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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/31/2012; “TAXE PERÇUE” “TASSA RISCOSSA” 3,00 euro contiene I.P. Anno LIX | n. 7 | 10 aprile 2015 | www.cittanuova.it Collana TESTI PATRISTICI ALLE RADICI DELLA NOSTRA CULTURA !GOSTINO'IROLAMO/RIGENE !MBROGIO"ASILIODI#ESAREA 4EODORETODI#IRRO'IOVANNI #RISOSTOMOxTRAIL))EIL6))SECOLO I0ADRIDELLA#HIESAHANNOPOSTOLE FONDAMENTADELLANOSTRACULTURAATTRAVERSO UNDIALOGOVIVACEEINTENSOCONLATRADIZIONE GRECAEBRAICAEROMANAVALORIZZANDO ILMESSAGGIOEVANGELICOEMETTENDOLOA DISPOSIZIONEDIUNACOMUNITËVIVA 5NIMMENSOPATRIMONIODIFEDECULTURA DOTTRINAOGGIDISPONIBILENELLACOLLANA Testi PatristiciINTRADUZIONEITALIANAOLTRE TESTICURATIDAIMAGGIORISTUDIOSIDI LETTERATURACRISTIANAANTICA .ELMESEDIAPRILEINPROMOZIONE CONILDISCONTO VIA0IEVE4ORINAs2/-!sTELsDIFFUSIONE CITTANUOVAITswww.cittanuovaeditrice.it Il punto PAPA BERGOGLIO di Michele Zanzucchi LA MISERICORDIA COME MODO DI VIVERE Queste parole sono una forte sollecitazione per tutti. Non si tratta di condannare chi ha peccato, chi ha sbagliato, né di emarginare chi è malato o solo. Si tratta invece di trasfondere la misericordia di Dio ovunque il cristiano si trovi a camminare. Il che vuol dire semplicemente amare. Un corollario importante di questo “clima di misericordia” riguarda i pastori della Chiesa, in particolare i confessori, che da tempo il papa invita ad evitare di “porre l’asticella troppo alta” per coloro che nel confessionale cercano il perdono di Dio e degli uomini, pensando piuttosto a offrire ai penitenti Ciro Fusco/Ansa È passata ormai una dozzina di giorni dalla visita a Napoli di papa Francesco, visita che ha segnato un punto di non ritorno non solo per la città partenopea ma per tutta la cattolicità. Pochi giorni dopo l’annuncio dell’anno santo straordinario dedicato alla misericordia, Bergoglio a Napoli ha dato parole e gesti alla sua intuizione: il nostro mondo ha bisogno di una nuova immersione nel gran mistero della misericordia di Dio. Per suscitare la corrispondente misericordia degli uomini. Ho seguito la visita del papa a Napoli con grande interesse, anche perché ero venuto a conoscenza del fatto che, nelle settimane che l’avevano preceduta, Bergoglio aveva sconvolto il programma propostogli, centrando i propri interventi sulle piaghe della città e sulle grandi potenzialità dei suoi abitanti. A Poggioreale, il carcere napoletano, così si è espresso LOSDSD©$YROWHFDSLWDGLVHQWLUVLGHOXVLVÀGXFLDWL abbandonati da tutti: ma Dio non si dimentica dei VXRLÀJOLQRQOLDEEDQGRQDPDL(JOLqVHPSUHDO QRVWURÀDQFRVSHFLDOPHQWHQHOO·RUDGHOODSURYDqXQ Padre “ricco di misericordia” che volge sempre su di noi il suo sguardo sereno e benevolo, ci attende sempre a braccia aperte. Questa è una certezza che infonde consolazione e speranza, specialmente nei PRPHQWLGLIÀFLOLHWULVWL$QFKHVHQHOODYLWDDEELDPR sbagliato, il Signore non si stanca di indicarci la via del ritorno e dell’incontro con lui». un piano inclinato che possa portarli a riemergere dal SHFFDWRSHUVLQRGDOO·DIÀOLD]LRQHDOODPDODYLWDDQRQ soccombere al pessimismo, a ritrovare la speranza di Gesù. Questo piano inclinato è indiscutibilmente la misericordia del confessore, in primis, ma anche dei cristiani, che evidenzia quella di Dio. Ha stupito anche stavolta la condanna papale, senza se e senza ma, del malaffare, della corruzione, della PDODYLWDGLWXWWHOHPDÀHHGLWXWWHOHOREE\GHOOD tendenza troppo diffusa a non tenere in nessun conto il bene comune e la presenza dei poveri, dei SLGHEROL(QHOFRQWHPSRKDFROSLWRO·DWWHQ]LRQH del papa a chi è peccatore ma vuole tirarsi fuori… L’invito ai confessori ad essere più misericordiosi verso le debolezze degli uomini e delle donne va di pari passo con la condanna della corruzione, a tutti i livelli. Insomma, il prete ha da condannare GXUDPHQWHTXDQWRYDFRQWURLOEHQHFRPXQHPD ha nel contempo da accogliere la sofferenza della singola persona con misericordia. Anche questo ci ricorda la Pasqua appena trascorsa. PAGINA PAGINA 8 18 Primo piano Quale pensione per i precari? Si prevede una società di anziani poveri di Carlo Cefaloni In copertina: Armeni in preghiera. Il primo genocidio del ‘900 deve essere riconosciuto (p. 20-22). Foto di Michele Zanzucchi Opinioni 3 6 13 51 82 Ebola Fabrizio Pulvirenti, il primo italiano contagiato e guarito, ci racconta come si è salvato di Aurelio Molè Sommario Attualità 54 Solidarietà a cura di Tomaso Comazzi Guardiamoci attorno 14 Tunisia, popoli fratelli di Massimo Toschi 60 16 La Buona Scuola esiste già di Patrizia Bertoncello Nuova legge sul fine vita di Jean-Michel Merlin 70 Media di Claudia Di Lorenzi 28 Disordine mondiale di Pasquale Ferrara Ping Pong di Vittorio Sedini 34 Prendersi cura dell’Italia è possibile di Roberta Formisano e Maddalena Maltese Se posso di Piero Coda 45 50 anni fa su Città Nuova a cura della Redazione Invito alla lettura di Elena Cardinali Il Punto di Michele Zanzucchi Editoriali di Iole Mucciconi, Paolo Crepaz e Fabio Ciardi Penultima fermata di Elena Granata Quindicinale di opinione del Movimento dei focolari fondato nel 1956 da Chiara Lubich con la collaborazione di Pasquale Foresi DIRETTORE RESPONSABILE – Michele Zanzucchi CAPOREDATTORE – Aurelio Molè REDAZIONE - Sara Fornaro – Maddalena Maltese Giulio Meazzini - Aurora Nicosia – Oreste Paliotti EDITORIALISTI – Vera Araújo – Gianni Bianco - Luigino Bruni – Vincenzo Buonomo – Roberto Catalano – Fabio Ciardi - Piero Coda – Paolo Crepaz Michele De Beni – Pasquale Ferrara - Alberto Friso – Lucia Fronza Crepaz Alberto Ferrucci - Anna Granata - Elena Granata - Gennaro Iorio - Alberto Lo Presti – Paolo Lòriga - Iole Mucciconi - Alessandra Smerilli 52 Lo faccio domani… o forse no di Aurora Nicosia Famiglia e società 23 À come pubblicitÀ di Raffaele Cardarelli 24 Lo sguardo di Gabriele di Aurelio Molè 25 26 Cittadinanza di Carlo Cefaloni Vita di sposi di Maria e Raimondo Scotto COLLABORATORI – Ezio Aceti – Chiara Andreola – Raffaele Arigliani Paolo Balduzzi – Mariagrazia Baroni – Patrizia Bertoncello - Giovanni Bettini – Maria Chiara Biagioni – Riccardo Bosi – Raffaele Cardarelli Elena Cardinali – Cristiano Casagni – Giovanni Casoli – Marco Catapano Francesco Châtel – Giuseppe Chella – Tomaso Comazzi - Franz Coriasco Mario Dal Bello – Paolo De Maina – Raffaele Demaria – Maria Pia Di Giacomo - Claudia Di Lorenzi – Giuseppe Distefano – Costanzo Donegana Tonino Gandolfo – Annamaria Gatti – Michele Genisio – Letizia Grita Magri – Benedetto Gui – Annalisa Innocenti – Pasquale Ionata – Pasquale Lubrano – Andrea F. Luciani – Spartaco Mencaroni - Tanino Minuta – Enzo Natta – Cristina Orlandi – Maria Rosa Pagliari – Tamara Pastorelli - Vittorio Pelligra – Lauretta Perassi – Maddalena Petrillo Triggiano – Giovanna Pieroni – Adriano Pischetola – Daniela Ropelato – Lorenzo Russo – Maria e Raimondo Scotto – Vittorio Sedini – Lella Siniscalco – Mario Spinelli Beatrice Tetegan - Edoardo Zaccagnini CORRISPONDENTI DALL’ESTERO – Alberto Barlocci (Cile) Michel Bronzwaer (Olanda) – Luigi Butori (Thailandia) - Ed Herkes (Belgio) – Antonio Faro (Brasile) – Carlo Maria Gentile (Filippine) Frank Johnson (Gran Bretagna) – Silvano Malini (Uruguay) Javier Rubio Mercado (Spagna) - Jean–Michel Merlin e Alain Boudre (Francia) - Liliane Mugombozi (Kenya) – Djuri Ramac (Slovenia) Joachim Schwind (Germania) - Clare Zanzucchi (Stati Uniti) CORRISPONDENTI IN ITALIA – Loreta Somma (Campania) – Tobia Di Giacomo (Piemonte) - Silvano Gianti (Liguria) – Patrizia Labate (Calabria) Emanuela Megli (Puglia) – Tiziana Nicastro (Emilia–Romagna) - Stefania Tanesini (Toscana) PROGETTO GRAFICO – Umberto Paciarelli GRAFICA E FOTOGRAFIA – Umberto Paciarelli - Giuseppe Distefano SEGRETERIA DI REDAZIONE – Carlo Cefaloni (responsabile) Edoardo Mastropasqua – Luigia Coletta – Roberta Ruggeri ABBONAMENTI – Antonella Di Egidio – Desy Guidotti - Marcello Armati PROMOZIONE E DIFFUSIONE – Marta Chierico COLLABORATORI SITO – Elena Cardinali – Paolo Friso – Paolo Monaco Valentina Raparelli – Franco Fortuna - Antonella Ferrucci PAGINA 30 Tecnologia L’avvento delle macchine intelligenti e la profilazione di massa: privacy a rischio di Giulio Meazzini 26 27 Dal vivo e spiritualità 56 46 Reportage Ho Chi Minh City, in Vietnam, simbolo di un Paese in continua crescita di George Ritinsky A tu per tu con i giovani di Ezio Aceti Parlami d’amore di Tamara Pastorelli PAGINA PAGINA 55 58 59 La pista di Pietro di Lorenzo Russo 76 Un’idea per l’ambiente | tratto da “Big” Buon appetito con… di Cristina Orlandi Alimentazione di Giuseppe Chella Educazione sanitaria di Spartaco Mencaroni Mai fermarsi alla soglia del dolore di Mariagrazia Baroni 38 Fanno parte di noi di Maria Pia Di Giacomo 39 Per continuare a essere padre a cura di Gianfranco Restelli 62 40 Una goccia di eterno infinito di Tanino Minuta Francesco D’Assisi approda a New York di Egidio Canil 64 41 Ci ha spalancato il cuore di Jesús Castellano Cervera Satana: l’avversario di sempre di Michele Genisio 66 42 Con lo stesso corpo e lo stesso sangue di Chiara Lubich La visione del mondo di Einstein di Marco Bernardoni 68 44 L’amore universale a cura di Roberto Catalano Il piacere di leggere a cura di Gianni Abba UFFICIO PUBBLICITÀ via Pieve Torina, 55 00156 ROMA | tel. e fax 06 96522201 uffi[email protected] UFFICIO ABBONAMENTI via Pieve Torina, 55 | 00156 ROMA tel. 06 3216212 - 06 96522200-201 | fax 06 3207185 [email protected] Arte e spettacolo Vita sana 36 DIREZIONE e REDAZIONE via Pieve Torina, 55 | 00156 ROMA tel. 06 96522200 - 06 3203620 r.a. | fax 06 3219909 [email protected] Hockey La nazionale femminile italiana punta alla qualificazione alle Olimpiadi 2016 di Marco Catapano Cultura e tendenze 69 In libreria a cura di Oreste Paliotti 71 Il Principe dei sogni di Mario Dal Bello 72 73 Televisione di Eleonora Fornasari 74 Musica leggera di Franz Coriasco CD e DVD novità 75 Musica classica di Mario Dal Bello Appuntamenti a cura della Redazione Cinema di Giovanni Salandra, Cristiano Casagni e Raffaele Demaria Teatro di Giuseppe Distefano In dialogo 78 79 La posta di Città Nuova Incontriamoci a Città Nuova... Questo numero è stato chiuso in tipografia il 24-3-2015. Il numero 6 del 25-3-2015 è stato consegnato alle poste il 24-3-2015 Segnaliamo su www.cittanuova.it SOCIETÀ Tutela dei minori davanti alla tv: un fallimento di Claudia Di Lorenzi POLITICA Caso Ruby, Berlusconi assolto in Cassazione di Orazio Moscatello ANNIVERSARI «Oh! Oh! Mi è semblato di vedele un gatto» di Michele Genisio E d i tA ot truiaal iltià Politica italiana Calcio di Iole Mucciconi di Paolo Crepaz Un nuovo caso di malagestione delle risorse pubbliche ha investito il governo e costretto alle dimissioni il ministro Lupi. «Un buco di 218 milioni, un debito sportivo di 74: questo vuol dire aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Vivere Al centro della questione, le modalità di gestione dei lavori pubblici più importanti del Paese, valore miliardi di HXURDIÀGDWLDXQFLUFRORFKLXVRLPSHQHWUDELOHDPROWH imprese e in stridente contrasto con i principi di concorUHQ]DHIÀFLHQ]DHGHFRQRPLFLWj &RUUX]LRQH"$GHÀQLUHODSRUWDWDSHQDOHGHLIDWWLSHQVHUj OD PDJLVWUDWXUD ,QWDQWR FL VL SXz PLVXUDUH FRQ O·DWWLYLWj GHOO·DOWDDPPLQLVWUD]LRQHFKHHPHUJHGDOODYLFHQGD,OGLWRqSXQWDWRVRSUDWWXWWRVXOGRWWRU(UFROH,QFDO]D´VXSHU EXURFUDWHµDOXQJRDFDSRGLXQDFRVLGGHWWD´VWUXWWXUDGL PLVVLRQHµ 4XHVWH VWUXWWXUH QDVFRQR FRQ DWWL SROLWLFL SHU SRUWDUHDFRPSLPHQWRXQ·DWWLYLWjEHQGHÀQLWDHDYLWDOLmitata: se ne costituisce una per realizzare un progetto (da TXLLOQRPHHQWURXQWHPSRGHWHUPLQDWRSHUSRLFKLXGHUH LEDWWHQWL8QHOHPHQWRGLÁHVVLELOLWjRUJDQL]]DWLYD²DQFKH VRWWR LO SURÀOR GHOO·DVVXQ]LRQH GHO SHUVRQDOH ² FKH QHOOH JUDQGL DPPLQLVWUD]LRQL GL FHUWR SXz HVVHUH PROWR XWLOH (OHPHQWRFKHWURSSRVSHVVRqSHUzXWLOL]]DWRSHUÀQDOLWj FKHSRFRKDQQRDFKHIDUHFRQO·LQWHUHVVHSXEEOLFR Nel caso in questione, la struttura fungeva da involucro SHUXQDJHVWLRQH´GRPHVWLFDµGHJOLDSSDOWL5HD]LRQHVL JULGDDOORVFDQGDORSHUFKpJOLDOWLEXURFUDWLVRQRLQDPRvibili, nei decenni si impadroniscono di tutti gli spazi e i PLQLVWULÀQLVFRQRSHUHVVHUQHYLWWLPH3UREOHPDYHFFKLR e già affrontato con il cosiddetto spoil system (sistema delle spoglie) per cui spetta a ogni nuovo ministro noPLQDUH L YHUWLFL GHL PLQLVWHUL 0D OD YLFHQGD GHO GRWWRU ,QFDO]DHYLGHQ]LDSURSULROHFRQWUDGGL]LRQLGHOVLVWHPD egli infatti è stato sempre, governo dopo governo, riFRQIHUPDWRGDWXWWLLPLQLVWULFRQXQDVRODHFFH]LRQH,O tema quindi non è solo amministrativo, ma riguarda il FRUUHWWRHVDQRUDSSRUWRWUDSROLWLFDHDPPLQLVWUD]LRQH 7DQW·qFKHRUDVLSHQVDDXQ·DOWUDVROX]LRQHFKHIDSHUQR VXOO·REEOLJRGLURWD]LRQHGHLGLULJHQWL3DUDGRVVDOPHQWH XQD OLPLWD]LRQH DO SRWHUH SROLWLFR VSHULDPR VLD VXIÀciente a ripristinare buon governo e nuova autorevolezza GHOODSROLWLFD FRQSLXPLOWjQRQYXROGLUHHVVHUHSRYHULPDYHULªKD scritto il sindaco di Parma, Pizzarotti, commentando il GLVDVWURÀQDQ]LDULRGHOFOXEFDOFLVWLFRGHOODFLWWj,IDWWL VRQR QRWL XQ PDQFDWR SDJDPHQWR GHOO·,USHI XQ ULFRUVR UHVSLQWR LO SUHVLGHQWH *KLUDUGL FKH VL GLPHWWH YRFL GL cessione della società a un petroliere albanese, poi a un gioielliere di pari origine, poi a una cordata russo-ciprioWDDOFXQLJLRFDWRULFKHUHVFLQGRQRLOFRQWUDWWR&DVVDQR in primisTXDWWURSUHVLGHQWLLQWUHPHVLGLFXLO·XOWLPR *LDPSLHWUR 0DQHQWL DUUHVWDWR SHU ULFLFODJJLR PHQWUH *KLUDUGL q LQGDJDWR SHU EDQFDURWWD IUDXGROHQWD ULQFRUUHQGRO·XWRSLDGLVFRYDUHXQWDOHQWRDYHYDJLRFDWRUL DELODQFLRPDFKHGDVHWWHPEUHQRQSDJDYD(PHUJRQR LQTXLHWDQWLFRQIHUPHGLLQÀOWUD]LRQHPDÀRVDXQIDFFHQGLHUHDVXRWHPSRDUUHVWDWRDVVLHPHD0DVVLPR&LDQFLPLQRXQH[HUJDVWRODQRFKHYDQWDFRQRVFHQ]HDOWRORFDWH XQDEDQGDGLKDFNHUFKHSURJHWWDXQSLDQRGLVRWWUD]LRQH HULFLFODJJLRGLGHQDUR ,OWULEXQDOHGLFKLDUDLOIDOOLPHQWRGHOODVRFLHWjFKHLO PDJJLR YHUUj PHVVD DOO·DVWD VH XQ DFTXLUHQWH YHUVHUj L 74 milioni di debiti, il Club potrà iscriversi alla serie B, DOWULPHQWLLOIXWXURVDUjLQVHULH'/D/HJD&DOFLRSHU garantire la regolare conclusione del Campionato, fornisce al Parma 5 milioni di euro e i giocatori onorano il FDPSRPDVLVFRSUHFKHSURSULROD/HJDQHOKDLQsabbiato tre relazioni, sempre più allarmate, sulla situa]LRQHHFRQRPLFDGHO3DUPDIRUQLWHGDOOD&RYLVRFO·RUJDQLVPRGLFRQWUROORGHOOHVRFLHWjGLFDOFLR,OFUDFN3DUPD non è fatto isolato, come qualcuno tenta di far apparire, ma la punta di un iceberg di un intero sistema, quello GRUDWRGHOSDOORQHFKHVWDYLYHQGRDOGLVRSUDGHOOHSURSULHSRVVLELOLWj3HUFROSDGLGHOLQTXHQWLVFULWHULDWL3DUPDVHGHGDOGHOO·$XWRULWjHXURSHDSHUODVLFXUH]]D alimentare, non appare oggi, suo malgrado, sede della siFXUH]]DÀQDQ]LDULD&KLVVjVHODSXzDLXWDUHLOPRWWRVXOlo stemma della città, una croce azzurra in campo oro: ©7UHPLQRLQHPLFLSHUFKpOD9HUJLQHSURWHJJH3DUPDª Spoil system o rotazione? 6 Città Nuova - n. 7 - 2015 C’è solo il Parmacotto? Società Più che testimoni: profeti di Fabio Ciardi Ercole Incalza sullo fondo e Maurizio Lupi nello studio di “Porta a porta”. Il fallimento del Parma è un richiamo a tutto il mondo del calcio. Un fermoimmagine di un video dell’Isis. ANSA Elisabetta Baracchi/Ansa q DQGDWD LQFRQWUR 1RQ FRVu L JLRYDQL FKH SURJUDPPDQR DWWDFFKL LQ VLQFURQLD EHQH FRVFLHQWL FKH VDOWHUDQQR LQ DULD $OFXQL DJLVFRQR SHUFKp GLVSHUDWL LJQRUDQWL VHQ]DIXWXURPD DOWUL KDQQR XQD IRUPD]LRQH VROLGD XQ addestramento professionale di alto livello, a cominciaUHGDJOLDWWHQWDWRULGHOO·VHWWHPEUHQHJOL6WDWL8QLWL&L LQTXLHWDVDSHUHFKHPLJOLDLDGLJLRYDQLSDUWRQRGDOO·(XURSD DOFXQL GDOOD QRVWUD ,WDOLD SHU DUUXRODUVL LQ HVHUFLWL FKH IDQQR GHOOH VWUDJL XQD VWUDWHJLD EHOOLFD FDOFRODWD Alcuni, pur provenienti da famiglie immigrate dal Nord $IULFDHGDO0HGLR2ULHQWHVRQRQDWLLQ3DHVLHXURSHL QH VRQR FLWWDGLQL D WXWWL JOL HIIHWWL KDQQR VWXGLDWR QHOOH QRVWUHVFXROH1RQF·qVWDWRDQFRUDPRGRGLDQDOL]]DUHLO IHQRPHQRLQSURIRQGLWjGLIDUHULFHUFKHHDQDOLVLVLJQLÀFDWLYHSHUFRPSUHQGHUQHOHUHDOLPRWLYD]LRQL(TXHVWR ODVFLDDQFRUDSLVJRPHQWL 6RUJH FRPXQTXH OD GRPDQGD FRVD QRQ KD IXQ]LRQDWR QHO SURFHVVR GL LQWHJUD]LRQH" 3HUFKp TXHVWL JLRYDQL ULÀXWDQR LO PRGHOOR GL VRFLHWj QHO TXDOH VRQR LQVHULWL DO SXQWRGDFRPEDWWHUORQHOODYRORQWjGLGLVWUXJJHUOR"6RQR WXWWLVXJJHVWLRQDWLPDQLSRODWLSODJLDWL"2SSXUHVRQRDWWUDWWL GD XQ·XWRSLD DOWD GD XQD SURSRVWD IRUWH WDOPHQWH convincente da essere pronti a dare la vita (letteralmente, ÀQRDPRULUHSHUHVVD" 5LSHQVR DOOH SDUROH GL 3DROR 9, ©,O PRQGR DVFROWD SL YROHQWLHULLWHVWLPRQLFKHLPDHVWULªULSUHVHGD*LRYDQQL 3DROR,,FKHDJJLXQJHYD©2VHDVFROWDLPDHVWULORID SHUFKp VRQR WHVWLPRQLª 3DUROH VDFURVDQWH PD FKH RJJL IRUVH QRQ EDVWDQR SL 0DHVWUL H WHVWLPRQL GHYRQR WUDVIRUPDUVLLQSURIHWLSHUDQQXQFLDUHFLzLQFXLFUHGRQR 3HUXQIDOVRULVSHWWRGHOO·DOWURFLVLDVWLHQHHVLLQYLWDDG astenersi da ogni proposta di ideale; in nome del politically correctVLULQXQFLDDGRIIULUHYDORULHSULRULWjVLKD SDXUDGLVFKLHUDUVL/DYLDSHUO·RJJLPLVHPEUDTXHOODGL riscoprire la nostra vocazione profetica, ritrovare la viVLRQHHYDQJHOLFDGLXQPRQGRQXRYRHDYHUHO·DXGDFLDGL SURSRUOD Giuseppe Lami/Ansa La bambina che esplode nel supermercato con il suo carico di tritolo comandato a distanza è forse ignara del destino a cui Città Nuova - n. 7 - 2015 7 P r i m Aot t pu ai lai nt ào PREVIDENZA di Carlo Cefaloni N HOO·XOWLPRÀOPGHOGXRFRPLFR )LFDUUDH3LFRQHO·XQLFRPRGR SHUFDPSDUHDO6XGqTXHOORGL IDUVL GDUH L VROGL GHOOD SHQVLRQH GDL QRQQL 6FKHU]DQR PD QRQ WDQWR 4XDQGR TXHVWL JLRYDQL VDUDQQR YHFFKL WURYHUDQQR DQFRUD DSHUWDODFDVVDGHOO·,VWLWXWRQD]LRQDOH GHOOD SUHYLGHQ]D VRFLDOH IRQGDWR QHO " /·,QSV KD HURJDWR SUHVWD]LRQL QHO SHU PLOLDUGL GL HXUR HG q TXLQGL XQ JLJDQWH D OLYHOORPRQGLDOHGDTXDQGRQHOKD LQFRUSRUDWR O·,VWLWXWR SUHYLGHQ]LDOH GHL GLSHQGHQWL SXEEOLFL ,QSGDS H TXHOORGHLODYRUDWRULGHOORVSHWWDFROR HGHOORVSRUW(QSDOV,OFHQWURVWXGL ´,WLQHUDUL SUHYLGHQ]LDOLµ ODYRUDQGR VX QXPHUL VLPLOL GHO KD GHÀQLWRLQPLOLDUGLGLHXURODVSHVD SHQVLRQLVWLFD YHUD H SURSULD DO QHWWRGHOOHLPSRVWH,OFRQIURQWRFRQOH HQWUDWH FRQWULEXWLYH JHQHUD XQ VDOGR SRVLWLYRFKHQHOqVWDWRVHFRQGRLO´5DSSRUWRVXOODVSHVDVRFLDOHµ GL SURVVLPD SXEEOLFD]LRQH FXUDWR GDOO·XQLYHUVLWj /D 6DSLHQ]D GL 5RPDSDULDPLODUGLGLHXUR ,OEDQFRUHJJH$QFRUDSHUTXDQWR" 90 mila euro al mese? ´/HJJLQHµ GL SUHSHQVLRQDPHQWR KDQQR VFDULFDWR GDL FRQWL GHOOH LPSUHVHODYRUDWRULDQFRUDDWWLYLPHQWUH JOL LQWHUYHQWL VWUXWWXUDOL VXOOD SUHYLGHQ]D FRPSRUWHUDQQR O·DOOXQJDPHQWR GHL WHPSL QHFHVVDUL SHU PDWXUDUH XQD SHQVLRQH FKH VDUj GL LPSRUWR VHPSUH SL ULGRWWR 8Q GLVFRUVR D SDUWH PHULWHUHEEHUR OH SHQVLRQL FRVLGGHWWH G·RUR 6HFRQGR )DELR 3DYHVL GH Il Sole 24 ore LQ PLOD SHUFHSLVFRQR XQ YHUVDPHQWR DQQXR VXSHULRUHDPLODHXURSHUXQWRWDOHGLPLOLDUGL,OSULPDWRVSHWWDD XQH[GLULJHQWH7HOHFRPFRQPLOD HXURPHQVLOL 'DO QXRYR SUHVLGHQWH GHOO·,QSV O·HFRQRPLVWD 7LWR %RHUL PROWL VL DWWHQGRQR OD SURSRVWD GL WDJOL DJOL 8 Città Nuova - n. 7 - 2015 QUALE PENSIONE PER I PRECARI? MOLTEPLICI FATTORI FANNO PREVEDERE UNA SOCIETÀ DI ANZIANI POVERI. CONTRIBUTI PER UN DIBATTITO DOVEROSO NELL’INTERVISTA ALL’ECONOMISTA FELICE ROBERTO PIZZUTI CESARE ABBATE/ANSA Anziani di oggi. L’instabilità del lavoro e il calo demografico minacciano la condizione futura dei giovani. LPSRUWL SL HOHYDWL 6L SRWUDQQR UHFXSHUDUH IRQGL VLJQLÀFDWLYL PD QRQ qFHUWRODULVSRVWDDTXHOODYRUDJLQH FRQWULEXWLYD FKH PROWL FRQVLGHUDQR LPPLQHQWH 6LDPR LQIDWWL ORQWDQL GDOOD PHGLD GHL ÀJOL SHU GRQQD FKH JDUDQWLVFH LO ULFDPELR JHQHUD]LRQDOH /D PHGLD LQ GLVFHVD GLFH ´µHGqLQTXHVWRLQYHUQRGHPRJUDÀFRFKHGLYHQWHUjDQ]LDQDODQXPHURVD JHQHUD]LRQH YHQXWD DO PRQGRHQWURODÀQHGHJOLDQQL6HVVDQWD &KL SDJKHUj OH SHQVLRQL VH L SRFKL JLRYDQLDWWXDOLVWHQWDQRDWURYDUHXQ ODYRURGHFHQWH",QFHQWRPLODVLVRQR WUDVIHULWLDOO·HVWHURQHOSHULRGR VHFRQGROHVWLPHGL*LDQ&DUOR %ODQJLODUGR SURIHVVRUH GL VWDWLVWLFD DOO·XQLYHUVLWj GL 0LODQR %LFRFFD &KLKDPRGRGLYLDJJLDUHLQ2ULHQWH $IULFD H $PHULFD /DWLQD KD OD VHQVD]LRQHGLULHQWUDUHLQXQFURQLFDULR TXDQGRULWRUQDQHOQRVWUR3DHVH 1HDQFKHO·DFFRJOLHQ]DGHJOLLPPLJUDWL SUROLÀFL ULXVFLUj D IUHQDUH O·LQYHFFKLDPHQWR FRPSOHVVLYR LQ ,WDOLD $Q]L ID QRWDUH FRQ UHDOLVPR %ODQJLODUGR PROWL GHL QXRYL ´FLWWDGLQLµ GLYHQWHUDQQR DQ]LDQL LQ ,WDOLD VHQ]D DYHU PDWXUDWR FRQWULEXWL SHQVLRQLVWLFLVLJQLÀFDWLYL6HFRQGROHSURLH]LRQL VWDWLVWLFKHQHOVDUjUDGGRSSLDWR ULVSHWWR DOO·DWWXDOH LO UDSSRUWR WUD OD SRSROD]LRQHGLHWjVXSHULRUHDDQQLHODSRSROD]LRQHLQHWjDWWLYD DQQL$ULJRUGLUHJRODGRYUHEEH UDGGRSSLDUHHQRQGLPLQXLUHODTXRWD GL3LOGHVWLQDWDDOOHSHQVLRQL Ritorno al futuro &RPH HYLWDUH XQ IXWXUR GL PLVHULD SHU WDQWLVVLPL" ,O SUREOHPD OR SRQHGDWHPSRPDVRSUDWWXWWRFHUFD GL SURSRUUH VROX]LRQL LO ´5DSSRUWR Città Nuova - n. 7 - 2015 9 Primo piano QUALE PENSIONE PER I PRECARI? VXOOR 6WDWR VRFLDOHµ FRRUGLQDWR GDO SURIHVVRU)HOLFH5REHUWR3L]]XWLGHO GLSDUWLPHQWR GL (FRQRPLD H GLULWWR GHOO·XQLYHUVLWj /D 6DSLHQ]D GL 5RPD 3L]]XWL WUD L PDJJLRUL HVSHUWL LQ PDWHULD DSSDUWLHQH DO JUXSSR GL VWXGLRVLVWUHWWDPHQWHOHJDWRDOO·LQVHJQDPHQWR GL )HGHULFR &DIIq LOJUDQGHHFRQRPLVWDUHIUDWWDULR DO SHQVLHUR FKH KD VRVWLWXLWR ©DO SRVWR GHOOD FRPSDVVLRQH QHL FRQIURQWL GHOOH VRIIHUHQ]H XPDQH O·DVVLOOR GHL ULHTXLOLEUL FRQWDELOLª H FKH DYYHUWLYD QHOO·LQVLVWHQ]D WHUURULVWLFD ©GHLGLVDYDQ]LFDWDVWURÀFLGHJOLLVWLWXWLGLSUHYLGHQ]DªXQDSXOVLRQHYHUVRXQDWUDJLFD´VROX]LRQHÀQDOHµ Si può parlare di GLVVHVWR ÀQDQ]LDULR GHOOHSHQVLRQL" ©$WWXDOPHQWH QRQ VL SXzSDUODUHGLVTXLOLEULR ÀQDQ]LDULR'RSRODSHVDQWH ULIRUPD $PDWR GHO H TXHOOD 'LQL GHO D SDUWLUH GDO qLQLQWHUURWWDPHQWH LQ DWWLYR LO VDOGR WUD TXDQWR OR 6WDWR LQFDVVD FRQLFRQWULEXWLHTXDQWR YHUVD SHU L GLYHUVL WUDWWDPHQWL SUHYLGHQ]LDOL DO QHWWR GHOOH LPSRVWH 6L WUDWWD GL XQ VDOGR SRVLWLYR SHU GHFLQH GL PLOLDUGL GL HXUR 4XLQGL LO VLVWHPD SUHYLGHQ]LDOH SXEEOLFR KD FRQWULEXLWR DOELODQFLRGHOOR6WDWRFRQWDOLFLIUHH ODVLWXD]LRQHQRQFDPELHUjQHLSURVVLPLDQQL,OSUREOHPDVLSRQHVHYHGLDPROHFRVHLQPDQLHUDSURVSHWWLFDª &RVDDYYHUUjDEUHYH" ©/D TXHVWLRQH HPHUJHUj QHO PRPHQWR LQ FXL GRYUDQQR DQGDUH LQ SHQVLRQH TXHL ODYRUDWRUL FKH SURSULR QHJOL VWHVVL DQQL LQ FXL FDPELDYDQR OH UHJROH GHO SHQVLRQDPHQWR KDQQR FRQRVFLXWR OH IRUPH FRQWUDWWXDOL SUH- 10 Città Nuova - n. 7 - 2015 Una scena degli “anziani finanziatori” tratta dal film “Andiamo a quel paese” con Ficarra e Picone. In alto: assemblea di pensionati che chiedono equità e diritto alle cure. FDULH LQWURGRWWH GDO SDFFKHWWR 7UHX LQSRL&KLKDYLVVXWRRUPDLDQQL FRQODYRULGLVFRQWLQXLHFRQUHGGLWLULGRWWLDQFKHVHSHULOUHVWRGHOO·DWWLYLWj ODYRUDWLYD GRYHVVH WURYDUH RWWLPLVWLFDPHQWH XQ·RFFXSD]LRQH FRQWLQXDWLYD H YHUVDPHQWL FRQWULEXWLYL VWDELOL VL WURYHUj FRPXQTXH FRQ XQD SHQVLRQH SDULDOSHUFHQWRGHOO·XOWLPDUHWULEX]LRQHJLjDWWHVWDWDVXOLYHOOLPHGLDPHQWH EDVVL 6L VWD SRQHQGR FLRq ODEDVHSHUXQDYHUDHSURSULDERPED VRFLDOHFRQXQHOHYDWRQXPHURGLSHQVLRQDWLFKHSHUFHSLUDQQRUHGGLWLDVVROXWDPHQWHLQVXIÀFLHQWLSHUO·HVLVWHQ]D 4XLQGL OH ULIRUPH LQWHUYHQXWH KDQQR Massimo Percossi/Ansa Limiti della pensione integrativa L’introduzione, nel nostro Paese, della previdenza integrativa finanziata a capitalizzazione è stata favorita dall’illusione, cresciuta negli anni Ottanta e Novanta, che i mercati finanziari potessero mantenere i rendimenti allora macroscopici e prestazioni elevate. Le imprese avevano convenienza a tale tipo di retribuzione aggiuntiva perché, talvolta, il rendimento degli investimenti già effettuati era tale da ridurre o annullare la contribuzione aziendale corrente. I problemi sono insorti quando i mercati hanno iniziato a oscillare e, tendenzialmente, a scendere col risultato che ad essere definita non è più la prestazione ma la contribuzione: si versa comunque il contributo per la pensione integrativa anche se l’importo finale non può essere sicuro e dipende dall’oscillazione dei mercati. Anche per tale motivo, in Itala, i fondi pensione integrativi non si sono sviluppati, come i loro sostenitori auspicavano, nonostante le norme incentivanti (addirittura è stata introdotta la norma del silenzio assenso per la quale il Tfr viene versato automaticamente ai fondi pensione tranne in caso di rifiuto scrit- to del dipendente, ndr): l’obiettivo era di arrivare al 40 per cento degli occupati e, invece, siamo solo al 25 per cento degli iscritti che, peraltro, non corrisponde al numero dei paganti, stimato al 18 per cento, perché molti hanno perso il lavoro. Sono posizioni silenti. La figura media di chi ha aderito è un occupato stabile di grandi aziende del Nord. I giovani sono pochi perché non ce la fanno a versare i contributi. I fondi chiusi (gestiti da imprese e sindacati) godono di un contributo aggiuntivo da parte del datore di lavoro ma nulla vieterebbe di versare questo importo aggiuntivo all’Inps per incrementare la pensione pubblica senza pagare anche i costi di gestione dei fondi privati a capitalizzazione che gestiscono una massa di 120 miliardi di euro. Facendo una simulazione, conteggiando i contributi aggiuntivi solo di un terzo di coloro che oggi non aderiscono ai fondi integrativi avremmo un’entrata nel bilancio pubblico di 5/6 miliardi all’anno (l’equivalente dell’Imu) e non dispersi sui mercati esteri alla ricerca del miglior rendimento come fanno i fondi pensione. Felice Roberto Pizzuti L’economista Felice Roberto Pizzuti. A lato: proiezione sui dati Istat della popolazione residente in Italia nel periodo 2011-2065 (Blangilardo). LQWURGRWWRQXRYHUHJROHFKHKDQQRULVROWR QHOO·LPPHGLDWR OD VWDELOL]]D]LRQH ÀQDQ]LDULD PD VFDULFDQGR VXO IXWXURXQDFRQWUDGGL]LRQHLQVRUWDDQFKH SHUFKpTXDQGRVLqDGRWWDWRLOVLVWHPD FRQWULEXWLYRVLUDJLRQDYDVHFRQGRO·LGHDGLXQDVWDELOLWjGLFDUULHUDFRQ DQQLGLVWLSHQGLLQFUHVFLWDFRVWDQWH(LQYHFHqFDPELDWRWXWWRª &RQTXDOLFRQVHJXHQ]H" ©6H VL LPSRQH FKH LO UDSSRUWR WUD VSHVD SHQVLRQLVWLFD H 3LO GHYH UHVWDUHFRVWDQWHGLPLQXHQGRLOQXPHURGL ODYRUDWRULDWWLYLSHUYLDGHOODGHQDWDOLWjHGHOODPDQFDQ]DGLRFFXSD]LRQH H FUHVFHQGR LO QXPHUR GHJOL DQ]LDQL FKHYLYHSLDOXQJROHSHQVLRQLVRQR FRVWUHWWH D GLPLQXLUH Ë DQFKH YHUR FKH OD ORQJHYLWj GHJOL DQ]LDQL q XQD JUDQGH FRQTXLVWD PD q VFLHQWLÀFDPHQWHGLPRVWUDWRFKHEDVWDQRDQFKH SLFFROLWDJOLDOVHUYL]LRVDQLWDULRSHU GLPLQXLUODVHQVLELOPHQWH ©,VLVWHPLSHQVLRQLVWLFLHVLVWRQRGD XQVHFRORHIDQQRTXHOORFKHF·qVHPSUHVWDWRFRQLOWUDVIHULPHQWRGLUHGCittà Nuova - n. 7 - 2015 11 Primo piano QUALE PENSIONE PER I PRECARI? 8QDJLJDQWHVFDULPR]LRQH ©*OL VWXGHQWL SL JLRYDQL FKH LQFRQWUR UDJLRQDQR RUPDL QHO EUHYLVVLPRSHULRGR8QFRQWUDWWRGLVHLPHVL VHPEUDXQDJUDQGH FRQTXLVWD SHUFKp FKLKDRUDDQQLYLYHQHOODFULVLGD TXDQGRGLDQQLQHDYHYD0DVRWWR O·DSSDUHQWH QRUPDOLWj FRYD XQ EXEERQHSURQWRDGHVSORGHUHHGq SUREDELOHFKHDIDUORGHWRQDUH VDUDQQRFRORURFKHRJJLKDQQRDQQL8RPLQLHGRQQHQDWLGDJHQLWRULFKHKDQQR FRPSLXWRUDSLGHDVFHVHVRFLDOLPHQWUHORURQHOJLURGLXQ GHFHQQLRVLWURYHUDQQRVHQ]D ULVRUVH QHFHVVDULH SHU PDQWHQHUHOLYHOOLGLVSHVDDELWXDOLª 6H FRPH DIIHUPD YHGL ER[ OD SUHYLGHQ]D LQWHJUDWLYD QRQ q OD VROX]LRQH FRPH ÀGDUFL GHL FRQWL SXEEOLFL GRSR LO EXFR HPHUVR FRQ O·LQFOXVLRQH GHOO·,QSGDSQHOO·,QSV" ©,Q TXHVWR FDVR q YHQXWR DOOD OXFHO·HIIHWWRGLXQSUHFHGHQWHDUWLÀFLR FRQWDELOH TXDQGR OR 6WDWR UHJLVWUDYD FRPH SUHVWLWR YHUVR O·,QSGDS FKH DQQRWDYD XQ FRUULVSRQGHQWH GHELWR L VROGL FKH LQYHFH JOL GRYHYD FRPH FRQWULEXWL SHU L GLSHQGHQWL SXEEOLFL 1RQ YHUVDYD DOO·,QSGDS QHPPHQR OD FRQWULEX]LRQHWUDWWHQXWDDLGLSHQGHQWL FRQWDQGR VXO IDWWR FKH OH VWHVVH FDVVH SXEEOLFKH VXFFHVVLYDPHQWH DYUHEEHUR SDJDWR OH SHQVLRQL $O PRPHQ- 12 Città Nuova - n. 7 - 2015 Giuseppe Distefano GLWRWUDJHQHUD]LRQL/DSHQVLRQHqXQ SDWWR VRFLDOH GLIIXVR QHO WHPSR FKH FRLQYROJH FKL DQFRUD QRQ HVLVWH XQD JHQHUD]LRQH SDJD OD SHQVLRQH DL SDGULSHUFKpqVLFXUDFKHLORURÀJOLFKH DQFRUD GHYRQR QDVFHUH OD SDJKHUj D ORUR8QSDWWRWUDJHQHUD]LRQLFKHOR 6WDWRSXzLPSRUUHPDVHYLHQHPHQR ODUHDOHFRQGLYLVLRQHHFRQYLQ]LRQHLO EDQFR q GHVWLQDWR D VDOWDUH ( LQIDWWL QHLJLRYDQLODSHQVLRQHVHPEUDRUPDL VROR RFFDVLRQH SHU OR VFKHU]R VLFXUL GLQRQSRWHUYLDFFHGHUHª Quanti giovani sono consapevoli di come sarà la loro vecchiaia? Sotto: Ficarra e Picone in una scena sulla gestione del tesoretto delle pensioni dei familiari. YRUR &KLDUDPHQWH TXHVWD FRQWULEX]LRQH ÀJXUDWLYD GRYUHEEH DSSOLFDUVL VROR DOOD GLVRFFXSD]LRQH LQYRORQWDULDO·LPSRUWRPLQLPRSUHYLVWRGHOOD SHQVLRQH UDJJLXQWD FRQ TXHVWR WLSR GL FRQWULEX]LRQH LQ DQQL GL DQ]LDQLWj SRWUHEEH HVVHUH LQWRUQR DL HXUR PHQVLOL ndrª (TXDQWRFRVWDWXWWRFLz" ©/·DWWLYR DWWXDOH WUD ODYRUR H SHQVLRQH q ODUJDPHQWH VXIÀFLHQWHª WR GHOO·LQFRUSRUD]LRQH QHOO·,QSV VL q HYLGHQ]LDWD O·DQRPDOLD FRQWDELOH FKH IDFHYDDSSDULUHFRPHGHELWRGHOO·HQWH SHQVLRQLVWLFRTXHOORFKHLQYHFHHUDGL SHUWLQHQ]DGHOOR6WDWRª 7RUQDQGRDOODSHQVLRQHGHLSUHFDULFRPHVHQHHVFH" ©8QD VROX]LRQH SHU JDUDQWLUH XQ IXWXUR SHQVLRQLVWLFR DL SUHFDUL DWWXDOLVDUHEEHGDVXELWRFRQWHJJLDUH FRPHFRQWULEXWLSHUODSHQVLRQHQRQ VROR TXHOOL PDWXUDWL QHJOL DQQL GL ODYRUR PD DQFKH TXHOOL UHODWLYL DJOL DQQLGLSUHVHQ]DQHOPHUFDWRGHOOD- 6RQR VROGL WXWWDYLD FKH RJJL YDQQR D FRSULUH DOWUL EXFKL ©0D TXHVWH SHUVRQH JLj VWDQQR FRQWULEXHQGR SL GL TXDQWR VHUYH SHU SDJDUH OH SHQVLRQL 6RQR FLIUH GD YDOXWDUH UDJLRQDQGR ROWUH O·LPPHGLDWRSHUFKpGREELDPRHQWUDUH QHOO·RUGLQHGLLGHHFKHIUDSRFKLDQQLDYUHPRPLOLRQLGLSHUVRQHDQ]LDQHFRQUHGGLWRLQVXIÀFLHQWHDOODVXVVLVWHQ]D$OWULPHQWLQRQUHVWDDOWURFKH LOPHWRGRFLWDWRGD&DIIqXVDWRLQDOFXQHWULEDIULFDQHGRYHSHUODOLPLWDWH]]D GHOOH ULVRUVH XVDYDQR OXQJKH SHUWLFKHSHUVSLQJHUHFRQGHOLFDWH]]D PD DQFKH FRQ IHUPH]]D JOL DQ]LDQL YHUVROHVDEELHPRELOLª Carlo Cefaloni ANCHE I SASSI PENSANO Ping Pong di Vittorio Sedini Città Nuova - n. 7 - 2015 13 SOSTENERE LA DEMOCRAZIA Tu n is ia Adel Mhamdi/Ap Popoli fratelli Una folla immensa di tunisini in Viale Habib Bourguiba manifesta per portare solidarietà alle vittime del museo Bardo uccise dai terroristi dell’Isis. Nei cartelloni, firmate con le mani simbolicamente insanguinate, è scritto: «No ai terroristi». Nel ricordare le persone uccise, nel condividere il dolore con i parenti, dobbiamo ancora con maggiore convinzione sostenere la democrazia tunisina che nel Mediterraneo del Sud appare oggi il punto più alto di resistenza politica al terrore. C’è da dire chiaro, però, che dalla caduta di Ben Alì ad oggi non sono stati molti i leader europei che sono stati a Tunisi. E sempre in ordine sparso. Se oggi i terroristi islamici hanno potuto colpire in modo devastante, è perché il cammino della Tunisia non è stato rafforzato da una politica di cooperazione, visionaria e coraggiosa, dell’Europa. Non lasciamo ai terroristi di dare le carte lungo la partita per la democrazia tunisina. Siamo tutti coinvolti, siamo tutti tunisini. È il messaggio che i nostri connazionali uccisi hanno scritto con il loro sangue, sigillando per sempre l’unità, la fraternità, l’amicizia tra due popoli, sulle due sponde del grande mare Mediterraneo. Massimo Toschi Città Nuova - n. 7 - 2015 15 Attualità RIFORME di Patrizia Bertoncello LA BUONA SCUOLA ESISTE GIÀ COME VALUTARE CHI INSEGNA? LA RICCHEZZA DI UNA PROFESSIONE LONTANA DAI RIFLETTORI, DI CHI SI SPENDE CON GENEROSITÀ “IMMOTIVATA” A FIANCO DELLE NUOVE GENERAZIONI A ula docenti alle 8.10: siamo in pochi accanto al registro delle presenze all’indomani del Consiglio dei ministri che KD ÀQDOPHQWH DIIURQWDWR LO WHma della “Buona Scuola”. Assunta e Barbara, appena arrivate in treno IDFHQGR NP GDO FDVHUWDQR SUHcarie da una vita, commentano la- 16 Città Nuova - n. 7 - 2015 coniche: «Chi ci ha mai creduto alle ULIRUPH"ª &·q DQFKH$QWRQLHWWD OD mia collega di classe ormai prossima alla pensione, e Daniela, l’insegnante di sostegno. Nei pochi minuti prima che suoni la campanella il dibattito si accende. 6H GD XQD SDUWH F·q FKL YHGH DQFRUD ORQWDQD O·DVVXQ]LRQH GHÀQLWLYD GRSRXQDYLWDVSHVDQHOODVFXRODF·q FKLVLLQWHUURJDVXOUDIIRU]DPHQWRGL educazione ambientale, musica, arte H LQJOHVH 'D GHQWUR LO QRVWUR HGLÀFLRVFRODVWLFRIDWLVFHQWHVLIDWLFDSRL e non poco, a sperare nell’attuazione di una seria politica di edilizia scolastica. Ciò che ha sorpreso tutti, perché non annunciata, né discussa in preFHGHQ]D q O·LQWURGX]LRQH GHOOD Àgura dei “presidi-allenatori” – così OL KD GHÀQLWL LO SUHPLHU ² GLULJHQWL scolastici che avranno molta più autonomia e più potere. Avranno un ruolo di “guida” dell’intera comunità scolastica, potranno scegliere liberamente i docenti di cui necessita la scuola scegliendoli da un albo e potranno avere maggiori risorse per tenere aperte le scuole di pomeriggio. Non solo: le modalità con cui ciascuna scuola premierà i docenti più meritevoli saranno decise dal preside. ANSA relazionale dell’insegnamento cui allude il papa, perché insegnare QRQ q VROR XQ ODYRUR ma un rapporto, «una relazione in cui ogni insegnante deve sentirsi interamente coinvolto come persona, per dare senso al compito educativo verso i propri DOOLHYLª No, mi rispondo, non ci sarà mai un dirigente in grado di valutare appieno e in modo RJJHWWLYRTXHVWDIRQGDmentale capacità di relazione e di accoglienza totale, insita nell’essere LQVHJQDQWL0DqTXHVWD OD FLIUD FKH YHGR VSHVD GD DQQL GD decine di colleghi e colleghe che ho incontrato dentro le nostre scuole, e FKH KDQQR IRUPDWR DQFKH PH FRPH docente e come persona. È questa la ULFFKH]]D GHOOD QRVWUD SURIHVVLRQH sconosciuta all’opinione pubblica, ORQWDQDGDLULÁHWWRULHGDOOHFURQDFKH che spesso denunciano unicamente episodi raccapriccianti, dimenticando il lavoro umile e quotidiano di chi si spende con generosità “immoWLYDWDµDÀDQFRGHOOHQXRYHJHQHUDzioni del nostro Paese. /D ´%XRQD 6FXRODµ JLj F·q H OD IDQQR WXWWL TXHJOL LQVHJQDQWL ©FDSDFL²FRPHKDDIIHUPDWRDQFRUDSDSD Francesco – di dare un senso alla scuola, allo studio e alla cultura, senza ridurre tutto alla sola trasmissione di conoscenze tecniche, ma puntando a costruire una relazione educativa con ciascuno studente che deve sentirsi accolto e amato per TXHOORFKHqFRQWXWWLLVXRLOLPLWLH OHVXHSRWHQ]LDOLWjª(GHYRULDSSURpriarmi anche io, insieme ad Antonietta, Daniela e gli altri, di questa coscienza e di questa opportunità di essere insegnante. Il papa nell’Aula Paolo VI davanti a duemila insegnanti lo scorso 14 marzo: «Il dovere di un buon insegnante è quello di amare con maggiore intensità i suoi allievi più difficili, deboli, svantaggiati. Gesù direbbe: “Se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete?”». 1HVVXQRWUDLFROOHJKLqFRQWUDULR all’introduzione del principio del PHULWR/HIRUWLSHUSOHVVLWjVRQRYHUVR XQ SUREOHPD YDOXWDWLYR GLIÀFLOH che andrebbe esaminato con magJLRUHSUXGHQ]DFDSDFLWjGLULÁHVVLRne, meno improvvisazione e dilettantismi per evitare discriminazioni e ingiustizie. Promuovere l’impegno HLOPHULWRGHLGRFHQWLqVLFXUDPHQWH condivisibile, ma quali saranno i criWHUL"(FRPHVDUDQQRDORURYROWDYDlutati i dirigenti su cui si accentra un FRVuJUDYHLPSHJQR"&RPHVLHYLWHranno i rischi d’abuso cui si presta il FRQFHQWUDUHXQSRWHUH" Proprio sul più bello del nostro FRQIURQWR O·RQGDWD GL YLWDOLWj GLrompente dei bambini ci interrompe e costringe a raggiungere velocemente le nostre aule. Tra un saluto e l’altro mi ritornano alla mente le bellissime parole del papa a una recente udienza con un’associazione GLLQVHJQDQWL©,QVHJQDUHqXQODYR- ro bellissimo. Peccato che gli insegnanti siano malpagati! È un lavoro bellissimo perché permette di veder crescere giorno dopo giorno le perVRQH FKH VRQR DIÀGDWH DOOD QRVWUD FXUD,QVHJQDUHqXQLPSHJQRVHULR che solo una personalità matura ed equilibrata può prendere. Un impegno del genere può incutere timore, ma occorre ricordare che nessun LQVHJQDQWH q PDL VROR FRQGLYLGH sempre il proprio lavoro con gli altri colleghi e con tutta la comunità eduFDWLYD FXL DSSDUWLHQHª ( GRSR DYHU incoraggiato i docenti ad impegnarsi QHOOH SHULIHULH GHOOD VFXROD LO SDSD ha concluso: «Vi incoraggio a rinnovare la vostra passione per l’uomo – non si può insegnare senza passioQH²QHOVXRSURFHVVRGLIRUPD]LRne, e ad essere testimoni di vita e di VSHUDQ]Dª (QWUR LQ FODVVH FKLHGHQGRPL VH VDUDQQR PDL IRUPXODWL FULWHUL FDSDci di misurare questa dimensione Città Nuova - n. 7 - 2015 17 Attualità VIRUS di Aurelio Molè LA MIA BATTAGLIA CONTRO EBOLA IL PRIMO ITALIANO CONTAGIATO E GUARITO CI RACCONTA COME SI È SALVATO, MENTRE PER I MEDIA L’EPIDEMIA NON FA PIÙ NOTIZIA M ra, senza tante parole, per il bene comune con lo sguardo aperto al mondo. «La sera – diceva il sindaco di Firenze negli anni Sessanta, Giorgio La Pira – bisognerebbe fare l’esame di coscienza davanti DGXQDFDUWLQDJHRJUDÀFDª/DVXD mappa, il dottor Fabrizio Pulviren- Nel 2014 trascorre sei settimane in Kurdistan, operando come me- MASSIMO PERCOSSI/Ansa inuto, con la barba e i capelli bianchi, dall’aspetto gentile, affabile e alla mano. Catanese di origine, medico infettivologo nell’ospedale Umberto I di Enna. È uno dei tanti “sconosciuti” dell’Italia migliore che, nel silenzio, ope- ti aveva già cominciato ad intuirla da giovane studente. Con altri due amici si era inventato una forma di volontariato un po’ originale: DVVLVWHUH L ÀJOL GL FKL DYHYD L JHnitori entrambi detenuti od orfani. Suonavano un po’ di musica, gli tenevano compagnia, li aiutavano a fare i compiti. Con gli anni il desiderio cresce, ma il matrimonio, GXHÀJOLGDWLUDUVXOHVXHGRPDQde non accolte per prestare all’estero il suo servizio come medico, OR KDQQR FRQÀQDWR QHOOR VWUHWWR perimetro della Sicilia. In attesa di tempi migliori perché le organizzazioni umanitarie cercavano solo chirurghi. Finché la sua domanda è accolta da Emergency. 18 Città Nuova - n. 7 - 2015 Abbas Dulleh/AP A Monrovia, in Liberia, alcuni uomini trasportano il corpo di un deceduto per Ebola. Nei tre Paesi più colpiti, Sierra Leone, Liberia e Guinea, i contagiati sono stati, a oggi, 24.350. A fronte: Fabrizio Pulvirenti, infettivologo all’Umberto I di Enna, da noi intervistato. dico di base a livello ambulatoriale per le famiglie di profughi. Da lì si sposta direttamente in Sierra Leone, dove doveva restare, Ebola permettendo, 11 settimane. Alla sesta settimana è contagiato. Venerdì 21 novembre i primi sintomi. «Ho avuto – racconta Pulvirenti – un malessere gastroenterico, ma la mattina dopo alle 6 sono riuscito a vomitare e mi sono rasserenato. Non sono andato al lavoro nel centro di tratWDPHQWRPHGLFRªËLOSULPRFHQWUR specializzato per combattere Ebola organizzato da Emergency in una struttura con quattro tende. Dopo un giorno di riposo si sente meglio. «Domenica 23 torno al lavoro. Il mio turno è dalle 8 alle 17, verso le 11 avverto una strana intolleranza al caldo. Mi misuro la temperatura e ho 39,3 di febbre. Ho la certezza di essere stato contagiato e mi sento come davanti ad uno VSHFFKLRGRYHYHGRULÁHVVRQRQPH VWHVVRPDODPLDPRUWHª3XOYLUHQWL è un infettivologo. Sa perfettamen- te che Ebola è un virus che uccide e porta una serie di sintomi di comSURPLVVLRQL G·RUJDQR LQVXIÀFLHQ]D renale, polmonite, surrenalite, epatite, gastroenterite, meningite. È una delle più gravi malattie infettive. Rientra di corsa a Roma, trasportato in una speciale barella ad alto contenimento biologico. Ricoverato all’ospedale Spallanzani, dopo due giorni ha un crollo repentino. «Dopo la prima trasfusione di plasma – ricorda – ho avuto una reazione trasfusionale e lì ho cominciato a perdere la connessione con OD UHDOWj /H PLH GXH ÀJOLH 1RUPD e Anastasia, hanno sofferto molto e abbiamo spesso pianto al telefono. Con il torpore indotto da Ebola non sono stato nemmeno più in grado di ULVSRQGHUHDOWHOHIRQRª Dopo due settimane di terapia intensiva in cui si è temuto il peggio, ne esce vivo. «Prima nutrivo qualche dubbio sulla mia possibilità di sopravvivenza, perché pur- troppo conosco la malattia. In quel momento mi sono reso conto che FHO·DYUHLIDWWDª'RSRJLRUQLGL ricovero è il primo italiano contagiato e guarito da Ebola. Dimesso, riprende la sua attività di medico ospedaliero. «Il frutto più bello che ho sperimentato è la solidarietà. Appena 20 minuti dopo il contagio in Sierra Leone si sono presentati gli unici tre africani guariti da Ebola per donare il loro sangue con il mio stesso gruppo sanguigno. È stato ricevere quella solidarietà che DQFK·LRDYHYRGDWRª (ERODÀQRDGRJJLKDFDXVDWRSL di diecimila morti ma vi è ancora un GHÀFLW GL LQIRUPD]LRQH QHL PHGLD occidentali. Le agenzie di stampa battono la notizia quando sono coinvolti cittadini “bianchi” europei o americani. «È il provincialismo italiano – spiega Giulio Albanese, direttore di Popoli e missione – per cui si dà la notizia solo se siamo coinvolti. Eppure Ebola riguarda tutti perché abbiamo un destino comune e l’informazione è la prima vera forma di solidarietà perché può dare YRFHDFKLQRQKDYRFHª I contagi negli ultimi mesi sono diminuiti in Guinea, Sierra Leone e Liberia, mentre la Nigeria non presenta più da mesi nuovi contagi. Il picco si è avuto a dicembre con 500 nuovi casi a settimana, ora siamo sotto i 50 casi in Sierra Leone, ma l’emergenza continua perché «c’è qualcosa di nuovo – dice Gino Strada, fondatore di Emergency –, il virus sta cambiando e diventando DQFRUD SL FDWWLYRª 'HOOH ROWUH mila persone contagiate, 5 mila sono bambini, mentre sono più di 16 mila i bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori. Anche il Vaticano ha istituito un fondo anti-Ebola di tre milioni di euro per aiutare le Chiese di Guinea, Liberia e Sierra Leone. L’emergenza continua. Città Nuova - n. 7 - 2015 19 1915 di Mario Spinelli Karo Sahakyan/AP Attualità IL PRIMO GENOCIDIO DEL NOVECENTO CENTO ANNI FA INIZIAVA IL CALVARIO DEGLI ARMENI. UNO STERMINIO ANCORA NEGATO L’ olocausto degli armeni ha un motivo in più per essere ricordato. Diversamente da tedeschi e russi, che non negano i crimini commessi con Hitler e Stalin, i turchi, principali responsabili del “primo genocidio del Novecento”, come lo ha chiamato papa Francesco, a tutt’oggi non si riconoscono colpevoli e professano un incrollabile negazionismo di Stato. Perciò ricordare, stavolta, signiÀFDDLXWDUHXQSRSRORDJXDUGDUHLQ 20 Città Nuova - n. 7 - 2015 faccia la verità storica, assumendo le proprie responsabilità. Facciamo un po’ di storia, quella sicura, accertata, che tutti, tranne i negazionisti, riconoscono: almeno 20 Paesi, fra cui Italia, Francia, Russia e Vaticano, lo hanno fatto XIÀFLDOPHQWH SHU OHJJH 8Q ´SURORgo” al genocidio armeno si era già DYXWRDÀQH2WWRFHQWRTXDQGRO·,Ppero ottomano, in declino, cominciò a tollerare sempre meno le spinte autonomiste delle sue componenti etniche, in primis gli armeni che nel 1894 vennero sterminati a migliaia per essersi ribellati all’aumento delle tasse. In questi eccìdi l’esercito ottomano fu aiutato dalle milizie irregolari curde, altra minoranza allora ben vista da Istanbul che l’avrebbe usata come arma politica (e non solo!) per reprimere i vicini armeni. A tutto ciò si aggiungevano i pogrom, le violenze popolari anti-armene, orchestrate spesso e volentieri dal governo. In uno di questi tragici episodi, avvenuto nella capitale, furono ammazzate 50 mila persone. Era il 1896, il XX secolo si annunciava con brutti auspìci per i sudditi armeni del gran sultano. Un bambino armeno non ce la fa durante “le marce della morte”. A fronte: folla al mausoleo che ricorda il genocidio a Erevan, in Armenia. In effetti la situazione si aggravò, per le minoranze e più ancora per gli armeni, con l’avvento al potere del SDUWLWR GL 8QLRQH H 3URJUHVVR 'LULgenti e militanti di questa fazione, più noti come i Giovani turchi, erano animati dall’ideologia del panturchismo, favorevole a una radicale turchizza- zione del multietnico impero ottoPDQRHÀHUDPHQWHRVWLOHDOOHFRPSRnenti nazionali, culturali e religiose minoritarie. Specie se vivaci e con un forte spirito indipendente come il popolo armeno. Gli effetti politici perversi di questa ideologia integralista e fondamentalmente totalitaria Un silenzio lungo 60 anni Qualche domanda ad Antonia Arslan, scrittrice e saggista italiana di origini armene Come è recepito oggi il genocidio in Europa e Turchia? «Comincia ad essere più conosciuto, a diffondersi come nozione acquisita sulla quale non c’è più da discutere, anche se a macchia di leopardo. In Francia (dove la comunità armena è di 600 mila persone), in Svezia, o in Italia (dove il successo della mia Masseria delle allodole e del film dei fratelli Taviani ha diffuso la conoscenza del genocidio, nonostante l’esiguità della comunità) c’è un’opinione ormai formata, in altre nazioni il discorso procede con maggiore difficoltà. In Turchia invece negli ultimi anni si è assistito a una maggiore (anche se spesso sotterranea) presa di coscienza, specie fra intellettuali, giornalisti e universitari. Sta ampliandosi la questione dei cosiddetti “armeni nascosti” o “armeni islamizzati”, il cui numero si è scoperto essere maggiore di quanto si credeva: molti bambini furono rapiti dalle carovane della deportazione e costretti ad una totale perdita della loro identità. Questo è avvenuto soprattutto dopo il successo del libro Heranush mia nonna di Fethiye Cetin (edizioni Alet), in cui una nonna racconta alla nipote di non essere turca, ma armena costretta al silenzio per 60 anni». si videro subito. Nell’anno della presa del potere da parte dei Giovani turchi, il 1909, ci fu una prima strage di almeno 30 mila persone, armeni per lo più. E non ai margini del dominio ottomano ma in Cilicia, cioè in piena Anatolia. La Grande guerra, frutto dei nazionalismi e delle politiche di potenza degli europei, specie degli Imperi guglielmino e asburgico, peggiorò le cose per gli armeni. Anche perché Russia e Francia, schierate contro l’Impero turco, gettavano benzina sul IXRFR GHL VXRL FRQÁLWWL LQWHUHWQLFL arruolando gli armeni oppure aizzandoli e armandoli contro il governo di Il patriarca Karekin II, katholikos armeno di Echmiadzin, ha deciso di canonizzare il 23 aprile le vittime del genocidio... «È un gesto simbolico, volto a contrastare l’oblio così frequente e voluto». I suoi romanzi hanno contribuito a far conoscere gli eventi del 1915. Un’anticipazione sul prossimo? «Sta per uscire Il rumore delle perle di legno (Rizzoli). Qui c’è ancora l’Armenia, ma quella della mia infanzia: parenti da tutto il mondo, la diaspora... e poi i rapporti (molto belli, affettuosi) tra la famiglia di mia madre, che proveniva dal Basso Polesine, e la famiglia armena. Mia madre li amava moltissimo, teneva lei tutti i rapporti epistolari, scriveva a queste zie sparse per il mondo, da Las Vegas a Copacabana, e prima o poi venivano tutti a trovarci a Padova». Prossimamente sarà conferito a san Gregorio di Narek il titolo di dottore della Chiesa universale… «Questa è una bellissima notizia! Il di Gregorio di Narek, il grande mistico della Chiesa armena, è un capolavoro denso e forte, di altissimo valore poetico (tradotto in parte in italiano anni fa da Studium, a cura di L.B.Zekiyan). Dei tre grandi mistici armeni è senz’altro il più grande, e la sua dottrina merita di essere conosciuta insieme ai grandi padri delle Chiese orientali». a cura di Oreste Paliotti Città Nuova - n. 7 - 2015 21 At t ualità IL PRIMO GENOCIDIO DEL NOVECENTO Alexander Zemlianichenko Jr/Ap Monastero di Geghard (Armenia). L’Isis ha distrutto chiese e luoghi di culto armene in Iraq e Siria. Sotto: armene ortodosse a Mosca piangono in ricordo dell’olocausto. Istanbul. Per indebolire e dare magaULODVSDOODWDÀQDOHDOJLJDQWHRWWRPDno ormai decrepito e moribondo. A quel punto la miscela esplosiva – costituita da panturchismo, Giovani turchi trascinati da tre leader radicali (Talaat Pascià, Ahmed Gamel e Ismail Enver), fermenti autonomistici armeni e paura di perdere la guerra e sparire come potenza imperiale dall’atlante europeo e mediorientale – non poteYDFKHFRQÁDJUDUH/DQRWWHIUDLO e 24 aprile 1915 scattarono, prima a 22 Città Nuova - n. 7 - 2015 Costantinopoli e via via nel Paese, gli arresti e le repressioni. Centinaia di migliaia di armeni furono deportati verso l’interno dell’Anatolia e i deserti della Mesopotamia. Durante le “marce della morte”, come saranno ricordate, ne morirono tantissimi di fame, VHWH PDODWWLH R VÀQLPHQWR 2SSXUH massacrati dalla milizia curda. Il tutto organizzato con la supervisione di XIÀFLDOL GHOO·HVHUFLWR WHGHVFR DOOHDWR dei turchi e degli austro-ungarici nella Triplice alleanza. Di quest’immane tragedia, proWUDWWDVL ROWUH OD ÀQH GHOOD JXHUUD ÀQR al crollo dell’Impero ottomano e alla nascita della repubblica di Ataturk (1923), ci sono le prove. Testimoni RFXODULHVRSUDYYLVVXWLIRWRJUDÀHHÀOPDWLUHVRFRQWLHDWWLXIÀFLDOLLQWHUQLH internazionali di carattere sia politicoamministrativo che militare. Quanto alle cifre dell’olocausto, la più realistica e generalmente accettata raggiunge il milione e 200 mila vittime, su una popolazione originaria che si aggirava sui tre milioni di sudditi armeni della Sublime porta, com’era chiamato il regime del gran sultano d’Istanbul. I turchi continuano a negare tutto, giudicando addirittura reato parlare di genocidio armeno (in certi Paesi, come la Francia, è reato quello opposto, cioè dire che il massacro non c’è stato). Nel 2005 il premier turco Erdogan ha fatto però un passo avanti, invitando gli storici turchi, armeni e internazionali a “rivalutare i fatti del 1915” e aprendo gli archivi di Ankara. È stata una prova di buona volontà, anche se dettata da un certo opportunismo politico, vista la sua DVSLUD]LRQHDHQWUDUHQHOO·8QLRQHHXropea, schierata in toto per il riconoscimento del genocidio armeno. Il centenario potrebbe essere l’occasione ideale per un dialogo, un chiarimento e un lavoro comune. Ammettendo i propri errori, come ha fatto la Germania postnazista, i turchi non perderebbero la faccia: al contrario, diventerebbero più maturi e rispettabili. Dall’altra parte, WRFFDD2QX8HJRYHUQLXQLYHUVLWj studiosi e massmedia del resto del mondo agevolare questo processo con pazienza e intelligenza. Mario Spinelli À COME PUBBLICITÀ di Raffaele Cardarelli Fa m ig l ia e s o c ie t à Fa m ig l ia e soc ie t à Il senso della vita Un italiano su due ha ascoltato Roberto Benigni e seguito il Festival di Sanremo. Perché? «L a Bibbia è il libro più letto del mondo, perché è un libro speciale. È l’unico caso in cui l’autore del libro è anche l’autore dei lettori...». (Benigni, “I dieci comandamenti” – Rai1) 8Q LWDOLDQR VX GXH KD ascoltato, almeno per qualche minuto, Roberto Benigni che spiegava I dieci comandamenti su Rai1 lo scorso dicembre. Il suo linguaggio coinvol- gente è stato apprezzato e commentato sia negli ambiti religiosi (dal papa sino alle parrocchie più sperdute), che in quelli istituzionali e culturali. Alcuni passaggi («Dio scende dal cielo per andare in un piccolo mondo, in un deserto, fra le pecore. E si mostra a un pastore solo, extracomunitario e ricercato. In un roveto!»), sono ricordati ancora oggi – a distanza di alcuni mesi – perché KDQQR OHJDWR LO VLJQLÀFDto di episodi lontani nel tempo, all’esperienza di vita (“extra-comunitario e ricercato”) e agli stati d’animo (“solo, umile, abbandonato”) del pubblico, rendendo il messaggio della Bibbia attuale e coinvolgente. 8Q LWDOLDQR VX GXH KD seguito il Festival di SanremoDOODÀQHGLIHEEUDLRXQ programma che ha registrato ascolti superiori alla precedente edizione a dispetto di contenuti banali, se non LQIDQWLOL OD ÀQWD ´GLUHWWDµ con l’astronauta italiana è XQ HVHPSLR VLJQLÀFDWLYR D mio parere). Come si spie- gano queste incredibili performance di due programmi così diversi? L’essenza di ogni essere umano risiede nella sua sfera emotiva (non nel suo corpo/materia), dove sono custoditi i valori che lo fanno tendere verso la SHUIH]LRQH O·LQÀnito. Verso l’eternità. Per questo, in ciascuna persona o avvenimento che incontriamo nella nostra vita, ricerchiamo quei sentimenti, quei valori eterni come l’amore, l’amicizia, la passione ma anche l’invidia, il tradimento. Che sono i fattori fondanti della cultura popolare. Il Festival di Sanremo sfrutta la straordinaria potenza di alcuni valori (positivi e negativi) per fare spettacolo e audience, ma senza canalizzarli verso comportamenti positivi, come la difesa dei più deboli o il rispetto dell’altro, restando così una sterile “arma di distrazione di masse”. Invece, i grandi comunicatori – come papa Francesco o Roberto Benigni – riescono a collegare i valori positivi (e non i negativi) alle esperienze di vita, remote e attuali del loro pubblico, coinvolgendolo nella ricerca della perfezione e dell’assoluto. Dove risiede il senso della nostra vita e la vera felicità. [email protected] Città Nuova - n. 7 - 2015 23 Fa m ig l ia e soc ie t à STORIE di Aurelio Molè Lo sguardo di Gabriele Illustratore dei cartoni animati della Marvel. Passione, talento, abnegazione per guardare il mondo da un’altra prospettiva U n vero artista. NesVXQR GD QHRÀWD immaginerebbe che un fumettista abbia la sensibilità per il bello di un pittore, uno scultore, un fotografo. Eppure accostandosi all’arte di Gabriele Dell’Otto, si ha la sensazione di trovarsi nei canoni della ricerca assoluta della bellezza. A partire dalla tecnica. Dalla ricerca dei dettagli. Dal colore. Le sue opere – Gabriele Dell’Otto è illustratore per la Marvel e fumettista – sono dipinte con il pennello, in acrilico, con una preferenza SHUOHLQÀQLWHVIXPDWXUHGL blu e di rosso. I suoi amici parlano di “rosso Dell’Otto”, come di una sua caratteristica quasi inconscia. La passione nasce in famiglia. Il padre è un accanito lettore di fumetti anche rari come quelli della produzione francese, belga, americana. Ga- 24 Città Nuova - n. 7 - 2015 Sotto, Gabriele Dell’Otto lavora alle nuove copertine di “Star Wars” e ad un progetto sulla “Divina commedia”. Sopra, la sua copertina di Lucca Comics & Games 2014. briele disegna da sempre, «da quando ho memoria, FRPH XQ ELVRJQR ÀVLRORgico, perché mi dava piacere. Ero autodidatta e un po’ misantropo». Un diletto che s’incanala nella scelta di studi artistici che danno forma e sostanza al suo interesse. Mentre frequenta il terzo anno dell’Istituto europeo del design, comincia a collaborare per uno studio di illustrazione VFLHQWLÀFDGRYH©LOSURIHVsor Gianni Mazzoleni mi ha insegnato a lavorare, non solo con la tecnica, ma curando i rapporti interpersonali». I suoi primi lavori sono per la Panini, l’azienda distributrice dei prodotti Marvel per l’Europa. Da lì è un crescendo: conosce David Mack, creatore della supereroina Echo della Marvel Comics e Brian Michael Bendis, uno dei più importanti fumettisti americani. Attraverso loro entra stabilmente nel mercato degli Stati Uniti. Illustra copertine, disegna IXPHWWL SRVWHU OLWRJUDÀH L’opera che lo fa conoscere al grande pubblico è la miniserie Guerra segreta, su testi di Brian Michael Bendis. «Riesco meglio ² FRQÀGD *Dbriele Dell’Otto – come illustratore. Nei miei esordi conoscere la pittura di Caravaggio è stato come un fulmine a ciel CITTADINANZA di Carlo Cefaloni sereno. Cercavo di rifare con le matite, mezzi del tutto inadatti, i suoi capolavori. Altra fonte d’ispirazione è stato Norman Rockwell, un illustratore statunitense di inizio Novecento e pittori come Williams e Muth». Il lavoro dell’illustratore richiede abnegazione, i disegni sono fatti a mano e poi scansionati al computer, elaborati con photoshop, prima che il pennello si sbizzarrisca con le sue variazioni cromatiche. «Alcuni – ci spiega – non imparano a disegnare perché non sanno guardare il mondo da un’altra prospettiva. Ci vuole uno sguardo analitico perché ogni nostro punto di vista non è oggettivo ma è interpretato dal cervello. Nel lavoro artistico bisogna guardare a lungo, soffermarsi sui dettagli, non avere fretta, serve un ascolto più profondo. Non mettersi subito a disegnare». Talento e abnegazione procedono di pari passo e «se tu ami quei personaggi – scrive Rockwell –, quello stesso amore sarà percepito da chi li guarda». È un tipo di lavoro, il suo, che va corroborato dalla passione, per non perdere il senso della bellezza trovato anche nella fede che «mi ha fatto mettere nelle giusta prospettiva tante coVH$QFKH LO ODYRUR ÀQH D sé stesso, non giova a nulla. Ho ricevuto tanti doni che, ora capisco, devo ridare a chi incontro». Un mutuo soccorso «Segnalo l’iniziativa degli operai di Pomigliano D’Arco a Napoli che hanno deciso di creare, con la garanzia di Caritas e Libera, un fondo condiviso con chi sta in cassa integrazione». Ciro Esposito - Napoli Non l’elemosina ma la condivisione secondo giustizia. La crisi ha fatto emergere quel movimento già in atto da tempo nella società italiana con il proliferare di gruppi di acquisto solidale, “reti fagotto” informali di scambio gratuito, banche del tempo, ecc. L’esperienza di Pomigliano degli operai richiamati dalla cassa integrazione, che condividono parte del salario con chi vive da anni con una retribuzione ridotta, affonda OHUDGLFLLQTXHOODIRUPDGLVROLGDULHWjWUDSDULGHÀQLWDRULJLQDULDPHQWH fraterna: il mutuo soccorso tra chi sperimenta la fragilità davanti a disoccupazione, malattia e infortunio. Mentre si avverte una pressione politica contro le banche popolari e il mondo istituzionale della cooperazione, ci si sta interrogando sulla propria identità dopo gli VFDQGDOLGL0DÀD&DSLWDOHHQRQVRORHPHUJRQRHVSHULHQ]HVLJQLÀFDWLYH GDOEDVVRFRPHODIDEEULFD´UHFXSHUDWDµ5LPDÁRZGRYHXQJUXSSRGL H[GLSHQGHQWLOLFHQ]LDWLGDOOD0DÁRZGL7UH]]DQRVXO1DYLJOLRFKLXVD nel dicembre 2012, ha recuperato la fabbrica, riconvertendola dal settore automotive al riuso e riciclo di apparecchiature elettroniche. Un modo per affrontare i tempi duri sono le Mag (mutua autogestione), VRFLHWjFRRSHUDWLYHÀQDQ]LDULHEDVDWHVXOODUDFFROWDGLGHQDURWUDLVRFL SHUÀQDQ]LDUHLQL]LDWLYHHFRQRPLFKHDXWRJHVWLWHRIIUHQGRSUHVWLWLDWDVVL d’interesse a condizioni di rientro vantaggiose. La prima Mag è nata a Verona nel 1978 in base a una legge del mutuo soccorso del 1886. Gli ultimi decreti attuativi sulla legge del microcredito potrebbero sostenere l’estensione di esperienze simili, come quella avviata anche dal Polo Lionello Bonfanti con Banca etica e Fondazione di comunità di Messina. La mappa delle Mag italiane su www.microcredito-roma.org. [email protected] Famiglia e società VITA DI SPOSI di Maria e Raimondo Scotto In memoria di me «Durante il corso per ÀGDQ]DWLLOQRVWURSDUURFR FLKDLQYLWDWLDGDYYLFLQDUFL VSHVVR DOO·(XFDULVWLD perché questo ci avrebbe aiutato nella nostra vita PDWULPRQLDOH H LQ SDUWLFRODUH QHOOD QRVWUD VHVsualità. Non abbiamo avuWR PRGR GL DSSURIRQGLUH O·DUJRPHQWR FRQ OXL PD siamo rimasti un po’ sconFHUWDWL GD TXHVWR DFFRVWDPHQWRGHOO·(XFDULVWLDDOOD sessualità...». Luigi e Marianna Campania In realtà veramente l’Eucaristia può trasformare profondamente il nostro modo di vivere la sessualità; dipende ovviamente da come la riceviamo. La sessualità non interessa, però, soltanto la vita sessuale, ma è alla base della nostra capacità di relazionarci con gli altri con tutta la nostra carica affettiva. Se ci lasciamo plasmare dall’Eucaristia, da un incontro reale e profondo con Gesù, cominciamo a crescere nella nostra capacità relazionale, diventando sempre più capaci di amare e di lasciarci amare. Ma non è forse proprio questo che può aiutare due A TU PER TU CON I GIOVANI di Ezio Aceti Come essere gradito a Dio ©6RQRXQUDJD]]RGLDQQLHYRUUHLIDUHWDQWHFRVHPDVSHVVRPLWURYRDIDUHPROWLVEDJOLHVRQRLQFRHUHQWH DQFKH FRQ OH VFHOWH LGHDOL 6RQR XQ FUHGHQWH H YRUUHLHVVHUHSLJUDGLWRD'LRª )HGHULFR Carissimo, innanzitutto grazie per la lettera e per quanto mi dici. È molto bello che tu voglia realizzare FRVHJUDQGLSHUFKpVLJQLÀFDFKHFRQVLGHULODWXDYLWD come importante e vuoi darle un senso vero e autentico. Ti trovi poi a che fare con i tuoi difetti e i tuoi sbagli. Ciò è assolutamente normale e ci fa comprendere come siamo fatti, di carne e di fragilità. Sarebbe sbagliato rinunciare alle cose grandi solo perché siamo deboli e miseri. Anzi! Tutto ciò può essere fonte di 26 Città Nuova - n. 7 - 2015 sposi a vivere serenamente la loro vita sessuale? Quando Gesù, istituendo l’Eucaristia, dice: «Fate questo in memoria di me», non è solo un invito a celebrare la messa e a cibarci di lui, ma anche a vivere l’Eucaristia nel quotidiano, imparando ad essere dono totale di sé. Questo dono totale si esprime, per due sposi, in tante piccole cose. Tutta slancio e di lotta. L’importante è saper lottare e vivere con intelligenza. Sono importanti tre atteggiamenti: 1) non drammatizzare mai ogni volta che sbagli e ti vedi fragile, ma cerca di imparare dalle cadute per poter prevenire ulteriori errori. 2) Ricomincia sempre dopo ogni sbaglio e ricordati che la libertà e la maturità sono una conquista che si realizza con la pazienza e con il rapporto costante con Dio. 3) Coltiva i tuoi ideali con tempi appropriati, dedicando ogni giorno uno spazio alla tua interiorità e alla bellezza del creato e all’amore al fratello. Per quanto riguarda poi il tuo rapporto con Dio, ricordati che lui ti è più vicino che mai, soprattutto nei momenti di debolezza. Sai, Dio è un po’ strano, perché sceglie le persone che sembrano meno idonee alla sua causa, cioè quelle che peccano e sbagliano... Sembra che voglia fare di tutto per esercitare il suo amore miVHULFRUGLRVR(WXVDUHVWLVWROWRDQRQDSSURÀWWDUHGHO VXR LQÀQLWR DPRUH 3HUWDQWR ULFRPLQFLD VHPSUH H ULcordati che Dio, ogni volta che ti rialzerai e cercherai di vivere per lui, ti amerà come se fossi il più bello di tutti. Questa è la pazzia di Dio! [email protected] PARLAMI D’AMORE di Tamara Pastorelli la vita matrimoniale è un donarsi continuo (andare al lavoro, cucinare, ascoltarsi, ecc.), ma questo diviene particolarmente evidente durante i loro rapporti coniugali. Però, se essi non si abituano a GRQDUVLÀQGDOO·LQL]LRGHOla giornata, certamente non riusciranno a farlo in camera da letto. Attraverso il dono dei loro corpi, essi devono riuscire a esprimersi il dono di tutta la loro vita. Si comprende, allora, il legame profondo che esiste tra l’Eucaristia e la vita sessuale degli sposi. L’Eucarestia è il segno tangibile, visibile di un corpo donato; anche nel matrimonio c’è il dono del corpo al coniuge, come segno di un’offerta totale dell’uno all’altro, di un accogliersi totalmente e reciprocamente con tutte le proprie ricchezze, ma anche con tutte le inevitabili fragilità. Quando, per vari motivi ÀVLFL R SVLFRORJLFL YLHQH il desiderio di chiudersi LQ Vp VWHVVL H GL ULÀXWDUH l’intimità con l’altro o di pensare solo alla propria JUDWLÀFD]LRQH SHQVDUH a Gesù, che ha donato il suo corpo sulla croce e continua a donarsi a noi, oltre che attraverso l’Eucaristia, in tanti altri modi (attraverso il suo amore fedele, la sua parola, ecc.), può essere per gli sposi di notevole aiuto per riuscire a donarsi all’altro/a con tutto sé stessi. [email protected] Sentimenti: che paura! ©$DQQLPLULWURYRVRORFRQO·HPRWLYLWjGLXQVHGLFHQQH6WRIUHTXHQWDQGR XQJUXSSRGLDSSURIRQGLPHQWRSHUVLQJOHFUHGHQWLGRYHFLKDQQRSURSRVWRXQ SHUFRUVREDVDWRVXOO·DPLFL]LD6RORFKHKRSDXUDGLULPDQHUHSULJLRQLHURGHO PLRIRUWHVHQWLPHQWDOLVPRª Carlo - Palermo La paura è una bestiaccia dotata di grande fantasia e tu hai paura di liberare il tuo desiderio di dare e ricevere affetto, perché “potresti” diventare troppo impulsivo e inappropriato nell’espressione dei sentimenti che “potresti” provare verso una possibile futura corteggiata. Per fare insieme uno sgambetto alla paura, che ne pensi di cominciare a lavorare sul tuo “oggi”? È oggi che tu puoi imparare a conoscerti, ad allenarti, a vivere con il tuo desiderio di amore senza esserne posseduto. C’è una bella preghiera per chiedere di incontrare presto un compagno e che, ad un certo punto, dice: «Fa’ che non sciupiamo l’amore che sorge ma che lo possiamo custodire come un tesoro insostituibile. A ognuno insegna a seguire la propria strada, con generosità, arricchendosi interiormente, facendo maturare l’amore attraverso l’attenzione agli altri (…). E così saremo preparati a riconoscerci, a mettere insieme le nostre risorse e a incamminarci verso il dono totale». Allenati ad amare gli altri, la famiglia, gli amici, anche i nemici, nella verità di quello che sei. Non ti nascondere, metti in gioco anche le tue fragilità. Fatti consigliare, cammina insieme a questi nuovi compagni di viaggio single come te. Nella peggiore delle ipotesi potrà succedere che l’eventuale corteggiata non gradisca le tue attenzioni. Perderla, in questo caso, VLJQLÀFKHUjDFFRJOLHUODFRQTXHOORFKHVHQWHHGHVLGHUDOHLQRQWX(SLDQSLDQR imparerai a non vivere ripiegato su te stesso ma in relazione. Ti rendi conto di non farcela, anche così? Rivolgiti a un terapeuta che sappia guidarti nella cura delle tue ferite. Vale la pena tentare tutte le strade per superare le paure che ci limitano: c’è in gioco la vera libertà. [email protected] Politica estera PER UNA DEMOCRAZIA INTERNAZIONALE Disordine mondiale 28 Città Nuova - n. 7 - 2015 David Goldman/Ap O bama immortalato dalle foto della folla, in marzo, ad Atalanta. La complessità mondiale insegna che non può essere né un solo presidente – per quanto carismatico e determinato – né un solo Paese – per quanto economicamente o militarmente potente – a fare la differenza e che la via d’uscita dal disordine mondiale non consiste nell’affannosa ricerca di un nuovo egemone o di un nuovo concerto delle potenze, quanto nell’immaginare e costruire un ordine condiviso e pluralista, per sfuggire dal ciclo dell’egemonia delle iperpotenze ed entrare in quello della democrazia internazionale. Ugualmente datata è la visione di un “ordine mondiale”, riproposta da Henry Kissinger, basata sugli assunti vestfaliani della sovranità assoluta degli Stati. Come ha scritto Anne-Marie Slaughter oggi la questione di fondo della politica internazionale non è l’equilibrio di potere, o una riedizione su vasta scala del concerto delle potenze; non ci si può concentrare solo sulle relazioni interstatali quando in realtà il disordine colpisce ormai in gran parte e direttamente popoli e società. L’Europa, come luogo di condivisione di sovranità e laboratorio transnazionale, faccia la sua parte. Pasquale Ferrara Attualità C i stiamo scivolando dentro piano piano. Piacevolmente. Perché cambiare canale tv con il telecomando, che magari in quel momento non si trova? Molto meglio mormorare al televisore “Vai al canale 8” e quello ci va. Perché cercare sul cellulare il numero di un amico, mentre hai le mani occupate o c’è poca luce? Molto più comodo sussurrare al cellulare “Chiama Giovanni” e quello lo chiama. Semplice, immediato, intuitivo: tutti lo vogliono. Voce Dunque siamo d’accordo: nella tv e nel cellulare un microfono sempre attivo ti ascolta per eseguire i tuoi comandi. Dietro il microfono c’è un software che trasmette le tue 30 Città Nuova - n. 7 - 2015 SCENARI di Giulio Meazzini SE IL TELEVISORE TI ASCOLTA L’AVVENTO DELLE MACCHINE INTELLIGENTI. LE TECNICHE DI RICONOSCIMENTO FACCIALE E LA PROFILAZIONE DI MASSA parole a un centro di elaborazione dati, probabilmente in California, dove la tua voce sarà interpretata e come risposta verrà inviato alla tua tv il comando di cambiare canale. Strano? No, logico. In un mondo FRQQHVVR GD ÀEUH DG DOWD YHORFLWj la distanza non è un problema per messaggi che corrono alla velocità della luce. Quindi nel momento in cui istallo in cucina o in salotto la nuova tv (collegata in Rete), so che ogni mia parola potrebbe essere ascoltata in qualche parte del mondo. Mentre sussurro qualcosa a mia moglie o strillo perché la mia squadra ha preso un gol, quando discuto di affari col mio socio o canto o prego ad alta voce, quando parlo nel sonno (immagino che nessuno la notte stacchi la spina della corrente della tv), quando chiacchiero con gli amici davanti a un caffé. Sempre. Stessa logica per il microfono del cellulare che ho in tasca: qualcuno, magari in Giappone, può ascoltare le mie conversazioni personali. Sempre. Prendere o lasciare. Tanto che un famoso proGXWWRUHGLWHOHYLVRULqÀQLWRVXLJLRUnali per aver, correttamente, inserito nelle istruzioni dell’apparecchio una frase che avverte l’utente di fare attenzione perché le sue conversazioni potrebbero essere registrate e inviate chissà dove. Già adesso le tv e i cellulari operano così? Non tutti, ma la tendenza è questa. Immagine Cellulari, computer portatili e nuovi televisori hanno un’altra caratteristica straordinaria: una piccola ma potente telecamera che permette di fare foto e riprendere sé stessi o gli altri. Chi non ha il FHOOXODUHSLHQRGLIRWRHÀOPDWLFKH poi condivide con gli amici in Rete tramite Facebook o Twitter o Whatsapp? Facilissimo, divertente, irresistibile. Ma la telecamera è gestita da un software che “non” è sotto il nostro controllo, per cui può riprenderci a nostra insaputa. Anche quando il cellulare sembra spento (l’unico modo per essere sicuri è togliere la batteria, ma negli ultimi modelli questo non è possibile). Dunque, la tecnologia “intelligente” è diventata indipendente da noi, può essere manipolata da remoto, può vederci, ascoltarci e inviare in Rete quanto registrato. Non co- L’ultimo nato di Apple: l’orologio connesso al cellulare. In alto: manifestazione a Ferguson (Usa). Oggi si può identificare anche una sola faccia nella folla. nosciamo le intenzioni di chi l’ha FRVWUXLWDGREELDPRÀGDUFLGHOODVXD parola. Faccia Negli ultimi anni, uno sforzo eccezionale è stato fatto per migliorare le tecniche di riconoscimento facciale (e vocale). Il risultato è sbalorditivo: il software è oggi capace di idenWLÀFDUH XQD SHUVRQD LQ PH]]R DOOD folla. Prendiamo Deepface di Facebook (Fb): sbaglia solo in due casi su cento. Se un vostro amico mette in Rete una foto in cui tra gli altri ci siete anche voi, Fb gentilmente vi avverte. La potenza di questo piccolo fatto, apparentemente innocuo, è incredibile: la tecnologia ci riconosce in automatico. In qualsiasi momento è in grado di collegare una faccia (o una voce) in mezzo a una folla a nome, studi, professione, umore, amici, preferenze, opinioni, desideri del proprietario. Tutti dati presi dalla Rete (specialmente dai social network). Si chiama faceprint (impronta della faccia) e vale molto più delle impronte digitali o del Dna. )RUVHVWDSHUVFRPSDULUHGHÀQLWLvamente l’intimità, la riservatezza, la privacy. Saremo sempre sul palcoscenico, in vista di fronte al mondo: DFDVDRLQPHWURLQXIÀFLRRDOSDUco, chiunque potrebbe in quel momento ascoltarci o riprenderci. Magari utilizzando il nostro cellulare o le migliaia di telecamere posizionate nelle strade delle città, o gli speciali occhiali di Google. Riusciremo a essere naturali sapendo di essere osservati? Più probabile la paranoia. Nessuna legislazione per ora prevede la tutela della nostra faccia e della nostra voce, e in ogni caso Google o Fb sono operatori globali: i dati che corrono nelle Reti digitali non ULVSHWWDQR FRQÀQL H OHJLVOD]LRQL QDzionali. Un incubo? Forse. 1SPmMB[JPOF All’algoritmo basta analizzare 150 dei miei “mi piace” in Rete per WUDFFLDUH XQ SHUIHWWR SURÀOR GHOOD mia personalità: se sono estroverso, socievole, coscienzioso, stabile emotivamente, aperto mentalmente e così via. In automatico deduce i miei tratti psicologici meglio di amici, genitori o fratelli. Con veULÀFKH VXO FDPSR JOL VWXGLRVL KDQno appurato che solo marito e moCittà Nuova - n. 7 - 2015 31 At t ualità SE IL TELEVISORE TI ASCOLTA Nutrire cuore e mente da gennaio il nuovo L’astrofisico Stephen Hawking lancia l’allarme sul rischio di perdere il controllo delle macchine. Sotto: palo di illuminazione con telecamere di sorveglianza. ORMULA NUOVA F va di narrati to Un raccon ni e le emozio re ri t u n r e p sperto gio di un e g a s e v re il b cenza e la conos ir h c ic rr a per 015 ARGOMENTI 2 Si parlerà di: - anoressia - lutto e curano - relazioni ch - dipendenze - anziani ia - crisi di copp Da gennaio 2015 il nuovo Passaparola cambia la periodicità da mensile a bimestrale: ogni due mesi con più pagine (112 anziche 64) e un formato più grande. Per riceverlo non è più necessario abbonarsi alla rivista Città Nuova Abbonamento annuale 20 euro. 1 copia 6 euro CONTATTACI [email protected] www.cittanuova.it - 06.96522.200/201 glie hanno un rapporto così intimo da battere, per ora, l’algoritmo. È TXLQGLFRPLQFLDWDODSURÀOD]LRQHGL massa. 4PTUJUV[JPOF Nel frattempo la tecnologia ci sostituisce, ci espelle da tanti lavori: le nuove metropolitane non hanno guidatori umani. Le automobili senza DXWLVWDVRQRLQFLUFROD]LRQH&KHÀQH faranno tassisti e autotrasportatori? Un’altra professione in bilico siamo noi giornalisti: un numero crescente di articoli sportivi ed economici sono già scritti da algoritmi, senza che i lettori se ne siano accorti! Le procedure di gestione contrattazioni in borsa sono automatiche: troppo lenti gli umani. Anche la pubblicità su )E R L ÀOP FKH +ROO\ZRRG SURGXFH sono scelti da algoritmi. Si chiama automatizzazione dei processi decisionali. La sostituzione è così veloce che un gruppo di scienziati, con in teVWD LO IDPRVR DVWURÀVLFR 6WHSKHQ +DZNLQJ KD ODQFLDWR O·DOODUPH Questi studiosi non sono “contro” la tecnologia, semplicemente vogliono “gestire” questa nuova situazione in cui macchine intelligenti e autonome, in grado di imparare FL DIÀDQFDQR QHOOD YLWD GL WXWWL i giorni, con imprevedibili conseguenze sociali, economiche, relazionali, etiche. Alcune domande come esempio: in caso di errori di programmazione, le macchine possono inconsapevolmente distruggere l’umanità? Chi paga per gli errori delle macchine? Se la badante è un robot, come viene distorta la capacità relazionale di un anziano o di un bambino? Siamo arrivati a un bivio della VWRULDDXQDQXRYDVÀGDHSRFDOH,Q confronto alle macchine, noi umani abbiamo lo svantaggio di essere fragili e litigiosi, ma anche la forza di un’evoluzione culturale (e morale) che, da quando è nata la famiglia umana, non si è mai interrotta. Giulio Meazzini Attualità PROGETTI GIOVANI di Roberta Formisano e Maddalena Maltese PRENDERSI CURA DELL’ITALIA È POSSIBILE A ssociarli ai Mille di Garibaldi è il cliché che viene spontaneo applicare, appena si scorre il lungo elenco dei partecipanti, salvo scoprire che sono mille e quattro, e quindi la differenza c’è e non solo nei numeri. Infatti ad incuriosire non sono solo le cifre: il secondo appuntamento nazionale dei giovani del Movimento dei Focolari (i Gen2) trasuda novità da tutti i pori, DSDUWLUHGDOPHWRGRGLODYRURÀQRDOle tematiche e ai progetti su cui questi under 30 si sono confrontati e su cui hanno lavorato e continueranno a lavorare anche dopo la kermesse. Loppiano e le colline toscane hanno fatto da scenario all’appuntamento: le quinte però non erano solo sul palcoscenico che ospitava i momenti pubblici del congresso, si allargavano sugli alloggi – sacchi a 34 Città Nuova - n. 7 - 2015 MILLE E DI VARIE ETÀ. DAL NORD E DAL SUD. VIVONO LE FERITE DEL PAESE DECISI A SANARLE. LA SECONDA GENERAZIONE DEI FOCOLARI C’È pelo sparsi in tutti gli angoli liberi della cittadella –, nelle mense autogestite, nei gruppi di lavoro e di dibattito rigorosamente rappresentativi dell’Italia: Nord e Sud; diciassettenni e trentenni, studenti e lavoratori o disoccupati. “Prendersi cura dell’Italia – We care for Italy”, il titolo scelto per questa tre giorni di inizio PDU]R QRQ SRWHYD HVVHUH FRQÀQDWR allo slogan, perché «si conosce ciò che si ama», gli ha spesso ripetuto la loro leader Chiara Lubich e quindi amare il proprio Paese parte dal co- noscere chi lo abita senza le riserve o i pregiudizi che media, culture diverse e tradizioni molto lontane hanno consolidato negli anni e nei secoli, separando di fatto un territorio che fatica a ritrovarsi unito, solidale, partecipe delle vicende nazionali. Maria Emmaus Voce, presidente dei Focolari, nel messaggio indirizzato ai 1004 esprime l’apprezzamento per “l’impegno e la creatività” messe in atto nel meeting e invita a rendere “concreto e visibile il noVWUR ¶XVFLUH· LQ ULVSRVWD DOOH VÀGH H alle attese del nostro tempo”, facendo eco a quanto papa Francesco ha detto incontrando il Movimento lo scorso settembre. «Non temete – continua Emmaus –, lanciatevi a contagiare tanti giovani della vostra stessa passione, siate vicini a tutti. Il vostro coraggio mostrerà la bellezza e i vantaggi di essere costruttori di unità». /D FRPSOHVVLWj H OH VÀGH GHO FRstruire non sono teorizzate, ma vengono gettate nell’arena dalla testimonianza. Elena sceglie di non assistere passiva a un litigio tra una mamma musulmana e una veneta durante la festa della parrocchia: si mette in mezzo e spinge al dialogo, all’incontro e alla pace stupendo persino gli amministratori locali presenti, paralizzati dagli sputi e dal velo violentemente strappato. Anna Chiara denuncia al consiglio di facoltà del suo corso un professore che costringeva gli studenti ad acquistare il materiale didattico sempre e solo da un negozio a prezzi esosi. Trova il sostegno della preside, ma si scontra con le minacce degli assistenti che mettono in dubbio la riuscita dell’esame. L’aver fatto rete con i colleghi e il lottare per amore della giustizia le vengono però unanimemente riconosciuti, come il bel voto sul libretto a conclusione della vicenda. Il metodo dei piccoli gruppi consente un confronto onesto e autentico su problematiche scottanti: la VXSHUÀFLDOLWj QHOOH UHOD]LRQL O·RPRsessualità, la strumentalizzazione del corpo, il rapporto complicato con i preadolescenti, la fede e la scienza, l’Eucarestia e la Chiesa. I laboratori consentono invece di indagare sulle ferite del Paese: l’amELHQWH GHWXUSDWR GD PDÀH H FRUruzioni, la convivenza tra popoli diversi ancora vissuta tra compassione e razzismo, poco come struttura sociale dell’Italia, il lavoro dram- maticamente assente e la capacità di innovare; il divertimento esasperato e la dimensione ludica dell’uomo, il consumismo e una gestione dei beni comune e responsabile. In mezzo ci sono tanti, tanti progetti. Spesso messi in atto senza claPRUHFRPHOHGLHFL´2IÀFLQHGLIUDternità” aperte tra Napoli e Caserta, in contesti drammatici dove la legalità può essere veicolata non tanto da azioni a tavolino, ma da giovani che si spendono per il quartiere e dove persino un musical su Chiara Luce Badano sa reclutare come attori, ragazzi più avvezzi alla violenza che alla recitazione. Paolo e Matteo a Torino, da quasi due anni assieme a colleghi e amici hanno adottato un dormitorio e i suoi ospiti: pasti e animazione stringono amicizie tra la strada e la città. E poi Marco di Torino che ha depositato una riforma di legge della Siae FKHWXWHOLJOLVSHWWDFROLGLEHQHÀFHQza o Domenico, che a Maddaloni vuole avviare una scuola di partecipazione politica; o ancora Raffaele e i giovani di Roma che torneranno in Sicilia per continuare l’esperienza con i migranti e minori a rischio avviata la scorsa estate. Città Nuova si è offerta di raccontare questa Italia giovane ed entusiasta sul sito e sulla rivista e i Gen vogliono esserne i cronisti, evidenziando risorse e problemi, prospettive e criticità. Come hanno fatto il 12 marzo in una delle aule del Parlamento italiano consegnando ai parlamentari un appello, cinque impegni su spesa per le armi, lotta alla povertà, legalità, partecipazione democratica, istruzione, per continuare a prendersi cura, sul serio, del Paese. I giovani dei Focolari presentano un appello al Parlamento italiano. In alto e a fianco momenti di dibattito, laboratori e plenarie. Se vuoi partecipare al progetto Città Nuova giovani, scrivi a [email protected] Città Nuova - n. 7 - 2015 35 D a l D avl i vvi ov o IL CORAGGIO DI VIVERE di Mariagrazia Baroni Mai fermarsi alla soglia del dolore A tu per tu con la sclerosi. Pino è riuscito a non chiudersi nei meccanismi della malattia C on Pino – 63 anni e affetto da circa 15 da sclerosi multipla – ho percorso solo pochi metri per raggiungere il parco adiacente la sua abitazione nel quartiere Salario di Roma. Ma ci siamo fermati di nuovo, dopo un saluto gioviale ai passanti, perché Argo – il bastardino che condivide la quotidianità del mio amico – tiene alta l’attenzione di tutti. «L’ingresso di Argo nella mia vita – racconta Pino – è stata una “rivoluzione”. Mi costringe all’aria aperta: la miglior cura soprattutto nei giorni in cui sto maggiormente male». 36 Città Nuova - n. 7 - 2015 Quando nel 2009 Pino si trasferisce nel quartiere per appropriarsi di una nuova autonomia con l’avanzare della malattia, fa la scoperta di un abitato ripiegato su sé stesso e refrattario alle necessità altrui. «Spesso ²FRQÀGD²GRSRXQDEUHYHFKLDFFKLHUDWDSLGLXQD SHUVRQDPLKDDSHUWRLOFXRUHVXOOHSURSULHGLIÀFROWj e guarda caso, dopo che avevo parlato con leggerezza della mia malattia». Racconta: «Sui parabrezza delle auto che mi ostruivano il passaggio lasciavo dei bigliettini con il logo della carrozzella». Ma un giorno la denuncia garbata di Pino incontra «il proprietario di un fuoristrada: un ragazzone che aveva Pino Peduto a passeggio in carrozzella col suo bastardino Argo. tutta l’aria di voler attaccar briga». Ne nasce un diverbio e gli animi si scaldano; alcuni passanti prendono le parti di Pino e il ragazzo se ne va. «Per non dar spazio dentro di me all’acredine e non fomentare la rabbia del momento – continua Pino –, mi metto a pregare». Pochi minuti dopo lo stesso ragazzo gli va incontro. «Volevo chiederti scusa», esordisce, e là per là si apre sulle SURSULHGLIÀFROWjGHOPRPHQWR Ma torniamo indietro, a una data importante per Pino. È il 27 novembre 2006 quando scopre di non riuscire a camminare. «In ospedale entro alle 7 per uscire alle FRQLOUHVSRQVRGHÀQLWLYRª'RSR dieci anni di sintomi sporadici, la sclerosi multipla si è palesata in tutta la sua drammaticità. Rannicchiato in un angolo del sedile posteriore del taxi che lo riporta verso casa, a fargli compagnia c’è ora un tumulto di pensieri. Tra le lacrime che sgorgano copiose ULDIÀRUDLOULFRUGRVHSROWRGLXQD promessa fatta da giovane a un incontro con la fondatrice dei Focolari, Chiara /XELFKHVVHUSURQWRDFRPSLHUHODYRORQWjGL'LR Allora era rimasta in sospeso la domanda: «Cosa mi FKLHGHUj"ª©$OULDIÀRUDUHGLTXHOULFRUGR²SURVHJXH ²QRQKRSRWXWRFKHULQQRYDUHD'LRTXHO´Vuµ'D quel momento, accompagnandomi per lungo tempo, mi ha pervaso una pace profonda che mi ha permesso di non chiudermi nei meccanismi della malattia, ma di continuare ad essere attento alle esigenze altrui». Lo stesso modo di relazionarsi scoperto negli anni della giovinezza, quando, dopo aver conosciuto il brulicante fermento dei giovani appartenenti ai Focolari, aveva costituito insieme ad altri amici il gruppo musicale Eureka e, negli anni a seguire, dato supporto a una seconda formazione: gli Alta quota. Ricorda il primo ricovero: «Nelle stanze d’ospedale si erano create delle dinamiche di relazione con il personale e gli altri pazienti». La notizia della malattia si era diffusa tra i parenti e gli amici che si facevano sentire quotidianamente con sms o telefonate, tanto che era diventata un’affettuosa abitudine per la neurologa esordire con: «Spenga ´TXHOFRVRµRQLHQWHYLVLWDª'XUDQWHLOSHULRGR Pino e il suo fedele amico. «L’ingresso di Argo nella mia vita è stata una “rivoluzione”». natalizio, tra gli auguri, Pino riceve l’sms di Giovanni, compagno di stanza e di partite a carte: «Buon Natale, buon amico. Sto iniziando a non QRPLQDUHSLLOQRPHGL'LRLQYDQR(VHPDLFL riuscirò, questo lo dovrò a te. Grazie per i tuoi continui, timidi, rimproveri». E c’è poi Gabriele al terzo ricovero per un tumore: «Un giorno – continua Pino –, la mamma visibilmente commossa mi ha detto: “Ma che gli avete fatto? Nei precedenti ricoveri piangeva sempre e mi implorava di riportarlo a casa. Stavolta è sempre contento e spesso mi dice al telefono che deve riagganciare perché deve correre dagli amici”». È tempo di rientrare dalla passeggiata tra le richieste GLDWWHQ]LRQHGL$UJRLULFRUGLFKHULDIÀRUDQRHLO telefono che ancora squilla. Pino ed io ci salutiamo con un lascito preciso: mai fermarsi alla soglia del GRORUHVRSUDWWXWWRSHUFKLKDELVRJQRGLÀGXFLD Città Nuova - n. 7 - 2015 37 Dal vivo TEMPO PER GLI ALTRI di Maria Pia Di Giacomo Fanno parte di noi Un piccolo comune svizzero alle prese con i rifugiati. L’iniziativa di Brigitta e delle sue amiche Q uando Brigitta è tornata a vivere nella casa paterna a Eschenbach, non immaginava quali novità l’attendessero. Le è bastato poco, invece, per rendersi conto che anche in quel piccolo e tranquillo comune del Canton San Gallo i rifugiati rappresentavano una dolorosa realtà che, in quanto FULVWLDQDQRQSRWHYDIDUÀQWDGLLJQRUDUH$TXHVWR punto, insieme ad alcune amiche del posto desiderose di spendersi per gli altri, Brigitta ha preso FRQWDWWRFRQO·$UFKHODVWUXWWXUDLQFXL venivano accolti. «Erano – racconta – persone traumatizzate, soprattutto le donne. Le loro erano storie tragiche, di cui non sempre amavano parlare, anche se condividerle era poi di sollievo (con un po’ d’inglese riuscivamo ad intenderci). Una festicciola preparata apposta per loro è servita a stabilire un rapporto semplice e di ÀGXFLD%DVWDYDDYROWHLOVHPSOLFHDVFROWR SHUULVROYHUHXQDGLIÀFROWj3HUHVHPSLR dopo aver accolto il disagio di una signora siriana nel trovarsi in quella struttura senza EDPELQLGRYHVXRÀJOLRQRQDYHYDDPLFLFRQ cui giocare, le ho fatto scoprire il parco giochi di una scuola vicina: lì il bambino ha subito trovato dei compagni e pure lei ha potuto fare amicizia con altre due signore che parlavano la sua lingua. Brigitta Bücher con alcune ospiti dell’Arche, la struttura di accoglienza per rifugiati in Svizzera. 38 Città Nuova - n. 7 - 2015 7XWWDYLDLORURSUREOHPLQRQÀQLVFRQRGRSRDYHU ottenuto il sospirato permesso di soggiorno. Una YROWDGLPHVVLGDOO·$UFKHGRYHDQGDUHDYLYHUHVHQRQ trovano lavoro? È vero che ci pensano altri servizi VRFLDOLDFRSULUHOHVSHVHG·DOORJJLRPDSRFKLVLÀGDQR GLDIÀWWDUHDLPPLJUDWL1HVRTXDOFRVDLRFKHSHU DLXWDUHXQDPDPPDDIULFDQDFRQWUHÀJOLHQHOODVXD ricerca, ho dovuto insistere e garantire per loro prima di convincere i proprietari di un piccolo appartamento ad DIÀWWDUJOLHORª Ora anche altri a Eschenbach hanno preso a cuore i rifugiati, sull’esempio di Brigitta e delle altre. Dal sindaco, che contribuisce per certe spese, al diacono riformato, che ha devoluto le offerte ricevute in RFFDVLRQHGHOVXRFRPSOHDQQRSHUGRWDUHO·$UFKH di un campo da calcetto, alla maestra che, dovendo organizzare una iniziativa ludica nella sua scuola, ha trovato collaborazione proprio in loro. L’ultima festa, che ha visto la sala della struttura stipata di 40 immigrati e 30 svizzeri del posto, ha avuto un carattere interculturale e interreligioso per la presenza non solo di cristiani di Chiese diverse, ma anche di musulmani, buddhisti e di altre fedi. «Ora – conclude Brigitte – dalla maggior parte dei cittadini non sono guardati più come un corpo estraneo, ma come persone FKHIDQQRSDUWHGHOODQRVWUDFRPXQLWjª I LETTORI CI SCRIVONO a cura di Gianfranco Restelli Dal vivo Per continuare a essere padre Cosimo, 47 anni, bracciante agricolo di Serra San Bruno in provincia di Vibo Valentia, ci ha inviato questa testimonianza che pubblichiamo volentieri A vevo sempre desiderato farmi una famiglia e Dio mi aveva esaudito. Dall’amore tra me e PLDPRJOLHHUDQRQDWLWUHÀJOLFKHIRUPDYDQRLO mio orgoglio. Una vita normale, senza eccessivi problemi, come quella di tante altre famiglie. Ma al decimo anno di matrimonio, per motivi che sarebbe troppo lungo elencare, iniziava il mio calvario. Il primo settembre 2009 mia moglie, di nazionalità tedesca, è partita per la sua città natale in Germania SRUWDQGRYLDFRQVpLQRVWULÀJOLGXHEDPELQHGLQRYH e due anni, e un bambino di sette. Da quel giorno non è più tornata indietro sulla sua decisione. Ho cercato, con viaggi frequenti in Germania, telefonate e in tutti modi possibili, di ricomporre il nostro matrimonio, ma inutilmente: lei voleva la separazione. Unico tramite con me era il suo avvocato, che mi inviava lettere in tedesco che dovevo far tradurre. Un anno dopo la sua partenza ho saputo che era andata a convivere con un altro uomo portando con sé LQRVWULÀJOLVHQ]DFKLHGHUPHQHLO consenso. Da allora il mio dolore di padre e di marito è lacerante. Soprattutto ODORQWDQDQ]DGDLÀJOLDQFKHVH cosciente che non sono proprietà GHLJHQLWRULPDVROWDQWRDIÀGDWL a loro da Dio, è uno stillicidio quotidiano. Soffro, sì, ma non come un disperato. Mi aiuta l’aver sempre davanti a me come modello la Madre di Gesù, che sotto la croce ha perso suo Figlio e Dio, il suo tutto, ma pur in quell’immenso dolore, con coraggio e dignità, ha saputo stare in piedi (stabat è scritto nel Vangelo). Maria poi non è rimasta sola: *HVO·KDDIÀGDWDD*LRYDQQLLO GLVFHSRORSUHGLOHWWR1HDQFK·LR sono rimasto solo: tanti mi sono stati vicini, e non mi riferisco solo ai parenti, ma alla famiglia spirituale di cui faccio parte, una famiglia mondiale di cui è parte la comunità che vive in questa mia terra calabra. Devo ringraziare anche loro se ho accettato tutto con amore e per amore, se riesco ad offrire il mio dolore a Dio sapendo quanto esso VLDSUH]LRVRGDYDQWLDOXL1RQQHJRFKHFDSLWDQRDQFKH giornate buie, in cui costa di più fare la mia offerta; ma so che questo è un modo per continuare a essere padre delle mie creature. C’è chi si stupisce perché ho rinunciato a un’altra FRQYLYHQ]D3HUFRHUHQ]DDOPLRFUHGRFULVWLDQRGHVLGHUR rimanere fedele al sacramento del matrimonio. In ciò mi sono di grande aiuto il sacramento dell’Eucaristia e il carisma dell’unità vissuto con altri compagni di cammino, questo dono speciale di cui ringrazio sempre Dio. Quando perdi tutto per lui, hai tutto. Cosimo Primerano Città Nuova - n. 7 - 2015 39 Dal vivo PERCORSI di Tanino Minuta Una goccia di eterno JOmOJUP «La vita non è quella che appare – mi disse con un filo di voce quella creatura in disfacimento –. Vivi per le cose vere» A l tempo del liceo, età di grandi idealità e di progetti, mi capitò tra le mani un articolo sul medico missionario Albert Schweitzer. Una frase mi colpì: «Colui che è stato risparmiato dal dolore deve sentirsi chiamato a contribuire a lenire il dolore degli altri. Tutti dobbiamo portare il fardello di sofferenze che pesa sul mondo». Fu la spinta a inserirmi, qualche mese dopo, in un gruppo di giovani che offrivano tempo ed energie andando a visitare vecchi e malati, portando medicine e cibi, facendo pulizie, risolvendo pratiche burocratiche. In particolare ricordo una anziana cieca e povera: sola al mondo, dipendeva dalla carità degli altri. Un giorno seppi che s’era fratturata femore e costole in seguito a una caduta. Corsi in ospedale, immaginando di sentire chissà quali lamenti, e invece... La pace e la sapienza che scaturivano da quella creatura in disfacimento mi avvinsero. Con un ÀORGLYRFHPLGLVVH©)LJOLRPLRODYLWDQRQqTXHOOD che appare. Vivi per le cose vere». Ebbi l’impressione del sacro, come davanti a un ostensorio. 0HQWUHOHPLHYLVLWHLQRVSHGDOHV·LQWHQVLÀFDYDQR divennero frequenti le soste in una chiesa e poi la partecipazione quotidiana alla Comunione eucaristica. ,QXQDGLTXHOOHÀRUuVSRQWDQHRGDOODPLDERFFD «Fammi strumento del tuo amore». Da dove una tale insolita richiesta? /DULVSRVWDUHFHQWHPHQWHQHOODFRQÀGHQ]DGLXQDDPLFD sorpresa ma non piegata da una malattia che l’ha ridotta su una sedia a rotelle: «L’Eucaristia, una goccia di eterno LQÀQLWRFKHVLWXIIDQHOODPLDDQLPDª6DUjVWDWRTXHVWR WXIIRGLHWHUQRLQÀQLWRGLYHQXWRDELWXDOHDHGXFDUPL 40 Città Nuova - n. 7 - 2015 al mistero e rendermi capace di corrispondere con generosità all’amore gratuito di Dio. Del resto, secondo Gertrud von Le Fort, «non sta a noi farci strada verso Dio: al contrario è Dio che si fa strada verso di noi». Nutrirmi di Gesù Eucaristia mi rendeva capace di perdono e di amore. Si faceva sempre più lontano il tempo in cui pregare consisteva in una lista di richieste. Ora quell’incontro era diventato ascolto, colloquio silenzioso da cui attingere pace, suggerimenti nei momenti di dubbio, coraggio quando mi sentivo inadatto a un certo compito. Ma anche il nostro prossimo, in quanto immagine di Dio, è “sacramento”, presenza di lui. Così ne parla Mat’ Marija Skobcova, una monaca ortodossa laica, grande WHVWLPRQHGHOODFDULWjÀQRDOODPRUWHQHOODJHU,RO·KR sperimentato più e più volte. Come quando insegnavo in un ateneo dell’Ungheria, un po’ appesantito da attività e occupazioni. Un giorno parlavo con un amico. Mentre lui mi raccontava di sé, compresi, con la stessa forza che mi dava l’Eucaristia, come dare priorità alle varie faccende della mia giornata. Soltanto con la sua presenza quel “fratello” mi rivelava una differente scala di valori, facendomi scartare impegni che avevo ritenuto importanti. VITA DI COMUNIONE di Jesús Castellano Cervera Spiritualità Ci ha spalancato il cuore Nel cap. 17 del suo Vangelo Giovanni mette a fuoco il senso profondo dell’Eucaristia vissuta Da qualche tempo mi avvicino a questa preghiera (del cap. 17 del Vangelo di Giovanni) con la consapevolezza che in essa l’evangelista, con il suo tipico stile, ci ha lasciato la “preghiera eucaristica di Gesù”; o, per dirla con un linguaggio ancora più orientale, l’“anafora di Gesù”, vale a dire quella preghiera che dà senso, insieme all’Eucaristia che Gesù ha istituito come memoriale GHOODVXDSDVVLRQHDOVDFULÀFLRFKHVWDSHUFRPSLHUHVXOODFURFH Le espressioni oranti di Cristo sono tanto simili a quelle delle nostre preghiere eucaristiche che non sembra fuori posto questa GHÀQL]LRQHO·DQDIRUDGL*HV Il duplice legame con l’Eucaristia e con la passione redentrice rendono questo lungo brano di Giovanni di una importanza decisiva, per cogliere il senso profondo dell’istituzione dell’Eucaristia e della passione redentrice. È una specie di offerta DQWLFLSDWDGHOVDFULÀFLRGHOODFURFHPDFRQODVROHQQLWjGLXQD preghiera sacerdotale, complessa, ricca; in essa Cristo svela a noi LOVHQVRSURIRQGRGHOVXRGRQDUVLDO3DGUHSHUQRLQHOVDFULÀFLR della croce. È come la preghiera che il nostro sacerdote, Cristo, rivolge al Padre per esprimere con una ricchezza inesauribile il VHQVRGHOVXRVDFULÀFLRDQWLFLSDWRDQFKHFRQLJHVWLGHOO·XOWLPD Cena. Anche se l’evangelista non ha incluso nel racconto dell’ultima Cena l’istituzione dell’Eucaristia, è convinzione di alcuni esegeti che tutti i cinque capitoli dell’ultima Cena hanno un carattere tipicamente eucaristico; dalla lavanda dei piedi alla promulgazione del nuovo FRPDQGDPHQWRGDOODÀJXUDGHOODYLWHHGHL tralci alla preghiera dell’unità, tutto ha in questi capitoli un sapore eucaristico. Infatti, in questi insegnamenti Giovanni mette a fuoco il senso profondo dell’Eucaristia vissuta, le conseguenze di una vita eucaristica, come un necessario complemento a quanto i Sinottici e Paolo ci hanno rivelato a proposito dell’Eucaristia. D’altra parte, nel capitolo 17 di Giovanni troviamo una risposta a una serie di doverose domande: con quali sentimenti vive Cristo la sua passione? Con quali atteggiamenti egli sta per offrire il VXRVDFULÀFLR"/DSUHJKLHUDGL*HVVSDODQFD totalmente il suo cuore, rivela dal profondo i suoi sentimenti, davanti al Padre e davanti ai suoi discepoli, nell’imminenza della sua passione e morte, che egli vive non solo con assoluta libertà, ma come un dono libero e totale GHOODVXDYLWDLQVDFULÀFLR Città Nuova - n. 7 - 2015 41 P Sa pr iorl iat ud ai l vi ti àt a IN PROFONDITÀ di Chiara Lubich Con lo stesso corpo e lo stesso sangue Continuiamo a pubblicare testi inediti della fondatrice dei Focolari sul tema dell’Eucaristia. Quelli qui proposti sono tratti per lo più da sue risposte a domande che membri «dell’Opera» (così Chiara Lubich chiama i Focolari, il cui altro nome è Opera di Maria) erano soliti rivolgerle sulla spiritualità e la vita del Movimento. L avviene la piena comunione degli uomini con Dio e degli uomini fra loro. Gesù, prima di chiedere al Padre «che tutti siano una cosa sola come tu, Padre, sei in me e io in te» (Gv 17, 21), aveva istituito il sacramento che rendeva ciò pienamente possibile. (8 ottobre 1984) La quasi totalità dei membri cattolici del Movimento sin dall’inizio, e poi anche i membri di altre Chiese che ne hanno la possibilità, hanno sentito spontaneamente di doversi comunicare spesso con Gesù Eucaristia. Pensiamo che questa sia una delle principali cause della forte realtà d’unità che s’è creata nell’Opera stessa. Gesù Eucaristia è infatti LOYLQFRORG·XQLWjLOSLSRWHQWHFRHIÀFLHQWHSHU la piena unità. È per essa, per l’Eucaristia, che Le carni di Cristo sono soltanto carni di Maria e nell’Eucaristia restano carni di Maria, ovviamente divinizzate. Perciò, quando per l’Eucaristia diveniamo – come dicono i Padri della Chiesa – il Cristo che riceviamo, quindi “concorporei” e “consanguinei” con lui, queste nostre carni, misticamente “mescolate” con le sue e trasformate nelle sue, sono misticamente anche carni di Maria. (…) Logicamente, ciò non è visibile agli occhi degli uomini, né in una analisi chimica, ma agli occhi di a Comunione la vedo soprattutto come un’“udienza” col Capo dell’Opera, perché il Capo di ogni Opera di Dio è Gesù. (…) Io sento che bisogna “sfondare” e siccome abbiamo addirittura da trattare con l’Onnipotente, non è il caso di portare piccole cose. (28 ottobre 1961) 42 Città Nuova - n. 7 - 2015 Giuseppe Distefano | Siamo uno ma anche distinti | Dio sì. Certo che, se nell’Eucaristia c’è la presenza sacramentale del Corpo e Sangue di Cristo, non può non esserci in qualche modo anche quella di Maria. (1995) Nell’Eucaristia non è che Gesù entra in noi; sembra, ma siamo noi tutti che entriamo in Gesù. Ora Gesù è uno solo, quindi Gesù ci fa uno, siamo concorporei con lui, cioè con lo stesso corpo, in maniera mistica ma reale. (…) E siamo consanguinei, cioè il suo sangue si mescola con il nostro in maniera anche questa misteriosa, mistica ma reale. Per cui più “uno” di così! Perché Gesù non è mica tre, non è mica cinque, non è mica dieci; noi entriamo in lui che è uno. Allora voi direte: restiamo uno. Restiamo uno, ma siamo anche ciascuno di noi perché portiamo via quel “tutto Gesù” che è presente nell’Eucaristia, quell’uno in ciascuno di noi, perché siamo uno ma siamo anche distinti. (15 aprile 1995) Da: Gesù Eucaristia, a cura di Fabio Ciardi, Città Nuova Ed., 2014. Città Nuova - n. 7 - 2015 43 Spiritualità E ALTRE RELIGIONI a cura di Roberto Catalano L’amore universale Ecco una delle pagine più belle assegnate dalla tradizione al Buddha. È la sua indicazione su come nutrire un vero amore universale. Questo sarà fatto da colui che ha come scopo il bene avendo ottenuto la condizione di pace: Sia capace, retto, e risoluto, gentile e non presuntuoso, contenuto e integro, con pochi doveri, vivendo leggermente, con facoltà pacate, maturo, modesto e senza avidità. Non faccia azioni negative che i saggi biasimano. Pensi: Possano tutti gli esseri essere felici ed in pace. Qualsiasi essere, debole o forte, lungo, grande, medio, corto, sottile, corpulento, visibile e non visibile, vicino e lontano, nato o in procinto di nascere: Possano tutti gli esseri essere felici ed in pace. Che nessuno inganni l’altro o lo disprezzi, o attraverso la rabbia o l’odio desideri la sofferenza per un altro. Come una madre rischierebbe la sua vita per proteggere il suo bambino, il suo unico bambino così si dovrebbe coltivare un cuore illimitato con riguardo a tutti gli esseri. 44 Città Nuova - n. 7 - 2015 Con buona volontà per il cosmo intero, si coltivi un cuore illimitato: Senza odio, stando in piedi, camminando sedendo, o riposando, sempre con piena presenza mentale, pienamente consapevoli. Questo è detto lo stato sublime nel qui ed ora. Non preso da false teorie, ma virtuoso e completo, eliminando il desiderio per i piaceri sensuali, uno mai più rinascerà in grembo materno. SUTTA NIPATA 1.8, Karaniya Metta Sutta Da http://www.canonepali.net/snp/snp18.htm Trad. in inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu PTS: Sn 143-152 Trad. in italiano da Enzo Alfano. Coltivare un cuore illimitato con riguardo a tutti gli esseri 50 ANNI FA SU CITTÀ NUOVA a cura della Redazione Spartaco Lucarini ha visitato l’Oasi di Firenze, una comunità per ex detenuti nata nel 1956 e gestita dai padri mercedari. Oggi questa realtà si è articolata e ampliata in diverse strutture per il reinserimento di ex tossicodipendenti, giovani o minori provenienti dalla strada e minori in stato di abbandono. Proponiamo un estratto del suo articolo nel n. 8/1965, quando questa realtà era in fase di sviluppo. Liberati dalle sbarre ma non dal marchio È il loro primo giorno di libertà: li hanno dimessi dal carcere e fra poco si ritroveranno in mezzo a un mondo che prima udivano solo aldilà delle sbarre. «Cosa pensa di fare quando ritornerà nella società?». Non mancarono risposte atroci: «Io non ritornerò nella società, me ne terrò sempre fuori… &RVDLQWHQGRIDUH"5XEDUHRVLPLOLVHPSUHFRQPDJJLRUSURÀWWRHPLQRU rischio». E una che è un grido desolato: «Chi domani ci tenderà una mano amica per raddrizzarci? Nessuno! Perché siamo degli scarti di società». È YHURTXHVWR"6WDLOIDWWRFKHJOLHVHPSLGHOULÀXWRRSSRVWRGDOODVRFLHWjDFKL ha il “marchio” del galeotto sono purtroppo numerosi. Un caso clamoroso: di uno che ebbe parte in un omicidio nel giugno 1945. Quando esce dopo DQQLPRJOLHHÀJOLRORHYLWDQR&HUFDXQODYRURD3UDWRPDOHSURPHVVH naufragano. Allora lo prende il comune di Firenze come fuochista, ma dura poco, perché quando si accingono a fare l’assunzione, vedono che è un ex carcerato… Non si può. Sta in vita con le offerte di persone buone, ma lui chiede lavoro. Un sacerdote gli paga gli esami per la patente, perché un industriale ha bisogno di un autista. Quando la patente ce l’ha in tasca, torna fuori dai documenti il suo passato. Non si può! Sono stato all’Oasi di Firenze (Oasi assistenza scarcerati italiani) per alcune RUHXQHGLÀFLRULPHVVRDQXRYRDFFRJOLHQWH,´PHUFHGDULµFKHVLSURGLJDQR nell’opera mi spiegano come avviene l’ingresso degli ospiti: «I cappellani segnalano i casi, oppure il più delle volte sono gli interessati a scrivere direttamente». Quando non ci sono posti liberi, vengono lo stesso: a dormire fuori; e dentro lavorano e mangiano. Quale lavoro? In una stanza ariosissima ci sono più di dieci uomini affaccendati intorno a lavori di mosaico per servizi igienici. Piastrelle preparate con quel sistema possono dare un guadagno dalle 1500 alle 3000 lire al giorno per ciascuno dei circa 40 ospiti. L’opera svolta dall’Oasi è doppiamente preziosa: primo, perché risponde in maniera concreta all’appello di tanti fratelli abbandonati; e poi perché colma un vuoto dello Stato, insegnando a questo anche il cammino da percorrere. Spartaco Lucarini INVITO ALLA LETTURA di Elena Cardinali Per chi vuole approfondire alcuni degli argomenti di questo numero con i libri di Città Nuova pagg. 30-32 LA FAMIGLIA E I NUOVI MEDIA Conoscere le nuove tecnologie è fondamentale, in particolare per quanti – genitori, nonni, insegnanti – operano nel delicato mondo della formazione. Uno strumento utile per scoprire potenzialità e limiti dei nuovi media. pp. 176 - € 12,00 pag. 36-37 LA PARABOLA DEL CORPO Nascita, adolescenza, maturità, vecchiaia, morte. Alla luce del Vangelo e confrontandosi con le interpretazioni che le varie culture nel mondo offrono di questa realtà, Chiara Lubich propone brevi riflessioni sul significato di questa “parabola del corpo”, in cui il riposo, il lavoro, la salute e la malattia acquistano valore. pp. 64 - € 4,13 pag. 62-63 I FIORETTI DI SAN FRANCESCO Nei “fioretti, miracoli ed esempi divoti” di Francesco d’Assisi e dei suoi frati, la schiettezza della lingua parlata, unita alla semplicità e al candore hanno reso il testo un classico della letteratura di ogni tempo, dal fascino irresistibile, universalmente apprezzato. pp. 232 - € 6,50 Per ordinare i volumi: via Pieve Torina, 55 00156 Roma - tel 06.78 02 676 [email protected] - www.cittanuova.it Reportage VIETNAM di George Ritinsky, corrispondente BUON COMPLEANNO, S P rendendo l’aereo da Bangkok ci si rende conto che il viaggio avrà qualcosa di speciale. I pannelli luminosi che indicano i voli in partenza per il Vietnam riportano come destinazione il nome del vecchio guerriero, simbolo della rivoluzione contro i colonizzatori francesi e americani: Ho Chi Minh. Mentre le strisce adesive che contraddistinguono i bagagli portano ancora la scritta “SGN”, Saigon. Dopo vent’anni esatti il vostro corrispondente ritorna ad abitare in una città dalla quale è quasi impossibile non rimanere affascinati e che nei fatti 46 Città Nuova - n. 7 - 2015 IL NOSTRO COLLABORATORE DAL SUD-EST ASIATICO RACCONTA L’ANNIVERSARIO DI QUELLA CHE OGGI VIENE CHIAMATA HO CHI MINH CITY. LA CITTÀ È IL SIMBOLO DI UN PAESE IN CONTINUA CRESCITA, CHE HA SCONFITTO ORMAI TUTTI I SUOI NEMICI, TRANNE UNO Tigre (3) George Ritinsky A Saigon-Ho Chi Minh City modernità e tradizione convivono senza soluzione di continuità, a testimonianza di un popolo vivacissimo. , SAIGON è la capitale economica del Vietnam, pur non essendo più la capitale politica della parte Sud del Paese. Una città che RVSLWD XIÀFLDOPHQWH SL GL PLOLRQL di persone e che è in continua crescita, con investimenti possenti, palazzi in costruzione, strade e ponti nuovi o rinnovati. Un enorme cantiere, insomma; entro il 2020, con le vicine province di Tien Giang e Long An, verranno raggiunti i 20 milioni di abitanti. Il Vietnam è già oggi una delle nuove “tigri economiche” dell’Asia e si prepara a sferrare i suoi attacchi alle economie più stanche e ristagnanti della zona ma anche più lontane. Saigon: in alcune zone la città appare come una bimba appena svezzata, mentre in altre sembra una vecchia signora con tanto di trucco cadente che cerca di nascondere l’età. E in altre ancora, come nel primo distretto davanti alla bella cattedrale coloniale dedicata alla Vergine Maria, sembra fare il verso a Parigi, con negozi maestosi e prezzi altissimi. Tutto questo e molto di più è SaiJRQ+R &KL 0LQK &LW\ ,O WUDIÀFR" Meglio di vent’anni fa, sicuramente, anche se ha ancora quel qualcosa di “libero e indisciplinato”, com’è l’indole di questo popolo, ribelle e forte, anche se sa essere, a tratti, ordinato e rispettoso degli altri. Insomma, caratteristiche apparentemente contraddittorie che a questi livelli di contrasto si possono trovare, a mio avviso, solo da queste parti del mondo: vecchi palazzi coloniali e nuovi grattacieli, vecchie strade affollate e altre grandi, spaziose e con poche motociclette. Pattuglie di tre poliziotti alla volta FRQWUROODQR LO WUDIÀFR H FRPPLQDQR multe con una certa determinazione; tutto ciò ha favorito il diminuire di SHULFRORVH VFRUUHWWH]]H GHO WUDIÀFLR Città Nuova - n. 7 - 2015 47 Repor tage BUON COMPLEANNO, SAIGON Voglia di vivere Ho Chi Minh City ha una vita che percepisci ad ogni angolo della città, che va dal caffè di stile francese alle signore che raccolgono la spazzatura e ti sorridono con quei pochi denti che rimangono loro. Tutto ciò è affascinante, ma noi europei non ci siamo abituati, perché tali scene sono assenti dalle nostre strade, rese ormai sterili e apatiche. Il Sud-Est asiatico è anche questo: voglia di vivere, di crescere e di avere contatto con tutto quanto ti SDVVDDFFDQWRRWLVÀRUDHQRQ conosci ancora e che trovi lì, giusto per te, pronto ad aprirsi alla tua conoscenza. Viaggiano grosse auto importate, addirittura qualche Ferrari nel primo distretto della città. Qui tutto è in espansione: gli stranieri invadono le strade anche nei distretti più lontani dal centro cittadino, anche loro, naturalmente, a bordo degli immancabili motorini; una nuova metropolitana è in costruzione, con l’aiuto del Giappone, che in questa regione dell’Asia gioca un ruolo da leone, dato che la Cina, con i suoi capitali, è percepita come un nemico, a causa delle dispute sulle isole (ricche di petrolio naturalmente) di fronte al Vietnam e rivendicate da ben cinque Paesi. 48 Città Nuova - n. 7 - 2015 (3) Pietro Parmense cittadino e degli incidenti. Così si viaggia abbastanza sicuri, anche se i motorini tendono a invadere ogni angolo pedonale disponibile. La vita è “sopra un ciclomotore” e non puoi muoverti senza essere in sella a uno scooter. Soprattutto, la due ruote motorizzata rappresenta ancora un ottimo mezzo di trasporto per la famiglia intera, caricando a sproposito PRJOLHHÀJOLHPHUFLGLRJQLWLSR La cattedrale cattolica assediata dal traffico. Sotto: “reperti archeologici” della guerra che i vietnamiti hanno vinto contro gli Stati Uniti, un conflitto le cui ferite sono ancora aperte. Anniversario Quest’anno si celebra il 40° anniversario della caduta della “vecchia” Saigon: era il 30 aprile del )X LO JLRUQR GHOO·HQWUDWD GHOOH truppe comuniste nella capitale del 6XG 9LHWQDP H VHJQz DQFKH OD Àne dell’occupazione da parte delle truppe statunitensi, ma non certo la ÀQH GHOOH VRIIHUHQ]H GL TXHVWR SRpolo affascinante. Impossibile non ricordare i 40 mila fuggiti dopo il LIDPRVLboat people'LIÀFLOH descrivere qui la repressione scatenatasi e le vendette che seguirono la caduta di Saigon e del Sud. Tanti sono stati i martiri che hanno segnato questa svolta nella guerra. Un reduce di guerra statunitense mi ha detto recentemente: «Nessuno saprà mai quanti vietnamiti abbiamo ucciso!». E quanti, aggiungo io, furono giustiziati, imprigionati e maltrattati dopo il " ,PSRVVLELOH D GLUVL H SUREDELOmente, a credersi! Ancor oggi questi ricordi vivono nella memoria di tanti e rappresentano una ferita non guarita del Vietnam: un capitolo ancora da scrivere della sua storia. La via al capitalismo del Vietnam è un tantino caotica, anche se efficace. In alto, un mercato tessile e, sotto, le originali reti elettriche di Saigon. Sangue Questa, cioè la storia del Vietnam, è sempre stata segnata da FRQÁLWWL LO SRSROR YLHWQDPLWD KD combattuto contro tutti ed ha sempre vinto: khmer, cinesi, francesi, giapponesi e statunitensi. Possiamo chiederci cosa sia rimasto di tutto questo, specialmente della famosa XOWLPD JXHUUD LQGRFLQHVH ÀQLWD anni fa, nel cuore della gente. L’ho chiesto a un gruppo di amici: il fatto GLDYHUVFRQÀWWRLQHmici è un punto d’orgoglio per tutti i vietnamiti, è indubbio. Ma dalle loro parole emerge che ora è tempo di andare avanti, verso un futuro migliore per tutti, vincitori e vinti. Il tempo sta sanando alcune di queste ferite ma all’orizzonte è apparso un altro nemico, più insidioso di tutti quelli affrontati ÀQRUD OD FRUUX]LRQH che “mangia” letteralmente l’economia del Paese e distrugge OD ÀGXFLD GHOOD JHQWH comune. Qualcuno mi ha detto: «Ci troviamo con questo nemico dentro il Paese, dentro il cuore di chi dovrebbe servire tutti per il bene comune: questa volta il nemico del Vietnam è il suo stesso popolo, siamo tutti noi se assecondiamo la corruzione dilagante». Sì, in effetti la corruzione pervade tutti i livelli della società e, come ha commentato un amico, ©GRSR DYHU VFRQÀWWR L QHPLFL VWUDnieri, ne rimane un ultimo: la corruzione del sistema stesso». Parole forti che trovano riscontro in testimonianze di esperti e professionisti inseriti nella vita economica del Paese. «Persino per riuscire ad aprire legalmente una scuola, alcuni funzionari locali richiedono, anche se in modo indiretto, delle bustarelOHª FRQÀGD XQ LPSUHQGLWRUH 0ROWL sono preoccupati e non vedono una facile via d’uscita a questa “piovra” Città Nuova - n. 7 - 2015 49 BUON COMPLEANNO, SAIGON George Ritinsky HOTEL GRANADA Repor tage Accogliente, come la terra di Romagna. Nel cuore dell’isola pedonale, a pochi passi dal mare, l'Hotel Granada è l'ideale per le vostre vacanze, per il divertimento e il riposo Situato in un territorio che offre meraviglie storiche, architettoniche, artistiche e naturali Immerso nel verde, a pochi metri dal grande Parco pubblico l'hotel offre un servizio creato su misura per soddisfare ogni esigenza e per rendere il soggiorno dei suoi ospiti unico ed indimenticabile. Camere dotate di ogni confort, servizio ristorante molto curato con piatti tipici della cucina romagnola, e prodotti biologici, buffet di verdure, ricco buffet prima colazione.Sala da pranzo climatizzata, bar, ascensore, soggiorno, veranda, parcheggio privato. A 35 metri dal mare, a 200mt dalla Chiesa Uso gratuito di biciclette. La Direzione offre occasioni per escursioni nel territorio. Via Ovidio, 37 47814 Igea Marina (RN) Tel. 0541/331560 Fax 0541/333580 Sito: www.granadahotel.it e-mail: [email protected] Bellaria Igea Marina Albergo consigliato per l’impegno in difesa dell’ambiente Il grande leader vietnamita Ho Chi Minh, colui che ha dato il nuovo nome a Saigon, appare su centinaia di poster, manifesti e murales in tutta la città. che affonda i suoi tentacoli ovunque ci sia possibilità di guadagnare subito e velocemente. Città digitale 6HJQL SRVLWLYL" &RQ O·DYYHQWR della rivoluzione digitale (in VieWQDPVLSXzXVXIUXLUHGL:LÀJUDWLV in moltissimi luoghi) si è tutti più vicini e la gente vuole andare avanti in questa direzione di prossimità. C’è anche sete di notizie, di informazione obiettiva e non pilotata: si nota ad esempio un interesse crescente per le notizie della Chiesa cattolica, tendenza che in precedenza non esisteva, supportata dai frequenti dialoghi fra la Chiesa cattolica e il governo negli ultimi anni: indubbiamente un buon segno che speriamo possa un giorno portare a riallacciare le relazioni diplomatiche tra Vaticano e Vietnam completamente: questo passo segnerebbe un punto fondamentale di fronte alla comunità internazionale per tutto il Paese. Paese che ha una popolazione giovanissima che vuole guardare avanti e non restare ancorata solo al passato, con tanta voglia di lavorare e di conoscere: ciò è una ricchezza inestimabile per il Paese. Molte aziende, anche italiane, si stanno trasferendo qui, per la manodopera a basso costo e il grande impegno che la gente dimostra nel lavoro. Insomma, il Vietnam ha una marcia supplementare che non si nota nelle altre nazioni del SudEst asiatico: marcia che secondo non pochi osservatori viene da un amore viscerale per il loro Paese, per la nazione, per la propria terra. Nei fatti un vietnamita per la propria gente e per la propria patria è disposto a dare persino la sua vita. Come non augurare al popolo vietnamita di trovare la via per un futuro migliore e capace di polarizzare forze positive anche nel 6XG(VWDVLDWLFR" George Ritinsky Se posso NUOVA RESPONSABILITÀ di Piero Coda QUANDO GERMOGLIA IL NUOVO C iò che viviamo, in Italia e nel mondo, ci chiama a nuova responsabilità. Il “sistema” – l’insieme cioè dei principi ispiratori, delle regole condivise, delle strutture stabilite e dell’ethos riconosciuto – è troppo poco, ormai, dire che è in crisi. Siamo un poco più in là. In uno degli ultimi editoriali su Il Regno, Gianfranco Brunelli scrive, riferendosi all’Italia: «Astensionismo elettorale, illegalità diffusa, egoismo sociale, cinismo individuale sono i sintomi di un sistema disgregato in tutti i suoi punti. Non è solo (e non è poco) questione di crisi economica». E ciò mentre, a livello mondiale, la tragedia delle Twin Towers ha ferito al cuore gli Stati Uniti e quella di Charlie Hebdo ha ferito al cuore l’Europa mettendo allo scoperto due distruttive fragilità: quella dell’Europa libertaria e quella dell’Islam fondamentalista. &KHIDUH"3DUWRGDOODPLDHVSHULHQ]DDOO·,VWLWXWR Sophia di Loppiano. In questa comunità accademica vivono e studiano gomito a gomito giovani provenienti da oltre 30 Paesi, alcuni dei quali tragicamente martoriati: Iraq, Libano, Siria, Ucraina, Zaire e Burundi, Pakistan e India, Bolivia e Colombia, Venezuela e Cuba; altri, solo apparentemente più tranquilli, attraversati GDVEDQGDPHQWLHFRQÁLWWL6WDWL8QLWL%UDVLOHH Argentina, Francia e Germania, Cina e Giappone. Ebbene, ciascuno di questi giovani porta incise nella sua carne le piaghe della sua gente. E s’interroga sul senso di ciò che sta accadendo, sul posto che vi abbiamo e sulla direzione da intraprendere. L’esito non è scontato. Non è facile. Non è consolatorio. E non è (né può più esserlo) idealistico. Ognuno vuol tornare alla sua terra e impegnarsi a costruire fraternità, giustizia, pace. Non da solo. All’Istituto universitario Sophia di Loppiano (Fi) vivono e studiano gomito a gomito giovani provenienti da oltre 30 Paesi e ciascuno porta incise nella sua carne le piaghe della sua gente. Non con lo sguardo ristretto al proprio Paese. Ma dilatato a misura della famiglia umana. E impegnato in un patto che concretamente lega in quest’impresa tutti coloro che – in ogni parte del mondo – vi sono convintamente impegnati. Cominciando dall’esperienza di oggi. Fianco a ÀDQFRJOLXQLGHJOLDOWUL,QXQFDOHLGRVFRSLRGL etnie, culture, sentimenti, pensieri e aspirazioni sperimentato sulla propria pelle come chiamata costosa ma esaltante all’incontro sincero e arricchente delle libertà e delle diversità. Tutto ciò fa prendere coscienza della serietà e del dolore di ciò che viviamo. Al di là di ogni IURQWLHUD0DGjDQFKHODÀGXFLDHODVSHUDQ]D che sta germogliando il nuovo. Non è utopia. Perché vi sono sentieri le cui tracce i giovani sanno individuare e s’impegnano a percorrere con slancio generoso e competente. Se su di essi li accompagniamo con profezia e nuova responsabilità. Attualità LA TENDENZA A RINVIARE DECISIONI FATICOSE È PROPRIA A TROPPI ITALIANI. TANTE LE POSSIBILI CAUSE, MA ANCHE I RIMEDI NON MANCANO. QUALCHE CONSIGLIO «“D omani” è spesso il giorno più occupato della settimana», recita un ironico proverbio spagnolo. E un impietoso Seneca sentenziava: «Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto». Qualcuno dei nostri lettori si sarà già riconosciuto in queste frasi, aumentando il senso di frustrazione che già lo pervade per quella consolidata tendenza a rinviare al dopo quello che si potrebbe fare subito. A chi fa parte di questa categoria – e un po’ tutti ne facciamo parte – vorremmo però citare una frase incoraggiante, pronunciata da un imprenditore americano di grande successo, Michael Althsuler: «La cattiva notizia è che il tempo vola. La buona notizia è che sei il pilota». Partiamo allora da un punto fermo: abbiamo in mano il timone della barca della nostra vita e possiamo darle la direzione che riteniamo opportuna. Semplice a dirsi. Nella realtà non siamo pochi a confrontarci TXRWLGLDQDPHQWH FRQ OD GLIÀFROWj GL prendere decisioni più o meno faticose, soprattutto se queste implicano un cambiamento al trantran quotidiano: questa dieta la inizio domani, a breve smetto di fumare, la prossima settimana mi iscrivo in palestra, quell’esame medico lo prenoto appena posso, la domanda di trasferi- 52 Città Nuova - n. 7 - 2015 SOCIETÀ di Aurora Nicosia LO FACCIO DOMANI… O FORSE NO PHQWR OD FRPSLOR HQWUR OD ÀQH GHO mese… C’è chi parla di “malattia del dopo” e chi di “rimandite”. E, come per ogni sindrome, ci sono le cause ed esistono pure i rimedi. Partiamo intanto dalle possibili cause. Diverse quelle elencate da specialisti di vario tipo, psicologi in testa. Tra le più diffuse risulta il perfezionismo: la cura talora maniacale dei particolari, che fa perdere di vista il risultato complessivo, fa allon- tanare l’obiettivo che sembra fuggire in avanti, sempre più irraggiungibile. C’è poi il timore di mettersi alla prova con la possibilità di fallire, di deludere le attese proprie e altrui; la paura dell’ignoto, di abbandonare XQDVLWXD]LRQHFKHÀQRDGRUDFLKD GDWR VLFXUH]]D GL ÀQLUH XQ FRPSLWR che abbiamo saputo svolgere e assumerne un altro; il timore di commettere errori e così di andare incontro al giudizio come di assumersi responsabilità; la paura di prendere la decisione sbagliata, di non essere accettati, di dover raggiungere standard troppo alti... Cosa fare? Secondo Joseph Ferrari, docente di psicologia alla De Paul University di Chicago, che ha affrontato l’argomento nel saggio Stai ancora rimandando qualcosa? Manuale per non aver rimpianti su ciò che va fatto, la tendenza a rimandare sarebbe dura da estirpare. Se quindi non ci si riesce da soli a superarla, converrebbe rivolgersi a uno specialista di terapia comportamentale. Anche perché le occasioni mancate hanno dei costi in termini personali, relazionali ed anche di produttività, se questo coinvolge l’aspetto lavorativo. Comunque, c’è anche chi crede testardamente nelle possibilità dell’essere umano di imporsi una sorta di autodisciplina, magari con l’aiuto di una persona amica che dà ÀGXFLDLQFRUDJJLDVRVWLHQH&RPLQciando dai piccoli passi che ci appaiono accettabili e possibili e avendo GLPLUDLOULVXOWDWRÀQDOH Secondo Anna Fata, psicologa, «è importante riuscire a poter calibrare i propri tempi di azione con quelli che ci vengono richiesti dal conte- Incapaci di decidere, di attivarci? Superare l’immobilismo è possibile. sto, in modo da poter raggiungere JOL RELHWWLYL SUHÀVVDWL FRQ OD GRYXWD cura, nei tempi previsti, ma anche rispettando il proprio stato di benesVHUHHOHPLJOLRULFRQGL]LRQLSVLFRÀsiche per conseguirli». , FRQVLJOL FKH FL GLDPR QRQ ÀQLscono qui. Partire dall’ammissione GHOODGLIÀFROWjFLVXJJHULVFRQRDOWUL cercando di capire quali dei tanti timori che ne possono essere la causa fa al caso nostro; prendere piccole e non grandi decisioni; porsi degli obiettivi e stabilire delle scadenze, magari mettendole per iscritto; condividere la propria decisione in modo che risulti un impegno preso anche in presenza di altri... Insomma, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto e quindi considerare il FDPELDPHQWRFRPHXQDVÀGDGDFRgliere piuttosto che un peso da sopportare, un’opportunità anziché un problema. Lasciamo da parte i sentimenti negativi e il senso di oppressione, siamo ottimisti, mettiamo in PRWRWHQDFLDÀGXFLDIRU]DG·DQLPR e coraggio. Non guasta in questo percorso avere con sé stessi una certa elasticità e tolleranza, mettendo in conto la possibilità (che è quasi una certezza) di arrendersi momentaneamente, ma anche di poter ripartire con più decisione di prima. Ci può aiutare questo raccontino ben noto, frutto di una saggezza popolare che andrebbe riscoperta. Dunque, tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. «Spacco pietre», rispose il primo. «Mi guadagno da vivere», rispose il secondo. «Partecipo alla costruzione di una cattedrale», disse il terzo. La motivazione, in quello che facciamo, non è un aspetto secondario. Città Nuova - n. 7 - 2015 53 Attualità SOLIDARIETÀ a cura di Tomaso Comazzi Chiesa per i poveri Terre incolte del Kenya «È necessario trovare i modi perché tutti SRVVDQREHQHÀFLDUHGHLIUXWWLGHOODWHUUDª $1DLURELTXHVWHSDUROHSURQXQFLDWHGD SDSD)UDQFHVFRLQRFFDVLRQHGHOODa VHVVLRQHGHOOD)DRVRQRVWDWHDFFROWH FRQJUDQGHHQWXVLDVPR&RPHULVSRVWD FRQFUHWDLPHPEULGHOOH3RQWLÀFLH2SHUH 0LVVLRQDULHGHO.HQ\DKDQQRGHFLVRGL PHWWHUHDGLVSRVL]LRQHOHWHUUHLQFROWHGL GLRFHVLFRQJUHJD]LRQLUHOLJLRVHHVHPLQDULGHO3DHVHSHUSURGXUUHFLERGD GHVWLQDUVLDLSLSRYHUL)RQWH$JHQ]LD&LVD Gruppo “La Patrona” I binari solidali $QFKHLOJHVWRGLRIIULUHXQSR·GLDFTXDH GLFLERSXzULVXOWDUHHURLFR/RGLPRVWUD LOJUXSSR´/D3DWURQDµGL$PDWOiQ GHORV5H\HVLQ0HVVLFR'DROWUH DQQLLQIDWWLOHGRQQHFKHQHIDQQR parte si pongono accanto ai binari che DWWUDYHUVDQRODORURFLWWjSHUGLVWULEXLUH OLTXLGLHDOLPHQWLDLWDQWLPLJUDQWLLQ WUDQVLWRYHUVRXQIXWXURPLJOLRUHQHJOL 8VD$VSLQJHUOHODFRQYLQ]LRQHFKHFRPHKDULFRUGDWRLOYHVFRYRGHOOD ]RQD©LOIDWWRGLSURYHQLUHGDXQSRVWRGRYHODVLWXD]LRQHqGLVSHUDWDQRQ JLXVWLÀFDLOULPDQHUHVHQ]DPDQJLDUHª)RQWH$JHQ]LD)LGHV Expo di Milano Un lavoro per i detenuti &HQWRGHWHQXWLODYRUHUDQQR DOO·DFFRJOLHQ]DGHLYLVLWDWRULHFRPH IDFFKLQLGXUDQWHO·([SR3URGRWWL FROWLYDWLLQFDUFHUHVDUDQQRLQROWUH YHQGXWLSUHVVRVWDQGDOOHVWLWLQHOFDUFHUH GL%ROODWHDSRFKLPLQXWLGDLSDGLJOLRQL GHOO·([SRPHQWUHO·LVWLWXWRGL´6DQ 9LWWRUHµRVSLWHUjOD/LEHUDVFXRODGL FXFLQD,QIRZZZH[SRRUJ 54 Città Nuova - n. 7 - 2015 Guardiamoci attorno POVERTÀ DIFFUSA Una situazione frutto del disagio economico e non solo che sempre più pervade la società. Una povera signora della provincia di Cosenza, malata, con vari problemi di salute, con la sua modesta pensione non riesce a pagare l’affitto e le altre spese inerenti la casa e ad andare avanti con dignità, chiede un aiuto. INVALIDI CIVILI Sandra e il marito, della provincia di Novara, sono due invalidi civili, lei per una malattia rara e il marito per un’ischemia celebrale con infarto cardiaco. Ricevono una pensione di 500 euro al mese. Hanno accumulato arretrati di affitto, gas e acqua. A giorni iniziano le procedure per lo sfratto. L’assistenza sociale non è in grado di aiutare per mancanza di fondi. Si richiede un sostegno urgente. MODESTA PENSIONE La signora Maria, di 65 anni, abita a Pietralata, una periferia di Roma. Ha un figlio in carcere e un altro disoccupato. È malata, alcune medicine le deve comprare, riceve 650 euro al mese di pensione, la reversibilità della pensione del marito morto due anni fa. Paga di affitto 500 euro al mese. Alcuni amici portano aiuti in viveri, ma solitamente il frigorifero è vuoto perché non sa come fare per la spesa e le bollette da pagare. Invia il tuo contributo tramite c.c.p. n. 34452003 oppure tramite bonifico bancario: Iban IT46R0760103200000034452003 intestato a Città Nuova della P.A.M.O.M. Oppure scrivi a Città Nuova, via Pieve Torina 55 - 00156 Roma. Le richieste di aiuto si accettano solo se convalidate da un sacerdote. Potete scrivere all’indirizzo della redazione o via mail a [email protected]. Verranno pubblicate comunque a nostra discrezione e nei limiti dello spazio disponibile. AMBIENTE di Lorenzo Russo Vita sana Vita sana Scarpe usate possono essere riciclate anche per la pavimentazione delle aree gioco dei bambini. La pista di Pietro Anche Roma avvia il riciclo di scarpe da ginnastica per la realizzazione di piste di atletica, ispirandosi a Mennea F RUVH ÀQR D TXDOFKH DQQR ID HUD LPSHQVDELOH FKH GD XQD scarpa da ginnastica potesse nascere una SLVWD GL DWOHWLFD 0D RUD q WXWWRYHUR,QWHPDGLULFLFOR DQFKH OH VFDUSH YHFchie ed esauste possono contribuire ed essere riutiOL]]DWH QHOOD UHDOL]]D]LRQH GL SLVWH GL DWOHWLFD R SDYLmentazione anticaduta per OHDUHHJLRFKLGHLEDPELQL ,O SURJHWWR LQ UHDOWj QRQ q XQD QRYLWj JLj GD TXDOFKH DQQR LQ ,WDOLD q VWDWD DYYLDWD OD UDFFROWD GHOOH scarpe da ginnastica per TXHVWRWLSRGLULXWLOL]]R %DVWLULFRUGDUHLOSURJHWWR ´,O *LDUGLQR GL %HWW\µ QHOLQL]LDWLYDODQFLD- WD GDOOD VRFLHWj (VRVSRUW LOSULPRSURJHWWRGLULFLFOR GHOOH VFDUSH VSRUWLYH LQ ,WDOLD6LWUDWWDGLXQSDUFR JLRFKLODFXLSDYLPHQWD]LR- ne antitrauma, con una suSHUÀFLH GL PHWUL TXDGUDWLqVWDWDUHDOL]]DWDFRQ OH JRPPH GL PLJOLDLD GL VFDUSHGDJLQQDVWLFDXVDWH 2UD DQFKH 5RPD VSRVD O·LGHD FRLQYROJHQGR OH VFXROH 8QD JUDQGH UDFFROWD SHUPDQHQWH GHOOH FDO]DWXUH VSRUWLYH XVDWH QHOOH VFXROH GHOOD &DSLWDOH SHU ULGXUUH O·LPSDWWR DPELHQWDOH H LQFHQWLYDUH ODFXOWXUDGHOULFLFORWUDOH UDJD]]HHLUDJD]]L /·LQL]LDWLYD ´/D SLVWD GL 3LHWURµ LVSLUDWD DO FRUULGRUH3LHWUR0HQQHDKDFRPH RELHWWLYRTXHOORGLGLPLQXLUH LQ FLWWj O·DFFXPXOR GHL ULÀXWL LQ GLVFDULFD H PHWWHUOL D GLVSRVL]LRQH SHU OD SURGX]LRQHGLSLVWHGLDWOHtica e aree giochi a cura di enti privati, associazioni e FLWWDGLQL +D DGHULWR DOO·LQL]LDWLYD DQFKH 0DQXHOD 2OLYLHUL 0HQQHD PRJOLH GHO FDPSLRQH ROLPSLFR GHL PHWUL SLDQL D 0RVFD H GHWHQWRUH GHO SULPDWRPRQGLDOHSHUDQQL 0DQXHOD 2OLYLHUL KD LQIDWWL GRQDWR OH VFDUSH GD FRUVD GHO FRUULGRUH GD HVVH SURYHUUj XQD SLFFROD SRU]LRQH GLPDWHULDOHFKHVDUjLPSLHJDWRSHUODSDYLPHQWD]LRQH GL FLDVFXQD SLVWD GL 3LHWUR , UDFFRJOLWRUL GHOOH VFDUSH da ginnastica usate saranQR SRVL]LRQDWL GD DSULOH LQ FHQWR LVWLWXWL GHOOD &DSLWDOH 3HU O·HVWDWH DSSRVLWL ´HVRER[ VSRUWµ GL UDFFROWD saranno presenti anche neJOLVWDELOLPHQWLEDOQHDULGHO OLWRUDOH URPDQR GRYH VDUj SRVVLELOH FRQIHULUH FDO]DWXUHHLQIUDGLWRHVWLYHXVDWH Città Nuova - n. 7 - 2015 55 Vita sana SPORT di Marco Catapano A un passo da Rio Ambizioso progetto per la nazionale femminile italiana di hockey, che punta a una storica qualificazione alle Olimpiadi C’ è una nostra squadra nazionale che, lontano dalla luce GHL ULÁHWWRUL VWD compiendo passi da gigante nel tentativo di colmare il gap che ancora la distanzia dalle più forti squadre del mondo. Parliamo dell’Italia dell’hockey prato femminile, per la quale solo qualche anno fa sembrava davvero utopistico pensare a una posVLELOH TXDOLÀFD]LRQH SHU le Olimpiadi. Invece, nel 2012, le ragazze azzurre andarono molto vicine a 56 Città Nuova - n. 7 - 2015 raggiungere quell’obiettivo (l’hockey prato femminile è presente ai Giochi dal 1980, ma l’Italia sino a questo momento non vi ha mai preso parte). Il sogno, allora, s’infranse solo quando la nostra squadra, QHOODVHPLÀQDOHGHOWRUQHR preolimpico che assegnava un posto in vista dei Giochi di Londra, fu sconÀWWD GDOOH SDGURQH GL casa dell’India. La delusione in quell’occasione fu grande, inutile negarlo, ma siccome «ogni fallimento è semplicemen- te un’opportunità per diventare più intelligenti», come amava dire Henry Ford, il fondatore di una delle più conosciute società mondiali produttrici di automobili, da quel momento tutto lo staff azzurro ha ulteriormente “aguzzato l’ingegno”! Così, dopo l’ottima World League disputata nel 2013, lo scorso anno la Federazione italiana hockey ha varato, in collaborazione con il nostro Comitato olimpico, un programma con pochi precedenti nel nostro Pae- se. Ford amava anche dire: «Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo», e queste parole possono riassumere il senso del “Progetto Hockey Femminile Olimpico”, ribattezzato anche “Progetto Residenziale” o “Road to Rio 2016”. Di cosa si tratta? Dallo scorso ottobre un gruppo formato da 24 giocatrici è in raduno semipermanente presso il Centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa di Roma. Qui, sotto lo sguardo dello staff tecnico guidato da Fernando Ferrara, l’allenatore che da giocatore ha partecipato tra il 1988 e il 1996 a tre edizioni dei Giochi olimpici con la sua Argentina, dal lunedì al giovedì sera viene svolta un’intensa attività “colleJLDOHµ ÀQDOL]]DWD D OLPDUH il divario con le migliori nazionali di questo sport e a tentare di raggiungeUH OD TXDOLÀFD]LRQH SHU OH Olimpiadi di Rio del prossimo anno. Le ragazze hanno così la possibilità di stare più tempo insieme, DIÀQDQGR O·LQWHVD SHUVRnale e quella sul campo da gioco, e disputando anche di tanto in tanto una serie di stage all’estero per confrontarsi con alcune delle formazioni più affermate del panorama internazionale. Poi, dal venerdì alla domenica, le atlete godono di tre giorni di “permesso” per andare a giocare nei rispettivi club di appartenenza. Nelle foto, la nazionale italiana di hockey durante un’amichevole contro la nazionale indiana, lo scorso dicembre, al Centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa di Roma. A quest’avventura partecipano le migliori giocatrici dello scorso campionato italiano, cui sono state aggiunte alcune ragazze oriunde, nate e residenti in Argentina (nazione dove l’hockey femminile vanta una forte tradizione e che nell’attualità occupa il terzo posto del ranking mondiale), ma dal “sangue italiano” poiché discendenti da genitori o nonni che a suo tempo si trasferirono in Sud America. Inoltre, alcune forti hockeiste azzurre che lo scorso anno giocavano all’estero (come il capitano Chiara Tiddi, che giocava nel campionato spagnolo) sono state convinte a partecipare per un anno a questo progetto, e nel frattempo sono state “assegnate” alle società che militano nel campionato italiano con un meccanismo molto simile al draft in vigore nell’Nba, il campionato di basket statunitense. 8Q JUXSSR XQLWR DIÀDtato e proteso al raggiungimento di un obiettivo comune, è spesso in grado di fare la differenza, nello sport come in altri ambiti della vita. La strada intrapresa, dunque, sembra proprio essere quella giusta. Un progetto ambizioso, che sicuramente richieGH TXDOFKH VDFULÀFLR PD in cambio elargisce anche dei vantaggi a tutte le parti in causa. Pensiamo, ad esempio, ai club del campionato, che durante la settimana sono costretti ad allenarsi senza le loro giocatrici più titolate, ma che allo stesso tempo KDQQR EHQHÀFLDWR GHOO·LQnalzamento d’interesse sul campionato portato dall’inserimento nei club di dieci giocatrici di scuola argentina e di quelle che lo scorso anno giocavano all’estero. Ora non resta che aspettare quest’estate, quando le nostre ragazze affronteranno prima il Round 3 della World League (in programma a giugno), e poi avranno eventualmente un’altra chance di approdare alle Olimpiadi in occasione degli Europei in programma a Londra nella seconda metà di agosto. Certo, ottenere il pass per i Giochi di Rio 2016 resta un obiettiYRGLIÀFLOHGDUDJJLXQJHUH (non va dimenticato che in questo momento l’Italia è “solo” la 17a nazionale del ranking mondiale), ma anche grazie a questo progetto, e con il contributo di tutti, partecipare alle Olimpiadi è un obiettivo sempre più alla portata. Città Nuova - n. 7 - 2015 57 BUON APPETITO CON... di Cristina Orlandi Crêpe con salsa all’arancia Ingredienti (4 persone) Per le crêpe: 250 ml di latte, 2 uova, 125 g farina 00, 80 g zucchero, 10 g di burro, scorza di limone, 1 pizzico sale. Per la salsa all’arancia: 3 arance, 70 g burro, 100 g zucchero, 2 cucchiai di Cognac, 2 cucchiai di liquore all’arancia, q.b. zucchero a velo. Preparazione Ogni giorno fatti, storie, commenti, rubriche in dialogo con l’attualità www.cittanuova.it l’informazione in un click per essere lettori e cittadini attivi cittanuova.it è gratuito e non riceve finanziamenti: un abbonamento alla rivista cartacea ci aiuterà a restare liberi e a incrementare le nostre notizie CONTATTACI [email protected] - www.cittanuova.it 06.96522.200/201 Per le crêpe: In una ciotola dai bordi alti versare 250 ml di latte, lo zucchero e un pizzico di sale e poco per volta la farina setacciata. Aggiungere 10 gr di burro fuso e poi fatto raffreddare. Sbattere a parte le uova e aggiungerle poi alla pastella, sempre mescolando con cura. Completare con la scorza di limone grattugiata. Coprire e lasciare riposare il composto per un’ora circa. In una padella antiaderente, a fuoco moderato, far sciogliere una noce di burro, versare circa mezzo mestolo del composto, spianandolo con un cucchiaio di legno (o con l’apposito attrezzo), o ruotando velocemente la padella in modo da ottenere una sfoglia sottile. Dopo pochi secondi, appena dorata, dorarla dall’altro lato. Per la salsa all’arancia: Ridurre la scorza di un’arancia in piccole e sottili listarelle che metterete in acqua bollente per qualche minuto. Scolarle e ripetere l’operazione altre due volte. In una padella fare caramellare lo zucchero con 60 grammi di burro e aggiungere il succo ricavato dalle altre due arance, farlo consumare e, dopo qualche minuto, aggiungere le scorzette d’arancia, in ultimo versarvi il liquore. La salsa dovrà risultare liquida ma consistente. Composizione Versare la salsa d’arancia sulle crêpe e ripiegarle a triangolo. Bagnate con un po’ di salsa all’arancia anFKHODVXSHUÀFLHHVSROYHUDUH con zucchero a velo, decorare con fettine di arancia. ALIMENTAZIONE di Giuseppe Chella EDUCAZIONE SANITARIA di Spartaco Mencaroni Fra dolore e speranza L’albedo Quando mangiamo un’arancia o un altro agrume, la maggior parte di noi si preoccupa di togliere subito la buccia e di separare scrupolosamente gli spicchi dalla parte bianca sottostante alla buccia stessa e la lascia nel piatto insieme al torsolo. Questa parte bianca è denominata albedo ed è ricchissima di sostanze: i cosiddetti bioflavonoidi, molto benefici per la nostra salute e di diverse denominazioni: rutina, esperidina, citrina, ecc. Questi bioflavonoidi hanno soprattutto la proprietà di rinforzare i capillari sanguigni, sono antiaggreganti delle piastrine ed antinfiammatori. Curare la fragilità dei nostri vasi sanguigni è molto importante per evitare gravi malattie cardiovascolari. Anche la parte esterna degli agrumi contiene sostanze utili che hanno, tra l’altro, proprietà antimicrobiche e antivirali e, in piccola quantità, è benefica. È vero che possono essere contaminate da antiparassitari ma, se siamo sicuri che non ne contengono o se sono state lavate bene, non eliminiamole. Le bucce delle arance, per esempio, hanno dimostrato di essere molto ricche di sostanze antiossidanti, antiglicemiche ed anticolesterolo e se non riusciamo a masticarle aggiungiamole ai nostri frullati: ci faranno sicuramente bene. Le tecniche di conservazione dei tessuti biologici e di prelievo a cuore EDWWHQWHDLÀQLGLWUDSLDQWRG·RUJDQRFRQVHQWRQRGLRIIULUHXQDFRQFUHWD speranza a chi ne sarebbe altrimenti privo. Ma ciò richiede la necessità di individuare tempestivamente il momento in cui l’organismo umano cessa la propria attività cerebrale, conservando, per un certo tempo e con l’imprescindibile assistenza delle macchine di rianimazione, la possibilità di mantenere vitali gli altri organi. Ad oggi in Italia ciò avviene con un iter complesso, della durata di almeno 6 ore, in cui sono previsti una valutazione neurologica e strumentale continuativa dell’attività di tutta la corteccia e del tronco encefalici, per accertare se esista «un danno cerebrale organico, irreparabile, sviluppatosi acutamente, che ha SURYRFDWRXQRVWDWRGLFRPDLUUHYHUVLELOHGRYHLOVXSSRUWRDUWLÀFLDOHq avvenuto in tempo a prevenire o trattare l’arresto cardiaco anossico». Un momento di dolorosa sospensione che, per chi rimane dall’altra parte del vetro, rischia di diventare l’attesa di un verdetto di condanna. Tutto ciò richiede ai sanitari la capacità di gestire aspetti che esulano dalle problematiche cliniche e le trascendono, portando il confronto con le persone coinvolte nel momento della morte sul piano dell’etica morale, delle emozioni e della spiritualità. Non sorprende dunque che sia necessario affrontare questo tema da un punto di vista interdisciplinare HFRQXQFKLDURULIHULPHQWRHWLFRFRPHqULFKLDPDWRDGHVHPSLRQHO Parere del Comitato nazionale di bioetica del 24 giugno 2010, da cui WUDHIRQGDPHQWRJLXULGLFRO·LWHUDWWXDOHHODGHÀQL]LRQHVRSUDULFKLDPDWD GLPRUWHFHUHEUDOH(GqDQFRUDVXOSLDQRGHOO·HWLFDFKHQHOODPHGLFLQD delle donazione, si realizza l’intreccio di due percorsi umani, dove il mistero della morte e il dolore si incontrano con la prospettiva del dono e della speranza. Realtà che mettono a nudo le radici profonde dell’agire sanitario, interrogando con forza i professionisti, e domandano alla scienza di recuperare una visione unitaria di sé stessa, aprendosi decisamente a tutte le dimensioni della persona umana. Città Nuova - n. 7 - 2015 59 NON SI TRATTA DI EUTANASIA Francia Nuova legge sul fine vita Michel Euler/Ap S ullo sfondo della Torre Eiffel una delle tante manifestazioni contro l’eutanasia. La legge ClaeysLeonetti sul fine vita è stata adottata con una forte maggioranza all’Assemblea nazionale. Non si tratta di una legge sull’eutanasia, come talvolta è stato presentato il provvedimento legislativo, perché questa legge, come la precedente del 2005, insiste sulla necessità di cure palliative per evitare l’accanimento terapeutico. L’eutanasia e il suicidio assistito rimangono quindi illegali in Francia. Ma è l’aggiunta nel testo di poter somministrare una «forte dose di sedativi» che possa provocare il decesso a provocare numerosi dibattiti, al punto che i responsabili delle grandi religioni in Francia hanno pubblicato una lettera aperta congiunta sul quotidiano Le Monde, affermando la loro forte opposizione all’eutanasia. Sembra quindi che le garanzie date dai due deputati, uno di destra, l’altro di sinistra, al riguardo abbiano soddisfatto l’Assemblea perché hanno sottolineato con forza che bisogna rinforzare il diritto dei pazienti nel fine vita. Come sarà ora applicata questa legge? I vescovi francesi e molte altre persone, come numerosi medici, temono una deriva. Senza contare che i sostenitori dell’eutanasia accentueranno ulteriormente la loro battaglia. Jean-Michel Merlin Città Nuova - n. 7 - 2015 61 C u l t Cuurlat u er a tee nt ede nze ndenze F rancesco d’Assisi è un santo che continua a stupire! Durante il secolo scorso i suoi VFULWWLHELRJUDÀHKDQno continuato ad attirare l’interesse di studiosi e ricercatori, laici e religiosi di tutto il mondo. Innumerevoli le pubblicazioni e gli studi editi sul santo. Un fenomeno che continua anche ai nostri giorni. Ed ecco giungere dalla Francia, il 16 gennaio 2015, la notizia della scoperta di una nuova vita del santo! Un ritrovamento dello scorso anno ma reso pubblico solo ora da uno studioso medioevalista francese che venne a conoscenza della vendita all’asta negli Usa di un antico codice del XIII secolo con nuove notizie sulla vita di san Francesco. Interessò la Biblioteca nazionale di Francia che, considerato il valore dell’opera, la acquistò. Avutola fra le mani, ebbe la conferma che si trattava di una Vita nuova ÀQRUD VFRQRVFLXWD scritta da Tommaso da Celano, autore di altre due già note: la Vita prima del 1228 e un’altra del 1246. Questa Vita nuova si pone fra le due, cioè fra gli anni 1232 e 1239. La notizia, sia per l’eccezionalità della scoperta, ma soprattutto perché riguarda il santo di Assisi, ha fatto ben presto il giro del mondo. I contenuti sono ancora pressoché sconosciuti, ma già circolano numerose indiscrezioni. L’opera metterebbe in risalto nuove sfumature 62 Città Nuova - n. 7 - 2015 STORIA di Egidio Canil riguardanti il tema della ´SRYHUWjµ IUDQFHVFDQD Ànalizzata alla compassione e alla condivisione con i poveri. Poi il tema della “fraternità”, che Francesco estende non solo agli esseri umani ma a tutte le creature, animate e inanimate. L’autore della scoperta, Jacques Dalarun, infatti precisa: «Non sono d’accordo quando sento dire “Francesco amava la natura”. Questo è un concetto pagano. Francesco invece amava come suoi fratelli gli uomini e gli DQLPDOLSHUFKpÀJOLGLXQR stesso Creatore!». Il piccolo prezioso codice scoperto proverrebbe dal centro Italia. Si tratta di un manoscritto composto da 122 fogli di piccolo formato: cm 12 per 8,2. Contiene, sempre a detta dello scopritore, oltre alla vita del santo, anche sei Sermoni, il testo delle Ammonizioni e un commento al Padre nostro. Ancora un testo che esce dal buio della storia. Ora si attende che il codice, scritto in latino, venga pubblicato nella sua interezza. Francesco d’Assisi approda a New York La notizia dell’incredibile ritrovamento di una nuova “Vita” del santo. La mostra di manoscritti in Usa La famiglia francescana nata da san Francesco e santa Chiara Primo Ordine: Frati OF Minori OFM Conventuali OFM Cappuccini Terzo ordine TOT. FRATI: 14.724 4.408 10.953 866 30.951 Secondo Ordine: Clarisse Clarisse S. Chiara 7.321 Clarisse Urbaniste 1.020 Clarisse Cappuccine 2.162 Clarisse Coletine 633 Clarisse (Altre) 838 TOT. CLARISSE: 11.974 Nel frattempo, Francesco e Assisi, la sua città natale, continuano a richiamare ogni anno milioni di pellegrini sia cristiani che di altre fedi. L’evento della Preghiera per la pace, ad esempio, convocato da san Giovanni Paolo II nel 1986, ha fatto di Assisi una delle capitali religiose del mondo e di Francesco un “fratello Terz’Ordine: Laici Le Fraternità OFS sono presenti in 62 Paesi nei 5 Continenti Fratelli e Sorelle OFS TOT. OFS: 450.000 Terz’Ordine: Congregazioni Religiose Le Congregazioni francescane femminili sono 218 Quelle maschili sono 16 TOT. RELIGIOSI: 1.350 TOT. RELIGIOSE: 55.713 Da: La vocazione francescana oggi nel mondo: sfide e risorse Paolo Martinelli (EDB) universale”, amato da tutti. San Giovanni Paolo II affermava: «Io ho bisogno di Francesco, ho bisogno di Assisi!». Durante il suo SRQWLÀFDWRLQIDWWLVLqUHFDto sei volte in pellegrinaggio alla tomba del santo. E da allora Francesco e Assisi hanno continuato a esercitare un fascino particolare e ad essere fonte di ispirazio- “La predica agli uccelli” di Giotto. In alto: un manoscritto in mostra a New York. A fronte: ritratto realizzato da Cimabue nella basilica di Assisi. ne e preghiera per la pace. Papa Benedetto XVI si è recato infatti per due volte ad Assisi. E poi la sorprendente decisione, avvenuta la sera del 13 marzo 2013, quando dalla loggia di San Pietro il nuovo papa ha scelto di chiamarsi “Francesco”. Non era mai avvenuto nella bimillenaria storia della Chiesa una tale scelta. È lo stesso papa a motivarla: «Nel Conclave – disse ai giornalisti due giorni dopo – al momento dell’elezione avevo accanto a me il francescano Hummes che mi sussurrò: “Non dimenticare i poveri!”. Ho pensato a Francesco d’Assisi e alle guerre. Francesco è l’uomo della pace e così ho scelto il suo nome. Oh, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!». Negli ultimi mesi del 2014 san Francesco ha fatto parlare di sé mediante una mostra di manoscritti del XIII e XIV secolo, collegati con le origini del francescanesimo, dal titolo Frate Francesco: tracce, parole, immagini. Fra essi il manoscritto 338 che contiene il noto Cantico delle creature. Allestita a New York, dapprima nella Sede delle Nazioni Unite e successivamente a Brooklyn nella Borought Hall, la mostra ha suscitato entusiastici e originali commenti sulla stampa internazionale, quasi fosse san Francesco ad arrivare negli Usa: «San Francesco approda a New York, al palazzo delle Nazioni Unite, quale messaggero e ambasciatore di pace!». Il poverello di Assisi non solo continua a essere fonte di ispirazione per il magistero, la vita e le linee pastorali di papa Francesco, ma contemporaneamente continua a ispirare nella Chiesa e nel mondo inviti alla conversione, iniziative di custodia del creato e piani di pace fra gli uomini. Città Nuova - n. 7 - 2015 63 Cultura e tendenze PARLIAMONE di Michele Genisio Satana: l’avversario di sempre Cerca di infilarsi nelle maglie della storia, di intromettersi nell’intimità delle coscienze. Ma è arrabbiato… V HUVR OD ÀQH GHOO·2WWRFHQWR *LRVXq &DUGXFFL VFULYHYD O·LQQR A Satana ©0DWHULD LQDO]DWL 6DWDQD KD YLQWRª ,O GHPRQH HUD YLVWR FRPH O·HPEOHPD GHOOD PRGHUQLWj FKH PHGLDQWH OD VFLHQ]D H OD UDJLRQH WULRQIDYD VXOOH YLVLRQL PRUWLÀFDQWL LPSRVWH GDO FOHUR H GDOOD GRWWULQD FULVWLDQD 6L HUD SUHVR XQ DEEDJOLR LO QRVWUR SRHWD" 6HPEUD SURSULR GL Vu ,O OLEHUR SHQVLHUR QRQ KD SRUWDWR O·DVSHWWDWD OLEHUWj ODPRGHUQLWjKDFUHDWREHQHÀFL PD DQFKH YRUDJLQL GL GRORUH FRQ OH JXHUUH GHO VHFROR VFRUVR H TXHOOH DWWXDOL ( 6DWDQD« OXL KD FRQWLQXDWR D VYROJHUH LO VXR PLOOHQDULR PHVWLHUH FHUFDQGRGLVIUXWWDUHDVXR YDQWDJJLR OH QXRYH VLWXD]LRQLVRFLDOL /HVXHDUPL"6HPSUHOH VROLWH R WHUURUL]]DUH R IDU FUHGHUH FKH QRQ F·q ©,O PLJOLRU WUXFFR GHO GLDYROR 64 Città Nuova - n. 7 - 2015 q QHO FRQYLQFHUFL FKH QRQ HVLVWHª GLFHYD %DXGHODLUH & 6 /HZLV DXWRUH GHOOH FHOHEUL Lettere di Berlicche,QHOOHTXDOLXQGLDYROR HVSHUWR VL SUHPXUD GL GDUH FRQVLJOL DO VXR JLRYDQH QLSRWHGLDYROR VFULYHYD ©9LVRQRGXHHUURULXJXDOL H RSSRVWL QHL TXDOL OD QRVWUD UD]]D SXz FDGHUH QHL ULJXDUGLGHLGLDYROL8QRq TXHOOR GL QRQ FUHGHUH DOOD ORUR HVLVWHQ]D /·DOWUR GL FUHGHUYL H GL VHQWLUH SHU HVVL XQ LQWHUHVVH HFFHVVLYR H QRQ VDQR , GLDYROL VRQR FRQWHQWL G·DPEHGXH JOL HUURULHVDOXWDQRFRQODVWHVVD JLRLD LO PDWHULDOLVWD H LO PDJRª ,Q HIIHWWL RJJLJLRUQR GHO GLDYROR VL SDUOD PROWRSRFRHTXDQGRORVLID q VXOOD VFLD GL FXULRVLWj PRUERVH R GL VROOHFLWL GD ÀOPKRUURU5HFHQWHPHQWH SDSD )UDQFHVFR KD GHWWR ©$ TXHVWD JHQHUD]LRQH H D WDQWH DOWUH KDQQR IDWWR FUHGHUH FKH LO GLDYROR IRVVH XQ PLWR XQD ÀJXUD XQ·LGHD O·LGHD GHO PDOH 0D LO GLDYROR HVLVWH H QRL GREELDPR ORWWDUH FRQWUR GL OXLª ,O SDSD DUJHQWLQR KD ULEDGLWR FKH FRQWUR GL OXL VL GHYH ORWWDUH SHU IDU WULRQIDUH OD YLWD SHUFKp ©LO GLDYROR QRQ FL EXWWD DGGRVVR ÀRULª PD ©IUHFFH LQIXRFDWHªSHUXFFLGHUH /D SDUROD ´VDWDQDµ GHULYDGDXQDSDURODHEUDLFD FKH VLJQLÀFD ©DYYHUVDULRª 6DWDQD q OD FUHDWXUD FKH VL HUJH DG DQWDJRQLVWD GHO VXR &UHDWRUH ,O WHRUHPD q VHPSOLFH 'LR KD FUHDWR OD YLWD LO GHPRQLR YXROHODPRUWH3HUTXHVWR FRQGXFH OD VXD EDWWDJOLD FHUFDQGR GL LQÀODUVL QHOOH PDJOLH GHOOD VWRULD SHU SRUWDUOD YHUVR L VXRL ÀQL GL GHYDVWD]LRQH 2SSXUH V·LQWURPHWWH QHOO·LQWLPLWj GHOOH FRVFLHQ]H WHQWDQGR GL SLHJDUOH DL VXRL YROHUL PRUWLIHUL FRQ OXVLQJKH R WRUPHQWL PRGHUQLVVLPL 1HOGLSLQWRGHOUXVVR,YDQ .UDPVNRM Le Tentazioni di Cristo *HV q UDSSUHVHQWDWR VROR VHGXWR VX XQ VDVVRLQPH]]RDOGHVHUWR FRQ OR VJXDUGR WXUEDWR ,O GHPRQLR FKH LQ WHOH GL SHULRGL SUHFHGHQWL IDFHYD JUDQ PRVWUD GL Vp FRQ VHPELDQ]H RUULSLODQWL R FDULFDWXUDOL LQ TXHVWR GLSLQWR q LQYLVLELOH R PHJOLR q WXWWR UDFFKLXVR QHL Le tentazioni di Cristo secondo Kramskoj. A fronte: la caduta dell’angelo (Madrid) e una copertina per “Le lettere di Berlicche” di Clive Staples Lewis. SHQVLHULVWHVVLGL*HV(G qGHQWURGLVpFKH*HVOR YLQFH ,O GLDYROR VL VD DPD SUHVHQWDUVL FRPH LO SDODGLQR GHOO·HQHUJLD YLWDOH GHOO·DOOHJULD VIUHQDWD GHOOD OXFH GHO SHQVLHUR PD LQ UHDOWj QRQ DPD Qp OD YHULWjQpODJLRLD©/DWULVWH]]DqHQWUDWDQHOPRQGR FRQ 6DWDQDª DIIHUPDYD LO IUDQFHVH %HUQDQRV ( DQFKH GHOOD PRGHUQLWj FKH YROHYDIDUORVXRSDODGLQR 6DWDQD QRQ VHPEUD DYHUH XQD JUDQGH RSLQLRQH ,Q XQWHVWRGL&6/HZLVO·HVSHUWR GLDYROR %HUOLFFKH DIIHUPDGLULWHQHUVLVRGGLVIDWWR SHU O·DXPHQWR GHOOH DQLPHFKHVLGDQQDQR²LQ JUDQGH DXPHQWR DQFKH LQ WHPSL GL FULVL ² PD QHOOR VWHVVR WHPSR ODPHQWD OD ORUR TXDOLWj VFDGHQWH GH- ÀQHQGROH ©VFDUWL FKH XQ WHPSR DYUHPPR JHWWDWR D &HUEHURHDLVXRLFDQLSHUFKpLQGHJQLGHOSDVWRGLDEROLFRª ,Q HIIHWWL 6DWDQD q DUUDEELDWRPDFLWLHQHDQRQ PRVWUDUOR 1HO URPDQ]R GL 'RVWRHYVNLM I fratelli Karamazov LO GLDYROR VL SUHVHQWD D ,YDQ QHL SDQQL G·XQ gentlemen FKH PDL FHGH D TXHOOR FKH RJJL FKLDPHUHPPR LO SROLWLFDPHQWHFRUUHWWR©,QYHULWj WL DUUDEEL FRQ PH SHUFKp QRQWLVRQRDSSDUVRLQXQD QXEH URVVD ´WXRQDQWH H DEEDJOLDQWHµ FRQ DOL LQIXRFDWH PD PL VRQR SUHVHQWDWR VRWWR XQ DVSHWWR WDQWR PRGHVWR 6HL RIIHVR LQQDQ]LWXWWRQHLWXRLVHQWLPHQWL HVWHWLFL H SRL DQFKH QHOO·RUJRJOLRª ,O GHPRQLR QRQRVWDQWH OH DSSDUHQ]H VXEGROH FRQ FXL D YROWH VL SUHVHQWD q URVR GD UDEELD LQFRQWHQLELOH SHUFKp HVVHQGR LQWHOOLJHQWH VD FKH DOOD ÀQH VDUj VFRQÀWWR 6DWDQD q FRQVDSHYROH FKH SHU XQD EHIID GHOOD VRUWH SURSULR OXL FKH RGLD LO SLDQR GL DPRUH GL 'LR QH VDUj LO SL DFFUHGLWDWR WHVWLPRQH UHVWHUj O·HWHUQD FRQIHUPD FKH HVLVWH OD OLEHUWj LO JUDQGH GRQR GHO &UHDWRUH4XHVWRORUHQGHIXULERQGR H SHU TXHVWR FHUFD GL YHQGHUH FDUD OD SHOOH IDFHQGR SULPD FKH DUULYL OD ÀQH SL GLVDVWUL FKH SXz 0D OD FHUWH]]D GHOOD VXD ÀQH q LQYHFH SHU QRL VSHUDQ]DHJLRLDDQFKHIUD OH RVFXULWj GHO SUHVHQWH ( FL VSURQD D ORWWDUH FRQWURGLOXL Città Nuova - n. 7 - 2015 65 Cultura e tendenze A lbert Einstein nasce a Ulm, in Germania, il 14 marzo 1879, da genitori ebrei non praticanti. Nel 1880, in seguito alla crisi dell’impresa del padre, si sposta con la famiglia a Monaco dove frequenta la scuola. Studia giovanissimo il violino e l’algebra. Legge libri di divulgazioQH VFLHQWLÀFD H D DQQL si applica da autodidatta DO FDOFROR LQÀQLWHVLPDOH Nella sua precoce maturazione intellettuale svilupSDXQDVROLGDÀGXFLDLQVp stesso e un atteggiamento sospettoso e ribelle verso ogni autorità costituita, che non perderà mai. Nel 1896, s’iscrive al Politecnico di Zurigo, dove PDWXUDODVXDVFHOWDGHÀQLWLYDGLGHGLFDUVLDOODÀVLFD Trascorre lunghe ore nel laboratorio dell’università, «affascinato dal contatto diretto con l’esperienza». Il resto del tempo lo dedica a studiare a casa le opere di Boltzmann, Kirchhoff, Helmholtz, Hertz, maturando una robusta forma]LRQH LQ ÀVLFD WHRULFD H una chiara cognizione delle grandi questioni aperte QHLYDULDPELWLGHOODÀVLFD Sono anche gli anni delle OHWWXUHÀORVRÀFKHFKHHVHUciteranno su di lui un’inÁXHQ]D GXUDWXUD 6SLQR]D Hume, Kant e gli scritti di epistemologia di Mach. Si laurea nel 1900. Due anni dopo riceve la cittadinanza svizzera e trova un lavoro stabile (e modesto) DOO·8IÀFLREHYHWWLGL%HUQD 66 Città Nuova - n. 7 - 2015 SVOLTE CONCETTUALI di Marco Bernardoni La visione del mondo di Einstein 100 anni fa la teoria della relatività generale sconvolgeva la fisica e non solo Nel 1905 un giovane di 26 anni, sconosciuto, pubblica su una prestigiosa rivista di fisica quattro articoli che quasi nessuno è in grado di capire. È l’inizio di una carriera folgorante. Ma l’anno destinato a passare alla storia è LO ,Q TXHOO·DQQR da giovane outsider non ancora inserito nella comunità accademica, riesce a farsi pubblicare sulla rivista Annalen der Physik alcuni articoli che ULYROX]LRQHUDQQR OD ÀVLFD H ÀQLUDQQR SHU URYHVFLDre la visione globale del mondo in cui viviamo. In uno di questi, Einstein propone una nuova teoria della relatività basata VX GXH SULQFLSL OH OHJJL GHOOD ÀVLFD QRQ FDPELDQR quando si passa da un riferimento inerziale a un altro, e la velocità della luce nel vuoto è la stessa per tutti gli osservatori ed è la massima raggiungibile. Le conseguenze sono enormi e implicano una radicaOH PRGLÀFD GHOOD FRQFHzione comune di spazio e di tempo, introducendo l’idea di una struttura geometrica a quattro dimensioni, che verrà chiamata lo «spazio-tempo». Negli stessi articoli Einstein offre anche un’interpretazione dell’effetto fotoelettrico che gli varrà il Nobel nel 1921. In un altro, compare la formula dell’equivalenza massa-energia, E = mc2, destinata a diventare l’equazione più celebre della ÀVLFD *OL DUWLFROL GHO hanno un impatto decisivo sulla vita e la carriera di Einstein. Già divenuto docente all’Università di Berna, nel 1909 riceve la nomina come professore associato a Zurigo. Nel 1914, sollecitato da Planck e Nerst, accetta l’offerta di trasferirsi a Berlino, dove può dedicare le sue energie soltanto alla ricerca, senza obblighi di insegnamento. Già dal 1907 coltiva un proJHWWR DPEL]LRVR HVWHQdere la sua teoria della relatività per comprendere anche la gravitazione. Un’impresa per la quale occorrevano strumenWL PDWHPDWLFL VRÀVWLFDWL (come le geometrie non euclidee e il calcolo differenziale assoluto), che Einstein acquisirà con una perseveranza e una capacità di lavoro non comuni. ,O QRYHPEUH UHQGH ÀQDOPHQWH SXEEOLche le sue equazioni del FDPSR JUDYLWD]LRQDOH q nata la teoria della relatività generale. In essa, lo “spazio-tempo” è pensato come una struttura geometrica deformata, incurvata dalla presenza della materia, dall’energia e dalla massa. Le equazioni di Einstein offrivano la relazione esatta fra l’ammontare della curvatura e la quantità di materia necessaria a produrla, Due geni della fisica: Einstein (a sin.) e Bohr. In alto: l’eclissi di sole del 1909 che confermò la teoria della relatività di Einstein. riuscendo a spiegare fenomeni che la meccanica newtoniana non era in grado di spiegare, come l’anomalia dell’orbita di Mercurio. Ma la prova schiacciante si ebbe nel 1919, quando durante un’eclissi totale di sole Eddington riuscì a “foWRJUDIDUHµ OD GHÁHVVLRQH della luce proveniente dalle stelle provocata dalla curvatura del campo gravitazionale intorno al sole. L’annuncio suscitò un’impressione fortissiPD ©1HZWRQ HUD VWDWR scalzato dal suo piedistallo». L’universo divenne «all’improvviso una struttura viva, mobile ed elastica, piena di fosse e cunicoli e pendii scoscesi». Ed Einstein divenne «l’improvvisamente famoso dottor Einstein». «La cosa sorprendente del mondo è che esso è comprensibile», annotava QHOOD VXD DXWRELRJUDÀD «L’esperienza resta naturalmente l’unico criterio per utilizzare una costruzione matematica per la ÀVLFDPDqQHOODPDWHPDtica che si trova il principio veramente creatore. Da un certo punto di vista, riconosco che il pensiero puro è capace di afferrare la realtà, come gli antichi pensavano». La sua teoria fu determinante per la nascita della moderna cosmologia VFLHQWLÀFDHSHUO·HODERUDzione del modello teorico del Big Bang. Nel 1933, con l’avvento al potere di Hitler, deciderà di non rientrare in Germania. Otterrà un incarico universitario a Princeton, e qui arricchirà in modo originale e fruttuoso la sua ricerca. $ 3ULQFHWRQ UHVWHUj ÀQR alla morte, il 18 aprile Città Nuova - n. 7 - 2015 67 Cultura e tendenze IL PIACERE DI LEGGERE a cura di Gianni Abba Pedagogia per classi dirigenti EDMONDO BERSELLI Meglio stare a casa Vita e pensiero euro 10,00 «Berselli non amava lo scontro delle civiltà e delle ideologie: preferiva farle ibridare, auspicava forme di cooperazione». Così Aldo Grasso nella postfazione di un libretto che raccoglie sei articoli scritti da Edmondo Berselli, già direttore editoriale della casa editrice Il Mulino e più tardi direttore dell’omonoma rivista culturale. Un’affermazione che, nella sua semplicità, riassume la poliedrica personalità dell’uomo di cultura bolognese. Non ci si stupirà allora di trovare LQ TXHVWR WHVWR ULÁHVVLRQL su politica italiana, cattolicesimo nostrano, viaggi e turismo, industria culturale e arbitri. Berselli inglobava per empatia. E per intelligenza cognitiva. Roberto Righetto, re- 68 Città Nuova - n. 7 - 2015 sponsabile delle pagine culturali di Avvenire, s’è cimentato nell’impresa di questo libro con due amici di Berselli, il già ministro Lorenzo Ornaghi e il critico televisivo Aldo Grasso. Emerge un Berselli uomo eclettico ma di grande profondità umana e intellettuale, cosicché «il libro si rivela un manuale di genuina e sempre più urgente pedagogia per le classi dirigenti e gli intellettuali di un Paese differente dall’attuale». Un uomo che ha avuto la passione di non chiudere la “cultura” in un hortus conclusus, optando invece per cercare di capire quel che sembra incomprensibile all’altezzosità razionalista. Scriveva nel 2004: «Verrebbe anche voglia di ripetere, senza protervia, ma con una certa convinzione, che vale la pena di prendere sul serio la produzione di massa. Ovverosia giocare con i fenomeni popolari, smontarli per vedere come funzionano, continuare a divertirsi con ciò che dicono. Altrimenti teniamoci la convenzionale distinzione fra cultura alta e bassa, ma sapendo benissimo che a voler tenere rigidamente L FRQÀQL VL UHVWD FRQÀQDti, letteralmente». Tesi da condividere, per esorcizzare il pericolo della «incapacità di promuovere la società dal basso». Pietro Parmense PETER BENTLY Re Valdo e il drago Il Castoro euro 13,50 Andare a nanna è una faccenda piuttosto complicata per qualche bambino o bambina particolarmente cre-attivi che durante la giornata hanno “capovolto” il mondo. Per i loro genitori una vera prova del nove! La cantata di gesta eroiche e di lotta, con le spade improvvisate ma capaci, coinvolge la fantasia di Valdo, Teo e Berto, che ricostruiscono la fortezza difendibile a suon di materiali che fanno “casa” come coperte, paletti, cuscini e compagnia. Sospiriamo di sollievo: è il segno che il gioco più avvincente nasce ancora all’insegna della creatività. Tanta quanta quella impiegata da Peter Bently, affascinante autore di libri per bambini, e Helen Oxenbury, pluripremia- ta illustratrice inglese di cui ricordo l’incantevole A caccia dell’orso o il tenerissimo Dieci dita alle mani. Due artisti capaci di abitare l’anima bambina e svelarla ad adulti frettolosi, ma disposti a lasciarsi trascinare per conoscerla meglio. E rallegrarsi della ritrovata gioia di leggere insieme, di tornare davvero bambini, provare le stesse paure, ma ritrovare il coraggio per combatterOHHÀGDUVLGHOODPDQRWHVD ad accompagnarti. (traduzione di Anna Sarfatti). Annamaria Gatti ROBERTO VECCHIONI Il mercante di luce Einaudi euro 15,00 Un padre, professore di letteratura greca, «prigioniero di un grande sogno al di là degli sfumati conÀQL GHOOD UHDOWj UHVD FRVu ovvia, noiosa, non neces- saria dagli uomini». Un JLRYDQH ÀJOLR YLFLQR DOOD morte a causa di una malattia rara che condanna a vecchiaia precoce e breve vita. Il dialogo tra i due, col padre che cerca di coPXQLFDUHDOÀJOLRPRUHQWH quello che ha dentro: «Sto provando a darti la letteratura come cosa: là dove non puoi avere, cerco di farti sognare. In fretta, nel tempo che ho e che abbiamo, ti voglio passare la bellezza». Aiace, Antigone, Alcesti, Le Troiane. ( LO ÀJOLR ULVSRQGH ©3HU quanto tempo avrò ancora la forza di restare come sono dentro? Stai qui, resta qui papà, riempimi di parole, continua a raccontare». Ma la vita non è solo amore per i libri... Gianni Abba IN LIBRERIA ANSELMO PALINI Marianella Garcia Villas Ave Editrice euro 12 Questo libro, che parla dell’«avvocata dei poveri, voce dei perseguitati e degli scomparsi», rimane impresso nella coscien- za. Tocca nodi ancora da sciogliere, come il realismo politico che ha condotto l’Occidente a consegnare l’intero popolo di El Salvador nelle mani delle giunte militari e delle élite economiche. Marianella proviene da una famiglia ricca ma compie la scelta di difendere gli oppressi e i deboli. Vive l’impotenza dell’impegno politico in un partito. Viene spesso in Europa a chiedere, invano, interventi per fermare un genocidio operato da eserciti FKH VL GHÀQLVFRQR FDWWROLci, ma torturano e uccidono famiglie di contadini che hanno in casa il testo “sovversivo” del Vangelo. Marianella si espone ÀQR D GLYHQWDUH SUHVLGHQte della commissione dei diritti umani in una terra dove non si conosce il diritto, ma solo la forza delle armi sostenuta dagli Usa. La Villas farà conoscere i bombardamenti al napalm, le stragi nascoste e i nomi di uomini e donne altrimenti sconosciuti. Subisce ella stessa violenza e quando ne parla con monsignor Oscar Romero vede quest’uomo, mite ma intrepido nella scelta evangelica, piangere come un bambino. Ed è Marianella a dirgli parole di coraggio, da donna che conserva il senso della cura e della difesa della vita, anche quando troverà anch’essa il martirio. Una storia che conferma come il male non riesca mai a vincere del tutto. Carlo Cefaloni a cura di Oreste Paliotti TESTIMONI G.M. Bregantini/V. Salvoldi, “L’eroica fede di Pietro”, Ancora, euro 13,50 - Il vescovo riflette sulla vicenda di Pietro, peccatore e santo. Come convertire in forza la fragilità umana. MAFIA Rosario Giuè, “Peccato di mafia”, Edb, euro 10,00 – Un prete palermitano predecessore di don Puglisi a Brancaccio riflette su questioni non sempre chiare tra comunità ecclesiale e mentalità mafiosa. DONNE Aa.Vv., “Vive come l’erba...”, La Casa di Matriona, euro 12,00 – Otto storie di donne vissute sotto regimi totalitari di tipo sovietico. Testimonianze che suscitano speranza tra i venti di crisi. RAGAZZI Selene Pittaluga, “Il lamento del cavaliere”, Il Canneto, euro 15,00 – Storie di maghi, faraoni, cavalieri e pirati narrate penetrando l’interiorità dei personaggi mitici e inventati. BIOGRAFIE Massimiliano Nuti, “Costantino il Grande: un falso mito?”, Mattioli 1885, euro 18,50 – Alla luce dei più recenti studi, viaggio nella biografia del primo imperatore cristiano. Tra storia, mito e leggenda. SPIRITUALITÀ G. Magalhães, “Il tuo volto allo specchio”, Paoline, euro 14,00 – Una vita radicalmente cambiata. Resoconto di una conversione nata da una lettura del Vangelo fatta inizialmente solo «per cultura generale». SPIRITUALITÀ G. Magalhães, “Il tuo volto allo specchio”, Paoline, euro 14,00 – Una vita radicalmente cambiata. Una conversione nata da una lettura del Vangelo fatta inizialmente solo «per cultura generale». NARRATIVA Israel J. Singer, “A oriente del giardino dell’Eden”, Bollati Boringhieri, euro 18,50 – Mattes e il suo sogno socialista. Affresco di una comunità ebraica polacca, animata da un fuoco segreto. Attualità MEDIA di Claudia Di Lorenzi Social network Facebook contro la violenza Linea dura di Facebook contro il bullismo in Rete, l’incitamento all’odio e le violazioni della privacy. Per il prima volta il social network rinnova le sue regole di comunicazione e rende nota una lista dei contenuti pubblicabili e di ciò che invece sarà censurato. Il nuovo testo è più dettagliato del precedente e nasce per trovare un equilibrio tra libertà d’espressione, privacy e sicurezza. Secondo le norme aggiornate, Facebook si impegna a rimuovere «ogni minaccia credibile di violenza verso altre persone, e minacce di furto, YDQGDOLVPRHGDQQLÀQDQ]LDULªHYLHWD©ODSURPR]LRQHGHOO·DXWROHVLRQLVPR HGHOVXLFLGLRªHL©FRQWHQXWLFKHSUHQGRQRGLPLUDSHUVRQHFKHVLVRQR VXLFLGDWHRFKHKDQQRSURYDWRDIDUORª&RQWURLOEXOOLVPRLQ5HWH)E chiarisce che «non sono permesse le pagine che prendono di mira e umiliano una persona, le immagini alterate per umiliare qualcuno, la diffusione di informazioni personali per ricattare o molestare qualcuno, l’invio ripetuto GLULFKLHVWHGLDPLFL]LDHPHVVDJJLª5LJXDUGRODSRUQRJUDÀD²GDVHPSUH YLHWDWD²)DFHERRNSUHFLVDFKHVDUDQQRULPRVVL©LFRQWHQXWLFKHPLQDFFLDQR RSURPXRYRQRODYLROHQ]DVHVVXDOHHORVIUXWWDPHQWRªDQFKHGLPLQRUL©OH PROHVWLHVHVVXDOLª©OHPLQDFFHGLFRQGLYLGHUHLPPDJLQLSULYDWHO·RIIHUWD GLSUHVWD]LRQLVHVVXDOLª5HVWUL]LRQLDQFKHVXOODSXEEOLFD]LRQHGLLPPDJLQL di nudo. I gruppi come l’Isis sono vietati da tempo, ma Fb precisa che sulla piattaforma non c’è posto per le organizzazioni «coinvolte in attività terroristiche, nella criminalità organizzata, nella promozione dell’odio YHUVRXQDFHUWDFDWHJRULDGLSHUVRQHª8QJLURGLYLWHVWLPRODWRDQFKH dalle richieste dei governi che a Fb si rivolgono per rimuovere contenuti che violano le leggi locali e per acquisire informazioni su utenti e attività criminali. Nel suo trasparency report semestrale (https://govtrequests. facebook.com ) Fb pubblica il numero di richieste ricevute da ogni Paese, la percentuale dei dati rilasciati e il numero di rimozioni. OPENPARLAMENTO Per ridurre le distanze fra politica e cittadini Come si svolge una giornata-tipo in Parlamento? In che modo deputati e senatori discutono dei problemi che riguardano il Paese? E ancora, come si fa un’interpellanza o un’interrogazione al governo o come si discute un disegno di legge? Spiegarlo, in poche righe, può rivelarsi impresa ardita, mentre per trovare risposte è utile collegarsi alle web-tv della Camera dei Deputati e del Senato, rispettivamente su http://webtv.camera. it/home e http://webtv.senato.it/3861, che trasmettono in diretta e registrano i lavori d’Aula e delle Commissioni. Mentre scriviamo, ad esempio, è disponibile l’Ordine del giorno della seduta di domani a Montecitorio, che comincia alle 9.30 con una discussione che riguarda le tasse, in particolare quella sulla casa. Si parlerà anche dei diritti dei lavoratori nei Paesi extra Ue ed è previsto un intervento del premier. A Palazzo Madama invece si parlerà di famiglia, scuola e investimenti. Finestre preziose, aperte a tutti, attraverso cui vedere, sapere, comprendere e, se si vuole, in altri luoghi, partecipare. NUOVE ALLEANZE Università sempre più digitali Le università italiane evolvono per dialogare coi nativi digitali. È quanto emerge da una ricerca del Censis che ha esaminato i siti web di 74 atenei italiani, tra statali e privati, registrando una crescita dei servizi online e in molti casi l’approdo sui social network. In particolare, secondo i risultati dello studio, oltre la metà delle università fornisce entro un giorno un riscontro alle richieste inoltrate attraverso gli indirizzi email, i forum e le bacheche su Facebook e Twitter; il 40,5 per cento dispone di una app, il 64,9 per cento ha una propria web-radio e il 63,5 per cento un magazine online. Inoltre, sono le donne la componente maggioritaria dell’utenza che interagisce con le fan page degli atenei e ne condivide i contenuti. 70 Città Nuova - n. 7 - 2015 EVENTI di Mario Dal Bello I l presidente Mattarella si è fermato a lungo ² GLFRQR ² QHO YDVWR 6DORQH GHL &RUD]]LHUL ad ammirare la prima mostra tenuta nel palazzo all’inizio del suo settenQDWR &KLVVj TXDOL SHQVLHUL gli avranno suscitato le 20 storie del racconto biblico di Giuseppe l’ebreo, venduto dai fratelli, diventato vicerè d’Egitto e poi riconciliatosi con ORUR8QDVWRULDGLLQgiustizia e di perdono di fronte alle gelosie che distruggono l’armonia fra le persone, allora come ora. Ne sapeva qualcosa &RVLPR , GH· 0HGLFL granduca di Firenze, che ha commissionato l’opera a due pittori come Pontormo e Bronzino, rappresentanti di quella corrente artistica preziosa e intellettualistica denominata “manierismo”, tra il 1545 e il 1553, per la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio e poi tessuti nella manufatteria granducale. Solo che al granduca i cartoni di Pontormo non piacquero e così l’impianto fu DIÀGDWR SRL D %URQzino e al suo amico Francesco Salviati. L’arte era l’ancella pubblicitaria dei potenti, e bisognava soddisfarli. &HUWR FKH O·LQVLHPH GHL 20 arazzi è una gioia per gli occhi e per la mente. Si inizia dal Sogno dei manipoli FRQ OH ÀJXUH PRV- A r t e e s p e t t a c olo Arte e spettacolo Il Principe dei sogni Esposti insieme dopo 150 anni gli arazzi disegnati da Pontormo e Bronzino. Da Roma a Firenze e poi all’Expo di Milano L’arazzo “Giuseppe perdona i fratelli” del Bronzino (1550-1553). se in posture eleganti, si passa al Sogno della luna e delle stelle, dai colori trasparenti, ed è un susseguirsi di scene incalzanti preziose, drammatiche ² La moglie di Putifarre ² UDIÀQDWH ² Giuseppe riceve Beniamino ² SDWHWLFKH ² Giuseppe si fa riconoscere dai fratelli, e via di seguito. La trama dei colori limpidi, l’esuberanza della decorazione, la teatralità delle scene d’insieme e il pathos espresso in forme levigate, rendono la serie un esempio di rafÀQDWH]]D LQWHOOHWWXDOH unica, di fantasia vibrante nel creare moti, ambienti, vegetali, corpi e sentimenti. Su tutto si staglia OD ÀJXUD GL *LXVHSpe, il cui volto come XQ&ULVWRUDIIDHOOHVFR biondo e gentile dà il tono all’intera narrazione. La sua mitezza ² H TXLQGL TXHOOD GHO SULQFLSHPHGLFHR²q beneaugurante per il popolo, ma anche oggi per noi che l’osserviamo da un arazzo all’altro muoversi con la “grazia” di Bronzino, che è la nobiltà dell’animo. Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino. Milano, Palazzo Reale, dal 29/4 al 23/8. Firenze, Palazzo Vecchio, dal 15/9 al 15/2/2016. Città Nuova - n. 7 - 2015 71 Arte e spettacolo Calimero Ve lo ricordate Calimero, il pulcino tutto nero, vittima di ogni ingiustizia? Dimenticatevi le vecchie pubblicità di Carosello, molto lontane dal politically correct dei nostri giorni. Su Rai Yoyo, canale 43 di Rai Ragazzi, potreste imbattervi in un Calimero moderno versione 3D, protagonista di un’omonima serie di animazione a lui dedicata, prodotta da Rai Fiction in collaborazione con Studio Campedelli, Calidra, Gaumont, TF1 e Disney Junior. Il celebre pulcino delle pubblicità anni Sessanta, che dopo essere caduto nella fuliggine nera si sporca e non viene più riconosciuto dalla madre, è tornato da un anno a questa parte sul piccolo schermo per far compagnia ai più piccini, in 72 TELEVISIONE di Eleonora Fornasari 104 episodi da 11 minuti l’uno. Amicizia, un pizzico di avventura e un personaggio forte nel quale SRWHUVL LGHQWLÀFDUH VRQR le chiavi di questa bella serie animata dedicata a un target 5-8 anni e che si avvale, tra l’altro, della collaborazione di MarFR 3DJRW ÀJOLR GL 1LQR H nipote di Toni Pagot, ideatori, insieme a Ignazio Colnaghi, del pulcino tutto nero. Famoso in tutto il monGR&DOLPHURqHQWUDWRÀQ da subito talmente a fondo nella cultura italiana, da diventare persino un neologismo studiato da Umberto Eco: «Quando un personaggio genera un nome comune, ha infranto la barriera dell’immortalità ed è entrato nel mito: si è un calimero come si è un donchisciotte, un casanova, una cenerentola, un giuda». Calimero ha, per la precisione, ben 52 anni, ma non è mai stato moderno quanto oggi. Gli sceneggiatori sono infatti riusciti a dargli una nuova identità e il suo ben noto lamento, «è un’ingiustizia», diventa il motore positivo che lo porta da un’avventura all’altra, accompagnato dai suoi amici Priscilla, Valeriano e Piero. Calimero ha un aspetto unico e inconfondibile che diventa il suo SXQWR GL IRU]D RJQL VÀGD diventa l’occasione per conoscere di più sé stesso e imparare ad apprezzarsi e ciò richiede una certa dose di coraggio, ironia e ottimismo. Calimero si trasforma in eroe positivo e proattivo, che non subisce i problemi, ma li affronta in modo intelligente e divertente. Insomma, tutto l’opposto di un pulcino sfortunato e vittima delle ingiustizie. &./*1 ,10-24*45 4/5-1.3015105%/230,3 )#)%545"#5 425((++55(!5 10.23214 425((+5+!+!!+55555 230- 3-4241* /4-312. 45*304 )"#"#$ 30, )$% $ % $)"' &23/10,35).,-4'5+(5&23/10,353/54*'5 05)3.-31/4'5&.5 210'5%/4230, 23214 Città Nuova - n. 7 - 2015 TEATRO CINEMA di Giuseppe Distefano French Connection Un bel poliziesco, recitato con grande professionalità, a narrare la storia vera di Pierre Michel – il “Falcone” di casa francese – in lotta a Marsiglia nel 1975 FRQWURODPDÀDHLWUDIÀFDQWLGLGURJD Asciutto, senza sconti, il racconto vede il magistrato imbarcarsi in una crociata personale contro il male, coinvolgendo il rapporto con la moglie – messo in crisi dal suo lavoro e poi risolto insieme con notevole verità – e lottando contro la corruzione anche all’interno della polizia. Le oltre due ore non stancano, ma ÀODQRJUD]LHDOIDVFLQRGLXQDYLFHQGDDXWHQWLFDGLUHWWDFRQHIÀFDFLDHUHVDGDO cast in tutta la sua drammatica attualità. Regia di Cédric Jimenez; con J. Dujardin, G. Lelouche, C. Sallette. Giovanni Salandra Blackhat Blackhat è l’hacker che viola la sicurezza dei sistemi informatici per tornaconto personale e Michael Mann ne fa il centro narrativo di un action movie cibernetico, atipico per varie ragioni, che ha dalla sua la verosimiglianza superiore alla media hollywoodiana con FXLVLGHVFULYRQRLFULPLQLLQIRUPDWLFLHORVWLOHVRÀVWLFDWRFRQFXLLOUHJLVWD di Collateral porta avanti la narrazione di questo gioco a guardie e ladri in giro per il pianeta. Ma al di là di questi elementi di originalità, non siamo di fronte alla migliore prova di Mann, penalizzato da una galleria di personaggi stereotipati e da svariati buchi di sceneggiatura non usuali per lui. Regia di Michael Mann; con C. Hemsworth, V. Davis, W. Tang, W. Mapother, H. McCallany. Cristiano Casagni Cenerentola Il regista Branagh ha voluto riproporre la favola classica arricchendola di profondità morale. Colpiscono, come se si vedessero per la prima volta, i modi sorridenti della ragazza, la sua creatività ottimista, la sua prontezza a vedere il bello. Così come l’ottusità della matrigna, le sue crudeli decisioni, la sua incapacità di comprensione. La magia, quando subentra, rappresenta una ricchezza d’anima giunta a maturazione, che esplode per cambiare le cose. Lo splendore della VFHQRJUDÀDPRVWUDFLzFKHJLjqSHUFHSLWRLQWHULRUPHQWH/DJLRLDÀQDOHID dimenticare ogni sospetto di ingenuità e la favola è percepita nell’incanto che le è SURSULR8QEXRQÀOPSHUSLFFROLHSHUJUDQGLFKHDPDQROHÀDEH Regia di Kenneth Branagh; con L. James, C. Blanchett, R. Madden, H. Bonham Carter. Raffaele Demaria VALUTAZIONE DELLA COMMISSIONE NAZIONALE FILM French Connection: consigliabile, realistico (prev.). Blackhat: consigliabile, semplice (prev.). Cenerentola: consigliabile, poetico (prev.). Carmen napoletana Ci sono sonorità multietniche che l’Orchestra di Piazza Vittorio – dal vivo e con incursioni in scena – ha rielaborato dalla partitura originale di Bizet. Ci sono echi del teatro di Viviani, della sceneggiata, del melodramma. E ribaltamenti testuali che la riscrittura di Enzo Moscato, su commissione del regista Mario Martone, ha apportato guardando all’attualità del femminicidio. Questa Carmen – dalla novella di Mérimée – che vive nei Quartieri Spagnoli, non viene uccisa ma sfregiata agli occhi da quel brigadiere José (qui col nome Cosé) travolto dalla passione, non riamato. Cieca, Carmén con occhiali scuri racconta in un flashback la sua storia. Nella scena mobile di Sergio Tramonti – taverna di malavitosi, commissariato, strada – si fa largo una processione da Festa di Piedigrotta con un’affollata torre di luminarie sulla quale spicca, al posto del toreador Escamillo, un divo della canzone napoletana. Brava Iaia Forte che recita, canta, balla, mentre Roberto De Francesco risulta poco adatto, per fragile presenza passionale, nel ruolo di Cosé. Si deve soprattutto alle musiche e alla partecipazione dell’Orchestra di Piazza Vittorio, se questa Carmen risulta godibile. Ma niente di più. Lo sforzo produttivo e di mezzi avrebbe potuto dare ben altri risultati considerando altre indimenticabili prove teatrali di Martone. Vedi i suoi Edipo. Produzione Stabile di Torino e Teatro di Roma. Al teatro Argentina. Arte e spettacolo MUSICA LEGGERA di Franz Coriasco Il volo de Il Volo Hanno delle gran voci anche se l’appellativo di “tre tenorini”, pare calzante. Possono piacere alla follia o risultare insopportabili a seconda della prospettiva da cui li si guarda o li si ascolta. Resta il fatto che il trio è attualmente il più appetibile prodotto da esportazione del “made in Italy” canzonettaro, ovvero quel mix di possenza interpretativa tipica del bel canto, melodiosità zuccherine e carrettate di sentimentalismo che da sempre rappresentano lo stereotipo più apprezzato da chi s’ostina a pensare all’Italia come a un Paese tutto “core, pizza e mandulini”. Un cliché imperituro che tuttavia ha perso via via smalto: da Caruso a Mario Lanza, da Pavarotti D%RFHOOLÀQRDTXHVWLJLRvanotti che paiono più dei ragionierini del catasto che fuoriclasse del nostro tradizionalismo musicale. 74 Città Nuova - n. 7 - 2015 Ma se il chiacchierato trionfo sanremese ha regalato al trio la legittimità che ancora gli mancava (tanto più per un gruppo costruito “a tavolino” per esigenze strettamente televisive), tocca aggiun- gere che il nuovo album Sanremo grande amore – di fatto un’ennesima raccolta di classici nostrani, da Ancora a L’immensità passando per Vacanze romane – risulta assai meno pretestuoso di altri; non foss’altro perché loro – a GLIIHUHQ]D GHOOD 1DQQLQL tanto per citare un’altra che di recente ha deciso di confrontarsi coi nostri evergreen – la voce ce l’hanno, eccome. Il guaio, semmai, è che quando s’infarcisce il pop d’autore nostrano d’intenzioni OLULFKHJJLDQWL VL ÀQLVFH con l’appiattirlo, rendendolo banale, melenso, se non insopportabilmente WURQÀR 1RQ D FDVR LO VXFFHVVR de Il Volo attizza soprattutto i mercati più marginali, o comunque quelli più affezionati all’Italia che fu che a quella che è. Ma che i tre siano, almeno potenzialmente, una notevole macchina da soldi non c’è dubbio, e lo prova anche la recente, feroce bagarre tra vecchi e nuovi “gestori”: da una parte Roberto Centi che li assemblò nel 2010 per il talent Ti lascio una canzone, e Tony Renis che gli spalancò le porte del musicbusiness americano, e dall’altra l’astuto manager Torpedine e il clan Sony che li contrattualizzarono più recentemente: beghe e invidie patetiche che non impediranno ai tre galletti dalla uova, o meglio, dalle ugole d’oro, di rappresentare l’Italia al prossimo Eurofestival viennese: proprio là, dove la madre di tutti gli stereotipi s’inJUDVVD ÀQJHQGRVL XQD UDgazzina alla moda. CD e DVD novità CHARLES-SIMON CATEL Les Bayadères. L’autore (1733-1830), scrisse l’opera in tre atti nel 1810, riproposta dalle edizioni Palazzetto Bru Zane Opèra francais, grazie alla direzione scrupolosa e brillante di Didier Talpain e dei complessi Solamente Naturali Musica Florea e del Coro Nazionale Svetloslav Obretenov della Bulgaria. In concorrenza con La Vestale di Spontini, l’opera è felicemente sintesi di classico e di orientalismo. (m.d.b.) RICKY MARTIN A quien quiera escuchar (Sony Music) Il re del pop latino torna sui mercati con questo dischetto dove sfodera tutto il suo campionario: love songs patinate e ballabili educati, ritmi caldi ma ammaestrati da una produzione di lusso: il tempo passa per tutti, anche per questo portoricano dal faccino d’angelo. (f.c.) BOB DYLAN Shadows in the night (Columbia) A 74 anni non finisce di stupirci. Stavolta strizza addirittura un occhio a Sinatra, ma senza perdere di vista la sua mission più recente: la rilettura del vero pop americano. Classici notturni e struggenti per cambiar pelle senza perdere la propria anima. (f.c.) APPUNTAMENTI MUSICA CLASSICA a cura della Redazione di Mario Dal Bello Filarmonica in concerto Roma, Accademia Santa Cecilia. Molto attesa, la Filarmonica della Scala, gloriosa formazione fondata da Claudio Abbado nel 1982 con gli strumentisti dell’orchestra scaligera, avrebbe JURIJ TEMIRKANOV dovuto essere diretta da Chung, assente per malattia. L’ha sostituito l’infaticabile Temirkanov, l’inossidabile russo dalla chioma bianca e dal gesto suadente, affezionato al pubblico romano. In programma la Sinfonia dal Barbiere rossiniano, la Sinfonia “Italiana” di Mendelssohn, la Quarta di Ciaikovskij. Rossini è sceso leggero leggero, guizzante ma non troppo, un pizzico di verve, che con Gioachino è ultranecessaria, pena fare del male alla sua musica solare. Quanto al Mendelssohn, il ritmo, la freschezza di una sinfonia, nata dopo un soggiorno italiano, godibile da una orchestrazione chiarissima e viva, sono ormai così note che è sempre una gioia risentirla. Il romanticismo di Felix è ottimista, ma qui il complesso scaligero in verità è sembrato un poco scuro, nonostante gli sforzi direttoriali. In Ciaikovskij, le introversioni della Quarta Sinfonia, il diario tormentato, sono emerse da un suono fattosi più caldo, quasi angoscioso, ben guidato da Temirkanov, così capace di estrarre da Piotr Ilic i suoni interiori più profondi. TWLIGHT TRILOGY Di Hardwicke, Weitz, Stade. Con Kristen Stewart, Robert Pattinson. La trilogia dei vampiri, campioni mondiali di successo, amata od odiata, in versione estesa mai vista. Per sognare o rabbrividire e per tutti gli appassionati della serie di cult. (m.d.b.) SALVATORE GIULIANO Di Francesco Rosi. Con Frank Wolff. La storia del bandito siciliano, ucciso in circostanze misteriose, nella ricostruzione drammatica e avvincente in bianco e nero. Numerosi extra, fra cui un commento dello storico Francesco Renda. (m.d.b.) A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM Data 1877 la prima coreografia della trama shakespeariana su musica di Mendelsshon, per mano di Petipa. Edizione del gennaio 2011, con protagonisti Roberto Bolle, Alessandra Ferri e Massimo Murru, coreografia di Balanchine. Dvd Art Haus Musik (g.d.) TAMARA DE LEMPICKA 100 opere in un percorso tematico dell’artista polacca che ha rivoluzionato l’arte femminile sin dai primi decenni del 900, e diventata famosa come ritrattista. Torino, Palazzo Chiablese, fino al 30/8. MEDIOEVO IN VIAGGIO Come si viaggiava nel Medioevo? Una rassegna di dipinti, sculture, oggettistica, documenti, vestiario, per scoprire un mondo in pieno fermento. “Il Medioevo in viaggio”. Firenze, Museo del Bargello, fino al 21/6 (cat. Giunti). BRASSAÏ E PARIGI 260 foto raccontano la passione di Gyula Halász, in arte Brassaï, per gli angoli nascosti di Parigi, ma anche per intellettuali, artisti, grandi famiglie e mascalzoni, che hanno contribuito alla leggenda di Parigi. “Brassaï. Pour l’amour de Paris”, Milano, Palazzo Morando, fino al 28/6. FUTURE FILM FESTIVAL La XVII edizione offre uno sguardo “famelico” sul cibo nel futuro, tra horror e fantascienza con un gruppo di film in concorso e la rassegna dei “Corti”. Bologna, varie sedi, dal 5 al 10/5. AMPARO SARD La ricerca dell’artista spagnola, incentrata sul tema dell’identità, si realizza attraverso mezzi diversificati: disegno, fotografia, installazione, video e scultura. “Limits”, Roma, Macro, fino al 26/4. SWEET EUROPA Fabrizio Arcuri porta in scena l’Occidente, la sua storia e la sua crisi, le sue repressioni e le sue esplosioni. Un affresco politico e umano dell’Europa che ha lasciato intere generazioni in balia di guerre e lotte per la ricostruzione. “Sweet home Europa” di Davide Carnevali, Produzione Teatro di Roma, al Teatro India, dall’8 al 26/4. V novità! de n a r g a n u o m ia c n u n n ia rete aggio 2015 riceve m 1 3 il o tr n e e Se vi abbonat ori ed educatori it n e g r e p i rt se anche gli in erti. ti e dai nostri esp ce A io Ez a d t ti ra cu 1, com ma 1, 27/02/20 04 n.46 ) art. abbo namento postale D.L. 353/ 2003 (con v. in L. Poste Italiane S.p.A . Spe dizione in n. 1/20 15 di Suppl. al Co Conosci on l'album dei giochi dei de bambini in gamba? d Puoi Puo oi acquistarlo o regalarlo a sso soli 5 euro (3 euro + 2 euro di spese di spedizione). Aut. GIPA /C/RM/3 6/2013, TAXE PERÇUE TASSA RISCOSS A Rivis ta men sile 3,00 euro Abbon Abbonati a Big o regalalo ai tuoi amici e vivre em un anno di avventure insieme! vivremo Scrivi ad [email protected] inserendo i tuoi dati e quelli di coloro che desideri abbonare, senza dimenticare la ricevuta di pagamento! Info e contatti: Ufficio abbonamenti - via Pieve Torina, 55 - 00156 Roma oppure collegati a www.cittanuova.it sezione abbonati/acquista. 24 euro BIG per 1 anno 15 euro BIG per 6 mesi 15 euro BIG per un anno solo web 5 euro solo ALBUM DA COLORARE Crea anche tu una pubblicità per rendere più bella la tua città Un'idea U id per l'ambiente bii Qualche tempo fa piazza Tahrir, al Cairo, in Egitto, dopo alcune manifestazioni era diventata molto sporca. Alcuni bambini, allora, hanno creato delle pubblicità per invitare tutti a non sporcare. $QFKHQRLQHDEELDPRSUHSDUDWDXQDcolorala come ti piace, poi crea anche tu una pubblicitàSHUUHQGHUHSLEHOODODWXDFLWWjHLQYLDFHODD%LJ via Pieve Torina 55, 00156 Roma o via mail a [email protected]. Buon divertimento! e la car ta pe t r Tratto dalla rivista Big n. 7 di settembre 2014 b tar er non ut ra ! Disegni di Roberto Milanesio Se ami la tua città… In dialogo @ Né di destra né di sinistra «Recentemente mi è capitato di lamentarmi della linea politica del giornale e in particolare degli articoli di Iole Mucciconi, tutti improntati al “tutto va ben signora la Marchesa”. Mi è stato detto che il giornale non deve essere né di destra né di sinistra. A parte il fatto che abbiamo un papa che, per la difesa dei poveri e della dignità del lavoro e per la denuncia delle storture del capitalismo, viene tacciato di essere comunista, piuttosto il giornale dovrebbe essere apartitico ma non può non prendere posizione. Da cristiani abbiamo una dottrina sociale della Chiesa da portare avanti e da laici abbiamo una Costituzione, la più bella del mondo, da difendere. «Caro direttore Zanzucchi, a questo punto devo dire che il giornale non è di destra né di sinistra ma comunque di parte perché governativo. Del resto il giornale deve essere di parte ma a difesa dei valori del Vangelo, della dottrina sociale della Chiesa e della Costituzione». Gianni Bressi Grazie della sua lettera, che ho dovuto accorciare nella parte in cui cercava di argomentare la sua convinzione che noi saremmo “governativi”. Confermo, non siamo né di destra né GL VLQLVWUD Qp ÀORJRYHU- 78 Città Nuova - n. 7 - 2015 LA POSTA DI CITTÀ NUOVA di Michele Zanzucchi nativi, né antigovernativi: abbiamo l’ambizione di essere di tutti e del Vangelo. Non sempre ci riusciamo, ma chi mai può pensare di riuscirci appieno? Vorrei solo chiederle se siamo governativi a proposito di gioco d’azzardo, di previdenza, di politica verso la Libia, di gender, di gestione dell’immigrazione, di politiche familiari, di lotta alla povertà... Le chiederei di risponderci. Certo, non siamo a priori antigovernativi: è nel merito delle politiche dichiarate e di quelle concrete che vogliamo intervenire. Gli “a priori” negativi non ci piacciono. Parola di vita «A proposito della lettera di Roberta (n. 3/15), mi permetto di segnalare che anch’io ero rimasto un po’ sconcertato dalla decisione di sostituire la Parola di vita di Chiara con quella di Fabio Ciardi. Pur riconoscendo che la persona è senz’altro quaOLÀFDWD H YLFLQD VSLULWXDOmente a Chiara, la scelta di inserire il suo pensiero nella rubrica di Chiara mi sembrava una... nota stonata. «In verità, a nessuno di noi, nemmeno a persone ispirate e di livello altissimo come Chiara, può essere attribuita un’esclusiva sulla Parola. L’unico depositario “in esclusiva” è Gesù. E condivido le osservazioni della rivista sull’opportunità di “un’attualizzazione del commento” della Parola di vita. Forse, per non “sconcertare” i lettori affezionati alla rubrica di Chiara, i commenti di Ciardi potrebbero essere inseriti in uno spazio con un nome rinnovato. Nel merito, trovo che i suoi commenti sono di ottimo livello, ma saranno senz’altro più apprezzati se riuscirà a renderli più sintetici». Sergio Borrelli @ Grazie per la sua lettera. Noto solo che lo spazio dedicato a Chiara Lubich è stato conservato: due pagine ogni numero, per abbeverarsi alla sorgente del suo carisma. @ Consigli «In questi giorni avevo tra le mani gli ultimi due numeri del 2015 e insieme con Angela mia moglie e FRQ L ÀJOL HQWUDPEL DEERnati abbiamo fatto alcune considerazioni sul giornale che voglio trasmettere. «La copertina: molto bella quella del n. 1-2, meno bella quella del n. 3. «Del n. 1-2 è piaciuto molto “1000 volte Federer”. «Dell’educazione sanitaria si vorrebbe ogni volta un articolo di almeno due pagine, perché sono problemi molto sentiti. «Anche sul cinema non bastano tre piccole recensioni, ma anche un bell’articolo DPSLRVXTXDOFKHÀOPSRsitivo con eventuali intervi- Si risponde solo a lettere brevi, firmate, con l’indicazione del luogo di provenienza. Invia a: [email protected] oppure: via Pieve Torina, 55 00156 Roma Incontriamoci a “Città Nuova”, la nostra città CON CITTÀ NUOVA ALLA FERMATA DEL BUS Una mattina di settembre, mi trovavo alla fermata dell’autobus. Preoccupata che l’autobus saltasse la corsa, esprimo questa preoccupazione alla mia vicina di pensilina. La signora mi indica il tabellone elettronico e mi fa notare: «È indicata chiaramente l’ora in cui passa l’autobus. Ormai il servizio che il Ctm offre è migliorato tantissimo!». È una persona molto positiva. Le do subito ragione e mi vergogno per non aver pensato a quanto le cose fossero cambiate in 16 anni... Dopo qualche minuto di silenzio, la signora comincia a parlare di tutte le cose brutte che si leggono sui giornali, comincia anche a raccontarmi un po’ della sua vita, spesa interamente nell’a- ste al regista o ad un attore. «La stessa cosa per la televisione che è il mondo che entra nelle nostre case prevalentemente. Non basta una piccola rubrica. «Personaggi come Pino Daniele avrebbero meritato più spazio con qualche VXDFDQ]RQHVLJQLÀFDWLYD «Molto condivisa la scelta di inserire gli inserti come questo dell’EdC e quello di Famiglie nuove. Io aggiungerei anche l’Amu. «Molto apprezzato il dossier sull’Isis. ©, PLHL GXH ÀJOL FKH KDQno poi bimbi tra i due e dieci anni apprezzano le rubriche sull’educazione e sul rapporto educativo, ma spesso li trovano troppo concisi e brevi, avrebbero il desiderio di qualche articolo più ampio. «Questo in sintesi quanto abbiamo condiviso». Pasquale Evviva! I lettori che leggono a fondo la rivista sono i nostri migliori collaboratori (e suggeritori). more per il marito e per la famiglia. Sento che quanto mi sta dicendo è più grande di me e mentre si commuove, le chiedo: «Conosce la rivista Città Nuova?». Mi guarda perplessa, ma sorpresa. Così gliene parlo presentandogliela nella forma e nei contenuti che a me piacciono di più, ma anche in quelli che penso le possa far piacere approfondire. Sembra molto interessata e le prometto che gliene avrei fatto avere qualche copia. Metto in borsa per diversi giorni due copie della rivista, secondo me le più belle, e lascio a casa quella con la copertina della guerra. Giorno dopo giorno aspetto alla fermata la mia “amica di pensilina” che però non si fa vedere. Così, decido di dare le riviste ad altre due persone che erano presenti alODIHUPDWDGHOO·DXWREXV'RSRTXDOFKHJLRUQRÀQDOPHQWH la rivedo! Ma non ho la rivista. Questo serve a parlare fra noi, mi chiede di me e della mia famiglia e dei bambini e così, le quattro o cinque fermate di autobus che facciamo insieme sono un vero arricchimento reciproco. Poi ancora, parlando di Città Nuova, le dico che è una rivista che nasce dai Focolari e mi dice che tanto tempo fa lei aveva partecipato a qualche incontro, ma poi aveva interrotto per via dei numerosi impegni di famiglia. Dimentico ancora la rivista “della guerra” a casa, così continuiamo a parlare delle cose belle che viviamo. Una PDWWLQDXVFHQGRGLFRUVDGDFDVDLQÀORODULYLVWD´GHOOD guerra” in borsa. Certo che – penso – cominciare proprio con la guerra... Dopo qualche giorno mi dice che ha fatto l’abbonamento online a Città Nuova e che anche uno dei VXRLÀJOLKDVFHOWRGLIDUORSHUODVXDIDPLJOLD Nicoletta Sciarrone Cabras - Quartu S. Elena (CA) [email protected] @ Mons. Romero «Scrivo per un errore grave nel commento su mons. Romero di Victoria Gomez, sul n. 4 di Città Nuova, che ha scritto che Romero “è stato ucciso per la sua difesa dei poveri contro la violenza della guerriglia rivoluzionaria”. Come mai prima ha scritto che è stato “trucidato da un sicario dei militari”? (Giusto!). Non c’è contraddizione? «Romero era odiato dai militari ed è stato ucciso da loro, perché denunciava soprattutto la violenza della loro dittatura. Non che non rimproverasse anche la violenza della guerriglia marxista, ma attaccava soprattutto la dittatura militare che aveva instaurato un sistema di violenze, assassini, violazioni dei diritti umani per sostenere i privilegi dei ricchi, cui questi non volevano assolutamente rinunciare. La violenza della guerriglia era, in fondo, SURYRFDWDHJLXVWLÀFDWDGD Città Nuova - n. 7 - 2015 79 In dialogo LA POSTA DI CITTÀ NUOVA Città Nuova questa difesa ad oltranza di quei privilegi. Anche se era sostenuta dall’ideologia marxista. Romero è stato ucciso pochi giorni dopo la domenica in cui ha invitato gli uomini dell’esercito e della polizia a “non ammazzare i vostri fratelli contadini... In nome di Dio, in nome di questo popolo sofferente, i cui lamenti salgono al cielo ogni giorno più tumultuosi, vi supplico, vi chiedo, vi ordino, in nome di Dio: cessi la repressione!”. È stata la sua condanna a morte». Costanzo Donegana @ Silenzio! «Sul n. 4 di Città Nuova nell’emblematico editoriale “Silenzio, per favore” si denuncia l’atteggiamento della società di oggi di fronte alle emergenze quotidiane della nostra convivenza, atteggiamento che si potrebbe riassumere nell’aforisma: “Si grida ma non si agisce”. Condivido tutto, la convivenza civile è succube nei confronti soprattutto del potere economico che fagocita non solo OH ULVRUVH ÀQDQ]LDULH PD anche la capacità di reagire di fronte alle ingiustizie. ©,OÀORVRIR*LXVHSSH=DQghì, in Nuova Umanità n. 214, citando Piero Bevilacqua, scrive: “Il capitalismo è entrato in un’epoca di distruttività radicale. Ci trascina in un vortice 80 che dissolve le strutture della società, decompone lo Stato, cannibalizza gli strumenti della rappresentanza politica e della GHPRFUD]LD GHVHUWLÀFD LO senso della vita. Al tempo stesso va divorando, sino al limite del collasso, le risorse naturali sul cui sfruttamento ha fondato i SURSUL WULRQÀ HFRQRPLFL Ma è una verità che rimane sullo sfondo. La crisi HFRQRPLFD H ÀQDQ]LDULD recente, anziché costituire RFFDVLRQHGLXQDULÁHVVLRne profonda in grado di ripensare gli squilibri insostenibili della gigantesca macchina economica del capitale, diventa il terreno del rilancio di un modo di produzione sempre più privo di ragioni sociali ed ambientali”. I politici, a livello internazionale di fronte a questo disastro cosa fanno? È stata ipotizzata una nuova Bretton Woods...». Mario D’Astuto /D ÀQDQ]D JOREDOL]]DWD come lei la chiama, ha un difetto congenito: manca di responsabilità personale, anche perché non ci sono veri controllori. Il problema mi sembra che sia perciò politico: servono autorità mondiali, indipendenti, che abbiano una reale capacità di regolazione e di controllo dei grandi sistemi globalizzati: commercio, reti diJLWDOL ÀQDQ]D SODQHWDULD delinquenze transcontinentali... Lo ripeto, il problema è politico. @ Bambini sintetici «A qualcuno non è piaciuto il termine bambini “sintetici” utilizzato da Dolce & Gabbana nella loro dichiarazione di sostegno alla famiglia tradizionale e contro la fecondazione eterologa con “uteri LQ DIÀWWRµ 1HO OLQJXDJJLR VFLHQWLÀFR LO WHUPLQH “sintetico” indica tutto ciò che viene prodotto dall’uomo in laboratorio, cioè che non deriva da un processo naturale. Ma ciò QRQ VLJQLÀFD PDQFDQ]D di rispetto ai bambini nati con quelle tecniche. Credo che la reazione stizzita da parte di alcuni gay, più o meno noti, sia dovuta al fatto che Dolce & Gabbana sono a loro volta omosessuali e di conseguenza non possono essere considerati omofobi. «Invitare al boicottaggio dei loro prodotti mi sembra ridicolo. Non risulta che ci sia mai stato un invito a boicottare le canzoni o i concerti di Elton John. Tutte le opinioni vanno rispettate». Vedran Guerrini C’è molto livore nel dibattito sulla questione omosessuale e più in particolare sulla ventilata adozione di bimbi da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso. Anche su questo argomento sensibile andrebbero misurate le parole. Nel caso in questione concordo con lei sulla sostanza del suo pensiero. GRUPPO EDITORIALE DIRETTORE RESPONSABILE Michele Zanzucchi DIREZIONE e REDAZIONE via Pieve Torina, 55 | 00156 ROMA tel. 06 96522200 - 06 3203620 r.a. fax 06 3219909 - [email protected] UFFICIO ABBONAMENTI via Pieve Torina, 55 | 00156 ROMA tel. 06 3216212 - 0696522200 | fax 06 3207185 [email protected] EDITORE CITTÀ NUOVA della P.A.M.O.M. Via Pieve Torina, 55 | 00156 Roma tel. 06 3216212 - 0696522200 | fax 06 3207185 C.F. 02694140589 P.I.V.A. 01103421002 DIRETTORE GENERALE Stefano Sisti STAMPA Tipografia Città Nuova Via Pieve Torina, 55 | 00156 Roma tel. 066530467 - 0696522200 | fax 063207185 Tutti i diritti di riproduzione riservati a Città Nuova. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. ABBONAMENTI PER L’ITALIA Tramite versamento su ccp 34452003 intestato a: Città Nuova o tramite bonifico bancario presso: Banco di Brescia spa Via Ferdinando di Savoia 8 00196 Roma | cod. IBAN: IT38K0350003201000000017813 intestato a: Città Nuova della P.A.M.O.M. 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Città Nuova aderisce al progetto per una Economia di Comunione ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Autorizzazione del Tribunale di Roma n.5619 del 13/1/57 e successivo n.5946 del 13/9/57 Iscrizione R.O.C. n. 5849 del 10/12/2001 La testata usufruisce dei contributi diretti dello Stato di cui alla legge 250/1990 Città Nuova - n. 7 - 2015 Let's go! LA RIVISTA DEI RAGAZZI PER I RAGAZZI! 14 20 03 WO UNA REDAZIONE DI TEEN-AGERS affiancati nelle varie rubriche da tutor adulti! W 16 PAGINE DI ... attualità, sport, scuola, new-media, inchieste, storie a fumetti, ecologia, amicizia, film, interviste e reportage dal mondo, popoli e culture, moda, musica, test e giochi… ABBONAMENTO CONTATTI K OR IN PR Annuale Solo WEB € 12, 00 € 8, 00 [email protected] 1 copia € 2, 50 Per informazioni chiama in orario ufficio ufficiio a: Puoi abbonarti più velocemente su: [email protected] 06.96522.200/201 200/201 O! V O U N www.cittanuova.it a sezione se ezi zione abbonati/acquista t O IN PR K R WO UNIT 4 S S GRE Y Y N IT IT Y UN 4 U SS S 4 E R ES G R O G RO P PR IN K IN OR RK W WO ES UN S 4 ITY ) .46 4n 00 2/2 /0 27 L. in ro v. on 0 eu (c 3 2,5 00 / trale 3/2 35 es .L. Bim – D SA, le S sta CO po RIS ) A to .46 en ASS 4n m 00 na UE, T 2/2 bo ab ARC 7/0 P in .2 ne XE in L nv. uro izio TA ed 013; (co 0 e Sp 03 2,5 0 le . – 0/2 3/2 ra .A /4 35 est S.p M im .L. ne A/C/R – D A, B lia ale OSS Ita GIP t. te post RISC os Au ento SSA - P a 1, 14 nam , TA 20 mm bbo CUE ) IO 1, co in a PAR n.46 A e . N E n 2004 EN art izio TAX /02/ 1G ped 13; N. – S 0/20 L. 27 I.A. v. in S.p M/4 NO (con euro ne /C/R 03 50 AN 3/20 trale 2, Italia GIPA e 35 t. es L. u ost – D. A, Bim - P 11,, A ale a 14 post SCOSS 20 mm co ento A RI AIO NN art. 1, nam TASS GE abbo UE, .1 ne in XE PARC I-N izio NO Sped 13; TA AN A. – 0/20 p. /4 ne S./C/RM Italia ste ut. GIPA A - Po 2014 ma 1, NAIO com GEN art. 1, N. 1 OIANN 14 20 02 O 14 0R 2E N1°Z 0 INIZIA UNA NUOVA AVVENTURA! OG RK S RE S IN 4 PR UN R OG IT Y o g . . . f'so! t o r e pL g s ' t Le o Car NA SE AG NV EUIO I T O N N NT RA EA T U DN F R ON T U E ISA UO NV I N I Z A CAV a NT sic so A Mucesco Ctaafilento À Vne.A Furnangiovzanmeondialetim U ITO L z N io A ja z R U nte Tes is graU del tT NTieAdell’iiinaN AT Sampravv h U E lla e Le v rV A so Ausc vistaKyeng I te a V Z co ad AInministra sic afiso o INI nici rac MuncesconeC taleianlet imo d a n v t o mo s À z Te vissutiitoz, LIT v w UA pra ch so Aus onta ATT ad racc ci ica s Mu A b bo n a 7A M À ICI e il IT tATuTUoAL lo r icevera i GRATIS ! s Penultima fermata TECNOLOGIA di Elena Granata Grattacieli senza ombre? È possibile N ew York all’inizio del secolo scorso è un HQRUPHFDQWLHUH*OLHGLÀFLFUHVFRQRHVL DIIDVWHOODQRXQRDÀDQFRGHOO·DOWURHQHO 1915 – esattamente un secolo fa – viene costruito l’Equitable Building. Non sarebbe degno di nota a distanza di temSRVHQRQSHULOIDWWRFKHFRQODVXDHGLÀFD]LRne l’ombra del grattacielo diventa per la prima volta una questione pubblica. Il grattacielo copre con la sua ombra un’area sei volte la propria, privando del sole HGLÀFL SHU SLDQL e per almeno quattro isolati. L’ombra mette a nudo l’interdipendenza tra i soggetti entro uno stesso spazio e le ricadute anche negative che scelte individuali possono avere sulla collettività. In forza di questa consapevolezza nel 1917 viene emanato lo Zoning Resolution, una sorta di patto collettivo che impone regole comuni da ULVSHWWDUHDIÀQFKpFLDVFXQRSRVVDDPELUHDJRdere una parte delle sue libertà (non tutte) sapendo che anche gli altri faranno altrettanto. Lo Zoning è uno strumento che stabilisce le diVWDQ]HWUDXQHGLÀFLRHO·DOWUROHGLDJRQDOLFKH consentono alla luce di penetrare lungo le strade. La forma di Manhattan è la forma di quel patto sociale, sancito attraverso distanze, altezze, proporzioni; un patto per il diritto al cielo, all’aria, alla luce, alla vista che prevale su ogni libertà assoluta dei singoli. A distanza di un secolo il progetto No shadow, pensato dagli architetti inglesi (NBBJ), si misura con la stessa questione: progettare due grattacieli contigui che non si facciano ombra ma che rifrangano e disperdano la luce del sole in maniera da cancellare le esternalità neJDWLYHFKHFLDVFXQHGLÀFLRJHQHUD,JUDWWDFLHOL sono concepiti in modo tale che, quando il primo crea un’ombra, il secondo – dalla VXSHUÀFLH FXUYD H angolata – assume la funzione di un grande specchio FKH ULÁHWWH OD OXce del sole verso il basso, sulla strada sottostante, esattamente sull’ombra creata dall’altro palazzo. «La relazione tra luce e ombra è la relazioQH WUD L GXH HGLÀci», precisa il progettista Christian Coop. Se un secolo fa la risposta al problema dell’ombra (e agli effetti perversi generati dalla vita collettiva) era politica e tecnica, oggi la soluzione è tecnologica. È evidente che in un secolo è cambiato il senso dell’azione architettonica. Questo ci consentirà di archiviare per sempre regole condivise e discussione politica? Penso proprio di no. Continuo a pensare che la città sia il luogo del discorso pubblico, del confronto tra idee differenti. Le tecnologie rendono possibili cose straordinarie, ma la parola e il pensiero continueranno a servirci. La leggenda avvolge le vicende di Enrico VIII Tudor e delle sue sei mogli, Anna Bolena in particolare. Una manciata di lettere appassionate di Enrico ad Anna, ritrovate negli Archivi Segreti Vaticani, apre nuovi spiragli su una storia scandalosa che ha determinato le sorti di una nazione. Mario Dal Bello la ripercorre, in un vivo affresco, indagando la complessità di un periodo turbolento che vede coinvolti, tra ragion di Stato e ambizioni personali, sovrani europei, ambasciatori, dignitari, clero. In un racconto avvincente e storicamente fondato una vicenda avvolta nel mistero: il piano progettato da Hilter di deportare papa Pio XII. Dal Bello racconta la fine dei Templari, dimostrando l’innocenza dell’Ordine, il tentativo del papa di salvarlo e il comportamento aggressivo, per motivi economici-politici, del re francese Filippo IV. La vera storia di una famiglia. Un testo appassionante come un romanzo, ma scientificamente fondato, solleva il velo di mistero e di leggenda che si è posato sui Borgia e su Lucrezia. 0ERRICEVEREADOMICILIOILIBRIDI#ITTË.UOVAINVIAREINBUSTACHIUSAILPRESENTE Nome____________________________________________________________________________ TAGLIANDODEBITAMENTECOMPILATOA Città Nuova diffusione via Pieve Torina, 55 - 00156 Roma Cognome__________________________________________________________________ Mario Dal Bello ANNA BOLENA E IL SUO RE Enrico VIII e i Tudor Indirizzo___________________________________________________________________ ISBN 978-88-311-6453-5, pp. 144, euro 12,00 Mario Dal Bello LA CONGIURA DI HITLER il rapimento di Pio XII ISBN 978-88-311-6452-8, pp. 160, euro 12,00 Mario Dal Bello GLI ULTIMI GIORNI DEI TEMPLARI ISBN 978-88-311-6450-4, pp. 152, euro 12,00 Mario Dal Bello LA LEGGENDA NERA i Borgia ISBN 978-88-311-6450-4, pp. 144, euro 12,00 Città______________________________________________Cap_____________________ Telefono___________________________________________________________________ Chiedo che i dati personali da me forniti vengano utilizzati esclusivamente da Città Nuova della P.A.M.O.M. per presentare iniziative editoriali. Acconsento al trattamento e alla comunicazione dei miei dati personali (Informativa legge 675/96) per ricevere ulteriori informazioni e proposte. Se intende rinunciare a tale possibilità, barri questa casella. Firma______________________________________________________________________ MODALITÀ DI PAGAMENTO: PAGAMENTO ANTICIPATO CON AGGIUNTA DI EURO 3,00 COME CONTRIBUTO ALLE SPESE DI SPEDIZIONE s!-%::/"!.#!UNICREDIT BANCA DI ROMA, AG. ROMA 14 - P.ZZA CESARE CANTÙ, 1 - 00181 ROMA, IBAN. IT 85 A 02008 05029 000400585820 s!-%::/0/34!CITTÀ NUOVA DELLA PAMOM, CCP 36429587 PAGAMENTO IN CONTRASSEGNO CON AGGIUNTA DI EURO 8,00 PER LE SPESE DI SPEDIZIONE. saranno addebitati euro 3,00 per la spedizione VIA0IEVE4ORINAs2/-!sTELsDIFFUSIONE CITTANUOVAITs www.cittanuovaeditrice.it CN L’UOMO DELLA SINDONE Una monografia di Luoghi dell’Infinito DOMENICA 19 APRILE AVVENIRE CELEBRA L’OSTENSIONE DELLA SINDONE CON UN’EDIZIONE SPECIALE AVVENIRE + LUOGHI DELL’INFINITO Solo € 2,50 Con “Avvenire” per un solo giorno, un numero speciale di “Luoghi dell’Infinito” dedicato al Sacro lino, che San Giovanni Paolo II ha definito “specchio del Vangelo”. Una monografia, riccamente illustrata, in occasione dell’Ostensione 2015. Un viaggio tra spiritualità e devozione, scienza, storia e teologia attorno al telo che secondo la tradizione ha avvolto il corpo di Cristo. Firmano lo speciale alcuni dei massimi esperti della Sindone, come Giuseppe Ghiberti, Gian Maria Zaccone, Bruno Barberis, Roberto Gottardo oltre ai teologi Anna Maria Canopi e Bruno Forte, lo storico Franco Cardini, gli storici dell’arte Antonio Paolucci e Timothy Verdon e l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia. PRENOTA SUBITO LA TUA COPIA IN EDICOLA! Per informazioni inumero verde 800923056 [email protected] Avvenire pag Spec.AVV+Luoghi SINDONE-Città nuova 200x260.indd 1 23/03/15 13:22