Disiecta membra - Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici

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Disiecta membra - Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Sede di Ostia
alfredo marinucci
disiecta membra
iscrizioni latine da ostia e porto
1981 - 2009
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA
SEDE DI OSTIA
Alfredo Marinucci
Disiecta membra
Iscrizioni latine da Ostia e Porto
1981 - 2009
©
TUTTI I DIRITTI DI RIPRODUZIONE RISERVATI
ALLA SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI
ARCHEOLOGICI DI ROMA
SEDE DI OSTIA
Composizione terminata nel gennaio 2012
Realizzazione grafica: Marano Aldo, Grafica Ostia Scavi
INDICE GENERALE
PREMESSA:.............................................................................. Pag. 4
ISCRIZIONI OSTIENSI:……………………………………….. Pag. 6
Regio I
Scola degli Stuppatores (IX, 4)
Caseggiato dei Triclini (XII, 2)
Palestra delle Terme del Foro (XII, 6)
Aula sul Foro (XII, 6)
Foro della Statua Eroica (XIII, 2)
Via delle Terme del Mitra
Regio II
Piazzale delle Corporazioni (VII, 4)
Regio III
Edificio (VIII, 1)
Rinvenimenti sporadici
Regio IV
Terme del Musiciolus
Regio V
Via del Sabazeo
Concessione Palmucci
Tor Boacciana
Altri siti ostiensi
Rinvenimenti sporadici
Necropoli della via Laurentina
Villa suburbana sulla via Laurentina
Necropoli ostiensi
Già Raccolta “Allo Sbarco di Enea”
n. 1
n. 2
nn. 3-4
n. 5
n. 6-19
nn. 20-21
nn. 22-25
n. 26
n. 27
nn. 28-31
n. 32
n. 33-65
nn. 66-67
nn. 68-84
nn. 85-105
n.106
n.107-113
n.114-125
ISCRIZIONI PORTUENSI:……………………………………… Pag. 101
Isola Sacra
Portico di Claudio
Necropoli di Stalla Buoi
Via del Lago di Traiano
n.126
n.127
n.128
n.129
ISCRIZIONI DA SEQUESTRI:……………………………………Pag. 109
Sequestro Cipriani
Sequestro Loria
Sequestro Fusaro
Sequestro Tirone
Sequestro Biffani
Sequestri a carico di ignoti
INDICES EPIGRAPHICI:……………………………………….. Pag. 136
INDICE TOPOGRAFICO:……………………………………….. Pag. 148
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE:…………………………... Pag. 150
n.130
nn.131-153
nn.154-155
nn.156-160
nn.161-162
nn.163-164
PREMESSA
Ostia -come è noto a tutti gli studiosi di storia e antichità romane- si
caratterizza per la gran quantità di iscrizioni che si conservano nel suo contesto
archeologico: ammontano infatti a ben oltre 7.500, delle quali molte ancora in
situ tra gli edifici antichi ma, per la maggior parte, sistemate nella Galleria
Lapidaria e nelle celle degli horrea del Piccolo Mercato (i c.d. “Grottoni”). Si
tratta di una delle più importanti raccolte epigrafiche al mondo, venutasi
gradualmente a formare con le acquisizioni dovute soprattutto ai grandi scavi
estensivi della città effettuati tra il 1938 e il 1942, ma anche alle ricerche
condotte nel territorio negli ultimi trenta anni, tra Pianabella ed Acilia.
Di recente è stato portato a termine un intervento fondamentale per la
conservazione più idonea e razionale del più importante gruppo di epigrafi,
cioè gli oltre 4000 pezzi che tradizionalmente hanno da sempre rappresentato
il principale nucleo di iscrizioni lapidarie, quello dei “Grottoni”. Si è provveduto al loro trasferimento in un nuovo deposito realizzato
appositamente, il che ha consentito una generale e capillare revisione riversata
su supporto informatico con tutta la documentazione fotografica e gli altri dati
necessari per la tutela e l’analisi scientifica.
Pertanto sussistono ormai tutti i presupposti perché venga approntato un corpus
di aggiornamento che raccolga tutte le nuove acquisizioni posteriori
all’edizione del supplemento del CIL XIV del Wickert (1930), costitute
essenzialmente dai rinvenimenti effettuati nella seconda metà del secolo
passato. Si può comprendere la particolare complessità di tale operazione sotto
l’aspetto sia organizzativo che scientifico, ma va sottolineata ormai la sua
improcrastinabilità per non privare ulteriormente il mondo scientifico della
conoscenza di dati importanti per gli studi storici: si ha ragione di ritenere che
la pubblicazione dei titoli ostiensi si configuri più come un dovere verso la
scienza che come un diritto di studio da parte degli specialisti.
Tale incarico in precedenza venne affidato prima a Guido Barbieri e poi a
Giovanni Forni da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche, i quali con le
loro équipes avviarono operativamente le attività di studio, tuttavia interrotte a
seguito della loro scomparsa negli anni ’80. Nel contempo anche Fausto Zevi, sin da quando era ispettore presso la Soprintendenza di Ostia, si impegnò con
lavori importanti, rimasti poi fondamentali per l’epigrafia ostiense. Attualmente l’onere e l’onore di pubblicare tutte le epigrafi acquisite dopo il 1938 spetta allo stesso Fausto Zevi e a Maria Letizia Caldelli i quali dovranno
provvedere, su affidamento da parte dell’Accademia di Berlino alla redazione di un ulteriore supplemento del CIL XIV.
Questo compito potrà, tuttavia essere portato a termine, solo dopo che saranno
state rese note le nuove acquisizioni documentate negli ultimi trenta anni, sia
quelle occasionali che le altre scaturite da scavi archeologici.
In tale logica va intesa l’utilità dello studio del Marinucci che raccoglie le lastre iscritte recuperate nel contesto ostiense-portuense dal 1981 a tutt’oggi: disiecta membra sì come recita il titolo, ma sempre fondamentali per definire
un quadro completo delle antichità ostiensi. Il lavoro va quindi considerato non
solo per l’importanza delle epigrafi e la conseguente analisi scientifica, ma anche per il supporto che esso può garantire al progetto di un’organica e complessiva edizione di tutte le iscrizioni di Ostia. Non a caso sono previste in
tempi brevi anche le pubblicazioni degli altri titoli, provenienti specialmente
dagli scavi effettuati nel territorio, fino ad ora rimasti inediti.
Secondo le intenzioni originarie si sarebbe dovuto pubblicare questo
studio nell’ambito di una delle tante riviste scientifiche a carattere storicoarcheologico, ma la quantità di epigrafi presentate ha reso opportuna l’edizione di un volume a sé. E’ stata quindi data alle stampe una monografia sotto l’egida esclusiva della Soprintendenza: un’operazione impegnativa, realizzata senza la collaborazione di tipografie o case editrici ma con l’ausilio del solo personale interno dell’Ufficio ostiense, che da sempre ha fatto del proprio lavoro uno
strumento per affermare la sua identità culturale.
Angelo Pellegrino
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Sede di Ostia
Colgo qui l’occasione per ringraziare Anna Gallina Zevi, già
Soprintendente per i Beni Archeologici di Ostia, che ha più volte sollecitato
l’edizione di questo gruppo di materiali epigrafici, Flora Panariti, Simona Pannuzi, Carlo Pavolini ed Angelo Pellegrino che liberalmente mi hanno
concesso lo studio di alcune iscrizioni di loro pertinenza. Ringrazio altresì
Giulio Sanguinetti per la cura e la professionalità con cui ha curato le riprese
fotografiche delle iscrizioni. Tutta la mia gratitudine va inoltre all’amico e collega Aldo Marano che con infinita pazienza e perizia ha dato veste
definitiva a queste epigrafi.
Alfredo Marinucci
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Sede di Ostia
indice generale►
ISCRIZIONI OSTIENSI
REGIO I
SCHOLA DEGLI STUPPATORES (IX, 4), 1998
1. FRAMMENTO DI DEDICA
Inventario 58432. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 32,5 x 19 x 4,7/5: lettere
+2,5; 7,5; 6,7; +5,4. Superficie anteriore liscia;
retro quasi liscio con lettera A (cm 5) incisa
nello stesso verso delle lettere anteriori.
[I] +[p(eratori) Caes(ari) divi Nervae f(ilio)]
Ne0[vae Traiano Aug(usto), Germanico],
Dac(ico), [p(ontifici) m(aximo), trib(unicia) pot(estate) - - -, imp(eratori) - - -, co(n)s(uli) - - -, p(atri) p(atriae)]
M. [ - - -]
------
La dedica a Traiano, rinvenuta durante
lavori di diserbo negli ambienti della schola1 su
via del Pomerio, può datarsi, in base alla certa
menzione del cognomen ex virtute Dacicus,
dalla fine del 1022 al 117. Alla l. 4 doveva
trovare posto il nome del dedicante, il cui
prenome poteva corrispondere alla lettera
conservata.
1
HERMANSEN 1982 , p.172 ss; ID. 1982 a, pp.61 s,
119 s; PAVOLINI 1986, p.132; BOLLMANN 1998,
p.278 ss, A 28; EAD. 2001, p.175.
2
DEGRASSI 1968, p.469.
Iscrizioni ostiensi
7
indice generale►
CASEGGIATO DEI TRICLINI (XII, 1), 1997
2. FRAMMENTO DI LASTRA ONORARIA
d.C.,6 dei fabri tignuarii7 ostiensi8, i costruttori.
I suoi membri (numerus caligatorum),
organizzati militarmente in 16 decurie ciascuna
complessivamente di 22 milites caligati9
sottoposti ad un decurione10, erano retti da tre
magistri quinquennales11 che rispondevano a
loro volta ad un praefectus12 scelto al di fuori
dall’ambito della corporazione13 e tra gli
uomini più in vista dell’élite locale, mentre la presenza ad Ostia di patroni resta, se non da
escludere14, almeno assai dubbia.
Inventario 58433. Lapidario ostiense.
Provenienza: dalla pulizia dell’ambiente orientale con vasca1.
Marmo bianco venato; cm 19,5 x 18,2 x 2,4;
lettere +2,2; 4,3; 4,5; +3. Punto diacritico
triangolare all’inizio della l.1 e nella l.3. Superfici lisce. Ricomposto da tre parti.
L’edificio da cui proviene l’iscrizione2,
costruito nel 120 circa, era stato trasformato3 al
tempo di Settimio Severo4 da albergo in schola
o sede5 del collegio, fondato intorno al 60
------
.[raefecto]
coll[eg(ium) fabrum]
tign(uariorum) [Ostiens(ium)]
[o]b me[rita eius]
------
8
1
PACKER 1971, p.100, pianta 15, ambiente 24.
HARSH 1935, p.23; CALZA 1941, p.3 ss; VAN
AKEN 1950, p.115 s; BECATTI 1953, p.132; BLOCH
1953 a, p.217; PACKER 1971, p.100, pianta 15; 157 ss;
MEIGGS 1973, p.244; HERMANSEN 1982 b, p.62 s;
PAVOLINI 1986, p.137 s, 151, 233; BOLLMANN
1988, p.284 ss, A 30; EAD. 2001, p.174 s.
3
Come dimostrano le iscrizioni CIL XIV 4300; 4347;
4358 ?; 4569 ivi ritrovate e relative al collegio.
4
CIL XIV 4569.
5
WALTZING 1895 – 1900, II, p.217 ss; PAVOLINI
1986, p.137 ss; BOLLMANN 1998, p.47 ss.
6
MARINUCCI 1992, p.203, n.2.
7
WALTZING 1895-1900, II, p.193 ss; 351 ss.
8
CIL XIV 5; 105; 128; 160; 296; 297; 299; 314; 330;
347; 370; 371; 374; 407; 418; 430; 4300; 4347; 4349;
4365+4382 (ZEVI 1971, p.472 ss = AE 1971, 64); 4557;
4569; 4620; 4633+4725; 4642; 4654; 4656; 4668 = 41;
4729; 5341+5353+5382 (ZEVI 1967, p.193 ss = AE
1972, 70; ID. 1968, p.5 ss; LICORDARI 1974, p.253 ss
= AE 1974, 123; MARINUCCI 1992, C 35); 5344; 5345
(MARINUCCI 1992, C 39 a – c); 5383+5406
(MARINUCCI 1992, C 67); BLOCH 1953 b, p.256 ss,
n.23 (AE 1955, 169); 290, n.53; LICORDARI 1974 b,
p.313 ss, 316, n.6; PELLEGRINO 1987, p.183 ss, n.1,
figg.1-2; 186 s, n. 2, fig. 3; MARINUCCI 1988, p.211,
n.41, fig.41; ID. 1992, C 16 bis. Per la corporazione ad
Ostia cfr. BLOCH 1953 b, p.257; MEIGGS 1973, p.319
ss; PAVOLINI 1986, p.133 s.
9
CIL XIV 128; 160; 374; 4569; 4668 = 419.
10
CIL XIV 128; 330; 374.
11
CIL XIV 5; 128; 160; 169; 296; 297; 299; 314; 370;
371; 374; 407; 418; 419; 430; 4300; 4365+4382 (ZEVI
1971, p. 472 ss = AE 1971, 64); 4633+4725; 4642, 13;
4654; 4656; 4668 = 419; 4729; 5341+5353+5382
(MARINUCCI 1992, C 35); 5344; 5345; 5383+5406
(MARINUCCI 1992, C 67); BLOCH 1953 a, p.290,
n.53; LICORDARI 1974 a, p.313 ss, cfr. p.322 s per le
iscrizioni inedite; MARINUCCI 1988, p.211, n.41,
fig.41.
12
CIL XIV 298; 4620; BLOCH 1953 a, p.256 ss, n.23 =
AE 1955, 169; cfr. WALTZING 1895 – 1900, II, p.352
ss.
13
WALTZING 1895-1900, II, p. 353 ss; MEIGGS 1973,
p.320; PAVOLINI 1986, p.134 s.
14
A spiegare l’integrazione proposta per la l.1 cfr. MEIGGS 1973, p.320, 592; ZEVI 1967, p.199. Patroni
del collegio dei fabri tignuarii sono comunque attestati
altrove (cfr. WALTZING 1895 – 1900, II, p.353).
2
9
indice generale►
CATASTA NEL SOTTOSCALA ALL’ANGOLO NORD-OVEST DELLA PALESTRA
DELLE TERME DEL FORO (XII, 6), 1997
3. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA FRAMMENTARIA
Inventario 58434. Lapidario ostiense.
Marmo di Luni venato; cm 49,5 x 61,2 x 2,8;
specchio epigrafico 33 x +50,4; lettere 6,1/6,4;
5,5; 4,7/4,9. Punti diacritici triangolari alla l.3.
Lettere rubricate. Superfici lisce. La lastra,
ritagliata per il reimpiego su tutti i lati, è stata
murata a rovescio, come dimostrano le tracce
di malta, in uno dei pavimenti della fase
teodosiana degli ambienti meridionali della
palestra delle Terme del Foro1.
2, per il cognomen Apronilla, finora non
documentato ad Ostia, cfr. KAJANTO 1965,
p.168.
2 – 3, per l’uso dell’apex cfr. THYLANDER
1952, p.49 s.
[Dis Mani]bus
[- - - ?Ap]ronilláe
[---]I diébus X.
1
CICERCHIA, MARINUCCI
MARINUCCI 1992, C 111 – 128.
Iscrizioni ostiensi
1992
b
p.23;
10
4. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 58435. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 26,3 x 24 x 5,2;
specchio epigrafico +19 x +24; lettere +1,9;
3,8. Punto diacritico triangolare alla l.2.
Superficie anteriore gradinata; retro liscio,
scalpellato in basso, dove è stato privata della
cornice e dove è conservato il margine, per il
riuso nei pavimenti della fase teodosiana degli
ambienti meridionali della palestra delle Terme
del Foro (cfr. n.3).
-----[- - - f]ecerunt
[- - -] suis post[erisque eorum].
Iscrizioni ostiensi
11
indice generale►
AULA SUL FORO1 (XII, 6), 1998
5. ELEMENTO DI ARCHITRAVE
Inventario 58437. Ambiente sul Foro.
Travertino; cm 30 x 125 x 55,5; lettere 19.
Grandi punti diacritici triangolari. Superficie
iscritta gradinata. L’iscrizione, priva di una scheggia anteriore, è lacunosa a sinistra, mentre
l’elemento, che ha subito una riutilizzazione,
come dimostra l’incavo presente nella faccia inferiore e che interessa anche la parte inferiore
delle tre città dei primordi, Lavinium, Alba e
Roma12 alla fine della guerra latina13, con la
vittoria di Roma e l’accettazione del mito
troiano da parte della città egemone14,
divenendo da sacra dei Latini sacra populi
Romani deum Penatium quae Lavini fierent15,
sacra principia p(opuli) R(omani) Q(uiritium)
quai apud Laurentis coluntur16, pignora
[- - - simulacra d(eum) P(enatium)] P(ublicorum) p(opuli) R(omani) Q(uiritium) du#[enda curav- - - -]
Troiae17 o Penati nostri18.
Nella città latina, i Penati erano posti nello
stesso tempio di Athena19 (Myndía Pallenìs20 o
Athena Iliàs21), nel quale era contenuto il
Palladio portato da Enea in Italia22, e associati
con Vesta nel sacrificio23 annuale dei
magistrati romani cum imperio, i quali cum
adeunt magistratum Lavinii rem divinam
faciant Penatibus pariter ac Vesta24,
probabilmente per rinnovare annualmente il
trattato sacro tra Roma e la città latina25.
Altrettanto facevano consoli ed imperatores
che stavano per recarsi in armi nelle province26
o gli imperatori, come nel caso di Marco
Aurelio, al loro ritorno da guerre vittoriose e
dopo il trionfo27.
Assai controversa la datazione dell’origine e della diffusione della saga laviniate di Enea,
che, strettamente connessa alla nascita del culto
dei Penati e giudicata di formazione locale e
del tutto indipendente da apporti greci28 od
etruschi29, potrebbe essere stata conosciuta già
nel VII secolo30 o nel VI31, ma con una decisa
affermazione nel IV in concomitanza della fine
della guerra latina32, quando, nello stesso
periodo del rinnovo dell’antico foedus religioso
con Roma, una tomba principesca a tumulo
dell’orientalizzante antico (680a)33 venne
trasformata in quell’heroon PatrÕj qeoà
cqon…ou, Ój potamoà Numik…ou ·eàma dišpei
ricordato da Dionigi34 presso il fiume Numico,
nelle cui acque era scomparso Enea durante la
battaglia contro Mezenzio35 e compreso
nell’Aphrodision meridionale36.
delle prime lettere, è completo.
È probabile che l’iscrizione sull’architrave,
per la quale una datazione nell’ambito della seconda metà del I sec. a.C. potrebbe essere
giustificata dalla paleografia del testo2, sia in
relazione con una aedes dei Penati Publici
populi Romani Quiritium in cui erano state
portate, forse a cura del pontifex Volkani3 a
rappresentare il legame tra Roma ed Ostia
come prima avevano segnato la continuità tra
Troia e Roma attraverso Lavinio ed Alba, le
immagini delle divinità. I simulacri erano
probabilmente ispirati a quelli esistenti nel
tempio urbano edificato sulla Velia, gli unici di
cui conosciamo l’aspetto attraverso la
descrizione di Dionigi di Alicarnasso4, che li
definisce Trwikoˆ qeo… e ne ricorda l’iscrizione che li designa come Penati, ed il pannello
dell’Ara Pacis con la scena del sacrificio di
Enea5, in cui è raffigurato6, sullo sfondo e a
ridosso di una rupe, un tempio a cella
rettangolare con le immagini di due divinità
giovanili sedute a testa nuda e con asta nella
mano sinistra7, in un atteggiamento
corrispondente a quanto riferito dallo storico
microasiatico8.
I Penati, le divinità del penus, la parte interna
della casa, protettrici del focolare, della casa e
della patria9, risultano essere in origine divinità
specificamente latine, con carattere collettivo
ed indifferenziato10, venerate dapprima a
Lavinio, dove furono «troianizzate» con
l’affermazione della leggenda locale di Enea.
In tale ambito furono assimilate ai sacra portati
dall’eroe in Italia11 e mescolate alla nascita
12
A Lavinio, dove nell’ambito «dei suoi grandi santuari facilmente poterono essere recepiti
motivi dell’epos omerico»37, sarebbe stata la
presenza di un’antica divinità dai lineamenti indefiniti e connessa con il fiume Numico38, il
Pater Indiges39, l’elemento catalizzatore, con la sua identificazione e personalizzazione con
Enea40, nel favorire alla fine del IV secolo
l’accoglimento sostanziale e la trasmissione a Roma41 dell’epos dell’eroe troiano, che, oltre ad essere venerato come Lar Aenias (Aeneas
heros)42, a identificazione completata, ricevette
un culto come Aeneas Indiges43 Pater
Indiges44, Iuppiter Indiges45 o semplicemente
Indiges46.
Il tempio a capanna (kali£j)47 che ospitava i
Penati a Lavinio, interdetto agli stranieri e
fondato da Enea all’interno della città sull’alto del colle, lì dove la scrofa destinata al sacrificio
si era gettata a terra e poi, dopo aver partorito i
trenta maialini, era stata immolata agli qeoˆ
patrùoi48, è rappresentata sui rovesci di un
medaglione di Adriano49 e di due di Antonino
Pio50. Nel suo adyton, secondo Timeo51, come
riportato da Dionigi52, le divinità erano
custodite sotto forma di caducei in ferro e
bronzo53 e di un vaso di fabbricazione
troiana54. Tali Penati aniconici55 per F. Zevi56
sarebbero appartenuti ad un corredo funerario,
«anzi, senz’altro a quello della tomba del Pater Indiges, ritrovati in uno degli interventi
manumissori, e certamente non più capiti nella
loro funzione reale, bensì immaginosamente
interpretati conformemente a quella che si
riteneva la natura del divino progenitore del
tumulo» e quindi collocati tra i sacra di
Lavinio.
Mentre nella città latina gli dii Penates erano
venerati nella kali£j, a Roma i Penates
Publici lo erano certamente nel santuario posto
sulla Velia e forse, se essi si identificavano con
i sacra aniconici custoditi nei penetrali del
tempio di Vesta, mai definiti Penates, anche
nella aedes di questa dea57.
Se la più antica testimonianza del santuario
veliense, posto nella tradizione in relazione alla
domus di Tullo Ostilio o in coincidenza di
essa58, è conservata nella redazione
mediorepubblicana della lista dei sacrari degli
Argei, relativamente al sesto sacello59 dei 24 o
27 che la processione del 17 marzo toccava
attraversando le quattro regioni serviane60, la
datazione del culto, che non va annoverato tra
quelli «antichissimi, legati ai primordi della
città, alla sua origine»61, oscilla, insieme a
quelli del tempio, dal VII al III secolo a. C.
F. Zevi62, con l’affermare la cronologia più alta, vede in quelle della Velia, non solo per
l’ubicazione, ma anche per l’antichità delle statue di culto, giudicate da Dionigi63 di arte
arcaica64, le immagini dei Penati di Alba,
trasportate a Roma da Tullo Ostilio e sistemate
nella sua casa dopo la distruzione della città ed
il trasferimento dei suoi abitanti a Roma65. In
tal modo, il culto, di origine privata e legato
alla persona del re, sarebbe divenuto
pubblico all’inizio dell’età repubblicana66.
L’identificazione con i Penati di Alba67 - sulla
cui reale presenza nella città latina mancano
testimonianze nelle fonti - e una cronologia
così antica del tempio sono respinte da F.
Castagnoli68, che pensa alla creazione di uno
specifico santuario rispetto alla aedes Vestae
forse tra il 292 ed il 219a, anni che
corrispondono ad una lacuna del testo liviano.
13
Scarne le notizie tramandateci sul santuario
della Velia69: Varrone70 ricorda la costruzione
di una rampa che vi conduceva attraverso i
proventi dei beni sequestrati a due celebri
apertura delle sue porte73, mentre una sua
ricostruzione fu promossa da Augusto74 intorno
al 28a, in occasione della quale le statue
arcaiche, probabilmente in terracotta75,
potrebbero essere state sostituite da nuovi
simulacri poi riprodotti sul pannello dell’Ara
Pacis76.
truffatori, Numerius Equitius Cuppes e M’
Macellus71; un fulmine colpì il tempio nel
16772 a. C. e nel 165 si verificò la miracolosa
1
5004), quando probabilmente avveniva il sacrificio dei
magistrati romani cum imperio alla loro entrata in carica
(DUBOURDIEU 1989, p.360 s; cfr. infra).
14
Per i motivi della scelta dell’«opzione troiana» da parte di Roma, invece di quella greca e del rifiuto «della
qualifica di pólis hellenís che ripetutamente le verrà
offerta, sotto forme diverse, nel corso della sua storia»
(ZEVI 1980, p.273), cfr. ZEVI 1980, p.273 ss;
MOMIGLIANO 1988, p.173 ss. Di parere diverso F.
Canciani (CANCIANI 1981, p.195), per il quale il fine
politico dell’accettazione «di un eroe omerico come fondatore era presentarsi come città non barbara, ma
greca, in modo da facilitare i rapporti con le città greche
dell’Italia Meridionale e della Sicilia e con il resto del mondo greco».
15
ASCON., 21, 8.
16
CIL X 297 = ILS 5004.
17
SIL. IT., 568 s.
18
VARRO, LL, 5, 144.
19
CASTAGNOLI 1985, p.8. Per la Dubourdieu
(DUBOURDIEU 1989, p.221 s) l’unione in un solo santuario si sarebbe verificata al momento della
fondazione della città; successivamente i Penati
avrebbero avuto un tempio proprio.
20
LYCOPHRON., Alex., 1261 s; TORELLI 1984, p.19
ss.
21
STRABO, 6, 1, 14.
22
CASTAGNOLI 1985, p.7 ss; ID. 1981, p.158 ss.
23
MACROB., Sat., 3, 4, 11; SERV. DAN., ad Aen., 2,
296; cfr. CASTAGNOLI 1977, p.352, n.31;
DUBOURDIEU 1989, p.355 ss.
24
MACROB., Sat., 3, 4, 11; SERV. DAN., ad Aen., 2,
296; 3, 12; cfr. VERG. Aen., 2, 296. Allo stesso
sacrificio dovrebbero riferirsi anche Catone (SERV.
DAN., ad Aen., 10, 541 = fr. 55 Peter), Asconio
(ASCON., 18 – 19), lo scoliaste veronese dell’Eneide (SCHOL. VER. ad Verg. Aen., 8, 664), Servio (SERV.
ad Aen., 1, 239) e Osequente (OBSEQ., 24). Un legame
strettissimo tra i Penati e Vesta appare dalle
testimonianze di Macrobio e Servio - Daniel nei passi
citati. Inoltre la presenza di Vestali a Lavinio sembra
deducibile da PAUL. FEST., 4 L, da SERV. DAN., 3, 12
e da CIL XIV 2077 (cfr. CASTAGNOLI 1972, p.109).
25
POUCET 1992, p.263.
26
VAL. MAX., 1, 6, 7; cfr. OBSEQ., 24; SERV., ad
Aen., 3, 12; cfr. DUBOURDIEU 1989, p.356 s.
Alle immagini dei Penati veliensi va forse
riferita la notizia di Svetonio77: Ultimo templis
compluribus dona detraxit simulacraque ex
auro vel argento fabricata conflavit, in iis
Penatibium deorum, quae mox Galba restituit.
L’aula, nata in epoca traianea, divenne, forse con la
nascita delle Terme del Foro, cui è contigua, una latrina;
successivamente, in connessione con la fase teodosiana
di quell’impianto termale cui fu allora annessa come il comunicante ambiente A (CICERCHIA 1992, p.45 ss),
fu monumentalizzata con la chiusura dei canali di scolo,
per la quale in quello meridionale fu adoperato l’epistilio in oggetto, la pavimentazione in bipedali di riuso, la
creazione di una vasca quasi centrale circondata da
colonne o pilastri di cui restano le sottobasi.
2
BARBIERI 1958, p.159.
3
Per le attribuzioni del pontifex Volkani cfr. GROSSO
1959, p.267 ss; MEIGGS 1973, p.337 s.
4
DION. HAL., 1, 68, 1 – 2. Per l’analisi del passo cfr. DUBOURDIEU 1989, p.419 ss. Le statue dovevano
essere identiche a quelle di Lavinio o comunque
esemplificate su di esse (MAMBELLA 1994, p.290).
5
CANCIANI 1981, p.391, 165, ivi bibl.
6
Nella scena, pur ambientata a Lavinio, secondo F.
Castagnoli, il tempio rappresentato sullo sfondo è quello
della Velia (CASTAGNOLI 1981, p.161, n.9); per
risolvere questa aporia A. Dubourdieu (DUBOURDIEU
1989, p.213 ss, passim) ha pensato che l’edificio sia in realtà la cappella mobile con cui Enea aveva portato in
Italia i Penati e che le statue, quelle di Lavinio quindi
(DUBOURDIEU 1989, p.285, 424 ss), non siano al suo
interno, ma davanti. R. Mambella (MAMBELLA 1994,
p.298 s, 4) identifica il tempio con quello di Lavinio (cfr.
infra).
7
SERV., ad Aen., 3, 174; 2, 325.
8
A differenza delle immagini sui coni monetali
repubblicani (MAMBELLA 1994, p.290 c), 6 – 8), che
mostrano i Penati assimilati al tipo dei Dioscuri, con un
rapporto dovuto a pura ispirazione iconografica
(CASTAGNOLI 1977, p.352; ID. 1989, p.X;
DUBOURDIEU 1989, p.430 ss) oppure a speculazioni
sincretistiche di ispirazione ellenistica (PUGLIESE
CARRATELLI 1962, p.21 ss).
9
DUBOURDIEU 1989, p.13 ss.
10
MAMBELLA 1994, p.288 ss.
11
DION. HAL., 1, 55, 5; 67, 1, 3; cfr. CASTAGNOLI
1972, p.97 ss; ID. 1989, p.IX.
12
POUCET 1992, p.263.
13
Proprio nel 338a, tra Roma e Lavinio venne rinnovato
un foedus sacro ribadito annualmente il decimo giorno
delle Ferie Latine (LIV., 8, 11, 15; cfr. CIL X 297 = ILS
14
27
45
28
46
SHA, Marcus, 27, 4.
CASTAGNOLI 1972, p.96 ss.
29
PALLOTTINO 1958, p.339.
30
TORELLI 1984, p.195; ZEVI 1980, p.288, passim;
ID. 1981, p.157.
31
PALLOTTINO 1958, p.339; CASTAGNOLI 1981,
p.159; DUBOURDIEU 1989, p.314 ss.
32
CASTAGNOLI 1972, p.98 s; SOMMELLA 1971 –
1972, p.73 s; CASTAGNOLI 1977, p.354; ID. 1981,
p.159; GIULIANI 1981, p.162; CASTAGNOLI 1989,
p.X.
33
SOMMELLA 1971 – 1972, p. 47 ss; ID. 1976, p.306.
Alcune osservazioni sul periodo di formazione e di
diffusione della leggenda e sulla cronologia del cenotafio
sono state avanzate da F. Zevi, che ha posto l’origine di quest’ultimo non nel IV secolo a. C., ma intorno al 560 a,
con una trasformazione della tomba in heroon mediante
una cerimonia di riconsacrazione (ZEVI 1980, p.278 ss;
ID 1981, p.158); la nascita del mito va invece collocata
nel VII secolo avanzato e nel VI, mentre il floruit non
può scendere oltre il V (ZEVI 1980, p.288, passim).
Analoghe considerazione in TORELLI 1984, p.189 ss.
34
DION. HAL., 1, 64, 5; cfr. OVID., Met., 14, 607;
Origo Gentis Romanae 14, 4; SERV., ad Aen., 1, 259;
SCHOL. VERON., ad Verg. Aen., 1, 259; PAUL. FEST.,
94 L, dove il cenotafio è definito templum. Per
l’identificazione tra il monumento scoperto nel 1968 e quello citato da Dionigi cfr. SOMMELLA 1971 – 1972,
p.72 ss.
35
TORELLI 1984, p.173 con n.58.
36
CASTAGNOLI 1981, p.160; cfr. TORELLI 1984,
p.157 ss
37
CASTAGNOLI 1981, p.159. Per i santuari laviniati
cfr. CASTAGNOLI 1972, p.105 ss; ID. 1981, p.159; ID.
1985, p.7 ss.
38
ARNOB., Adv. Nat., 1, 36. Nella figura va visto «un
summus pater (di qui la sua secondaria assimilazione a
Iuppiter) dai caratteri ctoni, personificazione degli
antenati divini del nomen Latinum» (TORELLI 1984,
p.175).
39
Individualizzato come Sol Indiges nel lucus presso la
costa (PLIN., N. H., 3, 5, 56). Come Sol Indiges la
divinità, trapianto romano di quella laviniate (TORELLI
1984, p. 175 ss), è presente anche a Roma, dove è
ricordato nel calendario all’11 dicembre, quando si celebravano l’Agonium Indigeti (IIt XIII, 2, p.535 s;
LID., de mens., 4, 155; cfr. TURCHI 1939, p.102 s),
mentre il nove agosto in colle Quirinale avveniva il
sacrificium publicum Sol(is) Indigetis (IIt XIII, 2, p.493).
40
CASTAGNOLI 1972, p.100.
41
Dove sarà accettato ed inserito, insieme ai Penati,
«nell’ideologia delle origini di Roma» (CASTAGNOLI 1989, p.X).
42
Nel cippo (AE 1960, 138; ILLRP 1271; GUARDUCCI
1971, p.73 ss) databile alla fine del IV secolo e
proveniente dal santuario di Tor Tignosa (VERG., Aen.,
7, 81 – 84; PROB. Georg. 1, 10; CLAUD. DONAT.,
Aen. 7, 80; VITRUV., 8, 3, 2; cfr. TORELLI 1984, p.179
ss.
43
VERG., Aen. 12, 794 s; SCHOL. VERON., ad Verg.
Aen., 1, 259; MART. CAP., 6, 637.
44
Origo Gentis Romanae, 14, 4; SOLIN., 2, 14; CIL X
8348 = I2, p.189, n.1 = ILS 63 = IIt XII, 3, p.69, 85.
LIV., 1, 2, 6; SERV., ad Aen., 1, 259.
TIB., 2, 5, 39 – 44; OVID., Met., 14, 607 s; GELL., 2,
16, 9; SERV. DAN., ad Aen., 1, 259; PAUL. FEST., 94
L.
47
La forma a capanna ricorda quella del tempio di Vesta
sul Foro (CASTAGNOLI 1972, p.115, cfr. p.109).
48
DION. HAL., 1, 57, 1; cfr.56, 1 ss.
49
BANTI 1984, II, 2, 798.
50
BANTI 1984, II, 3, 584 – 585. In DUBOURDIEU
1989, p.225 – 228, il tempio è ritenuto quello di Vesta a
Roma. In un terzo rovescio di un medaglione di
Antonino Pio degli anni 145 – 146 (CASTAGNOLI
1972, p.81, 182, fig.88) il sacrificio di Enea avviene
davanti ad un tempio tetrastilo dal tetto conico
(DUBOURDIEU 1989, p.225).
51
F GrHist 566, F 59.
52
DION. HAL., 1, 67, 4.
53
Interpretati come bastoni araldici (DUBOURDIEU
1989, p.264 ss; MAMBELLA 1994, p.289).
54
Più che dei Penati stessi si tratterebbe del loro corredo
(MAMBELLA 1994, p.290).
55
A Lavinio dovevano comunque esistere delle statue
dei Penati, come si evince dall’episodio del loro mancato trasferimento ad Alba dopo la fondazione di questa città
(DION. HAL., 1, 67, 1 – 2; cfr. CASTAGNOLI 1981,
p.159). Anche Licofrone (Alex., 1261 s) parla di
¢g£lmata patrùn qeîn.
56
ZEVI 1980, p.286.
57
La presenza dei Penati nel tempio di Vesta sul Foro,
tradizionalmente riconosciuta, ma solo in base al passo
di Tacito (ann., 15, 41), non è unanimamente accettata.
Per lo stato della questione cfr. PALOMBI 1999, p.75.
Nel Feriale Cumanum (IIt XIII, 2, p.279, 13 – 14) al 6
marzo è riportato: [pridie non. Mart. Eo die Caesar
pontifex m]aximus creatus est. Supplicat‹i›o Vestae dis publ(icis) P(enatibus) p(opuli) R(omani) Q(uiritium).
58
VARRO apud NON., 531, 19: Tullum Hostilium in
Veliis ubi nunc est aedis deum Penatium; SOLIN., 1, 22:
Tullus Hostilius in Velia, ubi postea deum Penatium
aedes facta est; cfr. DUBOURDIEU 1989, p.399;
COARELLI 1995, p.204.
59
VARRO, LL, 5, 54.
60
VARRO, LL, 5, 45 ss,; 7, 44; LIV., 1, 21; OVID.,
Fast., 3, 791; cfr. TURCHI 1939, p.50; DUMÉZIL 1966,
p.435.
61
ZEVI 1981, p.156.
62
ZEVI 1981, p.156 ss; COARELLI 1983, p.56 s, 70 s,
77; DUBOURDIEU 1989, p.446 ss; cfr. TURCHI 1939,
p.15.
63
DION. HAL., 1, 68, 2.
64
Forse perché di terracotta (cfr. infra).
65
LIV., 1, 29, 1 ss; DION. HAL., 3, 29, 5 ss; 31, 1 – 5.
66
COARELLI 1983, p.56 s; 70 s; 77.
67
Gli dei condotti da Enea a Lavinio (DION. HAL., 1,
67, 1 – 2; VAL. MAX., 1, 6, 7; NEP., ep., 9, 8; Origo
Gentis Romanae, 17, 2) e chiamati dai Romani Penati
(DION. HAL., 1, 67, 3) furono portati da questa ad Alba
quando Ascanio fondò la città e sistemati in un tempio
appositamente costruito; la notte successiva o il giorno
dopo, nonostante le porte chiuse ed i muri ed il tetto
intetti, si trovò che le statue erano ritornate sopra i
vecchi basamenti nella città madre: Riportate di nuovo
15
72
ad Alba, tornarono ancora, miracolosamente, a Lavinio,
da dove nessuno osò muoverle per la terza volta.
68
CASTAGNOLI 1989, p.VIII. Con tale tesi concordano
tanto il Poucet (POUCET 199, p.264) quanto lo
Ziolkowski (ZIOLKOWSKI 1992, p.128). Anche il
Dumézil (DUMÉZIL 1966, p.343) ritiene che il tempio,
quale specifico luogo di culto, risalga al III secolo a. C.
69
Per la cui posizione cfr. PALOMBI 1999, p.76 ss.
70
VARRO apud DON., Ter. Eun., 2, 2, 25.
71
La confisca va datata al 179a in base a FEST, 112 L.
LIV., 45, 16, 5.
OBS., 13.
74
RGDA, 19, 2. Alla dedica della nuova aedes Degrassi
(IIt XIII, 2, p.154, 14; 155; cfr. 521) riferisce la
ricorrenza del 14 ottobre ricordata nei Fasti augustei viae
Ardeatinae: Penat(ibus) in Velia.
75
ZIOLKOWSKI 1992, p.128.
76
ZIOLKOWSKI 1992, p.135 s, n.11.
77
SUET., Nero, 32, 4.
73
16
indice generale►
FORO DELLA STATUA EROICA (XIII, 2),1 1996
6. FRAMMENTO DI LASTRA ISCRITTA
Inventario 58438. Lapidario ostiense. Marmo
bianco; cm 14,2 x 4,3 x 2,7; lettere 3,7; 4,5.
Superfici lisce.
-----[- - -]V[- - -]
[- - - ]A[- - - ]
------
1
I materiali iscritti, soprattutto lastre, recuperati (CIL
XIV 4563, 5; inventario 9104 a –c; 9106) nel corso degli
anni nel Foro della Statua Eroica, sorto nel IV secolo al
posto di un impianto termale adrianeo, ancora in
funzione in epoca severiana - come dimostrano i bolli
CIL XV 169 b*, 371 a, quest’ultimo da una modifica di Iscrizioni ostiensi
uno dei praefurnia del lato sud, rinvenuti nel 1996 nel
corso di restauri al complesso - sono certo stati
riutilizzati nelle pavimentazioni di questa fase tarda
(BECATTI 1953, pp.159 e 238; MEIGGS 1973, p.147;
HERES 1982, p.389; CICERCHIA, MARINUCCI 1992
b, p.20 ss)
17
7. BASETTA FRAMMENTARIA
Inventario 58439. Lapidario ostiense.
anche come patrono libertor(um) et servor(um)
Granito grigio; cm 13,2 x 25 x 15,5; lettere
publicor(um). Nell’iscrizione opistografa 2,2/2,5; 2,2/2,5; 2,2/2,8. Lettere rubricate.
proveniente dal Campo della Magna Mater2 i
Punti diacritici circolari alla l. 3. Superficie
liberti e gli schiavi pubblici, qui in corpore
iscritta gradinata. Sulla faccia superiore della
sunt e che costituivano il solo personale
basetta, di cui resta la parte sinistra, incasso
amministrativo stabile della colonia3, sono
quadrangolare con resti di piombo.
associati con i littori nelle spese della
I dedicanti delle immagini applicate sulla
costruzione e quindi con gli stessi littori, i
base (restano l’incasso ed il piombo che fissava viatori e gli honore usi, cioè gli ex littori e
quella di sinistra) appartengono al corpus
viatori4, nell’ampliamento del tempio di familiae publicae libertorum et servorum di
Bellona. Dei nomi dei due personaggi, non
1
Ostia , anch’esso partecipe alla dedica e noto
compresi nell’albo CIL XIV 255, Heraclides
dall’albo CIL XIV 255 (ILS 6153;
(SOLIN 2003, p.523 ss) ha scarse attestazioni
CÉBEILLAC-GERVASONI,
CALDELLI,
ad Ostia (inv.7271; 10971; MAZZOLENI
ZEVI 2010, p. 173 s, 40.2), dalla base CIL XIV
1983, p.253 s, n.253; NUZZO 1999, A 7),
32 con dedica alla corporazione di un signum
mentre Nicomacus (SOLIN 2003, p.123 s), qui
Martis, dall’ara funeraria CIL XIV 409 (ILS
nella forma senza aspirazione come di norma
6146) posta da Cn. Sentius
nelle
iscrizioni
tardo
Heraclides
[-]
Lucilius Gamala Clodianus
repubblicane,
vi
è
al padre adottivo Cn.
documentato per la prima
Sentius Felix, ricordato
volta.
Nicomacu[s - - - ]
et famil(ia) .[ublica - - -].
1
3
2
4
MEIGGS 1973, p. 182, 226, 380.
CALZA 1943, p.199 s, n. 1 a – b (AE 1948, 27);
PELLEGRINO 1987, p.193 ss, n.7, fig. 11 - 12).
Iscrizioni ostiensi
PAVOLINI 1986, p.32, 35, 41, 44.
MEIGGS 1973, p.182; cfr. BLOCH 1953 b, p.241, n.3
(MARINUCCI 1992, C 93).
18
8. FRAMMENTO DI RILIEVO
Inventario 58440. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 8,7 x 12,4 x
3,9/4,6; lettere 2,2/2,4; altezza fascia
iscritta 3,7. Superficie iscritta liscia.
Al di sopra della fascia iscritta parte
inferiore di figura panneggiata con
piede destro.
[- - -]o Verat[io - - -].
Per Verat[ius] (SCHULZE 1904,
p.379), usato anche come cognome
cfr. CIL XIV 203; 258, I, 3-4; 326,
add., p.615; 352; 685; 882; 1746;
4569, I, 17.
9. FRAMMENTO DI ALBO DI CORPORAZIONE
Inventario 58441. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 10,2 x 11,4 x 1,2/1,6;
lettere +0,5; 2; 1,7; +1,8. Superfici lisce.
Il frammento conserva i resti di una
colonna di nomi dei corporati.
-----[- - -]++[- - -]
[- - - Fe]licianus [- - -]
[- - -]eratus [- - -]
[- - -]scianus [- - -]
------
Iscrizioni ostiensi
19
10. FRAMMENTO DI ALBO DI CORPORAZIONE CON CORNICE
Albo collegiale in frammenti.
Inventario 58442 + 8443 b (a) + 8443 a (b) +
8443 c (c) + 8447 (d). Lapidario ostiense.
Marmo grigio. a) cm 21 x 21,5 x 3,3/3,5; b) 23
x 36 x 3,7/5,1; c) 14,5 x 15 x 4/4,8; d) 14,8 x
10,3 x 3,8/4; specchio epigrafico superstite a)
21,5 x 15,5; lettere a) + 0,3; 1,5; 1,5; 1,5, 1,4;
1,4; 1,6/1,3, 1,6/1,4; b), I: 1,6; 1,8; 1,8; 1,6;
+0,6; II: +1,6; 1,5/1,6; 1,3/1,5; 1,7; 1,8/1,9;
1,4/1,6; 1,7/1,8; 1,6; 1,6; 1,4; c) 2, 1,6/1,7;
1,7/1,8; 1,8; + 02; d) 1,7; 1,9, 1,9, +0,2. 
1,3/1,7. Superficie iscritta e retro lisci.
Il
frammento
inventario
58442
proveniente dal Foro della Statua Eroica
costituisce la parte superiore di quello 8443 b,
cui si collega perfettamente a costituire la
nostra parte a), da collocare sul lato sinistro
dell’albo, come dimostra la parte di cornice conservata;; quest’ultimo frammento, a sua volta, era parte non congiungente di un albo
collegiale di cui, fino ad oggi, erano stati
riconosciuti come pertinenti quattro frammenti,
uno dei quali edito in CIL XIV 4592 e
rinvenuto, come gli altri, nell’area compresa tra il portico nord-est del Foro, via dei Lari, il
Decumano massimo e via di Diana (R. I, II, 25)1 indagata tra il 1912 ed il 1916 e posta a
nord del complesso della Statua Eroica. Ad
esso, nel corso degli anni, è stato congiunto sul
lato sinistro un secondo pezzo, costituendo
l’inventario 8443 a e la nostra parte b), posizionabile in alto ed al centro dell'albo e
recante i resti di due colonne di nomi. Gli altri
due pezzi, 8443 b e 8443 c, erano
semplicemente stati ricondotti all’albo senza, ovviamente, una collocazione precisa, come è
tuttora confermato per la parte c). Ai precedenti
è stato ricollegato anche quello CIL XIV 4596
(inventario 8447), che costituisce ora la parte
d) e proviene dalla stessa settore della I
Regione.
CIL XIV 4592 (b pars); 4596 (d).
a), colonna del theta nigrum aggiunta
abbassando il piano a fianco della cornice.
4 – 5, possibili integrazioni dei nomina sono
Postumius
(SCHULZE
1904,
p.215),
Postumuleius (SCHULZE 1904, p.214, 459 s)
e Postumulenus (SCHULZE 1904, p.215),
documentati ad Ostia, il primo in CIL XIV 246,
III, 24;; 4569, XIII, 2, cui si aggiunge l’inv.
6097 ed il terzo nell’inv. 63767, assente invece il secondo.
b), 1-2 fortemente usurate e poco leggibili la
lettura è quella incerta di CIL XIV 45923, cui
si aggiungono due resti di lettere alla fine delle
due linee.
4, l di Fulvius e di Eulu+ di forma particolare;
parte della riga su rasura.
6, i del gentilizio su rasura di precedente u.
8, iniziale del cognome potrebbe essere anche
M.
9, la prima lettera conservata potrebbe essere
anche f.
d), 3, l di Flabiu[s] aggiunta in seguito.
4, la lettera frammentaria potrebbe essere anche
s.
a)
-----[ M. [- - -]
 M. [- - -]
 T. S[- - -]
 L. Po[s- - -]
5
 L. Pos[- - -]
A. Egri[lius - - -]
C. Novi[us - - -]
L. Octav[ius - - -]
[- - -]+[- - -]
a
-----20
b)
-----[- - -]ri(s) V+[- - -]
[- - -]mioniu(s) G+[- - -]
[ -] Flavius Lu[- - -]
C. Fulvi«us Eulu+»[- - -]
-----[- - -]tus
5
L. Aemilius Prim[- - -]
[- - -]eus
C. O+[- - -]+«i»us Vitali[s - - - ]
[- - -]lis
M. V[- - -]us Polutim[us - - -]
[- - -]s
[ C. C[- - -]us Felic[issimus - - -]
[- - -]
[T. [- - -]nius A[- - -]
[- - -]
10
[ - - -]eliu+ [- - -]
------
-----
b
21
c)
-----[- - -]us M[- - -]
[ - F]uriu[s - - -]
[- V]aleriu[s - - -]
[ ? -] Allius [- - -]
5
[- - -]+++[- - -]
c
------
d)
-----[- - -]eu1[- - -]
[- - -] Teren[tius - - -]
[- - - ] F’l’abiu[s - - -]
[- - -] #[- - -]
------
d
1
PARIBENI 1916, p.425, i. Il frammento (ora b, parte
destra) è stato rinvenuto nel 1914 nel Thermopolium di
via di Diana (GS 1914, n.9419), mentre quello sinistro
proviene sempre dalla medesimo settore dello scavo, in
cui è stato trovato nel 1916 (GS 1916, n.10243); la parte
Iscrizioni ostiensi
inferiore della nostra a) (inv.8443 b), inedita, proviene
dai movimenti di terra fatti davanti alla porta orientale
del castrum (GS 1914 n.9329). Quella d) è stata
recuperata anch’essa dal Thermopolium nel 1914 (GS
1914, n.9417) insieme al frammento destro di a).
22
11. FRAMMENTO DI ALBO COLLEGIALE IN DUE PARTI NON CONGIUNGENTI
Inventario 58443 a - b. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; a) cm 9,8 x 4,5 x 2,8/3,1: b) 16,
5 x 12 x 2,8/3,1; lettere a + b) c. I +1; +1,8; 1,7;
1,8; 1,8; 1,8; c. II +1,8. Superficie anteriore
liscia e corrosa; retro liscio.
Le due parti, pur non congiungenti,
conservano i resti di una colonna di corporati e
l’inizio di una seconda, indicata da un solo prenome frammentario.
Tra i cognomi Felicianus (KAJANTO 1965,
p.273) è abbastanza diffuso. Frequentissimi
Charito (SOLIN 2003, p.491, 1449), anche
femminile (CIL XIV, 1690), Carpus (SOLIN
2003, p.1193) e Crescens (KAJANTO 1965,
p.20, 26 bis, 29, 43, 64, 93 s, 234, cfr.357). Al
contrario Euhelpistus (SOLIN 2003, p.64,
1463) non aveva in precedenza nessuna
attestazione.
a+b
-----[- - -]+V+[.]+A+[- - -]
[- - -] Feli[c]ianus
C. [- - -]
[- - -]iu[s Ch]arito
[- - -] Carpus
5
[- - - Cre]sces
[- - - ] 0is
------
a
Iscrizioni ostiensi
b
23
12. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 58444. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 5,4 x 14,3 x 4,8; lettere 1,8.
Superfici lisce. Margini a sinistra ed in basso.
A sinistra foro passante per l’affissione.
-----[in fronte p(edes) - - -,]
in agro p(edes) +[- - -].
13. FRAMMENTO DI LASTRA CON CORNICE
Inventario 58445. Lapidario ostiense.
Marmo lunense; cm 11,8 x 16,7 x 3,2/4,3;
specchio epigrafico +11,8 x +12; lettere +1; 2;
1,9/2.
Margine a destra. In alto taglio regolare per
riuso. Superficie anteriore liscia; retro
scalpellato.
-----[- - -]ae
[- - -]óro
[- - -]ullo
------
Iscrizioni ostiensi
24
14. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE
Inventario 58446. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 12,6 x 13 x 2; specchio
epigrafico 9,8 x 9; lettere 2,3; +2,2. Punti
diacritici triangolari alle ll. 1 – 2.
Superficie anteriore liscia; retro
scalpellato. Ritagliata in basso per il riuso.
[D(is) M(anibus).]
P. Ge+[inus - - -]
sibi e[t - - -]
------
15. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 58447. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 9,5 x 8 x 3,8; lettere
+3,5. Superficie iscritta liscia; retro
scalpellato; margine in basso.
-----[- - -]V[- - -]
Iscrizioni ostiensi
25
16. FRAMMENTO DI LASTRA OPISTOGRAFA
Inventario 58448. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 6 x 6 x 1,7; lettere A) 3,3;
B) 3,2. Margine in alto. Superfici lisce.
A
[- - -]DI[- - -]
------
A
B
[- - -]s [- - -]
------
B
17. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 58449. Lapidario ostiense.
Marmo grechetto; cm 9 x 10,6 x 1,1; lettere 6.
Punto diacritico triangolare alla fine della linea.
Superfici lisce. Margine a destra.
-----[- - -] 3m
------
Iscrizioni ostiensi
s
26
18. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 58450. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 14 x 17,5 x 5,5; lettere 2,4;
+4,5. Punto diacritico triangolare alla 1.1.
Superficie anteriore liscia; retro scalpellato.
Margine in alto. Lettere rubricate.
.
[- - -]ci [- - -]
[- - -]a [- - -]
------
19. FRAMMENTO DI DEDICA
Inventario 58451. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 22 x 28 x 3,1; lettere
+5,5; +4,7. Superficie iscritta gradinata;
retro liscio.
L 1, doveva esservi indicato il nome
[Tr]aia[n-], facendo riferire l’iscrizione ad uno tra Traiano ed Adriano (Traianus
Hadrianus Augustus) oppure L. Elio
Cesare e Antonino Pio, nella cui titolatura
era espressa la discendenza da Adriano e
da Traiano1; nella l.2 era espresso il
pontificato
massimo
[p(ontifici)]
m(aximo).
-----[- - - Tr]aia[n- - - -]
[- - - p(ontifici)] m(aximo) [- - -]
------
1
Cfr. ILS 328, 331, 332, 333, 334, 335, 336, 339, 340,
343.
Iscrizioni ostiensi
27
indice generale►
VIA
DELLE TERME DEL MITRA, 7/10/1981
20. FRAMMENTO DI LASTRA CON CORNICE
Inventario 41375. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 11,6 x 21 x 3,6;
specchio epigrafico +11,6 x +15; lettere +2;
3,5; +1. Superfici lisce.
-----[- - - ] 0ar(iorum)
[- - - de]cret(o)
corporazione o espressione di essa, doveva far
riferimento ad una dei rari collegi ostiensi la
cui abbreviazione terminava per – rar-, i
navicularii lyntrarii (CIL XIV 4459 = ILS
1442; LICORDARI 1974 b, p.314 ss, 318 s) ed
il corpus treiectus marmorariorum (CIL XIV
425).
[decur(ionum) pu] "[lice].
L.1, se, come parrebbe, il minuscolo
frammento della prima lettera conservata può
riferirsi ad una r, il dedicante, comunque una
21. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 41376. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 13,3 x 22,4 x 3,5; lettere
2,6; 2,6. Punto diacritico triangolare alla l.1.
Superficie iscritta liscia; retro scalpellato.
Margini a sinistra ed in basso. La presenza
delle linee di guida per l’incisione presuppone una terza linea iscritta, centrata rispetto alle
superiori.
Per l’omissione del prenome, che comincia a scomparire nelle classi inferiori già nel I e nel
II secolo d. C., cfr. THYLANDER 1952, p.77
ss. Mentre il gentilizio Rabilius (SCHULZE
1904, p.91, 219, 443) non ha attestazioni ad
Ostia, Pylades (SOLIN 2003, p.561, 1450) è
abbastanza diffuso nel contesto ostiense portuense (CIL XIV 853, 1393, 4624, 4825,
5370, I, 10; IPO A 229; inv. 6395, I, 4; 31021).
-----[- - - incompa]=
rabili A[- - -]=
[- - -] Pylad[es - - -]
[- - -]
Iscrizioni ostiensi
28
indice generale►
REGIO II
PIAZZALE DELLE CORPORAZIONI (VII, 4)
22. FRAMMENTO DI LASTRA, 1981
Inventario 41387. Lapidario
ostiense.
Marmo bianco; cm 16,3 x
27,8 x 6,5; lettere +13,2.
Punto diacritico triangolare.
Superficie iscritta gradinata;
retro scalpellato.
-----[- - -]rt( ) [- - -]
------
23. SCHEGGIA DI BASE DI STATUA, 1981
Inventario 44113. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 47 x 20,7 x 27; a. fascia
iscritta 4; lettere 3,2. Superficie iscritta liscia.
Restano parti di due lati; quello iscritto,
relativo ad uno dei lati minori, presenta, al di
sotto della fascia iscritta, un campo rettangolare
forse rilisciato e con tracce di rasura.
[- - - de]dic(ata) [- - -].
Iscrizioni ostiensi
29
24. FRAMMENTO DI LASTRA CON CORNICE, 1992
Inventario 58453. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 32 x 22,5 x2,5/2,9;
specchio epigrafico +24,2 x +13; lettere 3,7/4;
3,6/3,4. Superficie iscritta gradinata; retro
scalpellato. Margini a destra ed in basso. A
destra foro circolare per grappa.
-----[- - - ip]sius;
[l(ocus ) d(atus) d(ecurionum)] d(ecreto) p(ublice).
25. SCHEGGIA DI BASE DI STATUA CON CORNICE, 1992
eius fidem ac merita erga rem publicam4. La
terza conterrà il nome dei curatori, cur[antibus
- - -].
Nel secondo caso i dedicanti saranno stati
espressione del collegio come l’univ[ersa
plebs], gli univ[ersi honorati] 5, l’univ[ersus
numerus] 6, in questo caso in riferimento ai
fabri tignuarii; la l. 2 andrà completata in
patro[no optimo ob merita s. p. p.] o in una
formula più enfatica quale ob plurima eius
benefic(ia) in rem public(am) sua conlata7
oppure ob insignem amorem eius in omnibus8;
nella terza troveremo i quinquennali curatori
della dedica: cur[a(m) agentibus - - -].
Inventario 58452. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 20,8 x 23,7 x 10,2;
specchio epigrafico +18 x +11,2; lettere +0,6;
3,7; 2,8/3,2; +3. Superficie iscritta gradinata.
Margine a sinistra.
L’iscrizione, genericamente data-bile al IV
secolo d. C. in base al ductus epigrafico,
potrebbe riferirsi tanto ad un patrono della
colonia1, quanto ad uno di corporazione. Nel
primo caso alla l.1 gli autori della dedica
saranno stati gli univ[ersi cives Ostienses] 2 o
coloni; la seconda riga vedrà, accanto a
patro[no], le motivazioni della dedica, quali,
ad esempio, ob insignem eius adfectionem3, ob
30
-----+[- - -]
univ[ersi cives Ostienses ?]
patro[no - - -]
22
cur[antibus - - -]
------
1
3
Onore ancora attestato agli inizi del IV secolo d. C.
come dimostra la carriera di Manilius Rus[ticianus] (CIL
XIV 4455; PLRE I, s. v. Manilius Ru(sticianus?) 2; cfr
MEIGGS 1973, p.179, 180, 197, 206 – 208.
2
Cfr. CIL XIV 5334 (MARINUCCI 1992, C 13 b);
BLOCH 1958, p.213, n.5, tav.XXV, 4.
Iscrizioni ostiensi
CIL XIV 5340.
CIL XIV 4455.
5
Cfr. CIL XIV 370.
6
Cfr. CIL XIV 374.
7
BLOCH 1953 b, p.297, n.62, fig.47.
8
Cfr. CIL XIV 5344.
4
31
indice generale►
REGIO III
EDIFICIO VIII, 1, 1976
26. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE
Inventario 58475. Lapidario
ostiense.
Marmo bianco; cm 19,5 x 27 x
3,7/6; specchio epigrafico +8 x
+15; lettere +4,7. Superficie
anteriore gradinata; retro
scalpellato. Margini in alto ed a
sinistra. Foro per grappa in alto.
Sex. [- - -]
------
indice generale►
RINVENIMENTI SPORADICI
27. FRAMMENTO DI LASTRA. 20/1/1984
Inventario 41372. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 10,2 x 8,2 x 2,5; lettere
+1,1; 2,1; 2,2; +0,2. Superfici lisce.
-----[- - -] IL[- - -]
[- - -]HA+[- - -]
[- - -]us T[- - -]
[- - -]+[- - -]
------
Iscrizioni ostiensi
32
indice generale►
REGIO IV
TERME DEL MUSICIOLUS1, GRADINI DELLA VASCA DEL FRIGIDARIUM, 28/4/1984
28. LASTRA FUNERARIA RITAGLIATA
Inventario 41347. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 18,8 x 43,5 x 2,1; lettere
+3; 2,7; 0,7/2,8; 2,5/2,7; 2,4; +0,6. Punti
diacritici triangolari alle ll.2 – 5. Superfici
lisce. Ritagliata a scalpello sui quattro lati per il
riutilizzo, cui si deve il foro circolare per
grappa sul lato destro.
2, etus per itum; Quirina (tribu) su rasura;
un Iul. Onorat[us] è in CIL XIV, 4569, XIII,
20; 3, e di (h)er(es) aggiunta in piccolo (0,7)
sopra la linea. Una Iulia Optata è in CIL XIV
1215.
4 - 5, il gentilizio Prastinius (SCHULZE 1904,
p.91) è attestato poche volte ad Ostia (CIL XIV
1506, Prastinia Quinta; inv.7929; 18144),
mentre il cognome Asclepiodota (CIL XIV
521?) è piuttosto documentato nella forma
Asclepiodote (SOLIN 2003, p.33, 35) sia ad
Ostia che nella necropoli di Porto all’Isola
Sacra (CIL XIV 648, 836, 1059, 1060, 1226,
-----[i]n hoc sepulcro monument[o]
itum habet Q. Iul(ius) C. f(ilius) «Quirina (tribu)»
–
–
Honoratus et (h)‘e’r(es) Iul(ia) Optata Iun)[a]=
na; concessum sibi a Prastinia, [As]=
5
clepiodotae herede, lib(ertis) lib(ertabus)
1294). La tribù Quirina2,
qui in extenso, indica
un’origine africana di Q.Iulius
Honoratus3,
avallata dal cognome,
particolarmente diffuso
in Africa4.
[- - -]+[- - - ]
-----1
Per l’impianto termale cfr. FLORIANI SQUARCIAPINO 1985 – 1986, p.87 s.
2
KUBITSCHER 1889, p.135.
3
CÉBEILLAC-GERVASONI 1996 b, p.557 ss. Per il
ruolo degli africani nei commerci vitali per
l’alimentazione di Roma e nella vita pubblica di Ostia Iscrizioni ostiensi
nel II secolo cfr. CÉBEILLAC-GERVASONI 1996 b,
p.564 ss; CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI,
ZEVI 2010, p. 233. Per la presenza di gentilizi di origine
africa ad Ostia cfr. SALOMIES 2002, p.149, 152 s.
4
KAJANTO 1965, p.18, 279; cfr. p.72 s, 133 (352).
33
29. LASTRA FUNERARIA
Inventario 41348. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 25,3 x 31,3 x 3,4;
lettere 2,9/3; 2,4/2,7; 2,2; 2,3/2,4; 2,1/2,3.
Superfici lisce. Due fori per grappa sul lato
sinistro; uno sul destro, tutti relativi al
nuovo utilizzo.
Dis Manib(us)
M. Suelli Hermetis,
fecit
Suellia M. l(iberta) Psyche
5
coniugi b(ene) m(erenti) et sibi.
Il gentilizio Suellius (SCHULZE 1904,
p.223 A, 372, 425, 430) è molto noto ad Ostia,
così come il cognomen Hermes (SOLIN 1993,
p.368, 1475), secondo per diffusione tra i
cognomi ostiensi (LICORDARI 1977, p.240),
mentre per Psyche (SOLIN 2003, p.1350,
1447, 1465) questa costituisce la sesta
menzione nel comprensorio ostiense –
portuense (CIL XIV 1695; 7383; IPO, A 34,
212; inv.11267).
30. LASTRA FUNERARIA
Inventario 41349. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 23 x 28 x 2,4/2,9; lettere
2,9; 1,9/2; 2; 1,8; 1,8; 1,9. Superfici lisce.
Scalpellata per il riuso sui lati sinistro e destro.
In alto ed in basso margini originali.
PELLEGRINO 1986, p.290, n. 2, fig.2.
Il giovanissimo defunto, A. Caedicius
Saecularis1, era stato uno dei praetori sacr(is)
Volk(ani) fac(iundis) Il giovanissimo defunto
era stato uno dei pretori sacris Volkani
faciundis, che, insieme agli edili, assistevano il
pontifex Volcani ostiense2, costituendo un
collegio di carattere esclusivamente cultuale e
di durata annuale3. A partire dal II secolo d.
C.4, le iscrizioni documentano l’esistenza di una precisa organizzazione all’interno del collegio, in cui agli indifferenziati pretori5 ed
edili6 del periodo precedente7 si sostituisce una
gerarchia annuale nei pretori e negli edili e tra
pretori ed edili, per la quale troviamo, sebbene
non in numero fisso, un praetor primus8,
secundus9, tertius10 ed un aedilis primus11 e
secundus12 ed al praetor primus segue l’aedilis
primus, mentre al praetor secundus fa seguito
l’aedilis secundus13.
Le cariche di pretore ed edile rivestite in
giovanissima età forse su decreto dei
decurioni14, come dimostrano le iscrizioni
funerarie15, formavano la premessa alle carriere
municipali vere e proprie, costituendo per le
famiglie di più antica o consolidata aristocrazia
la conferma di uno status sociale ormai
acquisito e per quelle di origine libertina il
tanto desiderato ingresso nell’élite della colonia.
34
D(is) M(anibus).
A. Caedicio A. f(ilio)
4
Saeculari pr(aetori)
MEIGGS 1973, p.173.
Oltre l’iscrizione in esame, che va quindi collocata nell’ambito del I secolo, cfr. CIL XIV 3; 349; 402; 412
b; 415; BLOCH 1953 b, p.295, n.60.
6
CIL XIV 3; 351; 376.
7
La più antica attestazione di un aedilis è del P. Lucilius
Gamala senior di CIL XIV 375, la cui vita pubblica può
datarsi tra il 75 ed il 35a circa (ZEVI 2004 b, p.54; cfr.
ID. 2002, p.35 s), sebbene l’elogium sulla base di
un’erma-ritratto venga inciso solo in età tardo augustea
(PANCIERA 2004, p.72) o in tarda età antonina (ZEVI
2004 a, p.50). In questa prima fase solamente Cn.
Turpilius Cn. f. Turpilianus è aedilis e pr. sac. Volk. fac.
(CIL XIV 3).
8
CIL XIV 306; 373; 432.
9
CIL XIV 341 (ILS 6144).
10
CIL XIV 376.
11
CIL XIV 390, 391; BLOCH 1953 b, p.293, n.56.
12
CIL XIV 4553.
13
Come testimoniato dai Fasti conservati forse per il II
secolo (CIL XIV 4138, cfr. MENNELLA 1995, p.98 s) e
certamente per il III (LICORDARI 1984, p.348 s, anni
274, 275, 276; MENNELLA 1995, p.96 ss, anni 221 –
230; NUZZO 1999, A 7, anni 245, 246, 247). Per questo
periodo solo il P. Lucilius P. f., P. n., P. pron. Gamala,
praefectus L. Caesar. Aug. f. vissuto nell’età di Marco Aurelio è aed. e pr. tert. (CIL XIV 376).
14
CIL XIV 4553; MARINUCCI 1992, C 64 (CIL XIV
5373 pars). La prassi è attestata solamente in questi due
casi.15 CIL XIV 306 (4 anni); 341 = ILS 6144 (12 anni);
351 (19 anni), BLOCH 1953 b, p.295, n.60 (12 anni). A
queste menzioni dobbiamo aggiungere il presente testo
con i suoi 5 anni.
5
sacr(is) Volk(ani) fac(iundis)
5
qui vixit ann(is) V,
mens(ibus) X, dieb(us) XX.
1
Il gentilizio Caedicius (SCHULZE 1904, pp.137, 518
con n. 1, 522 con n.3) era presente ad Ostia con 15
attestazioni (CIL XIV 1373; 4460+4565, I, 12; II, 11;
4564, II, 12, 18 = MARINUCCI 1992, C 99; 4569, XI,
5; 619 ter; 6246; 6612, II, 10; 6922 bis; 7939 bis); meno
diffuso il cognomen Saecularis (CIL XIV 246, VII, 5;
256, 34, 133; 1973, II, 7; 4809; 5374, I, 5; II, 2; 5380;
cfr. KAJANTO 1965, p.220).
2
Per l’origine dei pretori e degli edili, titoli probabilmente mutuati dalle più antiche magistrature
della colonia cfr. MEIGG 1973, p.173; CÉBEILLACGERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2010, p. 165 s, 36.
3
MEIGGS 1973, p.338; LICORDARI 1984, p.348. Per
quello che riguarda le funzioni cultuali degli edili, un
frammento dei Fasti Ostiensi del 91 (VIDMAN 1982,
p.44, Fa d., 1 ss; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.29,
Fa d., 1 ss) ne testimonia la celebrazione del rito della
sepoltura, all’interno di un bidental (SCHOL. ad Pers.,
II, 27; cfr. TURCHI 1939, p.1939, p.63; DUMÉZIL
1966, p.613; PIETRANGELI 1949 – 1951, p.37 ss), di
un albero colpito da un fulmine in un [fundus]
Volusianus (cfr. MEIGGS 1973, p.338).
Iscrizioni ostiensi
35
31. LASTRA FUNERARIA
Inventario 41350. Lapidario ostiense.
Marmo grigio; cm 26,5 x 30 x 1,9; lettere 2,4/2,5;
2,6/2,7; 2,5/2,6; 2,5/2,6; 2,5/2,6; 2,5/2,6; 1,4/1,7.
Superfici lisce. Ritagliata in basso per il riuso.
Per il gentilizio Vtius (SCHULZE 1904, p.17,
425) la presente costituisce l’unica menzione ad Ostia e per il cognome Auxesis (SOLIN 2003,
p.1286) la terza (IPO, A 227; inv.11688).
Diffusissimo al contrario Tyche (SOLIN 2003,
p.479, 1447, 1465, 1468) con altre 43 attestazioni.
Vtia Auxesis sembra essere stata figlia naturale di
Vtia Tyche, portandone lo stesso gentilizio
(THYLANDER 1952, p.89 ss).
Iscrizioni ostiensi
36
D(is) M(anibus) s(acrum).
Vtia Tyche
Vtiae Auxe=
sini filiae ka=
5
rissimae, quae
vix(it) ann(is) IIII, m(ensibus) III,
d(iebus) XXI.
indice generale►
REGIO V
VIA DEL SABAZEO, 1984
32. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 41390. Lapidario ostiense.
Marmo bianco – grigio; cm 18 x 22,3 x 3;
lettere 6,3; +5,3. Superfici lisce.
MARINUCCI 1991, p.111, n.33, fig.33 (AE
1991, 367).
------[- - -]RESM[- - -]
[- - - dep]osit[- - -]
------
indice generale►
CONCESSIONE PALMUCCI TRA HORREA DI HORTENSIUS E MURA REPUBBLICANE1
33. FRAMMENTO DI LASTRA ISCRITTA. 1981
Inventario 36901. Lapidario
ostiense.
Marmo bianco; cm 13,8 x 15,4 x
5; lettere +3,2; 5; +2,5. Superfici
lisce.
-----[- - -]VS[- - -]
[- - -]NCE[- - -]
[- - -] P. O[- - -]
------
37
1
Negli anni 1981, 1983 e 1998, in un'area non scavata
della V Regione ostiense, posta tra gli horrea di
Hortensius e il tratto meridionale delle mura tardo
repubblicane (ZEVI 2001, p.16 ss), oggetto di
concessione ed usata per scopi agricoli, furono rinvenuti
ammassati tre gruppi di materiali marmorei,
comprendenti fra l'altro numerosi frammenti epigrafici e
l'iscrizione fortemente mutila relativa all'acquedotto
ostiense. Una ulteriore ricerca compiuta all'inizio di
giugno del 2004 ha permesso sia di scoprire altri
materiali epigrafici che di aggiungere alla lastra predetta
un sesto frammento ai cinque già recuperati, rintracciato
in una catasta di marmi e basoli accumulata nella stessa
zona e ricoperta dalla vegetazione infestante, non
lontano dal punto della prima scoperta. Tutto il materiale
è stato certamente spostato dalle posizioni originarie da
vecchie arature effettuate nella concessione e si potrebbe
presumere che quello di carattere funerario provenisse
dalle propaggini settentrionali della necropoli della via
Laurentina o, meno probabilmente, che fosse stato
riutilizzato in epoca tarda in altre costruzioni e forse
anche nella basilica costantiniana (ALTO BAUER,
HEINZELMANN 2001, p.278 ss), assai prossima ai
punti di rinvenimento.
34. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1981
Inventario 36903. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 33 x 26,5 x 3,5/3,8;
specchio epigrafico +21,1 x +13; lettere 3,6;
4,8/5. Superficie iscritta gradinata; retro liscio.
Margine a destra ed in basso.
-----[- - - eo]rum;
[in fronte p(edes) - - -, in agro p(edes)] XXVI.
Iscrizioni ostiensi
scr
38
35. CLIPEO DI SARCOFAGO FRAMMENTARIO, 1981
Inventario 36898. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 44 x 31 x 13/14,5; campo
epigrafico +19 x 29,5; lettere 2,3; 2/2,1; 3,3;
1,6/1,7. Superficie iscritta liscia. Il clipeo,
databile alla seconda metà del II secolo d. C., è
contornato da una corona di foglie di quercia
abbondantemente lavorata al trapano.
PALMIERI 1988, p.153 s, n. 1, tav. I (AE
D(is) M(anibus).
T. Aelio Aug(usti) lib(erto)
Secundo,
Il gentilizio Caesonius (SCHULZE 1904,
p.136) non è particolarmente diffuso in ambito
ostiense – portuense (CIL XIV 469; 734 a; 735
= IPO, B 34; 1483); per il cognome Egloge
(SOLIN 2003, p.1291) questa è la seconda
attestazione ad Ostia (cfr. inv.6099).
Caesonia Egloge marit(o).
1988, 173).
T. Aelius Aug. lib. Secundus dal prenome e
dal gentilizio appare essere stato liberto di
Antonino Pio.
36. FRAMMENTO DI FRONTE DI SARCOFAGO, 1981
Inventario 58454. Antiquarium.
Marmo lunense; cm 49 x 22 x15; lettere 2.
Iscrizione sul bordo della cassa. Punto
diacritico triangolare.
PALMIERI 1988, p.158, n.5, tav.V.
[- - -] soror[- - -].
Del rilievo, databile alla metà del II secolo
d.C., che decorava la cassa restano solamente
due figure virili, la prima da sinistra, stante, è
seminuda, coperta solo dalla clamide fermata
da una fibula sulla spalla destra e volta a destra;
della seconda rimangono solamente la testa di
profilo a sinistra, verso la precedente, e la
lancia tenuta nella destra. Le due figure
potrebbero riferirsi ad una scena del mito di
Ippolito (ASR III, 2, p.169 ss, tav. 47 ss) o più
probabilmente a quello di Meleagro impegnato
nella caccia al cinghiale di Calidone (ASR III,
2, p.268 ss, tav. 73; ASR VI, p.7 ss, tav. 1 ss).
Iscrizioni ostiensi
scr
39
37. FRAMMENTO DI ARA OSSUARIO. 1981
Inventario 58455. Lapidario
ostiense.
Marmo bianco; cm 19 x 42,5 x
15; specchio epigrafico +11 x
+40; lettere 7,3/7,4. Punti
diacritici triangolari. Titulus
entro cornice. Margine in alto.
PALMIERI 1988, p.154, n.2,
tav. II.
[- I]unio M. f(ilio) [- - -]
------
38. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON ISCRIZIONE CRISTIANA. 1983
Inventario 41344. Antiquarium.
Marmo bianco venato; cm 14 x 19,2 x 2,5/3,2;
lettere 4,2/6,8; +1,3. Superfici lisce.
Il frammento conserva in alto il margine
originale. Mutilo su tutti i lati.
Disegno n. inv. 6356.
MARINUCCI 1991, p.109, n.31, fig.31.
¢
[- - - ] 
[- - -] %+[- - -]
-----
Iscrizioni ostiensi
scr
40
f[- - -]
39. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1983
Inventario 41353. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 21,8 x 18 x 5,9; specchio
epigrafico +15,5 x +16,5; lettere 4; +3,4; +3,2.
Incasso per grappa in alto. Superfici lisce.
Si conservano parte della cornice superiore ed i
resti di tre linee del testo. Lacunoso su tutti i
lati.
1, la terza lettera superstite potrebbe essere
una A od una M.
[- - - e]t L. +[- - -]
[- - - ] &[- - - ]
[- - -]t [- - -]
-----
40. FRAMMENTO DI ARA FUNERARIA - OSSUARIO. 1983
Inventario 41354. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 12,5 x 9,7 x 4/4,3; specchio
epigrafico +7,1 x +5,7; lettere 1,5; 1,2; 1,1.
Testo entro cornice. Superficie anteriore liscia;
retro scalpellato.
Si conserva solo l’angolo superiore sinistro della lastra con l’inizio delle tre prime righe
del testo.
D(is) [M(anibus)]
Ste)[ae Olym]=
piad[i - - -]
-----Il gentilizio Steius (SCHULZE 1904, p.217,
237) è scarsamente diffuso in ambito ostiense –
portuense (CIL XIV 1640 bis; 1641 bis = IPO, B
153).
Iscrizioni ostiensi
scr
41
41. FRAMMENTO DI LASTRA. 1983
Inventario 41355. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 12,5 x 15,5 x 2,5/3,1;
lettere +4,1; +4. Superfici lisce.
La lastra è scalpellata a destra e rotta su tutti i
lati. Conserva i resti di due linee di testo.
------[- - -] ++[- - -]
[- - -]p+ [- - -]
------
42. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA. 1983
Inventario 41356. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 31,4 x 17,6 x 7,1/7,5;
specchio epigrafico +31,4 x +13, 3; lettere 3,9;
3,1; 3,3; 3,1; 3; 2,5. Superficie anteriore liscia;
retro scalpellato.
Si conserva parte del lato destro della lastra.
MARINUCCI 1988, p.211, n.42, fig. 42.
-----[VI vir August]alis
[idem quinquen]nalis
[- - -]ae
[coni]ugi
5
[- - - lib]ertis,
[libertabus poste]risque
[eorum]
- - - - - -?
42
Il personaggio che aveva posto l’iscrizione alla moglie, ai liberti, alle liberte ed ai loro
discendenti era un
sevir Augustalis,
apparteneva cioè a quel particolare ordo
sacerdotale incaricato inizialmente del culto del
numen e / o del genius Augusti, forma di culto
imperiale tollerata da Augusto in Occidente, e
quindi del numen Augusti e del genius
dell’imperatore regnate1. Ad Ostia2, dove lo
splendidus ordo3 nasce in epoca augustea4,
l’appartenenza ad esso è monopolio dei più ricchi tra i liberti5. Per essi, infatti, costituiva
l’unico modo legittimo per conseguire sia una promozione sociale con una condizione
semiufficiale, se non addirittura ufficiale6
all’interno della colonia7,
che
una
8
soddisfazione delle proprie ambizioni con gli
attributi esteriori della carica9, intesa come una
vera magistratura, e con la speranza di ottenere
le insegne del decurionato10, portandoli a
formare nel molto più vasto ordo libertinorum
ed a costo di splendidi atti di evergetismo11, di
cui si giovavano anche i loro patroni, una sorta
di ristretta nobilitas, che veniva ad assumere
una posizione sociale particolare, intermedia
tra i decurioni e la plebs12.
In ambito ostiense è possibile distinguere13 per
l’ordine due fasi, la prima, in cui i membri si definiscono semplicemente Augustales, va
dall’istituzione all’epoca tardo flavia14 ed è
caratterizzata - al contrario da quanto affermato
dal Meiggs15, ma sostenuto dal Wickert16 - da
un’organizzazione interna già sviluppata17,
confermata da un’iscrizione funeraria18, con
quinquennali come dirigenti. La seconda,
dall’età tardo flavia in poi, è contraddistinta dal cambiamento di nome in seviri Augustales e da
un’articolazione interna maggiormente svilup-
pata e nota, ma comunque più simile a quella di
una corporazione che ad un sacerdozio, in cui
la nomina dei membri nel numero di sei per
anno spettava ai decurioni19. La più antica
testimonianza di questa trasformazione è in
un’iscrizione anch’essa funeraria20, in cui [A.
Egri]lius Paternus, figlio di A. Egri[li]us
Onesimus, coac[tor, se]vir Augustalis idem
q.q. e cu[rator] dell’ordine annis continuis V, è
flamen divi Vespasiani sac(ris) Volk(ani)
f(aciundis),
confermando
il
termine
cronologico per la riforma proposto dal
Meiggs. In questo secondo periodo la gerarchia
dell’ordo, di cui facevano parte anche i seviri
nominati negli anni precedenti21, come rivelato
dagli albi superstiti22 che vanno dal 190 al
297p, considerava quale dignità più elevata,
probabilmente solo onorifica e straordinaria,
quella degli electi23, personaggi eletti, in
numero variabile da uno a nove, anche per due
bienni continui24. La direzione effettiva
spettava invece ai quattro quinquennali
eponimi, eletti normalmente per due anni25, ma
in carica anche in perpetuum26 e negli albi al
secondo posto dopo gli electi; ad essi
seguivano i quinquennales d(ono) d(ato)27,
membri che palesemente avevano pagato per
ottenere il titolo e tra cui venivano scelti i
quinquennali eponimi28. Ultima funzione nota è
quella dei curatores o tesorieri29, la cui carica,
anch’essa onerosa30 e certamente dovuta alla
loro abilità finanziaria, poiché alcuni di essi31
risultavano
coactores32
o
coactores
argentarii33, costituiva la premessa per la
direzione effettiva dell’ordo34, mentre l’ultimo onore documentato, sebbene una sola volta, è
quello dei patroni35, altrove invece ben noti36.
1
probabilmente contemporaneo il primo documento
ostiense, anteriore all’11a (CIL XIV 5322 =
MARINUCCI 1992, C 20; cfr. BLOCH 1953 b, p.299 s,
n.67).
5
La carica era assai dispendiosa per i versamenti
all’erario della città (DUTHOY 1978, p.1266 s, 1294 s),
di cui costituiva una delle più cospicue entrate, ed
all’arca dell’ordo (DUTHOY 1978, p.1267 con nn.94 –
101), cui si aggiungevano le altre generosissime
liberalità (cfr. per Ostia CIL XIV 8; 367; 431).
6
Rivelata dalla tutela sull’ordine effettuata dai decurioni attraverso la scelta dei seviri, tutela che li distingueva
dagli altri collegi religiosi e dalle corporazioni.
DUTHOY 1978, p.1297 ss. L’aspetto cultuale, che comprendeva almeno inizialmente una pompa, sacrifici
in onore di Augusto, il 23 settembre, anniversario della
nascita ed il 7 gennaio (CIL XII 4333), ludi ed un
epulum, passa nel corso del tempo in secondo piano
rispetto alla funzione sociale rivestita dall’Augustalità (DUTHOY 1978, p.1304).
2
WICKERT, CIL XIV, p.611; WILSON 1938, p.154 ss;
MEIGGS 1973, pp 217 ss, 473, 566.
3
CIL XIV 353, 474 (ILS 5233), 4642, 5.
4
La prima attestazione è a Nepet (Nepi) nell’Etruria meridionale e risale al 12 a. C., anno in cui Augusto
assunse il pontificato massimo (CIL XI 3200 = ILS 89);
43
7
Dalla cui amministrazione diretta erano esclusi per
mancanza del più importante dei requisiti prescritti,
quello della nascita libera (lex Malac., LIV = ILS 6089;
Const. unic., Ad legem Viselliam; Cod. Iust., IX, 21;
Const. 1; Cod. Iust., X, 33 (32); CIL II 1943; 2023;
2026).
8
Giustificate dalle sostanze e dall’influenza sia personali che dei loro patroni, disposti questi ultimi, nel gioco
degli obblighi dei liberti e dei benefici da ricavarne, ad
appoggiarli con la loro posizione e la loro ricchezza.
9
La toga praetexta legata al culto prestato ed al loro
status (PETRON., 71, 9; DUTOY 1978, p.1268), i littori
con i fasci che li accompagnavano non solo nelle
cerimonie ufficiali (PETRON., 30, 1 – 2; 65, 3), l’onore della sella curulis (DUTHOY 1978, p.1268 con n.104) o
(CIL XIV 318; 431 ?; cfr.374) del bisellium (VARRO,
de l. l., V, 128), da cui assistere, nei posti riservati (CIL
XI 3805), a tutti gli spettacoli e del tribunal (PETRON.,
29, 6; 71, 9), la pedana inizialmente riservata ai
magistrati municipali (DUTHOY 1978, p.1268 con
n.104).
10
Per gli ornamenti decurionali (MARQUARDT 1889,
p.303) concessi ai seviri - che permettevano di prendere
parte alle cerimonie, tra i magistrati più elevati della
città, con le insegne di funzioni alle quali la legge non
dava diritto ai liberti - ad Ostia cfr. LICORDARI 1974 b
p.313 ss = AE 1974, 123 bis; per quelli attribuiti ai liberti
in genere cfr. CIL XIV 374; 2005; MARINUCCI 1988,
p.199, n.25.
11
Che vanno dall’organizzazione di giochi, di epulae,
alla costruzione di edifici e di opere pubbliche
(DUTHOY 1978, p. 1277 ss, 1301 ss). Tra di essi
ricordiamo ad Ostia sportulae ai decurioni (CIL XIV
367, 431) ed ai colleghi dell’ordine (CIL XIV 8, 367,
431), l’erezione di un’immagine in argento al Genius
della colonia da parte del curator M. Cornelius
Epagathus (CIL XIV, 8), di statue ai loro membri più
generosi, quali P. Horatius Chryseros (CIL XIV 367) e
Veturius Socrates (CIL XIV 431) e di iscrizioni come
quella dedicata a M. Aurelius Pylades, illustre
pantomimo protetto dagli imperatori Valeriano e
Gallieno (CIL XIV, 4624 I – II).
12
Cfr. CIL IX 3838.
13
WICKERT, CIL XIV, p.611; MEIGGS 1973, p.217 ss.
14
MEIGGS 1973, p.219.
15
MEIGGS 1973, p.217, 473.
16
WICKERT,CIL XIV, p.611.
17
Cfr. DUTOY 1978, p.1277 ss.
18
MARINUCCI 1988, p.197, n.3.
19
CIL XIV 367; 4558; 4619. Cfr. Lex coloniae
Genetivae Iuliae, CXXVIII (ILS 6087); DUTHOY 1978,
p.1266.
20
CIL XIV, 4641 + 4644, partes = PELLEGRINO 1986,
p.291 ss, n.3.
21
DUTHOY 1978, p.1272.
22
CIL XIV 4560 1, a (a. 195), b (aa. 193 – 194, 200 –
201); 2; 3; 4561, 1, a – b (a. 190); 4561, 2; 4562, 1 (a.
Iscrizioni ostiensi
scr
196); 4562, 2, a - b (aa. 197 – 200), 3, 4 (aa. 208 - 210,
216 - 218), 5, 6 (a. 228), 7 (a. 234); 5462, 8 (a. 297);
4562, 9 – 11; 4563, 1 – 7; BLOCH 1953 b, p.277 s, n.41.
23
WICKERT, CIL XIV, p.611, 673; MEIGGS 1973,
p.218.
24
CIL XIV 4562, 4, II (a.208); 6, II (a. 228); 7 (a. 234); 4,
I (anno incerto); cfr. WICKERT, CIL XIV, p.673.
25
WICKERT, CIL XIV, p.611, 673; cfr. CIL XIV 316.
26
CIL XIV 4558.
27
DESSAU in WICKERT, CIL XIV, p.673; cfr.
WILSON 1938, p.155.
28
WICKERT, CIL XIV, p.673, cfr. p.611.
29
(CIL XIV 8; 12; 305; 316; 360 (ILS 6164); 396; 421;
431, 19; 461; 4559; 4560, 1 – 3; 4641; 4686; 5361;
CALZA 1941 b, p.205 + CIL XIV5005 a - b + 4659;
IPO A 320 + 340, partes; BLOCH 1953 b, p.277, n.40
=AE 1955, 182; PELLEGRINO 1986, p.291 ss, n.3;
MARINUCCI 1988, p.192 s, n.15; cfr. WICKERT, CIL
XIV p.672 s; MEIGGS 1973, p.218; VON
PREMERSTEIN 1895, p.849; DUTHOY 1978, p.1276.
I loro nomi erano elencati su albi separati (CIL XIV
4560, 1 – 3; BLOCH 1953 b, p.277, n.40 = AE 1955,
182) ed essi erano scelti annualmente (CIL XIV 4560) –
in numero cospicuo, 8 nel 193 (CIL XIV 4560, 1 b, a;
cfr.4560 1 a, a, b, g; 4560, 2), 5 nel 201 (CIL XIV 4560
1 b, b); 4 nel 239 (CIL XIV 461) – pur potendo essere
rieletti per più anni (CIL XIV 12; PELLEGRINO 1986,
p.291 ss, n.3) o tenere la carica a vita (CIL XIV 360;
4560, 3; 4686).
30
Per l’elezione essi erano tenuti a pagare una summa
honoraria o complessiva per tutti i prescelti – 10.000
sesterzi (CIL XIV 4560, 1 b) o individuale (CIL XIV
367; BLOCH 1953 b, p.277, n.40). Tale somma, che
andava a confluire nella cassa (arca), si considerava
proprietà comune p(ecunia) p(ublica).
31
CALZA 1941 b, p.205 + CIL XIV 5005 a – b + 4569;
BLOCH 1953 b, p.290 s, n.53; PELLEGRINO 1986,
p.291 ss, n.3; MARINUCCI 1988, p.192 s, n.15; cfr.
MAZZOLENI 1983, p.41 s, n. 30, tav.VIII, in cui un A.
Egrilius Sec[undus], coactor, era stato Augustalis o sevir
Augustalis item q.q. Gli ultimi personaggi sono liberti
degli Egrilii, dimostrando come le fortune della gens
fosse fondata più sull’attività finanziaria che sulle
proprietà terriere (cfr. MARINUCCI 1988, p.193 con
n.12, 13).
32
Semplici esattori dietro corresponsione fissa a carico
del debitore (ANDREU 1987, p.144, tab.2).
33
Agenti bancari partecipi alle vendite all’asta con prestiti agli acquirenti e con funzioni di recupero dei
crediti (ANDREAU 1987, p.162 ss).
34
CIL XIV 316.
35
CIL XIV 4486 a, pars, iscrizione dedicata dai seviri
Augustales di Ostia ad un loro ignoto patrono, viator
tribunicius (HABICHT 1958, c. 1928 ss) ed onorato in
qualche misura dall’imperatore Traiano.
36
VON PREMERSTEIN 1895, p.853.
44
43. FRAMMENTO DI LASTRA CON CORNICE. 1983
Inventario 41358. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 22,2 x 16,7 x 7,1/7,5;
specchio epigrafico +8,5 x +5,5; lettere +5,3.
Superficie iscritta liscia; retro grezzo.
C[- - -]
-----
44. FRAMMENTO DI LASTRA ISCRITTA. 1983
Inventario 41359. Lapidario ostiense.
Marmo bianco, cm 11 x 8,5 x 4,8; lettere +0,7;
2,9; +1,8. Superfici lisce. Parte inferiore
scalpellata.
-----++[- - -]
[- - - a]lum,[- - - -]
[- - - ]+ MA[- - -]
-----Gli alumni, oltre a coloro “qui liberi nati
expositi, deinde sublati a quibusdam et in
servitute educati sunt” cui si riferiva Traiano1
nella risposta a Plinio il giovane, che in una
precedente lettera dalla Bitinia gli chiedeva2:
“Magna domine et ad totam provincia
pertinens, quaestio est de conditione et
alimentis eorum, quos vocant qreptoÚj”, sono quanti – anche di condizione servile – venivano
allevati ed educati3 da altri che non fossero i
genitori naturali, rapporto da cui derivava un
profondo legame affettivo, attraverso cui si
stabiliva una relazione di “quasi – adozione”4.
1
PLIN., ep. 10, 66, 1.
PLIN., ep. 10, 65, 1.
3
DE RUGGIERO 1895, p.437 ss; SACCO 1980,
p.271 ss.
4
SIGISMUND NIELSEN 1987, p.141 ss.
2
Iscrizioni ostiensi
s
45
45. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1983
Inventario 41361. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 29,6 x 20 x 5,5; specchio
epigrafico 18,8 x +9; lettere 3,8/4,8; 3,8; 2,5;
+1. Superficie anteriore liscia danneggiata da
solchi e scheggiature; retro scalpellato.
Si conserva l’angolo superiore destro con l’inizio di 4 linee.
–
1, c di fecit su
precedente i; sibi inciso
sulla cornice; 2, e di [- - ] 2iae incisa sulla cornice.
–
[- - - ] fe‹‹c››it sibi
[- - - ]+iae
[- - - ]s
[- - - ] ------
46. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983
Inventario 41362. Lapidario
ostiense.
Marmo bianco; cm 8,6 x 12,4 x
2,5/3,5; lettere +1,2; 2,2; +2,3.
Superfici lisce.
------[- - -]CO[- - - ]
[- - - ] ) fec)[t - - ]
[- - - ] Egrilio [- - - ]
------
Iscrizioni ostiensi
scr
46
47. FRAMMENTO DI LASTRA ISCRITTA. 1983
Inventario 41363. Lapidario ostiense.
Marmo venato; cm 12,5 x 15,5 x 3;
lettere 4,2; +4,3. Superfici lisce.
------co[- - -]
iu[- - - ]
------
48. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983
Inventario 41366. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 24,5 x 13,5 x 4,3; lettere
2,5; 2,4/2,5; 2,4/3,1; 2,5; 2,5. Superficie
anteriore liscia retro con cornice, segno di
riutilizzo della lastra. Margini in alto ed in
basso.
3, I longa.
5, cfr. CIL VI 7511; 1877; 10246; 10247; IPO,
A 208.
Il ius liberorum o ius trium liberorum1 era stato
introdotto2 dalla Lex Papia Poppaea nuptialis3
del 9p che integrava le disposizioni della Lex
Iulia de maritandis ordinibus4 emanata nel 18a,
con cui costituiva un «testo unico»5 voluto da
Augusto nei suoi interventi tesi a contrastare la
diminuzione di natalità. Attribuendo forti
privilegi alle donne madri di tre figli, se
ingenue6, o di quattro, se libertine, il complesso
delle due leggi annullava per le successioni gli
effetti della Lex Voconia de mulierum
hereditate7 del 169a, concedeva alla moglie la
piena capacitas nei confronti del marito morto
intestato8 e lasciava nella successione da una
liberta con quattro figli, sottratta quindi
secondo la lex Iulia et Papia alla tutela, al
patrono ed ai suoi discendenti maschili entro il
terzo grado9 ed alle discendenti del patrono,
godenti del ius10, esclusivamente una portio
virilis; solo in un secondo momento, ai sensi
del senatoconsulto Tertulliano dei tempi di
Adriano, alle madri veniva attribuito il diritto
di successione al figlio morto intestato11. Nel
campo fiscale accordavano per le imposte la
progressiva diminuzione dell’1% dovuto annualmente dalle donne allo stato per le
proprietà superiori a 20.000 sesterzi12. Inoltre
le libere madri di tre figli e le liberte di quattro
– come detto - erano sottratte alla tutela
mulierum legitima , mentre per esentarle da
quelle testamentaria, dativa e fiduciaria13
bastavano per ingenue e liberte tre figli. Gli
effetti restrittivi delle leggi, per coloro che non
fossero in regola con esse (caelibes, orbi),
potevano venire tuttavia annullati dalla
concessione del ius liberorum da parte del
senato prima e del princeps dopo14.
47
Ex [concessione]
[-] Cart[ili - - - ];
hic i,[lata est]
Cartil)[a - - -]
5
[tr]ium li[berorum ius habens].
1
ASTOLFI 1996, p.72 ss; FAYER 2005, p.581 ss.
DE MARTINO 1962, p.549. per l’Astolfi (ASTOLFI 1996, p.74 s) l’introduzione risalirebbe alla lex Iulia.
3
ROTONDI 1912, p.457 ss.
4
ROTONDI 1912, p.443 ss.
5
ARANGIO-RUIZ 1957, p.274; FAYER 2005, p.576.
Le due leggi erano spesso intese e trattate dai giuristi
come una sola legge, lex Iulia et Papia.
6
Come nella presente iscrizione.
7
ROTONDI 1912, p.283 s; ASTOLFI 1996, p.344 ss,
cfr. p.321 ss. La legge diminuiva la capacità delle donne
di succedere per testamento, perché incapaci di essere
istituite eredi da chi possedeva più di 100.000 assi
(BONFANTE 1907, p.517).
8
ASTOLFI 1996, p.73.
9
ASTOLFI 1996, p.219 s.
10
ASTOLFI 1996, p.220 s.
11
ASTOLFI 1996, p.72 s.
12
LAST 1968, p.517 ss; cfr. ASTOLFI 1996, p.316.
13
FAYER 2005, p.588. Per gli ultimi tre tipi di tutela
anche per le liberte il numero dei figli era fissato in tre.
14
GUARINO 1984, p.515; ASTOLFI 1996, p.75;
FAYER 2005, p.593 s.
2
49. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983
Inventario 41367. Lapidario ostiense.
Marmo grechetto; cm 10,6 x 18 x 1,5;
lettere +1,9; 2,2; 2,4; +2. Superfici lisce.
4, ultima lettera frammentaria b o p
oppure r.
D(is) M(anibus).
Domit[iae – f(iliae)]
Florae c[on(iugi) et Dom]=
itiae E+[- - - ]
------
Iscrizioni ostiensi
s
48
50. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983
Inventario 41370. Lapidario
ostiense.
Marmo bianco; cm 8,5 x
16,5 x 3,5; lettere +2,1.
Superfici lisce. Si conserva
il margine inferiore.
-----[- - - lib]er2)[s - - -].
51. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983
Inventario 41371. Lapidario ostiense.
Marmo bianco a grana grossa; cm 11
x 11 x 3,9; lettere 3,8; +3,2. Superfici
lisce. Margine in alto.
D(is) [M(anibus)]
[- - - ]as [- - - ]
------
Iscrizioni ostiensi
scr
49
52. FRAMMENTO DI LASTRA OPISTOGRAFA. 1983
Inventario 41373. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 6 x 6,5 x 1,3; lettere A) 1,8;
2,1; lettere B) +1,5; 1,4; 1,2. Superfici lisce. Il
frammento è lacunoso su tutti i lati. Lettere
rubricate.
A, 2, anche Sp. [f.].
B, 3, per Anoptes, con altre quattro
testimonianze ad Ostia (CIL XIV 1998; 5309;
inv.6669, I, 4; 11324), cfr. SOLIN 2003, p.396.
A
------[- - -]RIBR[- - -]
[- - -]us Sp[- - -]
------
A
B
------[- - -]nus F[- - -]
[- - -]ulius [- - -]
[- - -] 2un(us) Ano[ptes ?]
-------
B
Iscrizioni ostiensi
s
50
A
53. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983
Inventario 41374. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 16,5 x 21,5 x 2,6;
lettere 3; 2,9; 2,9. Superficie anteriore
liscia, ma corrosa; retro liscio.
------[- - - fi] *io s[uo],
[libertis], libertab[us]
[posteri]sq(ue) eorum.
54. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA. 1983
Inventario 41379. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 6 x 4,4 x 2,5; specchio
epigrafico +6 x +2,9; lettere 1,7. Superficie
anteriore liscia; retro scalpellato.
------[- - -]o
------
Iscrizioni ostiensi
scr
51
55. FRAMMENTO DI LASTRA. 1983
Inventario 41380. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 7,9 x 7,5 x 2,7; lettere
3,1; +2,5. Superfici lisce.
------[- - -]NM[- - -]
[- - -]+A+[- - -]
------
56. FRAMMENTO DI LASTRA. 1983
Inventario 41381. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 13,7 x 14,2 x 2/2,5;
lettere 2,5; 2,5. La lastra è priva del lato
sinistro e di quello inferiore.
[D(is) M(anibus) - Se] 5ti
[- - -]ni
------
Iscrizioni ostiensi
scr
52
57. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA. 1983
Inventario 41389. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 14 x 20 x 2,8;
specchio epigrafico +12,5 x +12;
lettere +1,4. Superfici lisce. Margine a
destra.
------[- - -]+%
------
58. LASTRA MONUMENTALE SCORNICIATA FRAMMENTARIA. 1983
Inventario 44139. Lapidario ostiense.
Marmo grechetto a piccoli cristalli; cm 75 x
188,5 x 9,2/10,9; specchio epigrafico 57 x
+170,5; lettere 9,7; 10,1/10,4; 7/7,2. Punti
diacritici triangolari. Superficie iscritta
gradinata fortemente coperta di calcare. Retro
quasi liscio con una fascia scalpellata in basso.
Ricomposta da sei frammenti e con lacune al
centro ed a destra. Incassi per grappe di
sostegno in alto a sinistra, sul lato sinistro al
centro ed in basso.
MARINUCCI 2006, p.509 s; cfr. RICCIARDI
1996, p.250 ZEVI 2000, p.525, 528;
SCHMÖLDER 2001, p.107, n. 20; BRUUN
2002, p.174 ss; CÉBEILLAC-GERVASONI,
ZEVI 2000, p.25; CÉBEILLAC-GERVASONI
2002, p.81, n.99; CÉBEILLAC-GERVASONI,
CALDELLI, ZEVI 2010, p.147 s, 27.
L'iscrizione, la prima tra le edite che lega il
nome di Vespasiano ad un'opera pubblica nella
colonia di Ostia1 e la seconda che ricorda
l'esistenza dell'acquedotto ostiense2, va datata
in base alla VIII potestà tribunizia
dell'imperatore dal l luglio del 76 al 30 giugno
del 773; nel corso del 76 egli ricevette la XVI,
XVII e XVIII salutazione imperatoria (la XIX
fu riportata solo nel 78)4, mentre durante il
periodo 76 - 77 fu console per la VII volta (1
gennaio - 31 dicembre 76) e per la VIII (1
gennaio - 31 dicembre 77)5. In base alla
ricostruzione proposta del testo, la sua
datazione va posta nella seconda metà
dell’anno 76, dopo che erano state fatte le designazioni al consolato per l’anno successivo.
Lo stato estremamente lacunoso dell'intera
parte destra ed in particolare della terza linea,
in cui era certamente indicato l'oggetto - che
doveva riferirsi a modifiche, anche sostanziali,
o a restauri dell'acquedotto già esistente6;
piuttosto che nella costruzione ex novo di un
ulteriore manufatto7 (arcus, formam8, opus9,
rivum10, specum) dell'azione imperiale
accompagnato da un predicato verbale (adiecit,
extruxit, fecit, restituit, refecit o altro verbo) e
forse dall'indicazione sua impensa o sua
pecunia, rende difficile anche il calcolo delle
lettere mancanti, dipendenti dalla possibile
indicazione del nome della colonia come Ostia,
Ost. invece di Ostiensi, Ostiensium e dalla
lunghezza delle linee precedenti - la seconda
delle quali arretrata rispetto alle altre11 causata dalle abbreviazioni degli elementi della
titolatura imperiale e dall'indicazione o meno
della
designazione
all'VIII
consolato.
Nell'ipotesi proposta con datazione al 76, le
53
lettere mancanti nella 1.3 sarebbero circa 30,
sufficienti per una scarna descrizione
dell'intervento quale aquae ductus in colonia
Os[t(iensi) specum novum sua impensa adiecit,
oppure formam novam sua impensa fecit].
Poiché tutto il materiale marmoreo, epigrafico
e non, ma di natura quasi esclusivamente
funeraria, è stato certamente rimosso dalle
posizioni originali resta difficile individuare
con precisione la collocazione primaria della
lastra,
le
cui
notevoli
dimensioni
presuppongono una vasta superficie a
disposizione. In via di ipotesi, constatato
l’adattamento del tratto meridionale delle mura urbane tardo repubblicane12, ormai superate per
i fini difensivi, a passaggio di acquedotto,
come indicano i resti dello speco ancor oggi
esistenti ed individuati solo nel 2004, si
potrebbe pensare che la lastra fosse posta nei
pressi del punto di rinvenimento, forse
sull’attico della porta che si apriva nel sesto lato delle mura, in corrispondenza della
prosecuzione di via del Sabazeo13 e che a tale
trasformazione della cinta potesse far
riferimento l’iscrizione.
Imp(erator) Caesa[r Vesp]asianu[s Aug(ustus), pontif(ex) max(imus), tribunic(ia) potestat(e)]
VIII, imp(erator) XVI[II, p(ater) p(atriae), co(n)s(ul) VII, design(atus) VIII]
aquae ductus in colonia Os[t(iensi) - - -].
1
La sola altra menzione edita di Vespasiano ad Ostia è
costituita dalla dedica ClL XIV 86 datata al 75 e
rinvenuta tra il 1801 ed il 1804.
2
La prima menzione dell'acquedotto ostiense è un cippo
iscritto di travertino rinvenuto non in situ dal Lanciani
sul lato orientale dei Grandi Horrea (R II, IX, 7) nel
1885 (CIL XIV 4147; LANCIANI 1885, p.530; ID.
1886, p.165; PASCHETTO 1912, p.256 s, 342 s;
CALZA 1921, p.363): Aquae ductus per / p(uteum)
p(ublicum) / p( ) p().
Sul significato di puteus publicus come pozzo
d'areazione cfr. ZANOVELLO 1994, p. 110 s.
3
DEGRASSI 1968, p.468 s.
54
PIR2 F 398; la XVIII salutazione fu attribuita a
Vespasiano prima del 2 dicembre 76 (ILS 252).
5
DEGRASSI 1968, loc. cit.
6
La costruzione dell'acquedotto sembra risalire al tempo
di Caligola (BRUUN 2002, p.174, ivi bibl.), anche se la
presenza di una fistula (SCHMÖLDER 2001, p.101 con
n.12) rinvenuta nel 1999 nell'area del c. d. macellum (IV,
V, 2) in un contesto datato ad epoca augustea potrebbe
far anticipare la data di costruzione appunto a tale
periodo.
7
Per la realizzazione ex novo di un acquedotto il termine
impiegato sarebbe stato aqua e non aquaeductus, nel
nostro caso usato al genitivo a significare un intervento
sull'impianto già esistente o su una parte di esso (cfr.
4
10
ZANOVELLO 1994, p.118). Al contrario F. Zevi (ZEVI
2000, p.525, 528) ha pensato alla costruzione di un
nuovo impianto.
8
Cfr. ZANOVELLO 1994, p.112 come equivalente a
tracciato.
9
ILS 5753.
Cfr. ZANOVELLO 1994, p.111.
Doveva contenere circa 18 lettere meno della prima.
12
ZEVI 2001, p.16 s, ivi bibl.; ZEVI 2004 a, p.25 ss.
13
CALZA 1953, p.86.
11
59. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1987
Inventario 47417. Lapidario ostiense.
Marmo bianco greco; cm 34,7 x 28 x 6,8/11,5;
specchio epigrafico +24 x +18,5; lettere 3,3;
4,2/4,6; 3,7/4,7. Margini a sinistra ed in basso.
Superficie iscritta liscia; retro scalpellato.
-----Aemil[i- - - -]
post[erisque eorum];
in fr(onte) [p(edes) - - -, in agr(o) p(edes) - - - ].
Iscrizioni ostiensi
scr
55
60. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1987
Inventario 47418. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 17 x 24 x
6,3/7,5; specchio epigrafico +17 x
+18,8; lettere 3; 2,6; 2,4; 2,3; 2,8;
+0,6. Superficie iscritta liscia; retro
subbiato. Margine a destra.
-----[- - - F] %rox
[- - -]li l(iberto) Tario=
[- - -] patri et
[- - -]toriae
5
[- - -]+ae matri;
[- - -] 1%.3[- - -]
------
61. FRAMMENTO DI FRONTE DI SARCOFAGO STRIGILATO. 1987
Inventario 47419+47421. Lapidario ostiense.
Marmo bianco di Taso; cm 34,5 x 59,5 x
7/7,8; specchio epigrafico +27,5 x +34,5;
lettere 2,4; 2,3, 2,1; 2,2; 2,2. Superficie
iscritta liscia. Margine in alto. Ricomposto
da due parti.
Il gentilizio Marsenius (SCHULZE
1904, pp.189, 360) non ha altre attestazioni
ad Ostia.
Iscrizioni ostiensi
sc
D(is) M(anibus).
Mársenia Vitalis,
q(uae) vix(it) ann(is) XXI, men(sibus) V,
dieb(us) XVIII,
5
56
mulieri incomparabi[li].
62. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA. 1998
Inventario 54870. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 46 x 43,5 x 9,5/14;
specchio epigrafico +37 x +34,3; lettere 4,9;
6,2; 4,3/5; 5,5; +1,5. Superficie iscritta
liscia; retro scalpellato.
[D(is)] M(anibus).
[- - -]esimo,
[q(ui) vixit an]nis LX;
[- - -]orinus
[- - - fecit et si] ");
------
3, I longa.
63. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA. 2004
Inventario 58456. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 15,5 x 8 x 6; specchio
epigrafico +13,6 x +3,8; lettere +1,7; 2,1; 2,1.
Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Foro
per grappa sul lato destro. Il frammento
presenta il margine originale sul lato destro.
-----[- - -] [- - - feci]t
[- - - et si]b(i);
------
Iscrizioni ostiensi
sc
57
64. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA. 2004
Inventario 58457. Lapidario ostiense.
Marmo lunense venato; cm 20 x 26,2 x 2,5;
lettere 3,9/4,1; 4,2; 3,7. Superfici lisce.
margine originale in alto; frammentaria sugli
altri lati.
[- - -]s Max[- - -]
[qui vixi] 2 ann[is- - -,]
[mensibus - - -] V, $)%[bus - - -];
------
65. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA. 2004
Inventario 58458. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 9,5 x 12,2 x 2,5;
specchio epigrafico +7 x +12,2; lettere +5,5.
Superfici lisce.
[- - -]V+[- - -]
------
Iscrizioni ostiensi
sc
58
indice generale►
TOR BOACCIANA
RINVENIMENTI SPORADICI
66. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1977
Inventario 44123. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 30,5 x 24 x 3/3,5; lettere 3;
2,9; 2,8/2,9; 3; 1,2/2,8; 2,7; +2,2. Superfici
lisce. Margine in alto.
D(is) [M(anibus)].
[- E]grilius [- - -]
[feci]t sibi et E[griliae]
[?Philu]mene co[niugi et]
5
[- Egril] )o Soz‘o’m[eno - - -]
[- - -] 3llae [- - -]
[- - -]++[- - -].
4, il cognome Philumene era già
documentato ad Ostia (CIL XIV 1159;
inv.6587; 11673).
5, seconda o di Sozom[eno] aggiunta in piccolo
(1,2). Il cognome (SOLIN 2003, p.1359),
aveva una sola testimonianze ad Ostia (CIL
XIV 5003).
67. LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1979
Inventario 41384. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 18,6 x 15,6 x 2,9; specchio
epigrafico 18,1 x +14,6; lettere 3/3,4; 3,2/3,8;
3,2/3,4; 3/3,2. Cornice incisa nel marmo.
Superfici lisce.
MARINUCCI 1991, p.110, n.32, fig.32.
Fidus Se.[ti]=
mino b%[ne]
meren[ti]
in pac[e].
Per Fidus (KAJANTO 1965, p.254) questa
è la seconda attestazione ostiense (CIL XIV
4927), per Septiminus (KAJANTO 1965,
p.293) la terza (CIL XIV 251; 1191).
Iscrizioni ostiensi
sc
59
indice generale►
RINVENIMENTI SPORADICI DALL’AREA ARCHEOLOGICA
68. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA
Inventario 39970. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 49 x 47,5 x 5/6,7;
lettere + 1,3; 3,3/3,4; 3,1; 2,6; 2,3; 2,6; 2,3; 1,9;
1,8; 1,6. Superficie anteriore liscia e corrosa.
Retro scalpellato. Margine in basso.
MARINUCCI 1988, p.194 s, n. 17, fig.17.
-----[- - -] lib(erta) N[- - -]
[fe]cit sibi et
[- ? Iu]lio A. (et) C. lib(erto) Euchro
[sevir]o Augustali coniugi et
5
[collib(erto)] suo bene merenti et
[? Iuliae] Bassillae f(iliae) et Secundae lib(ertae) et
[- - -] Stephano, Hermetis lib(erti) mei lib(erto)
[et Eutyc]hiae lib(ertae) et Speratae lib(ertae) et Nomadi lib(ertae),
[lib(ertis), li]be‹r›tabus posterisque eorum;; in fr(onte) p(edes) X[- - -],
10
in agr(o) p(edes) XXVS.
3, questa iscrizione costituisce la
prima menzione ostiense del cognome
Euchrus (SOLIN 2003, p. 748).
7, da notare il cambiamento il
cambiamento di persona, dalla terza
delle ll.2 – 6, alla prima (meus) della 7.
9, r omessa in [li]bertabus.
Tra i cognomi indicati Bassilla (ThLL.
s. v. Bassus) ha una sola attestazione
nel comprensorio ostiense-portuense
(IPO, A 121); Stephanus (SOLIN
2003, p.1267) è ben documentato;
Hermes è tra i più diffusi (cfr.n.29);
Eutychia (SOLIN 2003, p.1320, 1476)
ampiamente testimoniato; per Sperata
(KAJANTO 1965, p.77, 297, cfr. 356),
a differenza del maschile Speratus
(CIL XIV 884; 988; 4599; 4902; 5053;
5183; inv.6553+7050), questa è la
quarta comparsa (CIL XIV 768; 1143;
5124); per Nomas (SOLIN 2003,
p.1389) la seconda (CIL XIV 899).
Iscrizioni ostiensi
sc
60
69. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA
Inventario 41388. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 22,3 x 10,5 x 3,3;
specchio epigrafico +19 x +7,2; lettere 3,8; 2,9;
3,1. Superfici lisce. Margini conservati in alto
ed a sinistra.
D(is) [M(anibus)]
Ca[- - -]
fi[l- ---]
------
70. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA
Inventario 44110. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 16 x 29,8 x 4; lettere
4,2/4,4; 2,7; 2,2/2,3; 2,1; +0,3. Superfici lisce.
D(is) M(anibus)
Fausti Aug(usti) lib(erti)
Chryser-[tis]
[- - -] II[- - -]
5
[- - -]+[- - -]
------
Iscrizioni ostiensi
sc
61
71. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 44112. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 17,7 x 13,5 x 7,9; lettere
2,2; 3,1; 3,1; 3,1/3,3. Superfici lisce.
-----[- - - ex conc]ession% [- - - ]
[- - - siv]e monim[ent- - - -]
[- - -]+rico et [- - -]
[- - -]ria et C![- - -]
------
72. ARA OSSUARIO. RECUPERATA IL 5/5/2004 DALLA GUARDIA DI FINANZA
Inventario 58460. Lapidario ostiense.
Marmo lunense; cm 47 x 31,5/37,5 x 22,2/25,7;
campo 24,3 x 23,8; lettere 2,8; 2,5; 2; 2/2,8;
1,8; 2; 1,6. Urceus a sinistra, patera a destra.
Superficie iscritta liscia, con testo entro
cornice. Ricomposta da due frammenti. Priva
del coperchio e con lacune ai lati sinistro,
destro e posteriore.
Dis Man(ibus)
Aureliae L. f(iliae)
–
Priscae,
Claudi Procli Apuleiani,
5
vix(it) a(nnis) XIX, m(ensibus) III d(iebus) XXII;
L. Aurelius Priscus
pat(er) fil(iae) piissimae.
62
2 – 4, Aureliae L. f. Priscae Claudi Procli
Apulieiani (uxoris). 2, per il cognomen
Apuleianus (KAJANTO 1965, p.140) questa è
la prima attestazione ostiense.
4, 7, I longa.
L. Aurelius Priscus e la figlia Aurelia Prisca
erano già noti, comparendo in un’iscrizione funeraria posta nel sepolcro familiare e trovata
nel 1825 ad Ostia, ma senza indicazioni più
precise, ed ora conservata ai Musei Vaticani
(CIL XIV 665):
L. Aurelius L. f. Pal. / Priscus / fecit sibi et / L.
Aurelio Felici p(atri) / 5 Cloeliae Sex. f. /
Priscae mat(ri) / Aureliae L. f. / Priscae f
(iliae) / L. Aurelio L. l. Euplo / 10 L. Aurelio L. l.
Floro / L. Aurelio L. l. Hermae / L. Aurelio L. l.
Attico, / libertis libertab(us) posterisque /
eorum; / 15 in agr(o) p(edes) XXVS = = L
(viginti quinque dextantem semunciam).
73. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA
Inventario 58461. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 28,5 x 30, x 1,8/2,3; lettere
2,6; 2,6; 2,4/2,5; 2,5; 2,5/2,7; 2,5; 2,6.
Superfici lisce. Margine in alto e a sinistra.
3, o su precedente a; 4, rasura di precedente
n; il cognome (cristiano) era quindi
Da[io]ocratia, equivalente a Deogratia(s)
(KAJANTO 1965, pp.59, 217) e mai rinvenuto
ad Ostia.
D(is) M(anibus)
L. Claudi Pud[ent]=
iani, C«o»elia D![io]=
ocrati[[n]]a ma[ri]=
5
to dulcissim[o]
fecit qui vixi[t]
[a]nnis XXX[- - -].
Iscrizioni ostiensi
sc
63
74.. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA
Inventario 58462. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 44,2 x 77 x 2,6/5; lettere
3,6; 3,6; 3,9; 3,2; 3,2. Lettere rubricate.
Superfici lisce. Bordo in basso. Ricomposta da
diverse parti.
2, un Nonius (SCHULZE 1904, p.229, 424)
Felix è in CIL XIV 256, 30 (IPO, B 344) e
1407.
L’espressione tipicamente cristiana hic
d[ormit], a significare che per il cristiano
morire equivale a dormire in attesa della
resurrezione1, pur presente in area laziale, può
essere considerata una peculiarità dell’epigrafia ostiense a partire dal IV secolo2.
[- c.5 -] Dio[ny]sias fecit sibi
[et ?No]nio Felici filio dulc[i]
[q(ui) vi] 5(it) ann(is) XXXI, mens(ibus) VIIII et $(iebus)[ – c.2 -];
L. Sept(imius) Constantius hic d[ormi]=
5
1
2
t.
MAZZOLENI 2001, p.284.
MARINUCCI 1991, p.81.
Iscrizioni ostiensi
sc
64
75. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 58464. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 28,2 x 24,3 x 12; lettere
+4,6. Superfici lisce. Margine in alto.
[D(is)] M(anibus) ‹
------
76. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 58465. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 12 x 26 x 3; lettere +1,5; 3.
Superfici lisce. Margine in basso.
1, frammento di lettera curva.
-----+[- - -]
d[- - -].
Iscrizioni ostiensi
sc
65
77. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 58466. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 10,6 x 13,4 x 3;
lettere +1. Superfici lisce. Margine in
alto.
[- - -]TI[- - - ]
------
78. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA
Inventario
58467.
Lapidario
ostiense.
Marmo bianco; cm 10,5 x 15,5 x
7,5/8,5; specchio epigrafico +10,5
x +10; lettere +2,8; superficie
iscritta gradinata; retro liscio.
Margine a destra.
-----[- - -] VI
- - - - - -?
Iscrizioni ostiensi
sc
66
79. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 58468. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 18 x 16,5 x 5,2; lettere +4.
Superficie iscritta liscia; retro scalpellato.
-----Aga[- - -].
80. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA
Inventario 58469. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 19,5 x 17,5 x 2,6;
specchio epigrafico +11,8 x +8; lettere 5,5.
Superfici lisce. Margine in alto ed a destra.
[- - - ]us
------
Iscrizioni ostiensi
sc
67
81. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 58470. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 12,5 x 17,2 x 2,6;
lettere 5. Superfici lisce.
-----[i]n fr(onte) p(edes) X[- - -].
82. FRAMMENTO DI LASTRA DI CHIUSURA DI LOCULO
Inventario 58474. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 9 x 17,2 x 2,9/4; specchio
epigrafico +6 x +3,5; lettere +1,7; 2,5.
Iscrizione entro tabella, alla cui destra resta una
zampa di cavallo con lo zoccolo. Superfici
lisce. Margini a destra ed in basso.
-----[- - -]i
[- - -]n(t).
Iscrizioni ostiensi
sc
68
83. FRAMMENTO DI LASTRA. 1986
Inventario 44111. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 7,5 x 9 x 1,8/2,3;
lettere+1,8; 3. Superfici lisce.
2, seconda lettera i o l.
-----[- - -]+lai [- - -]
f+[- - -].
84. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 58478. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 21,5 x 12 x 2,9; lettere
+3,5; 4. Superfici lisce.
-----[- - -]DIC[- - -]
[- - - i]nco+[parabili - - -].
Iscrizioni ostiensi
sc
69
indice generale►
NECROPOLI DELLA VIA LAURENTINA1
PRESSO PORTA LAURENTINA
85. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1981
Inventario 39971. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 44,6 x 59 x 5,9/7,2;
specchio epigrafico +39 x +55; lettere +1,5;
3,3; 2,9; 2,5; 2,4/2,7; 2,2; 1,8/1,9; 1,5/1,8; 1,8;
2; 1,8. Superficie iscritta liscia danneggiata da
solchi e scheggiature; retro scalpellato. Incasso
per grappa in basso a sinistra.
PALMIERI 1988, p.154 ss, tav. III; AE 1990,
123.
[D(is)] M(anibus).
[- - -] Q. f(iliae) Maximillae
[- - -]ae et
[- - -]io Hermaisco
5
[- - -]cto viro piissimo et
[- Ti ?]nucio Hermeti li[b(erto)]
bene merenti p(ro) p(arte) s(ua) (quarta ?) [et]
Aburiae Sex. Aburi Prim i geni lib(ertae) Di$[ymae ?]
p(ro) p(arte) (quarta),
10
libertis libertabus [poste]
risque eorum.
70
5, I longa. M con asta lunga.
7, = [-] (tre ? once), cfr. ILS 8295 oppure =
(due once) e quindi p(ro) p(arte) s(ua) (sexta),
cfr. IPO, B 153. PALMIERI 1988: p(osuit)
p(ecunia) s(ua).
8, Primlgeni per Primigeni. PALMIERI 1988:
id[em (sua)]. Altro supplemento proponibile
Did[oni].
9, = - (tre once). PALMIERI: p(ecunia)
p(osuit).
Tra i gentilizi, Tinucius (SCHULZE 1904,
p.374), tipico del III secolo (LICORDARI
1977, p.242 con n.4) è limitato a Roma e Ostia,
dove compare prevalentemente negli albi del
corpus scaphariorum traiectus Rusticeli
(MARINUCCI 1992, C 47, 112, 113), mentre
Aburius (SCHULZE 1904, pp.109, 119, 162,
343, 403) aveva una sola attestazione
(inv.31042: Aburia L. l. Exoche). Tra i
cognomina, Hermaiscus (SOLIN 2003, p.55)
era con una sola menzione (CIL XIV 1152),
Maximilla2 con sette (CIL XIV 580; 1112;
1191 = IPO, B 96; 1676; 1690; inv. 6131;
19772) e Didyme3 con una (CIL XIV 581).
1
3
SOLIN 2003, p.1016. Da escludere Didymiana (SOLIN
2003, p.1016) per la lunghezza e Didymis (SOLIN 2003,
p.1016) con un solo esempio a Roma e sconosciuta ad
Ostia, l’altro possibile supplemento Dido (SOLIN 2003,
p.584) non vi è attestato.
Per la necropoli cfr. VISCONTI 1866, p.292 ss;
CALZA 1938, p.26 ss; FLORIANI SQUARCIAPINO
1958, p.61 ss, HEINZELMANN 2000, p.38 ss;
BEDELLO TATA 2005, p.1 ss.
2
KAJANTO 1965, pp.14, 276
86. FRAMMENTO DI FRONTE DI SARCOFAGO CON RESTI DELLA TABULA ISCRITTA. 1983
Inventario 41345. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 9,3 x 22 x 10,3; specchio
epigrafico +6,7 x +7; lettere 3. Testo entro
tabella ansata. Superficie iscritta gradinata;
retro scalpellato.
-----[- - -]ae
------
Iscrizioni ostiensi
sc
71
87. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1983
Inventario 41346. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 20,5 x 16,5 x 5,4; specchio
epigrafico +16,2 x +14; lettere 3,8; 3,1; 2,8;
+2,2. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato.
3, o finale più piccola aggiunta in seguito.
[- - -]tius
[- - -]us
[- - - patro]no su‘o’
[- - -] )ti!
------
Iscrizioni ostiensi
sc
72
RINVENIMENTI SPORADICI
88. FRAMMENTO DI LASTRA. 1984
Inventario 44122. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 21,6 x 19,6 x 2,7; lettere
3,2; 3,6; 3,6/3,8; 3,6/3,8. Superfici lisce.
Ricomposta da due parti.
[D(is)] M(anibus).
[- - -]mo
[- - -p]osuit co[niugi - - -]
[- - - a]nnis LII[- - -].
89. ARCHITRAVE. 1984
Inventario 58471. Lapidario ostiense.
Marmo grigio; cm 4,2 x 119,5 x 23,2; lettere
1,7/2. Superficie iscritta gradinata. Rottura
all’estremità sinistra.
Ulteriore menzione del cognomen anche
maschile Musa (SOLIN 2003, pp.417, 1401) in
ambito ostiense (CIL XIV 486; 515; 1094
1437; 1442; 1508; 1810; CÉBEILLAC 1971,
p.113 s, n.2, fig.25; NUZZO 1999, A 90).
L. Domitius L. l(ibertus) Felix sibi et Domitiae Musae collib(ertae) et lib(ertis) poster(isque) eorum.
Iscrizioni ostiensi
sc
73
90. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA. 1984
Inventario 58472. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 14,5 x 20 x 4,5/6,5;
specchio epigrafico +4,7 x +10,4; lettere +2.
Superfici lisce. Margine in basso.
-----[- - -, in ag]ro p(edes) X[- - -].
Iscrizioni ostiensi
sc
74
SCAVO ACEA, 1982
TOMBA A TEMPIETTO
91. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA
Inventario 40011. Lapidario ostiense
Marmo bianco; cm 35,3 x 26 x 5,4/6,4;
specchio epigrafico +13,5 x +21,2; lettere +2;
2,8; 2,6. Punto diacritico triangolare alla l.2.
Superficie iscritta e retro gradinati.
Abbastanza scarse ad Ostia le menzioni
(CIL XIV 256; 294; 379; 870; 4562, 3, II, 22;
4655; 5157 = IPO, A 252; inv.1146; 18459) del
cognome Agathangelus (SOLIN 2003, p.3,
772, 1458).
-----[- - -]+us [- - -]
__
[- - - an]nis XXI, +[ensibus - - -]
[- - - Ag] !2hangel[- - - -].
92. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA FRAMMENTARIA
Inventario 40014. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 41 x 33 x 11,9/13,5;
specchio epigrafico 28,2 x +26,5; lettere 2,2;
2,4; 2,4. Superficie iscritta e retro lisci. Foro
per grappa in alto al centro.
Documentatissimo l’uso del nome Ostesis
per Ostiensis, in origine relativo agli ex schiavi
della colonia, usato sia come gentilizio che
come cognome per uomini e per donne.
Ost(iensis) Eutychus, Ost(iensis) Eutyches,
Ost(iensis) Tertullinus compaiono tra i membri
della familia publica dell’albo CIL XIV 2551.
D(is) M(anibus)
C. Ostesis Eu[- - -]
et C. Ostesi Te[- - -].
1
Eutychus (SOLIN 2003, p.866): I, 4; Eutyches (SOLIN
2003, p.860, 878, 1447, 1465): I, 17; II, 35; Tertullinus
(KAJANTO 1965, p.292); II, 13.
Iscrizioni ostiensi
sc
75
TOMBA I, NICCHIA
93. LASTRINA FUNERARIA
Inventario 40003. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 14,5 x 14,5 x
3,1/3,3; lettere 1,5; 1,5; 1,5/1,8; 1,2/1,4; 1/1,5.
Superficie iscritta liscia; retro sbozzato.
Conserva ancora i chiodi per l’infissione.
Il
gentilizio
Histimenius
(SOLIN,
SALOMIES 1994, p.93 con una sola
attestazione a Burdigala: CIL XIII 739) ad
Ostia aveva già un esempio in questa forma
(MARINUCCI 1988, p.205 s, n.33, fig.33) ed
una in quella Istemennius (inv.6636; cfr
SCHULZE 1904, p.176), contrariamente al
cognome Venustus (KAJANTO 1965, p.64, 73
bis, 86, 283) con frequentissime testimonianze.
Histime=
niae Ve=
nustae,
Vtilis con=
5
Iscrizioni ostiensi
sc
ser(vus) fecit.
76
TOMBA AD EST DELLA STRADINA
94. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 40007. Lapidario ostiense.
Marmo grigio venato; cm 12 x 14,7 x
1,7/2,1; lettere 3,8; 3,9. Superficie iscritta
liscia; retro scalpellato. Margine a sinistra.
-----coiu[gi bene]
me[renti].
TOMBE AD EST DI VIA DEI ROMAGNOLI
95. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 40004. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 25,8 x 23,3 x 1,9/3,7;
lettere 2,3; 2,2; 2,3; 2,4; 2,4; +1,5. Superficie
iscritta liscia; retro scalpellato. Comprende
l’angolo superiore destro. Ricomposta da due parti.
5, a senza barretta orizzontale.
L’invocazione ai Mani può, come in questo caso, essere sostituita da una dedica ad altre
divinità (CAGNAT 1914, p.282).
[I(ovi)] O(ptimo) M(aximo).
[- - - B]ince=
[nto, q(ui)] bixit
[annis s]exagin=
5
[ta] quatuor
[- - - ?ami] )ci
------
Iscrizioni ostiensi
sc
77
96. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 40005. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 19,5 x 16,5 x 2,6/3,3;
lettere +2; 1,5; 1,5; 1,5; 1,8. Superfici lisce.
3, il lapicida sembra aver scritto aea per ea
(cfr. CIL VI 12055, 16809, 29050).
4 – 5, per l’uso ed il significato dell’espressione sit tibi terra levis cfr.
BRELICH 1937, p. 10 s; per le abbreviazioni
o(pto) oppure o(pta) s(it) t(ibi) t(erra) l(evis)
cfr. ILS 2430.
-----[- - -]APO[- - -]
[- - -] #ionis [- - -]
[- - -]+sus {a}ea f(ecit ?);
[?am] )ce o(pto) s(it) t(ibi)
5
[t(erra) l(evis), q(ui) v(ixit) a(nnis)] VIII ‹
------
97. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 40006. Lapidario ostiense.
Marmo grigio; cm 15,8 x 28,5 x 1,9; lettere
+1,7; 1,9; 1,9; 1,9, 2. Superfici lisce.
-----[- - -]++-0)
[n]epoti suo,
[q(ui)] vixit annis
[- - -], m(ensibus) VIII, d(iebus) VI;
5
[- - -] fecit b(ene) m(erenti).
Iscrizioni ostiensi
sc
78
98. LASTRA FRAMMENTARIA
Inventario 40009. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 43 x 30 x 7,2/7,5; lettere
5,2/5,5; 3,3/3,7; 2,9; 2,9; 2,7; 2,8; 2,6. Punti
diacritici triangolari alle ll.1 – 4, 6 –7. Superfici
lisce. Priva del lato destro. Margini in alto, a
destra ed in basso. Due fori circolari per grappa
sul lato destro, uno sul lato superiore.
PELLEGRINO, 1986, p. 289, n. 1, fig.1 (AE
1986, 111).
A 46, 96, 180, 225). [Cla]dius Civi[lis] aveva
rivestito la carica di pretore o edile di Vulcano
(cfr. n.30); essendo figlio di un liberto, come il
testo indica chiaramente, la pretura o l’edilità di Vulcano segnavano per lui e per la sua
famiglia l’ingresso nell’aristocrazia locale.
[D(is) M(anibus) – ?Clau] $i Civi=
[lis? - - - sa]c(ris) Vol(cani) ‹ fac(iundis),
[q(ui) vix(it) a(nnos) - - -] ‹ m(enses) VI;
[- - - p]at(er) fecit et
5
[- - - uxori ?] sanctae,
[- - -]ro patr«on»o
[be(ne) m]e(renti).
1, l’uso dell’adprecatio ai Mani nell’abbreviazione D(is) M(anibus), posta all’inizio della linea contenente il nome del defunto al
genitivo, è documentato in ambito ostiense
(CIL XIV 1020, 1198, 1216, 1799, 4769, 5106)
e nella necropoli di Porto all’Isola Sacra (IPO,
99. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA
Inventario 40010. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 27 x 20 x 8/11,3; specchio
epigrafico +18 x +20; lettere +2,1, 3,1; 2,5; 2,5.
Superficie iscritta liscia; retro scalpellato.
Margine in basso.
-----Eg0)*[iae - - -]
ux[ori - - -],
[l]ibertis, l[ibertabus - - -];
in fr(onte) [- - -].
Iscrizioni ostiensi
sc
79
RINVENIMENTI SPORADICI DALLO SCAVO ACEA
100. LASTRA OPISTOGRAFA
Inventario 40001. Lapidario ostiense.
Provenienza: da sotto la massicciata di viale dei
Romagnoli, ad est della necropoli della via
Laurentina.
Marmo grigio; cm 49,5 x 36,3 x 1,7/2,2; lettere
A) 8,3; 3,7; 3,6/4,4; 3,6; 4; B) 5/5,5; 6,9; 5,4;
3,8; 3,5/3,9; +2,5. Superfici lisce. Ricomposta
da tre frammenti, ha subito due successivi
ritagli.
A
[Her]enniae
[Cupres]seniae Etr[uscillae]
[sanc]tissimae ‹ [Augustae]
_
_
[uxor]i d(omini) n(ostri) Traian[i]
5
[Deci] Aug(usti).
B
Imp(eratori) Ca[es(ari) C(aio) Vibio Afinio]
Gallo V[eldumniano]
Volu[siano]
pio fel(ici) inv[icto Augusto, pont(tifici)]
5
max(imo), trib(unicia) po[t(estate) - - -, co(n)s(uli) - - -],
p(atri) [p(atriae)].
B
A
80
La lastra marmorea ha subito un primo
ritaglio al momento dell’incisione del testo B, mentre un secondo è conseguenza di un
successivo riutilizzo.
Il testo A va datato in base all’attestazione, la
prima per Ostia, di Etruscilla, moglie di Decio1,
quale Augusta, dal settembre del 249 al giugno
del 2512.
Il testo B è invece dedicato a Volusiano3, figlio
di Treboniano Gallo4, da questi associato
all’impero prima dell’ottobre 251, console designato nello stesso anno per quello
successivo, ordinario quindi nel 252 con il
padre (consul II), consul II con Valerius
Maximus nel 2535.
Il giovane Augusto fu ucciso con il padre da
una ribellione prima dell’ottobre 253, probabilmente in luglio o in agosto.
La I potestà tribunizia di Volusiano va da un
momento imprecisato del 251 al 9 dicembre
dello stesso anno, la II dal 10 dicembre 251 al
9 dicembre 252; della III manca, come per
Treboniano Gallo, qualsiasi attestazione,
mentre la IV cade nel 253.
Il testo deve quindi datarsi nell’arco di tempo che va da prima dell’ottobre 251 al luglio o all’agosto 253.
Ad Ostia Volusiano è ricordato, insieme al
padre Treboniano Gallo, anche nell’iscrizione CIL XIV, 42, proveniente dal Campo della
Magna Mater, commemorante un taurobolium
fatto [pro salute et victoria] di entrambi, i cui
nomi vennero poi erasi6 e sulla fistula plumbea
CIL XIV 5309, 267.
1
PIR2 M 520.
PIR2, H 136; DEGRASSI 1968, p.474.
3
PIR, V 376; HANSLIK 1958 b, c. 1996 s.
4
PIR, V 403; HASLIK 1958 a, c. 1984 ss.
5
2
6
Iscrizioni ostiensi
sc
DEGRASSI 1952, p.69.
CIL XIV 42; DUTHOY 1969, p.26, n.38; CCCA, III, n.
406.
7
BARBIERI 1953, p.187.
81
101. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA
Inventario 40002. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 29,8 x 57,7 x 5,5/7;
specchio epigrafico 22 x 57,7; lettere 0,8/3,4;
2,9; 2,9; 1,3/1,8. Superfici lisce.
Sui lati sinistro e destro, al centro, incassi per
grappa. Ricomposta da due parti.
1, n di patron(o), più piccola, aggiunta.
2, Il cognome Heliodorus (SOLIN 2003, p.70,
182) è piuttosto diffuso nel contesto ostiense –
portuense.
L. Petronio L. l(iberto) Felici patro’n’(o),
–
L. Petronio L. l(iberto) Stephano conlib(erto)
Petronia L. l(iberta)
75 Heliodora fecit;
in fr(onte) ped(es) XVI, in agr(o) ped(es) XXX.
Iscrizioni ostiensi
sc
82
102 FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA
Inventario 40008. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 10,7 x 21,9 x 4/2,5;
specchio epigrafico +10,7 x +13,7; lettere +1,5;
2; 1,/1,6; 1; 1. Superfici lisce.
-----[- - -] 0)#=
[- - -] ,tin=
[o], qui bicxit
[an]nis XIII, me‹n›ses II,
5
[di]es II.
103. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 40013. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 9,4 x 6,9 x 4,8;
lettere +1,5; 2,8. Superfici lisce.
-----[- - -]NO[- - -]
[- - -] #o,[iugi ? - - -]
------
Iscrizioni ostiensi
sc
83
SCAVO ACEA, 2/4/1983
104. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 41351. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 19,8 x 28,8 x 2,6;
lettere 3,1/3,2; 3,3/3,4; 2,8. Superfici
lisce. Priva del lato superiore e
dell’angolo inferiore destro.
-----[- - -]ae et libertis,
[- - - poste] 0isque eorum;
[in fronte pedes - - -, in ag] 0o pedes XXV.
105. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 41352. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 24,4 x 16,8 x 5,5; lettere
+8,3; 6,5; 4,3. Superficie iscritta gradinata;
retro scalpellato.
-----[- - -]s M. [l(ibertus) - - -]
[- - - sevir August]ali[s et q(uin)q(uennalis)]
[item corp(oratus) et] q(uin)q(uennalis) [coll(egi) - - -]
------
Iscrizioni ostiensi
sc
84
indice generale►
VILLA SUBURBANA SULLA VIA LAURENTINA1, 24/5/1989
106. CASSA DI SARCOFAGO
Inventario 48306. Portico dei sarcofagi.
Marmo proconnesio; cm 50 x 205 x 71; campo
epigrafico 50 x 205; lettere 9,2/9,5. Punto
diacritico triangolare. Superficie iscritta
gradinata. La cassa, priva del coperchio e con i
lati brevi internamenti ricurvi, è stata
ricomposta da sette frammenti; con lacune.
All’interno è ricavato il cuscino con l’incasso circolare per la testa. Incassi per coppia di
grappe di chiusura sui lati sinistro, destro e
posteriore. Fronte, retro e lato sinistro
gradinati; lato destro liscio. La presenza di un
foro circolare al centro del lato sinistro sembra
indicare una riutilizzazione come vasca di
fontana.
È impossibile datare con precisione questo
tipo di sarcofago dalla forma e dall’utilizzo del marmo proconnesio, adoperato per sarcofagi
lisci con coperchio a doppio spiovente ed
acroteri soprattutto durante il II ed il III secolo
d. C.2. Gli elementi epigrafici dati dalla
presenza del cognome, usato abitualmente
dall’epoca di Augusto3, e dalla mancanza
dell’adprecatio agli dei Mani, che, rarissima
sotto Augusto, incomincia a trovarsi con più
frequenza con la metà del I secolo d. C. ed è
diffusa nelle iscrizioni urbane dalla metà del I
secolo4, sembrerebbero indirizzare la datazione
verso la metà del I secolo d. C.
Octaviae Crescentis.
1
2
AA 49, 1934, c.436; AA 51, 1936, c. 460; BECATTI
1961, p.235 ss, n.438, tav. CCII – CCXVII, cfr.p.360;
MEIGGS 1973, p.69 e 434.
Iscrizioni ostiensi
sc
MONNA, PENSABENE 1977, p.145 ss.
THYLANDER 1952, p.103.
4
BARBIERI 1958, p.136.
3
85
indice generale►
NECROPOLI A SUD-EST DI OSTIA ANTICA1
VIA OSTIENSE, 20062
107. ARA – OSSUARIO
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 50,7 x 41 x 33; specchio
epigrafico +31 x 19,2; lettere +0,5; 2; 1,5/1,8;
1,5/2; 1,5; 1,5; 1,6; 1,5; 1,5; 1,6/2,5; 1,4; 1.
Superficie iscritta leggermente gradinata; lati e
retro gradinati.
La fronte è inquadrata da due colonnine con
base, frammentarie in alto; zoccolo modanato.
L’ara è rotta in alto e priva del coperchio. Cavità rettangolare per le ceneri.
MARINUCCI 2007, p.39 s.
1, frammento di lettera dritta.
4, I longa in idem.
11, betacismo in vibus.
L’anonimo personaggio, appartenente forse alla
tribù Tromentina3, che da vivo aveva acquistato
per sé l’ossuario, era stato inizialmente quinquennale degli Augustali (ll.5 – 6) e
successivamente seviro Augustale e quinquennale dei seviri Augustali (ll.3 – 4)4.
Oltre alla partecipazione all’ordo Augustalium ed a quello sevirum Augustalium, l’uomo aveva rivestito la carica di patronus del corpus
mens(orum) fr(umentariorum) Ost(iensium)5 e
quella di adiutor6 nel sacerdozio dei Laurentes
Lavinates7, appannaggio prevalente degli
equites, verosimilmente creato da Claudio a
personificare il popolo di Lavinium in
occasione del sacrificio annuale dei magistrati
romani cum imperio, i quali cum adeunt
magistratum Lavinii rem divinam faciant
Penatibus pariter ac Vesta per rinnovare
annualmente il trattato sacro tra Roma e la città
latina come di consoli ed imperatores che
stavano per recarsi in armi nelle province o
Augusti, come nel caso di Marco Aurelio, al
ritorno da guerre vittoriose o dopo il trionfo8.
-----+[- - -]
Tr(omentina)?[- - -]as
5
sevir August(alis)
_
_
idem q(uin)q(uennali s) item
_
_
q(uin)q(uennalis) ordinis
Augustalium
et patronus
corp(oris) mens(orum) fr(umentariorum)
Ost(iensium), adiutor
10
–
Laurens Lavin(as)
comparavit sibi
vibus.
86
1
Per la grande area cimiteriale posta a sud-est dell'antica
Ostia cfr. PANNUZI, CARBONARA 2007, p.4 ss.
2
ANNUZI, CENCIOTTI, p.31 ss.
3
AYLOR 1960, p.48 s, 93, 97, 110, 115, 275.
4
er il significato delle due diverse quinquennalità cfr.
n.42.
5
atroni dei mensores compaiono in CIL XIV 4452; 4620
= 303; 4676 (liberto?); BLOCH 1953 b, p.297, n.63;
BECATTI 1961, p.35 (inv.19773). Per il corpus (o
corpora) mensorum frumentariorum Ostiensium ed i
problemi ad esso connessi cfr. WALTZING 1895 - 1900,
II, p.63; MEIGGS 1973, p.282; ROYDEN 1988, p.51 ss;
LO CASCIO 2002, p.96. Per il tempio e la sede del
collegio cfr. BOLLMANN 1978, p.291 ss, A 32; EAD.
2001, p.176 ss.
6
E RUGGIERO 1895, p.79 ss.
7
ISSOWA 1915, p.21 ss; CARCOPINO 1919, p.69;
MEIGGS 1973, p.353 cfr. 304; LE GALL 2005, p.207,
n.208.
Elenco aggiornato degli Ostiensi membri del sacerdozio
in LE GALL 2005, p.208, n.209. Forse per la vicinanza
tra Ostia e Lavinio, il sacerdozio era ben rappresentato
tra gli ostiensi ed i funzionari equestri, che nel corso
delle loro mansioni amministrative avevano contatti con
la colonia.
8
fr. n. 5.
108. LASTRA FUNERARIA
Inventario 59332. Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 22,6 x 21,5 x 4,8/5,2;
lettere 1,6/1,7; 1,5/1,6; 1,5; 1,4/1,5, 1,7/1,8.
Lettere rubricate; punti diacritici triangolari alle
ll.1 – 5. Bordo in alto ed a sinistra; margine
rilevato in basso. La lastra è frammentaria a
destra. Superficie iscritta liscia, retro
scalpellato.
MARINUCCI 2007, p.40; CÉBEILLAC,
CALDELLI, ZEVI 2010, p.187 s, 40. 2.
1, I longa in sit[i].
5, cambiamento di caso, dal nominativo
precedente al dativo.
6, minuscolo frammento inferiore di lettera
dritta dopo Iudaei.
Q. Fabius Longoru[um l(ibertus) - - -] e
Caninia1 Longo[rum l(iberta) - - -] risultano
essere liberti di un Q. Fabius Longus2 e di un
Caninius Longus o, più probabilmente, di una
Caninia Longa, che potrebbe essere stata la
moglie3 del primo, mentre Aufidia4 Grapte5,
moglie del liberto e madre del successivo (Q.)
Fabius L[ongus], nato fuori dalla schiavitù,
come chiaramente indicato dalla condizione di
ingenua della madre.
Il Q. Fabius Longus copatrono dei due liberti
potrebbe identificarsi con il Q. Fabius Longus
duoviro ordinario intorno all’anno 256, nel 31
IIvir c(ensoria) p(otestate) q(uinquennalis)
[II] 7 con M. Naevius Optatus (cfr. n.111),
praefectus pro duumviro nel 368 (con la terza
iterazione), quale sostituto durante quell’anno censorio del duoviro T. Sextius Africanus,
eminente senatore di origine ostiense che aveva
assunto il duovirato quinquennale a mero titolo
onorifico, per lasciarlo successivamente a
causa suoi impegni pubblici ed infine di nuovo
duoviro ordinario I[III] nel 379.
L’indicazione del patronato attraverso il cognomen10, soprattutto se illustre, anziché il
prenome, come nell’uso corrente dalla fine del II secolo a. C. a dagli inizi del successivo11,
risponde, certo,
per Fabius e Caninia anche ad un sentimento
di rispetto verso gli ex padroni, ma più
concretamente, scaturisce dal particolare valore
Hic sit[i sunt]
Q. Fabius Longor3[m l(ibertus) - - -]
Caninia Longo[rum l(iberta) - - -]
Alfidia Grapte uxo0 [sua et]
5
mater Fabio L[ongo f(ilio)]
Iudáei +[- - -].
87
sociale del ricollegarsi, in questo caso, a due
illustri famiglie e recepirne una parte del
prestigio da esse derivato in ambito cittadino.
Tutte le persone che compaiono nel testo
appartengono all’ampia e prospera comunità ebraica di Ostia, strutturata con la sua sinagoga
guidata da archisynagogi12 e raggruppata in
un'articolata gerousia13. Nel contesto ostiense il
termine Iudaei era già attestato nell’iscrizione frammentaria trovata nel 1906 a Castel
Porziano, lungo la via Severiana14.
1
8
Per nome ampiamente attestato ad Ostia sia come
gentilizio che come cognome, cfr. SCHULZE 1904,
p.141.
2
Per la gens Fabia ad Ostia cfr. MEIGGS 1973, p.199;
LICORDARI 1982, p.37.
3
Per i liberti di più patroni cfr. FABRE 1981, p.119.
4
Il gentilizio (SCHULZE 1904, p.119 a) aveva una sola
attestazione ad Ostia ( CIL XIV 438).
5
SOLIN 2003, p.1256, 1474: Il cognomen era finora
assente ad Ostia.
6
Cfr, n.111.
7
VIDMAN 1982, p.42, Cd d., 30 s; cfr. BARGAGLI,
GROSSO 1997, p.24, Cd d., 30 s. La carica era riservata,
per la prima volta, agli ex duoviri ordinari
(CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.17;
SÁNCHEZ 2001, p.146).
VIDMAN 1982, p.42, Ch, 7; cfr. BARGAGLI,
GROSSO 1997, p.25, Ch, 7.
9
VIDMAN 1982, p.43, Ch, 25; cfr. BARGAGLI,
GROSSO 1997, p.25, Ch, 25.
10
FABRE 1981, p.118 s; cfr. VITUCCI 1958, p.917 s.
11
VITUCCI 1958, p.910; FABRE 1981, p.116.
12
La tomba di uno di questi personaggi, Plotius
Fortunatus, fu rinvenuta nel 1969 nella zona Pianabella Procoio, facente parte anch'essa della grande area
funeraria sud-orientale, sebbene lontana da quella del
rinvenimento della nostra iscrizione (FLORIANI
SQUARCIAPINO 1970, p.188 ss).
13
CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI
2006, p.164 ss, 45; IDD. 2010, p.186 ss, 48.
14
GHISLANZONI 1906, p.140 ss; cfr. CÉBEILLACGERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2006, p.164 s, 45, 1.
109. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA MARGINATA
Inventario 59334. Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 19,5 x 20,5 x 2,1;
specchio epigrafico +19,6 x 18,1; lettere 3;
4,1; 2,9; 2,6; 2,8.
La lastra è frammentaria su tutti i lati;
margine a sinistra.
4, vel A,[- - -].
D(is) [M(anibus)]
M. Iul[io - - - ]
qui vixit [- - -]
Aelia A+[- - -]
5
b(ene) m(erenti).
Iscrizioni ostiensi
sc
88
110. LASTRA FUNERARIA
Inventario 59335. Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 25 x 46 x 3,5; lettere 4/4,4.
Punti diacritici triangolari. Superficie iscritta e
retro lisci. Rotture in alto a destra ed agli angoli
inferiori. Ai due lati sinistro e destro coppia di
fori circolari per l’infissione. Sotto la linea di testo, altre due risultano erase.
Per il gentilizio Tetteius, con altre quattro
attestazioni ad Ostia (CIL XIV 456, 12, 5;
inv.10471 ter) cfr. SCHULZE 1904, pp.373,
426.
A. Tetteius Faustus.
111. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA MARGINATA
Inventario 59333. Depositi ostiensi.
Marmo bianco venato; cm 22,6 x 15,5 x 3,4;
specchio epigrafico +14,2 x +10,4; lettere +1,5;
2,6. Superficie iscritta e retro lisci.
1, vel T.
‹ P [- - -]
et [- - -]
------
Iscrizioni ostiensi
sc
89
112. LASTRA OPISTOGRAFA
Depositi ostiensi.
Marmo grigio venato; cm 29,5 x 37,5 x 24/25;
lettere A 2,3; 2,4/2,9; 2,6;2,9; 2,8/3,2, 2,6;
lettere B 3,1/3,2; 2,8/3,2; 2,5/2,8; 2,2/3;
2,8/3,3; 2,8/3,2; 2,8. B ruotata di 180° rispetto
ad A. Scheggiature in alto ed in basso.
A, 3, Beeulenia per Betulenia/Vetulenia
(SCHULZE 1904, p.256 s); l. 4, T di Primitiva
senza traversa ed A senza barra orizzontale.
B, 2, prima attestazione al femminile del
cognomen Fructus/a (KAJANTO 1965, p.352)
ad Ostia; 2, 3, 5, 6, monottongazioni; 4, I incise
come T; 4-5, Hisidorus per Isidorus (SOLIN
2003, p.90); 6, L longa.
A
D(is) M(anibus)
Arrio Mercu‹r›io
Betulenia Pri=
{i}mitiva coiuci m(erito) s(olvit)
‹be›n(e) merenti.
5
A
B
D(is) M(anibus)
Fructe Secu=
nde Atia Felix, {H}i=
sidorus coiugi
5
dulcissime;; v‹i›x(it)
an(nis) XXXXI que clu=
sit.
B
Iscrizioni ostiensi
sc
90
VIA OSTIENSE KM 17, 2010
113. ARA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 66,5 x 44,5/40 x 25/ 28;
specchio epigrafico 45,3 x 39,5; lettere 3,7; 3,7;
4; 3,5/3,7; 3,2/3,7; 3,2/3,7; 3,2/3,5. Priva del
coronamento lavorato a parte e desinente in
volute, di cui restano le estremità inferiori
scolpite sull’ara. Lati gradinati fronte liscia. Punti diacritici alle ll.3, 6 - 7.
6, Gaiane per Gaiana.
I cognomina Tertullinus/a (KAJANTO 1965,
p.292) e Gaianus hanno entrambi due
attestazioni nel comprensorio ostienseportuense.
D(is) M(anibus)
Aeliae Tertul=
linae matri
dulcissimae
5
Aurelii Tertul=
linus et Gaiana
fili bene merenti
Iscrizioni ostiensi
sc
indice generale►
91
GIÀ RACCOLTA “ALLO SBARCO D’ENEA”, 1988
114. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA.
Inventario 47524. Lapidario ostiense.
Marmo venato; cm 19,5 x 25,5 x 5,5; lettere
4,9; 3,6; 3,4; +2,5. Punto diacritico triangolare
alla l.1. Superficie iscritta gradinata; retro
scalpellato.
-----[- - - P]al(atina tribu) [- - -]
[- - - ?Lae]cani[- - - -],
_
[qu- vix(it)] annis +[- - -]
[- - -] )us [- - -]
------
115. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 47526. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 16,7 x 19,3 x 2,4/2,6;
lettere 4,5/4,9; +1,8. Margini in alto ed a
sinistra. Superfici lisce.
MARINUCCI 1991, p.113, n.35, fig.35.
Dep-[sit- - - -]
#-[- - -]
------
Iscrizioni ostiensi
sc
92
116. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA FRAMMENTARIA
Inventario 47527. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 30 x 21,5 x 3,7; specchio
epigrafico 26 x 17,6; lettere 6,4; 5,2/5,4.
Superficie iscritta e retro gradinati. Margine in
alto ed a destra. Ricomposta da tre parti.
[- - -] +erus
[fec(it) sibi et] suis.
1, vel [- - -] !erus.
117. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 47528. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 40 x 35 x 2,8/4, lettere
6,5/6,8. Superfici lisce. Margine a destra ed in
basso.
Per questa abbreviazione sopralineata cfr.
GORDON 1948, p.99, tab. 1.
-----[- - -] ‹ [- - -]
[- - - v(iro)] c(larissimo) conss(ulibus).
Iscrizioni ostiensi
sc
93
118. LASTRA ONORARIA SCORNICIATA
Inventario 47529. Lapidario ostiense.
Fasti, il 17 luglio del 3613 in sostituzione di A.
Marmo di Luni, cm 41,3 x 45 x 5,3/6,3;
Egrilius Rufus, in quell’anno censorio anche specchio epigrafico +32,5 x 45; lettere 6,4/6,5;
IIvir c. p. q., morto prima di quella data. La
5,5/5,7; 4,1; +1,5. Punti diacritici triangolari.
funzione successiva di M. Naevius Optatus era
Superficie iscritta liscia; retro
[M. Naevio] M. f(ilius) Vot(uria tribu) Op2[ato]
scalpellato. Margine in alto.
L’iscrizione era dedicata a M.
[II viro] ter(tio), censor[i],
Naevius M. f. Voturia Optatus1,
ostiense e membro dell’élite locale, [pontif(ici) Volk(ani)], praef(ecto) II vi[ri];
che vi compare con il patronimico, la
tribù, la Voturia, che caratterizza la
[l(ocus) d(atus)] $(ecurionum)[d(ecreto)].
2
più antica aristocrazia coloniale , in
precedenza sconosciuti, e
l’elenco delle cariche rivestite
- tra le quali spicca per la sua
novità quella di praefectus
IIviri - che iniziano con il
duovirato accompagnato dalla
tripla iterazione3 e dovevano
terminare con l’edilità.
M. Naevius Optatus era stato
infatti
duoviro
ordinario
intorno agli anni 254, periodo
in cui i Fasti ostiensi
presentano una lacuna, e nel
31 IIvir c(ensoria) p(otestate)
q(uinquennalis) [II] 5, funzione
per la quale è impiegato nel
titulus in esame il termine di
censor, assai raro: esso è
infatti testimoniato per i testi
editi in età tardo repubblicana
ed augustea nel titulus posto
sulla fronte della tomba
monumentale6 ed in altre tre7
quella di prefectus pro duumviro, cioè, nel
delle iscrizioni che riguardano C. Cartilus
8
corso un anno censorio14, di sostituto di un
Poplicola IIvir octies e censor tertio , in quella
duoviro quinquennale morto in carica15, oppure
CIL XIV 4638, frammento di mensola in
di un duoviro che, come accaduto sempre nel
travertino, ricavata forse da un cippo o base, in
36 per T. Sextius Africanus, eminente senatore
cui compare un [- Cor]nelius [- - - II]vir
di origine ostiense16, aveva assunto il duovirato
iter(um), cens(or), giudicata dal Meiggs
a titolo onorifico17, lasciandolo poi per i suoi
augustea9 ed in quella frammentaria edita dal
impegni pubblici. Nello stesso modo, nel 126
Bloch nel 195310, di epoca tiberiana, a
Adriano, quinquennale per la seconda volta, ed
dimostrare come, allo stato attuale della
un ignoto p(atronus) c(oloniae) furono
documentazione, esso non oltrepassi l’età 11
sostituiti
ciascuno
da
un
prefetto18;
giulio claudia .
verosimilmente anche in questo caso il secondo
L’inizio della linea successiva doveva duoviro era un senatore e lasciava la funzione
contenere la menzione del pontificato di
ostiense per gli stessi motivi di Sextius
Vulcano. La carica, tenuta a vita e riservata agli
Africanus. La testimonianza di questo passo dei
ex duoviri e spesso anche agli ex duoviri
12
Fasti ostiensi e di quello dell’anno 10619 che si
quinnquennali , fu assunta, come ricordato dai
94
riferisce a Traiano IIvir .c. p. q. cum collega,
mostra come la procedura adottata con la
domizianea lex Flavia municipalis20, che al
capitolo XXIIII prescriveva per il princeps,
IIvir sine collega, la sostituzione con un unico
prefetto, sia stata limitata al regno di questo
imperatore o abbia subito delle deroghe21.
La prefettura, rivestita non sappiamo in quale
anno, date le lacune dei Fasti per il periodo
successivo alla prima parte del 38 e fino al 53,
sembra chiudere il cursus di Nevio Optato.
1
9
Già noto dai Fasti ostiensi (cfr. infra). Lo stesso
Optatus compare al primo posto, seguito da altri due
personaggi, nell’iscrizione frammentaria CIL XIV 4610
+ 4661 + 4711 (BLOCH 1958, p.213, n.6, tav. XXXV,
2) + inv. 9196 relativa alla costruzione od alla dedica di
un balneum probabilmente durante la sua quinquennalità
o la prefettura (cfr. infra).
2
TAYLOR 1960, p.422, 322 s; MEIGGS 1973, p.190;
CÉBEILLAC-GERVASONI,
ZEVI
2000,
p.17;
CÉBEILLAC-GERVASONI 2001, p.160, n.23. Per i
Naevii ad Ostia cfr. MEIGGS 1973, p.192, 201.
L’appartenenza di Nevio Optato ad Ostia era stata postulata già dal Grosso (GROSSO 1959, p.269, n.28).
3
Nell’iterazione vanno computati oltre il duovirato ordinario, la censura e la prefettura.
4
La data dipende dalla successiva censura, dal momento
che un lasso di tempo di almeno cinque anni separava
due duovirati rivestiti
dalla stessa
persona
(CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.10).
5
VIDMAN 1982, p.42, Cd d., 30 s; cfr. BARGAGLI,
GROSSO, p.24 Cd d., 30 s. La carica era riservata,
almeno per la prima volta, agli ex duoviri ordinari
(CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.17;
SÁNCHEZ 2001, p.146). Vanno quindi riviste nei Fasti
le iterazioni M. Naevius e per Q. Fabius Longus, collega
nella censura del 31, IIvir c. p. q. [II], prefetto nel 36
[III] (cfr. infra) e nel 37 IIvir I[III] (VIDMAN 1982,
p.43, Ch, 25; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.25,
Ch, 25).
6
BLOCH 1958, p.214 ss, fig.96, tav.XXX, XXXI = AE
1961 (pars), 326; MEIGGS 1973, p.39 s, 475 s, n. K,
596, passim; BLOCH 1965, p.193; PANCIERA 1966,
p.56 ss, fig.1, tav.XXIV (AE 1969, 82) = MARINI 1776,
p.62 = CIL VI 29754; PELLEGRINO 1984, p.30 ss
(pars); cfr. ZEVI 1976, p.56 ss; ARENA TADDEI 1977,
p.26 ss.
7
CIL XIV 4134 = BLOCH 1958, p.210 s, n.2, fig.95,
tav.XXXVI, 2 – 3; cfr. ZEVI 1976, p.56, n.19; CIL XIV
4710 = BLOCH 1958, p.211 s, n.3, tav.XXXVII, 1; cfr.
ARENA TADDEI 1977, p.21 s; BLOCH 1958, p.213,
n,5, tav.XXXV, 4.
8
Per il personaggio, la cui vita pubblica è racchiusa
intorno all’arco degli anni 35 – 15 a (BLOCH 1958, 219)
o 45 e 20/15a (ZEVI 2004 a, p.59; cfr. ID 1976, p.60),
cfr. inoltre ZEVI 1976, p.56 ss; CÉBEILLACGERVASONI 1996 a, p.86; EAD. 1998, p.14; 51 con
n.27; 52; 59 con n.18; 64 con n.30; 112 con n.81; 128
con n.122; 181; 214 con n.4; CÉBEILLACGERVASONI, ZEVI 2000, p.15 s; ZEVI 2001, p.18;
CÉBEILLAC-GERVASONI 2001, p.156 – 158;
CÉBEILLAC-GERVASONI 2002, p.75; ZEVI 2004 a,
p.64.
MEIGGS 1973, p.512.
BLOCH 1953 b, p.296, n.61, fig. 46 (pars).
11
L’abbreviazione cens. di CIL XIV 376, 7 dedicata al
P. Lucilius P. [f.], P. n., P. pron. Gamala dell’età di Marco Aurelio ha dato luogo a diverse interpretazioni,
recentemente riprese in esame da G. Mennella
(MENNELLA 1995, p.163 ss).
12
CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.10.
13
VIDMAN 1982, p.42, Ch, 9 ss; cfr. BARGAGLI,
GROSSO1997, p.25 Ch, 9 ss.; cfr GROSSO 1959,
p.284, III; MEIGGS 1973, p.514. Per la natura e le
funzione del pontifex Volcani cfr. GROSSO 1959, p.267
ss; MEIGGS 1973, p.337 s.
14
MEIGGS 1973, p.175. L’anno censorio cadeva negli anni 1 e 6 di ogni decennio (VIDMAN 1982, p.58, ad a.
6) e, secondo la lex Iulia municipalis (CIL I 206, 142 ss)
il censimento avrebbe avuto luogo contemporaneamente
anche a Roma.
15
Come si verificò appunto nel 36, quando A. Egrilius
Rufus, pontifex Volkani e IIvir c. p. q. morì intorno al 17
luglio e fu sostituito da Q. Fabius Longus in qualità di
prefetto (cfr. supra n.13). In caso di morte di un duoviro
eponimo in un anno ordinario, la prassi comportava la
sostituzione del defunto con un altro duoviro (MEIGGS
1973, p.175 s), come avvenne nel 30, quando morì P.
Paetinus Dexter e A. Host[ili]us Gratu[s] fu duovir
pronuntiatus (VIDMAN 1982, p.31 s, Cb d, 13 ss;
cfr.p.64, ad a. 30; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997,
p.24, Cb d., 13 ss; MEIGGS 1973, p.175).
16
PIR S 464; GROAG 1923 b, c.2043 s; cfr. ID. 1923 a,
c.2043; VIDMAN 1982, p.68, ad a. 36;; Per l’origine ostiense della famiglia del personaggio, console suffetto
del 59, cfr. CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000,
p.17. La sostituzione di duoviri di rango senatorio, che
avevano accettato la magistratura a titolo onorario, con
prefetti è una pratica variamente documentata (cfr.
DIDU 1983 - 1984, p.56 passim).
17
MEIGGS 1973, p.175 s; VIDMAN 1982, p.69, ad. a.
36; CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.17.
18 VIDMAN 1982, p.49, Ma, 6 ss; cfr. BARGAGLI,
GROSSO 1997, p.43, Ma, 6 ss. Se imperatore, come per
principi della casa regnante (VIDMAN 1982, p.58, ad a.
6) che accettavano il duovirato o singolarmente, con un
collega, o in coppia fra loro, che assumeva la
quinquennalità con un collega era regolarmente sostituito
da un prefetto, fino alla domizianea lex Flavia
municipalis, la procedura dell’avvicendamento per i
duoviri che li accompagnavano ad Ostia nell’anno censorio, fuori dal periodo regolato dalla lex Flavia, non
era obbligatoria ed infatti nel 106 (VIDMAN 1987, p.47,
Hb, 5 ss; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.35, Hb, 5
ss) Traiano è IIvir c. p. q. con M. Acilius Priscus Egrilius
10
95
19
Plarianus, p(atronus) c(oloniae) ed un secondo
p(atronus) c(oloniae), il cui nome non è conservato,
subentra come prefetto all’imperatore, mentre Acilio Prisco Plariano rimane in carica come IIvir c. p. q.
Cfr. supra.
CIL II 1963 = ILS 6088; cfr. DIDU 1983 - 1984, p.75,
n.131, ivi bibl.; MENNELLA 1988, p.75 ss.
21
Cfr. MENNELLA 1981, p.79.
20
119. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Inventario 47530. Lapidario ostiense.
Marmo bianco, cm 11 x 8 x 4; lettere 2/2,2;
2,1/2,5; 2,4. Superfici lisce. Margine in alto.
2, anche T[- - -].
[- - -]EREFI[- - -]
[- - -] .ate0 [- - -]
[- - -]o t[- - -]
------
Iscrizioni ostiensi
sc
96
120. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA
Inventario 47531. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 9 x 10,6 x 3,5/4;
specchio epigrafico +6,3 x +7; lettere
1,2/1,4; 1,1. Superficie iscritta liscia; retro
scalpellato. Margine a destra.
------
–
[- - -] eorum;
[in fronte p(edes) - - -, in agr]o p(edes) X.
121. FRAMMENTO DI LASTRA OPISTOGRAFA
Inventario 47532. Lapidario ostiense.
Marmo bianco-grigio.; cm 10 x 13 x 3; lettere
A) +1,2; 1,7; 1,7; 1,7; B) +2,6. A), punti
diacritici triangolari alle ll.2-3. B), punto
diacritico triangolare. Superfici lisce. Entrambe
le facce sono incise nello stesso senso.
A
-----[- - -] ne+ +[- - -]
[- - -]+Ònws e+[- - -]
[- - -]+an ka[- - -]
[- - -] AIWN+[- - -].
A
97
B
-----[- - - con]iugi $[ignissim-].
B
122. LASTRA DI CHIUSURA DI LOCULO FRAMMENTARIA
Inventario 47533. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 31 x 48 x 2,5/3,7; lettere
2,6/3,2; 2,9. Superfici lisce. Lettere rubricate.
Tracce di colore rosso e di malta nella parte
inferiore della lastra. Margini in alto ed in
basso.
1, monottongazione.
[- - -] )e, v(ixit) a(nnis) XXVIII,
[m(ensibus - - -, d(ies) XXI.
Iscrizioni ostiensi
sc
98
123. LASTRA OPISTOGRAFA FRAMMENTARIA
Inventario 47534 + 47535 + 47538.
Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 47,5 x 72,5 x
3,2/4,8; lettere A) 10,5/12,8; 10,5; B)
10,8/14; 12,4. Margine in alto ed in
basso. Sulla faccia A incasso
quadrangolare di grappa in alto a
sinistra. I due testi, identici ed incisi
dalla stessa mano sono rispettivamente
sottosopra.
A
Iul(ius) ‹ P[- - -]
A
f(ecit) ‹ s(ibi), ‹ s(uis) ‹ [- - -].
B
Iul(ius) ‹ P[- - -]
f(ecit) ‹ s(ibi), [‹ s(uis) ‹ - - -].
B
124. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA
Inventario 47536. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 29,5 x 31,5 x 6/7; specchio
epigrafico +22,2 x +20,2; lettere 2,9; 3,3; 2,8;
2,7/2,8. Superficie iscritta liscia; retro
scalpellato. Margini a sinistra ed in basso. Foro
per grappa in basso.
1, I longa.
-----lib[ertis, - - - ],
pos[terisque eorum];
in fron2[e p(edes) - - - , in agro p(edes) - - -].
Iscrizioni ostiensi
sc
99
125. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA
Inventario 47537. Lapidario ostiense.
Marmo bianco; cm 27 x 26,6 x 6,6/8; specchio
epigrafico +24 x +18; lettere 3,1; 2,8; 2,1/2,3; 1,7.
Punto diacritico triangolare alla l.2. Superficie iscritta
gradinata; retro liscio. Margine a sinistra.
1, per il cognome Florentinus, poco frequente ad
Ostia (CIL XIV 250, III, 21; 861; 921; 1057; 1615;
4764+4936; inv 6184; 6292; 9150; 11795), cfr.
KAJANTO 1965, p.28, 45 s, 189 = 233; senza
riscontri la forma Sestius del gentilizio.
-----F*-[rentino - - -]
Sestia E[- - -]
collib%[rto - - -],
libertis, *[ibertabus],
[posterisque eorum];
- - - - - -?
Iscrizioni ostiensi
sc
100
indice generale►
ISCRIZIONI PORTUENSI
ISOLA SACRA
VIA REDIPUGLIA DAVANTI ALLA BASILICA DI S. IPPOLITO. SCAVI ACEA, 29/7/1988
126. FRAMMENTO DI LASTRA MARMOREA
Inventario 47420. Lapidario ostiense.
imperatore13, a campagne militari in Britannia
Marmo bianco; cm 43,2 x 25 x 7,4; lettere
nel 369 circa ed aveva servito in Africa
5,1/5,5; 5,6/5,9; 6,1; 5,5/5,6; 5,6. Superficie
combattendo la rivolta dell’usurpatore Firmus14
iscritta liscia; retro scalpellato. Margine in alto.
nel 373 – 375, sotto Graziano al comando delle
Lacunoso a sinistra, a destra ed in basso.
truppe romane di Britannia, forse come comes
2, il frammento dell’ultima lettera Britanniarum, fu acclamato Augusto dal suo
conservata potrebbe riferirsi anche ad una i,
esercito nella primavera del 383. Sconfitto
forse inizio di
[Impp(eratores) d]d(omini) nn(ostri) Vict[or et Maximus victores ac]
)[nvicti].
1
Il
ponte
[trium]fatores .[(er)p(etui) Augg(usti), cura - - -]
menzionato
nella l.5 deve
[- - - At]halaric[i v(iri) c(larissimi), praef(ecti) ann(onae) et - - -]
identificarsi
con
quello
[- - -]s v(iri) c(larissimi) et i[nl(ustris), praef(ecti) urb(i)- - - ]
costruito
in
5 [- - - po]ntem %[t - - - restituerunt].
epoca adrianea
dalla nipote di
Traiano e suocera di Adriano Salonia
Matidia2, oppure - sebbene con minore
probabilità - dalla figlia di questa Mindia
o Vibia Matidia3, sorella o sorellastra
dell’imperatrice Sabina, ed in uso almeno
fino al VII secolo4.
Con il manufatto a due luci, impostato su
ampie spallette di conglomerato e con
pilone d’appoggio del piano stradale5, la
via Flavia (Flabia)6 costruita forse già
con Claudio o con Nerone7, attraversava
la Fossa Traianea penetrando nell’Isola Sacra a nord della chiesa di S. Ippolito,
antica cattedrale del Portus Romae
costruita nell’ultimo decennio del IV secolo8. Su questo asse viario più antico si
inseriva il tratto iniziale della via
Severiana, aperta da Settimio Severo tra il
198 ed il 209 per il collegamento di Porto
con Ostia e Terracina9.
La presenza della coppia imperiale
Magnus Maximus10 e Flavius Victor11,
padre e figlio, qui indicati in ordine
inverso, prima Victor e quindi Maximus,
senior Augustus, fa risalire l’iscrizione al periodo compreso tra il giugno/agosto del
38712 ed il 28 agosto del 388.
Magnus Maximus, generale spagnolo di
umili origini, aveva partecipato con il
comes Teodosio, padre del futuro
102
l’anno successivo in Gallia Graziano, che in fuga fu ucciso presso Lione il 25 agosto, aveva
ottenuto la legittimazione delle sue conquiste
da Teodosio prima e da Valentiniano II poi,
con il conseguente dominio sulle Britannie, le
Gallie e la Spagna con la Mauretania Tingitana,
sebbene non gli fosse riconosciuto il consolato
per il 384, rivestito il primo settembre, che fu
quindi valido solo per le Gallie15.
Durante il breve arco di tempo intercorrente tra
l’estate del 387 ed il 28 agosto del 388, Massimo si era riversato in Italia dalle Gallie,
passando per le Alpi Cozie, costringendo
Valentiniano a fuggire da Milano con la madre
Giustina e la sorella Galla ed a porsi sotto la
protezione di Teodosio. Questi, dopo che
Massimo aveva usurpato i domini di
Valentiniano, con esclusione dell’Illirico16, ed
aveva rivestito il secondo consolato per il
38817, reagì prevalendo sull’usurpatore a Sciscia e Petovio in Pannonia, per poi varcare
le Alpi Giulie e, il 28 agosto 388, espugnare
Aquileia, scelta da Massimo con residenza
italiana, catturando l’antagonista, che le truppe inferocite uccisero sul posto. Anche Flavius
Victor, proclamato Augusto in giovanissima età
nel 38418, senza ottenere il riconoscimento dei
legittimi imperatori, catturato in Gallia, seguì la
stessa sorte19.
Rare le attestazioni epigrafiche di Massimo da
solo20 o insieme agli altri colleghi21; più
numerose quelle insieme al figlio, che
riguardano, con l’esclusione di Ostia e del Portus Romae, solo cippi miliari rinvenuti in
Italia, Sardegna, Narbonense, Tripolitania,
Africa
Proconsolare
e
Numidia22,
a
testimoniare una evidente preoccupazione per
la manutenzione dei tracciati stradali23 tra gli
anni 384 – 388.
Se l’iscrizione portuense in esame può porsi accanto all’iscrizione spagnola CIL II 4911 ed
ai miliari, dimostrazione della cura per gli assi
viari ed i manufatti ad essi collegati, diversa la
situazione di Ostia, in cui è stato possibile
rintracciare tre piccole iscrizioni frammentarie
recanti i nomi di Magnus Maximus e Fl.
Victor24, che costituiscono la concentrazione
più alta in assoluto delle testimonianze di
questa effimera coppia imperiale, cui le
dediche potevano comunque essere la risposta
ad un’attenzione particolare che questi dovevano aver dimostrato per Ostia.
Due personaggi avevano provveduto ad
eseguire25 le disposizioni imperiali, il primo dei
quali [- - - At]thalaric[us], di origine barbara,
probabilmente gota, deve aver rivestito la
carica di prefetto dell’annona, il secondo, di cui resta solamente l’ultima lettera di uno degli
elementi onomastici al genitivo, v. c. et i[ll.],
era certamente praefectus urbi, dignità per la
quale i titoli di vir clarissimus et illustris
appaiono verso il 36326 e sono codificati dalla
legge di Valentiniano I e Valente del 5 luglio
37227. Il personaggio va quindi inserito nei fasti
dei prefetti urbani tra Sextus Rusticus
Iulianus28, in carica durante l’usurpazione di Maximus e morto nel 388, e Sex. Aurelius
Victor29, che esercitò quella funzione tra il 388
ed il 389.
La presenza del prefetto dell’annona, primo tra i subordinati gerarchici di quello urbano30 e
clarissimus circa dal 32631 è giustificata,
dall’essere questi, a partire dal 331, competente per le costruzioni ed i restauri ad Ostia e
Porto32, funzione accertata per la prima volta
tra il 340 ed il 35033.
Dopo questo intervento, il ponte subì un nuovo
restauro sotto Onorio e Teodosio II, ricordato
dal lato A di una lastra opistografa rinvenuta
nel 1972 riutilizzata come fondo di una tomba
tarda alla cappuccina34, ad opera di Fundanius
Martyrius Felix, v. c. e prefetto probabilmente
dell’annona35, tra il 408, anno della morte di
Arcadio36 – che appunto non è menzionato nel
titulus commemorante il restauro – e della
presa di Porto da parte di Alarico37, in
conseguenza della quale esso fu bruciato38, ed
il 423, anno della morte di Onorio39, forse più
precisamente tra il 412 – 413 ed il 42340.
Il manufatto, vetustate labsus, fu oggetto di un
ulteriore intervento41, probabilmente all’epoca della dominazione ostrogota42 con Flavius
Splendonius Aufidius v. c. et spect[tabilis],
com(es) primi ord(inis) et praef(ectus)
annonae43, restauro parimenti dedicato da
Iunius Pomponius Ammonius vir inlustris, urbi
praefectus44.
103
1
VELOCCIA RINALDI 1975, p.13 ss; cfr. EAD 1972,
p.12; FLORIANI SQUARCIAPINO 1973–1974, p.260
s.
2
PIR2 M 367; FOS 681. Matidia divenne Augusta dal 29
agosto 112 e fu divinizzata dopo la morte avvenuta il
primo dicembre 119.
3
PIR2 M 368; FOS 533. Proprietà ed interessi di Matidia
minore ad Ostia sono suggeriti dalla fistula plumbea
rinvenuta nel 1863 e recante l’iscrizione Matidiae Aug. f.
(CIL XV 7737 = XIV 1978 = BARBIERI 1953, p.182;
cfr. ANDERMHAR 1998, p.332 ss, n.331) e dalla
presenza di Olympus, suo schiavo, che compare come
dedicante in un’iscrizione della necropoli di Porto
all’Isola Sacra (IPO, A 261; cfr. MEIGGS 1973, p.227;
FOS 533). Un intervento diretto di Adriano nell’opera, a completamento del complesso portuale di Traiano ed a
celebrazione della diva Matidia, è accettato da F. Zevi
(ZEVI 2000, p.525 s).
4
VELOCCIA RINALDI 1975, p.35.
5
VELOCCIA RINALDI 1975, p.21. Il ponte deve aver
avuto strutture aeree di legno ed almeno una parte
mobile per facilitare il traffico fluviale (CALZOLARI
1993, p.232).
6
IPO, A 90.
7
MEIGGS 1973, p.161, 473, n.D.
8
FEVRIER 1958, p.315; TESTINI 1975, p.43 ss;
TESTINI 1978–80, p.23 ss; PANI ERMINI 1979, p.243
ss.
9
LANCIANI 1903, c.57 ss; MEIGGS 1973, p.473, n.D;
PAVOLINI 1980, p.120 s; ID 1981, p.141 ss; LAURO
1985, p.18, 24.
10
ENSSLIN 1930, c. 2546 ss; PLRE I, s. v. Magnus
Maximus 39.
11
SCHUSTER 1958, c.2060 s; PLRE I, s. v. Fl.Victor
14.
12
MAZZARINO 1990, p.38.
13
PLRE I, s. v. Flavius Theodosius 3.
14
PLRE I, s. v. Firmus 3.
15
DEGRASSI 1952, p.84.
16
Per la pertinenza dell’Illirico alla pars occidentale
dell’impero con Graziano cfr. MAZZARINO 1990, p. 9
ss.
17
DEGRASSI 1952, p.85; cfr. ICUR 371; 372; 374; AE
1959/70, 75.
18
AUR. VICT., Ep., 48, 6; ZOS., IV, 47, 1.
19
Cons. Const., s. a. 388; Cons. Ital., s. a. 388; AUR.
VICT., Ep., 48, 6; ZOS., IV, 47, 1; OROS., 35, 10.
20
CIL II 4911; AE 2000, 1642.
21
CIL VIII 11025=27=ILS 787; 26267; XIV 4410; 4411.
22
CIL V 8026; 8030 = ILS 788; VIII 22076; IX 5961;
6062; 6069; X 6968; 6974; XII 5675; EE VIII 786; AE
1959, 244; AE 1967, 561; AE 1979, 286; AE 1985, 345;
AE 1986, 255; AE 1992, 565; AE 1995, 700; 701; AE
2000, 573. Miliario con il nome del solo Massimo è
anche il testo AE 2000, 1642 rinvenuto nella Bizacena.
A Flavius Victor va invece riferita la dedica urbana AE
1889, 171.
23
Cfr. sotto questo aspetto anche l’iscrizione spagnola
CIL II 4911.
24
CIL XIV 147 (dedica in cui dal Dessau non sono stati
identificati i due Augusti); inv.6056 (dedica ritagliata per
riuso e frammentaria); inv.6960 (frustulo forse di
Iscrizioni portuensi
sc
104
dedica).
25
Sub cura, cura, ex auctoritate.
26
CHASTAGNOL 1982, p.176 con n.39.
27
Cod. Theod., VI, 7, 1; 9, 1; 11, 1; 14, 1.
28
CHASTAGNOL 1962, p.230 ss, n.92; PLRE I, s. v.
Sextius Rusticus Iulianus 3.
29
CHASTAGNOL 1962, p.232 s, n.93; PLRE I, s. v.
Sex. Aurelius Victor 13. A meno che il personaggio
dell’iscrizione portuense non possa identificarsi proprio
in questi, poi confermato nella carica da Teodosio.
30
La perdita della funzione indipendente del prefetto
dell’annona ed il passaggio tra i subordinati del prefetto urbano, sebbene in posizione di preminenza tra di essi, si
verifica nel 331 (CHASTAGNOL 1960, p.298 ss)
31
CHASTAGNOL 1960, p.298.
32
CHASTAGNOL 1960, p.50, 297 s. Cfr. CIL XIV 134,
135, 137, 138, 139; 140; 4408; 4410; 4411; 4413; 4716;
4717 (MARINUCCI 1992, C 1 b); 4718 (MARINUCCI
1992, C 1, pars); 4719 a – c; AE 1948 127 = AE 1941,
66; MARINUCCI 1992, C 107; cfr. infra n.33, 40.
33
CIL XIV 135.
34
VELOCCIA RINALDI 1975, p.23 = AE 1975, 137;
LOPREATO 1975, p.49 s; PETRIAGGI 1991, p. 78 s,
n.1; NUCCI GEREMIA 2000, p.470 s, n.72;
CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2010,
p. 140 s, 25.3.
35
AE 1975, 137; PETRIAGGI 1991, p. 78 s, n.1; NUCCI
GEREMIA 2000, p.470 s, n.72. La funzione è stata
anche integrata anche in pra[ef. urbi], cfr VELOCCIA
RINALDI 1975, p.50; LOPREATO 1975, p.49 s.
36
PLRE I, s. v. Flavius Arcadius 5.
37
PHILOST., Hist. Eccl., XII, 3; ZOS., VI, 6; cfr. PLRE
II, s. v. Alaricus 1.
38
AE 1975, 135, l.3.
39
PLRE I, s. v. Fl. Honorius 3.
40
VELOCCIA RINALDI 1975, p.23.
41
Lato B della lastra opistografa: VELOCCIA RINALDI
1975, p.25 = AE 1975, 138; LOPREATO 1975, p.50;
PETRIAGGI 1991, p.79; NUCCI GEREMIA 2000,
p.470 n.72; CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI,
ZEVI 2010, p. 141 s, 25.4.
42
VELOCCIA RINALDI 1975, p.25 s; AE 1975, 138.
Da W. ECK (ECK 1978 a, c.126; ID. 1978 b, c.570; cfr.
KUHOFF 1983, p.303, n.164) è stata avanzata l’ipotesi che il lato B della lastra sia il più antico dei due, databile
tra il 370/375 ed il 423. Tuttavia sembra probabile che il
restauro sia collegato all’invasione vandalica, che aveva investito Porto nel 455, incendiando la basilica di S.
Ippolito (MEIGGS 1973, p.98) e successivo ad essa. A
questa conclusione portano la presenza del titolo di
spectabilis per il praefectus annonae Iunius Pomponius
Ammonius (CHASTAGNOL 1960, p.298, n.3; ID. 1966,
p.41 e 47s; ID. 1982, p.190), sebbene quello di vir
clarissimus tenda ad essere tralasciato negli anni 440
(CHASTAGNOL 1982, p.190), e la formula iniziale
florentissimo statu imperii romani, che omette qualsiasi
menzione imperiale.
43
ECK 1978 b, c.570. Il prefetto dell’annona sembra essere ancora documentato in epoca teodoriciana (CIL
XIV 157; cfr. PLRE II, s. v. (Ac)holius Abydus.
44
PLRE I, s. v. Ammonius 9; ECK 1978 b, c.126; cfr.
CIL VI 1671.
indice generale►
PORTUS ROMAE
PORTICO DI CLAUDIO1, IN UN FRAMMENTO DI CONGLOMERATO
DI CROLLO DELL’AMBIENTE A, 4/ 5/ 1984
127. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 41392. Antiquarium.
Marmo bianco; cm 17,5 x 16,5 x 5,4; lettere
2,7/2,9; 2,7/2,8; 2,7/2,8; 2,7/2,9; +1,1.
Superficie iscritta liscia; retro scalpellato.
Margine in alto. Punto diacritico triangolare
alla l.1.
dedica avrebbe potuto essere posta a titolo di
ringraziamento per il provvedimento.
Nel testo è anche menzionata una cifra pari o
superiore al numero cinquecento, forse
indicante una somma in solidi donata dal
collegio o da esso impiegata per uno scopo
sconosciuto.
[Ddd(ominis) nnn(ostris) Gratiano, Valentiniano, et Theodosio? perpetui]s Augg[g(ustis) - - -]
[- - -] et in lon[gum aevum? - - -]
[- - - cor]pus Por[tuense - - -]
[- - -]+ quinge[nt- - - ]
5
[- - -]++[- - -]
------
1, a di Augg[g.] senza barretta orizzontale.
La dedica è stata posta a tre imperatori2, i cui
nomi sono purtroppo perduti, da un’ignota corporazione portuense. Se il corpus portuense
potesse identificarsi in una delle associazioni
dei naviculari che facevano capo al Portus
Romae3, gli imperatori potrebbero essere
individuati in Graziano, Valentiniano II, e
Teodosio, che nel 3804 e nel 3865 avevano
confermato i numerosi privilegi e le immunità
fiscali loro concessi6 – ad assicurare i servizi
erogati - da Costantino nel 3267, da cui erano
stati onorati con la dignità equestre, ribadita da
Giuliano8 e dal provvedimento del 380 e la
1
Per la costruzione, all’interno della zona ancora occupata nell’alto medioevo (COCCIA 1993, p.192), cfr. LUGLI 1935, p.116 ss, n.52; MEIGGS 1973, p.160;
VERDUCHI 1992, p.55 ss.
2
Come indica la sopralineatura in Augg[g.], che tende a
terminare in corrispondenza dell’ultima lettera andata perduta.
Iscrizioni portuensi
sc
105
3
Cfr. WALTZING 1895 – 1900, II, p.58 s, cfr. p.34 ss,
54 ss.
4
C. Th. XIII, 5, 16.
5
C. Th. XIII, 5, 17.
6
WALTZING 1895 – 1900, II, p.408 ss; DE ROBERTIS
1955, p.194 ss.
7
C. Th. XIII, 5, 5.
8
C. Th. XIII, 5, 16.
indice generale►
FIUMICINO, NECROPOLI DI STALLA BUOI, 1985
128. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA
Inventario 40000. Lapidario ostiense.
Marmo bianco venato; cm 21,4 x 19,2 x 2,5;
lettere 1,8; 2,6; 2,6; 2,4/2,5; 2,6; 2,3; +1,8.
Superfici lisce. Margine in alto.
2, il cognomen Agape (SOLIN 1992,
p.1277, 1446, 1471) aveva solo cinque
attestazioni ad Ostia (CIL XIV 1064; 4818;
inv.6171; 6464; 8983), di cui tre in ambito
cristiano.
3, per il gentilizio Cominius, frequente nel
contesto ostiense-portuense, cfr. SCHULZE
1904, p.108, 166, 354.
[D(is)] M(anibus).
[Cominiae ?] Aga ‹ pe[ni]
[- - -] Comin[ia]
[- - -]a‹ donav[it]
5
[ollas qui] ,que ‹ M. ‹ V*[pio]
[Epaph]rodito ‹ +[- - -]
[- - -] ),[ - -- ].
Iscrizioni portuensi
sc
106
indice generale►
FIUMICINO, VIA DEL LAGO DI TRAIANO, NECROPOLI TARDA, 2009
129. ALBO DEL CORPUS VETERANORUM, RIUSATO COME SPIOVENTE DELLA SEPOLTURA ALLA
CAPPUCCINA E
Depositi ostiensi
Marmo lunense; cm 103 x 68 x 3,5; a.
lettere 4,7/5,5; 5,7; c. I: 2,3/2,8; 2,7,
2,6/3; 2,3/2,6;2,1/2,6; 2,4/2,5; 2,3/2,4;
2,3/2,5; 2/2,6; 2,3; 2,1/2,4, 2,1/2,5;
2,2/2,4; 2,1/2,3; 2,3; 2,4; 2,3/2,5;
2,2/2,6; 2,1/2,4; 2,3/2,5; c. II: 2,5/2,6;
2,3; 1,9/2,1; 2,1/2,5; 1,8/2; 2,4.
La lastra, ricomposta da sette
frammenti, è priva dell’angolo superiore sinistro: Bordo sui quattro
lati. Punti diacritici triangolari alle ll.1
e 2 ed alle ll.1, 4, 5, 11, 19, 20 della c.
I. Retro liscio. C. II, ll. 2- 6 incise da
una mano diversa.
L'albo, il primo ad essere stato
rinvenuto nel territorio ostiense,
contiene i nomi di 24 membri di quel
corpus veteranorum (Aug.)1, fino ad
ora documentato in Ostia da due
testimonianze, la prima (CIL XIV 409,
2
16 = ILS 6146) costituita dall'ara
funeraria di Cn. Sentius Felix, in cui il
personaggio viene ricordato anche
come patronus corporis veteranor.
Aug. e la seconda da una dedica
frammentaria posta dallo stesso corpus
(CIL
XIV
4364)
in
onore
probabilmente di Antonino Pio3
(oppure di Caracalla) e databile, in
base alla combinazione della XVIII
tribunicia potestas con il IIII consolato
al 155 (o al 215).
Il
corpus
veteranorum,
associazione
riconosciuta dallo stato costituita sulla base di
un'autorizzazione speciale4 ([ex in]dulgentia
domini n. Aug.) con il carattere di istituzione
pubblica5 e con lo scopo di assicurare ai
membri una degna sepoltura e la cura della
memoria dei morti6, sembra, almeno nel
contesto ostiense-portuense, aver incluso non
solo gli ex legionari, ma anche quanti avevano
servito nelle flotta7, nelle coorti pretorie ed
urbane.
Anche la testimonianza ostiense, che risale
probabilmente al III secolo d. C.8, in cui per i
membri, a differenza degli albi africani, non
sono indicati i gradi che ricoprivano nella vita
militare, conferma che l'organizzazione del
collegio era modellata su quella delle
associazioni professionali con quinquennali
perpetui (quattro nel nostro caso, due dei quali
padre e figlio) e la plebs, mentre la presenza di
patroni era già nota dall'ara funeraria di Cn.
Sentius Felix.
Tra i gentilizi dei corporati il solo Fullonius
(SCHULZE 1904, p.168a, 417) è alla prima
testimonianza ad Ostia; tra i cognomina il solo
Pthongus è nuovo nel nostro contesto.
107
[Corpus v]eteranorum quib(us) coire lic(et)
[ex in]dulgentia domini n(ostri) Aug(usti)
q(uin)q(uennales) p(er)p(etui) ‹
5
[-] Passenius Didymus
L. Domitius Dius
P. Apollonius Barbarus
C. Iulius Magnus
Q. Passenius Didymus fil(ilius)
C. Iulius Magnianus
L. Apollonius Rufus fil(ius)
C. Minucius Saturninus
plebs
5
T. Aurelius Pthongus
C. Marius Felicissimus
M. Annius Severus
Q. Pinnius Felix s(enior)
M. Fullonius Saturninus
10
C. Minicius Severus
C. Iulius Felix s(enior)
L. Domitius Fortunius
P. Apollonius Rufus fil(ius)
T. Aurelius Primus
15
M. Aurelius Metrodorus
M. Aurelius Gaius
T. Flavius Antiochus
L. Septimius Diodorus
T. Flavius Fortunius fil(ius)
20
T. Aurelius Clemens fil(ius)
1
WALTZING 1895 – 1900, I, p.55 s, 308 ss;
NEUMANN 1962, c1608 ss. Per le altre, non molto
numerose testimonianze del corpus nel mondo romano e
per la sua organizzazione interna cfr. WALTZING 1895
– 1900, IV, p.151 s, NEUMANN 1962, c.1608. Altri albi
di veterani provengono da Lambaesis (CIL VIII 2618,
cfr.18086 = ILS 9097; 2626).
2
Cfr. IPO, B 339; MEIGGS 1973, p.181 passim, p.559,
5; CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI
2010, p.276 ss, 81.
3
WICKERT ad CIL XIV,4364; MEIGGS 1973, p.334,
n.7; cfr. VAGLIERI 1913, p,80, n.1.
4
WALTZING 1895 – 1900, I, p.132; cfr. II, p.140 s. Ai
collegi dei veterani era proibito riunirsi sotto un pretesto
Iscrizioni portuensi
sc
108
religioso, come apprendiamo dal Digesto (41, 11, 2), che
riproduce il passo di Ulpiano: sub praetextu religionis
vel sub specie solvendi voti coetus illicitos nec veterani
tentari oportet.
5
ID. 1895 – 1900, II, p.140
6
DE ROBERTIS 1955, p.88 s, inserisce i collegia
veteranorum tra i collegia tenuiorum, costituiti cioè tra
povera gente religionis causa; NEUMANN 1962,
c.1609.
7
MEIGGS 1973, p.27, 304, cfr.216, 580.
8
Il titolo di dominus noster Aug. con cui è indicato
l'imperatore è attestato a partire da Settimio Severo
insieme a Caracalla (CALABI LIMENTANI 1968,
p.169).
indice generale►
ISCRIZIONI DA SEQUESTRI
SEQUESTRO CIPRIANI
130. LASTRA FUNERARIA
Inventario 39972. Lapidario ostiense.
Mamo bianco; cm 32 x 42,3 x 2,3/3,1; lettere
2,8; 2,9; 2,9, 3; 2,5; 2,8. Superfici lisce. Punti
diacritici triangolari. Ricomposta da tre
frammenti e con una lacuna al centro. Margini
a destra ed in basso.
PALMIERI 1988, p.156 ss, n.4, tav.IV.
Monottongazione alle ll. 3 – 5.
Il gentilizio Salinator/Salinatoria1, che in
origine caratterizzava gli ex schiavi addetti alle
saline ostiensi2 conta nel comprensorio ostiense
– portuense altre 37 attestazioni.
D(is) M(anibus).
M. Salinator Fortu=
natus Salinator‹ia›e
Ianuar‹i›a‹e› &%cit, alu‹m›=
5
n‹a›e suae bene meren=
ti.
1
SCHULZE 1904, p.413; SALOMIES 2002, p.149.
Salinator è anche adoperato come cognomen,
caratteristico per le gentes dei Livii e degli Oppii
(KAJANTO 1965, p.322; cfr. SCHULZE 1904, p.413).
Iscrizioni da sequestri
sc
110
2
Per l’importanza economica e l’estensione delle saline ostiensi in epoca romana, soprattutto regia e
repubblicana, cfr. GIOVANNINI 2001, p.36 ss.
indice generale►
SEQUESTRO LORIA
131 LASTRA FUNERARIA ISCRITTA FRAMMENTARIA
Depositi ostiensi.
porta della tomba familiare - di non piccole
Marmo bianco; a +b) cm 57 x 72 x 5,6/5; c)
dimensioni (m 10,36 x 9,62 con una superficie
19,5 x 31 x 5,6/5; d) 22 x 32 x 5,6/5; specchio
di mq 99,66 circa) - rende difficile collocare la
epigrafico 48,5 x 91,3; lettere cm 6; 5; 4,5;
provenienza dell’iscrizione dall’ambito delle 3,8/3,5; 3; 3; 2,2; 2,2; 2,2.
necropoli ostiensi, tutte molto più prossime alla
Dei quattro frammenti che compongono la
città, mentre se la distanza fosse calcolata in
lastra a e b congiungono. Lacuna al centro ed a
direzione di Roma e di porta Trigemina lungo
destra. In basso, in un campo rettangolare (cm
le sedici miglia della via Ostiense2,
13 x 28), è rappresentata a rilievo
l’undicesimo miglio corrisponderebbe ai Monti
un’imbarcazione con l’ancora tirata sulla di S. Paolo3, presso il km 17 della statale 8 bis
poppa. Testo entro cornice. Rasura dopo
Ostiense, zona nella quale tra il 1908 ed il
l’ultima linea del testo, a sinistra. Retro liscio.
19134 furono trovati resti di sepolcri insieme ad
Punti diacritici triangolari.
un tratto basolato dell’antica via.
Il gentilizio Cantaneus
M. [Can]tan[eus - -]
risulta
al
momento
Proc[ul]us et [- - -]
documentato solo ad Ostia
(inv.6153,26:[-] Cantaneus
Valer[ianae ? uxori]
November). Per il cognome
suae et [- - - filiae]
maschile Vestalis, con due
testimonianze ad Ostia 5
suae et Vic[tori filio su]o et
(CIL XIV 1520; inv.6153,
M. Cantaneo M. l(iberto) Vestali vernae suo et
6), cfr. KAJANTO 1965,
p.55, 62, 214 = 221.
suis libertis,
[in f]ron(te) p(edes) XXXV,
La distanza di XI miglia
libertabus
[in ag]ro p(edes) XXXII s(emis);
(km 16,280) [ab i]anua1, la
posterisque eorum;
111
[ab i]anua m(ilia) p(assum) XI.
1
Per ianua cfr. ThLL, s. v.
It. Ant., 301, 6; Tab. Peut. V; RADKE 1981, p.120 s;
PELLEGRINO 1991, p.71 ss.
3
Sebbene il cippo con l’indicazione dell’undicesimo miglio (CIL I2 22 = VI 31583 = ILLRP 449; cfr. ZEVI
2
2000, p.50 s con nn.111, 112) pare sia stato trovato nel
1869 nella tenuta di Malafede (cfr. PELLEGRINO 1991,
p.71, 73).
4
I rinvenimenti sono stati effettuati tra il 16° ed il 17°
km della statale (PELLEGRINO 1991, p.71).
132. LASTRA FUNERARIA ISCRITTA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco venato; cm 26,5 x35
x 1,5/2,2; lettere cm 2,5; 3; 2,5; 2,5;
2,5; 2,5; 2,5; 2,2. Lettere rubricate.
Punti diacritici triangolari. Retro
liscio.
Cfr. NUZZO 1999, A 333, fig. 6
(pars).
La datazione dell’iscrizione, scoperta
nella
necropoli
di
Pianabella (GS 20.04.1977) e poi
scomparsa, va posta dalla metà del I
secolo d. C. a tutto il II in base alla
dedica ai Mani - scritta in abbreviato
come D(is) M(anibus)1.
2, Il gentilizio Carullius (SCHULZE
1904, pp.146, 403, 407, 441) è
diffuso ad Ostia (CIL XIV, 316; 317; 318 bis;
774 + 5200; 775; 4562; 4569, VII, 13;
inv.9022) anche nella forma Caryllius (CIL
XIV 665; 668). 3, per alumnus cfr. n.44.
5, il cognome Romulus (KAJANTO 1965,
p.179) trova qui una ulteriore attestazione in
ambito ostiense-portuense (cfr. infra).
6, betacismo in Iubentia per Iuventia; il
gentilizio Iuventius (SCHULZE 1904, p.281,
492) è diffuso anche ad Ostia (CIL XIV 1213
bis; 1214; 1352; 4500). Per il cognome
grecanico Melitine (CIL XIV 479 = IPO, A 15;
777; 5023 + 5096; inv.937) cfr. SOLIN 2003,
p.750.
Nel lapidario ostiense è conservata una lastra
funeraria iscritta2, ritagliata in alto ed a sinistra
ed in due frammenti non congiungenti (CIL
XIV, 5023 + 5096), rinvenuti nel 1913 nella
medesima zona della città, nei pressi di via dei
Molini3 e nella zona limitrofa del Decumano
massimo4, che conserva i nomi di L. Carullius
Romulus e di Iubentia Melitine: - - - - - - / [- - ]+NI[- - -]+agiae/ [alu]mna[e qu]ae bixit /
[ann]is VI [men]sibus V / [L. Carulli[us
R]omulus / 5 [et Iu]benti[a Mel]itine / b(ene)
[m(erenti)].
D(is) M(anibus)
L. Carulli Decembri‹s›
alumni, qui bixit annis
VIII, mensibus VIII;
5
diebus XVIII;
L. Carullius Romulus
et Iubentia Melitine
b(ene) m(erenti).
1
DEGRASSI, 1962, p.659; BARBIERI 1958, p.136.
Cfr. supra.
2
Marmo bianco, cm 16, 5 x 9,5 x 2,5 (a); 16 x 15,5 x 2,5
(b); lettere +1,3; 2; 2; 2; 1,9; +0,7. Superfici lisce.
Iscrizioni da sequestri
sc
112
3
4
VAGLIERI 1913, p.180, 2.
LANCIANI 1913, p.220.
133. ARA FUNERARIA ISCRITTA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 94,5 x 55; specchio
epigrafico 41,5 x 41,3; lettere cm 4,2; 3,2; 2,9,
3; 2,9; 3.
L’ara a base quadrangolare, ricavata da un unico blocco, poggia su alto zoccolo
modanato. Nella parte centrale della fronte,
delimitata da una cornice sempre modanata, è
incisa l’iscrizione. Cornice superiore modanata. Nella parte superiore è ricavato un
timpano a lunetta decorata da una corona
lemniscata. Ai lati acroteri angolari a palmetta.
Sul lato destro del corpo, lavorato a gradina,
patera, sul sinistro, anch’esso a gradina, urceus. Retro gradinato.
D(is) M(anibus)
A. Corneli A. f(ili) Pal(atina tribu)
Veri Amarantiani,
vix(it) ann(is) XII,
5
mens(ibus) II dieb(us) XXVII;
Cornelia Galatia mater.
Per la datazione del testo in relazione
all’abbreviazione di Dis Manibus in D(is)
M(anibus) cfr. n.132.
La tribù urbana Palatina è tipica di Ostia, dove
compare dal II secolo d. C., forse con Traiano1
ed in concomitanza con la costruzione del
bacino esagonale interno al porto di Claudio
(portus Traiani) tra gli anni 100 e 112 d. C2. o
il 106 – 112 circa3, mentre i più antichi coloni
erano contraddistinti dall’appartenenza alla tribù rustica Voturia4. In base alla menzione
della Palatina si può attribuire la pertinenza del
titulus al territorio ostiense.
Ll.3, 6: i cognomina Amarantianus5 e Galatia6
non erano fino ad ora attestati ad Ostia. Un A.
Cornelius Amarantus è in CIL XIV 4910 ed un
L. Cornelius Verus in CIL XIV 1574.
1
Ostia, ma su uno status sociale diverso (DESSAU, CIL
XIV, p.4; MEIGGS 1973, p.190 s; CÉBEILLACGERVASONI 1996 b, p.563, n.38; cfr. FORNI 1977,
p.94).
5
SOLIN 2003, p.1154.
6
SOLIN 2003, p.428.
TAYLOR 1960, p.322 s.
CHEVALLIER 2001, p.28.
3
PAVOLINI 1983, p.277.
4
TAYLOR 1960, p.42; MEIGGS 1973, p.190 s. È anche
possibile che la distinzione fra i membri delle due tribù
fosse basata non sul momento dell’insediamento ad
2
Iscrizioni da sequestri
sc
113
134. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA ISCRITTA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 62 x 45 x 6,5/17,2;
specchio epigrafico cm 45 x 27,5; lettere cm 5;
5; 4; 3; 2,8; 2,8; 2; 2,5/2,8.
Priva del lato sinistro. Retro sbozzato.
4, per il cognome Bessus, non attestato ad
Ostia, cfr. ThLL, s. v.
5, per Corinthias, con tre testimonianze ad
Ostia e Porto (CIL XIV 1132; 5165 = IPO A
272; inv.6222), cfr. SOLIN 2003, p.632, 1449.
D(is) M(anibus).
[C. Sextius] C. lib(ertus) Aprilis
[feci]t sibi et
[C. Sextio] Besso f(ilio) et Sextio Primo l(iberto)
5
[et Sextiae Corin]thiadi lib(ertae) et Sextiae
[---] et lib(ertis) lib(ertabus) posterisque eorum;
[in fronte p(edes) --- i]n agro p(edes) XIX.
Iscrizioni da sequestri
sc
114
135. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA ISCRITTA
Depositi ostiensi.
Marmo grigio; cm 17 x 17,5 x 3,5; lettere cm
2,3; 2,3, 2,3; 2,5; 2.
Frammentaria in basso, a sinistra ed a destra.
Retro liscio.
D(is) [M(anibus)]
Sittia[e - - -]=
uti et Fl(avio) [- - -]
[- - -] feilia fec[it - - -]
5
[- - -] Syntr[op- - - -]
------
4, feilia per filia.
Il gentilizio Sittius (SCHULZE 1904, p.232,
425) è abbastanza diffuso ad Ostia (CIL XIV,
251, III, 32; IV, 7; VI, 36; 1630; 4569, XIII, 9;
IPO, A 232; inv. 6151, II 11; 19855).
La sparizione del prenome nelle classi inferiori
si avverte già dal I secolo d. C., per divenire
1
2
THYLANDER 1952, p.98.
THYLANDER 1952, p.79.
136. LASTRA FUNERARIA ISCRITTA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 15 x 23,5 x
3,2; lettere 3; 3; 3; 2,9; 2,1. Retro
liscio.
Mentre il cognome maschile
Trophimus (SOLIN 2003, p.1047)
era attestato ad Ostia e Porto, il
gentilizio Veranius (SCHULZE,
p.379 a) vi risultava assente.
D(is) M(anibus)
M. Valeri Tro=
phimi, fecit
Veratia Fortu=
5
nata.
Iscrizioni da sequestri
sc
115
più frequente in quello successivo1, mentre
l’abbreviazione del gentilizio appare già agli inizi del II secolo d. C.2
137. LASTRA FUNERARIA ISCRITTA
Depositi ostiensi.
Marmo lunense; cm 40 x 91 x 10,7/17;
specchio epigrafico 32 x 87,2: lettere cm 4/5; 3;
3; 3; 2,5; 2,3; 3,2. Priva del lato sinistro.
Superficie abrasa. Retro sbozzato.
2, Il cognomen Civitas (KAJANTO 1965,
p.82, 315, cfr.364) compariva altre due volte
nella colonia ostiense (CIL XIV 137; 1310).
3, [C. Ve]lleius Crescens, figlio di C. Velleius
Charidemus2, nato evidentemente in schiavitù,
era stato affrancato insieme al padre da un C.
Velleius1, mentre la figlia, dal nome
parzialmente conservata, risulta nata dopo la
liberazione di Charidemus dalla servitù.
5, 6, per il cognomen maschile Helpis mai
attestato prima ad Ostia ed a Roma piuttosto
raro cfr. SOLIN 2003 p.1298; per quello
femminile Telete, scarsamente frequente ad
Ostia (CIL XIV 1776; inv.6251) cfr. SOLIN
2003, p.1120.
[C. V]elleius C. l(ibertus) Charidemus fecit sibi et
[Vel]leiae C. l(ibertae) Civitati l(ibertae),
[C. Ve]lleio C. l(iberto) Crescenti f(ilio),
[Vellei]ae C. f(iliae) [++]+ulae f(iliae),
5
[C. Vell]eio C. l(iberto) Helpidi l(iberto),
[---]i C. l(ibertae) Telete,
[l]ibertis libertabusque meis posterisque eorum.
1
2
Il gentilizio Velleius (SCHULZE 1904, p.100, 377,
426) è scarsamente attestato nella colonia (CIL XIV
5356 + 5373, V, 16 = MARINUCCI 1992, C 46, partes;
Iscrizioni Aldobrandini, 66; inv.6737).
Iscrizioni da sequestri
sc
Il cognome Charidemus (SOLIN 2003, p.173) vi è
poco testimoniato (CIL XIV 5357, I, 15 = MARINUCCI
1992, C 47; 5358, II, 9 = MARINUCCI 1992, C 48;
MARINUCCI 1992, C 112, 9; 113, II, 2; inv.6394; 6395,
II, 2.
116
138. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CRISTIANA ISCRITTA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 19 x 19 x 4,5; lettere cm
2,8/3; 2,8/3; 2,8/3. Retro liscio.
L’iscrizione, in base al consolato degli imperatori Onorio – il cui nome è
parzialmente conservato - e Costantino III o
Teodosio II, indicato nell’ultima riga di testo, può essere datata agli anni 407, 409, 415,
417, 418, 4221.
-----[- - -] qui vissit [- - -]
[- - -] depositus [- - -]
[- - - d]d(ominis) nn(ostris) ‹H›ono[rio - - - et - - - coss.].
1
DEGRASSI 1952, p.87 s.
139. FRAMMENTO DI LASTRINA ISCRITTA
Depositi ostiensi.
Basalto; cm 5,8 x 5 x 0,7; lettere 1,2. Retro liscio.
------[- - -] III.
Iscrizioni da sequestri
sc
117
140. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 11 x 8,5 x 2,6; lettere 2,4;
1,2/+2,4. Bordo originale a destra. Retro licio.
In alto almeno un’altra riga è indicata dalla linea di guida; le lettere dovevano essere
centrate forse D(is) M(anibus).
2, seconda o di [- - -]orino scritta in
piccolo.
-----[- - - fe]cit
[- - - ? Vict]orin’o’
------
141. FRAMMENTO DI LASTRA MARGINATA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 20,5 x 24 x
5,8; specchio epigrafico superstite
15,5 x 24; lettere 4,2; +0,9. Punti
diacritici triangolari alla l.1. Retro
sbozzato.
D(is) M(anibus)
[- ] Arrunt[io - - -]
[- - -]+[- - -]
------
Iscrizioni da sequestri
sc
118
142. FRAMMENTO DI LASTRA MARGINATA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 18,5 x 30,5 x 3,5/5,1;
specchio epigrafico superstite 10 x 15;
lettere. Retro liscio. Ricomposto da due
parti.
[- - -]TIO+[- - -]
[- - -]+[- - -]
------
143. FRAMMENTO DI LASTRINA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 10,2 x 12 x 2,3; lettere 1,5,
3,9; +1; Retro liscio.
[D(is)] M(anibus]
[- - -]ns +[- - -]
[- - -]++[- - -]
------
Iscrizioni da sequestri
sc
119
144. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Portasanta; cm17 x 15,5 x 3; letere +2; 2,8/2,7.
Retro liscio. Finita in basso.
1, prima e terza lettera: frammenti di dritta.
-----[- - -]+S+AS[- - -]
[- - -]+mo f[ecit].
145. FRAMMENTO DI LASTRA MARGINATA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 16,5 x 19,5 x 4,3/5;
specchio epigrafico superstite 16,5 x 15; lettere
4,7; 3,8; +0,7. Bordo a sinistra. Retro sbozzato.
-----fec[- - -]
Q. Pla[- - -]
++[- - -]
------
Iscrizioni da sequestri
sc
120
146. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 16,4 x 14 x 2,5; lettere 2,4,
2,3; 2,2; 1,9. Frammentato a sinistra. Retro
liscio.
[D(is)] M(anibus)
[- - -] !tio
[- - -]no vix(it)
[- - -] XXVII.
147. FRAMMENTO DI ISCRIZIONE
Depositi ostiensi.
Marmo bianco venato; cm 10,5 x 9,7 x 1,8;
lettere 5,4. Retro liscio.
-----[- - -]+A[- - -]
------
Iscrizioni da sequestri
sc
121
148. ISCRIZIONE FRAMMENTARIA
Depositi ostiensi.
Marmo grigio; a + b) cm 16,1 x 32,7 x 2,6/2,7;
c) 15,7 x 15 x 2,1; lettere 1,4; 3,7. Due dei
frammenti (a e b) sono congiungenti, al
contrario del terzo (c), che conserva parte
dell’ultima riga di testo e che si colloca a destra di a+b. Bordo a sinistra. Retro liscio.
1, frammento li lettera dritta prima della e.
-----+e[- - -]
Rufiani [- - -]ni [- - -].
149. FRAMMENTO DI LASTRINA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 13,6 x 10 x 1,5; lettere 2,3,
2,5; 2,4, +2,5. Retro liscio.
-----[- - -]AM+[- - -]
[- - -]its +[- - -]
[- - -]tis po[- - -]
[- - - in front]e p(edes) [- - -]
------
Iscrizioni da sequestri
sc
122
150. LASTRA FRAMMENTARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 38 x 23,6 x 3,5; lettere 5;
3,5; 3,4.
Retro semilavorato a transenna. Frammentaria
sinistra e a destra.
[- - -]us
[- - -] dignita[- - -]
[- - -] miseri [- - -].
Iscrizioni da sequestri
sc
123
151. LASTRA FUNERARIA OPISTOGRAFA IN DUE PARTI NON CONGIUNGENTI
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm17 x 13, 3 x 3,4/41 (a); cm
17,7 x 27,3 x 3,9/4,1 (b); lettere A) +2; 3,8;
3,4. lettere B) +1,5; 3,6; 3,5, +4,1. Faccia B
ruotata di 90° rispetto ad A.
A
-----Livi[ae - - -]
A. Liv[i- - - -]
be+[- - -]
-----libertae et c[oniugi?]
A. Livius C+[- - -]
vern[ae - - -].
A
B
-----+M+
[- - - co]niugi
[- - - ]tus
[- - -]+ f( )
-----[- - -]us Chrestus
[- - -] fecit b(ene) m(erenti).
B
Iscrizioni da sequestri
sc
124
A, b) e finale di libertae aggiunta in seguito
in proporzioni lievemente minori.
B, b) per il cognomen Chrestus, scarsamente
documentato ad Ostia (CIL 246, VI, 31; 4713;
inv.610, 19752), cfr. SOLIN 2003, p.1004.
152. ARCHITRAVE ISCRITTO
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 15 x 150,5 x 74; lettere 2,5;
2,5; 2. Frammentato a destra.
D(is) M(anibus)
A. Muci Successi Mucia Tych[e]
coniugi suo et sibi fecit.
153. LASTRA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 29 x 35,3 x 3;
lettere 3,9; 3,7; 3,7/3,9; 4 2,6.
Ritagliata in epoca moderna.
Lettere rubricate.
D(is) [M(anibus)].
M. Caeso[nio---]
Caeso[nia---]
coiug[i ---]
5
cum qu[o ---]
Hec2[---].
Iscrizioni da sequestri
sc
125
indice generale►
SEQUESTRO FUSARO
154. LASTRINA FUNERARIA FRAMMENTARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 16,5 x 28,4 x 2,1/2,5;
lettere 2/2,1; 1,9/2; 1,9; ,8/1,9; 1,5/2.
Superfici lisce. Bordo originale a sinistra
ed in basso. Rotta in alto ed a destra.
-----Isidorae patro[nae]
suae quot huic c[onces]=
sit Antonia Pr[- - -]
et lib(ertis), lib(ertabus) po[ster(is)q(ue) eor(um)]
5
in fro(nte) p(edes) XIIII , [in agr(ro) p(edes) - - -].
5, F longa.
Abbastanza ricordato in ambito
ostiense il cognome Isidorus/a
(SOLIN 2003, pp.92, 182), assai
diffuso invece il gentilizio
Antonius
(SCHULZE
1904,
p.124).
155. FRAMMENTO DI LASTRINA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 9,6 x 5,1 x 3,1; lettere +1,7;
1,5; 1,3; 1,3. Superficie anteriore licia, retro
appena scalpellato. Bordo originale in basso.
-----[- - - C]n. &(il-)
[- - -]RT+[- - -]
[- - -] her[ed- - - -]
[- - -] +en[s(ibus) - - -].
Iscrizioni da sequestri
sc
126
indice generale►
SEQUESTRO TIRONE
156. LASTRA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco venato; cm 54 x 61,5 x 3,5;
specchio epigrafico 24,6 x 49,5; rilievo 18,7 x
49; lettere 2,6; 2,2; 2/2,1; 1,8; 1,7; 1,7/2,2; 1,6.
Punti diacritici triangolari. Superficie iscritta
liscia. Retro liscio con resti di malta.
6, F longa.
8, I longa nel primo in.
Clodia L. lib(erta)
Prepusa
fecit sibi et L. Clodio
Atimeto coniugi b(ene)
5
m(erenti) et libert(is), libertab(us)
–
posterisq(ue) eorum; h(oc) m(onumentum) h(eredem) f(iduciarium)
ex(terum) non s(equetur);
in front(e) p(edes) XX, in agro p(edes) XXX.
127
Il cognome Prepusa (SOLIN 2003, p.979) ha
scarse attestazioni ad Ostia (inv.1428, 3845,
13070), Atimetus (SOLIN 2003, p.495, 972)
risulta invece maggiormente diffuso (inv.5717,
7467, 8586, 11832 – 11835).
Segue in basso l’iscrizione, all’interno di uno specchio rettangolare (18,7 x 49), una
composizione a rilievo, il cui centro è costituito
dalla testa di Oceano1 caratterizzata dai grandi
occhi dalle palpebre fortemente segnate a
listello, bocca serrata, lunghi baffi spioventi e
barba fluente che si unisce in basso con le onde
che delimitano la scena. I capelli bipartiti sulla
fronte corrugata ed arricchiti al centro da una
ciocca rialzata stilizzata a fiamma, ricadono in
pesanti ciocche ondulate. Ai lati, in alto,
spiccano due chele di granchio. Verso la
maschera convergono, una per parte, due
Nereidi sedute su ippocampo; quella di sinistra,
seminuda, è volta verso destra, mentre il
cavallo marino ha la testa girata all’indietro e posata sulla destra alzata della divinità. La
seconda Nereide , con la testa a sinistra, è nuda
e con veste rigonfia sollevata dietro la schiena
e rappresentta nel medimo atteggiamento
dell’altra rispetto all’ippocampo retrospiciente su cui siede. Nella composizione, databile al
150 d. C.2, si registra un uso del trapano assai
parco rispetto al quasi esclusivo uso del
cesello.
Il rilievo, che si inserisce all’interno di un limitato numero di esempi3 di simile soggetto,
è un centone di una più ampia scena di thìasos
marino già noto da un sarcofago ostiense4
opera di un’officina locale, attiva nel II secolo d. C., che ha prodotto alcuni sarcofagi5 e la
lastra sepolcrale inv.15912 riadoperata
capovolta come sedile della forica posta dietro
il tempio di Roma ed Augusto (R. IV, IV, 4).
Un’iscrizione con identico testo, sebbene con disposizione diversa delle parole nello stesso
numero di righe ed una differenza nell’ultima di esse nella misura del lato (XXXX piedi
contro XXX) è affissa sopra la porta del recinto6
della tomba 86 nella necropoli del Porto di
Roma all’Isola Sacra7:
5, I longa in coniugi.
6, I longa in libertab(us).
7, per lo scioglimento dell’abbreviazione h. f.
ex. in h(eredem) f(iduciarium) ex(terum) sulla
base di CIL XIV 33 e non in h(eredem)
f(amiliae) ex(traneum) o f(iliis) ex(ceptis) come
proposto dubitativamente dal Calza (CALZA
1940, p.277) oppure h(eredem) f(amiliae)
ex(ternae) avanzato dal Thylander (IPO A 80;
cfr.
BALDASSARRE,
BRAGANTINI,
MORSELLI, TAGLIETTI 1996, p.76 s) cfr.
DEGRASSI 1954, p.105.
8, I longa in in front(e) ed in agro. La
differenza della lunghezza del monumento
espressa nelle due iscrizioni va interpretata
come un errore del lapicida in quella
sequestrata, essendo la tomba lunga m 11,70,
misura assai prossima a quella teorica di trenta
piedi (m 11,84).
Clodia L. lib(erta)
Prepusa
fecit sibi et
L. Clodio Atimeto
5
coniugi b(ene) m(erenti) et
–
libert(is) libertab(us) posterisq(ue) eorum;
h(oc) m(onumentum) h(eredem) f(iduciarium) ex(terum) non s(equetur);
in front(e) p(edes) XX, in agro p(edes) XXXX.
128
1
Per l’identificazione cfr. SAPELLI 1979, p.3, n. 4.
Per la datazione cfr. infra.
3
Cfr. SAPELLI 1979, p.3.
4
VAGLIERI 1909, p.202, fig.2; PASCHETTO 1912,
p.458 s, fig..147; RUMPF 1935, p.8 ss; ID. 1939, p.13,
n.36, tav.13 (con datazione al 2° terzo del II secolo d.
C.); ICARD - GIANOLIO, SZABADOS 1992, p.803,
n.251.
5
Inv.14383; RUMPF 1939, p.11 s, n.32, tav.11; n.34, fig
18 e tav.13 ; n.37, tav.11; n.38 fig.20 e tav.11.
2
6
Datato al 150 d. C. (BALDASSARRE, BRAGANTINI,
MORSELLI, TAGLIETTI 1996, p.77.
7
CALZA 1940, p. 343 (con l’errore di trascrizione all’ultima linea: p. XXX invece di XXXX); IPO, A 80,
tav.XXVI, 1; BALDASSARRE, BRAGANTINI,
MORSELLI, TAGLIETTI 1996, p.76 s. (con lo stesso
errore di trascrizione del Calza). La differenza tra le
misure laterali potrebbe essere imputata ad un errore del
lapicida oppure ad un ampliamento del lato della tomba
nel periodo intercorso tra la redazione dei due testi.
157. LASTRA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 24,7 x 31 x 1,9/2,3; lettere
2,372,4; 2,3/2,6; 2,1/2,5; 2,3/2,5, 2/2,2. Punti
diacritici
triangolari.
Superfici
lisce.
Ricomposta da due parti.
Tra gli elementi onomastici la sola
Beronice (SOLIN 2003, p.220, 1408) si
presenta nel contesto ostiense con poca
frequenza (inv. 3960; 4991; 6715; 7534).
D(is) M(anibus)
Seiae Sabinae,
q(uae) vix(it) ann(is) XII, m(ensibus) VI;
Acilia Beronice
5
Iscrizioni da sequestri
sc
nepoti b(ene) m(erenti) f(ecit).
129
158. LASTRA FUNERARIA MARGINATA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco venato; cm 60,2/60,4 x 35 x 4;
specchio epigrafico 26 x 51; lettere 3,3/3,9, 3,2;
3; 2,52,172,6. Superficie anteriore liscia; retro
con tracce di taglio meccanico moderno. Foro
rettangolare per l’infissione sui lati sinistro e
destro; un taglio forse per lo stesso scopo in
alto al centro e due in basso.
1, I longa in Ti., L. longa in l(iberto).
1 – 3, 5, apici. Mentre il cognomen Diphilus
(SOLIN 2003, p.38, 1467) non aveva in
precedenza testimonianze ad Ostia, Antigonus
vi era attestato, sia pure scarsamente (inv.4798,
10604; 11752; 11753). Abbondantemente
documentata invece Nice/Nices (SOLIN 20003,
p.471, 1443).
Ti. Claudio Aug(usti) l(iberto) Diphiló
Iulia Aug(ustae) l(iberta) Nicé
máter filió et
Antigonus
5
Iscrizioni da sequestri
sc
fécérunt sibi et suis.
130
159. LASTRA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo grigio; cm 33,2 x 43 x 2,1/2,7; lettere
1,5; 1,7/1,9; 1,7/1,8; 1,8; 2; 1,8/2,1; 1,8; 1,9;
2,1; 1,7; 1,9; 1,8/1,9; 1,9. Superfici lisce. Punti
diacritici triangolari alle ll.1-5 e 9. Ricomposta
da sette frammenti.
7, Felicisslmae pro Felicissimae.
D(is) M(anibus)
C. Septimius Eutyches ex p(ecunia) s(ua)
et Uttedius Felix ex p(ecunia) s(ua); huius
monimenti ius concessum
sibi a M. Cornelio Felici=
5
ano dum adviverat is; i=
dem Eutuches partem Va=
leriae Felicissimae coniugi
suae optimae feminae et li=
bertis libertabusq(ue) pos=
10
Iscrizioni da sequestri
sc
terisque eorum.
131
160. LASTRA FUNERARIA
Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 21 x 26,6 x 4/4,6; lettere
2,2; 2,1; 2,1; 1,8; 2; 1. Superficie anteriore
liscia, retro scalpellato. Punti diacritici
triangolari alla l.1.
3, per il cognomen Myron (SOLIN 20003,
p.270) ad Ostia cfr. inv.7299; 10155; 12897.
5, rasura dopo il nome Cleopatra (SOLIN
2003, p.225, 1477), con due testimonianze
precedenti ad Ostia (CIL XIV 5051;
PELLEGRINO 2001, p.447, XVI. 24).
6, rasura all’inizio della riga, al centro ed alla fine.
D(is) M(anibus)
–
Claudiae Nices
Claudius Myron
uxori incomparabi=
5
li, Cleopatra [[[- - -]]]
[[[- - -]]]eli[[[- - -]]] fece0[[[- - -]]].
Iscrizioni da sequestri
sc
132
indice generale►
SEQUESTRO BIFFANI
161. CIPPO FRAMMENTARIO
Inventario 59810. Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 38,5 x 48,5 x 36/36,6;
lettere 5,5; 5,5. Superficie iscritta
gradinata. In alto, sulla fronte,
modanatura a perle ed astragali.
Il cognomen Thamyrus (SOLIN 2003,
p.530) aveva un solo precedente ad Ostia
(CIL XIV, 4560+4561: A. Pompeius
Tamyrus.
[Ex] arbitr[atu]
[- - -] Thamyri [- - -].
162. FRAMMENTO DI LASTRA
Inventario 59776. Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 4,9 x 8,4 x 2,6; lettere 1,4;
1,4. Superfici lisce.
-----[- - -]++on+[- - -]
[- - -]arciu[- - -]
------
Iscrizioni da sequestri
sc
133
indice generale►
SEQUESTRO A CARICO DI IGNOTI
163. ARA FUNERARIA
Inventario 59768. Depositi ostiensi.
Marmo bianco; cm 95, 5 x 40/45 x 36/40,5.
Specchio epigrafico 38,8 x 31; lettere 4,2; 3,6;
3,6; 3,6; 3,6/3,8. Superficie iscritta liscia; lati
gradinati. L’altare a base rettangolare è ricavato
da un unico blocco di marmo e poggia su alto
zoccolo modanato. Il timpano a lunetta è
decorato al centro da una corona, simbolo di
immortalità, con due lemnischi svolazzanti; ai
lati due pulvini cilindrici desinenti sulla fronte
D(is) M(anibus)
Rhodini lib(erti) et
paedagogi sui
C. Iulius
5
Silvanus ‹.
Iscrizioni da sequestri
sc
134
in una rosetta a quattro petali e bottone
centrale. Urceus a sinistra, patera a destra.
Mentre nel contesto ostiense, se ad esso è
pertinente l’altare, il cognomen Silvanus
(KAJANTO 1965, p.57, 58, 216) era
abbastanza documentato con quattordici
attestazioni, Rhodinus (SOLIN 2003, p.1187)
vi appariva solamente altre tre volte (CIL XIV
358, II, 9; 5404; inv. 6160).
PIANABELLA - SEQUESTRO A CARICO DI IGNOTI
164. COPERCHIO FRAMMENTARIO DI SARCOFAGO
Depositi ostiensi.
Marmo grigio; cm 13 x 117,5 x 62; specchio
epigrafico +6 x +19,5; lettere 2,1;2,1.
Il coperchio, piatto e con alzata frontale, è
mutilo a destra e privo della parte superiore.
L'alzata è decorata da un motivo di thiasos
marino con eroti su cavalli marini inquadrati a
sinistra da un maschera acroteriale maschile dai
lunghi capelli ricadenti in boccoli e baffi
spioventi, seguita dalla cornice che inquadra la
tabula funeraria centrale. Sul lato sinistro
incasso quadrangolare per grappa di
collegamento al sarcofago.
-----incomp[arabili bene]
‹ meren[ti].
Iscrizioni da sequestri
sc
135
indice generale►
INDICES EPIGRAPHICI
I. Nomina
A[- - -] Pylad[es] 21, 2 - 3
Acilia Beronice 157
Aelia Am[- - -] 109
Aelia Tertullina 108
T. Aelius Aug. lib. Secundus 35, 1 – 2
Aemil[i- - - -] mul. ? 59
L. Aemilius Prim [- - - ] 10 b, II, 5
Alfidia Grapte 108
[-] Allius [- - -] 10 c, 4
M. Annius Severus 113, II, 6
Antonia Pr[- - -] 154
P. Apollonius Barbarus 129, I, 3
L. Apollonius Rufus fil. 129, I, 5
P. Apollonius Rufus fil. 129, I, 13
Arrius Mercu‹r›ius 112 A
[-] Arrunt[ius - - -] 141
Atia Felix 112 B
Aurelia L. f. Prisca 74, 2 – 3
Aurelia Gaiana 113
T. Aurelius Clemens fil. 150, I, 20
M. Aurelius Gaius 129, I, 16
M. Aurelius Metrodorus 129, I, 15
T. Aurelius Primus 129, I, 14
L. Aurelius Priscus 74, 6
T. Aurelius Pthongus 129, I, 7
Aurelius Tertullus 113
Betulenia Pri{i}mitiva 112 A
C. C[- - -]us Felic[issimus] 10 b, II, 8
Ca[- - -] mul. ? 69
Ca[- - -] mul. ? 71
A. Caedicius A. f. Saecularis 30
Caeso[nia - - -] 153
Caesonia Egloge 35, 4
M. Caeso[nius - - -] 153
Caninia Longo[rum l. - - -] 108
M. [Can]taneus [- -] Proc[ul]us 131 1 – 2
M. Cantaneus M. l. Vestalis 131, 6
L. Carullius December 132, 2
L. Carullius Romulus 132, 5
Cartli[a - - -] 48
Cartil[ius - - - ] 48
Claudia Nice 160
[- Clau]dius Civi[lis] 98
Ti. Claudius Aug. lib. Diphilus 158
Claudius Myron 160
Indices Epigraphici
sc
136
Claudius Proclus Apuleianus 71, 4
Claudius Pud[entianus] 72, 2 – 3
Clodia L. lib. Prepusa 156
L. Clodius Atimetus 156
Coelia Da[io]cratia 72, 3 - 4
Comin[ia - - -]a 128
[Cominia ?] Agape 128
Cornelia Galatia 138
A. Cornelius A. f. Pal. Verus Amarantianus 138
M. Cornelius Felicianus 159
[Dom]itia E+[- - -] 49
Domit[ia] Flora 49
Domitia Musa 89
L. Domitius Dius 129, II, 1
L. Domitius L. l. Felix 89
L. Domitius Fortunius 129, I, 12
Egril[ia - - -] 99
E[grilia Philu]mene 66
[-] Egrilius [- - -] 46
A. Egri[lius - - -] 10 a, 6
[- E]grilius [- - -] 66
[- Egri]lius Sozom[enus] 66
Q. Fabius Longoru[m l. - - -] 108
Fabius L[ongus] 108
Fl. [- - -] 135
[-] Flabiu[s - - -] 10 d, 3
T. Flavius Antiochus 129, I, 17
[-]Flavius Lu[- - -] 10 b, II, 3
T. Flavius Saturninus fil. 129, I, 19
Fructa Secunda 112 B
M. Fullonius Saturninus 129, I, 9
C. Fulvius Eul+[- - -] 10 b, II, 4
[- F] uriu[s - - -] 10 c, 3
P. Gem[imus - - -] 14
Histimenia Venusta 93
Iubentia Melitine 117, 6
Iul. Optata Iuni[a]na 28, 2 – 3
Q. Iul. C. f. Quirina Honoratus 28, 3
Iul. P[- - -] 123, A – B
[Iulia?] Bassilla 68, 6
Iulia Aug. l. Nice 156
M. Iul[ius - - - ] 109
C. Iulius Felix s. 129, I, 11
C. Iulius Magnianus 129, II, 3
C. Iulius Magnus 129, II, 2
Indices Epigraphici
sc
137
[?Iu]lius A. C. lib. Euchrus 68, 3
C. Iulius Silvanus 161
[- I]unius M. f. [- - -] 37
[- ? Lae]cani[us - - -] vir ? 114
Livi[a - - -] 151 A
A. Liv[ius - - -] 151 A
A. Livius C+[- - -] 151 A
C. Marius Felicissimus 129, II, 5
Marsenia Vitalis 61
C. Minicius Severus 129, I, 10
C. Minucius Saturninus 129, II, 3
Mucia Tych[e] 152
A. Mucius Successus 152
[M. Naevius] M. f. Vot. Opt[atus] 118
[No]nius Felix 74
C. Novi[us - - -] 10 a, 7
C. O+[- - -]+ius Vitali[s] 10 b, II, 6
Octavia Crescens 106
C. Octav[ius - - -] 10 a, 8
C. Ostesis Te[- - -] 93
C. Ostesis Eu[- - -] 92
[Q.]Passenius Didymus 129, I, 2
Q. Passenius Didymus fil. 129, I, 4
Petronia L. l. Heliodora 101, 3
L. Petronius L. l. Felix 101, 1
L. Petronius L. l. Stephanus 101, 2
Q. Pinnius Felix s. 129, I, 8
L. Po[s- - -] 10 a, 4
L. Pos[- - -] 10 a, 5
Prastinia 28, 4
Claudius Proclus Apuleianus 72, 4
T. S[- - -] 10 a, 3
Salinatora Ianuara 130
M. Salinator Fortunatus 130
Seia Sabina 155
L. Sept. Constantius 74
L. Septimius Diodorus 129, I, 18
C. Septimius Eutyches 159
Sestia E[- - -] 118
[Sextia Corin]thias 134, 5
Sextia [- - -] 134, 5
[C. Sextius] C. lib. Aprilis 134, 2
[C. Sextius] Bessus 134, 4
Sextius Primus 134, 4
[- Se]xtus [---]nus 56
Sittia [- - -]utis 135
Indices Epigraphici
sc
138
Stei[a Olym]pias 40
Suellia M. l. Psyche 29, 4
M. Suellius Hermes 29, 2
A. Tetteius Faustus 110
[- Ti]nucius Hermes 83, 6
M. V[- - -]us Polutim[us] 10 b, II, 7
Valeria Felicisslma 159
[- V]aleriu[s - - -] 10 c, 3
Valerius Trophimus 136
[Vel]leia C. l. Civitas 137, 2
[Vellei]a C. f. [- - -]ula 137, 4
[C. V]elleius C. l. Charidemus 137, 1
[C. Ve]lleius C. l. Crescens 137, 3
[C. Vell]eius C. l. Helpis 137, 5
Veratia Fortunata 136
Vul[pius Epaph]roditus 128
Vtia Auxesis 31, 3 – 4
Vtia Tyche 31, 2
Vttedius Felix 157
Ca[- - -] 71
[- - -]atius [- - -]nus 146
[- - -]eliu+[- - -] 10 b, II, 10
[- - -]eus[- - -] 10 d, 1
[- - -]itia 87 si nomen est
[- - -]ius Hermaiscus 85, 4
[- - -]iu[s Ch]arito 11, 3
[- - -]lis Tario vel Tarius 60
[- - -]mioniu(s) G+[- - -] si nomen est 10 b, II, 2
T. [- - -]nius A[- - -] 10 b, II, 9
[- - -]nus F[- - -] 52 B
[- - -]orus [- - -]ullus 13, 2
[- - -]ric[- - -] 102
[- - -]ri(s) V+[- - -] si nomen est 10 b, II, 1
[- - -]toria [- - -]+a 60
[- - -]tun(us) Ano[ptes] 52 B
[- - -]s M. [l. - - -] 105
[- - -]s Telete 137, 6
[- - -]tius [- - -]us 87
[- - -]+us [- - -] 91
[- - -]us [- - -] si nomen est 80
[- - -]us M[- - -] 10 c, 1
[- - -]us Max[- - -] 64
[- - -]us Sp[- - -] 52 A
[- - -]us T[- - -] 27
[- - -]us Verat[ius] 8
Indices Epigraphici
sc
139
II. Cognomina
T. [- - -]nius A[- - -] 10 b, II, 9
Aga[- - -] 79
[Cominia?] Agape 128
[Ag]athangel[us] 91
Aelia Am[- - -] 109
A. Cornelius A. f. Pal. Verus Amarantianus 133
[- - -]tun(us) Ano[ptes] 52 B
Antigonus 156
T. Flavius Antiochus 129, I, 17
[C. Sextius] C. lib. Aprilis 134, 2
[- - - ?Apro]nilla 3
Claudius Proclus Apuleianus 71, 4
[As]clepiodota 28, 4 – 5
[ - - - At]halari[cus] 126
L. Clodius Atimetus 156
Vtia Auxesis 31
P. Apollonius Barbarus 129, I, 3
[Iulia ?] Bassilla 68, 6
Acilia Beronice 157
[C. Sextius] Bessus 134, 4
[- - - B] ince [ntius] 95
A. Livius C+[- - -] 151 A
[- - -] Carpus 11, I, 4
[- - -]iu[s Ch]arito 11, I, 3
[C.V]elleius C. l. Charidemus 137, 1
Faustus Aug. ibl. Chrysero[s] 70
[- Clau]dius Civi[lis] 98
[Vel]leia C. l. Civitas 137, 2
T. Aurelius Clemens fil. 129, I, 20
Cleopatra 158
L. Sept. Constantius 74
[Sextia Corin]thias 134, 5
[- - - Cr]esces 11, I, 5
Octavia Crescens 106
[C. Ve]lleius C. l. Crescens 138, 3
[- - -] Dio[ny]sias 74
Coelia Da[i]ocratia 73
L. Carullius December 132, 2
Aburia Sex. Aburi Primigeni lib. Did[yma] 85, 8
[Q.] Passenius Didymus 129, I, 2
Q. Passenius Didymus fil. 129, I, 4
L. Septimius Diodorus 129, I, 18
L. Domitius Dius 129, II, 1
[Dom]itia E+[- - -] 49
Sestia E[- - -] 123
Indices Epigraphici
sc
140
Caesonia Egloge 35, 4
C. Ostesis Eu[- - -] 92
[- - -]lius A. C. lib Euchrus 68, 3
C. Fulvius Eul+[- - -] 10 b, II, 4
Eutuches 157
[- - -]nus F[- - -] 52 B
Faustus Aug. lib. Chrysero[s] 70
A. Tetteius Faustus 110
M. Cornelis Felicianus 157
[- - -] Feli[c]ianus 11, 2
[- - - Fe]licianus 9, 2
Valeria Felicisslma 157
C. C[- - -]us Felic[issimus] 10 b, II, 8
C. Marius Felicissimus 129, II, 5
Atia Felix 112 B
L. Domitius L. l. Felix 89
C. Iulius Felix 129, I, 11
Q. Pinnius Felix s. 129, I, 8
[No]nius Felix 74
L. Petronius L. l. Felix 101
Vttedius Felix 157
[- - -] Ferox 60
Fidus 67
[-] Flabiu[s - - -] 10 d, 3
Domit[ia] Flora 49
Veratia Fortunata 136
M. Salinator Fortunatus 131
L. Domitius Fortunius 129, I, 12
T. Flavius Fortunius fil. 129, I, 19
Aurelia Gaiana 113
M. Aurelius Gaius 129, I, 16
Cornelia Galatia 133
Alfidia Grapte 108
Hect[or] 153
Petronia L. l. Heliodora 101
[C. Vell]eius C. l. Helpis 137, 5
Heraclides 7
[- - -]ius Hermaiscus 85, 4
Hermes lib. 68, 7
M. Suellius Hermes 29, 2
[- Ti]nucius Hermes 83, 6
Q. Iul. C. f. Quirina Honoratus 28, 3
Salinatora Ianuara 130
[- - -] Isidora 152
{H}isidorus 112 B
Iul. Optata Iuni[a]na 28, 2 - 3
Indices Epigraphici
sc
141
Fabius L[ongus] 108
[-] Flavius Lu[- - -] 10 b, II, 3
[- - -]us M[- - -] 10 c, 1
C. Iulius Magnianus 129, II, 3
C. Iulius Magnus 129, II, 2
[- - -]s Max[- - -] 64
[- - -] Q. f. Maximilla 85, 2
Iubentia Melitine 132, 6
L. Arrius Mercu‹r›ius 112 A
M. Aurelius Metrodorus 129, I, 15
Domitia Musa 87
Claudius Myron 158
[- - -] lib. N[- - -] 68, 1
Claudia Nice 160
Iulia Aug. l. Nice 158
Nicomacu[s] 7
Nomas lib. 68, 8
Steia [Olym]pias 40
Iulia Optata Iuni[an]a 28, 2 - 3
[M. Naevius] M. f. Vot. Opt[atus] 118
Iul. P[- - -] 123 A, B
E[grilia Philu]mene 66
M. V[- - -]us Polutim[us] 10 b, II, 7
Antonia Pr[- - -] 154
Clodia L. lib. Prepusa 156
Sex Aburius Primigenius 85, 8
Betulenia Pri{i}mitiva 112 A
T. Aurelius Primus 129, I, 14
Aurelia L. l. Prisca 72, 2 - 3
L. Aurelius Priscus 72, 6
M. [Can]taneus [- -] Proc[ul]us 131, 1 - 2
Suellia M. l. Psyche 29, 4
T. Aurelius Pthongus 113, I, 7
L. Claudius Pud[ent]ianus 73
A[- - -] Pylad[es] 21
Rhodinus lib. 163
L. Carullius Romulus 131, 7
[- - -] Rufianus 148
L. Apollonius Rufus fil. 129, I, 5
P. Apollonius Rufus fil. 129, I, 13
Caedicius A. f. Saecularis 30
M. Fullonius Saturninus 129, I, 9
C. Minucius Saturninus 129, II, 4
Secunda 68, 6
Fructa Secunda 112 B
A.
Indices Epigraphici
sc
142
T. Aelius Aug. lib. Secundus 35, 2 - 3
Sep[ti]mius 67
M. Annius Severus 129, II, 6
C. Minicius Severus 129, I, 10
C. Iulius Silvanus 141
[- Egril]ius Sozom[enus] 66
Sperata lib. 68, 8
[- - -]us Sp[- - -] 52 A
L. Petronius L. l. Stephanus 101
Stephanus lib. 68, 7
A. Mucius Successus 152
[- - -] Syntr[opus] 127
[- - -]us T[- - -] 27
Aelia Tertullina 113
Aurelius Tertullinus 113
[- - -] Thamyrus 159
[- - -]lis Tario[- - -] 60
C. Ostesis Te[- - -] 90
[- - -]s Telete 137, 6
Valerius Trophimus 136
Mucia Tych[e] 152
Vtia Tyche 31, 2
[- - -] Valer[iana] 131, 3
Histimenia Venusta 91
[- - -]us Verat[ius] 8
A. Cornelius A. f. Pal. Verus Amarantianus 133
M. Cantaneus M. l. Vestalis 131, 6
Vic[tor] 131, 5
[Vict]orinus 140
C. O+[- - -]+ius Vitali[s] 10 b, II, 6
Marsenia Vitalis 61
Vtilis ser. 92
[- - -]toria [- - -]a 60
[- - -]a 13
[- - -]a 104
[- - -]a 85, 3
[Vellei]a C. f. [- -]+ula 137, 4
[- - -]ctus 85, 5
[- - -]eratus 9
[- - -]esimus 62
[- - -]ia 122
[- - -]ince[- - -] 95
[- - -] +erus vel [- - -] !erus 109
[- - -]eus 10 b, I, 2
[- - -]lis 10 b, I, 4
[- - -]mus 88
[- - -]atius [- - -]nus 146
Indices Epigraphici
sc
143
[- - -]ntin[us] 102
[- Se]xtus [- - -]nus 56
[- - -]+ricus 71
[- - -]orinus 62
[- - -]orus si cognomen est 13, 2
[- - -]ria 71
[- - -]ris 11, I, 6
[- - -]s 10 b, I, 3
[- - -]s 10 b, I, 5
[- - -]scianus 9
[- - -]tus 10 b, I, 1
[- - -]ullus 13, 3
[- - -]tius [- - -]us 87
[- - -]us 63
Sittia [- - -]utis 135
III. Imperatores
Vespasianus
Imp. Caesa[r Vesp]asianu[s Aug. pontif. max., tribunic. potestat.] VIII, imp. XVI[II p. p., cos.
VII, design. VIII] 58
Traianus
[I]m[p. Caes. divi Nervae f.] Nerv[a Traianus Aug. Germanicus] Dac. [- - -] 1
Etruscilla
[Her]ennia [Cupres]senia Etr[uscilla sanc]tissima [Augusta, uxor] d. n. Traian[i Deci] Aug.
100 A
Decius
d. n. Traian[us Decius] Aug. 100 A
Volusianus
Imp. Ca[es. C. Vibius Afinius] Gallus V[eldumnianus] Volu[sianus] pius fel. inv[ictus Augustus
pont.] max., trib. po[t. - - -, cos - - -], p. [p.] 100 B
Maximus et Victor
[Impp. d]d. nn. Vict[tor et Maximus victores ac trium]fatores pp. Augg 126
Honorius
[d]d nn. ‹H›ono[rio - - - et - - - coss.] 138
Incerta
[- - - Tr]aia[nus - - - p.] m. [- - -] 19
[- - - perpetui] Augg[g] 127
dominus n. Aug. 113
[d]d nn. ‹H›ono[rio - - - et - - - coss.] 138
Indices Epigraphici
sc
144
IV. Consules
[- - - et - - - v.]c. conss. 117
V. Honores publici populi romani
[- - -] v. c. et i[nl. - - -] 126
VI. Dii deaeque
A. Dii Deaeque
Dii Manes
[Dis Mani]bus 3
Dis Manib. 29
Dis Man. 72
D. M. s. 31
D. M. 30, 35, 49, 61, 70, 73, 92, 112 A, 112 B, 113, 129, 136, 152, 157, 159, 160, 163
D. [M.] 40, 51, 66, 69, 109, 135, 153
[D.] M. 62, 75, 85, 88, 143, 146
Dii Penates
[d. P.] P. p. r. q. 5
Iuppiter
I(uppiter) o(ptimus) m(aximus) 95
B. Sacerdotes publici populi romani
adiutor Lauren. Lavin. 1
C. Sacerdotes municipales
pr. Sac. Volk. fac. 30
[- - - sa]c. Volc. fac. 98
D. Christiana
monogramma Christi 38
VII. Senatus et populus romanus. Tribus
populus Romanus
p. r. Q. 5
Palatina
Pal. 133
Indices Epigraphici
sc
145
[P]al. 114
Quirina
Quir. 28
Tromentina ?
Tr. 107
Voturia
Vot. 118
VIII. Ethnica
Iudaei 108
IX. Res municipalis ostiensis
A. Res publica. Ordo et populus. Officiales
colonia Os[t.] 58
univ[ersi cives Ostienses ?] 25
famil. p[ublica] 7
[de]cret. [decur. pu]b[lice] 20
[l. d. d.] d. p. 24
[l. d.] d. [d.] 118
censor 118
[II vir] ter 118
patro[nus] ? 25
praef. II v[iri] 118
B. Augustales. Seviri Augustales
qq. ordinis Augustalium 107
sevir Augustalis idem qq. 107
[sevir] Augustalis 68
[VI vir August]alis [idem quinquenn]alis 42
[sevir August]ali[s et qq.] 105
X. Collegia ostiensia et portuensia
coll[egium fabrum] tign. [Ost.] 7
p[raefectus] 2
[- - -]rar. 20
corp. mens fr. Ost. 107
patronus 107
[cor]pus Por[tuense - - -] 127
[corp. et] qq. [coll. - - -] 105
[corpus v]eteranorum quib. coire lic. [ex in]dulgentia d. n. Aug. 129
qq. pp. 129
Indices Epigraphici
sc
146
XI. Officia privata
paedagogus 163
XII. Notabilia varia
aquae ductus 58
Indices Epigraphici
sc
147
indice generale►
INDICE TOPOGRAFICO
OSTIA
Regio I
Scola degli Stuppatores (IX, 4)
n. 1
Caseggiato dei Triclini (XII, 2)
n. 2
Palestra delle Terme del Foro (XII, 6)
nn. 3-4
Aula sul Foro (XII, 6)
n. 5
Foro della Statua Eroica (XIII, 2)
n. 6-19
Via delle Terme del Mitra
nn. 20-21
Regio II
nn. 22-25
Piazzale delle Corporazioni (VII, 4)
Regio III
Edificio (VIII, 1)
n. 26
Rinvenimenti sporadici
n. 27
Regio IV
nn. 28-31
Terme del Musiciolus
Regio V
Via del Sabazeo
n. 32
Concessione Palmucci
n. 33-65
Tor Boacciana
nn. 66-67
Indice Topografico
sc
148
Altri siti ostiensi
Rinvenimenti sporadici
nn. 68-84
Necropoli della via Laurentina
nn. 85-105
Villa suburbana sulla via Laurentina
n. 106
Necropoli ostiensi
n. 107-113
Già Raccolta “Allo Sbarco di Enea”
n. 114-125
PORTO
Isola Sacra
n. 126
Portico di Claudio
n. 127
Necropoli di Stalla Buoi
n. 128
Via del Lago di Traiano
n. 129
ISCRIZIONI DA SEQUESTRI
Sequestro Cipriani
n. 130
Sequestro Loria
nn. 131-153
Sequestro Fusaro
nn. 154-155
Sequestro Tirone
nn. 156-160
Sequestro Biffani
nn. 161-162
Sequestri a carico di ignoti
nn. 163-164
Indice Topografico
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149
indice generale►
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