA MEDIA BASSA BASSA BASSA 2 - La valutazione delle condizioni di fragilità del sistema aria è stata effettuata secondo la seguente articolazione: -BASSA se la classificazione dell’inquinante in base a D.Lgs. 351/99 corrisponde alla classe A; -MEDIA se la classificazione dell’inquinante in base a D.Lgs. 351/99 corrisponde alla classe B; -ALTA se la classificazione dell’inquinante in base a D.Lgs. 351/99 corrisponde alle classi C e D. Sistema suolo Comune Fragilità rispetto al Consumo di suolo (% sup urbanizzata/sup comune) (P) Fragilità rispetto alla % sup. concimata/SAU (P/D) Fragilità rispetto alla % sup. trattata con erbicidi e antiparassitar i/SAU (P/D) Fragilità rispetto alla % bio/Sau (R) Fragilità rispetto al N. siti da bonificare (P/R) Fragilità rispetto alla Superficie di cava (P) Giudizio di fragilità SAN MINIATO MEDIA MEDIA MEDIA MEDIA ALTA BASSA Sistema natura Comune Fragilità rispetto alla % di aree protette (R) Fragilità rispetto a Indice boscosità (sup.boscata / sup.totale) (S) Giudizio di fragilità SAN MINIATO MEDIA MEDIA 143 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Sistema energia Comune Fragilità rispetto ai Consumi en. Elettrica (P) SAN MINIATO ALTA Fragilità rispetto ai Consumi di metano (P) Giudizio di fragilità ALTA Sistema rifiuti Comune Fragilità rispetto ai RS per addetto (P) Rifiuti speciali SAN MINIATO ALTA Fragilità rispetto alla % RD su RU totale (R) Raccolta differenziata Fragilità rispetto ai RU totale pro capite (P) Rifiuti Urbani Giudizio di fragilità MEDIA BASSA Sistema mobilità e traffico Fragilità rispetto alla Densità rete stradale (Km strade/Kmq sup.comune) (D) Comune Fragilità rispetto al N. autovetture / Km2 (P) Fragilità rispetto al N. veicoli circolanti (P) Giudizio di fragilità SAN MINIATO MEDIA ALTA ALTA Sistema socio-insediativo Comune Fragilità rispetto alla Densità popolazione (ab/Km2) (S/P) Fragilità rispetto alle Abitazioni / Km2 (S/P) SAN MINIATO ALTA ALTA Fragilità rispetto alla % abitazioni non occupate su totale abitazioni (S/P) Fragilità rispetto alle Presenze turistiche ufficiali (D) Fragilità rispetto alle Presenze turistiche in seconde case (D) MEDIA ALTA Giudizio di fragilità BASSA Sintesi delle condizioni di fragilità a livello comunale 144 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281 Punteggi di fragilità per sistema ambientale Comune Sistema acqua Sistema aria Sistema suolo Sistema natura Sistema energia Sistema rifiuti Sistema mobilità e traffico Sistema socio insediativo SAN MINIATO 63 25 52 45 83 45 69 61 Per San Miniato è il sistema energia quello a maggiore fragilità ambientale, mentre quello a minore fragilità è il sistema aria. Per gli altri punteggi tutti di media fragilità ambientale si può precisare, viste le analisi compiute, come i sistemi natura e rifiuti siano da considerare a medio-bassa fragilità mentre i sistemi acqua, suolo e sottosuolo, mobilità e traffico e socio insediativo siano da considerare a fragilità medio-alta. San Miniato, Novembre 2013 Chiaromondo Soc. coop. Dott. geol. Fabio Mezzetti 145 Chiaromondo Soc. coop. - 05100 Terni - Via Vittorio Alfieri n. 5 - Tel. 0744 406849 (Fax 0744 407311) Iscritta alla C.C.I.A.A. di Terni al n. REA 44929/1976 - P IVA 00173850553 - Iscritta all'Albo delle Cooperative al n. A15281