Letteratura latina

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Letteratura latina
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
F. D'ALESSI
Letteratura latina
Parte II,3 : Il periodo classico
Agosto 2002
F. D’Alessi © 2002
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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L'età di Augusto
Bibliografia per la parte 2b
V. Gardthausen, Augustus und seine Zeit, Leipzig 18991-1904, 6 voll. .
R. Heinze, Die augusteische Kultur, Leipzig 1930, 19332.
M.A.Levi, Il tempo di Augusto, Firenze 1951.
P. Grimal, Le siècle d'Auguste, Paris 1955.
R. Rocca, Epici minori d'età augustea, Genova 1989.
J.C. Bramble, Minor Figures, in The Cambridge History of Classical Literature, 2, Cambridge 1982,
pp. 467-94.
Quadro storico
RIASSUNTO ANNO 43 a.C. MARC'ANTONIO - BATTAGLIA DI MODENA - MORTE CICERONE
MARC'ANTONIO - LA BATTAGLIA DI MODENA - IL SECONDO TRIUMVIRATO
OTTAVIANO CONSOLE ENTRA A ROMA - L'UCCISIONE DI CICERONE
----------------------------------------------------------------------------------OTTAVIANO
CAIO OTTAVIO era nato in Roma il 23 settembre del 691 (63 a.C.) da padre plebeo di Velletri appartenente
all'ordine equestre e da Azia, figlia di Marco Azio Balbo e di Giulia, sorella di Cesare.
All'età di quattro anni, perduto il padre, era stato educato dalla madre e, quando questa era passata in
seconde nozze con Lucio Mario Filippo, era stato affidato alle cure della nonna Giulia. Amato teneramente
dal dittatore, ormai diciottenne, aveva voluto raggiungerlo nella Spagna per partecipare alle operazioni
contro i figli di Pompeo, ma vi era giunto quando i Pompeiani avevano già subita la disfatta alla battaglia di
Munda.
Nel 709 (44 a.C. proprio nell'anno in cui viene assassinato Cesare) era stato nominato patrizio dallo zio e, in
attesa della spedizione contro i Parti alla quale doveva partecipare, era stato mandato ad Apollonia perché vi
studiasse lettere greche sotto Apollodoro di Pergamo.
Si trovava appunto ad Apollonia quando seppe dell'assassinio di Cesare. Partito alla volta dell'Italia, sbarcò a
Lecce dove qui apprese che il dittatore lo aveva adottato e costituito erede universale. Partito da Brindisi
non si recò a Roma ma prima a Napoli, dove fece visita a Cicerone per propiziarselo, e dalla città
partenopea partì per Roma assumendo il nome di Cajo Giulio Cesare Ottaviano.
Aveva 18 anni, il 23 settembre ne avrebbe compiuti 19.
Non meno ambizioso dello zio, Ottaviano fin dal momento che aveva avuto conoscenza del testamento
aveva deliberato d'accettar pienamente l'eredità del dittatore e non solo di raccoglierne i beni ma di
succedergli anche nella fortuna politica. Gli occorreva però, anzitutto, pagare i trecento sesterzi ai cittadini
poveri e celebrare i giuochi votati da Cesare per la vittoria sui pompeiani.
Ma i denari del defunto erano caduti in mano di Antonio, al quale invano si rivolse il giovane per riaverli.
Anziché la restituzione delle somme egli si procurò le inimicizie del console, il quale, vedendo in Ottaviano
un competitore, cercò di sbarragli la via e cominciò ad avversarlo tentando d'impedirgli che portasse il nome
di Cesare, negandogli i denari presi ed opponendosi alla candidatura di lui perfino al tribunale della plebe.
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Ottaviano malgrado i suoi diciotto anni, non si perse d'animo; vendette i beni paterni e con l'aiuto dei suoi
amici e dei più fedeli partigiani di Cesare si procurò le somme occorrenti per la celebrazione dei giochi e per
il pagamento dei legati ai poveri, acquistandosi le simpatie del popolo e procacciandosi i consensi dei
conservatori che in Ottaviano, naturale loro nemico, vedevano un temporaneo e provvidenziale alleato
contro Antonio.
Questi col suo contegno ostile all'erede del dittatore era scaduto non poco in seno ai cesariani e per
ristabilirsi propose al Senato, il primo di settembre, che si aggiungesse un giorno in onore di Cesare a quelli
destinati alle supplicazioni. Ma questo espediente anziché giovargli gli procurò i terribili strali di Cicerone.
Il famoso oratore, mal sopportando le prepotenze di Antonio, si era da tempo allontanato da Roma e,
soggiornando nelle varie ville che possedeva, si era applicato soltanto ai suoi studi. Nel luglio, mentre
lavorava intorno al De officiis, aveva deliberato di recarsi in Atene e raggiungere il figlio Marco che ivi
attendeva agli studi, ma per ben due volte i venti contrari lo avevano costretto a ritornare a terra. Saputo
dagli amici dei dissidi sorti tra Antonio e Ottaviano, nella speranza che le cose prendessero una piega
contraria al primo, si era affrettato a ritornare a Roma, ma sebbene invitato, non intervenne all'assemblea del
1° settembre adducendo come scusa alla stanchezza del viaggio.
Il giorno dopo però si recò in Senato e, assente Antonio, pronunziò contro di lui un'orazione che fu la prima
delle quattordici scritte o dette contro l'usurpatore le quali a somiglianza di quelle pronunciate da Demostene
contro Filippo furono da lui chiamate Filippiche.
Irritato, Antonio convocò per 19 di quel mese i senatori e si recò all'assemblea seguito da molti suoi
partigiani armati. Temendo per la sua vita e dietro consiglio dei suoi amici, Cicerone non intervenne anzi si
allontanò da Roma e si recò in una sua villa a Pozzuoli. Antonio, in Senato, parlò acerbamente contro
l'oratore cui addossò la responsabilità morale dell'assassinio di Cesare. A Pozzuoli intanto Cicerone
componeva la seconda Filippica, terribile atto di accusa contro Antonio. Era questa orazione che doveva
tirargli addosso l'odio di Antonio il quale non doveva placarsi che dopo la vendetta.
Ai primi di ottobre Antonio lasciò Roma e si recò a Brindisi per ricevere le legioni, Approfittando dell'assenza
del rivale, Ottaviano si portò in Campania e con il prestigio che gli conferiva il nome e per mezzo di paghe
vistose (cinquecento dinari per uomo) riuscì a mettere su un esercito di diecimila soldati circa, alla testa dei
quali fece ritorno a Roma, dichiarando di voler difendere la repubblica dalle mire liberticide di Antonio; poi si
diresse verso Arezzo allo scopo di raccogliere altre truppe in Etruria e d'intavolare trattative con Decimo
Bruto il quale, rifiutatosi di lasciare il governo della Cisalpina per quello della Macedonia, anche lui già stava
organizzando un esercito contro Antonio.
pareva insomma che le cose si mettessero male contro quest'ultimo. Due delle legioni venute dalla
Macedonia, la legione Marzia e la IV, allettate dal soldo pagato da Ottaviano quattro volte superiore a quello
dato da Antonio, disertarono in massa e passarono dalla parte del figlio adottivo di Cesare e le altre
avrebbero seguito l'esempio se Antonio non avesse elevata la paga delle truppe alla stessa cifra concessa
dal rivale alle proprie milizie.
Il 29 novembre fece assegnare al fratello Cajo il governo della Macedonia, poi si incamminò col suo esercito
verso Rimini e iniziò le ostilità contro Decimo Bruto che fu costretto a chiudersi a Modena e vi rimase
assediato.
A Roma intanto i conservatori rialzavano il capo; Cicerone pubblicava la seconda Filippica e si dava da
fare con la parola e con gli scritti per scuotere gli animi. Il 20 dicembre il Senato veniva riunito e Cicerone
pronunziava un'orazione contro Antonio e proponeva che le leggi del console sull'assegnazione delle
province fossero annullate.
La proposta fu accolta e si decretò che chi aveva il governo delle province continuasse a rimanere in carica
e desse il posto solo a chi fosse designato dal Senato. Inoltre DEcimo Bruto fu dichiarato benemerito della
Repubblica per la resistenza che opponeva ad Antonio.
Al principio dell'anno nuovo il consolato passo nelle mani di Aulo Irzio e Vibio Pansa, designati da Cesare a
succedere ad Antonio e Dolabella. Sebbene cesariani, i nuovi consoli non approvavano l'opera di Antonio e
stavano dalla parte della legalità che per essi era rappresentata dal Senato. Ad Ottaviano, che
arbitrariamente teneva in piedi un esercito, fu conferita l'autorità pretoria e venne concesso il diritto di sedere
in Senato e di chiedere il consolato all'età di trentatre anni. Cicerone voleva che Antonio fosse dichiarato
nemico della patria, ma il SEnato si limitò a mandare ad Antonio una commissione per invitare a levar
l'assedio da Modena, a non ostacolare i nuovi consoli, ripassare il Rubicone e mettere il campo a
duecentomila passi da Roma. Anziché obbedire, Antonio chiese che gli si desse per cinque anni il governo
della Gallia Transalpina con sei legioni, che fossero ratificate le sue leggi e fosse fatta una distribuzione di
terre ai suoi soldati.
Il Senato rifiutò le condizioni, ruppe le trattative, diede ordine ai consoli e ad Ottaviano di ridurre con le armi
all'obbedienza Antonio e, dietro consiglio di Cicerone, furono annullate le leggi di Antonio e venne dato
l'incarico a Vibio Pansa di fare uno discernimento gli atti autentici di Cesare dagli apocrifi. Ai soldati di
Antonio venne promesso il perdono purché abbandonassero l'ex console non più tardi del 15 marzo.
I fautori di Antonio che si trovavano a Roma tentarono di scongiurare la guerra inducendo il Senato a
mandare una nuova deputazione, della quale ottennero facesse parte Cicerone. Essi speravano di poter
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rialzare le sorti di Antonio allontanando dalla metropoli l'oratore e forse cercavano di poterlo far cadere nelle
mani dell'implacabile nemico; ma Cicerone declinò l'incarico e, convinto il Senato che la ripresa delle
trattative avrebbe dato tempo ad Antonio d'impossessarsi di Modena, ottenne che la commissione non
partisse.
LA BATTAGLIA DI MODENA
La posizione del Senato e dei conservatori pareva abbastanza forte. Nella provincia d'Africa Quinto
Cornificio si era schierato dalla parte del Senato, rifiutando di cedere il governo a Caio Calvinio Sabino,
creatura di Antonio. Lucio Munazio Planco e Asinio Pollione, cesariani, che avevano il governo della
Transalpina e della Spagna Citeriore, s'erano mesi anch'essi dalla parte del Senato e a Massilia s'era ridotto
Sesto Pompeo col quale pendevano trattative. In Oriente, Marco Bruto s'era impadronito della Macedonia,
raccogliendo i resti dell'esercito destinato contro i Parti e facendosi consegnare da Quinto Ortensio le milizie.
Anche le truppe dell'Illiria gli erano state consegnate dal governatore di quella regione e Cajo Antonio,
abbandonato ad Apollonia dalle sue coorti, s'era arreso: il Senato, lieto di questi avvenimenti, aveva
assegnato il governo della Macedonia, dell'Illiria e della Grecia a Bruto, il quale aveva raccolto considerevole
materiale bellico, s'era guadagnato il titolo di imperatore per una spedizione contro i barbari del nord e aveva
coniato monete con la propria effige e la data dell'uccisione di Cesare. In Asia, Dolabella s'era impadronito
della provincia di questo nome occupando Smirne di sorpresa e facendo trucidare il governatore Cajo
Tribonio, per la qual cosa il Senato lo aveva dichiarato nemico della patria; ma Cassio, con l'aiuto di Lucio
Staio Murco e di Quinto Masio Crispo, governatori della Siria e della Bitinia era venuto in possesso di queste
regioni e di quattro legioni che Aulo Allieno, legato di Dolabella, conduceva dall'Egitto.
In Italia sebbene molti Municipi si fossero schierati in favore del Senato, la posizione dei conservatori non
era molto forte. Le casse della repubblica erano state vuotate da Antonio e le truppe di cui i due consoli
disponevano ed Ottaviano non erano così numerose ed agguerrite da poter facilmente avere il sopravvento
su Antonio.
Questi occupava con le sue milizie Reggio e Bononia e teneva stretto Decimo Bruto a Modena. Fra le sue
truppe era la V Legione, famosa per valore; altre due ne aspettava dal pretore P. Ventidio Basso che dal
Sud avanzava verso la via Emilia per congiungersi con l'ex console.
Se questa congiunzione fosse avvenuta la posizione di Antonio si sarebbe fatta fortissima. Le truppe
avversarie erano comandate da Ottaviano, che disponeva di due legioni di veterani e da Aulo Irzio che
aveva la Legione Marzia e la IV, ribellatasi ad Antonio; Vibio PANSA, che faceva leve, non era ancora
entrato in campo.
Per impedire che Ventidio si congiungesse ad Antonio, Ottaviano s'accampò nelle vicinanze del Foro
Cornelio (Imola) e Aulo Irzio assalì Claterna e dopo breve lotta se ne impadronì, costringendo Antonio a
lasciare Bonomia e Ventidio ad andare nel Piceno.
Malgrado il favorevole inizio delle operazioni, Irzio ed Ottaviano non osavano impegnarsi con Antonio in una
battaglia decisiva ed aspettavano i soccorsi di Vibio Pansa. Questi partì da Roma con quattro legioni sulla
fine di marzo. Avuta notizia del suo arrivo, Aulo Irzio gli mandò incontro la Legione Marzia.
Antonio, informato, delle mosse del nemico, ritenne di averne ragione con un attacco a sorpresa. Con due
legioni e parte della cavalleria si pose in agguato a Foro dei galli (Castelfranco) per cui doveva passare
l'esercito di Vibio Pansa. Mentre egli assaliva queste truppe, il fratello Lucio doveva dar battaglia ad Irzio e
Ottaviano per impedire ad essi di accorrere in soccorso di Pansa.
Il 15 aprile ebbe luogo la battaglia. Vibio avrebbe preferito, data la situazione sfavorevole in cui si trovava, di
non impegnarsi in campo aperto, ma la Legione Marzia mostrò molta voglia di battersi e il console allora,
lasciate due legioni nell'accampamento con le altre due si unì alla Marzia e marciò contro Antonio.
La lotta, ingaggiata con ardore da ambo le parti, ben presto cominciò a prendere piega favorevole per le
milizie antoniane e poiché la loro cavalleria minacciava di aggirare il nemico, Pansa fu costretto a ripiegare
verso gli accampamenti, dinanzi ai quali la battaglia si riaccese più furiosa. Le truppe consolari ebbero la
peggio e Vibio, ferito gravemente, venne trasportato a Bononia, dove poco tempo dopo moriva.
A soccorrere il collega, mentre Ottaviano teneva testa a Lucio, mosse Aulo Irzio con due legioni, le quali,
assalito Marc'Antonio, gli inflissero una sanguinosa sconfitta e gli tolsero sessanta insegne e due aquile.
Ma questa non fu una vittoria decisiva, né valse a liberare Decimo Bruto dall'assedio. Antonio, aspettando di
aver per fame Modena e di essere rinforzato dal pretore Ventidio Basso, si teneva sulla difensiva, limitandosi
a tormentare il nemico con quotidiane azioni di cavalleria.
Però Irzio, valoroso capitano cresciuto alla scuola di Cesare, riuscì a trarre fuori dal campo l'esercito di
Antonio, che il 27 di aprile venne a battaglia con le truppe del console e di Ottaviano e, avuta la peggio,
cercò riparo entro le difese del campo. Ma queste non furono sufficienti a trattenere l'impeto dei vincitori.
Negli alloggiamenti si combatte furiosamente e fu merito della V Legione se la rotta degli antoniani non ebbe
proporzioni maggiori. Essa infatti infranse l'urto della Legione Marzia e l'annientò uccidendo Aulo Irzio presso
la tenda di Antonio e costringendo il nemico ad abbandonare il campo.
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Però, malgrado questo successo, la giornata aveva segnato una sconfitta per Antonio, il quale, per le forti
perdite ricevute, il giorno dopo ritenne più opportuno levare l'assedio.
Valicati gli Appennini, Antonio penetrò in Etruria e con gli schiavi degli ergastoli accrebbe il numero delle sue
truppe; poi si mise in marcia alla volta della Liguria col proposito di andare nella Provincia Narbonese ed
unirsi con Emilio Lepido.
A Vado Ligure fu raggiunto dal pretore Ventidio Basso che gli recava tre legioni. Lieto di questo soccorso,
che veniva a rialzare il morale depresso delle sue truppe dopo la disfatta di Modena e gli forniva un nerbo
rispettabile di milizie, mosse alla volta delle Alpi occidentali.
Di aver lasciato fuggire Antonio venne più tardi accusato Ottaviano che si sarebbe rifiutato d'inseguirlo in
Etruria. Ottaviano fu anche accusato di avere ucciso Irzio; ma non possiamo prestar fede ad Aquilio Nigro,
libellista nemico di Ottaviano, che è l'autore di questa affermazione nè ha finora trovata conferma la voce,
che di lì a poco si sparse a Roma - giunta a noi per messo di Svetonio- intorno alla morte di Pansa, la cui
ferita, per mandato di Ottaviano sarebbe stata avvelenata dal medico Glicone. Noi pensiamo che Antonio
riuscì a scampare per le titubanza di Decimo Bruto che soltanto dopo due giorni dalla sua liberazione si
decise a partire da Modena e si avviò verso le Alpi per tagliare la via ad Antonio. E forse ci sarebbe riuscito
se non fosse stato tratto in inganno dall'astuto nemico. Questi infatti, saputo che Decimo Bruto si trovava a
Dertona (Tortona), fece spargere la voce che le sue milizie non volevano passare le Apli e reclamavano di
essere condette a Pollenza. Decimo prestò fede a queste dicerie e si affrettò ad occupare Pollenza.
Anotnio, invece lasciato indietro Ventidio, passo le Alpi ed, entrato nella Provincia Narbonese, s'accampò sul
fiume Argenteus (Argens) dove più tardi veniva raggiunto dalle tre legioni del pretore.
OTTAVIANO CONSOLE - FINE DI DECIMO BRUTO
Il 21 Aprile giunse a Roma la notizia della sconfitta di Antonio a Foro dei Galli e pochi giorni dopo quella
della liberazione di Modena e della fuga dell'ex console.
Grandi dimostrazioni di gioia ebbero luogo nella metropoli; Cicerone propose in Senato con la
quattordicesima Filippica che si dessero premi in denaro alle truppe e si ringraziassero per cinquanta giorni
gli dei e il popolo andò alla casa dell'oratore e lo condusse, acclamandolo, in Campidogio. Ai due consoli
furono fatti splendidi funerali a spese dello stato. Antonio venne dichiarato nemico della repubblica insieme
con tutti i suoi partigiani, a Decimo Bruto, a Cassio si concesse il governo della Siria e, in via straordinaria,
delle altre province asiatiche per combattere contro Dolabella, e a Sesto Pompeo fu conferito il comando
della flotta e decretata la restituzione dei beni paterni confiscati.
A Roma i conservatori gioiscono, credendo Antonio disfatto definitivamente. Le sorti di Antonio invece si
rialzavano. Emilio Lepido il 29 maggio si univa con lui a Foro Giulio (Frejus) e si giustificava col Senato
scrivendo di avere ubbidito alla volontà delle sue milizie. Munazio Planco, che era passato sulla sinistra
dell'Isara, ritornava nella sua provincia e chiedeva al Senato soccorsi. E intanto Decimo Bruto, che da
Pollenza si era portato ad Eporedia, reclamava da Roma truppe e denaro e solo dopo lungo tentennare
passava le Alpi e si univa con Planco. Ma era già tardi per tentare un'azione contro Antonio e Lepido cui sul
finire dell'estate si univa Asinio Pollione.
Le notizie di questi avvenimenti produssero enorme impressione nei conservatori, che credevano finita la
guerra e invece si vedevano minacciati da un'altra guerra più grave della prima. Il Senato dichiarò nemici
Lepido e Pollione, dando loro tempo di ravvedersi fino al primo settembre e cercò ricorrere ai ripari
chiamando Sesto Pompeo, Marco Bruto, Cassio e Cornificio in Italia. Ma ci voleva del tempo prima che le
milizie di costoro accorressero a salvar le sorti della loro parte che di giorno in giorno si facevano più critiche.
Aggrava maggiormente la situazione dei conservatori il contegno di Ottaviano. Questi era scontento del
Senato. A Decimo Bruto era stato decretato il trionfo per una vittoria della quale non era stato l'artefice e a lui
invece si era deciso di dare l'ovazione; ai soldati di Decimo erano stati accordati premi in denaro e ai suoi
soldati invece non era stato concesso nulla. Nè questi soltanto erano i motivi per i quali Ottaviano non
poteva lodarsi del Senato, il quale si era valso dell'opera di lui quando gli premeva di disfarsi di Antonio, ma
aveva guardato a lui sempre con diffidenza e a più riprese aveva voluto sminuirne le forze, prima
ordinandogli di cedere a Irzio due legioni, poi ingiungendogli di consegnare le milizie di Vibio Pansa a
Decimo Bruto e infine comandandogli di dare allo stesso Bruto la Legione Marzia e la V.
Questi motivi giustificavano a sufficienza il malcontento di Ottaviano; ma ve n'erano altri e più gravi che
dovevano portare ad una rottura dei rapporti tra l'erede di Cesare e i Senato.
La loro alleanza, consigliata dall'interesse reciproco di fiaccare la potenza di Antonio, non aveva più ragione
di essere mantenuta. I veri interessi di Ottaviano contrastavano con quelli dei conservatori. I nemici del
padre non potevano essere gli amici del figlio né la politica del Senato poteva accordarsi con quella che il
giovane erede del defunto dittatore intendeva seguire.
Ottaviano sapeva che dal Senato aveva tutto da temere; sapeva benissimo che Cicerone, parlando di lui,
aveva detto che era giusto, sì, lodarlo ed onorarlo, ma che era anche necessario disfarsene, e non poteva
non ricordare le parole di Vibio Pansa che, moribondo a Bononia, gli aveva dato il consiglio di riconciliarsi
con Antonio.
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L'alleanza con quest'ultimo era senza dubbio meno ibrida di quella dei conservatori, ma non poteva, data
l'avidità e l'ambizione di Antonio, essere duratura. Fiaccato il comune nemico i dissidi tra i due cesariani
sarebbero risorti e ciascuno avrebbe cercato di scalzare l'altro.
Ottaviano pensò in un primo tempo che i meglio per lui era di far senza di Marc'Antonio e di rendersi
padrone della situazione.
Il momento era per lui favorevolissimo: i conservatori erano senza capo, i capi della congiura erano lontani
dall'Italia, i due consoli erano morti, il Senato era disorientato dagli avvenimenti e disponeva di poche truppe,
nemici pericolosi erano appena di là delle Alpi. Ottaviano intanto godeva le simpatie della plebe romana,
aveva con sé un esercito agguerrito di veterani, scontenti anch'essi del Senato , ed aveva anche il prestigio
del nome. Volle approfittarne del momento opportuno e dalla Gallia Cisalpina dove si trovava, scrisse al
Senato che gli fosse accordata la facoltà di presentare la candidatura al consolato.
Ottaviano non aveva i requisiti prescritti dalla legge: non era stato cioè pretore e non aveva l'età richiesta. Le
leggi però erano state violate altre volte anche in favore di Ottaviano al quale l'età per accedere al consolato
era stata abbreviata di dieci anni. Si poteva quindi fare uno strappo alle leggi. Ma il Senato, che non nutriva
tenerezze per l'erede di Cesare, rifiutò.
Ottaviano allora mandò a Roma una deputazione di quattrocento centurioni che chiesero per il loro duce, a
nome dell'esercito, e per i soldati i denari promessi; ma il Senato rifiutò ancora, sperando che presto
giungessero gli aiuti richiesti ai governatori delle province, e i centurioni se ne tornarono a Bobonia
minacciando rappresaglie.
MARC'ANTONIO MARCIA SU ROMA
Queste non si fecero aspettare. Seguendo l'esempio di Cesare, Ottaviano, alla testa di otto legioni, lasciò la
Cisalpina e marciò verso Roma.
La notizia sgomentò i senatori, i quali mandarono dei messi all'esercito che si avvicinava promettendo di
pagare i premi; ma le legioni non si piegarono, né si fermarono.
Il Senato avrebbe fatto qualsiasi concessione ad Ottaviano se non avesse saputo che due legioni spedite da
Cornificio erano sbarcate ad Ostia. Quest'aiuto lo decise alla resistenza. I pretori ebbero l'incarico di
difendere la città con la legione che Vibio Pansa aveva lasciata a Roma prima di partire per la Cisalpina e
con le due giunte dall'Africa; fu presidiato fortemente il Gianicolo e vi si trasportò il tesoro pubblico.
Ottaviano però entrò in città senza trovare resistenza, dalla parte del Quirinale: al suo arrivo le due legioni
d'Africa, composte di veterani di Cesare, si unirono a lui, lo stesso fece la terza e il pretore urbano M.
Cornuto si uccise.
Divenuto padrone della città, Ottaviano si impossessò del denaro dello stato, diede ad ogni soldato la
somma di diecimila sesterzi, pagò ai centocinquantamila cittadini poveri le somme promesse per testamento
da Cesare, poi ordinò che si convocassero i comizi consolari e, per lasciar libera la volontà del popolo, uscì
da Roma. Il pretore urbano Q. Gallio nominò due commissari con potestà consolare e questi presiedettero i
comizi, che il 19 agosto del 711 (42 a.C.) elessero consoli Ottaviano e Quinto Pedio, parente ed erede di
Cesare.
Appena entrato in carica, Ottaviano fece ratificare dai comizi curiali la sua adozione e dal collega Pedio fece
proporre una legge per mezzo della quale si ordinasse un processo contro gli assassini di Cesare. La legge
venne approvata e il processo esteso ai partigiani dei congiurati, fra i quali si incluse anche Sesto Pompeo.
Gli accusati, naturalmente, non comparvero in giudizio. I giudici -eccetto il senatore Silicio Corona-, che votò
in favore di Bruto e Cassio- condannarono tutti all'esilio ed alla confisca dei beni, parte dei quali fu data agli
accusatori, che in premio, coi figli e i nipoti, furono esonerati dal servizio militare. Dopo la condanna il
governo delle province e le magistrature vennero dati ai cesariani; fu dato ordine alle legioni di Decimo Bruto
di abbandonare il loro capo colpito dalla sentenza e si tolse il bando a Dolabella. Ma questi, assediato da
Cassio in Laodicea, si era già ucciso a giugno.
La notizia degli avvenimenti di Roma si sparse rapidamente in Italia e, varcate le Alpi, giunse fino a Munazio
Planco. Questi, fin allora era rimasto titubante. Si era unito a Decimo Bruto ma si manteneva in segreti
rapporti con Lepido ed Antonio. Saputa la condanna di Decimo, abbandonò le parti del Senato. Con la sua
defezione si indeboliva la speranza nella riscossa che il partito conservatore nutriva ancora.
IL SECONDO TRIUMVIRATO
Il Senato faceva buon viso a cattiva sorte e si mostrava ligio ai voleri di Ottaviano, ma in segreto sperava di
trarre partito dal dissidio tra l'erede di Cesare e Antonio. Le sue maggiori speranze erano riposte in Cassio e
in Marco Bruto.
Questi costituivano un serio pericolo per Ottaviano. Essi disponevano di forze considereboli e una lotta
contro i due congiurati presentava delle incognite delle quali Ottaviano non poteva non tenere conto.
L'alleanza con Antonio e Lepido no era la soluzione che lui desiderava, ma si rendeva necessaria per il
trionfo dei cesariani.
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Presa la risoluzione di venire ad un accordo con Lepido ed Antonio, lasciò a Roma Q.Pedio, che dietro
incarico del collega propose al Senato ed ottenne la revoca del bando contro i due proscritti, e nella prima
metà di settembre partì con le sue legioni di veterani per la Gallia Cisalpina.
Da questa parte non c'era più da temere di Decimo Bruto. Vistosi abbandonato da Planco, egli aveva
pensato di raggiungere Marco Bruto in Macedonia passando per l'Illiria; ma parte delle sue legioni lo
avevano lasciato e si erano date a Ottaviano.
Temendo che questi gli attraversasse la via, aveva cambiato itinerario dirigendosi verso il Reno. Durante il
cammino il resto delle sue milizie era andato a raggiungere Antonio. Rimasto con una schiera di cavalieri
Galli si era dato alla fuga e per aver maggior probabilità di scampo si era travestito da Gallo, ma presso
Aquileia era caduto nelle mani di un principe, un certo Camalos, che lo uccise e mandò la testa ad Antonio.
Mentre Ottaviano giungeva a Bononia, Lepido ed Antonio scendevano per la via Emilia.
In una piccola isola in mezzo al Reno ebbe luogo fra i tre il convegno che durò due giorni e portò ad un
accordo che sopprimeva interamente la libertà repubblicana.
Ottaviano si impegnava di cedere per l'ultimo trimestre dell'anno il consolato a P. Ventidio Basso; tutti e tre
assumevano il titolo di tresviri, riservandosi di farsi conferire per mezzo di una legge la facoltà di governare
per un quinquennio, allo scopo di ricostituire la repubblica, e di nominare i magistrati e i governatori delle
province.
Durante i cinque anni del loro governo essi non dovevano dipendere né dal Senato né dal popolo. Perq
uesto periodo di tempo Ottaviano doveva governare l'Africa, la Numidia, la Sicilia e la Sardegna, Antonio la
Cisalpina e la Transalpina, Lepido la Provincia Narbonese e la Spagna Citeriore e Ulteriore.
Rimanevano indivise le province d'Oriente. Lepido nel 712 avrebbe avuto il consolato e, lasciati nelle due
Gallie legati suoi, sarebbe rimasto in Italia con tre legioni. Il resto delle truppe doveva servire ad Ottaviano
ed Antonio per combattere contro Bruto e Cassio. Ai soldati che componevano le quarantatre legioni
comandate dai triumviri dovevano essere distribuite le terre di diciotto città italiane fra cui erano Arimino,
Capua, Reggio, Benevento, Venusia, Nuceria e Vibone e inoltre a ciascuno d'essi si dovevano dare
cinquemila dramme.
Per trovare il denaro occorrente alla paga delle milizie e alla guerra contro Bruto e Cassio, i tre stabilirono di
adottare il sistema delle proscrizioni e della confisca dei beni. Le liste dovevano essere compilate senza
tener conto delle parentele e delle amicizie. Questo sistema risolveva il problema economico e dava modo ai
tre triumviri di sfogare gli odi personali e di sbarazzarsi dei nemici politici.
Concluso l'accordo, i triumviri ne diedero comunicazione ai soldati, che accolsero la notizia con applausi e
vollero che, per rendere più duratura la pace tra Marc'Antonio ed Ottaviano, quest'ultimo promettesse di
sposare Clodia, figliastra del primo.
OTTAVIANO, ANTONIO e LEPIDO , a distanza di un giorno l'uno dall'altro, entrarono in Roma, ciascuno alla
testa di una legione e della sua coorte pretoria ed occuparono i punti strategici della città.
Secondo quanto era stato stabilito nel convegno, il Tribuno P. TIZIO presentò una legge, che conferiva ai
triumviri il governo della repubblica dal 27 novembre del 711 (42 a.C.) al 1° gennaio del 717 (37 a.C.)e,
appena essa venne approvata, i tresviri entrarono in carica.
La città sapeva che ogni libertà era finita ed era sicura che gli orrori di Silla si sarebbero rinnovati. Prima che
i triumviri entrassero a Roma, avevano fatto pervenire al console Pedio un breve elenco di nomi di senatori
che dovevano essere uccisi e alcuni di essi erano stati messi a morte. Queste esecuzioni avevano provocato
un tumulto, sedato a stento dal console, il quale, per la fatica sopportata, morì d'infarto.
Ma, penetrati i triumviri con le loro truppe, le agitazioni non si rinnovarono ma il terrore invase la
cittadinanza.
Nella notte che seguì il 27 novembre fu pubblicata la prima lista di proscrizione in cui figuravano i nomi di
centotrenta senatori. Un'altra con centocinquanta nomi seguì alla prima ed altre furono pubblicate dopo.
Circa trecento furono i senatori e di oltre duemila i cavalieri proscritti. Un editto spiegava che le proscrizioni
intendevano colpire i nemici di Cesare e dei triumviri e prometteva a chiunque avesse portata la testa d'un
proscritto la somma di venticinquemila dinari se era un uomo libero, la cittadinanza e la libertà e diecimila
dinari se era uno schiavo. Aprivano la prima lista i nomi dei fratelli di Lepido, di uno zio di Antonio e del
fratello di Planco. Una taglia vistosa, centomila sesterzi, fu messa sulla testa di Sesto Pompeo; questi, in
risposta, ne promise duecentomila a chi avesse salvato la vita di un proscritto. I ricchi premi furono fatali ai
proscritti e mostrarono a qual punto fosse arrivata la corruzione dei costumi. Moltissimi furono gli schiavi che
tradirono i loro padroni pur di guadagnare il premio; non poche mogli tradirono i mariti e ragguardevole fu il
numero dei figli che consegnarono la testa del padre. Vi furono però degli esempi nobilissimi di amore e di
devozione, fra i quali rimase famoso quello offerto da Turia, moglie di Quinto Lucrezio Vespillone che, fatto
nascondere il marito, ottenne da Ottaviano che fosse graziato e sopportò con virile fermezza i supplizi cui
per ordine di Lepico fu sottoposta.
Non tutti i proscritti però vennero presi e uccisi; non pochi riuscirono a fuggire, aiutati specialmente dalle navi
di Sesto Pompeo, e ripararono in Africa, in Asia e in Macedonia presso Cornificio, Cassio e Bruto.
Fra coloro che non riuscirono a trovare scampo fu CICERONE.
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L'UCCISIONE DI CICERONE
Il suo nome era incluso nella lista inviata a Pedio, ma l'oratore non era stato trovato. Fuggito da Roma
all'annunzio che i triumviri si apprestavano ad entrare in città, si era recato nella sua villa di Tuscolo. Non
sentendosi sicuro se ne andò alla villa di Astura, in riva al mare, con l'intenzione di imbarcarsi e cercare
rifugio in Macedonia presso Bruto. Impedito dal mare tempestoso, o, come si crede, avendo dimenticato
l'occorrente per il viaggio, rimase ad Astra e rimandò il fratello Quinto e il nipote a Tuscolo. Vi giunsero poco
dopo i sicari di Antonio. Quinti si nascose, ma non potendo tollerare che il figlio sopportasse oltre le torture a
cui lo avevano sottoposto perché rivelasse il rifugio del padre, scì dal nascondiglio e, insieme col giovinetto,
venne trucidato. Cicerone, avendo aspettato invano il ritorno del fratello, decise di tornare a Roma,
affermando di voler morire nella sua patria che tante volte aveva salvata; ma giunto a Circeio mutò idea e si
diresse alla sua villa di Formia (Mola di Gaeta); ma qui arrivato, i servi lo scongiurarono di partire e, fatto
salire in una lettiga, lo scortarono verso il mare. Si sarebbe salvato, se un liberto, di nome Filologo, non
avesse indicata la via presa dall'oratore ai sicari di Antonio che gli stavano dando la caccia. Fra questi
c'erano il centurione Erennio e il tribuno Popilio che Cicerone aveva difesi in un processo. Raggiunto dagli
sgherri del suo implacabile nemico, Cicerone proibì ai suoi servi, che volevano difenderlo, di fare uso delle
armi, fece fermare la lettiga, e portando al mento, com'era solito fare, la mano sinistra, guardò in viso i sicari
come per invitarli a colpire; poi sporse la testa e offrì il collo a Erennio che tagliò la gola del vecchio oratore.
Così, a sessantaquattro anni, il 7 dicembre del 43 a.C., morì sotto il ferro della tirannide l'uomo che, dopo la
gloria, aveva amata più di ogni altra cosa la libertà. Era vissuto, come abbiamo visto, in un periodo
tempestoso della storia di Roma. Temperamento di studioso, pieno di vivissimo ingegno, uomo politico
accorto ed ambizioso, egli si era illuso di raggiungere nella politica di Roma quel primato che si era
acquistato nel foro. Ma non aveva le qualità dell'uomo di stato né quelle di capo di una fazione e in tempi
normali sarebbe stato un ottimo uomo di governo. Gli mancò la tempra del dominatore, quel coraggio che
inchioda il lottatore sulle sue posizioni conquistate, quella volontà che spinge il combattente verso le
posizioni perdute. Impavido di faccia ad un nemico debole, non seppe mai dar prova di fermezza d'animo di
fronte ad avversari potenti o davanti al pericolo. Osò difendere Roscio Amerino nel tempo delle persecuzioni
sillane, ma non ardì di assalire Silla, accusò Verre perchè sapeva di essere sostenuto dalla democrazia
risorgente, tuonò contro Catilina perchè spalleggiato dai senatori, dai cavalieri e dalle forze della repubblica,
ma nel foro, al cospetto del contegno minaccioso dei clodiani, non seppe difendere Milone e in assenza di
Antonio pronunziò sempre le sue Filippiche. Anche la fermezza del carattere gli fece difetto. In politica non
di rado fu abile, mai ebbe la vista lunga e con la sua eloquenza aiutò i disegni ambiziosi di Cesare e Pompeo
senza accorgersi che affrettava la caduta delle libertà repubblicane. Ma se non lievi furono i suoi difetti, non
poche furono le sue virtù. Cicerone seppe, in tempi di grande corruzione, mantenere incorrotta la sua anima;
fu ambizioso ,ma onesto, onesto nella vita privata e nella pubblica, onesto anche nei suoi errori che non
furono mai consigliati da egoismo e da mal'animo. E fu soprattutto un grande patriota. La patria fu sempre in
cima ai suoi pensieri, la grandezza di Roma fu il primo dei suoi ideali, l'amore per la patria fu il suo più
grande affetto e la causa delle sue sventure.
La testa di Cicerone fu da Erennio recata ad Antonio per ordine del quale fu appesa ai rostri del Foro, muti
testimoni dell'eloquenza insuperabile del massimo oratore romano; ma, prima -secondo la tradizione- sulle
sue spoglie si sarebbe accanita crudelmente Fulvia, già moglie di Clodio Pulcro (il demagogo aspramente
criticato da Cicerone durante il processo milioniano del 52 a.C.) ed ora moglie di Marc'Antonio. La lingua che
aveva tante volte tuonato al cospetto delle folle, subì gli insulti più atroci di una donna che niente aveva di
femminile eccetto il corpo: Fulvia volle punirla ferocemente delle invettive che aveva scagliate contro il marito
e ripetutamente la trafisse con un ago crinale.
CONTINUA CON IL ...periodo dall'anno 42 al 41 a.C. > > >
Fonti, Bibliografia, Testi, Citazioni:
TITO LIVIO - STORIE (ab Urbe condita)
POLIBIO - STORIE
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
DIONE CASSIO - STORIA ROMANA
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
UTET - CRONOLOGIA UNIVERSALE
I. CAZZANIGA , ST. LETT. LATINA,
+ altri, in Biblioteca dell'Autore
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SECONDO TRIUMVIRATO - BATTAGLIE A FILIPPI 42 - 41 a.C.
BRUTO E CASSIO IN ORIENTE - GUERRE CONTRO LA LICIA E RODI
LE 2 BATTAGLIE A FILIPPI - MORTE DI CASSIO - MORTE DI BRUTO
-----------------------------------------------------------------------------------------------------Dopo i tragici eventi del 43, in Roma, sono consoli M. EMILIO LEPIDO e MUNAZIO PLANCO. Nello stesso
anno è registrata la censura di CAIO ANTONIO e di SULPICIO.
Si celebrano i fasti di VATINIO sull'Illirico.
Viene dichiarato dai cesariani vincitori Giulio Cesare divus iniziando così Roma la pratica dell'apoteosi e del
culto imperiale.
Nel frattempo SESTO POMPEO (figlio dell'antagonista di Cesare) con la sua flotta controlla la Sicilia, che gli
serve di base per una guerra contro Roma.
-----------------------Le numerose proscrizioni emesse lo scorso anno (circa 300), se tolsero di mezzo molti nemici dei triumviri e
abbatterono definitivamente il partito conservatore in Italia, non fruttarono tanto quanto Ottaviano, Antonio e
Lepido speravano.
Gran parte dei beni immobiliari e del denaro scomparve durante i saccheggi delle case dei proscritti e i loro
beni immobili trovarono scarsi compratori, tanto che alla fine molti furono venduti ai soldati a prezzo molto
basso.
Per far denari i triumviri ricorsero ad altri mezzi: senza scrupoli compilarono altri elenchi di proscritti che
vennero condannati alla sola confisca degli averi, imposero tasse straordinarie sulle case e sulle terre,
misero tasse sugli schiavi, obbligarono i ricchi senza famiglia a prestar somme allo Stato e, come se tutto ciò
non bastasse, compilarono una lista di mille e quattrocento ricche matrone alle quali chiesero delle somme.
Le matrone, capitanate da ORTENSIA, figlia dell'oratore, avendo invano reclamato presso Fulvia (moglie di
Antonio), ricorsero al triumviri, levarono alte proteste nel foro e costrinsero Ottaviano, Antonio e Lepido a
cancellare dall'elenco mille nomi.
Fra il sangue e le estorsioni terminò l'anno 42. Lepido e Planco celebrarono due trionfi per imprese di poca
importanza compiute in Gallia e nella Spagna e, assunto il consolato, imposero ai cittadini di festeggiare
l'anno nuovo comminando pene gravissime per i trasgressori. La festa maggiore fu quella che benne
celebrata in onore di Cesare: il 15 marzo, anniversario della sua morte fu decretato giorno nefasto, si stabilì
di solennizzare ogni anno il natale del dittatore e nel luogo dove il popolo aveva innalzato un altare all'ucciso
venne eretto un tempio.
Poi, alla testa di diciannove legioni, Antonio e Ottaviano lasciarono Roma. Loro meta era l'Oriente, dove
Bruto e Cassio erano diventati fortissimi.
I due congiurati fino alla primavera del 42 a.C. avevano agito ciascuno per conto proprio, Bruto nella
macedonia, nella Grecia e nell'Illiria; Cassio nella Siria dove si era reso odioso alle popolazioni per le
estorsioni e le stragi; in seguito si erano incontrati a Smirne per concretare un piano d'azione ed avevano
stabilito di ridurre all'obbedienza la Licia e Rodi per assicurare le loro spalle prima di rivolgere le armi verso
l'Occidente.
Bruto aveva portato la guerra in Licia e aveva cominciato assediando Xanthos, la capitale, che aveva
opposto una fierissima resistenza e da ultimo, rifiutate le proposte di resa, era stata incendiata dai difensori.
Poi si era impadronito delle altre città licie facendosi consegnare tutti i tesori che possedevano e dai paesi
costieri le numerose navi.
Cassio era andato invece a guerreggiare contro Rodi e, assediata la città e avutala per tradimento, l'aveva
spogliata dell'oro e dell'argento e aveva mandato in esilio e a morte buona arte degli abitanti.
Presa Rodi, aveva fatto sopprimere Ariozabane, re della Cappadocia, ed aveva tirato dalla sua parte
Dejiotaro, re di Galazia, il quale aveva messo a disposizione dei due repubblicani un forte contingente di
truppe.
Erano state compiute queste cose quando Antonio e Ottaviano partirono da Roma. Il primo andò a Brindisi,
dove contava d'imbarcarsi al momento opportuno, il secondo, prima di passare in Oriente, volle liberare le
coste della Sicilia dalle forze di Sesto Pompeo.
Questi, essendo stato eletto dal Senato comandante navale prima della costituzione del secondo triumvirato,
disponeva di una numerosa flotta con la quale si era impadronito di parecchie città marittime della Sicilia. Di
quest'isola egli aveva fatto il luogo di raccolta di non pochi proscritti e di tutti quei conservatori che erano
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stati costretti a fuggire dall'Africa dopo che Cornificio, combattuto da Tito Sestio, governatore della Numidia,
aveva trovato la morte presso Utica. Oltre che della flotta Pompeo disponeva di truppe considerevoli delle
quali buona parte gli era stata fornita da quelle città del mezzogiorno cui i triumviri avevano tolte le terre per
distribuirle ai soldati.
Ottaviano mandò il suo legato Quinto Salvidieno Rufo contro Sesto Pompeo. Gli inizi della spedizione furono
favorevoli alle truppe del triumviro che riuscirono a scacciare le deboli guarnigioni che il nemico teneva
sull'estremo lembo della penisola,ma quando si trattò di passare lo stretto per portare la guerra in Sicilia, le
navi di Pompeo respinsero la flotta di Salvidieno e questi visto che era impossibile condurre a termine
l'impresa, fece vela per Brindisi, dove Antonio con le sue navi e le sue legioni aspettava Ottaviano.
Intanto dei preparativi guerreschi dei due triumviri giungeva in Asia la notizia a Bruto e Cassio i quali si
davano convegno a Sardi e stabilivano di muovere con i loro eserciti alla volta della Macedonia. Ad Abido,
sulla costa asiatica dell'Ellesponto, dove sostarono, narrasi che Bruto avesse una visione che depresse
molto il suo morale. Durante la notte egli era intento alla lettura di un poeta greco quando vide comparire
nella tenda in cui si trovava un gigantesco fantasma. Interrogato se fosse uomo o spirito, il fantasma rispose:
"Io sono il tuo cattivo genio. Ci rivedremo nella pianura di Filippi". E così detto scomparve.
Il fiorno dopo le truppe repubblicane passarono l'Ellesponto e da Sesto, dove sbarcarono, si diressero lungo
la costa della Tracia, verso Dorisco.
Bruto e Cassio contavano molto sulla flotta di Sesto Pompeo e sulle numerose navi che essi avevano
raccolte nelle città costiere dell'Oriente. Qualche tempo prima di partire da Sardi, Cassio saputo che
CLEOPATRA apparecchiava una flotta per mandarla in aiuto di Antonio ed Ottaviano, aveva ordinato al suo
luogotenente Stajo Murco di dare battaglia con sessanta navi ai legni della regina d'Egitto. Ma questi erano
stati distrutti da una tempesta e Stajo Murco aveva fatto vela per Brindisi e, giunto in quelle acque, aveva
bloccato il porto. Ma otto legioni al comando di Lucio Decidio Saxa e Caio Norbano Flacco avevano
felicemente passato il mare ed erano approdate sulla riva opposta e dallo Ionio si avanzava alla volta
dell'Adriatico la flotta di Salvidieno Rufo, dopo il vano tentativo di battere Sesto Pompeo, e per terra le truppe
di Ottaviano marciavano in direzione di Brindisi per congiungersi a quelle dell'altro triumviro.
Per non farsi stringere dalla flotta di Antonio e da quella di Rufo, Stajo Murco tolse il blocco e, preso il largo,
si limitò a sorvegliare sull'Adriatico per impedire ai triumviri il passaggio in Oriente. Ostacolata dai venti
contrari, la sua crociera riuscì infruttuosa: il legni nemici poterono indisturbati compiere più volte la traversata
e trasportare le truppe nell'Illiria e Stajo Murco, cui si era unito con cinquanta navi Domizio Enobarbo, non
poté fare altro che continuare la sua sorveglianza allo scopo di tagliare le comunicazioni tra l'esercito
triumvirale e le sue basi d'Italia.
LA BATTAGLIA DI FILIPPI
Intanto dall'Illiria gli eserciti di Antonio ed Ottaviano marciavano verso la Macedonia. Li precedevano le
legioni di Decidio Saxa e di Norbano Flacco. Il primo, penetrato nella Tracia meridionale, occupò il passo tra
il monte Ismaro e il mare, il secondo, giunto ai confini orientali della Macedonia, si appostò al passo di Sapei.
Scopo dei due luogotenenti era di chiudere gli sbocchi verso la Macedonia ai congiurati; ma lo scopo non
poté essere conseguito. La flotta repubblicana, minacciando uno sbarco sulla costa a ponente dell'Ismaro
che avrebbe tagliate le comunicazioni fra le truppe dei due legati, costrinse Decidio ad abbandonare la forte
posizione occupata. Poco tempo dopo anche il collega fu obbligato a fare lo stesso. I repubblicani, guidati
dal principe trace Rhaskupolis, per una via difficile tra i monti, pervennero nella pianura di Filippi. Norbano
informato di ciò da rakos, fratello del principe, lasciò il passo di Sapei e condusse le sue legioni ad Anfipoli
dov'era già arrivato Antonio.
Gli eserciti repubblicani non avanzarono oltre e si rafforzarono a un miglio di distanza dalla città di Filippo,
sopra una linea di alture che erano attraversate dalla via Egnazia.
Bruto pose gli accampamenti sui colli a nord della via, Cassio a sud e tra l'uno e l'altro campo fu innalzato un
muro che tagliava la via Egnazia, dove fu praticata una porta.
La posizione scelta dai congiurati era fortissima: le loro spalle erano guardate da forti presidi posti nelle gole
che davano accesso alla Tracia; la destra di Bruto era protetta da folti boschi, la sinistra di Cassio da una
zona paludosa che si estendeva fino al mare. Comoda era la via dei rifornimenti. I depositi erano nell'isola di
Taso donde la flotta portava le vettovaglie e le munizioni a Neapoli (Cavala) che comunicava col campo di
Cassio.
In queste posizioni quasi inespugnabili i congiurati decisero di aspettare il nemico. Conveniva loro di
mantenersi sulla difensiva, stancare ed affamare gli eserciti avversari che avrebbero dovuto accamparsi
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nella pianura, lontano dalle loro basi di rifornimento, e costringerli ad una ritirata durante la quale avrebbero
potuto attaccarli e sconfiggerli. E di far così stabilirono i due capi.
Antonio, unitosi con Norbano, mosse da Anfipoli verso Filippi e si accampò al piano, di faccia a Cassio;
Ottaviano, venuto più tardi perché trattenuto a Durazzo dalle febbri, pose il campo di fronte a Bruto.
Quasi uguali erano le forze che si fronteggiavano; i repubblicani disponevano di una cavalleria più
numerosa, i triumviri erano più forti per il numero e la qualità dei fanti, veterani la più parte. Ma l'esercito
triumvirale aveva lo svantaggio della posizione. Antonio e Ottaviano compresero subito che occorreva loro
venire ad una battaglia decisiva per evitare che le loro forze, nell'attesa, si logorassero e poichè il nemico
non si decideva ed attendeva e, provocato, non si lasciava trascinare al combattimento, Antonio tentò di
tagliare le comunicazioni tra il campo di Cassio e il Mare.
La palude rappresentava una difesa validissima per i repubblicani, ma tra questa e il campo correva un tratto
di terreno asciutto contro il quale Antonio adoperò i suoi sforze.
Visto il pericolo, Cassio si affrettò a difendere il punto debole e in questo tratto costruì un muro. Antonio non
si diede per vinto e non volle abbandonare il suo disegno. Ordinò ai suoi soldati che costruissero una diga, la
quale doveva precludere l'accesso al mare all'esercito di Cassio; ma anche questa volta il nemico corse ai
ripari innalzando a sua volta una diga per tagliare quella nemica e ricacciare i soldati del triumviro che erano
riusciti ad occupare alcune posizioni oltre la palude.
Allora Antonio sferrò i suoi assalti contro il muro eretto tra il campo e la palude e questi furono così vigorosi
che l'ostacolo venne superato e i legionari del triumviro, scalato il pendio del colle, espugnarono
l'accampamento nemico scacciandone i difensori e ributtando quelli che dalla palude erano corsi a difendere
la posizione d'altura.
Il successo fu rapido e notevole: i repubblicani, battuti, fuggirono malgrado gli sforzi fatti da Cassio per
trattenerli. Egli tentò di rianimare i suoi e, strappata l'insegna a un alfiere, si diede a gridare che lo
seguissero; ma nessuno volle udire i suoi incoraggiamenti ed allora Cassio, per non cadere nelle mani del
nemico, fuggì anch'egli e si portò sopra un colle, distante un paio di miglia dall'accampamento, dove secondo la tradizione- si fece dare la morte da un suo liberto.
Mentre Antonio attaccava il campo di Cassio, Bruto, approfittando dell'assenza di Ottaviano, che si era
allontanato per le sue cattive condizioni di salute, ne fece assalire le truppe da Valerio Messala, il quale,
rotta l'ala sinistra nemica, espugnò il campo del triumviro.
Altra perdita subiva quel giorno stesso Ottaviano. Due sue legioni, fra cui la marzia che erano state lasciate
in Italia, mentre su alcune navi tentavano il passaggio dell'Adriatico per raggiungere il loro generale,
venivano assalite dalle flotte di Stajio Murco e Domizio Enobarbo e in parte erano uccise in parte catturate.
Nella battaglia di Filippi le truppe dei triumviri avevano avuto perdite maggiori di quelle subite subito dal
nemico, tuttavia il combattimento era stato nel complesso in loro favore. Le milizie di Cassio, dopo la fuga, si
erano riorganizzate, ma no erano più le belle legioni di una volta: lo scacco e la perdita del loro capo le
aveva demoralizzate. Pieni di ardore erano invece i soldati di Bruto e avrebbero volentieri attaccato ancora il
nemico, ma Bruto prudentemente volle stare sulla difensiva e vi rimase per venti giorni, limitandosi a fare
ogni tanto delle azioni di disturbo con delle scaramucce e nulla più.
La prudenza di Bruto però veniva disapprovata dai suoi e li stancava. I soldati cominciarono a defezionare,
Dejotaro se ne andò con le schiere dei Galati, Rhaskupolis abbandonò il campo con i Traci, e Bruto per non
rimanere solo, si vide costretto a tentare la sorte con una lunga battaglia decisiva. A scendere in campo lo
aveva anche costretto il nemico, che aveva rinnovato il tentativo di tagliare ai repubblicani le comunicazioni
col mare. Difatti quattro legioni di Ottaviano avevano occupate alcune alture, rimaste dopo la morte di
Cassio, senza presidio, ed altre truppe si erano avanzate verso la spiaggia.
Marco Bruto diede battaglia. Come si poteva prevedere la giornata fu contraria ai repubblicani. Sul suo
fronte Antonio sconfisse la sinistra; Ottaviano coi suoi riuscì a impedire che parte dell'Ala destra potesse
ripiegare sull'accampamento. La rotta fu completa. Quattordicimila uomini si arresero, molti perirono, i
superstiti poterono trovare scampo sulle navi e raggiungere la Sicilia caduta quasi tutta sotto Sesto Pompeo;
Lucio Cassio e Catone, figlio dell'Uticense, perirono in battaglia. La flotta scese a patti coi tiumvirati e i
magazzini dell'isola di Taso caddero perciò in potere di Antonio ed Ottaviano.
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Bruto con quattro legioni si rifugiò sopra le alture a nord di Filippi donde avrebbe voluto passare nella Tracia;
ma i passi erano stati occupati dai nemici ed Antonio dava la caccia all'uccisore di Cesare. Bruto pensò di
aprirsi la via con le armi verso l'Oriente o verso il mare; ma i suoi soldati si rifiutarono di seguirlo. Era la fine.
raccontano che allora egli esclamasse: "Virtù, tu non sei che un nome. Io ti seguivo come cosa certa e
invece tu eri schiava della fortuna!". Altri dicono che egli imprecasse contro chi era causa di tanti mali,
alludendo ad Antonio.
Non volendo cadere in mano del nemico, Bruto pregò il retore Stratone di ucciderlo. Ma Stratone si limitò a
sostenere la spada sul terreno e Bruto, lasciatosi cadere sulla punta, ne fu trafitto.
Seguirono il suo esempio parecchi altri, fra cui Antistio Labeone, Livio Druso e Quintilio Varo.
La testa di Bruto fu da Ottaviano mandata a Roma perché fosse posta sotto la statua di Cesare.
Prima che rientrasse in Italia i due generali triumviri ebbero il sospetto che Lepido (l'assente) fosse in segreti
rapporti con Sesto Pompeo. Anzi ne erano così certi che si divisero le sue province. Antonio prese la
Provincia Narbonese, Ottaviano la Spagna e la Numidia. Antonio gli lasciò anche la Cisalpina (che da allora
cessò di essere provincia per essere incorporata all'Italia) ma ebbe in compenso l'Africa.
Poi i due decisero di separarsi. Ottaviano sarebbe rientrato in Italia, mentre Antonio si sarebbe recato in
Oriente.
In effetti Antonio voleva provare la voluttà di fare il Cesare in Grecia, in Asia e in Africa; anche a lui gli venne
il "morbo" dell' "Alessandrite" (una "malattia" contagiosa per tutti gli imperatori che seguirono; fino a
Napoleone e oltre - senza mai riuscirci)
Fonti, Bibliografia, Testi, Citazioni:
TITO LIVIO - STORIE (ab Urbe condita)
POLIBIO - STORIE
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
DIONE CASSIO - STORIA ROMANA
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
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MARC'ANTONIO E CLEOPATRA - LA GUERRA DI PERUGIA
IL TRATTATODI BRINDISI - L'ACCORDO DI MISENO - LA GUERRA DEI PARTI
MARC'ANTONIO IN ASIA - GUERRA OTTAVIANO-POMPEO
BATTAGLIA DI CUMA - L'ACCORDO DI TARANTO
BATTAGIA DI NAULOCO - MORTE DI POMPEO
RIASSUNTO ANNI dal 41 al 36 a.C. MARC'ANTONIO STREGATO DA CLEOPATRA LA GUERRA DI PERUGIA - I TRATTATI DI BRINDISI e DI MISENO LA GUERRA DEI PARTI - GUERRA OTTAVIANO-POMPEO - BATTAGLIA DI CUMA - L'ACCORDO DI
TARANTO
--------------------------------------------------------------------------------------------MARCANTONIO STEREGATO DA CLEOPATRA
I due generali triumviri vittoriosi a Filippi decisero di separarsi: Ottaviano rientrò in Italia a distribuire le terre
ai veterani mentre Antonio rimase in Grecia per -disse- dare l'assetto alle province, punire chi aveva aiutato
Bruto e Cassio e per trovare denaro per pagare i 170.000 soldati che avevano partecipato alla spedizione.
Ma anche per provare l'ebbrezza di fare il "Cesare" o "l' "Alessandro Magno" in Asia.
Antonio si reco ad Atene, poi passò in Asia. Ad Efeso pubblicò un editto col quale obbligava di pagare in due
anni il tributo di dieci. Nelle città d'Oriente Antonio si diede ad una vita disooluta, trascorrendo il tempo in
conviti e in piaceri sensuali. Le cortigiane gli fecero dimenticare i propositi di vendetta e di punizione con i
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quali era venuto; le donne con la loro bellezza e coi loro favori gli fecero placare la collera che Antonio aveva
nella testa.
Le città che avevano sofferto per la vessazione di Cassio riacquistarono per opera di Antonio i beni perduti
ma solo per poi pagare con gli stessi i tributi di guerra; gli abitanti di quattro città che erano stati venduti
come schiavi riacquistarono la libertà; Tarso e Laodicea che già in precedenza avevano visto trucidare i più
ragguardevoli cittadini dovettero sborsare una ingente taglia anche se poi ottennero ricompense speciali; e
Rodi ricevette in dono le isole di Andro, Nesso e Teno e la città di Mindo nella Caria.
Poi c'era da fare i conti con CLEOPATRA! Non era nella lista dei nemici, ma era accusata di non avere
aiutato abbastanza i triumviri; Antonio mandò un ambasciata guidata da Quinto Dellio ad intimarle che
andasse da lui a giustificarsi (non l'avesse mai fatto!)
Cleopatra si recò a tarso, in Cilicia, dove Antonio si trovava, decisa di sedurlo e sicura di riuscirvi. La sua
bellezza, le sue arti, il suo ingegno erano tali che nessuno avrebbe saputo resistere meno di tutti Antonio,
che aveva la fama di essere un donnaiolo ed era noto per la sua libidine.
Essa entrò in Tarso lungo il fiume Cidno, le cui sponde erano gremite di folla. Era vestita alla foggia di
venere e nel suo ricchissimo costume che indossava la sua bellezza era sfolgorante come quella della dea.
La nave su cui stava aveva i fianchi dorati, dorati gli alberi, i remi di argento, di porpora preziosa le vele. Sul
capo della regina di Egitto era distesa una tenda di seta a ricami d'oro, intorno a lei, in varie pose, era una
corona di fanciulli vestiti da amorini e al timone stavano bellissime fanciulle in veste di divinità marine. Fiori
ornavano la barca, ghirlande erano posate sulle chiome, spire d'incensi odorosi si alzavano dalla navicella.
Antonio era abituato a spettacoli simili, e tanta pompa non poteva meravigliarlo; ma la bellezza davvero
straordinaria e l'arte raffinata di Cleopatra lo conquistarono subito. Il vincitore di Filippi a tarso fu un vinto. La
regina, che era stata chiamata per discolparsi dall'accusa e chiedere perdono, vide ai suoi piedi il
potentissimo generale. Per la seconda volta i padroni di Roma rimanevano soggiogati dalle grazie della
sovrana d'Egitto.
A tarso Antonio conobbe con Cleopatra tutte le gioie della voluttà, poi la sovrana ritornò nel suo regno ed
egli li promise di raggiungerla.
Di lì a poco difatti, dato assetto alla Siria, e lasciata sotto il governo di Decidio Saxa, Antonio si recò ad
Alessandria e qui rimase dalla fine del 40 alla primavera del 39.
Antonio si era quasi dimenticato della moglie, delle province di cui aveva il governo e di Ottaviano; egli non
vedeva che Cleopatra e i piaceri squisiti che lei sapeva procurargli; vestito alla greca, viveva tra l'ossequio
dei cortigiani, fra le discussioni dei filosofi, in mezzo alle numerose feste e conviti: Cleopatra non lo lasciava
mai, sia che egli andasse alla caccia, sia che si recasse a pescare sul Nilo; lo colmava di carezze, lo
adulava, lo inebriava di profumi e di amore.
Ma questa vita non doveva durare a lungo. Rumori di guerra venivano dall'Asia Minore minacciata dai Parti e
rumori di altra guerra -di guerra civile- gli giungeva dall'Italia.
Come Giulio Cesare alcuni anni prima, così ora Marc'Antonio veniva da Alessandria chiamato altrove dal
suono delle armi.
Antonio dovette insomma partire subito per l'Italia.
LA GUERRA DI PERUGIA
Quando Ottaviano, era giunto in Italia, e volle soddisfare gli impegni che lui ed Antonio, dopo Filippi,
avevano assunti con i veterani, si accorse subito quanto difficile fosse il suo compito. Centrosettantamila
erano i veterani di Filippi e a ciascuno di essi spettava la somma di cinquemila dinari; venticinquemila ne
erano stati promessi ed ogni centurione e cinquantamila a ciascuno tribuno militare. Pagare tanto denaro era
impossibile; le casse a Roma erano vuote, e Antonio dall'Oriente non aveva ancora mandato nulla.
Nell'attesa Ottaviano aveva rivolto la sua opera nel distribuire terre; ma anche questa incombenza
presentava delle grandi difficoltà. Una delle tante ad esempio era che data la guerra contro Sesto Pompeo, a
Reggio era stato tolto l'obbligo di cedere i propri territori, né quelli delle rimanenti città vicine erano sufficienti.
Ma in questa o in altra situazione erano anche molte altre città d'Italia.
Infatti, quando si pose mano alla divisione, da ogni parte della penisola si levarono proteste. Nessuna voleva
farsi spogliare la propria città. Queste città colpite chiedevano che la cessione dei territori venisse imposta a
tutte le città d'Italia, i proprietari reclamavano il pagamento anticipato dell'indennità, gli abitanti delle città
vicine a quelle designate si lamentavano perché i soldati avevano invaso le loro terre (in molti casi erano
questi altri veterani che avevano ricevuto le terre in precedenza).
Non pochi proprietari, privati dei loro beni, si misero a difendere le loro terre girando armati, e solo così molti
riuscirono a rimanere nei loro fondi come proprietari o come fittavoli; mentre i soccombenti iniziarono a
marciare verso la capitale, invasero Roma, si accamparono nelle strade e vi rimasero in attesa dell'indennità
o reclamando i mezzi di sussistenza.
Ma a Roma oltre che la scarsezza di denaro, c'era penuria di viveri a causa delle flotte pompeiane che
avevano tagliate le comunicazioni tra la penisola e le province e la carestia accresceva il malcontento
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(ricordiamo che a Roma alla morte di Cesare esistevano 150.000 poveri che vivevano con le regalie che
ogni tanto faceva l'imperatore.
Da questo eccezionale stato di cose cercò di trarre profitto Fulvia, moglie di Marc'Antonio, donna ambiziosa
e intrigante, la quale, nell'assenza dei triumviri, aveva imposto la sua volontà al cognato Lucio Antonio
(fratello di Marc'Antonio) e a Servilio Isaurico (entrambi erano stati nominati consoli in questo anno 41) .
Ma al ritorno di Ottaviano, questi le aveva tolto il comando che esercitava e inoltre le aveva procurato un
dispiacere familiare: il triumviro Ottaviano che era diventato suo genero dopo il convegno sull'isola del Reno
al suo ritorno aveva ripudiato la figlia Clodia che a Bononia aveva sposato. E altra amarezza si era aggiunta
quando gente bene informata, la misero al corrente del perché di quella prolungata assenza del marito;
insomma non ignorava che Antonio era stato stregato e si era buttato nelle braccia di Cleopatra.
Per vendicarsi di Ottaviano e nella speranza di provocare il ritorno del marito, indusse il cognato a
patrocinare gli interessi di tutti coloro le cui terre erano state confiscate, ma anche di tutti i veterani che non
avevano ricevuto né terre né denaro (che messe insieme rappresentavano due miscele esplosive).
Una nuova guerra civile si delineava. Cercarono di scongiurarla i comandanti dei veterani e non riuscirono
che a fare aumentare le cause del conflitto e il numero dei malcontenti. Riunitisi a Teano Sidicino essi
stabilirono che soltanto ai veterani i quali avevano preso parte alle battaglie di Filippi dovevano essere
distribuite le terre, e che agli altri soldati dovevano essere corrisposti i premi con la vendita dei beni
confiscati ai proscritti e che, infine, non si facessero leve.
La decisione dei comandanti trovò fiera opposizione in tutte quelle milizie che non avevano preso parte alla
spedizione contro Bruto e Cassio. Sentendo il terreno che iniziava a scottare, Lucio Antonio, non credendosi
sicuro in Roma, si recò a Preneste e vi si fortificò.
Fu dai senatori fatto un tentativo di risolvere il conflitto, ma non riuscì. Presero allora l'iniziativa i comandanti
di due legioni che risiedevano ad Ancona. Questi convocarono a Gabli, Ottaviano e Lucio Antonio, ma
quest'ultimo non si presentò. La guerra era inevitabile.
Pareva che la vittoria dovesse arridere a Fulvia e a Lucio Antonio che avevano con sé tutti i malcontenti
della penisola e le forze di Ventidio, Planco e Asinio Pollione, generali di Marc'Antonio. Ottaviano aveva da
tener testa alle flotte di Pompeo e di Domizio Enobarbo che minacciavano le coste del Tirreno, dello Jonio e
dell'Adriatico e disponeva di forze meno numeroso di quelle avversarie: soltanto dieci legioni, ma queste
erano composte tutte di veterani affezionati e devoti al loro generale.
Per impedire che Enobarbo effettuasse uno sbarco a Brindisi e forse anche per vietare a Marc'Antonio, del
quale conosceva le intenzioni, l'approdo in quella città vi mandò una legione, poi, richiamate le legioni di
Quinto Salvideieno Rufo che aveva spedite in Spagna e non avevano ancora passate le Alpi, Lucio Antonio,
lasciò Roma. Presso Nursia sbaragliò alcune milizie nemiche, poi diede l'assalto alla città, la quale, difesa
strenuamente dal presidio comandato da Tizieno Gallo, resistette.
Per non perdere tempo ed impedire che un legato di Planco, Cajo Furnio, dall'Umbria, dove si trovava,
scendesse verso Roma e nello stesso tempo per congiungersi con Salvidieno, marciò verso il nord e
costrinse Furnio a chiudersi in Sentino.
Approfittando dell'assenza di Ottaviano, Lucio Antonio entrò in Roma che Lepido, all'avvicinarsi del console,
fuggendo, aveva lasciata indifesa, e si fece dal popolo nominare imperator, traendolo dalla sua parte col
promettergli che il fratello, appena ritornato in Italia, avrebbe sciolto il triumvirato e chiesto per l'anno
seguente il consolato.
Alla notizia dell'occupazione di Roma Ottaviano lasciò Sentino e si affrettò a tornare verso la metropoli e
ricacciarne Lucio Antonio, ma non gli fu necessario di usare le armi che LucioAntonio non l'aspettò e,
abbandonata la città, corse in Campania a raccogliere nuove milizie.
Roma ritornò così in potere di Ottaviano. Nel frattempo anche Sentino e Nursia venivano occupate dal suo
legato Salvideieno che conduceva sei legioni. Prese le due città, questi marciò verso l'Etruria per unirsi alle
milizie di Vipsanio Agrippa, il quale intanto aveva occupato Sutri.
Contro questa città marciò Lucio Antonio che si dirigeva verso il nord per unirsi as Asinio Pollione e Publio
Ventidio, ma preso alle spalle da Salvidieno Rufo e di fornte sa Agrippa, fu costretto ad allontanarsi
precipitosamente.
Giunto a Perugia e saputo che Ottaviano gli teneva dietro, si chiuse nella città e, nell'attesa che Planco,
Ventidio e Polione venissero a prestargli aiuto, vi si rafforzò.
Ma invano aspettò di essere soccorso. Planco rimase a Spoleto dove si trovava, Ventidio e Asinio Pollione
invece di muovere verso Perugia si ritirarono l'uno a Rimini e l'altro ad Ancona. Più tardi cercarono di
raggiungere il console, ma presso Foligno Salvidieno e Agrippa sbarrarono loro il passo e li costrinsero a
tornare indietro.
Lucio Antonio perciò dovette contare sulle sole sue forze. Più volte egli tentò di rompere il cerchio degli
assedianti, ma ogni volta dovette rientrare in città con forti perdite.
Le condizioni di Perugia intanto diventavano insopportabili. I viveri mancavano e la fame mieteva numerose
vittime tra gli schiavi ai quali era stato proibito che fossero distribuite le scarsissime provviste che
rimanevano insufficienti a nutrire le truppe.
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Visto che era impossibile continuare la resistenza, Lucio Antonio venne a trattative col nemico. Ottaviano gli
promise salva la vita e gli diede facoltà di raggiungere il fratello, ma Lucio volle rimanere in Italia. Così
Perugia capitolò nel marzo del 39 a.C. I soldati che l'avevano difesa non furono puniti ma trecento senatori
vennero trucidati ai piedi dell'altare di Cesare, della cui morte in tal modo Ottaviano festeggiava il quarto
anniversario.
Il vincitore avrebbe visto volentieri venire dalla sua parte i generali di Antonio, ma questi rifiutarono di unirsi a
lui. Asinio Pollione, con sette legioni, si ritirò presso Altino e in seguito, messosi in rapporti con Domizio
Enobarbo, lo indusse a sposare la causa di Marc'Antonio; Munazio Planco inseguito da Vipsanio Agrippa,
che gli catturò due legioni, fuggì con Fulvia in Grecia; Tiberio Claudio Nerone, amico di Cesare, col quale
aveva combattuto nella guerra alessandrina, e passato poi tra i partigiani di Bruto, alla notizia della presa di
Perugia lasciò la Campania dove si trovava e se ne andò prima da Sesto Pompeo, poi da Marc'Antonio
conducendo con sé la moglie Drusilla e figlioletto Tiberio che, adottato da Ottaviano, doveva diventare
imperatore.
Perugia venne saccheggiata e data alle fiamme.
Padrone d'Italia, Ottaviano, alla testa del suo esercito, mosse verso la Provincia Narbonese, governata da
Quinti Fuvio Caleno che si era schierato in favore di Lucio Antonio con le undici legioni di cui disponeva.
Non era facile impresa avere ragione di Caleno, ma la fortuna aiutò Ottaviano. Era questi giunto presso le
Alpi quando Fuvio morì, e il figlio di lui cedette spontaneamente la provincia e le truppe.
Tutto l'Occidente era in potere di Ottaviano. Per guadagnarsi l'amicizia di Lepido gli assegnò con sei legioni il
governo dell'Africa e della Numidia e per rabbonire Marc'Antonio, che certo non doveva essere contento
della condotta del collega, assegnò al fratello Lucio un governo nella Spagna.
Dopo aver fatto questo, fece la distribuzione delle terre ai veterani e, fiducioso nelle sue forze, aspettò che
l'altro triumviro facesse ritorno dall'Egitto.
I TRATTATI DI BRINDISI E DI MISENO
Marc'Antonio partì da Alessandria nella primavera del 39. Affidato il governo della guerra contro i Parti ai
suoi generali e raccolte circa duecento navi nei porti dell'Asia, fece vela per l'Italia. Ad Atene, dove sostò,
trovò la moglie Fulvia e i suoi partigiani fuggiti dopo la vittoria di Ottaviano. Ebbe fiere parole per la moglie di
cui però disapprovò la condotta e, lasciatala senza neppure salutarla, proseguì il suo viaggio. Stanca e
avvilita, poco tempo dopo Fulvia moriva a Sicione.
Il triumviro giunse nelle acque dell'Adriatico nell'estate di quell'anno e, unitosi alla flotta di Domizio Enobarbo
che era stato guadagnato alla causa da Asinio Pollione, si presentò davanti a Brindisi.
Ma il comandante delle truppe di Ottaviano si rifiutò di farlo sbarcare. Marc'Antonio riuscì a mettere terra
alcune legioni e, mentre faceva occupare Siponto, strinse d'assedio Brindisi.
Era l'inizio di una nuova guerra civile. A questa non rimaneva estraneo Sesto Pompeo, il quale dopo aver
trattato con l'uno e con l'altro dei contendenti, mandò l'ammiraglio Mena ad occupare la Sardegna e.
sbarcate considerevoli forze nell'Italia meridionale, pose l'assedio alle città di Turio e di Cosenza.
Però a lasciar libera la prima di tali città lo costrinse Vipsanio Agrippa, il quale liberò poi anche Siponto.
Intanto Ottaviano assediava a Brindisi le truppe di Marc'Antonio.
La guerra non andò più in là di queste operazioni per volere dei veterani dell'una e dell'altra parte.
Nonostante i buoni uffici di un amico comune, Coccejo Nerva, Antonio fece sgombrare la flotta di Enobarbo
dall'Adriatico ed ordinò a Pompeo di ritirare le truppe dall'Italia meridionale; poi fu nominata una
commissione di cui fecero parte lo stesso Coccejo Nerva, Asinio Pollione e Cilnio Mecenate, i quali
rappacificarono i due triumviri.
Col trattato di pace che fu detto di Brindisi a Lepido fu lasciata l'Africa, ad Antonio furono date tutte le
province d'Oriente con l'obbligo di far guerra ai Parti, ad Ottaviano vennero assegnate quelle d'Occidente.
Sesto Pompeo ebbe la Sicilia. Se però non si contentava, Ottaviano poteva muovergli guerra. Ciascuno dei
Triumviri fu lasciato libero di amministrare le sue province come meglio credesse.
Per suggellare la conciliazione si stabilì che Antonio sposasse Ottavia sorella di Ottaviano e vedova di C.
Claudio Marcello e perché il matrimonio si celebrasse sollecitamente il Senato dispensò Ottavia dal lutto,
durante il quale, per legge, non poteva passare a nuove nozze.
Le dimostrazioni di gioia dei veterani e degli abitanti di Roma per l'accordo concluso furono grandi e i due
triumviri, fra l'entusiasmo della popolazione, celebrarono l'ovazione.
La pace di Brindisi però non soddisfaceva Sesto Pompeo, il quale non volle riconoscere l'accordo, si rifiutò di
lasciare la Sardegna e la Corsica, effettuò delle scorrerie sulle coste del mezzogiorno d'Italia e impedì che di
fuori giungessero a Roma i viveri.
Ottaviano decise di muovergli guerra e per procurarsi i mezzi necessari impose nuove tasse: una sugli
schiavi e una sulle successioni. Il popolo tumultuò e Ottaviano, assalito nel foro dalla turba inferocita dei
dimostranti, non avrebbe trovato scampo se Antonio con le sue milizie non fosse accorso in aiuto del
collega.
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Ma il malcontento popolare non cessò, anzi fu acuito dalla carestia e, suo malgrado Ottaviano dovette
accogliere la proposta di Scribomio LIbone -cognato di Ottaviano al quale aveva dato in moglie la sorella
Scribonia, ma era anche suocero di Pompeo- che aveva offerta l'opera sua per un accomodamento tra i due
contendenti.
Sesto Pompeo ed Ottaviano si incontrarono presso Capo Miseno, dove fu concluso un accordo. A Pompeo
vennero lasciate la Sicilia, la Sardegna e la Corsica e, in più, gli fu data l'Acaja per un quinquennio, finito il
quale avrebbe assunto il consolato col diritto di farsi rappresentare da un suo legato. Inoltre gli fu concessa
una indennità di settanta milioni di sesterzi per la perdita dei beni paterni e la carica di àugure. Ai proscritti,
eccettuati quelli che avevano avuto parte nella congiura contro Cesare, fu accordato di ritornare a Roma e di
riavere un quarto dei beni confiscati. A tutti coloro che si erano rifugiati presso Pompeo furono concessi il
ritorno e la restituzione totale del patrimonio immobile; ai soldati pompeiani furono dati i medesimi diritti
concessi alle truppe triumvirali, ed agli schiavi che prestavano servizio nella flotta venne accordata la liberà.
Pompeo si obbligò di non dare più asilo ai profughi, di ritirare i suoi presidi dalle coste meridionali d'Italia e di
rifornire Roma di Grano.
L'accordo di Miseno (39 a.C.) fu seguito, come quello di Brindisi, da un matrimonio: Marco Claudio Marcello,
figlio di Ottavia, sposò la figlia di Pompeo. Splendidi conviti ebbero luogo sulla spiaggia e sulle navi.
Ottaviano ed Antonio si recarono a banchettare sulla nave ammiraglia di Sesto e questi, se avesse dato
ascolto ai consigli di Mena capo della sua flotta, si sarebbe potuto impadronirsi dei due triumviri salpando le
ancore; ma non volle - secondo il racconto che ne fanno gli storici del tempo- venir meno alla parola data.
Terminate le feste, Pompeo se ne tornò in Sicilia; Antonio ed Ottaviano si diressero alla volta di Roma
applauditi dagli abitanti delle città dove passavano, lieti dell'avvenuto accordo che doveva segnare l'inizio di
un'era di pace tanto desiderata dall'Italia dopo un quinquennio di lotte.
A Roma i due triumviri rimasero pochissimo, poi Ottaviano partì per la provincia Narbonese e Marc'Antonio
fece vela per l'Oriente.
Qui le province romane erano minacciate da un nemico potente contro cui Cesare, prima di cadere sotto i
colpi dei congiurati, aveva preparata la guerra: i Parti.
ORODE I, re dei Parti, approfittando del malcontento delle popolazioni asiatiche, che avevano subite le
vessazioni prima di Cassio poi di Antonio, e consigliato dai principi, cacciati da quest'ultimo e rifugiatisi alla
sua corte, e da Quinto Labieno, generale di Cassio, aveva mandato un esercito in Siria, comandato da
Pacoro, suo primogenito, cui aveva dato, in qualità di luogotenenti, Barzafarne e Labieno. Le guarnigioni
romane formate dai superstiti dell'esercito repubblicano passati ai triunviri, sobillate da Labieno, avevano
sposato la causa del traditore; Antiochia ed Apamea erano state occupate e Decidio Saxa, che aveva
iniziato la ritirata, era stato raggiunto ed ucciso.
Iniziata così felicemente la guerra, Pacoro aveva diviso in due l'esercito: Labieno, al comando di una parte,
composta quasi tutta di truppe romane, si era mosso verso la Cilicia ed era riuscito ad occupare gran parte
dell'Asia Minore. Barzafane e Pacoro erano discesi nella Fenicia e, impadronitisene, erano penetrati nella
Giudea, avevano costretto alla fuga il re Erode, vassallo di Roma, e messo sul trono Antigono, figlio di
quell'Aristobulo cui Pompeo Magno aveva tolto lo scettro.
Dopo il trattato di Brindisi, Antonio aveva mandato in Asia un suo valoroso luogotenente: P. Ventidio Basso.
Questi, sconfitto Labieno aveva scacciato dai passi dell'Amano i Parti e riconquistata alla repubblica tutta la
Siria ed, essendo i Parti l'anno dopo (38 a.C.) ritornati in campo con un nuovo esercito, li aveva affrontati a
Gindaro. In questa battaglia il nemico era stato sanguinosamente sconfitto e Pacoro ucciso.
Dopo questi successi che lo avevano fatto salire in gran fama, Ventidio si era rivolto contro Antioco ed aveva
posto l'assedio a Samosata, capitale della Commagene.
La notizia delle vittorie di Ventidio era giunta ad Antonio ad Atene. Qui il triumviro, dopo il convegno partito
da Brindisi, si era fermato ed aveva ripreso nuovamente la vita dissoluta molto simile al primo soggiorno.
Vestito alla foggia greca e facendosi chiamare Nuovo Bacco passava non poche notti in orge con le
baccanti; gli ateniesi, per adularlo, gli avevano data in sposa Minerva, loro protettrice, ma Antonio venale
com'era aveva voluto dalla divina moglie non solo le sue grazie ma anche una dote di mille talenti che il
popolo di Atene dovette sborsare.
All'annunzio delle imprese vittoriose del suo luogotenente, il triumviro celebrò in Grecia altre feste, poi lasciò
Atene e partì per la Siria. Qui giunto, mandò Ventidio a Roma perché ricevesse il trionfo, e assunto lui il
comando dell'esercito, continuò l'assedio di Samosata.
Ma non consegui la vittoria che si riprometteva e, poiché Antioco si difendeva energicamente, concluse con
lui la pace ricevendone trecento talenti e partì per la costa ordinando al suo nuovo luogotenente P. Canidio
Crasso di combattere contro gli Iberi e gli Albani e a Cajo Sosia di passare in Giudea contro Antigono.
I due luogotenenti portarono felicemente a termine le loro imprese: Crasso sconfisse gli Albani e gli Iberi;
Sosio, unitosi ad Erode, pose l'assedio a Gerusalemme. Ridotta agli estremi per la fame, la capitale della
Giudea era decisa a non capitolare e si difendeva strenuamente contro i Romani che avevano già espugnata
la prima e la seconda cinta di mura. La resistenza si sarebbe protratta a lungo se Antigono, mosso a
compassione dalle sorti della città, non si fosse dato in mano al nemici che lo mandò ad Antiochia, dove da
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Antonio venne messo a morte. Erode dopo la presa di Gerusalemme fu rimesso sul trono della Giudea e per
consolidare la sua posizione prese in moglie Marianna, superstite della dinastia dei Maccabei.
LA GUERRA CONTRO SESTO POMPEO e L'ACCORDO DI TARANTO
Ritornato a Roma dopo l'accordo di Miseno, Ottaviano rivolse le sue cure alla Spagna e alla Gallia dove
alcune popolazioni si erano sollevate.
A domare i Ceretani nella Spagna Citeriore mandò Domizio Calvino, che non tardò a ridurre all'obbedienza i
ribelli; in Gallia fu mandato Vipsanio Agrippa, che in breve rimise l'ordine nel paese: mentre nelle province
occidentali ritornava la pace tramite l'opera energica dei luogotenenti di Ottaviano le cose si mettevano male
in Italia; l'accordo concluso a Miseno non dava i frutti che si erano sperati. Marc'Antonio, adducendo il
pretesto di riscuotere certe tasse dovutegli, si rifiutava di cedere l'Acaja a Sesto Pompeo; questi da canto
suo, non ritirava le guarnigioni dal mezzogiorno della penisola ed anziché reprimere la pirateria nel Tirreno
se ne giovava; Ottaviano ripudiava la cognata di Pompeo, Scribonia, di cui aveva avuto una figlia, Giulia, e,
indotto Tiberio Claudio Nerone a divorziare da Livia Drusilla, sebbene questa fosse incinta di sei mesi, la
sposava nel 37.
Ma Livia Drusilla era nobile, e tale matrimonio a Ottaviano permette di stringere forti legami con parte
dell'aristocrazia senatoria, e in particolare con le influenti famiglie patrizie dei Claudi e dei Livi.
Avendo Drusilla però tre mesi dopo il matrimonio, dato alla luce un figlio, i nemici di Ottaviano dicevano che
ai fortunati vengono i figli anche tre mesi soltanto dopo le nozze.
Tutti questi fatti non potevano portare che ad una guerra. E la guerra ben presto riarse tra Sesto ed
Ottaviano.
Quest'ultimo indusse Mena, liberto di Pompeo e governatore della Sardegna e della Corsica a cedergli le
due isole, le sessanta navi e le tre legioni che comandava. Sesto reclamò la restituzione delle isole e la
consegna del traditore, ma Ottaviano rifiutò e per giunta ammise nell'ordine dei cavalieri il liberto, lo fece
sedere alla sua mensa e gli diede il comando di parte della flotta, suscitando le critiche dei Romani e le
frecciate di Orazio che, nel quarto dei suoi Epodi, pare si scagli contro Mena.
Le rappresaglie di Pompeo furono immediate: dietro suo comando l'ammiraglio Menecrate operò uno sbarco
sulle coste della Campania e devastò e saccheggiò la regione. La guerra insomma ricominciava.
Non avendo forze navali sufficienti da contrapporre a Sesto Pompeo, Ottaviano chiese aiuto a Marc'Antonio
e a Lepido e li invitò ad un convegno a Brindisi. Lepido non si fece vivo; Antonio giunse in ritardo e, non
trovato nessuno, se ne ritornò in Grecia, da dove scrisse al collega che disapprovava la guerra e che
desiderava invece si tenesse fede all'accordo di Miseno.
Mancatogli l'appoggio dei due colleghi, Ottaviano decise di condurre la guerra con le sue sole forze.
Egli disponeva di due flotte, delle quali una stava nell'Adriatico, l'altra nel Tirreno. Intenzionato a invadere la
Sicilia, mandò alla volta di Reggio le sue legioni, per via terra, e ordinò alla flotta del Tirreno, comandata da
Calvisio Sabino e Mena di far vela verso lo stretto di Messina, su cui si diresse con la flotta dell'Adriatico
comandata da L. Cornificio.
Conosciute le intenzioni del nemico, Pompeo si mise con una flotta in crociera nelle acque del capo Scilla e
mandò incontro a Calvino e a Mena un'altra flotta al comando di Menecrate. Questi con l'armata divisa in
due squadre di cui una era sotto il suo stesso comando, l'altra era guidata da Democare, risalì il Tirreno
lungo la costa della penisola e, presso Cuma si scontrò col nemico. La battaglia fu accanita. La squadra di
Menecrate si trovò di fronte a quella di Mena e venne battuta. Vistosi a mal partito ed essendo la nave
ammiraglia per cadere in mano del nemico, Menecrate si buttò in mare e vi trovò la morte. Esito diverso
ebbe invece il combattimento tra la squadra di Democare e quella di Calvisio, la quale subì perdite rilevanti.
Dopo questa battaglia Democare ritornò per unirsi a Pompeo, e Calvino continuò la sua rotta.
Ottaviano intanto era giunto a Reggio. Essendo stato informato della battaglia navale di Cuma, egli volle
andare a soccorrere i suoi luogotenenti, ma, doppiato il capo Scilleo, si trovò di fronte alle navi di Pompeo.
Ottaviano avrebbe voluto evitare lo scontro, ma, assalito, dovette accettar battaglia. La fortuna non gli arrise
e la sua sconfitta sarebbe stata più grave se non fosse giunta in buon punto la flotta di Calvisio Sabino, che
impedì a Pompeo di sfruttare la vittoria.
Ottaviano, sceso a terra, si diede, il giorno dopo, a raccogliere i naufraghi e a riparare le navi superstiti della
lotta dell'Adriatico, ma una tempesta furiosa gli distrusse gran parte dei legni. Solo poche navi della flotta del
Tirreno che, dietro ordine di Mena avevano fatto in tempo a prendere il largo, poterono scampare e
raccogliersi a Vibone, dove Ottaviano si era ridotto.
Privo della flotta Ottaviano non poteva sperare di aver ragione di Sesto Pompeo: D'altro canto non era
prudente gravare di nuove tasse le popolazioni. Gli vennero in aiuto i numerosi amici, i senatori, i cavalieri e i
municipi che a loro spese iniziarono la costruzione di una nuova flotta e per munirla di rematori liberarono
ventimila schiavi.
Ottaviano richiamò dalla Gallia il suo fedele e valente generale Vipsanio Agrippa a cui gli affidò il governo
della guerra, conferì il consolato e decretò il trionfo per le vittorie contro gli Aquitani. Agrippa rifiutò il trionfo e
si mise subito all'opera nei preparativi di guerra.
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Siccome la costa del Tirreno era sprovvista di porto ampi e sicuri, egli fece costruire un porto militare
artificiale mettendo tra loro in comunicazione i laghi d'Averno e di Lucrino e quest'ultimo col mare presso
Cuma. Al nuovo porto fu dato il nome di Giulio.
Mentre si ultimava la costruzione e l'armamento della flotta, Marc'Antonio comparve a Brindisi con trecento
navi, ma poiché Ottaviano sospettava di lui credendolo in rapporti con Pompeo e Lepido, gli vietò l'ingresso
nel porto. Allora Antonio si recò a Taranto, dove ad Ottavia e a Mecenate riuscì di condurre Ottaviano ed
Agrippa.
Era la primavera del 36. A Taranto Ottaviano ed Antonio stipularono un trattato col quale rinnovarono per un
altro quinquennio il triumvirato. Antonio si obbligava a cedere al collega centoventi navi per la guerra contro
Pompeo, e Ottaviano a sua volta si impegnava di fornire ad Antonio quattro legioni per continuare la guerra
contro i Parti. Lepido doveva fornire ad Ottaviano truppe e navi contro Sesto.
Come suggello del trattato, Giulia, figlia di Ottaviano, che contava due anni, fu promessa sposa ad Antillo,
figlio di Antonio ed Ottavia.
Firmato l'accordo, Antonio consegnò al collega centoventi navi che furono messe sotto il comando di Statilio
Tauro, e, lasciata in Italia la moglie, fece vela per l'Oriente, chiamatovi dalla guerra coi Parti ma anche
dall'amore per Cleopatra.
La successiva puntata dell'anno 36 a.C. > > > > * BATTAGIA DI NAULOCO - MORTE DI POMPEO
Fonti:
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
CASSIO DIONE - STORIA ROMANA
PLUTARCO - VITA DI BRUTO
SVETONIO - VITE DEI CESARI
SPINOSA - GIULIO CESARE
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
UTET - CRONOLOGIA UNIVERSALE
I. CAZZANIGA , ST. LETT. LATINA,
+ BIBLIOTECA DELL'AUTORE
RIASSUNTO ANN0 36 a.C. LO SCONTRO OTTAVIANO-POMPEO - MORTE DI POMPEO
BATTAGIA DI NAULOCO - MORTE DI POMPEO
--------------------------------------------E' l'anno in cui si riaprono le ostilità contro Sesto Pompeo.
La guerra contro di lui, dopo i falliti tentativi dell'anno precedente fu ripresa da Ottaviano nell'estate.
Il 1° luglio Emilio Lepido dall'Africa, Ottaviano dal porto Giulio, e Statilio Tauro da Taranto presero il mare
alla volta della Sicilia.
La fortuna si mostrò subito favorevole a Pompeo: una furiosa tempesta colse le flotte triumvirali; Ottaviano
perdette circa cinquanta navi e dovette ritornare a Porto Giulio; Statilio fu costretto a volger le prore verso
Taranto; solo Lepido, malgrado i gravi danni anche lui patiti, riuscì a prender terra con dodici legioni e
cinquemila cavalli presso Lilibeo, dove si trovava Plennio, luogotenente di Sesto Pompeo, che fu assediato.
Per riparare i danni Ottaviano impiegò tutto il mese di luglio, poi Statilio Tauro si trasferì con la sua flotta
nelle acque di Squillace, dove lo raggiunse con tre legioni Ottaviano, mentre Vipsanio Agrippa si recò a
Stromboli.
Il piano di Ottaviano era questo: Agrippa doveva sbarcare a Tindari sulla costa settentrionale della Sicilia, il
triumviro doveva occupare Tauromenio, protetto nelle operazioni di sbarco da Statilio: Le truppe sbarcate,
congiuntesi, dovevano tagliare le comunicazioni di Pompeo, che stava a Messina, con l'interno dell'isola.
A protezione della costa settentrionale, Pompeo aveva mandato in crociera nelle acque da Tindari a Mile
una numerosa squadra. Con questa Agrippa venne a battaglia.
I pompeiani perdettero trenta navi, sei soltanto la flotta del triumviro; Agrippa, sbarcate alcune legioni, assalì
Tindari, accanitamente difesa dal presidio di Sesto e la espugnò.
Nel frattempo Ottaviano da Schillace faceva vela per Tauromenio e riusciva a sbarcare le sue truppe a sud
della città; ma la sua presenza era sta segnalata al nemico che da terra accorse con fanti e cavalli e con
numerosi legni dal mare. Pompeo stesso comandava la flotta.
Ottaviano lasciate le truppe sotto il comando di Cornificio, che stimò opportuno di dirigersi verso Tindari per
unirsi ad Agrippa, prese il mare e fece vela per Schillace, ma Pompeo gli fu addosso e gli distrusse la
squadra e a stento Ottaviano poté salvarsi nella penisola.
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Conoscendo ormai le intenzioni del nemico, Sesto scaglionò le sue truppe tra Mile e Tauromenio e fortificò
questa linea con salde opere di difesa; ma queste a nulla valsero. Agrippa al quale si era intanto congiunto
Lepido, occupò Mile. Pompeo vedendo che era difficile tenere l'ultimo lembo che gli rimaneva della Sicilia,
mise le sue speranze nella flotta.
La battaglia decisiva fu combattuta il 3 settembre tra Mile e Nauloco. Quasi pari erano le forze e per
parecchio tempo incerto fu l'esito della lotta. Quando questa cominciò a volgere in favore di Ottaviano, Sesto
Pompeo con diciassette navi abbandonò al nemico il resto della flotta e, recatosi a Messina, prese con sè i
tesori e la famiglia e si diresse alla volta dell'Asia nella speranza di potere indurre Antonio ad aiutarlo.
Le navi pompeiane, rimaste prive di Pompeo e di Democare che si era ucciso, furono sbaragliate; quelle che
non andarono a picco si arresero e lo stesso fecero le truppe di terra. Messina, assediata dalle legioni di
Emilio Lepido, capitolò:
La guerra contro Sesto Pompeo era finita due mesi dopo che erano state iniziate le operazioni, ma non
erano finite le vicende di Pompeo: Egli, con diciassette navi che gli erano rimaste, si era recato a Mitilene ed
aveva spedito messi ad Antonio. Questi a tutt'altro pensava che a mettersi in urto con Ottaviano per aiutare
un vinto. Partito da Taranto dopo aver concluso col collega il trattato, si era recato ad Antiochia e qui, in
attesa che si facessero i preparativi della guerra contro i Parti, aveva ricevuto con grandi onori Cleopatra e si
era trattenuto con lei, lasciandosi sfuggire una occasione propizia che non doveva ripresentarsi più. Il regno
partico era allora in subbuglio. Il re Orode era stato ucciso dal figlio di Fraate IV, che aveva soppresso anche
i fratelli e si era proclamato re, suscitando coi suoi assassinii, malcontenti e rivolte.
Antonio avrebbe potuto invadere senza troppe difficoltà il territorio nemico, ma aveva preferito di rimanere
per tutto l'inverno tra le braccia di Cleopatra, offrendo a Fraate una pace che era stata rifiutata.
L'anno seguente Antonio, raggiunto da P. Canidio Crasso, con un esercito di circa centomila uomini, fra cui
erano sedicimila cavalieri di Artavasde, re d'Armenia, aveva invaso la Media Atropatene che parteggiava per
Fraate ed aveva posto l'assedio a Fraaspa, capitale di quel regno. Qui aveva però trovato una resistenza
accanita e per giunta due legioni comandate da Oppio Stratiano, rimaste indietro con i bagagli, erano state
colte di sorpresa e sconfitte dai Parti, e il re d'Armenia se n'era tornato nel suo regno con i suoi cavalieri.
Disperando di espugnare Fraaspa e avvicinandosi l'inverno, Marc'Antonio aveva levato l'assedio e, per
l'Armenia, era tornato in Siria, perdendo durante la ritirata ventottomila fanti e quattromila cavalieri, periti
tutte per le fatiche, il freddo e la fame.
A Leucopoli Cleopatra era andata incontro al vinto Antonio e con le sue festose accoglienze gli aveva
alleviata l'amarezza della disastrosa spedizione.
Nelle condizioni in cui si trovava non poteva certo Antonio porgere orecchio a Sesto Pompeo. Questi d'altro
canto saputo dell'infelice risultato della guerra contro i Parti, pensò di trarne vantaggio e, per impadronirsi
delle province d'Asia, mandò messi al re Fraate offrendosi di aiutarlo nella guerra contro Antonio.
I messi però non giunsero a destinazione. Caduti nelle mani di ufficiali di Antonio, svelarono le intenzioni di
Sesto a Cajo Furnio che governava la provincia.
Questi temendo un colpo di mano da parte di Pompeo e non avendo truppe sufficienti per respingere un
eventuale assalto del nemico, chiese l'aiuto di Aminta e di Domizio Enobarbo che avevano il governo l'uno
della Galazia, l'altro della Bitinia.
Allosa Sestodecise di agire:a tradimento si impossessò di Lampsaco, si impadronì in seguito di Nicea e
Nicomedia e sconfisse Cajo Furnio.
Ma la fortuna non era dalla sua parte. Molti patrizi romani che lo avevano seguito in Asia dopo la giornata di
Nauloco, conosciuti i rapporti che Sesto aveva stretti con Fraate, nemico della loro patria, indignati
abbandonarono la causa di lui. A rendere più grave la situazione di Pompeo dopo l'inverno, giunsero nella
primavera del successivo anno, settanta navi dalla Sicilia, e dalla Siria un luogotenente di Antonio, Marco
Tizio, con parecchie legioni e centoventi navi.
Non avendo forze da contrapporre ai nemici, malgrado qualche successo conseguito mentre fuggiva, Sesto
Pompeo si arrese ad Aminta. COnsegnato a Marco Tizio, Pompeo venne condotto a Mileto e qui fu messo a
morte.
Così, oscuramente, in età di quarant'anni, terminava la vita piene di vicende del figlio del Grande Pompeo, il
quale, se avesse avuto maggiore energia, carattere meno volubile e più accorgimento politico, avrebbe
potuto forse impedire la disfatta di Bruto e di Cassio o, approfittando dei dissidi dei triumviri, rialzare le sorti
dei repubblicani e far prendere una piega diversa agli avvenimenti che dovevano svolgersi.
La successiva puntata dall'anno 35 all'anno 32 a.C. L'ULTIMA GUERRA CIVILE
Fonti:
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
CASSIO DIONE - STORIA ROMANA
PLUTARCO - VITA DI BRUTO
SVETONIO - VITE DEI CESARI
SPINOSA - GIULIO CESARE
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
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UTET - CRONOLOGIA UNIVERSALE
I. CAZZANIGA , ST. LETT. LATINA,
+ BIBLIOTECA DELL'AUTORE
RIASSUNTO ANNI dal 35 - al 32 - a.C. L'ULTIMA GUERRA CIVILE
* LEPIDO CONTRO OTTAVIANO - GUERRE DI OTTAVIANO - DISSIDIO FRA OTTAVIANO E ANTONIO
ROMA CONTRO CLEOPATRA
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LEPIDO CONTRO OTTAVIANO
Dopo la sconfitta di Pompeo, M. Emilio Lepido tenta di mantenere il possesso della Sicilia delineando una
nuova guerra. Lepido si era dimenticato che era stato Ottaviano a dargli, dopo la sconfitta di Lucio Antonio, il
governo dell'Africa, ma lui voleva ritrarre vantaggi dalla vittoria sui pompeiani.
Delle terre assegnate a Sesto Pompeo dopo l'accordo di Miseno, l'Acaja era stata trattenuta da Marc'Antonio
e la Sardegna e la Corsica, per il tradimento di Mena, erano venute in potere di Ottaviano. Non rimaneva
che la Sicilia. Lepido vi mise gli occhi addosso e volle che, in compenso dell'aiuto da lui prestato ad
Ottaviano nella guerra contro Pompeo, gli fosse assegnata.
Se egli aveva potuto protestare contro i trattati dopo Filippi e Brindisi per la sua inferiorità, ora che disponeva
di un considerevole numero di legioni e di navi levò la voce e pretese che nel triumvirato egli tornasse ad
avere quel posto che gli era stato dato nel convegno a Bononia sull'isola del Reno.
Egli faceva assegnamento sui suoi legionari; questi invece erano malcontenti di lui perché aveva ammesso
al bottino fatto in Sicilia anche le otto legioni di Pompeo datesi a lui a Messina. D'altra parte ai legionari di
Pompeo non riusciva gradita l'idea di una nuova guerra. Le venti legioni quindi che Lepido aveva sotto il suo
comando, divise da gelosie ed agitate da malumori, non costituivano una forza temibile.
Ben si rese conto delle condizioni delle truppe di Emilio Lepido, Ottaviano e ne approfittò prontamente.
Recatosi nel campo del collega, disse che la responsabilità della nuova guerra non sarebbe stata sua, ma di
Lepido. I pompeiani, i quali non erano in buoni rapporti con i veterani di Lepido, a poco a poco passarono
tutti dalla parte di Ottaviano, che intanto iniziava le ostilità. Emilio Lepido tentò di impedire che il numero dei
disertori aumentasse, poi, avendo veduto che l'esempio era imitato dai suoi e che in breve egli sarebbe
rimasto senza soldati, si diede ad Ottaviano.
Il triumviro fu generoso con lui. Senza interpellare Antonio, gli tolse il governo delle province d'Africa e
l'imperio militare, non gli confiscò come avrebbe potuto i beni, né gli tolse la vita, gli lasciò anzi la dignità di
pontefice massimo, ma lo confinò a Circejo.
Vinto Sesto Pompeo e deposto Lepido, Ottaviano rimase alla testa di quarantacinque legioni, che
costituivano per lui una grandissima forza, ma che in quel momento rappresentavano un pericolo non
indifferente. I soldati reclamavano terre, denari e il congedo e rifiutavano recisamente le onorificenze con le
quali il triumviro cercava di tenerli tranquilli.
Ottaviano ne avrebbe congedati gran parte, ma egli forse pensava che prima o poi sarebbe venuto a
conflitto col collega e sapeva che solo con un esercito potente avrebbe potuto mantenere la posizione che si
era acquistata.
Si limitò pertanto a congedare circa ventimila legionari e per far tornare la calma tra le truppe, che avevano
assunto un contegno minaccioso, impose alla Sicilia un tributo di guerra di 1600 talenti e pagò ad ogni
legionario la somma di 2000 sesterzi.
Un altro pericolo e causa non trascurabile di disordini costituivano le molte migliaia di schiavi fuggiti dai loro
padroni e messisi al servizio di Pompeo. Ottaviano ne fece arrestare trentamila e li restitu' ai loro proprietari.
Circa seimila che si rifiutarono di rivelare i nome delle famiglie cui appartenevano furono mandati nelle città
donde provenivano e qui uccisi.
Due mesi erano bastati per regolare tutte queste cose. Il 13 novembre il triumviro fece ritorno a Roma dove
fu accolto con grandissimi onori e indicibili dimostrazioni di gioia.
Egli portava la pace dopo tanti anni di guerra; la sconfitta di Pompeo assicurava le comunicazioni con le
province e il vettovagliamento di Roma, che sovente, a causa della pirateria tirrenica, aveva sofferto delle
gravi carestie.
In un discorso al popolo e ai senatori Ottaviano promise la pace e che si sarebbe adoperato a far
dimenticare le discordie passate. Il Senato gli decretò grandi onori, che in parte il triumviro accettò
scegliendo i più modesti; nel Foro gli venne innalzata una statua e ai piedi di essa fu incisa una epigrafe che
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in poche parole attestava le benemerenze dell'uomo: " Ad Ottaviano, restitutore della pace per terra e per
mare".
Ma non soltanto del ritorno della pace egli si rese benemerito. L'Italia versava in tristi condizioni economiche
ed Ottaviano che, per fare la guerra, era stato costretto ad imporre tasse, volle ora togliere quelle che aveva
decretato per avere la possibilità di combattere Lucio e Pompeo. Questa soppressione di tributi portò un
sollievo non indifferente alle popolazioni, ma ben più grande fu quello recato dalle misure di sicurezza
pubblica, per tutelare la quale l'erede di Cesare istituì le coorti pretorie, destinate a pulire il territorio della
penisola infestato da numerose dande di briganti.
L'Italia vide in Ottaviano il suo benefattore e non sospettò allora di aver trovato in lui un nuovo padrone.
Prestando fede alle dichiarazioni di lui che promettevano la fine del triumvirato dopo la guerra contro i Parti,
il popolo gli donò una casa e gli conferì l'inviolabilità tribunizia.
Ma la pace non fu inerzia e se le armi tacquero nella penisola, oltre i confini non tutti sicuri c'era sempre un
rumore di sciabole.
Specialmente poco sicuri erano i confini orientali, dove le Alpi Giulie non costituivano un serio baluardo
contro i barbari e le popolazioni non avevano ancora conosciuta appieno la potenza romana. Fra tutti i popoli
confinanti, i Pannoni erano i più irrequieti e di questi la tribù dei Japudi (Gepidi) rendeva malsicure le
comunicazioni col Danubio per la valle della Sava e sovente molestava con incursioni e danneggiava con
saccheggi i territori delle colonie di Aquileia e di Tergeste.
Contro i Japudi Ottaviano porto le armi. La guerra non fu breve né facile; ma i Romani riuscirono a spingersi
fino a Metulo (Mottling) loro capitale e porvi l'assedio.
La città. forte per natura, fu strenuamente difesa dagli abitanti e, solo quando le resistenza non fu più
possibile, i difensori vennero a patti. Ma si rifiutarono fieramente di consegnare le armi. Uccise le donne e i
fanciulli, essi incendiarono le case poi fecero disperate sortite e i superstiti si diedero la morte.
La caduta di Metulo non portò alla fine della guerra. Le tribù avevano anch'esse prese le armi ed Ottaviano
dovette aspramente combatterle. Straordinariamente accanita fu la resistenza che oppose la città di Siscia
alla confluenza della Sava e della Kulpa, che, isolata e priva di soccorsi, fu alla fine presa d'assalto e
divenne piazzaforte dei Romani e sede di due legioni e mezza.
Altre spedizioni guerresche furono fatte ad occidente contro i Salassi e ad Oriente contro i Dalmati e i
Liburni, dediti alla pirateria. Questi ultimi furono vinti in breve tempo e consegnarono le navi; gli uomini validi
vennero venduti come schiavi. Più lunga fu la guerra contro i Dalmati, che, unitisi in forte lega, diedero da
fare non poco ai Romani.
la guerra culminò con l'assedio di Promona. A liberare la città accorse un esercito numeroso di Dalmai, ma
esso fu sbaragliato dalle legioni di Ottaviano. Allora i difensori di Promona tentarono una vigorosa sortita.
Respinti sanguinosamente dovettero ripiegare verso le mura e cercare rifugio nella città, ma i legionari che li
inseguirono entrarono con essi e la difesa si ridusse alla rocca che dopo pochi giorni capitolò.
Un'altra città che resistette validamente ai Romani fu Setoria, sotto le cui mura Ottaviano toccò una ferita al
ginocchio che lo consigliò a ritornare a Roma e a lasciare il governo della guerra a Statilio Tauro.
Intanto Marc'Antonio in Oriente come il suo collega anche lui proseguiva la sua guerra contro i Parti, anche
se di farla non aveva proprio voglia. Dopo la ritirata disastrosa da Fraaspa e un breve soggiorno in Asia,
riprese la strada che lo portava in Egitto, dove c'era la sua Cleopatra, e si era ridato alla vita di una volta,
dedicandosi ai divertimenti ed all'amore della regina, dalle cui braccia ormai non poteva più sciogliersi.
Ma tra l'amore e le mollezze orientali non gli era stato possibile dimenticare lo scacco subito sotto le mura
della capitale della Media dalla quale aveva dovuto allontanarsi. Quella infelice campagna gli aveva fatto
perdere gran parte del suo prestigio presso le truppe ed aveva scemata la popolarità di cui godeva in Italia,
mentre i successi contro Pompeo, contro i Dalmati e i Pannoni facevano crescere sempre più quella di
Ottaviano.
Egli addossava tutta la responsabilità al re d'Armenia il quale lo aveva lasciato solo alle prese coi Medi, e si
era ritirato con la cavalleria che tanto aiuto poteva invece arrecargli.
Per punire appunto l'Armeno, Antonio si alleò segretamente col suo antico nemico. Artavasde re di Media, e
nella primavera del 34 a. C. raccolse le sue legioni a Nicopoli.
Sua moglie Ottavia, la quale, sebbene dimenticata per Cleopatra, amava sempre il marito, aveva ottenuto
che Ottaviano mettesse a disposizione di Antonio, per la spedizione alla quale questi si apprestava a fare,
duemila soldati scelti e nella speranza di riguadagnarsi l'affetto dello sposo aveva voluto essa stessa guidare
in Asia quelle schiere. Ma non le fu concesso di rivedere il marito. Giunta ad Atene, un ordine di Antonio le
proibì di proseguire il viaggio, e lei, spediti i soldati al consorte, dovette ritornarsene a Roma.
Da Nicopoli Antonio marciò su Artassata e, invitato nel suo campo il re d'Armenia. gli riuscì di mettere le
mani su di lui e farlo prigioniero. Gli Armeni però non si sbigottirono all'annunzio che il loro sovrano era stato
catturato e, raccoltisi sotto Artasse, figlio del re, cercarono di contrastare il passo all''invasore.
Le legioni del triumviro ebbero ragione della resistenza degli Armeni. Astasse, venuto a battaglia con
Antonio, fu sconfitto e dovette abbandonare il regno e cercare ospitalità presso la corte di Fraate, re dei
Parti. L'Armenia cadde allora tutta in potere di Antonio, il quale lasciatevi a presidiarla alcune legioni, fece
ritorno in Egitto, portandosi dietro il re prigioniero, onde celebrare il suo trionfo ad Alessandria, alla maniera
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romana davanti alla sua amata. Quindi spartisce le province asiatiche come di cose di sua proprietà con
Cleopatra e i suoi quattro figli; di cui tre avuti in questi vari "soggiorni" del bell' Antonio. Che non si considera
più un magistrato della repubblica, ma un sovrano.
Lo scopo a cui tende Antonio è chiarissimo: egli vuole in Oriente un grande impero, formato dalla
federazione di parecchie monarchie rette da membri di una stessa famiglia, quella di Cleopatra, che è poi la
sua. Dall'Oriente poi egli muoverà verso Occidente, si sbarazzerà di Ottaviano, darà il colpo di grazia alla
repubblica e diventerà il padrone del mondo.
A questo grandioso progetto sono infatti informati i suoi atti segreti come vedremo più avanti. A Cleopatra dà
il titolo di Regina dei Re e a suo figlio maggiore Cesarione (avuto da Cesare) quello di Re dei Re, ad
entrambi conferisce la sovranità sull'Egitto, sulla Celesiria, su Cipro, sulla Cilicia e su Creta. Non manca,
naturalmente, di assegnare domini ai tre figli avuti dalla sua amante: ad Alessandro dà l'Armenia e altri
territori non ancora occupati, a Tolomeo Filadelfo la Siria e l'Asia Minore, alla piccola Cleopatra, l'ultima nata,
detta Luna, la Cirenaica.
Nel 33 a.C. queste notizie raggiungono Roma, togliendo a Ottaviano ogni dubbio sulle intenzioni che ha
Antonio. Appoggiandosi alla maggior parte dei senatori, cavalieri e nobili, il triumviro accusa Antonio di aver
tradito lo spirito e i costumi romani a favore di quelli orientali, di aver condotto una fallimentare politica
militare in Asia, di comportarsi come un signore assoluto e di distribuire illegalmente ai suoi famigliari i
territori orientali.
Con Antonio, Ottaviano ha combattuto insieme, ha diviso il governo dello Stato, ha sterro vincoli di parentela,
ha firmato trattati, ma Ottaviano non ha dimenticato che Antonio è stato colui che gli ha rubato il patrimonio
ereditato da Cesare; colui che lo costrinse a gettarsi in braccio al Senato; Ottaviano non dimentica che
Antonio ha gettato nel dolore Ottavia, umiliandola ed offendendola con una tresca che tutti conoscono: Egli
sa che, prima o poi, il conflitto tra lui ed Antonio scoppierà, e si è venuto preparando alla grande contesa.
I saggi provvedimenti adottati per lenire la miseria gli hanno procurato la popolarità in Italia, la distribuzione
di terre nella penisola e nella Gallia gli ha assicurata la devozione dei soldati, la pace e la sicurezza pubblica
che ha dato all'Italia hanno accresciuto il suo prestigio.
La condotta ignominiosa di Antonio gli fornisce un'arma potentissima, della quale egli non trascura di servirsi
per abbattere il suo avversario. Ora Ottaviano si atteggia a difensore di Roma, di quella Roma che Antonio
vuole -secondo le dicerie che su tutta Roma girano- regalare a Cleopatra, di quella Roma alla quale Antonio
vuol sostituire Alessandria.
Egli accusa pubblicamente il rivale di aver celebrato in Egitto il trionfo, di aver lasciata la toga romana per la
porpora orientale, di aver negletti i costumi nazionali per quelli d'Africa e d'Asia, di essersi arrogato il diritto di
conferire titoli e regalare le terre conquistate dai soldati della repubblica.
Antonio ha a Roma non pochi partigiani, specie nel Senato, e i suoi fautori sono i due consoli, Domizio
Enobarbo e Cajo Sosio. Tentano questi di difenderlo e riescono a vietare che venga data lettura della lettera
con la quale Antonio chiede la sanzione all'assetto da lui dato all'Asia. Dal canto suo Ottaviano proibisce che
sia letta la relazione sulla conquista dell'Armenia.
La lotta è ormai palesemente iniziata né entrambi possono più tornare indietro.
Preparando l'Oriente contro l'Occidente, Antonio si schiera fatalmente contro Ottaviano. E Ottaviano
fatalmente è costretto a schierarsi contro Antonio.
I consoli e i senatori che parteggiano per Antonio abbandonano Roma e si recano in Oriente proprio quando
dall'Oriente giunge a Roma la lettera con la quale Antonio ripudia Ottavia.
Allora Ottaviano si vendica clamorosamente rendendo di pubblica ragione non solo la spregevole missiva,
ma anche il testamento di Antonio, depositato nel tempio di Vesta, che si è procurato per mezzo di Munazio
Planco e Marco Tizio.
Il testamento è la conferma delle accuse mosse da Ottaviano al triumviro. In esso Antonio dichiara che
Cesarione è figlio naturale di Cesare, nomina suoi eredi i figli avuti da Cleopatra ed ordina che lo
seppelliscano in Alessandria, accanto alla regina.
Il testamento viene letto al Senato, al popolo e muove a sdegno la cittadinanza.
Il Senato toglie ad Antonio il consolato assegnatogli per l'anno appresso ( 31 a. C.), la potestà triumvirale e
dichiara guerra a Cleopatra per non dar l'impressione di una ripresa delle guerre civili, dichiarandola ad
Antonio.
Saeva anche Antonio che si doveva giungere ad un conflitto armato ed aveva cominciato a prepararsi fin
dall'anno prima ( 33 a.C.). Dichiarata la guerra, il ritmo dei preparativi fu accelerato. Al re di Media, alla cui
figlia Jotape Antonio aveva promesso si sposare il proprio figlio Alessandro, vennero chieste truppe , altre
truppe furono domandate a principi amici dell'Asia e della Tracia, e fu messo insieme un esercito che,
secondo Plutarco, assommava a centomila fanti e dodicimila cavalieri.
Nello stesso tempo si diede mano alla costruzione di nuove navi da battaglia di grandi dimensioni, avendo le
piccole dato cattiva prova nella giornata di Nauloco.
Durarono i preparativi alcuni mesi. Nella primavera del 32 a.C. Antonio e Cleopatra erano già pronti per la
guerra e disponevano di circa cinquecento navi da battaglia e di quasi trecento onerarie da trasporto.
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Se avessero allora iniziate le operazioni belliche avrebbero ben presto avuto ragione di Ottaviano che non
aveva ancora terminati i suoi preparativi anche perché ostacolato da una sommossa; ma Antonio e
Cleopatra non seppero approfittare dell'occasione, sciuparono un tempo prezioso fra divertimenti ad Atene e
in altre città e, venuto l'inverno. lasciarono le truppe nei loro quartieri della costa ionica e adriatica e si
ritirarono a Patro (Patrasso) dando così agio al loro nemico di compiere i necessari preparativi.
Il primo gennaio del 31 a.C. Ottaviano assunse per la terza volta il consolato assieme con Valerio Messalla
Corvino. Egli usciva proprio allora da una situazione abbastanza grave. Per sopperire alle spese della guerra
aveva dovuto, suo malgrado, imporre una tassa straordinaria, che aveva provocato un malcontento
vivissimo tra i proprietari e in special modo tra i liberti che la nuova imposta veniva più degli altri a
danneggiare. Insurrezioni erano scoppiate a Roma e in vari punti della penisola, mentre il figlio di Lepido
cercava con ogni mezzo di render più grave l'agitazione e gli emissari di Antonio tentavano col denaro di
comprare i legionari.
Il triumvirato era morto e, risorta la repubblica consolare ci si preparava ascrivere con le armi ancora una
pagina della sua storia, l'ultima.
Ottaviano volle mostrare al popolo che alla guerra preferiva la pace e inviò ad Antonio ambasciatori
proponendogli un convegno allo scopo di risolvere pacificamente la contesa. IL nipote di Cesare si aspettava
un rifiuto e un rifiuto fu la risposta che l'amante di Cleopatra diede.
Non c'era da fare altro che affidare la soluzione alle armi, e ciò era quello che desiderava Ottaviano.
PROSEGUI CON L'ANNO 31 - 30 a. C. * LA BATTAGLIA DI AZIO
* CLEOPATRA E MARC'ANTONIO - * OTTAVIANO IN EGITTO
* MORTE DI MARC'ANTONIO E SUICIDIO DI CLEOPATRA
* IL MEDITERRANEO "MARE NOSTRUM"
Fonti:
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
CASSIO DIONE - STORIA ROMANA
PLUTARCO - VITA DI BRUTO
SVETONIO - VITE DEI CESARI
SPINOSA - GIULIO CESARE
UTET - CRONOLOGIA UNIVERSALE
I. CAZZANIGA , ST. LETT. LATINA,
+ BIBLIOTECA DELL'AUTORE
RIASSUNTO ANNO 31-30 a.C. * LA BATTAGLIA DI AZIO
CLEOPATRA E MARC'ANTONIO - OTTAVIANO IN EGITTO - MORTE DI MARC'ANTONIO E SUICIDIO DI
CLEOPATRA
IL MEDITERRANEO "MARE NOSTRUM"
------------------------------------------------------------------------------------ ------------LA BATTAGLIA DI AZIO
Ottaviano era, senza dubbio, inferiore per numero di forze sia di mare che di terra. Il suo esercito contava
ottantamila fanti e dodicimila cavalieri circa; la sua flotta non doveva avere meno di quattrocento navi da
battaglia.
La probabilità della vittoria, apparentemente, stavano dunque per Antonio, il quale aveva in più del suo rivale
ventimila fanti e un centinaio di legni da combattimento.
La superiorità di Antonio era rappresentata, oltre che dal numero dei soldati e delle navi, dalla mole di
quest'ultime, dalle disponibilità finanziarie che nelle guerre di quel tempo avevano un peso non indifferente e
dal fatto che teatro della guerra era una provincia di Antonio, il quale appunto per ciò aveva a portata di
mano le basi navali e terrestri e i centri di rifornimento.
In realta però le condizioni di Ottaviano erano migliori. Il generalissimo delle sue forze Vipsanio Agrippa, era
uno dei capitani più grandi del tempo, era di una fedeltà a tutta prova e godeva, sia per le vittorie contro gli
Antoniani durante la presa di Perugia, sia per quelle contro i barbari, sia per quella famosa contro Pompeo,
di un grande prestigio.
La flotta era stata costruita sotto la sua direzione, aveva un armamento superiore a quello della flotta di
Antonio ed equipaggi completi e più disciplinati. Né del resto la mole piccola delle navi sue costituiva una
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indiscutibile inferiorità, che se i colossi delle antoniane presentavano dei vantaggi per il numero dei
combattenti che potevano contenere, per la solidità e per le torri che vi erano erette, le piccole avevano
anch'esse dei vantaggi, quali l'agilità e la rapidità.
Inoltre grazie al suo genio, apportò un'invenzione che avrebbe reso le navi romane superiori a tutte le altre.
Si trattava del "rampone", un'arma che rivoluzionava i combattimenti in mare di quei tempi. Consisteva in
una pesante trave munita di uno sperone di metallo che, lanciata da una catapulta, andava a piantarsi nella
fiancata del vascello nemico, consentendo così un facile abbordaggio e un combattimento quasi terrestre,
dove i romani erano maestri.
Eccellente sotto ogni rapporto era l'esercito. Una buona metà di esso era composto da veterani affezionati
ad Ottaviano e ad Agrippa; la disciplina vi era grande; l'ardore bellico non vi faceva difetto ed alto era il
morale. I soldati combattevano per l'onore della patria ed erano animati dallo sdegno che in essi aveva
saputo suscitare Ottaviano contro Antonio, dipingendolo nemico di Roma, traditore della repubblica e
paladino degli interessi dell'Oriente.
Invece la superiorità numerica, non eccessiva del resto, delle milizie antoniane veniva annullata dalla qualità
dei soldati, dalla scarsa disciplina e dallo scarso valore dei capi, compreso il generalissimo. Si aggiunga a
ciò il malcontento che serpeggiava tra i comandanti, i quali mal sopportavano di dover sottostare ad una
donna corrotta, che era causa di una guerra non certo desiderata e questa guerra voleva dirigere, il cui esito
se felice, sarebbe stato tutto a suo beneficio.
Le vere e proprie operazioni guerresche ebbero inizio nella primavera del 31 a. C. (723 di Roma).
Chi prese l'iniziativa fu Vipsanio Agrippa . Al comando di una forte squadra egli lasciò l'Italia e andò ad
incrociare presso le coste del Peloponneso assaltando le navi onerarie del nemico che dai porti dell'Asia e
dell'Egitto rifornivano l'esercito e la flotta di Antonio.
Poco tempo dopo le legioni di Ottaviano, che si erano raccolte nei porti di Brindisi e di Taranto, sbarcarono
sulla costa epirota e si ridussero nella penisoletta che scende da nord a protezione del Golgo di
Ambracia(Arta), mentre Ottaviano stesso col grosso della sua flotta si impadroniva di Corcira (Corfù) e
andava ad ancorarsi nella rada di Kamaros.
La flotta di Antonio si trovava riunita nel Golgo di Ambracia, al sicuro da ogni insidia del nemico, al quale non
sarebbe stato facile forzare l'ingresso rappresentato da un canale (stretto di Prevesa) che si apre fra due
penisolette, su una delle quali, quella che s'allunga dall'Acarnania, verso nord, e termina col promontorio
Azio, aveva Antonio posto il suo esercito. Questo aveva costruito due campi: uno al piano e l'altro sopra un
colle su sui sorgeva un tempio dedicato ad Apollo.
Antonio e Cleopatra avevano scelto il Golfo di Ambracia come base delle loro operazioni navali per la
sicurezza che offriva, ma non avevano pensato che quei vantaggi potevano essere sfruttati - come in realtà
poi furono- dal nemico.
Il Golfo, infatti, ben presto di sicuro rifugio si mutò in trappola. La flotta di Ottaviano non poteva, è vero,
penetrarvi, ma quella di Antonio, a sua volta, non poteva uscirne e rimaneva inutilizzata.
Padrone del mare aperto era Ottaviano, che con una parte della sua armata manteneva un blocco rigoroso
all'imboccatura del canale; intanto Agrippa, con la sua squadra, impediva i rifornimenti, si impadroniva di
Leucade (S. Maura), scacciava il presidio nemico di Patrasso ed occupava le città di Metone e di Corinto.
La posizione di Antonio si faceva di giorno in giorno più difficile. Imbottigliato nel golfo correva pericolo di
essere affamato perché non facili e lenti erano i rifornimenti per la via di terra. Né questo era tutto: la sua
assenza dall'Asia aveva provocato in quelle province delle ribellioni, l'Armenia era stata invasa dai Parti
contro i quali niente aveva potuto fare Artavasde, re di Media, rimasto con poche milizie per avere fornito
truppe all'alleato; e anche nell'Egitto la situazione non era rassicurante.
Occorreva uscire preso dalla trappola in cui Antonio volontariamente si era messo e per uscire non c'era che
un mezzo: forzare il blocco. Non certo però a viva forza, data la sorveglianza rigorosa esercitata dal nemico,
ma con l'audacia e con l'astuzia.
Il tentativo audace fu fatto ma se ne diede l'incarico a Cajo Sosio:
Una mattina, approfittando di una fittissima nebbia, Sosio, alla testa di una squadra riuscì a sortire non visto
dal canale ed assalì improvvisamente una squadra di Ottaviano comandata da L. Arrunzio. Questa, colta alla
sprovvista, si era data alla fuga; ma in suo soccorso sopraggiungeva Agrippa, e Sosio, il quale già aveva
iniziato l'inseguimento dovette subito rinunciare e ritirarsi precipitosamente nel golfo-trappola.
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Sul mare quindi non c'era da pensare di poter avere ragione del nemico. Rimaneva l'esercito e su di esso
confluirono tutte le speranze di Antonio. Ma le forse terrestri di Ottaviano rifiutavano di accettare l'inizio della
battaglia. Antonio penso allora di costringerle di ridurle a mal partito assediandole e impedendo che si
rifornissero di acqua e di cibo.
Neppure questo tentativo riuscì, anzi in due scontri di cavalleria le milizie antoniane ebbero la peggio. Anche
per terra ora Antonio si trovava in condizioni di inferiorità.
La situazione della flotta aveva scoraggiato i più animosi, la difficoltà dei rifornimenti, aveva abbassato il
morale delle truppe, l'inerzia aveva prodotto la sfiducia nei gregari e nei capi.
Ma più di ogni altra cosa era stato il contegno di Cleopatra che aveva ridotta l'efficienza della flotta e
dell'esercito. La sua prepotenza, la sua arroganza, l'autorità che essa esercitava avevano disgustato non
pochi dei comandanti delle forze antoniane cui spiaceva che una donna tenesse il supremo comando e che
a lei obbedisse perfino Antonio.
Una forte corrente contraria alla regina d'Egitto si era venuta formando nell'armata e nell'esercito,
specialmente tra gli ufficiali che avevano i più alti gradi. Fra questi erano Domizio Enobarbo e Cajo Sosio.
Amici fedeli di Antonio, lo avevano validamente sostenuto al tempo del loro consolato; convinti che
Cleopatra sarebbe stata la causa della rovina di Antonio, avevano tentato, dopo la loro partenza dall'Italia, di
allontanarlo dalla donna funesta; non essendoci riusciti, lo avevano seguito in quella guerra sperando che
Cleopatra non avrebbe osato di esercitare la sua volontà sulle operazioni militari. E invece lei comandava
all'amante e voleva dirigere la guerra! nemici di Cleopatra, Enobarbo e Sosio si irritarono contro Antonio, lo
stimarono indegno della loro amicizia e della loro fedeltà e compresero che era un male condividere la sorte
di un uomo che era divenuto lo zimbello di una donna.
Come Enobarbo e Sosio sentivano e pensavano, fra gli altri, Quinto Dellio, consigliere di Antonio, e P.
Canidio, uno dei più quotati generali dell'esercito.
Né soltanto i Romani erano stanchi e malcontenti, ma anche, e non meno, gli alleati, che furono i primi a
mostrarlo coi fatti:
Filadelfo di Paflagonia, Deiotaro, Remetalce, abbandonarono il campo e passarono dalla parte di Ottaviano;
Aminta li seguì conducendo seco duemila cavalieri; poi venne la volta di Domizio Enobarbo, il quale sebbene
gravemente ammalato, disertò ed abbracciò la causa del nemico.
La defezione di Enobarbo dovette produrre profonda impressione nell'animo di Antonio. Egli comprese che
se dava tempo agli altri di seguire l'esempio di costoro, sarebbe rimasto solo. E poiché, data la sua
passione, non gli era possibile scuotere il giogo fatale della regina. soltanto una cosa poteva cambiare in suo
favore la situazione: una battaglia.
Allora Antonio riunì il consiglio di guerra. Tutti i capi furono dell'avviso di Antonio, che cioè solamente una
battaglia poteva salvare la situazione; si trattava però di vedere se doveva combattersi per terra o per mare.
I generali più influenti e più reputati, tra cui P. Canidio e C. Sosio, si pronunziarono per la battaglia terrestre,
altri, ligi a Cleopatra, proposero invece la battaglia navale. Marc'Antonio fra le due proposte scelse la
seconda.
Noi non sappiamo perché Canidio e Sosio sostenessero che si dovesse decidere la guerra con una battaglia
di terra. Nessuna congettura potrebbe rivelarci i disegni dei due generali e rinunciamo perciò a farne (è uno
dei tanti misteri che avvolge questa battaglia se battaglia veramente ci fu).
Di Antonio si disse che scelse la seconda proposta per compiacere Cleopatra; e può anche darsi che in lui ci
fosse il desiderio di non dispiacere l'amante. Ma non possiamo ammettere che egli subordinasse in modo
assoluto la scelta a questo desiderio.
Antonio sapeva che la futura battaglia avrebbe definitivamente risolta la grande contesa, che una sua
sconfitta avrebbe distrutta tutta l'opera sua e sarebbe stata fatale al suo amore. Per quanto schiavo egli
fosse della regina d'Egitto, era uno stratega, se non grande, pieno d'esperienza, ed un uomo politico
accortissimo. Antonio non poteva mettere in giuoco il suo avvenire per il capriccio di una donna; egli dovette
invece aver la convinzione che una battagli navale presentava maggiori probabilità di successo.
Tanto meglio se questa convinzione veniva ad esaudire il desiderio di Cleopatra.
Quale poteva essere l'esito di una battaglia terrestre?
La superiorità dell'esercito di Antonio era finita dopo le diserzioni; il morale delle truppe si era abbassato
dopo gli insuccessi degli scontri precedenti; alcuni dei capi più rinomati erano passati al nemico. Di incerto
esito - a volere essere ottimisti- si presentava un combattimento di terra. Ammesso però che fosse riuscito
favorevole per Antonio, il successo non avrebbe avuto importanza decisiva nella guerra, perché la flotta
antoniana sarebbe sempre rimasta imbottigliata e i rifornimenti dell'esercito vittorioso sarebbero sempre
venuti a mancare.
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Una vittoria navale di Antonio avrebbe invece dato a lui la padronanza del mare ed avrebbe portato alla
capitolazione dell'esercito di Ottaviano, che si sarebbe trovato assediato nella penisoletta senza speranza di
viveri e di soccorsi dopo la sconfitta della flotta.
La battaglia navle era perciò da preferirsi alla terrestre. Ma aveva la flotta di Antonio probabilità di vincere?
Al principio della guerra Antonio disponeva di quasi cinquecento navi da combattimento. Una settantina di
navi le aveva perdute durante le azioni precedenti, per la qual cosa le due flotte avversarie constatavano
presso a poco dello stesso numero di navi. Molte vittime avevano mietuto fra gli equipaggi le malattie, ma i
vuoti erano stati colmati con nuove leve. Certo più omogenei e più disciplinati erano gli equipaggi della flotta
nemica il che costituiva, senza dubbio un vantaggio, ma questo era annullato dalla mole delle navi
antoniane, le quali dovendosi combattere in una zona ristretta, rendevano senza efficacia la rapidità e
l'agilità di quelle di Ottaviano. E poiché questi era costretto a combattere per non lasciare alla mercé del
nemico l'esercito e poiché la mole maggiore delle navi di Antonio dava ad esse un vantaggio, come la
giornata di Nauloco aveva dimostrato, la battaglia navale doveva terminare con la vittoria degli antoniani.
preferendo pertanto alla terrestre una battaglia navale, Antonio non obbediva al capriccio di Cleopatra, ma
prendeva consiglio giustamente dal logico risultato di un esame rigoroso della situazione e delle possibilità.
Avendo deciso di combattere sul mare, Antonio ordinò agli ufficiali -tra cui era Sosio- che si erano
pronunciati per la battaglia terrestre di imbarcarsi immediatamente, temendo che essi, per la sconfitta della
loro tesi, passassero al nemico.
La battaglia, che doveva segnare una data di singolare importanza nella storia del mondo, ebbe luogo il 2
settembre del 31 a.C. , 723 anno di Roma. Forse si sarebbe combattuta prima se per quattro giorni un
furioso temporale non avesse imperversato nel Golfo di Ambracia.
Antonio aveva fatto bruciare alcune navi non adatte al combattimento; alle altre che dovevano prendere
parte alla battaglia aveva ordinato che caricassero le vele: Questo provvedimento fece pensare a qualche
critico che Antonio fin dai preparativi meditasse alla fuga. Ma niente ci autorizza a prestar fede a ciò; noi
crediamo invece che Antonio pensasse all'eventualità di una fuga di Ottaviano e ad un inseguimento delle
proprie navi che, per essere pesanti, non avrebbero potuto raggiungere per mezzo dei soli remi il nemico.
Antonio dispose circa trecentocinquanta delle sue navi in linea serrata di battaglia subito fuori l'imboccatura
del golfo; della destra diede il comando a L. Gellio Publicola. della sinistra a C. Sosio, del centro a M.
Ottavio; egli prese posto nella destra. Dietro la linea di combattimento mise sessanta navi egiziane
comandate da Cleopatra e destinate a forzare il centro nemico.
Ottaviano schierò la sua flotta a otto stadi da quella nemica e si mise alla destra. della quale affidò il
comando a Vipsanio Agrippa. L. Aurunzio ebbe il comando del centro e M. Lurio quello della sinistra. Sulle
opposte rive delle penisolette erano schierati gli eserciti.
Per buona parte del mattino le flotte rimasero a guardarsi e solo verso le undici ebbe inizio la battaglia. Da
principio si combatté con esito incerto, Poi Sosio e Publicola ebbero ordine di premere sulle ali avversarie.
Senza dubbio Antonio aveva concepito il disegno di far cedere le estremità dello schieramento avversario
per compiere una manovra avvolgente. Il movimento delle ali antoniane fu agevolato dalle ali di Ottaviano
che indietreggiarono. forse perché validamente premute, o forse per attirare al largo i legni nemici e qui
poterli meglio assalire.
Lo schieramento delle opposte flotte, dopo i movimenti delle ali cambiò aspetto:la linea delle navi di Antonio
assunse l'aspetto di un arco concavo, quella dei nemici di un arco convesso.
A un dato momento una soluzione di continuità si produsse nella flotta antoniana tra la sinistra e il centro e
non fu certamente dovuta all'impeto del nemico, ma allo sviluppo del piano di Antonio.
Difatti questa apertura smascherava le navi di Cleopatra, le quali avevano il compito di sfondare il centro
della linea di Ottaviano e cooperare dal mezzo all'accerchiamento delle ali.
ma proprio nel momento in cui le sessanta navi egiziane entravano in azione, si videro i legni della sinistra
comandata da Sosio indietreggiare e dirigersi verso il golfo.
Non si sa da quale causa far dipendere questa mossa di Sosio. Si può pensare che, al largo, la destra di
Agrippa, minacciando a sua volta di accerchiarla, avesse costretta la sinistra avversaria ad indietreggiare.
Se così fosse stato però, all'apparire di Cleopatra, Sosio avrebbe dovuto fermarsi a fare resistenza, se
inseguito - il che non sappiamo- o tornare contro il nemico. Invece Sosio entrò nel golfo e andò ad ancorarsi
di faccia alla penisoletta settentrionale su cui stava l'esercito.
C'è invece che pensa che Sosio, contrario all'azione navale, si ritirò di sua iniziativa per costringere il resto
della flotta a seguirlo e piegare Antonio alla proposta di Canidio che era quella di far combattere l'esercito.
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Inutile fare delle congetture. Sosio, ritirandosi, lasciava scoperto il fianco sinistro della squadra di Cleopatra;
da questa parte, d'altro canto, la regina d'Egitto aveva il mare libero.
Cleopatra con le sue navi si gettò alla sinistra, sulle acque da cui Sosio aveva sgombrato.Forse credette
perduta la battaglia e vedendo aperta la via vi si mise per salvarsi, forse pensò in un primo tempo di colmare
con la sua squadra il vuoto lasciato da Sosio nella speranza che questi ritornasse ad essere il centro, e,
veduto poi che anche la destra si ritirava nel golfo, alzò le vele e drizzò le prore verso l'Egitto.
Antonio vedendo Cleopatra allontanarsi, la seguì con una quarantina di navi; il centro e il resto della destra si
rifugiò invece dentro il golfo, o che i capi la pensassero come Sosio o che tenessero quel partito come il più
sicuro o che fraintendessero i segnali".
Ma la battaglia non era ancora finita. Essa durò per tutto il giorno, e a sera, avendo la flotta di Ottaviano
appiccato il fuoco ai legni di Antonio, questi si arresero in numero di trecento.
La battaglia di Azio era costata ad Ottaviano cinquemila morti, al nemico dodicimila morti e seimila feriti oltre
la perdita della flotta.
Tutto però non era ancora perduto per Antonio e Cleopatra. Gli rimaneva l'esercito, e l'esercito gli rimase
fedele per una settimana ancora sperando che il suo capo tornasse.
Antonio invece non tornò e Publio Canidio disertò. Aspettare oltre era inutile ora che i generali se ne
andavano, e il 9 settembre l'esercito si arrese ad Ottaviano.
A ricordo della vittoria, questi, sul luogo dove era stato il suo campo fondò una città cui diede il nome di
Nicopoli, ingrandì il tempio di Apollo sul promontorio Azio e in onore del dio istituì i giuochi attici da celebrarsi
ogni cinque anni nel giorno della battaglia.
LA MORTE DI ANTONIO E CLEOPATRA
Dopo la vittoria, Ottaviano congedò con promesse di premi i veterani di Antonio mandandoli in Italia, poi si
diresse verso l'Asia per dare assetto alle cose d'Oriente.
A Samo, dove si era recato per passare l'inverno, gli giunse la notizia che in Italia i veterani di Antonio, cui
non erano ancora state distribuite le terre, si erano ammutinati. Ottaviano mandò Vipsanio Agrippa per ridurli
all'obbedienza, poi egli stesso fece vela e andò a Brindisi dove i magistrati e i senatori, venuti da Roma, lo
accolsero con grandi onori.
A Brindisi Ottaviano non rimase che ventisette giorni, durante i quali, tramite l'energia di Agrippa e la
distribuzione di terre confiscate agli antoniani, la ribellione fu sedata, poi ricevuto il suo quarto consolato,
ritornò in Oriente ad aspettarvi la primavera per dare l'ultimo colpo al rivale.
Antonio, nella fuga da Azio, congiuntosi alle navi di Cleopatra, con lei si era diretto verso l'Egitto. Al capo
Tenario seppe della resa della flotta e, ignorando che anche l'esercito si era dato ad Ottaviano, mandò
ordine a Canidio che, attraverso la Macedonia, si ritirasse con le truppe in Asia. Solo più tardi alcuni amici lo
raggiunsero e lo informarono della resa.
Antonio sbarcò in Egitto a Paretonio, Cleopatra proseguì per Alessandria e per mascherare ai suoi sudditi la
sconfitta fece ingresso trionfale in città, poi mise a morte coloro che, durante la sua assenza avevano
suscitato rivolte e confisco a loro tutti i beni.
Ad Alessandria la raggiunse Antonio, innamorato di lei più di prima, il quale con la regina si diede ad orge
più sfrenate di quelle di una volta.
però Cleopatra pensava al suo avvenire. Sicura che la fortuna di Antonio era per sempre tramontata,
intavolò trattative con Ottaviano. Ella chiedeva che si suoi figli fosse lasciato il trono d'Egitto. Anche Antonio,
all'insaputa di Cleopatra, a sua volta, mandò ambascerie al rivale, chiedendogli di poter vivere in pace, da
privato cittadino, ad Atene.
Ottaviano non rispose ad Antonio; a Cleopatra invece fece della vaghe promesse per potersi impadronire di
lei -destinata ad ornare il suo trionfo- e degli immensi tesori d'Egitto.
Si narra che Ottaviano, allo scopo di mascherare le sue intenzioni che erano di spodestare la regina e
condurla prigioniera, mandasse a lei un liberto con l'incarico di far credere a Cleopatra che il console era
innamorato di lei. E veramente in questa speranza Cleopatra si cullava. Aveva fatto "centro" già due volte,
era convinta di fare anche il terzo. Cleopatra aveva ora quarant'anni, ma non era ancora tramontata la sua
bellezza sulla quale faceva assegnamento per avvincere a sé Ottaviano come aveva avvinto Cesare prima
Antonio poi.
Ottaviano però era dotato di un temperamento freddo e calcolatore, di fronte al quale dovevano infrangersi le
grazie e le lusinghe dell'astuta regina; e mentre la teneva a bada faceva i suoi preparativi.
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Di questi in verità non c'era grande bisogno. Le province d'Asia si erano ribellate ad Antonio e ad Ottaviano
non era costata molta fatica il venirne in possesso; anche Erode, re della Palestina gli si era sottomesso e
nella Cirenaica quattro legioni comandate da C. Cornelio erano passate a lui.
L'Egitto pertanto rimaneva isolato e non poteva contare che sulle sue forze soltanto.
Venuta la buona stagione, all'inizio del 30 a.C., Ottaviano mosse per via di terra verso il regno di Cleopatra.
In Siria ebbe facilmente ragione di alcune schiere di gladiatori rimasti fedeli ad Antonio e, attraversata la
Palestina, si presentò sotto le mura di Pelusio, mentre Gallo, impadronitosi di Paretonio, invadeva l'Egitto
dalla parte occidentale.
Pelusio aprì le porte ad Ottaviano, dicesi per ordine di Cleopatra, e l'esercito consolare senza trovare
ostacoli giunse sotto Alessandria.
Antonio che fino allora era vissuto nell'orgia, solo quando seppe che il nemico era penetrato in Egitto, decise
di resistere, ma non aveva che uno scarso numero di fanti e di cavalli, e la flotta superstite della giornata di
Azio non poteva sperare di competere con quella potente di Ottaviano.
Tuttavia Antonio volle tentare una sortita e alla testa dei suoi cavalieri assalì vigorosamente la cavalleria
nemica, la mise in fuga e la inseguì fino agli accampamenti. Era questo l'ultimo sprazzo di luce dell'astro che
tramontava.
Quella piccola vittoria non poteva avere nessun peso nella bilancia della guerra. Lo stesso Antonio non si
faceva illusioni. Anziché ritentare l'assalto, egli cercò di indurre col denaro i soldati nemici ad abbandonare il
loro generale; ma questi rimasero fedeli al console. Non sapendo a qual partito appigliarsi, sfidò Ottaviano a
battersi corpo a coro con lui, ma il suo avversario non accettò la sfida,. Allora Antonio volle tentare una
battaglia decisiva impegnando tutte le sue forze di terra e di mare, ma quando fu dato il segnale del
combattimento, la flotta e la cavalleria passarono al nemico e la fanteria, impegnata la lotta, in breve tempo
fu respinta dentro le mura dalle soverchianti forze avversarie.
Tutto era finito per Antonio. Priva di difensori, Alessandria era condannata a cadere in mano delle truppe
consolari e con essa Antonio, che Ottaviano, senza dubbio, dopo il trionfo avrebbe mandato a morte.
Il vinto, pur di non cadere vivo nelle mani del nemico, decise allora di uccidersi. A prendere questa decisione
lo spingeva anche la notizia che aveva ricevuto del suicidio di Cleopatra.
La notizia però non era vera. La regina aveva segretamente fatto trasportare tutti i suoi tesori nel suo
mausoleo perché non cadessero in mano del vincitore, e allo scopo di sbarazzarsi del suo amante vi si era
chiusa ed a lui aveva fatto sapere di essersi avvelenata.
Non volendo sopravvivere a colei che amava perdutamente e nello stesso tempo cadere prigioniero di
Ottaviano, Antonio ordinò ad un suo fedele schiavo di nome Erote di ucciderlo.
Erote impugnò la spada, ma, invece di colpire il padrone, volse l'arma contro se stesso e, trafittosi il petto,
cadde esamine ai piedi di lui. E' fama che Antonio esclamasse: " O Erote! Tu mi hai insegnato come si deve
morire!" e presa una spada se la immerse nel ventre, procurandosi una larga ferita. Ma non morì subito, né i
suoi familiari, spaventati da quella scena, ardirono esaudire le sue preghiere affinché lo finissero.
Quando la notizia del fatto giunse alle orecchi di Cleopatra, questa, forse anche tormentata dal rimorso, fece
sapere all'amante che era ancora viva. Fu un raggio di luce nella dolorosa agonia di Antonio. Espresse il
desiderio di vedere per l'ultima volta la donna che aveva amato e continuava ad amare con tutte le forze
dell'anima e fu accontentato.
legato con funi, fu introdotto nel mausoleo da una finestra. Era privo di sensi. Quando li riacquistò, sentì
chiamarsi per nome dalla voce nota ed amata della regina e scorse il volto di lei disfatto dal dolore e gli occhi
bellissimi umidi di pianto. "Non piangere delle mie sventure -le disse- consolati piuttosto pensando ai beni
che ho goduti. Se oggi io muoio, la mia morte non è ricoperta dall'onta, poiché da un romano come me sono
stato vinto".
Furono le sue ultime parole. Morì subito dopo tra le braccia di Cleopatra.
Era il 1° agosto ed Ottaviano entrava in Alessandria.
Il primo pensiero del vincitore, entrato nella capitale, fu di impadronirsi della regina, che rimaneva chiusa nel
mausoleo.
Fu dato l'incarico di catturarla ad un certo Proculeio, al quale riuscì a penetrare nel rifugio di Cleopatra, ma
questa, decisa a non lasciarsi prendere, estrasse un pugnale e si sarebbe uccisa se Proculeio non l'avesse
con rapida mossa disarmata. Non gli fu difficile a persuaderla delle buone intenzioni di Ottaviano, e si lasciò
docilmente condurre alla reggia, rinascendo in lei la segreta speranza di vincere con le sue grazie l'animo
del console.
Quando Ottaviano andò a trovarla, la regina che si era vestita in suntuose gramaglie, cercò di commuoverlo
parlandogli dello zio, di Cesare, del suo soggiorno ad Alessandria e in quella reggia medesima dell'amore
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che lui aveva sentito per lei; gli fece vedere alcune lettere del grande conquistatore, le baciò ardentemente e
le bagnò di lacrime, poi tentò di conquistare il cuore di Ottaviano col fascino della sua bellezza non ancora
sfiorita e con la malia del suo sguardo.
Ma vane furono le arti della regina. Il console non mostrò di commuoversi, fu cortese, ma freddo e senza
prometterle nulla le disse di farsi animo.
Malgrado il contegno di Ottaviano, Cleopatra non abbandonò le sue speranze , ma quando seppe che fra tre
giorni avrebbe dovuto partire per Roma, allora comprese la sorte che le avevano riserbata e decise di
sottrarsi all'onta suprema.
Recatasi alla tomba di Antonio, la ricoprì di fiori e la bagnò di copiose lacrime, poi fece il bagno e la sera si
fece imbandire una splendida cena.
Il giorno dopo la trovarono morta nel suo ricchissimo letto, cinta la fronte della corona regale e rivestito il
corpo di preziosa porpora. Accanto a lei giacevano senza vita due giovani ancelle della regina. NOn s' è mai
saputo come Cleopatra morisse.
Dissero alcuni che si fosse suicidata trafiggendosi con un spillo avvelenato, secondo altri Cleopatra si
procutò la morte facendosi mordere da un aspide che un contadino le aveva portato in un paniere di fichi.
Prima di morire aveva espresso il desiderio di essere sepolta accanto ad Antonio. Ottaviano non volle
esaudire il voto della morta; ma l'altro desiderio di Cleopatra che cioè Cesarione suo figlio venisse innalzato
al trono d'Egitto, non trovò accoglienza nell'animo del console. Cesarione venne ucciso; la stessa sorte toccò
ad Antillo figlio di Antonio, e l'Egitto, cessato di essere un regno, divenne provincia romana.
Con la conquista del paese dei faraoni tutto il Mediterraneo diventava un mare di Roma.
"Mare Nostrum".
La battaglia di Azio, la morte di Antonio, Ottaviano in Egitto, concludevano la lunga vicenda del contrasto tra
Oriente e Occidente, tra la Romanità e il resto dell'Impero, ma soprattutto chiudeva definitivamente le lotte
civili.
I cittadini dell'Impero videro in Ottaviano il restauratore della pace, che arrivava dopo un lungo periodo di
orrori, periodo iniziato con Cesare pugnalato.
Ottaviano voleva la pace e rientrato a Roma, come prima manifestazione sciolse l'esercito e si diede a
riordinare lo stato.
Egli in effetti era il padrone assoluto dell'Impero, tuttavia volle dare l'impressione che la costituzione non
cambiasse, mentre in verità andava concentrando nelle sue mani tutti i poteri politici e anche religiosi. Nel
27 il Senato gli conferì il titolo di Augusto, cioè "sacro", cui si aggiunse la durata a vita di Console, Pontefice
Massimo, Principe, Imperatore.
Così Roma iniziava l'Impero; con il suo primo Imperatore.
Ottaviano aveva 32 anni, sarà Augusto per altri 43 anni
PROSEGUI CON GLI ANNI 29 A.C- 13 D.C. > > >
POLITICA E GUERRE DI AUGUSTO
Fonti:
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
CASSIO DIONE - STORIA ROMANA
PLUTARCO - VITA DI BRUTO
SVETONIO - VITE DEI CESARI
SPINOSA - GIULIO CESARE
UTET - CRONOLOGIA UNIVERSALE
I. CAZZANIGA , ST. LETT. LATINA,
+ BIBLIOTECA DELL'AUTORE
RIASSUNTO ANNI dal 29 a.C al 13 d.C POLITICA - LEGGI - PACE E GUERRE DI AUGUSTO
( PARTE 1 )
* POLITICA DI AUGUSTO - IL CENSIMENTO - REVISIONE DEL SENATO -
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30
OTTAVIANO "AUGUSTO" - * LE GALLIE E LA SPAGNA - * L'ESERCITO E LA FLOTTA
( PARTE 2 ) * LEGGI DI AUGUSTO - RELIGIONI - COSTUMI
* GUERRE AI PARTI - GUERRE AI LIGURI
* DRUSO IN GERMANIA - * TIBERIO IN PANNONIA
* RIVOLTE IN PANNONIA - * DISFATTA DI VARO
( PARTE 3 ) * LA FAMIGLIA DI CESARE AUGUSTO
* RITRATTO DI OTTAVIANO - AGRIPPA
* LE MOGLI DI AUGUSTO - TIBERIO E DRUSO
MORTE E TESTAMENTO DI AUGUSTO
( PARTE 4 ) * LA LETTERATURA DELL'ETA' AUGUSTEA
I PROTETTORI DELLE ARTI - GLI ERUDITI - GLI ORATORI
* I DECLAMATORI - * GLI STORICI - LA POESIA
OVIDIO - ORAZIO - VIRGILIO -PROPERZIO
Roma dopo sessant'anni di lotte, dopo la vittoria di Ottaviano nella battaglia di Azio che concludeva la lunga
vicenda del contrasto dei triumviri; che poneva fine al contrasto tra Oriente e Occidente e a quello tra la
Romanità e il resto dell'Impero; che insomma chiudeva definitivamente le lotte civili, l'alba della pace
prometteva di essere illuminata e anche duratura.
Celebrando a Roma il trionfo, Ottaviano chiudeva pure le porte del tempio di Giano da oltre due secoli
rimaste aperte e scioglieva anche l'esercito.
In Egitto per tutto l'inverno del 30 a.C. e la primavera del 29 a.C. Ottaviano rivolse la sua attività all'assetto
dell'Oriente, poi fece ritorno a Roma e il 13, 14 e il 15 agosto di quest'anno celebra tre magnifici trionfi per le
vittorie riportate in Dalmazia, ad Azio e in Egitto.
A renderli più solenni questi trionfi contribuiscono i ricchi donativi fatti ai veterani e ai cittadini poveri: ai primi
che sono circa centoventimila, Ottaviano distribuisce mille sesterzi a testa; quattrocento ne dà a ciascuno dei
poveri che erano la bella cifra di duecentocinquantamila. Adoperando i tesori di Cleopatra, egli può superare
in generosità lo stesso Cesare, cui tre giorni dopo la celebrazione dei trionfi, consacra il tempio decretato in
precedenza dai triumviri.
Ora comincia per lui la fatica più ardua, quella con la quale dovrà mantenere la posizione acquistata,
aumentare anzi il suo prestigio e la sua potenza. Ma Ottaviano si è da tempo tracciata la via che dovrà
condurlo al principato e non gli rimane che percorrerla con prudenza per raggiungere i suoi scopi.
Egli ha con sé l'esercito e la flotta, il favore del popolo e i tesori d'Egitto e potrebbe dichiararsi monarca; ma
egli sa che il regime monarchico è inviso ai Romani, che la Repubblica è un'istituzione intangibile, che
instabile è quel potere basato soltanto sulla forza delle armi; egli sa che è riuscito pervenire al posto in cui si
trova merito di una accortissima politica, facendo i propri interessi ha saputo far credere di avere legalmente
operato in nome di Roma e nell'interesse dello Stato; egli sa infine che può essere signore di fatto salvando
le apparenze perché allo stato attuale delle cose il vastissimo corpo della repubblica ha bisogno di essere
ordinato, amministrato, retto da una sola mente e da una sola mano.
Gli è necessario perciò mostrare che non è mosso da ambizioni o da brama di tirannide e che se il governo
della cosa pubblica rimarrà nelle sue mani ciò si dovrà ascrivere alla necessità in cui si trova lo stato di
accentrare in lui il potere.
Pertanto Ottaviano mostrò di volere rimanere nella legalità e di lasciare intatte le forme repubblicane;
rinunziò ai ventiquattro littori assegnatigli come triumviro e mantenne soltanto quei dodici che gli spettavano
in qualità di console; ma al consolato restituì la potestà censoria e la lectio senatus, il diritto cioè di redigere
la lista dei senatori.
Console con Agrippa, nel 28 e 27 a.C., Ottaviano procedette al censimento dei cittadini ed alla revisione del
Senato. Il censo diede una cifra di 4.063.000 cittadini; dei senatori, fra cui durante le guerre civili erano
entrati elementi indegni, circa sessanta consigliò a dimettersi e un numero triplo li espulse. Egli fu dal collega
console nominato princeps senatus.
Dai mille che erano i membri del Senato negli ultimi anni, fu portato in breve a circa 800, scendendo poi a
circa 600 nel 18 a.C.
Il 13 GENNAIO del 27 a.C. (727 anno di Roma) Ottaviano si presentò alla Curia e dichiarò di volere deporre
nella mani del Senato tutti i poteri straordinari che gli erano stati conferiti. Era una commedia da tempo
preparata e che ora recitava insieme ai suoi fidi. Allora fu fatta una legge con la quale veniva concesso ad
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Ottaviano, col titolo di imperator, il comando supremo delle forze di terra e di mare e l'impero proconsolare
su tutte le province.
Il Senato gli avrebbe voluto conferire questa carica a vita; Ottaviano però la volle per dieci anni soltanto, e
tra le province da governare scelse le Gallie, la Spagna Citeriore, la Siria, la Cilicia con Cipro e l'Egitto. Le
altre province le lasciò al Senato, ma anche su queste egli esercitava l'imperium maius che lo metteva al di
sopra degli stessi governatori. L' imperium gli fu poi rinnovato nel 736 anno di Roma (18 a.C.) , nel 741 (12
a.C.) nel 746 (7 a.C.) e nel 2 e nel 13 d.C.
Nella seduta del 16 gennaio del 27 a.C., dietro proposta di Munazio Planco, il Senato gli conferì il titolo di
Augusto, nome che significava degno di venerazione e che nello stesso anno su proposta del tribuno
Pacuvio, venne dato anche il suo nome al mese (Augusto= Agosto) per ricordare che Ottaviano aveva
accresciuto con l'Egitto il territorio della Repubblica
Nel giugno del 731 (22 a.C.) Ottaviano rinunziò al consolato e in cambio ebbe dal Senato la potestas
tribunicia a vita; nel 742 ( 11 a.C.) essendo morto Lepido, fu eletto Pontefice Massimo.
Così Ottaviano diventava il capo della religione, aveva nelle sue mani il potere militare che gli conferiva il
diritto di far leve, di congedare le truppe, di ricevere il giuramento delle milizie, di nominare gli ufficiali, di
dichiarare guerra, concludere pace e stipulare trattati di alleanza, era rivestito della potestà tribunizia, che gli
dava l'inviolabilità personale e un ampio potere politico, ed infine era augusto, cioè venerabile come gli dèi e
le cose sante.
Egli non era dittatore come erano stati Silla e Cesare, ma il suo potere era pari a quello di un monarca.
Aveva il comando militare supremo ed assoluto, aveva la direzione incontrollata e incontrollabile della
politica estera, aveva sotto di sé, direttamente e indirettamente, tutte le province, poteva opporsi come
tribuno ai magistrati senza che altri potesse limitare la sua potestà, era principe del Senato e rappresentante
del popolo, aveva cioè in sua mano tutti i poteri come avrebbe potuto averli un re o un dittatore.
La repubblica viveva ancora con le sue istituzioni e i suoi magistrati, ma viveva di nome; essa aveva dato
tutti i poteri ad Ottaviano e di fatto era diventata un principato.
Della sua potenza però Ottaviano non abusò: fece anzi di tutto quello che poté per non far pesare la sua
potenza. Tutto pieno dal desiderio di ridar la pace alla travagliata repubblica, egli cercò di far dimenticare gli
odi che le lotte civili avevano suscitato e si mostrò indulgente e clemente, indennizzando i partigiani di
Antonio, i cui beni erano stati confiscati perché fossero distribuiti ai veterani; facendo distruggere i registri dei
debitori dello stato; proibendo che venissero ricercati gli autori dei non pochi libelli scritti contro di lui.
Nonostante questa sua opera conciliatrice non mancarono i nemici, e più di uno tentò di organizzare una
congiura per sopprimerlo.
Perdonare ai cospiratori, mossi da rancori personali anziché da ideali politici, non si poteva, ed Ottaviano fu
inesorabile. Fu ucciso nel 29 Marco Lepido, figlio dell'ex triumviro e nipote di M. Bruto che cercava di
trucidare Augusto; nel 22 vennero dati a morte Fannio Cepione e Terenzio Murena, autori di una
cospirazione; accusato di congiura nel 25 Cornelio Gallo si tolse la vita: Ma a Gneo Cornelio Cinna, che
congiurava contro di lui, Augusto usò grande clemenza: gli concesse il perdono e gli fece poi conseguire alte
cariche.
Se si tolgono però questi pochi (malvagi, forsennati?) e un esiguo numero di irriducibili oppositori, Augusto
seppe guadagnarsi le generali simpatie e procurarsi i consensi di Roma e delle province, che gli
manifestavano la loro riconoscenza e la loro stima colmandolo di onori. Nel 24 il Senato gli decretò la corona
civica e, virtutis, clementiae, justitiae, pietates causa, gli fece omaggio di uno scudo d'oro che fu posto nella
Curia Giulia. Più tardi al titolo di Augusto aggiunse quello di padre della patria e decretò che il suo giorno
natalizio venisse festeggiato coi ludi circensi e che per la salute di lui i collegi sacerdotali facessero voti di
giuochi.
Né ciò fu tutto. Il nome di Augusto fu introdotto nel carme Saliare, al Genio di lui furono decretati sacrifizi e
due altari vennero eretti in suo onore che, con evidente allusione, furono dedicati alla Fortuna Reduce e alla
Pace Augusta. Più grandi che a Roma furono gli onori che gli vennero tributati in Oriente dove assunsero
l'aspetto di glorificazione; a Pergamo nel 28 a.C. a lui e a Roma dedicarono un tempio, templi ed altari gli
vennero eretti in Efeso, a Nicea e in molte altre città dell'Asia, dell'Egitto, della Spagna, della Gallia e per il
nuovo culto furono istituiti speciali collegi sacerdotali tra cui primeggiò quello degli Augustali.
(Onori divini consentiti non a Roma ma solo nelle altre Province soprattutto Orientali, perché gli abitanti in
questi luoghi erano abituati a vedere nel re il discendente di un dio)
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Questi onori civili e religiosi non furono effetto di servile adulazione, ma testimonianza spontanea di profonda
riconoscenza per l'uomo che aveva ridato alla Repubblica la pace e il benessere e le aveva restituito l'ordine
e il prestigio e che, lasciando intatte le tradizioni, di un informe aggregato di paesi e di popoli aveva saputo
fare un organismo compatto e solidissimo.
RIORDINAMENTO POLITICO ED AMMINISTRATIVO DELL'IMPERO
L'indirizzo unitario dato da Ottaviano all'Impero con l'unità politica, raggiunse una unità sociale e morale del
mondo mediterraneo mai raggiunta prima, per la crescente uniformità delle leggi, del costume, della lingua
(latina e greca), della religione, della finanza, per la progressiva estensione del diritto di cittadinanza ai
provinciali.
L'assetto che allo stato diede Ottaviano costituisce un capolavoro che non ha riscontri nell'antichità. Molte
riforme, in verità, egli fece e molte misure adottò con l'unico scopo di accrescere il proprio potere e di
renderlo indispensabile alla repubblica, ma è innegabile che gran parte della sua opera legislativa e della
sua attività egli dedicò all'interesse dello Stato.
Per non avere limitazioni nel potere, Ottaviano svuotò di ogni importanza la funzione dei comizi, cui tolse le
attribuzioni giudiziarie, che assegnò in parte al Senato, in parte a un tribunale di giurati, in parte prese egli
stesso amministrando la giustizia in appello e sovente in prima istanza; ridusse inoltre il consolato ad una
carica onorifica e il Senato ad un corpo meramente consultivo, togliendo a quest'assemblea, che tanta
importanza aveva avuto nel passato, le attribuzioni, assegnandole a due consigli, composto l'uno di un
esiguo numero di senatori e cavalieri, l'altro di quindici senatori e di alcuni magistrati in carica.
Ma se al Senato tolse, con accorta politica, le redini dello Stato, di esso e dell'ordine equestre si servì per
creare una classe dirigente che gli fosse d'aiuto nel governo dell'Impero. Nel ceto senatoriale Ottaviano
pertanto scelse i legati per il comando militare e per il governo delle province e il prefetto delle città,
nell'ordine equestre scelse i procuratori che riscuotevano le imposte nelle province, i funzionari della vasta
amministrazione statale e i prefetti dei pretoriani, dell'Egitto, dell'Annona e dei Vigili.
L'impero tutto, dalla capitale agli estremi confini delle province, risentì i benefici della politica e
dell'amministrazione di Augusto.
Nel 7-8 a.C. Roma venne divisa in quattordici regioni con duecentossessantacinque quartieri. A ciascuna
regione furono preposti un pretore un curatore e un denunziatore, a ciascun quartiere quattro magistri
vicorum assistiti da quattro ministri. Per l'estinzione degli incendi e la vigilanza notturna della città vennero
istituite sette coorti di vigili. Ciascuna di esse formata da circa mille uomini e comandata da ufficiali
dell'esercito, aveva la sorveglianza di due quartieri della città.
Come Roma così l'Italia ebbe la sua divisione in regioni, che furono dodici (11 se escludiamo Roma). La 1a
comprendeva la Campania, la 2a l'Apulia/Calabria, la 3a la Lucania/Bruzio, la 4a il Sannio, la 5a il Piceno, la
6a l'Umbria, la 7a l'Etruria, la 8a l'Emilia, la 9a la Liguria, la 10ma la Venezia/Istria, la 11ma la Transpadana.
Maggiore importanza ebbe l'assetto politico ed amministrativo delle province.
Prima di Augusto queste erano sfruttate vergognosamente dai governatori che vi commettevano ogni sorta
di soprusi. Ottaviano pose fine molto opportunamente a questo odioso stato di cose stipendiando i
governatori che furono messi alle dipendenza e sotto il controllo del governo centrale. Le province vennero
divise in due categorie: senatoriali o proconsolari e imperiali. Le prime erano quelle in cui perfetta regnava
la calma e venivano governate da un proconsole designato dal Senato fra i suoi membri, le altre, in cui per la
loro turbolenza era necessario un governo militare, erano affidate all'imperatore che vi mandava un suo
luogotenente. Un trattamento diverso ebbe l'Egitto il quale, pur facendo parte dell'Impero, costituiva una
proprietà privata di Augusto che lo faceva governare da un prefetto. Più tardi anche il Norico costituì un
demanio imperiale e rimase tale fino al tempo in cui Claudio lo mutò in provincia.
In un primo tempo -come si è detto- Ottaviano lasciò al Senato la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, la Betica,
la Dalmazia, la Macedonia, l'Epiro, l'Acaja, l'Asia, la Bitinia e il Ponto, l'Africa e la Numidia e tenne per sé le
Gallie, la Siria, la Cilicia con Cipro, la Lusitania e la Spagna Tarraconese; alcuni anni dopo, Cipro e la
Provincia Narbonese furono cedute al Senato, il quale, a sua volta, più tardi diede ad Augusto l'Illiria, la
Corsiva e la Sardegna.
Per farsi un concetto esatto delle condizioni delle province, Ottaviano le visitò personalmente tutte e in
alcune di esse si recò più di una volta. Nel 26 andò in Gallia, nel 25 in Spagna, nel 21 in Sicilia, donde passò
in Asia in cui rimase fino al 18, dal 15 al 13 fu di nuovo in Gallia in cui tornò quattro e sei anni dopo.
Furono la Gallia e la Spagna le province che più delle altre diedero da fare ad Ottaviano.
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La Gallia Narbonese quasi completamente romanizzata e tranquilla fu da Augusto - come abbiamo vistoceduta al Senato e da Frejus venne tolta la squadra navale, ma le altre regioni della Transalpina furono
agitate da parecchie sommosse
Si erano ribellati gli Equitani che erano poi stati domati da Vipsanio Agrippa; poi insorsero i Morini e i Treviri
contro i quali furono mandati Cajo Carvinate e Marco Nonio Gallo; due anni dopo tornarono a ribellarsi gli
Aquitani che vennero ricondotti all'obbedienza da Valerio Messalla Corvino.
Sedate le sommosse, Ottaviano procedette al riordinamento della Gallia, la quale venne divisa in tre
province: l'Aquitania, la Lugdunense e la Belgica. Queste, finchè visse Augusto, rimasero sotto un unico
comando militare. Tutta la Gallia inoltre fu divisa in sessantaquattro distretti che comprendevano i territori
delle antiche tribù, i quali facevano capo amministrativamente ad un centro.
Centro principale dell'intera Gallia divenne la città di Lugdunum (Lione) che fu sede dell'annuale assemblea
dei Galli e nel 9 a.C. eresse un magnifico tempio a Roma ed Augusto.
Per poter meglio affermare il dominio sulle tre province, Ottaviano svolse una intensa sapiente attività contro
i nobili e i Druidi promuovendo il culto della divinità pagane e disponendo che nessuno potesse acquistare la
cittadinanza romana se prima non si fosse allontanato dall'organizzazione druidica.
La Spagna era - come sappiamo- divisa in due province, la Citeriore e l'Ulteriore, ma la parte nord-est della
penisola iberica era pressoché indipendente e le sue fierissime popolazioni, Cantabri, Asturi, e Vaccei,
favorite dalla natura dei luoghi tenevano impegnate in una guerriglia senza tregua le armi romane, le quali
invano avevano tentato di espugnare la città di Segisamo. Ma nel 25 a.C. riuscì a Cajo Antistio, luogotenente
di Ottaviano, di sconfiggere a Vellica in una battaglia campale, i Cantabri, i quali, perduta la piazzaforte di
Lance (Cerro di Lance) si ridussero sul monte Vidio, dove, dopo una breve ma accanita resistenza, si
arresero l'anno dopo.
Altre ribellioni scoppiarono però negli anni successivi ed Augusto dovette mandare in Spagna Vipsiano
Agrippa. Il compito del grande generale non fu facile ma riuscì alla fine pacificare la regione, vendette come
schiavi i prigionieri, obbligò gli abitanti a scendere dai monti e stabilirsi nelle pianure e fece costruire
numerosi e forti colonie militari tra cui Casarea Augusta (Saragozza), Bracara Augusta (Braga), Lucus
Augusta (Lugo) e Augusta Asturica (Astorga).
Quando le operazioni militari furono terminate, Ottaviano divise la Spagna Ulteriore in due province: la
Lusitania comprendente il Duero e la Guadiana, e la Betica con Corduba (Cordoba) per capitale. La Citeriore
cambiò nome in quello di Tarraconese.
Oltre che alle province Ottaviano pensò anche ai regni tributari di Roma nei quali però stimò opportuno di
non recare grandi mutamenti. Mise sul trono della Mauritania (Marocco) Juba II che era vissuto ed era stato
educato a Roma; morto Aminta nel 24 a.C, costituì la Galazia in provincia dove mandò come governatore M.
Lollio; alla morte del re Asandro riunì il reame del Bosforo Cimmerio al regno del Ponto (13 d.C.) il cui re
Polemore I sposò la vedova del morto re; ingrandì la Cappadocia aggregandole la Cilicia Aspra e l'Armenia
Minore; ridusse nel 24 a provincia romana la Pamfilia e confermò sul trono della Palestina Erode il Grande i
cui due figli Ottaviano teneva a Roma in ostaggio.
Erode fu fedelissimo all'impero e ad Augusto; riedificata la distrutta Turris Stratonis le diede il nome di
Cesarea poi in onore di Roma e di Ottaviano eresse un tempio che adornò con la statua dell'imperatore;
mentre a Gerusalemme fece scolpire un'aquila grandissima sulla porta del maggior tempio. Archelao però,
figlio e successore di Erode, non ben visto dai sudditi, fu deposto nel 6 d.C. e la Palestina (comprendente la
Giudea, Samatia e Idumea) fu dichiarata provincia ed unita alla Siria e affidata a P. Sulpicio Quirino con la
capitale collocata a Cesarea.
L'ESERCITO E LA FLOTTA
Al principio dell'impero augusteo, l'esercito aveva ancora la struttura datagli da Mario, un esercito quasi tutto
di mercenari che venivano licenziati alla fine di ogni campagna; come del resto abbiamo visto fare dopo Azio
anche da Ottaviano; ma ora le dimensioni territoriali dell'impero richiedevano delle riforme anche in questo
campo. Prima le forze di terra avevano una prevalenza su quelle di mare perché proteggevano i vicini confini
di terra, mentre la flotta piuttosto modesta esercitava una funzione di polizia nelle acque soprattutto
tirreniche, un po' meno in quelle adriatiche, pur essendo anche queste infestate da pirati. Ma ora il mare di
Roma era l'intero Mediterraneo, e quindi anche la flotta bisognava oltre che riorganizzarla anche
incrementarla.
Nell' ESERCITO il numero delle coorti pretorie fu portato a nove, di mille uomini ciascuna, reclutati fra le
popolazioni italiche e soltanto tre risiedevano a Roma. Accanto ad esse vennero istituite quattro coorti
urbane (dei vigili).
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I pretoriani avevano una paga annua di settecentotrenta dinari che venivano utilizzati anche per le spese del
proprio equipaggiamento, si obbligavano ad una ferma di sedici anni e all'atto del congedo ricevevano un
premio di ventimila sesterzi. Eccettuato questo contingente di pretoriani (che era volontario), l'Italia venne
esentata dal reclutamento militare che, con Ottaviano, fu fatto esclusivamente nelle province. Era questo un
privilegio che si accordava all'Italia, la quale fu anche sgravata dalla maggior parte dei tributi. Essa infatti
andò soggetta soltanto all'imposta dell'uno per cento sulle vendite al pubblico incanto, a quella del cinque
per cento sulle successioni e alla tassa del quattro per cento sulla vendita degli schiavi, imposizioni tributarie
queste che colpivano solamente i ricchi. L'esenzione dal servizio militare però se fu un sollievo per le
popolazioni italiche, costituì anche un gravissimo errore perché affido sempre di più la difesa dell'impero agli
stranieri e agli italiani tolse la disciplina, l'esercizio, l'amore delle armi per mezzo di cui avevano saputo e
potuto conquistare il mondo.
Gli altri legionari erano reclutati fra gli uomini liberi delle province, ricevevano una paga annua di
duecentoventotto dinari e al termine della ferma, che durava dai venti ai venticinque anni, un premio di
congedo di dodicimila sesterzi.
Al numero di ciascuna legione venne aggiunto un nome (Legio III Augusta, Legio VI Ferrata ecc) e da
diciotto quante erano prima, le legioni furono portate a venticinque e dislocate nei punti più lontani
dell'Impero: 3 in Spagna, 8 in Gallia, 6 nella regione del Danubio, 4 nella penisola dei Balcani e in Asia, 3 in
Egitto e 1 in Africa, in campi permanenti che furono il primo nucleo di nuove città.
L'antica disciplina fu ripristinata tra i soldati, i quali non furono chiamati più da Ottaviano commilitoni; ai
luogotenenti fu vietato di allontanarsi dai campi e venne solo concessa una breve licenza nei mesi invernali.
Isolate, sottoposte a dura disciplina, costrette a condurre una vita faticosa e pericolosa nei posti di confine, le
truppe acquistarono una fisionomia propria e diventarono un elemento estraneo alla vita dell'impero, alla cui
sicurezza dovevano però provvedere.
La FLOTTA venne divisa in due squadre, quella dell'Adriatico e quella del Tirreno, le cui principali stazioni
furono i porti di Ravenna e di Miseno. Era composta da circa 500 navi da guerra e da circa 30.000 uomini, al
comando di due ammiragli.
Per mantenere le coorti pretorie e dei vigili, Ottaviano destinò il ricavato dell'imposta sulla vendita degli
schiavi, per il pagamento dei premi di congedo creò una cassa militare la quale fu costituita da un capitale di
centosettanta milioni di sesterzi versato dall'imperatore e venne alimentato dal gettito delle tasse sulle
vendite e sulle successioni.
Accanto a questa cassa un'altra ne venne creata, che prese il nome di Fiscus Caesaria.
Essa riceveva i redditi dell'Egitto, delle province imperiali, in parte delle senatoriali e i tributi dei regni annessi
all'impero e serviva per il pagamento delle truppe, per le spese di guerra e per le amministrazioni dipendenti
dall'imperatore, quali il governo delle province e la direzione dell'annona e delle opere pubbliche. Così due
vennero ad essere sotto Ottaviano, le casse in cui affluivano tutte le entrate dello Stato e con le quali si
provvedeva ai bisogni dell'amministrazione civile e militare: l'antico erario che rimase al Senato e il fisco
dell'imperatore che comprendeva la cassa militare.
Più ricco dell'erario era senza dubbio il fisco ma questo aveva anche maggiori spese da sopportare ed
appunto perciò rappresentava uno strumento importantissimo di forza nelle mani di Augusto.
Fonti:
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
CASSIO DIONE - STORIA ROMANA
PLUTARCO - VITA DI BRUTO
SVETONIO - VITE DEI CESARI
SPINOSA - GIULIO CESARE
UTET - CRONOLOGIA UNIVERSALE
I. CAZZANIGA , ST. LETT. LATINA,
+ BIBLIOTECA DELL'AUTORE
PROSEGUI CON
( PARTE 2 ) * LEGGI DI AUGUSTO - RELIGIONI - COSTUMI
* GUERRE AI PARTI - GUERRE AI LIGURI
* DRUSO IN GERMANIA - * TIBERIO IN PANNONIA
* RIVOLTE IN PANNONIA - * DISFATTA DI VARO
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( PARTE 3 ) * LA FAMIGLIA DI CESARE AUGUSTO
* RITRATTO DI OTTAVIANO - AGRIPPA
* LE MOGLI DI AUGUSTO - TIBERIO E DRUSO
MORTE E TESTAMENTO DI AUGUSTO
( PARTE 4 ) * LA LETTERATURA DELL'ETA' AUGUSTEA
I PROTETTORI DELLE ARTI - GLI ERUDITI - GLI ORATORI
* I DECLAMATORI - * GLI STORICI - LA POESIA
OVIDIO - ORAZIO - VIRGILIO -PROPERZIO
RIASSUNTO ANNI dal 29 a.C al 13 d.C.POLITICA - LEGGI - PACE E GUERRE DI AUGUSTO
(PARTE 2 ) * LEGGI DI AUGUSTO - RELIGIONI - COSTUMI - GUERRE AI PARTI E ROMA PROVA...
CON GLI ARABI - GUERRE AI LIGURI - * DRUSO E TIBERIO - DRUSO IN GERMANIA - TIBERIO IN
PANNONIA
RIVOLTE IN PANNONIA - LA DISFATTA DI VARO
----------------------------------------------------------------------------------------( PARTE 3 ) * LA FAMIGLIA DI CESARE AUGUSTO - RITRATTO DI OTTAVIANO - AGRIPPA
LE MOGLI DI AUGUSTO - TIBERIO E DRUSO - MORTE E TESTAMENTO DI AUGUSTO
( PARTE 4 ) * LA LETTERATURA DELL'ETA' AUGUSTEA - I PROTETTORI DELLE ARTI - GLI ERUDITI GLI ORATORI - I DECLAMATORI - GLI STORICI - LA POESIA - OVIDIO - ORAZIO - VIRGILIO PROPERZIO
Augusto dopo le riforme dello stato, dopo aver dato un assetto alle province, e dopo aver riorganizzato
l'esercito e la flotta, su sua intenzione operare una restaurazione religiosa e dei costumi contro l'invadente
ateismo e la corruzione che si diffondeva sotto l'influenza dei molli costumi orientali e spesso anche quelli
barbari.
Pontefice massimo e prefetto dei costumi, Augusto si adoperò perché ritornassero in onore la religione dei
padri e l'antica morigeratezza. Secondo Augusto il sentimento religioso era caduto troppo in basso. Nuove
divinità e nuovi culti erano venuti dall'Oriente e questi si erano sovrapposti a quelli dell'antica Roma. Erano
stati accolti spesso per brama di novità o perché davano occasione a cerimonie pittoresche ma spesso
anche scandalose. Lo scetticismo si era fatto strada nella società colta, mentre presso il popolo nuove
superstizioni si erano aggiunte a quelle vecchie. Augusto volle fare una radicale pulizia, cercando di
restaurare l'antica religione dell'Urbe.
fece bruciare oltre duemila libri greci e latini, di foschi riti o cupe profezie e conservò soltanto, dopo averne
fatta una personale scelta, i libri sibillini che pose in due cassette sotto la base della statua di Apollo sul
Platino: fece riparare numerosi templi rovinati dall'incuria del tempo o dal fuoco e li adornò con ricchissimi
doni. Spese in una sola volta cinquecentomila sesterzi e sedicimila libbre d'oro per abbellire il tempio di
Giove Capitolino. Non pochi furono i templi che egli fece costruire; fra questi sono degni di nota i templi di
Marte Ultore, di Quirino, della Fortuna, della Libertà, del Divo Giulio, di Vesta, di Giove Tonante sul
Campidoglio, di Apollo. Dietro il suo esempio generosi ricchi cittadini fecero abbellire o fabbricare altri templi:
Marcio Filippo quello di Ercole, Lucio Cornificio quello di Diana, Munazio Planco quello di Saturno; Vipsanio
Agrippa il Pantheon, dedicato a Venere, a Marte, a Giove, a Iulio, ad Enea, a Romolo e a Giulio Cesare.
"Inoltre -secondo quanto scrive Svetonio- "accrebbe il numero, la dignità e i privilegi dei sacerdoti e
specialmente delle Vergini Vestali. E poiché morta una Vestale, se ne doveva nominare un'altra, e molti
cercavano di evitare che venisse scelta una loro figlia, egli giurò che se una delle sue nipoti avesse avuto
l'età prescritta l'avrebbe offerta in sostituzione della defunta Vestale. Ristabilì anche alcune cerimonie che
erano andate in disuso, come l'augurio di salvezza, il flamine di Giove, le feste Luper cali, i ludi secolari e i
ludi in onore dei Lari. Vietò che i giovanissimi corressero nei Lupercali, e che nei giuochi secolari i giovani
dell'uno e l'altro sesso frequentassero spettacoli notturni a meno che non fossero accompagnati da qualche
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genitore o parente. Ordinò che i Lari posti nei quadrivi fossero ornati due volte l'anno, d'estate e d'inverno, di
fiori"
"Subito dopo gli dèi immortali onorò la memoria dei capitani che avevano reso grandissimo l'impero romano.
Perciò restaurò i monumenti con le iscrizioni che restavano, e ad ognuno di essi dedicò una statua in abito
trionfale in ciascun portico del suo Foro, dichiarando di aver fatto ciò perché i cittadini esigessero che lui
stesso mentre viveva e i futuri capitani avessero a modello" (Svetonio).
Ottaviano fece molto per combattere la corruzione. Quanto egli si adoperasse per correggere i costumi ci
mostrano chiaramente le leggi fatte contro i colpevoli di brogli elettorali, i provvedimenti presi contro i
giocatori, contro i Senatori e i cavalieri che conducevano una vita poco morigerate, il tentativo fatto di
rimettere in uso le antiche vesti, il freno messo alla licenza degli spettacoli, il divieto imposto alle donne di
assistere agli spettacoli di atleti e di sedersi accanto agli uomini nei luli gladiatori.
Fra tutte le leggi rivolte al miglioramento dei costumi meritano speciale menzione quelle sui matrimoni.
Preoccupato del decadimento della razza e della diminuzione della popolazione romana, causata dal
concubinato, dalla frequenza dei divorzi, dal celibato e dai matrimoni sterili, Ottaviano propose nel 17 a.C.
una legge molto rigorosa sul matrimonio, ma questa trovò fiera opposizione nei comizi e solo ventun'anni
dopo, nel 3 d.C., ripresentata con molti emendamenti, poté essere approvata.
Si narra che chiedendo i cavalieri, durante un pubblico spettacolo, l'abolizione di questa legge, Augusto
facesse chiamare i figli di Germanico e li mostrasse agli astanti come per significare che non doveva essere
difficile imitare l'esempio di un uomo, il quale , sebbene in giovine età, era padre di tanti figli.
La legge sul matrimonio non dovette però dare grandi risultati se alcuni anni dopo, appunto nel 3 d.C.,
Ottaviano fece presentare dai consoli M. Papio Mutilo e Q. Poppeo Sabino la lex Papia-Poppea, con la
quale si regolavano il matrimonio, il divorzio, la dote, le successioni e i legati.
Questa legge era una condanna severa del celibato, della vedovanza e della sterilità. I celibi dai venti ai
sessant'anni, le nubili dai venti ai cinquanta, le donne che dopo due anni di vedovanza non avevano ripreso
marito, chi dopo un anno e mezzo dal divorzio non aveva contratto un nuovo matrimonio non potevano
ereditare o ricevere legati dai parenti prossimi. Ai celibi erano dati cento giorni di tempo per sottrarsi col
matrimonio alle pene comminate dalla legge. I coniugi senza prole potevano ereditare soltanto metà dei beni
lasciati dai loro congiunti e non potevano intestarsi che un decimo delle loro sostanze. Chi invece aveva tre
figli legittimi era esente da ogni imposta se abbiente, e se povero aveva diritto ad una razione doppia nelle
distribuzioni di grano; i Latini che avevano un figlio di un anno venivano ammessi alla cittadinanza romana,
la donna che era la madre di tre figli veniva dispensata dalla tutela purché la sua famiglia godesse della
cittadinanza e lo stesso trattamento era fatto alle libertine con quattro figli. Infine i coniugi con prole avevano
diritto di preferenza nelle cariche pubbliche.
Malgrado le pene e i premi di questa legge Ottaviano non vinse la sua buona battaglia. Troppo era la
corruzione della società romana perché vi si potesse dare riparo anche usando severissime disposizioni e la
decadenza dei costumi doveva compiere fatalmente la sua parabola. Né valeva - come fece Ottaviano- a
dare autorità alla legge ricordare i consigli degli antenati che anzi questi erano la prova più evidente di
quanto il male fosse vecchio e dimostravano come nemmeno il tempo, che pur tante piaghe guarisce, fosse
stato capace di guarire quella contro la quale tanto nobilmente si accaniva Augusto.
ROMA SOTTO IL GOVERNO DI AUGUSTO
Sotto l'impero di Ottaviano si intensificarono le costruzioni stradali, che hanno di mira l'espansione del
commercio e la rapida e sicura dislocazione delle truppe.
Roma è in comunicazione con tutto il mondo per mezzo di una immensa rete stradale che fa capo ad un
pilastro dorato (milliarium aureum) eretto nel 19 a.C. nel centro del foro.
Per queste vie le legioni si recano fino ai più lontani confini dell?impero, i messi portano utili ordini in tutte le
province, gli impiegati dello Stato e i privati viaggiano rapidamente e sicuramente; per queste vie affluiscono
nella capitale i prodotti di tutto il mondo, i provinciali, le missioni e i donativi dei sovrani forestieri. Ma Roma
non è degna metropoli di tanto impero; essa non può ancora gareggiare con le città di Grecia e d'Asia. Essa,
è, sì, vasto centro di circa due milioni di abitanti, ma manca di regolarità e di grandiosità, Giulio Cesare
aveva pensato a rendere la capitale del mondo non inferiore alle altre città a lei soggette ed aveva preparato
un vasto piano regolatore, ma di esso la morte non gli permise di attuare che una piccola parte. Ottaviano
continua l'opera del padre e può vantarsi di lasciar di marmo quella città che ha trovato di mattoni.
In quest'opera veramente grandiosa gli è di sonno aiuto Visanio Agrippa che nelle costruzioni di utilità
pubblica spende somme rilevanti del suo stesso patrimonio.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Il corso del Tevere viene ampliato e nettato nel tratto che traversa l'abitato, acquedotti superbi vengono
costruiti, viene arricchita Roma dell'acqua Vergine e vengono immesse nell'acquedotto della Marcia le acque
di altre sorgenti; quartieri luridi ed angusti vengono abbattuti e vengono aperte larghe vie ed ampie piazze;
un grandioso foro adorno di marmi viene costruito, i templi vecchi sono riparati, altri e superbi sono
fabbricati; si innalzano il portico e la basilica di Cajo e di Lucio, i portici di Livia e di Ottavia, il teatro di
Marcello, l'anfiteatro di Statilio Tauro, palazzi, terme, biblioteche.
IN pochi anni Roma non si riconosce più. Somme ingenti sono state profuse, ma la città non è, come una
volta, un informe aggruppamento di case, tra cui scomparivano i monumenti, non più solcata da un labirinto
di vie anguste, storte e senza luce; ora essa nulla ha da invidiare ai più grandi e bei centri dell'Oriente e tutti
coloro che vengono dalle più lontane parti del mondo ammirano la grandiosità della metropoli italiana e
portano alle stelle, ritornando nei loro paesi, il nome di Augusto.
GUERRE IN ORIENTE E IN AFRICA
Quando - dopo la battaglia di Azio e d'Egitto- Ottaviano fece ritorno a Roma a celebrare il trionfo, fra le tante
manifestazioni come restauratore della pace, aveva sciolto l'esercito e chiuso il tempio di Giano (Giano era
uno dei più antichi dèi romani. Venerato come il creatore del mondo. Il suo tempio restava aperto solo in
tempo di guerra. Ed era due secoli che era aperto quello di Roma).
Ma se le discordie civili e le guerre intestine erano cessate, le armi non si posarono mai, sia nelle province
che agli estremi confini dell'impero.
In Oriente rimanevano sempre da vendicare le sconfitte patite, recuperare le insegne perdute e liberare i
prigionieri romani; ma il pensiero di una guerra contro i Parti non sorrideva ad Ottaviano. Egli sperava invece
di trarre profitto dagli interni rivolgimenti di quel regno e del vicino reame di Armenia e di ottenere ciò che
desiderava, anziché con le armi, con una accorta politica.
L'Armenia era ricaduta sotto il potere di Artasse, il quale aveva cacciato dal trono della Media il re Artavasde
alleato dei Romani, ma contro di lui era sorto un partito che voleva dare lo scettro armeno al fratello Tigrane
che si trovava, come ostaggio, a Roma.
Nel reame politico, su cui regnava Fraate IV, questi era stato costretto a fuggire dal fratello Tiridate, ma dopo
alcuni anni era riuscito a rioccupare il regno e a scacciare il fratello, il quale però aveva menato con sé il
figlioletto di Fraate e lo aveva consegnato ai Romani.
Ottaviano aveva dato ad Artavasde di Media l'Armenia minore perché tenesse d'occhio Artsasse. e a Tiridate
aveva accordato ospitalità in Siria affinché potesse mantenersi in contatto con i partigiani abbastanza
numerosi che aveva tra i Parti.
Stavano così le cose quando Fraate mandò ambasciatori a Roma con l'incarico di iniziare le trattative per la
restituzione del figlio. Augusto, lieto di poter evitare una guerra dall'esito incerto, rimandò libero l'ostaggio col
patto che venissero restituiti i prigionieri e le insegne perdute da Crasso e da Antonio; ma Fraate, riavuto il
figlio, non mantenne fede ai patti. Ottaviano allora si accorse che bisognava ricorrere alle armi. Da una parte
ordinò al figliastro di Tiberio di marciare con un forte esercito sulla Grande Armenia, dall'altro egli stesso si
portò in Asia insistendo presso Fraate che desse esecuzione ai patti stabiliti.
Preoccupato del contegno dei partigiani di Tiridate, il re dei Parti cedette alle richieste di Ottaviano e
consegnò le insegne e i prigionieri. A Tiberio non fu dato il tempo di fare uso delle armi, che prima ancora
che giungesse in Armenia, Artasse fu ucciso dai suoi avversari e TIGRANE, proclamato re, fu poi incoronato
dal generale romano.
Questi avvenimenti furono preceduti da due guerre, di cui la prima ebbe carattere offensivo, la seconda
difensivo. Scopo della prima guerra fu la conquista dell'Arabia Felice (Jemen).
"Augusto - scrive Trabone, suo contemporaneo- aveva deciso di o ingraziarsi queste popolazioni o di
sottometterle. Si era ripromesso questo perché questi territori, a memoria d'uomo, sono stati sempre creduti
in possesso di ingenti ricchezze (famosa nell'antichità la regina di Saba).
Questi Arabi scambiano difatti gli aromi e le pietre preziose contro l'oro e l'argento e nulla di quanto ricevono
in cambio lasciano uscire dal loro paese. Ottaviano sperava di procurarsi cos' dei ricchi amici o di spogliare
dei ricchi nemici ed era spinto all'impresa anche dalla fiducia che aveva nei Nabatei, suoi alleati, che gli
avevano promesso di aiutarlo" (Strabone).
Augusto incaricò della spedizione nello Jemen, Elio Gallo, prefetto d'Egitto. Il piano di Gallo era di percorrere
la via di terra, passando da El-Arish e Petra, ma Silleo, ministro di Obodas III re dei Nabatei, sconsigliò
quell'itinerario e persuase il Romano a concentrare le truppe nel porto di Leuke-Kome (odierna Muilah)
all'ingresso del golfo di Aqaba.
Elio Gallo fece costruire ad Arsinoe (Suez) ottanta navi - biremi e triremi- ma non essendo questi legni adatti
alla navigazione costiera, dovette ritardare la partenza e far costruire centotrenta navi onerarie. Nell'estate
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Elio Gallo con cinquecento Ebrei e novemila Romani, prelevati delle guarnigioni d'Egitto, prese il mare e
sbarcò a Leuka-Kome. dove si trovava Silleo con un migliaio di Nabatei. In questa città però il corpo di
spedizione dovette rimanere tutta l'estate, l'autunno e l'inverno a causa dello scorbuto e di un'altra epidemia
che decimarono le truppe. Il viaggio nell'interno fu solo iniziato nella primavera successiva sotto la guida di
Silleo, al quale forse il suo re aveva ordinato di far percorrere ai Romani un itinerario lungo e difficile allo
scopo - si suppone- di farli desistere dall'impresa.
L'esercito, oppresso dal caldo, dai disagi e dalla carenza di viveri, impiegò trenta giorni ad attraversare il
territorio del re amico Aretas; cinquanta ne occorsero per attraversare il paese degli Araverni (Gebel elArid). Giunti nel territorio dei Negrani, i Romani si impadronirono della capitale Negra (Medin en-Nugra);
marciarono quindi per una settimana lungo le rive di un fiume e, venuti a battaglia con gli Arabi, li
sbaragliarono uccidendone diecimila; poi marciarono su Atrulla (Medina) e l'ebbero senza combattimento.
Lasciato qui un presidio, si diressero alla volta di Marsiaba (Mecca), capitale dei Rammaniti e, giuntivi, la
cinsero d'assedio, sei mesi dopo che erano partiti da Leuke-Kome.
Ma la città, difesa dal re Ilasaro (Dhu el-Hazar), resistette valorosamente ed i Romani, privi di acqua, dopo
sei giorni di vano assedio, dovettero precipitosamente prendere la via del ritorno. Non fidandosi più di Sileo,
Elio Gallo per vie più brevi, giunse ad Atrulla; di qui, rilevatene la guarnigione, in nove giorni giunse fra i
NEgrani, in undici ai Sette Pozzi, poi a Kaalla, a Malotas e, infine, ad Egra (forse sul Mar Rosso) sessanta
giorni dopo la partenza da Marsiaba (Mecca):
Da Egra, dopo undici giorni di navigazione, sbarcò a Misormons (Csseir) donde per via terra andò a Kopton
(Koft) e di la raggiunse finalmente Alessandria, con le schiere molto assottigliate da malattie, dal clima e dai
terribili disagi sofferti nell'infinito deserto arabico.
Silleo, più tardi, sposò Salomè, sorella di Erode; morto Obodoa e salito sul trono Aretas IV, non andando
d'accordo col nuovo sovrano, andò a Roma ad accusarlo di usurpazione, ma, accusato a sua volta di aver
tradito Elio Gallio, fu preso ed ucciso.
L'infelice spedizione di Gallo fu la causa di un'altra guerra. Approfittando dell'assenza delle truppe in Egitto,
in cui erano rimaste solo tre coorti, Candace, regina di Nubia, invase con un forte esercito il territorio
spingendosi fino alle città di Elefantina, File e Syene che furono occupate.
A dirigere la nuova guerra fu mandato il successore di Elio Gallo, il prefetto Cajo Petronio, il quale riacquistò
le località perdute, costrinse a battaglia campale presso Pselchis gli Etiopi, li vinse li inseguì fino a Napata,
loro capitale, che venne espugnata e saccheggiata. La regina Candace, sconfitta, mandò ambasciatori ad
Augusto e stipulò con lui un trattato di pace. Qualche anno più tardi anche nella provincia d?africa dovettero
usarsi le armi, che vennero rivolte contro i Getuli, i Marmaridi e i Garamanti, popolazioni barbare che
rendevano malsicuri i confini meridionali. Contro di esse guerreggiarono i proconsoli Publio Sulpicio Quirino
e Lucio Sempronio Atratino, ma i risultati migliori li ottenne Cornelio Balbo, il quale si spinse fino al Fezzan e
all'oasi di Ghadames e meritò per le sue vittorie il trionfo che gli venne tributato a Roma nel 19 a.C.
DRUSO E TIBERIO
Nel 18 a.C. Ottaviano tornato a Roma dall'Oriente ( e dopo la disastrata guerra nell'Arabia) dichiarò in
Senato che era chiuso per Roma il periodo delle guerre di conquista; ma le sue dichiarazioni non ebbero
conferma dai fatti successivi, né potevano averla. I valichi alpini occidentali erano malsicuri: già nel 33 a.C. si
era dovuto combattere contro i Salassi padroni delle Alpi Graie e delle comunicazioni con la Gallia
Lugdunese e si era occupata la loro capitale nel 32 a.C., e si erano dovute rinnovare le operazioni
guerresche, dirette da Varrone Murena; quelle fiere popolazioni erano state sottomesse, circa 30.000
Salassi catturati erano stati venduti come schiavi e a consolidare il possesso di questa regione, Augusto vi
aveva inviato circa 3000 pretoriani e vi avevano fondato la colonia Pretoria Augusta (Aosta).
Più tardi, un principe del luogo. Marco Giulio Cozio, sottomessosi spontaneamente, aveva ottenuta la
cittadinanza romana e la carica di governatore del paese e aveva iniziato la vita militare che da Torino, per il
Monginevro, doveva condurre in Gallia. Ora erano i Liguri delle Alpi Marittime che si ribellavano.
Maggiori preoccupazioni davano le Alpi Centrali ed Orientali. Le prime erano tenute dai Reti, a nord dei quali
dominavano i Vind-elici (capitale Vind-ebona, la futura Vienna) fino al Danubio e ad est i Norici, popolazioni
queste molto irrequiete; le orientali erano sempre minacciate dai Pannoni.
Non meno sicuri erano i confini dell'impero nella regione danubiana, dove i Romani, sconfitti i Bastarni sul
Cibrus e i geti, avevano occupato la Mesia. Nel 15 a.C. i Sarmati passavano il Danubio, i Bessi si
ribellavano, gli Scordisci e i Denteleti invadevano la Macedonia, i Pannoni e i Norici penetravano nell'Istria, i
Camuni e i Veneti si spingevano fino a Como e a Verona.
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Nello stesso tempo i Sigambri, gli Usipeti e i Tenecteri, passato il Reno, sconfiggevano il legato romano
Marco Lollio Paolino nella Belgica impadronendosi dell'aquila della V Legione.
Occorreva dunque ovunque riprendere le armi, sottomettere i popoli ribelli, conquistare le Alpi Centrali ed
Orientali, respingere gli invasori fino alla linea del Danubio e rendere sicuri i confini del Reno. Al Reno
provvide lo stesso Lollio che concesse la pace ai Sigambri e ne ricevette ostaggi; gli Odrisi, alleati di Roma,
domarono i Bessi; Publio Sillio, governatore dell'Illirico, conquistò il Norico e sconfisse i Camuni e i Venosti
(15 a.C.).
Per queste operazioni (anno 17-16 a.C.) contro i Vindelici e i Reti, furono mandati TIBERIO e DRUSO,
figliastri di Ottaviano (di primo letto di Livia Drusilla moglie di Augusto); il primo partito dall'Elvetia, sconfisse i
Reti sul lago Costanza, il secondo penetrò nel cuore dei paesi nemici dalla valle dell'Inn. Alla fine dell'estate
di quell'anno la Rezia e la Vindelicia erano sottomesse e a rendere più saldo il possesso di quelle regioni
furono fondate le colonie di Augusta Vindelicorum (Augusburg) e di Augusta Rauvicorum (August).
(Queste operazioni militari nelle regioni alpine e transalpine, condurranno alla creazione della provincia della
Rezia e Vindelicia (estesa ad E e a O dall'Inn al lago Lemano, su territori oggi appartenenti ad Austria,
Baviera e Svizzera) ed alla sottomissione della regione del Norico (odierna Austria e Baviera), che solo in
seguito sarà ordinata a vera e propria provincia).
Poi nell'anno 15-14 a.C., con la sottomissione anche dei Liguri, Roma aveva il pieno possesso delle Alpi e
l'Italia aveva assicurati i confini settentrionali.
A ricordo di queste imprese vittoriose, nel 13-12 a.C. furono a Segusio (od. Susa) e a Torbia (od. Monaco)
sulla via Aurelia, Augusto fece erigere nel primo un arco trionfale, e nel secondo il trofeo della Turbie, un
edificio monumentale le cui epigrafi dicevano che sotto Augusto tutti i popoli alpini, in numero di quarantasei,
erano passati alle dipendenza di Roma.
Terminata la sottomissione furono costituite le province delle Alpi Marittime e delle Alpi Graie.
Ma nemmeno dopo queste vittorie si chiuse il periodo delle guerre. Augusto vagheggiava il disegno di
spingersi fino al corso dell'Elba, sottomettendo le turbolente popolazioni germaniche che rappresentavano
un continuo pericolo per la sicurezza della Gallia, e di portare il confine dell'Impero dalla Sava al corso
superiore del Danubio.
Le prove date dai suoi figliastri, che si erano rivelati valentissimi generali, gli davano sicuro successo
dell'attuazione dei suoi disegni; nuove ribellioni dei Pannoni, e degli Illirici, avvenute nel 13-12 a.C. e nuovi
movimenti offensivi da parte dei Sigambri gli fornirono il pretesto di fare altre spedizioni militari (di conquiste).
Ottaviano diede a DRUSO il comando della guerra oltre il Reno e incaricò Vipsanio Agrippa di ridurre
all'obbedienza i Pannoni. Ma questi non poté regalare ad Augusto un'altra vittoria, che nel marzo dell'11
a.C., quando ancora non erano terminati i preparativi della guerra, morì. Alla notizia della morte del più
illustre generale romano, la rivolta dei Pannoni assunse proporzioni maggiori. A sostituire Agrippa fu scelto
Tiberio, il quale dovette guerreggiare fino al 9 a.C. contro quelle fiere popolazioni che, favorite dalla natura
dei luoghi ed aiutate dai Daci, si difesero tenacemente e fecero costar cara la conquista del proprio territorio
ai Romani, che per poter meglio tenere a freno i popoli sottomessi costruirono tra la Sava e la Drava una
linea di campi trincerati, tra cui sono degni di menzione Petovio, Siscia e Sirmio (questa linea -per duemila
anni- fino all'ultimo conflitto iugoslavo dividerà sempre due mondi).
Mentre Tiberio combatteva contro i Pannoni, tornarono a sollevarsi i Bessi che, ucciso il re degli Odrisi,
minacciavano la Macedonia. COntro di loro venne mandato Lucio Pisone che nel 10 a.C. li vinse e li
sottomise.
Nel 12 DRUSO aveva assunto il governo della Gallia e il comando della guerra contro i Germani. Prima di
iniziare le ostilità volle rendere più forti le basi delle sue operazioni, e a questo scopo costruì sulla riva del
Reno cinquanta castelli. Per assicurare le comunicazioni tra queste fortezze, rendere più agevole la
costruzione di ponti ed utilizzare le vie fluviali per il trasporto di vettovaglie e di truppe, Druso fece costruire
una flotta sul Reno e, siccome pericolosa era la navigazione delle coste olandesi, fece scavare un canale,
da lui detto Fossa Drusiana, che metteva in comunicazione il mare col lago Flevo e questo con il Reno.
Inoltre si procurò l'aiuto dei Batavi e dei frisi, che potevano essergli di grande aiuto nelle operazioni contro le
tribù della Germania settentrionale.
Preveggente com'era, pensò anche ad assicurarsi le spalle da una sollevazione dei galli e per avere una
prova della loro fedeltà li invitò ad erigere un altare ad Augusto. Sessanta cantoni risposero all'invito di
Druso, e a Lugdunum nell'11 a.C. eressero un gigantesco tempio alla Dea Roma e a Cesare davanti il quale
collocarono una statua di Augusto alta sessanta piedi.
Assicuratosi della devozione dei Galli, Druso nello stesso anno iniziò le operazioni. L'isola di Burchana, nel
Mare del Nord, con l'aiuto dei Frisi e dei Batavi venne occupata. Approfittando di una contesa sorta tra i Catti
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e i Sigambri, Druso passò il Reno, vinse i Bructeri sull'Ems (Amisia), invase il territorio dei Sigambri e si
spinse fino al paese dei Cauci, presso il Weser, procurandosi la loro alleanza. Ma la scarsezza di vettovaglie
lo costrinse a ritornare alle sue basi.
Di fronte al pericolo, le popolazioni dei Sigambri , dei Cheruschi e degli Svevi si allearono per opporsi ad una
nuova invasione romana; ma Druso nel 10 a.C. penetrò nel territorio dei Cheruschi, devastando e
saccheggiando tutto al suo passaggio e giunse fino al corso del Weser. Di ritorno da questa spedizione,
presso Arbalo i Romani furono accerchiati ed assaliti da numerosissime orde di Sigambri.
Il numero soverchiante dei nemici non poté avere però ragione del valore e della disciplina dei legionari di
Druso, i quali seppero rompere il cerchio in cui erano stati stretti e infliggere una sanguinosissima sconfitta ai
Sigambri.
Queste fortunate spedizioni non avrebbero dato nessun frutto se non si fosse data mano alla costruzione di
fortezze e campi trincerati nelle regioni nemiche; perciò Druso costru' un fortissimo campo sul corso
superiore della Lippe (Aliso -od. Haltern) e un altro sul Taunus nella regione dei Cauci
L'anno seguente, partendo da Magontiacum (Magonza), Druso puntò con un forte esercito verso il corso
medio dell'Elaba. Fu una marcia difficilissima ostacolata continuamente dagli assalti dei Catti, dei Cheruschi
e degli Svevi, ma gli obiettivi furono raggiunti e per la prima volta i legionari romani videro le acque del
grande fiume. Nella via del ritorno però, tra Saale e il Reno, Druso cadde malamente da cavallo e si ruppe il
femore. Sopraggiunte delle complicazioni, il 14 settembre dell'anno 9 a.C. moriva, all'età di trenta anni.
La sua salma fu trasportata a Roma e dopo solenni funerali venne inumata nel mausoleo della Casa Giulia
al campo Marzio. Ottaviano e Tiberio tennero l'elogio al defunto, il Senato conferì all'estinto il nome di
Germanico, titolo che i discendenti in seguito ebbero la facoltà di portare, e sulla Via Appia fu eretto un arco
a suo nome.
Rimasto senza capo, l'esercito di Druso si trincerò in un campo fortificato. A sostituire Druso, Ottaviano
mandò il fratello TIBERIO, che aveva condotta a termine la guerra in Pannonia. Prima che le armi, il nuovo
comandante iniziò a usare la politica e l'astuzia in cui era maestro e indusse le tribù germaniche tra il Reno e
l'Elba a trattative di pace.
Gli ambasciatori germanici furono mandati a Lugdunum dove si era recato Ottaviano, ma questi dichiarò che
non avrebbe trattato se non fossero venuti da lui i capi dei Sigambri. Venuti questi, Augusto li trattenne in
Gallia. I capi, affinché le loro posizioni non avessero le mani legate, si diedero la morte. Tiberio,
approfittando dello sgomento dei Sigambri all'annunzio della prigionia e della morte dei loro capi, assalì
vigorosamente i nemici e, sconfitti, li ridusse sotto il dominio romano. Quarantamila dei loro guerrieri furono
tolti dal territorio e, trasferiti alla sinistra del Reno, vennero distribuiti tra gli Ubi, i Batavi e i Manappii.
Nell'anno 7. a.C. il disegno di Ottaviano era realtà: i Pannoni erano stati sottomessi e la frontiera del Reno
era stata portata fino al Corso dell'Elba; non pare però che dei risultati ottenuti dalle ultime guerre fosse
contento Augusto. Difatti Domizio Enobarbo, succeduto a Tiberio nel comando, passò l'Elba, innalzò un'ara
al suo imperatore e concluse trattati di amicizia con alcune popolazioni.
Ma il primo periodo delle guerre germaniche era chiuso: il ritiro di Tiberio dalla vita politica (ne parleremo più
avanti) e il bisogno di organizzare amministrativamente i paesi conquistati avevano fatto posare le armi.
MAROBODO - RIVOLTA NELLA PANNONIA E NELL'ILLIRICO
Memtre in Germania si conducevano trattative di pace e si cominciava a dare un assetto alle regioni
conquistate, prima da Druso poi da Tiberio, alcune rivolte iniziavano in Oriente.
Era morto in Armenia Tigrane III e gi era succeduto il figlio Tigrane IV che aveva sposato la propria sorella,
di nome Erato. Il nuovo re, allo scopo di liberarsi dalla tutela romana, si era segretamente alleato con il re dei
Parti Fraate V, con l'aiuto del quale aveva sconfitto Artavasde che P. Quintilio Varo, legato di Siria, gli aveva
messo contro. Era necessario pertanto l'intervento romano per riconquistare in Armenia le posizioni perdute
e vendicare lo scacco di varo.
Ottaviano diede incarico a Tiberio di recarsi con un esercito in Armenia, ma questi per motivi che
spiegheremo più avanti, non accettò la missione e si ritiro a vita privata a Rodi (6.a.C.).
Cinque anni dopo Augusto mandò in Oriente con la carica di proconsole un figlio adottato, Cajio Cesare,
giovane di vent'anni, al cui seguito mise parecchi esperti ufficiali e il re Juba di Mauritania, stimato per la sua
vasta cultura.
Comparso Cesare in Siria, Fraate V chiese ed ottenne del proconsole un convegno nel quale promise di
disdire l'alleanza con Tigrane a patto che i suoi fratellastri (lui era un bastardo di Fraate IV) mandati come
ostaggi a Roma dal padre nel 10 a.C., non fossero mandati liberi in Asia. Dal canto suo Tigrane si dichiarò
disposto a seguire la politica paterna ma, venuto a morte poco dopo, sul trono d'Armenia venne innalzato
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Ariobarzane II, figlio di Artavasde re della Media Atropatene. Pareva che l'rdine fosse tornato in Armenia
quando (nel 3 d.C.) quella parte della popolazione che propendeva per i Parti si sollevò. Allora Cajio Cesare
si vide costretto a fare uso delle armi.
Invaso con le sue legioni il territorio armeno, assediò e espugnò la città di Astagira e sottomise i ribelli. Ma,
durante l'assedio, da un nobile armeno a tradimento si prese una pugnalata. Scampò alla morte, ma dopo un
peggioramento nella ferita, la morte lo colse a Limyra, nella Licia, il 21 febbraio del 4 d.C., mentre era in
viaggio per rientrare a Roma.
In quello stesso anno Tiberio riconciliatosi con Augusto, fu inviato nuovamente in Germania al comando
delle legioni. Qui durante la sua assenza il prestigio romano era andato declinando per opera dei
Marcomanni, un popolo appartenente alla bellicosa stirpe degli Svevi. Questi minacciati nella loro
indipendenza dopo le conquiste di Druso, avevano abbandonato il territorio posto tra il Neckar e il Reno e,
guidati da un capo di nome MAROBODO, il quale era vissuto alcuni anni a Roma e vi aveva conosciuto gli
ordinamenti militari, si erano stanziati nelle regioni superiori dell'Elba, nel fortissimo paese dei Boi, da cui
l'attuale Boemia prese poi il nome. Addestrato il suo popolo all'arte della guerra (romana) Marobodo ne
aveva fatto in poco tempo una nazione potente verso la quale aveva attirato i Semnoni e i Langobardi.
Preocccupato dalla crescente potenza dei Marcomanni, Augusto aveva incaricato L. Domizio Enobarbo di
tenere d'occhio, dalla Rezia , Narobodo. Domizio aveva accordato la sua protezione agli Ermundui e con il
loro aiuto nel 2 d.C. si era spinto verso il corso medio dell'Eba. La sua mossa però, anzichè scuotere la
potenza dei Marcomanni, l'aveva rafforzata perchè i Semnoni e i Langobardi, minacciati dai Romani, si
erano alleati a Morobodo, il quale era riuscito a mettere in armi un esercito di 70.000 fanti e 4.000 cavalli.
preso Tiberio il comando delle operazioni militari, questi passò il Weser, domò i Cheruschi che si erano
ribellati e pose i suoi quartieri d'inverno ad liso sulla Lippe. Nel 5.d.C. Tiberio marciò contro i cauci che
sottomise e disarmò più volte i Langobardi e raggiunge, sul corso dell'Elaba, la flotta che dal mare aveva
risalito il fiume.
Queste azoni rappresentavano il preludio della campagna che Tiberio aveva in animo di iniziare per fiaccare
la potenza di Marobodo.
Fu l'anno seguente che Tiberio decise di muovere contro i Marcomanni con un esercito di circa 140.000
uomini. Il territorio nemico doveva essere invaso da due parti: il legato Cajo Senzio Sarurnino doveva
muovere da Magonza e, traversando la selva Ercinia, piombare alla sinistra del nemico; Tiberio, rinforzato
dalle truppe che erano di guarnigione nella Pannonia e nell'Illirico, doveva marciare dal sud.
Già Saturnino si era inoltrato nel paese dei Catti e Tiberio aveva passato il Danubio a Carnuntum (una
colonia vicino a Vienna) quando ai Romani giunse improvvisa la notizia che le popolazioni della Pannonia e
della Dalmazia si erano ribellate.
La notizia era gravissima; i cittadini romani erano stati massacrati, gli scarsi presidii uccisi e circa
duecentomila insorti erano in armi alle spalle di Tiberio il quale veniva a trovarsi nella situazione in cui aveva
sperato di ridurre i Marcomanni.
Né solo lui era minacciato. La Macedonia era stata invasa e l'Italia si trovava indifesa con un nemico
ferocissimo a non molta distanza dalle porte dell'impero.
Augusto in Senato disse che in dieci giorni i ribelli sarebbero potuti giungere in vista di Roma e per
fronteggiare il pericolo ordinò leve, richiamò dall'Oriente cinque legioni e si recò a Rimini. Se gli insorti si
fossero messi d'accordo con i Marcomanni la situazione dei Romani sarebbe diventata ancora più grave;
invece Marobodo non seppe trarre profitto dalla condizione in cui si trovavano i suoi nemici e, ricevute
profferte di pace da Tiberio, le accettò, lasciando in questo modo il figliastro di Ottaviano libero di marciare
contro i ribelli.
Le prime operazioni furono di scarsa importanza e mostrarono che se gli insorti erano numerosi, erano però
privi di capitani abili e di una seria organizzazione. Difatti un corpo di esercito dovette ritirarsi sul monte
Claudio all'appressarsi di Tiberio; la XX Legione, sebbene accerchiata da 20.000 nemici, seppe sbaragliarli e
le cinque legioni venute in soccorso dall'Oriente, quantunque accerchiate anch'esse dal nemico e
abbandonate dalla cavalleria ausiliaria, riuscirono ad infliggere una grave sconfitta agli assalitori.
L'anno seguente (8 d.C.) Tiberio iniziò l'offensiva. Sul fiume Bathinus fu combattuta una battaglia decisiva e
la sorte favorì le legioni romane. L'esercito nemico, battuto, depose le armi, ma la sconfitta non pose fine alla
rivolta e Tiberio prima e Marco Lepido, suo legato, poi, per tutto quell'anno e l'anno successivo dovettero
guerreggiare contro un nemico che difendeva accanitamente la propria indipendenza. Ma alla fine la rivolta
venne sanguinosamente domata; il paese fu messo a ferro e fuoco, parte della popolazione fu venduta, il
confine dell'impero fu riportato sul Danubio e Roma già si apprestava a celebrare il trionfo, quando la notizia
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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di un terribile disastro toccato dalle armi romane mutò la gioia in un lutto angosciante: tre legioni erano state
massacrate dall'Elba al Reno dai Germani che erano insorti.
ARMINIO E LA DISFATTA DI VARO
Era preconsole in Germania Publio Quintilio Varo, il quale doveva le cariche a cui era salito più ad una
lontana parentela con Augusto che alla sua capacità. Venuto dalla Siria, dove non aveva dato buona prova
di sé, aveva cominciato ad ordinare ed amministrare la Germania come se fosse una provincia da vecchia
data soggetta a Roma. Senza alcun tatto, anzi duramente, aveva applicato tasse e si era dato a dispensar
giustizia, suscitando un vivo risentimento in quelle popolazioni che non avevano prima mai conosciuto
padroni.
Del malcontento dei Germani, aveva approfittato Arminio, figlio di un principe della regione, giovane audace
ed astuto, che era stato a Roma e, per aver combattuto con Sergio Saturnino contro i Pannoni, si era
procurato la cittadinanza romana e il titolo di cavaliere:
Egli godeva la fiducia di varo e, mentre fingeva di essere fedele ai dominatori, nascostamente si teneva in
contatto con i capi delle tribù consigliandoli di non manifestare i loro propositi di rivolta e di preparare
segretamente le armi.
Ingannato dalla calma apparente delle popolazioni, che egli credeva si fossero rassegnate al giogo romano,
e cedendo ai consigli di Arminio, Quintilio Varo aveva sparso gran parte del suo esercito in piccole
guarnigioni e col resto aveva messo i suoi quartieri d'estate nella regione dei Cheruschi, pericolosa più delle
altre, anche perché a quel popolo apparteneva il suo ambiguo consigliere.
Segeste, un principe germanico la cui figlia era stata rapita da Arminio, aveva informato il proconsole dei
disegni del giovane cherusco, ma Varo non gli aveva prestato fede credendo che le sue parole erano solo
mosse dall'odio.
Il disegno di Arminio aveva cominciato ad essere attuato all'avvicinarsi dell'inverno. Ai primi freddi e alle
prime piogge erano qua e là scoppiate delle rivolte: più grave di tutte quelle dei Catti.
Quintilio Varo, non sospettando di essere tradito, aveva ordinato ai principi germanici che erano con lui di
raccogliere le loro forze armate, poi con solo tre legioni si era mosso dai quartieri estivi verso il paese dei
Catti per domare la ribellione.
Nuovi del paese erano i suoi soldati, germaniche le guide e perciò infedeli. Queste avevano messo l'esercito
di Varo per vie aspre, in terreni paludosi e montani, lungo le quali le truppe erano costrette a marciare in
disordine, e il disordine era accresciuto dai bagagli ingombranti e dalle continue piogge. Spossati dalle
fatiche, bersagliati dalle tempeste, angustiati dalla difficoltà del cammino, i legionari non rappresentavano più
un esercito capace di difendesi da un'orda di barbari durante il viaggio.
I primi nemici erano comparsi il 9 settembre del 9. d.C. Quintilio Varo si trovava allora nell'intricata foresta di
Teutoburgo, tra le sorgenti dell'Amisia (Ems) e della Lippia (Lippe).
da quel giorno erano cominciata la strage. Avviluppati da turbe di numerose di barbari nell'intrigo del bosco,
colti nella marcia disordinata e privi di un capo energico, i Romani avevano lottato disperatamente per tre
giorni e per tre notti; ma di circa 30.000 uomini, quanti erano, solo pochissimi si erano salvati. La cavalleria
comandata da Vala Numonio era stata fatta a pezzi. Quintilio Varo e parecchi ufficiali si erano data la morte
per non cadere vivi nelle mani dei nemici, non pochi erano stati catturati, seviziati e trucidati.
Dopo il macello orrendo di Teutoburgo, le truppe distaccate nelle varie regioni erano cadute in mano dei
Germani, i quali inorgogliti dalla vittoria, erano corsi a dare l'assalto al campo trincerato di Aliso; ma Lucio
Celidio, che comandava la guarnigione, aveva tenuto testa al nemico, poi si era aperta valorosamente la via
tra i barbari ed aveva potuto condurre in salvo le sue schiere fino al Reno.
La testa di Varo era stata spedita a Maroboduo da Arminio, che certo sperava di trarre dalla sua anche il
capo dei Marcomanni, ma questi l'aveva mandata ad Ottaviano a Roma dove era stata sepolta.
le proporzioni del disastro romano sarebbero state maggiori se Lucio Asprenate, giunto in tempo con due
legioni, non avesse salvato alcuni presidi e tenuto a freno le popolazioni alla sinistra del Reno.
Grande fu lo sgomento a Roma alla notizia del disastro di Teutoburgo, Augusto rimandò in segno di lutto i
ludi e le feste e si fece crescere la barba e i capelli; temendo di essere tradito dalla sua guardia personale
germanica, la confinò nelle isole del mar Tirreno e cacciò da Roma i Celti e i Germani che vi si trovavano;
poi cercò di colmare i vuoti prodotti nell'esercito dalla disfatta di Varo e fece estrarre a sorte i tre decimi dei
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cittadini che non avessero oltrepassato il trentacinquesimo anno di età, di cui due decimi vennero costretti a
prestar servizio sotto le armi, l'altro si ebbe l'espropriazione dei beni. Malgrado i suoi sforzi, Ottaviano non
riuscì che a mettere insieme due legioni, che non sarebbero state certamente sifficienti a contenere l'impero
di tutti i popoli del nord, compresi i Pannoni e i Marcomanni, se essi avessero voluto trarre profitto dalla
situazione.
Ma i Germani non sfruttarono la vittoria; anzi, dopo di essersi unite contro il comune nemico, le tribù
tornarono a divedersi e a farsi le solite guerre fra di loro.
Le intenzioni dei Germani però non erano note a Roma e, temendo che i barbari tentassero tutti assieme di
passare il Reneo, e che le popolazioni stanziate sulla sinistra si ribellassero, si credette opportuno mardarvi
un uomo che alla perizia nell'arte della guerra accoppiasse le doti di una consumata politica.
Quest'uomo non poteva essere che TIBERIO, Egli corse sul Reno, ma Augusto, prima che il figliastro
partisse, gli tracciò il programma al quale doveva scrupolosamente attenersi. Nessuna avventura militare
doveva essere tentata oltre il Reno, la cui linea doveva invece essere rafforzata.
Qualcuno ha scritto che Augusto con tali ordini dati a Tiberio rinunziava al dominio dei paesi che tanto
sangue erano costati ai Romani; altri invece credono il contrario e al loro supposizione è corroborata
dall'operato di Tiberio, che, dato l'assetto al paese di qua del Reno il quale venne diviso in due parti Germania superiore e inferiore- passo con le truppe il fiume e costruì sulla riva destra importantissime
fortificazioni.
Queste, non costituivano che teste di ponte, punti cioè di partenza per future operazioni guerresche, le quali
più tardi dovevano essere affidate ad un giovane di grande animo e di grande talento, GERMANICO, figlio di
Druso, che doveva riportare le aquile vittoriose, se non i confini dell'impero, nuovamente al corso dell'Elba.
Fonti:
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
CASSIO DIONE - STORIA ROMANA
PLUTARCO - VITA DI BRUTO
SVETONIO - VITE DEI CESARI
SPINOSA - GIULIO CESARE
UTET - CRONOLOGIA UNIVERSALE
I. CAZZANIGA , ST. LETT. LATINA,
+ BIBLIOTECA DELL'AUTORE
PROSEGUI CON
( PARTE 3 ) * LA FAMIGLIA DI CESARE AUGUSTO
* RITRATTO DI OTTAVIANO - AGRIPPA
* LE MOGLI DI AUGUSTO - TIBERIO E DRUSO
MORTE E TESTAMENTO DI AUGUSTO
( PARTE 4 ) * LA LETTERATURA DELL'ETA' AUGUSTEA
I PROTETTORI DELLE ARTI - GLI ERUDITI - GLI ORATORI
* I DECLAMATORI - * GLI STORICI - LA POESIA
OVIDIO - ORAZIO - VIRGILIO -PROPERZIO
RIASSUNTO ANNI dal 29 a.C al 13 d.C Svetonio Vita di Augusto
"" Che la famiglia Ottavia fosse da lungo tempo la più importante di Velletri risulta, oltre che da altre
circostanze, dal fatto che una volta il più grosso borgo di quella città si chiamava Ottavio.
Augusto stesso scrisse di essere nato di famiglia equestre antica e ricca, nella quale il primo che fosse stato
fatto senatore fu suo padre. Questi sempre fu ricco e godè di buona riputazione, così che mi stupisce che
altri abbia detto di lui che fu usuraio e che si prestava, per danaro, a vantaggio dei candidati al consolato,
distribuendo denari per comperare voti di elettori nella nomina dei magistrati; laddove, essendo egli molto
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ricco, conseguì egli stesso parecchie alte cariche pubbliche, che tenne sempre con grande dignità e
correttamente.
Morendo di morte repentina, lasciò due figliuole ed un figlio, il futuro Augusto, che gli erano nati dalla moglie
Azia, figlia di M. Azio Balbo e di Giulia, sorella di Giulio Cesare.
Augusto nacque sotto il consolato di M. Tullio Cicerone e di Antonio, il 22 settembre (63 a.C.), nella regione
palatina, in un luogo detto Ad capita bubula, dove ora sorge una cappella, eretta in suo onore poco prima
della sua morte. Appena nato fu chiamato Turino, forse perchè era nato poco dopo che suo padre, allora
propretore, aveva riportato, in una località di questo nome, una vittoria sugli ultimi seguaci di Spartaco e di
Catilina. Che egli si chiamasse veramente così, io ne posso dare la prova nel fatto che fui già in possesso di
un suo piccolo ritratto di quand'era fanciullo, su rame, con certe lettere róse dall'ossido e quasi consumate
dal tempo, in cui si legge il detto nome di Turino: ritratto che, donato da me al Principe, è da ,questi tenuto
nella sua camera fra le cose più care. D'altra parte, egli stesso scrisse meravigliarsi che M. Antonio avesse
l'aria di insultarlo chiamandolo col suo nome di Turino. In seguito egli assunse, per il testamento fatto in suo
favore da Cesare, il nome di Caio Cesare, e più tardi quello di Augusto, datogli su proposta di Numazio
Plauco: nome quanto mai magnifico, in quanto anche i luoghi religiosi, nei quali, preso l'augurio, si consacra
qualche cosa, sono detti augusti dal vocabolo auctu (volo degli uccelli).
Orfano di padre sin dall'età di quattro anni, Ottaviano andò, dopo aver presa la toga virile, in Ispagna, dove
allora si combatteva contro i figli di Pompeo, per raggiungervi Cesare; e, quantunque, ancora debole per una
malattia sofferta, tuttavia seppe trarsi d'impaccio, con pochissimi compagni, traverso vie mal sicure, battute
dai nemici: per il che Cesare, considerando il coraggio e la prontezza dimostrata dal giovanetto in quel
viaggio, donde aveva a bene presagire di lui, molto lo lodò e gli pose grande affetto. In seguito Cesare,
avendo in animo di intraprendere la guerra contro i Daci ed i Parti, lo inviò agli studi in Apollonia.
Quando Ottaviano ebbe notizia della morte di Cesare, che lo aveva fatto suo erede, ritornato a Roma,
accettò l'eredità del prozio; poi, attirati a sè tutti i soldati, (prese a contrastare contro Antonio, che si sforzava
di succedere a Cesare nella dittatura; ma, dopo la guerra sostenuta contro M. Antonio attorno a Modena,
come) intese che Antonio, dopo essere fuggito (dalla Gallia Cisalpina), si era unito a M. Lepido, e che gran
parte dell'esercito si volgeva dalla loro parte, senza por tempo in mezzo si staccò dal partito senatorio e si
accordò con Antonio e Lepido, conducendo con questi la guerra contro Bruto e Cassio. Ottenuta vittoria su
di essi, non seppe frenare la sua sete di vendetta; ma., mandata a Roma la testa dì Bruto, perchè fosse
infissa sotto la statua di Cesare, mandò a morte crudele i più onorati e stimati fra coloro che erano stati fatti
prigionieri.
[Dopo la vittoria, mentre Antonio si prendeva cura dell'Oriente, egli attese in Italia a distribuir terre ai veterani
che avevano combattuto per i triumviri : e poi condusse una guerra contro Lucio Antonio, fratello di Marco,
che andava complottando contro di lui; e lo assediò in Perugia, costringendolo ad arrendersi con molti altri.
Scrissero alcuni che di coloro che in Perugia gli si erano resi a discrezione, trecento, appartenenti all'ordine
senatorio ed all'equestre, egli fece uccidere agli Idi di Marzo, sacrificandoli dinanzi all'altare fatto erigere in
onore di Cesare.
[Durante poi un'altra guerra condotta in Sicilia contro Sesto Pompeo, egli richiamò dall'Africa in Sicilia il suo
secondo collega nel triumvirato, M. Lepido, perchè alla testa di venti legioni lo coadiuvasse nella guerra.
Lepido allora, inorgoglito di essere a capo di tante forze, cercò di valersene per conseguire il primo posto nel
triumvirato; ma Ottaviano gli tolse il comando dell'esercito, e lo costrinse ad implorare salva la vita; il che gli
concesse, relegandolo a Cercelli.
In seguito egli ruppe la lega anche con M. Antonio, che era sempre stata molto dubbia ed incerta; e, per
dimostrare al popolo che Antonio aveva mancato ai doveri di buon cittadino, fece aprire e leggere il
testamento che quegli aveva lasciato in Roma, nel quale, fra gli altri suoi eredi, nominava anche i figliuoli di
Cleopatra. Non molto tempo dopo lo vinse per mare presso Azio. Poi, essendo passato a svernare in Samo,
informato che i soldati scelti, da lui mandati a Brindisi dopo la vittoria, s'erano ammutinati, perchè volevano il
congedo e le ricompense promesse, passò anch'egli a Brindisi ed in breve li acquietò. In seguito si recò in
Egitto ed assediò Alessandria, dove si era ritirato Antonio insieme con Cleopatra. Impadronitosi in breve
tempo della città, indusse Antonio, che inutilmente cercava di rappacificarsi con lui, ad uccidersi. Quanto a
Cleopatra, che Ottaviano desiderava vivamente fosse conservata in vita, per ornarne il suo trionfo, si fece
mordere da un aspide. Ottaviano le fece succhiare la ferita da uno Psillo, affinchè ne traesse fuori il sangue
avvelenato, per vedere se fosse possibile salvarla. Morta ciò nonostante Cleopatra, Ottaviano dispose che
ella con Antonio fossero tumulati nello stesso sepolcro, di cui essi stessi avevano cominciata la costruzione.
[Più tardi, divenuto oramai monarca nello Stato romano, sottomise molti popoli in Europa]; ma non mai
mosse guerra ad alcuno senza una giusta e grave ragione e si dimostrò tanto alieno dalla cupidigia di
accrescere l'Impero o di acquistare gloria per forza d'armi che, per evitare ciò, si contentò che alcuni capi di
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barbari, i quali chiedevano pace, giurassero nel tempio di Marte Ultore di mantenersi fedeli alle loro
promesse.
Divulgatasi ovunque la fama della sua modestia e della sua virtù, gli Indiani e gli Sciti, sino a poco tempo
prima conosciuti soltanto di nome, spontaneamente inviarono loro ambasciatori a Roma, per sollecitare
l'alleanza di Augusto e del popolo romano.
Egli inoltre fece per tre volte chiudere il tempio di Giano-Quirino (il quale dalle origini di Roma in poi era
stato chiuso soltanto due volte), avendo egli data pace a tutto il mondo.
I suoi soldati solo due volte furono battuti da nemici, e sempre in Germania: una volta sotto il comando di
Lollio, l'altra di Varo; ma, se nella sconfitta di Lollio fu maggiore la vergogna che il danno, quella di Varo fu
pure di enorme danno, vi perirono ben tre legioni di Romani e lo stesso Varo, con gli ufficiali e tutte le forze
degli alleati, che combattevano sotto il suo comando. Non appena Augusto ne ebbe notizia, diede ordine che
sentinelle vigilassero sulla città di giorno e di notte, onde evitare che il popolo si sollevasse; e d'altra parte
prolungò ai governatori delle province il tempo del loro ufficio, perchè essi, che già conoscevano le province
stesse, potevano saper meglio come impedirvi qualche novità. Infine fece voto a Giove Ottimo e Massimo di
celebrare in suo onore i Giuochi circensi, se le sorti della repubblica si fossero rialzata.
Raccontano che di quella disfatta egli fu così addolorato, che per parecchi mesi si lasciò crescere barba e
capelli, e che talvolta batteva il capo negli stipiti delle porte, gridando: " Oh, Varo, rendimi le mie legioni ! e
che poi sempre, nell'anniversario del giorno in cui era avvenuta la strage, si dimostrò malinconico e dolente.
Due volte Augusto pensò di restituire la libertà ai Romani: dapprima dopo la vittoria su M. Antonio, il quale
molte volte gli aveva rimproverato che per causa sua Roma fosse priva della libertà; la seconda volta
durante un'ostinata malattia. Senonchè, considerato poi che non era bene lasciare il governo in arbitrio ed a
discrezione di molti, risolse di conservarlo. Le sue buone intenzioni del resto appariscono anche da un suo
decreto, nel quale è detto: "Possa io così bene sistemare lo stato romano che mi sia possibile averne la
ricompensa che me ne riprometto, vale a dire di essere giudicato autore di uno stato felice quanto altri mai; e
di potere, morendo, portare con me la speranza che le buone basi della repubblica che io avrò poste si
manterranno e dureranno in perpetuo. E veramente egli si comportò sempre in modo conforme ai suoi
propositi, adoperandosi a che nessuno avesse a dolersi del nuovo regime da lui inaugurato.
Egli adornò pure ed abbellì Roma in modo adeguato alla potenza e grandezza del suo impero, così da
potersi giustamente vantare di lasciare di marmo la città che aveva trovata di mattoni. D'altra parte vi fece
fare tali innovazioni, per le quali essa non dovesse più essere tanto esposta nè al fuoco nè all'inondazione
del Tevere: infatti, dopo avere compartita Roma in regioni e quartieri, istituì in tutta la città dei vigili del fuoco,
notturni e diurni, e, per raffrenare le inondazioni del Tevere, ne allargò il letto e lo fece purgare dai detriti e
sassi che lo ricoprivano. Egli inoltre fece a sue spese lastricare la via Flaminia da Roma sino a Rimini,
mentre la cura delle altre strade pubbliche affidò a quei cittadini che avevano avuto l'onore del trionfo,
affinchè le facessero lastricare col frutto dei loro bottini di guerra. Per tal modo da ogni parte il cammino fu
più facile per chi andava o veniva a Roma.
[Oltre ad avere fatto erigere in Roma grandiosi Fòri e basiliche e numerosi splendidi templi, e portici e teatri,
egli fece pure restaurare i templi antichi rovinati dal tempo o bruciati; ed a questi ed ai nuovi templi da lui
eretti destinò magnifici doni: così fra l'altro donò in una volta sola al tempio di Giove Capitolino sedici mila
libbre d'oro e gioielli e pietre preziose di grandissimo valore.
Avendo poi assunto il Pontificato massimo (il che non aveva mai voluto fare finchè era vissuto Marco Lepido,
che ne era investito) fece raccogliere tutti i libri greci e latini, allora sparsi per Roma (oltre 2000), che
trattavano delle cose future, dovuti ad autori ignoti o poco accreditati, e li fece tutti bruciare, ad eccezione dei
Libri Sibillini, dei quali per altro ordinò pure una cernita, facendo riporre i più importanti, racchiusi in cassette
d'oro, nella base della statua del tempio di Apollo, da lui eretto sul Palatino. Inoltre riordinò e ridusse di
nuovo l'anno a 365 giorni e 6 ore, vale a dire un quarto di giorno, come era già stato stabilito da G. Cesare;
chiamò il mese sestile Augusto, dal suo stesso nome, avendo egli in tal mese conseguito il decemvirato e le
sue più importanti vittorie. Accrebbe il numero e la dignità dei sacerdoti, tenendoli in grande onore. Così,
essendo morta una vergine Vestale e dovendosi scegliere una fanciulla che ne prendesse il posto, poichè
molti si davano d'attorno perchè non toccasse ad alcuna delle proprie figliuole, egli giurò che, se una delle
sue nipoti avesse avuto l'età richiesta, senza dubbio l'avrebbe fatta Vestale.
D'altra parte rimise in onore antiche cerimonie sacre, andate in disuso per negligenza; [ed altre riformò, così
che non si prestassero a licenze e disordini]. Dopo gli Dèi immortali onorò e venerò sopra tutto la memoria
dei grandi generali, per l'opera ed il valore dei quali il dominio di Roma da piccolo era divenuto grandissimo:
pertanto innalzò a ciascuno di loro una statua in abito trionfale nei portici del Fóro da lui edificato.
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E corresse e riformò molte cose che erano allora di pessimo esempio e di danno alla repubblica, le quali,
iniziatesi durante le guerre civili, duravano anche nella pace: [per tal modo liberò la città e i dintorni dai
ladroni che l'infestavano, sciolse le corporazioni che esercitavano un'azione dannosa, riformò
l'amministrazione della giustizia. Riformò pure il Senato, purgandolo dei suoi membri meno degni ed
accrescendo la responsabilità e la dignità di quelli conservati in carica. Curò pure l'organizzazione di solenni
giuochi nel Circo e nell'Anfiteatro, nonchè di una grande naumachia, assegnando ai Senatori, alle Vestali ed
alle diverse categorie di cittadini il posto donde dovevano assistere agli spettacoli.
Poco prima di morire, Augusto, fattosi dare uno specchio, si fece acconciare i capelli ed il viso: poi, fatti
entrare gli amici che desideravano vederlo, chiese loro se egli avesse recitata bene la sua parte nella
commedia della vita, soggiungendo in greco: "Battete dunque le mani ed applaudite all'attore".
Da C. SVETONfO TRANQUILLO,
Vita di Cesare Augusto (Traduzione riassuntiva). (Paravia Ed.)
PROSEGUI CON
( PARTE 1 ) * POLITICA DI AUGUSTO - IL CENSIMENTO
* REVISIONE DEL SENATO - * OTTAVIANO "AUGUSTO"
* LE GALLIE E LA SPAGNA - * L'ESERCITO E LA FLOTTA
( PARTE 2 ) * LEGGI DI AUGUSTO - RELIGIONI - COSTUMI
* GUERRE AI PARTI - GUERRE AI LIGURI
* DRUSO IN GERMANIA - * TIBERIO IN PANNONIA
* RIVOLTE IN PANNONIA - * DISFATTA DI VARO
( PARTE 3 ) * LA FAMIGLIA DI CESARE AUGUSTO
* RITRATTO DI OTTAVIANO - AGRIPPA
* LE MOGLI DI AUGUSTO - TIBERIO E DRUSO
MORTE E TESTAMENTO DI AUGUSTO
( PARTE 4 ) * LA LETTERATURA DELL'ETA' AUGUSTEA
I PROTETTORI DELLE ARTI - GLI ERUDITI - GLI ORATORI
* I DECLAMATORI - * GLI STORICI - LA POESIA
OVIDIO - ORAZIO - VIRGILIO -PROPERZIO
Fonti:
SVETONIO - VITE DEI CESARI
AUGUSTO LA FAMIGLIA DI AUGUSTO
SVETONIO ci ha lasciato dell'aspetto di Augusto una minuziosa descrizione:
" Fu - scrive- di forme leggiadre e bellissime..., nel volto era tranquillo e sereno...; gli occhi chiari e brillanti e
gli piaceva che in essi fosse una certa potenza divina; si rallegrava quando qualcuno, guardandolo fisso,
abbassava il viso quasi compito dal fulgore del sole. I denti le ebbe rari, piccoli e scabri; i capelli lievemente
ricciuti e biondi, le sopracciglia unite, le orecchie di media grandezza, il naso aquilino e appuntito, il colorito
tra il bruno e il chiaro, la statura piccola, ma essa era talmente nascosta dalla regolarità e dalla proporzione
delle membra che non appariva se non quando Augusto si trovava accanto a uno più alto di lui".
Non fu di ottima salute: aveva l'anca e la gamba sinistra deboli, così che spesso zoppicava; l'indice della
destra, per il freddo, sovente gli si intorpidiva ed egli, per potere scrivere, era costretto ad usare un ditale di
corno. Fu afflitto da gravi malattie; durante la guerra cantabrica si trovò in fin di vita e dovette la salvezza ad
Antonio Musa cui più tardi fu innalzata un statua; non poteva sopportare né il caldo né il freddo, non tollerava
il sole, d'inverno portava quattro tuniche sotto la toga, d'estate dormiva in ambienti ventilati, e non usciva mai
a capo scoperto. Benchè cagionevole di salute, egli visse settantasei anni e la sua longevità fu senza dubbio
dovuta alla grande temperanza nel mangiare e nel bere e ai molti riguardi che seppe usare verso se stesso.
la lussuria e la passione del giuoco furono i soli vizi di cui venne accusato; del resto visse modestamente,
non ebbe ville fastose e case di marmo e se diede frequenti e lauti banchetti non fu spinto dal vizio della gola
ma dal desiderio di onorare gli amici o gli ospiti.
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Le amicizie non le contrasse con molta facilità, ma le serbò a lungo: fu giusto, liberale e clemente, specie
negli ultimi anni della sua vita, e coi liberti e con gli schiavi usò larghezza e mitezza.
Non fu un grande capitano né un uomo politico di genio e in altri tempi forse non avrebbe raggiunta la
posizione alla quale pervenne. Gli errori degli altri, specialmente di Antonio, la decadenza della repubblica, il
prestigio del nome furono i fattori principali della sua potenza. Ad essi vanno però aggiunte certe qualità che
in sommo grado ebbe Augusto: la costanza, l'astuzia, la riflessiva freddezza del temperamento e un senso
sviluppatissimo dell'opportunità e della misura.
Egli seppe nascondere la sua ambizione col tenore della sua vita. seppe mettere a servizio del suo partito la
bandiera, la tradizione e la gloria dlla nazione, fece coincidere i suoi interessi con quelli di Roma e all'ombra
della romana grandezza innalzò il proprio prestigio; sostituì la repubblica col principato lasciando di essa
intatte le forme, divenne padrone assoluto dell'impero dando l'illusione di esserne il servitore e il difemsore e
accentrò nelle sue mani il potere non con la violenza, ma con politica scaltra e paziente. I tempi e la fortuna
lo aiutarono molto e non meno della fortuna e dei tempi i suoi collaboratori, fra i quali in prima linea vanno
posti Cilnio Mecenate e Vipsanio Agrippa.
MECENATE apparteneva all'ordine equestre, ma si diceva che discendesse da famiglia reale di origine
etrusca. Egli non ricoprì mai alcuna carica, ma dopo Augusto fu l'uomo più potente di Roma. Uomo
ricchissimo, di vasta cultura e dotato di mente fine e scaltra, i suoi beni e il suo ingegno mise a servizio di
Ottaviano: gli fu prodigo di consigli, fece opera conciliatrice tra lui e Antonio, procurò al suo principe
moltissime amicizie, e verso di lui fece convergere l'attività artistica del suo cenacolo.
AGRIPPA fu l'amico più fedele e il braccio più saldo che avesse Augusto. Fu lui che ridusse all'impotenza
Lucio Antonio, che donò i Galli, gli Asturi, i Cantabri, che ridusse una volta all'obbedienza gli insorti Pannoni,
che portò la sovranità romana sul Bosforo Cimmerio, che debellò Sesto Pompeo a Nauloco e vinse
Marc'Antonio as Azio. Non solo in guerra, ma anche nelle opere di pace fu Agrippa di validissimo aiuto ad
Augusto che egli, difatti, ebbe gran parte nell'abbellimento di Roma, costrui molti edifici pubblici, fece
fabbricare acquedotti, templi e portici, tracciò vie militari, fece il catasto dell'Impero, cooperò al riordinamento
amministrativo dell'Italia e diede vita nuova all'esercito.
Non fu invece Augusto fortunato nella famiglia e invano desiderò un figlio cui potesse lasciare in eredità la
sua potenza e le redini del principato.
Ancora giovinetto si fidanzò con la figlia di Publio Servilio Isaurico, ma nel 43 a.C., formandosi il secondo
triumvirato, sposò CLAUDIA, figlia di Publio Clodio e di Fulvia e figliastra di Marc'Antonio, che era appena in
età di marito. Durante la guerra perugina, provocata da Fulvia e da Lucio Antonio, Ottaviano divorziò dalla
giovanissima moglie e la rimandò alla madre ancora intactam et virginem. Più tardi, per suggellare la pace
con Sesto Pompeo, condusse in matrimonio SCRIBONIA, cognata di questo, e da lei ebbe una figlia,
GIULIA.
Come il primo anche questo secondo matrimonio fu di corta durata. Ottaviano si era invaghito di LIVIA
DRUSILLA e, per poterla sposare ripudiò Scribonia. Livia, figlia di Marco Livio Druso Calaudiano, morto a
Filippi, era andata sposa a quindici anni allo zio materno Tiberio Claudio Nerone.
Da lui - Livia- aveva avuto un figlio, TIBERIO, e un altro ne aspettava quando Ottaviano la costrinse a
divorziare frettolosamente dal marito e la prese in moglie. Nella casa di Augusto, dopo tre mesi, essa diede
alla luce il secondo figlio, DRUSO, e dell'uno e dell'altro, morto il padre, fu tutore Ottaviano.
Non avendo da questo nuovo matrimonio avuto nessun figlio, Livia desiderava che i figli del primo marito
succedessero ad AUgusto; questi invece voleva che la successione fosse raccolta da un membro della
stirpe Giulia, di quella stirpe che Cesare aveva affermato essere discesa da numi e da re e che aveva
saputo acquistarsi in Roma il predominio e gettare le basi della monarchia.
In mancanza di eredi di sesso maschile, Augusto aveva designato come suo successore MARCO CLAUDIO
MARCELLO, nato nel 41 a.C. da Cajo Claudio Marcello e da Ottavia sua sorella. Nel 25 a.C., quando
Marcello aveva appena sedici anni, gli fece sposare la figlia sua Giulia che toccava allora il quattordicesimo
anno di età prima del termine legale.
Gli onori concessi a Marcello furono causa di dissapori tra questo e Vipsanio Agrippa, suo cognato per avere
sposata Marcella, figlia di Ottavia. Agrippa si fece dare una carica in Oriente e si ritirò a Mitilene.
Il matrimonio di Marcello con Giulia non durò a lungo. Giulia era tanto bella quanto perversa. Di costumi
corrotti, non curandosi dei doveri di moglie, era dedita al libertinaggio più sfacciato e la sua condotta influì
certamente sulla salute del marito, il quale due anni dopo le nozze, nel 23 a.C., trovandosi a Baia si ammalò
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e improvvisamente in meno di due mesi morì all'età di venti anni. Si vuole che alla morte di Marcello non
fosse estranea Livia Drusilla, la quale non nutriva affetto per quel giovane che era un serio ostacolo
all'avvenire di Tiberio e di Druso.
Augusto pianse la fine immatura del genero e poichè era pentito del trattamento usato al suo fedele Agrippa,
lo volle presso di sé, gli affidò il suo sigillo e per tutto il tempo che fu ammalato si fece da lui sostituire. Più
tardi, nel 33 trovandosi Augusto in Oriente ed essendo a Roma scoppiate delle sommosse, per mediazione
di Mecenate, si rappacificò completamente con Agrippa e lo mandò a sedare i tumulti nella capitale; poi lo
convinse a divorziare da Marcella, e volle che sposasse GIULIA.
Nel 19 a.C. Augusto dichiarò Agrippa suo erede e lo associò nella potestà tribunicia.
Dal matrimonio di Agrippa con Giulia nacquero cinque figli, tre maschi e due femmine: Cajio, Lucio, Giulia,
Agrippina e Agrippa Postumo. Quest'ultimo nacque dopo la morte del padre; i primi due furono adottati da
Augusto nel 18 . a.C.
Sebbene coronato da tanti figli, quello di Agrippa non fu un matrimonio felice: Se Giulia era stata infedele a
Marcello malgrado la gioventù e la bellezza di lui, nessuna meraviglia che non si mantenesse fedele a un
uomo come Agrippa, molto avanti negli anni, mentre lei era giovanissima e del fiore della bellezza. Molti
erano i suoi amanti e correva sulla bocca di tutti i loro nomi. Fra quelli che avevano goduto i favori di lei, di
nobile e di volgare famiglia, si citavano Giulio Antonio, figlio di Fulvia e del triumviro Marc'Antonio, Quinto
Crispino, Appio Claudio e uno Scipione.
Intanto Livia pensava ai suoi figli, i quali vivendo nella casa di Augusto, godevano la stima del SEnato e del
popolo. A 18 anni Tiberio veniva fatto questore e cinque anni dopo a 23 anni pretore e a 27 gli veniva
affidato il comando della guerra contro la Rezia e la Vindelicia.
Nel 12 a.C. all'età di 51 anni, moriva in Campania Vipsanio Agrippa. Egli lasciava ad Augusto la penisola di
Gallipoli, che era di suo possesso, e al popolo i bagni e i giardini.
L'anno dopo nell'11, si spegneva anche sua sorella Ottavia, due anni dopo nel 9 prematuramente in
Germania moriva Druso, che Augusto amava tanto, e l'anno dopo Mecenate. Più dolorosa di tutte per
Augusto era stata la perdita di Agrippa avvenuta quando, per la guerra contro i Pannoni, era necessario il
braccio e il senno del grande generale. A sostituire Agrippa, Augusto scelse Tiberio e, consigliato forse da
Livia, l'anno dopo "volle" che lui sposasse Giulia, la due volte vedova, di Marcello e di Agrippa.
Ma Tiberio era già marito di Vipsania Agrippa, figlia appunto di Agrippa e di Marcella, da cui aveva avuto un
figlio, anche lui di nome Druso. Tiberio amava teneramente la moglie e ne era riamato; inoltre conosceva
benissimo la corrotta Giulia e disprezzava la figlia di Augusto. Ma dovette cedere alla sua volontà, così
divorziato dalla moglie, si adattò a sposare la due volte vedova Giulia.
Fu un matrimonio disgraziatissimo, da cui nacque un figlio che morì poco tempo dopo. Giulia non amava di
certo il marito, anzi nutriva per lui un vivo disprezzo sia perché lo considerava di stirpe inferiore alla sua, sia
perché credeva di essere stata sposata dal padre solo per tornaconto.
ma non minore era il disprezzo che Tiberio nutriva per la moglie, donna superba e sfrenatamente corrotta.
Anzi questo disprezzo contribuiva ad aumentare l'affetto che nutriva per la moglie che aveva ripudiata.
Tuttavia i primi anni di questo disgraziato matrimonio trascorsero in una relativa quiete anche perchè fino al
7 a.C. Tiberio assorbito dalle guerre contro i Germani, i Pannoni e gli Illirici non era mai a casa, ma terminate
queste, comprese pienamente quale sbaglio avesse commesso sposando Giulia. Neppure per le sue
ambizioni politiche quell'unione gli era stata di giovamento.
Augusto, difatti, preferiva a lui i due nipoti Cajio e Lucio e in cuor suo li aveva designati alla successione.
Tutti, in Roma e fuori, li consideravano eredi di Ottaviano, i cavalieri avevano loro dato il titolo di principi della
gioventù: all'età di quindici anni, veniva ad essi accordato il diritto di assistere alle sedute del Senato e i
comizi li eleggevano consoli da entrare in carica cinque anni dopo.
Malvisto da Cajio e da Lucio, ma giustamente apprezzato da Augusto per i servigi resi all'impero, mal
sopportando il disonore di cui la mogie lo ricopriva, adducendo il pretesto di essere stanco e di non volere
essere d'impaccio ai suoi rivali nella carriera politica, Tiberio decise di allontanarsi da Roma.
Auguusto fece ogni sforzo per non farlo partire: lo associò nella potestà tribunicia malgrado le ostilità dei due
nipoti, si lagnò in Senato della decisione del figliastro e, quando vide che lui era risoluto ad andarsene, lo
incaricò di mettere in assetto l'Armenia, che allora svolgeva una politica antiromana; ma Tiberio rifiutò il
mandato e, poiché il principe non voleva lasciarlo partire, fece uno sciopero della fame. Allora Augusto gli
concesse la licenza di andarsene e Tiberio si recò a Rodi, dove visse come privato cittadino fino al 2 d.C.
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Rimasta libera per la lontananza del marito, Giulia non conobbe più freni. Si dice che ella si vantasse
pubblicamente della sua condotta ed imitando gli avvocati, che avevano il costume di appendere alla statua
di Marsia nel Foro una corona ogni volta che vincevano una causa, solesse appendere alla medesima effige
tante corone quante erano le colpe da lei commesse.
Lo scandalo era giunto a tal punto che non si poteva lasciare impunito senza disdoro della casa imperiale.
Degli amici aprirono gli occhi ad Augusto sulla condotta della figlia. Egli forse le avrebbe perdonato poiché in
parte era lui il responsabile delle colpevole vita di Giulia, lui, che ripudiando Scribonia, aveva lasciata la figlia
senza la guida di una madre, lui che per i suoi disegni, senza interrogare il cuore della figlia, le aveva imposti
tre mariti, e le aveva fornito esempi non edificanti di castigati costumi. Ma non poteva, egli che la riforma dei
costumi propugnava, chiudere gli occhi sulle colpe gravissime di una donna della sua famiglia. Fu costretto
quindi a punire severissimamente la figlia e la punizione estese a tutti coloro che avevano infangato il suo
nome. Sempronio Gracco, uno dei noti amanti di Giulia, venne relegato nell'isola di Cercina dove più tardi
Tiberio lo fece uccidere; Giulio Antonio perì sotto l'accusa di cospirazione, Claudio e Crispino furono esiliati.
Augusto prima pensò di punire la figlia con la morte, poi, commosso forse dai pianti di lei e dalle preghiere
dei nipoti, la cacciò dalla casa imperiale e la relego a Pandataria (isola di Venotene). Al Senato comunicò le
decisioni prese per mezzo di una lettera e per parecchio tempo, vergognandosi, non uscì di casa. Si narra
che, essendosi impiccata una liberta di nome Febe, complice delle orge di Giulia, Augusto dicesse che
avrebbe preferito essere padre di quella anziché di questa.
A Giulia proibì nell'esilio il vino ed ogni abito di lusso e vietò che fosse avvicinata da uomini, sia liberi che
schiavi, senza il suo permesso. Avendo saputo che si tentava di liberarla, dopo cinque anni la fece trasferire
a Reggio, nella Calabria, e mitigò un po' le sue condizioni, ma non volle mai farle grazia malgrado le
preghiere - di certo insincere- di Tiberio e quelle calorose del popolo.
Del castigo alla moglie, nessun beneficio ritrasse però Tiberio. Augusto continuò a colmare di favori i suoi
due nipoti, dei quali Cajio fu mandato come preconsole in Oriente, dove la sua presenza fu di gran
giovamento all'Impero.
Non ritenendosi più sicuro a Rodi per la vicinanza del rivale, Tiberio, aiutato dalla madre, ottenne di poter
tornare a Roma a patto però che non facesse della politica.
Quell'anno (2 d.C.) a Marsiglia, mentre si recava in Spagna, moriva Lucio, il secondo dei figli di Giulia ed
Agrippa. A Roma si sospettò che a questa morte non fosse estranea Livia Drusilla, e gli stessi sospetti
furono elevati quando, diciotto mesi dopo, giunse la notizia che anche Cajio era morto in Licia.
La fine dei due giovani giovò molto a Tiberio. Augusto era vecchio e sentiva il bisogno di affidare le redini del
principato a mani esperte. Egli aveva, sì, in casa sua Agrippa Postumo e Germanico, figlio di Druso, ma il
primo era appena sedicenne e diciottenne era il secondo. Non gli restava che di accostarsi a Tiberio.
Nel giugno del 4 d.C. adottò Tiberio, ma nello stesso tempo adottò Agrippa Postumo ed obbligò Tiberio ad
adottare Germanico, nato dall'unione di Druso e di Antonia, figlia di Ottavia, sorella di Augusto, e del
triumviro Marc'Antonio. Più tardi (5 d.C.) Augusto fece sposare Germanico, nel quale aveva riposto tutte le
sue speranze, con Vipsania Agrippina, la minore delle figlie di Agrippa avute con Giulia. Ora gli eredi di
Augusto erano due: Tiberio ed Agrippa Postumo, e forse avrebbe quest'ultimo raccolta la successione se il
principe, mal tollerando il carattere volgare e crudele di lui, non lo avesse relegato nell'isola di Pianosa (nel 7
d. C.).
Un anno dopo, la nipote Giulia, seguendo la sorte della madre e del fratello, veniva confinata in una isoletta
dell'Adriatico (nelle Tremiti) per la sua (buon sangue di madre non mentiva) vita scostumata e per i suoi
rapporti scandalosi col giovane patrizio Silano.
In questo medesimo anno (8 d.C.) il poeta Orazio prendeva la via dell'esilio e andava a Tomi (Custenge)
sulla costa del Mar Nero, dove nove anni dopo doveva morire. Con l'esilio in questo lontanissimo paese,
dicesi che Augusto punisse il poeta perchè con la sua Ars amatoria si era fatto "maestro di osceno
adulterio". Forse però altri motivi, di carattere intimo, spinsero il principe ad ordinare l'allontanamento di
Ovidio da Roma. Questi dovette essere a parte di qualche turpe segreto riguardante la condotta di Giulia la
giovane, come alcuni suoi versi ci fanno sospettare. Egli difatti, in una elegia dei Tristia scrive: " "Perché io
vidi una cosa? Perché i miei occhi si resero rei? perché la mia imprudenza scopriva una colpa? Atteone vide
nuda Diana: egli non sapeva, eppure fu dilaniato dai cani. E' giusto! la colpa, anche se casuale e l'offesa
sono per i primi numi di un delitto e si devono scontare. Il giorno in cui il funesto errore mi travolse una casa
fu rovinata, piccola ma nobile e decorosa...Non decreto del Senato, non sentenza di giudice mi ha imposto
l'esilio: la tua invettiva e un semplice editto di relegazione, mite in apparenza ma crudele nella sostanza, ha
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vendicate tutte le tue offese. Relegato, sono detto, non esule: le parole del tuo editto sono state invece miti
nel qualificare la mia disgrazia!"
Con l'esilio di Agrippa Postumo. Tiberio si assicurava la successione ed Augusto vedeva crollare la
speranza, così tenacemente vagheggiata, di dare in eredità il principato ai discendenti della stirpe Giulia.
LA MORTE DI AUGUSTO
Nel 13 d.C. Tiberio celebrò a Roma il suo trionfo sui Pannoni. Augusto gli rinnovò per un tempo indefinito la
potestas tribunicia e concesse al figlio di lui Druso la facoltà di chiedere il consolato prima della pretura.
Augusto toccava il settantacinquesimo anno di età. Sentendosi vicino a morire scrisse le sue memorie
esponendo i casi della sua vita, elencando gli onori ricevuti e le cariche e le spese fatte per l'amministrazione
dello Stato, le enumerazioni da lui compiute in guerra e in pace (Index rerum gestarum)
Nell'estate del 14 d.C., dovendo Tiberio compiere un viaggio nell'Illiria, decise di accompagnarlo fino a
Benevento. Molti che avevano cause in corso cercarono di trattenerlo affinché pronunziasse le sentenze; ma
Augusto volle partire ad ogni costo.
Recatosi ad Astura, ne ripartì di notte per approfittare del vento. Sulla nave fu colto da disturbi di ventre. Per
quattro giorni dimorò a Capri, poi partì alla volta di Napoli tormentato sempre da dolori intestinali, che però
non gli impedirono di assistere ai ludi istituiti in onor suo. Da Napoli andò con Tiberio a Benevento e qui di
divise dal figliastro
Durante il viaggio di ritorno la sua malattia si aggravò ed egli fu costretto a fermarsi a Nola. Alcuni cronisti
dicono che fece chiamare Tiberio d'urgenza e che si intrattenne con lui segretamente a colloquio; mentre
altri scrissero che Tiberio giunse dopo la morte di Augusto.
Scrive SVETONIO: " Il giorno della sua morte chiese più volte se, per causa sua, ci fosse tanta agitazione tra
il popolo, si fece dare uno specchio, accomodare i capelli e sostenere le mascelle che già cadevano. Fatti
entrare gli amici, chiese loro se credessero che egli avesse rappresentata bene la commedia della vita, e
aggiunse in greco: "se siete contenti applaudite battendo le mani" poscia, licenziati tutti, mentre chiedeva ad
alcuni, venuti da Roma, notizie della figlia di Druso, ammalata, improvvisamente spirò tra le braccia di Livia
mormorando: "Livia, vivi ricordando la nostra unione; addio!". Mor^ dolcemente come aveva sempre
desiderato".
Causa della malattia che condusse Augusto al sepolcro fu -secondo alcuni- Livia Drusilla, la quale
sospettando che il marito volesse richiamare Agrippa Postumo dall'esilio, avrebbe dato da mangiare al
principe dei fichi avvelenati.
Augusto morì il 19 agosto del 14 d. C.. La salma fu trasportata dai soldati a Boville donde i cavalieri la
portarono a Roma e la collocarono nel vestibolo della sua casa.
Augusto aveva fatto il testamento il 3 aprile dell'anno prima e lo aveva depositato presso le vestali.
Venne letto in Senato. Augusto lasciava un terzo delle sue sostanze a Tiberio, un terzo a Livia, un terzo a
Druso figlio di Tiberio e il resto a Germanico e ai tre figli maschi di lui. Lasciava inoltre quaranta milioni di
sesterzi al popolo romano, tre milioni e cinquecentomila sesterzi alle tribù latine, mille a testa ai pretoriani,
cinquecento ai soldati delle coorti urbane, trecento ai legionari. Queste somme dovevano essere pagate
subito avendole il testatore messe da parte.
Altri legati, alcuni dei quali dell'importo di venti sesterzi, dovevano essere pagati entro un anno. Vietava
infine che le due Giulie, morendo, venissero sepolte nel suo mausoleo.
letto il testamento, si pensò ai funerali. Alcuni volevano che il corteo funebre, preceduto dalla statua della
Vittoria che era al Senato, passasse dalla porta trionfale , seguito dai giovani nobili di ambo i sessi che
dovevano cantare inni; altri volevano che nel giorno dei funerali si portassero anelli di ferro anzichè d'oro;
altri infine che le sue ossa fossero raccolte dai pontefici dei collegi superiori. Alcuni proposero che si desse il
nome di Augusto anche al mese di settembre in cui il principe era nato (che allora era il settimo mese, oltre
aver già dato nome di Agosto al sesto mese). E altri proposero che fosse chiamato secolo di Augusto tutto il
tempo trascorso dalla nascita alla morte di lui e con tale nome consacrato nei Fasti.
Ma fu messo un limite agli onori. L'elogio dell'estinto fu fatto da Tiberio davanti al tempio del Divo Giulio e da
Druso davanti ai rostri del Foro. La salma fu portata nel Campo Marzio e qui venne arsa, poi le ceneri furono
raccolte dai cavalieri e deposte nel mausoleo, che Augusto, durante il suo sesto consolato, aveva fatto
costruire tra la via Flaminia e il Tevere.
Dopo la sua morte, poeti, eruditi, oratori, declamatori e gli storici esaltarono con le loro odi e le loro storie lo
splendore e la grandezza universale di Augusto e la Città Eterna che aveva creato.
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Nessuno pensò minimamente di ripristinare il governo repubblicano. la Repubblica era morta per sempre, e
il Principato ormai aveva per sempre posto salde radici.
Nè vi fu alcuno che non pensasse a Tiberio come successore di Augusto. Anche se Tiberio aveva non pochi
nemici in Roma.
Tiberio aveva 56 anni, e anche lui quando ci fu l'assemblea per la proclamazione ufficiale, si lasciò pregare
dagli amici, e dall'insistenza dei senatori, prima di accettare, che era -disse- quella di Imperatore una carica
gravosa, e quasi lagnandosi della carica che gli veniva imposta, la accettò, ma aggiunse che era una carica
dura e che l'Impero era una cattiva bestia.
E non aveva torto. Appena eletto fra le truppe stanziate ai confini ebbero luogo gravissime sedizioni che
misero in serio pericolo il principato.
Ma questo lo narreremo nelle prossime pagine ANNO PER ANNO IN CRONO oppure nel Riassunto
DELL'ANNO 14-37 - IL PRINCIPATO DI TIBERIO
Fonti:
PAOLO GIUDICI - STORIA D'ITALIA
APPIANO - BELL. CIV. STORIA ROMANA
CASSIO DIONE - STORIA ROMANA
PLUTARCO - VITA DI BRUTO
SVETONIO - VITE DEI CESARI
SPINOSA - GIULIO CESARE
UTET - CRONOLOGIA UNIVERSALE
I. CAZZANIGA , ST. LETT. LATINA,
+ BIBLIOTECA DELL'AUTORE
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Augusto, Cesare Ottaviano
Cenni biografici
Opere
Per testimonianza di Svetonio A. scrisse parecchie opere in prosa di vario argomento,
Tra queste:
Risposte a Bruto intorno a Catone,
Le esortazioni alla filosofia.
Un'opera sulla Propria vita, che espose in tredici libri, ma solo fino alla guerra Cantabrica e non
oltre.
Scrisse anche qualcosa in poesia: un libro in esametri sulla Sicilia; uno ugualmente breve di
Epigrammi.
Distrusse anche una tragedia.
Res Gestae divi Augusti
Iscrizione funebre che Augusto compose per il proprio sepolcro, conservata in copia, doppia
redazione latina e greca, su un tempio ad Augusto di Ankyra (Ankara).
Il testo è stato restituito nella sua integrità dalla collazione delle tre epigrafi del Monumentum
Anchiranum (in versione latina e greca), del Monumentum Apolloniense (in versione solo greca) e
di exemplaria sui pilastri bronzei davanti il mausoleo di Augusto a Roma.
35 capitoletti più un’ Appendix, probabilmente indirizzata ai provinciali, con esplicito riferimento alle
donazioni fatte ai provinciali.
Il testo è in prima persona, ad eccezione per l’intestazione e l’appendice. Nella stessa linea vanno
viste tutte le espressioni tese a sottolineare la novità assoluta nella storia di Roma di specifici fatti
attribuibili ad Augusto. Enfatizzati anche i fatti in cui Augusto agisce da “privato”.
Il testo è affermazione dell’auctoritas di Augusto nel suo valore più pragmatico, senza volontà di
legittimazione giuridica.
E’ consapevolezza di una autorità che deriva dall’assenza oggettiva di rivali, che si traduce di fatto
nell’essere signore incontrastato dell’impero. Pari per potestas ad altri magistrati suoi colleghi,
Augusto è superiore a tutti essi per auctoritas.
“La cosa più autoritaria delle Res Gestae è il loro stile, atticista e lapidario” Canali
.
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Testi e testimonianze
Mart., 11,20,1
Caesaris Augusti lascivos, livide, versus
Sex lege, qui tristis verba latina legis:
'Quod futuit Glaphyran Antonius, hanc mihi poenam
Fulvia constituit, se quoque uti futuam.
Fulviam ego ut futuam? quid si me Manius oret
Pedicem, faciam? non puto, si sapiam.
"Aut futue, aut pugnemus" ait. Quid, quod mihi vita
Carior est ipsa mentula? Signa canant!'
Absolvis lepidos nimirum, Auguste, libellos,
Qui scis Romana simplicitate loqui.
Tu che ti intristisci a leggere alcune parole latine, leggi, invidioso, i sei versi osceni di Cesare
Augusto: «Antonio scopa Glafira: Fulvia mi ha condannato a questa pena, a scopare anche lei.
Io scopare Fulvia? Se Manio mi chiedesse di incularlo, lo farei, forse? Non credo proprio, non sono
mica scemo. Fulvia dice: "O mi scopi o facciamo a botte". Preferisco il cazzo alla mia vita. Suonate
il gong!». Augusto, tu assolvi i miei libri spiritosi, tu che sai parlare con la semplicità romana.
Trad. S. Beta
Vell., 2, 36
Iam paene superuacaneum uideri potest eminentium ingeniorum notare tempora. Quis enim ignorat
diremptos gradibus aetatis floruisse hoc tempore Ciceronem, Hortensium, anteque Crassum, Cottam,
Sulpicium, moxque Brutum, Calidium, Caelium, Caluum et proximum Ciceroni Caesarem, eorumque uelut
alumnos, Coruinum ac Pollionem Asinum, aemulumque Thucydidis Sallustium, auctoresque carminum Varronem ac Lucretium neque ullo in suspecti operis sui carmine minorem Catullum? Paene stulta est
inhaerentium oculis ingeniorum enumeratio, inter quae maxime nostri aeui eminent princeps carminum
Vergilius, Rabiriusque et consecutus Sallustium Liuius, Tibullusque et Naso, perfectissimi in forma operis sui;
nam uiuorum ut magna admiratio, ita censura difficilis est.
…
Chi infatti ignora che fiorirono in questi anni, separati solo da qualche differenza d’età, Cicerone,
Ortensio, e poco prima Crasso, Catone, Sulpicio, e poco appresso Bruto, Calidio, Celio, Calvo, e
Cesare che più di ogni altro si avvicina a Cicerone; poi Corvino e Asinio Pollione, quasi loro alunni,
e Sallustio emulo di Tucidide, ed i poeti Varrone e Lucrezio, e Catullo a nessuno inferiore nel
genere di poesia da lui prescelto?
Riuscirebbe poi quasi irragionevole l’enumerazione dei grandi scrittori di cui abbiamo ancora viva
negli occhi l‘immagine: tra loro fanno spicco il principe dei poeti della nostra età, Virgilio, e Rabirio,
e Livio succeduto a Sallustio, e Tibullo, e Nasone, tutti perfetti nel genere delle loro opere. Quanto
ai viventi, per grande che sia l’ammirazione, è difficile un giudizio.
Trad. L. Agnes, Torino, Utet, 1969.
Suet., Aug., 84-89
Eloquentiam studiaque liberalia ab aetate prima et cupide et laboriosissime exercuit. Mutinensi bello in tanta
mole rerum et legisse et scripsisse et declamasse cotidie traditur. nam deinceps neque in senatu neque
apud populum neque apud milites locutus est umquam nisi meditata et composita oratione, quamuis non
deficeretur ad subita extemporali facultate. ac ne periculum memoriae adiret aut in ediscendo tempus
absumeret, instituit recitare omnia. sermones quoque cum singulis atque etiam cum Liuia sua grauiores non
nisi scriptos et e libello habebat, ne plus minusue loqueretur ex tempore. pronuntiabat dulci et proprio
quodam oris sono dabatque assidue phonasco operam; sed nonnumquam infirmatis faucibus praeconis
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uoce ad populum contionatus est. Multa uarii generis prosa oratione composuit, ex quibus nonnulla in coetu
familiarium uelut in auditorio recitauit, sicut 'rescripta Bruto de Catone,' quae uolumina cum iam senior ex
magna parte legisset, fatigatus Tiberio tradidit perlegenda; item 'hortationes ad philosophiam,' et aliqua 'de
uita sua,' quam tredecim libris Cantabrico tenus bello nec ultra exposuit. poetica summatim attigit. unus liber
extat scriptus ab eo hexametris uersibus, cuius et argumentum et titulus est 'Sicilia'; extat alter aeque
modicus 'epigrammatum,' quae fere tempore balinei meditabatur. nam tragoediam magno impetu exorsus,
non succedenti stilo, aboleuit quaerentibusque amicis, quidnam Aiax ageret, respondit Aiacem suum in
spongiam incubuisse.
Genus eloquendi secutus est elegans et temperatum uitatis sententiarum ineptiis atque concinnitate et
'reconditorum uerborum,' ut ipse dicit, 'fetoribus'; praecipuamque curam duxit sensum animi quam
apertissime exprimere. quod quo facilius efficeret aut necubi lectorem uel auditorem obturbaret ac moraretur,
neque praepositiones urbibus addere neque coniunctiones saepius iterare dubitauit, quae detractae afferunt
aliquid obscuritatis, etsi gratiam augent. cacozelos et antiquarios, ut diuerso genere uitiosos, pari fastidio
spreuit exagitabatque nonnumquam; in primis Maecenatem suum, cuius 'myrobrechis,' ut ait, 'cincinnos'
usque quaque persequitur et imitando per iocum irridet. sed nec Tiberio parcit et exoletas interdum et
reconditas uoces aucupanti. M. quidem Antonium ut insanum increpat, quasi ea scribentem, quae mirentur
potius homines quam intellegant; deinde ludens malum et inconstans in eligendo genere dicendi ingenium
eius, addit haec: 'tuque dubitas, Cimberne Annius an Veranius Flaccus imitandi sint tibi, ita ut uerbis, quae
Crispus Sallustius excerpsit ex Originibus Catonis, utaris? an potius Asiaticorum oratorum inani[bu]s
sententiis uerborum uolubilitas in nostrum sermonem transferenda?' et quadam epistula Agrippinae neptis
ingenium conlaudans: 'sed opus est,' inquit, 'dare te operam, ne moleste scribas et loquaris.'
Cotidiano sermone quaedam frequentius et notabiliter usurpasse eum, litterae ipsius autographae ostentant,
in quibus identidem, cum aliquos numquam soluturos significare uult, 'ad Kalendas Graecas soluturos' ait; et
cum hortatur ferenda esse praesentia, qualiacumque sint: 'contenti simus hoc Catone'; et ad exprimendam
festinatae rei uelocitatem: 'celerius quam asparagi cocuntur.' ponit assidue et pro stulto 'baceolum apud
pullum pulleiaceum' et pro cerrito 'uacerrosum' et 'uapide' se habere pro male et 'betizare' pro languere,
quod uulgo 'lachanizare' dicitur; item 'simus' pro sumus et 'domos' genetiuo casu singulari pro domuos. nec
umquam aliter haec duo, ne quis mendam magis quam consuetudinem putet.
Notaui et in chirographo eius illa praecipue: non diuidit uerba nec ab extrema parte uersuum abundantis
litteras in alterum transfert, sed ibidem statim subicit circumducitque. orthographiam, id est formulam
rationemque scribendi a grammaticis institutam, non adeo custodi[i]t ac uidetur eorum potius sequi
opinionem, qui perinde scribendum ac loquamur existiment. nam quod saepe non litteras modo sed syllabas
aut permutat aut praeterit, communis hominum error est. nec ego id notarem, nisi mihi mirum uideretur
tradidisse aliquos, legato eum consulari successorem dedisse ut rudi et indocto, cuius manu 'ixi' pro ipsi
scriptum animaduerterit. quotiens autem per notas scribit, B pro A, C pro B ac deinceps eadem ratione
sequentis litteras ponit; pro X autem duplex A. Ne Graecarum quidem disciplinarum leuiore studio tenebatur.
in quibus et ipsis praestabat largiter magistro dicendi usus Apollodoro Pergameno, quem iam grandem natu
Apolloniam quoque secum ab urbe iuuenis adhuc eduxerat, deinde eruditione etiam uaria repletus [s]per
Arei philosophi filiorumque eius Dionysi et Nicanoris contubernium; non tamen ut aut loqueretur expedite aut
componere aliquid auderet; nam et si quid res exigeret, Latine formabat uertendumque alii dabat. sed plane
poematum quoque non imperitus, delectabatur etiam comoedia ueteri et saepe eam exhibuit spectaculis
publicis. In euoluendis utriusque linguae auctoribus nihil aeque sectabatur, quam praecepta et exempla
publice uel priuatim salubria, eaque ad uerbum excerpta aut ad domesticos aut ad exercituum
prouinciarumque rectores aut ad urbis magistratus plerumque mittebat, prout quique monitione indigerent.
etiam libros totos et senatui recitauit et populo notos per edictum saepe fecit, ut orationes Q. Metelli 'de prole
augenda' et Rutili 'de modo aedificiorum,' quo magis persuaderet utramque rem non a se primo
animaduersam, sed antiquis iam tunc curae fuisse.
Ingenia saeculi sui omnibus modis fouit. recitantis et benigne et patienter audiit, nec tantum carmina et
historias, sed et orationes et dialogos. componi tamen aliquid de se nisi et serio et a praestantissimis
offendebatur, admonebatque praetores ne paterentur nomen suum commissionibus obsolefieri.
LXXXIV. Fin dalla prima età coltivò con molta passione e molto studio l'eloquenza e le arti liberali.
Si dice che, durante la guerra di Modena, in mezzo a una così vasta mole di responsabilità e di
incarichi, ogni giorno abbia continuato a leggere, a scrivere e a declamare. Da quell'epoca, infatti,
non parlò mai né al Senato né al popolo né ai soldati senza avere prima meditato e scritto il suo
discorso, benché non gli mancasse la facoltà di improvvisare ogni volta che se ne presentasse la
necessità. Per non correre il rischio di falli di memoria, e per non perdere tempo a mandarli a
mente, prese l'abitudine di leggere tutti ì suoi discorsi.
Anche con le singole persone, e perfino con Livia. non si intratteneva mai su argomenti importanti
senza avere preso prima degli appunti, per non essere tentato di parlare più o meno del
necessario, nel caso in cui non si fosse preparato. Aveva un tono di voce dolce e personalissimo,
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e si teneva in continuo esercizio con il maestro di declamazione; non di rado, tuttavia, soffrendo di
mal di gola, arringò il popolo a mezzo del banditore.
LXXXV. Scrisse in prosa parecchie opere di vario argomento, e, in qualche caso, ne diede
lettura,agli amici, come a un uditorio. Così per le Risposte a Bruto intorno a Catone, che lesse in
gran parte da vecchio e di cui poi,sentendosi stanco, passò i volumi a Tiberio, perché ne
terminasse la lettura. Scrisse anche Le esortazioni alla filosofia e un'opera sulla Propria vita, che
espose in tredici libri, ma solo fino alla guerra cantabrica e non oltre. Scrisse anche qualcosa in
poesia: ci rimane di lui un libro in esametri sulla Sicilia; ne esiste anche uno ugualmente breve di
Epigrammi, che per lo più meditava mentre era in bagno. Distrusse anche una tragedia, che aveva
cominciato con grande ardore, perché non era soddisfatto dello stile, e avendogli chiesto gli amici
che cosa fosse successo dell'Aiace, rispose: "Il mio Aiace si è gettato sulla spugna!".
LXXXVI. Aveva uno stile elegante e piano, che evitava i concetti futili e artificiosi e, come dice egli
stesso, "il puzzo delle parole difficili".
Faceva particolarmente attenzione a esprimere nel modo più chiaro il proprio pensiero. Per
raggiungere questo scopo più facilmente e per non infastidire o non stancare il lettore o chi lo
stava ascoltando, non esitava a premettere preposizioni ai nomi di città e a ripetere spesso le
congiunzioni, che quando vengono omesse rendono oscuro il discorso, anche se ne aumentano
l'eleganza.
Ebbe un identico disprezzo per coloro che scrivevano in modo lezioso e per gli arcaicizzanti,
stimandoli afflitti da vizi contrari, e spesso li stigmatizzava, e particolarmente il suo amico
Mecenate, del quale maltratta spesso, per usare la sua espressione, i "ricciolini profumati", e li
prende in giro imitandoli scherzosamente.
Ma non perdona nemmeno a Tiberio, che andava spesso in cerca di espressioni desuete ed
oscure; in quanto a Marco Antonio, lo attaccava come se fosse un pazzo che avesse l'abitudine di
scrivere non per farsi capire, ma per sbalordire; e, scherzando sul suo cattivo gusto e
sull'incostanza nello scegliere uno stile, soggiunge: "Sei in dubbio se imitare Cimbro Annio o
Verranio Flacco, o se usare le parole che Crispo Sallustio andò a cogliere nelle Origini di Catone?
O piuttosto tenti di trasportare nella nostra lingua la vuota e volubile verbosità degli oratori
asiatici?". In una lettera, elogiando l'ingegno di sua nipote Agrippina, scrive: "Però devi stare
attenta a non parlare e a non scrivere in modo oscuro".
LXXXVII. Le lettere scritte di suo pugno ci mostrano come Augusto, nei suoi rapporti quotidiani,
facesse uso frequente di alcune espressioni particolari: per esempio, quando vuole indicare gente
che non pagherà mai, dice che "pagheranno alle calende greche"; e quando vuol esortare a
sopportare il presente quale che esso sia, dice: "Contentiamoci di questo Catone". E per indicare
qualcosa che si fa in fretta: "Più presto" dice "di quanto si cuociano gli asparagi", e usa spesso, al
posto di stultus (stolto), baceolus apud pullum pulleiaceum (uno sciocco vicino a un pulcino nero)";
al posto di cerritus (pazzo), vacerrosus; vapide se habere (sentirsi male), al posto di male se
habere; e betizare (sentirsi come una bietola), al posto di languere, per indicare quella debolezza
generale che volgarmente si dice lachanizare (assomigliare a un legume). Scrive anche simus
invece di sumus e domos al genitivo singolare invece di domuos; scrive queste due parole soltanto
in questo modo, per non far credere che questa sua variante sia dovuta a un errore invece che
all'abitudine. Nei suoi autografi ho anche notato questa particolarità: non divide mai le parole,
portando al principio della riga seguente le lettere che avanzano in fondo alla riga, ma le scrive
immediatamente sotto, circondandole con una linea.
LXXXVIII. Non osserva molto l'ortografia, cioè il modo e la regola di scrivere stabilita dai
grammatici, e sembra che segua piuttosto l'opinione di coloro che dicono che si debba scrivere
come si parla.
Del resto, l'errore che egli fa, quello di cambiare spesso l'ordine non solo delle lettere, ma anche
delle sillabe, o il saltarne qualcuna, è una cosa che capita a tutti, e io non lo noterei se non mi
sembrasse sorprendente quanto alcuni raccontano, che cioè abbia sostituito un legato consolare
come rozzo e illetterato, essendosi accorto che aveva scritto di proprio pugno ixi invece di ipsi.
Tutte le volte poi che scriveva in cifra, metteva la R al posto della A, la C al posto della B e così di
seguito, e invece della X usava una doppia A.
LXXXIX. Non teneva in minor considerazione lo studio delle lettere greche, in cui eccelleva,
avendo avuto come maestro d'eloquenza Apoliodoro di Pergamo che, benché fosse in età già
molto avanzata, aveva anche condotto con sé, nella sua gioventù, da Roma ad Apollonia.
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In seguito acquistò una cultura di carattere vario, soprattutto frequentando il filosofo Areo e i suoi
figli Dionisio e Nicanore; non giunse però al punto di parlare correntemente il greco o di azzardarsi
a scrivere qualcosa in quella lingua; infatti, quando era necessario, scriveva in latino, e lo faceva
tradurre da altri. Non totalmente digiuno di poesia, si dilettava anche delle commedie antiche, e le
faceva spesso rappresentare in spettacoli pubblici.
Quando leggeva gli autori di tutte e due le lingue, faceva soprattutto attenzione agli esempi e agli
insegnamenti utili, sia per la condotta privata che per quella politica, e fattine degli estratti testuali,
li mandava ai suoi familiari, o ai capi degli eserciti e delle province, o ai magistrati urbani, per dare
ad ognuno, sotto questa forma, gli avvertimenti necessari.
Lesse anche, in Senato, dei libri interi, e spesso li fece conoscere al popolo a mezzo di editti, come
i discorsi di Quinto Metello Sull'incremento della prole e quelli di Rutilio sui Limiti delle costruzioni;
faceva questo per convincere che non era stato lui il primo a pensare a queste due cose, ma che
le avevano già avute a cuore nei tempi passati.
Favorì in ogni modo gli ingegni del suo secolo. Ascoltava benigno e paziente chi gli leggeva le
proprie opere, e non soltanto le poesie e le storie, ma anche le orazioni e i dialoghi. Si offendeva
però se si scriveva alcunché su di lui, a meno che non fosse in tono serio, e scritto dai maggiori;
ammoniva inoltre i pretori di non consentire che si abusasse del suo nome nelle gare letterarie.
Traduzione di F. Dessì, Milano, Rizzoli, 1982,200011.
Plin. iun., 5,3,4-5
Ab illis autem quibus notum est, quos quantosque auctores sequar, facile impetrari posse confido, ut errare
me sed cum illis sinant, quorum non seria modo uerum etiam lusus exprimere laudabile est. An ego uerear
neminem uiuentium, ne quam in speciem adulationis incidam, nominabo, sed ego uerear ne me non satis
deceat, quod decuit M. Tullium, C. Caluum, Asinium Pollionem, M. Messalam, Q. Hortensium, M. Brutum, L.
Sullam, Q. Catulum, Q. Scaeuolam, Seruium Sulpicium, Varronem, Torquatum, immo Torquatos, C.
Memmium, Lentulum Gaetulicum, Annaeum Senecam et proxime Verginium Rufum et, si non sufficiunt
exempla priuata, diuum Iulium, diuum Augustum, diuum Neruam, Tiberium Caesarem?
Traduzione Plinio
Fronto, ad Ver. imp. ep., 2, 1,8 (2,2,13)
Postquam res p. a magistratibus annuis ad G. Caesarem et mox ad Augustum tralata est, Caesari quidem
facultatem dicendi video imperator<iam> fuisse, Augustum vero saeculi resid<ui> elegantia et Latinae
linguae etiam tum integro lepore potius quam dicendi ubertate praeditum puto. Post Augustum non nihil
reliquiarum iam et vietarum et tabescentium Tiberio illi superfuisse. Imperatores autem deinceps ad
Vespasianum usque eius modi omnes ut non minus verborum puderet quam pigeret morum et misereret
facinorum.
[13] Quando lo stato passò dalla repubblica a G. Cesare, e poi a Augusto, trovo in Cesare una
capacità di eloquio degna di un imperatore, mentre Augusto, a mio parere, era fornito più che di
una vera e propria ricchezza di eloquio dell'eleganza ancora presente nella sua generazione e
della piacevolezza, fino a quel momento ancora intatta, della lingua latina. Dopo Augusto, Tiberio
ne conservò qualche residuo, ormai languente però e in via di scomparire. Gli imperatori che
seguirono, fino a Vespasiano, non furono meno spregevoli per le parole di quanto fossero
disgustosi per i costumi o deprecabili per i delitti.
Trad. F. Portalupi, Torino, Utet, 1974.
Index, 4 (19). Opere pubbliche.
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Curiam et continens ei Chalcidicum templumque Apollinis in Palatio cum porticibus, aedem divi Iuli, Lupercal,
porticum ad circum Flaminium, quam sum appellari passus ex nomine eius qui priorem eodem in solo fecerat
Octaviam, pulvinar ad circum Maximum, aedes in Capitolio Iovis Feretri et Iovis Tonantis, [] aedem Quirini,
aedes Minervae et Iunonis Reginae et Iovis Libertatis in Aventino, aedem Larum in summa sacra via,
aedem deum Penatium in Velia, aedem Iuventatis, aedem Matris Magnae in Palatio feci.
Capitolium et Pompeium theatrum utrumque opus impensa grandi refeci sine ulla inscriptione nominis mei.
Rivos aquarum compluribus locis vetustate labentes refeci [] et aquam quae Marcia appellatur duplicavi
fonte novo in rivum eius inmisso. Forum Iulium et basilicam, quae fuit inter aedem Castoris et aedem
Saturni, [] coepta profligataque opera a patre meo, perfeci et eandem basilicam consumptam incendio,
ampliato eius solo, sub titulo nominis filiorum m[eorum i]ncohavi [] et, si vivus non perfecissem, perfici ab
heredib[us meis iussi]. [] Duo et octoginta templa deum in urbe consul sex[tum ex auctoritate] senatus refeci,
nullo praetermisso quod e[o] temp[ore refici debebat]. Con[s]ul septimum viam Flaminiam ab urbe Arimin[um
refeci pontes]que omnes praeter Mulvium et Minucium.
In privato solo Martis Ultoris templum [f]orumque Augustum [ex mani]biis feci. Theatrum ad aede[m] Apollinis
in solo magna ex parte a privatis empto feci, quod sub nomine M. Marcell[i] generi mei esset. Don[a e]x
manibiis in Capitolio et in aede divi Iu[l]i et in aede Apollinis et in aede Vestae et in templo Martis Ultoris
consacravi, quae mihi constiterunt HS circiter milliens.
19. Costruii la Curia e ad essa adiacente il Calcidico, e il tempio di Apollo sul Palatino con i suoi
portici, e il tempio del divino Giulio, il Lupercale, il portico presso il Circo Flaminio, che permisi di
chiamare Ottavio, dal nome di colui che nello stesso luogo ne aveva edificato uno precedente, la
loggia prospiciente al circolo Massimo, il tempio di Giove Feretrio e di Giove Tonante sul
Campidoglio, il tempio di Quirino, i templi di Minerva e di Giunone Regia e di Giove Libertà
sull’Aventino, il tempio dei Lari sulla sommità della via Sacra, il tempio degli dei Penati sulla Velia,
il tempio della Gioventù, il tempio della Grande Madre sul Palatino.
20. Restaurai il Campidoglio e il teatro di Pompeo, entrambe le opere di grande spesa, senza farvi
iscrivere il mio nome. Restaurai gli acquedotti in molti luoghi guastati dal tempo e raddoppiai la
portata dell’acqua denominata Marcia, immessa nel suo decorso una nuova sorgente. Completai il
Foro Giulio e la basilica e il tempio di Saturno, opere cominciate e quasi portate a termine da mio
padre; e quando la medesima basilica fu distrutta da un incendio, cominciai a ricostruirla su un
suolo più ampio, dedicandola al nome dei miei figli; e disposi che se non l’avessero compiuta
mentre ero in vita, fosse compiuta dai miei eredi. Console per la sesta volta, per volontà del senato
restaurai nella città ottantadue templi degli dei, senza trascurare nessuno che in quel tempo
richiedesse di essere restaurato. Console per la settima volta restaurai la via Flaminia dalla città
fino a Rimini, e tutti i ponti eccettuati il Milvio e il Minucio.
Trad. L. Canali, Ed. Riuniti 1982. [BCTV]
Index, 4. (22) Spettacoli offerti da Augusto.
T[e]r munus gladiatorium dedi meo nomine et quinqu[i]ens filiorum me[o]rum aut n[e]potum nomine; quibus
muneribus depugnaverunt hominu[m] ci[rc]iter decem millia. [] Bis [at]hletarum undique accitorum
spec[ta]c[ulum po]pulo pra[ebui meo] nomine et tertium nepo[tis] mei nomine. L[u]dos feci m[eo no]m[ine]
quater, [] aliorum autem m[agist]ratu[um] vicem ter et vicie[ns. Pr]o contegio xvvirorum magister conlegii
collega M. Agrippa [] lud[os s]aecl[are]s C. Furnio C. [S]ilano cos. [feci. C]on[sul xiii] ludos Mart[ia]les
pr[imus] feci, qu[os] p[ost i]d tempus deincep[s] ins[equen]ti[bus ann]is [s. c. et lege] fecerunt [co]n[s]ules. []
Venationes best[ia]rum Africanarum meo nomine aut filio[ru]m meorum et nepotum in ci[r]co aut [i]n foro aut
in amphitheatris popul[o d]edi sexiens et viciens, quibus confecta sunt bestiarum circiter tria m[ill]ia et
quingentae.
Navalis proeli spectaclum populo de[di tr]ans Tiberim, in quo loco nunc nemus est Caesarum, cavato [solo]
in longitudinem mille et octingentos pedes, [] in latitudine[m mille] e[t] ducenti. In quo triginta rostratae naves
triremes a[ut birem]es, [] plures autem minores inter se conflixerunt. Q[uibus in] classibus pugnaverunt
praeter remiges millia ho[minum tr]ia circiter.
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Tre volte diedi giochi gladiatori in mio nome e cinque volte in nome dei miei figli o nipoti; in questi
giochi lottarono circa diecimila uomini. Due volte offrii al popolo in mio nome spettacoli di atleti fatti
venire da ogni parte, e una terza volta in nome di mio nipote. Diedi quattro volte giochi in mio nome
e ventitrè volte in luogo di altri magistrati. Per il collegio dei quindecemviri, in qualità di loro
presidente, avendo come collega Marco Agrippa, sotto il consolato di Gaio Furnio e di Gaio Silano,
celebrai i Ludi Secolari. Console per la tredicesima volta, io per primo celebrai i Ludi Marziali, che
dopo allora in ognuno degli anni seguenti celebrarono i consoli per decreto del senato e per legge.
Ventisei volte, in nome mio e dei miei figli e nipoti, offrii al popolo cacce di belve africane nel circo
o nel foro o nell’anfiteatro: in queste furono uccise circa tremilacinquecento fiere.
23. Offrii al popolo uno spettacolo di battaglia navale in un luogo oltre il Tevere dove ora è il bosco
dei Cesari, scavato il suolo milleottocento piedi in lunghezza, milleduecento in larghezza; in quello
spettacolo combatterono trenta navi rostrate triremi o biremi, e un numero maggiore di vascelli più
piccoli; in queste flotte, oltre ai rematori combatterono circa tremila uomini.
Trad. L. Canali, Ed. Riuniti 1982. [BCTV]
Index, 6 (34-35). I titoli del potere.
In consulatu sexto et septimo, postquam bella [civ]ilia exstinxeram, per consensum universorum po[titus
rerum omn]ium, rem publicam ex mea potestate [] in senatus populique Romani arbitrium transtuli. Quo pro
merito meo senatu[s consulto Augustus appe]llatus sum et laureis postes aedium mearum v[estiti] publ[ice
coro]naque civica super ianuam meam fixa est [] [et clupeus aureu]s in [c]uria Iulia positus, quem mihi
senatum [populumque Romanu]m dare virtutis clem[entiaequ]e iustitia[e et pietatis caussa testatum] est pe[r
e]ius clupei [inscription]em. Post id tem[pus] auctoritate [omnibus praestiti, potes]tatis au[tem] nihilo amplius
[habu]i quam cet[eri qui] mihi quoque in ma[gis]tra[t]u conlegae [fuerunt].
Tertium dec[i]mum consulatu[m cum gerebam senatus et equ]ester ordo populusq[ue] Romanus universus
[appellavit me patrem p]atriae idque in vestibulo [a]edium mearum inscriben[dum et in curia Iulia e]t in foro
Aug. sub quadrig[ei]s, quae mihi [ex] s. c. pos[itae sunt, censuit. Cum scri]psi haec, annum agebam
septuagensu[mum sextum].
34. Nel mio sesto e settimo consolato, dopo che ebbi estinto le guerre civili, assunto per
universale consenso il controllo di tutti gli affari di Stato, trasmisi il governo della repubblica dal
mio potere alla libera volontà del senato e del popolo romano. Per questa mia benemerenza, con
decreto del senato ebbi l'appellativo di Augusto, la porta della mia casa fu pubblicamente ornata
di alloro, e sull'entrata fu affissa una corona civica; nella Curia Giulia fu posto uno scudo d'oro
con una iscrizione attestante che esso mi veniva offerto dal senato e dal popolo romano in
riconoscimento del mio valore, della mia clemenza, della mia giustizia e pietà. Da allora in poi fui
superiore a tutti in autorità, sebbene non avessi maggior potere di tutti gli altri che furono miei
colleghi in ciascuna magistratura.
35 Mentre esercitavo il mio tredicesimo consolato, il senato e l'ordine equestre e tutto il popolo
romano mi chiamarono Padre della patria, e decretarono che quel l'appellativo fosse inscritto nel
vestibolo della mia casa e nella Curia Giulia e nel Foro Augusto sotto la quadriga che in mio onore
vi fu posta per decreto del senato. Quando scrissi queste memorie ero in età di settantasei anni.
Trad. L. Canali, Ed. Riuniti 1982. [BCTV]
1 La conclusione delle Res gestae è logicamente tesa ad una definizione il piú possibile legittimista del
potere di Augusto, della sua fonte, del suo sbocco nella repubblica restaurata.
Il sesto e il settimo consolato cadono nel 28 e 27 a.C. La « restaurazione » avvenne in due tempi
(indicazione dei due consolati), ma è portata a compimento nel 27. Il consensus universorum con cui
Augusto avrebbe preso in pugno tutte le redini dello Stato, coincide con la coniuratio totius Italiae (33-32
a.C.) e serve a coprire il vuoto di potere nel quale Augusto aveva continuato a governare dopo la scadenza
del secondo triumvirato nel 32 a.C. e fino alla «restaurazione repubblicana» nel 27. Su questa
giustificazione, e piú in generale su tutte le complicate questioni riguardanti la natura del potere imperiale, è
necessario fare una premessa: Augusto governava in realtà come un monarca, la sua auctoritas era
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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incontrastata, il governo era di fatto nelle sue mani; la questione istituzionale e costituzionale ha una sua
importanza, soprattutto ideologica, per ravvisare i nodi di un comportamento egemonico impegnato nella
saldatura pacificatrice con la tradizione repubblicana, ove la factio vincente divenisse regime, e i ceti sconfitti
trovassero uno spazio non solo per sopravvivere, ma anche per inserirsi in qualche modo nella realtà in
rapida evoluzione.
2 Augustus, nel senso passivo di « venerando », si ricollega all'augurium augustum con cui era stata fondata
Roma. Il fatto che l'appellativo avesse varie sfumature (poetiche, storiche, mitologiche) non esclude il
significato reciso di questa suprema venerabilità, immedesimata con la suprema auctoritas. Cfr. Suetonio
(Augustus, 7, 2): « cum, quibusdam censentibus Romulum appellari oportere quasi et ipsum conditorem
urbis, praevaluisset ut Augustus potius vocaretur, non tantum novo sed etiam cognomine ». Esistono infinite
sfumature, nelle conclusioni di critici, filologi, storici, giuristi, sul significato piú esatto dell'appellativo. A me
sembra che esso, con la sua stessa polivalenza, in qualche modo simbolica e reticente, si prestasse
consapevolmente alle piú diverse interpretazioni a seconda delle diverse esigenze di classe, di nazionalità,
di circostanza. Il fatto tuttavia che Augusto fosse venerato insieme alla dea Roma, e che la divinità fosse
sempre sulle soglie della titolatura imperiale, dimostra una tendenza alla costituzione di una religione del
princeps, molto cauta in occidente, ma anche qui in progressiva avanzata, piú evidente nelle regioni
orientali. Le fronde di alloro e la corona civica sulla porta erano rispettivamente un simbolo di vittoria e di
benemerenza per aver salvato la vita ad uno o piú cittadini romani. Lo scudo d'oro, su cui erano incise le
quattro « virtú cardinali » di Augusto, era posto nella Curia, presso l'ara della Vittoria: si noti che la prima di
queste virtú è « il valore », inteso non tanto come coraggio in guerra, quanto come impavida fermezza nel
rendere servigi allo Stato.
3 Il paragrafo forse piú discusso dell'intero index. Nell'interpretazione del senso di quell'auctoritas, che pone
Augusto al di sopra di tutti i magistrati, pari a lui in potestà, si va dal riconoscimento di un « potere
carismatico » (Heinze, Schulz) e dall'interpretazione dell'auctoritas come « una protezione esercitata da un
atto patentato sulla respublica restituta » (Arangio-Ruiz, Storia del diritto romano, 1942, p. 216), alla
teorizzazione di una categoria giuridicamente precisata (A. von Premerstein, Vom Werden und Wesen des
Prinzipats, cit.). Senza la pretesa di voler qui tentare una soluzione del problema centrale del potere
augusteo, sembra possibile respingere il carattere giuridico e istituzionale della auctoritas: essa doveva
essere piuttosto un'emanazione individuale, anche se di un peso specifico che nella prassi, e non nella
teoria giuridica, superava e schiacciava ogni attributo costituzionale. L'auctoritas è l'esito di una vicenda
politica e militare che rivelava una personalità d'eccezione, la cui parola, per universale consenso e per
sottinteso riconoscimento, contava piú di quella di ogni altro cittadino o magistrato. Si tratta di un potere
esercitato di fatto, piú che fondato sul diritto. Perciò la vera auctoritas, in cui era fatta consistere la fonte e la
condizione del principato augusteo, non era e non poteva essere istituzionalizzata né, quindi, trasmissibile.
Nell'espressione quoque in magistratu è evidente l'intenzione di Augusto di sottolineare il carattere
costituzionalmente collegiale della direzione dello Stato.
1 Nel 2 a.C. Si è già parlato, nell'introduzione, del carattere programmatico dell'espressione senatus et
equester ardo populusque Romanus universus. Suetonio (Augustus, 59, 1): «patris patriae cognomen
universi repentino maximoque consensu detulerunt ei». Questo solenne conferimento completa, con l'eco
dell'attribuzione solenne a Romolo dello stesso titolo (cfr. Livio, V, 49,7), il quadro della solenne titolatura
augustea.
2 Il tono della conclusione è quello di un maestoso congedo. Augusto morí nel 14 d.C.
Note di L. Canali dall’ediz. Cit.
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19672.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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ed. J. Gagè, Paris 19502, 19351 (con comm.).
Guizzi, Francesco, Augusto : la politica della memoria, Roma : Salerno, \1999!
Collezione: Piccoli saggi ; 4, Contiene anche: Res gestae divi Augusti, di Augusto con la trad.
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Res gestae a cura di Luca Canali, Milano : Oscar Mondadori, 2002
Gli atti compiuti e i frammenti delle opere / di Cesare Augusto imperatore ; a cura di Luciano De
Biasi e Anna Maria Ferrero, Torino : Unione tipografico-editrice torinese, 2003, Segue: Appendice,
Trad. italiana a fronte
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Sansoni, stampa 1937 (Firenze : Tip. Gia G. Civelli)
Testo orig. a fronte
Gli atti compiuti e i frammenti delle opere / di Cesare Augusto imperatore ; a cura di Luciano De Biasi e Anna
Maria Ferrero , : Torino : Unione tipografico-editrice torinese, c2003 , Classici latini
Note Generali: Testo latino a fronte.
Res gestae Tatenbericht : Monumentum Ancyranum / Augustus ; ubersetzt, kommentiert und
herausgegeben von Marion Giebel , : Stuttgart : Phillipp Reclam, c1975
Res gestae divi Augusti : ex monumentis Ancyrano Antiocheno Apolloniensi / Concepta Barini recensuit , :
Romae : Typis regiae officinae polygraphicae, 1937 , Scriptores Graeci et Latini
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Operum fragmenta / Imperatoris Caesaris Augusti
Edizione: 3. curis edidit / Henrica Malcovati , : Aug. Taurinorum etc.] : in aedibus Io. Bapt. Paraviae et
sociorum, 1948 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
Guizzi, Francesco , Augusto : la politica della memoria / Francesco Guizzi , : Roma : Salerno, [1999] , Piccoli
saggi
Note Generali: Contiene anche: Res gestae divi Augusti, di Augusto con la trad. italiana a fronte.
Meine Taten : nach dem Monumentum Ancyranum, Apolloniense und Antiochenum / lateinisch-griechischdeutsch ed. Ekkehard Weber , : Munchen : Heimeran, 1970 , Tusculum-Bucherei
Weber, Ekkerard
Res gestae divi Augusti : ex monumentis Ancyrano et Antiocheno latinis, Ancyrano et Apolloniensi graecis /
texte etabli et commente par Jean Gage ; avec un appendice et 4 planches hors-texte
Edizione: Nouvelle ed. revue et augmentee , : Paris : Les belles lettres, 1977 , Nouvelle collection de textes
et documents
Res gestae divi Augusti / testo traduzione e commento a cura di Enrica Malcovati
Edizione: 2. ed , : Roma : Edizioni Roma, 1938 , Res romanae
Res gestae divi Augusti : cc. 1-13 e 25-35 / testo, traduzione e commento a cura di Antonio Guarino
Descrizione fisica: [Catania] : Universita di Catania, Istituto di diritto romano, 1947 - 50 p. ; 24 cm. , Collana
di testi per esercitazioni
Guarino, Antonio <1914- >
Res gestae divi Augusti / Cesare Ottaviano Augusto ; introduzione e cura di Luca Canali
Edizione: 2. ed , : Roma : Editori Riuniti, 1984 , Universale. Letteratura
Note Generali: Testo orig. a fronte
Res gestae divi Augusti / Cesare Ottaviano Augusto , : Pordenone : Studio Tesi, 1991 , Filo di perle
Cesare Augusto : discorsi nel bimillenario della nascita / (r. Universita di Bologna)
Descrizione fisica: Bologna : R. Universita, 1938 (Soc. Tip. Gia Compositori). -73 p. ; 22 cm.
Res gestae Divi Augusti : ex monumentis ancyrano et apolloniensi in usum scholarum / edidit Th. Mommsen
, : Berolini : apud Weidmannos, 1883
Augusti Rerum a se gestarum indicem cum graeca metaphrasi / edidit Theodorus Bergk , : Gottingae :
sumptibus Dieterichianis, 1873
Operum fragmenta / Imperatoris Caesaris Augusti ; [a cura di] Henrica Malcovati
Edizione: 5. ed , : Aug. Taurinorum [etc.] : In aedibus Io. Bapt. Paraviae, 1969 , Corpus scriptorum Latinorum
Paravianum
Operum fragmenta / Imperatoris Caesaris Augusti ; tertiis curis edidit Henrica Malcovati
Edizione: 3. ed , : Aug. Taurinorum : In aedibus Io. Bapt. Paraviae, 1948 , Corpus scriptorum Latinorum
Paravianum
Res gestae Divi Augusti : ex monumentis ancyrano antiocheno apolloniensi / recensuit Concepta Barini , :
Roma : Poligrafico dello stato, 1937
Res gestae divi Augusti / versione italiana di Mario Villa , : Roma : M. Bulzoni, 1964 , Classici latini e graci
tradotti
Note Generali: Litografato .
Imperatoris Caesaris Augusti Operum fragmenta / quintum edidit Henrica Malcovati
Edizione: 5. ed , : Aug. Taurinorum etc.] : In aedibus Io Bapt. Paraviae, 1969 , Corpus scriptorum Latinorum
Paravianum
Imperatoris Caesaris Augusti Operum fragmenta / collegit, recensuit, praefata est, appendicem criticam
addidit Henrica Malcovati , : Aug. Taurinorum [etc.] : in aedibus Io. Bapt. Paraviae, stampa 1921 , Corpus
scriptorum Latinorum Paravianum
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Operum fragmenta / tertiis edidit H. Malcovati , : Torino : Paravia, 1945 , Corpus scriptorum Latinorum
Paravianum
Note Generali: Testo latino e greco.
Acta Divi Augusti , : Romae : ex Officina Typographica R. Academiae Italicae, 1945
Note Generali: In testa al front.: Regia Academia Italica.
Res Gestae Divi Augusti / testo traduzione e commento a cura di Enrica Malcova ti , : Roma : Edizioni Roma,
1936 , Res romanae
Nomi: Augustus, Gaius Iulius Caesar Octavianus
Res gestae divi Augusti : das Monumentum Ancyranum / hrsg. und erklart von Hans Volkmann
Edizione: 3. durchgesehene Aufl , : Berlin : W. De Gruyter & Co., 1969 , Kleine Texte fur Vorlesungen und
Ubungen
Koenen, Ludwig , Die Laudatio funebris des Augustus fur Agrippa auf neuen Papyrus , : Bonn : Habelt, 1970
Note Generali: In: Zeitschrift fur Papyrologie und Epigraphik ; Bd. 5, Hft. 3.
Operum fragmenta / ieratis curis collegit, recensuit, praefata est, appendicem criticam adidit Henrica
Malcovati , : Torino : G. B. Paravia & C., 1928 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
Note Generali: Testo greco e lat.
Operum fragmenta / imperatoris Caesaris Augusti
Edizione: Quintum edidit Henrica Malcovati , : Aug. Taurinorum : in aedibus Io. Bapt. Paraviae et sociorum,
1969 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
Belloni, Gian Guido , Le Res gestae divi Augusti : Augusto, il nuovo regime e la nuova urbe / Gian Guido
Belloni , : Milano : Vita e pensiero, 1987
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Res gestae divi Augusti ex monumentis Ancyrano et Apolloniensi / edidit Th. Mommsen , : Berolini : apud
Weidmannos, 1865
Index rerum a se gestarum : testo latino e versione greca secondo gli esemplari ancirano antiocheno
apollonense / Imp. Caesar Augustus ; con introduzione e note di Giovanni Pugliese Carratelli , : Napoli :
Libreria scientifica editrice, stampa 1947 , Collana di studi greci
Meine Taten : nach dem monumentum Ancyranum, Apolloniense und Antiocenums / Augustus ; lateinischgriechisch-deutsch ed. E. Weber
Edizione: 4. Aufl , : Darmstadt : Wissenchsaftliche Buchgesellschaft, c1985
Res gestae divi Augusti / Cesare Ottaviano Augusto ; introduzione e cura di Luca Canali , : Roma : Editori
riuniti, 1982
Descrizione fisica: 101 p. ; 20 cm. , Universale
Note Generali: Testo orig. a fronte
Res gestae / Ottaviano Augusto ; a cura di Luca Canali , : Milano : Oscar Mondadori, 2002 , Classici greci e
latini
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Monumentum Ancyranum : der tatenbericht des Augustus / vollstandiger lateinischer und griechischer Text
mit Kommentar hrsg. von Richard Wirtz
Edizione: 3. Aufl , : Munster : Aschendorffsche, 1958 , Aschendorffs Sammlung lateinischer undgriechischer
Klassiker
Res gestae divi Augusti : das Monumentum Ancyranum / hrsg. und erklart von Hans Volkmann
Edizione: 2. verbesserte Aufl , : Berlin : De Gruyter, 1964 , Kleine Texte fur Vorlesungen und Ubungen
Imperatoris Caesaris Augusti operum fragmenta / recensuit Henrica Malcovati
Edizione: Editio minor , : Augustae Taurinorum : I. B. Paravia Et Soc., 1921 , Corpus scriptorum Latinorum
Paravianum
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Mostra augustea della romanita <1937-1938 ; Roma> , Mostra augustea della romanita : catalogo
Edizione: 2. ed , : Roma : C. Colombo, 1938?]
Note Generali: In testa al front.: Bimillenario della nascita d'Augusto, 23 settembre 1937-XV - 23 settembre
1938-XVI.
Mostra augustea della romanita <1937-1938 ;Roma>
Soggetti: ARTE ROMANA - Esposizioni - Roma - 1937-1938
Res gestae Divi Augusti / testo critico, introduzione, traduzione e commento di Antonio Guarino
Edizione: 2. ed. a cura di Luigi Labruna , : Milano : Giuffre, 1968 , Testi per esercitazioni / Universita
deglistudi di Camerino, Facolta di giurisprudenza.Sez. 2
Guarino, Antonio <1914- >
Labruna, Luigi
Imperatoris Caesaris Augusti Operum fragmenta
Edizione: 4. edidit Henrica Malcovati , : Torino etc. : G. B. Paravia e C., 1962 , Corpus scriptorum Latinorum
Paravianum
Visscher, Fernand : de , Le edits d'Auguste decouverts a Cyrene / Fernand De Visscher
Edizione: Reimpression sur l'edition de 1940 avec reproduction complete du texte grec , : Osnabruck : Otto
Zeller, 1965
Nomi: Visscher, Fernand : de
Monumentum Ancyranum : der tatenbericht des Kaisers Augustus mit Berucksichtigung der neuen Funde
des Monumentum Antiocheum / herausagegeben und erklart von Richard Wirtz , : Munster : Aschendorff,
1927 , Aschendorffs Sammlung lateinischer undgriechischer Klassiker
Le Res gestae divi Augusti : Augusto, il nuovo regime e la nuova urbe / [a cura di] Gian Guido Belloni , :
Milano : Vita e pensiero, 1987
Note Generali: Trad. greca a fronte.
Imperatoris Caesaris Augusti Operum fragmenta
Edizione: 5. ed. Henrica Malcovati , : Aug. Taurinorum <etc.> : in aedibus Io. Bapt. Paraviae, c1944 , Corpus
scriptorum Latinorum Paravianum
Res gestae divi Augusti : das Monumentum Ancyranum / herausgegeben und erklart von Ernst Diehl
Edizione: 4., vermehrte Auflage, unveranderter Neudruck , : Berlin : W. de Gruyter, 1930 , Kleine Texte fur
Vorlesungen und Ubungen
Res gestae divi Augusti / with an introduction and commentary by P. A. Brunt and J. M. Moore , : Oxford :
Oxford university press, 1981
Note Generali: Testo latino con traduzione inglese a fronte.
Res gestae divi Augusti ex monumentis Ancyrano et Apolloniensi / iterum edidit Theodor Mommsen
Edizione: Ed. anast , : Aalen : Scientia, 1970
Note Generali: Ripr. dell'ed.: Berlin, 1883.
Operum fragmenta / iteratis curis collegit, recensuit, praefata est, appendicem criticam addidit H. Malcovati ,
: Torino : Paravia, 1927 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
Note Generali: Testo lat. e greco.
Augustus imperator , : Patavii : In aedibus Livianis, 1969 , Scriptorum Romanorum quae extant omnia
Le imprese di Augusto (Monumentum Ancyranum) : testo, traduzione e commento, con appendice di
istituzioni romane civili e militari / [a cura di] Raffaello Bianchi, Onorio Lelli , : Firenze : Le Monnier, 1965
Operum fragmenta / Imperatoris Caesaris Augusti ; quartum edidit Henrica Malcovati , : Aug. Taurinorum
[etc.] : in aedibus Io. Bapt. Paraviae et sociorum, 1962 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
Res Gestae divi Augusti / herausgegeben und erklart von Ernst Diehl
Edizione: 3. ed , : Bonn : A. Marcus und E. Weber's verlag, 1918
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Monumentum Ancyranum : der tatenbericht des Augustus / vollstandiger lateinischer und griechischer Text
mit Kommentar hrsg. von Richard Wirtz
Edizione: 4.Aufl , : Munster : Aschendorffsche, 1965 , Aschendorffs Sammlung lateinischer undgriechischer
klassiker
Res gestae Divi Augusti : the achievements of the divine Augustus / with an introduction and commentary by
P. A. Brunt and J. M. Moore
Edizione: Reprinted with corrections , : London : Oxford University press, stampa 1975
Res gestae divi Augusti / Cesare Ottaviano Augusto ; introduzione e cura di Luca Canali
Edizione: 3 ed , : Roma : Editori riuniti, [1993] , I testi
Note Generali: Trad. italiana a fronte di Luca Canali.
Res gestae divi Augusti / edicion, traduccion y comentario de Juan Manuel Cortes , : Madrid : Ediciones
clasicas, 1994 , Bibliotheca latina
Operum fragmenta quartum / edidit Henrica Malcovati , : Torino : Paravia, 1962 , Corpus scriptorum
Latinorum Paravianum
Note Generali: Testo lat. e greco.
Res gestae Divi Augusti : the achievements of the Divine Augustus / with an introd. and commentary by P. A.
Brunt and J. M. Moore , : London : Oxford University Press, 1967
Res gestae divi Augusti : das Monumentum Ancyranum / herausgegeben und erklart von Hans Volkmann , :
Berlin : De Gruyter, 1957 , Kleine Texte fur Vorlesungen und Ubungen
Res gestae Divi Augusti : ex monumentis ancyrano et apolloniensi in usum scholarum / Augustus ; edidit Th.
Mommsen , : Berolini : apud Weidmannos, 1865
Res gestae Divi Augusti : das Monumentum Ancyranum / herausgegeben und erklart von Ernst Diehl
Edizione: 4., vermehrte ed , : Bonn : Marcus und Weber verlag, 1925
Res gestae divi Augusti : kritische Textausgabe / von Hans Volkmann , : Leipzig : Reisland, 1942
Mostra augustea della romanita <1937-1938 ; Roma> , Mostra augustea della romanita : Roma, 23
settembre 1937-23 settembre 1938 : catalogo , : [S.l. : s.n.], stampa 1937 (Roma : Colombo)
Descrizione fisica: XXIV, 774 p., [40] c. di tav. : ill. ; 18 cm.
Nomi: Augustus, Gaius Iulius Caesar Octavianus
Mostra augustea della romanita <1937-1938 ;Roma>
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ICCU per Soggetto
Rea, Jennifer Ann , The locus of political power : sacred and social places on the Palatine / Jennifer Ann
Rea , : Ann Arbor : UMI Dissertation Services, c1999, stampa 2002
Xerocopia di dissertazione accademica, Univerity of Wisconsin-Madison
Guizzi, Francesco , Augusto : la politica della memoria / Francesco Guizzi , : Roma : Salerno, [1999] , Piccoli
saggi
Note Generali: Contiene anche: Res gestae divi Augusti, di Augusto con la trad. italiana a fronte.
Tautz, Burkhard , Das Bild des Kaisers Augustus in der Naturalis Historia des Plinius / Burkhard Tautz , :
Trier : WVT Wissenschaftlicher Verlag Trier, c1999 , BAC : *Bochumer
AltertumswissenschaftlichesColloquium
Soggetti: Augusto , Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano> - Fonti letterarie - Sec.
1.
Plinio Secondo, Gaio - Naturalis historia Riferimenti ad Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto <imperatore romano>
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Spinosa, Antonio , Augusto : il grande baro / Antonio Spinosa , : Milano : Mondadori, 1996 , Le scie
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Carro, Domenico , 8: Cesare Ottaviano, Marco Agrippa e la Pax Augusta / Domenico Carro , : Roma : Rivista
marittima, 1999
Legami a titoli: [Supplemento di] Rivista marittima
Fa parte di: Classica, ovvero Le cose della flotta : storia della marina di Roma : testimonianze dell'antichita /
Domenico Carro
Lacey, Walter Kirkpatrick , Augustus and the principate : the evolution of the system / W. K. Lacey , : Leeds :
F. Cairns, 1996 , ARCA : classical and medieval texts, papersand monographs
Spinosa, Antonio , Augusto : il grande baro / Antonio Spinosa , : Milano : Mondadori, 1998 , Oscar storia
Eck, Werner , Augusto e il suo tempo / Werner Eck , : Bologna : Il mulino, [2000] , Universale paperbacks Il
mulino
Note Generali: Trad. di Carla Salvaterra.
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Southern, Pat , Augustus / Pat Southern , : London ; New York, 1998
Soggetti: Augusto , Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano> - Biografie
Meier, Christian , Cesare : impotenza e onnipotenza di un dittatore : tre profili biografici / Christian Meier , :
Torino : Einaudi, [1995] , Einaudi paperbacks
Note Generali: Trad. di Edoardo Tortarolo.
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Gurval, Robert Alan , Actium and Augustus : the politics and emotions of civil war / Robert Alan Gurval , :
Ann Arbor : The University of Michigan Press, W0 1-1995
Soggetti: Augusto , Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano> - Giudizi dei
contemporanei
Battaglia di Azio. 31 a. C. - Giudizi dei
contemporanei
Fraschetti, Augusto , Augusto / Augusto Fraschetti
Edizione: 2. ed , : Roma ; Bari ; GLF Editori Laterza, 2002 , Biblioteca essenziale Laterza
Meier, Christian , Cesare : impotenza e onnipotenza di un dittatore : tre profili biografici / Christian Meier , :
Milano : CDE, stampa 1996
Note Generali: Trad. di Edoardo Tortarolo.
Fraschetti, Augusto , Augusto / Augusto Fraschetti , : Roma [etc.] : GLF editori Laterza, 1998 , Biblioteca
essenziale Laterza
Storia antica
Rohr Vio, Francesca , Le voci del dissenso : Ottaviano Augusto e i suoi oppositori / Francesca Rohr Vio ;
presentazione di Giovanella Cresci Marrone , : Padova : Il poligrafo, [2000] , Ricerche
Problemi di politica augustea : atti del Convegno di studi, St. Vincent, 25-26 maggio 1985 / a cura di
Mariagrazia Vacchina , : Quart : Musumeci, 1986
Note Generali: In testa al front.: A.I.C.C., Associazione italiana di cultura classica, Delegazione di Aosta.
1: Caesar und Augustus / herausgegeben von Karl Christ und Emilio Gabba , : Como : New press, 1989 ,
Biblioteca di Athenaeum
Fa parte di: Romische Geschichte und Zeitgeschichte in der deutschen und italienischen
Altertumswissenschaft wahrend des 19. und 20. Jahrhunderts
Levi, Mario Attilio , Augusto e il suo tempo / Mario Attilio Levi , : Milano : Rusconi, 1986 , La storia
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Kienast, Dietmar , Augustus : Prinzeps und Monarch / Dietmar Kienast , : Darmstadt : Wissenschaftliche
Buchgesellschaft, c1982
Augustus / herausgegeben von Walter Schmitthenner ; [contributi di Hermann Dessau ... et al.] , : Darmstadt
: Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1985 , Wege der Forschung
Boschung, Dietrich , Die Bildnisse des Augustus / Dietrich Boschung , : Berlin : Mann, c1993
Note Generali: In testa al front.: Deutsches archaologisches Institut.
Kienast, Dietmar , Augustus : Prinzeps und Monarch / Dietmar Kienast
Edizione: 2., unverand. Aufl , : Darmstadt : Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1992
Parain, Charles , Augusto : la nascita di un potere personale / Charles Parain ; prefazione di Andrea
Giardina
Edizione: 2. ed , : Roma : Editori riuniti, 1993 , I testi
Note Generali: Trad. di Paolo Roversi.
Levi, Mario Attilio , Augusto e il suo tempo / Mario Attilio Levi , : Milano : Rusconi libri, 1994 , La storia
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Hanlein-Schafer, Heidi , Veneratio Augusti : Eine studie zu den Tempeln des ersten romischen Kaisers /
Heidi Hanlein-Schafer , : Roma : G. Bretschneider, 1985 , Archaeologica
Soggetti: Augusto , Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano> - Culto - Fonti
archeologiche
Templi romani - Sec. 1. a. C.-1.
Nicolaus : Damascenus , Vita di Augusto / Nicolao di Damasco ; introduzione, traduzione italiana e
commento storico a cura di Barbara Scardigli in collaborazione con Paola Delbianco , : Firenze : Nardini :
Centro Internazionale del Libro, [1983] , Servizio Editoriale dell'Universita di Siena
Between Republic and Empire : interpretations of Augustus and his principate / edited by Kurt A. Raaflaub
and Mark Toher , : Berkeley [etc.] : University of California press, c1990
Augusto : vita di un imperatore / Arnold H. M. Jones , : Roma ; Bari, 1983 , Storia e societa
Boschung, Dietrich , Die Bildnisse des Augustus / Dietrich Boschung , : Berlin : Gebr. Mann, c1993 , Das
romische Herrscherbild. 1. Abteilung /Deutsches Archaologisches Institut
Note Generali: In testa al front.: Deutsches Archaologisches Institut.
Stahlmann, Ines , Imperator Caesar Augustus : Studien zur Geschichte des Principatsverstandnisses in der
deutschen Altertumswissenschaft bis 1945 / Ines Stahlmann , : Darmstadt : Wissenschaftliche
Buchgesellschaft, c1988
Yavetz, Zvi , Julius Caesar and his public image / Zwi Yavetz , : London : Thames and Hudson, c1983 ,
Aspects of Greek and Roman life
Soggetti: Augusto , Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano>
Belloni, Gian Guido , Le Res gestae divi Augusti : Augusto, il nuovo regime e la nuova urbe / Gian Guido
Belloni , : Milano : Vita e pensiero, 1987
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Jones, Arnold Hugh Martin , Augusto : vita di un imperatore / Arnold H. M. Jones , : Roma [etc.] : Laterza,
1983 , Storia e societa
Note Generali: Trad. di: Franca Totaro.
Fischer, Thomas , Ideologie in Schrift und Bild : Augustus als der Vater seiner Sohne und des Vaterlands /
von Thomas Fischer ; mit Aufnahmen von Irma Berndt , : Bochum : N. Brockmeyer, 1990 , Kleine Hefte der
Munzsammlung an derRuhr-Universitat Bochum
Soggetti: Augusto , Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano> - Ritratti
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MacDonald, Fiona , Nella Roma di Augusto, il fondatore dell'Impero / Fiona Macdonald, Mark Bergin , :
Firenze : Giunti Marzocco, [1989] , There & then
Note Generali: Trad. di Laura Draghi.
Ramage, Edwin S. , The nature and purpose of Augustus' "res gestae" / Edwin S. Ramage , : Stuttgart :
Franz Steiner Verlag, 1987 , Historia. Einzelschriften
Soggetti: Augusto , Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano> - Res gestae
Shotter, David , Cesare Augusto / David Shotter , : Genova : ECIG, 1993 , Profili
Note Generali: Trad. di Massimo Ortello.
Homo, Leon , Augusto / Leon Homo , : Novara : Istituto geografico De Agostini, stampa 1968 , Collana
storica
Note Generali: Trad. di U. Dettore.
Nomi: Homo, Leon
Dettore, Ugo
Soggetti: Augusto , Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano>
Parain, Charles , Augusto : la nascita di un potere personale / Charles Parain ; prefazione di Andrea
Giardina , : Roma : Editori riuniti, 1979 , Biblioteca di storia antica
Buchan, John , Augusto / John Buchan ; traduzione dall'inglese di Bruno Maffi , : Milano : Dall'Oglio, stampa
1964 , Collana storica
Fabbrini, Fabrizio , L' impero di Augusto come ordinamento sovranazionale / Fabrizio Fabbrini , : Milano :
Giuffre, 1974 , Fondazione Guglielmo Castelli
Parain, Charles , Augusto : la nascita di un potere personale / Charles Parain ; prefazione di Andrea
Giardina , : Roma : Editori riuniti, 1978 , Biblioteca di storia antica
Note Generali: Trad. P. Roversi.
Jones, Arnold Hugh Martin , Augusto / A. H. M. Jones , : Roma ; Bari, 1974 , Universale Laterza
Note Generali: Trad. di F. Totaro.
Buchan, John , Augusto / John Buchan ; traduzione dall'inglese di Bruno Maffi , : Milano : E. Dall'Oglio,
stampa 1961 , Collana storica
Pieri, Piero , Augusto : corso di storia romana 1961-62 , : Torino : S. Gheroni, 1962
Note Generali: Litografato .
Pani, Mario , Tendenze politiche della successione al principato di Augusto / Mario Pani , : Bari : Adriatica,
1979
Tiberio, Claudio Nerone <imperatore romano>
Suetonius Tranquillus, Gaius , Le vite dei dodici Cesari / Caio Svetonio Tranquillo ; testo latino e versione di
Guido Vitali , : Bologna : Zanichelli, 1968-1970
Descrizione fisica: 2 v. ; 19 cm. , Prosatori di Roma
Alfoldi, Andras , Oktavians Aufstieg zur Macht / von Andreas Alfoldi , : Bonn : R. Habelt, 1976 , Antiquitas.
Reihe 1., Abhandlungen zur altenGeschichte
Sirago, Vito A. , Principato di Augusto : concentrazione di proprieta e di poteri nelle mani dell'imperatore /
Vito A. Sirago , : Bari : Dedalo libri, [1978] , Saggi
De Francisci, Pietro <1883-1971> , Celebrazione del bimillenario di Augusto / [Pietro De Francisci] , : Milano
: E. Bestetti, 1938
Nomi: De Francisci, Pietro <1883-1971>
Soggetti: Augusto , Gaio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano> - Celebrazioni - 1938
Paribeni, Roberto , Augusto : discorso per il bimillennio pronunciato nella R. Accademia d'Italia il 20 aprile
1938 / Roberto Paribeni , : Roma : R. Accademia d'Italia, 1938
Soggetti: Augusto , Gaio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano> - Celebrazioni
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Bodrero, Emilio , Augusto / Emilio Bodrero , : Padova : CEDAM, 1938 , Opuscoli accademici
De Francisci, Pietro <1883-1971> , Augusto e l'impero / Pietro De Francisci , : Roma : Istituto nazionale di
cultura fascista, 1937 , Quaderni dell'istituto nazionale di culturafascista. Serie settima
Benuzzi, Valerio , La tragedia familiare di Augusto / Valerio Benuzzi , : Milano : Casa editrice Federico Elmo,
(stampa 1945), stampa 1945 , La via maestra
Ciccotti, Ettore , Profilo di Augusto ; con un'appendice su le leggi matrimoniali di Augusto / Ettore Ciccotti , :
Torino : Einaudi, 1938 , Saggi
Ciaceri, Emanuele , L' Impero universale di Augusto / Emanuele Ciaceri , : Roma : La nuova Antologia, 1938
Note Generali: Estratto dalla Nuova Antologia 16 sett. 1938.
Masckin, N. A. , Il principato di Augusto / N. A. Masckin , : Roma : Edizioni rinascita, 1956
Oliva, Alberto , La politica rurale di Augusto / Alberto Oliva , : Firenze : [s. n.], 1937
Mostra augustea della romanita <1937-1938 ; Roma> , Mostra augustea della romanita : 23 settembre 193723 settembre 1938 : catalogo
Edizione: 4. ed. definitiva , : Roma : C. Colombo, stampa 1938
Note Generali: In testa al front.: Bimillenario della nascita di Augusto, 23 settembre 1937 - 23 settembre
1938
Maskin, Nikolaj Aleksandrovic , Il principato di Augusto / N. A. Masckin , : Roma : Edizioni Rinascita, 1956 ,
Nuova biblioteca di cultura
Ciccotti, Ettore , Profilo di Augusto / Ettore Ciccotti ; con un'appendice su le leggi matrimoniali di Augusto , :
Torino : Einaudi, 1938
Fabietti, Ettore , Cesare Augusto / Ettore Fabietti , : Milano : A. Barion, 1943
Ferrero, Guglielmo , 4: La Repubblica di Augusto / Guglielmo Ferrero , : Milano : Fratelli Treves, stampa
1930
Fa parte di: Grandezza e decadenza di Roma / Guglielmo Ferrero
Augustus : studi in occasione del bimillenario augusteo / ad opera di V. Arangio-Ruiz ... [et al.] , : Roma :
Tipografia della R. Accademia nazionale dei Lincei, 1938
Note Generali: In testa al front.: Reale Accademia nazionale dei Lincei.
Coppola, Goffredo , L' erede di Cesare / Goffredo Coppola , : Bologna : N. Zanichelli, 1938
Schmitthenner, Walter , Oktavian und das Testament Casars : eine Untersuchung zu den politischen
Anfangen des Augustus / von Walter Schmitthenner , : Munchen : C. H. Beck, 1952 , Zetemata
Rehrmann, Franz Anton , Kaiser Augustus : Neuschopfer Roms, Retter des romischen Reiches und der
abendlandischen Kultur, Ideal eines genialen und sozialen Friedensfursten : Jubilaumsschrift zum 2000
jahrigen Geburtstage des ersten romischen Kaisers am 23 september 1937 / von Dr. Franz Anton Rehrmann
, : Hildesheim : F. Borgmeyer, 1937
Res gestae divi Augusti / testo traduzione e commento a cura di Enrica Malcovati , : Roma : Edizioni Roma,
a. XIV dell' E.F. [1936] , Res romanae
Mostra augustea della romanita : catalogo / [presentazione di Giulio Quirino Giglioli ; catalogo a cura di
Caterina Caprino ... et al.]
Edizione: 4 ed , : Roma : Colombo, 1938
Marchesi, Concetto , Augusto : fra i poeti e gli storici del primo secolo / Concetto Marchesi , : Padova :
CEDAM, 1938 , Opuscoli accademici
Note Generali: Sul verso dell' occhietto : Conferenza tenuta il 4 maggio 1938 nell'aula magna del R. Istituto
Superiore di Economia e Commercio a Venezia.
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Il ritratto di Augusto / a cura di Italo Montini , : [S. l. : s. n.], stampa 1938 (Roma : stab. tip. Carlo Colombo)
Descrizione fisica: 94 p. : ill. ; 25 cm. , Civilta romana
Birkenfeld, Gunther , Augusto : il romanzo della sua vita / Gunther Birkenfeld , : Milano : Bompiani, 1936
Annecchino, Raimondo , Augusto nella Campania : conferenza tenuta nel Liceo-ginnasio vescovile parificato
di Pozzuoli il 22 aprile 1938, 16. / Raimondo Annechino , : [Pozzuoli] : Industria grafica puteolana, D. Conte,
[1938 ?]
Mostra augustea della romanita <1937-1938 ; Roma> , Mostra augustea della romanita : Roma, 23
settembre 1937-23 settembre 1938 : catalogo , : [S.l. : s.n.], stampa 1937 (Roma : Colombo)
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Augusto / Mario Attilio Levi , : Roma : Formiggini, 1929 , Profili
Seguino, Gennaro , Memorie lette nell'Accademia Ercolanense dal socio corrispondente Gennaro Seguino , :
Napoli : Stamp. di G. Argenio, 1861
Soggetti: AUGUSTO , GAIO GIULIO CESARE OTTAVIANO Spedizioni militari - Sec. 1. a.C.
NORMANNI - Documenti - 1008
NORMANNI - Italia meridionale - Sec. 11.
PETRONIO, ARBITRO - Satyricon - Studio storico
TROMBA - Storia - Origine
Dall'Oca, Gaspare , Dei rapporti di Virgilio con Ottaviano Augusto : memoria letta alla R. Accademia
Virgiliana di Mantova : 23 settembre 1883 / Gaspare Dall'Oca , : Mantova : Tip. Mondovi, 1884
Note Generali: Estr. da: Atti dell'Accademia Virgiliana di Mantova, a. 1882-83.
Nomi: Dall'Oca, Gaspare
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Rapporti con Augusto
, Caio Giulio Cesare Ottaviano<imperatore romano>
"Augusto¸ Cesare Ottaviano"
La figura di Augusto.
Al centro di questo nuovo orientamento storico di Roma sta la maestosa figura di Augusto, che non solo dà il
nome all'epoca sua, ma impronta di sé tutta la vita romana: incarnazione autentica delle virtú della stessa
romanità, sintetizzate negli ideali della giustizia della fortezza, della saggezza, dell'umanità, della religione e
della pace. Egli ebbe i1 genio delle cose grandi e difficili. Le sue straordinarie capacità politiche lo portarono
a realizzazioni impensate Erede della volontà di Cesare, si elesse custode del destino di Roma; si fece
chiamare Imperator, ma diede al concetto un conte nuto eminentemente morale e civile. Fondò l'Imperium
Romanum ma non distrusse le venerande tradizioni della Res Publica. Attuò un ardito programma di riforme
sociali di ogni genere, ma si tenne saldo allantico, che pose, anzi, a base delle sue prospettive politiche.
Volle essere il Princeps delt Senato e dei magistrati, per avere in mano le rèdini dell'lmpero, ma risollevò
contemporaneamente la dignità dei Senatori e si lasciò riconfermare da essi di volta in volta nella sua
sovranità.
D, questa sua scaltra intelligenza politica, congiunta finissimo tatto diplomatico, che lo portò a signoreggiare
su uomini e cose, del suo altissimo prestigio personale, della mitezza e fermezza di spirito, del suo animo pio
ed umano, dei suoi nobili sensi di civismo, della magnificenza dei templi e delle immense opere pubbliche,
delle riforme religiose e della graduale riorganizzazione di tutta la vita morale, amministrativa e sociale di
Roma, parla tutta la storia contemporanea, e Svetonio ci ha persino tracciato di quest'uomo esile, delicato,
malaticcio, un ritratto fisico, per nulla adeguato alla di lui grandezza spiri, tuale. Di accenti laudativi ed
encomiastici risuona la poesia del tempo, ispirata alla ' glorificazione di Augusto ', riconosciuto non solo
come l'uomo ' straordinario ', realizzatore di quella pax, tanto a lungo da tutti vagheggiata, ma anche il '
genio ' della stirpe, un ' semidío ' (livus). Forse a questa ' glorificazione', che tocca l'apoteòsi, non era del
tutto estranea l'influenza di certe ideologie messiàniche orientali, propagate ora ampiamente a Roma, intente
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nell'aspettazione di un mondo migliore e nell'opera paci, ficatrice di un rex regum, di un dominus
dominantium, a cui sembrava in verità corrispondere la persona di Augusto.
E certo comunque che i poeti e i letterati divennero i piú sinceri e convinti cooperatori della sua opera di
riforma. Ed egli se ne fece protettore ed amico. Proprio in questo sta un altro aspetto dello spirito e della
politica augustea: il ' mecenatismo' delle lettere e delle arti. Mai, come allora, si ebbe piú ricca fioritura di
ingegni e di opere letterarie, sentite come forza viva ed operante nella restaurazione dei valori spirituali dello
Stato; mai, come allora, la poesia toccò i vertici della sua perfe, zione formale e spirituale, divenne
espressione di universalità di sentimenti umani con l'epica di Virgilio, con la lirica di Orazio e col mondo
sentimentale dell'elegia; mai, come allora, la stessa filosofia andò sempre piú ammorbidendo i suoi rigidi
postulàti teorici, allineandosi, con le altre discipline, nella formazione ètica del civis Romanus, che diventa
l'homo humanus. E, insomma, in fermento tutto il mondo culturale romano, dove si consuma l'assorbimento
della cultura greca e si gettano le basi del ' classicismo augusteo', che si afferma come conquista di
equilibrio e di armonia tra vita e pensiero, tra spirito e forma, e rimane come simbolo di perfezione, di
bellezza e di splendore nella storia dei secoli. Cosí il genio degli uomini diventa ' cultura pubblica ', gloria di
Roma, luce di civiltà universale. Al centro è sempre la figura del Principe', che incoraggia, favorisce, aiuta,
direttamente o indirettamente, attraverso i suoi intelligenti consiglieri e collaboratori, spiriti cólti e grandi
signori, aperti tutti alle necessità dei tempi, come Mecenate, Asinio Pollione, Messalla Corvino. Ad essi,
soprattutto, si deve la conquista dell'adesione spirituale e sentimentale dei migliori scrittori del tempo alle
direttive politiche di Augusto e al suo programma di restaurazione sociale.
Ma Augusto stesso fu finissimo uomo di lettere e acuto intenditore delle altrui capacità. Aveva ricevuto una
solida educazione culturale alla scuola dei famosi rètori Epídio, di tendenza asiana, e Apollodoro di
Pèrgamo; aveva ascoltato le lezioni del filosofo StOiCo Ario dAlessandria e conosceva bene la lingua greca,
nella quale tuttavia non osò mai scrivere cosa alcuna. Nelltoratoria fu seguace dell'atticismo. Stando a
Svetonio, Augusto scrisse sempre tutti i suoi discorsi in uno stile sobrio e sostenuto, e in un eleganza e
purezza di forma, che fa ripensare a Cesare; e quando la troppo delicata laringe gli impediva di recitare il
suo discorso, un araldo leggeva ad alta voce quel ch'egli aveva scntto.
Coltivò variamente prosa e poesia, ma quasi nulla ci è pervenuto.
Abbozzò una tragedia, Aiax, ma, non contento, la distrusse, e agli am!ci che un gionno gli chiedevano che
facesse di bello il suo Alace, rispose che esso "si era buttato non sulla spada, ma su una spugna)>.
Compose anche un poemetto in esametri sulla 'Sicilia' e un volumettodi Epi8rarnmi(l). Piú ampia la
produzione in prosa: un Elogtum Drust, un 'Autobiografia' in tredici libri (Commentarii de vita sua), un'opera
geografica (Descriptio Italiae), delle ' Esortazioni alla filosofia (Exhortationes ad philosopAzam) e una
risposta all'encomiastico panegirico di Gtone, scritto da Bruto (Rescripta Bruto de Catone). Molti dx questi
scritti erano destinati alle letture tra fami!iari ed amici. Ad essi vanno aggiunti alcuni frammenti di Epistulae
Indirizzate, tra gli altri, a Virgilio ed Orazio e tramandate dai loro bio, grafi e commentaton.
(X) Avanzano due di questi epigrammi. né belli né decenti: uno conservato da Marziale (I I, 20) e l'altro nel
cod. Bernense 109 del sec. X: si possono leggere nel MOREL.
Conosciamo di lui l'Index rer~n a se gestarmn, che va sotto il nome di Mon~nentsn Ancyranurn, perché il
documento, già perduto, è stato restituito da una lunga iscrizione bilingue latino greca(t), incisa sulla pietra
dell'Augusteo di Ancfra, città della Glàzia (oggi Ankara, capitale della Turchia), copia dell'originale, fatta
scolpire da Tiberio su due pilastri di bronzo, collocati dinanzi al grandioso Mausoleo di Augusto(2). L'lndex
era uno dei quattro documenti, che Augusto, ormai avanti negli annine contava settantaseiaveva consegnato
alle Vestali, per, ché venissero letti, dopo la sua morte, in Senato. Esso è perciò di un'importanza capitale,
perché è, piú che un eloggum testa, mentario, un fedele ' resoconto' delle varie imprese (res gestae) da lui
compiute dai 19 anni in poi.
In 35 capitoletti, infatti, egli elenca le cariche ricoperte, gli onori ricevuti, le somme elargite all'erario, gli aiuti
dati alla plebs, gli edifici e i templi costruiti o restaurati, i popoli soggiogati, i nemici sconfitti, le terre
conquistate, le leggi promulgate: e ciò, non per celebrare la sua persona o per esaltare la sua opera, ma per
proclamare dinanzi a tutti che quanto egli aveva fatto, doveva rimanere per sempre legato nel nome
dell'impero alla fedele collaborazione del Senato e del popolo romano. Lo stile incisivo, lapidario, pacato e
grave accompagna la solennità del documento: prosa semplice, lineare, chiara, perciò antiretorica, nel giro
della coordinazione asindètica della frase, che concorre a conferire gravità alla espressione. Anche in questo
par di sentire l'erede ds Cesare.
"Augusto¸ Cesare Ottaviano - Corso"
Gaius Julius Caesar Octavianus Augustus.
Ottaviano nacque nel 63 a.C. e morì nel14 d.C. .
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La sua vita politica, decisamente ricca e troppo complessa per essere anche brevemente ricordata qui,
conobbe le lotte per la repressione del movimento anticesariano, la conquista del potere politico e militare, e,
a partire dal 31 a.C., la creazione del principato, che inizia l'età imperiale romana.
Importante, specie grazie ai servigi di Mecenate, fu il ruolo culturale di Augusto, amico e protettore di poeti,
come Orazio e Virgilio, di storici come Livio e di altri uomini di cultura; Augusto stesso fu fine uomo di lettere,
per educazione e sensibilità; secondo lo storico Svetonio compose personalmente tutti i suoi discorsi,
utilizzando uno stile sobrio ed elegante; di questi, come pure di una produzione che fu apprezzata anche se
ebbe circolazione limitata, nulla ci resta.
E' invece arrivato fino a noi il cosiddetto Index rerum a se gestarum, noto anche come Monumentum
Ancyranum, perché il testo dell' Index è stato recuperato da un'iscrizione bilingue greca e latina trovata ad
Ancira, l'attuale Ankara, capitale della Turchia.
L'Index è un resoconto, strutturato in 35 capitoli, delle varie imprese compiute da Augusto dall'inizio della sua
vita politica.
"Augusto¸ Cesare Ottaviano - Encarta",
Cesare Ottaviano Augusto (Roma 63a.C. - Nola 14d.C.), primo imperatore romano (27a.C. - 14d.C.). Il suo
regno coincise con un periodo di pace, di prosperità economica e di grande fioritura culturale, noto come età
augustea; Ottaviano riportò l'unità e rafforzò il governo dopo quasi un secolo di guerre civili. Nipote di Giulio
Cesare, che lo adottò nel 45a.C., quando questi venne assassinato, nel 44a.C., Ottaviano si trovava in Illiria;
tornato in Italia, apprese che lo zio lo aveva nominato suo erede e gli succedette nel governo di Roma con il
nome di Caio Giulio Cesare Ottaviano.
Il secondo triumvirato
L'uccisione di Cesare aveva creato un clima di profonda inquietudine: Ottaviano voleva vendicare il padre
adottivo per assicurarsi una posizione di potere, ma era contrastato dal console Marco Antonio, che aspirava
a conseguire un ruolo analogo. Con Ottaviano si schierarono alcuni senatori che, con un sovrano più
giovane e più facilmente influenzabile rispetto ad Antonio, speravano di conquistarsi ulteriori privilegi.
L'ostilità tra le due fazioni sfociò in conflitti politici e militari: Antonio, sconfitto due volte a Modena (44 e
43a.C.), fu costretto a ritirarsi in Gallia; Ottaviano diventò senatore, ma ben presto, appoggiato dall'esercito e
dal popolo, ruppe l'alleanza con i senatori e si fece eleggere console. Il timore di una nuova sollevazione dei
repubblicani che avevano ucciso Cesare lo convinse a richiamare il rivale e a raggiungere con lui un
accordo: alla fine del 43a.C., Ottaviano, Antonio e il suo alleato, il generale Marco Emilio Lepido, costituirono
il secondo triumvirato, una magistratura straordinaria che li poneva a capo dello stato per cinque anni. Tale
alleanza venne rafforzata da una massiccia epurazione chiamata "proscrizione": molti avversari politici
furono condannati a morte, e fra i trecento senatori e i duecento cavalieri uccisi vi fu anche il famoso oratore
Cicerone.
Successivamente Ottaviano e Antonio affrontarono militarmente i congiurati che avevano assassinato
Cesare, Marco Giunio Bruto e Caio Cassio Longino, che, sconfitti nella battaglia di Filippi, in Macedonia, si
suicidarono nel 42a.C. Nel 40a.C. i triumviri erano di fatto al comando dell'impero: Ottaviano aveva il
controllo delle province occidentali, Antonio di quelle orientali e Lepido dell'Africa; nel 38a.C. il triumvirato
venne riconfermato per altri cinque anni. Nel 36a.C. Ottaviano sconfisse il rivale più pericoloso, Sesto
Pompeo, figlio di Pompeo Magno, che si era impadronito di Sicilia, Sardegna e Corsica. In seguito, mentre
Antonio era in Oriente a combattere i Parti, estromise Lepido dal governo.
Un'altra minaccia, però, era sopraggiunta a contrastare i nuovi progetti: Antonio aveva donato alcuni territori
a Cleopatra, la regina che Cesare aveva insediato sul trono d'Egitto; questo fatto, assieme alla nomina a
coreggente di Cesarione, figlio di Cleopatra e Cesare, fece temere a Ottaviano che potesse essere in
discussione la sua posizione di unico successore di Cesare. Quando si rafforzò il sospetto che Antonio
volesse trasformare l'impero in una monarchia di stampo orientale, la guerra divenne inevitabile. Le forze
congiunte di Antonio e Cleopatra furono sconfitte da Ottaviano nella battaglia di Azio nel 31a.C.; l'anno
successivo Antonio e Cleopatra si suicidarono, e Cesarione venne assassinato. Nel 29a.C. Ottaviano poté
celebrare a Roma il proprio trionfo, ponendo fine all'epoca delle guerre civili e diventando l'incontrastato
padrone dell'impero.
Padre della patria
Nel 27a.C. il senato romano gli attribuì il titolo onorifico di Augusto ("consacrato"), che in seguito diventerà
sinonimo di "imperatore". Augusto riformò le istituzioni dell'impero accentrando nella propria persona titoli e
poteri un tempo attribuiti esclusivamente ai magistrati repubblicani. Nel 23a.C. ricevette la potestà tribunizia
a vita, che comportava il diritto di veto e il controllo sulle assemblee dei tribuni della plebe. Il senato lo investì
a vita anche della dignità proconsolare sulle province, conferendogli poteri superiori a quelli degli altri
proconsoli. L'insieme di queste prerogative, sommate alle funzioni consolari che assunse tredici volte
durante il regno, conferì ad Augusto il potere assoluto su tutto l'impero. Nel 12a.C., venne proclamato anche
pontefice massimo, la più alta carica religiosa. Si occupò personalmente delle tasse, delle strade, degli
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acquedotti, dell'emissione di nuove monete. Riformò l'amministrazione, suddividendo le province fra
senatorie e imperiali; stanziò contingenti fissi di legionari lungo i confini più minacciati; divise l'Italia in undici
regioni e formò una nuova categoria di burocrati, che determinò l'ascesa della classe equestre. Ampliò i
confini dell'impero con vittoriose campagne nel Norico, nella Rezia (16-15a.C.) e in Pannonia (12-9a.C.). Nel
2a.C. ricevette il titolo di Pater patriae ("Padre della patria").
Come protettore delle arti, Augusto fu amico e mecenate dei poeti Ovidio, Orazio, Virgilio nonché dello
storico Livio. Patrocinò l'architettura e promosse la costruzione di opere monumentali e civili. Cercò di far
rivivere gli antichi valori in un'epoca di grande permissivismo: per porre un freno all'immoralità dei costumi
emanò leggi contro il lusso e rafforzò l'istituto familiare. In campo economico promosse lo sviluppo
dell'agricoltura in Italia.
Augusto si sposò tre volte; dalla seconda moglie, Clodia, ebbe una figlia, Giulia; la terza moglie fu Livia
Drusilla, che aveva già due figli da un precedente matrimonio, Tiberio e Druso Maggiore. Morti Druso e
Giulia, l'unico possibile successore rimase il figliastro Tiberio, che Augusto adottò nel 4d.C.
Vari sono stati i giudizi degli storici antichi e moderni su Augusto: alcuni condannarono la sua brama di
potere, alla quale vennero imputate le spietate proscrizioni al tempo del triumvirato; altri, come il
repubblicano Tacito, lodarono alcuni aspetti del suo regime. Gli studiosi moderni, pur criticandone un certo
cinismo e le tendenze autoritarie, gli riconoscono tuttavia il merito di aver creato un governo stabile e bene
amministrato, e soprattutto di aver portato la pace e la prosperità nelle dissestate province dell'impero.
"Augusto¸ Cesare Ottaviano - Treccani"
Ottaviano (Gaius Julius Caesar Octavianus Augustus). Imperatore romano (63 a.C. - 14 d.C.). Nacque nel
63 a.C., il 23 settembre, a Roma, da Attia, figlia d'una sorella di Giulio Cesare. Crebbe cagionevole di salute,
nervoso, apparentemente timido e indeciso, ma chi gli era vicino poteva rendersi conto che era dotato di
un'intelligenza eccezionale e di un temperamento accorto e riflessivo. Cesare lo prese a ben volere e forse,
intuendone le capacità, gli affidò ancora giovanissimo alcuni incarichi onorifici. Poco tempo prima di morire lo
adottò come figlio. Il giovane mutò allora il suo nome da Ottaviano in Gaio Giulio Cesare Ottaviano. La sua
vita politica può essere divisa in tre parti: il periodo delle lotte per la repressione del movimento anticesariano
e la conquista del potere in Italia, quello del primato politico e militare, durante il quale fu chiamato
semplicemente O., e il periodo del principato, che inizia l'età imperiale romana, in cui ebbe il titolo di
Augustus
La morte di Cesare. L'uccisione di Giulio Cesare ad opera d'un pugno di congiurati nel tragico marzo
del 44 a.C. ruppe un equilibrio faticosamente raggiunto a Roma dopo anni di guerre civili. Mentre ancora si
svolgevano i funerali dell'ucciso, si scatenarono le lotte per la successione. O., allora diciottenne, era l'erede
universale di Cesare. Non aveva alcuna esperienza delle cose pubbliche, ma seppe subito attirarsi la
simpatia dei veterani di Cesare. Da Apollomia, dove si trovava, si portò subìto a Roma, accompagnato da un
folto gruppo di amici, soldati e ufficiali, decisi a vendicare il dittatore. Marco Antonio, un altro cesariano,
militare nato, scaltro, abituato agli intrighi, ma, rispetto ad 0., molto più rozzo e emotivo, si rifiutò di cedergli il
posto e cercò di metterlo in secondo piano. Per il momento non vi fu tra i due una vera e propria lotta:
occorreva prima schiacciare i gruppi aristocratici repubblicani, da cui era partita la congiura e che avevano
ancora il senato nelle mani. Dopo alcuni mesi in cui entrambi furono occupati a consolidare le proprie forze,
ebbero inizio trattative tra Antonio e O. per condurre la lotta contro i repubblicani. Venne posto fine ai conflitti
iniziatisi nell'Italia centro-settentrionale (guerra di Modena) e fu decisa un'azione politico-militare comune.
Marco Antonio, O. e Lepido costituirono un triumvirato (il secondo) e imposero la loro dittatura in Italia.
Mossero quindi verso i Balcani e a Filippi, in Tracia, sconfissero in modo definitivo Bruto e Cassio, i due
maggiori capi anticesariani (42 a.C.).
La spartizione delle aree dl potere. Dopo Filippi i triumviri si divisero tra loro il mondo romano: O.
prese per sé l'Italia e le province occidentali, Lepido l'Africa e Antonio l'Oriente. L'accordo durò,
apparentemente senza scosse, vari anni, in quanto i triumviri si tenevano uniti nel timore d'una ripresa
violenta dell'anticesarismo, di cui restava ancora in piedi l'ultimo valoroso e tenace esponente, Sesto
Pompeo. Nel 36 però Sesto fu eliminato, mentre Lepido aveva dimostrato d'essere una personalità priva
d'ogni velleità politica. Fu allora che la lotta per la conquista del mondo tra Antonio e O., per tanto tempo
rimandata, si accese implacabile.
O. fece precedere l'inizio delle ostilità da una massiccia campagna psicologica, per la quale si servì
di abili scrittori e di schiere di propagandisti. Antonio fu descritto ai Romani come l'uomo che, irretito dalle arti
d'una donna, aveva abdicato al suo dovere di soldato e di romano, concependo addirittura il progetto di
costituire un impero in Oriente da offrire a colei di cui era schiavo. Si trattava d'un vero e proprio cliché, in
parte costruito su dati del tutto forzati, che allora ebbe grande successo ed è tuttora molto popolare. Seguì la
rapida guerra, culminata nell'infelice, enigmatica battaglia di Azio (31 a.C.). Antonio e Cleopatra si uccisero.
L'Egitto divenne una provincia romana (30 a.C.).
Ancora una volta fu determinante per il trionfo di O. l'abilità strategica e organizzativa di M. Vipsanio
Agrippa, un uomo che era stato accanto ad O. fin dall'inizio della sua vita pubblica.
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La via verso il principato. Durante gli anni da Filippi ad Azio O. aveva ricevuto dal senato poteri
straordinari. Dopo Azio cominciò ad essere guardato come un uomo al di sopra dei poteri e delle fazioni,
secondo un atteggiamento che s'andò sempre più delineando non solo nel senato ma presso l'intera società
romana. Nel 26 O. venne eletto console, mentre era assente da Roma, secondo una prassi non del tutto
ortodossa rispetto alla tradizione repubblicana. La nomina venne ripetuta nel 25 e nel 24. In realtà il vincitore
di Azio aveva pubblicamente dichiarato di voler restaurare la repubblica e che era suo intendimento
rinunciare ad alcuni poteri. Tuttavia gradatamente egli con i suoi collaboratori aveva accentrato nelle proprie
mani il governo di Roma e delle province. Non aveva eccessive ambizioni, ma era venuto a trovarsi in una
contingenza storica particolare, in cui la stessa forza delle cose 10 costringeva a restare alla ribalta in una
condizione di assoluta superiorità. Tra le forze che 10 spingevano verso il principato v'era l'ansia del senato
di non perdere l'unico uomo che era riuscito dopo Cesare a riportare l'equilibrio in Roma.
Nel 23 O. restò colpito da un'epidemia che allora infuriava in Italia. Quasi morente, giunse fino a
dettare le ultime volontà. Poi il male regredi ed egli si riprese. Ma si sentiva così debole che dichiarò d'avere
bisogno di riposo e perciò intendeva ritirarsi dalla vita pubblica. Il senato s'affrettò ad implorarlo, affinché
continuasse nella sua opera di governo. Nell'estate comunque O. abdicò al consolato, facendo nominare
console un uomo di sua fiducia, L. Sestio, mentre egli riprendeva per sé la potestà tribunicia, la quale già gli
era stata concessa nel 36. Il carattere della potestà tribunicia e il modo con cui O. l'assunse nuovamente
costituivano in sé una novità rivoluzionaria, che andava ben oltre le istituzioni repubblicane. O. diveniva il
primo (princeps) dei cittadini con poteri proconsolari nelle province, un'autorità che gli permetteva di
intervenire anche nelle cose interne di Roma. Aveva il comando dell'esercito e poteva decidere sulla guerra
e sulla pace, come su questioni fondamentali della politica estera. Il suo governo avrebbe dovuto attuarsi in
collaborazione e in concomitanza con i poteri del senato, ma una tale diarchia ebbe subito un valore del tutto
nominale. Nel 23 Roma fu agitata da tumulti causati da una grave carestia nelle campagne. Una grande folla
impose che O. si prendesse la responsabilità dell'Annona, cioè dei rifornimenti di grano alla capitale, incarico
questo che dava, a chi lo deteneva, un'influenza e un prestigio enormi. Nello stesso tempo il senato con
decisione improvvisa lo autorizzò ad emettere a sua volontà editti, come fosse investito della carica
consolare. Tutto il potere era così demandato nelle mani d'un solo uomo. La repubblica era finita.
La sistemazione dei confini orientali. Nelll'estate del 22 O. partì per l'Oriente. Durante il viaggio si
fermò qualche tempo in Sicilia, dove cercò con alcune sagge leggi d'alleviare le condizioni dell'isola, ridotta
ad un immenso sterile latifondo. Giunse in Grecia nel 21. Non era l'uomo da abbandonarsi al fascino della
cultura ellenica; pure, nell'ambito dei piani da lui decisi per riordinare le province, si interessò dei problemi
riguardanti le antiche gloriose città, ora gravate dai tributi romani e prive di quello spirito d'iniziativa che era
stato alla base della loro grandiosa espansione commerciale. O. cercò di ristabilire istituti collettivi, che,
ricordando le antiche leghe, dessero l'impressione ai Greci di godere ancora della libertà. Mentre era in
Grecia, O. lavorava per risolvere una questione spinosa rimasta da anni insolutu: la questione dei confini
orientali dell'impero verso l'Armenia e quella Parzia (Iran nordorientale) che varie volte aveva
sanguinosamente infranto le aquile legionarie. Passato in Asia Minore, si vide accolto come un dio. In molte
città venivano adorate le sue effigi. Era la prima volta che un romano si trovava di fronte ad un fatto del
genere, in quanto la deificazione dei monarchi era fatto tipicamente orientale. Presto questo principio,
introdotto a Roma, sarebbe divenuto peculiare di tutti i successori di O.
Negli ultimi mesi del 21 forze romane e contingenti di truppe inviate dalle città alleate presero a
concentrarsi lungo la frontiera armena. Si era fissato l'inizio delle operazioni per la primavera, allorché alcuni
congiurati si impadronirono del potere in Armenia e offrirono spontaneamente la soggezione del paese a
Roma. O. mise sul trono armeno un principe amico dei Romani; accettò quindi dai Parti la restituzione dei
prigionieri e delle insegne perdute in precedenti guerre e un gran numero di ortaggi. Senza combattere
aveva così sistemato convenientemente un settore strategico nevralgico dell'impero. In Palestina dovette
occuparsi della questione della Giudea, governata da Erode, un filooccidentale inviso agli Ebrei. O. sostenne
Erode, malgrado le proteste di quasi tutte le città ebraiche, perché lo riteneva il solo uomo di fiducia di cui i
Romani potevano disporre in quel momento in Palestina. Si apri così il latente, atroce dissidio tra Ebrei e
Romani che poi avrebbe condotto alla tragica rivolta del 70 d.C.
Durante il viaggio di ritorno a Roma, via Grecia, O. si incontrò ad Atene con Virgilio. Il poeta era in
cattive condizioni di salute e disperava di poter finire l'Eneide, il grande poema della latinità imperiale. O. lo
esortò allora a far ritorno con lui in Italia. A Brindisi però Virgilio si spense, chiedendo ai suoi amici di
distruggere l'Eneide. O. volle invece che il poema fosse conservato all'umanità e che Virgilio venisse sepolto
a Neapolis (Napoli), la città dove il poeta aveva studiato e composto le Georgiche
L'ordine nuovo di Augusto. O. vide con estrema chiarezza i problemi connessi col riordinamento
dell'impero e con l'instaurazione di un'età imperiale, la quale secondo i poeti e gli ideologi raccolti alla sua
corte doveva essere presentata come un'età nuova in tutti i campi e tale da durare mille anni. La politica
condotta da O. per realizzarla s'imperniava su alcuni punti fondamentali: energica difesa delle frontiere e
moderata prudente espansione; moralizzazione della società romana e italica; sicurezza in Italia e nelle
province al fine di incrementare i traffici; aumento della produzione agricola.
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Nel 18, dopo avere riformato il senato, i cui membri furono per l'80% scelti da lui, O. presentò una
legge, la famosa lex Julia de maritandis ordinibus, diretta a ricostruire la società secondo più rigidi principi
morali. La legge sanciva l'obbligo al matrimonio, vietava l'unione dei senatori con liberte (schiave affrancate)
e prevedeva una serie di misure allo scopo di aumentare il tasso demografico: si stabilivano infatti premi per
i cittadini con famiglia numerosa e pene pecuniarie per i celibi e i coniugi senza figli. I celibi restavano esclusi
da vari diritti, come, per es., ricevere eredità da terzi, e non potevano far carriera nelle magistrature. Le
donne al terzo figlio ricevevano la parità dei diritti con gli uomini. Altre leggi emanate da O., quali la lex Julia
de pudicitia et de coercendis adulteriis e la lex sumptuaria, riguardavano il libertinaggio e il lusso licenzioso.
Contro gli adulteri e le adultere erano sancite gravissime pene economiche. Lo spirito di queste leggi non
derivava da un ottuso moralismo. Alla base vi era la volontà di rinsaldare l'istituto familiare e attraverso di
esso la società, uscita disfatta dalle guerre civili. Con la famiglia veniva identificata la proprietà privata e O.
s'adoperò perché i patrimoni non si disperdessero. Così fu vietato ai mariti di poter liberamente disporre
della dote della moglie.
La lotta di classe, esplosa violenta nella vita romana nel lungo conflitto tra i patrizi e l'ordine
equestre, cioè la borghesia di recente acquisizione, fu da O. risolta lasciando ai senatori, in gran parte
d'origine patrizia, le magistrature e dando ai cavalieri le cariche provinciali.
O. applicò con severità le sue leggi, attirandosi una malcelata ostilità in certi particolari ambicnti della
capitale, insofferenti ad ogni costrizione di costume, ma guadagnandosi la simpatia e l'appoggio soprattutto
dei ceti di provincia e d'una parte della società cittadina rimasta tradizionalista. In un certo senso a Roma si
formarono due correnti, quella dei conservatori, favorevoli all'ordine morale di O., e quella dei progressisti,
che non ammettevano limiti nella moda, nel gusto, nel piacere, nell'acquisizione di idee nuove.
Questa situazione ebbe riflessi perfino nella famiglia di O., in cui Giulia, la figlia di O., si era legata ad
un ambiente di giovani progressisti. Alcuni storici hanno addirittura parlato di lei come capo d'un "partito dei
gaudenti". Nel 2 a.C. O. ordidò con decisione l'esilio della figlia, che cosi fu allontanata da Roma. Qualche
anno dopo, l'8, venne esiliato sulle coste del lontann mar Nero il poeta Ovidio, il quale aveva esaltato nell'Ars
amandi il libero amore. L'editto di condanna non venne mai più revocato. Taluni, sulla base d'una
affermazione poco certa dello stesso Ovidio, contenuta in un'opera composta in esilio, hanno pensato che il
poeta fosse stato implicato in uno scandalo di corte o avesse involontariadiente assistito a qualcosa che O.
non desiderava si risapesse fuori del palazzo imperiale. In verità l'esilio di Ovidio segui quello di Giulia e fu
deciso da O. in base ad una coerenza politica che si ricontra in tutto il suo governo. D'altra parte egli favori
grandemente la letteratura e le arti e protesse uomini come Orazio, Virgilio, Tibullo, Properzio e, fino ad un
certo momento, lo stesso Ovidio. Tuttavia, come tutti i grandi statisti, esercitò un'attenta censura perché la
cultura fosse al servizio dello stato da lui costruito. Ovidio non fu tanto scaltro da capire al momento giusto
che le cose erano cambiate.
La successione. O. si sposò tre volte: con Clodia, figlioccia di Antonio, all'epoca del triumvirato, con
Scribonia, parente di Sesto Podipeo, dalla quale ebbe Giulia, nel 40, e con Livia Drusilla, già moglie di
Tiberio Claudio Nerone, nel 30. Non aveva però eredi maschi e quando morì designò come suo successore
Tiberio Claudio Nerone.
La personalità di Augusto. Secondo tutte le tradizioni relative ad Augusto, egli ebbe una personalità
aliena dalla violenza, ma ferma nelle decisioni. Nella sua vita non si affrettò mai, risolvendo i casi come si
presentavano, attraverso un lavoro minuzioso e quasi distaccato. La sua fortuna d'uomu politico fu in gran
parte dovuta anche alle qualità eccezionali di taluni collaboratori, come soprattutto Agrippa, e al particolare
momento storico. Le guerre tra le fazioni avevano sconvolto Roma, cui incombeva la responsabilità
d'amministrare un impero, e O. con la sua calma, senza grandi scosse e senza un seguito di vendette era
riuscito a conciliare le parti e a far tornare l'ordine. E' del tutto priva di fondamento la tesi, sostenuta da
qualche storico sovietico, quale il Masckin, secondo cui la società romana, impaurita dalle rivolte servili,
come quella di Spartaco, aveva cercato un uomo forte, al quale dare tutti i poteri, perché difendesse l'ordine
schiavistico su cui si fondava. In tutto il mondo antico, da Roma alla Grecia, all'Egitto, le masse di schiavi
non riuscirono mai a costituirsi in un movimento di rottura. La rivolta di Spartaco è, nel quadro generale, solo
un episodio, del resto cronologicamente abbastanza lontano dagli anni di Augusto.
Quando Augusto morì, la pace imperiale duminava sovrana. Era stata conquistata la Spagna, si era
creata una linea di difesa sul Reno-Danubio, dopo l'abbandono di quella sull'Elba in seguito alla sconfitta di
Quintilio Varo (9 d.C.), e nuove province (Rezia, Norico, Illirico, Pannonia) erano entrate a far parte
dell'impero.
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75
Mecenate
Cenni biografici
Nacque nel 70 a.C. ad Arezzo da nobile familia etrusca. Non andò mai, per libera scelta, oltre lo
stato di cavaliere.
Morì nell'8 a.C..
Opere
Frammenti poetici per un totale di 102 parole.
Conte: "M. coltivava una poesia nugatoria, intimistica ed ironica. Come letterato non ebbe fortuna
e certamente non era questa la sua ambizione."
Testi e testimonianze
Hor., carm. 1,1
Maecenas atavis edite regibus
O et praesidium et dulce decus meum.
Prop. 3, 9,1
Sen., ep., 114, 4
Quomodo Maecenas vixerit notius est quam ut narrari nunc debeat quomodo ambulaverit, quam delicatus
fuerit, quam cupierit videri, quam vitia sua latere noluerit. Quid ergo? non oratio eius aeque soluta est quam
ipse discinctus? non tam insignita illius verba sunt quam cultus, quam comitatus, quam domus, quam uxor?
Magni vir ingenii fuerat si illud egisset via rectiore, si non vitasset intellegi, si non etiam in oratione difflueret.
Videbis itaque eloquentiam ebrii hominis involutam et errantem et licentiae plenam.
Traduzione Seneca.
Vell.Pat., 2, 88,2
<Erat> tunc urbis custodiis praepositus C. Maecenas, equestri sed splendido genere natus, uir, ubi res
uigiliam exigeret, sane exsomnis, prouidens atque agendi sciens, simul uero aliquid ex negotio remitti
posset, otio ac mollitiis paene ultra feminam fluens, non minus Agrippa Caesari carus, sed minus honoratus–
quippe uixit angusti claui paene contentus–, nec minora consequi potuit, sed non tam concupiuit. Hic
speculatus est per summam quietem ac dissimulationem praecipitis consilia iuuenis et mira celeritate
nullaque cum perturbatione aut rerum aut hominum oppresso Lepido, immane noui ac resurrecturi belli ciuilis
restinxit initium; et ille quidem male consultorum poenas exsoluit. Aequetur praedictae iam Antistii Seruilia,
Lepidi uxor, quae, uiuo igni deuorato, praematura morte immortalem nominis sui pensauit memoriam.
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Traduzione Velleio
Quint., 9,4,28
Quaedam uero transgressiones et longae sunt nimis, ut superioribus diximus libris, et interim etiam
compositione uitiosae, quae in hoc ipsum petuntur, ut exultent atque lasciuiant, quales illae Maecenatis: 'sole
et aurora rubent plurima'; 'inter sacra mouit aqua fraxinos'; 'ne exequias quidem unus inter miserrimos
uiderem meas' quod inter haec pessimum est, quia in re tristi ludit compositio.
Tuttavia lo stile più riuscito è quello che riesce a ottenere un ordine naturale, una connessione
appropriata, e, assieme a questi, un ritmo dotato di cadenza opportuna. 28. Alcuni iperbati, poi,
sono troppo lunghi, come abbiamo detto nei libri precedenti, e in certi casi sono anche difettosi
nella composizione; essi sono ricercati proprio per il loro carattere libero e indisciplinato, come i
seguenti di Mecenate: Sole et aurora rubent plurima («Rosseggiano nel sole e nel pieno
dell'aurora»); Inter sacra mouit aqua fraxinos («Il fiume sacro scorre tra i frassini »); Ne exequias
quidem unus inter miserrimos uiderem meas («Io, unico tra i più infelici, non vedrei neppure il mio
funerale»), che è il peggiore tra questi, perché una composizione scherzosa viene correlata a un
argomento triste.
Tr. C. M. Calcante, BUR
Suet., vita hor. 44
Ac primo Maecenati…locum tenuit.
Serv., Verg.Georg. 2, 41
Constat Maecenatem fuisse litterarum peritum ...colla minacium
Macrob., sat. 2, 4, 12 (ricontrollo testo)
Idem Augustus, quia Maecenatem suum noverat stile esse remisso, molli et dissoluto, talem se in
epistulis, quas ad eum scribebat, saepius exhibebat, et contra castigationem loquendi, quam alias
ille scribendo servabat, in epistula ad Maecenatem familiari plura in ioca effusa subtexuit: vale meli
gentium meculle ebur ex Etruria, lasar Arretinum, adamas Supernas, Tiberinum margaritum,
Cilniorum smaragde, iaspi Iguvinorum, berulle Porsenae, carbunculum Hadriae, … habeas
[greco]… moecharum. Cf. Suet., Aug. 86,2.
Testo Macrobio
Bibliografia
A.Kappelmacher, RE XIV, 1, 1928, 207-229.
Conte, 224.
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77
Frammenti in W. Morel, Fragmenta poetarum latinorum epicorum et lyricorum praeter Ennium et
Lucilium, Leipzig, Teubner, 1927.
FPL Blansdorf 1995, pp. 243-248.
Totale 102 parole.
ed. Buechner, Fragmenta poetarum latinorum, pp. 131-34.
ed. P. Lunderstedt (De C. Maecenatis fragmentis), Leipziz 1911.
Studi
R. Avallone, Mecenate, Napoli 1963, 19451. Autore di altri importanti studi.
J.M. André, Mécène. Essai de biographie spirituelle, Paris 1967.
Andre' Jean-Marie, Mecenate. Un tentativo di biografia spirituale, ?, Le Lettere, 1991
Paturzo Franco, Mecenate il ministro di Augusto. Politica, filosofia, letteratura nel periodo augusteo
?, Calosci,1999
ICCU
Paturzo, Franco, Mecenate : il ministro d'Augusto : politica, filosofia, letteratura nel periodo augusteo /
Franco Paturzo, Cortona : Calosci, [1999]
Andre, Jean-Marie <1930- >, Mecenate : un tentativo di biografia spirituale / Jean-Marie Andre ;
presentazione di Lidia Storoni Mazzolani, Firenze : Le lettere, 1991, Bibliotheca
Note Generali: Trad. di Francesca Corridoni.
Nomi: Andre, Jean-Marie <1930- >
Storoni Mazzolani, Lidia
Altri titoli collegati: [Altro documento correlato] Mecene.
Soggetti: Mecenate , Gaio Cilnio - Biografie
Mecenate , Gaio Cilnio - Pensiero
Avallone, Riccardo, Mecenate / Riccardo Avallone, Napoli : Libreria scientifica editrice, [1962?]
C. Cilnius Maecenas, M. Valerius Messala Corvinus, C. Asinius Pollio, Albius Tibullus, ceteri poetae aetatis
Augusti, Patavii : In aedibus Livianis, 1970, Scriptorum Romanorum quae extant omnia
Nomi: Maecenas, Gaius Cilnius
Tibullus, Albius
Messalla Corvinus , Marcus Valerius
Asinius Pollio, Gaius
Altri titoli collegati: [Variante del titolo] Caius Cilnius Maecenas, Marcus Valerius Messala Corvinus, Caius
Asinius Pollio, Albius Tibullus, ceteri poetae aetatis Augusti
"Mecenate¸ Gaio Cilnio - Treccani"
Mecenate Gaio Cilnio. Cittadino romano nato verso il 70 a.C. ad Arezzo, da famiglia che vantava tradizioni
regali. Dotato di vasta cultura e di raffinata abilità diplomatica, restò per tutta la vita il più intelligente e fedele
collaboratore di Augusto, soprattutto negli anni turbinosi che vanno dalla guerra di Modena (43 a.C.) alla
battaglia di Azio (31 a.C.). Ufficialmente non occupò mai alcuna carica, anche se ebbe nelle mani tutte le
leve del potere, quando circostanze difficili tennero Augusto lontano da Roma. Non abusò mai dei suoi alti
privilegi a corte ed anzi, nell'ultimo periodo della sua vita, con molta discrezione si tenne lontano dalla vita
pubblica. Morì nell'8 a.C. e lasciò l'imperatore erede del suo ricchissimo patrimonio.
La figura di M. oltre che alla politica appartiene alla letteratura, non tanto per quello che scrisse, ma per
quello che rappresentò nei riguardi dei poeti del periodo aureo. Protesse Virgilio, Orazio, Properzio ed altri
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con una larghezza di aiuti che è passata in proverbio: per mecenatismo infatti si intende ogni illuminata e
disinteressata protezione intesa a favorire le lettere e le arti. Degli scritti di M. restano soltanto frammenti.
Sappiamo che, tra l'altro, compose un Symposium (Il banchetto), in cui Messalla pronunziava l'elogio del
vino.
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Valerio Messalla Corvino
Cenni biografici
Opere
Testi e testimonianze
Hier., chron., ol. 180-82
Messalla Corvinus orator nascitur, et Titus Livius Patavinus scriptor historicus.
Hier., chron., ol. 188
Messala Corvinus primus praefectus Urbis factus, sexto die magistratu se abdicavit, [f [0551B] Praefecturam
Urbis, dignitatem gravissimi oneris, [0551C] et insolentia parendi graviorem, dicit Corn. Tacitus Annali VI,
cap. 11, et qui se probe in ea gesserint, non administrasse ait, sed temperasse, quin et tolerasse
potestatem. Omnino igitur erudite atque acute Scaliger conjecit hic rescribendum, imbecillem sese potestati
contestans, ex vetere, ut putat, scriptura, invecilem sese et, pro quo incivilem esse, etc., sequiores critici
reposuerint. Haec enimvero lectio [0552A] falsam se statim ac depravatam prodit: tametsi non mutamus,
quod mss. non suffragentur, immo Palatini, novo glossatorum ausu, civilem praeferant. Sed quam addit ille
causam imbecillitatis povrjrJw hJlikivaû, ut graviorem se annis Messalla Corvinus diceret, quam ut tanto
oneri par esset, id minus probat Schurzfleischius, qui se non capere ait, quomodo, si ita legendum sit, in
Fastis Capitolinis anno ab U. C. 726, Messalla triumphasse de Gallis tradi possit, praecipue cum post eum
triumphum per aliquod tempus vixisse eum, e Tibullo Elegia VII constet. Atqui erat hoc ipsum intellectu haud
difficile, si post octo demum annos, quod idem Scaliger sentit, sive anno ab U. C. 737, praefectus creatus
est. Tunc autem prochronismo illo annorum novem, quem Scaliger notat, Hieronymianae rationes
laborabunt: quod ego quidem non admitto, eodem Taciti testimonio nisus, qui statim a Messallae repudio
Taurum Statilium ait, quamquam provecta aetate, munus illud [0552B] egregie tolerasse. Ex quo etiam,
Messallae, cur repudiaret, causam non fuisse senectutis, licet arguere.] incivilem potestatem esse
contestans.
Hier., chron.,
ol. 197-98
Messala Corvinus [d [0563C] Scaliger hanc periocham biennio post refert. Porro in Notis ex Ovidii
testimonio, scribentis ad [0564A] Messallinum de Messallae patris ejus funere, Cui nos et lacrymas
supremum in funere munus, Et dedimus medio scripta canenda foro, contendit ante exsilium Ovidii eum
jam decessisse, hoc est, ante num. 2029. Tum ait: Rursus aliud dubium suboritur: si M. Val. Messalla obiit
2029 numero, superstes fuit 9 annis C. Asinio Pollioni, qui decessit num. 2020. Quomodo ergo tuebimur hoc
adversus ea, quae auctor Dialogi de causis corruptae eloquentiae scribit: Corvinus in medium usque
principatum, Asinius pene ad extremum duravit. Secundum haec, et ea, quae aujtovpthû scribebat Ovidius,
commutarunt locum in Chronico Eusebii, Pollio, et Messalla, ut num. 2020 Messalla mortuus fuerit, Pollio
vero 2029: unde recte auctor Dialogi dixerit Asinium pene ad extremum principatum Augusti pervenisse,
penultimus enim annus Augusti incidit in num. 2029. Itaque cum Asinius Pollio vixerit ann. [0564B] 80, natus
igitur fuerit numero 1949, consul factus annos natus 29 aut 28. Val. Maximus libro VIII, cap. 14, vocat
Asinium Pollionem numerosae vivacitatis haud parvum exemplum. Vixit enim annos, ut diximus, 80. Jamvero
textum quod spectat, primus Palatinus ms., teste Schurzfleischio, legit ulcere illi, tertius hulcere illi, quod
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omnino verius puto quam impressum etiam in Scaligerana editione ulcere sibi. In fine Parmensis ms. tantum
annos 70 aetatis Messallae computat.] orator ante biennium quam moreretur, ita memoriam ac sensum
amisit, ut vix pauca verba conjungeret, et ad extremum ulcere sibi circa sacram spinam nato, inedia se
confecit, annos aetatis 72.
Quint., 10, 1,113
At Messala nitidus et candidus et quodam modo praeferens in dicendo nobilitatem suam, uiribus minor.
Invece Messalla è elegante e limpido, e per così dire esibisce nel suo stile la sua nobiltà, ma è
inferiore per vigore.
Traduzione di C. M. Calcante.
Quint., 12, 10, 11
Mediam illam formam teneant L. Crassus, Q. Hortensius. Tum deinde efflorescat non multum inter se
distantium tempore oratorum ingens prouentus. Hic uim Caesaris, indolem Caeli, subtilitatem Calidi,
diligentiam Pollionis, dignitatem Messalae, sanctitatem Calui, grauitatem Bruti, acumen Sulpici, acerbitatem
Cassi reperiemus: in iis etiam quos ipsi uidimus copiam Senecae, uires Africani, maturitatem Afri,
iucunditatem Crispi, sonum Trachali, elegantiam Secundi.
Lucio Crasso e Quinto Ortensio possono rappresentare la forma intermedia. Ecco poi la fioritura di
una enorme messe di oratori tra loro non molto distanti nel tempo. Qui troveremo l'energia di
Cesare, il talento innato di Celio, la sottigliezza di Calidio, la precisione di Pollione, la dignità di
Messalla, la purezza di Calvo, la gravità di Bruto, l'acutezza di Sulpicio, la mordacità di Cassio; tra
questi troveremo anche gli oratori della nostra epoca: l'abbondanza di Seneca, la forza di Africano,
la maturità di Afro, la piacevolezza di Crispo, la sonorità di Tracalo, l'eleganza di Secondo.
Traduzione di C. M. Calcante.
Sen. rhet., contr., 2,4,8
Fuit autem Messala exactissimi ingenii quidem in omni studiorum parte, sed Latini utique sermonis
observator diligentissimus.
Traduzione Seneca.
Tac., dial., 21
Nolo Corvinum insequi, quia nec per ipsum stetit quo minus laetitiam nitoremque nostrorum temporum
exprimeret, videmus enim quam iudicio eius vis aut animi aut ingenii suffecerit.
Traduzione Tacito.
Tac., dial., 17
Sed transeo ad Latinos oratores, in quibus non Menenium, ut puto, Agrippam, qui potest videri antiquus,
nostrorum temporum disertis anteponere soletis, sed Ciceronem et Caesarem et Caelium et Calvum et
Brutum et Asinium et Messallam: quos quid antiquis potius temporibus adscribatis quam nostris, non video.
Traduzione Tacito.
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Bibliografia
Frammenti orazioni in H. Malcovati, Oratorum Romanorum Fragmenta Liberae Rei Publicae,
Torino, 19764, p. 529-34.
Totale 52 parole; titoli: Oratito Hyperidis pro Phryne in Latinumu versa, Pro Liburnia, Contra Antonii
litteras, In senatu ad Augustum, De Antonii statuis, De vectigalium Asiae constitutione.
Historicorum Romanorum Fragmenta, pp. 65-67.
Grammaticorum Romanorum Fragmenta, ed. Funaioli, pp. 503-07.
C. Moreschini, s.v. Oratori latini minori, in Dizionario degli scrittori greci e latini, 2, Milano,
Marzorati, 1987, p. 1471.
ICCU
C. Cilnius Maecenas, M. Valerius Messala Corvinus, C. Asinius Pollio, Albius Tibullus, ceteri poetae aetatis
Augusti, Patavii : In aedibus Livianis, 1970, Scriptorum Romanorum quae extant omnia
Nomi: Maecenas, Gaius Cilnius
Tibullus, Albius
Messalla Corvinus , Marcus Valerius
Asinius Pollio, Gaius
Altri titoli collegati: [Variante del titolo] Caius Cilnius Maecenas, Marcus Valerius Messala Corvinus, Caius
Asinius Pollio, Albius Tibullus, ceteri poetae aetatis Augusti
Autore: Florus, Lucius Annaeus
Titolo: L. Flori De gestis Romanorum libri quatuor, a mendis accuratissime repurgati, una cum adnotationibus
Ioan. Camertis, quae commentarij uice in omnem Romanam historiam esse possunt. Cui addita sunt & alia
eiusdem argumenti, quae sequens recenset pagina, Parisiis : apud Christianum Wechelum, sub scuto
Basiiensi, in uico Iacobeo & sub Pegaso in uico Bellouacensi, 1542
Nomi: Florus, Lucius Annaeus
Rufius Festus
Camers, Iohannes <1448-1546>
Messalla Corvinus , Marcus Valerius
[Editore] Wechel, Chrestien
Autore: Florus, Lucius Annaeus
Titolo: L. Flori De gestis Romanorum libri quatuor, a mendis accuratissime repurgati, una cum adnotationibus
Ioan. Camertis, quae commentarij uice in omnem Romanam historiam esse possunt. Cui addita sunt & alia
eiusdem argumenti, quae sequens recenset pagina, Venetiis ( Venetiis : apud Franciscum Rampazetum,
1559)
Note Generali: Contiene anche come elencato sul verso del front.: De historia Romanorum libellus di Festus
Rufus; De progenia Augusti Caesaris libellus, di M.V. Messalla Corvinus
Nomi: Florus, Lucius Annaeus
Rufius Festus
Camers, Iohannes <1448-1546>
Messalla Corvinus , Marcus Valerius
[Editore] Rampazetto, Francesco
"Messalla Corvino - Encarta"
Messalla Corvino, Marco Valerio
Messalla Corvino, Marco Valerio (64 a.C. - 8 d.C.), uomo politico e letterato romano. Di sentimenti
repubblicani, si schierò prima con gli uccisori di Cesare per poi passare dalla parte di Marco Antonio e,
infine, avvicinarsi al giovane Ottaviano. Con quest’ultimo, non ancora augusto, ma collega nel consolato,
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combatté nella battaglia di Azio (31 a.C.). Ebbe due mogli, la prima delle quali, Terenzia, era la vedova di
Cicerone.
Durante il principato augusteo, Messalla Corvino si allontanò progressivamente dalla vita politica, per darsi
agli studi umanistici e alla composizione di poesie e orazioni, quasi interamente perdute; presso di lui si
riunivano intellettuali, tra i quali il poeta Tibullo, che costituirono un circolo letterario estraneo all’impegno
politico di quello promosso da Mecenate.
"Messalla Corvino - Treccani"
Messalla Corvino (Marcus Valerius Messalla Corvinus). Uomo politico, poeta e oratore romano, nato nel 64
a.C. da famiglia del più antico patriziato. Suo padre era stato console nel 61. Nel 43 M. fu bandito da Roma
come partigiano degli uccisori di Cesare, ma dopo Filippi, dove combatté a fianco di Cassio, passò dalla
parte dei vincitori e da Ottaviano ottenne cariche ed onori. Nel 31, ad Azio, era console con lo stesso
Ottaviano; nel 27 ebbe il trionfo per gli Aquitani, la cui rivolta aveva domato in Gallia. Occupò in seguito varie
alte magistrature e morì nel 13 d.C. Come poeta M. è ricordato per i carmi d'argomento pastorale composti
in greco, per alcune poesie amorose in latino e, come letterato, per un libro di memorie, interessante per
alcune questioni linguistiche. Delle orazioni, famose ai suoi tempi, ci è giunto solo qualche frammento. M.
aveva sposato Terenzia, già moglie divorziata di Cicerone, e poi Calpurnia. I suoi figli, Marco Valerio
Messalla Messalino e Marco Aurelio Cotta Massimo, furono consoli rispettivamente nel 3 a.C. e nel 22 d.C.
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Cornelio Gallo
Cenni biografici
Nacque tra il 70 e il 69 a Forum Iuli, da una famiglia di umili origini, raggiungendo nonostante
questo il rango equestre e realizzando le tappe della relativa carriera militare.
Compì studi a Roma, dove divenne amico di Virgilio (si vedano le espressioni di affetto in Verg.,
ecl, 10, 70-77). Al pari di questo fu in rapporti di amicizia con Partenio di Nicea, che giunse come
prigioniero di guerra a Roma nel 73 [forse portatovi da C.Elvio Cinna] e può considerarsi un vero e
proprio anello di collegamento tra i neoteroi e la poesia alessandrina. Partenio stesso, autore di
elegie mitologiche sulla linea di Callimaco ed Euforione di Calcide, dedicò a Gallo un prontuario di
Erotikà pathemata, una serie di miti d'amore cui ispirarsi per i componimenti del giovane.
Gallo Combattè dalla parte di Ottaviano nella guerra civile e nella guerra alessandrina fino al 31 a.
C.
Fu designato praefectus Aegypti nel 30 a.C., carica che detenne per quattro anni.
Cadde in seguito in disgrazia presso l'imperatore, per motivi peraltro non chiari, e si tolse la vita nel
26 a.C. (secondo altri nel 27). Quasi sicuramente legata a questo fatto la scelta di Virgilio di
sostituire le lodi di Cornelio Gallo nell'ultimo libro delle Georgiche con il mito di Aristeo. Servio nel
sottolinearlo, spiega anche come la decima bucolica lasci invece intatto il riferimento a Gallo per
mettere in cattiva luce sotto l'amante fedifraga il suo nuovo spasimante, Marco Antonio, nemico di
Ottaviano. (Sul problema del doppio finale v. Conte, p.233).
Opere
Dovette scrivere quattro libri di elegie di argomento erotico (dal titolo Amores) in onore di una
Citeride (in realtà una liberta Volumnia, attrice di mimo, chiamata però Licòride in Verg. ecl.10,1?)
che poi l'avrebbe abbandonato), di cui restano un pentametro;
la testimonianza di Virgilio (ecl. 10,50) parla espressamente di elegie composte nel verso di
Euforione di Calcide (III a.C.) le cui opere Gallo stesso avrebbe tradotto in latino.
Circa una decina di versi, trascritti in un papiro della fine del I secolo a.C.ritrovati a QuaŞr Ibrîm,
sono stati pubblicati per la prima volta nel 1979, ma sulla loro autentiticità molto si è discusso.
Considerazioni
A proposito dei versi ritrovati nel 1979
"Tutto questo, accanto alla comparsa di quella poetica del corteggiamento mediante la poesia che
avrà una funzione importante negli altri elegiaci, emerge dai pochi versi tornati alla luce. Gallo, l'erede
- attraverso Euforione e Partenio - della poesia alessandrina, conferma così la sua grande impor tanza
come mediatore fra neoterismo ed elegia augustea: fu probabilmente lui a dare a questo genere la
sua forma propria, dotandola di un respiro e un movimento compositivo più ampio rispetto al breve
giro dell'epigramma, fondendo in essa la dottrina mitol ogica dell'elegia alessandrina e la propria
esperienza autobiografica. Con lui insomma la nuova elegia latina, di cui gli antichi lo consideravano
creatore, acquista autonomia formale e il suo carattere distintivo di poesia d'amore; ma della voce di
Gallo, della sua opera tanto esaltata e apprezzata ai suoi tempi (ma più tardi Quintiliano lo giudicherà
durior in confronto a Tibullo e Properzio), a noi è giunta purtroppo solo un'eco riflessa." (Conte, 279)
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Anche per Conte 2, 10 Gallo riveste un punto di trapasso dai neoterici ai nuovi orientamenti della
poesia augustea.
Alcuni ritengono che le espressioni poetae novi nell'Orator ciceroniano (161) e nelle Tusculanae
(3,45) [ab his cantoris Euphorionibus] siano rivolte proprio a Cornelio.
Lodando l'Andromaca di Ennio:
o poetam egregium! quamquam ab his cantoribus Euphorionis contemnitur. sentit omnia repentina et necopinata esse graviora; exaggeratis igitur regiis opibus, quae videbantur sempiternae fore, quid adiungit?
'Haec omnia vidi inflammari,
Priamo vi vitam evitari,
Iovis aram sanguine turpari.'
praeclarum carmen! est enim et rebus et verbis et modis lugubre. Eripiamus huic aegritudinem. quo modo?
conlocemus in culcita plumea, psaltriam adducamus, demus hedycrum, <odorum> incendamus scutellam,
dulciculae potionis aliquid videamus et cibi?
haec tandem bona sunt, quibus aegritudines gravissumae detrahantur? tu enim paulo ante ne intellegere
quidem te alia ulla dicebas. revocari igitur oportere a maerore ad cogitationem bonorum conveniret mihi
cum Epicuro, si, quid esset bonum, conveniret.
Euforione di Calcide, vissuto nel III secolo a.C., fu autore di numerosi poemetti mitologici dallo stile
originale e difficile.
Testi e testimonianze
ILS 8995
Hieron., chron., ol. 188
Cornelius [d [0551B] Rectius hoc subsequenti anno gestum addixisset, vide Dionem lib. LIII et Sueton. in
Augusto cap. 66. Jam, quod addit Scaliger, magnam esse hallucinationem Servii in extremum Bucolicon,
confundentis Gallum, primum Aegypti praefectum, cum C. Asinio consule, vereor, ne ille librariorum sit error.
Recte quippe alibi habent meliores editiones: Hujus Pollionis filium, C. Asinium, et Cornelium Gallum,
oratorem clarum, et poetam non mediocrem miro amore dilexit Virgilius. Porro contra mss. quot scio omnium
fidem, quadragesimo tantum, pro quadragesimo tertio anno Scaliger legit.] Gallus Forojuliensis poeta, a quo
primum Aegyptum rectam, supradiximus, 43 aetatis suae anno propria se manu interfecit.
Probus
Serv., in Verg.Buc., 10,1
EXTREMVM HVNC ARETHVSA M. C. L.
Gallus, ante omnes primus Aegypti praefectus, fuit poeta eximius; nam et Euphorionem, ut supra diximus,
transtulit in latinum sermonem, et amorum suorum de Cytheride scripsit libros quattuor. hic primo in amicitiis
Augusti Caesaris fuit: postea cum venisset in suspicionem, quod contra eum coniuraret, occisus est. fuit
autem amicus Vergilii adeo, ut quartus georgicorum a medio usque ad finem eius laudes teneret: quas
postea iubente Augusto in Aristaei fabulam commutavit. hic autem Gallus amavit Cytheridem meretricem,
libertam Volumnii, quae, eo spreto, Antonium euntem ad Gallias est secuta: propter quod dolorem Galli nunc
videtur consolari Vergilius. nec nos debet movere quod, cum mutaverit partem quarti georgicorum, hanc
eclogam sic reliquit: nam licet consoletur in ea Gallum, tamen altius intuenti vituperatio est; nam et in Gallo
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inpatientia turpis amoris ostenditur, et aperte hic Antonius carpitur, inimicus Augusti, quem contra Romanum
morem Cytheris est in castra comitata. '
Verg., ecl., ecl. 10, 50-51
Ibo et Chalcidico quae sunt mihi condita versu
carmina pastoris Siculi modulabor avena.
Andrò e quei canti che ho composto in verso calcidico
li voglio modulare sul flauto del siciliano pastore.
Mart., 8,73
Instanti, quo nec sincerior alter habetur
Pectore nec nivea simplicitate prior,
Si dare vis nostrae vires animosque Thaliae
Et victura petis carmina, da quod amem.
Cynthia te vatem fecit, lascive Properti;
Ingenium Galli pulchra Lycoris erat;
Fama est arguti Nemesis formosa Tibulli;
Lesbia dictavit, docte Catulle, tibi:
Non me Paeligni nec spernet Mantua vatem,
Si qua Corinna mihi, si quis Alexis erit.
O Instanio, che superi ogni uomo per la sincerità del cuore e la schietta semplicità, se vuoi dare alla mia
poesia forza e ispirazione, se desideri avere da me carmi immortali, dammi un vero amore. Cinzia fece poeta
te, o lascivo Properzio, Gallo trovava la sua ispirazione nella bella Licoride; il melodioso Tibullo deve la sua
fama alla leggiadra Nemesi; Lesbia dettò i tuoi carmi, o dotto Catullo. Se avrò una Corinna, se avrò un
Alessi, non mi disprezzeranno come poeta né i Peligni né Mantova.
Traduzione di G.Norcio, Torino, Utet, 1980
Prop., 2,34, 85-94
Haec quoque perfecto ludebat Iasone varro,
Varro Leucadiae maxima flamma suae;
haec quoque lascivi cantarunt scripta catulli,
Lesbia quis ipsa notior est Helena;
haec etiam docti confessast pagina calvi,
cum caneret miserae funera Quintiliae.
et modo formosa quam multa Lycoride gallus
mortuus inferna vulnera lavit aqua!
Cynthia quin vivet versu laudata properti,
hos inter si me ponere Fama volet.
Su questi temi, compiuto il poema di Giasone, poetava Varrone, Varrone, la grande fiamma della sua
Leucadia; di questi temi trattavano pure i carmi dell'ardente Catullo, per i quali Lesbia è più nota della stessa
Elena; di questi temi parlava pure la pagina del dotto Calvo, quando cantava la morte dell'infelice Quintilia. E
Gallo, da poco morto, quante ferite d'amore per la bella Lico ride ha lavato nelle acque infernali! Ma anche
Cinzia sarà celebrata per i versi di Properzio, se la Fama vorrà pormi tra costoro.
Quint., inst., 10,1,93
Elegia quoque Graecos prouocamus, cuius mihi tersus atque elegans maxime uidetur auctor Tibullus. Sunt
qui Propertium malint. Ouidius utroque lasciuior, sicut durior Gallus.
Suet., Aug., 66
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Neque enim temere ex omni numero in amicitia eius afflicti reperientur praeter Saluidienum Rufum, quem ad
consulatum usque, et Cornelium Gallum, quem ad praefecturam Aegypti, ex infima utrumque fortuna
prouexerat. quorum alterum res nouas molientem damnandum senatui tradidit, alteri ob ingratum et
maliuolum animum domo et prouinciis suis interdixit. sed Gallo quoque et accusatorum denuntiationibus et
senatus consultis ad necem conpulso laudauit quidem pietatem tanto opere pro se indignantium, ceterum et
inlacrimauit et uicem suam conquestus est, quod sibi soli non liceret amicis, quatenus uellet, irasci.
LXVI. Non contrasse facilmente amicizie, ma fu estremamente costante nel mantenerle, non solo col
riconoscere degnamente le virtù e i meriti di ciascuno, ma anche col perdonarne i vizi e gli errori, purché
leggeri.
Tra tutti i suoi amici, infatti, non se ne trovano altri che siano stati colpiti, eccetto Salvidieno Rufo e
Cornelio Gallo, che egli aveva entrambi innalzato, da posizione umilissima, fino al consolato il primo e fino
alla prefettura d'Egitto il secondo.
Dovette consegnare il primo al Senato, perché lo condannasse, per avere tentato di ribellarsi; all'altro, per
la sua ingratitudine e malevolenza, proibì l'accesso in casa sua e nelle sue province.
Ma anche a proposito di Gallo, quando questi fu spinto dalle denunce degli accusatori e dai decreti del
Senato a togliersi la vita, lodò sì la sollecitudine degli amici, che si erano tanto sdegnati per amor suo, ma
pianse e si lamentò della propria sorte, che a lui solo non consentiva di adirarsi contro i su oi amici, come e
quando avrebbe voluto.
Trad. F. Dessì.
Suet., gramm. 16 Q. Caecilius Epirota …scholam aperuit.
Testo Svetonio.
Verg., ecl., 10, 1 segg. Colloca in sezione Virgilio
Extremum hunc, Arethusa, mihi concede laborem:
pauca meo Gallo, sed quae legat ipsa Lycoris,
carmina sunt dicenda; neget quis carmina Gallo?
sic tibi, cum fluctus subterlabere Sicanos,
Doris amara suam non intermisceat undam,
incipe: sollicitos Galli dicamus amores,
dum tenera attondent simae uirgulta capellae.
non canimus surdis, respondent omnia siluae.
Quae nemora aut qui uos saltus habuere,
puellae
Naides, indigno cum Gallus amore peribat?
nam neque Parnasi uobis iuga, nam neque Pindi
ulla moram fecere, neque Aonie Aganippe.
illum etiam lauri, etiam fleuere myricae,
pinifer illum etiam sola sub rupe iacentem
Maenalus et gelidi fleuerunt saxa Lycaei.
stant et oues circum; nostri nec paenitet illas,
nec te paeniteat pecoris, diuine poeta:
et formosus ouis ad flumina pauit Adonis.
uenit et upilio, tardi uenere subulci,
uuidus hiberna uenit de glande Menalcas.
omnes 'unde amor iste' rogant 'tibi?' uenit Apollo:
'Galle, quid insanis?' inquit. 'tua cura Lycoris
perque niues alium perque horrida castra secuta
est.'
uenit et agresti capitis Siluanus honore,
florentis ferulas et grandia lilia quassans.
Pan deus Arcadiae uenit, quem uidimus ipsi
sanguineis ebuli bacis minioque rubentem.
'ecquis erit modus?' inquit. 'Amor non talia curat,
nec lacrimis crudelis Amor nec gramina riuis
nec cytiso saturantur apes nec fronde capellae.'
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tristis at ille 'tamen cantabitis, Arcades,' inquit
'montibus haec uestris; soli cantare periti
Arcades. o mihi tum quam molliter ossa
quiescant,
uestra meos olim si fistula dicat amores!
atque utinam ex uobis unus uestrique fuissem
aut custos gregis aut maturae uinitor uuae!
certe siue mihi Phyllis siue esset Amyntas
seu quicumque furor quid tum, si fuscus
Amyntas?
et nigrae uiolae sunt et uaccinia nigra,
mecum inter salices lenta sub uite iaceret;
serta mihi Phyllis legeret, cantaret Amyntas.
hic gelidi fontes, hic mollia prata, Lycori,
hic nemus; hic ipso tecum consumerer aeuo.
nunc insanus amor duri me Martis in armis
tela inter media atque aduersos detinet hostis.
tu procul a patria nec sit mihi credere tantum
Alpinas, a! dura niues et frigora Rheni
me sine sola uides. a, te ne frigora laedant!
a, tibi ne teneras glacies secet aspera plantas!
ibo et Chalcidico quae sunt mihi condita uersu
carmina pastoris Siculi modulabor auena.
certum est in siluis inter spelaea ferarum
malle pati tenerisque meos incidere amores
arboribus: crescent illae, crescetis, amores.
interea mixtis lustrabo Maenala Nymphis
aut acris uenabor apros. non me ulla uetabunt
frigora Parthenios canibus circumdare saltus.
iam mihi per rupes uideor lucosque sonantis
ire, libet Partho torquere Cydonia cornu
spicula–tamquam haec sit nostri medicina furoris,
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aut deus ille malis hominum mitescere discat.
iam neque Hamadryades rursus nec carmina
nobis
ipsa placent; ipsae rursus concedite siluae.
non illum nostri possunt mutare labores,
nec si frigoribus mediis Hebrumque bibamus
Sithoniasque niues hiemis subeamus aquosae,
nec si, cum moriens alta liber aret in ulmo,
Aethiopum uersemus ouis sub sidere Cancri.
omnia uincit Amor: et nos cedamus Amori.'
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Haec sat erit, diuae, uestrum cecinisse
poetam,
dum sedet et gracili fiscellam texit hibisco,
Pierides: uos haec facietis maxima Gallo,
Gallo, cuius amor tantum mihi crescit in horas
quantum uere nouo uiridis se subicit alnus.
surgamus: solet esse grauis cantantibus umbra,
iuniperi grauis umbra; nocent et frugibus umbrae.
ite domum saturae, uenit Hesperus, ite capellae.
Serv., Verg.ecl. 6,72
Hoc autem Euphorionis continent carmina, quae Gallus transtulit in sermonem latinum: unde est illud in fine,
ubi Gallus loquitur "ibo et Chalcidico quae sunt mihi condita versu carmina"; nam Chalcis civitas est
Euboeae, de qua fuerat Euphorion. dicatvr laudetur.
Verg., ecl. 6, 46 segg
Tu procul a patria nec sit mihi credere tantum
Alpinas, a! dura niues et frigora Rheni
me sine sola uides. a, te ne frigora laedant!
a, tibi ne teneras glacies secet aspera plantas!
ibo et Chalcidico quae sunt mihi condita uersu
carmina pastoris Siculi modulabor auena.
Traduzione Virgilio .
Serv. Verg. Ecl.10,1
Extremvm hvnc arethvsa m. c. l. Gallus, ante omnes
primus Aegypti praefectus, fuit poeta eximius; nam et Euphorionem,
ut supra diximus, transtulit in latinum sermonem, et amorum suorum de Cytheride scripsit libros quattuor. hic primo in
amicitiis Augusti Caesaris fuit: postea cum venisset in suspicionem,
quod contra eum coniuraret, occisus est. fuit autem amicus Vergilii adeo, ut quartus georgicorum a medio usque ad finem eius
laudes teneret: quas postea iubente Augusto in Aristaei fabulam
commutavit. hic autem Gallus amavit Cytheridem meretricem, libertam Volumnii, quae, eo spreto, Antonium euntem ad Gallias
est secuta: propter quod dolorem Galli nunc videtur consolari Vergilius. nec nos debet movere quod, cum mutaverit partem quarti
georgicorum, hanc eclogam sic reliquit: nam licet consoletur in ea
Gallum, tamen altius intuenti vituperatio est; nam et in Gallo inpatientia turpis amoris ostenditur, et aperte hic Antonius carpitur,
inimicus Augusti, quem contra Romanum morem Cytheris est in castra
comitata. '
Traduzione Virgilio
Serv. Verg. Ecl.10,50
Euboea insula est, in qua est Chalcis civitas, de qua fuit Euphorion, quem transtulit Gallus. et hoc dicit: ibo et
Theocritio stilo canam carmina Euphorionis.
Probus Verg. Ecl. 10,50
Euphorion elegiarum scriptor Chalcidensis fuit, cuius in scribendo secutus colorem videtur Cornelius Gallus.
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Prop., 1,13
Tu, quod saepe soles, nostro laetabere casu,
Galle, quod abrepto solus amore vacem.
at non ipse tuas imitabor, perfide, voces:
fallere te numquam, Galle, puella velit.
dum tibi deceptis augetur fama puellis,
certus et in nullo quaeris amore moram,
perditus in quadam tardis pallescere curis
incipis, et primo lapsus abire gradu.
haec erit illarum contempti poena doloris:
multarum miseras exiget una vices.
haec tibi vulgaris istos compescet amores,
nec nova quaerendo semper amicus eris.
haec non sum rumore malo, non augure doctus;
vidi ego: me quaeso teste negare potes?
vidi ego te toto vinctum languescere collo
et flere iniectis, Galle, diu manibus,
et cupere optatis animam deponere labris,
et quae deinde meus celat, amice, pudor.
non ego complexus potui diducere vestros:
tantus erat demens inter utrosque furor.
non sic Haemonio Salmonida mixtus Enipeo
Taenarius facili pressit amore deus,
nec sic caelestem flagrans amor Herculis Heben
sensit ab Oetaeis gaudia prima rogis.
una dies omnis potuit praecurrere amantes:
nam tibi non tepidas subdidit illa faces,
nec tibi praeteritos passast succedere fastus,
nec sinet: addictum te tuus ardor aget.
nec mirum, cum sit Iove dignae proxima Ledae
et Ledae partu gratior, una tribus;
illa sit Inachiis et blandior heroinis,
illa suis verbis cogat amare Iovem.
tu vero quoniam semel es periturus amore,
utere: non alio limine dignus eras.
qui tibi sit felix, quoniam novus incidit, error;
et quotcumque voles, una sit ista tibi.
Tu, come spesso suoli fare, ti allieterai, o Gallo, del mio caso, perché io resto solo e abbandonato, privato
del mio amore. Ma io non imiterò le tue parole, o perfido: possa la fanciulla amata non volerti mai ingannare,
o Gallo. Mentre aumenta la tua fama di seduttore dì fanciulle e non cerchi stabilmente indugio in alcun
amore, ecco che incominci, perdutamente innamorato, ad impallidire con affanni tardivi per una donna e a
scivolare ormai, abbandonando la tua precedente posizione. Costei sarà la pena per il dolore di quelle
fanciulle da te disprezzate: una sola ti farà pagare il fio della sventura di molte. Costei porrà un freno a
cotesti tuoi amori volgari, e non sarai caro alle fanciulle sempre cercando nuovi amori. Queste cose io le so
non per malevole dicerie, né per opera di un àugure; io stesso le ho viste: di grazia, vuoì negarlo se ne son
testimone io stesso? Ti ho visto struggerti d'amore, col collo interamente cìrcondato da lei, e piangere
gettandole intorno in un lungo amplesso le braccia, e bramare di deporre sulle labbra desiderate l'anima, e
tutto quello che il mio pudore, o amico, cela. lo non avrei potuto separare il vostro abbraccio: così grande era
in voi due la furente passione d'amore. Non così il dio tenario, mescolatosi con l'emonio Enipeo, sottomise
con agevole forza d'amore la Salmonide, né così la passione di Ercole, acceso della celeste Ebe, provò sui
monti Etei le prime gioie. Un sol giorno poté farti superare tutti gli amanti: ché non tiepide fiaccole d'amore
essa gettò in te, né permise che ti ritornasse l'antica superbia, né ti lascerà andare via da lei: il tuò ardore ti
sconvolgerà. E non è meraviglia; poiché è degna di Giove e pari a Leda e più bella delle figlie di Leda, lei
sola di tutte e tre. Essa sarebbe più seducente delle eroine, figlie di Inaco, essa costringerebbe con le sue
parole Giove ad amarla. Ma tu, poiché una volta tanto stai per innamorarti perdutamente, ama; non eri
degno di un'altra soglia. Essa ti renda felice, poiché un nuovo amore ti è giunto; e qualunque cosa vorrai,
essa sola ti appaghi.
Traduzione G. Namia, Torino, Utet, 1973 (al Canova)
Prop., 1,20
Hoc pro continuo te, Galle, monemus amore,
quod tibi ne vacuo defluat ex animo:
saepe imprudenti fortuna occurrit amanti:
crudelis Minyis sic erat Ascanius.
est tibi non infra specie, non nomine dispar,
Theiodamanteo proximus ardor Hylae:
huic tu, sive leges Umbrae rate flumina silvae,
sive Aniena tuos tinxerit unda pedes,
sive Gigantei spatiabere litoris ora,
sive ubicumque vago fluminis hospitio,
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Nympharum semper cupidas defende rapinas
non minor Ausoniis est amor Adryasin;
ne tibi sit duros montes et frigida saxa,
Galle, neque expertos semper adire lacus.
quae miser ignotis error perpessus in oris
Herculis indomito fleverat Ascanio.
namque ferunt olim Pagasae navalibus Argo
egressam longe Phasidos isse viam,
et iam praeteritis labentem Athamantidos undis
Mysorum scopulis applicuisse ratem.
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
hic manus heroum, placidis ut constitit oris,
mollia composita litora fronde tegit.
at comes invicti iuvenis processerat ultra
raram sepositi quaerere fontis aquam.
hunc duo sectati fratres, Aquilonia proles
nunc superat Zetes, nunc superat Calais,
oscula suspensis instabant carpere plantis,
oscula et alterna ferre supina fuga.
ille sed extrema pendentes ludit in ala
et volucris ramo summovet insidias.
iam Pandioniae cessit genus Orithyiae:
ah dolor! ibat Hylas, ibat Hamadryasin.
hic erat Arganthi Pege sub vertice montis,
grata domus Nymphis umida Thyniasin,
quam supra nulli pendebant debita curae
roscida desertis poma sub arboribus,
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et circum irriguo surgebant lilia prato
candida purpureis mixta papaveribus.
quae modo decerpens tenero pueriliter ungui
proposito florem praetulit officio,
et modo formosis incumbens nescius undis
errorem blandis tardat imaginibus.
tandem haurire parat demissis flumina palmis
innixus dextro plena trahens umero.
cuius ut accensae Dryades candore puellae
miratae solitos destituere choros
prolapsum et leviter facili traxere liquore,
tum sonitum rapto corpore fecit Hylas.
cui procul Alcides ter 'Hyla!' respondet: at illi
nomen ab extremis montibus aura refert.
his, o Galle, tuos monitus servabis amores,
formosum ni vis perdere rursus Hylan.
O Gallo, ti ammonisco in nome del mio consueto affetto (e non ti sfugga ciò dall'animo spensierato), spesso
la sorte ostacola il cammino dell'amante incauto: lo potrebbe dire l'Ascanio crudele verso i Minii. L'amore tuo
non è inferiore per bellezza, non diverso per fama, anzi assai vicino al figlio di Teodamante. Codesto tuo
amore sia che tu cammini seguendo il fiume dall'orrìbrosa selva, o che l'onda dell'Aniene bagni i tuoi piedi, o
che ti avvii lungo il lido dei Giganti, dovunque tu sia, ospite di un fiume errante - difendilo sempre dai cupidi
rapimenti delle Ninfe (non meno forte è la passione delle Amadriadi ausonie affinché tu non debba sempre
vagare per aspri monti e fredde rupi, o Gallo, e recarti presso laghi non conosciuti: questo soffrì l'infelice
Ercole errando per spiagge ignote, quando dovette piangere per l'Ascanio crudele.
Dicono, infatti, che una volta la nave Argo, uscita dal porto di Pagasa, intraprendesse un lungo viaggio verso
il Fasi, e, oltrepassate ormai scorrendo le onde dell'Atamantide, approdasse sulle scogliere dei Misi. Qui la
schiera degli eroi, non appena si posò sui placidi lidi, rende morbida la spiaggia riempiendola di fronde ben
disposte. Ma il compagno dell'invitto giovane si spinse troppo lontano alla ricerca dell'acqua rara di una
sorgente appartata. Lo inseguirono i due fratelli, figli di Aquilone, e volando su di lui ora Zete ora Calai,
cercavano instancabilmente di car- pirgli baci, sollevandosi sulle braccia, e di portarsi via con alterna fuga i
baci dall'alto. Quello sospeso sta nascosto sotto l'estremità dell'ala e tenta di allontanare le insidie volanti
con un ramo. Già cedevano i figli della Pandionia Orizia: oh dolore!, Ila andava, andava tra le Amadriadi. Qui
vi era, ai piedi della vetta del monte Argante, la fonte Pege umida dimora gradita alle ninfe bitiniche; al di
sopra di essa pendevano dagli alberi abbandonati pomi rugiadosi non dovuti ad alcuna coltivazione, e
intorno sul prato irrigato dall'acqua spuntavano candidi gigli mescolati a purpurei papaveri. Ed ora spiccando
puerilmente fiori con le tenere unghie, preferiva questo al compito propostosi, ora librandosi inconsapevole
sulle belle onde, indugia nel suo errore attratto dalle piacevoli immagini. Alla fine si accinge a raccogliere
l'acqua immergendo le mani nella corrente e traendole ricolme, appoggiato sull'omero destro. Appena lo
videro, le fanciulle Driadi si accesero d'amore per il suo candore e abbandonarono i cori consueti, e mentre a
poco a poco scivolava lo trassero giù nell'acqua agevolmente. Allora Ila, sentendosi rapire, emise un grido. A
lui risponde da lontano chiamandolo ripetutamente l'Alcide ma il vento gli riporta l'eco del nome dalle fonti
remote.
Ma tu, o Gallo, che sembravi affidare alle ninfe il bell'Ila, ammaestrato ora da questa vicenda conserverai il
tuo amore.
Traduzione G. Namia, Torino, Utet, 1973 (al Canova)
Ov., trist., 2,1,419 segg.
Suntque ea doctorum monumentis mixta virorum,
muneribusque ducum publica facta patent.
neve peregrinis tantum defendar ab armis,
et Romanus habet multa iocosa liber.
utque suo Martem cecinit gravis Ennius ore–
Ennius ingenio maximus, arte rudis–
explicat ut causas rapidi Lucretius ignis,
casurumque triplex vaticinatur opus,
sic sua lascivo cantata est saepe Catullo
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femina, cui falsum Lesbia nomen erat;
nec contentus ea, multos vulgavit amores,
in quibus ipse suum fassus adulterium est.
par fuit exigui similisque licentia Calvi,
detexit variis qui sua furta modis.
quid referam Ticidae, quid Memmi carmen, apud
quos
rebus adest nomen nominibusque pudor?
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
Cinna quoque his comes est, Cinnaque procacior
Anser,
et leve Cornifici parque Catonis opus,
et quorum libris modo dissimulata Perillae
nomine, nunc legitur, dicta, Metelle, tuo,
is quoque, Phasiacas Argon qui duxit in undas,
non potuit Veneris furta tacere suae.
nec minus Hortensi, nec sunt minus improba Servi
carmina. quis dubitet nomina tanta sequi?
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vertit Aristiden Sisenna, nec obfuit illi
historiae turpis inseruisse iocos.
non fuit opprobrio celebrasse Lycorida Gallo,
sed linguam nimio non tenuisse mero.
credere iuranti durum putat esse Tibullus,
sic etiam de se quod neget illa viro.
fallere custodes idem docuisse fatetur,
seque sua miserum nunc ait arte premi.
.Queste opere sono catalogate insieme ai capolavori di dotti autori e, rese pubbliche per munificenza
dei nostri capi, sono accessibili a tutti. E per non difendermi soltanto con esempi stranieri, anche i libri
dei Romani contengono molte cose leggere. Se Ennio, Ennio grandissimo per ingegno, ma
artisticamente rozzo, cantò le guerre con il suo stile severo; se Lucrezio spiega le cause del fulmine e
predice la fine del mondo nei suoi tre elementi, spesso il voluttuoso Catullo cantò là sua donna con lo
pseudonimo di Lesbía; e non contento di lei, ci parlò di molti amori e con ciò egli stesso confessò il
proprio adulterio. Uguale e simile fu la licenziosità del piccolo Calvo, che svelò i suoi amori furtivi in vari
metri. Perché ricordare i carmi di Ticida e di Memmio, nei quali ogni cosa è detta col proprio nome e
ogni nome fa arrossire? Sono loro compagni anche Cinna e Ansere, più sboccato di Cinna, e l'opera
leggera di Cornificio e quella simile di Catone, e gli autori di quei libri in cui Perilla viene cantata ora
sotto questo pseudonimo, ora col tuo nome, o Metello? Ed anche colui che pilotò Argo verso le onde del
Fasi, non poté tacere i suoi illeciti amori. Non meno osceni sono i versi di Ortensio e di Servio. Chi
esiterebbe a seguire nomi tanto famosi? Sisenna tradusse Aristide e non gli fu di danno l'avere inserito
nella storia sconci amori. Fu causa di vergogna per Gallo non l'aver celebrato Licoride, ma il non aver
tenuto a freno la lingua negli eccessi del vino. Tibullo reputa un male fidarsi dei giuramenti di una donna,
poiché ella nello stesso modo anche con il rivale nega di lui; confessa anche di averle insegnato ad
ingannare i custodi, e dice di essere ora miseramente colpito dai suoi stessi artifici; spesso ricorda di
avere toccato la mano dell'amante col pretesto di lodarne la gemma o l'incisione ; spesso anche, come
riferisce, parlò con le dita o con cenni; e tracciò di nascosto, sul bordo della tavola, dei segni; indica con
,
quali succhi si facciano sparire dal corpo i lividi, che sono il solito causati dai baci vigorosi: infine, al
troppo incauto :marito chiede di fare buona guardia anche su di lui, in modo che quella pecchi di meno . Sa
per chi il cane abbai quando passeggia solitario, per chi tante volte sputi davanti alla porta sprangata , e dà
molti precetti per tali frodi d'amore e insegna con quale trucco le spose possano ingannare i loro mariti. Né
ciò gli fu di danno, anzi Tibullo viene letto e piace, e già era celebre sotto il tuo principato. Troverai che
sono simili i precetti del dolce Properzio: e tuttavia egli non fu toccato dalla minima censura. Dopo costoro
sono venuto io, poiché la lealtà vuole che io taccia nomi illustri dei vivi. Non potevo prevedere, lo
confesso, che là dove tante altre navi indenni avevano navigato, una sola naufragasse.
Tr. F. Della Corte
Ov., Trist., 4,10,42 segg.
Quotque aderant vates, rebar adesse deos.
saepe suas volucres legit mihi grandior aevo,
quaeque necet serpens, quae iuvet herba,
Macer.
saepe suos solitus recitare Propertius ignes
iure sodalicii, quo mihi iunctus erat.
Ponticus heroo, Bassus quoque clarus iambis
dulcia convictus membra fuere mei.
et tenuit nostras numerosus Horatius aures,
dum ferit Ausonia carmina culta lyra.
Vergilium vidi tantum, nec avara Tibullo
tempus amicitiae fata dedere meae.
successor fuit hic tibi, Galle, Propertius illi;
quartus ab his serie temporis ipse fui.
utque ego maiores, sic me coluere minores,
notaque non tarde facta Thalia mea est.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Coltivai e onorai i poeti di quel tempo, e in tutti i poeti che c'erano credevo di vedere degli dèi. Spesso
Macro, più avanti a me di età, mi leggeva il suo poemetto sugli uccelli, e mi spiegava quale serpente
nuoce e quale erba giova; spesso Properzio, per quel diritto di amicizia che lo legava a me, soleva
recitarmi le sue poesie d'amore. Pontico, illustre per le sue poesie epiche, e Basso per i suoi versi giambici
furono dolce parte della mia intimità. E l'armonioso Orazio avvinse le mie orecchie, accompagnando sulla
lira italica eleganti versi. Conobbi Virgilio soltanto di vista: e l'avido destino non concesse a Tibullo il tempo
di essermi amico. Questi fu, o Gallo, il tuo successore, Properzio fu il suo; ed io, a partire da questi, fui
quarto in ordine di tempo. Come io ho reso omaggio ai miei predecessori, così mi hanno onorato i più
giovani di me; la mia Musa Talia non ha tardato a farsi conoscere.
Ov., Trist., 5,1,15
Delicias siquis lascivaque carmina quaerit,
praemoneo, non est scripta quod ista legat.
aptior huic Gallus blandique Propertius oris,
aptior, ingenium come, Tibullus erit.
Se qualcuno va in cerca di sollazzi e di poesie lascive, lo avviso, non ha motivo di leggere questi carmi. Per
costui saranno più adatti Galle e Properzio dal dolce canto, e più adatto Tibullo, poeta leggiadro.
Ov., ars am. 3,333 segg.
Et teneri possis carmen legisse Properti,
Sive aliquid Galli, sive, Tibulle, tuum:
Dictaque Varroni fulvis insignia villis
Vellera, germanae, Phrixe, querenda tuae:
Et profugum Aenean, altae primordia Romae,
Quo nullum Latio clarius extat opus.
E Saffo ti sia nota, di cui nulla è più lascivo, e il poeta che canta il padre vinto dagli astuti imbrogli
del servo Geta. Il tenero Properzio leggi ancora ed i suoi teneri carmi, e qualcosa di Gallo e di
Tibullo, o il Vello noto per i peli d' oro che Varrone cantò, di cui , o Frisso, tanto dové lagnarsi tua
sorella; e l'errabondo Enea ed i primordi dell'alta Roma, impresa che più grande mai si compì nel
Lazio. A questi nomi forse anche il mio si mescolerà;forse sommerso non andrà il rriio canto sotto
l'acqua del Lete. Forse un giorno dirà qualcuno: "Leggi i dotti carmi con cui, maestro; è guida a tutti
noi; scegli, dai suoi tre libri sugli Amori', la pagina cui presti molle grazia la tua docile voce; o in
dolce ritmo modula un carme tolto dalle Lettere ': genere ignoto ch'egli ha rinnovato".
Voglílo, o Febo, e così voi, o santi numi dei vati, e tu, Bacco, famoso per le tue corna, e voi, o
nove Muse! Né dubiti nessuno ch'io non voglia esperta la fanciulla nella danza,
sì che, deposti i calici, le braccia sappia, invitata, muov ere con grazia.
Tr. Ettore Barelli, Milano, Rizzoli, 1977,19842.
Ov., am., 1,15,27
donec erunt ignes arcusque Cupidinis arma,
discentur numeri, culte Tibulle, tui;
Gallus et Hesperiis et Gallus notus Eois,
et sua cum Gallo nota Lycoris erit.
finchè le fiamme d'amore e l'arco d'amore saranno le armi di Cupido, si impareranno i tuoi versi armoniosi, o
raffinato Tibullo; Gallo sarà noto ad Oriente e a Occidente e con gallo sarà la sua Licoride.
Ov., am., 3,9,59
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Si tamen e nobis aliquid nisi nomen et umbra
restat, in Elysia valle Tibullus erit.
obvius huic venias hedera iuvenalia cinctus
tempora cum Calvo, docte Catulle, tuo;
tu quoque, si falsum est temerati crimen amici,
sanguinis atque animae prodige Galle tuae.
his comes umbra tua est; siqua est modo corporis umbra,
auxisti numeros, culte Tibulle, pios.
ossa quieta, precor, tuta requiescite in urna,
et
sit
humus
cineri
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non
onerosa
tuo!
E tuttavia, se rimane qualcosa di noi oltre il nome e l'immagine, nelle valli dei beati Tibullo ci sarà. Verrai
incontro a lui, con le tempie giovanili cinte di edera, tu, o dotto Catullo, con l'amico Calvo; e anche tu, se è
falsa l'accusa di mancato rispetto per l'amico, o Gallo, dissipatore del tuo sangue e della tua vita. A questi è
compagna la tua immagine, se esiste un'immagine dei corpi; tu hai ampliato la lista dei pii, raffinato Tibullo.
Riposate tranquille, ossa - vi prego - nell'urna sicura, e la terra non pesi sulle tue ceneri.
Traduzione A. Della Casa, Torino, Utet, 1982.
Diom., GLK 1,484
Trovare notizie su Partenio di Nicea e brano da introduzione (praef.) con dedica a Gallo e allusione
a sua raffinatezza. (Per introduzione v. Bettini2, 579-80)
Bibliografia
Frammenti per 5 parole in W. Morel, Fragmenta poetarum latinorum epicorum et lyricorum praeter
Ennium et Lucilium, Leipzig, Teubner, 1927.
FPL Buechner, pp. 129-30 e 217.
FPL Blansdorf 1995, pp.252-253
PHI con frammento egiziano (R.D.Anderson, P.J. Parsons, R.G. Nisbet, ELEGIACS BY Gallus
from Qasr Ibrim)
Studi
A. Stein- F. Sckutsch, RE IV 1901, 1342-1350
J.P. Boucher, Caius Cornelius Gallus, Paris 1966.
P. Veyne, La poesia, l'amore, l'occidente,. L'elegia erotica romana, tr. it., Bologna 1985.
L. Nicastri, Cornelio Gallo e l'elegia ellenistico-romana, Napoli 1984.
Per i frammenti egiziani A. Barchiesi "Notizie sul nuvo Gallo" in "Atene e Roma", LXXXI, 1981,
pp.153-66. (riportati in Bettini 2, 580).
Bettini, 2, 575, Conte 278-79
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"Cornelio Gallo - Castaldi",
Gaio Cornelio Gallo
(Forum Julii, odierna Fréjus, 69 – 26 a.C.)
Vita.
Imbevuto di cultura ellenistica, G. costituisce l'anello di congiunzione tra la poesia neoterica e l'elegia
augustea.
Nacque nella Gallia Narbonese. Combatté con Ottaviano contro Antonio in Egitto e, nel 30, divenne il primo
"praefectus Aegypti". Alcuni suoi atteggiamenti, congiunti alla tendenza a tributare onori divini ai governanti,
tipici di quella regione, lo misero in cattiva luce presso Ottaviano, che lo fece condannare all'esilio e alla
confisca dei beni. G. si uccise. La "damnatio memoriae" che il princeps volle del suo prefetto indusse, come
sembra, Virgilio, che pure era stato legato a G. da intensa amicizia, a sostituire il finale del IV libro delle
"Georgiche", che si chiudevano con le sue lodi, con l'episodio di Aristeo, ma non impedì che Properzio lo
celebrasse come insigne poeta d'amore e Ovidio vedesse in lui l'iniziatore dell'elegia latina.
Determinante, per la sua formazione, fu l'amicizia con Partenio di Nicea, il poeta greco che molto contribuì
alla diffusione dell'alessandrinismo presso i "neoteroi". A lui, Partenio dedicò la sua raccolta in prosa di
dolorose vicende d'amore ("Erotika pathemata"), come repertorio di casi e di citazioni da utilizzare per la
composizione dei suoi versi.
Accanto a quella di Partenio, rilevante fu pure l'influenza della "difficile" poesia, di carattere mitico e
astrusamente erudito, del greco Euforione di Calcide (III secolo).
G. amò, sotto lo pseudonimo di Licoride, una donna seducente quanto spregiudicata. Da schiava, Licoride
era riuscita a diventare "mima", idoleggiata attricetta, col nome di Citeride (ma si chiamava solo Volumnia...).
Amante di Bruto e di Antonio, dovette fare irresistibile presa sull'animo sognante - cosi ce lo descrive Virgilio
nella X ecloga - di G., che tuttavia abbandonò nel più profondo sconforto per seguire un ufficiale tra le nevi
delle Alpi e i freddi del Reno. Capricciosa e leggera, la "pulchra Lycoris" fu tuttavia 1'ingenium di G. (cosi
Marziale in 8, 73, 6) ed ebbe gli onori della poesia nei 4 libri di elegie che il poeta compose e riunì forse col
nome di "Amores" (o proprio col nome di lei, "Lycoris").
Opere.
Sino a pochi anni fa, di G., posto da Quintiliano (10,1, 93) tra i massimi poeti elegiaci, avevamo soltanto un
pentametro, contenente una nota erudita, secondo la migliore tradizione alessandrina, su un fiume della
Scizia. Tutto ciò ci rimaneva del corpus attestato, invece, dalla tradizione: 4 libri di elegie, "Amores" ed epilli.
Nel 1979 un papiro egiziano ci ha restituito una decina di versi, nel primo dei quali è presente il nome di
Licoride. Se questi versi sono effettivamente autentici, resta confermata l'importanza che gli antichi
assegnavano all'esperienza poetica di G.: vi sono contenute le note soggettive tipiche dell'elegia latina, la
dedizione d'amore intesa come "servitium" nei confronti della "domina", l'accenno alla "nequitia", alla
dissolutezza, un concetto caratteristico del mondo elegiaco.
Probabilmente nella poesia di G. dovevano essere presenti i motivi e la struttura compositiva della grande
elegia augustea. In particolare, le note mitiche ed erudite dovevano fondersi con la diretta esperienza
sentimentale del poeta amante.
"Cornelio Gallo - Treccani"
Gallo Cornelio (Forum Iulii 69 a.C. - 26 a.C.). Poeta romano. Ottenuta da Ottaviano la prefettura d'Egitto per
il valido aiuto prestato nella battaglia d'Azio, non seppe mantenere un atteggiamento rispettoso verso il
sovrano; si fece elevare statue e tributare onori eccessivi. Fu quindi decretato per lui l'esilio e la confisca dei
beni. G., piuttosto che subire la condanna, preferì uccidersi.
Imitatore dei poeti alessandrini, compose quattro libri di elegie, gli Amores, di cui resta un solo pentametro,
dedicate ad una donna, Licoride, con cui sembra sia da identificare la bella liberta Citeride. Tra le sue
orazioni ricordiamo quella contro Asinio Pollione e quella contro Varo. Fu amico di Virgilio che gli dedicò la VI
e X egloga.
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Emilio Macro
Cenni biografici
Appartenne al circolo di Messalla e fu amico di Virgilio, Tibullo e Ovidio. Morì il 16 a.C.
Opere
Autore di un Ornithogonia, dove si tratta del mutamento di esseri umani in uccelli, e di un Theriaca
e Alexipharmaca, due poemetti in cui si parlava di avvelenamenti da serpenti e antidoti.
Restano frammenti per una novantina di parole.
Testi e testimonianze
Hier., chron., 91-93
Aemilius Macer Veronensis poeta in Asia moritur.
Quint., inst. 6,3,96. E’ riferito a Emilio Macro o Pompeo Macro?
Adiuuant urbanitatem et uersus commode positi, seu toti ut sunt quod adeo facile est ut Ouidius ex
tetrastichon Macri carmine librum in malos poetas composuerit, quod fit gratius si qua etiam ambiguitate
conditur, ut Cicero in Lartium, hominem callidum et uersutum, cum is in quadam causa suspectus esset:
'nisi si qua Vlixes lintre euasit Lartius':
Contribuiscono a un effetto di elegante umorismo sia i versi citati a proposito, o nella loro interezza così
come sono (il che è tanto facile che Ovidio dal poema in quartine di Macro ha ricavato un libro contro i cattivi
poeti) - e l'espediente diventa più gradito se lo si condisce con qualche ambiguità, come fa Cicerone contro
Larzio, un uomo furbo e astuto venutogli in sospetto durante una causa: «A meno che su una barca sia
fuggito Ulisse Larzio».
Ov. Trist. 4,10, 43-44
saepe suas volucres legit mihi grandior aevo,
quaeque necet serpens, quae iuvet herba, Macer.
Spesso Macro, più avanti i me di età, mi leggeva il suo poemetto sugli uccelli, e mi spiegava quale serpente
nuoce e quale erba giova.
Trad. F. Della Corte – S. Pesce, Torino, Utet, 1986.
Mart., 8,55, 21-24
Traduzione Marziale . Perché???
Disticha Catonis 2, pr. 2.
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Bibliografia
Frammenti in W. Morel, Fragmenta poetarum latinorum epicorum et lyricorum praeter Ennium et
Lucilium, Leipzig, Teubner, 1927.
FPL Buechner pp. 139-41.
FPL Blansdorf 1995, pp. 271-278 (dice che forse furono due)
Studi
M. Wellmann, RE 1, 18994, 567
Totale 87 parole, titoli: De herbis, Ornithologica (Ornithogonia), Theriaca
Riposati, 459, Mariotti II, 249
PHI
ICCU
Titolo: Medici antiqui omnes, qui latinis literis diuersorum morborum genera & remedia persecuti sunt,
vndique conquisiti, & vno volumine comprehensi, vt eorum, qui se medicinae studio dediderunt, commodo
consulatur. Index in omnes plenissimus
Pubblicazione: Venetiis : [eredi di Aldo Manuzio <1.>], 1547 (Venetiis : apud Aldi filios, 1547)
Nomi: Apuleius
Soranus
Trotula
Caelius Aurelianus
Marcellus : Empiricus <medico>
Scribonius Largus
Sammonicus, Quintus Serenus
Plinius Caecilius Secundus, Gaius
Celsus, Aulus Cornelius
Priscianus, Theodorus
Macer , Aemilius
Musa, Antonius
[Editore] Manuzio, Aldo <1.> eredi
De herbarum virtutibus Aemilii Macri Veronensis elegantissima poesis, cum succincta ... D. Georgij Pictorij
Villingani ... expositione, antea numquam in lucem edita. Adhaerentibus graduum compendiosa tabula ...
cum carmine de herba quadam exotica ... eodem D. Georgio Pictorio Villingano authore
Pubblicazione: Basileae (Impressum Basileae : per Henricum Petri mense martio, 1559)
Nomi: Macer , Aemilius
Pictorius, Georg <1500ca.-1569>
Aemilius Macer De herbarum virtutibus cum Ioannis Atrociani commentarijs longe utilissimis, & numquam
antea impressis. Ad haec Strabi Galli... Hortulus uernantissimus
Pubblicazione: Apud Friburgum Brisgoicum (Friburgi : Apud Ioannem Fabrum Emmeum, 1530)
Nomi: Macer , Aemilius
Strabo
Atrocianus, Joannes
[Editore] Faber, Johann
Altri titoli collegati: [Pubblicato con] Strabi Galli poetae et theologi doctissimi, ad Grimaldum coenobij S. Galli
abbatem, Hortulus
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Macri De materia medica lib. 5. versibus conscripti. Per Ianum Cornarium medicum physicum emendati ac
annotati, & nunquam antea ex toto editi. Contenta singulis libris. 1. & 2. De herbis ac plantis vulgarib. 3. De
plantis peregrinis. 4. De quibusdam plantis
Pubblicazione: Franc. : Chr. Ege. (Franc. : Chr. Egen., 1540)
Nomi: Macer , Aemilius
Cornarius, Janus <1500-1558>
[Editore] Egenolff, Christian
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Asinio Pollione
Cenni biografici
Asinio, di origini chietine, nacque nel 76 a.C..
Era stato capofila di rilievo nel partito di Cesare e di Antonio. Fu tra l'altro console nel 40 e
proconsole nel 39, quando riportò un trionfo su popolazioni dalmatiche ricordato tra gli altri da
Orazio. Poi, con la vittoria di Augusto, si ritirò dalla vita politica. Morì nel 4 d.C..
Fu amico di Catullo (che cita il fratello maggiore Asinio Marrucinus in carm. 12 e ad Asinio si
rivolge in 12,6 come puer: est enim leporum dissertus puer ac facetiarum. ) e di Elvio Cinna (v. parte
2a), che gli dedicò il suo Propempticon. Da considerare le testimonianze di Virgilio e di Orazio.
Conosciuto come valente oratore, oltre che come storiografo, fu famoso sicuramente anche per i
suoi giudizi piuttosto severi e stroncanti su
Cesare
Sallustio
Livio
Cicerone
riportati da Seneca il vecchio?
Fondò la prima biblioteca pubblica nell'atrio del Tempio della Libertà; incoraggiò la pratica delle
recitationes.
Conte: "In creatività ed ingegno, Pollione ha poco da invidiare a Mecenate: ma aveva scelto, in
politica, la parte sbagliata".
Il figlio Asinio Gallo (v. in questa stessa parte) fu autore di un trattatello in cui confrontava
positivamente il padre con Cicerone, a scapito di quest'ultimo.
Opere
Historiae.
A quanto sembra coprivano il periodo dal primo triumvirato alla battaglia di Filippi.
La loro composizione iniziò intorno al 35 d.C.
Frammenti per 157 parole.
Sono conosciute da Svetonio.
Conte le considera una delle "più dolorose perdite del panorama della letteratura storica latina".
Asinio fu anche autore di tragedie, per le quali è ricordato da Virgilio e Orazio.
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Considerazioni
Eloquenti, in materia di stile e in presenza di così pochi frammenti, i giudizi sintetici di Quintiliano,
di Tacito, di Seneca il vecchio e le testimonianze di Seneca il retore.
Testi e testimonianze
Hier., chron., ol. 195-96
Asinius Pollio orator et consularis, qui de [d [0561C] Legit Scaliger, de Dalmatiis, longius a mss. fide, ut et
illud quod hanc periocham inverso ordine subsequenti postponit. In Parmensi ms. 80 Asinii aetatis anni pro
70 computantur.] Dalmatis triumpharat, 70 aetatis suae anno in villa Tusculana moritur.
Catull., carm. 12, 1-6
Marrucine Asini, manu sinistra
non belle uteris in ioco atque vino:
tollis lintea neglegentiorum.
hoc salsum esse putas? fugit te, inepte:
quamvis sordida res et invenustast.
non credis mihi? crede Pollioni
fratri, qui tua furta vel talento
mutari velit: est enim leporum
differtus puer ac facetiarum.
Traduzione Catullo.
Hor., serm., 1, 10, 40-49
Arguta meretrice potes Davoque Chremeta
eludente senem comis garrire libellos
unus vivorum, Fundani, Pollio regum
facta canit pede ter percusso; forte epos acer
ut nemo Varius ducit, molle atque facetum
Vergilio adnuerunt gaudentes rure Camenae:
hoc erat, experto frustra Varrone Atacino
atque quibusdam aliis, melius quod scribere possem,
inventore minor; neque ego illi detrahere ausim
haerentem capiti cum multa laude coronam.
Per me ti so dire che di quei tempi ch'io, nato di qua dall'Egèo, componevo dei versiciattoli greci,
m'apparve Quirino, passata la mezzanotte, nell'ore che i sogni predicono il vero, e me lo proibí con tali
parole: « Piú pazzo tu non saresti se volessi portar legna al bosco,che se dei Greci gonfiare volessi le
immani caterve». Cosí, mentre quel tronfio d'Alpin sgozza Mènnone, e insozza di giallo fango il capo del
Ren, questi scherzi io compongo, che non dovranno mai suonare n el Tempio, e affrontare in gara la
sentenza del giudice Tarpa, e in teatro dinanzi agli uditori tornare una volta ed un'altra. Tu solo fra i
viventi, Fundanio, puoi scriver commedie piene di chiacchiere argute, con Davo che gabba il barbogio
Scaracchia, e la donnina faceta: dei re canta i fasti Asinio Pollione col ritmo a tre piedi: ispirato come
niun altri, Vario contesse la forte epopea: grazia e soavità le Camène concessero, amiche della
campagna, a Virgilio: restava la satira sola, dopo che invano ci s' era provato Varrone Atacíno, e
qualcun altro, in cui riuscir meno peggio io potessi, sempre restando al disotto di chi l'inventò: ché
davvero io non presumerei dal suo capo strappar la corona cinta con tanta lode.
Tr. E. Romagnoli, Bologna, Zanichelli, 1974.
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A me, nato di qua dal mare Ionio, mentre componevo versetti greci, Quirino apparsomi in sogno dopo la
mezzanotte (quando i sogni son veritieri) lo proibì con questi detti: “Non saresti più sciocco a portar legna al
bosco, che a voler accrescere le file già numerose dei poeti greci”.
Mentre il tronfio Alpino trucida Memnone, e cambia i connotati al Reno, facendone bionde le sorgenti, io
compongo i miei canti, non destinati a risonar nel tempio per le gare giudicate da Tarpa, né ad essere più e
più volte applauditi nei teatri. Tu solo fra i mortali, o Fundanio, puoi rappresentar con dialogo vivace piacevoli
commedie, in cui la scaltra meretrice e il servo Davo prendono in giro il decrepito Cremete; Pollione celebra
in trimetri giambici le imprese dei grandi; Vario, pieno di vigore, coltiva, come nessun altro la robusta
epopea; le Muse amanti della campagna concessero a Virgilio la dolcezza e la facondia. Questo sol genere
rimaneva, nel quale, dopo la prova mancata di Varrone Atacino e di pochi altri, io potessi scrivere con
migliore esito, sempre a distanza dall'inventore; né io avrei mai tentato di rapirgli dal capo la corona,
assegnatagli con molta lode. Però dissi ch'egli scorre fangoso, e spesso trasporta più cose da togliere, che
non sian quelle da lasciare.
Hor., serm., 1, 10, 81-90
Plotius et Varius, Maecenas Vergiliusque,
Valgius et probet haec Octavius optimus atque
Fuscus et haec utinam Viscorum laudet uterque
ambitione relegata. te dicere possum,
Pollio, te, Messalla, tuo cum fratre, simulque
vos, Bibule et Servi, simul his te, candide Furni,
conpluris alios, doctos ego quos et amicos
prudens praetereo, quibus haec, sint qualiacumque,
adridere velim, doliturus, si placeant spe
deterius nostra.
Basta che Plozio approvi questi miei scritti, con Vario, Tusco, Virgilio, Mecenate, con Valgio, con
l'ottimo Ottavio: e, deh!, l'elogio avessi dell'uno e dell'altro dei Vischi! Ambizione a parte, citar posso te,
Pollione,e te con tuo fratello, Messalla, e voi, Bíbulo e Servio, e te con essi, Fur no, cuor candido, e tanti
e tanti altri dotti ed amici miei, che taccio, e ben so di tacerli. Queste bazzècole, quali che siano, vorrei
che gradite fossero ad essi, e per me sarebbe non lieve dolore, se men di quanto spero piacessero.
Tr. E. Romagnoli, Bologna, Zanichelli, 1974.
Approvino queste mie poesie Plozio e Vario, Mecenate e Virgilio, Valgio e il valente Ottavio e Fosco e
(volesse il cielo!) l’uno e l’altro Visco. A prescindere da ogni confronto, menzionerò anche te, o Pollione, e
voi, fratelli Messalla, e voi insieme, Bibulo e Servio, e con questi te, onesto Furnio, e parecchi altri, dotti e
amici, che io taccio a bello studio; ai quali mi auguro riescano graditi questi scritti, quali essi siano: chè mi
rincrescerebbe, se dovessero piacere meno di quello ch’io spero.
Tr. D. Bo, Torino, Utet.
Hor., carm., 2,1,9-16
Motum ex Metello consule civicum
bellique causas et vitia et modos
ludumque Fortunae gravisque
principum amicitias et arma
nondum expiatis uncta cruoribus,
periculosae plenum opus aleae,
tractas et incedis per ignis
suppositos cineri doloso.
paulum severae musa tragoediae
desit theatris: mox ubi publicas
res ordinaris, grande munus
Cecropio repetes coturno,
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insigne maestis praesidium reis
et consulenti, Pollio, curiae,
cui laurus aeternos honores
Delmatico peperit triumpho.
iam nunc minaci murmure cornuum
perstringis auris, iam litui strepunt,
iam fulgor armorum fugacis
terret equos equitumque voltus.
audire magnos iam videor duces
non indecoro pulvere sordidos
et cuncta terrarum subacta
praeter atrocem animum Catonis.
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Iuno et deorum quisquis amicior
Afris inulta cesserat inpotens
tellure, victorum nepotes
rettulit inferias Iugurthae.
quis non Latino sanguine pinguior
campus sepulcris inpia proelia
testatur auditumque Medis
Hesperiae sonitum ruinae?
100
qui gurges aut quae flumina lugubris
ignara belli? quod mare Dauniae
non decoloravere caedes?
quae caret ora cruore nostro?
sed ne relictis, Musa, procax iocis
Ceae retractes munera neniae;
mecum Dionaeo sub antro
quaere modos leviore plectro.
L'agitato cammino della Città, dall'anno del console Metello, le ragioni della guerra, colpe,
stile d'uomini, e il gioco della Sorte, e amicizie fatali di uomini primi,e armi i ntinte in un sangue
non ancora placato, opera colma di pericolosa incertezza racconti Pollione, e cammini su
cenere traditrice che nasconde faville. L'arte della tragedia austera lasci un poco i teatri.
Tornerai più tardi, narrato l'ordine delle opere di t utti, alla tua scena attica, Pollione, o vessillo
e difesa di accusati piangenti, di raccolti parlamenti: l'alloro del trionfo dalmatico ti ha dato
potere senza tempo.
E già afferri l'udito. Gridi di corni minacciosi, strepito di trombe, lampo di armi spav enta cavalli in
fuga, visi di cavalieri. E sento i generali sporchi di polvere bella, le terre del mondo sottomesse, e
non il cuore torvo di Catone. Giunone o altro Dio amico all'Africa che ebbe ceduto per poca
potenza la terra invendicata vi riporta come vittime alla tomba di Giugurta gli ultimi figli dei
vincitori. Ogni campo nutrito del sangue latino ha tombe che testimoniano la guerra ingiusta, l'eco
della rovina d'Occidente giunto ai Medi. Ogni gorgo e fiumana conosce il pianto della guerra, ogni
mare ebbe il rosso sangue d'Italia, ogni lidoil sangue delle nostre ferite. Ma questa arte mia non
tenti oltre, non lasci il suo gioco, non ripeta il lungo pianto del poeta di Ceo. Nella grotta amorosa
cerchi più tenui accordi.
Tr. di E. Mandruzzato, Milano, Rizzoli, 1985, 200115.
Verg., buc. 8, 6 segg.
tu mihi, seu magni superas iam saxa Timaui
siue oram Illyrici legis aequoris,–en erit umquam
ille dies, mihi cum liceat tua dicere facta?
en erit ut liceat totum mihi ferre per orbem
sola Sophocleo tua carmina digna coturno?
a te principium, tibi desinam: accipe iussis
carmina coepta tuis, atque hanc sine tempora circum
inter uictricis hederam tibi serpere lauros.
Tu sia che superi già le rupi dei grande Tìmavo,
sia che costeggi il mare d'Illiria; non verrà
mai il giorno in cui possa cantare le tue imprese?
in cui mi sia lecito celebrare per tutta la terra
i versi composti da re, degni del coturno sofocleo?
Il mio canto cominciato in te finirà in te:
accoglilo intrapreso per tuo consiglio, e lascia che tra il lauro
vincitore ti serpeggi intorno alle tempie questa edera.
Trad. L. Canali, Milano, Rizzoli, 1978.
Quint., 10, 1, 113
Multa in Asinio Pollione inuentio, summa diligentia, adeo ut quibusdam etiam nimia uideatur, et consilii et
animi satis: a nitore et iucunditate Ciceronis ita longe abest ut uideri possit saeculo prior.
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101
In Asinio Pollione ci sono una grande inventiva, un'estrema precisione (al punto che ad alcuni sembra
perfino eccessiva), accortezza e coraggio sufficienti; è tanto lontano dall'eleganza e dalla piacevolezza di
Cicerone che può dare l'impressione di appartenere alla generazione precedente.
Trad. C.M. Calcante, Milano, Rizzoli, 1997, 20012.
Quint., 12, 10, 11
Mediam illam formam teneant L. Crassus, Q. Hortensius. Tum deinde efflorescat non multum inter se
distantium tempore oratorum ingens prouentus. Hic uim Caesaris, indolem Caeli, subtilitatem Calidi,
diligentiam Pollionis, dignitatem Messalae, sanctitatem Calui, grauitatem Bruti, acumen Sulpici, acerbitatem
Cassi reperiemus: in iis etiam quos ipsi uidimus copiam Senecae, uires Africani, maturitatem Afri,
iucunditatem Crispi, sonum Trachali, elegantiam Secundi.
Lucio Crasso e Quinto Ortensio possono rappresentare la forma intermedia. Ecco poi la fioritura di una
enorme messe di oratori tra loro non molto distanti nel tempo. Qui troveremo l'energia di Cesare, il talento
innato di Celio, la sottigliezza di Calidio, la precisione di Pollione, la dignità di Messalla, la purezza di Calvo,
la gravità di Bruto, l'acutezza di Sulpicio, la mordacità di Cassio; tra questi troveremo anche gli oratori della
nostra epoca: l'abbondanza di Seneca, la forza di Africano, la maturità di Afro, la piacevolezza di Crispo, la
sonorità di Tracalo, l'eleganza di Secondo.
Traduzione di C. M. Calcante.
Tac., dial., 21
Asinius quoque, quamquam propioribus temporibus natus sit, videtur mihi inter Menenios et Appios
studuisse. Pacuvium certe et Accium non solum tragoediis sed etiam orationibus suis expressit; adeo durus
et siccus est. oratio autem, sicut corpus hominis, ea demum pulchra est, in qua non eminent venae nec ossa
numerantur, sed temperatus ac bonus sanguis implet membra et exsurgit toris ipsosque nervos rubor tegit et
decor commendat.
Pure Asinio, anche se la sua nascita è più vicina a noi, mi dà l'impressione di aver studiato in compagnia dei
Menenii e degli Appii: In ogni caso non solo nelle tragedie ma anche nei discorsi ha riprodotto Pacuvio e
Accio: tanto è rigido e secco.
Trad. M. Stefanoni.
Tac., dial., 17
Sed transeo ad Latinos oratores, in quibus non Menenium, ut puto, Agrippam, qui potest videri antiquus,
nostrorum temporum disertis anteponere soletis, sed Ciceronem et Caesarem et Caelium et Calvum et
Brutum et Asinium et Messallam: quos quid antiquis potius temporibus adscribatis quam nostris, non video.
Tac. dial. 34,7
Altero et vicesimo... insecuti sunt.
Testo e traduzione Tacito.
Tac., ann., 1,12
Addidit laudem de Augusto Tiberiumque ipsum victoriarum suarum quaeque in toga per tot annos egregie
fecisset admonuit. nec ideo iram eius lenivit, pridem invisus, tamquam ducta in matrimonium Vipsania M.
Agrippae filia, quae quondam Tiberii uxor fuerat, plus quam civilia agitaret Pollionisque Asinii patris ferociam
retineret.
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Aggiunse un elogio di Augusto e ricordò a Tiberio le sue vittorie militari e la sua splendida attività di tanti anni
nella vita civile. Ma queste parole non placarono il suo rancore: detestava da tempo Gallo e sospettava che,
avendo sposato Vipsania, la figlia di Agrippa, che era stata sua moglie, covasse disegni troppo ambiziosi per
un privato cittadino e avesse ereditato il fare provocatorio di suo padre, Asinio Pollione.
Tr. L. Lenaz, Torino, Einaudi Pléiade 2003 (BCTV)
Tac., ann. 4,34 (Parole di Cremuzio Cordo, che conosce l'opera di P.)
Neque id amicitiae eorum offecit. Scipionem, Afranium, hunc ipsum Cassium, hunc Brutum nusquam
latrones et parricidas, quae nunc vocabula imponuntur, saepe ut insignis viros nominat. Asinii Pollionis
scripta egregiam eorundem memoriam tradunt; Messala Corvinus imperatorem suum Cassium praedicabat:
et uterque opibusque atque honoribus perviguere.
L'opera di Asinio è letta anche da Svetonio
Suet., Caes. 30 e 55
Quod probabilius facit Asinius Pollio, Pharsalica acie caesos profligatosque aduersarios prospicientem haec
eum ad uerbum dixisse referens: 'hoc uoluerunt; tantis rebus gestis Gaius Caesar condemnatus essem, nisi
ab exercitu auxilium petissem.'
Traduzione Svetonio
Suet., Caes. 55
'Apud milites' quoque 'in Hispania' idem Augustus uix ipsius putat, quae tamen duplex fertur: una quasi
priore habita proelio, altera posteriore, quo Asinius Pollio ne tempus quidem contionandi habuisse eum dicit
subita hostium incursione.
Traduzione Svetonio
Sen. ep., 100,8
Adice nunc quod de compositione non constat: quidam illam volunt esse ex horrido comptam, quidam usque
eo aspera gaudent ut etiam quae mollius casus explicuit ex industria dissipent et clausulas abrumpant ne ad
expectatum respondeant. Lege Ciceronem: compositio eius una est, pedem curvat lenta et sine infamia
mollis. At contra Pollionis Asinii salebrosa et exiliens et ubi minime expectes relictura. Denique omnia apud
Ciceronem desinunt, apud Pollionem cadunt, exceptis paucissimis quae ad certum modum et ad unum
exemplar adstricta sunt.
Inoltre ci sono varie opinioni sullo stile. C'è chi preferisce la bellezza che deriva da uno stile rozzo; chi ama
tanto le espressioni aspre e ineguali che trasforma di proposito le belle frasi che il caso gli ha fornito in
espressioni confuse dal ritmo spezzato e inatteso. Leggi Cicerone: la sua prosa è unitaria ed è scorrevole e
senza ricercatezze. Al contrario quella di Asinio Pollione è scabrosa e spezzata e si arresta quando meno te
l'aspetti. Insomma il periodo di Cicerone si chiude sempre a suo agio; in Pollione si spezza improvvisamente,
salvo pochissime clausole che hanno un certo ritmo, secondo un tipo uniforme.
Trad. G. Monti, Milano, Rizzoli, 1974.
Sen. rhet., suas., 6,27,12
Pollio Asinius non aequo animo tulit et ait: 'Messala, tu quid tibi liberum sit in domo tua videris; ego istum
auditurus non sum, cui mutus videor,' atque ita consurrexit.
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Traduzione Seneca il Vecchio
Sen.rh, contr., 2,3,19
Belle deridebat hoc Asinius Pollio: filius, inquit, cervicem porrigat, carnifex manum tollat, deinde
respiciat ad patrem et dicat: agon? quod fieri solet victumis. Sed ioco quoque remoto aiebat rem verissimam,
non posse carnificem venire nisi eo tempore quo iam exorari pater non posset.
Traduzione Seneca il Vecchio
Sen. rh., contr., 4, pr,2
Pollio Asinius numquam admissa multitudine declamavit, nec illi ambitio in studiis defuit; primus enim
omnium Romanorum advocatis hominibus scripta sua recitavit. Et inde est quod Labienus, homo mentis
quam linguae amarioris, dixit: 'ille triumphalis senex ¢kro£seis [tuas id est decla-mationes] suas numquam
populo commisit': sive quia parum in illis habuit fiduciam, sive–quod magis crediderim–tantus orator inferius
id opus ingenio suo duxit, et exerceri quidem illo volebat, gloriari fastidiebat.
Traduzione Seneca il Vecchio
Plin. iun., 5,3,4-5
Ab illis autem quibus notum est, quos quantosque auctores sequar, facile impetrari posse confido, ut errare
me sed cum illis sinant, quorum non seria modo uerum etiam lusus exprimere laudabile est. An ego uerear
neminem uiuentium, ne quam in speciem adulationis incidam, nominabo, sed ego uerear ne me non satis
deceat, quod decuit M. Tullium, C. Caluum, Asinium Pollionem, M. Messalam, Q. Hortensium, M. Brutum, L.
Sullam, Q. Catulum, Q. Scaeuolam, Seruium Sulpicium, Varronem, Torquatum, immo Torquatos, C.
Memmium, Lentulum Gaetulicum, Annaeum Senecam et proxime Verginium Rufum et, si non sufficiunt
exempla priuata, diuum Iulium, diuum Augustum, diuum Neruam, Tiberium Caesarem?
Traduzione già riportata in precedenza
Bibliografia
I frammenti storiografici in H. Peter, Historicorum Romanorum reliquiae, II, Stuttgard, Teubner,
19672.
I frammenti delle orazioni in H. Malcovati, Oratorum Romanorum Fragmenta Liberae Rei Publicae,
Turin, 19764.
I frammenti poetici in W.Morel, Fragmenta poetarum latinorum epicorum et lyricorum praeter
Ennium et Lucilium, Leipzig, Teubner, 1927.
FPL Blansdorf 1995, pp.242-243.
I frammenti grammaticali in H. Funaioli, Grammaticae Romanae Fragmenta, I, Leipzig, Teubner,
1907. pp. 493-502.
Frammenti per un totale di 328 parole.
Frammenti storici per 157 parole con titolo Historiae.
Orazioni per 130 parole e titoli Contra maledicta Antonii, Incertae sedis, Pro L. Aelio Lamia, Pro
Liburnia, Pro M. Aemilio Scauro, Pro Urbiniae heredibus.
Frammenti poetici per 3 parole.
Frammenti grammaticali per 38 parole e titoli: Epistulae ad Plancum, Libri notantis Sallustium
Studi
P. Groebe, RE II, 1896, 1589-1602
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104
J. André, La vie et l'oeuvre d'Asinius Pollion, Paris 1949.
C. Moreschini, s.v. Oratori latini minori, in Dizionario degli scrittori greci e latini, 2, Milano,
Marzorati, 1987, p. 1470-71.
Conte, 225 e 317.
ICCU per Autore
Titolo: C. Cilnius Maecenas, M. Valerius Messala Corvinus, C. Asinius Pollio, Albius Tibullus, ceteri poetae
aetatis Augusti, Patavii : In aedibus Livianis, 1970, Scriptorum Romanorum quae extant omnia
Nomi: Maecenas, Gaius Cilnius
Tibullus, Albius
Messalla Corvinus, Marcus Valerius
Asinius Pollio , Gaius
Altri titoli collegati: [Variante del titolo] Caius Cilnius Maecenas, Marcus Valerius Messala Corvinus, Caius
Asinius Pollio, Albius Tibullus, ceteri poetae aetatis Augusti
De bello Africo commentarius / recensuerumt, emendaverunt, adnotatione illustraverunt E. Wolfflin et A.
Miodonski
Pubblicazione: Leipzig : Teubner, 1899
Note Generali: L'opera e attribuita a Svetonio e ad Asinio Pollione.
Nomi: Woefflin, Eduard : von
Miodonski, Adam
Asinius Pollio , Gaius
Bongarzoni, Menotti
Titolo: Causidicina e rabulistica : Contributo di ricerche e di studi (primo Congresso Nazionale forense in
Roma)
Pubblicazione: Roma : Tip. Agostiniana, 1896
Disputatio historico-critica inauguralis, de C. Asinio Pollione, quam, annuente summo numine, ex auctoritate
rectoris magnifici, Nicolai Smallenburg ... et amplissimi Senatus academici consensu, nec non nobilissimae
facultatis philosophiaetheoreticae et litararum humaniorum decreto, Pro Gradu Doctoratus ..
Pubblicazione: Lugduni Batavorum : apud H.W. Hazenberg, juniorem, 1820
ICCU per Soggetto
Carulli, Marcella, Asinio Pollione e la realta politico-sociale del suo tempo, Roma : Edizioni dell'Ateneo, 1972,
Quaderni dell'Abruzzo.
Pascal, Carlo, Asinio Pollione nei carmi di Vergilio : nota / del dr. Carlo Pascal, Napoli : tip. e stereotipia della
Regia Universita nel gia Collegio del Salvatore, 1888
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Carmi - Asinio Pollione
"Asinio Pollione¸ Gaio - Castaldi",
Gaio Asinio Pollione
(Teate, 76 a.C. – Roma? 4 d.C.)
Console nel 40 a.C., "homo novus" nato da ricca famiglia, P. fu un convinto sostenitore di Cesare; dopo la
morte del dittatore, appoggiò tiepidamente Antonio, trattò per lui la pace di Brindisi, ma non lo segui nello
scontro finale con Ottaviano. Durante il regime augusteo, si ritirò a vita privata, in posizione di larvato
dissenso.
Intellettuale di notevole spessore, fu legato in gioventù ai neòteroi (Elvio Cinna gli dedicò un "Propempticon
Pofilonis") e compose opere poetiche; fu oratore di stile attivista (un atticismo quasi esasperato: uno stile
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"secco" fino a rasentare l’oscurità) e storico di indirizzo tucidideo: scrisse un'apprezzata storia ("Historiae",
35 a.C. in poi) delle guerre civili dal I triumvirato alla battaglia di Filippi, in 17 libri (terreno dunque scottante,
scandagliato con una certa indifferenza, che però – probabilmente – non prendeva forma di aperta
opposizione).
Per primo, istituì una biblioteca pubblica (39 a.C.); animò un "circolo" di letterati e introdusse l'uso delle
"recitationes" (letture davanti a un pubblico di invitati).
Fu amico di Virgilio e di Cornelio Gallo, e corrispondente di Cicerone, nel cui epistolario sono comprese
alcune sue lettere (unici testi pervenutici con pochi frammenti delle opere).
"Asinio Pollione¸ Gaio - Encarta"
Asinio Pollione (Roma 76 a.C. - Tuscolo, Lazio 4 d.C.), uomo politico e letterato romano. Partigiano di
Cesare, partecipò forse con lui alle guerre galliche e lo sostenne contro i pompeiani nella battaglia di Farsalo
(48 a.C.), in Africa (46 a.C.) e in Spagna (45 d. C.) con il rango di pretore. Alla morte di Cesare parteggiò per
Marco Antonio ed ebbe un ruolo politico rilevante, che culminò col consolato del 40 a.C. e il proconsolato
dell'Illiria nell'anno successivo, quando riportò il trionfo sui parti: con i proventi del bottino istituì una
biblioteca pubblica. L'ascesa al potere di Ottaviano, verso il quale mantenne un atteggiamento di
indipendenza repubblicana, coincise con l'abbandono dell'attività politica per quella letteraria. Amico di
Virgilio e di Orazio, sperimentò numerosi generi letterari; si ricordano però soprattutto le sue Historiae, opera
storiografica relativa agli eventi dal 60 al 42 a.C., oggi perduta.
"Asinio Pollione¸ Gaio - Treccani"
Pollione Gaio Asinio.
Celebre personaggio dell'epoca delle guerre civili e del principato di Augusto, nato a Teate (Chieti), nel 76 a.
C. Venuto a Roma in giovane etá, entro nel circolo dei poeti nuovi senza trascurare l'attività politica e
oratoria. Nella guerra civile fra Cesare e Pompeo si schierò dalla parte del primo e combatté a Farsalo,
Tapso e Munda. Rimase in Spagna a fronteggiare Sesto Pompeo, che si era dato alla guerriglia, e
successivamente si trasferì come governatore in Gallia, dove restò fino al 40, dando prova di saggia e
onesta amministrazione. Tra l'altro intervenne perché a Virgilio fosse restituito il campicello paterno,
confiscato per la distribuzione di terre ai veterani. Pur dichiarandosi favorevole ad Antonio, si tenne lontano
da Roma e condusse vittoriose azioni contro i Dalmati nel 3g. In quest'anno si chiude la sua attività politica e
militare: sollecitato da Ottaviano perché si unisse a lui, P. dignitosamente rifiutó per ritirarsi a vita privata.
Morì nella sua splendida villa di Tuscolo il 5 d. C.
P. scrisse versi, tragedie e 17 libri sulle guerre civili, andati completamente perduti. Nell'epistolario di
Cicerone conserviamo qualche saggio della sua prosa. Fu critico piuttosto acido nei riguardi di Sallustio, di
Livio e di Cesare. Dello stesso Cicerone, del quale era stato amico, non disse sempre bene. Al contrario
ebbero belle parole per lui e per la sua opera Orazio, Virgilio e Quintiliano.
Asinio Pollione - Riposati
C. Asinio Pollione.
Caio Asínio Pollione (76-4 d. C.) fu protettore an ch'egli di letterati e poeti. S'era formato nella retorica e nella
filo, sofia alla scuola di ottimi maestri greci e romani; amico di Catullo e di Cinna, aveva simpatizzato da
giovane con la poetica neotèrica, e si era distinto anche per non comuni doti di oratore e di ' dicitore',
avendo, per primo introdotto a Roma l'uso delle recitationes pubbliche dei propri scritti davanti ad una
cerchia qualificata di invitati (1). Tenne in politica una linea di condotta ambigua ed ondeggiante: cesariano
fino alla morte del Dittatore, passò poi alla parte di Antonio. Fu legato nella Gallia cisalpina, dove curò la
distri, buzione delle terre ai veterani in nome dei triumviri, dopo la bat, taglia di Filippi; in questa occasione si
rese utile a Virgilio. Rap, presentò ancora gli interessi di Antonio nella pace di Brindisi, ma non volle seguirlo
in Egitto, e rimase in Italia, neutrale, pronto a " divenir preda )) del vincitore. Dopo una campagna fortunata
contro i Partíni in Illiria, si ritirò dalla vita pubblica, consacrandosi alla sua operosità letteraria e alla diffusione
della cultura, di cui fu strenuo propugnatore. A lui 5i deve la prima biblioteca pubblica romana, aperta
nell'atrio del tempio della Libertà nel 39 a. C. (t), decorata anche dei busti degli uomini illustri, primo tra i
viventl quello del grande Varrone(2); e insieme un'esposizione di opere d'arte greca, bottino della guerra
partínica
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Come scrittore si distinse dapprima per certe poesiòle leggere, alla maniera neotèrica (Nova carmina), di
ispirazione bucolica, lodate e forse suggerite da Virgilio; poi compose anche tragedie, che lo stesso Virgilio
diceva, alquanto enfaticamente, "degne del coturno di Sofocle)>(3); e, finalmente, una Storia delle guerre
civili in 17 libri, dal primo triumvirato (60 a. C.) alla guerra contro Sesto Pompeo (35 a. C.). Di quest'opera
importante, di cui si giovarono assai gli storici successivi e che Orazio chiamava "rischiosa come una partita
a dadi" (periculosae plenzwm opus aleae) (4), non rimangono che scarsi frammenti, preZiOSi comunque per
farci conoscere e la coscienziosità dello storico e la precisione del narratore, nonché il tono di una prosa
legata ai mòduli dell'eleganza attica, ma aperta a certe durezze arcaicizzanti: quali si awertono
particolarmente nella struttura del periodo.
Un uomo singolare e strano, Pollione, ora dalle idee larghe e generose, ora pedante e spesso acido nei suoi
giudizi critici, sempre libero ed indipendente nelle sue opinioni personali: pur simpatizzando per Antonio,
esalta la grandezza di Cicerone ed elogia la condotta di Bruto e Gssio, ma critica aspramente la spinta
arcaicità di Sallustio, la discutibile attendibilità storica di Cesare e la eccessiva patavimEas di LiViO. Un
Cipiglio arcigno, da censore, ma in fondo un ' burbero benefico', che s'ebbe la stima dei grandi dell'epoca.
Cinna gli dedicò un Propanttlcon in occasione della sua partenza per la Crecia; Virgilio lo ricordò in tre
egloghe e cantò nella IVa con toni messiànici la nascita del figlio; Orazio apre il secondo libro del suo
oCanzoniere' con un'ode consacrata alla figura e all'opera preziosa di quest'uomo dalle molteplici esperienze
e dalla ricca vitalità, degne dell'epoca aurea, in CUI VlSSe.
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Lucio Vario Rufo
Cenni biografici
Tra gli amici più cari di Virgilio; introdusse Orazio a Mecenate ed Augusto; fu tra i curatori
dell'Eneide di Virgilio. Datazione proposta da Blansdorf FPL ca. 70-15 a. C..
Probabilmente fu epicureo.
Opere
Un poema De morte.
Famosisssima la sua tragedia Thyestes, rappresentata nel 29 a.C.
Testi e testimonianze
Hor., sat. 1,10,81
Plotius…Octavius optimus
Già riportato prima
Hier., chron. 191-93
Varius et Tucca, Virgilii et Horatii contubernales, poetae habentur illustres, qui [b [0555A] In primo Palatino
ms., qui Aeneidae libros: sunt et qui Aeneadum legant.] Aeneidum libros postea emendaverunt sub lege ea,
ut nihil adderent.
Verg., ecl., 9, 35-36
nam neque adhuc Vario uideor nec dicere Cinna
digna, sed argutos inter strepere anser olores.
Infatti, sinora non mi sembra di aver cantato cose degne
Di Vario e di Cinna: ho strepitato, oca fra i cigni canori.
Serv., Verg. Ecl., 9,35
Nam Varus dux fuit, cui supra blanditur, qui nulla carmina scripsit. nonnulli sane Alfenum Varum volunt, qui
licet iuris consultus et successor Servii Sulpicii esset, etiam carmina aliqua composuisse dicitur; sed hoc
teste Horatio falsum est, qui Varium poetam laudat. cinna digna etiam Cinna poeta optimus fuit, qui scripsit
Smyrnam: quem libellum decem annis elimavit. quibus tamen poetis negat suum ingenium comparandum.
Porph., Hor., c. 1,6,1.
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Fuit autem L. Varius et <e>p<ici> carminis et tragoediarum et elegiorum auctor, Vergilii contubernalis.
Quint., inst., 10, 1,97
Iam Vari Thyestes cuilibet Graecarum comparari potest.
Il Tieste di Vario, poi, può essere paragonato a qualunque tragedia greca.
Tac., dial., 12,6
Vel si haec fabulosa nimis et composita videntur, illud certe mihi concedes, Aper, non minorem honorem
Homero quam Demostheni apud posteros, nec angustioribus terminis famam Euripidis aut Sophoclis quam
Lysiae aut Hyperidis includi. pluris hodie reperies, qui Ciceronis gloriam quam qui Virgilii detrectent: nec ullus
Asinii aut Messallae liber tam inlustris est quam Medea Ovidii aut Varii Thyestes.
Se questo ti sembra troppo favoloso e fittizio, mi concederai almeno, Apro, che la stima di Omero
presso i posteri non è minore di quella di Demostene, e che la fama di Euripide o Sofocle non ha
margini piú ristretti di quella di Lisia o Iperíde. Verificherai che oggi la gloria di Cicerone ha piú
detrattori di quella di Virgilio e che nessun libro di Asinio Pollione o di Valerio Messalla è tanto
celebre quanto la Medea di Ovidio o il Tieste di Vario.
Tr. G. Ravenna, Torino, Einaudi Pléiade 2003
Hor., sat. 1,10,40-45
arguta meretrice potes Davoque Chremeta
eludente senem comis garrire libellos
unus vivorum, Fundani, Pollio regum
facta canit pede ter percusso; forte epos acer
ut nemo Varius ducit, molle atque facetum
Vergilio adnuerunt gaudentes rure Camenae:
Vario, pieno di vigore, coltiva, come nessun altro la robusta epopea; le Muse amanti della campagna
concessero a Vergilio la dolcezza e la facondia.
Ov., ex Ponto, 4,16, 31
cum Varius Graccusque darent fera dicta tyrannis,
Vario e Gracco colpivano i tiranni con parole feroci.
Bibliografia
Grammaticorum Romanorum Fragmenta ed. Funaioli, 1, pp. 571-73.
Tragicorum Romanorum Fragmenta, pp. 265-66.
FPL Morel, pp. 100-01
FPL Buechner, pp. 130-31.
FPL Blandorf 1995, pp. 249-252.
PHI
Studi
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109
R. Helm, RE VIII A 1, 1955, 410-414
P.V. Cova, Il poeta Vario, Milano 1989.
P. Militerni Della Morte, s.v. Epici Latini minori, in Dizionario degli scrittori greci e latini, 1, Milano,
Marzorati, 1987, pp. 768.
"Vario Rufo Lucio - Treccani"
Vario Rufo Lucio. Poeta latino del I sec. a.C. Fece parte del circolo di Mecenate, frequentato dai più alti
ingegni del tempo, da Virgilio ad Orazio, e fu soprattutto apprezzato come autore di tragedie e di versi epici.
Della sua produzione, che tra l'altro comprendeva la tragedia Tieste, abbiamo solo alcuni frammenti.
Plozio Tucca
Cenni biografici
I secolo a.C.
Fu amico di Orazio e molto vicino a Virgilio assieme a Vario si occupò dell’Eneide dopo la morte
del poeta.
Testi e testimonianze
Hier., chron. 191-93
Varius et Tucca, Virgilii et Horatii contubernales, poetae habentur illustres, qui [b [0555A] In primo Palatino
ms., qui Aeneidae libros: sunt et qui Aeneadum legant.] Aeneidum libros postea emendaverunt sub lege ea,
ut nihil adderent.
Bibliografia
Nulla di notevole in Bettini.
Cornelio Severo
Cenni biografici
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Opere
Una o più opere di poesia di argomento storico. Tra gli argomenti trattati la guerra in Sicilia tra
Ottaviano e Sesto Pompeo tra il 38 e 36 a.C.. Forse il titolo era Res Romanae.
Frammento più esteso (ca. 25 vv.) sulla morte di Cicerone.
Convergenza di poesia epica, storiografia e oratoria.
Secondo Della Corte (in ed. Utet Ovidio Ex Ponto), autore di un carmen regale, ricordato in Ov. Ex
Ponto, 4,16,9, un epos che aveva per argomento i re di Roma.
Testi e testimonianze
Quint., inst. 10,1,89.
Cornelius autem Severus, etiam si est uersificator quam poeta melior, si tamen ut est dictum ad exemplar
primi libri bellum Siculum perscripsisset, uindicaret sibi iure secundum locum.
Cornelio Severo, poi, pur essendo migliore come versificatore che come poeta, se tuttavia (come è
stato detto) avesse scritto tutto il Bellum Siculum come il primo libro, reclamerebbe a buon diritto il
secondo posto.
Ov., ex Pont. 4,2,1-4
Quod legis, o uates magnorum maxime regum,
uenit ab intonsis usque, Seuere, Getis,
cuius adhuc nomen nostros tacuisse libellos,
si modo permittis dicere uera, pudet.
Quello che leggi, o Severo, il più grande poeta dei grandi re, ti viene dai Geti dai lunghi capelli: mi vergogno
di aver finora taciuto il tuo nome nei miei libri, se solo mi permetti di dire la verità.
E' dedicata a lui anche Pont. 1,8
Ov., ex Pont., 4,16, 9
quique dedit Latio carmen regale Severus
Severo che diede al Lazio un canto regale.
Bibliografia
Conte 360; Bettini 2,764.
P. Militerni Della Morte, s.v. Epici Latini minori, in Dizionario degli scrittori greci e latini, 1, Milano,
Marzorati, 1987, pp. 768-69.
PHI
FPL Morel, pp. 116-19.
FPL Buechner, pp.148-52.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
111
Gaio Valgio Rufo
Cenni biografici
Fu consul suffectus nel 12 a.C. e fece parte del circolo di Messalla Corvino.
Opere
Testi e testimonianze
Hor. carm. 2, 9
Non semper imbres nubibus hispidos
manant in agros aut mare Caspium
vexant inaequales procellae
usque nec Armeniis in oris,
amice Valgi, stat glacies iners
mensis per omnis aut Aquilonibus
querqueta Gargani laborant
et foliis viduantur orni:
tu semper urges flebilibus modis
Mysten ademptum nec tibi vespero
surgente decedunt amores
nec rapidum fugiente solem.
at non ter aevo functus amabilem
ploravit omnis Antilochum senex
annos nec inpubem parentes
Troilon aut Phrygiae sorores
flevere semper. desine mollium
tandem querellarum et potius nova
cantemus Augusti tropaea
Caesaris et rigidum Niphaten,
Medumque flumen gentibus additum
victis minores volvere vertices
intraque praescriptum Gelonos
exiguis
equitare
campis.
A Valgio Rufo
Non eternamente piove
sulle campagne brulle, non sempre
la tempesta confusa inquieta il mare
dei Caspi, né ai lidi dell'Armenia
ogni stagione dura il grande ghiaccio
immoto, Valgio, amico mio! o al Gargano
dolorano le querce sotto il vento
e le foglie si strappano dai frassini:
ma tu piangi da sempre in tristi ritmi
Miste che ti fu tolto: e non si queta
l'amore quando Vespero
sorge, né quando innanzi al sole fugge.
Il vegliardo che cisse le tre vite
non pianse tutti gli anni suoi Antiloco
Tr. E. Mandruzzato, Milano, BUR, 1985, 2001.
v. Porph. Ad locum
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che meritava amore:
e le sorelle frige e padre e madre
non piansero tutto il tempo
il giovinetto Troilo. Valgio,
non dei forti è il lamento.
Altri canti cantiamo:
i trionfi di Cesare l'Augusto,
il gelo del Nifate, la fiumana
dei Medi, annoverata
tra i vinti, che ha gorghi
più stanchi, i Geloni
a cui fu dato un termine
alle terre, al perpetuo cavalcare.
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Hor., serm., 1, 10, 78-92
Men moveat cimex Pantilius aut cruciet quod
vellicet absentem Demetrius aut quod ineptus
Fannius Hermogenis laedat conviva Tigelli?
Plotius et Varius, Maecenas Vergiliusque,
Valgius et probet haec Octavius optimus atque
Fuscus et haec utinam Viscorum laudet uterque
ambitione relegata. te dicere possum,
Pollio, te, Messalla, tuo cum fratre, simulque
vos, Bibule et Servi, simul his te, candide Furni,
conpluris alios, doctos ego quos et amicos
prudens
praetereo,
quibus
haec,
sint
qualiacumque,
adridere velim, doliturus, si placeant spe
deterius nostra. Demetri, teque, Tigelli,
discipularum inter iubeo plorare cathedras.
Trad. già riportata sopra.
Serv., Verg.ecl. 7,22
Bibliografia
FPL Blansdorf 1995, pp. 266-67
PHI
H. Gundel, RE VIII A1, 1955, 272-76.
Controllo Mariotti II, 249 per C. Valgius Rufus
Bettini, 2, 764
Domizio Marso
Cenni biografici
Morto quasi sicuramente prima dell'esilio di Ovidio (8 d.C.). Blansdorf propone dubitativamente 544.
Opere
Amazonis, un poema epico mitologico
Fabellae
De urbanitate: sui motti di spirito
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113
Epigrammi ed elegie
Testi e testimonianze
Fr. 7: in memoriam di Tibullo.
Te quoque Vergilio comitem non aequa, Tibulle
mors iuvenem campos misit ad Elysios,
ne foret aut elegis molles qui fleret amores
aut caneret forti regia bella pede.
Quint., inst. 6,3,102
His adicit Domitius Marsus, qui de urbanitate diligentissime scripsit, quaedam non ridicula, sed cuilibet
seuerissimae orationi conuenientia eleganter dicta et proprio quodam lepore iucunda: quae sunt quidem
urbana, sed risum tamen non habent. Neque enim ei de risu sed de urbanitate est opus institutum, quam
propriam esse nostrae ciuitatis et sero sic intellegi coeptam, postquam urbis appellatione, etiam si nomen
proprium non adiceretur, Romam tamen accipi sit receptum. Eamque sic finit: 'urbanitas est uirtus quaedam
in breue dictum coacta et apta ad delectandos mouendosque homines in omnem adfectum animi, maxime
idonea ad resistendum uel lacessendum, prout quaeque res ac persona desiderat'. Cui si breuitatis
exceptionem detraxeris, omnis orationis uirtutes complexa sit. Nam si constat rebus et personis, quod in
utrisque oporteat dicere perfectae eloquentiae est. Cur autem breuem esse eam uoluerit, nescio, cum idem
atque in eodem libro dicat fuisse et in multis narrandi urbanitatem. Paulo post ita finit, Catonis, ut ait,
opinionem secutus: 'Vrbanus homo [non] erit cuius multa bene dicta responsaque erunt, et qui in sermonibus
circulis conuiuiis, item in contionibus, omni denique loco ridicule commodeque dicet. Risus erit quicumque
haec faciet orator'.
101. Queste sono le più diffuse specie di fonti del ridicolo che ho appreso o trovato; è tuttavia indispensabile
ripetere che le specie del parlare scherzosamente sono infinite al pari di quelle del parlare seriamente,
offerte da persona, luogo, tempo, e da ultimo dalla vicenda, l'aspetto più vario. 102. Così ne ho accennato,
perché non sembrasse che le avessi tralasciate: quel che invece ho raccolto sull'uso stesso e sulle modalità
dell'umorismo, oserei affermare che è assolutamente necessario.
Domizio Marso, che sull'urbanità ha scritto con molta diligenza, vi aggiunge alcune espressioni che non
suscitano il riso ma sono adatte a qualsiasi discorso della massima serietà, frasi eleganti e gradevoli per un
loro proprio garbo: esse sono sì urbane, eppure non fanno ridere. 103. La sua, d'altra parte, non è un'opera
concepita per trattare del riso, ma dell'urbanità, che secondo lui sarebbe una caratteristica tipica della nostra
città, e che tardi cominciò a essere intesa in quel senso: dopo che entrò nell'uso di chiamare urbs Roma,
pure senza l'aggiunta del nome proprio. 104. Egli così definisce l'urbanità: «Capacità espressiva costretta in
una breve frase e adatta a dilettare gli uomini nonché a suscitare in loro ogni sentimento, particolarmente
idonea alla difesa e all'attacco, a seconda di quel che ciascuna situazione o persona richiede». Tolta
l'eccezione della brevità, essa potrebbe abbracciare tutti i pregi dell'oratoria, perché, se si basa su cose e
persone, ciò che nei due ambiti bisogna dire è oggetto della perfetta eloquenza. 105. Ignoro poi per quale
motivo abbia voluto anche che fosse breve, se lui stesso, pure nel medesimo libro, riconosce, e a molti,
urbanità nel narrare. Poco dopo, ammettendo di seguire Catone, dà la seguente definizione: «Sarà urbano
chi pronuncerà molte frasi e darà molte risposte ben dette, e parlerà in maniera spiritosa e appropriata nelle
conversazioni, nei circoli, nei banchetti e parimenti nelle assemblee e, insomma, dappertutto. Qualunque
oratore agirà così, nell'uditorio si riderà».
Uomo politico e scrittore di età augustea, appartenne al circolo di Mecen+nr: sappiamo di suoi epigrammi (Marziale lo
indica fra i propri modelli) e Quintiliano ci informa appunto di un suo trattato de urbanitate.
'Il L'uso di questo verbo fa sospettare che Quintiliano. oltre a Cicerone, sul riso abbia fin qui tenuto ben presente anche il
trattato di Domizio Marso.
Critica sensata alla troppo generica definizione data da Domizio. Sull'umorismo diluito entro narrazioni estese, cfr. §§ 42
sgg.
Dovrebbe essere Catone il Censore, ma fa difficoltà ricondurre a lui e alla sua epoca un concetto di urbanitas quale
quello che segue.
Ancora una critica alla genericità di Domizio Marso. Non a caso, al § 107 Quintiliano darà una sua, e più precisa,
definizione di urbanitas.
Tr. e note di C.M. Calcante e S. Corsi, BUR, 1997, 2001.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
Mart., 4,29,7
Saepius in libro numeratur Persius uno,
Quam levis in tota Marsus Amazonide.
Tu quoque de nostris releges quemcumque libellis,
Esse puta solum: sic tibi pluris erit.
Il numero eccessivo dei miei libri, caro il mio Pudente,
li danneggia: poesie che escono troppo spesso stancano,
saziano il lettore. Poche poesie piacciono: le prime mele
sono più gradite, le rose invernali meritano il loro prezzo,
la riluttanza aumenta il prestigio dell'amante che ti spoglia,
la porta sempre aperta non fa fermare i giovani.
Conta di più Persio con un solo libro di satire
che il vuoto Marso con tutta la sua Amazzonomachià.
Vale anche per te: qualunque dei miei libri tu rileggerai,
credi che sia l'unico: avrà per te maggior valore.
Tr. S. Beta, Mondadori 1995
Mart., 5,5,6
Sexte, Palatinae cultor facunde Minervae,
Ingenio frueris qui propiore dei–
Nam tibi nascentes domini cognoscere curas
Et secreta ducis pectora nosse licet–:
Sit locus et nostris aliqua tibi parte libellis,
Qua Pedo, qua Marsus quaque Catullus erit.
Ad Capitolini caelestia carmina belli
Grande coturnati pone Maronis opus.
O Sesto, facondo direttore della biblioteca palatina,
tu che godi più da vicino dell'ingegno del nostro dio –
a te infatti è permesso conoscere le preoccupazioni
che nascono nell'animo dell'imperatore, il "secreto suo" -:
trova da qualche parte uno spazio anche per le mie poesie,
dove ci sono gli epigrammi di Pedo, di Marso e di Catullo.
Vicino alle liriche celesti del Bellum Capitolinum,
poni l'immenso poema del tragico Virgilio.
Tr. S. Beta, Mondadori 1995
Mart., 8,56,21-24
Quid Varios Marsosque loquar ditataque vatum
Nomina, magnus erit quos numerare labor?
Ergo ero Vergilius, si munera Maecenatis
Des mihi? Vergilius non ero, Marsus ero.
Benché l'età degli avi sia inferiore rispetto ai nostri tempi
e Roma, sotto il suo imperatore, sia diventata più grande,
ti stupisci che non ci sia l'ingegno di un divino Virgilio
e che nessuno canti le guerre con la poetica tromba.
Vengano i Mecenati, non mancheranno i Maroni,
Flacco: perfino i tuoi campi ti daranno un Virgilio.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Titiro, perse ]e terre vicino alla povera Cremona,
piangeva triste la scomparsa delle sue pecore:
Mecenate, il cavaliere etrusco, ha sorriso, ha scacciato
la maligna povertà, ordinandole di fuggire in fretta.
«Prendi le mie ricchezze e sii il più grande dei poeti;
ti concedo» disse inoltre «di amare anche il mio Alessi.»
II bellissimo giovane serviva alla mensa del padrone,
versando il nero Falerno con la mano bianca come il marmo,
porgendo le tazze appena sfiorate dalle sue labbra di rosa
che avrebbero potuto stuzzicare lo stesso Giove.
L'attonito poeta dimenticò l'abbondante Galatea,
Testili dalle guance rosse, bruciate dalla mietitura;
subito concepì ITALIA e L'ARMI CANTO E 'L VALOR,
lui che prima aveva pianto per la Zanzara con un rozzo canto.
Perché dovrei citare - troppa fatica ricordarli tutti i Varii, i Marsi, i nomi dei poeti sostenuti da Mecenate?
Diventerò forse un Virgilio, se tu mi donassi le ricchezze
di Mecenate? Non sarò un Virgilio: sarò un Marso.
Tr. S. Beta, Mondadori 1995
Ov., ex Ponto, 4,16,5
Avevo già allora un nome quando ero contato nel numero dei vivi. Allora c’erano Marso, Rabirio dall’accento
sublime, Macro, cantore di Ilio e il divino Pedone.
Mart.,1,1, pr.
Lascivam verborum veritatem, id est epigrammaton linguam, excusarem, si meum esset exemplum: sic
scribit Catullus, sic Marsus, sic Pedo, sic Gaetulicus, sic quicumque perlegitur.
Mart., 2,71
Id. 2, 77, 5
4, 29, 7
id. 5,5,5
id. 8, 55, 21
Plin., nat. 1, fontes libri XXXIV
Bibliografia
Mariotti II, 249
P. Militerni Della Morte, s.v. Epici Latini minori, in Dizionario degli scrittori greci e latini, 1, Milano,
Marzorati, 1987, pp. 769.
Buechner, pp. 141-43.
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116
Morel, FPL, p. 110-11.
FPL Blansdorf 1995, pp. 278-283.
Supplementum Morelianum, A.Traina - M. Bini, Bologna 1986.
F. Skutsch, RE V 1905, 1430-1432.
ed. D. Fogazza, Domiti Marsi Testimonia et Fragmenta, Roma 1981.
ICCU
Titolo: Domiti Marsi Testimonia et fragmenta / introduzione, testo e commento a cura di Donatella Fogazza
Pubblicazione: Roma : Edizioni di storia e letteratura, 1981
Collezione: Note e discussioni erudite
Gaio Rabirio
Cenni biografici
Contemporaneo di Ovidio.
Opere
De bello Alexandrino in cui si cantava la morte di Antonio e Cleopatra, perduto.
Secondo alcuni un frammento sarebbe da individuare nel cosiddetto Carmen de bello Actiaco, una
settantina di esametri trasmessi da un papiro di Ercolano e pubblicati da Riese nel primo volume
dell'Anthologia Latina.
Da quel che si può giudicare il poeta aveva curiosità naturalistiche, aspetto che sarà anche tipico
di Lucano, di cui R. sembra anticipare gusti e caratteri (Conte).
Testi e testimonianze
Quint., 10,1,90
Rabirius ac Pedo non indigni cognitione, si uacet.
Rabirio e Pedone meritano di essere conosciuti se si ha del tempo.
Ov., ex Ponto, 4,16,5
Cumque foret Marsus magnique Rabirius oris…
Già riportatata traduzione.
Vell. Pat., 2,36,3. Lo mette sullo stesso piano di….
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Paene stulta est inhaerentium oculis ingeniorum enumeratio, inter quae maxime nostri aeui eminent princeps
carminum Vergilius, Rabiriusque et consecutus Sallustium Liuius, Tibullusque et Naso, perfectissimi in forma
operis sui; nam uiuorum ut magna admiratio, ita censura difficilis est.
Riuscirebbe poi quasi irragionevole l’enumerazione dei grandi scrittori di cui abbiamo ancora viva negli occhi
l‘immagine: tra loro fanno spicco il principe dei poeti della nostra età, Virgilio, e Rabirio, e Livio succeduto a
Sallustio, e Tibullo, e Nasone, tutti perfetti nel genere delle loro opere. Quanto ai viventi, per grande che sia
l’ammirazione, è difficile un giudizio.
Trad. L. Agnes, Torino, Utet, 1969.
Sen., de ben., 6,3,1
Egregie mihi videtur M. Antonius apud Rabirium poetam, cum fortunam suam transeuntem alio videat et sibi
nihil relictum praeter ius mortis, id quoque, si cito occupaverit, exclamare:
"Hoc habeo, quodcumque dedi."
Traduzione Seneca
Bibliografia
Bettini, 2, 764; Conte 360.
P. Militerni Della Morte, s.v. Epici Latini minori, in Dizionario degli scrittori greci e latini, 1, Milano,
Marzorati, 1987, pp. 770-71.
Frammenti in FPL Morel. pp. 120-21.
FPL Buechner, pp. 153-54.
Albinovano Pedone
Cenni biografici
Fu amico di Ovidio. A lui è indirizzata ex Ponto 4,10. (estate 14 d.C.)
Fu praefectus equitum in Germania nel 16 d.C. al seguito di Germanico.
Si potrebbe spostarlo a 2c??
Opere
Autore di epigrammi, apprezzati da Marziale.
Autore di una Teseide.
Autore di un poema epico su una spedizione cui prese parte nel 16 d.C. guidata da Germanico
contro Germani. Frammento di 23 versi sul tema è giusto che l'uomo si spinga al di là dei confini
naturali del suo mondo?
Anticipatore di Lucano per pathos.
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Un frammento di 23 vv. trasmesso da Seneca il Retore, suas 1,15
"Elegante emulo di Virgilio ed Ovidio" (Conte).
"Stile enfatico e immaginoso" (Conte)
Testi e testimonianze
Mart., 1, pr. 9-13
facit qui in alieno libro ingeniosus est. Lascivam verborum veritatem, id est epigrammaton linguam, excusarem, si meum esset exemplum: sic scribit Catullus, sic Marsus, sic Pedo, sic Gaetulicus, sic quicumque
perlegitur.
Mart., 2, 77, 3-6
Hac tu credideris longum ratione colosson
Et puerum Bruti dixeris esse brevem.
Disce quod ignoras: Marsi doctique Pedonis
Saepe duplex unum pagina tractat opus.
Mart., 5, 5, 1-8
Sexte, Palatinae cultor facunde Minervae,
Ingenio frueris qui propiore dei–
Nam tibi nascentes domini cognoscere curas
Et secreta ducis pectora nosse licet–:
Sit locus et nostris aliqua tibi parte libellis,
Qua Pedo, qua Marsus quaque Catullus erit.
Ad Capitolini caelestia carmina belli
Grande coturnati pone Maronis opus.
[Già riportata trad. sopra]
Mart., 10, 20, 6-11
Illic Orphea protinus videbis
Udi vertice lubricum theatri
Mirantisque feras avemque regis,
Raptum quae Phryga pertulit Tonanti;
Illic parva tui domus Pedonis
Caelata est aquilae minore pinna.
O mia Talia, su, manda a Plinio, il facondo avvocato,
questo libro non molto dotto e poco severo,
un libretto tuttavia non per questo trascurato:
è una breve fatica superare la ripida via
che taglia in due la Suburra.
Qui vedrai subito Orfeo
che scivola sulla cima bagnata di una fontana,
le bestie che lo guardano e l'uccello del re degli dèi,
l'aquila che portò il rapito Ganimede a Giove tonante;
qui c'è anche la piccola casetta del tuo Pedone,
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che ha sul frontone un'altra aquila dalle penne più piccole.
Ma vedi di non battere ubriaca, a quella porta
che rappresenta l'eloquenza, al momento sbagliato:
il padrone di casa dedica all'austera Minerva
tutti i suoi giorni, preparando per le orecchie
dei Centumviri qualcosa che le generazioni future
possano paragonare agli scritti dell'arpinate Cicerone.
Sarai più sicura se ci andrai la sera:
è quella la tua ora, quando Bacco furoreggia, quando
regna la rosa, quando i capelli sono bagnati di profumo:
allora possono leggermi anche i Catoni severi.
Tr. S. Beta, Mondadori, 1995, 2001.
Quint., 10,1,90
Rabirius ac Pedo non indigni cognitione, si uacet.
Rabirio e Pedone meritano di essere conosciuti se si ha del tempo.
Ov., ex Ponto, 4,16,6
Iliacusque Macer sidereusque Pedo
Macro cantore di Ilio e il divino Pedone.
Ov., ex Ponto, 4,10,71
At tu, non dubito, cum Thesea carmine laudes,
materiae titulos quin tueare tuae,
quemque refers, imitere uirum: uetat ille profecto
tranquilli comitem temporis esse fidem.
Qui quamquam est factis ingens et conditur a te
uir tanto quanto debuit ore cani,
est tamen ex illo nobis imitabile quiddam
inque fide Theseus quilibet esse potest.
Non tibi sunt hostes ferro clauaque domandi,
per quos uix ulli peruius Isthmos erat,
sed praestandus amor, res non operosa uolenti.
Quis labor est puram non temerasse fidem?
Haec tibi, qui praestas indeclinatus amico,
non est quod lingua icta querente putes.
Ma, poiché tu canti in versi Teseo, non dubito che tu conservi lo splendore del tuo soggetto e che tu imiti
l'eroe di cui racconti. Egli certamente non vuole che la fedeltà sia compagna solo dei giorni felici. Benché sia
diventato grande per le sue imprese e l'eroe sia cantato da te con voce così alta, come si conviene, noi
possiamo almeno imitarlo in qualche cosa e nella fedeltà ciascuno può diventare un Teseo.
Trad. Namia.
Sen., ep. 122, 15
Pedonem Albinovanum narrantem audieramus erat autem fabulator elegantissimus habitasse se supra
domum Sex. Papini. Is erat ex hac turba lucifugarum. 'Audio' inquit 'circa horam tertiam noctis flagellorum
sonum. Quaero quid faciat: dicitur rationes accipere. Audio circa horam sextam noctis clamorem concitatum.
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Quaero quid sit: dicitur vocem exercere. Quaero circa horam octavam noctis quid sibi ille sonus rotarum velit:
gestari dicitur. Circa lucem discurritur, pueri vocantur, cellarii, coqui tumultuantur. Quaero quid sit: dicitur
mulsum et halicam poposcisse, a balneo exisse. "Excedebat" inquit "huius diem cena." Minime; valde enim
frugaliter vivebat; nihil consumebat nisi noctem.' Itaque Pedo dicentibus illum quibusdam avarum et
sordidum 'vos' inquit 'illum et lychnobium dicetis'.
Pedone Albinovano, elegantissimo narratore, ci diceva che egli aveva occupato un appartamento che
dominava la casa di Papinio, uno di questa schiera di nottambuli. «Verso le nove di sera» raccontava «sento
risuonare dei colpi di sferza. Chiedo che stia facendo; mi si risponde che gli rendono conto delle spese.
Verso mezzanotte sento un gran chiasso. Chiedo che succede; mi si risponde che sta esercitando la voce.
Verso le due del mattino chiedo che significhi quel rumore di ruote; mi si risponde ch'è salito in carrozza. Sul
far del giorno si sente correre da ogni parte: schiavi che vengono chiamati, dispensieri e cuochi che si
agitano. Chiedo ancora che sia successo; mi si risponde che il signore ha chiesto il suo vin dolce e la sua
orzata: è appena uscito dal bagno. I suoi pasti - si dirà - si protraevano oltre la lunghezza di una giornata?
Niente affatto. Viveva con molta economia; consumava solo la notte.»…
Bibliografia
P. Rohlden, RE I 1894, 1314.
Bettini, 2, 764; Conte 360.
PHI
P. Militerni Della Morte, s.v. Epici Latini minori, in Dizionario degli scrittori greci e latini, 1, Milano,
Marzorati, 1987, pp. 770-71.
Frammenti in FPL Morel. pp. 120-21.
FPL Buechner, pp. 153-54.
FPL Bransdorf 1995, pp. 290-292
Pompeo Macro
Vedi anche in file 2c
Cenni biografici
Fu amico di Ovidio, suo compagno di viaggi in Sicilia e Asia.
Pompeo Macro ebbe da Augusto l'incarico di riordinare le biblioteche..
Si dette la morte nel 33 d.C., dopo essere caduto in disgrazia.
Opere
Non è chiaro se abbia narrato fatti antecedenti o successivi a quelli narrati nell'Iliade.
Testi e testimonianze
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121
Ov., ex Pont., 4,16,6
Iliacusque Macer sidereusque Pedo;
Macro cantore di Ilio e il divino Pedone.
F.Della Corte spiega Iliacus come poeta epico di argomento troiano.
Ov., ex Ponto 2,10,13
Tu canis aeterno quicquid restabat Homero,
ne careant summa Troica bella manu.
Forse tu riconosci, o Macro, dall'immagine della cera incisa, che è Nasone che ti scrive queste parole? Se
l'anello non è spia sufficiente di chi ha scritto, riconosci che questa lettera è stata scritta dalla mia mano?
Oppure la lunghezza del tempo ti toglie il ricordo di queste cose e i tuoi occhi non riconoscono più i segni di
una volta? Sia pure che tu abbia dimenticato egualmente il sigillo e la mano, almeno non ti sia svanito il
pensiero di me. Pensiero che tu devi o alla comunanza di vita di lunghi anni, o al fatto che la mia sposa non
ti è estranea, o a questi studi, di cui tu hai usato più saggiamente di me, e, come conviene, non sei diventato
colpevole di nessuna o Arte ». Tu canti quello che rimaneva all'immortale Omero, perché alla guerra di Troia
non manchi l'ultima mano. Nasone, troppo poco prudente; mentre dona l'”Arte di amare”, ottiene la triste
ricompensa della dottrina di cui è maestro. Vi è tuttavia un culto comune che lega i poeti, benché noi due
seguiamo ciascuno un diverso cammino: tu te ne ricordi, io penso, sebbene noi siamo lontani, e vuoi
consolare i miei affanni. Sotto la tua guida, noi vedemmo le città superbe dell'Asia, con i miei occhi, sotto la
tua guida, vidi la Sicilia. Noi abbiamo visto il cielo splendere della fiamma dell'Etna, che il Gigante che è
sotto il monte vomita dalla sua bocca, il lago d'Enna e le paludi fetide del Palico, e dove l'Anapo unisce le
sue acque a quelle di Ciane. Non lontano di lì è la ninfa che, mentre fugge il fiume dell'Elide, corre celata
ancora oggi sotto l'acqua del mare. È qui che io ho passato buona parte del corso di un anno. Oh, quel
paese quanto è diverso da quello dei Geti ! E questa non è che una piccola parte di ciò che abbiamo visto
insieme, mentre tu mi rendevi i viaggi piacevoli, sia che con la barca dipinta fendessimo le acque azzurre,
sia che un carro ci portasse con rapide ruote. Spesso, scambiandoci parole, la strada ci parve breve e le
nostre parole, a contarle, furono più numerose dei nostri passi, spesso il giorno fu più breve dei nostri
discorsi, e, per parlare, anche le ore lente dei giorni d'estate non bastavano. Vale qualcosa l'aver temuto
insieme i pericoli del mare, e aver offerto voti comuni agli dèi marini, e a volte aver trattato insieme cose
serie, a volte, poi, dopo di esse, poter passare allo scherzo, senza vergogna. Venendoti alla mente questi
ricordi, benché io sia assente, dopo tutti questi anni, sarò davanti ai tuoi occhi, come se mi avessi visto poco
prima. Io, certo, nonostante sia relegato sotto il polo del mondo, che sempre più in alto sta lontano dalle
limpide acque, tuttavia ti vedo nel mio cuore, l'unico modo con cui posso, e parlo spesso con te, sotto il polo
ghiacciato. Tu sei qui e lo ignori, tu sei presente tantissime volte, anche se sei assente, e dal centra della
città ti faccio venire fra i Geti. Rendimi il cambio e, poiché il tuo soggiorno è più felice di questo, abbimi, lì,
sempre nel tuo cuore che mi ricorda.
Ov., am. 2,18,1-4
Carmen ad iratum dum tu perducis Achillen
primaque iuratis induis arma viris,
nos, Macer, ignava Veneris cessamus in umbra,
et tener ausuros grandia frangit Amor.
Mentre tu, o Macro, prolunghi il tuo poema fino all'ira di Achille e fai rivestire per la prima volta delle armi gli
eroi greci dopo il giuramento, io vivo oziosamente nelle segrete gioie di Venere e quando vorrei affrontare
temi più impegnativi il delicato Amore mi tarpa le ali.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Suet., Iul., 56,7
Quos omnis libellos uetuit Augustus publicari in epistula, quam breuem admodum ac simplicem ad
Pompeium Macrum, cui ordinandas bibliothecas delegauerat, misit.
Ma tutte queste operette Augusto vietò che fossero pubblicate: lo disse in una lettera assai breve ma senza
ambagi diretta a Pompeo Macro, a cui aveva affidato l’incarico di riordinare le biblioteche.
Bibliografia
Niente Bettini, nè Conte.
Riposati, 443 lo ricorda, come Macro, ("non altrimenti noto") tra i poeti epici minori dell'età
augustea, da non confondere con il poeta didascalico Emilio Macro.
P.Militerni Della Morte, s.v. Epici Latini Minori, in Dizionario degli scrittori greci e latini, 1, Milano,
Marzorati, 1987, p. 769
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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P. Virgilio Marone
Cenni biografici
Opere
Bucoliche
Georgiche
Eneide
Osservazioni
Fortuna
Testi e testimonianze
Hier., chron., ol., 177-78
Virgilius Maro in pago, qui Andes [b [0531B] In ms. Parmensi Andos. Vulgo autem creditur pagus iste, qui
nunc Pietole nominatur; sed ex tanta vocabuli dissimilitudine, atque ex eo cum primis quod ipse sub
Menalcae nomine Virgilius, praedia sua [0531C] dolens a militibus colonis direpta, ea dicat exstitisse, qua
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se subducere colles incipiunt: perquam erudite ac feliciter conjecit noster march. Scipio Maffeius, aliud fuisse
poetae natale solum. Atque hoc quidem in pago quodam exiguo juxta Veronensis agri confinia (quo nimirum
loco desinunt montes esse), in Cauriana, ut vocant, constituit: qui jamdiu olim et nunc proprio vocabulo
Bande appellatur. Videsis librum primum de Scriptoribus Veronensibus c. 1.] dicitur, haud procul a Mantua
nascitur, Pompeio et Crasso coss.
Hier., chron., ol. 180-82
Virgilius Cremonae studiis eruditur.
Hier., chron., ol. 180-82
Virgilius, sumpta toga, Mediolanum transgreditur, et post breve tempus Romam pergit.
Hier., chron., ol. 189-90
Virgilius Brundusii moritur, Sentio Saturnino et Lucretio Cinna coss.
Ossa ejus Neapolim translata in secundo ab urbe milliario sepeliuntur, titulo istiusmodi suprascripto, quem
moriens ipse dictaverat:
Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc
Parthenope, cecini pascua, rura, duces.
Vita di Donato
testo forse in CommVerg IntraText
Prop., 2,34, 55-82
Aspice me, cui parva domi fortuna relictast
nullus et antiquo Marte triumphus avi,
ut regnem mixtas inter conviva puellas
hoc ego, quo tibi nunc elevor, ingenio!
mi libet hesternis posito languere corollis,
quem tetigit iactu certus ad ossa deus;
Actia Vergilio custodis litora Phoebi,
Caesaris et fortis dicere posse rates,
qui nunc Aeneae Troiani suscitat arma
iactaque Lavinis moenia litoribus.
cedite, Romani scriptores, cedite, Grai!
nescio quid maius nascitur Iliade.
tu canis Ascraei veteris praecepta poetae,
quo seges in campo, quo viret uva iugo.
tale facis carmen docta testudine quale
Cynthius impositis temperat articulis.
tu canis umbrosi subter pineta Galaesi
Thyrsin et attritis Daphnin harundinibus,
utque decem possint corrumpere mala puellas
missus et impressis haedus ab uberibus.
felix, qui vilis pomis mercaris amores!
huic licet ingratae Tityrus ipse canat.
felix intactum Corydon qui temptat Alexin
agricolae domini carpere delicias!
quamvis ille sua lassus requiescat avena,
laudatur facilis inter Hamadryadas.
non tamen haec ulli venient ingrata legenti,
sive in amore rudis sive peritus erit.
nec minor hic animis, ut sit minor ore, canorus
anseris indocto carmine cessit olor.
Guarda me, che ho in casa solo una piccola fortuna e nessun trionfo dell'avo riportato in qualche
antica battaglia, come regno nei conviti, mescolato alle fanciulle, per questo mio ingegno per il
quale ora sono da te disprezzato. A me piaccia giacere languido tra le ghirlande del giorno
precedente, colpito dal dio infallibile, con la sua freccia fin nelle ossa; a Virgilio piaccia poter
cantare i lidi di Azio col loro custode Apollo e le navi possenti di Cesare, lui che ora fa rivivere le
armi del troiano Enea e le mura fondate sui lidi di Lavinio. Cedete, scrittori romani, cedete, scrittori
greci: nasce qualcosa più grande dell'Iliade. Tu canti sotto i pineti dell'ombroso Galeso Tirsi e Dafni
dalla zampogna ormai consunta, e come possano corrompere le fanciulle dieci mele e un capretto
allontanato dalle poppe non più spremute. Felice te che puoi comprare con pomi amori di poco
prezzo! Per lei, anche se è ingrata, canti lo stesso Titiro. Felice Coridone che tenta di sottrarre
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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l'incorrotto Alessi, delizia dell'agricoltore suo padrone. Quantunque egli riposi stanco col suo flauto,
è lodato tra le leggere Amadriadi
Tu canti i precetti del vecchio poeta ascreo, in quale campo sia rigogliosa la messe, su quale balza
la vite. Tale è il canto che tu moduli sulla dotta lira, quale è quello che suscita il dio Cinzio quando
la tocca con le sue dita.
Tuttavia questi miei carmi a nessun lettore riusciranno sgraditi, esperto o inesperto che egli sia in
amore. Né io potrei essere inferiore per questa ispirazione, o inferiore nel canto: il cigno canoro ha
ceduto dinanzi all'indotto schiamazzo dell'oca.
Mart., 8,73
Instanti, quo nec sincerior alter habetur
Pectore nec nivea simplicitate prior,
Si dare vis nostrae vires animosque Thaliae
Et victura petis carmina, da quod amem.
Cynthia te vatem fecit, lascive Properti;
Ingenium Galli pulchra Lycoris erat;
Fama est arguti Nemesis formosa Tibulli;
Lesbia dictavit, docte Catulle, tibi:
Non me Paeligni nec spernet Mantua vatem,
Si qua Corinna mihi, si quis Alexis erit.
O Instanio, che superi ogni uomo per la sincerità del cuore e la schietta semplicità, se vuoi dare
alla mia poesia forza e ispirazione, se desideri avere da me carmi immortali, dammi un vero
amore. Cinzia fece poeta te, o lascivo Properzio, Gallo trovava la sua ispirazione nella bella
Licoride; il melodioso Tibullo deve la sua fama alla leggiadra Nemesi; Lesbia dettò i tuoi carmi, o
dotto Catullo. Se avrò una Corinna, se avrò un Alessi, non mi disprezzeranno come poeta né i
Peligni né Mantova.
Traduzione di G.Norcio, Torino, Utet, 1980
Sen., ep., fr. 7
Vergilius quoque noster non ex alia causa duros quosdam versus et enormes et aliquid supra mensuram
trahentis interposuit quam ut Ennianus populus adgnosceret in novo carmine aliquid antiquitatis.
Aug., ??
Vergilium propterea parvuli legunt … possit aboleri.
Verg., ecl. 1
M. Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi
siluestrem tenui Musam meditaris auena;
nos patriae finis et dulcia linquimus arua.
nos patriam fugimus; tu, Tityre, lentus in umbra
formosam resonare doces Amaryllida siluas.
T. O Meliboee, deus nobis haec otia fecit.
namque erit ille mihi semper deus, illius aram
saepe tener nostris ab ouilibus imbuet agnus.
ille meas errare boues, ut cernis, et ipsum
ludere quae uellem calamo permisit agresti.
M. Non equidem inuideo, miror magis: undique
totis
usque adeo turbatur agris. en ipse capellas
protinus aeger ago; hanc etiam uix, Tityre, duco.
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hic inter densas corylos modo namque gemellos,
spem gregis, a! silice in nuda conixa reliquit.
saepe malum hoc nobis, si mens non laeua
fuisset,
de caelo tactas memini praedicere quercus.
sed tamen iste deus qui sit, da, Tityre, nobis.
T. Vrbem quam dicunt Romam, Meliboee, putaui
stultus ego huic nostrae similem, quo saepe
solemus
pastores ouium teneros depellere fetus.
sic canibus catulos similis, sic matribus haedos
noram, sic paruis componere magna solebam.
uerum haec tantum alias inter caput extulit urbes
quantum lenta solent inter uiburna cupressi.
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
M. Et quae tanta fuit Romam tibi causa uidendi?
T. Libertas, quae sera tamen respexit inertem,
candidior postquam tondenti barba cadebat,
respexit tamen et longo post tempore uenit,
postquam nos Amaryllis habet, Galatea reliquit.
namque fatebor enim dum me Galatea tenebat,
nec spes libertatis erat nec cura peculi.
quamuis multa meis exiret uictima saeptis,
pinguis et ingratae premeretur caseus urbi,
non umquam grauis aere domum mihi dextra
redibat.
M. Mirabar quid maesta deos, Amarylli, uocares,
cui pendere sua patereris in arbore poma;
Tityrus hinc aberat. ipsae te, Tityre, pinus,
ipsi te fontes, ipsa haec arbusta uocabant.
T. Quid facerem? neque seruitio me exire licebat
nec tam praesentis alibi cognoscere diuos.
hic illum uidi iuuenem, Meliboee, quotannis
bis senos cui nostra dies altaria fumant.
hic mihi responsum primus dedit ille petenti:
'pascite ut ante boues, pueri; summittite tauros.'
M. Fortunate senex, ergo tua rura manebunt
et tibi magna satis, quamuis lapis omnia nudus
limosoque palus obducat pascua iunco:
non insueta grauis temptabunt pabula fetas,
nec mala uicini pecoris contagia laedent.
fortunate senex, hic inter flumina nota
et fontis sacros frigus captabis opacum;
hinc tibi, quae semper, uicino ab limite saepes
Hyblaeis apibus florem depasta salicti
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saepe leui somnum suadebit inire susurro;
hinc alta sub rupe canet frondator ad auras,
nec tamen interea raucae, tua cura, palumbes
nec gemere aeria cessabit turtur ab ulmo.
T. Ante leues ergo pascentur in aethere cerui
et freta destituent nudos in litore piscis,
ante pererratis amborum finibus exsul
aut Ararim Parthus bibet aut Germania Tigrim,
quam nostro illius labatur pectore uultus.
M. At nos hinc alii sitientis ibimus Afros,
pars Scythiam et rapidum cretae ueniemus Oaxen
et penitus toto diuisos orbe Britannos.
en umquam patrios longo post tempore finis
pauperis et tuguri congestum caespite culmen,
post aliquot, mea regna, uidens mirabor aristas?
impius haec tam culta noualia miles habebit,
barbarus has segetes. en quo discordia ciuis
produxit miseros: his nos conseuimus agros!
insere nunc, Meliboee, piros, pone ordine uitis.
ite meae, felix quondam pecus, ite capellae.
non ego uos posthac uiridi proiectus in antro
dumosa pendere procul de rupe uidebo;
carmina nulla canam; non me pascente, capellae,
florentem cytisum et salices carpetis amaras.
T. Hic tamen hanc mecum poteras requiescere
noctem
fronde super uiridi: sunt nobis mitia poma,
castaneae molles et pressi copia lactis,
et iam summa procul uillarum culmina fumant
maioresque cadunt altis de montibus umbrae.
MELIBEO
Titiro, tu disteso all'ampio riparo di un faggio, ricerchi i canti del bosco sul lieve clarino. Noi la terra
dei padri lasciamo e i cari campi, fuggendo la patria; e tu, Titiro, placido all'ombra insegni all'eco
silvestre il nome di Amarillide bella.
TITIRO
O Melibeo, un dio è l'autore per noi di questa pace. Davvero, quell'uomo per me sarà sempre un
dio, il suo altare un latteo agnello dei miei ovili spesso bagnerà di sangue. Lui lasciò a pascolare
qua e là le mie giovenche, come vedi, e me a modulare le amate canzoni nella mia canna sui prati.
MELIBEO
Davvero non ti vorrei del male, ma mi stupisco piuttosto: ovunque freme la campagna turbata e
vedi, le mie capre io stesso innanzi, afflitto, spingo. Questa, poi, Titiro, traggo a fatica, che qui, fra
macchie di noccioli or ora lasciò due gemelli, la speranza del gregge, ahimè, sulla nuda selee
partorendo. Spesso, ricordo, queste sciagure - ma noi si era ciechi - il fulmine cadendo sulle
querce ci predisse. Pure il dio di cui mi parlavi chi è? dimmi, o Titiro.
TITIRO
La città che chiamano Roma, o Melibeo, io balordo credevo somigliante a questa, dove noi pastori
usiamo portare gli agnelli ancor teneri: così vedevo ai cani i cuccioli somigliare, così alle madri i
capretti; così usavo mettere il piccolo a confronto col grande. Ma questa tanto si levò sulle altre
città, quanto si leva sui molli viburni il cipresso.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
127
MELIBEO
Quale così grave motivo ti mosse a vedere Roma?
TITIRO
La libertà, che un po' tardi, ma infine volse lo sguardo sui miei ozi, quando più candida ormai sotto
il mio taglio la barba cadeva; volse lo sguardo infine, e dopo un lungo tempo venne, quando ormai
io sono di Amarallide: Galatea mi lasciò. Finché, lo confesso, Galatea mi avvinse, non nutrivo
speranza di libertà né curavo il risparmio. Quanti vitelli uscivano dai miei recinti per gli altari,
quanto grasso cacio fabbricavo per l'avida città! eppure mai greve di bronzo alla casa la mia borsa
tornava.
MELIBEO
Mi chiedevo stupito perché mesta, Amarillide, pregavi gli dèi, per chi penzoloni lasciavi sugli alberi i
pomi. Titiro era lontano, e anche i pini, Titiro, anche le fonti, anche le selve qui t'invocavano.
TITIRO
Che altro fare? Di servitù non potevo uscire, né così benigili, altrove, trovare gli dèi; e là io vidi quel
giovane, o Melibeo, a cui ogni anno per dodici volte il mio altare manda i suoi fumi; là chiesi, e
senz'altro mi rispose: "Pascete come in passato i buoi, o fanciulli, sottoponete i tori all'aratro".
MELIBEO
Oh, fortunato vecchio! Dunque tuoi questi campi rimarranno, e per te bastanti, sebbene le pietre
ovunque spuntino e la palude assedi i prati col fango e i giunchi. Nuovi pascoli non sedurranno le
madri languenti, né un gregge vicino le contaminerà. Oh, fortunato vecchio! qui tra i noti fiumi e le
sacre fonti gusterai l'opaco rezzo: e di là, come sempre, la siepe del vicino confine, che le api iblee
pascolando spogliano dei fiori di salice, spesso con lieve sussurro t'inviterà a sognare; di là, sotto
l'erta rupe, canterà chi foglia al vento, senza posa intanto i tuoi cari colombi tuberanno, e gemerà
nell'aria la tortora, dall'olmo.
TITIRO
Prima gli agili cervi brucheranno sulla distesa delle acque, e la risacca lascerà spogli sulla spiaggia
i pesci, forse, superando i confini uno dall'altro, in esilio, il Parto berrà l'Arari, o la Germania il
Tigride; ma non cadrà il suo volto dal mio cuore.
MELIBEO
Ma noi! Di qui raggiungeremo gli Africani assetati, altri verranno alla Scitia e al torbido Oasse e ai
Britanni, fuori dal mondo. Rivedrò mai, anche un giorno lontano, la terra dei miei padri e del mio
misero tugurio il tetto erboso? o dietro le poche spighe contemplerò il mio reame? Empio questi
maggesi venerati avrà un soldato, un barbaro i miei campi. Ecco dove la discordia condusse i
cittadini, sventurati: per loro seminammo queste zolle. Innesta ancora, Melibeo, i peri, disponi in
ordine le viti. Avanti, o gregge un giorno fortunato, avanti, o mie caprette. Non io più vi vedrò,
sdraiato nella verde grotta, penzoloni lontano, fra gli sterpi, dalla rupe. Non canterò più canti, e voi
non più, caprette, sotto il mio sguardo il citiso fiorito brucherete e il salice amaro.
TITIRO
Qui non potevi restare a posare con me questa notte su verde frasca? Ho mele tenere, e molli
castagne, e cacio abbondante; e di lontano già fumano i tetti delle cascine e più grandi scendono
dagli alti monti le ombre.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Verg., ecl. 4
Sicelides Musae, paulo maiora canamus!
non omnis arbusta iuuant humilesque myricae;
si canimus siluas, siluae sint consule dignae.
Vltima Cumaei uenit iam carminis aetas;
magnus ab integro saeclorum nascitur ordo.
iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna,
iam noua progenies caelo demittitur alto.
tu modo nascenti puero, quo ferrea primum
desinet ac toto surget gens aurea mundo,
casta faue Lucina: tuus iam regnat Apollo.
teque adeo decus hoc aeui, te consule, inibit,
Pollio, et incipient magni procedere menses;
te duce, si qua manent sceleris uestigia nostri,
inrita perpetua soluent formidine terras.
ille deum uitam accipiet diuisque uidebit
permixtos heroas et ipse uidebitur illis,
pacatumque reget patriis uirtutibus orbem.
At tibi prima, puer, nullo munuscula cultu
errantis hederas passim cum baccare tellus
mixtaque ridenti colocasia fundet acantho.
ipsae lacte domum referent distenta capellae
ubera, nec magnos metuent armenta leones;
ipsa tibi blandos fundent cunabula flores.
occidet et serpens, et fallax herba ueneni
occidet; Assyrium uulgo nascetur amomum.
at simul heroum laudes et facta parentis
iam legere et quae sit poteris cognoscere uirtus,
molli paulatim flauescet campus arista
incultisque rubens pendebit sentibus uua
et durae quercus sudabunt roscida mella.
pauca tamen suberunt priscae uestigia fraudis,
quae temptare Thetim ratibus, quae cingere muris
oppida, quae iubeant telluri infindere sulcos.
alter erit tum Tiphys et altera quae uehat Argo
delectos heroas; erunt etiam altera bella
atque iterum ad Troiam magnus mittetur Achilles.
hinc, ubi iam firmata uirum te fecerit aetas,
cedet et ipse mari uector, nec nautica pinus
mutabit merces; omnis feret omnia tellus.
non rastros patietur humus, non uinea falcem;
robustus quoque iam tauris iuga soluet arator.
nec uarios discet mentiri lana colores,
ipse sed in pratis aries iam suaue rubenti
murice, iam croceo mutabit uellera luto;
sponte sua sandyx pascentis uestiet agnos.
'Talia saecla' suis dixerunt 'currite' fusis
concordes stabili fatorum numine Parcae.
adgredere o magnos aderit iam tempus honores,
cara deum suboles, magnum Iouis incrementum!
aspice conuexo nutantem pondere mundum,
terrasque tractusque maris caelumque
profundum;
aspice, uenturo laetentur ut omnia saeclo!
o mihi tum longae maneat pars ultima uitae,
spiritus et quantum sat erit tua dicere facta!
non me carminibus uincet nec Thracius Orpheus
nec Linus, huic mater quamuis atque huic pater
adsit,
Orphei Calliopea, Lino formosus Apollo.
Pan etiam, Arcadia mecum si iudice certet,
Pan etiam Arcadia dicat se iudice uictum.
Incipe, parue puer, risu cognoscere matrem
matri longa decem tulerunt fastidia menses
incipe, parue puer: qui non risere parenti,
nec deus hunc mensa, dea nec dignata cubili est.
Sicule Muse, di cose un poco più grandi cantiamo! Non a tutti gli alberi piacciono e gli umili
tamerischì; se cantiamo le selve. le selve siano del console degne.
L'ultima età è giunta oramai della profezia cumana la serie dei grandi secoli nasce da capo, oramai
torna persino la Vergine, tornano i regni di Saturno, ormai una nuova razza s'invia dall'alto cielo.
Tu al fanciullo che ora nasce per cui cesserà finalmente la razza del ferro e sorgerà in tutto il
mondo la razza dell'oro, sii benevola, casta Lucina: già regna il tuo Apollo.
E proprio sotto il tuo consolato, il tuo consolato, o Pollione, questa splendida età avrà inizio e
cominceranno a svolgersi i grandi mesi; sotto i tuoi auspici ogni traccia superstite del nostro
misfatto, vanificata, libererà la terra dal continuo timore. Egli sarà introdotto nella vita divina e agli
dèi vedrà mescolati gli eroi, e lui a sua volta sarà visto da loro, e pacificato dalle virtù di suo padre
reggerà il mondo.
I primi doni però, o fanciullo, ti darà la terra, effondendo spontaneamente, ovunque, edere erranti e
baccari e, frammista all'acanto ridente, la colocasia. Da sole riporteranno a casa le poppe turgide
di latte le capre, senza temere gli armenti i grandiosi leoni. Da sé il suolo ove giaci effonderà
morbidi fiori; sarà morte alla serpe, morte per i veleni celati fra l'erbe: ma dovunque spunterà
l'amomo di Siria.
Quando però degli eroi le gesta e le imprese del padre ormai sarai in grado di leggere e di capire
qual è la virtù, con tenere spighe a poco a poco biondeggerà la campagna, rosseggerà dagli ispidi
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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pruni pendula l'uva e le querce compatte trasuderanno rugiada di miele. Poche vestigia soltanto
sopravviveranno dell'antica malvagità e indurranno a tentare Tetide su chiatte, a cingere di mura le
città, a fendere la terra di solchi. Si avrà un nuovo Tifi allora e un'altra Argo carica di eroi squisiti; si
avranno ancora guerre e nuovamente a Troia l'invio del grande Achille.
Poi, quando ormai saldo sarai giunto au'età virile, lascerà anche il marinaio il mare, non più sulle
navi travate scambierà le merci, ma tutto daranno tutte le terre, senza che i campi abbiano a
soffrire i sarchielli o le viti i falcetti. Il robusto aratore anche lui ormai libera i tori dal giogo, non
imparerà la menzogna dei molti colori la lana, ma già sui prati l'ariete nell'amabile rosso della
porpora o nel rancio del guado muterà da sé il proprio vello; da sé lo scarlatto sui pascoli tingerà gli
agnelli. "Filate - dissero ai loro fusi - questi secoli" concordi per lo stabile volere dei fati le Parche.
Ascendi, su, ai grandi onori - sarà tempo oramai -, o cara prole divina, grande diletto di Giove.
Guarda il sussulto della curva massa del mondo e le terre e gli spazi del mare e l'abisso del cielo;
guarda, come si allieta ogni cosa per il secolo che viene. Oh a me allora rimanga l'ultima parte di
una lunga vita e respiro bastante a cantare le tue imprese. I miei canti vinceranno quelli del tracio
Orfeo, di Lino, pur assistiti come sono dalla madre e dal padre: Calliope per Orfeo, per Lino il
grande Apollo. Anche Pan, se vorrà gareggiare con me a giudizio d'Arcadia, anche Pan si dirà da
me vinto a giudizio d'Arcadia.
Comincia, fanciullino, con un sorriso a riconoscere tua madre: la madre lungamente, dieci mesi ha
penato. Comincia, fanciullino: chi non sorrise al proprio genitore, non avrà l'onore della mensa di
un dio, né del letto di una dea.
Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Verg., ecl. 10
Extremum hunc, Arethusa, mihi concede laborem:
pauca meo Gallo, sed quae legat ipsa Lycoris,
carmina sunt dicenda; neget quis carmina Gallo?
sic tibi, cum fluctus subterlabere Sicanos,
Doris amara suam non intermisceat undam,
incipe: sollicitos Galli dicamus amores,
dum tenera attondent simae uirgulta capellae.
non canimus surdis, respondent omnia siluae.
Quae nemora aut qui uos saltus habuere,
puellae
Naides, indigno cum Gallus amore peribat?
nam neque Parnasi uobis iuga, nam neque Pindi
ulla moram fecere, neque Aonie Aganippe.
illum etiam lauri, etiam fleuere myricae,
pinifer illum etiam sola sub rupe iacentem
Maenalus et gelidi fleuerunt saxa Lycaei.
stant et oues circum; nostri nec paenitet illas,
nec te paeniteat pecoris, diuine poeta:
et formosus ouis ad flumina pauit Adonis.
uenit et upilio, tardi uenere subulci,
uuidus hiberna uenit de glande Menalcas.
omnes 'unde amor iste' rogant 'tibi?' uenit Apollo:
'Galle, quid insanis?' inquit. 'tua cura Lycoris
perque niues alium perque horrida castra secuta
est.'
uenit et agresti capitis Siluanus honore,
florentis ferulas et grandia lilia quassans.
Pan deus Arcadiae uenit, quem uidimus ipsi
sanguineis ebuli bacis minioque rubentem.
'ecquis erit modus?' inquit. 'Amor non talia curat,
nec lacrimis crudelis Amor nec gramina riuis
nec cytiso saturantur apes nec fronde capellae.'
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tristis at ille 'tamen cantabitis, Arcades,' inquit
'montibus haec uestris; soli cantare periti
Arcades. o mihi tum quam molliter ossa
quiescant,
uestra meos olim si fistula dicat amores!
atque utinam ex uobis unus uestrique fuissem
aut custos gregis aut maturae uinitor uuae!
certe siue mihi Phyllis siue esset Amyntas
seu quicumque furor quid tum, si fuscus
Amyntas?
et nigrae uiolae sunt et uaccinia nigra,
mecum inter salices lenta sub uite iaceret;
serta mihi Phyllis legeret, cantaret Amyntas.
hic gelidi fontes, hic mollia prata, Lycori,
hic nemus; hic ipso tecum consumerer aeuo.
nunc insanus amor duri me Martis in armis
tela inter media atque aduersos detinet hostis.
tu procul a patria nec sit mihi credere tantum
Alpinas, a! dura niues et frigora Rheni
me sine sola uides. a, te ne frigora laedant!
a, tibi ne teneras glacies secet aspera plantas!
ibo et Chalcidico quae sunt mihi condita uersu
carmina pastoris Siculi modulabor auena.
certum est in siluis inter spelaea ferarum
malle pati tenerisque meos incidere amores
arboribus: crescent illae, crescetis, amores.
interea mixtis lustrabo Maenala Nymphis
aut acris uenabor apros. non me ulla uetabunt
frigora Parthenios canibus circumdare saltus.
iam mihi per rupes uideor lucosque sonantis
ire, libet Partho torquere Cydonia cornu
spicula–tamquam haec sit nostri medicina furoris,
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
aut deus ille malis hominum mitescere discat.
iam neque Hamadryades rursus nec carmina
nobis
ipsa placent; ipsae rursus concedite siluae.
non illum nostri possunt mutare labores,
nec si frigoribus mediis Hebrumque bibamus
Sithoniasque niues hiemis subeamus aquosae,
nec si, cum moriens alta liber aret in ulmo,
Aethiopum uersemus ouis sub sidere Cancri.
omnia uincit Amor: et nos cedamus Amori.'
130
Haec sat erit, diuae, uestrum cecinisse
poetam,
dum sedet et gracili fiscellam texit hibisco,
Pierides: uos haec facietis maxima Gallo,
Gallo, cuius amor tantum mihi crescit in horas
quantum uere nouo uiridis se subicit alnus.
surgamus: solet esse grauis cantantibus umbra,
iuniperi grauis umbra; nocent et frugibus umbrae.
ite domum saturae, uenit Hesperus, ite capellae.
Quest'ultimo canto, Aretusa, concedimi. Pochi versi al mio Gallo, ma che legga pure Licoride,
dovrei dire. Chi negherebbe dei versi a Gallo? E possa così, quando scorrerai sotto i fiutti sicani,
Doride amara non mescolarsi alla tua corrente. Intona. Cantiamo l'amore infelice di Gallo, mentre
teneri brucano i virgulti le capre camuse. Non cantiamo a sordi, riecheggiano tutto le selve.
In quali boschi, o in quali balze, eravate, fanciulle naiadi, quando Gallo di un amore indegno
periva? Né i gioghi del Parnaso né quelli del Pindo vi trattennero allora, né l'aonia Aganippe . Di lui
anche gli allori, anche piansero i tamerischi e i pini anche, mentre giaceva sotto una rupe solitaria,
del Menalo, e gelide lo piansero le rocce del Liceo. Immote anche le pecore intorno, e nessuna
vergogna ci prende dì esse, né a te prenda vergogna del gregge, o divino poeta; anche il
bell'Adone fu di pecore lungo i fiumi pastore rl. Venne anche il mandriano, più tardi vennero i
porcari, venne, bagnato dalle ghiande invernali, Menalca. Tutti: "Di dove ti viene - domandano questo amore?". Venne Apollo: "O Gallo, perché questa follia? - dice. - Il tuo amore, Licoride, fra le
nevi un altro e fra gli orridi accampamenti ha seguito". Venne anche, coronato di splendidi fiori di
campo, Silvano, fiorite ferule e grandi gigli agitando. Pan, dio d'Arcadia, venne, e con i nostri occhi
lo vedemmo, rosso delle bacche sanguigne dell'ebbio e di minio. "Ma quale sarà il termine? disse. - Amore di queste cose non si cura. Non di lacrime la crudeltà d'Amore, non l'erba d'acqua,
non di citiso si saziano le api né di fronde le capre".
Triste però quegli rispose: "Pure, canterete, o Arcadi, di questo alle vostre montagne, o soli esperti
nel canto, Arcadi. Oh, allora, che dolce riposo alle mie ossa, se un giorno la vostra zampogna dirà
il mio amore! Ma, oh se tra voi io fossi uno, tra voi custode di greggi o vignaiolo per uve mature!
Certo, se per me Fillide fosse, o Aminta, o un altro qualunque la mia furiosa passione (ebbene, e
se è bruno Aminta? Non sono scure le viole, e i giacinti scuri?), con me fra i salici, sotto una curva
vite giaceresti; ghirlande per me Fillide sceglierebbe, canterebbe Aminta.
Qui gelide fonti, qui molli prati, o Licoride, qui un bosco; qui con te mi lascerei consumare dal solo
fluire del tempo. Ora una follia d'amore mi tiene nelle guerre del duro Marte fra dardi e assalti di
nemici. Tu lontano dalla patria - come vorrei non credere a tanto! - sulle Alpi, ahimè, le nevi e il
rigido gelo del Reno senza di me, sola, contempli. Ah, che il gelo non ti nuoccia! Ah, che a te le
lame del ghiaccio le tenere non fendano le piante dei piedi!
Me ne andrò e le mie canzoni, composte con il verso di Calcide, adatterò al flauto del pastore
siculo. Ho stabilito: me glio nelle serve, tra grotte di fiere soffrire e incidere i miei amori su cortecce
di alberi: crescerete con la loro crescita, miei amori. Intanto percorrerò fra i cori delle ninfe il
Menalo, o a caccia degli aspri cinghiali; mai m'impedirà il gelo del Partenio di accerchiare le sue
balze coi cani. Già mi vedo vagabondo fra rupi e boschi sonori; piace vibrare con l'arco dei Parti la
freccia cidonia, quasi questo fosse un rimedio al mio furore o quel dio sappia ammansirsi alle pene
degli uomini.
Ora né le amadriadi, né le canzoni più non mi piacciono; addio di nuovo anche a voi, o selve. Non
lo possono mutare i nostri tormenti, neppure se al colmo dei geli all'Ebro bevessimo o sotto le nevi
sitonie ci addentrassimo nell'inverno piovoso; o se, nei giorni in cui muore la corteccia inaridendo
sugli alti olmi, muovessimo le pecore degli Etiopi, sotto la stella del Cancro. Tutto vince Amore,
anche noi arrendiamoci ad Amore".
Vi bastino, o dive, questi versi del vostro poeta, cantati mentre siede tessendo un canestrello col
gracile ibisco, o Pieridi. Versi che voi renderete preziosissimi a Gallo, Gallo, per cui nasce d'ora in
ora il mio affetto quanto a primavera s'innalza verde Lontano. Sorgiamo, suole nuocere l'ombra a
chi canta, l'ombra soprattutto del ginepro. Nuociono anche alle messi le ombre. Tornate a casa,
siete sazie, viene Espero, tornate, o capre.
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Georg., 2, 458-540
O fortunatos nimium, sua si bona norint,
agricolas! quibus ipsa procul discordibus armis
fundit humo facilem uictum iustissima tellus.
si non ingentem foribus domus alta superbis
mane salutantum totis uomit aedibus undam,
nec uarios inhiant pulchra testudine postis
inlusasque auro uestis Ephyreiaque aera,
alba neque Assyrio fucatur lana ueneno,
nec casia liquidi corrumpitur usus oliui;
at secura quies et nescia fallere uita,
diues opum uariarum, at latis otia fundis,
speluncae uiuique lacus, at frigida tempe
mugitusque boum mollesque sub arbore somni
non absunt; illic saltus ac lustra ferarum
et patiens operum exiguoque adsueta iuuentus,
sacra deum sanctique patres; extrema per illos
Iustitia excedens terris uestigia fecit.
Me uero primum dulces ante omnia Musae,
quarum sacra fero ingenti percussus amore,
accipiant caelique uias et sidera monstrent,
defectus solis uarios lunaeque labores;
unde tremor terris, qua ui maria alta tumescant
obicibus ruptis rursusque in se ipsa residant,
quid tantum Oceano properent se tingere soles
hiberni, uel quae tardis mora noctibus obstet.
sin has ne possim naturae accedere partis
frigidus obstiterit circum praecordia sanguis,
rura mihi et rigui placeant in uallibus amnes,
flumina amem siluasque inglorius. o ubi campi
Spercheosque et uirginibus bacchata Lacaenis
Taygeta! o qui me gelidis conuallibus Haemi
sistat, et ingenti ramorum protegat umbra!
felix qui potuit rerum cognoscere causas
atque metus omnis et inexorabile fatum
subiecit pedibus strepitumque Acherontis auari:
fortunatus et ille deos qui nouit agrestis
Panaque Siluanumque senem Nymphasque
sorores.
illum non populi fasces, non purpura regum
flexit et infidos agitans discordia fratres,
aut coniurato descendens Dacus ab Histro,
non res Romanae perituraque regna; neque ille
aut doluit miserans inopem aut inuidit habenti.
quos rami fructus, quos ipsa uolentia rura
sponte tulere sua, carpsit, nec ferrea iura
insanumque forum aut populi tabularia uidit.
sollicitant alii remis freta caeca, ruuntque
in ferrum, penetrant aulas et limina regum;
hic petit excidiis urbem miserosque penatis,
ut gemma bibat et Sarrano dormiat ostro;
condit opes alius defossoque incubat auro;
hic stupet attonitus rostris, hunc plausus hiantem
per cuneos geminatus enim plebisque patrumque
corripuit; gaudent perfusi sanguine fratrum,
exsilioque domos et dulcia limina mutant
atque alio patriam quaerunt sub sole iacentem.
agricola incuruo terram dimouit aratro:
hic anni labor, hinc patriam paruosque nepotes
sustinet, hinc armenta boum meritosque
iuuencos.
nec requies, quin aut pomis exuberet annus
aut fetu pecorum aut Cerealis mergite culmi,
prouentuque oneret sulcos atque horrea uincat.
uenit hiems: teritur Sicyonia baca trapetis,
glande sues laeti redeunt, dant arbuta siluae;
et uarios ponit fetus autumnus, et alte
mitis in apricis coquitur uindemia saxis.
interea dulces pendent circum oscula nati,
casta pudicitiam seruat domus, ubera uaccae
lactea demittunt, pinguesque in gramine laeto
inter se aduersis luctantur cornibus haedi.
ipse dies agitat festos fususque per herbam,
ignis ubi in medio et socii cratera coronant,
te libans, Lenaee, uocat pecorisque magistris
uelocis iaculi certamina ponit in ulmo,
corporaque agresti nudant praedura palaestra.
hanc olim ueteres uitam coluere Sabini,
hanc Remus et frater; sic fortis Etruria creuit
scilicet et rerum facta est pulcherrima Roma,
septemque una sibi muro circumdedit arces.
ante etiam sceptrum Dictaei regis et ante
impia quam caesis gens est epulata iuuencis,
aureus hanc uitam in terris Saturnus agebat;
necdum etiam audierant inflari classica, necdum
impositos duris crepitare incudibus ensis.
O fortunati fin troppo, se la propria felicità conoscessero, gli agricoltori! Da sé, lontano dalle
discordie armate, fa traboccare loro dal suo suolo un facile sostentamento in perfetta misura la
terra. Se, attraverso i portali superbi, l'alta casa da tutto l'edificio non riversa un'ingente ondata di
mattinieri clienti, né a bocca aperta contemplano variegate di splendida tartaruga le proprie porte,
bizzarrie d'oro sulle proprie vestie bronzi di Efira; se bianca la loro lana non è falsata dal succo
velenoso d'Assiria e la cannella non corrompe il servizio del loro limpido olio: però sicura la loro
pace e ignara d'inganni la vita, ricca di diversi beni; però quiete negli ampi poderi, fra grotte e
autentici laghi, e fresca Tempe e fra i muggiti dei buoi dolci sotto un albero i sonni non mancano
mai. Là le boscaglie e i covi delle fiere, e paziente ai lavori e alla scarsità avvezza la gioventù, e
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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culti divini e riveriti genitori; le sue ultime impronte fra loro la Giustizia lasciò nel congedarsi dal
mondo.
Prima, su tutte le cose io vorrei che le dolci Muse, di cui porto i sacri simboli per l'amore intenso
che me ne ha trafitto, mi assecondassero, i corsi delle stelle nel cielo mostrandomi, gli eclissi del
sole, variamente prodotti, i travagli della luna, le cause dei terremoti, la forza che gonfia in alto i
mari infrangendo le dighe, per farli di nuovo tornare nei propri confini; la cagione della fretta
eccessiva del sole a tingersi nell'Oceano durante i giorni invernali o gli ostacoli che rallentano le
pigre notti. Ma se di giungere a queste parti del regno della natura m'impedirà il raffreddarsi intorno
al cuore del sangue, le campagne mi appaghino e i corsi d'acqua nelle valli, i fiumi io ami e le
selve, senza gloria. Oh dove i campi e lo Spercheo, e, percorso dal baccanale delle vergini lacene,
il Taígeto! oh chi nelle fosche convalli dell'Emo mi deporrà, con gli ampi rami coprendomi d'ombra!
Felice chi riuscì a conoscere le cause delle cose, ma ogni timore e il destino inesorabile calcò sotto
i piedi, e il fragore dell'avido Acheronte! Fortunato anche colui che gli dèi conobbe delle
campagne: Pan e Silvano vecchietto e le ninfe sorelle. Costui non i fasci del popolo, non la porpora
dei re poterono piegare, né la discordia che turba gli sleali fratelli né le scorrerie dei Daci e dei loro
alleati dall'Istro, non le gesta di Roma e l'agonia dei regni; costui non soffrì per pietà del misero o
invidia del ricco. Quanti frutti i rami, quanti da sé volentieri le sue campagne e spontaneamente gli
diedero, raccoglie, dei ferrei verdetti, delle follie del foro o degli archivi del popolo ignaro.
Stuzzicano altri con i remi gli abissi ignoti del mare, si gettano alle armi, penetrano nelle sale e
nelle anticamere dei grandi; l'uno porta distruzioni a una città e miseria ai suoi penati per poter
bere in una gemma e dormire su porpora sarrana; sotterra ricchezze un altro e sul sepolcro si
corica dell'oro; questi è stupito e attonito davanti ai rostri, questi, che vi aspira, gli applausi di
plebei e patrizi, ripetuti come sono lungo le gradinate, se lo portarono via; si gode di un bagno di
sangue fraterno e per l'esilio le care soglie delle case si mutano, una patria cercando situata sotto
un sole straniero. L'agricoltore la terra smuove col ricurvo aratro; così comincia la sua annuale
fatica, così la patria e i piccoli nipoti sostenta, così le mandrie dei buoi e i meritori giovenchi. E non
vi è tregua, se di frutti non sovrabbonda l'annata o di prole di pecore o di covoni dello stelo di
Cerere, se di prodotti non grava i solchi e non soverchia i granai. Venne l'inverno: si schiacciano
olive di Sicione nei torchi, di ghiande i porci soddisfatti fanno ritorno, dànno frutti selvatici i boschi e
i suoi svariati prodotti depone l'autunno, e in alto, míte, al sole matura la vendemmia sulle pietraie.
Nel frattempo amabili lo attorniano pendendo dalla bocca i suoi nati, casta la famiglia serba la
verecondia, le poppe delle vacche piene di latte scendono e grassi sull'erba rigogliosa si scontrano
in duelli di corna i capretti. Lui, per suo conto, celebra i giorni festivi, poi sdraiato sufl'erba, dove
arde il fuoco al centro e i compagni il cratere incoronano, te libando, o Leneo, invoca e ai custodi
del gregge di rapido dardo alla gara pone il bersaglio su un olmo; e quelli i corpi robusti denudano
per l'agreste contesa.
Tale la vita che un tempo praticarono gli antichi Sabini, che praticarono Remo e il fratello; così la
forte Etruria crebbe, si sa, e di tutti gli eventi divenne il più bello Roma, una sola città con sette
rocche ricinte da un muro. E ancora, prima che esistesse lo scettro del re del Ditte e prima che
sacrilega la gente banchettasse coi giovenchi uccisi, signore dell'età dell'oro tale vita in terra
Saturno conduceva; e non ancora si era udito squillare i corni di guerra, non ancora collocate sui
duri incudini risuonare le spade.
Ma noi abbiamo compiuto un immenso percorso e ormai è tempo ai cavalli di sciogliere i colli
fumanti.
Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Georg., 4, 315 -565
Quis deus hanc, Musae, quis nobis extudit artem?
unde noua ingressus hominum experientia cepit?
pastor Aristaeus fugiens Peneia Tempe,
amissis, ut fama, apibus morboque fameque,
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tristis ad extremi sacrum caput astitit amnis
multa querens, atque hac adfatus uoce parentem:
'mater, Cyrene mater, quae gurgitis huius
ima tenes, quid me praeclara stirpe deorum
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
si modo, quem perhibes, pater est Thymbraeus
Apollo
inuisum fatis genuisti? aut quo tibi nostri
pulsus amor? quid me caelum sperare iubebas?
en etiam hunc ipsum uitae mortalis honorem,
quem mihi uix frugum et pecudum custodia sollers
omnia temptanti extuderat, te matre relinquo.
quin age et ipsa manu felicis erue siluas,
fer stabulis inimicum ignem atque interfice messis,
ure sata et ualidam in uitis molire bipennem,
tanta meae si te ceperunt taedia laudis.'
At mater sonitum thalamo sub fluminis alti
sensit. eam circum Milesia uellera Nymphae
carpebant hyali saturo fucata colore,
Drymoque Xanthoque Ligeaque Phyllodoceque,
caesariem effusae nitidam per candida colla,
Cydippe et flaua Lycorias, altera uirgo,
altera tum primos Lucinae experta labores,
Clioque et Beroe soror, Oceanitides ambae,
ambae auro, pictis incinctae pellibus ambae,
atque Ephyre atque Opis et Asia Deiopea
et tandem positis uelox Arethusa sagittis.
inter quas curam Clymene narrabat inanem
Volcani, Martisque dolos et dulcia furta,
aque Chao densos diuum numerabat amores.
carmine quo captae dum fusis mollia pensa
deuoluunt, iterum maternas impulit auris
luctus Aristaei, uitreisque sedilibus omnes
obstipuere; sed ante alias Arethusa sorores
prospiciens summa flauum caput extulit unda,
et procul: 'o gemitu non frustra exterrita tanto,
Cyrene soror, ipse tibi, tua maxima cura,
tristis Aristaeus Penei genitoris ad undam
stat lacrimans, et te crudelem nomine dicit.'
huic percussa noua mentem formidine mater
'duc, age, duc ad nos; fas illi limina diuum
tangere' ait. simul alta iubet discedere late
flumina, qua iuuenis gressus inferret. at illum
curuata in montis faciem circumstetit unda
accepitque sinu uasto misitque sub amnem.
iamque domum mirans genetricis et umida regna
speluncisque lacus clausos lucosque sonantis
ibat, et ingenti motu stupefactus aquarum
omnia sub magna labentia flumina terra
spectabat diuersa locis, Phasimque Lycumque,
et caput unde altus primum se erumpit Enipeus,
unde pater Tiberinus et unde Aniena fluenta
saxosusque sonans Hypanis Mysusque Caicus
et gemina auratus taurino cornua uultu
Eridanus, quo non alius per pinguia culta
in mare purpureum uiolentior effluit amnis.
postquam est in thalami pendentia pumice tecta
peruentum et nati fletus cognouit inanis
Cyrene, manibus liquidos dant ordine fontis
germanae, tonsisque ferunt mantelia uillis;
pars epulis onerant mensas et plena reponunt
pocula, Panchaeis adolescunt ignibus arae.
et mater 'cape Maeonii carchesia Bacchi:
Oceano libemus' ait. simul ipsa precatur
Oceanumque
patrem
rerum
Nymphasque
sorores,
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133
centum quae siluas, centum quae flumina
seruant.
ter liquido ardentem perfundit nectare Vestam,
ter flamma ad summum tecti subiecta reluxit.
omine quo firmans animum sic incipit ipsa:
'Est in Carpathio Neptuni gurgite uates
caeruleus Proteus, magnum qui piscibus aequor
et iuncto bipedum curru metitur equorum.
hic nunc Emathiae portus patriamque reuisit
Pallenen; hunc et Nymphae ueneramur et ipse
grandaeuus Nereus: nouit namque omnia uates,
quae sint, quae fuerint, quae mox uentura
trahantur;
quippe ita Neptuno uisum est, immania cuius
armenta et turpis pascit sub gurgite phocas.
hic tibi, nate, prius uinclis capiendus, ut omnem
expediat morbi causam euentusque secundet.
nam sine ui non ulla dabit praecepta, neque illum
orando flectes; uim duram et uincula capto
tende; doli circum haec demum frangentur inanes.
ipsa ego te, medios cum sol accenderit aestus,
cum sitiunt herbae et pecori iam gratior umbra est,
in secreta senis ducam, quo fessus ab undis
se recipit, facile ut somno adgrediare iacentem.
uerum ubi correptum manibus uinclisque tenebis,
tum uariae eludent species atque ora ferarum.
fiet enim subito sus horridus atraque tigris
squamosusque draco et fulua ceruice leaena,
aut acrem flammae sonitum dabit atque ita uinclis
excidet, aut in aquas tenuis dilapsus abibit.
sed quanto ille magis formas se uertet in omnis
tam tu, nate, magis contende tenacia uincla,
donec talis erit mutato corpore qualem
uideris incepto tegeret cum lumina somno.'
Haec ait et liquidum ambrosiae defundit
odorem,
quo totum nati corpus perduxit; at illi
dulcis compositis spirauit crinibus aura
atque habilis membris uenit uigor. est specus
ingens
exesi latere in montis, quo plurima uento
cogitur inque sinus scindit sese unda reductos,
deprensis olim statio tutissima nautis;
intus se uasti Proteus tegit obice saxi.
his iuuenem in latebris auersum a lumine Nympha
conlocat, ipsa procul nebulis obscura resistit.
iam rapidus torrens sitientis Sirius Indos
ardebat caelo et medium sol igneus orbem
hauserat, arebant herbae et caua flumina siccis
faucibus ad limum radii tepefacta coquebant,
cum Proteus consueta petens e fluctibus antra
ibat; eum uasti circum gens umida ponti
exsultans rorem late dispergit amarum.
sternunt se somno diuersae in litore phocae;
ipse, uelut stabuli custos in montibus olim,
Vesper ubi e pastu uitulos ad tecta reducit
auditisque lupos acuunt balatibus agni,
consedit scopulo medius, numerumque recenset.
cuius Aristaeo quoniam est oblata facultas,
uix defessa senem passus componere membra
cum clamore ruit magno, manicisque iacentem
occupat. ille suae contra non immemor artis
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
omnia transformat sese in miracula rerum,
ignemque horribilemque feram fluuiumque
liquentem.
uerum ubi nulla fugam reperit fallacia, uictus
in sese redit atque hominis tandem ore locutus
'nam quis te, iuuenum confidentissime, nostras
iussit adire domos? quidue hinc petis?' inquit. at
ille:
'scis, Proteu, scis ipse, neque est te fallere
quicquam:
sed tu desine uelle. deum praecepta secuti
uenimus hinc lassis quaesitum oracula rebus.'
tantum effatus. ad haec uates ui denique multa
ardentis oculos intorsit lumine glauco,
et grauiter frendens sic fatis ora resoluit:
'Non te nullius exercent numinis irae;
magna luis commissa: tibi has miserabilis
Orpheus
haudquaquam ob meritum poenas, ni fata
resistant,
suscitat, et rapta grauiter pro coniuge saeuit.
illa quidem, dum te fugeret per flumina praeceps,
immanem ante pedes hydrum moritura puella
seruantem ripas alta non uidit in herba.
at chorus aequalis Dryadum clamore supremos
impleuit montis; flerunt Rhodopeiae arces
altaque Pangaea et Rhesi Mauortia tellus
atque Getae atque Hebrus et Actias Orithyia.
ipse caua solans aegrum testudine amorem
te, dulcis coniunx, te solo in litore secum,
te ueniente die, te decedente canebat.
Taenarias etiam fauces, alta ostia Ditis,
et caligantem nigra formidine lucum
ingressus, Manisque adiit regemque tremendum
nesciaque humanis precibus mansuescere corda.
at cantu commotae Erebi de sedibus imis
umbrae ibant tenues simulacraque luce carentum,
quam multa in foliis auium se milia condunt,
Vesper ubi aut hibernus agit de montibus imber,
matres atque uiri defunctaque corpora uita
magnanimum heroum, pueri innuptaeque puellae,
impositique rogis iuuenes ante ora parentum,
quos circum limus niger et deformis harundo
Cocyti tardaque palus inamabilis unda
alligat et nouies Styx interfusa coercet.
quin ipsae stupuere domus atque intima Leti
Tartara caeruleosque implexae crinibus anguis
Eumenides, tenuitque inhians tria Cerberus ora,
atque Ixionii uento rota constitit orbis.
iamque pedem referens casus euaserat omnis,
redditaque Eurydice superas ueniebat ad auras
pone sequens namque hanc dederat Proserpina
legem,
cum subita incautum dementia cepit amantem,
ignoscenda quidem, scirent si ignoscere Manes:
restitit, Eurydicenque suam iam luce sub ipsa
immemor heu! uictusque animi respexit. ibi omnis
effusus labor atque immitis rupta tyranni
foedera, terque fragor stagnis auditus Auernis.
illa "quis et me" inquit "miseram et te perdidit,
Orpheu,
quis tantus furor? en iterum crudelia retro
F. D’Alessi © 2002
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fata uocant, conditque natantia lumina somnus.
iamque uale: feror ingenti circumdata nocte
inualidasque tibi tendens, heu non tua, palmas."
dixit et ex oculis subito, ceu fumus in auras
commixtus tenuis, fugit diuersa, neque illum
prensantem nequiquam umbras et multa
uolentem
dicere praeterea uidit; nec portitor Orci
amplius obiectam passus transire paludem.
quid faceret? quo se rapta bis coniuge ferret?
quo fletu Manis, quae numina uoce moueret?
illa quidem Stygia nabat iam frigida cumba.
septem illum totos perhibent ex ordine mensis
rupe sub aeria deserti ad Strymonis undam
flesse sibi, et gelidis haec euoluisse sub antris
mulcentem tigris et agentem carmine quercus:
qualis populea maerens philomela sub umbra
amissos queritur fetus, quos durus arator
obseruans nido implumis detraxit; at illa
flet noctem, ramoque sedens miserabile carmen
integrat, et maestis late loca questibus implet.
nulla Venus, non ulli animum flexere hymenaei:
solus Hyperboreas glacies Tanaimque niualem
aruaque Riphaeis numquam uiduata pruinis
lustrabat, raptam Eurydicen atque inrita Ditis
dona querens. spretae Ciconum quo munere
matres
inter sacra deum nocturnique orgia Bacchi
discerptum latos iuuenem sparsere per agros.
tum quoque marmorea caput a ceruice reuulsum
gurgite cum medio portans Oeagrius Hebrus
uolueret, Eurydicen uox ipsa et frigida lingua,
a miseram Eurydicen! anima fugiente uocabat:
Eurydicen toto referebant flumine ripae.'
Haec Proteus, et se iactu dedit aequor in
altum,
quaque dedit, spumantem undam sub uertice
torsit.
at non Cyrene, namque ultro adfata timentem:
'nate, licet tristis animo deponere curas.
haec omnis morbi causa, hinc miserabile
Nymphae,
cum quibus illa choros lucis agitabat in altis,
exitium misere apibus. tu munera supplex
tende petens pacem, et facilis uenerare Napaeas;
namque dabunt ueniam uotis, irasque remittent.
sed modus orandi qui sit prius ordine dicam:
quattuor eximios praestanti corpore tauros,
qui tibi nunc uiridis depascunt summa Lycaei,
delige, et intacta totidem ceruice iuuencas.
quattuor his aras alta ad delubra dearum
constitue, et sacrum iugulis demitte cruorem,
corporaque ipsa boum frondoso desere luco.
post, ubi nona suos Aurora ostenderit ortus,
inferias Orphei Lethaea papauera mittes
et nigram mactabis ouem, lucumque reuises;
placatam Eurydicen uitula uenerabere caesa.'
haud mora, continuo matris praecepta facessit:
ad delubra uenit, monstratas excitat aras,
quattuor eximios praestanti corpore tauros
ducit et intacta totidem ceruice iuuencas.
post, ubi nona suos Aurora induxerat ortus,
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
inferias Orphei mittit, lucumque reuisit.
hic uero subitum ac dictu mirabile monstrum
aspiciunt, liquefacta boum per uiscera toto
stridere apes utero et ruptis efferuere costis,
immensasque trahi nubes, iamque arbore summa
confluere et lentis uuam demittere ramis.
Haec super aruorum cultu pecorumque
canebam
135
et super arboribus, Caesar dum magnus ad altum
fulminat Euphraten bello uictorque uolentis
per populos dat iura uiamque adfectat Olympo.
illo Vergilium me tempore dulcis alebat
Parthenope studiis florentem ignobilis oti,
carmina qui lusi pastorum audaxque iuuenta,
Tityre, te patulae cecini sub tegmine fagi.
Chi fu il dio, o Muse, chi fu, che ci rivelò un tale espediente? di dove iniziò questa nuova
esperienza umana? Il pastore Aristeo, fuggendo dalla valle del Peneo, Tempe, per aver perso,
come si narra, le api di morìa e di fame, mesto, su su, alla sacra sorgente venne a fermarsi del
fiume, con molti lamenti, ma queste parole rivolse alla sua genitrice:
" Madre, o Cirene madre, che di questo gorgo il fondo abiti, perché dall'illustre stirpe divina (se
proprio, come dici, è mio padre il Timbreo Apollo odioso ai fati mi hai generato? o dove hai respinto
l'affetto per me? perché a sperare il cielo mi esortavi? Ecco, anche quest'unico vanto della mia vita
mortale, che a me, con stenti, di biade e bestiame la cura solerte e ogni sorta di esperimenti aveva
procurato, pur avendo te per madre io perdo. Suvvia dunque, tu stessa con la tua mano strappa i
miei rigogliosi alberi, introduci nelle mie stalle il predatore fuoco, ma pure consuma le messi, brucia
i vigneti, dura sulle viti abbatti la bipenne, se tanto ti ha preso il fastidio della mia gloria ".
Ma la madre il suono nel talamo sotto il fiume profondo percepì. A lei intorno la lana di Mileto le
ninfe traevano, tinta a fondo con un vitreo colore: Drumo e Xanto e Ligea e Fillodoce, la chioma
splendente disciolta per i candidi colli, [Nesee e Spio e Talia e Cimodoce,] Cidippe e la bionda
Licoriade, l'una vergine, l'altra che aveva allora per la prima volta sperimentato le doglie di Lucina;
e Clio e sua sorella Beroe, figlie entrambe di Oceano, entrambe d'oro, avvolte con cinture di pelle
dipinta entrambe; ma anche Efire e anche Opi e l'Asia Deiopea e, finalmente scarica delle sue
frecce, la veloce Aretusa. In mezzo a loro la custodia Climene narrava, vana, di Vulcano e di Marte
le astuzie e i deliziosi furti; e dal Caos discendendo, i frequenti amori degli dèi enumerava. Mentre,
prese dal racconto, dai fusi i molli pennecchi svolgono, di nuovo le materne orecchie colpi il pianto
di Aristeo e sui loro seggi invetriati tutte s'irrigidirono; ma prima delle altre sorelle Aretusa,
spingendo innanzi lo sguardo, il biondo capo sollevò dal pelo delle onde e di lassù: " Oh non
invano, tanto forti sono i suoi gemiti, hai trasalito, o sorella Cirene. Proprio lui, tuo primo pensiero,
triste Aristeo dinnanzi all'onda del padre Peneo ti sta lacrimando e te crudele invoca col tuo nome
".
A lei, percossa di nuovo timore la mente, la madre: " Conducilo, presto, conducilo a noi: gli è
concesso di toccare le soglie divine ", disse, e insieme ordina alla profonda corrente di aprirsi per
largo tratto, ove il giovane possa introdurre il suo passo. Ma a lui intorno, avvallandosi a
somiglianza di un monte, stette ritta l'onda, lo accolse nel suo vasto seno e lo fece entrare sotto al
fiume. Ed ora, la casa mirando della sua genitrice, gli umidi regni, i laghi chiusi nelle spelonche e i
boschi scroscianti, avanzava; all'immenso flusso stupefatto delle'acque, tutti i fiumi che scorrono
sotto la grande terra osservava in diversi luoghi: il Fasi, il Lico e la sorgente di dove profondo su su
sgorga l'Enipeo, di dove il padre Tiberino e di dove la corrente dell'Aniene e, strepitando fra i sassi,
l'Ipani e il Caico di Misia e, con la coppia di coma dorate sul capo taurino, l'Eridano, di cui non altro
fiume attraverso pingui coltivi nel mare purpureo defluisce con più impetuosa corrente. Poi che al
talamo giunse dalle volte irte di massi, e di suo figlio conobbe l'inutile pianto Cirene, alle mani
porgono limpide acque secondo il buon ordine le sorelle e recano mantili di lana rasata; un gruppo,
di cibi grava le mense e piene ripone innanzi ogni volta le coppe; cominciano ad ardere ai
profumati fuochi della Pancaia le are. E la madre: "Prendi i boccali del Meonio Bacco: all'Oceano
libiamo! " disse, e subito ella stessa prega Oceano, padre di ogni cosa, e le ninfe sue sorelle, le
cento che custodiscono le selve, le altre cento dei fiumi. Tre volte di quel limpido nettare asperse
l'ardente focolare di Vesta, tre volte la fiamma sospinta all'alta volta riflette la sua luce. Con questo
augurio rassicurato il suo animo, così lei prese a dire:
" Vive dentro il Carpatio, abisso di Nettuno, un indovino, l'azzurro Proteo che l'ampia distesa delle
acque percorre con un cocchio aggiogato di pesci e di bipedi cavalli. Egli ora ai porti dell'Ematia è
tornato, a rivedere la patria Pallene. Noi ninfe lo veneriamo, e lo stesso gran vecchio Nereo perché
conosce ogni cosa, da indovino, quante sono, o furono, o per venire presto si muovono. Così infatti
volle Nettuno, di cui i mostruosi armenti pasce delle goffe foche nei gorghi marini. Costui, o figlio,
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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tu prima con lacci dovrai catturare, perché tutta ti spieghi del morbo la causa e gli eventi accomodi.
Senza violenza non darà alcun avviso, né costui con preghiere lo piegherai. A dura forza tendi i
lacci dopo averlo catturato; di fronte a questi mezzi i suoi inganni alla fine cedono, vanificati. Io
stessa, quando il sole avrà acceso la sua meridiana vampa, quando sono assetate le erbe e al
bestiame ormai piuttosto gradita è l'ombra, nel covile del vecchio ti condurrò, dove stancato dalle
onde si ripara, perché tu facilmente nel sonno possa assalirlo, mentre è disteso. Ma quando l'avrai
tra le mani, stretto nei lacci, allora con le sue mutevoli apparenze cercherà di eluderti, ma anche
con forme ferine. Diverrà all'improvviso un cinghiale irsuto e un'oscura tigre e uno squamoso drago
e una leonessa di fulva cervice; oppure darà uno stridulo crepitio di fiamma, ma così dai lacci
sfuggirà, oppure in acque fluide dissolto svanirà. Ma quanto più egli si muterà in ogni aspetto, tanto
più tu, o mio nato, stringi i lacci tenaci finché tale tornerà, con mutamento del corpo, quale lo
vedesti mentre tll'inizio del sonno chiudeva i suoi occhi ".
Così disse e puro versò il profumo dell'ambrosia, con cui interamente il corpo del suo nato spalmò;
ma a lui dolce spirò nei bei pettinati capelli un effluvio, ma anche un adeguato vigore gli entrò nelle
membra. C'è un antro immenso sotto il fianco di una corrosa montagna, dove abbondante il vento
spinge l'onda, che poi si frange in cavità remote, un tempo ancoraggio assai sicuro ai marinai
sorpresi da tempeste. Là dentro Proteo si ripara dietro la protezione di un grande masso. E là il
giovane nascosto, alle spalle la luce, la ninfa pone, mentre essa lontano, nascosta da una nube, si
ritira.
Già rabbioso, torrido agli Indiani assetati, Sirio ardeva nel cielo e a metà il sole infuocato il suo giro
aveva compiuto; aride l'erbe, e i letti dei fiumi, fra gli argini secchi, fino a farne fango i raggi
avevano scaldati e ora cuocevano: arorché Proteo, l'abituale spelonca cercando, fuori dai frutti
veniva; a lui intorno l'irrorata popolazione del vasto mare ai suoi sobbalzi lontano spruzza la spuma
amara. Si sdraiano al sonno qua e là sulla spiaggia le foche, e lui - come di stalla un guardiano sui
monti talora, quando il vespero dalla pastura i vitelli ai tetti riporta, mentre, facendo udire ai lupi i
loro belati, gli agnelli li aizzano - seduto sopra uno scoglio, al centro, ne controlla il numero. Poiché
Aristeo ebbe pronta l'occasione, quasi non lascia al vecchio distendere le stanche membra e si
precipita con un alto grido, prevenendolo con le manette mentre è disteso. L'altro, di contro, non
immemore della sua arte, si muta in ogni stranezza possibile, in fuoco e in orribile fiera e in fiume
liquido. Ma poi che nessun inganno gli procurò lo scampo, si arrese, tornò al suo aspetto, ma di
uomo finalmente parlò con le labbra: " Chi dunque, o giovane fin troppo audace, ti fece entrare
nelle nostre case? e cosa cerchi di qui? " disse; ma l'altro: " Lo sai, Proteo, lo sai da te, non mi
puoi ingannare. Smetti dunque di tentarlo. A divini comandi ubbidendo veniamo a chiedere qui un
oracolo per le nostre fortune fiaccate ". Questo solo pronunciò, e a questo l'indovino con grande
sforzo, finalmente, gli occhi ardenti di cerulea luce ruotò su lui e forte digrignando così al futuro
sciolse la bocca:
"Non ti travagliano le ire di nessun nume: sconti un tuo grave misfatto. Contro te Orfeo, miserando
senza sua colpa, questa punizione, finché i fati lo permettano, va provocando e duramente
ingerisce per la moglie perduta.iessa invero, mentre fugge da te lungo il fiume a precipizio,
mostruosa davanti ai piedi una biscia per sua rovina la fanciulla non vide, acquattata sulla riva
nell'alta erba. Allora la schiera delle driadi sue coetanee d'un grido gli altissimi monti pervasero,
piansero dei Rodope i bastioni, l'alto Pangeo e di Reso la terra marziale, ma anche i Geti e l'Ebro e
l'attica Oritia. Lui, con la vuota testuggine consolando il penoso amore, te dolce sposa, te sul lido
solitario a se stesso, te al sorgere del giorno, te al suo tramontare rammentava. Persino nella gola
del Tenaro, profondo ingresso di Dite, nel sacro bosco annebbiato di nera paura s'addentrava, ai
mani giungendo, al re terribile e a cuori ignari di dolcezza verso le umane preghiere. Ma al suo
canto turbate, deR'Erebo dai siti profondi le ombre salivano lievi, spettri privi di vita, folte come tra
il fogliame a mille a mille gli uccelli si nascondono quando il vespero o, nell'inverno, li caccia dai
monti un piovasco: le madri, ma anche i loro mariti e i corpi senza più vita di magnanimi eroi, i
fanciulli e le fanciulle mai maritate e posti sui roghi i giovani sotto lo sguardo dei genitori; e intorno
il fango nero e l'orrido canneto del Cocito e le acque immote dell'odiosa palude li cinge e per nove
lagune lo Stige li serra. Persino ne rimasero attonite le dimore della Morte, ma anche gli abissi del
Tartaro e, annodate di grigi serpenti ai capelli, le Eumenidi; trattenne aperte le tre fauci Cerbero,
ma anche d'Issione la ruota col vento si arrestò nel suo giro. Ormai tornando sulle sue orme cia
uscito da ogni pericolo; restituita a lui, Euridice saliva verso gli alti soffi dell'aria, seguendolo alle
spalle (era la norma imposta da Proserpina), quando una subitanea pazzia colse l'incauto amante,
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follia ben perdonabile, se sapessero perdonare i mani. Si fermò e alla sua Euridice, ormai sulla
soglia della luce, sventatamente, ahimè, e sopraffatto dai sensi volse indietro lo sguardo. Là ogni
suo travaglio si disperse, fu rotta l'intesa del crudele tiranilo, e per tre volte si udì il fragore dello
stagno d'Averno. Essa: " Chi ha perduto me stessa - disse, - infelice, e te, Orfeo? che follia così
grande? Ecco, di nuovo lo spietato destino indietro mi chiama e copre i tremolanti occhi il sonno. E
ora addio; mi trascina l'immensità della notte circostante, mentre le svigorite mani a te, ahi non più
tua, io tendo ". Parlava e dai suoi occhi improvvisa, come fumo disperso nei soffi dell'aria, tenue,
fuggì all'indietro. Non lo vide che tentava d'afferrarne invano l'ombra e molte cose ancora voleva
dire; né il traghettatore dell'Orco gli permise di superare nuovamente l'ostacolo della palude. Che
fare? dove andare, dopo rapita due volte la sposa? con cluale pianto i mani, quali numi con la sua
voce commuovere? Essa davvero lo Stige navigava ormai fredda sulla barca. Sette mesi interi uno
dopo l'altro, dicono, sotto una rupe al vento innanzi all'onda dello Strimone deserto pianse solingo
e sotto le fredde stelle rievocò questi fatti commovendo le tigri e traendo col suo canto le querce,
come su un pioppo il gemito dell'usignolo fra l'ombra lamenta la perdita dei piccoli, che l'insensibile
aratore spiò e dal nido implumi li colse; ma lui piange nella notte e fermo sul ramo lo straziante
canto rinnova e di mesti lamenti per largo tratto la regione pervade. Mai più Venere, mai più nozze
piegarono il suo animo. Solitario i ghiacci iperborei e il Tanai innevato e le pianure rifee mai spoglie
di brina percorreva, lamentando il ratto di Euridice e i vanificati doni di Dite. Offese da tanta fedeltà,
le donne dei Ciconi durante una sacra cerimonia agli dèi - un'orgia notturna di Bacco - lacerarono il
giovane e i brani ne dispersero per la vasta campagna. Ma anche allora la testa strappata dal collo
di marmo, mentre in mezzo ai suoi gorghi sulle acque l'Ebro eagrio la rotolava, Euridice con la sua
voce ancora e con la fredda lingua, ah la misera Euridice col respiro fuggente invocava, Euridice
ripetevano per tutta la corrente del fiume le rive ".
Ciò detto. Proteo s'immerse con un balzo nella profonda distesa delle acque, e dove s'immerse,
l'onda spumeggiante sotto un vortice ritorse. Ma non Cirene, che per prima si rivolse al figlio
intimorito: " O mio nato, ti è permesso allontanare dall'animo le tristi preoccupazioni. Questo solo è
il motivo del morbo, per questo le ninfe con cui ella danzava nel folto dei boschi sacri inviarono il
miserando eccidio alle tue api. Tu donativi e suppliche offri, invocando la pace, e venera le
indulgenti napee: concederanno il perdono alle tue promesse e deporratino la collera. Ma il rito
della preghiera prima con ordine t'indicherò. Quattro tori eccellenti per la prestanza dei loro corpi,
che ora ti pascolano sulle cime del verdeggiante Liceo tu sceglierai, e altrettante giovenche dal
collo indomato. Quattro are per essi davanti ai sublimi santuari delle dee disponi e dalle gole fa
colare il sangue sacrificale, però i cadaveri dei buoi abbandona tra le fronde del bosco. Poi,
quando al nono giorno l'Aurora avrà mostrato le sue luci, in offerta funebre a Orfeo invierai
papaveri letei e nera immolerai una pecora, quindi nel bosco tornerai a guardare. Euridice, placata,
onorerai col sacrificio di una vitella ".
Senza indugio, immediatamente i precetti della madre esegue. Ai santuari si reca, innalza le are
che gli furono indicate, quattro tori eccellenti per la prestanza dei loro corpi conduce e altrettante
giovenche dal collo indomato; poi, quando al nono giorno l'Aurora apportò le sue luci, le offerte
funebri a Orfeo invia, quindi nel bosco torna a guardare. Là davvero ad un tratto e, a dirlo
incredibile, un prodigio scorgono: nei visceri putrefatti dei buoi per tutto il ventre stridono le api e
brulicano nei fianchi stritolati, sciamano in nugoli immensi e tosto neu'alto di un albero si adunano,
penzolando come grappoli dai flessibili rami.
Così sui modi di curare i campi e il bestiame io cantavo, e sugli alberi ancora, mentre Cesare, il
grande, folgora sul profondo ufrate con le armi e vittorioso ai consenzienti popoli assegna le leggi,
la via preparandosi verso l'olimpo. A quel tempo me, Virgilio, dolce nutriva Partenope, rallegrato
dalle occupazioni di un ozio inglorioso, le canzoni dopo aver già modulato dei pastori e, giovane
audace, o Titiro, te aver cantato all'ampio riparo di un faggio.
Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Verg., Aen., 1,1
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Arma uirumque cano, Troiae qui primus ab oris
Italiam fato profugus Lauiniaque uenit
litora, multum ille et terris iactatus et alto
ui superum, saeuae memorem Iunonis ob iram,
multa quoque et bello passus, dum conderet
urbem
inferretque deos Latio; genus unde Latinum
Albanique patres atque altae moenia Romae.
Musa, mihi causas memora, quo numine laeso
quidue dolens regina deum tot uoluere casus
insignem pietate uirum, tot adire labores
impulerit. tantaene animis caelestibus irae?
Vrbs antiqua fuit Tyrii tenuere coloni
Karthago, Italiam contra Tiberinaque longe
ostia, diues opum studiisque asperrima belli,
quam Iuno fertur terris magis omnibus unam
posthabita coluisse Samo. hic illius arma,
138
hic currus fuit; hoc regnum dea gentibus esse,
si qua fata sinant, iam tum tenditque fouetque.
progeniem sed enim Troiano a sanguine duci
audierat Tyrias olim quae uerteret arces;
hinc populum late regem belloque superbum
uenturum excidio Libyae; sic uoluere Parcas.
id metuens ueterisque memor Saturnia belli,
prima quod ad Troiam pro caris gesserat Argis–
necdum etiam causae irarum saeuique dolores
exciderant animo; manet alta mente repostum
iudicium Paridis spretaeque iniuria formae
et genus inuisum et rapti Ganymedis honores:
his accensa super iactatos aequore toto
Troas, reliquias Danaum atque immitis Achilli,
arcebat longe Latio, multosque per annos
errabant acti fatis maria omnia circum.
tantae molis erat Romanam condere gentem.
Quell'io, che un tempo su esile canna modulai una canzone, poi uscendo dai boschi i vicini arabili
campi piegai ad assecondare, pur grande, l'avidità del colono - che fu opera utile agli agricoltori, ora invece di Marte orrende
Le armi e l'uomo io celebro che da Troia per primo, dalle sponde all'Italia, per destino esulando, e
di Lavinio venne alle spiagge. Molto egli fra terre sbattuto e nell'alto del mare per il duro volere dei
celesti, per la ferocia ostinata di Giunone e per l'ira; molto anche soffrì combattendo prima di
fondare la città e introdurre i suoi dèi nel Lazio: di dove la razza latina, e gli Albani nostri padri , e
infine dell'alta città le mura di Roma.
Musa, a me le cause rammenta, per quale offesa alla sua divinità, per quale dispetto la regina
degli dèi intricò in casi tanto vari un eroe d'insigne pietà, ad affrontare tanti tormenti lo costrinse.
Così grande negli spiriti celesti la collera?
Una città antica esisteva, abitata da coloni di Tiro, Cartagine -, dirimpetto all'Italia e, di lontano, alle
bocche del Tevere, ricca di mezzi e zelantissima nell'aspra condotta della guerra, che Giunone, si
dice, fra le terre più di tutte quest'unica, posponendo anche Samo I, predilesse. Lì le sue armi, lì il
suo carro teneva, questo regno la dea sopra i popoli, se appena i fati acconsentano, sin d'allora
sospinge e accarezza. Ma di una stirpe uscita da sangue troiano aveva udito, che dei Tiri un giorno
abbatterà le rocche: di là un popolo dai vasti domini e in guerra altero sarebbe venuto a stroncare
la Libia: così filavano le Parche. Per tali timori, e all'antico ricordo, la Saturnia, della guerra da lei
per prima condotta contro Troia per la sua amata Argo: né ancora i motivi della sua collera e lo
strazio crudele eran svaniti dal suo animo: perdura nel profondo del cuore confitto il giudizio di
Paride, lo spregio offensivo della sua bellezza, quella razza odiosa, e per il rapito Ganimede gli
onori; accesa dunque da tante cose, alla deriva sull'intera distesa delle acque quei pochi superstiti
ai Danai e all'ira di Achille rigettava lontano dal Lazio, i Troiani. Lunghi anni di errori, sospinti dal
fato per tutti i mari in giro. Tanto costava fondare la gente romana.
Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Verg., Aen., 4, 1-89
At regina graui iamdudum saucia cura
uulnus alit uenis et caeco carpitur igni.
multa uiri uirtus animo multusque recursat
gentis honos; haerent infixi pectore uultus
uerbaque nec placidam membris dat cura
quietem.
postera Phoebea lustrabat lampade terras
umentemque Aurora polo dimouerat umbram,
cum sic unanimam adloquitur male sana sororem:
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'Anna soror, quae me suspensam insomnia
terrent!
quis nouus hic nostris successit sedibus hospes,
quem sese ore ferens, quam forti pectore et
armis!
credo equidem, nec uana fides, genus esse
deorum.
degeneres animos timor arguit. heu, quibus ille
iactatus fatis! quae bella exhausta canebat!
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
si mihi non animo fixum immotumque sederet
ne cui me uinclo uellem sociare iugali,
postquam primus amor deceptam morte fefellit;
si non pertaesum thalami taedaeque fuisset,
huic uni forsan potui succumbere culpae.
Anna fatebor enim miseri post fata Sychaei
coniugis et sparsos fraterna caede penatis
solus hic inflexit sensus animumque labantem
impulit. agnosco ueteris uestigia flammae.
sed mihi uel tellus optem prius ima dehiscat
uel pater omnipotens adigat me fulmine ad
umbras,
pallentis umbras Erebo noctemque profundam,
ante, pudor, quam te uiolo aut tua iura resoluo.
ille meos, primus qui me sibi iunxit, amores
abstulit; ille habeat secum seruetque sepulcro.'
sic effata sinum lacrimis impleuit obortis.
Anna refert: 'o luce magis dilecta sorori,
solane perpetua maerens carpere iuuenta
nec dulcis natos Veneris nec praemia noris?
id cinerem aut manis credis curare sepultos?
esto: aegram nulli quondam flexere mariti,
non Libyae, non ante Tyro; despectus Iarbas
ductoresque alii, quos Africa terra triumphis
diues alit: placitone etiam pugnabis amori?
nec uenit in mentem quorum consederis aruis?
hinc Gaetulae urbes, genus insuperabile bello,
et Numidae infreni cingunt et inhospita Syrtis;
hinc deserta siti regio lateque furentes
Barcaei. quid bella Tyro surgentia dicam
germanique minas?
dis equidem auspicibus reor et Iunone secunda
hunc cursum Iliacas uento tenuisse carinas.
quam tu urbem, soror, hanc cernes, quae surgere
regna
coniugio tali! Teucrum comitantibus armis
Punica se quantis attollet gloria rebus!
tu modo posce deos ueniam, sacrisque litatis
indulge hospitio causasque innecte morandi,
dum pelago desaeuit hiems et aquosus Orion,
139
quassataeque rates, dum non tractabile caelum.'
His dictis impenso animum flammauit
amore
spemque dedit dubiae menti soluitque pudorem.
principio delubra adeunt pacemque per aras
exquirunt; mactant lectas de more bidentis
legiferae Cereri Phoeboque patrique Lyaeo,
Iunoni ante omnis, cui uincla iugalia curae.
ipsa tenens dextra pateram pulcherrima Dido
candentis uaccae media inter cornua fundit,
aut ante ora deum pinguis spatiatur ad aras,
instauratque diem donis, pecudumque reclusis
pectoribus inhians spirantia consulit exta.
heu, uatum ignarae mentes! quid uota furentem,
quid delubra iuuant? est mollis flamma medullas
interea et tacitum uiuit sub pectore uulnus.
uritur infelix Dido totaque uagatur
urbe furens, qualis coniecta cerua sagitta,
quam procul incautam nemora inter Cresia fixit
pastor agens telis liquitque uolatile ferrum
nescius: illa fuga siluas saltusque peragrat
Dictaeos; haeret lateri letalis harundo.
nunc media Aenean secum per moenia ducit
Sidoniasque ostentat opes urbemque paratam,
incipit effari mediaque in uoce resistit;
nunc eadem labente die conuiuia quaerit,
Iliacosque iterum demens audire labores
exposcit pendetque iterum narrantis ab ore.
post ubi digressi, lumenque obscura uicissim
luna premit suadentque cadentia sidera somnos,
sola domo maeret uacua stratisque relictis
incubat. illum absens absentem auditque
uidetque,
aut gremio Ascanium genitoris imagine capta
detinet, infandum si fallere possit amorem.
non coeptae adsurgunt turres, non arma iuuentus
exercet portusue aut propugnacula bello
tuta parant: pendent opera interrupta minaeque
murorum ingentes aequataque machina caelo.
Ma la regina, già trafitta da un pesante affanno, una piaga nutre nelle sue vene, e un fuoco
nascosto la divora. Grande di quell'uomo valente il valore, nel suo spirito, e grande passa e
ripassa di quella razza la gloria; s'ímprimono indelebili nel suo cuore il volto, le parole, e nessun
placido riposo alle sue membra lascia l'affanno.
L'indomani esplorava con la lampada di Febo le terre e l'umidore l'Aurora dal cielo disperdeva
dell'ombra, quando così si rivolge turbata alla sorella concorde: " Anna sorella mia, quali sogni
paurosi non mi tengono sospesa! Chi è questo strano ospite entrato nelle nostre dimore? quale
portamento, che forza di cuore e d'armi! lo credo davvero, e non è vana fiducia, che sia una
generazione divina. I degeneri per il timore dell'animo si rivelano. Ahimè, costui quali destini non
l'hanno tormentato, quali guerre ha sostenuto, e cantava! Se nel mio spirito non si radicasse, fisso
e incrollabile, di non volermi associare a nessuno col vincolo coniugale, dopo che il primo amore
mi deluse con un tradimento mortale; se non provassi disgusto del letto e della fiaccolata nuziale,
solo a un tal uomo forse avrei potuto delittuosamente soccombere. Anna - lo confesserò infatti, dopo il destino toccato al misero Sicheo, mio sposo, e il sangue fraterno sparso sui nostri penati,
solo costui seppe piegare i miei sensi e colpire il mio spirito, che ora vacilla. Riconosco le vestigia
di un'antica fiamma. Ma per me, la terra vorrei che prima dal suo fondo si aprisse, o il Padre
onnipotente mi precipitasse col suo fulmine tra le ombre, le pallide ombre dell'Erebo, nella notte
profonda, prima, o Pudore, che ti violi o le tue leggi rescinda. Lui, che per primo a me si congiunse,
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i miei amori rapì; lui li abbia con sé e li serbi nella sua tomba". Così detto, il seno inondò di lacrime
dirotte.
Anna rispose: "O tu, della luce più cara alla sorella, in solitudine perpetua e in lutto consumerai la
tua giovinezza, né dolci figli né di Venere le ricompense conoscerai? Credi tu che le ceneri o i mani
di ciò si curano nei loro sepolcri? Sia pure: afflitta, nessuno in passato poté piegarti al matrimonio,
né in Libia né prima a Tiro; respinto larba e gli altri principi che l'Africa, terra ricca di trionfi, ha
nutrito: ma vorrai combattere anche un amore gradito? Non ti viene il pensiero di quali uomini hai
occupato gli arabili campi? Di qui le città dei Getuli, razza indomabile alla guerra, e i Numidi senza
freno ti circondano e l'inospitale Sirte, di là un paese desolato dall'arsura e l'estesa barbarie di
Barca. Perché le guerre scatenate a Tiro dovrei evocare e le minacce del fratello? E' certamente
sotto agli auspici divini, io ritengo, e per il favore di Giunone che questo corso col soffio del vento
le carene iliache hanno tenuto. Quale, o sorella, tu non vedrai sorgere questa città, quali regni da
una tale unione! Con la scorta delle armi dei Teucri, la gloria dei Punici a quali fasti non si leverà!
Tu domanda soltanto agli dèi il perdono con offerte sacrificali, accondiscendi a ospitarli, ordisci dei
motivi d'indugio, finché sul mare scatena tutte le sue furie la tempesta e il piovoso Orione, e sono
squassate le chiglie ed è intrattabile il cielo ".
Con queste parole di traboccante amore accese il suo animo, la speranza diede al suo cuore
esitante e dissolse il pudore. in primo luogo ai santuari si recano, a cercare la pace fra le are;
immolano scelte pecore, secondo l'usanza, con due denti a Cerere legislatrice, a Febo, al padre
Lieo, a Giunone anzitutto, dei vincoli coniugali la custode. Lei stessa, tenendo con la destra la
tazza, bellissima Didone, in mezzo alle corna di una candida vacca la versa, o davanti alle
immagini degli dèi va in processione lungo le are grondanti; riapre il giorno con offerte e del
bestiame i fianchi aperti osservando, i palpitanti visceri consulta. Ohimè, degli indovini gl'ignari
spiriti! A che giovano i voti a un'anima fuori di sé, a che i santuari? Dìvora i teneri midolli la fiamma
intanto e tacita si avviva sotto il suo petto la piaga. Arde la sventurata Didone e per tutta la città
erra fuori di sé, quale trafitta la cerva da una saetta, che di lontano incauta nelle foreste di Creta
colpì il pastore, sulle sue tracce coi dardi, e vi affondò l'alato ferro senza sapere; essa in fuga le
serve e le balze percorre dì Ditte, fissa rimane al suo fianco la mortale cannuccia. Ora Enea con sé
attraverso gli edifici conduce e di Sidone gli mostra le ricchezze, la città ormai pronta; comincia a
parlare e a mezzo la voce si arresta. Ora al declinare del giorno il medesimo convito richiede e
d'Ilio ancora le pene - folle ascolto - domanda e rimane ancora sospesa alle labbra del narratore.
Poi quando, separatisi, il suo lume oscura a sua volta la luna, e si spegne, e persuadono i
declinanti astri a dormire, sola, nella casa vuota, si tortura e sui giacigli abbandonati si getta: lui,
lontana, lontano ode e vede; oppure è Ascanio, del suo genitore immagine conquistatrice, che
trattiene in grembo per illudere, se può, l'inconfessabile amore. Non più, dopo l'inizio, sorgono le
torri, non le armi pratica la gioventù, né i porti o i baluardi contro la guerra saldi allestiscono.
Sospese le opere interrotte e le minacciose moli dei muri, costruzioni spinte a uguagliare il cielo.
Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Verg., Aen., 4, 521-705
Nox erat et placidum carpebant fessa soporem
corpora per terras, siluaeque et saeua quierant
aequora, cum medio uoluuntur sidera lapsu,
cum tacet omnis ager, pecudes pictaeque
uolucres,
quaeque lacus late liquidos quaeque aspera
dumis
rura tenent, somno positae sub nocte silenti.
at non infelix animi Phoenissa, neque umquam
soluitur in somnos oculisue aut pectore noctem
accipit: ingeminant curae rursusque resurgens
saeuit amor magnoque irarum fluctuat aestu.
sic adeo insistit secumque ita corde uolutat:
F. D’Alessi © 2002
'en, quid ago? rursusne procos inrisa priores
experiar, Nomadumque petam conubia supplex,
quos ego sim totiens iam dedignata maritos?
Iliacas igitur classis atque ultima Teucrum
iussa sequar? quiane auxilio iuuat ante leuatos
et bene apud memores ueteris stat gratia facti?
quis me autem, fac uelle, sinet ratibusue superbis
inuisam accipiet? nescis heu, perdita, necdum
Laomedonteae sentis periuria gentis?
quid tum? sola fuga nautas comitabor ouantis?
an Tyriis omnique manu stipata meorum
inferar et, quos Sidonia uix urbe reuelli,
rursus agam pelago et uentis dare uela iubebo?
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
quin morere ut merita es, ferroque auerte
dolorem.
tu lacrimis euicta meis, tu prima furentem
his, germana, malis oneras atque obicis hosti.
non licuit thalami expertem sine crimine uitam
degere more ferae, talis nec tangere curas;
non seruata fides cineri promissa Sychaeo.'
Tantos illa suo rumpebat pectore questus:
Aeneas celsa in puppi iam certus eundi
carpebat somnos rebus iam rite paratis.
huic se forma dei uultu redeuntis eodem
obtulit in somnis rursusque ita uisa monere est,
omnia Mercurio similis, uocemque coloremque
et crinis flauos et membra decora iuuenta:
'nate dea, potes hoc sub casu ducere somnos,
nec quae te circum stent deinde pericula cernis,
demens, nec Zephyros audis spirare secundos?
illa dolos dirumque nefas in pectore uersat
certa mori, uariosque irarum concitat aestus.
non fugis hinc praeceps, dum praecipitare
potestas?
iam mare turbari trabibus saeuasque uidebis
conlucere faces, iam feruere litora flammis,
si te his attigerit terris Aurora morantem.
heia age, rumpe moras. uarium et mutabile
semper
femina.' sic fatus nocti se immiscuit atrae.
Tum uero Aeneas subitis exterritus umbris
corripit e somno corpus sociosque fatigat
praecipitis: 'uigilate, uiri, et considite transtris;
soluite uela citi. deus aethere missus ab alto
festinare fugam tortosque incidere funis
ecce iterum instimulat. sequimur te, sancte
deorum,
quisquis es, imperioque iterum paremus ouantes.
adsis o placidusque iuues et sidera caelo
dextra feras.' dixit uaginaque eripit ensem
fulmineum strictoque ferit retinacula ferro.
idem omnis simul ardor habet, rapiuntque
ruuntque;
litora deseruere, latet sub classibus aequor,
adnixi torquent spumas et caerula uerrunt.
Et iam prima nouo spargebat lumine terras
Tithoni croceum linquens Aurora cubile.
regina e speculis ut primam albescere lucem
uidit et aequatis classem procedere uelis,
litoraque et uacuos sensit sine remige portus,
terque quaterque manu pectus percussa decorum
flauentisque abscissa comas 'pro Iuppiter! ibit
hic,' ait 'et nostris inluserit aduena regnis?
non arma expedient totaque ex urbe sequentur,
diripientque rates alii naualibus? ite,
ferte citi flammas, date tela, impellite remos!
quid loquor? aut ubi sum? quae mentem insania
mutat?
infelix Dido, nunc te facta impia tangunt?
tum decuit, cum sceptra dabas. en dextra
fidesque,
quem secum patrios aiunt portare penatis,
quem subiisse umeris confectum aetate
parentem!
non potui abreptum diuellere corpus et undis
F. D’Alessi © 2002
141
spargere? non socios, non ipsum absumere ferro
Ascanium patriisque epulandum ponere mensis?
uerum anceps pugnae fuerat fortuna. fuisset:
quem metui moritura? faces in castra tulissem
implessemque foros flammis natumque
patremque
cum genere exstinxem, memet super ipsa
dedissem.
Sol, qui terrarum flammis opera omnia lustras,
tuque harum interpres curarum et conscia Iuno,
nocturnisque Hecate triuiis ululata per urbes
et Dirae ultrices et di morientis Elissae,
accipite haec, meritumque malis aduertite numen
et nostras audite preces. si tangere portus
infandum caput ac terris adnare necesse est,
et sic fata Iouis poscunt, hic terminus haeret,
at bello audacis populi uexatus et armis,
finibus extorris, complexu auulsus Iuli
auxilium imploret uideatque indigna suorum
funera; nec, cum se sub leges pacis iniquae
tradiderit, regno aut optata luce fruatur,
sed cadat ante diem mediaque inhumatus harena.
haec precor, hanc uocem extremam cum
sanguine fundo.
tum uos, o Tyrii, stirpem et genus omne futurum
exercete odiis, cinerique haec mittite nostro
munera. nullus amor populis nec foedera sunto.
exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor
qui face Dardanios ferroque sequare colonos,
nunc, olim, quocumque dabunt se tempore uires.
litora litoribus contraria, fluctibus undas
imprecor, arma armis: pugnent ipsique
nepotesque.'
Haec ait, et partis animum uersabat in
omnis,
inuisam quaerens quam primum abrumpere
lucem.
tum breuiter Barcen nutricem adfata Sychaei,
namque suam patria antiqua cinis ater habebat:
'Annam, cara mihi nutrix, huc siste sororem:
dic corpus properet fluuiali spargere lympha,
et pecudes secum et monstrata piacula ducat.
sic ueniat, tuque ipsa pia tege tempora uitta.
sacra Ioui Stygio, quae rite incepta paraui,
perficere est animus finemque imponere curis
Dardaniique rogum capitis permittere flammae.'
sic ait. illa gradum studio celebrabat anili.
at trepida et coeptis immanibus effera Dido
sanguineam uoluens aciem, maculisque trementis
interfusa genas et pallida morte futura,
interiora domus inrumpit limina et altos
conscendit furibunda rogos ensemque recludit
Dardanium, non hos quaesitum munus in usus.
hic, postquam Iliacas uestis notumque cubile
conspexit, paulum lacrimis et mente morata
incubuitque toro dixitque nouissima uerba:
'dulces exuuiae, dum fata deusque sinebat,
accipite hanc animam meque his exsoluite curis.
uixi et quem dederat cursum Fortuna peregi,
et nunc magna mei sub terras ibit imago.
urbem praeclaram statui, mea moenia uidi,
ulta uirum poenas inimico a fratre recepi,
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
felix, heu nimium felix, si litora tantum
numquam Dardaniae tetigissent nostra carinae.'
dixit, et os impressa toro 'moriemur inultae,
sed moriamur' ait. 'sic, sic iuuat ire sub umbras.
hauriat hunc oculis ignem crudelis ab alto
Dardanus, et nostrae secum ferat omina mortis.'
dixerat, atque illam media inter talia ferro
conlapsam aspiciunt comites, ensemque cruore
spumantem sparsasque manus. it clamor ad alta
atria: concussam bacchatur Fama per urbem.
lamentis gemituque et femineo ululatu
tecta fremunt, resonat magnis plangoribus aether,
non aliter quam si immissis ruat hostibus omnis
Karthago aut antiqua Tyros, flammaeque furentes
culmina perque hominum uoluantur perque
deorum.
audiit exanimis trepidoque exterrita cursu
unguibus ora soror foedans et pectora pugnis
per medios ruit, ac morientem nomine clamat:
'hoc illud, germana, fuit? me fraude petebas?
hoc rogus iste mihi, hoc ignes araeque parabant?
quid primum deserta querar? comitemne sororem
spreuisti moriens? eadem me ad fata uocasses,
idem ambas ferro dolor atque eadem hora
tulisset.
his etiam struxi manibus patriosque uocaui
uoce deos, sic te ut posita, crudelis, abessem?
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exstinxti te meque, soror, populumque patresque
Sidonios urbemque tuam. date, uulnera lymphis
abluam et, extremus si quis super halitus errat,
ore legam.' sic fata gradus euaserat altos,
semianimemque sinu germanam amplexa fouebat
cum gemitu atque atros siccabat ueste cruores.
illa grauis oculos conata attollere rursus
deficit; infixum stridit sub pectore uulnus.
ter sese attollens cubitoque adnixa leuauit,
ter reuoluta toro est oculisque errantibus alto
quaesiuit caelo lucem ingemuitque reperta.
Tum Iuno omnipotens longum miserata
dolorem
difficilisque obitus Irim demisit Olympo
quae luctantem animam nexosque resolueret
artus.
nam quia nec fato merita nec morte peribat,
sed misera ante diem subitoque accensa furore,
nondum illi flauum Proserpina uertice crinem
abstulerat Stygioque caput damnauerat Orco.
ergo Iris croceis per caelum roscida pennis
mille trahens uarios aduerso sole colores
deuolat et supra caput astitit. 'hunc ego Diti
sacrum iussa fero teque isto corpore soluo':
sic ait et dextra crinem secat, omnis et una
dilapsus calor atque in uentos uita recessit.
La notte regnava e placido gustavano stanchi il sopore i corpi su tutta la terra, le foreste anche e
dalle furie riposava la distesa delle acque, quando a mezzo si volgono gli astri della loro caduta,
quando tace ogni campo, il bestiame e i variopinti volatili, abitatori delle liquide superfici dei laghi o
dei cespugli nell'aspra campagna, nel sonno posati sotto la notte silente [lenivano gli affanni nei
loro cuori dimentichi delle pene]. Ma non, infelice nel suo animo, la Fenissa, né mai si rilascia nel
sonno, o negli occhi o nel petto accoglie la notte. Raddoppiano le pene e da capo risorgendo
incrudelisce l'amore; e sul grande ribollio delle ire ondeggia. Così proprio incomincia e tra sé così
nel cuore riflette: " Ebbene, che farò? Tornerò, derisa, ai miei antichi pretendenti per tentarli, dei
Nomadi a cercare le nozze supplicando, dopo che tante volte li ho già sdegnati per mariti?
Dunque, le flotte iliache, ma anche i più bassi comandi dei Teucri seguirò? perché, forse, giova
l'averli prima sollevati col nostro soccorso, e piacevole nella memoria rimane il pensiero di un
beneficio anticamente ricevuto? Ma chi, supposto ch'io voglia, lo permetterà e sulle sue navi
superbe accetterà la mia odiosa presenza? Tu ignori, ahimè, o demente, non afferri ancora gli
spergiuri della razza di Laomedonte? E allora? sola, fuggitiva, mi accompagnerò con questi
marinai trionfanti; oppure dai Tiri e da tutta la forza dei miei attorniata mi lancerò su di loro, e chi a
stento dalla città dei Sidoni ho strappato, di nuovo spingerò sull'oceano e ai venti farò aprire le
vele? Piuttosto muori, come hai meritato, e col ferro storna il dolore. Tu, dalle mie lacrime vinta, tu
per prima questi dolori, o sorella, accumuli nel mio cuore in delirio, ma mi esponi al nemico. Non mi
era concesso, priva di nozze legittime, senza crimini passare la vita, come una bestia selvaggia,
ignara delle pene d'amore. Non ho osservato la fedeltà. promessa alle ceneri di Sicheo ". Questi
grandi lamenti erompevano dal suo cuore.
Enea sull'alta poppa, ormai risoluto a partire, godeva del sonno, tutte le cose ormai a dovere
apprestate. A lui l'aspetto del dio, tornando con le medesime forme, si presentò in sogno e di
nuovo così parve avvertirlo, in tutto a Mercurio somigliante, la voce, il colorito, i capelli biondi e le
membra splendide di gioventù: " O nato da una dea, tu puoi in un simile caso protrarre il sonno
senza vedere i pericoli che ti circondano per l'avvenire, demente, senza gli zefiri udire che spirano
propizi? Essa, inganni e un sinistro misfatto nel suo cuore agita, risoluta a morire, e mutevoli impeti
d'ira scatena. Non fuggi di qui a precipizio, finché puoi precipitare la fuga? Presto il mare turbarsi
sotto le chiglie e terribili vedrai le fiaccole brillare, presto un fervore sulle spiagge di fiamme, se ti
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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raggiunge su queste terre l'Aurora mentre ti attardi. Suvvia dunque, tronca i ritardi. Un essere
variabile e mutevole sempre, la femmina ". Cosi detto, svanì nella notte oscura.
Allora si Enea, atterrito dalle subitanee apparizioni, strappa dal sonno il suo corpo e i compagni
sollecita: "Presto, svegliatevi, o uomini, disponetevi sui banchi, spiegate le vele, presto. Il dio
dall'etere inviato, dall'alto, ad affrettare la fuga e a recidere i ritorti cordami, ecco, di nuovo mi
stimola. Noi ti seguiamo, o santo fra gli dèi, chiunque tu sia, e al tuo comando di nuovo ubbidiamo
plaudendo. Assistici, o tu, e placido aiutaci e stelle in cielo favorevoli porta ". Disse, e sguaina la
spada folgorante e col ferro in pugno fende i legami. Lo stesso ardore tutti contemporaneamente
possiede, afferrano i remi e si slanciano avanti: i lidi abbandonarono, scompare sotto la flotta la
distesa delle acque, e con tutte le forze battono la schiuma e radono le acque grigie.
E già dapprima di nuova luce inondava le terre, di Titono lasciando il rancio giaciglio l'Aurora. La
regina dalla vedetta non appena albeggiare la luce vide e, gonfie tutte ugualmente le vele, la flotta
avanzare, e le spiagge e vuoti sentì, senza alcun rematore, i porti, tre volte e quattro con la mano
colpì il bel seno e la bionda chioma strappò: "Ah, Giove! se ne andrà costui - disse, - e befferà uno
straniero i nostri regni? Non si appresteranno, le armi, tutta la città non lo inseguirà, altri non
estrarranno le navi dagli arsenali? Andate portate, presto, del fuoco, distribuite i dardi, fate forza
sui remi! Che dico? dove sono? che follia la tua mente sconvolge, infelice Didone? Ora i misfatti ti
urtano? allora conveniva, quando lo scettro gli offrivi. Ecco i giuramenti e la fedeltà di colui che,
dicono, con sé porta i penati della patria, che sostenne con le sue spalle il padre finito dagli anni! Io
non seppi afferrarlo, lacerare il suo corpo e alle onde disperderlo? i suoi compagni e anche lui
sopprimere col ferro, Ascanio, per il padre imbandirlo a banchetto sulle mense? Ma dubbia della
lotta sarebbe stata la fortuna; e lo fosse: chi avrei dovuto temere, se decisa a morire? Delle
fiaccole nel suo campo avrei portato, avrei inondato i ponti delle sue navi di fiamme, e figlio e
padre con la loro razza avrei estinto, per poi gettarmi anch'io sui loro corpi. Sole, che della terra
ogni opera con le tue fiamme esplori, e tu, di queste pene maestra e complice, Giunone, ed Ecate,
a cui nei notturni trivi vanno gli ululati per le Città, e Dire vendicatrici e dèi della morente Elissa,
raccogliete queste parole, volgete il vostro potere verso queste sventure che lo richiedono e
ascoltate le nostre preghiere. Se l'arrivo in porto di quella testa abominevole e il suo approdo a una
terra è inevitabile, poiché così vogliono i decreti di Giove e quello è un termine fisso, almeno nella
guerra un popolo audace lo tormenti con le armi, lo bandisca dai suoi confini; strappato
all'abbraccio di Iulo, implori soccorso e veda indegni funerali dei suoi; e quando alle condizioni di
una pace iniqua si sia piegato, né del regno né della luce bramata possa godere, ma cada prima
del suo giorno e fra le sabbie rimanga insepolto. Queste le mie preghiere, questa l'ultima
invocazione che insieme col sangue riverso. Poi voi, o Tiri, la sua razza, tutta, fino alle estreme
generazioni travagliate col vostro odio e alle mie ceneri inviando questo omaggio. Nessun amore
tra i due popoli, nessun patto sussista. Sorga qualcuno dalle mie ossa a vendicarle, che col fuoco
perseguiti e col ferro i coloni dardani ora, domani, in qualunque momento si offriranno delle forze.
Sponda contro sponda, i fiutti contro le onde: è la mia maledizione, e armi contro armi: si
combattano costoro e i loro discendenti ".
Così diceva e in ogni direzione rigirava il suo spirito, cercando come al più presto spezzare
l'odiosa luce. Allora brevemente a Barce, la nutrice di Sicheo, si rivolge, perché la sua nell'antica
patria, cenere oscura, era rimasta. " Anna, o nutrice a me cara, qui fa' venire, la mia sorella. Difle
che il suo corpo si affretti ad aspergere d'acqua fluviale e gli animali con sé, per le prescritte
espiazioni, conduca. Così venga e tu stessa piamente copri le tue tempie con un nastro. I sacrifici
a Giove Stigio, che secondo i riti ho allestito e iniziato, di compiere ho in animo, per porre fine ai
miei affanni e il rogo della testa dardania abbandonare alle fiamme ". Cosi disse. L'altra il suo
passo senile con zelo affrettava.
Ma trepidante e dai preparativi mostruosi inferocita, Didone lo sguardo iniettato di sangue ruota, e
di macchie chiazzata sulle tremule guance e pallida per la morte imminente, alle più interne soglie
si lancia della sua dimora e gli alti gradini sale, furibonda, del rogo e la spada sfodera, la dardania,
non per questo cercata in dono un tempo, per questo uso. Lì, dopo che le vesti iliache e il ben noto
giaciglio ebbe contemplato, un istante fra le lacrime e i suoi pensieri si arrestò, poi si gettò sul
divano e proferì le sue ultime parole: " Dolci spoglie finché il destino e il dio lo permettevano,
accogliete quest'anima e liberatemi da questi affanni. Ho vissuto, la corsa che mi stabili la Fortuna
ho compiuto e ora grande di me sotto la terra andrà l'immagine. Una città illustre ho fondato, le mie
mura ho viste; vendicatrice di un marito, ho ottenuto la punizione di un fratello nemico: felice, oh fin
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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troppo felice, se le nostre spiagge soltanto mai i Dardani avessero toccato con le loro carene".
Disse, e le sue labbra imprimendo sul divano: "Moriremo invendicate: moriamo tuttavia! - esclamò.
- Così, così è bello andare sotto alle ombre. Beva fino in fondo con gli occhi questo fuoco il
crudele, dal largo, il Dardanio, e di noi porti via con sé questo presagio di morte ". Aveva detto, ma
a metà di queste arole sul ferro crollata la vedono le compagne e la spada di sangue
spumeggiante e asperse le mani. Sale il grido in alto nell'atrio, va la Fama infuriando per la città
sconvolta. Di lamenti, di gemiti, di femminei ululati i tetti rintronano, risuona di grandi singhiozzi
l'etere, non altrimenti che se per un'irruzione di nemici crolli l'intera Cartagine o l'antica Tiro, e le
fiamme furiose per i tetti si avventino degli uomini, e degli dèi.
L'udì, in deliquio, e trepidante in forsennata corsa, con le unghie deturpandosi il volto e il petto con
i pugni, la sorella si lancia tra la folla e per nome la morente invoca: " Questo era quello a cui
pensavi, sorella? contro di me un inganno ordivi? questo il rogo, questo il fuoco e le are mi
preparavano? E per prima, nel mio abbandono, cosa lamentare? Tua sorella per compagna hai
disdegnato morendo? Al tuo stesso destino perché non mi hai chiamata? Lo stesso dolore
ambedue, col ferro, la stessa ora ci avrebbe rapito. Con queste mani l'ho anche innalzato, con la
mia voce invocai gli dèi dei nostri padri perché, dopo averti così composta, crudele io scomparissi.
Hai annientato con te anche me, o sorella, e il popolo e i patrizi sidoni e la tua città. Lasciate che le
piaghe con l'acqua io lavi e, se un estremo alito erra ancora sulle sue labbra, con le mie lo
raccolga ". Così dicendo, aveva superato i gradini più alti e l'agonizzante sul suo seno, la sorella
fra le braccia stringendo, riscaldava gemendo, ma gli scuri flotti di sangue asciugava con la sua
veste. L'altra gli occhi pesanti tenta di alzare e nuovamente vien meno; profonda stride sotto il suo
petto la ferita. Per tre volte, alzando il capo, sul gomito appoggiata, si sollevò; per tre volte ricadde
sul divano e con gli occhi erranti cercò in alto, nel cielo, la luce e diede un gemito quando l'ebbe
trovata.
Allora Giunone, l'onnipotente, impietosita del lungo dolore e dei difficile transito, Iride inviò giù
dall'Olimpo, che l'anima in lotta sciogliesse dal viluppo delle membra. Poiché non per volere del
fato né di una morte meritata periva, ma infelice, prima del suo giorno, accesa d'un subitaneo
furore, non ancora a lei Proserpina dal sommo del capo il biondo capello aveva strappato né sullo
Stige la sua testa aveva assegnato all'Orco. Dunque Iride con le rance ali per il cielo, coperta di
rugiada, mille diversi colori lasciando a brillare contro la luce del sole, giù vola, e sopra la sua testa
si arrestò. " Questo a Dite sacro io porto secondo l'ordine avuto, e te da questo corpo sciolgo".
Così disse, e con la destra il capello recide. Tutto in un attimo si dissipò il calore, ma nei venti la
vita si ritrasse.
Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Verg., Aen., 9, 176-449
Nisus erat portae custos, acerrimus armis,
Hyrtacides, comitem Aeneae quem miserat Ida
uenatrix iaculo celerem leuibusque sagittis,
et iuxta comes Euryalus, quo pulchrior alter
non fuit Aeneadum Troiana neque induit arma,
ora puer prima signans intonsa iuuenta.
his amor unus erat pariterque in bella ruebant;
tum quoque communi portam statione tenebant.
Nisus ait: 'dine hunc ardorem mentibus addunt,
Euryale, an sua cuique deus fit dira cupido?
aut pugnam aut aliquid iamdudum inuadere
magnum
mens agitat mihi, nec placida contenta quiete est.
cernis quae Rutulos habeat fiducia rerum:
lumina rara micant, somno uinoque soluti
procubuere, silent late loca. percipe porro
quid dubitem et quae nunc animo sententia
surgat.
F. D’Alessi © 2002
Aenean acciri omnes, populusque patresque,
exposcunt, mittique uiros qui certa reportent.
si tibi quae posco promittunt nam mihi facti
fama sat est, tumulo uideor reperire sub illo
posse uiam ad muros et moenia Pallantea.'
obstipuit magno laudum percussus amore
Euryalus, simul his ardentem adfatur amicum:
'mene igitur socium summis adiungere rebus,
Nise, fugis? solum te in tanta pericula mittam?
non ita me genitor, bellis adsuetus Opheltes,
Argolicum terrorem inter Troiaeque labores
sublatum erudiit, nec tecum talia gessi
magnanimum Aenean et fata extrema secutus:
est hic, est animus lucis contemptor et istum
qui uita bene credat emi, quo tendis, honorem.'
Nisus ad haec: 'equidem de te nil tale uerebar,
nec fas; non ita me referat tibi magnus ouantem
Iuppiter aut quicumque oculis haec aspicit aequis.
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
sed si quis quae multa uides discrimine tali
si quis in aduersum rapiat casusue deusue,
te superesse uelim, tua uita dignior aetas.
sit qui me raptum pugna pretioue redemptum
mandet humo, solita aut si qua id Fortuna uetabit,
absenti ferat inferias decoretque sepulcro.
neu matri miserae tanti sim causa doloris,
quae te sola, puer, multis e matribus ausa
persequitur, magni nec moenia curat Acestae.'
ille autem: 'causas nequiquam nectis inanis
nec mea iam mutata loco sententia cedit.
acceleremus' ait, uigiles simul excitat. illi
succedunt seruantque uices; statione relicta
ipse comes Niso graditur regemque requirunt.
Cetera per terras omnis animalia somno
laxabant curas et corda oblita laborum:
ductores Teucrum primi, delecta iuuentus,
consilium summis regni de rebus habebant,
quid facerent quisue Aeneae iam nuntius esset.
stant longis adnixi hastis et scuta tenentes
castrorum et campi medio. tum Nisus et una
Euryalus confestim alacres admittier orant:
rem magnam pretiumque morae fore. primus Iulus
accepit trepidos ac Nisum dicere iussit.
tum sic Hyrtacides: 'audite o mentibus aequis
Aeneadae, neue haec nostris spectentur ab annis
quae ferimus. Rutuli somno uinoque soluti
conticuere. locum insidiis conspeximus ipsi,
qui patet in biuio portae quae proxima ponto.
interrupti ignes aterque ad sidera fumus
erigitur. si fortuna permittitis uti
quaesitum Aenean et moenia Pallantea,
mox hic cum spoliis ingenti caede peracta
adfore cernetis. nec nos uia fallit euntis:
uidimus obscuris primam sub uallibus urbem
uenatu adsiduo et totum cognouimus amnem.'
hic annis grauis atque animi maturus Aletes:
'di patrii, quorum semper sub numine Troia est,
non tamen omnino Teucros delere paratis,
cum talis animos iuuenum et tam certa tulistis
pectora.' sic memorans umeros dextrasque
tenebat
amborum et uultum lacrimis atque ora rigabat.
'quae uobis, quae digna, uiri, pro laudibus istis
praemia posse rear solui? pulcherrima primum
di moresque dabunt uestri: tum cetera reddet
actutum pius Aeneas atque integer aeui
Ascanius meriti tanti non immemor umquam.'
'immo ego uos, cui sola salus genitore reducto,'
excipit Ascanius 'per magnos, Nise, penatis
Assaracique larem et canae penetralia Vestae
obtestor, quaecumque mihi fortuna fidesque est,
in uestris pono gremiis. reuocate parentem,
reddite conspectum; nihil illo triste recepto.
bina dabo argento perfecta atque aspera signis
pocula, deuicta genitor quae cepit Arisba,
et tripodas geminos, auri duo magna talenta,
cratera antiquum quem dat Sidonia Dido.
si uero capere Italiam sceptrisque potiri
contigerit uictori et praedae dicere sortem,
uidisti, quo Turnus equo, quibus ibat in armis
aureus; ipsum illum, clipeum cristasque rubentis
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excipiam sorti, iam nunc tua praemia, Nise.
praeterea bis sex genitor lectissima matrum
corpora captiuosque dabit suaque omnibus arma,
insuper his campi quod rex habet ipse Latinus.
te uero, mea quem spatiis propioribus aetas
insequitur, uenerande puer, iam pectore toto
accipio et comitem casus complector in omnis.
nulla meis sine te quaeretur gloria rebus:
seu pacem seu bella geram, tibi maxima rerum
uerborumque fides.' contra quem talia fatur
Euryalus: 'me nulla dies tam fortibus ausis
dissimilem arguerit; tantum fortuna secunda
haud aduersa cadat. sed te super omnia dona
unum oro: genetrix Priami de gente uetusta
est mihi, quam miseram tenuit non Ilia tellus
mecum excedentem, non moenia regis Acestae.
hanc ego nunc ignaram huius quodcumque pericli
inque salutatam linquo nox et tua testis
dextera, quod nequeam lacrimas perferre
parentis.
at tu, oro, solare inopem et succurre relictae.
hanc sine me spem ferre tui, audentior ibo
in casus omnis.' percussa mente dedere
Dardanidae lacrimas, ante omnis pulcher Iulus,
atque animum patriae strinxit pietatis imago.
tum sic effatur:
'sponde digna tuis ingentibus omnia coeptis.
namque erit ista mihi genetrix nomenque Creusae
solum defuerit, nec partum gratia talem
parua manet. casus factum quicumque sequentur,
per caput hoc iuro, per quod pater ante solebat:
quae tibi polliceor reduci rebusque secundis,
haec eadem matrique tuae generique manebunt.'
sic ait inlacrimans; umero simul exuit ensem
auratum, mira quem fecerat arte Lycaon
Cnosius atque habilem uagina aptarat eburna.
dat Niso Mnestheus pellem horrentisque leonis
exuuias, galeam fidus permutat Aletes.
protinus armati incedunt; quos omnis euntis
primorum manus ad portas, iuuenumque
senumque,
prosequitur uotis. nec non et pulcher Iulus,
ante annos animumque gerens curamque uirilem,
multa patri mandata dabat portanda; sed aurae
omnia discerpunt et nubibus inrita donant.
Egressi superant fossas noctisque per
umbram
castra inimica petunt, multis tamen ante futuri
exitio. passim somno uinoque per herbam
corpora fusa uident, arrectos litore currus,
inter lora rotasque uiros, simul arma iacere,
uina simul. prior Hyrtacides sic ore locutus:
'Euryale, audendum dextra: nunc ipsa uocat res.
hac iter est. tu, ne qua manus se attollere nobis
a tergo possit, custodi et consule longe;
haec ego uasta dabo et lato te limite ducam.'
sic memorat uocemque premit, simul ense
superbum
Rhamnetem adgreditur, qui forte tapetibus altis
exstructus toto proflabat pectore somnum,
rex idem et regi Turno gratissimus augur,
sed non augurio potuit depellere pestem.
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
tris iuxta famulos temere inter tela iacentis
armigerumque Remi premit aurigamque sub ipsis
nactus equis ferroque secat pendentia colla.
tum caput ipsi aufert domino truncumque relinquit
sanguine singultantem; atro tepefacta cruore
terra torique madent. nec non Lamyrumque
Lamumque
et iuuenem Serranum, illa qui plurima nocte
luserat, insignis facie, multoque iacebat
membra deo uictus–felix, si protinus illum
aequasset nocti ludum in lucemque tulisset:
impastus ceu plena leo per ouilia turbans
suadet enim uesana fames manditque trahitque
molle pecus mutumque metu, fremit ore cruento.
nec minor Euryali caedes; incensus et ipse
perfurit ac multam in medio sine nomine plebem,
Fadumque Herbesumque subit Rhoetumque
Abarimque
ignaros; Rhoetum uigilantem et cuncta uidentem,
sed magnum metuens se post cratera tegebat.
pectore in aduerso totum cui comminus ensem
condidit adsurgenti et multa morte recepit.
purpuream uomit ille animam et cum sanguine
mixta
uina refert moriens, hic furto feruidus instat.
iamque ad Messapi socios tendebat; ibi ignem
deficere extremum et religatos rite uidebat
carpere gramen equos, breuiter cum talia Nisus
sensit enim nimia caede atque cupidine ferri
'absistamus' ait, 'nam lux inimica propinquat.
poenarum exhaustum satis est, uia facta per
hostis.'
multa uirum solido argento perfecta relinquunt
armaque craterasque simul pulchrosque tapetas.
Euryalus phaleras Rhamnetis et aurea bullis
cingula, Tiburti Remulo ditissimus olim
quae mittit dona, hospitio cum iungeret absens,
Caedicus; ille suo moriens dat habere nepoti;
post mortem bello Rutuli pugnaque potiti:
haec rapit atque umeris nequiquam fortibus aptat.
tum galeam Messapi habilem cristisque decoram
induit. excedunt castris et tuta capessunt.
Interea praemissi equites ex urbe Latina,
cetera dum legio campis instructa moratur,
ibant et Turno regi responsa ferebant,
ter centum, scutati omnes, Volcente magistro.
iamque propinquabant castris murosque subibant
cum procul hos laeuo flectentis limite cernunt,
et galea Euryalum sublustri noctis in umbra
prodidit immemorem radiisque aduersa refulsit.
haud temere est uisum. conclamat ab agmine
Volcens:
'state, uiri. quae causa uiae? quiue estis in armis?
quoue tenetis iter?' nihil illi tendere contra,
sed celerare fugam in siluas et fidere nocti.
obiciunt equites sese ad diuortia nota
hinc atque hinc, omnemque aditum custode
coronant.
silua fuit late dumis atque ilice nigra
horrida, quam densi complerant undique sentes;
rara per occultos lucebat semita callis.
Euryalum tenebrae ramorum onerosaque praeda
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impediunt, fallitque timor regione uiarum.
Nisus abit; iamque imprudens euaserat hostis
atque locos qui post Albae de nomine dicti
Albani tum rex stabula alta Latinus habebat,
ut stetit et frustra absentem respexit amicum:
'Euryale infelix, qua te regione reliqui?
quaue sequar?' rursus perplexum iter omne
reuoluens
fallacis siluae simul et uestigia retro
obseruata legit dumisque silentibus errat.
audit equos, audit strepitus et signa sequentum;
nec longum in medio tempus, cum clamor ad
auris
peruenit ac uidet Euryalum, quem iam manus
omnis
fraude loci et noctis, subito turbante tumultu,
oppressum rapit et conantem plurima frustra.
quid faciat? qua ui iuuenem, quibus audeat armis
eripere? an sese medios moriturus in enses
inferat et pulchram properet per uulnera mortem?
ocius adducto torquet hastile lacerto
suspiciens altam Lunam et sic uoce precatur:
'tu, dea, tu praesens nostro succurre labori,
astrorum decus et nemorum Latonia custos.
si qua tuis umquam pro me pater Hyrtacus aris
dona tulit, si qua ipse meis uenatibus auxi
suspendiue tholo aut sacra ad fastigia fixi,
hunc sine me turbare globum et rege tela per
auras.'
dixerat et toto conixus corpore ferrum
conicit. hasta uolans noctis diuerberat umbras
et uenit auersi in tergum Sulmonis ibique
frangitur, ac fisso transit praecordia ligno.
uoluitur ille uomens calidum de pectore flumen
frigidus et longis singultibus ilia pulsat.
diuersi circumspiciunt. hoc acrior idem
ecce aliud summa telum librabat ab aure.
dum trepidant, it hasta Tago per tempus utrumque
stridens traiectoque haesit tepefacta cerebro.
saeuit atrox Volcens nec teli conspicit usquam
auctorem nec quo se ardens immittere possit.
'tu tamen interea calido mihi sanguine poenas
persolues amborum' inquit; simul ense recluso
ibat in Euryalum. tum uero exterritus, amens,
conclamat Nisus nec se celare tenebris
amplius aut tantum potuit perferre dolorem:
'me, me, adsum qui feci, in me conuertite ferrum,
o Rutuli! mea fraus omnis, nihil iste nec ausus
nec potuit; caelum hoc et conscia sidera testor;
tantum infelicem nimium dilexit amicum.'
talia dicta dabat, sed uiribus ensis adactus
transadigit costas et candida pectora rumpit.
uoluitur Euryalus leto, pulchrosque per artus
it cruor inque umeros ceruix conlapsa recumbit:
purpureus ueluti cum flos succisus aratro
languescit moriens, lassoue papauera collo
demisere caput pluuia cum forte grauantur.
at Nisus ruit in medios solumque per omnis
Volcentem petit, in solo Volcente moratur.
quem circum glomerati hostes hinc comminus
atque hinc
proturbant. instat non setius ac rotat ensem
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
fulmineum, donec Rutuli clamantis in ore
condidit aduerso et moriens animam abstulit hosti.
tum super exanimum sese proiecit amicum
confossus, placidaque ibi demum morte quieuit.
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Fortunati ambo! si quid mea carmina
possunt,
nulla dies umquam memori uos eximet aeuo,
dum domus Aeneae Capitoli immobile saxum
accolet imperiumque pater Romanus habebit.
Niso era a una porta di guardia, impetuosissimo guerriero, figlio d'Irtaco, che a compagno di Enea
aveva mandato Ida, la cacciatrice, al lancio rapido del giavellotto e delle leggere saette. Accanto, il
suo compagno Eurialo, di cui più bello altro non era fra gli Eneadi né rivestì armi troiane, fanciullo
in volto per la prima volta segnato dalla gioventù, mai ancora rasata. Tra loro un amore unico
regnava e di pari passo si lanciavano nelle battaglie; anche allora alla medesima postazione
presidiavano una porta. Niso dice: " Sono gli dèi che questo ardore ai nostri spiriti aggiungono,
Eurìalo, o per ciascuno diviene un dio il suo folle desiderio? In una battaglia o in qualche cosa di
grande già da tempo il mio spirito freme per lanciarsi, né il placido riposo lo appaga. Vedi i Rutuli
quale fiducia abbiano negli eventi. Le luci brillano rare; nel sonno e nel vino dissolti essi giacciono,
il silenzio si diffonde nelle loro postazioni. Ascolta ancora le mie ansietà e il pensiero che ora alla
mente mi spunta. Enea, di richiamarlo, tutti, popolo e patrizi, richiedono, e di spedire dei valorosi
da cui abbia sicuri rapporti. Se quanto chiedo per te mi promettono (perché a me l'impresa con la
sua fama mi basta), ecco io credo sotto quel poggio di poter trovare una strada verso le mura e le
case di Pallanteo". Rimase stupefatto, sotto i colpi di una grande ambizione Eurialo; subito con
queste parole si rivolge all'ardente amico: "Me dunque, per compagno tu eviti di associarmi alle tue
massime imprese, Níso? Da solo in così gravi pericoli t'invierò? Non così il mio genitore, avvezzo
alle guerre, Ofelte, sotto il terrore argolico, tra le pene di Troia mi allevò e mi istruì, né con te mi
comportai in tal modo al seguito del magnanimo Enea, in destini estremi. C'è qui, c'è uno spirito
che spregia la luce del giorno e che il prezzo della vita crede giusto per ciò a cui tendi: l'onore ".
Niso in risposta: "E' chiaro, da te nulla di simile temevo, né avrei potuto, no: così a te mi riconduca
trionfatore il grande Giove o qualunque dio guarda a quest'impresa con occhi favorevoli. Ma se
mai - sono molti, li vedi, i pericoli, - se alcuno nelle avversità mi trascina, sia il caso o un dio, tu
vorrei che sopravvivessi, per la tua età più degna di vivere. Ci sia chi strappandomi dalla battaglia
o a prezzo di denaro riscattandonii mi affidi alla terra; o se, al suo solito, la Fortuna l'impedirà, al
mio corpo assente porti le offerte infernali e l'onore di un sepolcro. Né alla tua madre sventurata
vorrei essere causa di così grande dolore: essa che unica te, o fanciullo, fra molte madri,
audacemente segue senza rimpianto per le mura del grande Aceste". Ma l'altro: "Motivi che invano
tu annodi, vuoti come sono; né a me ormai muta o arretra la mia decisione. Affrettiamoci ", disse.
Le sentinelle senz'altro sveglia, queste sottentrano nel turno di guardia. Lasciata la postazione, lui
stesso in compagnia di Niso cammina, in cerca del re.
Gli altri esseri su tutta la terra nel sonno si rilassavano dagli affanni nei loro cuori, dimentichi delle
pene: e i condotticri dei Teucri, i primi, fiore di gioventù, in consiglio sulle questioni supreme del
regno deliberavano: che fare e chi ad Enea ormai recasse un messaggio: ritti in piedi, alle lunghe
aste appoggiati, tenendo gli scudi, nella radura al centro del campo. Allora Niso e insieme Eurialo
subito, ardenti, chiedono di essere ammessi: l'affare è grave e mette conto di attardarsi. Per primo
Iulo li accolse trepidanti e a Niso ordinò di parlare. Allora così l'Irtacide: "Ascoltateci con mente
serena, o Eneadi, né considerate secondo i nostri anni le proposte che facciamo. I Rutuli, nel
sonno e nel vino dissolti, tutti tacciono; un luogo da agguati abbiamo intravisto noi due, che si apre
al bivio della porta più vicina al mare: i fuochi interrotti, e scuro alle stelle un fumo s'innalza. Se
questa fortuna voi ci permettete di cogliere, per raggiungere Enea e le mura di Pallanteo, tosto qui
con le spoglie di un'immensa strage ben condotta ci vedrete arrivare. E noi la via non ci può
ingannare in cammino: abbiamo visto sotto le ombre delle valli profilarsi la città durante le nostre
frequenti cacce e l'intero corso abbiamo riconosciuto del fiume ". Qui, d'anni grave ma di spirito
maturo, Alete: " 0 dèi della patria, sotto la cui potenza sempre Troia rimane, non del tutto,
comunque, i Teucri vi apprestate a distruggere, se tali spiriti nella nostra gioventù avete cresciuto e
così saldi cuori ": e nel parlare le spalle e le destre stringeva di entrambi, e il volto di lacrime e le
guance rigava. " Quali, o valorosi, quali degne ricompense per queste lodevoli azioni io crederò
che possano ripagarvi? Le più belle prima gli dèi e la vostra coscienza vi daranno, poi le altre vi
renderà subito il pio Enea, ma anche, integro giovane, Ascanio, che un così grande merito non
dimenticherà mai".
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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" Anzi, io, che ho per unica salvezza il ritorno del genitore - interviene Ascanio, - per i grandi
penati, o Niso, e per il lare di Assaraco e per il santuario della canuta Vesta, io giuro: l'intera mia
fortuna e la núa speranza pongo nel vostro seno: richiamate mio padre, restituitemi il suo aspetto;
cessa con lui la sventura, se torna. Una coppia vì darò di calici rifiniti d'argento ma irti di figure, che
dopo la vittoria il mio genitore prese ad Arisba, e due trepiedi gemelli, d'oro due grandi talenti, un
cratere antico, dono della sidonia Didone. Se poi la conquista dell'Italia e il possesso del suo
scettro otterremo con la vittoria e di un bottino assegneremo le sorti: avete visto Turno su quale
cavallo, in quale armatura se ne veniva tutto d'oro? Quello stesso animale, scudo e pennacchi
scarlatti eseiiterò dal sorteggio, fin d'ora per tua ricompensa, o Niso. Poi dodici, il mio genitore,
delle matrone più squisite di corpo, e prigionieri ti darà, tutti con le armi, e in più quanta terra il re
stesso possiede, Latino. Tu poi, che ad intervalli più vicini la mia età rincorri, venerando ragazzo,
già con tutto il mio cuore ti accolgo e per compagno ti abbraccio in qualunque avventura. Nessuna
gloria senza dì te cercherò con le mie imprese; sia la pace sia la guerra io conduca, in te
sommamente, per agire e per parlare, riporrò la fiducia ". A lui rispondendo così dice Eurialo: " Mai
un giorno a così forti audacie inadeguato mi riveli. Questo è tutto, sia che la fortuna si abbatta
favorevole o avversa. Ma a te, sopra tutti questi doni uno ne imploro: mia madre, dell'antica razza
di Priamo, io ho qui: sventurata, che non trattenne né il suolo d'Ilio dal partire con me, né le mura
del re Aceste. Essa io ora, ignara di questo pericolo quale che sia, e insalutata, lascio (la notte e la
tua destra lo attestano), perché non potrei le lacrime sostenere di chi mi ha generato. Ma tu, ti
prego, confortala nel bisogno e soccorrila nell'abbandono. Questa speranza permettimi di portar
via da te: con maggiore ardimento me ne andrò a qualunque avventura ". Scossi in cuore, si
sciolgono i Dardanidi in lacrime, primo fra tutti il bel lulo, cui l'ariima sfiorò l'immagine dell'amore
paterno.
Poi così dice: " Ripromettiti dalla tua grossa impresa tutto ciò che si merita. Infatti sarà costei per
me una madre e il nome di Creusa soltanto le mancherà, né la riconoscenza che per un tale figlio
l'attende è piccola. Qualunque vicenda segua al tuo gesto, per questo capo io giuro, per il quale
mio padre in passato soleva giurare: ciò che ti prometto al tuo ritorno, con esito felice, tutto allo
stesso modo a tua madre e alla tua famiglia toccherà". Così disse, piangendo; dalla spalla intanto
staccava la spada d'oro, che mirabile aveva fatto con arte Licaone di Cnosso, ma pronta al fodero
l'aveva adattata d'avorio. Consegna a Niso Mnesteo la pelle, orrida spoglia, di un leone, mentre il
casco scambia con il suo il fedele Alete. Poi innanzi armati procedono, ed essi, tutti, mentre vanno,
i principi in gruppo fino alle porte, giovani e vecchi, accompagnano coi loro voti. E ancora il bel
Iulo, che precocemente uno spirito portava in sé e una vigilanza virile, numerosi messaggi per suo
padre dava loro da portare. Ma i soffi dell'aria tutti li disperdono e alle nebbie, inutili, li porgono.
Fuori, superano i fossati e nella notte, fra le ombre, il campo nemico raggiungono: per molti, però,
prima saranno la rovina. Qua e là, nel sonno e nel vino, sull'erbi, i corpi distesi si vedono; ritti sulla
spiaggia i carri da guerra, tra briglie e ruote i guerrieri, accanto alle armi sdraiati, accanto ai
boccali. Per primo l'Irtacide così cori la sua voce disse: "Eurialo, è tempo di osare, con la destra;
da sé ci invitano le cose. Di qua è la via; tu, perché qualche manipolo non si levi contro di noi alle
spalle, sorveglia e vigila lontano; qui, io, farò strage e per un largo sentiero ti condurrò ". Così
raccomanda e la voce comprime: intanto con la spada un superbo, Ramnete, aggredisce, che a
caso sopra uno strato di tappeti elevato, con tutto il suo petto espirava il sonno, re anche lui e al re
Turno augure ben accetto: ma l'arte augurale non poté sventare la sua rovina. Tre servitori al suo
fianco, alla rinfusa tra i dardi sdraiati, e lo scudiero di Remo sopprime, e all'atiriga, scovato proprio
sotto i cavalli, col ferro fende il pendiilo collo; poi la testa a lui stesso asporta, al padrone, e il
tronco abbandona palpitante di sangue: scuro il tiepido fiotto la terra e il letto inzuppa. Così poi
Lamiro e Lamo e il giovane Serrano, che a lungo quella notte aveva giocato, bello com'era, e
disteso, le membra sopraffatte dall'abbondanza del dio: felice, se proseguendo avesse pareggiato
alla notte il gioco e fino alla luce del giorno l'avesse protratto. Così, digiuno un leone negli ovili
pieni gettando scompiglio (lo spinge infatti la follia della fame), maciulla e dirama il soffice
pecorame, ammutolito dal terrore, e freme con la gola insanguinata.
Né mìnore di Eurialo è il massacro. Infiammato egli pure, infuria tra i molti che incontra, innominata
plebaglia, e su Fado e su Erbeso si avventa e su Reto e su Abaride, a loro insaputa: Reto vegliava
e tutto vedeva, ma per troppa paura dietro un cratere si riparava: nel petto, frontalmente, per intera
a lui da vicino la spada immerse mentre si alzava, e grondante di strage la ritrasse. Purpurea
vomita l'uno la sua anima, e al sangue misto rende il vino morendo; l'altro, furtivo, nel suo ardore
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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prosegue. E già di Messapo verso i compagni si dirigeva, ove il fuoco svaniva, allo stremo, e legati
secondo l'uso vedeva brucare l'erba i cavalli: quando rapido Niso così (s'accorse infatti di eccedere
nello sterminio, ma la brama lo trasportava):
" Desistiamo - disse, - che la luce avversa si avvicina; la vendetta è saziata abbastanza, la via è
aperta tra i nemici". Molti oggetti di quegli uomini, in massiccio argento eseguiti, abbandonano:
armi e crateri insieme e splendidi tappeti. Eurialo le decorazioni di Ramnete, borchiate d'oro, il suo
cinto, che al tiburte Remulo un uomo ricchissimo un tempo invia quali doni per l'ospitalità, per
legarlo a sé da lontano, Cedico; ed egli morendo le dona in possesso al nipote, e dopo la sua
morte in guerra i Rutuli durante la battaglia se ne impadroniscono: Eurialo le rapisce, ma alle sue
spalle inutilmente robuste le appende; poi col casco di Messapo, adatto per lui e di pennacchi
abbellito, si copre; escono dal campo e luoghi sicuri raggiungono.
Nel frattempo spediti in avanti dei cavalieri della città latina, mentre il grosso della legione schierato
in campo si attarda, veniva, a Turno recando la risposta del re: trecento, tutti armati di scudi, e
Volcente per capo. Ormai vicini al campo, si accostavano alle mura, quando lontano i due, a
sinistra, che piegavano per il sentiero, avvistano, e il casco di Eurialo nella fioca luce notturna fra le
ombre lo tradì, l'imprudente, e contro i raggi rifulse. Non fu trascurata l'apparizione. Grida dalla
schiera Volcente: " Fermi là, o uomini: quale il motivo del vostro viaggio? Chi siete, armati? dove
siete diretti? " Per nulla quelli tentano di resistere, ma si affrettano in fuga verso le selve, fidando
nella notte. Si parano i cavalieri ai crocicchi ben noti, da un lato e dall'altro, e ogni uscita di guardie
coronano. La selva era per largo tratto di ceppi e di lecci neri ispida; densi si assiepavano da ogni
parte i rovi, raramente tra le occulte piste riluceva un sentiero. Eurialo dai tenebrosi rami e dal
peso del bottino è impacciato, e lo inganna il timore sulla direttrice delle strade; Niso si dilegua. E
già senza pensiero era sfuggito ai nemici, ma fuori dai luoghi che poi dal nome di Alba si dissero
Albani (allora il re le sue alte stalle, Latino, vi teneva): quando si arrestò e invano all'assente
guardò indietro, al suo amico: " Eurialo infelice, in quale passo ti ho lasciato? e per quale potrò
rintracciarti, di nuovo il groviglio di tutto il cammino ripetendo tra gli inganni della selva? " Così
dicendo, le sue orme indietro ricerca e raccoglie, tra i silenziosi cespugli vagando. Ode i cavalli,
ode lo strepito e i segnali degli inseguitori; e non lungo tempo trascorre, che un grido alle orecchie
gli giunge e scorge Eurialo, ormai da tutto il manipolo, per il tradimento del luogo e della notte, per
il turbamento dell'assalto improvviso, sopraffatto e travolto, mentre tenta di tutto, ma invano. Che
fare? con quali forze, il giovane, con quale ardimento di armi strapparglielo? a meno di morire
anche lui nel folto delle spade lanciandosi, e bella affrettare con ferite la morte. Rapido, col braccio
ritratto vibrando un'asta, sollevato lo sguardo in alto alla Luna, esprime questa preghiera: " Tu, o
dea, tu presente soccorri il nostro travaglio, splendore degli astri e guardiaiia, o figlia di Latona,
delle foreste. Se mai per me mio padre Irtaco alle tue are recò doni, e io stesso coi frutti delle mie
cacce li accrebbi, appesi alla cupola o ai sacri pinnacoli affissi: concedimi di scompigliare questo
nucleo e dirigi il mio dardo fra i soffi dell'aria ".
Aveva detto. E con tutta la tensione del suo corpo il ferro scagliò; l'asta volando nella notte
squarcia le ombre e giunge da dietro nella schiena a Sulmone e lì s'infrange e con le schegge
trapassa il suo cuore quel legno. Rotola l'altro vomitando un caldo flotto dal petto, di ghiaccio, e
lunghi rantoli i fianchi gli scuotono. Di qua, di là si guardano intorno. Perciò più aspro, di nuovo,
ecco un altro dardo bilanciava dall'alto dell'orecchio. Sono là trepidanti, e andò l'asta a Tago da
una tempia ah'altra, stridendo, e forò e si arrestò intiepidita nel cervello. Infuria atroce Volcente: il
dardo, non vede dovunque chi lo spinse né su chi il suo furore possa sfogare. "Tu però intanto col
tuo caldo sangue mi pagherai la pena di entrambi " disse, e insieme con la spada sguainata si
lanciava su Eurialo. Allora sì atterrito, dimentico, lancia un grido Niso né poteva più oltre tenersi
celato nel buio o, tanto è grande, tollerare il dolore. " Me, me! sono io l'autore, su di me rivolgete la
lama, o Rutuli! Mio il tradimento per intero, nulla costui ha osato, né poteva (il cielo di questo, e le
complici stelle mi sono testimoni); soltanto ha troppo amato l'infelice suo amico ". Queste parole
lanciava; ma con violenza la spada s'immerse e attraversò le costole e il candore del petto spezzò.
Rotola Eurialo nella morte e le sue belle membra riga il sangue, sulla spalla la nuca crollata riposa,
purpureo come il fiore reciso dall'aratro languisce morendo o sul collo estenuato i papaveri
reclinano il capo quando la pioggia talora li appesantisce. Ma Niso irrompe nel mezzo e solo fra
tutti Volcente ricerca, davanti al solo Volcente si arresta. Intorno addensati i nemici, di qui da
vicino, ma anche di là lo ricacciano. Persiste non meno, ruotando la spada fulminea, finché al
Rutulo intento a gridare nella bocca l'immerse di fronte e nel morire l'anima tolse al nemico. Allora
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sopra l'esanime si gettò, sopra l'amico, tutto trafitto di colpi, e placido, lì, finalmente nella morte
posò.
Fortunati entrambi! Se qualche potere hanno i miei carmi, nessun giorno mai alla memoria vi
strapperà dei secoli, finché la stirpe di Enea suh'immobile rupe del Campidoglio abiterà e un
impero il padre romano possederà.
Traduzione di C. Carena, Torino, Utet, 1971 (al Canova)
Letture critiche. M. Sordi. La quarta ecloga: Virgilio e Catullo.
Più volte, nel corso della loro storia, i Romani furono angosciati dal presagio di una fine imminente:
solo di rado però questo senso della fine attinse ai motivi naturalistici cari alla speculazione
ellenistica, che vedeva nella naturale corruzione delle costituzioni e nell'esaurimento della terra la
necessità di tale fine. A Roma, anche prima dell'avvento del Cristianesimo, il concetto di
decadenza è legato per lo più a motivi morali e religiosi e l'attesa della fine si tinge di colori
apocalittici: questo atteggiamento, che ritornerà nella grande crisi del III secolo, al tempo di Decio
e di Valeriano e che la letteratura augustea proiettò nella prima grande crisi di Roma, la catastrofe
gallica del 386 a.C., è ben presente nel I secolo a.C. In tutti e tre i casi, ma soprattutto nell'epoca
che precede l'avvento di Augusto, la crisi è sentita come la pena di una colpa che contamina alle
radici lo stato romano e lo rende odioso alla divinità, (le guerre civili, simboleggiate dallo scelus di
Romolo uccisore del fratello, nella crisi del 1 secolo) e in tutti e tre i casi, ma soprattutto nel 1
secolo, appare presente nei Romani la convinzione che la colpa può essere espiata, che la pena
può essere rinviata, che Roma può rinnovarsi: la celebrazione della ritornata età dell'oro segue
puntualmente, sotto Augusto (come più tardi sotto Gallieno) il superamento della crisi.
Molti pagani ammirarono sinceramente, oltre alla fortezza che i cristiani dimostravano nel disprezzo della
morte (sul giudizio di Emitteto, a mio avviso diverso da quello di Marco Aurelio, rinvio a quanto ha scritto in
«Rivista di Storia della Chiesa in Italia», 16 (1962), pp. 6ss.), anche la tempetanza nei piaceri, il culto della
verginità, il controllo delle proprie passioni, degni di veri filosofi: tale giudizio ritroviamo in particolare in un
frammento di Galeno, il medico di Marco Aure(io (Abulfida, Historia anteislamica, ed. Fleischer, p. 109 cfr.
W. Den I3oer, Scriptorum Pagarrorum de Christianis testimonia, Leiden 1965, pp. 781ss.).
Cfr. infra.
Questa concezione sacrale della storia, sentita come un seguito di colpe, espiazioni e redenzioni,
faceva parte dell'eredità che l'Etruria aveva lasciato a Roma: caratteristica del pensiero etrusco era
l'idea che alla vita di ogni individuo e di ogni popolo fosse assegnata una durata fissa, articolata in
periodi (i saecula per i popoli) e segnata da momenti di crisi, tutte rinviabili, mediante l'espiazione
della colpa che le aveva provocate, salvo la crisi suprema, coincidente con la crisi fatale. Gli
aruspici del I secolo tuttavia, forse per l'influenza del pitagorismo, avevano sovrapposto all'idea di
fine, l'idea di conclusione di un ciclo del grande anno e, per conseguenza, l'inizio del nuovo ciclo,
preannunziato da segni -e qui la concezione etrusca riprendeva il sopravvento sulla concezione
greca dell'eterno ritorno - che avrebbero rivelato agli aruspici «che erano nati nel mondo uomini di
carattere e di modi di vita diversi dai precedenti e più o meno cari di loro agli dei» (Plut., Sull. 7,
3ss.). La possibilità che gli uomini del nuovo ciclo fossero più o meno cari alla divinità rompeva il
ciclo dell'eterno ritorno: gli Etruschi introducendo nella storia i concetti di colpa, di espiazione, di
rinvio, di fine, ammettevano l'imprevisto e contrapponevano al tempo ciclico, caratteristico della
filosofia greca del pitagorismo, il tempo lineare, che caratterizzerà poi la concezione cristiana della
storia, ma che non era estraneo alla concezione romana (4). Di questa concezione della storia si
avverte in effetti l'influsso nella grande crisi del i secolo e si coglie l'eco nelle voci più vive e più
sensibili della cultura romana.
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La poesia esprime spesso, meglio e più profondamente di ogni altra forma di pensiero, le segrete
aspirazioni di un'epoca storica: non per caso pertanto la tarda antichità, cominciando da
Costantino (5) e seguita
Per la concezione etrusco-romana della storia, v. M. Sordi, L'idea di crisi e di rrnnur,amcrrtn cr-t. in «ANRW»
t, 2 (1972) pp. 781ss.
()rru ad ,1'rrmlnr cmnum, Inss ()ucsta orazione di Costantino, ricordata nella Uffa ('mWnn1rrn di I wnl~n~ iw.
t?). c st:ua in passalo iiWnnan non :nwentira
poi dalla tradizione medievale, ha interpretato in chiave cristiana la IV Egloga di Virgilio, cogliendo
in essa una profezia dell'incarnazione e della redenzione, e ha cercato, mediante il collegamento
fra il Cristianesimo e il massimo poeta romano di stabilire una continuità fra la nuova fede religiosa
e le intuizioni dei più grandi spiriti del mondo romano, laddove essi non avevano ceduto alla
tentazione di credenze superstiziose (6). In realtà la concezione etrusco romana dei saecula basta
da sola, senza ricorrere a contatti col mondo giudaico, che pure potevano essersi verificati
attraverso l'antoniano Pollione, a spiegare il significato che Virgilio dà alla nascita del misterioso
bambino e l'attesa di un'era nuova che con tale nascita egli collega. Anche se l'egloga non
presuppone e non implica la conoscenza da parte di Virgilio delle profezie messianiche di Israele e
si lascia spiegare tutta, sia dal punto di vista religioso che da quello letterario, con la tradizione
religiosa e culturale italica e romana, dei saecula etruschi e del carme 64 di Catullo, io credo però
che proprio in questa sua profonda e connaturata aderenza all'anima romana l'Egloga riveli il suo
significato più autenticamente anticipatore, quello che ne fa il canto più alto dell'avvento pagano.
Una delle matrici letterarie della IV egloga è certamente il carme 64 di Catullo (7) che è tutto
incentrato sulla rappresentazione e il vagheggiamento di mitiche nozze umano-divine: sullo sfondo
delle nozze fra Peleo e Teti, fra un uomo e una dea, che fornisce la cornice al poemetto, sono
rievocate le nozze, raffigurate sulla coperta nuziale, fra un dio e una donna, fra Dionisio ad Arianna
tradita da Teseo. La scena del banchetto nuziale di Peleo e di Teti, al quale partecipano gli dei
scesi dall'Olimpo e il canto delle Parche per il bambino che dovrà nascere chiudono il carme,
strutturato secondo i modelli ellenistici: ciò che rende interessante e originalissimo il poemetto
catulliano, dà ad esso una nota di sofferta umanità e ne fornisce nello stesso tempo la chiave
interpretativa è il rimpianto accorato per l'età degli eroi colta come un'età
(cfr. I.A. Heikel, G.C.S. vm 1902, xccss.) ma è ora generalmente ritenuta costantiniana e datata agli anni fra
il 313 e il 325, cfr. S. Mazzarino, Antico, tardoantico ed era costantiniana, p. 115; L. De Giovanni, op. cit., pp.
174ss.
Per la spiegazione etrusca della m egloga v. J. Carcopino, Virgile et le mystere de la m Eglogue, Parigi
1930, pp. 75ss.; M. Sordi, L'idea di crisi e di rinnovamento ecc., cit., pp. 785ss.
Per il rapporto fra la m egloga e il carme 64 di Catullo, v. J. Perret, Virgile, Parigi 1952, p~ 45; M. Sordi,
L'idea di crisi e dì rinnovamento ecc., cit, p. 786 n. 18.
felice dell'umanità (v. 22ss.: O nimis optato saeculorum tempore nati / Heroes salvete deum
genus, o bona matrem progenies) che introduce il motivo nuziale e che ricompare, storicizzato ed
attualizzato, nello stupendo finale, in cui il richiamo ad un mondo incorrotto, visitato dagli dei (v.
384ss.: Praesentes... ante domus invisere castas / heroum... calicolae nondum spreta pietate
solebant) è contrapposto all'oggi dell'ingiustizia e della cupidigia, del peccato e delle guerre civili
(postquam tellus scelerest imbuta nefando, / iustitiamque omnes cupida de mente fugarunt, /
perfundere manus fraterno sanguine fratres), ad un mondo in cui gli affetti familiari sono calpestati
e pervertiti (Destitit extinctos natus lugere parentes, / optavit genitor primaevi funera nati, / liber ut
innuptae poteretur flore novercae, / ignaros mater substernens se impia nato / impia non veritast
divos scelerare parentes), ad una umanità dalla quale il lecito e l'illecito, il bene e il male sconvolti
e mescolati con empio furore hanno allontanato iustificam... mentem... deorum. Gli dei non si
degnano di visitare questa umanità colpevole e disperata né si lasciano vedere da essa nella
limpida luce del giorno: nec se contingi patiuntur lumine claro.
Il carme di Catullo si chiude col rimpianto della luce, di una luce che è spenta per la colpa
dell'uomo, ma anche con l'invocazione ad una salvezza che la mens iustifica della divinità
misericordiosa, capace di restituire la giustizia, può donare all'umanità colpevole.
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Le immagini mitologiche delle nozze e del banchetto divino rivelano così la loro pregnanza
mistica'; per il valore perenne dei simboli cari all'umanità, e senza necessità di supporre
dipendenze dirette, si tratta delle stesse immagini che, con diversa consapevolezza delle
promesse divine, si presentano nei libri profetici dell'Antico Testamento: il Catullo del carme 64
non è un letterato che vagheggia una mitica età dell'oro, e neppure soltanto un poeta che cerca
nella primavera delle favole antiche il conforto all'arido vero del presente, ma un uomo religioso
per il quale la felicità dell'uomo è nella comunione con la divinità e la colpa umana, personale e
collettiva, è l'origine profonda della rottura di questa comunione; un uomo religioso che crede nella
potenza giustificante della divinità e aspira alla salvezza; il Catullo pensoso delle sorti dell'umanità
del carme 64 è lo stesso Catullo che nel mrnw 76 chiede alla misericordia divina la pace dell'anima
e la liberazione dalla passione che lo ha sconvolto (O di, si vestrumst misereri, aut si quibus
umquam / extremo iam ipsa in morte tulistis opem / me miserum aspicite et … eripite hanc pestem
perniciernque mihi...) e ci conserva l'unica, forse, preghiera veramente esistenziale della
letteratura classica.
Il motivo dell'età dell'oro, così frequente nei poeti della generazione immediatamente successiva a
quella di Catullo, rivela così nel carme 6-1 il suo valore di cifra e di simbolo, si presenta come
nostalgia e come speranza, come sbocco di una angoscia esistenziale che l'esperienza delle
guerre civili e il crollo dei valori morali tradizionali hanno suscitato nel mondo romano dell'ultíma
repubblica.
L'annunzio dell'avvento della nuova età dell'oro è il motivo dominante della IV Egloga virgiliana (v.
9 ac toto surget gens aurea mundo), scritta negli anni intorno al 40 a.C., nel periodo della grande
paura, quando Perugia, che dopo aver accolto L. Antonio, era caduta nelle mani di Ottaviano ed
era stata data alle fiamme, sembrava preannunciare col suo rogo l'imminenza della fine. Le
profezie etrusche facevano coincidere la fine col decimo secolo e nel 44 un aruspice, Volcacio,
aveva annunziato il termine del nono secolo (che le guerre civili avevano reso brevissimo: dall'88
al 44) e l'inizio dell'ultimo, che, appunto secondo la concezione degli aruspici, si identificava con
una generazione umana. Nella mentalità dei contemporanei il destino dell'Etruria e quello di Roma
apparivano così strettamente legati che la fine incombente al nomen Etruscum appariva a molti
incombente anche al nomen Romanum: di questo stato d'animo gli epodi VII e XVI di Orazio sono
la testimonianza più viva. La seconda generazione che si consuma nelle guerre civili (Ep. XIII, 1)
coincide col decimo e ultimo secolo delle profezie etrusche (le guerre civili erano iniziate secondo il
computo ufficiale nell'88, con il principio dell'ottavo secolo) ed Orazio, consapevole della minaccia
imminente, esorta la pars melior dei Romani a fuggire i litora etrusca, ormai condannati, e a
cercare nelle favolose terre occidentali, sull'Oceano, la possibilità di sopravvivere alla rovina della
patria. Alla radice della fatale maledizione c'è per Orazio l'empietà delle guerre civili (Ep. XVI, 9:
«empia generazione di un san
«O dei, se è proprio di voi l'aver pietà, o se a qualcuno avete portato aiuto nel pericolo estremo e
nel momento stesso della morte, volgete lo sguardo alla mia miseria e strappatemi dall'animo
questa peste».
10 Sulla concezione degli aruspici e la sua attualità negli anni della guerra di Perugia cfr. M. Sordi,
L'idea di crisi e di rinnovamento ecc., cit. pp. 783ss.
gue maledetto») un'empietà che affonda nelle origini stesse di Roma, nel delitto di Romolo,
uccisore del fratello (lo scelus di Ep, VII, 17ss.), fa stessa empietà che aveva allontanato dagli
uomini colpevoli la mens iustifica degli Dei nel carme 64 di Catullo.
La IV Egloga di Virgilio appartiene allo stesso periodo degli epodi VII e XVI e la fine dell'ultima
aetas delle profezie della sibilla cumana (v. 4: Ultima Cumaei venit iam carminis aetas) coincide
anche per Vir gilio con quella dell'ultimo secolo etrusco. Ma Virgilio, più vicino di Orazio al mondo
etrusco e consapevole in modo più diretto non solo delle angosce, ma anche delle segrete
speranze di quel mondo, spia i segni che preannunciano il felice superamento della grande crisi, e,
risolvendo l'alternativa che le profezie degli aruspici dell'88 avevano lasciato aperta (Plut. Sull. 7,
4), proclama l'avvento di una nuova umanità, più cara agli dei di quella che l'aveva preceduta. È la
gens aurea che viene al mondo, il nuovo secolo, colto secondo l'uso etrusco nell'individuo che
simboleggia l'intera generazione, il puer dell'egloga, la cui crescita umana procede parallelamente
alla progressiva liberazione del mondo e della natura dal male (v. 13 si qua manent sceleris
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vestigia nostri / inrita perpetua solvent formidine terras)'z e il cui segno distintivo è, secondo
l'invocazione del carme 64 di Catullo, il dono di un rapporto nuovo con la divinità: v. 15ss. Ille
deum vitam accipiet divisque videbit / permixtos heroas, et ipse videbitur illis. La felicità della età
dell'oro di cui Virgilio proclama il ritorno sulla terra e di cui la nascita del puer è il segno misterioso,
la felicità del nuovo secolo a cui il mondo e il cielo profondo guardano con attesa trepidante non è
soltanto miracoloso idillio sbocciato in mezzo alla natura in fiore fra le piante, gli uomini e gli
animali (v. 21ss. ipsae lacte domum referent distenta capellae / ubera, nec magnos metuent
urmenta leones / Ipsa tibi blandos fundent cunabula flores) ma è la conseguenza della
cancellazione dello scelus (v. 13), la conseguenza della pietas ritrovata nei rapporti familiari (v.
62), è, soprattutto, il dono della vita divina, colta, secondo
l «Viene ormai l'ultima generazione preannunciata dal carme Cumano».
12
«Se qualche traccia ancora resta del nostro antico delitto, libererà, cancellate, le terre dal continuo
timore».
; «Egli riceverà la vita degli dei e vedrà eroi misti agli dei e sarà visto egli stesso da loro».
4 «Le caprette porteranno da sole a casa le mammelle di latte e gli armenti non temeranno i grandi leoni. La
terra spontaneamente farà spuntare per to dolci fiori».
l'immagine catulliana, nella mensa divina e nelle nozze divine (v. 63: nec deus hunc mensa, nec
dea dignata cubili est).
L'anima di Virgilio, come quella di Catullo, interpreti sensibilissimi, con la lungimiranza dei poeti,
dell'angoscia esistenziale dell'ultima repubblica, è tutta protesa in questa appassionata
invocazione di una salvezza divina, che non è risolvibile, né poté essere integralmente risolta, con
la fine imposta da Augusto alle guerre civili né con la pace riportata dal principato nell'impero
romano: l'ansia di un rapporto nuovo con la divinità, la speranza alimentata dagli antichi riti
misterici che i contatti col mondo greco e con l'oriente diffondevano nel mondo romano, la
concezione sacrale della storia propria degli Etruschi e dei Romani e il bisogno profondo di
liberazione, non solo dalle fatiche e dalle difficoltà del vivere, ma dall'angoscia del peccato e della
morte, confluiscono in questa invocazione al Dio presente, al Dio che visita l'uomo e lo rende
degno della comunione con sé, secondo l'immagine della mensa e delle nozze, che lo rinnova
rendendolo partecipe, misteriosamente, della sua vita.
Il cristianesimo rispose, nella «pienezza dei tempi», a questa domanda appassionata e conquistò il
mondo antico.
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LOEB
Volume I, Eclogues. Georgics. Aeneid, Books I-VI, ed. H.Rushton Fairclough, tr. G.P. Goold.
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Autore: Morano Rando, Maria Teresa
Titolo: Bibliografia virgiliana / M. T. Morano Rando
Pubblicazione: Genova : La quercia, c1987
Collezione: Passato e presente
Altri titoli collegati: [Variante del titolo] Bibliografia virgiliana , 1937-1960
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Bibliografia - 1937-1960
ICCU per Soggetto
Titolo: Sebastiano Timpanaro e i virgilianisti antichi / testi di Franca Arduini ... [et al.] , Firenze : Polistampa,
[2002]
Descrizione fisica: 65 p. ; 24 cm. , Letture e ricerche laurenziane
Note Generali: In testa al front.: Ministero per i beni e le attivita culturali, Biblioteca Medicea Laurenziana.
Venier, Matteo , Per una storia del testo di Virgilio nella prima eta del libro a stampa, 1469-1519 / Matteo
Venier , Udine : Forum, 2001 , Nuove tesi
Klodt, Claudia , Bescheidene Grosze : die Herrschergestalt, der Kaiserpalast und die Stadt Rom: literarische
Reflexionen monarchischer Selbstdarstellung / Claudia Klodt , Gottingen : Vandenhoeck & Ruprecht, c2001 ,
Hypomnemata
Soggetti: Ammiano Marcellino . Rerum gestarum libri
Stazio, Publio Papinio . Silvae
Virgilio Marone, Publio . Eneide
Clausen, Wendell , Virgils Aeneid : decorum, allusion, and ideology / by Wendell Clausen , Munchen ;
Leipzig, 2002 , Beitrage zur Altertumskunde
Nelis, Damien , Vergils Aeneid and the Argonautica of Apollonius Rhodius / Damien Nelis , Leeds : F.
Cairns, 2001 , ARCA : classical and medieval texts, papersand monographs
F. D’Alessi © 2002
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Soggetti: Apollonio : Rodio - Argonautica - Fortuna
APOLLONIO RODIO - Argonautica
Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Influssi di Apollonio Rodio
Kofler, Wolfgang , Aeneas und Vergil : Untersuchungen zur poetologischen Dimension der Aeneis /
Wolfgang Kofler , Heidelberg : Universitatsverlag Winter, c2003 , Bibliothek der
klassischenAltertumswissenschaften. N. F. 2. Reihe
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Analisi
strutturale
Conte, Gian Biagio , Virgilio : l'epica del sentimento / Gian Biagio Conte , Torino : Einaudi, [2002] , Biblioteca
Einaudi
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Horsfall, Nicholas , Virgil, Aeneid 11 : a commentary / by Nicholas Horsfall , Leiden ; Boston, 2003 ,
Mnemosyne. Supplementum
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis. Lib. 11. Commenti
Adler, Eve , Vergils empire : political thought in the Aeneid / Eve Adler , Lanham [etc.] : Rowman & Littlefield,
c2003
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Elementi politici
Virgilio Marone, Publio - Pensiero politico
Formicola, Crescenzo , Temi virgiliani / Crescenzo Formicola , Napoli : Loffredo, [2002]
Cadili, Luca , Viamque adfectat Olympo : memoria ellenistica nelle Georgiche di Virgilio / Luca Cadili , Milano
: LED, c2001 , Il Filarete
Poets and critics read Vergil / edited by Sarah Spence , New Haven ; London, c2001
Timpanaro, Sebastiano <1923-2000> , Per la storia della filologia virgiliana antica / Sebastiano Timpanaro
Edizione: 2. ed. / con una postfazione di Piergiorgio Parroni , Roma : Salerno, 2002 , Quaderni di Filologia e
critica
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Tradizione
e critica del testo - Sec. 1.-4.
Timpanaro, Sebastiano <1923-2000> , Virgilianisti antichi e tradizione indiretta / Sebastiano Timpanaro ,
Firenze : L. S. Olschki, 2001 , Studi / Accademia toscana di scienze e lettereLa Colombaria
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Tradizione
e critica del testo - Sec. 1.-4.
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Niehl, Rudiger , Vergils Vergil : Selbstzitat und Selbstdeutung in der Aeneis : ein Kommentar und
Interpretationen / Rudiger Niehl , Frankfurt am Main, etc. , Studien zur klassischen Philologie
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Analisi
strutturale
Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Studi
linguistici
Gale, Monica , Virgil on the nature of things : the Georgics, Lucretius and the didactic tradition / Monica R.
Gale , Cambridge : Cambridge university press, 2000
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Georgica - Influssi
di Tito Lucrezio Caro
Ricottilli, Licinia , Gesto e parola nell'Eneide / Licinia Ricottilli , Bologna : Patron, 2000 , Testi e manuali per
l'insegnamentouniversitario del latino
Reading Vergil s Aeneid : an interpretative guide / edited by Christine Perkell , Norman : University of
Oklahoma Press, c1999 , Oklahoma series in classical culture
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
158
Giesecke, Annette Lucia , Atoms, ataraxy, and allusion : cross-generic imitation of the De rerum natura in
early Augustan poetry / Annette Lucia Giesecke , Hildesheim [etc.] : Olms, 2000 , Spudasmata
Soggetti: Orazio Flacco, Quinto - Opere - Influssi di Lucrezio
Virgilio Marone, Publio - Opere - Influssi di Lucrezio
Kallendorf, Craig , Virgil and the myth of Venice : books and readers in the Italian Renaissance / Craig
Kallendorf , Oxford : Clarendon press, 1999
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - DIFFUSIONE E FORTUNA - VENEZIA - SEC. 16.
Morgan, Llewelyn , Patterns of redemption in Virgils Georgics / Llewelyn Morgan , Cambridge : Cambridge
university press, 1999 , Cambridge classical studies
Zwierlein, Otto , Antike Revisionen des Vergil und Ovid / Otto Zwierlein , Wiesbaden : Westdeutscher Verlag,
2000 , Geisteswissenschaften / Nordrhein-WestfalischeAkademie der Wissenschaft. Vortrage
Soggetti: Ovidio Nasone, Publio - Opere - Critica del testo - Antichita
Virgilio Marone, Publio - Opere - Critica del testo - Antichita
Virgilio illustrato : trenta edizioni dell'Ottocento e del Novecento / a cura di Gianluigi Arcari, Pasquale Di
Viesti, Raffaella Perini ; con un testo di Vittorio Sermonti , Mantova : Comune di Mantova, Settore Cultura,
Servizio biblioteche , Tracce
Note Generali: Catalogo della mostra: Mantova, 28 ott.-7 nov. 1999.
Nomi: Di Viesti, Pasquale
Sermonti, Vittorio
Arcari, Gianluigi
Perini, Raffaella
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Iconografia
Thomas, Richard F. , Reading Virgil and his texts : studies in intertextuality / Richard F. Thomas , Ann Arbor :
the University of Michigan press, c1999
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - OPERE - ANALISI TESTUALE
Brenk, Frederick E. , Clothed in purple light : studies in Vergil and in Latin literature, including aspects of
philosophy, religion, magic, Judaism and the New Testament background / Frederick E. Brenk , Stuttgart :
Steiner, 1999
Soggetti: Letteratura latina - Sec. 1. a. C.
Virgilio Marone, Publio - Opere
Schmit-Neuerburg, Tilman , Vergils Aeneis und die antike Homerexegese : Untersuchungen zum Einflusz
ethischer und kritischer Homerrezeption auf imitatio und aemulatio Vergils / von Tilman Schmit-Neuerburg ,
Berlin [etc.] : W. de Gruyter, 1999 , Untersuchungen zur antiken Literatur undGeschichte
Soggetti: Omero - Fortuna - Roma antica
Virgilio Marone, Publio . Eneide - Influssi
di Omero
, E io saro tua guida : raccolta di saggi su Virgilio e gli studi virgiliani / a cura di Massimo Gioseffi , Milano :
LED, c2000 , Colloquium
Lobe, Michael , Die Gebarden in Vergils Aeneis : zur Bedeutung und Funktion von Korpersprache im
romischen Epos / Michael Lobe , Frankfurt am Main [etc.] : Lang, 1999 , Classica et neolatina
Soggetti: Linguaggio dei gesti nella letteratura
Virgilio Marone, Publio - Aeneis
Mazzocchini, Paolo , Forme e significati della narrazione bellica nell'epos virgiliano : i cataloghi degli uccisi e
le morti minori nell'Eneide / Paolo Mazzocchini , Fasano : Schena, [2000] , Biblioteca della ricerca.
Philologica
, The Cambridge companion to Virgil / edited by Charles Martindale
Edizione: Repr , Cambridge : Cambridge university press, 2000
Descrizione fisica: XVII, 370 p., [8] c. di tav. ; 24 cm. , Cambridge companions to literature
Seng, Helmut , Vergils Eklogenbuch : Aufbau, Chronologie und Zahlenverhaltnisse / Helmut Seng ,
Hildesheim [etc.] : Olms, 1999 , Spudasmata
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Bucolica
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159
Horsfall, Nicholas , Virgil, Aeneid 7 : a commentary / by Nicholas Horsfall , Leiden [etc.] : Brill, 2000 ,
Mnemosyne. Supplementum
Note Generali: Con il testo e la trad. inglese a fronte.
McCormack, Sabine G. , The shadows of poetry : Vergil in the mind of Augustine / Sabine MacCormack ,
Berkeley [etc.] : University of California Press, c1998 , The transformation of the classical heritage
Soggetti: AGOSTINO, AURELIO <SANTO> - INFLUSSI DI PUBLIOVIRGILIO MARONE
Setaioli, Aldo , Si tantus amor... : studi virgiliani / Aldo Setaioli , Bologna : Patron, 1998 , Testi e manuali per
l'insegnamentouniversitario del latino
Note Generali: Segue: Aggiornamenti.
Heckel, Hartwig , Das Widerspenstige zahmen : die Funktion der militarischen und politischen Sprache in
Vergils Georgica / Hartwig Heckel , Trier : WVT Wissenschaftlicher Verlag Trier, c1998 , BAC : *Bochumer
AltertumswissenschaftlichesColloquium
Soggetti: Militari - Linguaggio - Roma antica - Fonti
letterarie
Politica - Linguaggio - Roma antica - Fonti
letterarie
Virgilio Marone, Publio - Georgica - Lingua
Cramer, Robert , Vergils Weltsicht : Optimismus und Pessimismus in Vergils Georgica / von Robert Cramer ,
Berlin [etc.] : W. de Gruyter, 1998 , Untersuchungen zur antiken Literatur undGeschichte
Kyriakidis, Stratis , Narrative structure and poetics in the Aeneid : the frame of book 6 / Stratis Kyriakidis ,
Bari : Levante, [1998] , Le rane
Uhl, Anne , Servius als Sprachlehrer : zur sprachrichtigkeit in der exegetischen Praxis des spatantiken
Grammatikerunterrichts / Anne Hul , Gottingen : Vandenhoeck & Ruprecht, c1998 , Hypomnemata
Soggetti: Servio Onorato . In Vergilii carmina commentaria
Virgilio Marone, Publio . Eneide - Commento
di Servio Onorato
Jenkyns, Richard , Virgils experience : nature and history: times, names and places / Richar d Jenkins ,
Oxford : Clarendon Press, 1998
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Concezione della
natura
Nelson, Stephanie A. , God and the land : the metaphysics of farming in Hesiod and Vergil / Stephanie A.
Nelson ; with a translation of Hesiod's Works and days by David Grene , New York [etc.] : Oxford University
Press, 1998
Altri titoli collegati: [Pubblicato con] Works and days / Hesiod
Soggetti: Esiodo . Opera et dies
Virgilio Marone, Publio . Georgica
Deuling, Judy Kay , Structures and works of art in the Aeneid allusions and reality / Judy Kay Deuling , Ann
Arbor : UMI Dissertation Services, c1998, stampa 2002
Xerocopia di dissertazione accademica, University of Iowa, dicembre 1997
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide Riferimenti a monumenti romani
Paschalis, Michael , Virgils Aeneid : semantic relations and proper names / Michael Paschalis , Oxford :
Clarendon Press, 1997
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Nomi
, The Cambridge companion to Virgil / edited by Charles Martindale , Cambridge : University press, 1997 ,
Cambridge companions to literature
Dingel, Joachim , Kommentar zum 9. Buch der Aeneis Vergils / Joachim Dingel , Heidelberg : Universitats C.
Winter, c1997 , Wissenschaftliche Kommentare zu griechischenund lateinischen Schriftstellern
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Wifstrand Schiebe, Marianne , Vergil und die Tradition von den romischen Urkonigen / Marianne Wifstrand
Schiebe , Stuttgart : Steiner, 1997 , Hermes. Zeitschrift fur klassische PhilologieEinzelschriften
Soggetti: Saturno - Culto - Roma antica
Petrini, Mark , The child and the hero : coming of age in Catullus and Vergil / Mark Petrini , Ann Arbor : The
University of Michigan Press, c1997
Soggetti: Catullo, Gaio Valerio - Carmina - Fanciulli
Virgilio Marone, Publio - Opere - Fanciulli
Smith, R. A. , Poetic allusion and poetic embrace in Ovid and Virgil / R. A. Smith , Ann Arbor : The University
of Michigan Press, c1997
Soggetti: Ovidio Nasone, Publio - Opere - Influssi diPublio Virgilio Marone
Gallais, Pierre , L' arbre et la foret dans l'Eneide et l'Eneas : de la psyche antique a la psyche medievale /
Pierre Gallais et Joel Thomas , Paris : H. Champion, 1997 , Essais sur le Moyen-Age
Soggetti: Boschi e foreste nella letteratura - Medioevo
Eneas - Tema della foresta
Virgilio Marone, Publio . Eneide - Tema della
foresta
Fasciano, Domenico , Jeu et amitie dans l'Eneide : episodes trifonctionnels / Domenico Fasciano et Kesner
Castor , Ville Mont, Quebec , Bibliotheque nova et vetera
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Analisi
strutturale
Lee, M. Owen , Virgil as Orpheus : a study of the Georgics / M. Owen Lee , Albany : State University of New
York Press, c1996 , SUNY series in classical studies
Salvatore, Margherita , Presenza di Virgilio nell'ecloga 11. di Giovanni Pascoli / Margherita Salvatore , Napoli
: Loffredo, [1996]
Nosarti, Lorenzo , Studi sulle Georgiche di Virgilio / Lorenzo Nosarti , Padova : Il Libraccio, [1996]
Nomi: Nosarti, Lorenzo
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Georgiche
Heinze, Richard , La tecnica epica di Virgilio / Richard Heinze , Bologna : Il mulino, [1996] , Collezione di
testi e di studi. Linguistica ecritica letteraria
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Leclercq, R. , Le divin loisir : essai sur les Bucoliques de Virgile / R. Leclercq , Bruxelles : Latomus, 1996 ,
Collection Latomus
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critical edition by Julian Ward Jones, Jr , Toronto : Pontifical Institute of mediaeval studies, c1996 , Studies
and texts
Soggetti: Manoscritti - Londra - British library - Ms
Harley 4946
Manoscritti - Milano - Biblioteca Ambrosiana Ms G111 inf.
Virgilio Marone, Publio . Eneide. L. 6.
Servius, Maurus Honoratus , Commento al libro 9. dell'Eneide di Virgilio : con le aggiunte del cosiddetto
Servio Danielino / Servio ; introduzione, bibliografia, edizione critica a cura di Giuseppe Ramires , Bologna :
Patron, 1996 , Testi e manuali per l'insegnamentouniversitario del latino
Gunther, Hans Christian , Uberlegungen zur Entstehung von Vergils Aeneis / Hans-Christian Gunther ,
Gottingen : Vandenhoeck & Ruprecht, c1996 , Hypomnemata
O'Hara, James J. , True names : Vergil and the Alexandrian tradition of etymological wordplay / James J.
O'Hara , Ann Arbor : The University of Michigan Press, c1996
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Borsetto, Luciana , Tradurre Orazio, tradurre Virgilio : Eneide e Arte poetica nel Cinque e Seicento / Luciana
Borsetto , Padova : CLEUP, 1996
Nomi: Borsetto, Luciana
Soggetti: Orazio Flacco, Quinto . Ars poetica - Traduzioni
- Sec. 16.-17.
Virgilio Marone, Publio . Eneide Volgarizzamenti - Sec. 16.-17.
Wacht, Manfred , Concordantia Vergiliana / curavit Manfred Wacht , Hildesheim [etc.] : Olms-Weidmann,
1996
Descrizione fisica: 2 v. ; 30 cm. , Alpha-omega. Reihe A, Lexika, Indizes,Konkordanzen zur klassischen
Philologie
Comprende: 1: A-L / curavit Manfred Wacht
2: M-Z / curavit Manfred Wacht
Nomi: Wacht, Manfred
Vergilius Maro, Publius
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Concordanze
Brungs, Karl-Hans , Giacomo Leopardis Aeneisubersetzung : die Ubersetzung Leopardis in der Kritik des 19.
und 20. Jahrhunderts textkritische Ausgabe und Kommentar / Karl-Hans Brungs , Frankfurt an Main [etc.] :
P. Lang, c1996 , Bonner romanistische Arbeiten
Leopardi, Giacomo
Vergilius Maro, Publius
Soggetti: Leopardi, Giacomo - Traduzioni da Virgilio
Virgilio Marone, Publio . Eneide Traduzioni italiane
, 2.2 / conlegerunt Iosepha Barabino, Antonius V. Nazzaro, Antoninus Scivoletto , Genova : Dipartimento di
archeologia, filologia classica e loro tradizioni, 1995 , Pubblicazioni del D.AR.FI.CL.ET. N. S
Note Generali: In testa al front.: Universita di Genova, Facolta di lettere.
Fa parte di: Interpretationes Vergilianae minores
Nomi: Nazzaro, Antonio V.
Scivoletto, Nino
Barabino, Giuseppina
Soggetti: VIRGILIO , MARONE PUBLIO - Opere - Critica del
testo
, I luoghi virgiliani del 6. libro dell'Eneide : esperienza didattica / a cura di Maria Antonietta Elia ; prefazione di
Michele Giorgio , Bari : M. Adda, [1995]
Nomi: Elia, Maria Antonietta
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Eneide - L. 6 Topografia
Putnam, Michael C. J. , Virgils Aeneid : interpretation and influence / Michael C. J. Putnam , Chapel Hill [etc.]
: The University of North Carolina press, c1995
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide
Baswell, Christopher , Virgil in medieval England : figuring the Aeneid from the twelfth century to Chaucer /
Christoper Baswell , Cambridge : University press, 1995 , Cambridge studies in medieval literature
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Fortuna Inghilterra - Medioevo
Clausen, Wendell , A commentary on Virgil Eclogues / by Wendell Clausen , Oxford : Clarendon Press, 1995
, Clarendon paperbacks
Note Generali: Con il testo latino.
Maggiulli, Gigliola , Incipiant silvae cum primum surgere : mondo vegetale e nomenclatura della flora di
Virgilio / Gigliola Maggiulli , Roma : GEI, [1995] , Bibliotheca Athena. N. S
Soggetti: Botanica - Terminologia latina
Virgilio Marone, Publio - Nozioni di
botanica
Caviglia, Franco , Note sulle Interpretationes Vergilianae di Tiberio Claudio Donato : corso di Letteratura
latina, Lettere moderne 2. anno / prof. Franco Caviglia , Milano : I.S.U., Universita cattolica, 1995
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162
Soggetti: DONATO, TIBERIO CLAUDIO. INTERPRETATIONES
VERGILIANAE - COMMENTI
VIRGILIO MARONE, PUBLIO . AENEIS INTERPRETAZIONI DONATIANE - COMMENTI
Baldo, Gianluigi , Dall'Eneide alle Metamorfosi : il codice epico di Ovidio / Gianluigi Baldo , Padova :
Imprimitur, 1995 , Studi testi documenti / Dipartimento discienze dell'antichita, Universita di Padova
Soggetti: Ovidio Nasone, Publio . Metamorphoses Influssi di Virgilio
Rumpf, Lorenz , Extremus labor : Vergils 10. Ekloge un die Poetik der Bucolica / Lorenz Rumpf , Gottingen :
Vandenhoeck & Ruprecht, c1996 , Hypomnemata
Nomi: Rumpf, Lorenz
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Bucolica
Horsfall, Nicholas , A companion to the study of Virgil / edited by Nicholas Horsfall , Leiden ; New York ;
Koln, 1995 , Mnemosyne. Supplementum
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere
Classificazione: 871.01 - POESIA LATINA, ORIGINI-499
, Vergil : antike Weltliteratur in ihrer Entstehung und Nachwirkung / eine Aufsatzsammlung herausgegeben
von Johanner Irmscher , Amsterdam : A. M. Hakkert, 1995
Soggetti: Virgilio Marone, Publio
Virgilio Marone, Publio - Fortuna
D'Anna, Giovanni , Studi su Virgilio / Giovanni D'Anna , Roma : Pagine, [1995] , Sapientia
Desmond, Marilynn , Reading Dido : gender, textuality, and the medieval Aeneid / Marilynn Desmond ,
Minneapolis ; London, c1994 , Medieval cultures
Monaco, Giusto , Il libro dei ludi / Giusto Monaco
Edizione: 2. ed , [Palermo] : Palumbo, stampa 1994
Monteleone, Ciro , Palaemon : l'ecloga 3. di Virgilio : lusus intertestuale ed esegesi / Ciro Monteleone ,
Napoli : Loffredo, 1994 , Studi latini
Marchetta, Antonio , Due studi sulle Bucoliche di Virgilio / Antonio Marchetta , Roma : GEI, 1994 , Nuovi
saggi
Salvatore, Armando , Virgilio e Pseudovirgilio : studi su l'Appendix / Armando Salvatore , Napoli : Loffredo,
1994, stampa 1995
Mora-Lebrun, Francine , L' Eneide medievale et la naissance du roman / Francine Mora-Lebrun , Parigi :
PUF, 1994 , Perspectives litteraires
Soggetti: Eneas
Romanzo cavalleresco - Ciclo classico
Virgilio Marone, Publio . Eneide - Fortuna Francia - Medioevo
Klecker, Elisabeth , Dichtung uber Dichtung : Homer und Vergil in lateinischen Gedichten italienischer
Humanisten des 15. und 16. Jahrhunderts / Elisabeth Klecker , Wien : Osterreichische Akademie der
Wissenschaften, 1994 , Arbeiten zur mittel- und neulateinischenPhilologie
Wiener Studien. Beiheft
Soggetti: Omero - Fortuna - Italia - Sec. 15.-16.
Poesia latina umanistica - Influssi di Omero
Poesia latina umanistica - Influssi di Virgilio
Virgilio Marone, Publio - Fortuna - Italia Sec. 15.-16.
, Eneide : con episodi significativi di Iliade e Odissea / a cura di Mario Geymonat
Edizione: 2. ed , Bologna : Zanichelli, 1994
Titolo uniforme: Aeneis
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163
Clausen, Wendell , A commentary on Virgil Eclogues / by Wendell Clausen , Oxford : Clarendon, 1994 ,
Clarendon paperbacks
Note Generali: E contenuto il testo lat.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Eclogae - Commenti
Kallendorf, Craig , A bibliography of Renaissance Italian translations of Virgil / Craig Kallendorf , Firenze : L.
S. Olschki, 1994 , Biblioteca di bibliografia italiana
Note Generali: Seguono appendici.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Traduzioni
italiane –
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Manfredi, Valerio Massimo , Mare greco : eroi ed esploratori nel Mediterraneo antico / Valerio Manfredi ; con
Lorenzo Braccesi , Milano : A. Mondadori, 1994
Descrizione fisica: 233 p., [8] c. di tav. : ill. ; 20 cm. , Bestsellers saggi
Soggetti: Omero . Odissea - Topografia
Virgilio Marone, Publio . Eneide Topografia
Farron, Steven , Vergils Aeneid : a poem of grief and love / by Steven Farron , Leiden [etc.] : E. J. Brill, 1993
, Mnemosyne. Supplementum
Maleuvre, Jean-Yves , La mort de Virgile d'apres Horace et Ovide / J.-Y. Maleuvre ; preface de J. Thomas ,
Paris : J. Touzot, [1993] , Collection Textes et images de l'antiquite
Nardoni, Davide , La bibbia dei quiriti / di Davide Nardoni , Roma : Edizioni internazionali di letteratura e
scienze, stampa 1993 , C.U.R
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Motivi
religiosi
Giancotti, Francesco , Victor tristis : lettura dell'ultimo libro dell'Eneide / Francesco Giancotti , Bologna :
Patron, 1993 , Testi e manuali per l'insegnamentouniversitario del latino
Note Generali: Gia pubbl.
Bruck, Sabine , Labor in Vergils Aeneis / Sabine Bruck , Frankfurt am Main [etc.] : P. Lang, c1993 ,
Europaische Hochschulschriften. Reihe 15.,Klassische Sprachen und Literaturen
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Concetto
di lavoro
Hardie, Philip , The epic successors of Virgil : a study in the dynamics of a tradition / Philip Hardie ,
Cambridge : Cambridge University Press, 1993 , Roman literature and its contexts
Wright, David H. , The Vatican Vergil : a masterpiece of late antique art / David H. Wright , Berkeley [etc.] :
University of California press, c1993
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Manoscritti - Roma
- Biblioteca apostolica Vaticana
, Il punto su Virgilio / a cura di Franco Serpa
Edizione: 2. ed , Bari : Laterza, 1993 , Universale Laterza
, Bucolica / Virgilio ; traduzione francese di Paul Valery: Les bucoliques ; versione italiana: Le bucoliche ; a
cura di Carlo Carena , Torino : Einaudi, 1-[1993] , Scrittori tradotti da scrittori
Scrittori tradotti da scrittori. Serietrilingue
Note Generali: Testo orig. a fronte
Trad. italiana in calce.
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Klause, Gunter , Die Periphrase der Nomina propria bei Vergil / Gunter Klause , Frankfurt am Main [etc.] : P.
Lang, c1993 , Studien zur klassischen Philologie
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Hickson, Frances V. , Roman prayer language : Livy and the Aneid of Vergil / von Frances V. Hickson ,
Stuttgart : Teubner, 1993 , Beitrage zur Altertumskunde
Soggetti: Livio, Tito - Opere - Lingua
Preghiera - Religione romana - Fonti letterarie
Virgilio Marone, Publio . Eneide - Lingua
Heinzel, Richard , Vergils epic technique / by Richard Heinze ; translated by Hazel and Harvey and Fred
Robertson ; with a preface by Antonie Wlosok , Bristol : Bristol classical press, 1993
Altri titoli collegati: [Altro documento correlato] Virgils epische Technik
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis
Stroppini, Gianfranco , Amour et dualite dans les Bucoliques de Virgile / avec introduction, bibliographie et
notes [de] Gianfranco Stroppini ; l'avertissement et la traduction poetique des Bucoliques sont de Marcel
Desportes , Paris : Klincksieck, 1993
, Ipsius umbra Creusae ; Creusa und Helena / Dorothea Gall , Mainz : Akademie der Wissenschaften und
der Literatur, c1993
Fa parte di: Abhandlungen der Geistes-und sozialwissenschaftlichen Klasse / Akademie der Wissenschaften
und der Literatur
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Creusa
Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Elena di
Troia
Rossi Minutelli, Stefania , Craig Kallendorf, A bibliography of Venetian editions of Virgil : recensione di /
Stefania Rossi Minutelli , [S.l. : s.n., 1993?]
Note Generali: Estr: da: "Ateneo Veneto", A.180.(1993).
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Opere - Edizioni 1470-1599 - Bibliografia
Ziolkowski, Theodore , Virgil and the moderns / Theodore Ziolkowski , Princeton, N. J.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Fortuna - Sec. 20.
Dion, Jeanne , Les passions dans l'oeuvre de Virgile : poetique et philosophie / Jeanne Dion , Nancy :
Presses universitaires de Nancy, c1993
Descrizione fisica: 480 p. ; 24 cm. , Travaux et memoires. Etudes anciennes
Beye, Charles Rowan , Ancient epic poetry : Homer, Apollonius, Virgil / Charles Rowan Beye , Ithaca ;
London, c1993
Soggetti: Apollonio : Rodio
Omero
Virgilio Marone, Publio
, The two worlds of the poet : new perspectives on Vergil / Robert M. Wilhelm and Howard Jones editors ,
Detroit : Wayne State University press, c1992 , Classical studies pedagogy series
Soggetti: McKay, Alexander Gordon - Bibliografia
Virgilio Marone, Publio
Ricottilli, Licinia , Tum breviter Dido voltum demissa profatur (Aen. 1, 561) : individuazione di un cogitantis
gestus e delle sue funzioni e modalita di rappresentazione nell'Eneide / Licinia Ricottilli , Pisa : Giardini, 1992
Note Generali: Estr. da: Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici, 28
Berres, Thomas , Vergil und die Helenaszene : mit einem Exkurs zu den Halbversen / Thomas Berres ,
Heidelberg : Winter, 1992 , Bibliothek der klassischenAltertumswissenschaften. N. F. 2. Reihe
Wright, David H. , Codicological notes on the Vergilius Romanus : Vat. lat. 3867 / David. H. Wright , Citta del
Vaticano : Biblioteca apostolica vaticana, 1992 , Studi e testi
Soggetti: Manoscritti latini - Roma - Biblioteca
apostolica Vaticana - Cod. Vat. Lat. 3867
Roma - Biblioteca apostolica vaticana - Cod.
Vaticanus Latinus 3867
Roma - Biblioteche - Biblioteca apostolica
Vaticana - Cod. Vat. Lat. 3867
Virgilio Marone, Publio
Virgilio Marone, Publio - Opere F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Manoscritti - Roma - Biblioteca apostolica
Vaticana - Cod. Vat. Lat. 3867
McCormick, Michael , Five hundred unknown glosses from the Palatine Virgil : the Vatican Library, MS. Pal.
lat. 1631 / Michael McCormick , Citta del Vaticano : Biblioteca apostolica Vaticana, 1992 , Studi e testi
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Opere Manoscritti - Roma - Biblioteca apostolica
vaticana
Paterlini, Mariarita , Septem discrimina vocum : Orfeo e la musica delle sfere / Mariarita Paterlini , Bologna :
Patron, 1992 , Edizioni e saggi universitari di filologiaclassica
Salvatore, Armando , Itinerario poetico di Virgilio / Armando Salvatore , Napoli : Loffredo, stampa 1992
Gaebel, Robert Edward , A study of the greek word-lists to Vergil's Aeneid appearing in latin literary papyri /
by Robert Edward Gaebel , Ann Arbor, Michigan
Note Generali: Diss. ... University of Cincinnati, 1968
Garbarino, Giovanna , L' Eneide nella tradizione epica greca e latina : corso di letteratura latina / Giovanna
Garbarino , Torino : G. Giappichelli, [1992]
Note Generali: In appendice: Le figure femminili nell'epos prima di Virgilio, di Sergio Cecchin.
Lindgren Wofford, Susanne , The choice of Achilles : the ideology of figure in the epic / Susanne Lindgren
Wofford , Stanford, California
, Vergil : a census of printed editions 1469-1500 / edited by Martin Davies & John Goldfinch ; introduction by
R. C. Alston ; foreword by Lotte Hellinga , London : The bibliographical society, 1992 , Occasional papers of
the Bibliographicalsociety
Van Sickle, John , A reading of Virgil's messianic eclogue / John Van Sickle , New York ; London, 1992
Glei, Reinhold F. , Der Vater der Dinge : Interpretationen zur politischen, literarischen und kulturellen
Dimension des Krieges bei Vergil / Reinhold F. Glei , Trier : Wissenschaftlicher Verlag Trier, 1991 , BAC :
*Bochumer AltertumswissenschaftlichesColloquium
Crum, Earl Le Verne , Influence of Homer on Vergil with special reference to Servius / Earl Le Verne Crum ,
Ann Arbor, Michigan
Note Generali: Thesis ... New York University
Kallendorf, Craig , A bibliography of Venetian editions of Virgil : 1470-1599 / Graig Kallendorf , Firenze : L.S.
Olschki, 1991 , Biblioteca di bibliografia italiana
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Opere - Edizioni 1470-1599 - Bibliografia
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Horsfall, Nicholas , Virgilio : l'epopea in alambicco / Nicholas Horsfall , Napoli : Liguori, 1991 , Biblioteca.
Forme, materiali e ideologie delmondo antico
Slavitt, David R. , Virgil / David R. Slavitt , New Haven ; London, c1991
Pasini, Gian Franco , Grammatica del chiasmo in Virgilio / Gian Franco Pasini , Bologna : CLUEB, 1991 ,
Papers on rhetoric / Universita degli studi diBologna, Dipartimento di filologia classica emedioevale
Nomi: Pasini, Gian Franco
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Uso del
chiasmo
Sini, Francesco , Bellum nefandum : Virgilio e il problema del diritto internazionale antico / Francesco Sini ,
Sassari : Libreria Dessi, 1991
Kallendorf, Craig , A bibliography of Venetian editions of Vergil, 1470-1599 / Craig Kallendorf , Firenze : L. S.
Olsckhi, 1991 , Biblioteca di bibliografia italiana
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Edizioni
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
166
veneziane - 1470-1599
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Gioseffi, Massimo , Studi sul Commento a Virgilio dello Pseudo-Probo / Massimo Gioseffi , Firenze : La
nuova Italia, 1991 , Pubblicazioni della Facolta di lettere efilosofia dell'Universita di Milano
Pubblicazioni della Facolta di lettere efilosofia dell'Universita di Milano. Sezionea cura dell'Istituto di filologia
classica
Farrell, Joseph , Vergil's Georgics and the traditions of ancient epic : the art of allusion in literary history /
Joseph Farrell , New York ; Oxford, 1991
Portale, Rosario , Virgilio in Inghilterra : saggi / Rosario Portale , Pisa : Giardini, [1991]
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Fortuna - Gran
Bretagna
Farrell, Joseph , Vergils Georgics and the traditions of ancient epic : the art of allusion in literary history /
Joseph Farrell , New York [etc.] : Oxford University Press, 1991
Soggetti: Epopea greca
Epopea latina
Virgilio Marone, Publio . Georgica
Ciccuto, Marcello , Figure di Petrarca : Giotto, Simone Martini, Franco bolognese / Marcello Ciccuto , Napoli :
Federico & Ardia, stampa 1991 , Dal certo al vero
Soggetti: Livio, Tito - Opere - Illustrazioni - Sec. 14.
Petrarca, Francesco . Trionfi
Virgilio Marone, Publio - Opere Mynors, Roger Aubrey Baskerville , Virgil: Georgics / edited with a commentary by R. A. B. Mynors , Oxford
[etc.] : Clarendon Press, Oxford, 1990
Camps, William Anthony , Introduzione all'Eneide : contenuti, miti, stile e tecniche del capolavoro virgiliano /
W. A. Camps , Milano : Mursia, 1990 , GUM. N. S
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide
, Virgilio e gli augustei / a cura di Marcello Gigante , Napoli : Giannini, 1990
Note Generali: In testa al front.: Pubblicazioni virgiliane promosse dal Comitato virgiliano della Regione
Campania.
Poesia latina - Sec. 1. a. C.
Virgilio Marone, Publio
Poliziano, Angelo , Commento inedito alle Georgiche di Virgilio / Angelo Poliziano ; a cura di Livia Castano
Musico , Firenze : Olschki, 1990 , Studi e testi / Istituto nazionale di studisul Rinascimento
Perotti, Pier Angelo , Studi virgiliani / Pier Angelo Perotti ; presentazione di Nino Marinone , Vercelli : Il
comprensorio, stampa 1990
Poliziano, Angelo , Commento inedito alla Georgiche di Virgilio / Angelo Poliziano ; a cura di Livia Castani
Musico , Firenze : Leo S. Olschki, 1990 , Studi e testi / Istituto nazionale di studisul Rinascimento
Mellinghoff-Bourgerie, Viviane , Les incertitudes de Virgile : contributions epicuriennes a la theologie de
l'Eneide / Viviane Mellinghoff-Bourgerie ; preface de Pierre Grimal , Bruxelles : Latomus, 1990 , Collection
Latomus
Wlosok, Antonie , Res humanae-res divinae : kleine Schriften / Antonie Wlosok ; herausgegeben von
Eberhard Heck und Ernst A. Schmidt , Heidelberg : C. Winter-Universitatsverlag, 1990 , Bibliothek der
klassischenAltertumswissenschaften. N. F. 2. Reihe
, Virgil / edited by Ian McAuslan and Peter Walcot , Oxford [etc.] : published by Oxford University Press, on
behalf of The classical association, 1990
Descrizione fisica: 202 p. ; 24 cm. , Greece & Rome studies
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Klemke, Gisela , Beobachtungen zur Vergilischen Parataxe : das Phanome der Entfaltung in der Aeneis /
Gisela Klemke , Frankfurt am Main [etc.] : P. Lang, 1990 , Europaische Hochschulschriften. Reihe
15.,Klassische Sprachen und Literaturen
, Virgilio e gli Augustei / a cura di Marcello Gigante , Napoli : Giannini, 1990 , Pubblicazioni virgiliane /
promosse dalComitato virgiliano della Regione Campania
Note Generali: Atti del convegno internazionale, tenuto a Napoli, 17-19 novembre 1989.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Rapporti con i
poeti latini
O'Hara, James J. , Death and the optimistic prophecy in Vergil's Aeneid / James J. O'Hara , Princeton, New
Jersey
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Profezie
Norden, Eduard , Varro's imagines / Eduard Norden ; [herausgegeben von Bernhard Kytzler] , Berlin :
Akademie-Verlag, 1990
Vergilius Maro, Publius , Le georgiche : libro primo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana
interlineare, argomento, note e verbi, scansione metrica e cesure a cura di Salvatore Di Meglio , Roma :
Sormani, stampa 1990 , Collana Avia pervia di testi latini
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Georgiche - Libro
4. - Traduzioni
Gallico, Claudio , La fortuna di Virgilio nella musica, ed il caso di Domenico Mazzocchi / Claudio Gallico ,
Parma : Universita, Facolta di lettere e filosofia, 1990
Note Generali: Estr. da: Tradizione dell'antico nelle letterature e nelle arti d'Occidente.
Nomi: Gallico, Claudio
Soggetti: Mazzocchi, Domenico
Virgilio Marone, Publio - Opere Rappresentazione - Sec. 16.-17.
Oroz Reta, Jose , Virgilio : vida, obras y fortuna / Jose Oroz Reta , Salamanca : Publicaciones Universidad
Pontifica, c opyr. 1990 , Bibliotheca Salmanticensis. Estudios
Kristol, Susan Scheinberg , Labor and fortuna in Vergils Aeneid / Susan Scheinberg Kristol , New York ;
London, 1990 , Harvard dissertations in classics
Note Generali: Ripr. facs. della tesi per il conseguimento del Ph. D.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Studi
linguistici
Piumini, Roberto , La storia di Enea / Roberto Piumini ; illustrazioni di Cecco Mariniello , Roma : Nuove
edizioni romane, [1990]
Gransden, Karl Watts , Virgil, the Aeneid / K.W. Gransden , Cambridge : Cambridge University, c1990 ,
Landmarks of world literature
Salvatore, Armando , Lettura di Virgilio : aspetti e problemi / Armando Salvatore , Napoli : Loffredo, [1990] , I
quaderni del Liceo classico Plinio Seniore diCastellammare di Stabia
Wiltshire, Susan Ford , Public and private in Virgil's Aeneid / Susan Ford Wiltshire , Amherst : The University
of Massachusetts Press, 1989
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Aspetti
sociali
, Vergil's Aeneid ; and Fourth "Messianic" eclogue in the Dryden translation / edited, with introduction and
notes by Howard Clarke , University Park ; London, copyr. 1989
Nomi: Vergilius Maro, Publius
Dryden, John
Clarke, Howard
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Concetto
di memoria
Virgilio Marone, Publio - Aeneis Traduzioni inglesi
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Perkell, Christine G. , The poets truth : a study of the poet in Virgil's Georgics / Christine Perkell , Berkeley ;
Los Angeles ; London, copyr. 1989
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Georgica
Kallendorf, Craig , In praise of Aeneas : Virgil and epideictic rethoric in the early Italian Renaissance / Craig
Kallendorf , Hanover ; London, copyr. 1989
Soggetti: Letteratura italiana - Sec. 14.-15. - Influssi
di Publio Virgilio Marone
Virgilio Marone, Publio - Fortuna - Italia Sec. 2.-15.
Nielson, Kristina Passmann , Book 11., the Aeneid : a literary analysis / Kristina Passmann Nielson , Ann
Arbor : University Microfilms International, 1989
Note Generali: Ripr.facs. della tesi per il conseguimento del Ph. D., tenuta presso The University of Iowa,
1982.
Geyer, Angelika , Die Genese narrativer Buchillustration : der Miniaturenzyklus zur Aeneis im Vergilius
Vaticanus / Angelika Geyer , Frankfurt am Main : V. Klostermann, c1989 , Frankfurter wissenschaftliche
Beitrage.Kulturwissenschaftliche Reihe
Soggetti: Manoscritti miniati - Roma - Citta del Vaticano
- Biblioteca vaticana - Cod. vat. lat. 3225
Virgilio Marone, Publio . Eneide Manoscritti miniati
D'Anna, Nuccio , Virgilio e le rivelazioni divine / Nuccio D'Anna , Genova : ECIG, 1989 , Nuova Atlantide.
Sez. Polimetis
Note Generali: Seguono appendici.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Motivi
religiosi
Perkell, Christine G. , The poet's truth : a study of the poet in Virgil's Georgics / Christine G. Perkell ,
Berkeley ; Los Angeles ; London, copyr. 1989
Hickson, Frances V. , Voces precationum : the language of prayer in the History of Livy and the Aeneid of
Vergil / Frances V. Hickson , Ann Arbor : University Microfilms International, 1989
Note Generali: Ripr. facs. della tesi per il conseguimento del Ph. D., tenuta presso The University of North
Carolina at Chapel Hill, 1986.
Nomi: Hickson, Frances V.
Soggetti: Livio, Tito - Ab urbe condita - Motivi religiosi
Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Motivi
religiosi
Cairns, Francis , Virgils Augustan epic / Francis Cairns , Cambridge [etc.] : Cambridge University Press,
1989
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Figure
Freedman, Luba , The classical pastoral in the visual arts / Luba Freedman , New York [etc.] : Peter Lang,
1989 , Hermeneutics of art
Soggetti: Pastori nell'arte - Antichita-Sec. 18.
Virgilio Marone, Publio . Bucolica
Borsetto, Luciana , L' Eneida tradotta : riscritture poetiche del testo di Virgilio nel 16. secolo / Luciana
Borsetto , Milano : UNICOPLI, [1989] , Quaderni dell'Istituto di filologia eletteratura italiana, Universita degli
studidi Padova
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Traduzioni
italiane - Sec. 16.
Grebe, Sabine , Die vergilische Heldenschau : Tradition und Fortwirken / Sabine Grebe , Frankfurt am Main
[etc.] : Lang, c1989 , Studien zur klassischen Philologie
Henry, Elisabeth , The vigour of prophecy : a study of Virgils Aeneid / Elisabeth Henry , Bristol : Bristol
Classical Press, c1989
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Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Concetto
di memoria
Kallendorf, Craig , In praise of Aeneas : Virgil and epideictic rhetoric in the early italian Renaissance / Craig
Kallendorf , Hanover ; London, copyr. 1989
Soggetti: LETTERATURA ITALIANA - Sec. 14.-16. - Influssi
di P. Virgilio Marone
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Eneide - Fortuna Italia - Sec- 14.-16.
Hardie, Philip , Virgil's Aeneid : cosmos and imperium / Philip R. Hardie , Oxford : Clarendon Press, 1989 ,
Clarendon paperbacks
Parry, Adam Milman , The language of Achilles and other papers / Adam M. Parry , Oxford : Clarendon
Press, 1989
Soggetti: Letteratura greca
Virgilio Marone, Publio - Opere
Lyne, Richard Oliver Allen Marcus , Words and the poet : characteristic techniques of style in Vergils Aeneid
/ R. O. A. M. Lyne , Oxford : Clarendon Press, 1989
Lee, M. Owen , Death and rebirth in Virgils Arcadia / M. Owen Lee , Albany : State University of New York
Press, c1989 , SUNY series in classical studies
Rieks, Rudolf , Affekte und Strukturen : Pathos als ein Form und Wirkprinzip von Vergils Aeneis / von Rudolf
Rieks , Munchen : C. H. Beck, 1989 , Zetemata
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Lessico
D'Anna, Giovanni , Virgilio : saggi critici / di Giovanni D'Anna , Roma : Lucarini, [1989] , Proposte
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere
Izquierdo Izquierdo, Jose Antonio , Diego Lopez, o El virgilianismo espanol en la escuela del Brocense /
Jose Antonio Izquierdo Izquierdo , Caceres : Diputacion provincial, Institucion cultural El Brocense, 1989
Soggetti: Lopez, Diego - Traduzioni da Virgilio
Virgilio Marone, Publio - Opere - Traduzioni
spagnole - Sec. 17.
D'Anna, Giovanni , Virgilio : saggi critici / di Giovanni D'Anna , Roma : Lucarini, copyr. 1989 , Proposte
, Hic Vergilius : il parco di Mergellina: un luogo tra storia e mito / a cura di Filomena Sardella , [Napoli] :
Edizioni Marotta, 1988
Note Generali: In testa al front.: Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.
Spence, Sarah , Rhetorics of reason and desire : Vergil, Augustine, and the troubadours / Sarah Spence ,
Ithaca, N.Y
Soggetti: Agostino : Aurelio <santo>
Agostino, Aurelio <santo>
Poesia trovadorica
Virgilio Marone, Publio
, Coronide virgiliana / a cura di Marcello Gigante , Napoli : Giannini, 1988
Note Generali: In testa al front.: Societa nazionale di scienze lettere e arti in Napoli; Pubblicazioni del
Bimillenario virgiliano promosse dalla Regione Campania.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Fortuna
Brenk, Frederick E. , Wind and waves, sacrifice and treachery : Diodoros, Appian and the death of Palinurus
in Vergil / [Frederick E. Brenk] , [S. l. : s. n., 1988?]
Note Generali: Estr. da: Aevum, 62 (1988), n. 1.
Nomi: Brenk, Frederick E.
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Eneide - Libri
5.-6.
Patterson, Annabel , Pastoral and ideology : Virgil to Valery / Annabel Patterson , Oxford : Clarendon Press,
1988
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Soggetti: Letteratura pastorale - Europa - Sec. 13.-19.
Virgilio Marone, Publio - Eclogae - Fortuna
- Sec. 13.-19.
Putnam, Michael C. J. , The poetry of the Aeneid / Michael C. J. Putnam , Ithaca [etc.] : Cornell University
Press, 1988
Di Lorenzo, Enrico , Strutture allitterative nelle ecloghe di Virgilio e nei bucolici latini minori / Enrico Di
Lorenzo , Napoli : Arte tipografica, 1988 , Quaderni del Dipartimento di scienzedell'antichita / Universita degli
studi diSalerno
Soggetti: Poesia pastorale latina - Sec. 1.-3. - Critica
stilistica
Virgilio Marone, Publio . Bucoliche Critica stilistica
Vianello, Roberto , Appunti sul commento alle Bucoliche virgiliane nel codice 1084 della Biblioteca
universitaria di Padova / Roberto Vianello , Padova : Societa cooperativa tipografica, 1988
Note Generali: Estr. da: Atti e memorie dell'Accademia patavina di scienze lettere ed arti, 99 (1986-87), 3
Mackie, C. J. , The characterisation of Aeneas / by C. J. Mackie , Edinburgh : Scottish Academic Press. 1988
, Scottish classical studies
Watenyeri, Simone Pietro Eulogio , De epiteto pius a Vergilio Aeneae attributo in poemate epico cui titulus
est Aeneis / Simon Petrus Eulogius Watenyeri , Romae : [s. n.], 1988 (Roma : Leberit)
Note Generali: Estr. dalla tesi di dottorato
In testa al front.: Pontificia studiorum Universitas Salesiana, Facultas litterarum Christianarum et
classicarum, Pontificium institutum altioris Latinitatis, Thesis ad doctoratum n. 227.
Stok, Fabio , Percorsi dell'esegesi virgiliana : due ricerche sull'Eneide / Fabio Stok , Pisa : ETS, [1988] , Testi
e studi di cultura classica
Watenyeri, Simone Pietro Eulogio , De epitheto "pius" a Vergilio Aeneae attributo in poemate epico cui titulus
est "Aeneis" : dissertatio ad lauream / Simon Petrus Eulogius Watenyeri , Roma : P ontificia studiorum
universitas salesiana, 1988
Nomi: Watenyeri, Simone Pietro Eulogio
Gasparotto, Giovanni , Presagi, previsioni e predizioni nel lessico di Virgilio / Giovanni Gasparotto , Verona :
Libreria universitaria editrice, 1987
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Motivi
religiosi
Fiore, Tommaso , Dal Virgilio minore alla poesia d'Ovidio / Tommaso Fiore ; premessa di Paolo Fedeli ,
Manduria [ecc.] : Lacaita, [1987] , Biblioteca di studi moderni
Note Generali: Nella pagina contro il front.: Universita degli studi di Bari, Dipartimento di scienze
dell'antichita.
Scritti in parte gia pubbl
Bruggisser, Philippe , Romulus Servianus : la legende de Romulus dans les Commentaires a Virgile de
Servius: mythographie et ideologie a l'epoque de la dynastie theodosienne / par Philippe Bruggisser , Bonn :
Habelt, 1987 , Antiquitas. Reihe 1., Abhandlungen zur altenGeschichte
Soggetti: ROMOLO - MITI
SERVIO, MAURO ONORATO. IN VERGILII CARMINA
COMMENTARII - ROMOLO
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - OPERE CONTINUATORI
Morano Rando, Maria Teresa , Bibliografia virgiliana / M. T. Morano Rando , Genova : La quercia, c1987 ,
Passato e presente
Duckwitz, Norbert H. O. , Originality and unity in Vergils third Eclogue / Norbert H. O. Duckwitz , Ann Arbor :
University Microfilms International, copyr. 1987
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Note Generali: Ripr. facs. della tesi per il conseguimento del Ph. D., tenuta presso la University of Colorado,
1982.
Petrini, Mark , Children and heroes : a study of Catullus and Vergil / Mark Julien Petrini , Ann Arbor :
University Microfilms International, 1987
Note Generali: Ripr. facs. della tesi per il conseguimento del Ph. D., tenuta presso la University of Michigan,
1987.
Soggetti: Catullo, Gaio Valerio - Carmina
Catullo, Gaio Valerio - Carmina - Fanciulli
Virgilio Marone, Publio - Opere - Fanciulli
Delvigo, Maria Luisa , Testo virgiliano e tradizione indiretta : le varianti probiane / Maria Luisa Delvigo , Pisa :
Giardini, [1987] , Biblioteca di Materiali e discussioni perl'analisi dei testi classici
Virgilio Marone, Publio - Opere - Tradizione
e critica del testo - Sec. 1.-4.
Clausen, Wendell , Virgils Aeneid and the tradition of Hellenistic poetry / Wendell Clausen , Berkeley [ecc.] :
University of California press, c1987 , Sather classical lectures
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Influssi
ellenistici
, Il punto su Virgilio / a cura di Franco Serpa , Roma [ecc.] : Laterza, 1987 , Universale Laterza
Pomathios, Jean Luc , Le pouvoir politique et sa representation dans l'Eneide de Virgile / Jean-Luc
Pomathios , Bruxelles : Latomus, 1987 , Collection Latomus
Van Sickle, John , Poesia e potere : il mito Virgilio / John Van Sickle , Roma [ecc.] : Laterza, 1986 ,
Biblioteca di cultura moderna
Thomas, Joel , Le depassement du quotidien dans l'Eneide, les Metamorphoses d'Apulee et le Satiricon :
essai sur trois univers imaginaires / Joel Thomas , Paris : Les belles lettres, 1986 , Collection d'etudes
anciennes
Ceccarelli, Lucio , L' allitterazione a vocale interposta variabile in Virgilio / Lucio Ceccarelli , L'Aquila [ecc.] :
Japadre, 1986 , Collana di filologia classica
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Critica
stilistica
Classificazione: 871.01 - Poesia latina fino al 500 ca.
Vergilius Maro, Publius , Le Georgiche / di Virgilio ; commentate e tradotte [da] Francesco della Corte ,
[Genova] : Istituto di filologia classica e medievale, 1986Note Generali: In testa al front.: Universita di Genova, facolta di lettere.
Testo latino con traduzione italiana a fronte
Timpanaro, Sebastiano <1923-2000> , Per la storia della filologia virgiliana antica / Sebastiano Timpanaro ,
Roma : Salerno, 1986 , Quaderni di Filologia e critica
Griffin, Jasper , Virgil / Jasper Griffin , Oxford [ecc.] : Oxford university press, 1986 , Past masters
Novara, Antoinette , Poesie virgilienne de la memoire : questions sur l'histoire dans l'Eneide 8 / Antoinette
Novara , Clermont : Adosa, copyr. 1986 , Vates
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Concetto
di memoria
Boyle, A. J. , The Chaonian dove : studies in the Eclogues, Georgics and Aeneid of Virgil / by A. J. Boyle ,
Leiden : Brill, 1986
Fa parte di: Mnemosyne : Bibliotheca classica Batava. Supplementum
Buchner, Karl , Virgilio : il poeta dei romani / Karl Buchner ; edizione italiana a cura di Mario Bonaria
Edizione: 2. ed. / a cura di Elisabetta Riganti , Brescia : Paideia, 1986 , Biblioteca di studi classici
Note Generali: Trad. di Elisabetta Riganti.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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, Virgilio e a cultura portuguesa : actas do bimilenario da morte de Virgilio : Lisboa 1981 , [S.l.] : impresa
Nacional Casa da Moeda, stampa 1986 , Temas portuguese
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Celebrazioni
Briceno Jauregui, Manuel , Tres bimilenarios clasicos : Virgilio, Tibulo, Propercio / Manuel Briceno Jauregui,
S.I , Bogota : Instituto Caro y Cuervo, 1986 , Publicaciones del Instituto Caro y Cuervo
, Vergil at 2000 : commemorative essays on the poet and his influence / edited by John D. Bernard , New
York : AMS Press, c1986 , AMS ars poetica
Virgilio Marone, Publio - Fortuna
Virgilio Marone, Publio - Opere - Fortuna
Grimal, Pierre , Virgilio : la seconda nascita di Roma / Pierre Grimal ; traduzione dal francese di Anna Silva ,
Milano : Rusconi, 1986 , Le vite
Bilinski, Bronislaw , La fortuna di Virgilio in Polonia / Bronislaw Bilinski , Wroclaw [ecc.] : Zaklad narodowy
imjenia ossolinskich wydawnictwo Polskiej akademii nauk, 1986 , Conferenze / Accademia polacca delle
scienze,Biblioteca e centro di studi a Roma
Perosa, Sergio , Aspetti della fortuna di Virgilio nei paesi di lingua inglese / Sergio Perosa , Napoli : Offic.
graf. napoletane, 1986
Note Generali: Estr. da: La fortuna di Virgilio : atti del convegno internazionale : Napoli, 24-26 ottobre 1983.
Nomi: Perosa, Sergio
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Fortuna - Gran
Bretagna
Seong, Bosco Youm , Quid cogitaverit et senserit Vergilius de iustitia in poemate quod inscribitur Aeneis /
Bosco Youm Seong , Romae : [s. n.], 1986 (Roma : Leberit)
Note Generali: In testa al front.: Pontificia studiorum Universitas Salesiana, Facultas litterarum classicarum
et Christianarum, Pontificium institutum altioris latinitatis, Thesis ad doctoratum n. 231.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Concetto
di giustizia
, La fortuna di Virgilio : [atti del Convegno internazionale, Napoli 24-26 ottobre 1983] , Napoli : Giannini, 1986
Descrizione fisica: 528 p., [4] c. di tav. : ill. ; 22 cm.
Note Generali: In testa al front.: Societa nazionale di scienze, lettere e arti in Napoli; Pubblicazioni del
bimillenario virgiliano promosse dalla Regione Campania.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Fortuna - Congressi
- 1983
, Virgilio e Rivalta / [a cura di] Cesare Mozzanega , Suzzara : Bottazzi, 1986
Descrizione fisica: 45 p. : ill. ; 21 cm.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Luogo di nascita
D'Ippolito, Gennaro , L' approccio intertestuale alla poesia : sondaggi da Vergilio e dalla poesia cristiana
greca di Gregorio e di Sinesio / Gennaro D'Ippolito , Palermo : [s. n.], 1985 (Palermo : S.T.ASS.) , Quaderni
dell'Istituto di filologia grecadell'Universita di Palermo
Soggetti: Poesia - Analisi strutturale
Poesia cristiana - Autori greci - Sec. 4.-5.
Virgilio Marone, Publio . Eneide
Vergilius Maro, Publius , Vergilius Romanus : codice vaticano latino 3867
Edizione: Ed. in facsimile , Milano : Jaca book, 1985-1986 , Codices e Vaticanis selecti
Note Generali: In custodia.
Comprende: 1: Codice Vaticano latino 3867 : riproduzioneintegrale ridotta dei 309 fogli superstiti
Volume di commento all'edizione in facsimiledel codice vat. lat. 3867 / contributi diCarlo Bertelli ... [et al.] ; a
cura di ItaloLana
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Bonfanti, Marzia , Punto di vista e modi della narrazione nell'Eneide / Marzia Bonfanti , Pisa : Giardini, [1985]
, Biblioteca di Materiali e discussioni perl'analisi dei testi classici
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Conte, Gian Biagio , Memoria dei poeti e sistema letterario : Catullo, Virgilio, Ovidio, Lucano / Gian Biagio
Conte
Edizione: 1. ed. riv. e aggiornata , Torino : Einaudi, 1985 , Piccola biblioteca Einaudi
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Suerbaum, Werner , Riflessioni in margine alla moderna critica dell'Eneide / Werner Suerbaum , Trieste : P.
Deganutti, [1985?]
Note Generali: In testa al front.: Universita degli studi di Trieste, Istituto di filologia classica e medioevale. [[I
Trad. di Mario Martina
Nomi: Suerbaum, Werner
Altri titoli collegati: [Altro documento correlato] Gedanken zur modernen Aeneis-Forschung
, Saggi virgiliani / [a cura di] Giulio Puccioni , Bologna : Patron, 1985 , Edizioni e saggi universitari di
filologiaclassica
Nomi: Puccioni, Giulio
Della Corte, Francesco <1913-1991> , La mappa dell'Eneide / Francesco Della Corte
Edizione: Rist. anast , Scandicci : La nuova Italia, 1985 , Strumenti. Ristampe anastatiche
Note Generali: Ripr. dell'ed.1972.
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
, 9.: , [S.l.] : La quercia, 1985 , Pubblicazioni dell'Istituto di filologiaclassica e medievale dell'UniversitW1A0a
diGenova
Note Generali: In testa al front.: Universita di Genova, Facolta di lettere, Istituto di filologia classica e
medievale
Fa parte di: Opuscula / Francesco Della Corte
, Lectures medievales de Virgile : actes du Colloque organise par l'Ecole francaise de Rome : Rome, 25-28
octobre 1982 , Roma : Ecole francaise de Rome, 1985 , Collection de l'Ecole francaise de Rome
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Fortuna - Sec.
8.-15. - Congressi - Roma - 1982
Heuze, Philippe , L' image du corps dans l' oeuvre de Virgile / Philippe Heuze , Roma : Ecole francaise de
Rome, 1985 , Collection de l'Ecole francaise de Rome
Nomi: Heuze, Philippe
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere Rappresentazione del corpo umano
Gigante, Marcello , Virgilio e la Campania / Marcello Gigante , Napoli : Giannini, 1984
Note Generali: In testa al front.: Societa nazionale di scienze lettere e arti in Napoli; Pubblicazioni del
bimillenario virgiliano promosse dalla Regione Campania.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Riferimenti
alla Campania
, Publius Vergilius Maro, 70-19 a.C , Merano : Istituto culturale italo-tedesco, 1984 , Studi italo-tedeschi :
collana di monografiedell'Istituto culturale italo-tedesco
Note Generali: Saggi pubblicati in occasione del bimillenario della morte, 1982.
Gransden, K. W. , Virgils Iliad : an essay on epic narrative / K. W. Gransden , Cambridge [etc.] : Cambridge
University Press, 1984
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Influssi
omerici
Protti Tosi, Rita , Il timido ragazzo del Mincio / Rita Protti Tosi , [Porto Mantovano : Comune, 1984] (Mantova
: Tip. Commerciale)
De Feo, Italo , Mito e storia nella poesia di Virgilio / Italo De Feo , Mantova : Accademia nazionale virgiliana
di scienze, lettere ed arti, 1984
Note Generali: Estratto da: Atti e memorie, n.s., vol. 52.
Arnold, Bruce Michael , Neoteric Vergil : Alexandrian themes in the "Eclogues" / Bruce Michael Arnold , Ann
Arbor : University Microfilms International, copyr. 1984
Note Generali: Ripr. facs. della tesi per il conseguimento del Ph. D., tenuta presso la University of
Washington, 1984.
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
174
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Eclogae - Influssi
ellenistici
, Publius Vergilius Maro, 70-19 a.C. : 1982 : celebrazioni del bimillenario della morte , Merano : [s.n.], 1984
(Bolzano : Tip. La Bodoniana) , Studi italo-tedeschi : collana di monografiedell'Istituto culturale italo-tedesco
Note Generali: Testo anche in tedesco.
Conte, Gian Biagio , Virgilio : il genere e i suoi confini / Gian Biagio Conte , Milano : Garzanti, 1984 , Saggi
blu
Dauge, Yves Albert , Virgile, maitre de sagesse : essai d'esoterisme compare / Yves Albert Dauge , Milano :
Arche, 1984 , Bibliotheque de l'Unicorne. Serie francaise
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Motivi
esoterici
Convegno nazionale di studio su Virgilio <1982 ; Torino> , Atti del Convegno nazionale di studio su Virgilio :
Torino 1-2 maggio 1982 / a cura di Renato Uglione , [Torino] : Regione Piemonte-Assessorato alla cultura,
1984 , Atti dei convegni della Delegazione torinesedell'Associazione italiana di culturaclassica
Note Generali: In testa al front.: Associazione italiana di cultura classica, Delegazione di Torino.
Nomi: Uglione, Renato
Convegno nazionale di studio su Virgilio <1982; Torino>
Associazione italiana di cultura classica :Delegazione di Torino
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Congressi - 1982
Barchiesi, Alessandro , La traccia del modello : effetti omerici nella narrazione virgiliana / Alessandro
Barchiesi , Pisa : Giardini, 1984 , Biblioteca di Materiali e discussioni perl'analisi dei testi classici
Courcelle, Pierre , Lecteurs paiens et lecteurs chretiens de l'Eneide / Pierre Courcelle , Paris : Imprimerie
Gauthier-Villars : diffusion de Boccard, 1984, stampa 1985 , Memoires de l'Academie des inscriptions
etbelles-lettres / Institut de France. N.S
Comprende: 1 : Les temoignages litteraires
2 : Les manuscrits illustres de l'Eneide du10. au 15. siecle / Pierre Courcelle etJeanne Courcelle
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Fortuna
Convegno mondiale scientifico di studi su Virgilio <1981 ; Mantova, ecc.> , Atti del Convegno mondiale
scientifico di studi su Virgilio : Mantova- Roma- Napoli, 19-24 settembre 1981 / a cura dell'Accademia
nazionale Virgiliana , Milano : A. Mondadori, 1984
Negri, Angela Maria , Gli psiconimi in Virgilio / Angela Maria Negri , Roma : Edizioni dell'Ateneo, 1984 ,
Ricerche di storia della lingua latina
Note Generali: In appendice: Reti semantiche degli psiconimi studiati. [[I
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Spogli
lessicali
Camps, William Anthony , Introduzione all'Eneide : contenuti, miti, stile e tecniche del capolavoro virgiliano /
W. A. Camps , Milano : Mursia, c1984 , Strumenti per una nuova cultura. Guide emanuali
, L' essenza del ripensamento su Virgilio : tavola rotonda tenuta nel palazzo accademico il 9 ottobre 1982 ,
Mantova : [s. n.], 1983 (Mantova : Grassi)
Note Generali: In testa al front.: Accademia nazionale Virgiliana di scienze, lettere ed arti. [[I
Castiglioni, Luigi , Lezioni intorno alle Georgiche di Virgilio e altri studi / Luigi Castiglioni ; a cura di Alberto
Grilli , Brescia : Paideia, [1983] , Testi classici
Serpa, Franco , L' idea di natura nelle Georgiche : uno studio virgiliano / Franco Serpa , Trieste : LINT, 1983
, Nel bimillenario della morte di Virgilio , Mantova : Accademia nazionale Virgiliana di scienze lettere ed arti,
1983
Nomi: Accademia nazionale Virgiliana
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Studi
Coleiro, Edward , Tematica e struttura dell'Eneide di Virgilio / di Edoardo Coleiro , Amsterdam : B. R. Gruner,
1983
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Bastianini, Giovanni M. , Repertor Vergilianus seu Duplex alphabeticus index / Ioanne M. Bastianini
dispositus , Neapoli : M. D'Auria, 1983
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Spogli
lessicali
Parmeggiani La Rocca, Gina , La figura di Enea / Gina Parmeggiani La Rocca , Mantova : Accademia
nazionale virgiliana, 1983
Note Generali: Estr. da: Nel bimillenario della morte di Virgilio.
, Aeneis , Tubingen : Niemeyer, [19
Descrizione fisica: v. ; 24 cm. , Materialien zu Metrik und Stilistik
Fa parte di: Metrische Analysen zu Vergil / Wilhelm Ott
Comprende: Buch 3.:
Buch 2.:
Buch 4.:
Buch 10.:
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO . AENEIS - METRICA
, Virgilio nostro antico : atti delle celebrazioni per il bimillenario virgiliano in Calvisano , Calvisano : Comune,
1983
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Celebrazioni
Nazzaro, Antonio V. , Omaggio Sannita a Virgilio / a cura di Antonio V. Nazzaro , S. Giorgio del Sannio :
Comune, 1983
Note Generali: In testa al front.: Amministrazione provinciale di Benevento, Comune di S. Giorgio del Sannio,
Consorzio del medio calore.
Soggetti: Congressi - San Giorgio del Sannio - 1981
Vergilius Maro, Publius , Il poema di Enea : gli episodi piu avvincenti dell'Eneide e il loro svolgimento
narrativo / Virgilio ; nella nuova traduzione di Giuliana Palieri Annesi ; presentazione di Umberto Bosco ,
Roma : Gremese, 1983
Gillis, Daniel , Eros and death in the Aeneid / Daniel Gillis , Roma : L'Erma di Bretschneider, 1983 ,
Monografie / Centro ricerche e documentazionesull'antichita classica
Convegno virgiliano di Brindisi nel bimillenario della morte <1981 ; Brindisi> , Atti del Convegno virgiliano di
Brindisi nel bimillenario della morte : Brindisi 15-18 ottobre 1981 , Perugia : Istituto di filologia latina
dell'Universita di Perugia, 1983
Nomi: Convegno virgiliano di Brindisi nel bimillenariodella morte <1981 ; Brindisi>
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - CELEBRAZIONI
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - CONGRESSI BRINDISI - 1981
Lana, Italo , La poesia di Virgilio / Italo Lana
Edizione: Nuova ed. , Torino : G. Giappichelli, 1983 , Corsi universitari
Rocca, Silvana , Etologia virgiliana / Silvana Rocca , <Genova> : Istituto di filologia classica e medievale,
1983 , Pubblicazioni dell'Istituto di filologiaclassica e medievale dell'UniversitW1A0a diGenova
, L' Eneide di Virgilio illustrata da Luigi Ratini : Trento, Palazzo delle Albere, 2 aprile-30 maggio 1982 / a cura
di Michelangelo Lupo , [Trento] : Museo provinciale d'arte, Provincia autonoma di Trento, [1982]
Note Generali: Catalogo della Mostra.
Soggetti: Esposizioni - Trento - 1982
Ratini, Luigi - Esposizioni - 1982
Ratini, Luigi - Illustrazioni dell'Eneide Esposizioni - 1982
Virgilio Marone, Publio . Eneide Illustrazioni - Esposizioni - 1982
Williams, Robert Deryck , Virgil : his poetry through the ages / R. D. Williams and T. S. Pattie , London : The
British Library, c1982
Soggetti: Virgilio , Publio Marone - Manoscritti Biblioteche inglesi
Virgilio , Publio Marone - Opere - Traduzioni
inglesi
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
176
Arrigoni, Giampiera , Camilla, amazzone e sacerdotessa di Diana / Giampiera Arrigoni , Milano : CisalpinoGoliardica, 1982 , Testi e documenti per lo studio dell'antichita
, Quaestiones Vergilianae / Francisci Della Corte ... [et al.] , [Roma] : curante Instituto Romanis studiis
provehendis, 1982 , Commentarii / Academia Latinitati fovendae
, Testimonianze su Virgilio , Como : Dominioni, 1982 , Bonsai
Note Generali: In custodia
Ed. di 500 esempl. num. .
Museo polironiano della grafica contemporanea , Otto grandi maestri per Virgilio : Le Georgiche interpretate
da: Aldo Borgonzoni ... / Museo polironiano della grafica contemporanea, San Benedetto Po , Suzzara :
Bottazzi, 1982
Note Generali: Sul front.: Amministrazione provinciale di Mantova, Amministrazione comunale di San
Benedetto Po, Regione Lombardia.
Museo polironiano della grafica contemporanea
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Georgiche Litografie - Cataloghi
, Virgilio e noi , Genova : Universita, Facolta di lettere, Istituto di filologia classica e medievale, 1982 ,
Pubblicazioni dell'Istituto di filologiaclassica e medievale dell'UniversitW1A0a diGenova
Note Generali: Atti delle 9. Giornate filologiche genovesi tenute nel 1981
Data sul front.: 1981 .
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Congressi - 1981
Parodi Scotti, Franca , I colori nell'Eneide : significanti e significati / Franca Parodi Scotti , Torino : G.
Giappichelli, 1982
Alfano, Giuseppe , Un centone virgiliano del 16. secolo / Giuseppe Alfano ; traduzione poetica di E. Aliperti ,
Nola : Istituto vescovile, Associazione ex alunni, 1982 (Marigliano : Istituto Anselmi)
Tremoli, Paolo , Virgilio, poeta del passato e del presente / Paolo Tremoli , Trieste : [s.n.], 1982
Note Generali: Estr. da: Archeografo, 42(1982), ser. 4.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Celebrazioni
Katz, Stephanie Quinn , Vergil's pastoral mode : dialectical thought in the "Bucolics" / Stephanie Quinn Katz ,
Ann Arbor : University Microfilms International, copyr. 1982
Note Generali: Ripr. facs. della tesi per il conseguimento del Ph. D., tenuta presso la Vanderbilt University,
1982.
, Vergil Handschriften und Drucke der Herzog August Bibliothek / Bernd Schneider , Wolfenbuttel : Herzog
August Bibliothek, c1982
Note Generali: Catalogo della Mostra tenuta a Wolfenbuttel nel1982-1983.
Soggetti: MANOSCRITTI - Wolfenbuttel - Herzog August
Bibliothek - Esposizioni - 1982-1983
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Manoscritti Esposizioni - 1982-1983
Fasciano, Domenico , Virgile Concordance / Domenico Fasciano , Roma : Edizioni dell'Ateneo, 1982
Note Generali: In cofanetto
Comprende: 1: Eglogues, Georgiques, Eneide
2: Appendix Vergiliana
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Concordanze
Magno, Pietro , Virgilio e la civilta mediterranea / Pietro Magno , [Fasano] : Schena, stampa 1982
Mincione, Giuseppino , L' oltretomba di Virgilio in relazione con quello di Omero e di Dante / Giuseppino
Mincione
Edizione: 2. ed. , Chieti : Poligrafica abruzzese editrice, 1982
Note Generali: In testa al front.: Facolta di lettere e filosofia, Universita G. D'Annunzio, Chieti .
Bastianini, Giovanni M. , Repertor vergilianus seu Duplex alphabeticus index ... a Ioanne M. Bastianini
dispositus , Neapoli : M. D'Auria, 1982
Nomi: Bastianini, Giovanni M.
Vergilius Maro, Publius
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Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Spogli
lessicali
Cutolo, Eugenio , Il mio Virgilio / Eugenio Cutolo , Citta del Vaticano : Libreria editrice vaticana, 1982 (Napoli
: Arte tipografica)
, Vergil 2000 Jahre : Rezeption in Literatur, Musik und Kunst : Ausstellung der Universitatsbibliothek
Bamberg und der Staatsbibliothek Bamberg, 1982-1983 / [a cura di Werner Taegert] , Bamberg :
Universitatsbibliothek, 1982
Note Generali: Catalogo della mostra tenuta a Bamberg nel 1982-83.
, Partendo da Virgilio... / Liceo classico statale V. Lilla, Francavilla Fontana , Fasano : Grafischena, stampa
1982
De Simone, Roberto , Il segno di Virgilio / Roberto De Simone , [S. l. : s. n., 1982] (Napoli : Stampa et ars)
Note Generali: In custodia.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Leggende
Classificazione: 398.352 - Fenomeni naturali e fisici comesoggetti di folclore. Persone
, Georgica: la cultura dei campi in antiche illustrazioni delle Georgiche di Virgilio : mostra bibliografica : 12
marzo-3 aprile 1982 / Biblioteca statale e Libreria civica di Cremona / [a cura di] Edda Boldori ... [et al.] , [S.l.
: s.n.], 1982 (Cremona : Linograf) , Mostre / Biblioteca statale e Libreria civicadi Cremona ; [poi] Biblioteca
statale diCremona
Del Ton, Giuseppe , Gli ideali di Virgilio / Giuseppe Del Ton , Citta del Vaticano : Libreria editrice vaticana,
1982 (Urbino : AGE)
, Bucoliche / Virgilio ; traduzione a cura di Valeria Gigante Lanzara , Napoli : Giannini, 1981
Note Generali: In testa al front.: Societa Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli, pubblicazioni del
bimillenario virgiliano promosse dalla regione Campania.
, Lo spirito di Virgilio : otto maestri per un grande poeta , Milano : Electa, c1981
Note Generali: Catalogo della mostra tenutasi a Mantova nel 1981.
Soggetti: Mantova - Esposizioni - 1981
Virgilio Marone, Publio . Georgiche Esposizioni - 1981
, Convegno mondiale scientifico di studi su Virgilio, sotto l'alto patrocinio del Presidente della Repubblica :
Mantova, Roma, Napoli, 19-24 settembre 1981 , [S.l. : s.n.], 1981 (Mantova : CITEM)
Descrizione fisica: 1 v. ; 22 cm.
Note Generali: In testa al front.: Comitato nazionale per le celebrazioni del Bimillenario virgiliano (19 a.C.1981).
Biblioteca nazionale <Napoli> , Virgilio : mostra di manoscritti e libri a stampa : catalogo
Edizione: Rist. riveduta , Napoli : Industria tipografica artistica, 1981 , I quaderni della Biblioteca nazionale
diNapoli. Ser. 5
Note Generali: Errata corrige allegata
In testa al front.: Bimillenario virgiliano
Nomi: Biblioteca nazionale <Napoli>
Soggetti: Virgilio , Publio Marone - Opere - Manoscritti
- Esposizioni - 1981
Annecchino, Raimondo , La leggenda virgiliana nei Campi Flegrei / Raimondo Annecchino
Edizione: Rist. , Napoli : Arte tipografica, 1981
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Leggende
Colucci, Loris , Prospettive per una reinterpretazione del dativo in Virgilio / L. Colucci , Roma : A. Signorelli,
1981
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Lingua - Uso del
dativo
, Aeneis : Aeolus (1641), Nisus et Euryalus : episodi in versi latini dall'Eneide di Virgilio / musica di Domenico
Mazzocchi ; elaborazione di Claudio Gallico , [S.l. : s.n.], 1981 (Mantova : Tip. Commerciale)
Note Generali: In testa al front.: Laboratorio del Teatro olimpico di Sabbioneta, Comitato mantovano per il
Bimillenario di Virgilio.
Nomi: Gallico, Claudio
Mazzocchi, Domenico <1592-1665>
Soggetti: Mantova - Rappresentazioni teatrali - 1981
Sabbioneta - Rappresentazioni teatrali - 1981
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Virgilio Marone, Publio - Messinscena - 1981
, 1981: Mantova nell'anno di Virgilio : rassegna stampa / a cura dell'ufficio stampa dell'ente provinciale per il
turismo di Mantova ; Adriano Amati, Gianluca Braguzzi, Lorella Gatti , [S.l. : s.n.], 1981
Note Generali: In cop.: Mamtova 1981.
In testa al front.: Anno 1., numero unico
Nomi: Amati, Adriano
Mantova <provincia> : ente turismo
Soggetti: Mantova - Virgilio Marone, Publio Celebrazioni - 1981
Catto, Bonnie Arden , The concept of natura in the "De Rerum Natura" of Lucretius and the "Georgics" of
Vergil : its characteristics, powers, actions, and effects upon the earth, man, and man/s labor / Bonnie Arden
Catto , Ann Arbor : University Microfilms International, copyr. 1981
Note Generali: Ripr. facs. della tesi per il conseguimento del Ph. D., tenuta presso la University of
Pennsylvania, 1981.
Soggetti: Lucrezio Caro, Tito - De rerum natura
Virgilio Marone, Publio - Georgica
Signorini, Rodolfo , Ritorno a Virgilio / testo e traduzioni di Rodolfo Signorini , Verona : Cassa di Risparmio di
Verona Vicenza e Belluno, [1981]
Nomi: Signorini, Rodolfo
Vergilius Maro, Publius
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Celebrazioni - 1981
Berselli, Costante , Virgilio : la vita e le opere , Mantova : Banca Agricola Mantovana, 1981
Note Generali: Il nome dell'autore Costante Berselli si ricava dalla presentazione "Chiave di lettura" di Ciro
Ferrari.
, Bimillenario virgiliano : premio internazionale Valle d'Aosta 1981 , Aosta : Tip. La vallee, 1981
Note Generali: In testa al front.: Regione autonoma Valle d'Aosta, Region autonome Vallee d'Aoste.
, Virgilio. 19. a.C.-1981. / [A cura dell'] Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le
informazioni bibliografiche , Roma : Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le
informazioni bibliografiche, 1981
Note Generali: Volume speciale della serie Primo catalogo collettivo delle biblioteche italiane
Nomi: Istituto centrale per il catalogo unico dellebiblioteche italiane e per le informazionibibliografiche
Soggetti: BIBLIOTECHE - Italia - Cataloghi collettivi
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Opere - Edizioni Biblioteche - Italia
Pescasio, Luigi , Virgilio a Mantova : itinerari, ricordi, iconografie in una edizione per il bimillenario 1981 /
Luigi Pescasio , Mantova : Padus, 1981
Soggetti: Mantova - Luoghi virgiliani
Virgilio Marone, Publio - Monumenti Mantova
Cavagnari, Luigi , Nuove prospettive su Andes / Luigi Cavagnari , Suzzara : Bottazzi, 1981
Note Generali: In testa al front.: Bimillenario virgiliano .
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Luogo di nascita
Biblioteca nazionale <Napoli> , Virgilio : mostra di manoscritti e libri a stampa : catalogo / [a cura di Silvana
Acanfora Quintavalle... et al.] , Napoli : Industria tipografica artistica, 1981 , I quaderni della Biblioteca
nazionale diNapoli. Ser. 5
Note Generali: Sul front.: bimillenario virgiliano.
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - ESPOSIZIONI - 1981
Nardi, Bruno , L' Etruria nell'Eneide / Bruno Nardi ; con una prefazione di Renato del Ponte , Genova :
presso Il basilisco, 1981 , Studi pagani
Fiorini Galassi, Maria Grazia , Virgilio alla ricerca del volto / M. G. Fiorini Galassi, Benvenuto Guerra,
Serafino Schiatti ; con una versione poetica inedita di Adriano Bacchielli ; a cura del Comune di Virgilio nel
bimillenario della morte del poeta , Suzzara : Bottazzi, 1981
Note Generali: In appendice: Alla ricerca d'un ritratto di Virgilio : pubbl. in occasione di una mostra tenuta a
Virgilio nel 1981 .
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Nomi: Fiorini Galassi, Maria Grazia
Guerra, Benvenuto
Schiatti, Serafino
Guerra, Giuseppe
Bachielli, Adriano
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Biografia
Virgilio Marone, Publio - Iconografia
, Virgilio : 19. A. C
Edizione: 1981 , Roma : ICCU, 1981 , Primo catalogo collettivo delle bibliotecheitaliane
Note Generali: In testa al front.: Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le
informazioni bibliografiche
Nomi: Istituto centrale per il catalogo unico dellebiblioteche italiane e per le informazionibibliografiche
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - OPERE - CATALOGHI
Doni, Carla , Vittorio Alfieri traduttore dei classici latini : Sallustio-Virgilio / Carla Doni , Padova : Liviana,
1980 , Biblioteca di cultura. Sezione letteraria
Soggetti: Alfieri, Vittorio - Attivita di traduttore
Sallustio Crispo, Caio - Opere - Traduzioni di
Vittorio Alfieri
Virgilio Marone, Publio - Opere - Traduzioni
di Vittorio Alfieri
Ottolini, Achille , Lettura della prima Bucolica di Virgilio come esempio di genere letterario / Achille Ottolini ,
Mantova : Arcari, 1980
Schiatti, Serafino , Virgilio: la vita e le opere : relazione letta il 15-3-1980 alla manifestazione indetta dal
Comune di Virgilio per le celebrazioni del bimillenario della morte del poeta / Serafino Schiatti , Suzzara :
Bottazzi, pref., 1980
Conte, Gian Biagio , Il genere e i suoi confini : cinque studi sulla poesia di Virgilio / Gian Biagio Conte ,
Torino : Stampatori, [1980] , Nuova cultura
Fiorini Galassi, Maria Grazia , Immagini virgiliane : il tempo, il segno, la memoria : nel bimillenario della
morte di Virgilio / M. G. F. Galassi, B. Guerra, S. Schiatti ; a cura di I. Ferrero e B. Guerra , Suzzara :
Bottazzi, 1980
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere Illustrazioni
, Bimillenario virgiliano : mostra di manoscritti e di antiche edizioni delle opere di Virgilio : biblioteca
comunale Augusta, Perugia, 15 dicembre 1980-16 gennaio 1981 / catalogo a cura di Maria Pecugi Fop,
Mario Roncetti , [S.l. : s.n.], stampa 1980
Note Generali: Sul front.: Regione Umbria, comune di Perugia, biblioteche umbre.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Edizioni Esposizioni - 1980-1981
Virgilio Marone, Publio - Opere Manoscritti - Esposizioni - 1980-1981
Briggs, Ward W. , Narrative and simile from the Georgics in the Aeneid / by Ward W. Briggs , Leiden : E J.
Brill, 1980 , Mnemosyne. Supplementum
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide Similitudini
Virgilio Marone, Publio . Georgica Similitudini
Cole, Judith M. , Vergil and his sources: "Georgics" 1.311-464 / Judith M. Cole , Ann Arbor : University
microfilms international, 1980
Descrizione fisica: 2 microfiche ; 10x15 cm.
Campbell, John S. , Vergils Georgics : the tragedy of "labor" / John S. Campbell , Ann Arbor : University
microfilms international, 1980
Descrizione fisica: 2 microfiche ; 10x15 cm.
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
180
Vergilius Maro, Publius , Virgilieva Eneida, na malorossijskij jazyk, cast 1 / perelozennaja I. Kotljarevskim ,
Kyjiv : Dnipro, 1979
Note Generali: Ed. di 10000 esempl. num.
Ripr. dell'ed.: Harkov : V Universitetskoj tipografii, 1842
Titolo uniforme: Aeneis
Comprende: 1
Perlyna ukrajinskoji literatury / Je. S.Sabliovskyj, B. A. Derkac
Kotljarevskij, Ivan Petrovic
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO . AENEIS - TRADUZIONE
DI IVAN PETROVIC KOTLJAREVSKIJ
Paese di pubblicazione: RU
Lingua di pubblicazione: ukr
Knauer, Georg Nicolaus , Die Aeneis und Homer : studien zur poetischen technik Vergils mit listen der
Homerzitate in der Aeneis / Georg Nicolaus Knauer
Edizione: 2. Aufl , Gottingen : Vandenhoeck & Ruprecht, 1979 , Hypomnemata
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO . ENEIDE - CRITICA
DEL TESTO
VIRGILIO MARONE, PUBLIO . ENEIDE - INFLUSSI
DI OMERO
Bonds, William S. , Joy and desire in the "Aeneid": stoicism in Vergil's treatment of emotion / William S.
Bonds , Ann Arbor : University microfilms international, 1979
Descrizione fisica: 4 microfiche ; 10x15 cm.
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO . AENEIS - MOTIVI
TIPICI
Vergilius Maro, Publius , An introduction to Vergils Bucolics with a critical edition of the text / by Edward
Coleiro , Amsterdam : Gruner, 1979
Salvatore, Armando , Scienza e poesia in Roma : Varrone e Virgilio / Armando Salvatore , Napoli : Guida,
1978 , Esperienze
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Georgiche - Lingua
Mack, Sara , Patterns of time in Vergil / Sara Mack , Hamden, Connecticut
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Eclogae - Fortuna Sec. 13.-19.
Classificazione: 873 - Poesia epica e narrativa latina
Van Sickle, John , The design of Virgils Bucolics / John Van Sickle , Roma : Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri,
[1978] , Filologia e critica
Basilone, Giuseppe , Guida allo studio dell'Eneide : per gli alunni delle scuole medie : prenozioni,
personaggi, riassunti, saggi di composizione / Giuseppe Basilone , Napoli : Federico & Ardia, stampa 1978
Thornton, Agathe , The living universe : Gods and men in Virgils Aeneid / by Agathe Thornton , Lugduni
Batavorum : E. J. Brill, 1976
Fa parte di: Mnemosyne : Biblioteca classica batava. Supplementum .
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO . AENEIS - MOTIVI
TIPICI
Schindel, Ulrich , Die lateinischen Figurenlehren des 5. bis 7. Jahrhunderts und Donats Vergilkommentar
(mit zwei Editionen) / von Ulrich Schindel , Gottingen : Vandenhoeck & Ruprecht, 1975 , Abhandlungen der
Akademie der Wissenschaftenin Gottingen. Philologisch-HistorischeKlasse. 3. Folge
Soggetti: Donato, Elio - Opere - Fortuna - Sec. 5.-7.
Grammatici latini - Sec. 5.-7.
Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Commenti
- Sec. 5.-7.
Eden, P. T. , A commentary on Virgil : Aeneid 8. / by P.T. Eden , Lugduni Batavorum : E. J. Brill, 1975
Numeri: ISBN - 9004042253
Fa parte di: Mnemosyne : Bibliotheca classica Batava. Supplementum
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Nomi: Eden, P. T.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Eneide 8
Frischer, Bernard , At tu aureus esto : eine Interpretation von Vergils 7. Ekloge / Bernard David Frischer ,
Bonn : Habelt, 1975
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO . BUCOLICA - STUDIO
CRITICO
Canali, Luca , L' eros freddo : studi sull'Eneide , Roma : Edizioni dell'Ateneo, 1976 , Filologia e critica
Cupaiuolo, Fabio , Trama poetica delle Bucoliche di Virgilio / Fabio Cupaiuolo
Edizione: Rist , Napoli : Societa editrice napoletana, 1977 , Studi e testi dell'antichita
Holm Warwick, Henrietta , A Vergil concordance / compiled by Henrietta Holm Warwick ; with the technical
assistance of Richard L. Hotchkiss , Minneapolis : University of Minnesota press, c1975
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - OPERE - CRITICA DEL
TESTO
Convegno virgiliano sul bimillenario delle Georgiche <1975 ; Napoli> , Atti del Convegno virgiliano sul
bimillenario delle Georgiche : Napoli, 17-19 dicembre 1975 , Napoli : Istituto Universitario Orientale, 1977
Note Generali: In testa al front.: Istituto Universitario Orientale, Facolta di Lettere e filosofia, Seminario di
studi del mondo classico.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Georgica Congressi - 1975
Monteleone, Ciro , L' egloga quarta da Virgilio a Costantino : critica del testo e ideologia / Ciro Monteleone ,
Manduria : Lacaita, 1975 , Biblioteca di studi moderni
Peeters, Felix , A bibliography of Vergil / Felix Peeters
Edizione: Rist. anast , Roma : G. Bretschneider, 1975 , Philologica
Note Generali: Rist. anast. dell'ed.: New York, 1933.
D'Ippolito, Gennaro , Trifiodoro e Vergilio : il proemio della Presa di Ilio e l'esordio del libro secondo
dell'Eneide , Palermo : Universita, 1976
Eden, P. T. , A Commentary on Virgil : Aeneid 8. , Lugduni Batavorum : E. J. Brill House, 1975
Legami a titoli: [Supplemento di] Mnemosyne. Bibliotheca Classica Batava .
Romaniello, Giuseppe , Interpolazioni e contraddizioni nel testo dell'Eneide / Giuseppe Salvatore Romaniello
, Roma : Ciranna, 1975 , Aretusa
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Critica
del testo
, Wege zu Vergil : drei Jahrzehnte Begegnungen in Dichtung und Wissenschaft / herausgegeben von Hans
Oppermann
Edizione: 2. unveranderte Aufl , Darmsadt : Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1976 , Wege der
Forschung
Pennacini, Adriano , Amore e canto nel locus amoenus , Torino : G. Giappichelli, 1974
Camps, William Anthony , Introduzione all'Eneide : contenuti, miti, stile e tecniche del capolavoro virgiliano /
W. A. Camps , Milano : U. Mursia, 1973 , Strumenti per una nuova cultura. Guide emanuali
Note Generali: Trad. G. Neri .
Vergilius Maro, Publius , Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione del Canto 7. ad opera del prof. Ernesto
Ragusa , Roma : [s. n.], 1974
Nomi: Vergilius Maro, Publius
Ragusa, Ernesto
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Lana, Italo , La poesia di Virgilio , Torino : G. Giappichelli, 1974 , Corsi universitari
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Valletta, Giovanni , Saggi vari , Napoli : Societa di cultura per la Lucania, 1974
Cetrangolo, Enzio , La poesia di Virgilio / Enzio Cetrangolo , Urbino : Argalia, stampa 1973
Ott, Wilhelm , Rucklaufiger Wortindex zu Vergil : Bucolica, Georgica, Aeneis / Wilhelm Ott , Tubingen : Max
Nemeyer, 1974 , Materialien zu Metrik und Stilistik
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - OPERE - CRITICA DEL
TESTO
, Epica spontanea ed epica riflessa : Omero, Virgilio / a cura di Nuncia Pizzuto , Messina ; Firenze, 1973 ,
Parallela
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Antologie
George, Edward Vincent , Aeneid 8. and the Itia of Callimachus / by Edward Vincent George , Lugduni
Batavorum : E. J. Brill, 1974
Fa parte di: Mnemosyne : Bibliotheca classica Batava. Supplementum
Monaco, Giusto , Il libro dei ludi / Giusto Monaco , [S.l.] : Palumbo, stampa 1972
Salvatore, Armando , La formazione poetica di Virgilio... , Napoli : Libreria scientifica editrice, 1972- .
Comprende: 1: Epigrammata, Ciris
Romaniello, Giuseppe , La resurrezione di Virgilio , [Napoli] : Morano, 1972
Note Generali: In testa al front.: Giuseppe Salvatore Romaniello .
, Sull'Eneide di Virgilio : anno accademico 1971-72 / documenti critici e testi a cura di Vincenzo Ussani jr. ,
Roma : ELIA, [1972]
Note Generali: In testa al front.: Universita di Roma, Facolta di magistero .
Della Corte, Francesco <1913-1991> , La mappa dell'Eneide / Francesco Della Corte , Firenze : La nuova
Italia, 1972
Koch, Georg Aenotheus , Vollstandiges Worterbuch zu den Gedichten des P. Vergilius Maro : mit
besonderer Berucksichtigung des dichterischen Sprachgebrauchs und der fur die Erklarung schwierigen
Stellen
Edizione: Nachdr. der 4. Aufl. Hannover 1875 , Hildesheim ; New York, 1972
Nomi: Koch, Georg Aenotheus
Vergilius Maro, Publius
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - OPERE - CRITICA DEL
TESTO
Schmidt, Ernst Albert , Poetische Reflexion : Vergils Bukolik / Ernst A. Schmidt , Munchen : Fink, 1972
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Eclogae
Grillo, Antonino , Poetica e critica letteraria nelle Bucoliche di Virgilio / Antonino Grillo , Napoli : Libreria
scientifica editrice, 1971 , Collana di studi classici / Universita diMessina
Roma, Giuseppe <avvocato> , La casa di Virgilio in Brindisi : comunicazione, relazione, documenti, note
storiche, note critiche, proposte / Giuseppe Roma ; a cura dell'Ente provinciale per il turismo di Brindisi , [S.l.
: s.n., 1971] (Brindisi : Tip. Ragione)
Note Generali: Rist. a cura del Comitato organizzatore del Convegno internazionale di studi per il
bimillenario della morte di Vigilio.
Camps, William Anthony , An introduction to VirgilW0 11s Aeneid / W. A. Camps , London : Oxford University
Press, 1969
, Motivi, personaggi e figure della poesia di P. Virgilio Marone , Roma : Picardi, 1970
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Setaioli, Aldo , Alcuni aspetti del 6. libro dell'Eneide : dalle lezioni tenute alla Facolta di magistero nell'anno
accademico 1969-70 / Aldo Setaioli , Bologna : R. Patron, [1970]
Camps, William Anthony , An introduction to Virgils Aeneid / W. A. Camps , Oxford : University press, 1969
Anderson, William Scovil , The art of the Aeneid / William S. Anderson , Englewood Cliffs, N. J. , Landmarks
in literature / Maynard Mack, serieseditor
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis
Lecrompe, Rene , Virgile, Bucoliques : index verborum, releves statistiques / Rene Lecrompe , Hildesheim ;
New York, 1970 , Alpha-omega. Reihe A, Lexika, Indizes,Konkordanzen zur klassischen Philologie
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Bucoliche Concordanze
Merguet, Hugo , Lexikon zu Vergilius : mit Angabe samtlicher Stellen / von H. Merguet , Hild esheim : Olms,
1969
Note Generali: 2. ristampa anastatica dell'ed .:Leipzig, 1912
Paratore, Ettore , Virgilio / di Ettore Paratore
Edizione: 3. ed , Firenze : Sansoni, stampa 1969 , La civilta europea
Paratore, Ettore , Virgilio...
Edizione: 3. ed. , Firenze : G. C. Sansoni, 1969 , La civilta europea
Caroselli, Maria Raffaella , Le Georgiche virgiliane e l'agricoltura italica in eta romana , Milano : A. Giuffre,
1970 , Biblioteca della rivista Economia e storia.Ser. 2
, Virgil / chapters by Michael Ayrton ... [et al.] ; edited by D. R. Dudley , London : Routledge & Kegan Paul,
1969 , Studies in Latin literature and its influence
Cupaiuolo, Fabio , Trama poetica delle Bucoliche di Virgilio / Fabio Cupaiuolo , Napoli : Libreria scientifica
editrice, [1969] , Collana di studi classici / Universita diMessina
Pighi, Giovanni Battista , De libro Aeneidos 6. quae est catabasis Aeneae : Praelectiones / Ioannes Baptista
Pighi , Romae : Pontificium Institutum altioris Latinitatis, 1967 , Bibliotheca Veterum sapientia. Series
A,Textus, documenta, commentaria
Altri titoli collegati: [Variante del titolo] De libro Aeneidos sexto quae est catabasis Aeneae
Di Giura, Giovanni , Virgiliana
Edizione: 2. ed. riveduta e completata , Roma : De Luca, 1968
Note Generali: Ed. di 30 esempl. num. .
La Penna, Antonio , Virgilio e la crisi del mondo antico / Antonio La Penna , Firenze : Sansoni, 1967
Note Generali: Estratto dal volume: Tutte le opere di Virgilio / a cura di Enzio Cetrangolo.
Williams, Robert Deryck , Virgil / by R. D. Williams , Oxford : at the Clarendon Press, copyr. 1967 , Greece &
Rome : new surveys in the classics
Mincione, Giuseppino , L' oltretomba di Virgilio in relazione con quello di Omero e di Dante / Giuseppino
Mincione , Pescara : Arte stampa, stampa 1968
Salvatore, Armando , Introduzione alla lettura di Virgilio : ricerche su l'espressione poetica , Napoli : Libreria
scientifica editrice, 1965
Note Generali: Litografato .
Geymonat, Mario , I codici G e V di Virgilio / Mario Geymonat , Milano : Istituto Lombardo di scienze e
lettere, 1966
Fa parte di: Memorie dell'Istituto lombardo-Accademia di scienze e lettere. Classe di scienze matematiche e
naturali
Soggetti: Manoscritti - San Gallo - Stifts-bibliothek Codice G, ms 1394
Manoscritti - Verona - Biblioteca capitolare Codice V
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184
Virgilio Marone, Publio - Opere Manoscritti
Pietzcker, Carl , Die Landschaft in Vergils Bukolika / Inaugural-Dissertation ... Universitat zu Freiburg i. Br.,
vorgelegt von Carl Pietzcker , Bonn : Herstellung R. Schwarzbold, (1965?), 1965?
Chioccioni, Pietro , Napoli e i Campi Flegrei : Virgilio e Leopardi , Roma : [s.n.], 1965 (Roma : A. Staderini)
Pigato, Giovanni Battista , Dante e Virgilio : conferenza tenuta dal padre G. B. Pigato c. r. s., il 22 febbraio
1965 in celebrazione del 7. centenario della nascita di Dante , Como : A cura del Lions club, [1965?]
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Lana, Italo , La poesia di Virgilio : corso di letteratura latina per l'anno accademico 1965-66 , Torino :
Giappichelli, 1966 , Corsi universitari
Note Generali: Litografato.
, Antologia virgiliana / a cura di Franco Mollia , [Firenze] : G. C. Sansoni, 1966
Descrizione fisica: XXIX, 270 p. ; 21 cm . , Edizioni scolastiche Sansoni. Bibliotecaclassica. Sezione latina
Buchthal, Hugo , A note on the miniatures of the Vatican Virgil Manuscript / Hugo Buchthal , Citta del
Vaticano : Biblioteca Vaticana, 1964
Note Generali: Reprinted from.: Melanges Eugene Tisserant, vol. 6.
Sordi, Marta , La concezione della storia in Virgilio / a cura della dott. F. Quero , Messina : La editrice
universitaria, 1963
Note Generali: In testa al front.: Facolta di lettere e filosofia, Universita, Messina
Litografato .
Nomi: Sordi, Marta
Quero, F.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Concezione della
storia
Vergilius Maro, Publius , Riassunto dell'Eneide di Virgilio , Milano : Bignami, 1964 , Biblioteca scolastica
Bignami. Serieletteraria
Alfonsi, Luigi , Appunti del Corso di letteratura latina : raccolti dalle lezioni del ch.mo prof. Luigi Alfonsi : anno
accademico 1963-64 / a cura di Pietro Della Vedova , Milano : Tipolito D. Macchi, 1964
Note Generali: Litografato .
Cova, Pier Vincenzo , L' omerismo alessandrinistico dell'Eneide / Pier Vincenzo Cova , Brescia : Editr. La
scuola, c1963
Buchner, Karl , Virgilio / Karl Buchner ; edizione italiana a cura di Mario Bonaria , Brescia : Paideia, 1963 ,
Biblioteca di studi classici
Note Generali: Trad. di Gino Cecchi.
Nardi, Bruno , Mantuanitas vergiliana / Bruno Nardi , Roma : Ediz. dell'Ateneo, 1963 , Nuovi saggi
Note Generali: Raccolta di scritti gia pubblicati.
Buchheit, Vinzenz , Vergil uber die Sendung Roms : Untersuchungen zum Bellum Poenicum und zur Aeneis
/ Vinzenz Buchheit , Heidelberg : Winter, 1963
Fa parte di: Gymnasium : Zeitschrift fur Kultur der Antike ... Beihefte .
Soggetti: Nevio, Gneo . Bellum Poenicum
Virgilio Marone, Publio . Eneide e Nevio,
Gneo . Bellum Poenicum
Basilone, Giuseppe , Guida allo studio dell'Eneide per gli alunni delle scuola medie : prenozioni, personaggi,
riassunti, saggi di composizione , Napoli : Casa ed. Federico e Ardia, 1960
Salvatore, Armando , Introduzione allo studio di Virgilio , Messina : La editrice universitaria, 1961
Note Generali: In testa al front.: Facolta di lettere e filosofia, Universita, Messina
Litografato .
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Paratore, Ettore , Virgilio / Ettore Paratore
Edizione: 3. ed , Firenze : G.C. Sansoni, 1961 , La civilta europea
, Antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide / Francesco Arnaldi , Napoli : Istituto eitoriale del
Mezzogiorno, 1960
Nomi: Arnaldi, Francesco
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Opere - Antologie
D'Anna, Giovanni , Ancora sul problema della composizione dell'Eneide / Giovanni D'Anna , Roma : Edizioni
dell'Ateneo, 1961 , Quaderni della Rivista di cultura classica emedioevale
Rostagni, Augusto , Virgilio minore : saggio sullo svolgimento della poesia virgiliana / Augusto Rostagni
Edizione: 2. ed. riv. e ampl , Roma : Ed. di Storia e letteratura, 1961 , Storia e letteratura
D'Anna, Giovanni , Ancora sul problema della composizione dell'Eneide , Roma : Ediz. dell'Ateneo, 1961 ,
Rivista di cultura classica e medioevale
Vergilius Maro, Publius , L' Eneide nella traduzione di Annibal Caro / a cura di Dante Nardo e Sergio
Romagnoli . Dizionario dei personaggi e dei luoghi / [di E. Pagliero] , Torino : G. B. Petrini, 1961
Note Generali: In testa al front.: Virgilio .
Romagnoli, Sergio
Nardo, Dante
Pagliero, E.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Indici
De Gregorio, Vincenzo , Lo stile di Virgilio e il primo libro dell'Eneide , Bari : Levante, 1962
Note Generali: In testa al front. lo pseud dell'A. Niceforo De Svegli.
Segue il testo
Cattaneo, Ernesto , Eneide : Esposizione critica, riassunto commentato, temi proposti , Milano : CETIM,
1960 , Sunti Cetim
Terzaghi, Nicola , Virgilio / Nicola Terzaghi , Torino : ERI, 1960 , ERI classe unica
Basilone, Giuseppe , Guida allo studio dell'Eneide per gli alunni delle scuole medie : prenozioni, personaggi,
riassunti, saggi di composizione , Napoli : Casa editrice Federico e Ardia, [1958?]
Cassone, Sandro , Nuovissimi temi virgiliani svolti per voi in conformita ai vigenti programmi scolastici / a
cura di Sandro Cassone , Bologna : Ediz. Capitol, 1958 , Parascolastica
Saggio, Carlo , Catullo, Cicerone, Virgilio / Carlo Saggio , Alpignano : A. Tallone editore-stampatore, 1959
Note Generali: Ed. di 750 esempl.
In custodia
Martinazzoli, Folco , Sapphica et vergiliana : su alcuni temi letterari della tradizione poetica classica , Bari :
Adriatica editr., 1958 , Biblioteca di letterature classiche
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide. L. 1.
Monaco, Giusto , Il libro dei ludi / Giusto Monaco , Palermo : Palumbo, 1957 , Biblioteca di cultura moderna
Raschilla, Antonio , L' Eneide di Publio Virgilio Marone : esposizione e saggi per gli studenti delle scuole
medie , Reggio Calabria : Ediz. Aras, 1959
Galbiati, Giovanni , Il libro che il Petrarca ebbe piu caro / Giovanni Galbiati , Milano : Tipografia U. Allegretti
di Campi, 1957
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Manoscritti
- Milano - Biblioteca ambrosiana
, Doctae dulcesque camenae : antologia delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide ed uso delle scuole
medie superiori / M. Mocci , [S. l.] : Morano, pref. 1957 (Napoli : tipi Morano)
Perret, Jacques , Virgile / Jacques Perret , Paris : Seuil, 1959 , Ecrivains de toujours
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
186
Bowra, Cecil Maurice , From Virgil to Milton / by C. M. Bowra
Edizione: Repr , London : Macmillan, 1957
Soggetti: Letteratura - Europa - Sec. 1.-17.
Milton, John
Virgilio Marone, Publio
Salvatore, Armando , Virgilio, maestro di Dante : conferenza tenuta nel Teatro Comunale di Caserta il 28
maggio 1950 per la celebrazione della giornata della Dante Alighieri / Armando Salvatore , Piedimonte d'Alife
: tip. Moderna, 1950
, Tenet nunc Parthenope , [S.l.] : Edizioni Radio italiana, stampa 1951 (Torino : Societa editrice torinese)
Note Generali: Ed. di 900 esempl. num.
Raccolta di stampe, con testi di Emilio Cecchi ed Amedeo Maiuri, in italiano e in francese
Soggetti: Campi Flegrei
Virgilio Marone, Publio - Tomba
Tarantino, Pellegrino , Lineamenti economici nelle Georgiche / Pellegrino Tarantino , Avellino : tip. Pergola,
1952
Mambelli, Giuliano , Gli annali delle edizioni virgiliane / Giuliano Mambelli , Firenze : Olschki, 1954 ,
Biblioteca di bibliografia italiana
Spallicci, Aldo , La medicina in Virgilio / Aldo Spallicci , Milano : Scalcerle, 1951
Caiati, Giuseppe , Vita di Virgilio / Giuseppe Caiati , Padova : Cedam, 1952
De Cecco, Alberto , Alcuni luoghi del 4. de le Georgiche confrontati con Le api del Rucellai : spunti e appunti
/ Alberto De Cecco , Benevento : De Martini, [1950?]
Vergilius Maro, Publius , Arcadica : letture dalle Bucoliche e dalle Georgiche di Virgilio / a cura di Riccardo
Rubrichi e Carlo del Grande , Napoli : Luigi Loffredo, stampa 1952
Salvatore, Armando , Saggio sul primo libro dell'Eneide / Armando Salvatore , Napoli : Loffredo, 1947
Morpurgo, Giuseppe , Pascua, Rura, Duces : antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide / Guiseppe
Morpurgo
Edizione: 2. ed , Torino : S. Lattes, 1949
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Opere - Studi
Milanesi, Guido , L' eneide : perfetto poema del mare narrato da un marinaio / Guido Milanesi , Roma :
Anonima Veritas, 1949 , I libri della scoperta : biografie dicapolavori
Funaioli, Gino , L' oltretomba di Virgilio : accentuazione e pronunzia latina : lezioni di letteratura latina tenute
nell'anno accademico 1947-48 / da G. Funaioli , Roma : Casa Editrice Castellani, 1948
Note Generali: In testa al front.: Universita degli Studi di Roma, Facolta di Lettere
Cumont, Franz , Conferences : Virgile et les morts prematurees, Questions de critique et d'histoire et
d'histoire litteraire / de Franz Cumont, Jean Pommier , Paris : Libraire E. Droz, 1945 , Publications de l'Ecole
normale superieure.Section des lettres
Paratore, Ettore , Virgilio / Ettore Paratore , Roma : Ed. Faro, stampa 1945 , Civilta mediterranea. Letteratura
Knight, William Francis Jackson , Virgilio romano / di W. F. Jackson Knight , Milano : Longanesi, [1949] , I
marmi
Note Generali: Trad. dall'inglese di O. Nemi e H. Furst.
Nomi: Knight, William Francis Jackson
Furst, Henry
Nemi, Orsola
Altri titoli collegati: [Altro documento correlato] Roman Vergil.
Cupaiuolo, Fabio , Considerazioni e divagazioni sul Catalepton 1. / Fabio Cupaiuolo , Napoli : Casa Editrice
Rondinella, 1943
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
187
Nardi, Bruno , Pietole : impressioni e ricordi / Bruno Nardi , [S.l.] : Liceo ginnasio Torquato Tasso, 1944
(Roma : Stab. Tip. eredi cav. Pietro Russo)
Note Generali: Estr. da: Didaskaleion
Rostagni, Augusto , Virgilio minore : saggio sullo svolgimento della poesia virgiliana / Augusto Rostagni
Edizione: Rist. della 1. ed , Torino : Chiantore, 1944 , Biblioteca di filologia classica
, Vergiliana : Saggi di versione metrica dal poema di Enea di Renzo Lo Cascio , Palermo : R. Tumminelli,
1939, Tip. Boccone Del Povero
Pollini, Leo , Virgilio : commemorazione tenuta per incarico della Reale Accademia d'Italia al Teatro
Filodrammatici di Piacenza l'11 maggio 1930 / Leo Pollini , Milano : Ravagnati, 1930
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Celebrazioni
Venturi, Adolfo , Virgilio nell'arte del Rinascimento / Adolfo Venturi , Roma : Sapientia, 1931
Note Generali: Estr. da: Studi Virgiliani, vol. 1.
Tit. della cop. In testa: Istituto di Studi Romani
Dal Zotto, Attilio , Vicus Andicus : storia critica e delimitazione del luogo natale di Virgilio / Attilio Dal Zotto ,
Mantova : Reale Accademia Virgiliana, 1930 , Pubblicazioni della R. Accademia Virgiliana.Ser. 2,
Miscellanea
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Luogo di nascita
, Studi virgiliani , Mantova : Reale Accademia Virgiliana, 1930 , Pubblicazioni della R. Accademia
Virgiliana.Ser. 2, Miscellanea
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Studi
Annecchino, Raimondo , La leggenda virgiliana nei Campi Flegrei / Raimondo Annecchino , Napoli : R.
Ricciardi, 1937
Forlani, Rodolfo , Virgilio agronomo / Rodolfo Forlani , Catania : F. Battiato, 1931 , Estratti da "Minerva dei
campi"
, Il romanzo di Enea / Giuseppe Fanciulli , Torino : Societa editrice internazionale, stampa 1937
Soggetti: Virgilio Marone, Publio . Eneide - Rifacimenti
, Nuova antologia virgiliana / Eugenio Ceria , Torino : Societa editrice internazionale, stampa 1932 , Scrittori
latini commentati per le scuole
Tommasino, Giuseppe , Il canto epico virgiliano / Giuseppe Tommasino , Aquila : Vecchioni, 1930
Chierici, Gino , Il consolidamento della tomba di Virgilio / Gino Chierici , Milano ; Roma, 1930
Note Generali: Estr. da: Bollettino d'Arte del Ministero della Pubblica Istruzione, aprile 1930.
Di Martino, Mario , Napoli virgiliana a Enrico Cocchia / Mario Di Martino , Napoli : a cura del Comune di
Napoli, 1931
Note Generali: Estr. da: Bollettino del Comune di Napoli, anno 37. fasc. 7., 1931.
Rolandi, Ulderico , Nel bimillenario virgiliano : Virgilio fonte di libretti per musica / Ulderico Rolandi , Monza :
S. A. arti grafiche e C. E. C., 1930
Note Generali: Estr. da: Fax in tenebris, n. 9, settembre 1930.
, L' anima e l'arte di Virgilio nell'Eneide : antologia del poema con introduzioni e commento / Elvira Grasso ,
Milano : C. Signorelli, stampa 1934
Romagnoli, Ettore <1871-1938> , Virgilio : discorso pel bimillenario pronunciato in Campidoglio il 15 ottobre
1930 / Ettore Romagnoli , Roma : Reale Accademia d'Italia, 1931 , Celebrazioni e commemorazioni
Note Generali: In testa al front.: Reale Accademia d'Italia.
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Celebrazioni
Conti, Angelo , Virgilio dolcissimo padre / Angelo Conti , Napoli : Ricciardi, 1931
Note Generali: In appendice: La tomba di Virgilio nel 1920.
Bellessort, Andre , Virgile : son oeuvre et son temps / Andre Bellessort , Paris : Perrin, 1934
Savastano, Luigi , Studi virgiliani / Luigi Savastano , Acireale : Tip. ed. Orario delle ferrovie, 1931
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Note Generali: Contiene: 1: Della 2. Georgica: commento arboreo ; 2: Escursioni
Estr. da: Annali della R. Stazione sperimentale di agrumicoltura e frutticoltura, v. 11.
In testa alla cop.: R. Stazione sperimentale di agrumicoltura e frutticoltura, Acireale
Vergilius Maro, Publius , Aeneis / P. Vergilio Marone ; recensione e note di Ignazio Bassi , Torino [etc.] : G.
B. Paravia e C., stampa 1936
Doppioni, Lino , Virgilio nell'arte e nel pensiero di Seneca / Lino Doppioni , [Firenze] : Libreria editrice
fiorentina, stampa 1939
Bione, Cesare , Discorsi virgiliani : la poesia dell'Eneide : il canto del sacrificio di Turno / Cesare Bione ,
Bologna ; Faenza, 1932
, Saggi virgiliani : premiati e lodati al Concorso virgiliano bandito da Gran Fiamma fra gli alunni delle Scuole
Medie , Prato : Arti Grafiche Nutini, [1930]
Legami a titoli: [Supplemento di] Gran Fiamma
Valagara, Giuseppe , Virgilio ed un accademico avellinese del Seicento / Giuseppe Valagara , Avellino : Tip.
Pergola, 1930
, Commentationes Vergilianae , Cracoviae : sumptibus Academiae Polonae litterarum et scientiarum, 1930
Note Generali: In testa al front.: Academia Polona litterarum et scientiarum.
Sainte-Beuve, Charles Augustin : de , Studio su Virgilio / C. A. Sainte-Beuve ; traduzione e saggio
introduttivo sul S.-B. di Tommaso Fiore , Bari : Laterza, 1939 , Biblioteca di cultura moderna
, Virgilio e il Friuli : primo supplemento agli Studi goriziani / a cura della Biblioteca governativa di Gorizia ,
Gorizia : Tip. Sociale, 1934
Legami a titoli: [Supplemento di] Studi goriziani : pubblicazioni della Sezione provinciale della r. Biblioteca di
Stato in Gorizia
Mocchino, Alberto , Vergilio / Alberto Mocchino , Milano : Alpes, 1931
Bione, Cesare , Orazio e Virgilio : un ventennio di vita spirituale nella Roma augustea (37-17 av. Cr.) :
saggio di storia e di letteratura / Cesare Bione , Firenze : La nuova Italia, stampa 1936 , Biblioteca di cultura
Tesini, Oddone , Da Virgilio a Mussolini / Oddone Tesini , Treviso : Longo & Zoppelli, 1930
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - INTERPRETAZIONE
FASCISTA
Fiore, Tommaso , La poesia di Virgilio / Tommaso Fiore , Bari : G. Laterza & figli, 1930 , Biblioteca di cultura
moderna
Maiuri, Amedeo , Virgilio e Nola / Amedeo Maiuri , Roma : Istituto di studi romani, 1939 , Quaderni di Studi
romani
Melino, Mariano , Conflitto di popoli alla venuta di Enea in Italia e la Valle di Ansanto dell'Irpinia / Mariano
Melino , Avellino : tip. Pergola, 1930
Bottai, Giuseppe , Incontri / Giuseppe Bottai , Roma : Libreria del littorio, stampa 1930
Soggetti: MAZZINI, GIUSEPPE
VERGA, GIOVANNI
VIRGILIO MARONE, PUBLIO
Comparetti, Domenico , Virgilio nel Medio Evo / D. Comparetti
Edizione: Nuova ed. / a cura di Giorgio Pasquali , Firenze : La nuova Italia, 1937-1941
Descrizione fisica: 2 v. ; 22 cm. , Il pensiero storico
Note Generali: Ed. di 1500 esempl. num.
Pasquali, Giorgio <1885-1952>
Comparetti, Domenico , Virgilio nel Medio Evo / D. Comparetti
Edizione: Nuova ed. / a cura di Giorgio Pasquali , Firenze : La nuova Italia, 1937-1941
Descrizione fisica: 2 v. ; 22 cm. , Il pensiero storico
Note Generali: Ed. di 1500 esempl. num.
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189
Crome, J. F. , Das Bildnis Vergils / Johann Friedrich Crome
Edizione: Mantova : Reale Accademia Virgiliana, 1935
Soggetti: VIRGILIO MARONE, PUBLIO - ICONOGRAFIA
Spargo, John Webster , Virgil the necromancer : studies in virgilian legends / by John Webster Spargo ,
Cambridge : Harvard university press, 1934 , Harvard studies in comparative literature
Bettinelli, Saverio , 1: Lettere virgiliane e inglesi e altri scritti critici / Saverio Bettinelli ; a cura di Vittorio Enzo
Alfieri , Bari : Gius. Laterza & Figli, 1930 , Scrittori d'Italia
Fa parte di: Opere scelte / Saverio Bettinelli
Nomi: Bettinelli, Saverio
Alfieri, Vittorio Enzo
Soggetti: SCRITTORI INGLESI - Lettere e carteggi
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Lettere e carteggi
Piccoli Genovese, Alberto , La giovinezza poetica di Virgilio / Alberto Piccoli Genovese , Milano : De Silvestri,
1930
Note Generali: Estr. da: Annuario del R. Istituto C. Tenca di Milano, 1928-1929.
Dal Zotto, Attilio , Mantua musarum domus / A. Dal Zotto , Modena : Tip. Modenese, 1928
Note Generali: Estr. da: Atti e memorie, nuova serie v. 19-20 , 1926 - 1927
In testa al front.: R. Accademia Virgiliana di Mantova.
, A Virgilio la patria , Mantova : Sindacato arti grafiche, 1927
Descrizione fisica: 186, [52] c. di tav. : ill. ; 34 cm.
Note Generali: Ed. di 400 esemplari.
In testa al front.: Comune di Mantova
Cartault, Augustin , L' art de Virgile dans l'Eneide / par A. Cartault , Paris : Presses Universitaires de France,
1926
Comprende: 2 / par A. Cartault
1 / par A. Cartault
Nomi: Cartault, Augustin
Levi Segre, Ada , Feste celebrate in Mantova in onore di Virgilio per iniziativa del generale Alessandro
Miollis / Ada Levi Segre , Mantova : Tip. A. Manuzio, 1928
Note Generali: Estr. da: Annuari della R. Scuola complementare e del R. Istituto magistrale di Mantova,
1926-27.
Fanciulli, Giuseppe , Virgilio : la vita e le opere / Giuseppe Fanciulli , Milano : G. Agnelli, 1927
Burck, Erich , De Vergilii Georgicon partibus iussivis / dissertatio inauguralis ... scripsit Ericus Burck ,
Luckaensis, TH.
Paese di pubblicazione: DE
Franchi, Giacomo , Virgilio e Dante nell'Italia fascista / Giacomo Franchi , Mantova : Paladino, a. VI dell'E. F.
[1927-1928] , Mussolinia : biblioteca di propaganda fascista
Billiard, Raymond , L' agriculture dans l'antiquite : d'apres les Georgiques de Virgile / Raymond Billiard ,
Paris : E. de Boccard, 1928
Nardi, Bruno , Notizie sul paese natio di Virgilio / Bruno Nardi , Mantova : Tip. Manuzio, 1927
Note Generali: Estr. da: Annuario del r. liceo scientifico di Mantova, 1925-26.
Dal Zotto, Attilio , Mantua musarum domus : millenario virgiliano / Attilio Dal Zotto , Mantova : Tip. La
provinciale, 1927
Note Generali: Estr. da: Annuario del R. Liceo-ginnasio Virgilio, a. 1926.
Turolla, Enrico , Virgilio / E. Turolla , Roma : A. F. Formiggini, 1927 , Profili
Nomi: Turolla, Enrico
Ulpiani, Celso , Le Georgiche / Celso Ulpiani
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
190
Edizione: 3. ed. / curata da Luigi Scialdoni , Ascoli Piceno : Casa editrice di Giuseppe Cesari, 1922
Funaioli, Gino , L' oltretomba nell'Eneide di Virgilio : saggio critico / G. Funaioli , Palermo [ecc.] : R. Sandron,
1924 , Biblioteca Sandron di scienze e lettere
Filippini, Francesco , Per l'interpretazione di un passo dell'egloga responsiva di Giovanni del Virgilio a Dante
in relazione col pubblico insegnamento del poeta a Ravenna / Francesco Filippini , Imola : Coop. Tip. Ed.
Paolo Galeati, 1924
Note Generali: Estr. dal vol. VIII degli "Studi e memorie per la storia dell'Universita di Bologna.
Comitato per la erezione di un monumento a Virgilio in Mantova , Stato patrimoniale al 31 dicembre 1920 /
Comitato per la erezione di un monumento a Virgilio in Mantova , Mantova : Tip. Eredi Segna, 1921
Descrizione fisica: [2] c. ; 21 cm.
Comitato per la erezione di un monumento a Virgilio in Mantova , Stato patrimoniale al 31 dicembre 1921 /
Comitato per la erezione di un monumento a Virgilio in Mantova , Mantova : Tip. Eredi Segna, 1922
Amatucci, Aurelio Giuseppe , L' Eneide di Virgilio e la Sicilia : contributo alla storia della Sicilia nell'antichita
... / Aurelio Giuseppe Amatucci , Palermo : tip. Boccone del povero, 1923
Note Generali: Estr. da: Arch. stor. sic., n. s., A. 45.
Storer, Walter Henry , Virgil and Ronsard / Walter Henry Storer , Paris : Librairie ancienne E. Champion,
1923
Soggetti: Ronsard, Pierre : de - Influssi di Virgilio
Altavilla, Enrico <1883-1968> , Un grande criminologo meridionale : Gaspare Virgilio : conferenza del prof.
Enrico Altavilla, 23 gennaio 1920 / con note dell'avv. Carlo Venditti , Citta di Castello : soc. tip. L. da Vinci,
1921
Note Generali: Estr. da: Rivista L'Eloquenza, a. 10., fasc. 5,6,7,8, 30 giugno 1921.
Alfano, Francesco , Un poeta della bonta, Virgilio La Scola : impressioni letterarie / Francesco Alfano ,
Caltanissetta : Tip. Omnibus, G. Esposito, 1913
Descrizione fisica: 68 p. ; 24 cm.
Cocchia, Enrico , L' elemento osco nella Campania e la tomba di Virgilio : note critiche di topografia
campana ... / Enrico Cocchia , Napoli : tip. Cimmaruta, 1915
Note Generali: Estr. da: Atti R. Accademia arch. lett. bell. arti, n. s., vol. 4, 1915.
Di Nardo, Michele , Note dantesche / Michele Di Nardo , Castellammare : Tipografia De Martino, 1919
Rispoli, Guido , Omero e Virgilio nelle parodie dialettali italiane : ricerche ed appunti / Guido Rispoli , Napoli :
Societa editrice D. Alighieri di Albrighi, Segati & C., 1917
, Il quarto libro dell'Eneide / Vergilio ; tradotto in versi [da] E. Amodeo , Avellino : tip. Maggi, 1910
Wick, Friedrich Karl , Virgilio e Tucca rivali? : per l'interpretazione del primo dei Catalepton : nota letta alla R.
Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti / dal dr. F. C. Wick , Napoli : Tip. della R. Universita, 1907
Note Generali: Estr. dal Rendiconto delle tornate e dei lavori della R. Accademia di Archeologia, Lettere e
Belle Arti di Napoli.
Marson, Luigi , La geografia in Virgilio / L. Marson , Mantova : Tip. G. Mondovi, 1907
Note Generali: Estr. da: Atti della R. Accademia virgiliana di Mantova
Ragusa Moleti, Girolamo <1851-1917> , Nuove inclinazioni estetiche nella poesia di Virgilio La Scola / G.
Ragusa Moleti , Palermo : Sandron, 1908
Bellissima, Giambattista , L' ode d'Orazio a Virgilio per la morte di Quintilio Varo : saggio critico / G. B.
Bellissima , Benevento : L. De Martini, 1905
, Notizia storica sul Comitato per l'erezione in Mantova di un monumento a Virgilio : statuto-regolamento ,
Mantova : Tip. L. Rossi, 1905
Martini, Martino <1614-1661> , Studi vergiliani / Martino Martini , Piacenza : F.li Bernardi, 1906
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
191
Ihm, Georg , Vergilstudien : teil 3. / von Georg Ihm , Gernsheim : L. Keilmann, 1904
Note Generali: Beilage zum Programm der Grossh. Realschule in Gernsheim.
Nomi: Ihm, Georg
Scialdoni, Luigi , Saggio critico sulla Didone di Virgilio / Luigi Scialdoni , Napoli : Stab. tip. Giuseppe Zomack,
1901
Gross, Edward , Studien zu Vergils Aeneis : zum Teil mit Hinweisen aus die deutsche Literatur : Beilage ... /
von Eduard Gross , Nurnberg : Buchdruckerei von J.L. Stich, 1904
Ragusa Moleti, Girolamo <1851-1917> , Nuove inclinazioni estetiche nella poesia di Virgilio La Scola / G.
Ragusa Moleti , Milano ; Palermo ; Napoli, 1908
Rivetti, Luigi , Di Virgilio Bornato (o Bornati), viaggiatore bresciano nel sec. 15. / Luigi Rivetti , Firenze : Tip.
Galileiana, 1904
Nolhac, Pierre : de , Le Virgile du Vatican et ses peintures / par M. Pierre de Nolhac , Paris : Imprimerie
nationale, 1897
Amatucci, Aurelio Giuseppe , D'un preteso poema di P. Vergilius Maro sulle gesta di Augusto / Aurelio
Giuseppe Amatucci , Torino : E. Loescher, 1898
, Relazione alla presidenza del Comitato esecutivo del Monumento a Virgilio sulla scelta della localita piu
adatta per erigerlo nella citta di Mantova , Mantova : Tip. della Gazzetta di L. Rossi, 1902
Pirone, Ruggiero , Il libro 5. dell'Eneide : saggio di traduzione / Ruggiero Pirone , Avellino : stab. tipolitografico V. Maggi, 1899
Rivalta, Camillo , De 4. Vergilii Ecloga : dissertatio / dott. Camillo Rivalta , Faenza : Stab. tipo-litografico G.
Montanari, 1907
Ihm, Georg , Vergilstudien : teil 2. / von Georg Ihm , Gernsheim : L. Keilmann, 1903
Note Generali: Beilage zum Programm der Grossh. Realschule in Gernsheim.
Iadanza, Pietro , Virgilio nella mente e nel cuore di Dante : conferenza letta per incoraggiamento del
Comitato beneventano della Societa Dante Alighieri il 6 maggio 1900 / Pietro Iadanza , Benevento : Stab. tip.
D'Alessandro, 1900
Prato, Stanislao , Caronte e la barca dei morti nell'Eneide, nella Divina Commedia e nella tradizione
popolare / Stanislao Prato , Venezia : L. S. Olschki, 1895
Descrizione fisica: 15 p. ; 30 cm.
Note Generali: Estr. da: Giornale dantesco, quad. 11.-12., a. 2.
Della Torre, Ruggero , La quarta egloga di Virgilio commentata secondo l'arte grammatica / dott. Ruggero
Della Torre , Udine : Tip. del Patronato, 1892
, Il libro 6. dell'Eneade / di Publio Virgilio Marone ; tradotto dal prof. Catello De Vivo , Napoli : Guerrera, 1896
Cavarretta, Giuseppe , Virgilio e Dante : confronti critici tra l'Eneide e la Divina Commedia / prof. Giuseppe
Cavarretta , Terranova : Scrodato, 1896
Note Generali: Ad uso dei ginnasi superiori e dei licei.
Braghirolli, Willelmo , Virgilio e i Gonzaga / memoria di Willelmo Braghirolli , Mantova : Tip. Mondovi, 1883
Note Generali: Estr. da: Album virgiliano.
Soggetti: Mantova - Virgilio Marone, Publio Celebrazioni - Sec. 15.-17.
Pascal, Carlo , La questione dell'Egloga 4. di Virgilio : riassunto storico del dr. Carlo Pascal , Torino : E.
Loescher, 1888
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
192
Rosetti, Gaetano , Intorno ad una opinione di Pietro Giordani sul probabile fine dell'Eneide di P. Virgilio M.
nel comandare, ch'egli fece di consegnarla alle fiamme / discorso del canonico d. Gaetano Rosetti forlivese ,
[Forli] : Tip. Soc. Democratica, 1868
Groesst, Johann , Qua tenus Silius Italicus a Vergilio pendere videatur / Joannes Groesst , Aquis Mattiacis :
typis Schellembergi expressum, 1887
Note Generali: Dissertazine inaugurale tenuta presso la Friedrich-Universitat di Halle.
, Versione del secondo libro dell'Eneide / per Orazio Zunica , Napoli : Stab. tip. G. Nobile, 1872
Bernocco, Secondo , De Aeneae Didonisque amoribus in Aeneida inductis : dissertationem edidit Secundus
Bernoccus , Abellini : ex officina V. Maggi, 1875
Portioli, Attilio , Mantova a Vergilio / per Attilio Portioli , Mantova : G. Mondovi, 1882
Ripandelli, Agostino , Saggio di studii comparativi su di alcuni episodii dell'Eneide di Virgilio / per Agostino
Ripandelli , Napoli : A. Morano, 1887
Kappes, Karl , Zur Erklarung von Virgil's Aeneide : Programm ... / Kappes , Constanz : J. Stadler'sche
Buchdruckerei, 1863
Del Gaizo, Modestino , Virgilio studiato dal naturalista : conferenza fatta al Circolo filologico di Napoli il di 22
gennaio 1882 / da Modestino Del Gaizo , Napoli : tipografia Accademia Reale delle Scienze, 1882
Cionci, Gaetano , P. Virgilio Marone e le opere sue : cenni storici, critici, biografici di Gaetano Cionci , Norcia
: Tip. Micocci e Comp., 1883
Dall'Oca, Gaspare , Dei rapporti di Virgilio con Ottaviano Augusto : memoria letta alla R. Accademia
Virgiliana di Mantova : 23 settembre 1883 / Gaspare Dall'Oca , Mantova : Tip. Mondovi, 1884
Note Generali: Estr. da: Atti dell'Accademia Virgiliana di Mantova, a. 1882-83.
Comparetti, Domenico , Virgilio nella tradizione letteraria fino a Dante : studio storico-letterario / di Dino
Comparetti , [S. l. : s. n., 1865]
Descrizione fisica: 55 p. ; 20 cm.
Note Generali: Estr. da: Nuova Antologia, 31 gennaio 1866.
La data incerta si ricava da p. 55
Bosson, A. , Etudes agronomiques sur les Georgiques de Virgile / par A. Bosson , Paris : A. Levy, 1869
Sannicola, Giovanni , Vita e ritratto del cavaliere Benedetto Di Virgilio / pel professore Giovanni Sannicola ,
Napoli : [s. n.], 1851
, Album virgiliano : 17 settembre 1882 , Mantova : Mondovi, 1883
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Studi
Pascal, Carlo , Asinio Pollione nei carmi di Vergilio : nota / del dr. Carlo Pascal , Napoli : tip. e stereotipia
della Regia Universita nel gia Collegio del Salvatore, 1888
Completato fino al 1850
ICCU Autore 2004Georgiche / Virgilio ; traduzione di Sebastiano Saglimbeni ; illustrazioni di Ernesto Treccani e un saggio di
Carmelo Salanitro , Gallarate : ACME, 2002 , Antidoti
Note Generali: Ed. di 500 esempl. num.
Testo orig. a fronte
Eneide / Virgilio , Firenze : Stamperia Braille, stampa 2003
Descrizione fisica: 1 v. in 4 tomi ; 35 cm.
Note Generali: Testo in Braille
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Purche ci resti Mantova : le bucoliche 1. e 9. tradotte e divulgate da Giorgio Bernardi Perini e Alessandro Fo
/ Virgilio , Arezzo : Edizioni degli amici, 2002 , Virgilio
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Amore e morte : antologia modulare di autori latini per il triennio della scuola media superiore / Virgilio ; a
cura di Luigi Coco , Napoli : Loffredo, [2002] , L' attualita del passato
Titiro e Melibeo : canto a due voci di pastori-poeti : ecloga prima, testo latino a fronte / P. Virgilio Marone ;
introduzione, traduzione e commento di Angelo Costa , Soveria Mannelli : Rubbettino, [2002] , Universita
Horsfall, Nicholas , Virgil, Aeneid 11 : a commentary / by Nicholas Horsfall , Leiden ; Boston, 2003 ,
Mnemosyne. Supplementum
Aeneid, books 1.-6. / Virgil ; edited with introduction and notes by R. Deryck Williams , London : Bristol
Classical Press, stampa 2002
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Riccardo Scarcia ,
[Milano] : Biblioteca universale Rizzoli, 2002
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Comprende: 1: Libri 1.-6. / Publio Virgilio Marone
2: Libri 7.-12. / Publio Virgilio Marone
1: Libri 1.-6. / Publio Virgilio Marone , [Milano] : Biblioteca universale Riz zoli, 2002
Descrizione fisica: 679 p. ; 18 cm.
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di
Riccardo Scarcia
2: Libri 7.-12. / Publio Virgilio Marone , [Milano] : Biblioteca universale Ri zzoli, 2002
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di
Riccardo Scarcia
Appendix Vergiliana , Appendix Vergiliana / a cura di Maria Grazia Iodice ; prefazione di Luca Canali , Milano
: Oscar Mondadori, 2002 , Classici greci e latini
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Eneide / Virgilio ; versione di Rosa Calzecchi Onesti , Milano : Mondolibri, stampa 2001
Note Generali: Testo latino a fronte
Trad. condotta sull'ed. Einaudi, 1967.
Aeneid 6. / Virgil ; edited by H.E. Gould and J.L. Whiteley , London : Bristol Classical press, 2000
Vergilius Maro, Publius , 2: Aeneid 7.-12. ; Appendix Vergiliana / Virgil ; with an English translation by H.
Rushton Fairclough ; revised by G. P. Goold , Cambridge etc.] : Harvard university press, 2000 , The Loeb
classical library
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
Villena, Enrique : de , 3: Traduccion y glosas de la Eneida, libros 4.-12. ; Traduccion de la Divina Commedia
/ Enrique de Villena , Madrid : Fundacion Jose Antonio de Castro, [2000]
Note Generali: Ed. di 1000 esempl. num.
Fa parte di: Obras completas / Enrique de Villena - Madrid : Turner
Appendix Vergiliana , Appendix Vergiliana / a cura di Mariuccia Coretti , [Trieste] : Istituto giuli ano di storia,
cultura e documentazione, 2000 , Bibliotechina del curioso
Note Generali: Ed. di 400 esempl. num.
Trad. italiana a fronte
Vergils Aeneid : selections from books 1, 2, 4, 6, 10 and 12 / [edited by] Barbara Weiden Boyd , Wauconda,
Ill.
Note Generali: Rev. ed. of: Vergil's Aeneid, Books I-VI, published by Clyde Pharr, 1998.
Eineide : nella cultura europea / Virgilio ; a cura di Vittoria Longoni , Scandicci : La nuova Italia, 2000
Note Generali: Front. su due pagine.
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
194
Eneide / Virgilio ; traduzione di Mario Ramous ; introduzione di Gian Biagio Conte ; commento di Gianluigi
Baldo , Venezia : Marsilio, 2001 , Tascabili Marsilio
Eneide / Virgilio ; versione di Rosa Calzecchi Onesti , Milano : Mondolibri, stampa 2000 (Rocca San
Casciano : Milanostampa)
Descrizione fisica: XLII, 573 p. ; 20 cm. (Testo orig. a fronte.
Eneide : libro secondo : argomento del libro, testo latino con scansione metrica, costruzione diretta e
traduzione interlineare, note e verbi / Virgilio ; a cura di Angelo Simonelli , Seregno : Ciranna & Ferrara,
stampa 2000 , Traduzioni interlineari dal latino
Eneide. Libro quarto / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pio
Bortoluzzi ; scansione metrica, cesure a cura della prof. A. Calz , Seregno : Avia pervia, stampa 2001 ,
Collana Sormani di testi latini e greci
Bortoluzzi, Pio
La Rocca, Salvatore
Calzavara d'Arpino, Ada
Georgiche / P. Virgilio Marone ; traduzione di Elvio Natali ; incisioni di Rodolfo Ceccotti , [S. l.] : Emmeo,
[2000?] (Firenze : R. e F. Becattini)
Descrizione fisica: 63, 63 p., [8] c. di tav. : ill. ; 35 cm + 1 v.
Note Generali: Ed. di 100 esempl. num. 1/80-80/80 e I/XX-XX/XX.
In custodia
Titolo uniforme: Georgica.
Comprende: Georgicon / P. Vergili Maronis ; traduzione diElvio Natali ; con 8 acqueforti di RodolfoCeccotti
Georgicon / P. Vergili Maronis ; traduzione di Elvio Natali ; con 8 acqueforti di Rodolfo Ceccotti , [S. l.] :
M&M, [2000] (Pescia : Benedetti)
Note Generali: In custodia.
Titolo uniforme: Georgica.
Numeri: ISBN - 88-87700-24-9
Fa parte di: Georgiche / P. Virgilio Marone ; traduzione di Elvio Natali ; incisioni di Rodolfo Ceccotti
Eneide / Virgilio ; traduzione di Mario Ramous ; introduzione di Gian Biagio Conte ; commento di Gianluigi
Baldo , Venezia : Marsilio, 2001 , Tascabili Marsilio
Morire d'amore : la passione che distrugge in Virgilio, Ovidio, Properzio / a cura di Lidia Levi , Roma [etc.] :
Laterza, 2001 , Leggere in latino
L' Eeide / Virgile ; traduction de Maurice Rat ; presentation, notes, chronologie, lexique, dossier-jeu et
dossier-latin par Christine Garcia , Paris : Flammarion, c2000 , Etonnants classiques
Aeneis / Publius Vergilius Maro ; textum denuo critice edidit Dan Slusanschi , Bucuresti : Paideia, c2000 ,
Colectia cartilor de seama
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia
Edizione: 8. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 2000
Note Generali: Testo latino a fronte.
Aeneid, books 7.-12. / Virgil ; edited with introduction and notes by R. Deryck Williams , London : Bristol
Classical Press, stampa 2001
Le georgiche. Libro quarto / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, scansione
metrica, cesure, verbi, note (sintattiche, grammaticali, ecc.) a cura di Paolo Camicia , Seregno : Avia pervia,
stampa 2001 , Collana Sormani di testi latini e greci
Bucoliche ; Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione e traduzione di Luca Canali , Milano : Bur, 2000
, Superbur. Classici
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
195
P. Vergili Maronis Georgicon / traduzione di Elvio Natali ; con 8 acqueforti di Rodolfo Ceccotti , [S. l.] : M&M,
[2000]
Dall'Eneide / Giovanna Bemporad ; introduzione di Luca Canali , , Roma
Note Generali: Testo originale a fronte.
Horsfall, Nicholas , Virgil, Aeneid 7 : a commentary / by Nicholas Horsfall , Leiden [etc.] : Brill, 2000 ,
Mnemosyne. Supplementum
Note Generali: Con il testo e la trad. inglese a fronte.
[2]: Aeneid 7.-12. ; Appendix vergiliana / with an English translation by H. Rushton Fairclough ; revised by G.
P. Goold
Edizione: Rev. ed , Cambridge, Mass. , The Loeb classical library
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
Aeneid 2. / Virgil ; edited with introduction notes and vocabulary by R.H. Jordan , London : Bristol Classical
press, 1999
1: Eclogues ; Georgics ; Aeneid 1.-6. / Virgil ; with an English translation by H. Rushton Fairclough ; revised
by G. P. Goold
Edizione: Rev. ed , Cambridge, Mass. , The Loeb classical library
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
2: Libri 3.-4. / Virgilio
Edizione: 6. ed , Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1999
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ;
premessa al testo di Sergio Pennacchietti
Edizione: 11. ed , Milano : Biblioteca Universale Rizzoli, 1999
Note Generali: Testo latino a fronte.
Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Edizione: 2. ed , Milano : A. Mondadori, 1999 , I meridiani
1: Eclogues ; Georgics ; Aeneid 1.-6. / Virgil ; with an english translation by H. Rushton Fairclough ; revised
by G. P. Goold , Cambridge ...[et al.] : Harvard University Press, 1999 , The Loeb classical library
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
Eneide. Libro 12. / Virgilio ; testo latino, costruzione diretta, versione italiana interlineare, trascrizione
metrica, note (sintattiche e grammaticali), forme verbali a cura del prof. P. Valenza , Seregno : Avia Pervia,
stampa 1999 , Collana Sormani di testi latini e greci
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia
Edizione: 7. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1999
Note Generali: Testo latino a fronte.
Titolo uniforme: Georgica.
Vergilius Maro, Publius , Aeneid 7.-8. / Virgil ; commentary by C.J. Fordyce ; introduction by P.G. Walsh ;
edited by John D. Christie , Bristol : Bristol Classical press, 1999
Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; annotata per il popolo e per le scuole da Ettore Fabietti , Rimini :
Guaraldi, 1999 , On demand
Note Generali: Ed. di 200 esempl.
Scelta di canti
Caro, Annibale <1507-1566>
Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione e commento di Stefano Bonfanti , Cinisello Balsamo : San Paolo,
c1998
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione, traduzione e note di Mario Ramous
Edizione: 5. ed , Milano : Garzanti, 1998 , I grandi libri Garzanti
Georgiques / Virgile ; texte traduit par Eugene de Saint-Denis ; introduction, notes et postface par Jackie
Pigeaud , Paris : Les belles lettres, 1998 , Classiques en poche
Eclogues / Vergil ; edited by Robert Coleman
Edizione: Repr , Cambridge : Cambridge University Press, 1998 , Cambridge Greek and Latin classics
Antologia virgiliana : Bucoliche e Georgiche / a cura di B. Riposati, R. Calderini
Edizione: 8. ed , [Roma] : Dante Alighieri, 1998 , Traditio. Serie latina
Eneide / Virgilio ; traduzione di Mario Ramous ; introduzione di Gian Biagio Conte ; commento di Gianluigi
Baldo , Venezia : Marsilio, [1998] , Il convivio
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Eneide : libro 6. / Virgilio ; a cura di Alberto Albertini
Edizione: 5. ed , [Roma] : Dante Alighieri, 1998 , Traditio. Serie latina
La distruzione di Troia : dall'Eneide di Virgilio / a cura di Lidia Levi , Roma ; Bari, 1998
Descrizione fisica: VI, 53 p. ; 26 cm. , Collezione scolastica
Panini, Giorgio P. , Eneide / A cura di Giorgio P. Panini ; Illustrazioni a colori di Sergio , Milano : Mondadori,
1997
Note Generali: Riduzione e passi scelti per ragazzi
Aeneid 10 / Vergil ; with introduction, translation, and commentary by S. J. Harrison , Oxford : Clarendon
press, stampa 1997 , Oxford classical monographs
Note Generali: Testo orig. a fronte.
6: (libri 11.-12.) / Virgilio
Edizione: 3. ed , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1997 , Scrittori greci e latini
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Eneide. Libro 2. / Virgilio ; a cura di Andrea Di Benedetto
Edizione: 6. ed , Roma : Dante Alighieri, 1997 , Traditio. Serie latina
Eneide / [Virgilio] ; a cura di Giorgio P. Panini ; illustrazioni a colori di Sergio , Milano : A. Mondadori, 1997
TV0157 - Sistema bibliotecario urbano di Treviso - Treviso - TV
Eneide / Vergilius ; introd.trad.e note di Rosa Calzecchi Onesti , Torino : Einaudi, 1997 , Einaudi tascabili
Note Generali: Testo latino a fronte
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia
Edizione: 6. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1997
Note Generali: Testo orig. a fronte.
1: Eneida / Publius Vergilius Maro ; traducere de Nicolae Ionel , [S. l.] : Institul European, 1997 (Iasi :
Institutului European pentru Cooperare Cultural-Stiintifica)
Testo orig. a fronte
Fa parte di: Opere / Publius Vergilius Maro
1: Libri 1.-2. / Virgilio
Edizione: 5. ed , Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1997
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Aeneid 1. / Virgil ; edited by H.E. Gould and J.L. Whiteley , London : Bristol Classical press, 1997
Virgilio l'utopia e la storia : il libro 12. dell'Eneide e antologia delle opere / a cura di Alfonso Traina , Torino :
Loescher, c1997 , Testi e crestomazie. N.s
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
197
Virgil's Aeneid / translated by John Dryden ; edited by Frederick M. Keener , Harmondsworth : Penguin
books, 1997 , Penguin classics
Le Bucoliche : traduzione libera in versi rimati da P. Virgilio Marone : Rieti 31 dicembre 1956 / Antonio
Ceccarelli , [S. l. : s. n.], stampa 1997 (Santa Rufina : Nobili Sud, Cittaducale)
Bailey, Mark Edward , The Pseudo-Virgilian Culex / translation and commentary by Mark Edward Bailey ,
Ann Arbor, Michigan
Note Generali: Thesis ... Univ. of Colorado, 1995.
Bucoliche / Virgilio ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ; premessa al testo
di Sergio Pennacchietti , , Milano , I grandi classici della poesia
Note Generali: Testo latino a fronte.
The aeneid / Virgil ; translated by John Dryden ; with an introduction by James Morwood , Ware :
Wordsworth, 1997 , Wordsworth classics
Le bucoliche : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 29. ed , Roma : Dante Alighieri, stampa 1996 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ;
premessa al testo di Sergio Pennacchietti
Edizione: 9. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1996
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Wacht, Manfred , Concordantia Vergiliana / curavit Manfred Wacht , Hildesheim [etc.] : Olms-Weidmann,
1996
Descrizione fisica: 2 v. ; 30 cm. , Alpha-omega. Reihe A, Lexika, Indizes,Konkordanzen zur klassischen
Philologie
Comprende: 1: A-L / curavit Manfred Wacht
2: M-Z / curavit Manfred Wacht
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Concordanze
Le Georgiche : libro secondo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, scansione
metrica, cesure, verbi, note (sintattiche, grammaticali, ecc.) a cura di A. Calzavara D'Arpino , Seregno : Avia
pervia, stampa 1996 , Collana Sormani di testi latini e greci
Le Bucoliche / Virgilio ; vita e opere di Virgilio, testo integrale con scansione metrica, costruzione e
traduzione interlineare, rilievi morfologici e sintattici, paradigmi dei verbi, argomento delle egloghe a cura di
Maria Benedetta Curro , Seregno : Ciranna & Ferrara, stampa 1996
Note Generali: Con il testo orig.
Eneide. Libro quinto / Virgilio ; argomento del libro, appendice metrica, testo con scansione metrica,
costruzione diretta e traduzione interlineare, note e verbi a cura del prof. Scarpa Giancarlo , Seregno :
Ciranna & Ferrara, stampa 1996
Note Generali: Con il testo orig.
Eneide. Libro settimo / Virgilio ; vita e opere di Virgilio, argomento del libro, appendice metrica, testo latino
con scansione metrica, costruzione diretta e traduzione interlineare, note e verbi a cura del prof, Scarpa
Giancarlo , Seregno : Ciranna & Ferrara, stampa 1996
Note Generali: Con il testo orig.
Eneide. Libro ottavo / Virgilio ; testo latino con scansione metrica, costruzione diretta e traduzione
interlineare, appendice metrica: l'esametro, note e verbi a cura del prof. Scarpa Giancarlo , Seregno :
Ciranna & Ferrara, stampa 1996
Note Generali: Con il testo orig.
Eneide / Virgilio ; traduzione di Guido Vitali ; guida alla lettura del poema ed esercizi letterari di Ezio Savino
Edizione: 7. ed , Milano : Mursia, 1996
Titolo uniforme: Aeneis
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198
Brungs, Karl-Hans , Giacomo Leopardis Aeneisubersetzung : die Ubersetzung Leopardis in der Kritik des 19.
und 20. Jahrhunderts textkritische Ausgabe und Kommentar / Karl-Hans Brungs , Frankfurt an Main [etc.] :
P. Lang, c1996 , Bonner romanistische Arbeiten
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione e commento di Giovanni Caprio , Fasano : Schena, [1995]
Titolo uniforme: Aeneis
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia , Milano : Fabbri, stampa 1995 , I grandi classici latini e greci
Note Generali: Testo latino a fronte.
Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione in esametri ritmici riveduta e commento di Giuseppe Vergara ,
Napoli : F.lli Conte, stampa 1995
Il libro sesto dell'Eneide / Virgilio ; con introduzione e commento di Carlo Del Grande
Edizione: 4. ed. riv , Napoli : Loffredo, stampa 1995
Del Grande, Carlo <1899-1970>
Clausen, Wendell , A commentary on Virgil Eclogues / by Wendell Clausen , Oxford : Clarendon Press, 1995
, Clarendon paperbacks
Note Generali: Con il testo latino.
Vergilius Maro, Publius , Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione
di Luca Canali ; note al testo di Riccardo Scarcia
Edizione: 5. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1995
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Vergilius Maro, Publius , Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e
note di Luca Canali ; premessa al testo di Sergio Pennacchietti , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1978,
stampa 1995
Note Generali: Testo latino a fronte
Aeneid 4. / Virgil ; edited by H.E. Gould and J.L. Whiteley , London : Bristol Classical press, 1995
Bucoliche / Virgilio ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ; premessa al testo
di Sergio Pennacchietti ; testo latino a fronte , , Milano
Eneide. Libro secondo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. P.
Sonetti ; scansione metrica e cesure, note e verbi a cura della prof.ssa A. Calzavara D'Arpino , Seregno :
Avia pervia, stampa 1995 , Collana Sormani di testi latini e greci
Le Georgiche. Libro primo / Virgilio ; argomento dell'opera, costruzione diretta e traduzione interlineare, rilievi
morfologici e sintattici, metrica, note e verbi a cura del prof. Vito Costa , Seregno : Ciranna & Ferrara,
stampa 1995
Eneide. Libro terzo / Virgilio ; argomento del libro, testo latino con scansione metrica, appendice metrica,
costruzione diretta e traduzione interlineare, note e verbi , Seregno : Ciranna & Ferrara, stampa 1995
Eneide. Libro nono / Virgilio ; argomento del libro, testo latino con scansione metrica, appendice metrica,
costruzione diretta e traduzione interlineare, note e verbi , Seregno : Ciranna & Ferrara, stampa 1995
The Aeneid / Virgil ; translated by Edward McCrorie ; with a foreword by Vincent J. Cleary , Ann Arbor : The
University of Michigan press, c1995
Eneide / Virgilio ; prefazione di Beniamino Placido ; introduzione e traduzione di Enrico Oddone , Milano :
Feltrinelli, 1995 , Universale economica
Note Generali: Testo orig. a fronte
Eneide, libro VI / Publio Virgilio Marone ; a cura di Fabio Varieschi , Milano : Signorelli, 1995 , Classici
Signorelli : testi con introduzione ecommento
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199
Eneide / Virgilio ; versione poetica di Francesco Vivona ; con introduzione di Ettore Paratore , S.l.] :
Associazione nazionale Ludi di Enea, stampa 1995
Descrizione fisica: 427 p. : ill. ; 24 cm.
Note Generali: Testo orig. con trad. in italiano a fronte.
Vivona, Francesco <1866-1936>
Eneide / Virgilio ; Traduzione di Luca Canali ; Commento di Ettore Paratore adattato da Marco Beck ;
Introduzione di Ettore Paratore , Milano : A. Mondadori, 1995 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo a fronte
Le Bucoliche : le Egloghe / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, argomenti, note e
verbi, scansione metrica e cesure a cura di Salvatore Di Meglio , Seregno : Avia pervia, stampa 1995 ,
Collana Sormani di testi latini e greci
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia
Edizione: 4. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1994
Note Generali: Testo latino con traduzione italiana a fronte
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ;
premessa al testo di Sergio Pennacchietti
Edizione: 7. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1994
Note Generali: Testo latino a fronte
Georgiche libro 5. / Virgilio ; commento a cura di Alessandro Biotti ; introduzione di Nicholas Horsfalll ,
Bologna : Patron, 1994 , Testi e manuali per l'insegnamentouniversitario del latino
Aeneid : book 9. / Virgil ; edited by Philip Hardie , Cambridge : Cambridge University Press, 1994 ,
Cambridge Greek and Latin classics
Eneide / Virgilio ; a cura di Enzio Cetrangolo , [Milano] : Fabbri, c1994, stampa 1995 , I grandi classici latini e
greci
Note Generali: Testo latino a fronte.
Georgiche. Libro 4. / Virgilio ; commento a cura di Alessandro Biotti ; introduzione di Nicholas Horsfall ,
Bologna : Patron, 1994 , Testi e manuali per l'insegnamentouniversitario del latino
Il libro terzo dell'Eneide / Virgilio ; a cura di Pier Vincenzo Cova , Milano : Vita e pensiero, 1994 , Biblioteca di
Aevum antiquum
Eneide : libro 4. / Virgilio ; a cura di Giuseppe Zermini
Edizione: 4. ed , [Roma] : Dante Alighieri , Traditio. Serie latina
Eneide : con episodi significativi di Iliade e Odissea / a cura di Mario Geymonat
Edizione: 2. ed , Bologna : Zanichelli, 1994
Vergilius Maro, Publius , L' Eneide di Virgilio : riassunto / [a cura di E. Bignami] , Milano : Bignami, c1994 ,
Biblioteca scolastica Bignami
Bucoliche / Virgilio ; a cura di Marina Cavalli , Milano : A. Mondadori, 1994 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo latino a fronte
Virgilio napoletano / [trasposizione di] Michele Rocco ; a cura di Carlachiara Perrone , Roma : G. e M.
Benincasa, [1994] , Testi dialettali napoletani
Note Generali: Contiene: La Buccoleca de Vergilio, La Georgeca de Vergilio.
Aeneid. Book 9. / Virgil ; edited by Philip Hardie , Cambridge [etc.] : Cambridge University Press, 1994 ,
Cambridge Greek and Latin classics
Note Generali: Con testo orig.
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Clausen, Wendell , A commentary on Virgil Eclogues / by Wendell Clausen , Oxford : Clarendon, 1994 ,
Clarendon paperbacks
Note Generali: E contenuto il testo lat.
Eneide : vol.I, libri I-III / A cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori, 1994 ,
Scrittori greci e latini
Bucoliche ; Georgiche / Virgilio ; traduzione note a cura di Marina Cavalli e Alessandro Barchiesi , Milano : A.
Mondadori, 1994 , Leggere i classici
Note Generali: Tit. orig.: Bucolica, Georgica.
Eneide / Publio Virgilio Marone ; cura e versione di Mario Scaffidi Abbate
Edizione: Ed. integrale , Roma : Grandi tascabili economici Newton, 1994 , Grandi tascabili economici
Note Generali: Testo latino a fronte.
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia , [Milano] : Fabbri, c1994, stampa 1995 , I grandi classici latini e greci
Note Generali: Testo latino a fronte.
Hirtengedichte : Lateinisch und deutsch / Vergil ; herausgegeben, ubertragen, eingeleitet und erlautert von
Heinrich Naumann , Munchen : verlag Wilhelm Goldmann, stampa 1994
Note Generali: Testo latino a fronte.
Bucoliche / Virgilio ; a cura di Marina Cavalli , Milano : A. Mondadori, [1994?] , Classici greci e latini
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Umberto Todini ; traduzione di Sebastiano Saglimbeni
Edizione: Ed. integrale , Roma : TEN, 1994 , Centopaginemillelire
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Eneide / Virgilio ; Traduzione di Luca Canali ; Commento di Ettore Paratore adattato da Marco Beck ;
Introduzione di Ettore Paratore , Milano : A. Mondadori, 1994 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo a fronte
Eneide / Virgilio ; a cura di Enzio Cetrangolo , Milano : R.C.S. libri & grandi opere, 1994 , Tascabili Bompiani.
C
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Bucoliche / Virgilio ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ; premessa al testo
di Sergio Pennacchietti , [Milano] : Fabbri, c1994, stampa 1995 , I grandi classici latini e greci
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia
Edizione: 4. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1994 , Bur Poesia
Note Generali: Testo latino con traduzione italiana a fronte
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ;
premessa al testo di Sergio Pennacchietti
Edizione: 7. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1994 , Bur Poesia
Note Generali: Testo latino a fronte
Georgiche libro 5. / Virgilio ; commento a cura di Alessandro Biotti ; introduzione di Nicholas Horsfalll ,
Bologna : Patron, 1994 , Testi e manuali per l'insegnamentouniversitario del latino
Aeneid : book 9. / Virgil ; edited by Philip Hardie , Cambridge : Cambridge University Press, 1994 ,
Cambridge Greek and Latin classics
Eneide / Virgilio ; a cura di Enzio Cetrangolo , [Milano] : Fabbri, c1994, stampa 1995 , I grandi classici latini e
greci
Note Generali: Testo latino a fronte.
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Georgiche. Libro 4. / Virgilio ; commento a cura di Alessandro Biotti ; introduzione di Nicholas Horsfall ,
Bologna : Patron, 1994 , Testi e manuali per l'insegnamentouniversitario del latino
Titolo uniforme: Georgica.
Il libro terzo dell'Eneide / Virgilio ; a cura di Pier Vincenzo Cova , Milano : Vita e pensiero, 1994 , Biblioteca di
Aevum antiquum
Note Generali: Segue: Appendici.
Eneide : libro 4. / Virgilio ; a cura di Giuseppe Zermini
Edizione: 4. ed , [Roma] : Dante Alighieri , Traditio. Serie latina
Eneide : con episodi significativi di Iliade e Odissea / a cura di Mario Geymonat
Edizione: 2. ed , Bologna : Zanichelli, 1994
L' Eneide di Virgilio : riassunto / [a cura di E. Bignami] , Milano : Bignami, c1994 , Biblioteca scolastica
Bignami
Bucoliche / Virgilio ; a cura di Marina Cavalli , Milano : A. Mondadori, 1994 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo latino a fronte
Virgilio napoletano / [trasposizione di] Michele Rocco ; a cura di Carlachiara Perrone , Roma : G. e M.
Benincasa, [1994] , Testi dialettali napoletani
Note Generali: Contiene: La Buccoleca de Vergilio, La Georgeca de Vergilio.
Aeneid. Book 9. / Virgil ; edited by Philip Hardie , Cambridge [etc.] : Cambridge University Press, 1994 ,
Cambridge Greek and Latin classics
Note Generali: Con testo orig.
Clausen, Wendell , A commentary on Virgil Eclogues / by Wendell Clausen , Oxford : Clarendon, 1994 ,
Clarendon paperbacks
Note Generali: E contenuto il testo lat.
Eneide : vol.I, libri I-III / A cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori, 1994 ,
Scrittori greci e latini
Bucoliche ; Georgiche / Virgilio ; traduzione note a cura di Marina Cavalli e Alessandro Barchiesi , Milano : A.
Mondadori, 1994 , Leggere i classici
Eneide / Publio Virgilio Marone ; cura e versione di Mario Scaffidi Abbate
Edizione: Ed. integrale , Roma : Grandi tascabili economici Newton, 1994 , Grandi tascabili economici
Note Generali: Testo latino a fronte.
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia , [Milano] : Fabbri, c1994, stampa 1995 , I grandi classici latini e greci
Note Generali: Testo latino a fronte.
Hirtengedichte : Lateinisch und deutsch / Vergil ; herausgegeben, ubertragen, eingeleitet und erlautert von
Heinrich Naumann , Munchen : verlag Wilhelm Goldmann, stampa 1994
Note Generali: Testo latino a fronte.
Bucoliche / Virgilio ; a cura di Marina Cavalli , Milano : A. Mondadori, [1994?] , Classici greci e latini
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Umberto Todini ; traduzione di Sebastiano Saglimbeni
Edizione: Ed. integrale , Roma : TEN, 1994 , Centopaginemillelire
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Eneide / Virgilio ; Traduzione di Luca Canali ; Commento di Ettore Paratore adattato da Marco Beck ;
Introduzione di Ettore Paratore , Milano : A. Mondadori, 1994 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo a fronte
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Eneide / Virgilio ; a cura di Enzio Cetrangolo , Milano : R.C.S. libri & grandi opere, 1994 , Tascabili Bompiani.
C
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Bucoliche / Virgilio ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ; premessa al testo
di Sergio Pennacchietti , [Milano] : Fabbri, c1994, stampa 1995 , I grandi classici latini e greci
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Giancotti, Francesco , Victor tristis : lettura dell'ultimo libro dell'Eneide / Francesco Giancotti , Bologna :
Patron, 1993 , Testi e manuali per l'insegnamentouniversitario del latino
Note Generali: Gia pubbl.
Eneide / Virgilio ; versione per i bambini di Annamaria Vaccari ; illustrazioni di Adriano Vignola , Milano :
Mursia, 1993
Riba, Carles , Les Bucoliques de Virgili i altres poemes pastorals / Carles Riba ; edicio a cura de Ramon
Torne ; proleg de Jaume Medina , Barcelona : Publicacions universitat de Barcelona, 1993 , Aurea saecula
Salvatore, Armando , Appendicis vergilianae : lexicon / curavit Armandus Salvatore , Neapoli : in aedibus
Loffredo, 1993
Tutte le opere / Publio Vrgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna , Firenze : Sansoni, c1993 , La grande letteratura
Salvatore, Armando , Appendicis Vergilianae Lexicon / curavit Armandus Salvatore , Neapoli : in aedibus
Loffredo, 1993
Bucolica / P. Virgilio Marone ; Traduzione francese di Paul Valery; Les Bucoliques; versione italiana: Le
Bucoliche; A cura di Carla Carena , Torino : G. Einaudi, 1993 , Scrittori tradotti da scrittori
Virgil's Aeneid / translated by John Dryden ; with introductions, notes and illustrations
Edizione: Millennium ed , Norwalk : The Easton press, c1993 , The Harvard classics
Eneidi siciliana / Publio Virgilio Marone ; nella versione di Giuseppe Cavallaro , Trapani : Associazione
nazionale Ludi di Enea, [1993]
Note Generali: In appendice: Glossario.
Bucoliche / Virgilio ; a cura di Marina Cavalli , Milano : A. Mondadori, 1993 , Classici greci e latini
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Bucolica / Virgilio ; traduzione francese di Paul Valery: Les bucoliques ; versione italiana: Le bucoliche ; a
cura di Carlo Carena , Torino : Einaudi, 1-[1993] , Scrittori tradotti da scrittori
Scrittori tradotti da scrittori. Serietrilingue
Note Generali: Testo orig. a fronte
Trad. italiana in calce.
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Georgiche introduzione di Gian Biagio Conte / Virgilio ; a cura di Alessandro Barchiesi , Milano : A.
Mondadori, 1993 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo originale a fronte
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione, traduzione e note di Mario Geymonat
Edizione: 6. ed , Milano : Garzanti, 1993 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Con testo a fronte.
Eneide. Libro 5. / Virgilio ; a cura di Giovanni Bellardi , Milano : Mursia, 1993 , Classici latini e greci
Eneide. Libro 2. / P. Virgilio Marone ; introduzione e commento a cura di Armando Salvatore , Napoli :
Loffredo, stampa 1993
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
203
Heinze, Richard , Virgil's epic technique / by Richard Heinze ; translated by Hazel and David Harvey and
Fred Robertson ; with a preface by Antonie Wlosok , London : Bristol Classical Press, 1993
Eneide : le avventure di Enea / Virgilio ; adattamento testi di Stefania Stefani ; illustrazioni di Piero Cattaneo ,
Milano : Dami Editore, 1993
Bucoliche / Virgilio ; a cura di Marina Cavalli , Milano : A. Mondadori, 1993 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo in lingua originale a fronte
Testo latino a fronte
Eneide / Virgilio ; versione per bambini di Annamaria Vaccari ; illustrazioni di Adriano Vignola , Milano :
Mursia, [1993] , Beccogiallo
TV0157 - Sistema bibliotecario urbano di Treviso - Treviso - TV
Aeneis / Publius Vergilius Maro ; Prosaubertragung von Volker Ebersbach
Edizione: 3. Aufl , Leipzig : Reclam, 1993 , Reclam Bibliothek
Bucoliche / Virgilio ; introduzione e traduzione di Sebastiano Saglimbeni ; illustrazioni di Ernesto Treccani ,
Verona : Edizioni del Paniere, [1993] , Il Paniere
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione, traduzione e note di Mario Geymonat
Edizione: 5. ed , Milano : Garzanti, 1992 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Con testo a fronte
Vol. 3.: Libri 5.-6. / Virgilio
Edizione: 4. ed , 1992
Descrizione fisica: 368 p.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Bucoliche.Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione e traduzione di Luca Canali , Milano : Biblioteca
Universale Rizzoli, 1992 , Superclassici
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna , Firenze : Sansoni, 1992 , Biblioteca universale Sansoni
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Georgiche / Virgilio ; introduzione di Gian Biagio Conte ; testo, traduzione e note a cura di Alessandro
Barchiesi , Milano : A. Mondadori, 1992 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo latino a fronte
Bucoliche Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione e traduzione di Luca Canali , Milano : Biblioteca
Universale Rizzoli, 1992 , Superclassici
Eneide / Virgilio ; illustrazioni di Libico Maraja ; adattamento testi di Stelio Martelli , Milano : Dami, 1992
Georgics 1. and 4. / Virgil ; edited with an introduction, notes & vocabulary by H.H. Huxley , Bristol : Bristol
Classical Press, 1992
Descrizione fisica: 262 p. ; 21 cm.
Virgil: Aeneid book 12. / edited by W. S. Manguinness , London : Bristol Classical Press, 1992
Eneide. Libro secondo / Virgilio ; nelle versioni di Annibal Caro e Giacomo Leopardi ; con un saggio di
Alfredo Giuliani e immagini di Enzo Brunori ; a cura di Goffredo Binni , Macerata : Carima, 1992
Note Generali: Ed. di 100 esempl. num.
Ex libris Carima sul verso della cop
Caro, Annibale <1507-1566>
Georgiche / Virgilio ; Introduzione di Gian Biagio Conte ; Testo, traduzione e note a cura di Alessandro
Barchiesim , Milano : A. Mondadori, 1992 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo originale a fronte
F. D’Alessi © 2002
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204
Eneide : vol.III, libri V-VI / A cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori, 1992 ,
Scrittori greci e latini
Eneide / Virgilio P. Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare Vivaldi ; note di
Margherita Rubino
Edizione: 2. ed , Milano : Garzanti, 1992
Descrizione fisica: 2 v. (XXXVIII, 807 p. compless.) ; 18 cm. , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Testo latino e trad. italiana a fronte
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: nouvelle edition revue et augmente d'un commentaire , Paris : les Belles Lettres, 1992
Descrizione fisica: 1 v. (paginazione varia) ; 20 cm. , Collection des universités de France
Note Generali: 5. tirage revu et augmente d'un complement bibliographique / par Roger Lesueur
Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione e commento di Stefano Bonfanti ; illustrazioni di Salvatore Fiume ,
Milano : Editoriale De Drago, 1992
Descrizione fisica: 2 v. : ill. ; 29 cm.
Comprende: 1 / Publio Virgilio Marone
2 / Publio Virgilio Marone
Le Georgiche : libro quarto / Virgilio ; introduzione, argomento dell'opera, costruzione diretta e traduzione
interlineare, rilievi morfologici e sintattici, note e verbi, scansione metrica a cura del prof. Vito Costa ,
Seregno : Ciranna & Ferrara, stampa 1992
Eneide. Libro quarto / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione interlineare a cura del prof. Pio Bortoluzzi ;
scansione metrica, cesure a cura della prof. A. Calzavara ; note, sintattiche, grammaticali ecc. e verbi a cura
di S. La Rocca , Seregno : Avia pervia, stampa 1992 , Collana Avia pervia di testi latini
Eneide. Libro secondo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. P.
Sonetti ; scansione metrica, cesure e note a cura della prof. A. Calzavara D'Arpino , Seregno : Avia pervia,
stampa 1992 , Collana Avia pervia di testi latini
Eneide : libro secondo : riassunto, metrica, testo integrale, traduzione letterale a fronte, note linguistiche,
paradigmi verbali / Virgilio ; a cura di Velia Raccordi , [Milano] : Le muse, [1992] , Latinitas
Georgiche / Virgilio ; introduzione di Gian Biagio Conte ; testo, traduzione e note a cura di Alessandro
Barchiesi , Milano : A. Mondadori, 1992 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone , Firenze : Sansoni, 1992 , Biblioteca universale Sansoni
Eneide : libro secondo / Virgilio ; nelle versioni di Annibal Caro e Giacomo Leopardi ; con un saggio di
Alfredo Giuliani e immagini di Enzo Brunori , Macerata : CARIMA, 1992
Eneide. Libro secondo / Virgilio ; nelle versioni di Annibal Caro e Giacomo Leopardi ; con un saggio di
Alfredo Giuliani ; e immagini di Enzo Brunori ; a cura di Goffredo Binni , Macerata : Carima, 1992 (Arese :
Arti grafiche Motta)
Descrizione fisica: 140 p. : ill. ; 31 cm + 1 acquaforte.
Note Generali: Ed. di 100 esempl. num. con acquaforte originale
Nomi: Vergilius Maro, Publius
Leopardi, Giacomo
Giuliani, Alfredo
Binni, Goffredo
Caro, Annibale <1507-1566>
Brunori, Enzo
3: [ Libri 5.-6.] / Virgilio
Edizione: 4. ed , <Roma> : Fondazione Lorenzo Valla, 1992
Note Generali: Testo latino a fronte
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
205
Aeneid 10. / Vergil ; with introduction, translation and commentary by S. J. Harrison , Oxford : Clarendon
press, 1991 , Oxford classical monographs
Note Generali: Testo lat. a fronte.
Traduzione del libro secondo della Eneide / Giacomo Leopardi ; a cura di Roberto Rossi Precerutti , Torino :
l'Arzana, 1991 , L' arzana : poesia
Eneide : per i licei e gli istituti magistrali / Virgilio ; traduzione e commento critico a cura di Angelo Buononato
, Milano : Le Muse, 1991
Note Generali: Testo in latino
2: [ Libri 3.-4.. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Edizione: 3. ed , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1991
Note Generali: Testo latino a fronte
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Vol. 2.: Libri 3.-4. / Virgilio
Edizione: 3. ed , 1991
Descrizione fisica: 244 p.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Vol. 4.: Libri 7.-8. / Virgilio
Edizione: 2. ed , 1991
Descrizione fisica: 312 p.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Aeneid. Book 11. / Virgil ; edited by K. W. Grandsen , Cambridge [etc.] : Cambridge university Press, 1991 ,
Cambridge Greek and Latin classics
Note Generali: Testo lat.
Il sonno di Palinuro / Virgilio ; a cura di Enzio Cetrangolo , Firenze : Sansoni, [1991] , Universale letteraria
Sansoni
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Riposati, Benedetto , Dal Mincio al Tevere : antologia delle opere virgiliane / a cura di Benedetto Riposati
Edizione: 7. ed , Roma : Dante Alighieri, 1991 , Traditio. Serie latina
Aeneid, book XI / Virgil ; edited by K. W. Gransden , Cambridge : Cambridge University Press, 1991 ,
Cambridge Greek and Latin classics
Note Generali: Testo in lingua originale.
Eneide : libro 6. : per i licei e gli istituti magistrali / Virgilio ; traduzione e commento critico a cura di Angelo
Buononato , Milano : Le muse, [1991] , Latinitas
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Eneide / Virgilio ; Traduzione e commento critico a cura di Angelo Buononato , Milano : Le Muse, c1991
Note Generali: Per i Licei e gli Istituti Magistrali
Eneide / Virgilio ; Traduzione di Luca Canali ; Commento di Ettore Paratore adattato da Marco Beck ;
Introduzione di Ettore Paratore , Milano : A. Mondadori, 1991 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo latino a fronte
Eneide. Libro secondo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. P.
Sonetti ; scansione metrica, censure e note a cura della prof. A. Calzavara d'Arpino , Roma : Sormani,
stampa 1991 , Collana Avia pervia di testi latini
Eneide. Libro sesto / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pietro
Sonetti ; scansione metrica, cesure, note (sintattiche, grammaticali, ecc.) a cura di A. Calzavara d'Arpino ,
Seregno : Avia pervia, stampa 1991 , Collana Avia pervia di testi latini
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206
Eneide : vol.IV, libri VII-VIII / A cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori, 1991
, Scrittori greci e latini
Eneide. Libro settimo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura di Salvatore Di
Meglio ; scansione metrica-cesure note sintattiche, grammaticali, ecc. a cura di Paolo Camicia , Seregno :
Avia pervia, stampa 1991 , Collana Avia pervia di testi latini
Eneide / Publio Virgilio Marone , Bologna ; Torino, 1991 , Leggere nel tempo e nelle civilta
Eneide. Libro undicesimo / Virgilio ; testo latino, costruzione diretta, versione italiana interlineare a cura del
prof. P. D'Alvise ; scansione metrica, cesure , Seregno : Avia pervia, stampa 1991
Traduzione del Libro secondo della Eneide / Giacomo Leopardi ; a cura di Roberto Rossi Precerutti
Edizione: Torino : L'arzana, 1991 , Torino : L'arzana, 1991 , L' arzana : poesia
Eneide : libro 6. per i licei e gli istituti magistrali / Virgilio ; traduzione e commento critico a cura di Angelo
Buononato , Modena : Muse, [1991]
Eneide : libro 4. : per i licei e gli istituti magistrali / Virgilio ; traduzione e commento critico a cura di Angelo
Buononato , Milano : Le Muse, [1991]
Traduzione del libro secondo della Eneide / Giacomo Leopardi ; a cura di Roberto Rossi Precerutti , Torino :
L'arzana, 1991
L' Eneide / di Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro , Milano : Hoepli, c1991
Caro, Annibale <1507-1566>
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione, traduzione e note di Mario Ramous
Edizione: 3. ed , <Milano> : Garzanti, 1991 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Testo orig. a fronte
Eneide / Virgilio ; traduzione di Luca Canali ; commento di Ettore Paratore adattato da Marco Beck ;
introduzione di Ettore Paratore , Milano : A. Mondadori, 1991 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Eneide / Virgilio ; traduzione e commento di Alberto Grosso , Torino : Thema, 1991
Eneide, libro 6. : per i licei e gli istituti magistrali / Virgilio ; traduzione e commento critico a cura di Angelo
Buononato , Milano : Le Muse, (1991), 1991 , Latinitas
4: [ Libri 7.-8.] / Virgilio
Edizione: 2. ed , <Roma> : Fondazione Lorenzo Valla, 1991
Note Generali: Testo latino a fronte
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Mynors, Roger Aubrey Baskerville , Virgil: Georgics / edited with a commentary by R. A. B. Mynors , Oxford
[etc.] : Clarendon Press, Oxford, 1990
Le bucoliche : le egloghe / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, argomenti, note e
verbi, scansione metrica e cesure a cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Sormani, stampa 1990 , Collana
Avia pervia di testi latini
Aeneid 10. / Virgil ; edited with introduction, notes and vocabulary by R. H. Jordan , Bristol : Bristol Classical
press, 1990
Note Generali: Testo lat. a fronte.
1 / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte; traduzione di Cesare Vivaldi ; note di
Margherita Rubino , Milano : Garzanti, 1990
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare
Vivaldi ; note di Margherita Rubino
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Le georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
stampa 1990 , Poeti di Roma
Note Generali: Testo orig. a fronte
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Bucoliche / Virgilio ; a cura di Marina Cavalli , Milano : A. Mondadori, 1990 , Oscar classici
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare Vivaldi ; note
di Margherita Rubino , Milano : Garzanti, 1990
Descrizione fisica: 2 v. (XXXIX, 815 p. compless.) ; 19 cm. , I classici
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Della Corte, Francesco <1913-1991>
Le georgiche / Publio Virgilio Marone ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna :
Zanichelli, 1990 , Poeti di Roma
Eneide. Libro sesto / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa 1990 , Collezione di classici greci e latini
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ;
premessa al testo di Sergio Pennacchietti
Edizione: 5. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1990
Note Generali: Testo latino a fronte
Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla,
1990- , Scrittori greci e latini
Note Generali: Testo e traduzione
Comprende: Vol. 1.: Libri 1.-2. / Virgilio
Vol. 2.: Libri 3.-4. / Virgilio
Vol. 3.: Libri 5.-6. / Virgilio
Vol. 4.: Libri 7.-8. / Virgilio
Vol. 5.: Libri 9.-10. / Virgilio
Vol. 6.: Libri 11.-12. / Virgilio
Vol. 1.: Libri 1.-2. / Virgilio
Edizione: 3. ed , 1990
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Vol. 5.: Libri 9.-10. / Virgilio
Edizione: 2. ed , 1990
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Vol. 6.: Libri 11.-12. / Virgilio
Edizione: 2. ed , 1990
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Georgics / Virgil ; edited with a commentary by R. A. B. Mynors , Oxford : Clarendon press, 1990
Mynors, Roger Aubrey Baskerville
1 / Publio Virgilio Marone , Milano : Garzanti, 1990
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare
Vivaldi ; note di Margherita Rubino
2 / Publio Virgilio Marone , Milano : Garzanti, 1990
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare
Vivaldi ; note di Margherita Rubino
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare Vivaldi ; note
di Margherita Rubino , Milano : Garzanti, c1990
Descrizione fisica: 2 v. (XXXIX, 815 p.) ; 18 cm. , I classici
Note Generali: Include dizionario mitologico / di Luisa Biondetti
Della Corte, Francesco <1913-1991>
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Georgiche : libro 2. / Virgilio ; testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento, scansione metrica a
cura di G. Romaniello , Roma : Ciranna, [1990?] , I cirannini
Eneide : libro 6. / Virgilio ; argomento, testo con introduzione metrica, scansione, cesure, costruzione diretta,
versione letterale interlineare, note a cura di V. Costa, P. Fontana e C. Ciranna , Roma : Ciranna, [1990?] , I
cirannini
Eneide : libro ottavo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, scansione metrica,
cesure, verbi, note sintattiche, grammaticali, etc. a cura di A. Calzavara D'Arpino , Roma : Sormani, stampa
1990 , Collana Avia pervia di testi latini
Eneide : libro 1. / Virgilio ; a cura di Guglielmo Quaglia
Edizione: 3. ed , [Roma] : Dante Alighieri, stampa 1990 , Traditio. Serie latina
1: Libri 1.-2. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Edizione: 3. ed , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1990 , Scrittori greci e latini
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgilio
5: Libri 9.-10. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Edizione: 2. ed , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1990 , Scrittori greci e latini
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgilio
6: Libri 11.-12. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Edizione: 2. ed , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, [1990] , Scrittori greci e latini
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgilio
12: The Eclogues ; The Georgics ; The Aeneid / Virgil
Edizione: 2 ed , Chicago [etc.] : Encyclopaedia Britannica, 1990
Fa parte di: Great books of the Western world / Mortimer J. Adler, editor in chief ; Clifton Fadiman, Philip W.
Goetz, associate editors
Paese di pubblicazione: US
1: Libri 1.-2. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Edizione: 3. ed , [Roma] : Lorenzo Valla, 1990
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Le georgiche : libro primo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, argomento, note e
verbi, scansione metrica e cesure a cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Sormani, stampa 1990 , Collana
Avia pervia di testi latini
Eneide : vol.V, libri IX-X / A cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori, 1990 ,
Scrittori greci e latini
Le bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1990
, Poeti di Roma
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare Vivaldi, Note
di Margherita Rubino , Milano : Garzanti, 1990
Descrizione fisica: 2 v. (XXXIX, 815 p. compless.) ; 19 cm.
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Le Georgiche. Libro 2. / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, scansione metrica,
cesure, verbi, note a cura di A. Calzavara D'Arpino , Roma : Sormani, stampa 1990 , Collana Avia pervia di
testi latini
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare Vivaldi ; note
di Margherita Rubino , Milano : Garzanti, 1990
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Descrizione fisica: 2 v. ; 18 cm.
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Comprende: 1 : Libri 1.-8. / Publio Virgilio Marone
2 : Libri 9.-12. / Publio Virgilio Marone
1 : Libri 1.-8. / Publio Virgilio Marone , Milano : Garzanti, 1990
Descrizione fisica: XXXVII, 439 p. ; 18 cm. , I grandi libri Garzanti
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare
Vivaldi ; note di Margherita Rubino
2 : Libri 9.-12. / Publio Virgilio Marone , Milano : Garzanti, 1990 , I grandi libri Garzanti
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Francesco Della Corte ; traduzione di Cesare
Vivaldi ; note di Margherita Rubino
Eneide : libro 6. / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pietro
Sonetti ; scansione metrica, cesure, note a cura di A. Calzavara D'Arpino , Roma : Sormani, stampa 1990 ,
Collana Avia pervia di testi latini
3: Libri 5.-6. / Virgilio
Edizione: 3. ed , [Roma] : Fondazione Valla, 1990
Note Generali: Testo originale a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1990 , Poeti di Roma
Note Generali: Testo latino a fronte
Eneide. Libro quarto / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pio
Bortoluzzi , Roma : Sormani, stampa 1990 , Collana Avia pervia di testi latini
Bucoliche / Virgilio ; a cura di Marina Cavalli , Milano : A. Mondadori, 1990 , Oscar classici
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Le Georgiche. Libro 4. / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, scansione metrica,
cesure, verbi, note sintattiche, grammaticali, ecc. a cura di Paolo Camicia , Roma : Sormani, stampa 1990 ,
Collana Avia pervia di testi latini
Eneide : libro 9. / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pl. Valenza ;
scansione metrica. cesure, note sintattiche, grammaticali a cura di A. Calzavara , Roma : Sormani, stampa
1990 , Collana Avia pervia di testi latini
Eneide / Virgilio ; traduzione di Guido Vitali ; guida alla lettura del poema ed esercizi letterari di Ezio Savino ,
Milano : Mursia, c1990
Eneide : libro primo / Virgilio ; testo, costruzione, traduzione interlineare, scansione metrica, cesure, note a
cura di S. Di Meglio , Roma : Sormani, stampa 1990 , Collana Avia pervia di testi latini
L' Eneide : larga scelta nella traduzione di A. Caro / P. Virgilio Marone ; con introduzione e commento di
Carlo Del Grande
Edizione: 2. ed. riv. ed accresciuta , Napoli : Loffredo, stampa 1990
Del Grande, Carlo <1899-1970>
5: [ Libri 9.-10.] / Virgilio
Edizione: 2. ed , <Roma> : Fondazione Lorenzo Valla, 1990
Note Generali: Testo latino a fronte
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
6: [ Libri 11.-12.] / Virgilio
Edizione: 2. ed , <Roma> : Fondazione Lorenzo Valla, 1990
Note Generali: Testo latino a fronte
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210
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , Torino : Einaudi, [1989] , Einaudi
tascabili
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Le bucoliche : le egloghe / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, argomenti, note e
verbi, scansione metrica e cesure a cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Sormani, stampa 1989 , Collana
Avia pervia di testi latini
Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , Torino : Einaudi, c1989 , Einaudi
tascabili
Note Generali: Testo orig. a fronte
Georgiche / Virgilio ; introduzione di Gian Biagio Conte ; testo, traduzione e note a cura di Alessandro
Barchiesi , Milano : Mondadori, 1989 , Oscar classici
Note Generali: Testo latino a fronte.
Eneide : libro 6. / Virgilio ; a cura di Alberto Albertini
Edizione: 4. ed , [Roma] : Dante Alighieri, stampa 1989 , Traditio. Serie latina
Eneide / Publio Virgilio Marone ; a cura di Enzio Cetrangolo , Milano : Sansoni, 1989 , Biblioteca universale
Sansoni
Note Generali: Testo orig. a fronte
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione, traduzione e note di Mario Geymonat
Edizione: 4. ed , Milano : Garzanti, 1989 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Testo orig. a fronte
Vergil's Aeneid ; and Fourth "Messianic" eclogue in the Dryden translation / edited, with introduction and
notes by Howard Clarke , University Park ; London, copyr. 1989
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Concetto di
memoria
Virgilio Marone, Publio - Aeneis - Traduzioni
inglesi
Eneide / Virgilio , Milano : Mondadori, 1989
Descrizione fisica: 1 v. , I meridiani
Le bucoliche / Virgilio ; testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento e note, scansione
metrica e cesure a cura di Vito Costa , Roma : Ciranna, [1989?] , I cirannini
Georgiche : libro 3. / Virgilio ; testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento, scansione
metrica e cesure a cura di D. Barresi , Roma : Ciranna, [1989?] , I cirannini
Georgiche / P. Virgilio Marone ; nella versione di Renzo Gherardini ; prefazione di Sebastiano Timpanaro ; in
appendice La coltivazione degli orti di L. Giunio Moderato Columella , Firenze : Vallecchi, [1989] , Le civette
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Timpanaro, Sebastiano <1923-2000>
Columella, Lucius Iunius Moderatus
Altri titoli collegati: [Pubblicato con] La coltivazione degli orti / L. Giunio Moderato Columella
Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : A. Mondadori, 1989 , I
meridiani
Georgiche / Virgilio ; introduzione di Gian Biagio Conte ; testo, traduzione e note a cura di Alessandro
Barchiesi , Milano : Mondadori, 1989 , Oscar classici
Note Generali: Testo latino a fronte.
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna , Firenze : Sansoni, 1989 , Le querce
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211
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione e note di Mario geymonat
Edizione: 4. ed , Milano : Garzanti, 1989 , I grandi libri
AUSTIN, R. G. , P. Vergili Maronis Aeneidos, liber primus / with a commentary by R.G. Austin
Edizione: Reprint , Oxford : The Clarendon Press, 1989
Note Generali: Ripr. facs. della 1a ed. 1984
Traduccion y glosas de la Eneida / [Virgilio] ; Enrique de Villena ; edicion y estudio de Pedro M. Catedra ,
Salamanca : Deputacion de Salamanca, 1989
Tutte le opere / Publius Vergilius Maro , Firenze : Sansoni, 1989 , Le querce
Note Generali: contiene: bucoliche
eneide
georgiche
Testo latino a fronte
Virgilio: l'Eneide : invito a scoprire il significato umano di un antico poema / traduzione e corredo di lettura di
Rosa Calzecchi Onesti ; annotazione di Ugo Basso , Milano : Principato, 1989
Dal Mincio al Tevere : antologia delle opere virgiliane / a cura di Benedetto Riposati
Edizione: 6. ed , [Roma] : Dante Alighieri, stampa 1989 , Traditio. Serie latina
Eneide : libro quarto / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pio
Bortoluzzi ; scansione metrica, cesure a cura della prof. A. Calzavara ; note sintattiche, grammaticali, ecc. e
verbi a cura di S. La Rocca , Roma : Sormani, stampa 1989 , Collana Avia pervia di testi latini
Eneide : libro secondo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. P.
Sonetti ; scansione metrica, cesure e note a cura A. Calzavara D'Arpino , Roma : Sormani, stampa 1989 ,
Collana Avia pervia di testi latini
Vergilius Maro, Publius , L. 1 , Salamanca : Biblioteca espanola del siglo xv : Diputacion de Salamanca,
1989 , Biblioteca espanola del siglo 15. Serie basica
Fa parte di: Traduccion y glosas de la Eneida / Enrique de Villena ; edicion y estudio de Pedro M. Catedra
L. 2 , Salamanca : Biblioteca espanola del siglo xv : Diputacion de Salamanca, 1989 , Biblioteca espanola
del siglo 15. Serie basica
Fa parte di: Traduccion y glosas de la Eneida / Enrique de Villena ; edicion y estudio de Pedro M. Catedra
Vergilius Maro, Publius , 2: [ Libri 3.-4.] / Virgilio
Edizione: 2. ed , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1989
Note Generali: Testo latino a fronte
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Di Lorenzo, Enrico , Strutture allitterative nelle ecloghe di Virgilio e nei bucolici latini minori / Enrico Di
Lorenzo , Napoli : Arte Tipografica, stampa 1988 , Quaderni del Dipartimento di scienzedell'antichita /
Universita degli studi diSalerno
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna
Edizione: 4. ed , [Milano] : Biblioteca universale Rizzoli, 1988 , I libri di Millelibri
Note Generali: Testo latino a fronte
Eneide. Libro 4. / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa 1988 , Collezione di classici greci e latini
Georgiche : libro 4. / Virgilio ; testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento, scansione
metrica e cesure a cura di D. Barresi , Roma : Ciranna, [1988?] , I cirannini. N. S
Le bucoliche / Virgilio ; testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento e note, scansione
metrica e cesure a cura del prof. Vito Costa , Roma : Ciranna, [1988?] , I cirannini. N. S
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212
1: Books 1.-2. / Virgil , Cambridge [etc.] : Cambridge University press, 1988
Fa parte di: Georgics / Virgil ; edited by Richard F. Thomas
2: Books 3.-4. / Virgil , Cambridge, etc.
Fa parte di: Georgics / Virgil ; edited by Richard F. Thomas
Eneide / Publius Virgilius Maro ; Traduzione di Annibal Caro ; Con commento di Gustavo Vinay , Milano :
CDE, 1988
Eneide : libro primo / Virgilio ; testo con introduzione metrica, scansione, cesure, costruzione diretta,
versione letterale e interlineare del prof. Vito Costa ; argomento a cura del prof. Corrado Ciranna , Roma :
Ciranna, [1988?] , I cirannini. N. S
Eneide : libro quarto / Virgilio ; testo con introduzione metrica, scansione e cesure a cura del prof. Vito Costa
; costruzione diretta e traduzione interlineare a cura del prof. Angelo Lucchesi ; argomento a cura del prof.
Corrado Ciranna , Roma : Ciranna, [1988?] , I cirannini. N. S
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia
Edizione: 2. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, stampa
Note Generali: Testo latino a fronte.
Copa , L' ostessa : poemetto pseudovirgiliano / introduzione, testo critico e commento a cura di Alessandro
Franzoi , Padova : Editoriale Programma, copyr. 1988 , Saggi e materiali universitari. Serie diantichita e
tradizione classica
Note Generali: Nell'occhietto: Universita degli studi di Venezia. Dipartimento di antichita e tradizione
classica.
Eneide : libro 9. : testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento, note, scansione
metrica e cesure / Virgilio ; a cura dei prof.ri V. Costa, A. Lucchesi, C. Ciranna , Roma : Ciranna, [1988?] , I
cirannini
Georgiche : libro primo / Virgilio ; testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento,
scansione metrica e cesure a cura di Domenico Fedele , Roma : Ciranna, [1988?] , I cirannini. N. S
Eneide : libro 1. / Virgilio ; argomento, testo con introduzione metrica, scansione, cesure, costruzione diretta,
versione letterale interlineare , Roma : Ciranna, [1988?] , I cirannini
Quieta Venus : il priapeo 83 Buch. / introduzione, testo critico e commento a cura di Alessandro Franzoi ,
Napoli : Loffredo, 1998 , Studi latini
Note Generali: Attr. anche a Virgilio.
L' Eneide : libro 6. / Virgilio ; testo con introduzione metrica, scansione e cesure a cura del prof. Vito Costa ;
costruzione diretta, note e traduzione interlineare a cura del prof. Pasqualino Fontana ; argomento a cura del
prof. Corrado Ciranna , Roma : Ciranna, [1988?] , I cirannini. N. S
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ;
premessa al testo di Sergio Pennacchietti
Edizione: 4. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1988
Note Generali: Testo latino a fronte
Eneide / Publio Virgilio Marone ; Versione di Gianni Padoan , Verona : Papiro, 1988 , I Pegaso
Vergilius Maro, Publius , Bucoliche / Virgilio ; Introduzione, trad. e note di Mario Geymonat , Milano :
Garzanti, 1988 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Con testo a fronte
Vergilius Maro, Publius , 1: [ Libri 1.-2.] / Virgilio
Edizione: 2. ed , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1988
Note Generali: Testo latino a fronte
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
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213
T. 3: Livres 9-12 / texte etabli et traduit par Jacques Perret , 2. tir. 1987
Fa parte di: Eneide / Virgile
Dryden, John , 5 : Poems : The works of Virgil in English, 1697 / editor William Frost ; textual editor Vinton A.
Dearing , Berkeley [ecc.] : University of California press, 1987
Fa parte di: The works of John Dryden
Dryden, John , 6 : Poems : The works of Virgil in English, 1697 / editor William Frost ; textual editor Vinton A.
Dearing , Berkeley [ecc.] : California university press, 1987
Fa parte di: The works of John Dryden
Eneide / P. Virgilio Marone ; traduzione di Virgilio Casale ; introduzione e note di Gennaro Calamaro , Napoli
: Ferraro, c1987
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Luigi dal Santo ; traduzione di Annibal Caro ; note e
apparato critico di Antonio Manzo , Torriana : Nuove edizioni Carroccio, 1987 , I grandi classici
L' Eneide / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1987 ,
Poeti di Roma
Note Generali: Posseduto il primo volume
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: Nouv. ed. rev. et augmentee d'un commentaire , Paris : les Belles lettres, 1987 , Collection des
universités de France
Eneide. Libro ottavo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa 1987 , Collezione di classici greci e latini
Eneide con episodi significativi di Iliade e Odissea / a cura di M. Geymonat , Bologna : Zanichelli, 1987
Landleben : Catalepton, Bucolica, Georgica / Vergil ; ed. Johannes und Maria Gotte ; [in app.]: Vergil-Viten
ed. Karl Bayer
Edizione: 5. Aufl , Munchen ; Zurich, 1987 , Sammlung Tusculum
Note Generali: Testo latino con trad. tedesca a fronte.
The Aeneid of Thomas Phaer and Thomas Twyne : a critical edition introducing Renaissance metrical
typography / edited by Steven Lally , New York : Garland, 1987
Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , Torino : Einaudi, copyr. 1987 , Nuova
universale Einaudi
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Eneide. 1 / Virgilio ; a cura di Mario Martina , Firenze : Sansoni, 1987 , Cultura antica
Note Generali: Testo in latino.
Eneide : con episodi significativi di Iliade e Odissea / a cura di Mario Geymonat , Bologna : Zanichelli, 1987
Descrizione fisica: XI, [2], 690 p. : ill. (alcune color.) ; 21 cm.
Note Generali: Indice dei nomi.
Trad. italiana
L' Eneide / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1987
Descrizione fisica: 2 v. (XXVIII, 385; 403 p.) ; 19 cm. , Poeti di Roma
Note Generali: Testo orig. a fronte
Eneide con episodi significativi di Iliade e Odissea / a cura di Mario Geymonat , Bologna : Zanichelli, 1987
Eneide / Virgilio ; a cura di Mario Martina , Firenze : Sansoni, 1987- , Cultura antica
Eneide : libro 4. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti / P. Virgilio Marone
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Edizione: 24 ed , Roma : Dante Alighieri, stampa 1987 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Vergilius Maro, Publius , Eneide / Publio Virgilio Marone , Torriana : I libri di Gulliver, 1987 , Le perle della
letteratura universale
P. Vergili Maronis opera / recognovit brevique adnotatione critica instruxit R. A. B. Mynors , Oxonii : e
typographeo Clarendoniano, c1969 , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Note Generali: Testo latino.
Bucoliche / Virgilio ; traduzione a cura di Maria Gravone , [S.l. : s.n., 1986?]
Le Georgiche / di Virgilio ; commentate e tradotte [da] Francesco della Corte , [Genova] : Istituto di filologia
classica e medievale, 1986Note Generali: In testa al front.: Universita di Genova, facolta di lettere.
Testo latino con traduzione italiana a fronte
Comprende: Libri 3.-4
Libri 1.-2
Nomi: Vergilius Maro, Publius
Della Corte, Francesco <1913-1991>
Bucoliche / Publius Vergilius Maro , Milano : Mursia, 1986 , Grande Universale Mursia : nuova serie
Le Georgiche di Virgilio : Libri 3-4 / commentate e tradotte Francesco Della Corte , Genova : Istituto di
Filologia Classica e Medievale, 1986
Note Generali: In testa al front. : Universita di Genova Facolta di Lettere
Della Corte, Francesco <1913-1991>
Le bucoliche (Le egloche) / Virgilio ; testo latino-costruzione, versione italiana interlineare, argomenti, note e
verbi, scanzione metrica e cesure a cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Sormani, stampa 1986 , Avia pervia
di testi latini
Bucoliche / Plublio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali ;
premessa al testo di Sergio Pennacchietti
Edizione: 3. ed , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, stampa 1986
Note Generali: Testo latino a fronte.
L' Eneide : libro 2 : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommarii e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 29. ed , Milano [ecc.] : Dante Alighieri, 1986 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
L' Eneide : libro 3 : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 14. ed , Milano [ecc.] : Dante Alighieri, 1986 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Bucoliche / Virgilio , Milano : Mursia, c1986 , GUM. N. S
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione, traduzione e note di Massimo Cescon , Milano : Mursia,
1986 , Grande Universale Mursia : nuova serie
Note Generali: Testo originale a fronte
Vergilius Maro, Publius , The Aeneid / Virgil ; translated by C. Day Lewis ; with an introduction and notes by
Jasper Griffin , Oxford ; New York, 1986 , The worlds classics
Eneide / Virgilio ; [traduzione di Guido Vitali ; introduzione e note di Ezio Savino]
Edizione: Ed. integrale bilingue , Milano : Mursia, c1986
Note Generali: Altro front. e testo in latino.
Titolo uniforme: Aeneis
Comprende: Libri 9.-12. / Virgilio
Libri 1.-4. / Virgilio
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Libri 5.-8. / Virgilio
Eneide : libro 4 / Virgilio ; a cura di Giuseppe Zermini
Edizione: 3. ed , [Roma] : Dante Alighieri, 1986 , Traditio. Serie latina
Eneide : libro 10 / Virgilio ; a cura di Raffaele Argenio
Edizione: 3. ed , [Roma] : Dante Alighieri, 1986 , Traditio. Serie latina
Le Bucoliche / Virgilio ; a cura di Pasquale Giuffrida , Firenze : Sansoni, stampa 1986 , Edizioni scolastiche
Sansoni. Bibliotecaclassica. Sezione latina
Eneide. Libro 2. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommarii e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 29. ed , Milano : Societa E, stampa 1986 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
2: Aeneid 7.-12. ; The minor poems / Virgil , Cambridge, Mass , The Loeb classical library
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
Bucoliche / Virgilio
Edizione: Ed. integrale bilingue , Milano : Mursia, c1986 , GUM. N. S
Introduzione, trad. e note di Massimo Cescon
Le Bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
stampa 1985 , Poeti di Roma
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Le Bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1985 , Poeti di Roma
Note Generali: Testo latino a fronte
Eneide : libro quarto / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pio
Bortoluzzi ; scansione metrica, cesure a cura della prof. A. Calzavara ; note sintattiche, grammaticali, ecc. e
verbi a cura di S. La Rocca , Roma : Sormani, stampa 1985 , Avia pervia
Le Bucoliche / di Virgilio ; commentate e tradotte [da] Francesco della Corte , Genova : Istituto di filologia
classica e medievale, 1985 , Pubblicazioni del D.AR.FI.CL.ET. N. S
Note Generali: In testa al front.: Universita di Genova, Facolta di lettere.
1.: Einleitung, Praefatio, Text und Ubersetzung / P. Vergilus Maro; herausgegeben, ubersetzt und
kommentiert von Manfred Erren , Heielberg : Carl Winter, 1985
Fa parte di: Georgica / P. Vergilius Maro ; herausgegeben, ubersetzt und kommentiert von Manfred Erren
Le bucoloche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1985 , Poeti di Roma
Eneide. Libro secondo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di
Concetto Marchesi , Torino : Loescher, stampa 1985 , Collezione di classici greci e latini
Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione metrica italiana di Leonardo Tarantini ; presentata da Emilio
Taverna e illustrata da Giuliano Pescaroli , Parma : Battei, 1985
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Luca Canali ; commento di Ettore Paratore adattato da Marco
Beck ; introduzione di Ettore Paratore , Milano : Mondadori, 1985 , Oscar classici
Le bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
stampa 1985 , Poeti di Roma
Eneide / Virgilio ; traduzione di Luca Canali ; commento di Ettore Paratore adattato da Marco Beck ;
introduzione di Ettore Paratore , Milano : A. Mondadori, c1985 , Oscar classici
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Opere di Publio Virgilio Marone / a cura di Carlo Carena , Torino : UTET, 1985 , Classici latini
Note Generali: Testo originale a fronte.
Le georgiche : libro secondo / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, scanzione
metrica, cesure, verbi, note sintattiche, grammaticali ecc. a cura di A. Calzavara D'arpino , Roma : Sormani,
stampa 1985 , Avia pervia di testi latini
Eneide / Virgilio ; versione e commento di Guido Vitali , Milano : Mursia, 1980
Le Bucoliche di Virgilio : commentate e tradotte / Francesco Della Corte , Genova : Istituto di filologia
classica e medievale, 1985 , Pubblicazioni dell'Istituto di filologiaclassica e medievale dell'UniversitW1A0a
diGenova
Vergilius Romanus : codice vaticano latino 3867
Edizione: Ed. in facsimile , Milano : Jaca book, 1985-1986
Descrizione fisica: 2 v. ; 25 cm. , Codices e Vaticanis selecti
Note Generali: In custodia.
Comprende: 1: Codice Vaticano latino 3867 : riproduzioneintegrale ridotta dei 309 fogli superstiti
Volume di commento all'edizione in facsimiledel codice vat. lat. 3867 / contributi diCarlo Bertelli ... [et al.] ; a
cura di ItaloLana
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Le bucoliche : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 28 ed , Milano [ecc.] : Dante Alighieri, stampa 1985 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide / Virgilio ; traduzione di Luca Canali ; commento di Ettore Paratore adattato da Marco Beck ;
introduzione di Ettore Paratore , Milano : A. Mondadori, 1985 , Oscar classici
Eneide / Publio Virgilio Marone / Traduzione di Luca Canali / Commento di Ettore Paratore adattato da
Marco Beck / Introduzione di Ettore Paratore , Milano : Mondadori, 1985 , Oscar guide
Note Generali: Con testo originale a fronte
Eneide : libro 2. / Virgilio ; a cura di Andrea Di Benedetto
Edizione: 5. ed , [Roma] : Dante Alighieri, 1985 , Traditio. Serie latina
Virgilio, Cesare, Sallustio, Cicerone : antologia : per il liceo classico / a cura di Gianfranco Nuzzo , Palermo :
Palumbo, 1984 , Autori latini
Virgilio, Orazio, Sallustio, Seneca : antologia / acura di G. Nuzzo, E. Nencini, F. Morgante , Palermo :
Palumbo, 1984 , Autori latini
Vergilius Maro, Publius , Bucoliche / P. Vergili Maronis ; con introduzione e note di Francesco Arnaldi
Edizione: 3. ed , Milano : G. Principato, 1984 , Classici latini e greci
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Ramous
Edizione: 2. ed , [Milano] : Garzanti, stampa 1984 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Introduzione, traduzione e note di Mario Ramous. Con testo a fronte.
Aeneis Buch 6. / P. Vergilius Maro ; a cura di] Eduard Norden
Edizione: 8. unver. Aufl , Stuttgart : Teubner, 1984
Note Generali: Riprod. facs. della 4. ed., 1957.
Maecenas , Incerti auctoris Maecenas / edidit Lucianus Nicastri , Salerni : in aedibus P. Laveglia, 1984
Note Generali: Segue la trad. italiana.
Bucoliche e Georgiche / Publio Virgilio Marone ; versione metrica italiana di Leonardo Tarantini ; presentata
da Angelo Scivoletto e illustrata da Mario Alfieri , Parma : L. Battei, 1984
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Ramous
Edizione: 2. ed , Milano : Garzanti, 1984 , I grandi libri Garzanti
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Note Generali: Testo latino a fronte
Bucoliche / [/di] Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Geymonat
Edizione: 2. ed , Milano : Garzanti, 1983 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
stampa 1983 , Poeti di Roma
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Le Georgiche / Virgilio ; Testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1983 , Poeti di Roma
Note Generali: Testo latino a fronte
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; A cura di Mario Geymonat
Edizione: 2. ed , Milano : Garzanti, 1983 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Testo latino a fronte / Tit. orig.: Bucolicon Liber
Trad. Mario Geymonat
Bucoliche / Virgilio ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione e note di Luca Canali , Milano : Rizzoli,
1983
Descrizione fisica: 1 v. , BUR. L
Note Generali: Testo latino a fronte.
Le georgiche / Virgilio ; Testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1983 , Prosatori di Roma
Note Generali: Testo latino a fronte
Le Georgiche / Virgilio , Bologna : Zanichelli, 1983 , Poeti di Roma
Note Generali: Testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini
Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione in esametri ritmici, introduzione, dizionario-indice e cartine di
Giuseppe Vergara ; sommari e proposte di lettura, note e schede di Flavio Quarantotto , Napoli : F.lli Conte,
1983
Il poema di Enea : gli episodi piu avvincenti dell'Eneide e il loro svolgimento narrativo / Virgilio ; nella nuova
traduzione di Giuliana Palieri Annesi ; presentazione di Umberto Bosco , Roma : Gremese, 1983
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Antonio La Penna ; traduzione di Luca Canali ; note al
testo di Riccardo Scarcia , Milano : Bibliotca universale Rizzoli, [1983]
Note Generali: Testo latino a fronte.
Eneide : Con letture critiche / Marone Publio Virgilio , Roma : Gremese, 1983
Note Generali: Disperso
Eneide : vol.VI, libri XI-XII / A cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori, 1983 ,
Scrittori greci e latini
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; testo, traduzione e note a cura di Alessandro Barchiesi
Edizione: 2. ed , Milano : Mondadori, 1983 , Biblioteca
Note Generali: Testo orig. a fronte
Moretum. , [P. Vergili Maronis] Moretum / a cura di Alessandro Perutelli , Pisa : Giardini editori e stampatori,
[1983] , Biblioteca di studi antichi
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
The eclogues ; the georgics / Virgil ; translated by Day Lewis ; with an introduction an d notes by R.O.A.M.
Lyne , [Oxford ; New York], 1983 , The worlds classics
Georgiche / Publio Virgilio Marone , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1983 , BUR
Note Generali: Trad. italiana a fronte. [[SCH 6114
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Dall'Eneide / a cura di] Giovanna Bemporad , Milano : Rusconi, 1983
Note Generali: Senza il nome dell'A. SCH 4143
Trad. italiana a fronte
6: Libri 11.-12. / Virgilio , Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1983 , Scrittori greci e latini
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint_Denis
Edizione: Nouv. ed. revue et augm. d'un commentaire , Paris : les belles lettres, 1983 , Collection des
universités de France
Note Generali: Testo latino con trad. francese a fronte.
L' Eneide di Virgilio : invito a scoprire il significato umano di un anticopoema / traduzione e corredo di lettura
di Rosa Calzecchi Onesti , Mila : Principato, c1983
Note Generali: Sul front.: Progetto Scuola Principato
Il libro di Drepano / Publio Virgilio Marone ; nella versione di Francesco Vivona ; a cura dell' Associazione
culturale e sportiva Ludi di Enea , Trapani : [s.n.], 1983
Vivona, Francesco <1866-1936>
Associazione culturale e sportiva Ludi di Enea
Georgiche / Virgilio ; introduzione di Gian Biagio Conte ; testo, traduzione e note a cura di Alessandro
Barchiesi
Edizione: 2. ed , Milano : Mondadori, 1983 , Biblioteca
37: Eneide : Traduzioni, 2 / Vittorio Alfieri ; edizione critica a cura di Mariarosa Masoero, Claudio Sensi , Asti
: Casa d'Alfieri, 1983
Fa parte di: Opere di Vittorio Alfieri da Asti
Alfieri, Vittorio <1749-1803>
Georgiche / Virgilio ; Introduzione di Antonio La Penna ; Traduzione di Luca Canali ; Note al testo di
Riccardo Scarcia , Milano : Rizzoli, 1983 , Bur Poesia
Note Generali: Testo latino a fronte
1 / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, stampa 1982
Fa parte di: L' Eneide / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Eneide / Virgilio ; versione poetica, introduzione e commento di Adriano Bacchielli
Edizione: 4. ed , Torino : Paravia, 1982
Williams, Robert Deryck , Virgil : his poetry through the ages / R. D. Williams and T. S. Pattie , London : The
British Library, c1982
Soggetti: Virgilio, Publio Marone - Manoscritti Biblioteche inglesi
Virgilio, Publio Marone - Opere - Traduzioni
inglesi
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Ramous , Milano : Garzanti, 1982 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Testo latino a fronte /Tit. orig.: Georgicon libri IV
Trad. Mario Ramous
Georgiche / Publio Marone Virgilio ; a cura di Mario Ramous , Milano : Garzanti, 1982 , I grandi libri Garzanti
Eneide / Virgilio ; versione poetica di Adriano Bacchielli ; prefazione di Carlo Bo ; presentazione di Sergio
Sconocchia ; saggi di B. Guerra ... et al.] , Virgilio : Comune di Virgilio, (stampa 1982), stampa 1982
Note Generali: Stampato in 2700 esemplari a numerazione araba f.c.
Sul front.: Con la partecipazione della Banca nazionale del lavoro nel bimillenario Virgiliano
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Ramous , Milano : Garzanti, 1982 , I grandi libri Garzanti
Georgiche / Virgilio ; a cura di Mario Ramous , Milano : Garzanti, 1982
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Note Generali: con testo a fronte
P. Vergili Maronis Aeneidos liber quartus / edited with a commentary by R. G. Austin , Oxford : Clarendon
press, 1982
5: Libri 9.-10. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , [Roma] : Fondazione Lorenzo
Valla, 1982
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Vergil Handschriften und Drucke der Herzog August Bibliothek / Bernd Schneider , Wolfenbuttel : Herzog
August Bibliothek, c1982
Descrizione fisica: 217 p. : ill. ; 26 cm.
Note Generali: Catalogo della Mostra tenuta a Wolfenbuttel nel1982-1983.
Soggetti: MANOSCRITTI - Wolfenbuttel - Herzog August
Bibliothek - Esposizioni - 1982-1983
VIRGILIO MARONE, PUBLIO - Manoscritti Esposizioni - 1982-1983
Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione in esametri ritmici, introduzione, note e dizionario indice di
Giuseppe Vergara , Napoli : F.lli Conte, stampa 1982
Vergilius Maro, Publius , Georgiche / Publio Virgilio Marone , Milano : Garzanti, 1982 , I grandi libri Garzanti
Bastianini, Giovanni M. , Repertor vergilianus seu Duplex alphabeticus index ... a Ioanne M. Bastianini
dispositus , Neapoli : M. D'Auria, 1982
Soggetti: Virgilio Marone, Publio - Opere - Spogli
lessicali
Georgiques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: 7. tirage , Paris : Les belles lettres, 1982 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo latino a fronte
5: Libri 9.-10. / Virgilio , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1982 , Scrittori greci e latini
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti
Edizione: 5. ed , Torino : Einaudi
Note Generali: Testo originale a fronte.
Eglogas ; Georgicas / Virgilio
Edizione: 9. ed , Madrid : Espasa-Calpe, 1982 , Coleccion austral
Vergilian bimillenary lectures : 1982 / by Edward L. Harrison ... (et al.) ; with a foreword by William R.
Nethercut ; compiled & edited by Alexander G. McKay , , College Park
Legami a titoli: [Supplemento di] Vergilius : the journal of the Vergilian society
Paese di pubblicazione: US
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Ramous , Milano : Garzanti, 1982 , I grandi libri Garzanti
Eneide / Publio Virgilio Marone ; tradotta in esametri e commentata da Luciano Miori , Calliano, Trento
La Bucoliche di Virgilio / interpretazione grafica di Maria Paola Forlani , Ferrara : Belriguardo, stampa 1981
Bucoliche / Publio Marone Virgilio ; a cura di Mario Geymonat , Milano : Garzanti, 1981 , I grandi libri
Garzanti
2 / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, stampa 1981
Fa parte di: L' Eneide / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini
Albini, Giuseppe <1863-1933>
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Georgiche / Publio Virgilio Marone ; traduzione e commento di Enrico Paglia ; trascrizione della traduzione e
del commento a cura di Gianluigi Arcari e Giordano Migliorini ; biografia e bibliografia del traduttore a cura di
Rinaldo Salvadori , Mantova : Arcari, 1981
Note Generali: Tit. in cop.: Georgiche tradotte e commentate da Enrico Paglia ; Regione Lombardia ;
Comitato mantovano per il bimillenario di Virgilio.
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Geymonat , Milano : Garzanti, 1981 , I grandi libri
Garzanti
Note Generali: Testo orig. a fronte
Eneide. Libro 12. / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, trascrizione metrica, note
a cura del prof. Pl. Valenza , Roma : Sormani, stampa 1981 , Avia pervia
Bucoliche / Virgilio ; traduzione a cura di Valeria Gigante Lanzara , Napoli : Giannini, 1981
Note Generali: In testa al front.: Societa Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli, pubblicazioni del
bimillenario virgiliano promosse dalla regione Campania.
Le bucoliche Le georgiche / Publio Virgilio Marone ; versione di Agostino Richelmy
Edizione: 2.ed , Torino : Einaudi, 1981 , I millenni
Note Generali: Testo latino a fronte
Eneide / Virgilio ; traduzione di Rosa Calzecchi Onesti ; con una cronologia della vita dell'autore e dei suoi
tempi ; una introduzione, una antologia criticae una bibliografia , Milano : A. Mondadori, 1981 , Oscar
Note Generali: Testo orig. a fronte
Bucoliche / Virgilio ; traduzione a cura di Valeria Gigante Lanzara , Napoli : Giannini, 1981
Note Generali: Testo orig. a fronte
In testa al front.: Societa nazionale di scienze, lettere e arti in Napoli; Pubblicazioni del bimillenario virgiliano
promosse dalla Regione Campania .
Le Bucoliche ; le Georgiche / Publio Virgilio Marone ; versione di Agostino Richelmy , Torino : G. Einaudi,
1981 , I millenni
Note Generali: Testo orig. a fronte .
Eneide : libro quarto : Mantova, bimillenario virgiliano, 1981 / Virgilio ; traduzione in versi di Romano Marradi
con testo latino a fronte ; premessa di Gian Carlo D'Adamo , [S.l. : s.n., 1981] (Mantova : CITEM)
Note Generali: Tit. in cop.: Un amore di 2000 anni
Ed. di 500 esempl. num. .
Indicazione di A. in cop.: Romano Marradi
Luoghi dell'Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione in versi di Annibal Caro e in disegni di Ferruccio
Bolognesi ; lettura di Gino Baratta , Mantova : G. Arcari, 1981
Caro, Annibale <1507-1566>
Le bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1981
, Poeti di Roma
Eneide. Libro 3. / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa 1981 , Collezione di classici greci e latini
Paesaggi virgiliani / [traduzione in versi di Carlo Carena] , Milano : Verba, 1981
Note Generali: Testo orig. a fronte
Ed. di 130 esempl. num. di cui 120 numerati 1-120 piu 10 numerati I-X f. c. .
In custodia
Tre ecloghe / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Fernando Bandini ; fregi e acqueforti di Corrado Balest ,
Vicenza : N. Pozza, 1981
Note Generali: Nell'occhietto: I, IV, VI
Ed, di 155 esempl. num. di cui 35 f. c. .
Testo orig. a fronte
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221
Bucoliche ; Georgiche / Publio Virgilio Marone ; versione italiana di Carlo Saggio , Alpignano : coi tipi di A.
Tallone, 1981
Note Generali: Ed. di 236 esempl., stampati su tipi di carta diversi.
In custodia
Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione poetica di Cesare Vivaldi ; presentazione di Giuseppe Ungaretti ;
commento e note di Cesare Mussini e Francesco Marzari Chiesa , Torino : Edisco, [1981?]
Note Generali: Sul front.: In appendice il Dizionario dei nomi e dei luoghi con riferimento al Canto e al verso
in cui sono citati.
Le opere di Virgilio / con traduzione poetica e note di Mario Giammarco ; presentazione di Loris Colucci ,
Pescara : Italica, 1981Descrizione fisica: v. ; 23 cm.
Comprende: 3 : Bucoliche e Georgiche
1: Eneide : libri 1.-6.
2: Eneide : libri 7.-12.
Nomi: Vergilius Maro, Publius
Giammarco, Mario
Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; con riassunto di collegamento e note di Manara
Valgimigli
Edizione: 12. ed , Firenze : Le Monnier, 1981
Caro, Annibale <1507-1566>
Pascua et rura : il fiore delle Bucoliche e delle Georgiche / Virgilio ; traduzione di Adriano Bacchielli ;
prefazione di Carlo Bo ; illustrazioni di Cesare Lazzarini ; saggi di M. G. F. Galassi, B. Guerra, S. Schiatti ; a
cura del Comune di Virgilio nel bimillenario della morte del poeta , Suzzara : Bottazzi, stampa 1981
Note Generali: Ed. di 1000 esempl. num.
Signorini, Rodolfo , Ritorno a Virgilio / testo e traduzioni di Rodolfo Signorini , Verona : Cassa di Risparmio di
Verona Vicenza e Belluno, [1981]
Celebrazione del bimillenario virgiliano (19 a.C
Edizione: 1981) , S.l. : [s.n.], [1981?]
Note Generali: In testa al front.: Citta' di Siracusa
Trad. di Renato Randazzo. Testo orig. a fronte
Il sesto di Vergilio tradotto in lingua toscana, in versi sciolti: da M. Giouanni pollio Polastrino nobile Arretino ,
Mantova : Sartori, 1981
Note Generali: Ed. di di 199 esempl. num
Pubblicato in occasione del bimillenario della morte di Publio Virgilio Marone.
Ripr. facs. dell'ed.: In Vineggia, per Giouannantonio e Dominico fratelli di Volpini, 1540
Nomi: Vergilius Maro, Publius
Pollio, Giovanni
Virgilio pascua et rura : il fior delle Bucoliche e delle Georgiche / Virgilio Publio Marone ; traduzione di
Adriano Bacchielli ; prefazione di Carlo Bo ; illustrazioni di Cesare Lazzarini ; saggi di Maria Grazia Galassi,
Benvenuto Guerra, Serafino Schiatti ; a cura del Comune di Virgilio nel Bimillenario della morte del poeta ,
Suzzara : Bottazzi, 1981
4: Libri 7.-8. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , [Roma] : Fondazione Lorenzo
Valla, 1981
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Bucoliche / Marone Publio Virgilio , Milano : Garzanti, 1981 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Disperso
Le Bucoliche Le Georgiche / Virgilio , Torino : Einaudi, 1981
Note Generali: Disperso
Eneide : vol.II, libri III-IV / A cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori, 1981 ,
Scrittori greci e latini
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Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Geymonat , Milano : Garzanti, 1981 , I grandi libri
Garzanti
Note Generali: Trad. italiana a fronte di Mario Geymonat.
Le georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1981 , Poeti di Roma
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Landleben : Bucolica, Georgica, Catalepton, Vergil-Viten / ed. Johannes und Maria Gotoe ; ed. Karl Bayer ,
Munchen : Artemis verlag, 1981
Georgiche / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Giancarlo Schizzerotto ; linoleografie di Renzo
Sommaruga , Verona : Fiorini, [1981] , Strenne Fiorini
Le Bucoliche ; Le Georgiche / Publio Virgilio Marone ; versione di Agostino Richelmy
Edizione: 2. ed , Torino : Einaudi, 1981 , I millenni
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione, traduzione e note di Mario Geymonat , [Milano] : Garzanti,
1981 , I grandi libri Garzanti
Note Generali: Testo latino a fronte.
4: Libri 7.-8. / Virgilio , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1981 , Scrittori greci e latini
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
L' Eneide / Virgilius ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1981
Descrizione fisica: 2 v ; 20 cm. , Poeti di Roma
Note Generali: Testo orig. a front.
Eneide. Libro 1. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommarii e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 22. ed , Milano : Societa E, stampa 1981 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Eneide. Libro 4. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti / P. Virgilio Marone
Edizione: 23. ed , Milano : Societa Editrice Dante Alighieri, stampa 1981 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide. Libro 6. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti / P. Virgilio Marone
Edizione: 20. ed , Milano : Societa Editrice Dante Alighieri, 1981 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Le Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Mario Falaguerra , Campobasso : Il pungolo verde,
1981
Biblioteca nazionale <Napoli> , Virgilio : mostra di manoscritti e libri a stampa : catalogo / [a cura di Silvana
Acanfora Quintavalle... et al.] , Napoli : Industria tipografica artistica, 1981 , I quaderni della Biblioteca
nazionale diNapoli. Ser. 5
Note Generali: Sul front.: bimillenario virgiliano.
Le Bucoliche / di Virgilio ; interpretazione grafica di Maria Paola Forlani , Ferrara : Belriguardo, stampa 1981
Opere varie : antologia : celebrazione del bimillenario Virgiliano (19 A.C.- 1981) , Siracusa : [s.n., 1981]
(Siracusa : soc. coop. tipografia)
Note Generali: In testa al front.: Citta di Siracusa
Testo orig. a fronte.
Trad. di Renato Randazzo
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; a cura di Mario Geymonat , Milano : Garzanti, 1981 , I grandi libri
Garzanti
Note Generali: Testo latino a fronte
Trad. di Mario Geymonat
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223
[Facsimile] , Graz : Akademische Druck, c1980
Note Generali: In custodia.
Ripr. facs. del manoscritto
Fa parte di: Vergilius Vaticanus : vollstandige Faksimile-Ausgabe im Originalformat des Codex Vaticanus
Latinus 3225 der Biblioteca Apostolica Vaticana
Virgils Eclogues / the latin text with a verse translation and brief notes by Guy Lee , Liverpool : Francis
Cairns, 1980 , Liverpool Latin texts classical and medieval
Georgiche / Virgilio ; Introduzione di Gian Biagio Conte ; Testo, traduzione e note a cura di Alessandro
Barchesi , Milano : Mondadori, 1980 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo a fronte
Eneide / Virgilio ; Traduzione di Carlo Saggio , Milano : Ricciardi Editore, 1980
Eneide / Virgilio ; traduzione di Annibal Caro ; con commento di Gustavo Vinay e con letture critiche a cura di
Annunziato Presta
Edizione: 8. ed , Roma : Gremese, 1980 , I maestri
Le Bucoliche / Virgilio ; traduzione di Cesare Arici ; con una premessa di Paul Valery e le xilografie di
Aristide Maillol , Torino : Fogola, 1980 , La torre d'avorio
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Il fiore delle Georgiche. Canti. Dalle Metamorfosi / Virgilio , Milano : Mondadori, 1980 , Oscar guide
Note Generali: Disperso
Eneide / P. Virgilius Maro ; traduzione di Carlo Saggio , Milano ; Napoli, 1980
Georgiche / Virgilio ; introduzione di Gian Biagio Conte ; testo, traduzione e note a cura di Alessandro
Barchiesi , Milano : A. Mondadori, 1980 , Gli Oscar biblioteca
AUSTIN, R. G. , P. Vergili Maronis Aeneidos, liber secundus / with a commentary by R.G. Austin , Oxford :
The Clarendon Press, 1980
Vergilius Maro, Publius , Appendix vergiliana / recognoverunt et adnotatione critica instruxerunt W. V.
Clausen ... <et al.> , Oxonii : e typographeo clarendoniano, 1980
Descrizione fisica: 1 v. , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Le Bucoliche / Virgilio ; prefazione e versione di Agostino Richelmy
Edizione: 3. ed. riv , Torino : Einaudi, stampa 1980 , Collezione di poesia
Il fiore delle Georgiche / [di Virgilio] . Canti / di Catullo . Dalle Metamorfosi / di Ovidio ; traduzioni di Salvatore
Quasimodo ; introduzione di Gilberto Finzi , Milano : A. Mondadori, 1980 , Oscar
Oscar. Poesia e teatro
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Vergilius Vaticanus : vollstandige Faksimile-Ausgabe im Originalformat des Codex Vaticanus Latinus 3225
der Biblioteca Apostolica Vaticana , Graz : Akademische Druck, c1980-1984
Descrizione fisica: 2 v. ; 25 cm. , Codices selecti
Codices e Vaticanis selecti
Note Generali: Ed. di 750 esempl. num.
Ripr. facs. del manoscritto
Numeri: ISBN - 3201011479
Comprende: Commentarium / David H. Wright
Le georgiche : testo, costruzione, versione letterale, sommarii e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 22. ed , Roma : Dante Alighieri, 1980 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Eneide / P. Virgilio Marone ; traduzione di Carlo Saggio , Milano ; Napoli, 1980
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Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti
Edizione: 4. ed , Torino : Einaudi, 1980 , Nuova universale Einaudi
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Aeneis / Vergil ; in Zusammenarbeit mit Maria Gotte ; herausgegeben und ubersetzt von Johannes Gotte
Edizione: 5. Aufl , Munchen : Heimeran, 1980 , Tusculum-Bucherei
Vergilius Maro, Publius , Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano :
Mondadori, 1979 , Scrittori greci e latini
Note Generali: Libri V-VI
Vol.III
Le bucoliche / Virgilio ; Testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1979 , Prosatori di Roma
Note Generali: Testo latino a fronte
Virgilieva Eneida, na malorossijskij jazyk, cast 1 / perelozennaja I. Kotljarevskim , Kyjiv : Dnipro, 1979
Note Generali: Ed. di 10000 esempl. num.
Ripr. dell'ed.: Harkov : V Universitetskoj tipografii, 1842
Eneide : libro nono / Virgilio ; testo latino, costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pl.
Valenza ; scansione metrica, cesura, note sintattiche, grammaticali ecc. a cura di A. Calzavara , Roma :
Sormani, stampa 1979 , Avia pervia di testi latini
Eneide / Virgilio ; traduzione di Rosa Calzecchi Onesti ; con una cronologia della vita dell'Autore e dei suoi
tempi, una introduzione, una antologia critica e una bibliografia , Milano : A. Mondadori, 1979 , Oscar
Oscar. Poesia e teatro
Note Generali: Testo latino a fronte.
Eneide / Virgilio ; traduzione di Rosa Calzecchi Onesti ; con una cronologia della vita dell'Autore e dei suoi
tempi, una introduzione, una antologia critica e una bibliografia, due cartine geografiche, indice dei nomi ,
Milano : A. Mondadori, 1979 , Oscar
Oscar. Poesia e teatro
Note Generali: Testo latino a fronte
Cupido : le piu belle poesie d'amore della latinita / Traduzione e cura di Roberto Gagliardi , Roma : Savelli,
1979 , Il pane e le rose
Nomi: Horatius Flaccus, Quintus
Catullus, Gaius Valerius
Ovidius Naso, Publius
Vergilius Maro, Publius
Tibullus, Albius
Gagliardi, Roberto
Lucretius Carus, Titus
Soggetti: Poesia amorosa latina - Antologie
Aeneid 9. / Virgil ; edited with introduction, notes and vocabulary by J. L. Whiteley , Bristol : Bristol classical
press, 1979
Aeneid 8. / Virgil ; edited with introduction & notes by H. E. Gould and J. L. Whiteley , Bristol : Bristol
classical press, 1979
3: Libri 5.-6. / Virgilio , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1979
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
The Eclogues & Georgics / Virgil
Edizione: Edited with introduction and notes / by R. D. Williams , New York : St. Martin's press, 1979 ,
Classical Series
Eneide / Virgilio ; luoghi scelti e tradotti da Filippo Maria Pontani ; con un saggio di T. S. Eliot ; dodici
illustrazioni originali di Renato Guttuso , Roma : Edizioni dell'elefante, 1979 , Il tridente
Note Generali: Testo orig. a fronte
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Ed. di 900 esempl. num. .
Eneide / Virgilio ; traduzione di Rosa Calzecchi Onesti ; con una cronologia della vita dell'autore e dei suoi
tempi, una introduzione, una antologia critica e una bibliografia
Edizione: Rist , Milano : A. Mondadori, 1979, stampa 1981 , Oscar
Oscar. Poesia e teatro
Note Generali: Testo orig. a fronte
Le Bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
stampa 1979 , Poeti di Roma
Note Generali: Segue: Appendice.
Testo orig. a fronte
Albini, Giuseppe <1863-1933>
An introduction to Vergils Bucolics with a critical edition of the text / by Edward Coleiro , Amsterdam : Gruner,
1979
The singer of the Eclogues : a study of Virgilian pastoral / Paul Alpers ; with a new translation of the
Eclogues , Berkeley [etc.] : University of California Press, c1979
Eneide / Publio Virgilio Marone ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori,
1978 , Scrittori greci e latini
Eneide / virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali , Milano : Mondadori, 1978 , Scrittori
greci e latini
Note Generali: vol I: libri I-II
Bucoliche / [Di] Publio Virgilio Marone ; Testo latino a fronte. Introduzione e traduzione di Luca Canali.
Premessa al testo di Sergio Pennacchietti , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1978
Bucoliques / Publius Vergilius Maro ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: Nouvelle edition revue et augmentee d'un commentaire , Paris : Les belles lettres, 1978
The poems of Virgil / translated into english verse by James Rhoades
Edizione: 22. ed , Chicago [etc.] : Encyclopaedia britannica, 1978 , Great books of the western world
Paese di pubblicazione: US
2: Libri 3.-4. / Virgilio , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1978
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
1: Libri 1.-2. / Virgilio , [Roma] : Fondazione Lorenzo Valla, 1978
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore ; traduzione di Luca Canali
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione e traduzione di Luca Canali ; premessa al testo di Sergio
Pennacchietti , Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1978
Note Generali: Testo latino a fronte.
Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione e traduzione di Luca Canali ; premessa al testo di Sergio
Pennacchietti , Milano : Rizzoli, 1978 , BUR
Note Generali: Testo latino a fronte.
Ciris. , Ciris : a poem attributed to Vergil / edited with an introduction and commentary by R. O. A. M. Lyne ,
Cambridge [etc.] : Cambridge University Press, 1978 , Cambridge classical texts and commentaries
Eclogues / Vergil ; edited by Robert Coleman , Cambridge [etc.] : Cambridge university press, 1977 ,
Cambridge Greek and Latin classics
P. Vergili Maronis Opera / recognovit brevique adnotazione critica instruxit R. A. B. Mynors , Oxonii : e
Typographeo Clarendoniano, 1977 , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Mynors, Roger Aubrey Baskerville
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226
Aeneidos libri 7., 8. : with a commentary by C. J. Fordyce / intr. by P. G. Walsh ... ; Ed. by J. D. Christie ,
Oxford : Univ. press, 1977 , Glasgow University Publications
Note Generali: Testo lat. solo libri 7., 8.
Liber sextus , Oxford : at the Clarendon press, 1977
Descrizione fisica: X, 303 p. ; 20 cm.
Fa parte di: P. Vergili Maronis Aeneidos
Georgics 1. and 4. / Virgil ; edited with introduction, notes and vocabulary by H. H. Huxley , Bristol : Bristol
classical press, 1979
Aeneidos liber sextus / with a commentary by R. G. Augustin , Oxford : The Clarendon press, 1977
Note Generali: Testo lat. Solo libro 4.
P. Vergili Maronis Aeneidos liber sextus / with a commentary by R. G. Austin , Oxford : at the Clarendon
Press, 1977
P. Vergili Maronis Aeneidos libri 7.-8. / with a commentary by C. J. Fordyce ; introduction by P. G. Walsh ;
edited by John D. Christie , Oxford : Oxford University Press, 1977 , Glasgow University Publications
Eclogues / Vergil ; edited by Robert Coleman , Cambridge [etc.] : Cambridge university press, 1977 ,
Cambridge Greek and Latin classics
P. Vergili Maronis Opera / recognovit brevique adnotazione critica instruxit R. A. B. Mynors , Oxonii : e
Typographeo Clarendoniano, 1977 , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Aeneidos libri 7., 8. : with a commentary by C. J. Fordyce / intr. by P. G. Walsh ... ; Ed. by J. D. Christie ,
Oxford : Univ. press, 1977
Descrizione fisica: XXXIV, 306 p. , Glasgow University Publications
Note Generali: Testo lat. solo libri 7., 8.
Liber sextus , Oxford : at the Clarendon press, 1977
Fa parte di: P. Vergili Maronis Aeneidos
Georgics 1. and 4. / Virgil ; edited with introduction, notes and vocabulary by H. H. Huxley , Bristol : Bristol
classical press, 1979
Aeneidos liber sextus / with a commentary by R. G. Augustin , Oxford : The Clarendon press, 1977
Note Generali: Testo lat. Solo libro 4.
P. Vergili Maronis Aeneidos liber sextus / with a commentary by R. G. Austin , Oxford : at the Clarendon
Press, 1977
P. Vergili Maronis Aeneidos libri 7.-8. / with a commentary by C. J. Fordyce ; introduction by P. G. Walsh ;
edited by John D. Christie , Oxford : Oxford University Press, 1977 , Glasgow University Publications
Vergilius Augusteus : vollstandige Faksimile-Ausgabe in Originalformat : Codex Vaticanus Latinus 3256 der
Biblioteca Apostolica vaticana und Codex Latinus Fol. 416 der Staatsbibliothek preussischer Kulturbesitz /
Einfuhrung Carl Nordenfalk , Graz : Akademische Druck-u. Verlagsanstalt, 1976
Descrizione fisica: 30 p. : ill. ; 44 cm. + 8 tav. di facs. in custodia , Codices selecti
Note Generali: Indice e testo anche in inglese.
The Eclogues of Virgil / translated with introduction, notes and Latin text by A. J. Boyle , Melbourne :
Hawthorn Press, 1976
Opere di Publio Virgilio Marone / a cura di Carlo Carena
Edizione: 2. ed , Torino : Unione tipografico-editrice torinese, 1976 , Classici latini
Note Generali: Testo latino a fronte.
Opere di Publio Virgilio Marone / a cura di Carlo Carena
Edizione: 2. ed , Torino : Unione tipografico-editrice torinese, 1976 , Classici latini
Note Generali: Testo latino a fronte.
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Poesia augustea maggiore : antologia di Virgilio e di Orazio / introduzione e commento a cura di Antonio La
Penna e Cesare Grassi , Firenze : La Nuova Italia, stampa 1976 , I classici della Nuova Italia
Bucolica ; Georgica ; Aeneis / Vergil ; Deutsch von Rudolf Alexander Schroder , Darmstadt :
Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1976
Aeneid. Book 8. / Virgil ; edited by K. W. Gransden , Cambridge [etc.] : Cambridge university press, 1976 ,
Cambridge Greek and Latin classics
Le livre 1. de l'Eneide / Virgile ; texte latin avec un plan detaille et un commentaire critique et explicatif par
Guillaume Stegen , Namur : Wesmael-Charlier, stampa 1975
Eneide / Publio Marone Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , Torino : Einaudi, 1974
, Nuova universale Einaudi
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione, presentazione e commento di Francesco Della Corte
Edizione: 3. ed. integrale commentata , Milano : Mursia, 1974 , GUM. N. S
Appendix Vergiliana , Appendix Vergiliana , Genova : Tilgher, 1974-1975
Descrizione fisica: 2 v. ; 24 cm .
Titolo uniforme: Appendix Vergiliana
Comprende: 1: Traduzione / secondo il testo di W. V.Clausen ... [et al.]
2: Analisi / a cura di F. Della Corte
L' Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; con commento di Vittorio Turri ; nuova presentazione di
Giorgio Petrocchi , Firenze : Sansoni, stampa 1975 , Biblioteca carducciana. 2. ser
Caro, Annibale <1507-1566>
Le bucoliche / Virgilio ; Prefazione e versione di Agostino Richelmy , Torino : Einaudi, 1974 , Collezione di
poesia
Note Generali: Data di stampa
Testo latino a fronte
Georgiques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint Denis
Edizione: 6. tirage , Paris : Les Belles lettres, 1974 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte
Eneide / Publio Virgilio Marone , Novara : Edipem, 1974 , La nostra biblioteca classica
Note Generali: Trad. E. Pratellesi .
Le Bucoliche / Virgilio ; prefazione e versione di Agostino Richelmy
Edizione: 2. ed , Torino : G. Einaudi, c1970, stampa 1974 , Collezione di poesia
Note Generali: Testo orig. a fronte
Holm Warwick, Henrietta , A Vergil concordance / compiled by Henrietta Holm Warwick ; with the technical
assistance of Richard L. Hotchkiss , Minneapolis : University of Minnesota press, c1975
Eneide / Publio Virgilio Marone ; versione del Canto 7. ad opera del prof. Ernesto Ragusa , Roma : [s. n.],
1974
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Bist Du's Aeneas : erstes, zweites, viertes und sechstes Buch / Vergils Aeneis, travestiert von Aloys
Blumauer , Munchen : Heimeran, 1975 , Dialog mit der Antike
Maier, Harald , Kontrast und Parallele als strukturbildende Elemente in Vergils Aeneis und Miltons Paradise
Lost : Dissertation .. , Tubingen : B. von Spangenberg, 1974
Nomi: Maier, Harald
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
228
Edizione: 4. ed , Firenze : Sansoni, 1975
Note Generali: Testo latino a fronte
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione, presentazione e commento di Francesco Della Corte
Edizione: 3. ed , Milano : Mursia, 1974 , GUM. N.S
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna
Edizione: 4. ed , Firenze : Sansoni, 1975
Note Generali: Testo latino a fronte.
Tutte le opere / [di] Publio Virgilio Marone ; Versione, introd. e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna
Edizione: 4 ed , Firense : Sansoni, 1975
Ott, Wilhelm , Rucklaufiger Wortindex zu Vergil : Bucolica, Georgica, Aeneis / Wilhelm Ott , Tubingen : Max
Nemeyer, 1974 , Materialien zu Metrik und Stilistik
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Emilio Pratellesi , Novara : EDIPEM, 1974 , La nostra
biblioteca classica
Le Georgiche, poema della razionalita / introduzione, passi scelti e tradotti a cura di L. Pepe, N. Scivoletto,
D. Lassandro , Roma : ELIA, 1974
Note Generali: In appendice: Vitae Vergilianae
Testo orig. a fronte .
Pepe, Luigi <1915-1993>
Le bucoliche / Publio Virgilio Marone , Torino : Einaudi, 1974 , Collezione di poesia
Note Generali: Trad. di Agostino RichelmyTesto latino a fronte
Georgiche / Virgilio ; a cura di Renzo Gherardini , Firenze : Vallecchi, 1974 , TV : *Tascabili Vallecchi
Tutte le opere / Virgilio ; Introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; Con un saggio di Antonio La Penna ,
Firenze : Sansoni, 1975 , Le querce
Eneide / Publio Virgilio Marone , Novara : Edipem, 1974 , La nostra biblioteca classica
Georgiche / Virgilio ; a cura di Renzo Gherardini , Firenze : Vallecchi, 1974 , TV : *Tascabili Vallecchi
Note Generali: Con trad. italiana a fronte
Liber secundus / [Virgil] ; with a commentary by R. G. Austin , Oxford : at the Clarendon press, 1973
Fa parte di: P. Vergili Maronis Aeneidos
Le Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; tradotte in versi italiani da Antonio Giuliani , Roma : [s.d.], 1972
Note Generali: Testo manoscritto e autografato dallo stesso autore.
Georgicon : liber primus / Virgilio ; introduzione e commento di Teresa Cupaiuolo , Milano : Signorelli, [1973]
, Scrittori latini
Appendix Vergiliana : antologia presentata da Antonio Barbieri , Milano : Celuc, 1972 , Le fonti
Barbieri, Antonio <1920- >
Eneide : ricordi di un reduce troiano in dialetto genovese , Genova : Valenti, 1973
Note Generali: Versione di N. Bacigalupo, il nome del quale figura in testa al front. .
Opera / P. Vergilii Maronis ; post Remigium Sabbadini et Aloisium Castiglioni recensuit Marius Geymonat ,
Aug. Taurinorum : in aedibus Io. Bapt. Paraviae, c1973, stampa 1991 , Corpus scriptorum Latinorum
Paravianum
P. Vergili Maronis opera / post Remigium Sabbadini et Aloisium Castiglioni ; recensuit Marius Geymonat ,
Aug. Taurinorum : In aedibus I. B. Paraviae, 1973 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
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229
P. Vergili Maronis opera / recognovit brevique adnotatione critica instruxit R. A. B. Mynors
Edizione: Reprinted (with corrections) , Oxonii : e typographeo Clarendoniano, 1972 , Scriptorum
classicorum bibliotheca Oxoniensis
Le Bucoliche : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 25. ed , Roma : Dante Alighieri, 1973 , Raccolta di autori latini
Eneide : nella versione di Annibal Caro / Virgilio ; commento di Giuseppe Altieri , Roma : Baryes, [1972?]
Eneide , [Milano] : Club degli editori, 1972 , I classici del Club degli editori
Note Generali: Trad. F. Della Corte
Della Corte, Francesco <1913-1991>
Eneide / P. M. Vergilius ; Traduzione di Annibol Caro con commento di Gustavo Vinay e con letture critiche a
cura di Annunziato Presta , Roma, 1972
Eneide. Libro 5. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti / P. Virgilio Marone
Edizione: 10. ed , Milano (etc.] : Societa Editrice Dante Alighieri, 1973) , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Georgicon. Liber primus / Virgilio ; introduzione e commento di Teresa Cupaiuolo , Milano : Signorelli, 1973 ,
I classici Signorelli
Scrittori latini
Eneide / Virgilio ; traduzione di Annibal Caro ; con commento di Gustavo Vinay ; e con letture critiche a cura
di Annunziato Presta
Edizione: 5. ed , Roma : Gremese, 1972
Bonetto, Giovanni , La storia di Enea : riduzione in prosa dell'Eneide di Virgilio , Bari : Edizioni paoline, 1972
Epica spontanea ed epica riflessa : Omero, Virgilio / a cura di Nuncia Pizzuto , Messina ; Firenze, 1973 ,
Parallela
Aeneid 6. / Virgil ; edited with introduction and commentary by Frank Fletcher , Oxford : at the Clarendon
Press, stampa 1972
Opera / post Remigium Sabbadini et Aloisium Castiglioni recensuit Marius Geymonat , Torino : G. B.
Paravia, 1973 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
[1]: Books 1-6 / [Virgil] ; edited with introduction and notes by R. D. Williams , Basingstoke [etc.] : MacMillan,
1972
Fa parte di: The Aeneid / of Vergil
[2]: Books 7-12 / [Virgil] ; edited with introduction and notes by R. D. Williams , Basingstoke [etc.] :
MacMillan, 1973
Fa parte di: The Aeneid / of Vergil
(2): Libri 7.-12. / (P. Vergilius Maro) , Leiden : Brill, 1973
Fa parte di: P. Vergili Maronis Aeneis / naar de uitgave van J. van der Vliet en J. Mehler ; in zesde druk
opnieuw ... door R. E. H. Westendorp Boerma
Koch, Georg Aenotheus , Vollstandiges Worterbuch zu den Gedichten des P. Vergilius Maro : mit
besonderer Berucksichtigung des dichterischen Sprachgebrauchs und der fur die Erklarung schwierigen
Stellen
Edizione: Nachdr. der 4. Aufl. Hannover 1875 , Hildesheim ; New York, 1972
Appendix Vergiliana , Appendix Vergiliana : Epigrammata et Priapea / testo, interpretazione e traduzione a
cura di Armando Salvatore , Napoli : Libreria scientifica editrice, [1970?] , Collana di studi latini
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230
Eneide, libro 2. : costruzione, traduzione interlineare, paradigmi dei verbi, note grammaticali, scansione
metrica e cesura , Messina : FEMA, 1970 , Traduttori interlineari
Note Generali: Trad. A. Pellizzeri
Le bucoliche / P. Virgilio Marone ; testo latino con traduzione poetica e note di Mario Giammarco , Pescara :
Ferretti, 1970
Antologia virgiliana / a cura di Angelo Casanova e Pier Luigi Laita , Torino : Marietti, [1971] , Collana di
classici latini
P[ublii] Vergili Maronis Aeneidos , Oxford : At the Clarendon Press, 1971- .
Descrizione fisica: v. ; 19 cm. .
Comprende: [1]: Liber Primus / with a commentary by R. G.Austin
La huitieme bucolique / Virgile ; texte etabli, traduit et commente par Andree Richter , Paris : Les Belles
Lettres, 1970 , Bibliotheque de la Faculte des Lettres de Lyon
Note Generali: In testa al front.: Biblioteque de la Faculte des Lettres de Lyon
1: livres 1.-6. / Virgile ; texte etabli par Henri Goelzer et traduit par Andre Bellessort , Paris : Les belles
lettres, 1970
Fa parte di: Eneide / Virgile
Eneide. Libro decimo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa 1970 , Collezione di classici greci e latini
Eneide / traduzione, presentazione e commento di Francesco Della Corte
Edizione: 2. ed. , Milano : Mursia, 1971 , GUM. N. S
Eneide, libro 3. : costruzione, traduzione interlineare, paradigmi dei verbi, note grammaticali, scansione
metrica e censura , Messina : FEMA, 1970 , Traduttori interlineari
Note Generali: Trad. A. Pellizzeri
Opere di Publio Virgilio Marone ; a cura di Carlo Carena , Torino : Utet, 1971 , Classici latini
Note Generali: Trad. italiana a fronte.
Dalla bucolica all'epica / introduzione e commento a cura di Antonio La Penna e Cesare Grassi , Firenze : La
nuova Italia, 1971 , I classici della Nuova Italia
Grassi, Cesare <1914- >
Le opere. Antologia / Virgilio ; introduzione e commento a cura di Antonio La Penna e Cesare Grassi ,
Firenze : La nuova Italia, 1971 , I classici della Nuova Italia
Eneide : in versi endecasillabi dall'originale testo latino / di Virgilio , [Palermo] : Tumminelli, 1971
Note Generali: Versione di G. Girgenti, il nome del quale figura in testa al front. .
L' Eneide di Virgilio : versione poetica : 6. libro , Bari : Resta, 1971
Note Generali: Di S. Cirillo, il nome del quale figura in testa al front. .
Antologia virgiliana / a cura di Angelo Casanova e Pier Luigi Laita , Torino : Marietti, [1971] , Collana di
classici latini
Eneide : Con una cronologia della vita dell'autore e dei suoi tempi, una introduzione, una antologia critica e
una bibliografia : due cartine geografiche : indice dei nomi / Virgilio ; traduzione di Rosa Calzecchi Onesti ,
Milano : A. Mondadori, 1971 , Oscar
Eneide / Virgilio , Firenze : Sansoni, (1971), 1971 , I capolavori Sansoni
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna
Edizione: 3. ed , Firenze : Sansoni, 1970
Note Generali: Testo orig. a fronte.
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Le plan du 4. livre de l'Eneide avec un commentaire / Guillaume Stegen , Namur : Wesmael-Charlier, 1970
Eneide / Virgilio ; Introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti
Edizione: 2 ed , Torino : Einaudi, 1970 , Nuova universale Einaudi
Les Bucoliques / Virgile; edition, introduction et commentaire de Jacques Perret
Edizione: 2. edition revue , Paris : Presses Universitaires De France, 1970 , Erasme
Musa virgiliana : scelta dalle Bucoliche, dalle Georgiche e dall'Eneide / a cura di Alessandro Curione , Milano
: Mursia, 1970 , Biblioteca di classici latini
Eneide, Libro 1. : vita attribuita a Probo, note di metrica, figure grammaticali e retoriche, argomento, testo
con scansione metrica, cesure e quantita dell'ultima sillaba, costruzione, versione letterale interlineare,
paradigmi dei verbi, note a cura di Enzo Azzolina , Messina : Peloritana, [1970?] , Adiuti discere plura
P. Vergili Maronis Aeneidos liber primus / with a commentary by R.G. Austin , Oxford : Clarendon Press,
1971
Eneide / Virgilio ; traduzione di Rosa Calzecchi Onesti ; con una cronologia della vita dell'autore e dei suoi
tempi, una introduzione, una antologia critica e una bibliografia , Torino : G. Einaudi, 1971 , Oscar poesia
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Le Bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1970 , Poeti di Roma
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti
Edizione: 2. ed , Torino : Einaudi, 1970 , Nuova universale Einaudi
Note Generali: Testo orig. a fronte.
L' Eneide di Virgilio : versione poetica, 4. libro , Bari : Resta, 1970
Note Generali: Di S. Cirillo, il nome del quale figura in testa al front. .
Doctae dulcesque camenae : antologia delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide ad uso delle scuole
medie superiori
Edizione: 4. edizione riveduta , [Napoli] : Morano, 1970
Note Generali: A cura di M. Mocci, il nome della quale figura in testa al front. .
Opere / di Publio Virgilio Marone ; a cura di Carlo Carena , [Torino] : Unione tipografico-editrice torinese,
1971 , Classici latini
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Landleben : Bucolica, Georgica, Catalepton / ed. Johannes und Maria Gotoe ; [seguono] Vergil-Viten, ed.
Karl Bayer , [S.l.] : Heimeran-Verlag, 1970 , Tusculum-Bucherei
Note Generali: Testo tedesco a fronte .
The poems of Virgil / translated into English Verse by James Rhoades , Chicago [etc.] : W. BentonEncyclopaedia Britannica, 1971 , Great books of the western world
The Aeneid of Vergil / a verse translation by Allen Mandelbaum ; drawings by Guy Davenport , Berkeley
[etc.] : University of California Press, 1971
Richter, Andree , Virgile, la huitieme bucolique / texte etabli, traduit et commente par Andree Richter , Paris :
Les Belles Lettres, 1970 , Bibliotheque de la Faculte des Lettres de Lyon
Ramous, Mario , Catullo, Virgilio, Orazio : traduzioni / Mario Ramous , Bologna : Cappelli, copyr. 1971 ,
Universale Cappelli
Eneide : libro 4. / Virgilio ; a cura di Marino Casali ; con un saggio di Lalla Romano , Torino, etc. , Civilta
letteraria di Grecia e di Roma.Autori. Serie latina
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1 / Publio Virgilio Marone , Milano : Longanesi, [1970]
Fa parte di: L' Eneide : testo latino a fronte / di Publio Virgilio Marone ; traduzione di Cesare Vivaldi ;
presentazione di Giuseppe Ungaretti
Eneide / Publio Virgilio Marone ; Introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , Torino : Einaudi, 1970
, Nuova universale Einaudi
Eneide / di Publio Virgilio Marone ; traduzione di Annibal Caro ; Le Georgiche / traduzione di Bernardino
Daniello ; note e commento a cura di Giavardi Luigi , Milano : Lucchi, 1971
Caro, Annibale <1507-1566>
Daniello, Bernardino <1565m.>
Pascua, rura, duces : antologia virgiliana , Bologna : Edizioni scolastiche Patron, 1971 , Humanitatis studia
Note Generali: A cura di R. Lucchesi, il nome del quale figura in testa al front. .
Eneide ; Introduzione di Rosa Calzecchi Onesti
Edizione: 2. ed , Torino : Einaudi, 1970
Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti
Edizione: 2. ed , Torino : Einaudi, 1970 , Nuova universale Einaudi. N. S
Note Generali: Con testo originale a fronte.
Opere ; A cura di Carlo Carena , Torino : U.T.E.T., 1971 , Classici latini
Lecrompe, Rene , Virgile, Bucoliques : index verborum, releves statistiques / Rene Lecrompe , Hildesheim ;
New York, 1970 , Alpha-omega. Reihe A, Lexika, Indizes,Konkordanzen zur klassischen Philologie
1: Livres 1.-6. / Virgile ; texte etabli par Henri Goelzer et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 14. tirage , Paris : Les belles lettres, 1970 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte.
2: Livres 7.-12. / Virgile ; texte etabli par Rene Durand et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 10. tirage , Paris : Les belles lettres, 1970 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgile
[1]: Libri 1.-6. / [Vergil] , Leiden : E. J. Brill, 1970
Fa parte di: P. Vergili Maronis Aeneis / naar de uitgave van J. van der Vliet en J. Mehler ; in zesde druk
opnieuw ... door R. E. H. Westendorp Boerma
Eneide : con una cronologia della vita dell'autore e dei suoi tempi, una introduzione, una antologia critica e
una bibliografia : due cartine geografiche, indice dei nomi / traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , [Milano] :
A. Mondadori, 1971 , Oscar
Note Generali: Testo orig. a fronte
Le opere. Antologia / Virgilio ; introduzione e commmento a cura di Antonio La Penna e Cesare Grassi ,
Firenze : La nuova Italia, c1971, stampa 1992 , I classici della Nuova Italia
Grassi, Cesare <1914- >
Eneide, Libro 3. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 13. ed , Milano (etc] : Societa Editrice Dante Alighieri, 1970) , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide / libera traduzione di Paolo Santarone , Azzate : Varesina grafica editrice, 1970 , Il tesoro dei popoli
Il poema virgiliano : passi scelti dell'Eneide nella traduzione di Annibal Caro , Palermo : Ando, 1970
Note Generali: A cura di M. Villoresi, il nome del quale figura in testa al front. .
Aeneis buch 6. / P. Vergilius Maro ; [herausgegeben von] Eduard Norden
Edizione: 5. Aufl , Darmstadt : Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1970
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Le bucoliche / Virgilio ; prefazione e versione di Agostino Richelmy , Torino : G. Einaudi, 1970 , Collezione di
poesia
Il quarto libro delle Georgiche / testo, traduzione e note critiche a cura di Armando Salvatore , Napoli :
Libreria scientifica editrice, [1970]
L' Eneide : testo latino a fronte / di Publio Virgilio Marone ; traduzione di Cesare Vivaldi ; presentazione di
Giuseppe Ungaretti , Milano : Longanesi, 1970 , I libri pocket
Eneide, libro 4. : costruzione, traduzione interlineare, paradigmi dei verbi, note grammaticali, scansione
metrica e cesura , Messina : FEMA, 1970 , Traduttori interlineari
Note Generali: Trad. A. Pellizzeri
Opere di Publio Virgilio Marone / a cura di Carlo Carena , Torino : UTET, 1971 , Classici latini
Le georgiche / Virgilio ; a cura di Luigi Firpo , Torino : Unione tipografica torinese, 1969
Descrizione fisica: 227 p. : ill. ; 24 cm.
Note Generali: Strenna Utet 1970
Georgica vom Landbau / Vergil ; Herausgegeben, ubertragen, eingeleitet und erlautert von Heinrich
Naumann , Munchen : Wilhelm Goldmann, stampa 1970
Note Generali: Testo in latino e in tedesco.
Aeneidos libri 12. / recensuit Remigius Sabbadini ; ... curavit Aloisius Castiglioni , Torino : G. B. Paravia,
1970 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
Le Bucoliche / Virgilio ; traduzione in versi italiani di Vincenzo Pistorio , Adrano : Tipografia Santangelo, 1970
Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti
Edizione: 2. ed , Torino : Einaudi, 1970 , Nuova universale Einaudi
Trad. italiana a fronte
L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; testo latino a fronte traduzione di Cesare Vivaldi ; presentazione di
Giuseppe Ungaretti , Milano : Longanesi, 1970 , I libri pocket
Catullus, Gaius Valerius , Catullo, Virgilio, Orazio : traduzioni / Mario Ramous , Bologna : Cappelli, c1971 ,
Universale Cappelli. Serie lettere ed arti
Ciris. , Ciris : Authenticite, histoire du texte, edition et commentaire critiques / [a cura di] Daniel Knecht ,
Brugge : De Tempel, 1970 , Rijksuniversiteit te Gent. Werken uitgegevendoor de faculteit van de
wijsbegeerte enletteren
Note Generali: L'opera e attribuita a Virgilio e ad altri .
Eneide : libro 6. : costruzione, traduzione interlineare, paradigmi dei verbi, note grammaticali, scansione
metrica e cesura / Virgilio , Messina : FE.MA, 1971 , Traduttori interlineari
Note Generali: Trad. A. Pellizzeri .
Lecrompe, Rene , Virgile, Bucoliques index verborum, releves statistiques / Rene Lecrompe , Hildesheim ;
New York, 1970 , Alpha-omega. Reihe A, Lexika, Indizes,Konkordanzen zur klassischen Philologie
Vergiliani flores : antologia dalle Bucoliche, dalle Georgiche, dall'Eneide / Raffaele Giomini, Pasquale Cosi ,
Roma : Signorelli, stampa 1969
Eneide ; Traduzione di Annibal Caro , Novara : Ist. geogr. De Agostini, 1968
Note Generali: A cura di G. Gasparini. In testa al front.: Publio Virgilio Marone
Le bucoliche : testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento e note, scansione metrica
e cesure / Virgilio ; a cura del Prof. Vito Costa , Roma : Ciranna, 1969 , I cirannini
L' Eneide / Publius Maro Vergilius ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna :
Zanichelli, 1968-1969
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Descrizione fisica: 2v.,385 p.[compless.] ; 18 cm , Poeti di Roma
L' Eneide / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1968 ,
Poeti di Roma
Note Generali: Testo latino e traduzione di Giuseppe Albini
Opere / P. Virgilio Marone ; antologia a cura di Aldo Setaioli , Firenze : Le Monnier, 1969 , Latini auctores
L' Eneide di Virgilio : versione poetica, 1. libro , Bari : Resta, 1969
Note Generali: A cura di S. Cirillo, il nome del quale figura in testa al front. .
Eneide / Virgilio ; versione poetica, introduzioni e commento di Adriano Bacchielli
Edizione: 4. ed. interamente riveduta , Torino etc. : G. B. Paravia, 1969
Le Georgiche / Virgilio ; a cura di Luigi Firpo , Torino : Unione tipografico-editrice torinese, 1969 , Strenna
UTET
Note Generali: Con ripr. facs. dal ms. Vat. lat. 3225.
In cop.: Strenna UTET 1970
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1968 , Poeti di Roma
Note Generali: Testo orig. a fronte
Le Bucoliche / di Virgilio ; versione metrica con note [di] Gaspare Caliendo ; prefazione di Francesco Aloise ,
Napoli : Federico & Ardia, 1969 , Collana di studi
Dal Mincio al Tevere : antologia delle opere virgiliane / a cura di Benedetto Riposati
Edizione: 2. ed. riveduta , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1969 , Traditio. Serie latina
Opera : Bucolica, Georgica, Aeneis : manoscritto 492 della Biblioteca Riccardiana di Firenze / Virgilius
Edizione: Facs , Firenze : Mycron, 1969
Note Generali: Ed. di 300 esempl. num.
Rip. facs. del ms
P. Vergilius Maro , Patavii : in aedibus Livianis, 1969
Descrizione fisica: 3 v. ; 21 cm. , Scriptorum Romanorum quae extant omnia
Comprende: 1: Appendix vergiliana ; Bucolica ; Georgica /P. Vergilius Maro
2: Aeneidos : libri 1.-7. / P. Vergilius Maro
3: Aeneidos : libri 8.-12. ; Index nominum /P. Vergilius Maro
1: Appendix vergiliana ; Bucolica ; Georgica / P. Vergilius Maro , Patavii : in aedibus Livianis, 1969
Fa parte di: P. Vergilius Maro
2: Aeneidos : libri 1.-7. / P. Vergilius Maro , Patavii : in aedibus Livianis, 1969
Fa parte di: P. Vergilius Maro
3: Aeneidos : libri 8.-12. ; Index nominum / P. Vergilius Maro , Patavii : in aedibus Livianis, 1969
Fa parte di: P. Vergilius Maro
Le bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1968
, Poeti di Roma
Note Generali: Testo orig. a fronte
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Annibal Caro , Novara : Istituto Geografico De Agostini,
stampa 1969
Note Generali: A cura di Giammaria Gasparini
Le Georgiche : testo, costruzione, versione letterale, sommarii e note
Edizione: 19. ed. , Milano ; Roma ; Napoli, 1968 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Note Generali: In testa al front.: P. Virgilio Marone .
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L' Eneide : libro 1. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommarii e note
Edizione: 20. ed. , Milano ; Roma ; Napoli..., 1968 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Note Generali: In testa al front.: P. Virgilio Marone .
L' Eneide : libro 6. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 19. ed. , Milano ; Roma ; Napoli..., 1968 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Opera : manoscritto 492 della Biblioteca Riccardiana di Firenze , Firenze : Mycron, 1969
Note Generali: Contiene: Bucolica, Georgica, Aeneis
Ed. di 300 esempl. num. .
Facsimile
Introduzione di B. Maracchi Biagiarelli
Le egloghe / Publio Virgilio Marone ; traduzione e introduzione di Eurialo De Michelis con testo latino a fronte
, Milano : Ceschina, [1968] , La grande poesia d'ogni tempo
Eneide, libro terzo / introduzione e commento di Pietro Corigliano
Edizione: 6. ed. , Firenze : La nuova Italia, 1968 , Scrittori latini
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Annibal Caro ; [a cura di Giammaria Gasparini , Novara :
Edizioni per il Club del libro, 1968 , Collana dei classici
Note Generali: Ed. f.c.
Eneide, libro 1. / Commento a cura di Enzo V. Marmorale , Firenze : La nuova Italia, 1968 , I classici della
Nuova Italia
Eneide, libro quarto / Note esegetiche ed estetiche di Arturo Carbonetto
Edizione: 9. ed. , Firenze : La nuova Italia, 1968 , Scrittori latini
Note Generali: In testa al front.: Virgilio .
Bucoliche ; Georgiche / [di] Virgilio ; introduzione e commento a cura di Francesco Arnaldi , Milano ;
Messina, 1969 , Classici latini e greci
Poemetto d'incerto autore / testo, introduzione e traduzione a cura di A. Traglia , [Roma] : Edizioni
dell'Ateneo, 1968
Note Generali: Attrib. a Virgilio e ad altri
In testa al front.: Universita degli studi di Roma, Facolta di lettere e filosofia.
Eneide / Virgilio ; traduzione di Annibal Caro , [Firenze] : Salani, stampa 1969 , I grandi classici
Virgilio, Orazio : antologia da tutte le opere / a cura di Alberto e Jolanda Giacone ; con un'appendice di
Marco Cerruti: Virgilio e Orazio nella cultura letteraria italiana dal Cinquecento al Settecento , Torino :
Paravia, c1969 , Civilta letteraria di Grecia e di Roma.Autori. Serie latina
Eneide / Virgilius Maro Publius ; traduzione di Annibal Caro , Novara : Istituto Geografico De Agostini, 1968
Caro, Annibale <1507-1566>
Eneide / Publio Virgilio Marone ; Traduzione di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1968
Descrizione fisica: 2 v. (788 p.) ; 19 cm , Poeti di Roma
P. Vergili Maronis Bucolica : cum auctoribus et imitatoribus in usum scholarum / edidit Carolus Hosius
Edizione: 2. unveranderte Auflage , Berlin : Walter De Gruyter, 1968 , Kleine Texte fur Vorlesungen und
Ubungen
Eneide. Libro nono / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa 1968
Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; con introduzione introduzione, commento, note e
dizionario di mitologia e letteratura a cura di Athos Sivieri , Messina ; Firenze, stampa 1968
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236
Aetna : poemetto d'incerto autore / testo, introduzione e traduzione a cura di A. Traglia , [Roma] : Edizioni
dell'Ateneo, 1968
Note Generali: Attrib. a Virgilio e ad altri
In testa al front.: Universita degli studi di Roma, Facolta di lettere e filosofia.
Le Georgiche / Virgilio ; a cura di Luigi Firpo , Torino : Unione tipografico-editrice torinese, 1969
Note Generali: In cop. e nell'occhietto: Strenna UTET 1970.
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Luigi dal Santo ; traduzione di Annibal Caro ; note e
apparato critico di Antonio Manzo , Milano : Bietti, c1969, stampa 1971 , I classici Bietti
Virgilio : antologia da tutte le opere / Augusto Serafini
Edizione: 5. ed , Torino : SEI, 1968
I Georgich / voltaa in brianzoeu da Alberto Airoldi ; presentazione di Giovanni Battista Pighi ; quattro tavole
di Carlantony , Erba : Licinium, 1969
Note Generali: Ed. di 150 esempl. num
L' Eneide di Virgilio : versione poetica, 2. libro , Bari : Resta, 1969
Note Generali: Di S. Cirillo, il nome del quale figura in testa al front. .
Le Bucoliche / versione metrica di Luigi Zoppi ; introduzione di Giovanni Battista Pighi ; illustrazioni originali
di Pino Casarini , Verona : Fiorini & Ghidini, 1968
Note Generali: Ed. di 240 esempl. f. c
In testa al front.: Publio Virgilio Marone .
[ Opera] , Patavii : In aedibus Livianis, 1969- .
Descrizione fisica: v. ; 21 cm . , Scriptorum Romanorum quae extant omnia
Comprende: 2: Aeneidos libri 1.-7.
Vol. 1: Vitae Vergilianae antiquae ; AppendixVergiliana ; Bucolica ; Georgica
3: Aeneidos libri 8.-12. ; Index nominum
Eneide : libro quinto / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, [1968?] , Collezione di classici greci e latini
Opera / varietate lectionis et perpetua adnotatione illustratus a Chr. G. Heyne
Edizione: Ed. 4. / curavit G.P.E. Wagner , Hildesheim : Olms, 1968
Descrizione fisica: 4 v. ; 22 cm.
Labor omnia vicit : antologia virgiliana per i licei scientifici e gli istituti magistrali / [a cura] di T. Tomassetti
Gusmano , Firenze : Bulgarini, 1969
Tityre, segetes, arma : antologia virgiliana per la prima classe del liceo scientifico / [a cura di] T. Tomassetti
Gusmano , Firenze : Bulgarini, 1969
Eneide, libro sesto / Virgilio ; introduzione e commento di Giovanna Calzavara
Edizione: 8. ed , Firenze : La nuova Italia, 1969
Riassunto dell'Eneide , Milano : Bignami, 1968 , Biblioteca scolastica Bignami
1: Libro primo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa1969
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
2: Libro secondo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa1968
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
237
Antologia virgiliana / [di] Virgilio ; introduzione e commento a cura di Francesco Arnaldi , Milano ; Messina,
1969 , Classici latini e greci
Note Generali: Tit. della cop. .
Le georgiche : libro 1. / Virgilio ; col commento di Francesco Della Corte , Firenze : Sansoni, stampa 1968 ,
Sansoniana classica
Nomi: Vergilius Maro, Publius
Della Corte, Francesco <1913-1991>
Merguet, Hugo , Lexikon zu Vergilius : mit Angabe samtlicher Stellen / von H. Merguet , Hild esheim : Olms,
1969
Descrizione fisica: (4), 786, (1)p. ; 25 cm.
Note Generali: 2. ristampa anastatica dell'ed .:Leipzig, 1912
Versione dell'"Eneide" / di Annibal Caro ; a cura di Arturo Pompeati , Torino : UTET, 1969 , Classici italiani
Antologia virgiliana / a cura di Francesco Barberini , Bergamo [etc.] : Minerva italica, 1968 , Collana di
classici latini
Antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide
Edizione: 2. ed. , Firenze : La nuova Italia, 1968
Note Generali: A cura di A. Carbonetto, il nome del quale figura in testa al front. .
Il fiore delle Georgiche / traduzione di Salvatore Quasimodo , [Milano] : A. Mondadori, 1968 , Tutte le opere
di Salvatore Quasimodo
Note Generali: Testo orig. a fronte .
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1968 , Poeti di Roma
Eneide. Libro 8. : testo, costruzione, versione letterale e argomenti / P. Virgilio Marone
Edizione: 12. ed , Milano (etc] : Societa Editrice Dante Alighieri, 1968) , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide. Libro 9. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 12. ed , Milano, etc , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide. Libro 10. : testo, costruzione, versione letterale, sommarii e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 7. ed , Milano (etc] : Societa Editrice Dante Alighieri, 1968) , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Antologia virgiliana / passi scelti a cura di Matteo Paolillo , Napoli : Il tripode, 1968 , Collana di classici antichi
Riassunto dell'Eneide di Virgilio
Edizione: Ed. ampliata , Milano : Bignami, 1968 , Biblioteca scolastica Bignami. Serieletteraria
Virgilio, Cesare, Livio : antologia per il terzo anno dell'istituto magistrale , Torino : Societa editrice
internazionale, 1969
Note Generali: A cura di A. Serafini, B. Brugioni, i nomi dei quali figurano in testa al front. .
Virgilio, Orazio : antologia da tutte le opere / a cura di Alberto e Jolanda Giacone : per la quarta classe del
liceo scientifico ; con un'appendice di Marco Cerruti: Virgilio e Orazio nella cultura letteraria italiana dal
Cinquecento al Settecento , Torino [etc.] : Paravia, 1969 , Civilta letteraria di Grecia e di Roma.Autori. Serie
latina
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Luigi Dal Santo ; traduzione di Annibal Caro ; note e
apparato critico di Antonio Manzo , Milano : Bietti, 1969 , I classici popolari
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238
Eneide / traduzione di Annibal Caro ; a cura di G. Venturelli e G. Giovannini , [Firenze] : Libreria editrice
fiorentina, 1969
Georgiques / texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis , Paris : Les Belles Lettres, 1968 , Collection des
universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte.
L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Giuseppe Albini ; con introduzione e commento a cura di
lorenzo Bianchi e Paolo Nediani
Edizione: nuova ed. con appendice , Bologna : Zanichelli, 1969
Bianchi, Lorenzo <1889-1960>
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Antologia dalle opere / Publio Virgilio Marone ; scelta, commento e introduzione a cura di Benedetto Brugioni
; con prefazione di Adelmo Brigazzi
Edizione: 6. ed. riv. e accresciuta , Firenze : F. Le Monnier, 1968
Dal Mincio al Tevere / antologia delle opere virgiliane a cura di Benedetto Riposati , Milano [etc.] : Dante
Alighieri, 1968 , Traditio. Serie latina
Laurus et arbusta : antologia delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide di Virgilio , Torino : G. B. Petrini,
1968
Note Generali: A cura di A. Ragazzoni e P. V. Cova, i nomi dei quali figurano in testa al front. .
Eneide, libro 1. / a cura di Guglielmo Quaglia
Edizione: 2. ed. riveduta , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1968 , Traditio. Serie latina
L' Eneide di Virgilio : versione poetica : 7. libro , Bari : Resta, 1968
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Annibal Caro , Novara : De Agostini, c1968
Note Generali: A cura di Giammaria Gasparini.
L' Eneide / testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1968- . , Poeti di
Roma
Note Generali: In testa al front.: Virgilio .
Albini, Giuseppe <1863-1933>
P. Vergili Maronis Opera / recognovit brevique adnotatione critica instruxit R. A. B. Mynors , Oxonii : e
Typographeo Clarendoniano, 1969 , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Titolo uniforme: Opera
Hernandez Vista, V. Eugenio , Virgilio : figuras y situaciones de la Eneida / introduccion, texto, notas y
estudio stilistico [par] V. Eugenio Hernandez Vista , Madrid : G. del Toro, 1969
Antologia virgiliana / a cura di Franco Mollia , Firenze : Sansoni, 1969 , Biblioteca classica. Serie latina
Gratum opus : antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide / [a cura di] V. Pedace , Roma : O. Barjes,
1969
Descrizione fisica: 321 p. ; 21 cm. , Collana di classici latini
Eneide ; Nella versione poetica di Guido Vitali. Presentazione di Antonio Viscardi. Introduzione di Ignazio
Cazzaniga , Milano, 1968
Bucolica ; Georgica . <Precedono:> Vitae vergilianae antiquae . Appendix vergiliana , Padova : Liviana ed.,
1969 , Scriptorum Romanorum quae extant omnia
Eneide / Publio Virgilio Marone ; introduzione di Luigi dal Santo ; traduzione di Annibal Caro ; note e
apparato critico di Antonio Manzo , Milano : Bietti, c1969 , I classici Bietti
Bucoliche e Georgiche / Antologia a cura di Valeria Gigante Lanzara , Padova : RADAR, 1968 , Classici
latini e greci
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... et mentem mortalia tangunt : dalle Bucoliche, dalle Georgiche e dall'Eneide di Virgilio , Torino : Loescher,
1968
Note Generali: A cura di U. Boella, il nome del quale figura in testa al front
In appendice: Pallas, di G. Pascoli .
Eneide / Nella traduzione di Annibal Caro ; con riassunto di collegamento e note di Manara Valgimigli
Edizione: 12. ed. , Firenze : Le Monnier, 1969
Note Generali: In testa al front.: Virgilio
Finito di stampare nel 1968 .
Eneide / Virgilio ; nella versione poetica di G. Vitali ; presentazione poetica del prof. A. Viscardi ; introduzione
del prof. I. Cazzaniga , Milano ; Varese, stampa 1968
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna , Firenze : Sansoni, 1966 , Le voci del mondo
Eneide / Publio Virgilio Marone ; Introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , Torino : Einaudi, 1967
, Nuova universale Einaudi
L' Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro
Edizione: Ed. integrale / a cura di Arturo Carbonetto , Firenze : La Nuova Italia, 1967
P. Vergilii Maronis Aeneidos liber 8. / A cura di Nilo Casini , [Firenze] : Sansoni, 1967 , Edizioni scolastiche
Sansoni. Bibliotecaclassica. Sezione latina
Eneide / Virgilio ; introduzione e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , Torino : G. Einaudi, 1967 , Nuova
universale Einaudi
Eneide, libro 2. / Col commento di Carlo Giorni riveduto da Nicola Terzaghi , Firenze : G. C. Sansoni, 1967 ,
Sansoniana classica : collezione diretta da N.Terzaghi
Tutte le opere / Versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di Antonio La Penna
Edizione: 2. ed , Firenze : Sansoni, 1967
L' Eneide, libro 9. : Testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 11. ed. , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1967 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Eneide / Virgilio ; traduzione, presentazione e commento di Francesco Della Corte , Milano : Mursia, 1967 ,
GUM. Letteratura. Classici antichi e moderni
L' Eneide / P. Virgilio Marone ; nella traduzione di Annibal Caro ; introduzione e commento di Enrico Turolla
Edizione: 6. ed , Brescia : La scuola, 1967
Eneide, libro sesto / a cura di Pier Vincenzo Cova
Edizione: 3. ed. , Brescia : La scuola, 1967
Note Generali: In testa al front.: P. Virgilio Marone .
Le Bucoliche : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 22. ed. , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1966 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
L' Eneide, libro 6. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommarii e note
Edizione: 19. ed. , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1966 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
L' Eneide, libro 6. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 18. ed. , Milano : Dante Alighieri, 1966 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Le Georgiche : testo, costruzione, versione letterale, sommarii e note
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240
Edizione: 18. ed. , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1966 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Eneide. Libro 2. / Virgilio ; a cura di Andrea Di Benedetto
Edizione: 3. ed , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1966 , Traditio. Serie latina
Titolo uniforme: Aeneis
Eneide. Libro 3. / Virgilio ; a cura di Guglielmo Quaglia
Edizione: 2. ed. riv , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1966 , Traditio. Serie latina
Vates Maro : antologia virgiliana / a cura di L. Alfonsi, G. Arico , Palermo : U. Manfredi, 1966
Scolia Bernensia ad Vergili Bucolica atque Georgica / edidit emendavit praefatus est Hermannus Hagen ,
Hildescheim : Olms, 1967
Note Generali: Ripr. dell'ed.: Lipsia, 1867.
Eneide : libro 4. / a cura di Giuseppe Zermini
Edizione: 2. ed. , Milano [etc.] : Societa editrice Dante Alighieri, 1966 , Traditio. Serie latina
L' Eneide : libro 5 : Testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 9. ed. , Milano [etc.] : Societa editrice Dante Alighieri, 1966 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide : libro 8. / a cura di Vittorio Gazza
Edizione: 2. ed. , Milano [etc.] : Societa editrice Dante Alighieri, 1966 , Traditio. Serie latina
[1]: Livres 1.-6. / Virgile ; texte etabli par Henri Goelzer et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 3. tirage , Paris : Les belles lettres, 1967
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgile
Livres 7.-12. / Virgile ; texte etabli par Rene Durand et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 9. tirage , Paris : Les belles lettres, 1967
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgile
Malipiero, Gian Francesco , Ave Phoebe, dum queror : da le mie giornate : per piccolo coro e 20 istrumenti /
G. F. Malipiero , Milano : Ricordi, 1966
Note Generali: Testo in latino dalle Egloghe di Virgilio.
Appendix Vergiliana / recognoverunt et adnotatione critica instruxerunt W. V. Clausen, F. R. D. Goodyear, E.
J. Kenney, J. A. Richmond
Edizione: Repr. lithogr. from corrected sheets on the 1. ed. 1966 , Oxonii : e Typographeo Clarendoniano,
1967 , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Le Bucoliche : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 23. ed. , Milano ; Roma ; Napoli..., 1967
Descrizione fisica: 157 p. ; 19 cm , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e
note
L' Eneide : libro 12. : testo, costruzione, versione letterale e versione libera
Edizione: 8. ed. , Milano ; Roma ; Napoli..., 1967 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide
Edizione: 3. ed. , Napoli : Ist. editoriale del Mezzogiorno, 1967
Note Generali: A cura di F. Arnaldi, il nome del quale figura in testa al front. .
Il libro dell'Averno : Virgilio: Eneide 6. / nel commento di Vito Sirago
Edizione: 4. ed. , Napoli : Ist. editoriale del Mezzogiorno, 1967
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241
Il poema dei campi / P. Virgilio Marone ; traduce Carmelo Di Quattro , Messina ; Firenze, 1966
Vitae Vergilianae antiquae : Vita Donati ; Vita Servii ; Vita Probiana ; Vita Focae ; S. Hieronymi Excerpta /
edidit Colinus Hardie
Edizione: Editio altera , Oxonii : e Typographeo Clarendoniano, 1966 , Scriptorum classicorum bibliotheca
Oxoniensis
Note Generali: 1. ed. con: Appendix Vergiliana, 1957.
Eneide : libro quarto / Virgilio ; introduzione commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, 1966 , Collezione di classici greci e latini
Antologia virgiliana / a cura di Franco Mollia , [Firenze] : Sansoni, 1967 , Edizioni scolastiche Sansoni.
Bibliotecaclassica. Sezione latina
Arbusta humilesque myricae : antologia dalle Bucoliche e dalle Georgiche di Virgilio / a cura di A. Musmarra
, [Palermo] : Palumbo, 1967
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna , Firenze : Sansoni, 1966 , Le voci del mondo
Note Generali: Testo orig. a fronte
Libro terzo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto Marchesi ,
Torino : Loescher, 1967
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; A cura di Arturo Carbonetto ; Traduzione di Annibal Caro , Firenze : La
Nuova Italia, 1967
L' Eneide, libro 4. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 20. ed. , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1967 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
L' Eneide, libro 7. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 7. ed. , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1967 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Il libro nono dell'Eneide / introduzione, commento e note a cura di Rino De Angeli , Napoli : Il tripode, 1967 ,
Collana di classici antichi
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: Nouvelle ed. revue et augmentee d'un commentaire , Paris : Les Belles Lettres, 1967 , Collection
des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Eneide / versione poetica, introduzione e commento di Adriano Bacchielli
Edizione: 3. ed. , Torino [etc.] : G. B. Paravia, 1966
Bucoliche e georgiche / Virgilio ; A cura di Giuseppe Ammendola edizione riveduta da Manfredo Liberanome
, Messina, 1967 , Classici latini e greci commentati per lescuole
Eneide : libro quarto / introduzione e commento di Antonio Pozzi , Milano : Signorelli, 1966 , Scrittori latini
Pozzi, Antonio <1898-1969>
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna , Firenze : Sansoni, [1966]
Note Generali: Testo orig.: a fronte.
Geymonat, Mario , I codici G e V di Virgilio / Mario Geymonat , Milano : Istituto Lombardo di scienze e
lettere, 1966
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Fa parte di: Memorie dell'Istituto lombardo-Accademia di scienze e lettere. Classe di scienze matematiche e
naturali
Soggetti: Manoscritti - San Gallo - Stifts-bibliothek Codice G, ms 1394
Manoscritti - Verona - Biblioteca capitolare Codice V
P. Vergili Maronis Opera / apparatu critico in artius contracto iterum recensuit Otto Ribbeck 1.-4
Edizione: Reprografischer Nachdruck , Hildesheim : Georg Olms Verlagsbuchhandlung, 1966
Note Generali: Ripr. facs. in 1 v. dell'ed. originale in 4. v.: Lipsiae : Teubner.
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo ; con un saggio di
Antonio La Penna , Firenze, 1966
Le bucoliche e le georgiche / scelta, commento e introduzione a cura di Benedetto Brugioni ; con prefazione
di Adelmo Barigazzi
Edizione: 5. ed. riveduta e accresciuta , Firenze : F. Le Monnier, 1966
Eneide : Libro 2. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei
verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riveduta e corretta , Milano : Classici Saturnia editrice, [1966?] , Classici latini Selecta
Eneide : Libro 3. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei
verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riveduta e corretta , Milano : Classici Saturnia editrice, [1966?] , Classici latini Selecta
The Eclogues, Georgics and Aeneid of Virgil / translated by C. Day Lewis , London : Oxford University Press,
1966
Les Bucoliques / traduction en vers de Henry des Abbayes ; avant propos de E. de Saint-Denis , Bruxelles :
Latomus, 1966 , Collection Latomus
Note Generali: Testo francese a fronte .
Eneide. Libro sesto / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, [1967?] , Collezione di classici greci e latini
Georgiques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. De Saint-Denis
Edizione: 4. tirage , Paris : Les, 1966 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte
Eneide / Virgilio ; nella versione poetica di G. Vitali ; presentazione del Prof. A. Viscardi ; introduzione del
Prof. I. Cazzaniga , Milano : Istituto editoriale Cisalpino, stampa 1967
Werle, Bruno , Der Erzahlungsstil des pseudovergilischen Cirisgedichtes : Dissertation ... zu Gottingen /
vorgelegt von Bruno Werle , Gottingen : <s.n.>, 1966
L' Eneide nella traduzione di Annibal Caro / Publio Virgilio Marone
Edizione: Ed. integrale / a cura di Arturo Carbonetto , Firenze : La Nuova Italia, 1967
Eneide, libro 4. / introduzione e commento a cura di Cesare Coen , Milano ; Messina, 1967 , Classici latini e
greci
Il libro 2. dell'Eneide / commentato da Giulio Augusto Levi
Edizione: 4. ed. , Firenze : Le Monnier, 1967 , Nuovi biblioteca di classici greci e latini
Eneide. Libro secondo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di
Concetto Marchesi , Torino : Loescher, 1966 , Collezione di classici greci e latini
Eneide. Libro dodicesimo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di
Concetto Marchesi , Torino : Loescher, [1967?] , Collezione di classici greci e latini
Eneide : libro 4. / Virgilio ; note esegetiche ed estetiche di Arturo Carbonetto
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Edizione: 8. ed , Firenze : La Nuova Italia, stampa 1966 , Scrittori latini
Eneide : Libro primo / [Di] Virgilio ; Introduzione e commento di Umberto Nottola , Milano : Signorelli, 1967 , I
classici Signorelli
Le bucoliche ; Testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1966 , Poeti
di Roma
Albini, Giuseppe <1863-1933>
L' Eneide ; Testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli, 1966-1968 ,
Poeti di Roma
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Aeneidos liber quartus / ed. by A. S. Pease , Darmstadt : Wissenschaftliche Buchgesell, 1967
Note Generali: Testo lat.
Pease, Arthur Stanley
[1]: Books 1.-6. / Virgil ; edited with introduction and notes by T. E. Page , London [etc.] : MacMillan, 1967
Fa parte di: The Aeneid / of Vergil
Eneide. Libro 4. / Virgilio ; note esegetiche ed estetiche di Arturo Carbonetto
Edizione: 8. ed , Firenze : La nuova Italia, 1966 , Scrittori latini
Antologia Virgiliana (Bucoliche e Georgiche) ; A cura di B. Riposati, R. Calderini
Edizione: 5. ed , Milano, 1966 , Traditio. Serie latina
Testo latino annotato
Le Bucoliche / Publius Vergilius Maro ; versione metrica di Luigi Zoppi ; introduzione di Giovanni Battista
Pighi ; illustrazioni originali di Pino Casarini , Verona : Fiorini & Ghidini, 1967
Note Generali: 240 esempl.
Eneide : passi scelti / a cura di Fabio Cupaiuolo
Edizione: 7. ristampa , Milano ; Messina, 1967 , Classici latini e greci
Virgil : Bucolica, Georgica, Aeneis / Friedrich Klingener , Zurich ; Stuttgart, 1967
Eneide, libro quarto / a cura di Enrico Turolla
Edizione: 4. ed. , Brescia : La scuola, 1967
Eneide, libro 2. : traduzione letterale, testo latino con scanzione metrica, paradigmi dei verbi, note
grammaticali e storiche , Milano : E. U. Bignami, 1967 , Biblioteca scolastica Bignami
Note Generali: A cura di V. Gabriele, il nome del quale figura in testa al front
Eneide, libro ottavo / a cura di Alessandro Tortoreto
Edizione: 3. ed. , Brescia : La scuola, 1967
Eneide, libro undicesimo / a cura di Ermenegildo Fumagalli
Edizione: 2. ed. , Brescia : La scuola, 1967
Eneide , Paris : Les Belles Lettres, 1967
Descrizione fisica: 2 v. ; 8 . , Collection des universités de France
Aeneis 2. / Vergil ; mit dem Commentar des Servius ; herausg. von Ernst Diehl
Edizione: 2. Aufl , Berlin : W. de Gruyter & C., 1967 , Kleine Texte fur Vorlesungen und Ubungen
L' Eneide / Virgilio ; Nella traduzione di Annibal Caro introduzione, commento, esami sintetici dei singoli libri,
letture critiche a cura di Giuseppe Raniolo , Firenze : Giunti, 1967
Bucoliche / con introduzione e note di Francesco Arnaldi
Edizione: Nuova ristampa della 3. ed , Milano ; Messina, 1966 , Classici latini e greci
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L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; edizione integrale a cura di Arturo Carbonetto ; nella traduzione di
Annibal Caro , Firenze : La Nuova Italia, 1967
2: Aeneid 7.-12. ; The minor poems / Virgil ; with an English translation by H. Rushton Fairclough
Edizione: Rev. ed , London : W. Heinemann, Mass. , The Loeb classical library
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
Eneide. Libro 12. : testo, costruzione, versione letterale e versione libera / P. Virgilio Marone
Edizione: 8. ed , Milano (etc] : Societa Editrice Dante Alighieri, 1967) , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Le Bucoliche : Piacenza, anno 1918 / di P. Virgilio Marone ; traduzione di Germano Sadowski , Genova :
SAGA, [1967]
Introduzione e versione poetica delle Bucoliche / di Publio Virgilio Marone , Palermo : U. Manfredi, 1967
Note Generali: Testo originale a fronte
A cura di G. Nuzzo Falletta, il nome del quale figura in testa al front. .
P. Vergili Maronis Aeneidos liber quartus / edited with a commentary by R. G. Austin , Oxford : at the
Clarendon Press, stampa 1966
Eneide : Libro Secondo / [Di] Virgilio ; Introduzione e commento di Edmondo V. D'Arbela , Milano : Signorelli,
1967
Eneide : Libro quinto / [Di] Virgilio ; Introduzione e commento di Gerolamo Bottoni , Milano : Signorelli, 1966 ,
Scrittori latini
Eneide : Libro Sesto / [Di] Virgilio ; Introduzione e commento di Leone Volpis , Milano : Signorelli, 1966 ,
Scrittori latini
Georgiche : libro 1. / introduzione e commento di Aldo Marsili
Edizione: Nuova ristampa , Milano ; Messina, 1967 , Classici latini e greci
Eneide / Virgilio ; traduzione, presentazione e commento di Francesco Della Corte , Milano : Mursia, c1967 ,
GUM. Letteratura. Classici antichi e moderni
Grande Universale Mursia : nuova serie
Tutte le opere / Publio Virgilio Marone ; con un saggio di Antonio La Penna ; versione, introduzione e note di
Enzio Cetrangolo , Firenze : Sansoni, 1966
Note Generali: Testo orig. a fronte
Eneide, libro 9. / a cura di Aldo Marastoni
Edizione: 3. ed. , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1966 , Traditio. Serie latina
Antologia virgiliana / a cura di Franco Mollia , [Firenze] : G. C. Sansoni, 1966 , Edizioni scolastiche Sansoni.
Bibliotecaclassica. Sezione latina
Eneide, libro terzo / introduzione e commento di Pietro Corigliano
Edizione: 5. ed. , Firenze : La nuova Italia, 1966 , Scrittori latini
L' Eneide / Publius Maro Vergilius ; Traduzione di Annibal Caro, traduzione integrale a cura di Arturo
Carbonetto , Firenze : La Nuova Italia, 1965
L' Eneide : passi scelti e commentati col riassunto delle parti omesse / Virgilio ; a cura di Cesare Giarratano
Edizione: 7. ed. aumentata / a cura di Aldo Marsili , Firenze : Le Monnier, 1965
Eneide. Libro undecimo / Virgilio ; introduzione commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di
Concetto Marchesi , Torino : Loescher, stampa 1965 , Collezione di classici greci e latini
Eneide / Virgilio ; tradizione di Annibal Caro , [Firenze] : Salani, c1962, stampa 1965 , I grandi classici
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Versione dell'Eneide / di Annibal Caro ; a cura di Arturo Pompeati , Torino : Unione Tipografico-Editrice
Torinese, stampa 1965 , Classici italiani
Eneide / Virgilio ; introduzione, traduzione e note di Manlio Faggella , Roma : A. Signorelli, stampa 1965
Note Generali: Appendice : Pagine su Virgilio.
P. Vergili Maronis Aeneidos liber tertius / ed. with a comm. by R. D. Williams , Oxford : Clarendon Press,
1962
Eneide. Libro primo / P. Virgilio Marone ; a cura di Enzo Petrini
Edizione: 3. ed , Brescia : La scuola, 1965
Eneide : libro primo / introduzione e commento di Umberto Nottola , Milano : Signorelli, 1965 , Scrittori latini
Note Generali: Ristampa.
Eneide : libro settimo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, [1965?] , Collezione di classici greci e latini
3: Libro terzo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa1965
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
11: Libro undecimo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa1965
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
8: Libro ottavo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa1965
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
Eneide : libro primo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, 1965 , Collezione di classici greci e latini
Eneide. Libro primo / Virgilio ; testo, costruzione, traduzione interlineare, scansione metrica, cesure e note a
cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Sormani, [1965?] , Aviapervia
Eneide. Libro terzo : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 11. ed , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1965 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Eneide. Libro quarto : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti / P. Virgilio Marone
Edizione: 18. ed , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1965 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
L' Eneide. Libro 9. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note/ P. Virgilio Marone
Edizione: 10. ed , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1965 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
L' Eneide. Libro 11. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 4. ed , Milano (etc.] : Dante Alighieri, 1965) , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Eneide. Libro 12. : testo, costruzione, versione letterale e versione libera / P. Virgilio Marone
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Edizione: 7. ed , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1965 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Aeneidos : liber sextus / con introduzione e commento di Gaspare Campagna
Edizione: Nuova ristampa , Milano ; Messina, 1965 , Classici latini e greci
Eneide : passi scelti / a cura di Fabio Cupaiuolo
Edizione: 5. ristampa , Milano ; Messina, 1965 , Classici latini e greci
P. Vergili Maronis Catalepton : in usum scholae messanensis / edidit Antonius Mazzarino , Messanae :
Peloritana, 1965
Eneide : libro nono / a cura di Oscar Bruno , Messina ; Firenze, 1965 , Classici latini e greci commentati per
lescuole
Georgiche : lib. 3. / introduzione, testo e commento a cura di Aldo Marsili , Pisa : Libreria goliardica, 1965 ,
Studi e testi
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1965 , Poeti di Roma
Albini, Giuseppe <1863-1933>
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
1: Eclogues ; Georgics ; Aeneid 1.-6. / Virgil ; with en English translation by H. Rushton Fairclough
Edizione: Revised ed , London : W. Heinemann, Mass. , The Loeb classical library
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
P. Vergili Maronis Aeneidos liber quintus / edited with a commentary by R. D. Williams , Oxford : at the
Clarendon Press, stampa 1965
Catalepton / P. Vergili Maronis ; edidit Antonius Mazzarino , Messanae : prostat in libraria Peloritana, 1965
Eneide : libro 11. : testo con introduzione metrica, scansione, censure, costruzione diretta, note, versione
letterale e interlineare / a cura del prof. Vito Costa ; argomento a cura del prof. Corrado Ciranna , Roma :
Ciranna, 1965 , I cirannini. N. S
I pascoli, i campi : antologia delle Bucoliche e delle Georgiche , [Lecce] : Milella, [1965?] , Collana di classici
latini e greci
Note Generali: A cura di D. Massaro, il nome del quale figura in testa al front. .
Eneide, libro 2. / a cura di Pier Luigi Laita
Edizione: 2. ed. , Torino : Marietti, 1965 , Vestigia
Le Georgiche / introduzione e note di Augusto Mancini
Edizione: Nuova ed. riveduta e corretta , Firenze : R. Sandron, 1965 , Classici latini
Note Generali: Ristampa stereotipa
Eneide, libro 8. / introduzione e note di Gioacchino Grasso , Bergamo [etc.] : Minerva italica, 1964
Eneide, libro 8. / Virgilio ; introduzione e note di Gioacchino Grasso , Bergamo [etc.] : Minerva italica, 1965
Le Georgiche / P. Virgilio Marone ; con note italiane di G. Arcangeli e G. Rigutini , Bologna : Zanichelli, 1964
, Biblioteca dei classici latini ad uso dellescuole
Note Generali: Testo in latino
Eneide 2. / Virgilio ; a cura di Feliciano Speranza , Napoli : G. Scalabrini, 1964 , Speculum. Sez. Commenti
Riassunto dell'Eneide di Virgilio , Milano : Bignami, 1964 , Biblioteca scolastica Bignami. Serieletteraria
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Ragusa, Ernesto , Virgilio: Lezzende antique de o Laxio : traduttore dell'Eneide in un linguaggio polimero
come nuovo esperanto delle regioni d'Italia / sperimentato da Ernesto Ragusa , Genova : Tip. editoriale
tecnica, 1964
Note Generali: Traduzione dei canti 8. e 9. dell'Eneide .
Antologia virgiliana / a cura di Franco Mollia , [Firenze] : Sansoni, 1964 , Edizioni scolastiche Sansoni
L' Eneide, libro 5. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 8. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1964 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
1: Ciris ; Epigrammata ; Priapea , Napoli : Libreria scientifica editrice, 1964 , Collana di studi latini
Fa parte di: Appendix Vergiliana / testo, traduzione e note critiche a cura di Armando Salvatore
L' Eneide / Virgilio ; introduzione, commento, esami sintetici dei singoli libri, letture, critiche a cura di
Giuseppe Raniolo , Roma : Bemporad-Marzocco, 1964
Eneide : libro quinto / a cura di Rigo Milanti , Brescia : La scuola, 1964
Note Generali: In testa al front.: P. Virgilio Marone .
L' Eneide / Virgile ; traduction de Pierre Klossowski , Paris : Gallimard, 1964
Eneida / Iz latinscine prevedel Franc Bradac , Maribor : Zalozba Obzorja Maribor, 1964 , Iz anticnega sveta
Bukolika in Georgika / Iz latinscine prevedel Fran Bradac , Maribor : Obzorja Maribor, 1964 , Iz anticnega
sveta
Lingua di pubblicazione: slv
Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; con introduzione, commento, note e dizionario di
mitologia e letteratura a cura di Athos Sivieri , Messina [etc.] : G. D'Anna, stampa 1964
Georgicon : liber quartus / introduzione e commento di Teresa Cupaiuolo , Milano : Signorelli, 1964 , Scrittori
latini
L' Eneide / nuova traduzione poetica di Achille Berna Berionnni fedelissima all'originale in lingua italiana
dell'uso vivo , Firenze : Biblioteca italiana, 1964 , Biblioteca italiana. I manoscritti
Eneide, libro 1. / introduzione e commento di Teresa Mastroiacovo-Oriani , Roma : A. Signorelli, [1964?] , I
classici latini
Eneide, libro 1. : testo dell'edizione critica di Oxford / commento di Antonio Crocco , Napoli : Edizioni
Empireo, 1964 , Le costellazioni
Eneide, libro XI / introduzione e commento di Teresa Mastroiacovo-Oriani , Roma : A. Signorelli, [1964?] , I
classici latini
Le Georgiche, libro primo / versione interlineare e testo con scansione metrica a cura di Domenico Fedele ,
Roma : Ciranna, [1964?] , I cirannini. N. S
Le Georgiche, libro secondo / testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, scansione metrica,
cesure, verbi, note (sintattiche, grammaticali, ecc.) a cura di A. Calzavara D'Arpino , Roma : Edizione
Sormani, [1964?] , Avia pervia
Antologia virgiliana : Bucoliche e Georgiche / a cura di B. Riposati, R. Calderini
Edizione: 4. ed , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1964 , Traditio. Serie latina
Eneide. Libro quarto / P. Virgilio Marone ; a cura di Enrico Turolla
Edizione: 3. ed , Brescia : La scuola, 1964
Eneide. Libro 10. / P. Virgilio Marone ; a cura di Rigo Milanti
Edizione: 2. ed , Brescia : La scuola, 1964
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Le Georgiche : testo, costruzione, versione letterale, sommari e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 17. ed , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1964 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
La morte di Turno : Eneide 12. / Virgilio ; nel commento di Vito Sirago , Torino [etc.] : Istituto editoriale del
Mezzogiorno, 1964
Antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide / a cura di F. Arnaldi
Edizione: 2. ed. accresciuta , Torino [etc.] : Ist. editoriale del Mezzogiorno, 1964
Le Bucoliche / col commento di Carlo Landi ; Le Georgiche / scelta e commento di Enrico Longi
Edizione: 12. ed. , Firenze : F. Le Monnier, 1964
Il 9. libro dell'Eneide / presentato da Silvio Cirillo agli studenti delle scuole medie superiori , Bari : Resta,
1964
Eneide. Libro 1. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommari e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 18. ed , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1964 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide. Libro 2. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommari e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 23. ed , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1964 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide. Libro 6. / Virgilio ; testo con introduzione metrica, scansione e cesure a cura del prof. Vito Costa ;
costruzione diretta, note e traduzione interlineare a cura del prof. Corrado Ciranna ; argomento a cura del
prof. Corrado Ciranna , Roma : Ciranna, 1964 , I cirannini
Eneide. Libro 7. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 6. ed , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1964 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide. Libro 11. / Virgilio ; prefazione, testo e commento a cura di Aldo Marsili , Pisa : Libreria goliardica,
1964 , Studi e testi
Le Georgiche di Virgilio / tradotte in esametri italiani da Mario Gianmarco , Pescara : Tip. G. Ferretti, 1964
2: Culex, Dirae (Lydia), Copa, Moretum , Napoli : Libreria scientifica editrice, 1964 , Collana di studi latini
Fa parte di: Appendix Vergiliana / testo, traduzione e note critiche a cura di Armando Salvatore
Ettore e Turno : libro 23. dell'Iliade, libro 12. dell'Eneide / Omero, Virgilio ; nel commento di Vito Sirago ,
Torino [etc.] : Ist. editoriale del Mezzogiorno, 1964
Eneide, libro 11. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei
verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche , Milano : Classici Saturnia, [1964?] ,
Classici latini Selecta
Eneide, libro 12. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei
verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche , Milano : Classici Saturnia, [1964?] ,
Classici latini Selecta
Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; a cura di Onorato castellino e Vincenzo Peloso
Edizione: 7. ed. minore , Torino : Societa editrice internazionale, stampa 1964
Castellino, Onorato <n. 1880>
Eneida 2. / Virgilio ; introduccion, texto y notas por Victor Jose Herrero
Edizione: 2. edicion revisada , Madrid : Editorial Gredos, [1964] , Clasicos Gredos
Aeneidos : Liber secundus / with a commentary by Roland Gregory Austin , Oxford : Clarendon, 1964
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Aeneidos : Liber quartus / with a commentary by Roland Gregory Austin , Oxford : Clarendon, 1964
P. Vergili Maronis Aeneidos liber secundus / with a commentary by R. G. Austin , Oxford : at the Clarendon
Press, 1964
[2]: Books 7.-12. / [Virgil] ; edited with introduction and notes by T. E. Page , London : MacMillan & Co Ltd,
1964
Fa parte di: The Aeneid / of Vergil
Le Bucoliche : con introduzione e note di Augusto Mancini , Firenze : R. Sandron, 1964 , Classici latini
Virgil: Georgics 1. & 4. / edited by h. H. Huxley , Norwich : Methuen & Co Ltd, c1963 , Methuen classical
texts
Arbusta iuvant : le Bucoliche e scelta delle Georgiche di Virgilio
Edizione: 3. ed. riv. , Torino : G. B. Petrini, 1963
A cura di P. V. Cova, il nome del quale figura in testa al front. .
Le Bucoliche (Le Egloghe) / testo latino, costruzione, versione italiana interlineare, argomenti, note e verbi,
scansione metrica e censure a cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Ediz. Sormani, [1963?] , Avia pervia
Varii Troum casus : antologia dei libri 1.-4. dell'Eneide / a cura di Giuseppe Colombo , Napoli : Casa editrice
Federico e Ardia, [1963]
Descrizione fisica: 148 p. ; 20 cm
Eneide : libro 8. / testo con introduzione metrica, scansione e cesure a cura del prof. Vito Costa ; costruzione
diretta, traduzione interlineare a cura del prof. Virgilio Lavore ; argomento a cura del prof. Corrado Ciranna ,
Roma : M. Ciranna, 1963 , I cirannini. N. S
Le bucoliche / Virgilio ; testo e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : N. Zanichelli, stampa
1963 , Poeti di Roma
Note Generali: Testo orig. a fronte.
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; a cura di Onorato Castellino e Vincenzo Peloso
Edizione: 6. ed , Torino : Societa Editrice Internazionale, 1963
Le Egloghe virgiliane tradotte / Gaetano Morano , Genova : G. Morano, 1963
Note Generali: In appendice: Pastorale, elenco delle precedenti pubblicazioni, ed alcuni brani di queste.
Eneide / tradotta da Annibal Caro ; con introduzione e commento a cura di N. Eugenio Adamo
Edizione: 3. ed. , Milano [etc.] : Dante Alighieri, 1963
Eneide, libro nono / a cura di Ervino Zorzi
Edizione: 3. ed. , Brescia : La scuola, 1963
Ragusa, Ernesto , Virgilio: lezzende antique de o Laxio : traduttore dell'Eneide in un linguaggio polimero
come nuovo esperanto delle regioni d'Italia / sperimentato da Ernesto Ragusa , Genova : Tip. editoriale
tecnica, 1963
Note Generali: Traduzione del canto 8. dell'Eneide .
L' Eneide, libro 8. : testo, costruzione, versione letterale e argomenti
Edizione: 10. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1963 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Aetna , Aetna / [Vergil] ; herausg. und ubersetzt von Will Richter , Berlin : de Gruyter, 1963 , Texte und
Kommentare
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: 5. ed , Paris : Les belles lettres, 1963 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte
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Georgiques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: 3. ed , Paris : Les belles lettres, 1963 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Eneide / Virgilio ; versione poetica, introduzione e commento di Adriano Bacchielli
Edizione: 4. ed , Torino : Paravia, c1963
Eneide / versione poetica, introduzione e commento di Adriano Bacchielli , Torino : Paravia, c1963
L' Eneide / tradotta da Annibal Caro ; commento di V. Turri
Edizione: Nuova edizione interamente riveduta e corretta a cura di Nicola Bruscoli , Firenze : G. C. Sansoni,
1963
Antologia dell'Eneide / Virgilio
Edizione: Torino etc. SEI 1963 , Torino [etc.] : SEI, 1963
Note Generali: A cura di A. Serafini, il nome del quale figura in testa al front. .
Le Bucoliche / Publius Vergilius Maro ; a cura di Ugo Carlotti e Luigi Silori , Bologna : N. Zanichelli, 1963
... Et mentem mortalia tangunt : dalle Bucoliche, dalle Georgiche e dall'Eneide di Virgilio , Torino : Loescher
ed., 1963 , Crestomazia latina
A cura di U. Boella, il nome del quale figura prima del tit. .
The Aeneid / of Henry Howard, Earl of Surrey ; Ed., with an introd. and notes, by Florence H. Ridley ,
Berkeley ; Los Angeles, 1963
Note Generali: Aeneis, lib. 2., lib. 4.; Trad. inglese .
Fa parte di: English studies .
P. Vergili Maronis Aeneidos liber quartus / edited with a commentary by R.G. Austin
Edizione: Repr., with corrections , Oxford : Clarendon, 1963
Le bucoliche / traduzione [dal latino] di Tarcisio Poma , Lugano : Collana di Lugano, 1963 , Quaderni della
collana di Lugano
Eneide : libro nono / introduzione e commento di Pietro Gobbi , Milano : Signorelli, 1963 , Scrittori latini
Note Generali: Ristampa.
Le Bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
stampa 1963 , Poeti di Roma
Note Generali: Segue: Appendice.
Testo orig. a fronte
Albini, Giuseppe <1863-1933>
9: Libro nono / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa1963
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
10: Libro decimo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbad ini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa1963
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
Il lavoro dei campi e le stelle del cielo : il primo libro delle Georgiche / tradotto da Pietro Fuschini , [S.l. : s.n.,
1963?]
Note Generali: Nozze Borghi-Fuschini .
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
251
L' Eneide : libro 10. : testo, costruzione, versione letterale, sommari e note
Edizione: 5. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1963 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide, libro 8. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione medica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corretta , Milano : Classica Saturnia editr., [1963?] , Classici latini Selecta
Eneide, libro 10. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei
verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corretta , Milano : Classica Saturnia editr., [1963?] , Classici latini Selecta
Appendix Vergiliana : Epigrammata et Priapea / testo e interpretazione di Armando Salvatore , Napoli : Libr.
scientifica editrice, 1963 , Collana di studi latini
Eneide, libro 2. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corr. , Milano : Classici Saturnia editr., 1963 , Classici latini Selecta
Eneide, libro 3. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corr. , Milano : Classici Saturnia editr., 1963 , Classici latini Selecta
Eneide, libro 7. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corr. , Milano : Classici Saturnia editr., 1963 , Classici latini Selecta
Rusticae epicaeque voces : antologia virgiliana : (Bucoliche, Georgiche, Eneide) : per i licei classico e
scientifico e per l'istituto magistrale
Edizione: 2. ed. , Napoli : Casa editrice Federico e Ardia, [1963?]
Note Generali: A cura di G. Colombo, il nome del quale figura in testa al front. .
Aeneidos : liber tertius / a cura di Giuseppe Sozzi
Edizione: Nuova ristampa , Milano ; Messina, 1963 , Classici latini e greci
Eneide : libro 9. / introduzione, sommario e commento a cura di Aldo Marsili
Edizione: Nuova ristampa , Milano ; Messina, 1963 , Classici latini e greci
Eneide : libro 10. / con introduzione e commento di Giuseppe Norcio , Milano ; Messina, 1963 , Classici latini
e greci
Il libro 1. dell'Eneide / con introduzione e commento di Carlo Giorni
Edizione: Nuova ed. , Firenze : G. C. Sansoni, 1963
Il libro 3. dell'Eneide / con introduzione e commento di Carlo Giorni
Edizione: Nuova ed. , Firenze : G.C. Sansoni, 1963
Eneide, libro 6. / Virgilio ; col commento di Carlo Giorni ; riveduto da Nicola Terzaghi , Firenze : Sansoni,
1963 , Sansoniana classica
Eneide, libro 8. / introduzione e note di Gioacchino Grasso , Bergamo [etc.] : Minerva italica editr., 1963
Le Georgiche : libro 2. / Virgilio ; col commento di Francesco Della Corte , Firenze : G.C. Sansoni, 1963 ,
Sansoniana classica
La poesia nell'Eneide di Virgilio : antologia per i ginnasi superiori e licei , Milano : Casa editrice Ceschina,
1963
Note Generali: A cura di R. Perna, il nome del quale figura in testa al front. .
Perna, Raffaele <1892-1983>
Epici flores : antologia virgiliana dell'Enedie... / a cura di B. Riposati, L. Dal Santo
Edizione: 2. ed. riv. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1963- .
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
252
Comprende: Pt. 1: Le peregrinazioni di Enea : canti 1.-4.
Dalle Georgiche di Virgilio / [a cura di Mario Ramous] ; con dodici litografie di Virgilio Guidi , Rocca San
Casciano : Cappelli, stampa 1963
Note Generali: Ed. di 15 esempl. f. c. num. I-XV piu 120 num. 1-120 di cui i primi 20 contengono 1 disegno
originale di Virgilio Guidi.
In custodia
Trad. italiana a fronte
Eneide : libro 2. / a cura di Andrea Di Benedetto
Edizione: 2. ed. riv. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1963 , Traditio. Serie latina
L' Eneide / nella traduzione di Annibal Caro ; luoghi scelti, coordinati e annotati da Arturo Carbonetto
Edizione: 6. ed. , Firenze : La nuova Italia, 1963
Le Bucoliche : testo latino con scansione metrica, costruzione e traduzione letterale, paradigmi dei verbi,
note grammaticali e storiche , Milano : E. Bignami, 1963 , Biblioteca scolastica Bignami
Note Generali: A cura di L. Fasca, il nome del quale figura in testa al front
Eneide, libro 3. / introduzione e commento di Arnaldo Stirati , Roma : E. Gremese, [1963] , Flamma perennis
Dulcia mella premes : antologia delle Georgiche : luoghi scelti collegati coi riassunti delle parti omesse /
introduzione e commento di Giuseppe Marra , Napoli : Casa editrice Federico e Ardia, [1963?]
Eneide : libro primo / testo con introduzione metrica, scansione e cesure a cura del prof. Vito Costa ;
costruzione diretta, note versione letterale e interlineare a cura del prof. Angelo Lucchesi ; argomento a cura
del prof. Corrado Ciranna , Roma : M. Ciranna, 1963 , I cirannini. N. S
Le Georgiche / testo latino, costruzione, versione interlineare, argomento, note e verbi, scansione metrica e
cesura a cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Ediz. Sormani, [1963?] , Avia pervia
The poems of Virgil / translated by James Rhoades , London : Oxford University press, 1962 , The world's
classics
Virgilio : antologia da tutte le opere , Torino [etc.] : SEI, 1962
Note Generali: A cura di A. Serafini, il nome del quale figura in testa al front. .
Arma virumque : antologia dall'Eneide di Virgilio , Torino : G. B. Petrini, 1962
Note Generali: A cura di A. Ragazzoni, il nome del quale figura in testa al front. .
P. Vergili Maronis Catalepton : accedunt Vitae Vergilianae selectae et scholia nonnulla ad vitam Vergili
pertinentia / testo e versione a cura dell'Istituto di lingua e letteratura latina dell'Universita di Roma , Napoli :
Casa editrice Armanni, 1962
Eneide : libro secondo / a cura di Maria Clotilde Picotti
Edizione: 2. ed. , Brescia : Editr. La scuola, 1962
Note Generali: In testa al front.: P. Virgilio Marone .
Eneide : libro sesto / a cura di Enrico Turolla , Brescia : Editr. La scuola, 1962
Note Generali: In testa al front.: P. Virgilio Marone .
Storia e preistoria di Roma : libro 8. dell'Eneide , Napoli : Ist. editoriale del Mezzogiorno, [1962?]
Note Generali: A cura di L. Modena, il nome del quale figura in testa al front. .
Eneide / Virgilio ; traduzione di Annibal Caro , [Firenze] : Salani, c1962, stampa 1976 , I grandi classici
Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; con introduzione, commento, note e dizionario di
mitologia e letteratura a cura di Athos Sivieri , Firenze : D'Anna, stampa 1962
Bucoliche e Georgiche / Virgilio ; a cura di Giuseppe Ammendola
Edizione: Ed. riv. / da Manfredo Liberanome, rist , Messina [etc.] : G. D'Anna, 1962 , Classici latini e greci
commentati per lescuole
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253
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : N. Zanichelli,
stampa 1962 , Poeti di Roma
Albini, Giuseppe <1863-1933>
L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Giuseppe Albini con introduzione e commento a cura di
Lorenzo Bianchi e Paolo Nediani
Edizione: Nuova edizione con appendice , Bologna : Zanichelli, 1962
Aeneid 6. / virgil ; edited with introduction and commentary by Frank Fletcher , OXford : at the Clarendon
press, stampa 1962
Eneida : 1.-4., 6. spev / Izbral in prevedel Fran Bradac , Ljubljana : Mladinska knjiga, 1962 , Knjiznica Kondor
izbrana dela iz domace insvetovne knjizevnosti
Lingua di pubblicazione: slv
Eneide, libro 5. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corretta , Milano : Classica Saturnia editr., [1962?] , Classici latini Selecta
Eneide, libro 9. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corr. , Milano : Classica Saturnia editr., [1962?] , Classici latini Selecta
Il libro 8. dell'Eneide / commentato da G. D'Amico Orsini
Edizione: 4. ed. , Firenze : F. Le Monnier, 1962 , Nuova biblioteca dei classici greci e latini
Eneide / Publio Virgilio Marone ; traduzione di Cesare Vivaldi , Parma : U. Guanda, 1962 , Fenice dei classici
Testo a fronte.
The Aeneid / Virgil ; translated from the latin by C. Day Lewis , London : The new English library Ltd., 1962 ,
Four square classics
L' Eneide : per i Ginnasi, gli Istituti Magistrali e i Licei Scientifici / tradotta da Annibal Caro ; con commento di
Giovanni Notte , Torino : Marietti, [1962]
L' Eneide / P. Virgilio Marone ; edizione critica e traduzione di Rosa Calzecchi Onesti , Milano : IEI, 1962 ,
Classici greci e latini
L' Eneide : per i ginnasi, gli istituti magistrali e i licei scientifici / tradotta da Annibal Caro / con commento di
Giovanni Notte... , Torino : Marietti ed., 1962
Eneide, libro terzo / costruzione diretta e traduzione interlineare a cura della prof.ssa Mirella Buttinoni ;
sintesi a cura del prof. Corrado Ciranna , Roma : M. Ciranna, 1962 , I cirannini
Eneide, libro sesto / introduzione e commento di Giovanni Calzavara
Edizione: 6. ed , Firenze : La nuova Italia, 1962 , Scrittori latini
Il libro 10. dell'Eneide / commentato da Raffaele Fimiani , Firenze : F. Le Monnier, 1962 , Nuova biblioteca
dei classici greci e latini.N. S
Le Georgiche. Libro 2. / Virgilio ; commento e note di Ettore Stampini , Torino : Loescher, 1962 , Collezione
di classici greci e latini
Aeneidos libri 12. / recensuit Remigius Sabbadini ; curavit L. Castiglioni
Edizione: Ed 4 , Torino : Paravia, 1962 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
Antologia virgiliana : Bucoliche e Georgiche / a cura di Alberto Albertini
Edizione: 4. ed. , Brescia : Editr. La scuola, 1962
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L' Eneide, libro 11. : testo, costruzione, versione letterale argomenti e note
Edizione: 3. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1962 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide : libro terzo / a cura di G. Gaetano Persico
Edizione: 2. ed. , Brescia : Editr. La scuola, 1962
Eneide : libro quinto / costruzione diretta e traduzione interlineare a cura della prof.ssa Mirella Buttinoni ;
sintesi a cura del prof. Corrado Ciranna , Roma : M. Ciranna, 1962 , I cirannini. N. S
L' Eneide, libro nono / testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 9. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1962 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Bucolica / P. Vergili Maronis ; con introduzione e note di Francesco Arnaldi
Edizione: Ristampa della 3. ed , Milano ; Messina, 1962 , Classici latini e greci
Caxtons Eneydos, 1490, englished from the French Livre des Eneydes, 1483 / edited by W. T. Culley and F.
J. Furnivall, with a sketch of the old French Roman d'Eneas by Salverda de Grave , London <etc.> : Oxford
university press, 1962 , Early English Text Society. Extra series
Il canto orfico : (parafrasi del canto 6. dell'Eneide) / [a cura di Ernesto Ragusa] , Vicenza : TEV, 1962
Note Generali: Ed. di 50 esempl. fuori commercio destinate alla diffusione gratuita.
Appendix Vergiliana , Appendix Vergiliana / testo, introduzione e traduzione a cura di Remo Giomini
Edizione: 2. ed , Firenze : La Nuova Italia, <1962> , Biblioteca di studi superiori
Testo latino con trad. italiana
Eneida. Libro 2. / Virgilio ; edicion, estudio y comentario por Javier Echave-Sustaeta , Madrid : Instituto
Antonio de Nebrija, 1962 , Clasicos Emerita / Consejo superior deinvestigaciones cientificas,
PatronatoMenendez y Pelayo
Liber tertius / edited with a commentary by R. D. Williams , Oxford : at the Clarendon Press, 1962
Fa parte di: P. Vergili Maronis Aeneidos
L' Eneide / P. Virgilio Marone ; nella traduzione di Annibal Caro ; introduzione e commento di Enrico Turolla
Edizione: 4. ed , Brescia : La scuola, 1962
Eneide / traduzione di Vincenzo Guarrera... , Bari : Ediz. dell'Accademia Phoenix, 1962
L' Eneide, libro 2. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommari e note
Edizione: 21. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1962 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide, libro 4. / a cura di Giuseppe Zermini , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1962 , Traditio.
Serie latina
L' Eneide, libro 5. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 16. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1962 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide, libro 5. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 7. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1962 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide, libro 8. : testo, costruzione, versione letterale e argomenti
Edizione: 9. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1962 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide, libro 9. / a cura di Aldo Marastoni
Edizione: 2. ed. riv. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1962 , Traditio. Serie latina
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Epici flores : antologia virgiliana dell'Eneide / a cura di B. Riposati - L. Dal Santo , Milano [etc.] : Soc. editrice
Dante Alighieri, 1962 , Traditio. Serie latina
Comprende: Pt. 1: Le peregrinazioni di Enea : canti 1.-6.
Pt. 2: Enea alla conquista del Lazio : canti7.-12.
Eneide / Virgilio ; nella versione poetica e col commento di Guido Vitali , Milano ; Varese, stampa 1961
Elissa : il 4. libro dell'Eneide / Virgilio ; traduzione di Giuliana Palierii Annesi , Citta di Castello : edizioni
Nemo, 1961
I Carmi bucolici di Virgilio / commentati da Giuseppe Albini
Edizione: 3. ed , Bologna : Zanichelli, 1961
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Arbusta iuvant : le Bucoliche e scelta delle Georgiche di Virgilio / [a cura di] P. V. Cova
Edizione: 2. ed. riveduta , Torino : G. B. Petrini, 1961
Eneide : libro quarto / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore , Roma : Bonacci, 1961 , Convivium
Eneide, libro 1. : traduzione letterale, testo latino con scansione metrica, paradigmi dei verbi, note
grammaticali e storiche , Milano : E. Bignami, 1961
Note Generali: A cura di V. Gabriele, il nome del quale figura in testa al front
Toffanin, Giuseppe <1891-1980> , Dal mio taccuino dantesco : Virgilio e Stazio / Giuseppe Toffanin , Firenze
: L.S. Olschki, 1961
Note Generali: Estr. da: Atti del Congresso di Studi danteschi, 1., Caserta, 1961.
Nomi: Toffanin, Giuseppe <1891-1980>
Arbusta iuvant : le Bucoliche e scelta delle Georgiche di Virgilio , Torino : G. B. Petrini, [1961?]
Note Generali: A cura di P. V. Cova, il nome del quale figura in testa al front. .
Eneide, libro nono : testo latino, costruzione, versione interlineare, argomento e note / a cura del prof. Pl.
Valenza , Roma : Ediz. Sormani, 1961 , Avia pervia
L' Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; introduzione, commento, esami sintetici dei singoli libri,
letture critiche a cura di Giuseppe Raniolo
Edizione: Nuova ed , Firenze : Giunti Bemporad Marzocco, stampa 1961
Aeneidos liber 7. / a cura di Giovanni Garuti , Firenze : Ediz. scolastiche Sansoni, 1961 , Biblioteca classica.
Serie latina
Le Bucoliche e le Georgiche / scelta, commento e introduzione a cura di Benedetto Brugioni ; con prefazione
di Adelmo Barigazzi...
Edizione: 3. ed. , Firenze : F. Le Monnier, 1961
Le Bucoliche : con commento di Carlo Landi ; le Georgiche, scelte e commento di Enrico Longi
Edizione: 11. ed. , Firenze : F. Le Monnier, 1961
L' Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; a cura di Dante Nardo e Sergio Romagnoli , Torino :
G. B. Petrini, 1961
Les Bucoliques / Virgile ; edition, introduction et commentaire de Jacques Perret , Paris : Presses
Universitaires de France, 1961 , Erasme
Le bucoliche / Virgilio ; a cura di Giovanni Caramia
Edizione: 3. ed , Palermo : Palumbo, 1961
Il libro dell'Averno : Virgilio: Eneide 6. / nel commento di Vito Sirago
Edizione: 2. ed. , Napoli : Ist. editoriale del Mezzogiorno, 1961
Arbusta iuvant : le Bucoliche e scelta delle Georgiche di Virgilio
Edizione: 2. ed. riveduta , Torino : G. B. Petrini, 1961
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Note Generali: A cura di P. V. Cova, il nome del quale figura in testa al front. .
L' Eneide : libro 1. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommari e note
Edizione: 16. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1961 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide : libro sesto / testo latino, costruzione, versione italiana interlineare note a cura del prof. Pietro
Sonetti ; scansione metrica e cesure a cura della prof. Ada Calzavara D'Arpino , Roma : Ediz. Sormani, 1961
, Avia pervia
Eneide : libro 10. / introduzione e commento di R. Faranda e E. Lombardo Fiorentino , Roma : A. Signorelli,
1961 , I classici latini
Note Generali: In testa al front.: Virgilio .
Le Georgiche : testo, costruzione, versione letterale, sommari e note / P. Virgilio Marone
Edizione: 15. ed , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1961 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Le Bucoliche : testo, costruzione, versione letterale e brevi note
Edizione: 19. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1961 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Le corna d'oro : passi scelti da Le Georgiche e Le Bucoliche / a cura di Peppino D'Amico , Milano : Casa
editrice Setti e F., 1961
Note Generali: Tit. orig.: Georgica ; Bucolica
Trad. in versi
Eneide, libro undicesimo / introduzione e commento di Gioacchino Grasso , Messina ; Firenze, 1961 ,
Classici latini e greci commentati per lescuole
Le Georgiche : libro primo / commentate da Giuseppe Ugolini
Edizione: 2. ed. corr. , Firenze : F. Le Monnier, 1961 , Nuova biblioteca dei classici greci e latini.N. S
Pascua, rura : scelta dalle Bucoliche e dalle Georgiche / a cura di Alessandro Curione , Firenze : Vallecchi
ed., 1961 , Biblioteca di classici greci e latini
Antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide , Napoli : Ist. editoriale del Mezzogiorno, 1961
Note Generali: A cura di F. Arnaldi, il nome del quale figura in testa al front. .
Eneide, libro 6. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurativa, paradigmi dei
verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corretta , Milano : Classica Saturnia editr., [1961?] , Classici latini Selecta
Eneide : libro 2. / Virgilio ; introduzione e commento di V. Ussani Jr , Roma : Bonacci, stampa 1961 ,
Collezione classica Bonacci / diretta da C.Diano
Dafnica : antologia virgiliana: Bucoliche e Georgiche , Napoli : L. Loffredo, 1961
Note Generali: A cura di C. Del Grande, il nome del quale figura in testa al front. .
Del Grande, Carlo <1899-1970>
Eneide / scelta e commento di Giovanni Tramice
Edizione: 2. ed. , Napoli : Ist. editoriale del Mezzogiorno, [1961?]
Eneide, libro 1. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corretta , Milano : Clasica Saturnia editr., [1961?] , Classici latini Selecta
Eneide, libro 2. / traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corretta , Milano : Classica Saturnia editr., [1961?] , Classici latini Selecta
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257
Eneide, libro secondo / testo latino, costruzione diretta, versione italiana interlineare a cura del prof. P.
Sonetti ; scansione metrica, cesure e note a cura del prof. A. Portolano , Roma : Ediz. Sormani, 1961 , Avia
pervia
Eneide, libro 4. : traduzione letterale, testo a fronte, scansione metrica integrale figurata, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche
Edizione: 2. ed. riv. e corretta , Milano : Classica Saturnia editr., [1961?] , Classici latini Selecta
Fortia virorum facta : antologia dei libri 7.-12. dell'Eneide / a cura di Giuseppe Colombo , Napoli : Casa
editrice Federico e Ardia, [1961]
L' Eneide nella traduzione di Annibal Caro / a cura di Dante Nardo e Sergio Romagnoli . Dizionario dei
personaggi e dei luoghi / [di E. Pagliero] , Torino : G. B. Petrini, 1961
The works of Virgil / translated by John Dryden ; with an introduction by James Kingsley , London : Oxford
University Press, 1961
Nomi: Vergilius Maro, Publius
Dryden, John
Eneide : libro undicesimo / a cura di Ermenegildo Fumagalli , Brescia : Editr. La scuola, 1961
1: Livres 1.-6. / Virgile ; texte etabli par Henri Goelzer et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 10. ed. revue et corrigee , Paris : Les Belles lettres, 1948
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgile
Georgiche : libro 1. : scansione metrica sull'intero testo originale ... / Virgilio , Milano : Classica Saturnia,
c1961 , Classici latini Selecta
Oeuvres de Virgile : texte latin publiees avec une itroduction biographique et litteraire, des notes critiques et
explicatives, des gravures, des cartes et un index / par F. Plessis et P. Lejay , Paris : Hachette, [stampa
1961]
Descrizione fisica: CXXXVII, 902 p., [1] c. di tav. : ill. ; 16 cm.
Antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide , Roma : Ediz. Cremonese, 1961
Descrizione fisica: VIII, 270 p. ; 23 cm
Note Generali: A cura di L. Maselli e L. Tentoni, i nomi dei quali figurano in testa al front .
L' Eneide, libro 3. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 9. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1961
Descrizione fisica: 93 p. ; 19 cm , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e
note
Eneide, libro 8. / a cura di Vittorino Gazza , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1961
Descrizione fisica: 161 p. ; 20 cm , Traditio. Serie latina
L' Eneide, libro 10. : testo, costruzione, versione letterale, sommari e note
Edizione: 4. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1961
Descrizione fisica: 101 p. ; 19 cm , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e
note
Eneide, libro 4. / introduzione e note di Nicola Terzaghi , Firenze : R. Sandron, 1961
Descrizione fisica: 136 p. ; 20 cm , Classici latini
1: Eclogues ; Georgics ; Aeneid 1.-6. / Virgil ; with an english translation by H. Rushton Fairclough , London :
William Heinemann, Massachusetts
Note Generali: Testo orig. a fronte
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
2: Aeneid 7.-12. ; The minor poems / Virgil ; with an english translation by H. Rushton Fairclough , London :
William Heinemann, Massachusetts , The Loeb classical library
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Note Generali: Testo orig. a fronte
Fa parte di: Virgil / with an English translation by H. Rushton Fairclough
Eneide : libro 1. / Virgilio ; commento a cura di Enzo V. Marmorale
Edizione: 4. rist , Firenze : La nuova Italia, 1960 , I classici della Nuova Italia
Eneide / Publius Maro Vergilius ; nella traduzione di Annibal Caro ; con introduzione, commento, note e
dizionario di mitologia e letteratura a cura di Athos Sivieri , Messina : D'Anna, 1960
Antologia virgiliana : Bucoliche e Georgiche / a cura di B. Riposati, R. Calderini , Milano [etc.] : Soc. editrice
Dante Alighieri, 1960 , Traditio. Serie latina
Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; con introduzione, commento, note e dizionario di
mitologia e letteratura a cura di Athos Sivieri , Messina ; Firenze, 1960
Eneide, libro terzo / testo latino, costruzione, versione italiana interlineare e note a cura del prof. G.
Franceschi , Roma : Ediz. Sormani, 1960 , Avia pervia
Le Georgiche, libro 1. / lettura di Giuseppe Augello , Palermo : G. B. Palumbo, 1960
Le Georgiche : libro 4. / commento e note di Francesco Della Corte , Torino : Ed. Loescher, 1960 ,
Collezione di classici greci e latini
Eneide : libro 2. / a cura di Andrea Di Benedetto , Milano [etc.] : Soc. editr, Dante Alighieri, 1960 , Traditio.
Serie latina
Eneide / tradotta da Annibal Caro , Milano : Rizzoli ed., 1960
Descrizione fisica: 2 v. ; 16 cm , BUR
Note Generali: A cura di L. Magugliani
Eneide : opera ridotta / tradotta da Annibal Caro ; con introduzione e commento a cura di N. Eugenio Adamo
, Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1960
Descrizione fisica: XV, 417 p. : 23 tav. ; 22 cm
L' Eneide : libro 2. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommmari e note
Edizione: 20. ed. , Milano [etc.] : Soc. editr. Dante Alighieri, 1960 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide : libro 6. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti , Milano [etc.] : Soc.
editr. Dante Alighieri, 1960 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide : libro nono : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 8. ed. , Milano [etc.] : Soc. editr. Dante Alighieri, 1960 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide / P. Virgilio Marone ; larga scelta nella traduzione di A. Caro con introduzione e commento di Carlo
Del Grande
Edizione: 2. ed. riv. ed accresciuta , In Napoli : Luigi Loffredo, stampa 1960
Del Grande, Carlo <1899-1970>
Il libro 8. dell'Eneide / Virgilio ; introduzione e commento di Nicola Sensale , Napoli : L. Loffredo, stampa
1960
1 / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Annibal Caro , Milano : Rizzoli, 1960 , Biblioteca universale Rizzoli
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Annibal Caro
Eneide / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Annibal Caro , Milano : Rizzoli, 1960
Vergilius Maro, Publius , 2 / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Annibal Caro , Milano : Rizzoli, 1960 ,
Biblioteca universale Rizzoli
Fa parte di: Eneide / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Annibal Caro
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259
Appendix Vergiliana : sive carmina minora Vergilio adtribuita / recognovit et adnotatione critica instruxit R.
Ellis , Oxonii : e typographeo Clarendoniano, 1960 , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Note Generali: L'opera e attribuita a P. Virgilio Marone.
Testo lat
Ellis, Robinson <1834-1913>
Eneide : libro quarto : testo latino / costruzione, versione italiana interlineare a cura del prof. Pio Bortoluzzi ;
scansione metrica e cesure a cura della prof. A. Calzavera D'Arpino , Roma : Ediz. Sormani, 1960 , Avia
pervia
Doctae dulcesque Camenae : antologia delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide ad uso delle scuole
medie superiori
Edizione: 2. ed. , Napoli : A. Morano, 1960
Note Generali: A cura di M. Mocci, il nome del quale figura in testa al front. .
Pecudes et agri : florilegio delle Bucoliche e Georgiche / a cura di Giuseppe Colombo , Napoli : Casa editrice
Federico e Ardia, [1960?]
Rusticae epicaeque voces : antologia virgiliana (Bucoliche, Georgiche, Eneide) : per il liceo classico e
scientifico e per l'istituto magistrale , Napoli : Casa editrice Federico e Ardia, [1960?]
Note Generali: A cura di G. Colombo, il nome del quale figura in testa al front. .
Le pages immortelles de Virgile / choises et expliquees par Jean Giono , Paris : Buchet, [1960] , Les pages
immortelles
Appendix vergiliana 2.: Dirae-Copa-Moretum-Catalepton / Publio Vergilius Maro ; recensuit Armandus
Salvatore , Torino : Paravia, 1960 , Corpus scriptorum Latinorum Paravianum
L' Eneide / Publius Vergilius Maro ; in versi italiani di Francesco Vivona ; con note di Cesarini e Fermi
Edizione: 7. ed , Roma : Ausonia, stampa 1960
Vivona, Francesco <1866-1936>
Eneide, libro secondo / a cura di Giulio Puccioni
Edizione: 2. ed. riv. , Messina ; Firenze, 1960 , Classici latini e greci commentati per lescuole
Les pages immortelles de Vergile / choisies et expliquees par Jean Giono , Paris : Buchet Chastel, 1960 ,
Les pages immortelles
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: 4. ed , Paris : Les belles lettres, 1960 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Georgiques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: 2. ed , Paris : Les belles lettres, 1960 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte.
(2): Livres 7.-12. / Virgile ; texte etabli par Rene Durand et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 7. ed , Paris : Les belles lettres, 1960
Fa parte di: Eneide / Virgile
Eneide : libro nono / Virgilio ; introduzione e commento di Pietro Gobbi , Milano : Signorelli, 1960 , Scrittori
latini
Note Generali: Ristampa.
P. Vergilii Maronis Opera / recensuit, commentariolo et indice instruxit Sixtus Colombo , Ristampa
Descrizione fisica: Torino : Societa Editrice Internazionale, 1960.- 578 p. ; 15 cm
Bucolica, Georgica. Recensuerunt L. Castiglioni, Remigius Sabbadini
Edizione: 2. ed. , Aug. Taurinorum [etc.] : In aedibus Io. Bapt. Paraviae et sociorum, 1960 , Corpus
scriptorum Latinorum Paravianum
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
260
Eneide : libro 10. / con introduzione e commento di Giuseppe Norcio , Milano ; Messina, 1960 , Classici latini
e greci
Eneide ; Annotata a cura di L. Bianchi e V. Mistruzzi , Bologna : Zanichelli, 1960
Note Generali: Trad. A. Caro
Eneide ; Note e indici di Ludovico Magugliani , Milano : Rizzoli, 1960 , Biblioteca universale Rizzoli
Note Generali: Trad. A. Caro
Libro 1. / P. Virgilio Marone ; testo latino con traduzione interlineare e versione libera a cura di G. Dall'Acqua
, Bologna : Poseidonia, stampa 1960
Fa parte di: Eneide / P. Virgilio Marone ; testo latino con traduzione interlineare e versione libera a cura di G.
Dall'Acqua
Libro 3. / P. Virgilio Marone ; testo latino con traduzione interlineare e versione libera a cura di G. Dall'Acqua
, Bologna : Poseidonia, stampa 1960
Fa parte di: Eneide / P. Virgilio Marone ; testo latino con traduzione interlineare e versione libera a cura di G.
Dall'Acqua
Libro sesto / Publio Virgilio Marone
Edizione: 3. ed , Torino : Societa editrice internazionale, stampa 1960 , Scrittori latini commentati per le
scuole
Fa parte di: L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; a cura di Giovanni Masera
Varii Troum casus : antologia dei libri 1.-6. dell'Eneide / a cura di Giuseppe Colombo , Napoli : Casa editrice
Federico e Ardia, [1960?]
Vicende d'eroi : antologia omerico-virgiliana / a cura di Carlo Del Grande
Edizione: 4. ed. riv. , Napoli : L. Loffredo, 1960
Del Grande, Carlo <1899-1970>
Le bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
stampa 1960 , Poeti di Roma
Note Generali: testo lat. a fronte.
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Le Bucoliche / Virgilio ; a cura di Francesco Della Corte , [9. ed.], stampa 1960 , Collana di testi latini e greci
/ diretta daA. Rostagni
Della Corte, Francesco <1913-1991>
Eneide libro ottavo ; Testo introduzione e commento a cura del Prof. Gregorio Munno
Edizione: 2. ed , Roma : Ciranna, 1960
Note Generali: Dono Ricci
Antologia virgiliana
Edizione: 3. ed. , Palermo : Palumbo, 1960
Note Generali: A cura di A. Musmarra, il nome del quale figura in testa al front. .
P. Virgili Maronis Aeneidos liber nonus / commento di E. Marotta , Roma : O. Barjes, 1960 , Scrittori greci e
latini
Eneide : libro quarto / a cura di Michele Cataudella Battaglia , Roma : A. Signorelli, 1960 , I classici latini
Il dramma di Didone : libro 4. dell'Eneide : libro 4. vv. 434-476 / nel commento di Franco Mollia , Napoli : Ist.
editoriale del Mezzogiorno, 1960
Eneide : libro 2. / introduzione e commento di Vincenzo Bellomo , Roma : Ediz. Palladium, [1960?] , Flamma
perennis
Eneide : libro 4. / con note esegetiche ed estetiche di Arturo Carbonetto
Edizione: 6. ed , Firenze : La nuova Italia, 1960 , Scrittori latini
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L' Eneide : libro quarto : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 15. ed , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1960 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Finito di stampare nel 1959 .
Eneide : libro dodicesimo / a cura du Alessandro Tortoreto
Edizione: 2. ed , Brescia : Editr. La scuola, 1960
Note Generali: In testa al front.: P. Virgilio Marone .
L' Eneide / tradotta da Giuseppe Albini ; con introduzione e commento a cura di Lorenzo Bianchi e Paolo
Nediani
Edizione: Nuova edizione con appendice , Bologna : N. Zanichelli, 1960
Bianchi, Lorenzo <1889-1960>
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Le Georgiche : libro 2. : testo latino con traduzione interlineare e versione libera / a cura di G. Dell'Acqua ,
Bologna : Ediz. Poseidonia, 1960 , Il tesoretto
Le Georgiche : libro terzo : testo latino con traduzione interlineare e versione libera / a cura di G. Dall'Acqua ,
Bologna : Ediz. Poseidonia, 1960 , Il tesoretto
Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; introduzione e commento di G. Rodolfo Ceriello , Milano :
Garzanti, 1960
Libro 4 / Virgilio , Torino : Loescher, stampa 1960
Fa parte di: Le georgiche / Virgilio ; commento e note di Francesco Della Corte
L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Giuseppe Albini con introduzione e commento a cura di
Lorenzo Bianchi e Paolo Nediani
Edizione: Nuova ed. con appendice , Bologna : Zanichelli, stampa 1960
Antologia virgiliana: Bucoliche, Georgiche, Eneide , Napoli : Ist. editoriale del Mezzogiorno, 1960
Note Generali: A cura di F. Arnaldi, il nome del quale figura in testa al front .
Eneide, libro ottavo / testo, introduzione e commento a cura del prof. Gregorio Munno
Edizione: 2. ed. riv. e migliorata , Roma : M. Ciranna, 1960
Eneide : libro decimo / a cura di Rigo Milanti , Brescia : Editr. La scuola, 1960
P. Vergili Maronis Opera / recognovit ... Fredericus Arturus Hirtzel , Oxonii : Typ. Clarendoniano, 1959
Descrizione fisica: 1 v.
Eneide. Libro II ; Testo, introduzione e commento critico-filologico-esegetico di S. Sciuto , Torino : S.E.I.,
1959 , Scrittori latini commentati per le scuole
Aeneidos liber sextus / con introd. e commento di G. Campagna
Edizione: Nuova ed , Milano : Principato, 1959
Opera / Recognovit brevique adnotatione critica instruxit Fredericus Arturus Hirtzel , Oxonii : E typ.
Clarendoniano, 1959 , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
P. Vergilii Maronis Aeneidos liber 8. / a cura di Nilo Casini , Firenze : G. C. Sansoni, 1959 , Edizioni
scolastiche Sansoni. Bibliotecaclassica. Sezione latina
Eneide / nella traduzione di Annibal Caro ; introduzione e commento di Antonio Russo , Salerno : Ediz.
Hermes, 1959
[1]: Livres 1.-6. / Virgile ; texte etabli par Henri Goelzer et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 9. ed , Paris : Les belles lettres, 1959
Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgile
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1: Einleitung ; Bucolica / P. Vergilius Maro , Freiburg ; Munchen, 1959
Fa parte di: Die grosseren Gedichte / P. Vergilius Maro ; herausgegeben und erklart von Herbert Holtorf
Eneide, libro quarto / a cura di Enrico Turolla , Brescia : Editr. La scuola, 1959
Note Generali: In testa al front.: P. Virgilio Marone .
Eneide, libro sesto / a cura di Pier Vincenzo Cova , Brescia : Editr. La scuola, 1959
Eneide, libro 11. / a cura di Luigi Maurano , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1959 , Traditio. Serie
latina
L' Eneide : libro 7. / testo , costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 4. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1959 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Le Georgiche / testi e appunti raccolti nell'anno accademico 1958-59 dalle lezioni del prof. Ignazio
Cazzaniga , Milano : La goliardica, 1959
Note Generali: In testa al front.: Universita commerciale Luigi Bocconi, Milano, Sezione di lingue e letterature
straniere
Litografato.
Eneide : libro 2. / traduzione letterale e versione libera a cura di Pierangelo Angelotti , Bologna : Ediz.
Capitol, 1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Le Bucoliche : testo costruzione, versione letterale e brevi note
Edizione: 18. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1959 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Bucoliche / traduzione letterale e versione libera a cura di Maria Concetta Martinez , Bologna : Ediz. Capitol,
1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Eneide / tradotta da Annibal Caro ; con introduzione e commento a cura di N. Eugenio Adamo , Milano [etc.]
: Soc. editrice Dante Alighieri, 1959
Eneide : libro 1. / Virgilio ; traduzione letterale e versione libera a cura di Pierangelo Angelotti , Bologna :
Capitol, 1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Eneide : libro 6. / traduzione letterale e versione libera a cura di Pierangelo Angelotti , Bologna : Ediz.
Capitol, 1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Eneide : libro 9. / traduzione letterale e versione libera a cura di Pierangelo Angelotti , Bologna : Ediz.
Capitol, 1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Eneide : libro 12. / traduzione letterale e versione libera a cura di Pierangelo Angelotti , Bologna : Ediz.
Capitol, 1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Georgiche : libro 1. / traduzione letterale e versione libera a cura di Guido Sarnico-Lanza , Bologna : Capitol,
1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Georgiche : libro 2. / traduzione letterale e versione libera a cura di Guido Sarnico-Lanza , Bologna : Ediz.
Capitol, 1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Le Georgiche : libri 1.-2. / a cura di Ettore Paratore , Milano : Ediz. scolastiche Mondadori, 1959 , Collana di
testi latini e greci / diretta daA. Rostagni
P. Vergili Maronis Bucolica ; Georgica / recenserunt Remigius Sabbadini et Aloisius Castiglioni
Edizione: 2. ed , Aug. Taurinorum : in aedibus Io. Bapt. Paraviae et sociorum, 1959 , Corpus scriptorum
Latinorum Paravianum
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Eneide, libro terzo / Virgilio ; introduzione e commento di Pietro Corigliano
Edizione: 4. ed , Firenze : La nuova Italia, 1959 , Scrittori latini
Bucoliche / Virgilio ; introduzione e commento di Alessandro Annaratone , Milano : Signorelli, 1959 , Scrittori
latini
Note Generali: Rist.
Aeneis : florilegio dei XII libri / a cura di R. Allulli
Edizione: 8 ed , Milano : Mondadori, 1959
Note Generali: Testo lat.
Eneide / traduzione di Annibal Caro ; a cura di G. Venturelli e G. Giovannini , Firenze : LEF, 1959
Die Mucke / Vergil ; lateinisch und deutsch von Magdalena Schmidt , Berlin : Akademie Verlag, 1959
Le Bucoliche / con introduzione e note di Augusto Mancini , Firenze : R. Sandron, 1959 , Classici latini
Le Georgiche / dichiarate ad uso delle scuole da Augusto Mancini
Edizione: Nuova ed. riv. e corretta , Firenze : R. Sandron, 1959 , Classici latini
Sottotit. in cop.: Commentate ad uso delle scuole da Augusto Mancini .
Eneide, libro 4. / traduzione letterale e versione libera a cura di Francesco Cassone , Bologna : Ediz. Capitol,
1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Eneide, libro 8. / testo introduzione e commento a cura di Carlo De Maria
Edizione: 3. ed. , Roma : A. Signorelli, 1959 , I classici latini
Georgiche, libro 3. / traduzione letterale e versione libera a cura di Guido Sarnico-Lanza , Bologna : Ediz.
Capitol, 1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Georgiche, libro 4. / traduzione letterale e versione libera a cura di Guido Sarnico-Lanza , Bologna : Ediz.
Capitol, 1959 , Eureka : traduzione di classici latini e greci
Oeuvres de Virgile : texte latin, publiees avec une introduction biographique et litteraire, des notes critiques
et explicatives, des gravures, des cartes et un index / par F. Plessis et P. Lejay , Paris : Librairie Hachette,
stampa 1959
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1959 , Poeti di Roma
Il libro sesto dell'Eneide / Virgilio ; con introduzione e commento di Carlo Del Grande
Edizione: 4. ed. riv , Napoli : L. Loffredo, stampa 1959
Del Grande, Carlo <1899-1970>
P. Vergili Maronis Aeneidos liber sextus / con introduzione e commento di Gaspare Campagna
Edizione: Nuova ed , Milano ; Messina, stampa 1959 , Classici latini e greci
Bucolica ; Georgica / P. Vergili Maronis ; recensuerunt Remigius Sabbadini et Aloisius Castiglioni
Edizione: 2. ed , Aug. Taurinorum [etc.] : in aedibus Io. Bapt. Paraviae et sociorum, 1959 , Corpus
scriptorum Latinorum Paravianum
Le Georgiche, libro 1. : testo latino con traduzione interlineare, versione libera e note grammaticali / a cura di
G. Dall'Acqua , Bologna : Ediz. Poseidonia, 1959 , Il tesoretto
Egloghe e Georgiche : passi scelti / con commento di Angelo Nucciotti
Edizione: 6. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1959 , Raccolta di autori latini con note italiane
L' Eneide, libro 1. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommarii e note
Edizione: 15. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1959 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide, libro 8. : testo, costruzione, versione letterale e argomenti
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Edizione: 8. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1959 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Le Georgiche : testo, costruzione, versione letterale, sommarii e note
Edizione: 14. ed. , Milano [etc.] : Soc. editrice Dante Alighieri, 1959 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Le Bucoliche / Virgilio ; traduzione di Augusto Caraceni , Roma : De Luca, 1959
Note Generali: Con testo a fronte.
Eneide / Virgile ; texte etabli par Henri Goelzer ; et traduit par Andre Bellessort
Edizione: neuvieme edition , Paris : Les Belles Lettres, 1959 , Collection des universités de France
Antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide , Napoli : Ist. editoriale del Mezzogiorno, 1959
Note Generali: A cura di F. Arnaldi, il nome del quale figura in testa al front. .
Eneide : libro primo / testo, costruzione, traduzione interlineare, argomento, scansione metrica, cesure e
verbi a cura di Salvatore Di Meglio , 70 p. : Ediz. Sormani, 1959 , Avia pervia
Eneide : libro 2. / a cura di Pier Luigi Laita , Torino : Ed. Marietti, 1959 , Vestigia
Eneide : libro decimo / a cura di Mario Bonaria
Edizione: 2. ed. riveduta , Messina ; Firenze, 1959 , Classici latini e greci commentati per lescuole
Appendix Vergiliana : Dirae, Lydia, Moretum, Copa, Priapea, Catalepton : testo e commento , Messina : La
editrice universitaria, 1959
Note Generali: A cura di A. Salvatore, il nome del quale figura prima del tit
Alleg.: Errata corrige
In cop.: Corso di letteratura latina, anno accademico 1958-59
In testa al front.: Facolta di lettere e filosofia, Universita, Messina
Litografato .
Eneide / nella traduzione di Annibal Caro ; con riassunto di collegamento e note di Manara Valgimigli
Edizione: 8. ed. , Firenze : F. Le Monnnier, 1959
Eneide. Libro settimo / P. Virgilio Marone ; a cura di Alberto Albertini , Brescia : Editr. La scuola, 1959
Antologia virgiliana : Bucoliche e Georgiche / scelta e commento di Q. Santoloci e A. Manti
Edizione: 3. ed. riv. , Roma : A. Signorelli, [1959?]
Bucoliche e georgiche : antologia / a cura di Giuseppe Bruno , Matera : E. Montemurro, 1959
Eneide : libro 2. / col commento di Giovanni Pascoli ; a cura di Dante Nardo e Sergio Romagnoli ;
presentazione di Manara Valgimigli , Firenze : La nuova Italia, 1958 , I classici della Nuova Italia
Le Bucoliche : testo latino, versione libera, note, costruzione e versione letterale , Bologna : G. Malipiero,
1958 , Classici latini tradotti
L' Eneide
Edizione: 5. ed. , Milano : Soc. editrice Dante Alighieri, 1958 , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Bucoliques / Virgile ; traduction en vers, preface et notes de Marcel Pagnol , Paris : B. Grasset, [1958]
Titolo uniforme: Bucolica
I Catalepton ; e, le Dirae : dall'"Appendix vergiliana" / tradotti e commentati [da] Ettore Bolisani , Padova : G.
Randi, 1958
Bucoliche e Georgiche / Virgilio ; a cura di Giuseppe Amendola
Edizione: Ed. riv. / a cura di Manfredo Liberanome, rist , Messina [etc.] : G. D'Anna, 1958 , Classici latini e
greci commentati per lescuole
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Eneide : libro nono / Virgilio ; a cura di Oscar Bruno , Messina : G. D'Anna, stampa 1958 , Classici latini e
greci commentati per lescuole
Il libro 2. dell'Eneide / commentato da Giulio Augusto Levi
Edizione: 3. ed. , Firenze : F. Le Monnier, 1958 , Nuova biblioteca dei classici greci e latini.N. S
Epos / Vergilio ; [con il commento di] Giovanni Pascoli ; a cura di Dante Nardo e Sergio Romagnoli ; con una
presentazione di Manara Valgimigli , Firenze : La Nuova Italia, 1958
Antologia greca : passi scelti dall'Iliade, dall'Odissea e dall'Eneide / nelle traduzioni di V. Monti, di I.
Pindemonte e di A. Caro, commentati ad uso della scuola , Roma : A. Signorelli, 1958
Note Generali: A cura di N. Marsalone, il nome del quale figura in testa al front. .
Eneide
Edizione: 5. ed. , Firenze : La nuova Italia , Scrittori latini
Comprende: Libro 6 / introduzione e commento di GiovannaCalzavara
Le Georgiche , Roma : Ediz. Sormani
Comprende: L. 2: Testo, costruzione, traduzioneinterlineare, note, verbi, scansione metricae cesure ; a cura
di Salvatore Di Meglio
L. 4: testo, costruzione, traduzioneinterlineare, note, verbi, scansione metricae cesure / a cura di Salvatore
Di Meglio
Libro terzo: Testo, costruzione, traduzioneinterlineare, note, verbi, scansione metricae cesure / a cura di
Salvatore Di Meglio
Il 12. libro dell'Eneide / P. Virgilio Marone ; annotato e commentato da Vincenzo Tangaro , Napoli : Libreria
Intercontinentalia, stampa 1958
Epos / Vergilio ; [con il commento di] Giovanni Pascoli ; a cura di Dante Nardo e Sergio Romagnoli ; con una
presentazione di Manara Valgimigli , Firenze : La nuova Italia, 1958
Note Generali: Aeneidos libri duodecim.
Eneide : luoghi scelti / introduzione e commento di Elvira Grasso , Milano : Signorelli, 1958 , Scrittori latini
Aeneis und die Vergil Vitae : Lateinisch-Deutsch / Vergil ; in Zusammenarbeit mit Karl Bayer hrsg. und
ubersetzt von Johannes Gotte , Bamberg : Ernst Heimeran, 1958
Eneide : libro 9. / introduzione, sommario e commento a cura di Aldo Marsili , Milano ; Messina, 1958 ,
Classici latini e greci
Antologia Virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide / a cura di Arturo Carbone tto , Firenze : La Nuova Italia,
1958
Le Georgiche / Virgilio ; a cura di Agostino Richelmy , Torino : Einaudi, [1955] , Nuova collana di poeti
tradotti con testo afronte
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Le bucoliche / Publio Virgilio Marone ; introduzione, testo e commento ad uso delle scuole per cura di
Antonio Cavasin , Torino, etc. , Scrittori latini
Eneide. Libro 4. / P. Virgilio Marone ; testo, introduzione e commento critico-filologico-esegetico di Salvatore
Sciuto , Torino, etc. , Scrittori latini
Il libro 4. dell'Eneide / introduzione e commento di Aldo Pasoli
Edizione: 4. ristampa corretta , Firenze : F. Le Monnier, 1958 , Nuova biblioteca dei classici greci e latini.N. S
Le Bucoliche e le Georgiche / scelta, commento e introduzione a cura di Benedetto Brugioni ; con prefazione
di Adelmo Barigazzi
Edizione: 2. ed. rinnovata , Firenze : F. Le Monnier, 1958
Aeneidos libri 12. / P. Vergili Maronis ; recensuit Remigius Sabbadini
F. D’Alessi © 2002
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Edizione: Editionem ad exemplum editionis romanae (1930) emendatam curavit Aloisius Castiglioni ; 4. ed ,
Aug. Taurinorum : in aedibus Io. Bapt. Paraviae et sociorum, 1958 , Corpus scriptorum Latinorum
Paravianum
Eneide : libro 7. / introduzione e commento di Gerolamo Bottoni , Milano : Signorelli, 1958 , Scrittori latini
Il libro quarto dell'Eneide / Virgilio ; con introduzione e commento di Carlo Del Grande , Napoli : L. Loffredo,
stampa 1958
Note Generali: Testo in latino.
The Aeneid / Virgil ; translated into english prose with an introduction by W. F. Jackson Knight ,
Harmondsworth : Penguin books, 1958 , Penguin classics
L' Eneide : libro 2. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommari e note
Edizione: 19. ed. , Milano : Soc. ed. Dante Alighieri, 1958 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Note Generali: Finito di stampare nel. dic. 1957 .
L' Eneide : libro 5. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 6. ed. , Milano : Soc. ed. Dante Alighieri, 1958 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Note Generali: Finito di stampare nel dic. 1957 .
L' Eneide : libro 6. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera e argomenti
Edizione: 14. ed. , Milano : Soc. ed. Dante Alighieri, 1958 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Note Generali: Finito di stampare nel nov. 1957 .
Eneide : libro ottavo / P. Virgilio Marone ; a cura di Alessandro Tortoreto , Brescia : Ed. La scuola, 1958
L' Eneide : libro 11. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 2. ed. , Milano : Soc. ed. Dante Alighieri, 1958 , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Eneide, libro decimo / costruzione diretta con traduzione interlineare di G. Surdich , Padova : Editr. RADAR,
1958 , Classici latini
Eneide, libro dodicesimo / costruzione diretta con traduzione interlineare di G. Surdich , Padova : Editr.
RADAR, 1958 , Classici latini
Libro quarto / Virgilio
Edizione: Rist , Roma : Vittorio Bonacci, 1958
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore
Eneide ; Georgiche / Virgilio , Roma : Cremonese, 1958 , I classici azzurri
Il poema di Enea e delle origini di Roma / Virgilio ; [a cura] di Cesare Paperini , Torino : Societa editrice
Internazionale, 1958
Aeneidos liber secundus / commento di V. Pedace , Roma : O. Barjes, 1957 (Torino, Tip. V. Bona) , Scrittori
greci e latini
Bucoliche : testo latino a fronte, traduzione letterale, scansione metrica integrale, paradigmi dei verbi
irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche, etimologiche , Milano : Ed. Selecta, [1957] (Pavia, Tip.
Popolare) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da A. Calesella
Eneide : libro 2. : traduzione [dal latino], scansione metrica integrale, note e paradigma dei verbi irregolari ,
Milano : Ed. Selecta, [1957] (Pavia : Tip. Popolare) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da
A. Calesella
Eneide : libro 9. / a cura di Ervino. Zozzi
Edizione: 2. edizione , Brescia : Ed. Tip. La Scuola, 1957
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Eneide : libro 9. : testo latino a fronte, traduzione letterale [dal latino], scansione metrica integrale, paradigmi
dei verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche, etimologiche , Milano : Ed. Selecta, [1957]
(Pavia : Tip. Popolare) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da A. Calesella
Eneide : libro terzo / con introduzione e commento di Quirino Ficari , Firenze : A. Vallecchi, 1957 , Biblioteca
di classici greci e latini
Eneide : libro 5. / introduzione e commento di Bianca D'Alessio , Napoli : Tip. Aurora di R. Contessa, 1957
Eneide : libro 5. : traduzione letterale [dal latino], testo a fronte, scansione metrica integrale figurata,
paradigmi dei verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche , Milano : Ed. Selecta,
[1957], Cesano Boscone Milano , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da A. Calesella
Eneide : libro 7. : traduzione [dal latino], scansione metrica integrale, note e paradigma dei verbi irregolari ,
Milano : Ed. Selecta, [1957] (Pavia : Tip. Popolare) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da
A. Calesella
Eneide : libro 8. : testo, costruzione, versione interlineare, note, verbi, scansione metrica e cesure / a cura di
Salvatore Di Meglio , Roma : Ed. Sormani, 1957, Tip. D. Detti , Avia pervia
Eneide : libro 8. : traduzione letterale [dal latino], testo a fronte, scansione metrica integrale figurata,
paradigmi dei verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche , Milano : Ed. Selecta,
[1957] (Cesano Boscone : Tip. Osf, Ordine sacra famiglia) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina /
diretta da A. Calesella
Eneide : libro 10. : traduzione letterale [dal latino], testo a fronte, scansione metrica integrale figurata,
paradigmi dei verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche , Milano : Ed. Selecta,
[1957] (Cesano Boscone : Tip. Osf, Ordine sacra famiglia) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina /
diretta da A. Calesella
Eneide : libro 11. : traduzione letterale [dal latino], testo a fronte, scansione metrica integrale figurata,
paradigmi dei verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche , Milano : Ed. Selecta,
[1957] (Cesano Boscone : Tip. Osf, Ordine sacra famiglia) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina /
diretta da A. Calesella
Eneide : libro 4. : testo latino a fronte, traduzione letterale [dal latino], scansione metrica integrale, paradigmi
dei verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche, etimologiche , Milano : Ed. Selecta, [1957]
(Pavia : Tip. Popolare) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da A. Calesella
Eneide : Libro Terzo. A cura di G[iovanni] Gaetano Persico , Brescia : Ed. La Scuola, 1957
Georgica / Vergil ; herausg. und erklart von Will Richter , Munchen : Hueber, 1957 , Das Wort der Antike
Eneide : libro 5. / [introduzione e note] a cura di Luigi Bruno , Milano : Albrighi, Segati e C., 1957 (Citta di
Castello : Tip. S. Lapi) , Traditio. Serie latina
Eneide : Passi scelti a cura di Fabio Cupaiuolo , Milano : G. Principato, 1957 , Classici latini e greci
Georgiche : libro 1.-2.-3.-4. : testo latino a fronte, traduzione letterale, scansione metrica integrale, paradigmi
dei verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche, etimologiche , Milano : Ed. Selecta, [1957]
(Pavia : Tip. Popolare) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da A. Calesella
Idillio e tragedia : Dalle bucoliche e dalle georgiche di Virgilio. [a cura di] Umberto Boella , Torino : Ed.
Loescher, 1957, Tip. V. Bona , Crestomazia latina
Il libro secondo dell'Eneide / con introduzione e commento di Carlo Del Grande
Edizione: 2. edizione riveduta , Napoli : L. Loffredo, 1957, Tip. Aurora di R. Contessa
Del Grande, Carlo <1899-1970>
Il libro secondo dell'Eneide / con introduzione e commento di Carlo Del Grande
Edizione: 2. edizione riveduta , Napoli : L. Loffredo, 1957, Tip. Aurora di R. Contessa
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Del Grande, Carlo <1899-1970>
L' Eneide : libro 3. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 8. edizione , Milano : Ed. Albrighi, Segati e C., 1957 (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) , Raccolta di
autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note.[autori latini]
L' Eneide : libro nono : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note
Edizione: 7. edizione , Milano : Albrighi, Segati e C., 1957 (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) , Raccolta di autori
greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide : libro quarto (Aeneidos liber 4.) : testo, costruzione, versione letterale, versione libera [dal latino] e
argomenti
Edizione: 14. edizione , Milano : Ed. Albrighi, Segati e C., 1957 (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) , Raccolta di
autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note
Le bucoliche e le georgiche : Scelta, commento e introduzione a cura di Benedetto Brugioni. Con prefazione
di Adelmo Barigazzi , Firenze : F. Le Monnier, 1957, Tip. E. Ariani e L'arte Della Stampa
Le Bucoliche : le Egloghe / testo, costruzione, versione interlineare, argomenti e note, scansione metrica e
cesure a cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Ed. Sormani, [1957], Tip. D. Detti , Avia pervia
Le Bucoliche : testo, costruzione, versione letterale e brevi note
Edizione: 17. edizione , Milano : E. Albrighi, Segati e C., 1957 (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) , Raccolta di
autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note.[autori latini]
Le georgiche : Commento e note di Francesco Della Corte. Libro III , Torino : Ed. Loescher, 1957, Tip. V.
Bona
Le georgiche : Libro I. Testo, costruzione, versione interlineare [dal latino] e note, scansione metrica e
cesure. A cura di Salvatore Di Meglio , Roma : Ed. Sormani, 1957, Tip. D. Detti , Avia pervia
Le Georgiche : testo, costruzione, versione letterale, sommarii e note
Edizione: 13. edizione , Milano : Ed. Albrighi, Segati e C., 1957 (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) , Raccolta di
autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note.[autori latini]
Le georgiche : libro 3. / Virgilio ; commento e note di Francesco Della Corte , Torino : Loescher, stampa
1957 , Collezione di classici greci e latini
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
stampa 1957 , Poeti di Roma
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Eneide : libro 3. : traduzione letterale [dal latino], testo a fronte, scansione metrica integrale figurata,
paradigmi dei verbi irregolari, note grammaticali, storiche, mitologiche e filologiche , Milano : Ed. Selecta,
[1957], Cesano Boscone Milano , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da A. Calesella
[2]: Livres 7.-12. / Virgile ; texte etabli par Rene Durand et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 6. ed , Paris : Les belles lettres, 1957
Note Generali: Paginazione doppia
Testo orig. a fronte.
Fa parte di: Eneide / Virgile
L' Eneide / Virgilio ; traduzione di Annibal Caro ; volgarizzazione, commenti e note del prof. I. M. Palmarini ;
illustrazioni del prof. Fabio Fabbi , Firenze : G. Nerbini, 1957
Fabbi, Fabio <1861-1946>
The poems / Transl. into English verse by James Rhoades , London : Oxford University Press, 1957
Eneide : Libro sesto / Virgilio ; introduzione e commento di Leone Volpis , Milano : Signorelli, 1957 , Scrittori
latini
Note Generali: Rist.
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Culex , La zanzara : poemetto pastorale / tradotto da Tarcisio Poma , Lugano : Cenobio, 1957 , Quaderni del
Cenobio
Note Generali: L'opera e attrib. a P. Virgilio Marone
L'opera fa parte dell'Appendice virgiliana.
Testo lat. con trad. ital a fronte
Georgicon : liber primus / Virgilio ; introduzione e commento di Teresa Cupaiuolo , Milano : Signorelli, 1957 ,
Scrittori latini
Note Generali: Ristampa.
Georgica / herausgegeben und erklart von Will Richter , Munchen : M. Hueber, 1957 , Das Wort der Antike
6: Libro sesto / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher, stampa1957
Note Generali: con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
Le Georgiche. Libro 1. / Virgilio ; commento e note di Ettore Stampini , Torino : Loescher, stampa 1957 ,
Collezione di classici greci e latini
Appendix vergiliana, sive carmina minora vergilio adtributa / recognovit et adnotatione critica instruxit R. Ellis
, Oxonii : e typographeo clarendoniano, 1957 , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Ellis, Robinson <1834-1913>
Eneide / Virgile , texte etabli par Rene Durand ; traduit par Andre Bellesort
Edizione: 6 ed , Paris : Les Belles Lettres, 1957 , Collection des universités de France
Comprende: Livres VII-XII
Georgicon : liber quartus / Virgilio ; introduzione e commento di Teresa Cupaiuolo , [Rist.], [1957] , Scrittori
latini
Quasimodo, Salvatore , Il fiore delle Georgiche : traduzioni / Salvatore Quasimodo , Milano : A. Mondadori,
1957 , Lo specchio. I poeti del nostro tempo
Libro 3. / Virgilio , Torino : Loescher, stampa 1957
Fa parte di: Le georgiche / Virgilio ; commento e note di Francesco Della Corte
Appendix vergiliana, sive Carmina minora Vergilio adtributa / recognovit R. Ellis . Vitae Vergilianae antiquae :
vita Donati, vita Servii, vita probiana, vita Focae, S. Hieronymi excerpta / edidit Colinus Hardie , Oxonii : e
Typographeo Clarendoniano, 1957
Descrizione fisica: 2 v. in 1 (paginazione varia) ; 19 cm. , Scriptorum classicorum bibliotheca Oxoniensis
Altri titoli collegati: Le [Pubblicato con] Appendix Vergiliana, sive Carmina minora Vergilio adtributa /
recognovit et adnotatione critica instruxit R. Ellis.
Le [Pubblicato con] Vitae Vergilianae antiquae ; Vita Donati ; Vita Servii ; Vita Probiana ; Vita Focae ; S.
Hieronymi Excerpta / edit Colinus Hardie.
Le Georgiche : libro 1. / con introduzione e commento di Paolo Fabbri
Edizione: 2. edizione riveduta , Napoli : F. Perrella, S. A. (Citta di Castello : Tip. Leonardo da Vinci) , Semina
flammae. Lingue e letterature classiche
Le Georgiche : libro 2. / con introduzione e commento di Latino Maccari , Napoli ; Citta di Castello, S. A.
(Citta di Castello : Tip. Leonardo da Vinci) , Semina flammae. Lingue e letterature classiche
Appendix vergiliana : 1., Ciris, Culex / recensuit auctorum imitatorumque notis instruxit Armandus Salvatore ,
Aug. Taurinorum : in aedibus Io. Bapt. Paraviae Et Sociorum, 1957
Aeneis Buch 6. / P. Vergilius Maro ; [a cura di] Eduard Norden
Edizione: 4. Aufl , Stuttgart : Teubner, 1957
Antologia virgiliana : Bucoliche e Georgiche / a cura di Alberto Albertini , Brescia : Ed. La Scuola, 1956
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Antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche, Eneide / [a cura di] Arturo Carbonetto , Firenze : Ed. La Nuova
Italia, 1956, Tip. A. Vallecchi
Bucoliche e Georgiche / a cura di Giuseppe Ammendola , Messina ; Firenze, 1956 (Firenze : Tip. A.
Vallecchi) , Classici latini e greci commentati per lescuole
Eneide : libro 4. / note esegetiche ed estetiche di Arturo Carbonetto
Edizione: 5. edizione , Firenze : Ed. la Nuova Italia, 1956, Tip. Il Cenacolo , Scrittori latini
Eneide : libro dodicesimo (Aeneidos liber 12.) : [testo latino con traduzione italiana a fronte] , Roma : A.
Signorelli, 1956 (Firenze : Tip. Cartografica) , Collana di testi latini e greci tradotti conla costruzione a fronte
Eneide : libro 1. : traduzione, scansione metrica integrale, note e paradigma dei verbi irregolari , Milano : Ed.
Selecta, [1956] (Pavia : Tip. Popolare) , Classici Selecta : collana di letteraturalatina / diretta da A. Calesella
Eneide : libro 3. / a cura di Guglielmo Quaglia , Roma : Ed. Albrighi, Segati e C., 1956 (Citta di Castello : Tip.
S. Lapi) , Traditio. Serie latina
Eneide : libro 9. / a cura di Aldo Marastoni , Roma : Ed. Albrighi, Segati e C., 1956 (Citta di Castello : Tip. S.
Lapi) , Traditio. Serie latina
Eneide : libro nono (Aeneidos liber 9.) : [testo latino con traduzione italiana a fronte] , Roma : A. Signorelli,
1956 (Firenze : Tip. Cartografica) , Collana di testi latini e greci tradotti conla costruzione a fronte
Eneide : libro quarto / a cura di Maria Vittoria Ghezzo ; con presentazione di M[anara] Valgimigli , Messina ;
Firenze, 1956 (Firenze : Tip. A. Vallecchi) , Classici latini e greci commentati per lescuole
Eneide : libro quinto (Aeneidos liber 5.) : [testo latino con traduzione italiana a fronte] , Roma : A. Signorelli,
1956 (Firenze : Tip. Cartografica) , Collana di testi latini e greci tradotti conla costruzione a fronte
Eneide : libro settimo (Aeneidos liber 7.) : [testo latino con traduzione italiana a fronte] , Roma : A. Signorelli,
1956 (Firenze : Tip. Cartografica) , Collana di testi latini e greci tradotti conla costruzione a fronte
Eneide : libro terzo (Aeneidos liber 3.) : [testo latino con traduzione italiana a fronte] , Roma : A. Signorelli,
1956 (Firenze : Tip. Cartografica) , Collana di testi latini e greci tradotti conla costruzione a fronte
Traduction en vers des Bucoliques de Virgile ; precede de Variations sur les Bucoliques / Paul Valery
Edizione: 10. ed , Paris : Gallimard, [1956] , Nrf
Note Generali: Testo latino a fronte.
La istoria di Eneas vulgarizata per Angilu di Capua / a cura di G. Folena , Palermo : [s.n.], 1956 (Palermo :
G. Mori) , Collezione di testi siciliani dei secoli 14. e15
Eneide : libro 10. / a cura di Arnaldo Stirati , Roma : Ed. Albrighi, Segati e C., 1956 (Citta di Castello : Tip. S.
Lapi) , Raccolta di autori latini con note italiane
Eneide : libro 12. / a cura di Bruno Franchi , Roma : Ed. Albrighi, Segati e C., 1956 (Citta di Castello : Tip. S.
Lapi) , Traditio. Serie latina
Eneide : libro 12. / introduzione e note di Arnaldo Stirati , Palermo : G. B. Palumbo, 1956, Tip. G. Mori e F. ,
Classici greci e latini per le scuole italiane
L' Eneide : libro 1. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera [dal latino], sommarii e note
Edizione: 14. edizione , Roma : Ed. Albrighi, Segati e C., 1956 (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) , Raccolta di
autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide / larga scelta nella traduzione di A[nnibal] Caro ; con introduzione e commento di Carlo Del Grande
, Napoli : L. Loffredo, 1956, Tip. R. Pironti e F.
Del Grande, Carlo <1899-1970>
L' Eneide : libro 2. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, sommari e note
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
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Edizione: 18. edizione , Roma : Albrighi, Segati e C., 1956 (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) , Raccolta di autori
latini e greci con lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide : libro 6. : testo, costruzione, versione letterale, versione libera, e argomenti
Edizione: 13. edizione , Roma : Albrighi, Segati e C., 1956, Tip. S. Lapi , Raccolta di autori latini e greci con
lacostruzione, traduzione letterale e note
L' Eneide : libro 8. : testo, costruzione, versione letterale e argomenti
Edizione: 7. edizione , Milano : E. Albrighi, Segati e C., 1957 [i. e. 1956] (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) ,
Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione, traduzione letterale e note.[autori latini]
L' Eneide / tradotta da Annibal Caro ; antologia con note, riassunti, spunti e analisi, temi con traccia a cura di
Marsilio Bacci e Giuliano Sinigaglia, ad uso dei ginnasi e delle classi di collegamento , Bologna : Celi, Casa
Ed. Libraria Italiana, 1956, Tip. Monograf , Biblioteca scolastica
La ciris : poesie brevi / [testo latino con traduzione a fronte] a cura di Caterina Vassalini , Firenze : Ed. Fussi,
G. C. Sansoni, 1956 (S. Casciano Val di Pesa : Tip. F.lli Stianti) , Il melagrano
Note Generali: Tit. orig.: Ciris, Catalepton.
La morte di turno : Virgilio. Eneide XII. Nel commento di Vito Sirago , Napoli : Ist. Edit. Del Mezzogiorno,
[1956], Tip. Ist. Della Stampa , Collana di testi latini e greci
Laeta seges : antologia virgiliana : Bucoliche, Georgiche / [a cura di] Arturo Carboneto , Firenze : Ed. La
Nuova Italia, 1956, Tip. A. Vallecchi
Le bucoliche ; Le georgiche / [la 1. opera] col commento di Carlo Landi, [la 2. opera] scelta e commento di
Enrico Longi
Edizione: 10 edizione , Firenze : F. Le Monnier, 1956, Tip. E. Ariani e L'arte della stampa
Le bucoliche : [testo latino con traduzione italiana a fronte] , Roma : A. Signorelli, 1956, Tip. Cartografica ,
Collana di testi latini e greci tradotti conla costruzione a fronte
Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; con note e commento di Angelo Ottolini e Caterina Vanni
, Milano : C. Signorelli, 1956
Traduction en vers des Bucoliques de Virgile ; precede de Variations sur les Bucoliques / Paul Valery
Edizione: 8. ed , Paris : Gallimard, [1956]
Georgiki / Publiusz Wergiliusz Maro; Przelozyla i objasnila Anna Ludwika Czerny , Wydawniczy : Panstwowy
Institut, 1956
Czerny, Anna Ludwika
Paese di pubblicazione: PL
Lingua di pubblicazione: pol
1: Livres 1.-6. / Vergile ; texte etabli par Henri Goelzer ; et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 8. ed , Paris : Les Belles Lettres, 1956
Fa parte di: Eneide / Virgile
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis
Edizione: 3. ed , Paris : Les Belles Lettres, 1956 , Collection des universités de France
L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; tradotta da Giuseppe Albini ; con introduzione e commento a cura di
Lorenzo Bianchi e Paolo Nediani , Bologna : Zanichelli, 1956
Bianchi, Lorenzo <1889-1960>
Albini, Giuseppe <1863-1933>
Eneide : libro primo / introduzione e commento di Umberto Nottola , Milano : Signorelli, 1956 , Scrittori latini
Note Generali: Rist.
P. Vergilii Maronis opera / recensuit, commentariolo et indice instruxit Sixtus Colombo , Torino : Societa
editoriale internazionale, 1956
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Laeta seges : Antologia virgiliana, Bucoliche, Georgiche / Virgilio ; Arturo Carbonetto , Firenze : La nuova
Italia, 1956
Georgiques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint-Denis , Paris : Les Belles Lettres, 1956 ,
Collection des universités de France
Eneide / Virgilio ; nella versione di Annibal Caro ; versione di Giuseppe Altieri
Edizione: 2. ed. riv , Roma : Marzioli, stampa 1956
Eneide / Virgilio ; nella versione poetica e col commento di Guido Vitali
Edizione: 20. ed. interamente rinnovata , Milano ; Varese, stampa 1956
The story of Camilla : from Aeneid, Books 7. & 8. / [Vergil] ; edited by Bertha Tilly , Cambridge : University
press, 1956 , Cambridge Elementary Classics
Bucolica (Eklogen 1. u. 4.), Aeneis (6. Buch) / Vergil ; bearbeitet von H. Naumann , Baden : verlag G. BraunKarlsruhe, stampa 1956
Eneide / Virgilio ; traduzione di Nicola Bartolotta , Bergamo : Edizioni del Convivio Letterario, 1956
Descrizione fisica: 2 v. ; 21 cm.
Titolo uniforme: Aeneis
Comprende: 2: Libri 5., 6., 7., 8., 9., 10., 11., 12. /Virgilio ; traduzione di Nicola Bartolotta
Georgicon : liber tertius / Virgilio ; introduzione e commento di Enzo Amodio , Milano : Signorelli, 1956 ,
Scrittori latini
Note Generali: Ristampa.
Eneide : libro quinto / Virgilio ; introduzione e commento di Gerolamo Bottoni , Milano : Signorelli, 1956 ,
Scrittori latini
Note Generali: Rist.
Eneide : libro secondo / Virgilio ; introduzione e commento di Edmondo V. D'Arbela , Milano : Signorelli,
1956 , Scrittori latini
Note Generali: Rist.
La storia dell'errante Enea / [a cura di Gherardo Ugolini] ; con 8 tavole a colori fuori testo del pittore Eliodoro
Coccoli e illustrazioni tratte da vasi antichi e da monumenti , Brescia : La Scuola, stampa 1956 , I grandi
poemi dell'umanita
Le Bucoliche ; Le Georgiche / Virgilio Marone ; [la 1.] col commento di Carlo Landi ; [la 2.] scelta e
commento di Enrico Longi
Edizione: 10. ed , Firenze : Le, 1956
Georgiques / Virgile ; texte itabli et traduit par E. de Saint Denis , Paris : Les Belles Lettres, 1956 , Collection
des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte
Bucoliques / Virgile ; texte itabli et traduit par E. de Saint Denis , Paris : Les Belles Lettres, 1956 , Collection
des universités de France
Note Generali: Testo originale a fronte
Ceccarelli, Antonio , Le Bucoliche : traduzione libera in versi rimati da P. Virgilio Marone / Antonio Ceccarelli
, Rieti : [s.n.], 1956
Note Generali: Contiene una lettera di Francesco Della Corte
Dattiloscritto
Aeneidos liber primus / commento di V[incenzo] Pedace , Roma : O. Barjes, [1955] (Torino : Tip. V. Bona) ,
Scrittori greci e latini
Aeneis : liber 4. / a cura di Giovanna Tortorici Russo , Bologna : N. U. Gallo, 1955, Tip. Mareggiani
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273
Bucoliche : (Bucolicon liber) / [traduzione in italiano e] interpretazione poetica di Valeria Lanzara , Napoli :
Tip. E. Genovese, 1955
Eneide ; Georgiche , Roma : Ed. Cremonese, 1955 (Sancasciano Val di Pesa : Tip. F.lli Stianti) , I classici
azzurri
Note Generali: Tit. orig.: Aeneidos, Georgicon
Trad. dal latino: della 1. opera, di Annibal Caro, della 2. opera di Clemente Biondi.
Eneide : libri 8.-10 / testo latino con traduzione interlineare, versione libera e note grammaticali e sintattiche
di Francesco Manna , Bologna : Ed. Poseidonia, 1955, Tip. Mareggiani
Descrizione fisica: 16. 3 voll. (p. 128; 144; 160).
Eneide / commento di Aldo Bruscaglione ; traduzione [dal latino] di [Annibal] Caro , Firenze : G. Barbera,
1955 (Siena : Tip. La Poligrafica)
Eneide : libro 1. / a cura di Guglielmo Quaglia , Roma : Ed. Albrighi, Segati e C., 1955 (Citta di Castello : Tip.
S. Lapi) , Traditio. Serie latina
Eneide : libro 2. : testo latino, traduzione letterale, traduzione libera, annotazioni , Milano : Ed. Cetim, Casa
Ed. Testi Istruzione Media, 1955, Tip. Tramontana , Sunti Cetim
Eneide : Libro IX. A cura di Arnaldo Stirati , Roma : Albrighi, Segati e C., 1955 (Citta di Castello, Tip. S. Lapi)
Eneide : libro nono / introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto Marchesi ,
Torino : Ed. Loescher Chiantore, 1955, Tip. V. Bona , Collezione di classici greci e latini
Eneide : libro undecimo / introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Ed. Loescher Chiantore, 1955, Tip. V. Bona , Collezione di classici greci e latini
Eneide : libro undicesimo / costruzione diretta con traduzione interlineare e versione libera e note di
Giuseppe Surdich , Padova : Ed. R. A. D. A. R., 1955 (Vicenza : Tip. Istituto S. Gaetano)
L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; nella traduzione di Annibal Caro ; luoghi scelti, coordinati e annotati da
Arturo Carbonetto
Edizione: 4. ed , Firenze : La Nuova Italia, 1955
Eneide : Libro VI. Introduzione e commento di Guido Manginelli , Bologna : N. Zanichelli, 1955, Tip.
Mareggiani
Eneide : libro 10. / a cura di Raffaele Argenio , Roma : Albrighi, Segati e C., 1955 (Citta di Castello : Tip. S.
Lapi) , Traditio. Serie latina
Eneide : Libro XI. A cura di Arnaldo Stirati , Roma : Albrighi, Segati e C., 1955 (Citta di Castello, Tip. S. Lapi)
Eneide : Poema narrato da Bino Ceccon , Torino : Ed. Reg, Rappresentanze Editoriali Guasco, [1955], Tip.
Aurora
Georgicon liber primus et secundus / a cura di Bartolomeo Calvi , Torino : Sei, Soc. Ed. Internazionale,
1955, Colle Don Bosco
Georgicon : liber tertius et quartus / P. Vergili Maronis ; a cura di Bartolomeo Calvi , Torino [etc.] : Sei,
stampa 1955 , Scrittori latini commentati per le scuole. N.S
Il libro dell'averno : Eneide [libro] VI, nel commento di Vito Sirago , [Napoli] : Ed. Ist. Editoriale Del
Mezzogiorno, 1955, Tip. Ist. Della Stampa
Cetrangolo, Enzio , Il sonno di Palinuro : traduzione da Virgilio / Enzio Cetrangolo , Firenze : G. C. Sansoni,
1955 (San Casciano Val di Pesa, Tip. F.lli Stianti)
L' Eneide / nella traduzione di Annibal Caro ; libri ed episodi scelti e commentati da G[aspare] Caliendo e
V[incenzo] Filippone ; con introduzione, inquadramento, note, appendice di nomi e cose memorabili, spunti
di analisi, viaggio di Enea , Napoli : Ed. Federico e Ardia di P. Federico, 1955, Tip. La Moderna
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
274
Homerus , Per I regni di dite : Omero. Odissea [libro] XI. Segue. Vergilius Maro P. Eneide [libro] VI, nel
commento di Vito Sirago , [Napoli] : Ed. Ist. Editoriale Del Mezzogiorno, 1955, Tip. Ist. Della Stampa
Liber quartus / [Vergil] ; edited with a commentary by R. G. Austin , Oxford : at the Clarendon press, 1955
Fa parte di: P. Vergili Maronis Aeneidos
Nomi: Vergilius Maro, Publius
AUSTIN, R. G.
L' Eneide libro X : testo, costruzione e versione letteraria / Virgilio
Edizione: 2. ed , Milano : Dante Alighieri (Albrighi, Segati & C.) , Raccolta di autori greci e latini con
lacostruzione, traduzione letterale e note
Eneide : libro terzo / introduzione e commento di Edmondo V. D'Arbela , Milano : Signorelli, 1955 , Scrittori
latini
Note Generali: Rist.
Eneide : libro quarto / introduzione e commento di Antonio Pozzi , Milano : Signorelli, 1955 , Scrittori latini
Note Generali: Rist.
Florilegio dell'Eneide : libri primo e ottavo e pagine scelte dei libri secondo, terzo e sesto / Virgilio ; a cura di
Giuseppe Morpurgo , Torino : S. Lattes, stampa 1955
Le georgiche / P. Virgilio Marone ; dichiarate ad uso delle scuole da Augusto Mancini , Firenze : Sandron,
stampa 1955
Eneide : libro dodicesimo / Virgilio ; introduzione e commento di Pietro Gobbi , Milano : Signorelli, 1955 ,
Scrittori latini
Note Generali: Rist.
5: Libro quinto / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher-Chiantore, stampa1955
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
7: Libro settimo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher-Chiantore, 1955
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
Le bucoliche / Virgilio ; a cura di Francesco Della Corte
Edizione: 7. ed , [Milano] : Edizioni scolastiche Mondadori, stampa 1955 , Collana di testi latini e greci /
diretta daA. Rostagni
Della Corte, Francesco <1913-1991>
Le georgiche : libro I / Virgilio : col commento di Francesco Della Corte , Firenze : Sansoni, stampa 1955 ,
Sansoniana classica
Eneide : libro decimo / Virgilio ; introduzione e commento di Alessandro Annaratone , Milano : Signorelli,
1955 , Scrittori latini
Note Generali: Ristampa.
Le Bucoliche / P. Virgilio Marone : con introduzione e note di Augusto Mancini , Firenze : Remo Sandron,
stampa 1955 , Nuova raccolta di classici latini con noteitaliane
Note Generali: Sul front.: Edizione stereotipa
Il sonno di Palinuro : Traduzione da Virgilio / Enzio Cetrangolo , Firenze : Sansoni, 1955
Le Georgiche / Virgilio ; a cura di Agostino Richelmy , Torino : Einaudi, c1955 , Nuova collana di poeti
tradotti con testo afronte
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275
Note Generali: Traduzione lat. a fronte.
Le Bucoliche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1955 , Poeti di Roma
L' Eneide : canto 9. / Virgilio ; a cura di Luigi Dal Santo
Edizione: Nuova ed , Milano : La culturale, stampa 1955
P. Vergili Maronis Aeneidos liber duodecimus / a cura di Alessandro Tortoreto , Brescia : Ed. La Scuola,
1954
Aeneidos liber undecimus / testo di Remigio Sabbadini nella edizione nazionale ; commento a cura di Angelo
Maggi , Torino : G. B. Parania e C., [1954] , Scrittori latini commentati
Eneide : libro 2. / testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note a cura di Lorenzo D'Amore , Napoli
: Ed. Federico e Ardia di P. Federico, 1954, Tip. La Moderna
Eneide : Libro II. Traduzione Libera e interlineare con note grammaticali e sintattiche di Francesco Manna ,
Bologna : Ed. Poseidonia, 1954, Tip. Mareggiani , Il tesoretto. Collana di classici tradotti
Eneide : libro 4. / testo latino con traduzione interlineare, versione libera e note grammaticali e sintattiche di
Francesco Manna , Bologna : Ed. Poseidonia, 1954, Tip. Mareggiani , Il tesoretto. Collana di classici tradotti
Eneide : libro 9. / con introduzione e commento di Leone Volpis , Firenze : A. Vallecchi, 1954 , Biblioteca di
classici greci e latini
Eneide : libro primo / costruzione diretta con traduzione interlineare e versione libera [dal latino] e note di
Giuseppe Surdich , Padova : Ed. R. A. D. A. R., [1954] (Vicenza : Tip. Coop. Tip. Degli Operai)
Eneide : Libro V. Introduzione e commento di Teresa Mastroiacovo Oriani , Roma : A. Signorelli, 1954, Tip.
Castaldi
Eneide : libro 5. / testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare [dal latino], note, scansione metrica
e cesure a cura di D[omenico] Barresi , Reggio Calabria : D. Barresi, 1954, Tip. Siclari , Collezione di
versioni di classici latini
Eneide : libro 6. / testo latino con traduzione interlineare, versione libera e note grammaticali e sintattiche di
Francesco Manna , Bologna : Ed. Poseidonia, 1954, Tip. Mareggiani , Il tesoretto. Collana di classici tradotti
Eneide : libro 8. / a cura di Giuseppe Julia , Palermo : G. B. Palumbo, 1954, Tip. G. Mori e F. , Classici greci
e latini per le scuole italiane
Eneide : libro 11. / testo latino, costruzione e versione italiana a cura di P[ietro] D'Alvise , Roma : U.
Sormani, 1954 (Bologna : Tip. Steb, Soc. Tip. Ed. Bolognese) , Avia pervia
L' Eneide : Nella traduzione [dal latino] di Annibal Caro. Introduzione e commento di Enrico Turolla , Brescia
: Ed. La Scuola, 1954
Descrizione fisica: 8 fig. p. 639 con dodici tavole e una cartina geogr.
La morte di Turno : Libro XII dell'Eneide nel commento di Vito Sirago , Napoli : Ist. Ed. Del Mezzogiorno,
[1954], Tip. Ist. Della Stampa , Collana di classici latini e greci
Versione dell'Eneide / di Annibal Caro ; a cura di Arturo Pompeati , Torino : UTET, stampa 1954 , Classici
italiani
Eneide / [di] Virgilio ; introduzione, traduzione e note di Manlio Faggella , Roma : A. Signorelli, 1954
Bucoliche ; Georgiche / P. Virgilio Marone ; tradotte da Carlo Saggio , Parigi : A. Tallone, 1954
Fa parte di: P. Vergili Maronis Bucolica ; Georgica
Versione dell'Eneide / di Annibal Caro ; a cura di Arturo Pompeati , Torino : Unione tipografico-editrice
torinese, 1954 , Classici italiani
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Eneide : libro ottavo / Virgilio ; introduzione e commento di Marcello Campodonico , Milano : Signorelli, 1954
, Scrittori latini
Note Generali: Rist.
Versione dell'"Eneide" / Annibal Caro ; a cura di Arturo Pompeati , Torino : UTET, stampa 1954 , Classici
italiani
Le bucoliche e Le georgiche / Publio Virgilio Marone ; tradotte da Carlo Saggio , Milano : Rizzoli, 1954 ,
Biblioteca universale Rizzoli
L' Eneide / Publio Virgilio Marone ; nella traduzione di Annibal Caro ; luoghi scelti, coordinati e annotati da
Arturo Carbonetto
Edizione: 3. ed , Firenze : La Nuova Italia, 1954
Eneide : libro undecimo / Virgilio ; introduzione e commento di L. Giuseppe Zermini , Milano : Signorelli,
1954 , Scrittori latini
Note Generali: Rist.
Georgiche / Virgilio ; luoghi scelti, con riassunti delle parti omesse, introduzione e commento di Luigi
Francesco Guerra , Milano : Signorelli, 1954 , Scrittori latini
Note Generali: Ristampa.
Versione dell'"Eneide" di Annibal Caro / a cura di Arturo Pompeati
Edizione: Rist , Torino : Unione tipografico-editrice torinese, 1954, stampa 1984 , Classici italiani
Aineidos : liber duodecimus / Vergili Maronis ; a cura di Alessandro Tortoreto , Brescia : La scuola, 1954
Libro 2. / P. Virgilio Marone ; traduzione libera e interlineare con note grammaticali e sintattiche di Francesco
Manna , Bologna : Poseidonia, stampa 1954 , Il tesoretto
Fa parte di: Eneide / P. Virgilio Marone ; testo latino con traduzione interlineare e versione libera a cura di G.
Dall'Acqua
Le Bucoliche ; e le Georgiche / Publio Virgilio Marone ; tradotte da Carlo Saggio , Milano : Rizzoli, 1954 ,
BUR
Le Georgiche / Virgilio ; testo latino e traduzione in versi italiani di Giuseppe Albini , Bologna : Zanichelli,
1954 , Poeti di Roma
Bucoliche ; Georgiche / P. Virgilio Marone ; tradotte da Carlo Saggio , Parigi : A. Tallone, 1954
Note Generali: In custodia.
Le Bucoliche e le Georgiche / Virgilio ; Tradotte da Carlo Saggio , Milano : Rizzoli, 1954 , BUR
P. Vergilii Maronis Aeneidos liber sextus / testo di Remigio Sabbadini ; commento a cura di Angelo Maggi ,
Torino [etc.] : G. B. Paravia, 1954 , Scrittori latini commentati
Le Bucoliche ; le Georgiche / Virgilio Marone ; [la 1.] col commento di Carlo Landi ; [la 2.] scelta e commento
di Enrico Longi
Edizione: 8. ed , Firenze : Le Monnier, 1954
Aeneidos liber duodecimus / testo di Remigio Sabbadini nella edizione nazionale ; commento a cura di
Angelo Maggi , Torino : G. B. Paravia e C., 1953 , Scrittori latini commentati
Antologia delle Bucoliche e delle Georgiche virgiliane / [a cura di] Carlo Piazzino , Torino : G. B. Paravia e
C., 1953
Eneide : libro decimo / introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto Marchesi
, Torino : Ed. Loescher Chiantore, 1953, Tip. V. Bona , Collezione di classici greci e latini
Eneide : libro 2. / testo latino, costruzione, versione italiana a cura di P[ietro] Sonetti , Roma : Ed. Sormani,
1953 (Bologna : Steb, Soc. Tip. Ed. Bolognese)
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277
Eneide : libro 3. / testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare [dal latino], note, scansione metrica
e cesure a cura di D[omenico] Barresi , Reggio Calabria : Ed. Barresi, 1953, Tip. Siclari , Collezione di
versioni di classici latini
Eneide : libro terzo / introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto Marchesi ,
Torino : Ed. Loescher Chiantore, 1953, Tip. V. Bona , Collezione di classici greci e latini
Virgil: Aeneid book 12. / edited by W. S. Manguinness , London : Methuen & Co., 1953 , Methuen classical
texts
Note Generali: Con il testo orig.
Eneide : Libro X. Introduzione e commento di R. Faranda e E. Lombardo Fiorentino , Roma : A. Signorelli,
1953, Tip. Castaldi
Eneide / traduzione [dal latino] di Annibal Caro ; a cura di G[iuliana] Venturelli e G[iovanni] Giovannini ,
Firenze : Lef, Libr. Ed. Fiorentina, 1953, Tip. Stab. Graf. Commerciale
Georgiche : libro primo / introduzione e commento di Aldo Marsili , Milano ; Messina, 1953 , Classici latini e
greci
Georgicon liber quartus / commento di Angelo Maggi ; introduzione di Giovanni Calabro , Torino : G. B.
Paravia e C., 1953 , Scrittori latini commentati
Il libro 5. dell'Eneide / introduzione e commento di Giusto Monaco , Firenze : F. Le Monnier, 1953, Tip. E.
Ariani e L'arte Della Stampa , Biblioteca dei classici greci e latini. N. S
Il poema di Virgilio : Raccontato da Carlo Culcasi , Roma : Ed. Ausonia, 1953, Tip. Sallustiana
Le Bucoliche e le Georgiche / testo latino e versione poetica di Guido Vitali , Milano : A. Garzanti, 1953
Aeneidos liber decimus / testo di R. Sabbadini ... ; commento a cura di A. Maggi , Torino : Paravia, 1953 ,
Scrittori latini commentati
Eneide / Virgilio ; traduzione di Annibal Caro ; a cura di G. Venturelli e G. Giovannini , [Firenze] : Libreria
editrice fiorentina, stampa 1953
Le Bucoliche e le Georgiche / Virgilio ; testo latino e versione poetica di Guido Vitali , Milano : Garzanti, 1953
, Collezione romana
Note Generali: Testo latino a fronte.
Krassler, Josef , Das Grazer Fragment eines Vergil-Codex des 9. Jahrhunderts / von Josef Krassler . Text
und kritische Bewertung des Grazer Vergil-Fragments / von Emil Gaar , Wien : R. M. Rohrer, 1953
Note Generali: Estr. da: Anzeiger der phil.-hist. Klasse der Osterreichischen Akademie der Wissenschaften,
Jahrgang 1953, nr. 15
Les Bucoliques de Virgile / Paul Valery ; lithographies originales en couleurs de Jacques Villon , Paris :
Scripta & Picta, 1953
Note Generali: Ed. di 245 esempl. num.
In custodia
Testo orig. a fronte
Le bucoliche ; Le georgiche / Virgilio ; versione poetica di Guido Vitali , Milano : Garzanti, 1953
Note Generali: con testo latino a fronte
Aeneis : florilegio dei 12 libri / P. Vergili Maronis ; a cura di Ranieri Allulli
Edizione: 6. ed , [Milano] : Edizioni scolastiche Mondadori, stampa 1953
Aeneidos liber undecimus / testo di Remigio Sabbadini ; commento a cura diAngelo Maggi , Torino : Paravia,
1953 , Scrittori latini commentati
Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; a cura di Onorato Castellino e Vincenzo Peloso
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Edizione: 5. ed , Torino : Societa Editrice Internazionale, stampa 1953
Georgicon liber quartus / P. Vergili Maronis ; a cura di Alberto Albertini , Brescia : La Scuola, stampa 1953
L' Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; commento di V. Turri
Edizione: Nuova ed. interamente riveduta e corretta a cura di Nicola Bruscoli , Firenze : Sansoni, stampa
1953
P. Vergilii Maronis opera / recensuit, commentariolo et indice instruxit Sixtus Colombo , Torino : Societa
Editrice Internazionale, stampa 1953
Ettore e Turno : Omero: Iliade, Libro 22.; Virgilio: Eneide, Libro 12. / nel commento di Vito Sirago , Napoli :
Ist. ed. del Mezzogiorno, 1953, Tip. Ist. della stampa , Collana di classici latini e greci
P. Vergili Maronis Bucolica, Georgica , Parisiis : in officina Alberti Tallone typographi, 1953
Note Generali: Ed. di 150 esempl
Bucoliche ; Georgiche / P. Virgilio Marone ; tradotte da Carlo Saggio , Parigi : nella tipografia di A. Tallone,
1954
Note Generali: Ed. di 150 esempl
In custodia con: Bucolica, Georgica.
Tit. orig.: Bucolica, Georgica
Bucolica ; Georgica / P. Vergili Maronis , Parisiis : A. Tallone, 1953
Note Generali: In custodia.
Aeneidos : liber duodecimus / P. Vergilii Maronis ; testo di Remigio Sabbadini nella edizione nazionale ;
commento a cura di Angelo Maggi , Torino : Paravia, [1953?] , Scrittori latini commentati per le scuole
Antologia virgiliana : Bucoliche e Georgiche / scelta e commento di Quirino Santoloci e A. Manti , Roma : A.
Signorelli, 1952 (Tivoli : Tip. A. Chicca)
Arcadica : Letture dalle bucoliche e dalle georgiche. A cura di Riccardo Rubrichi e Carlo Del Grande , Napoli
: L. Loffredo, 1952, Tip. R. Pironti e F.
Del Grande, Carlo <1899-1970>
Bucolicon liber / Publius Vergilius Maro ; edidit Franciscus Giancotti , Roma : Ed. Tumminelli, 1952 , Classici
latini e greci. Classici latini
Note Generali: Altro front. in italiano
Testo orig. a fronte
Eneide : libro 1. : testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare [dal latino], argomento, note,
scansione metrica e cesure / a cura di D[omenico] Barresi , Reggio Calabria : D. Barresi, 1952, Tip. Siclari ,
Collezione di versioni di classici latini
Eneide : libro 2. / a cura di Giulio Puccioni , Messina ; Firenze, 1952 (Messina : Tip. Ditta D'Amico) , Classici
latini e greci commentati per lescuole
Eneide : libro 2. / introduzione e commento di V[incenzo] Ussani Jr , Roma : V. Bonacci, 1952 (Citta di
Castello : Soc. Tip. Leonardo da Vinci, Perugia) , Collezione classica Bonacci / diretta da C.Diano
Ussani, Vincenzo <1870-1952>
Eneide. Libro 3. / Virgilio ; introduzione e commento di Sesto Prete , Napoli : L. Loffredo, 1952, Tip. R. Pironti
e F.
Eneide : libro nono : costruzione diretta con traduzione interlineare e versione libera [dal latino] e note di G.
Surdich , Padova : Ed. R. A. D. A. R., 1952 (Vicenza : Tip. Coop. Tip. Degli Operai) , Classici latini
Eneide : libro ottavo / con introduzione e commento di Leone Volpis , Firenze : A. Vallecchi, 1952 , Biblioteca
di classici greci e latini
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279
Eneide : libro sesto / introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto Marchesi ,
Torino : Ed. Loescher Chiantore, 1952, Tip. V. Bona , Collezione di classici greci e latini
4: Eneide : livres 7.-12. / Virgile ; texte etabli par Rene Durand et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 5. ed , Paris : Les belles lettres, 1952
Fa parte di: Oeuvres / Virgile
Georgiche : Libro 4., Le api ; Bucoliche : (scelte) / Publio Virgilio Marone ; introduzione e commento .
Georgiche : Libro 5., I giardini (10. del De re rustica) / L. , Napoli : D. Conte, 1952
Il libro quarto dell'Eneide / a cura di Agostino Copelli ; introduzione e commento con aggiunta di passi del 1.
e 6. libro ; 4 tavole fuori testo , Firenze : Ed. Marzocco gia Bemporad, 1952
Il libro quinto dell'Eneide / con introduzione e note di Lea Nissim Rossi , Firenze : Ed. Marzocco, 1952 ,
Nuova collezione Marzocco di classici latini
Il libro 6. dell'Eneide / introduzione e commento a cura di Giuseppe Ammendola , Firenze : F. Le Monnier,
1952, Tip. E. Ariani e L'arte Della Stampa , Nuova biblioteca dei classici greci e latini
Le bucoliche : A cura di Giovanni Caramia , Palermo : G. B. Palumbo, 1952, Tip. G. Mori e F. , Classici greci
e latini per le scuole italiane
La storia di Didone : Eneide 1. vv. 335-636; 4.; 6. vv. 450-476 / versione, testo, commento a cura di Onorato
Tescari , Torino : Sei, Soc. Ed. Internazionale, 1952
Le Georgiche / commentate da Giuseppe Ugolini. Libro 2 , Firenze : F. Le Monnier, 1952, Tip. E. Ariani e
L'arte Della Stampa , Nuova biblioteca dei classici greci e latini
Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; a cura di Onorato Castellino e Vincenzo Peloso
Edizione: 6. ed. minore , Torino : Societa editrice internazionale, 1952
Le Georgiche : libri 1.-2. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore , Milano : Mondadori, 1952 , Collana di testi latini
e greci
I Carmi bucolici / di Virgilio ; commentati da Giuseppe Albini
Edizione: 3. ed , Bologna : Zanichelli, 1952 , Biblioteca dei classici latini ad uso dellescuole
Eneide. Libro 2. / introd. e commento di V. Ussani jr , Roma : Bonacci, 1952 , Collezione classica Bonacci /
diretta da C.Diano
Aeneidos liber nonus / testo di R. Sabbadini ... ; commento a cura di A. Maggi , Torino : Paravia, 1952 ,
Scrittori latini commentati
Aeneidos liber octavus / testo di R. Sabbadini ; commento a cura di A. Maggi , Torino : Paravia & C., 1952 ,
Scrittori latini commentati
Bucoliques / Virgile ; edition et traduction de Leon Herrmann , Bruxelles : Latomus, 1952 , Collection
Latomus
3: Eneide : livres 1.-6. / Virgile ; texte etabli par Henri Goelzer et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 7. ed , Paris : les belles lettres, 1952
Fa parte di: Oeuvres / Virgile
Il libro quarto dell'Eneide / Virgilio ; a cura di Agostino Copelli , Firenze : Marzocco, stampa 1952 , Nuova
collezione Marzocco di classici latini
Note Generali: Introduzione e commento con aggiunta di passi del 1. e 6. libro.
The poems of Virgil / translated into english verse by James Rhoades , Chicago : Encyclopaedia britannica,
c1952 , Great books of the western world
The poems / Transl. into English verse by James Rhoades , Chicago ; London ; Toronto, [1952] , Great
books of the western world
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
280
Il libro delle Bucoliche / Publio Virgilio Marone ; saggio introduttivo e introduzione di Francesco Giancotti ,
Roma : Tumminelli, 1952 , Classici latini e greci
Note Generali: Testo latino a fronte
2: Livres 7.-12. / vergile ; texte etabli par Rene Durand ; et traduit par Andre Bellessort
Edizione: 5. ed , Paris : Les Belles Lettres, 1952
Fa parte di: Eneide / Virgile
Le bucoliche / Virgilio ; a cura di Francesco Della Corte , Milano : Mondadori, 1952 , Collana di testi latini e
greci
Della Corte, Francesco <1913-1991>
Le bucoliche / Virgilio ; saggio introduttivo e traduzione di Francesco Giancotti , Roma : Tumminelli, 1952 ,
Classici latini e greci
12: Libro dodicesimo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Loescher-Chiantore, stampa1952
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
Eneide : libro terzo / Virgilio ; introduzione e commento di Edmondo V. D'Arbela
Edizione: Rist , Milano : Signorelli, 1952 , Scrittori latini
P. Vergili Maronis Aeneidos libri 12. / recensuit Remigius Sabbadini ; editionem ad exemplum editionis
romanae (1930) emendatam curavit L. Castiglioni
Edizione: 3. ed , Aug. Taurinorum [etc.] : In aedibus Io. Bapt. Paraviae et sociorum, 1952 , Corpus
scriptorum Latinorum Paravianum
Eniide / Virgilie ; texte itabli par Henri Goelzer et traduit par Andri Belesort , Paris : Les Belles Lettres, 1952 ,
Collection des universités de France
Note Generali: Indice: Vol. 1: Livres I-VI; Vol. 2: Livres VII-XII. Testo orig. a fronte
Eneide : libro 6. / P. Virgilio Marone ; introduzione e commento di Manlio Faggella
Edizione: 2. ed. riveduta , Messina ; Firenze, 1952 , Classici latini e greci commentati per lescuole
Arcadica : letture dalle Bucoliche e dalle Georgiche di Virgilio / a cura di Riccardo Rubrichi e Carlo del
Grande , Napoli : Luigi Loffredo, stampa 1952
Del Grande, Carlo <1899-1970>
Aeneidos liber septimus / commento a cura di Angelo Maggi , Torino : G. B. Paravia e C., 1951 , Scrittori
latini commentati
Eneide : Introduzione, traduzione [dal latino] e note di Manlio Faggella , Roma : S. De Carlo, [1951], Tip.
Chillemi , Edizioni scolastiche De Carlo. Collezionediretta da A. Grassi, E. Di Marco, E. Soprano
Eneide : libro decimo / commento di Mario Bonaria , Messina ; Firenze, [1951] (Citta di Castello : Tip.
Leonardo da Vinci, Perugia) , Classici latini e greci commentati per lescuole
Eneide : libro 2. / testo, introduzione e commento a cura di Tina Antonini , Genova : Scia, Soc. Coop. Ital.
Autori, 1951, Tip. R. Fabris , Classica
Eneide : libro 4. / testo, costruzione, versione letterale interlineare [dal latino], argomento, note, scansione
metrica e cesure a cura di Domenico Barresi , Reggio Calabria : Ed. Barresi, 1951, Tip. Giuli , Collezione di
versioni di classici latini
Eneide : libro primo / introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto Marchesi ,
Torino : G. Chiantore, 1951, Tip. V. Bona , Collezione di classici greci e latini
Eneide : libro secondo / introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : G. Chiantore, 1951, Tip. V. Bona , Collezione di classici greci e latini
F. D’Alessi © 2002
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Eneide : libro 5. / introduzione, testo e commento a cura di Giuseppe Ammendola , Firenze : Ed. La Nuova
Italia, 1951, Tip. G. Carnesecchi e F. , I classici della Nuova Italia
Eneide : libro 8. / a cura di Antonio Lo Jacono , Palermo : S. Ando e F., 1951 , Scrittori latini
Eneide / tradotta [dal latino] da Annibal Caro ; con note di Dino Provenzal , Torino : S. Lattes e C., 1951 (Tip.
San, Stamperia Artistica Nazionale)
Eneide : Traduzione poetica [dal latino a cura di] Michele Simone. Vol. I. Libri I, II, III , Aversa, Caserta
L' Eneide : Libro VI. Traduzione in prosa [dal latino] e commento di Alfredo Masciullo , Torino : Sei, Soc. Ed.
Internazionale, 1951, Tip. Scuola Tip. Salesiana , Classici latini tradotti e commentati
L' Eneide : libro 11. : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note , Roma : Ed. Albrighi, Segati e
C., 1951 (Citta di Castello : Tip. S. Lapi) , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione, traduzione
letterale e note
L' Eneide / nella traduzione [dal latino] di Annibal Caro
Edizione: Edizione integrale / a cura di Arturo Carbonetto , Firenze : Ed. La Nuova Italia, 1951, Tip. Vallecchi
Le bucoliche / Virgilio ; a cura di Gaetano Foresta , Palermo : S. Ando e F., 1951 , Scrittori latini
Le Bucoliche : testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento, note, scansione metrica e
cesure / a cura di V[ito] Costa , Reggio Calabria : D. Barresi, 1951, Tip. Siclari , Collezione di versioni di
classici latini
Le Bucoliche / testo, traduzione [dal latino] e note di G. Monti , Torino : Ed. Ruata, 1951, Tip. Varetto ,
Classici latini tradotti e commentati
Libro ottavo dell'Eneide : Introduzione, argomento e commento di Carlo Penco , Milano : L. Trevisini, 1951
Virgilio Minore : Bucoliche e georgiche scelte e illustrate [da Giorgio Parenti, ] ad uso delle scuole medie
superiori , Milano : L. Trevisini, 1951
Aeneidos liber sextus / commento a cura di A. Maggi , Torino : Paravia, 1951 , Scrittori latini commentati
Ex Bucolicis et Georgicis : Carmina et fragmenta selecta notis instructa / Vergilii ; Denuo edenda curavit dr.
W. Klei , Zwolle : N. V. Uitgevers, 1951 , Selecta / onder redactie van Dr. H.W. Fortgens
Paese di pubblicazione: NL
Lingua di pubblicazione: mul
Le Egloghe / Virgilio ; introduzione, versione e note di Alessandro Annaratone , Milano : Signorelli, 1951 ,
Biblioteca di letteratura
Eneide : libro 9. / Virgilio ; introduzione, sommario e commento a cura di Aldo Marsili , Milano ; Messina,
stampa 1951 , Classici latini e greci
L' Eneide / Virgilio; tradotta da Annibal Caro; introduzione, commento e scelta a cura di Guido Di Pino;
illustrazioni originali di Luigi Epifanio
Edizione: 2. ed. riv. e accr. , Palermo : Palumbo, stampa 1951 (Palermo : Cappugi & figli)
Aeneid 6. / Virgil ; edited with introduction and commentary by Frank Fletcher , Oxford : at the Clarendon
press, [1951]
Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; a cura di Onorato Castellino e Vincenzo Peloso
Edizione: 5. ed , Torino : SEI, 1951
Castellino, Onorato <n. 1880>
Caro, Annibale <1507-1566>
L' Eneide_/ Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; inroduzione, commento e appendice a cura di
Giuseppe Morpugo
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F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
282
Edizione: 11. ed , Milano : Edizioni scolastiche Mondadori, stampa 1951
Antologia virgiliana / [a cura di] Antonio Musmarra , Palermo : G. B. Palumbo, 1950, Tip. A. Cappugi e S.
Mori , Classici latini e greci
Aeneidos liber 1. / a cura di Enzo Petrini , Brescia : Ed. La Scuola, 1950
Aeneidos liber 9. / a cura di Ervino Zorzi , Brescia : Ed. La Scuola, 1950
Aeneidos liber quartus / [introduzione e] commento a cura di Angelo Maggi , Torino : G. B. Paravia e C.,
1950 , Scrittori latini commentati
Bucoliche e georgiche : Scelta a cura di Lorenzo Giudice , Mazara, Trapani
Eneide : libro 8., Auspici e simboli della futura Roma / commento di Quirino Ficari , Messina ; Firenze, 1950
(Messina : Tip. D'Amico) , Classici latini e greci commentati per lescuole
Eneide : libro 1. / a cura di Enrico Aguglia , Palermo : S. Ando e F., 1950 , Scrittori latini
Eneide : libro 1. / commento di G. Lombardo , Messina ; Firenze, 1950 (Messina : Tip. Ditta D'amico) ,
Classici latini e greci commentati per lescuole
Eneide : libro 2. / a cura di Giuseppe Longo , Palermo : S. Ando e F., 1950 , Scrittori latini
Longo, Giuseppe <1881-1942>
Eneide : libro 2. / introduzione e commento a cura di Giuseppe Ammendola , Palermo : G. B. Palumbo,
1950, Tip. A. Cappugi e S. Mori , Classici latini e greci
Eneide : libro 4. / a cura di Emanuele Rapisarda , Palermo : S. Ando e F., 1950 , Scrittori latini
Eneide : libro 4. / introduzione e commento di Giuseppe Ammendola , Palermo : G. B. Palumbo, 1950, Tip.
G. Mori e F. , Classici latini e greci
Eneide : libro 9. / a cura di Gioacchino Natoli , Palermo : S. Ando e F., 1950 , Scrittori latini
Eneide : Libro IX. Con note di Goffredo Patriarca , Roma : Ed. Gopa, 1950, Tip. Ist. Graf. Tiberino
Eneide : libro 5. / a cura di Guido Alemagni Pimpinelli , Palermo : S. Ando e F., 1950 , Scrittori latini
Eneide : libro 9. / P. Virgilio Marone ; testo, introduzione e commento critico - filologico - esegetico di
Salvatore Sciuto , Torino : Societa Editrice Internazionale, rist. 1950 , Scrittori latini commentati per le scuole
Eneide : libro 8. / introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto Marchesi ,
Torino : A. Chiantore, 1950, Tip. V. Bona , Collezione di classici greci e latini
Georgiche : libro 3. / con introduzione e commento di Leone Riccomagno , Firenze : A. Vallecchi, 1950 ,
Biblioteca di classici greci e latini. N. S. /a cura di A. Ronconi
Le bucoliche : A cura di Salvino Chiereghin , Milano : L. Trevisini, 1950
L' Eneide : libro 10. : testo, costruzione e versione letterale [dal latino] , Roma : Ed. Albrighi, Segati e C.,
1950 (Sancasciano Pesa : Tip. F.lli Stianti) , Raccolta di autori greci e latini con lacostruzione, traduzione
letterale e note
L' Eneide / nella traduzione di Annibal Caro ; luoghi scelti ed annotati da Arturo Carbonetto , Firenze : Ed. La
Nuova Italia, 1950, Tip. A. Vallecchi
Le bucoliche : Testo con traduzione Libera e commento , Milano : Ed. Cetim, Casa Ed. Testi Istruz. Media,
1950 (Tip. Igis, Industrie Graf. Ital. Stucchi) , Cetim
Le Georgiche di Virgilio / tradotte [dal latino] in esametri italiani e postillate da Giulio Caprin. [testo latino a
fronte] , Firenze : A. Vallecchi, 1950
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Riassunto dei 12 libri della Eneide di Virgilio con la parafrasi degli episodi piu famosi / [a cura di] Ettore Bruni
, Milano : L. Trevisini, 1950 , Raccolta di testi sussidiari per gli studentidelle scuole medie
Le Georgiche : testo, costruzione, versione letterale, sommarii e note / Virgilio
Edizione: 11. ed , Roma : Napoli : Citta di Castello, 1950 , Raccolta di autori latini e greci con lacostruzione,
traduzione letterale e note
Gloria ruris : antologia delle Georgiche di Virgilio col riassunto delle parti non commentate / a cura di C.
Piazzino , Torino : Paravia, 1950 , Scrittori latini commentati
Aeneidos. Liber quintus : commento / a cura di Angelo Maggi , Torino : G.B. Paravia & C., 1950 , Scrittori
latini commentati
Eklogen : mit lateinischen Originaltext / Vergil ; Deutsche Ubertragung und Vorrede von Gottfried Preczov
Frankenstein , Klosterberg ; Basel, c1950 , Sammlung klosterberg. Reihe Europaische /hrsg. von Hans Urs
von Balthasar
Note Generali: Testo latino a fronte.
Poesia pastorale : le Dieci Egloghe / Virgilio ; con introduzione e note di Umberto Nottola , Milano : C.
Signorelli, stampa 1950 , Scrittori latini
Aeneidos. Liber sextus / P. Vergili Maronis ; a cura di Gaspare Campagna , Messina ; Milano, [prima del
1950] , Classici latini e greci
L' Eneide / [Di] Virgilio ; Tradotta da Annibal Caro e commentata da Aldo Bruscaglioni , Firenze : Barbera,
1950
Le bucoliche / Virgilio ; testo, costruzione, versione letterale e brevi note a cura di Carlo Fumagalli
Edizione: 15. ed , Roma [etc.] : Societa anonima editoriale Dante Alighieri, 1950 , Raccolta di autori latini e
greci
Eneida / Wergiliusz ; w przekladzie T. Karylowskiego ; wstepem i objasnieniami zaopatrzyl Tadeusz Sinko
Edizione: 2. wyd., zmienione , Wroclaw : Wydawnictwo Zakladu Narodowego imie nia Ossolinskich, 1950 ,
Biblioteka Narodowa. Seria 2
Paese di pubblicazione: PL
Lingua di pubblicazione: pol
8: Libro ottavo / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Chiantore, stampa1950
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
4: Libro quarto / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi , Torino : Chiantore, stampa1950
Note Generali: Con il testo orig.
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; introduzione, commento e note di Remigio Sabbadini ; revisione di Concetto
Marchesi
Le Georgiche / Virgilio ; tradotte in esametri italiani e postillate da Giulio Caprin , [Firenze] : Vallecchi,
stampa 1950
Le georgiche / di Virgilio ; tradotte in esametri italiani e postillate da Giulio Caprin , Firenze : Vallecchi,
stampa 1950
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Eneide / Virgilio ; traduzione, introduzione e note di Guido Perale , Palermo : Priulla, stampa 1950
P. Vergilii Maronis opera / recensuit, commentariolo et indice instruxit Sixtus Colombo , Torino : Societa
editrice internazionale, stampa 1950
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Aeneidos liber primus / introduzione e commento di Manlio Faggella , Lanciano : R. Carabba, 1949
Aeneidos liber primus / introduzione, argomenti e vocabolario di Lorenzo Cammelli , Milano : C. Signorelli,
1949, Tip. L. Di G. Pirola , Romana Exemplaria
Aeneidos liber quartus / introduzione, argomenti e vocabolario di Alfredo Bartoli , Milano : C. Signorelli, 1949,
Tip. L. Di G. Pirola , Romana Exemplaria
Aeneidos liber 8. / introduzione e commento di Emidio De Felice , Firenze : G. Barbera, 1949, Tip. G.
Carnesecchi e F.
Egloghe, georgiche : Commento a cura di Antonio Belli , Bergamo : Ed. Atlas, 1949, Ist. Ital. D'arti Grafiche
Eneide : libro 2. / costruzione diretta con traduzione interlineare e versione libera e note di G. Surdich ,
Padova : Ed. R. A. D. A. R., 1949 (Vicenza : Tip. Vicentina di G. Stocchiero) , Classici latini
Eneide : libro 3. / con introduzione di Giuseppe Tommasino , Bologna : Ed. Celi, Casa Ed. Libraria Ital.,
1949, Tip. L. Parma , Collana di classici latini e greci con note
Eneide : libro 3. / costruzione diretta con traduzione, introduzione e versione libera e note di G. Surdich ,
Padova : Ed. R. A. D. A. R., 1949 (Vicenza : Arti Graf. Delle Venezie) , Classici latini
Eneide : libro 4. / costruzione diretta con traduzione interlineare e versione libera e note di G. Surdich ,
Padova : Ed. R. A. D. A. R., 1949 (Vicenza : Tip. Vicentina di G. Stocchiero) , Classici latini
Eneide : libro sesto / costruzione diretta con traduzione interlineare e versione libera [dal latino] e note di G.
Surdich , Padova : Ed. R. A. D. A. R., 1949 (Vicenza : Tip. Vicentina di G. Stocchiero) , Classici latini
Eneide : libro 7. / testo, introduzione e commento critico-filologico-esegetico di Salvatore Sciuto , Torino :
Sei, Soc. Ed. Internazionale, 1949, Tip. Scuola Tip. Salesiana , Scrittori latini commentati per le scuole
Eneide : libro 8. / costruzione diretta con traduzione interlineare e versione libera e note di B. Bonci , Padova
: Ed. R. A. D. A. R., 1949 (Vicenza : Tip. V. Gualandi) , Classici latini
Eneide / nella traduzione [dal latino] di Annibal Caro ; brani scelti ed annotati a cura di Lorenzo Bianchi e
Vittorio Mistruzzi , Bologna : N. Zanichelli, 1949, Tip. Azzoguidi
Eneide / Virgilio ; traduzione introduzione e note di Guido Perale. Edizione antologica , Palermo : G. Priulla,
1949 (Vicenza, Tip. Degli Operai)
Georgicon liber 4. / a cura di Alberto Albertini , Brescia : Casa Ed. La Scuola, 1949
Le Bucoliche / [a cura] e traduzione italiana [dal latino] di Anselmo Marcoleo , Torino : Sei, Soc. Ed.
Internazionale, 1949 (Catania : Tip. F. Lli Viaggio-Campo)
I quattro libri delle Georgiche : testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare, argomento,
scansione metrica e cesure / a cura di Domenico Barresi , Reggio Calabria : D. Barresi, 1949, Tip. Giuli ,
Collezione di versioni di classici latini
Il libro 3. dell'Eneide / con introduzione e note di Lea Nissim Rossi , Firenze : F. Le Monnier, 1949, Tip. L'arte
Della Stampa , Nuova biblioteca dei classici greci e latini
Il libro 6. dell'Eneide / Giulio Enoizi ; traduzione letterale con testo a fronte e note a cura di Giulio Enoizi ;
illustrazioni di A. Bertini , Torino : Sei, Soc. Ed. Internazionale, 1949
Il poema virgiliano : Passi scelti dell'Eneide nella traduzione [dal latino] di Annibal Caro. [a cura di] Mario
Villoresi , Palermo : S. Ando e F., 1949
Le Bucoliche : (Bucolicon liber) / versione poetica [dal latino] di Virgilio Casale ; illustrazioni di Carlo
Montarsolo , Napoli : A. Guida, 1949, Tip. V. Esposito
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Le bucoliche : Costruzione diretta con traduzione interlineare e versione Libera e note di P. Fasani , Padova
: Ed. R. A. D. A. R., 1949 (Vicenza, di G. Stocchiero) , Classici latini
Le Georgiche / commentate da Giuseppe Ugolini. Libro 1 , Firenze : F. Le Monnier, 1949, Tip. E. Ariani ,
Nuova biblioteca dei classici greci e latini
Le georgiche : Libri primo e secondo. Costruzione diretta con traduzione interlineare e versione Libera [dal
latino] e note di G. Surdich , Padova : Ed. R. A. D. A. R., 1949 (Vicenza, Tip. Vicentina di G. Stocchiero) ,
Classici latini
Le georgiche : Libri Terzo e Quarto. Costruzione diretta con traduzione interlineare e versione Libera [dal
latino] e note di G. Surdich , Padova : Ed. R. A. D. A. R., 1949 (Vicenza, Tip. Vicentina di G. Stocchiero) ,
Classici latini
Musa Maggiore : Episodi scelti da tutti I libri dell'Eneide di Virgilio nella traduzione di Annibal Caro.
Prefazione, inquadramento e note di Carlo Del Grande , Napoli : L. Loffredo, 1949, Tip. R. Pironti e F.
Bucolica / P. Vergili Maronis ; con introduzione e note di Francesco Arnaldi
Edizione: Rist. della 3. ed , Milano ; Messina, 1949 , Classici latini e greci
Georgicon liber quartus / a cura di A. Albertini , Brescia : La scuola, 1949
Descrizione fisica: 144 p. ; 16.
Aeneidos. Liber quartus : commento / a cura di Angelo Maggi , Torino : G.B. Paravia & C., 1949 , Scrittori
latini commentati
The pastoral poems : a translation of the Eclogues / Virgil ; [translation] by E. V. Rieu , Harmondsworth :
Penguin, 1949 , Penguin classics
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint Denis , Paris : Les Belles Lettres, 1949 , Collection
des universités de France
Musa maggiore : Episodi scelti da tutti i libri dell'Eneide di Virgilio / Publio Virgilio Marone ; traduzione di A.
Caro ; prefazione inquadramento e note diCarlo Del Grande , Napoli : L.Loffredo, 1949
I carmi bucolici / Virgilio ; ridotti in versi italiani da V. Tamburini , Castrocaro : [s.n.]
Bucoliche e Georgiche : passi scelti e commentati / Virgilio ; con introduzione e note di Giorgio Tosi , Milano :
La Prora, 1949
Bucoliques / Virgile ; texte etabli et traduit par E. de Saint Denis
Edizione: 2. ed. revue et corrigee , Paris : Les Belles Lettres, 1949 , Collection des universités de France
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Libellus qui inscribitur Catalepton : Conspectu librorum et commentationum, notis criticis, commentario
exegetico instructus , Assen : De Torenlaan, 1949- .
Comprende: Pars 1 / edidit R.E.H. Westendorp Boerma
Pars 2 / edidit R.E.H. Westendorp Boerma
Paese di pubblicazione: NL
Eneide / Virgilio ; con prefazione, riassunti e note di Luigi Pietrobono
Edizione: 3. ed , Bologna : Cappelli, stampa 1949 , Scrittori italiani
2: Cicerone: Lettere, Pro Archia, Philippica quarta. Virgilio: Eneide (Libri 1. e 9.) / Ranieri Allulli
Edizione: 6. ed , Milano : Edizioni scolastiche Mondadori, 1949
Fa parte di: I classici latini :
Libro 6. / Virgilio
Edizione: 3. ed , Napoli : Luigi Loffredo, 1949
Fa parte di: L' Eneide / Virgilio ; introduzione e commento di Carlo Del Grande
Libro terzo : testo, costruzione, versione letterale, argomenti e note / Virgilio
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Edizione: 8. ed , Milano : Soc. editrice Dante Alighieri, 1949
Fa parte di: L' Eneide / Virgilio ; tradotta da Annibal Caro ; commentata e raffrontata col testo dal dott. Tito
Morino
Libro 6. / introduzione e commento di Leone Volpis , Milano : C. Signorelli, 1949, Tip. L. Di G. Pirola
Descrizione fisica: 198 p. ; 19 cm.
Fa parte di: Eneide / Virgilio
Vergil / (Publius Vergilius Maro) ; selections from the Eclogues, Georgics and Aeneid by W.F. Jackson
Knight , London : George Allen and Unwin ltd., 1949 , The roman world series / general editor F.Kinchin
Smith
Eneide : libro 5. / a cura di Silvio Zavatti , Messina : G. D'anna, 1949, Tip. D'amico , Classici latini e greci
commentati per lescuole
Eneide : libro 12. : testo dell'edizione nazionale / con introduzione e commento di Ettore Bolisani , Verona :
Tip. Ghidini e Fiorini, 1949
Il libro 7. dell'Eneide / commento di Quirino Ficari , Firenze : F. Le Monnier, 1949, Tip. L'arte Della Stampa
Il libro secondo dell'Eneide / Virgilio ; a cura di G. D'Amico Orsini , Firenze : Marzocco, stampa 1949 , Nuova
collezione Marzocco di classici latini
Aeneis : liber 3. / a cura di Emilio Merone , Napoli : A. Morano, 1948 , Collezione di classici latini e greci
Eneide : libro 2. / testo, costruzione diretta, versione letterale interlineare [dal latino], argomento, scansione
metrica e cesure a cura di Domenico Barresi , Reggio Calabria : Ed. Barresi, 1948, Tip. Giuli ,
Collezioversioni di classici latini
Eneide : libro 3. / testo latino, costruzione, versione italiana e note a cura di G. Franceschi , Roma : Ed.
Sormani, 1948 (Bologna : Steb, Soc. Tip. Ed. Bolognese)
Eneide : libro secondo / con introduzione e commento di Quirino Ficari , Firenze : A. Vallecchi, 1948 ,
Biblioteca di classici greci e latini. N. S. /a cura di A. Ronconi
Eneide : libro terzo / con introduzione e commento di Quirino Ficari , Firenze : A. Vallecchi, 1948 , Biblioteca
di classici greci e latini. N. S. /a cura di A. Ronconi
Eneide / Virgilio ; nella traduzione italiana di Annibal Caro ; con note e commento di Angelo Ottolini e
Caterina Vanni , Milano : Signorelli, stampa 1948
Eneide : Libro VI. Con note di Goffredo Patriarca , Roma : Ed. Gopa, 1948 (Tivoli, Tip. Ist. Graf. Tiberino)
Eneide : libro 6. / con commento e note di Fortunato Capuzzello , Roma : Albrighi, Segati e C., 1948 (Citta di
Castello : Tip. S. Lapi ; Tip. Grifani-Donati) , Collezione di classici greci e latini. Serielatina
Eneide : libro 7. / prefazione, testo e commento a cura di Arturo Carbonetto , Firenze : Ed. La Nuova Italia,
1948, Tip. E. Ariani , I classici della Nuova Italia
Eneide : libro 8. / testo latino, costruzione, versione italiana, argomenti e note a cura di G. Franceschi ,
Roma : Ed. Sormani, 1948 (Bologna : Steb, Soc. Tip. Ed. Bolognese)
Eneide : libro 11. / testo, traduzione e note a cura di Arrigo Finzi , Roma : Albrighi, Segati e C., 1948 (Citta di
Castello : Tip. Unione Arti Grafiche) , Biblioteca classica. Scrittori greci e latini
Eneide : libro 12. / testo, traduzione e note a cura di Arrigo Finzi , Roma : Albrighi, Segati e C., 1948 (Citta di
Castello : Tip. Unione Arti Grafiche) , Biblioteca classica. Scrittori greci e latini
Eneide : Passi scelti e annotati a cura di Ettore Bignone e Ines Sabbadini Caimo , Firenze : G. C. Sansoni,
1948, Tip. G. Carnesecchi e Figli
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Florilegio dell'Eneide : Libro ottavo e pagine scelte dei libri secondo, Terzo e Sesto. A cura [e introduzione] di
Giuseppe Morpurgo , Torino : S. Lattes e C., 1948, Tip. V. Bona
Georgiche : libro 2. / con introduzione e commento di Leone Riccomagno , Firenze : A. Vallecchi, 1948 ,
Biblioteca di classici greci e latini. N. S. /a cura di A. Ronconi
Georgiche : libro 3. e 4. / testo latino, costruzione, versione italiana, argomenti e note a cura di G.
Franceschi , Roma : Ed. Sormani, 1948 (Bologna : Steb, Soc. Tip. Ed. Bolognese)
Il terzo libro dell'Eneide / con note esegetiche ed estetiche di Francesco Vivona , Roma : Ed. Ausonia, 1948
(Grottaferrata : Scuola Tip. Italo-Orientale S. Nilo) , Lecta potenter
Vivona, Francesco <1866-1936>
L' Eneide / tradotta da Annibal Caro ; introduzione, commento e scelta a cura di Guido Di Pino ; illustrazioni
originali di Luigi Epifanio , Palermo : G. B. Palumbo, 1948, Tip. V. Bellotti e F.
L' Eneide : Traduzione [dal latino] in prosa e commento di Alfredo Masciullo. Libro IX , Torino : Sei, Soc. Ed.
Internazionale, 1948, Tip. Scuola Tip. Salesiana , Classici latini tradotti e commentati
Le Bucoliche : (le egloghe) / testo latino, costruzione, versione italiana, argomenti e note a cura di N.
Sanacori (e) Anselmo Di Bella , Roma : Ed. Sormani, 1948 (Bologna : Steb, Soc. Tip. Ed. Bolognese)
Le georgiche : Commento e note di Ettore Stampini. Libro I e II , Torino : A. Chiantore, 1948, Tip. V. Bona
Descrizione fisica: 8. 2 fasc. p. VII, 55
Le georgiche : Libro III. Con introduzione e note di Gino Mazzoni , Firenze : G. Barbera, 1948 (Udine, Tip. D.
Del Bianco e F.)
Pascua, rura, duces : Antologia virgiliana. Bucoliche, georgiche, Eneide. [introduzione e note a cura di]
Giuseppe Morpurgo , Torino : S. Lattes e C., 1948, Tip. V. Bona
Titiro, Alessi e Pollione : traduzione poetica della prima, seconda e quarta ecloga di V. / [a cura] di Natalino
Pennestri , Reggio Calabria : Ed. Barresi, 1948, Tip. Giuli
Eneide / Virgile ; texte etabli par Henri Goelzer et traduit par Andre Bellesort
Edizione: 6. ed , Paris : Les belles lettres, 1948
Descrizione fisica: 2 v. ; 20 cm. , Collection des universités de France
Georgicon. Liber secundus / Virgilio ; introduzione e commento di Giorgio Castello , Milano : Carlo Signorelli,
stampa 1948 , Scrittori latini
Eneide / Virgilio ; nella versione poetica e col commento di Guido Vitali , Milano ; Varese
Le Georgiche / di Virgilio ; [versione italiana di Giulio Caprin ; con acquaforti di Manzu] , Milano : Hoepli,
stampa 1948
Note Generali: Ed. di 165 esempl. num.
In custodia
Eneide / Publius Vergilius Maro ; tradotta [dal latino] da Annibal Caro ; testo integrale con prefazione e note
di Luigi Pietrobono , Bologna : L. Cappelli, 1948 , Scrittori italiani
Libro 11. / Virgilio , Milano : Signorelli, 1948
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; versione in prosa con introduzione a cura di Alfredo Bartoli
Aeneidos. Libri 1.-6 / P. Vergili Maronis ; curavit Henricus Francois
Edizione: 2. reimpresion , Buenos Aires : Coni, 1948
Note Generali: Sul front.: Universidad de Buenos Aires. Instituto de Filologia : seccion clasica.
Eneide : libro 1. / P. Virgilio Marone ; testo latino, costruzione, versione italiana a cura di A. De Giusto
Edizione: 2. ed , Roma : Sormani, 1948 , Avia pervia di testi latini
Eneide : canto 9. / Virgilio ; a cura di Luigi Dal Santo , Varese ; Milano, 1948
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Georgiche : libro 3. / con note esegetiche ed estetiche di Arturo Carbonetto
Edizione: 2. ed , Firenze : La nuova Italia, 1947 , I classici della Nuova Italia
Le Bucoliche ; le Georgiche / [la 1. opera] col commento di Carlo Landi ; [la 2. opera] scelta e commento di
Enrico Longi , Firenze : F. Le Monnier, 1947, Tip. L'arte della Stampa
Aeneidos liber secundus / testo [a cura] di Remigio Sabbadini ; commento a cura di Angelo Maggi , Torino :
G. B. Paravia e C., 1947 , Scrittori latini commentati
Aeneidos liber tertius / testo [a cura] di Remigio Sabbadini ; commento a cura di Angelo Maggi , Torino : G.
B. Paravia e C., 1947 , Scrittori latini commentati
Eneide : Libro I. Saggio introduttivo e commento di Armando Salvatore , Napoli : L. Loffredo, 1947, Tip. R.
Contessa
Eneide : Libro II. Con note di Goffredo Patriarca , Roma : Ed. Gopa, 1947, Tip. L'airone
Eneide : libro 2. / a cura di Manlio Faggella , Ascoli Piceno : Tip. Lit. Editrice, 1947 , Classici latini
commentati per le scuole
Eneide : Libro II. Con introduzione e note di Giovanni Comes , Padova : Cedam, Casa Ed. Dott. A. Milani,
1947, Tip. La Garangola
Eneide : libro 3. : testo latino, traduzione letterale, traduzione libera, annotazioni , Milano : Ed. Cetim, Casa
Ed. Testi Istruzione Media, 1947 (Igis, Ind. Graf. Ital. Stucchi) , Cetim
Eneide : libro 4. : testo latino, traduzione letterale, traduzione libera, annotazioni , Milano : Cetim, Casa Ed.
Testi Istruzione Media, 1947 (Tip. Igis, Ind. Graf. Ital. Stucchi) , Cetim
Liber tertius , Torino etc. : Paravia, stampa 1947
Fa parte di: P. Vergilii Maronis Aeneidos / testo di Remigio Sabbadini ; commento a cura di Angelo Maggi
Liber secundus , Torino etc. : Paravia, stampa 1947
Fa parte di: P. Vergilii Maronis Aeneidos / testo di Remigio Sabbadini ; commento a cura di Angelo Maggi
Liber primus , Torino etc. : Paravia, stampa 1947
Fa parte di: P. Vergilii Maronis Aeneidos / testo di Remigio Sabbadini ; commento a cura di Angelo Maggi
Il Lavoro dei campi. Libro primo delle Georgiche / Virgilio ; traduzione, introduzione e note a cura di
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Eneide : libro 6. / con introduzione e commento di Lorenzo D'Amore ; testo dell'edizione nazionale , Roma :
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Eneide : libro 6. / introduzione e commento di Manlio Faggella , Messina : G. D'anna, [1947] , Classici latini e
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Eneide : libro 6. : testo latino, traduzione letterale, traduzione Libera, annotazioni , Milano : Cetim, Casa Ed.
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L' Eneide : Libro IV. Traduzione in Lingua italiana corredata di note grammaticali e sintattiche riferentesi A
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L' Eneide : Libro V. Traduzione in prosa e commento di Alfredo Masciullo , Torino : Sei, Soc. Ed.
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Le bucoliche di Virgilio : Versione poetica [a cura di] Ernesto Taraschi , Napoli : Tip. V. Scarpati, [1947]
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Eneide. Libro ottavo : testo introduzione e commento / a cura del prof. G. Munno , Firenze : L. Macri, 1947 ,
Classici latini commentati per le scuole
Aeneidos liber primus / testo di R. Sabbadini ; commento a cura di A. Maggi , Torino : Paravia & C., 1947 ,
Scrittori latini commentati
2: Les georgiques / Virgile ; texte etabli et traduit par Henri Goelzer
Edizione: 5. ed , Paris : Les belles lettres, 1947
Fa parte di: Oeuvres / Virgile
L' Eneide. Libro 1. / commento di A. Salvatore , Napoli : Loffredo, 1947
Note Generali: Testo latino.
Livre 6. / Virgile : avec commentaire litteraire, etude de la langue et de la versification et lexique des noms
propres par A. M. Guillemin
Edizione: 2. ed , Paris : Libraire A. Hatier, imp. 1947
Fa parte di: Eneide / Virgile
Libro 6. / Virgilio ; col commento di Carlo Giorni ; riveduto da Nicola Terzaghi , Firenze : Sansoni, stampa
1947
Fa parte di: Eneide / Virgilio
P. Virgilii Maronis Opera / recensuit, commentariolo et indice instruxit Sixtus Colombo , Torino : Societa
editrice internazionale, 1947
Libro 1. / Virgilio , Milano : Signorelli, stampa 1947
Fa parte di: Eneide / Virgilio ; versione in prosa con introduzione a cura di Alfredo Bartoli
Le Bucoliche / Virgilio ; a cura di Francesco Della Corte
Edizione: 5. ed , [Milano] : Edizioni scolastiche Mondadori, stampa 1947 , Collana di testi latini e greci /
diretta daA. Rostagni
L' Eneide. Libro 1. / P. Virgilio Marone ; saggio introduttivo e commento di Armando Salvatore , Napoli :
Loffredo, stampa 1947
F. D’Alessi © 2002
F. D'ALESSI - Letteratura latina - Parte II,3 - Il periodo classico
290
Le Bucoliche / Virgilio ; introduzione, testo, note e traduzione a cura di Onorato Tescari , Milano : IEI, stampa
1947 , Classici greci e latini
Note Generali: Testo orig. a fronte.
Eneide. Libro 4. / Virgilio ; a cura di Ettore Paratore , Roma : Gismondi, 1947 , Convivium
Egloghe / Virgilio ; introduzione versione e note di Alessandro Annaratone , Milano ; Signorelli, 1947 ,
Biblioteca di letteratura
Les pages immortelles de Virgile / choises et expliquees par Jean Giono , Paris : Correa, [1947] , Les pages
immortelles
P. Vergili Maronis Aeneidos liber sextus / a cura di Gaspare Campagna
Edizione: 6. ed , Milano ; Messina, stampa 1947 , Classici latini e greci
Eneide / Virgilio ; nella traduzione di Annibal Caro ; con riassunti di collegamento e note di Manara Valgimigli
, Firenze : Le