User de-generated contents Facce da marketing
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9 n. luglio 08 User de-generated contents Il mondo del virale visto da Alessandro Mininno e Fabrizio Martire Facce da marketing: Michelangelo Cianciosi e Francesco Caolo GIUGNO BLOG MINIATURES This Is Not a Game Le barriere sono fatte per dividere. Fisicamente anzitutto, ma anche mentalmente, psicologicamente. E una volta esaurito il loro compito, le barriere sono fatte per venire giù. Dovreste esserci abituati, tra Muri di Berlino, famiglie non tradizionali, comici che fanno politica e politici che fanno i comici. E’ una questione anche di concezione, alcuni compartimenti restano a tenuta stagna, altri diventano vasi comunicanti. Prendiamo il “tempo libero”. Finito di lavorare e produrre, e dopo aver accompagnato i pargoli a vedere il wrestling, eccovi con la vostra dose quotidiana (settimanale) di spazi bianchi. Potete scegliere di baloccarvi come meglio desiderate: dormire, andare in discoteca, leggere, potare il melograno in giardino. Più o meno sapete dove la pubblicità vi verrà a cercare: sette volte durante un film, una volta in mezzo alla partita, qua e là per la strada, sul giornale oppure on line. Al massimo cambiate canale o buttate via lo spam. Ma se le vie del Signore sono infinite, quelle dell’advertising mica scherzano. Gli anglosassoni – i soliti instancabili coniatori di neologismi – lo hanno chiamato advertaintment, ovvero quando la pubblicità di mischia con il divertimento o l’intrattenimento. Tra le sue tante tipologie, c’è n’è una in particolare sviluppo negli ultimi anni: l’ ARG, o Alternate Reality Game. Se non lo conoscete, in questo numero ne troverete approfondimenti e scenari. Se in un gioco di ruolo classico ci si mette a un tavolo o davanti a uno schermo diventando un elfo o un marine del futuro che spara ai mostri, un ARG non vi chiederà nulla di ciò: vi porterà attraverso tutta una serie di misteri e avventure, ma durante la vita di tutti i giorni. E, cosa importante da sottolineare, facendovi interagire per mesi con personaggi e ambiantazioni coerenti al prodotto commercializzato. Naturalmente, per esigenze di narrazione, è un genere adatto soprattutto all’industria cinematografica e a quella dei videogiochi. Potrebbe sembrare a prima vista un giochino, ma non lo è; abbiamo di fronte una forma di marketing pervasiva ed efficace, un Ogm di ultima generazione. Non è più la marca a bombardarti univocamente tramite spot; sono gli stessi giocatori che scelgono di “frequentare” l’ambientazione. Non sono solo dei giocatori o dei potenziali clienti, ma tante casse di risonanza che di fatto veicolano il messaggio, parallelamente a tutti i trucchi elaborati dai “master” per ottenere la massima visibilità. E’ di prossima uscita (23 luglio in italia) il nuovo capitolo della saga di Batman, “The Dark Knight”. Ma è anche da più di un anno che il terreno viene preparato dal progetto WhySo Serious?, l’innovativo ARG creato ad hoc per questa pellicola. Anche se non siete fan sfegatati dell’uomo pipistrello, andate a scoprirvelo nelle prossime pagine. Prima che il Male trionfi su Gotham city, prima che anche voi apriate le ali per volare verso le località balneari. Buone vacanze a tutti. Francesco Rossi Direttore Responsabile [email protected] 3 .6 User (De)Generated content ovvero: dare un megafono ad una scimmia blog news .5 Brain of the month Hugo Tornelo Social guerrilla .18 Tappati la bocca La responsabilità .19 sociale è virale gigabyte .11 L’oscuro guerrilla del Joker e del Pipistrello Quando il cinema “cade” nella rete Adveroroscopo .21 botte da orbi Se all’improvviso la marca si smarca da marketing .16 facce Copy&Viral SUBVERTISING Anno II, numero 9 del 10 luglio 2008 Direttore Responsabile: Francesco Rossi ([email protected]) Comunicati stampa, informazioni o altre richieste: [email protected] Pubblicità: Barbara Zanardi ([email protected]) Grafica e impaginazione: Frameart.it Edizioni Cnet Web Mensile iscritto presso il Tribunale di Bologna, numero 7803 del 16/10/2007 .20 .23 blog news Statue che parlano? di Fables (www.bloguerrilla.it) S embra che un nuovo mezzo vada ad aggiungersi al già ampio armamentario del marketing non convenzionale. Sia che si tratti di azioni di carattere sociale, proteste di ambientalisti o vere e proprie azioni di guerrilla, le statue, a quanto pare, riescono a raggiungere l’obiettivo che si sono prefissate nonché a scaturire il passaparola che sedimenta un seeding spontaneo. Le azioni realizzate con questo mezzo riescono ad attirare l’attenzione di quotidiani e dei media di massa, sempre preziosi per ottenere credibilità. Cominciamo da Berlino dove l’agenzia Glow ha “coperto” delle statue in giro per la città con costumi della Blush e con un adesivo “moralizzante” contro il nudismo; guardato con maggiore attenzione, riporta il logo dell’azienda produttrice di costumi e lingerie. Un’azione realizzata nottetempo, che solo in un secondo momento si è rivelata essere una campagna di guerrilla marketing. Qualche giorno dopo è stata la volta di Roma e del blitz dell’organizzazione Terra. E’ accaduto la notte tra il 4 e il 5 giugno, mentre la città bagnata dal biondo Tevere dormiva sonni profondi. Sulle numerose statue in marmo che tappezzano la città eterna sono apparse delle mascherine antinquinamento con dei cartelli riportanti la scritta Co2, il logo dell’organizzazione Terra e un claim in romanesco di tutto rispetto: “A furia de respiracce tutta starobaccia, me so dovuto mette na maschera antigasse su la faccia. Che si continuate a annà appresso a le leggi der mercato, oggi ve comprate er suvve, domani ve comprate er cararmato!”. Passano poche lune e l’attenzione si sposta a Tenerife, dove su alcune statue dell’isola delle Canarie vengono lasciati dei cartelli che riportano la scritta “15 mila euro per una festa? Ci rimango di pietra”, tutto qua, non un nome ne un logo, l’unico indizio è dato da quel 15 mila euro. Come ogni buona azione di guerrilla che si rispetti, arriva anche il momento della rivelazione, nasce un sito www.15milueros.com che promette di realizzare la festa dei sogni per la cifra di 15 mila euro. E non finisce qui, anzi si torna da dove siamo partiti, terra teutonica. La German Foundation for Monument Protection ha l’estremo bisogno di ottenere donazioni per i suoi monumenti storici, e si affida così all’agenzia Ogilvy e Matter. Cosa hanno fatto questi geniacci? hanno riprodotto le statue che albergano vicino alle cattedrali, le hanno messe nei luoghi di maggior passaggio come metropolitane con a fianco cartelli come: “La mia cattedrale ha bisogno del tuo aiuto”. In poco tempo, La German Foundation for Monument protection ha registrato un aumento del 40% delle donazioni. 5 Userovvero: (De)Generated content dare un megafono a una scimmia di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire (virtualeco.altervista.org - [email protected]) D agli albori di internet, i media ne hanno decantato le smisurate potenzialità democratiche: come l’hip hop sarebbe la CNN dei poveri, il WWW la BBC dei nerd (e non solo), questo nuovo media darebbe - finalmente - voce alle masse. A differenza del classico broadcasting, da uno a molti, in cui un dittatoriale e accentrato potere dispensa informazioni in un verso solo a un gregge di spettatori perlopiù impotenti, l’internet consente a tutti di parlare, di pubblicare, di commentare e reagire, di diventare insomma una fonte informativa, non solo un inerme destinatario. A più di dieci anni dall’esplosione di internet, è il momento di chiedersi cosa ne fa, l’audience, di questo strapotere mediatico. Da un lato, è ormai evidente che il tam tam del web rende inarrestabili le notizie più importanti (basta pensare alle Torri Gemelle, l’evento più medializzato della storia: sarebbe stato possibile occultarlo?) e, dall’altro, l’autorevolezza delle fonti è cambiata radicalmente. Tutti i maggiori quotidiani mondiali, ormai, si sono accorti che l’autostrada informatica è disseminata di bufale - perlomeno da quando Repubblica ha abboccato a quella dei gatti bonsai. Le aziende si stanno accorgendo che gli utenti, oltre a produrre una mole smisurata di contenuti, producono anche valore: commenti, opinioni e classificazioni per esempio. Ormai, più di un museo sta facendo “taggare” le proprie fotografie dagli 66 utenti, per esempio, ricavandone una classificazione più varia ed economica di quella (pur indispensabile) realizzata da catalogatori esperti. I contenuti prodotti dalla folla sono infiniti, sia come tipologia che come quantità: dai testi (blog) di commento, di recensione, di analisi alle foto (Flickr), dalla musica (muxtape) ai video, fino addirittura alla pornografia casalinga, personalizzata, onesta, vicina al fruitore (realcore). La semplice azione di aggiungere un sito ai preferiti (e in qualche modo classificarlo) produce dei contenuti importanti e interessanti, generando una intensa e originale classificazione del sapere, aggiornata, orizzontale, istantanea, distribuendo la forza lavoro tra un ampio numero di partecipanti. Il lato dell’offerta è intensamente produttivo e il risultato prodotto può essere di ottima qualità: questo avviene in un numero ridotto di casi ma, certamente, sono degni di nota. Un esempio per tutti sono i team di releaser che pubblicano sulle reti p2p dei contenuti freschissimi, spesso catturati dalla TV americana, convertiti in divx e minuziosamente sottotitolati in italiano, nel giro di una sola notte. perché lo fanno? Per la community, per il prestigio, perché qualcuno cerca, chiede e scarica quei contenuti. Il loro lavoro non ha nulla da invidiare alla professionalità dei sottotitolatori professionisti: erogano, in un tempo ridottissimo, un servizio di alta qualità, che varrebbe svariate migliaia di gettoni di Userovvero: (De)Generated content dare un megafono a una scimmia di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire (virtualeco.altervista.org - [email protected]) E u r o l a n d i a . Non è tutto oro, anzi: il 90% è fuffa, e basta una ricerca casuale su YouTube per rendersene conto. Video senza senso, senza anima, senza utilità, autoreferenziali, superflui e noiosi. Pubblicati solo perché possono essere pubblicati. Su Myspace, canzoni pessime, registrate male, in una parola, brutte. Internet ha fatto cadere, insieme alle barriere di ingresso in molti settori, anche quei filtri che queste barriere costituivano. E’ la produzione pop senza guinzaglio né museruola, libera di invadere ogni spazio cognitivo. Questo ci riporta rapidamente alla necessità del rating, di valutare i contenuti, in modo più decentralizzato possibile, e - per dirla con J. Rifkin - ci fa capire quale sia l’importanza, la responsabilità e la potenza dei gatekeeper, i dj dell’internet, quelli che si prendono la briga e la responsabilità di fare selezione in una massa amorfa di contenuti variabili, trovatori professionisti di aghi in un pagliaio in continua espansione. E poi c’è il lato della domanda: il senso comune vorrebbe che i contenuti di qualità avessero molto pubblico, mentre le banalità fossero disertate dagli edotti utenti della rete. Non è così naturalmente, e non può esserlo (visto che gli utenti della rete sono le stesse persone che, offline, sono lettori e telespettatori). Su internet, si guardano le stesse cose che guarderebbero in televisione: solo, cambiano le modalità. L’auditel su internet è sempre acceso, ed è facile individuare i contenuti più fruiti, per esempio, su YouTube. I video più visti raggiungono facilmente i 5 milioni di click in un solo mese, e i più popolari di sempre arrivano quasi a cento milioni. E la top10 si divide equamente tra video musicali e video disimpegnati, casuali, perlopiù umoristici. Abbiamo provato a stilare una classifica del tutto (es)temporanea degli ultimi mesi di YouTube: lasciamo a voi la gioia di cercare e vedere i video, il cui titolo è spesso fuorviante o casuale. In molti casi, il driver di questa popolarità sono proprio gli inoltri e le segnalazioni, via email/ skype/messenger/link, che incrementano il numero di visite attraverso un gioco di rimandi e di citazioni che crescono in modo esponenziale. Un contrappasso della teoria dei sei gradi di separazione: in sei passaggi, una persona che non conoscete vi avrà fatto vedere un video che, in fondo, non vi interessa... Panda Disculpa los Malos Pensamientos (Evangelion) 94470399 YouTube Worst Video of All Time vote 1 star, leave comment 90736554 Evolution of Dance 90383752 Avril Lavigne - Girlfriend 89636499 XXX PORN XXX 85937281 Hahaha 53258005 High school musical 38944008 LEAVE BRITNEY ALONE! 21042394 Numa Numa 15861063 What What (In the Butt) 13299851 Maria Carey - Without You 13118625 Porno Amatoriale - XXX Anal Sex 9463674 Dramatic Chipmunk 9116320 Vadrum Meets Super Mario Bros 6569649 Pop corn with cell phones 4744461 Parcheggio perfetto 2983231 Dati raccolti da Youtube a Luglio 2008. Nessuno dei video elencati è porno, vedere per credere. I network come setaccio I contenuti-usa-e-getta, i cosiddetti nobrainer, faranno storcere il naso ai più schizzinosi ma, evidentemente, rispondono a esigenze di 77 Userovvero: (De)Generated content dare un megafono a una scimmia di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire (virtualeco.altervista.org - [email protected]) divertimento ed evasione larghissimamente condivise, a giudicare dai numeri della classifica (come Paperissima o il GF8 in TV). Esiste un parametro univoco per valutare la qualità dei contenuti generati dagli utenti? Semplificando, forse il numero di visite è già un indice di qualità per un video: più un filmato è cliccato, più è apprezzato, più la qualità è alta - novantacinque milioni di click rappresentano l’apprezzamento da parte di un pubblico molto ampio. Per esempio, le auto più vendute sono, probabilmente, quelle con il miglior rapporto qualità/prezzo. In tal caso la popolarità non rappresenta la qualità in senso assoluto, ma una qualità contingente, ponderata con altri parametri non oggettivi (riprese, montaggio, colonna sonora) ma del tutto soggettivi (la rispondenza a un gusto particolare, o invece di un gusto più mainstream). Similmente, si è cercato di misurare la qualità di un film (e quindi di predire gli incassi di botteghino, una tecnica simile alla divinazione) utilizzando il numero di recensioni positive ricevute dalla critica come un utile proxy per predirne gli incassi. Le misurazioni empiriche hanno dimostrato come la valutazione della critica e il favore di pubblico siano spesso criteri opposti, incompatibili. La popolarità di tanti clip video induce altre domande: cosa cercano le persone su internet? quali sono i bisogni di quei novanta milioni di persone che guardano un video che si intitola “Evangelion” su YouTube? Qual è la loro età? da che nazione provengono? perché il secondo video più visto in Giappone riguarda un parrucchino che cade dalla testa di un presentatore TV? perché un criceto che guarda lo 88 schermo diventa uno dei personaggi più famosi di internet? Da questa analisi si potrebbe dedurre che YouTube e compari siano unicamente degli strumenti d’entertainment (nella top10 americana ci sono ai primi posti video musicali, e questo è un sintomo (3) di un vuoto di mercato nella trasmissione di video musicali on demand e (2) della difficile reperibilità di alcuni video e/o (1) della crisi del sistema tradizionale di broadcasting/mtv) il cui materiale proposto è divisibile, grosso modo, nelle seguenti fette. 1) Ripping e ri-broadcasting di materiale che funziona sui canali broadcast originali (es: clip musicali, serie TV). 2) Ripping e ri-broadcasting di materiale che è difficilmente reperibile, raro, di valore (es: le puntate dei Puffi o di Bim Bum Bam degli anni Ottanta). 3) Pubblicazione autoreferenziale di video demenziali, quasi per se stessi (vedi video “hahaha”, in cui un bambino ride per 1.50 minuti, Userovvero: (De)Generated content dare un megafono a una scimmia di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire (virtualeco.altervista.org - [email protected]) 53 milioni di visite), che porta a un successo inconsapevole (o, nella maggior parte dei casi, a nessun successo). 4) Produzione e pubblicazione di prodotti “amateur”, più consapevole (come i Back Dormitory Boys), packaging del prodotto in casa con strumenti amatoriali. A volte porta ugualmente a un successo inaspettato, per scopi diversi da quelli previsti: le performance dei back dorm boys erano probabilmente destinate a un pubblico di amici, privato, ma un insieme di fattori li ha portati a una notorietà internazionale che, forse, non avrebbero mai voluto. 5) Produzione professionale, veicolata sui canali amatoriali per raggiungere un certo pubblico (viral marketing), a volte replica artificiosamente i modi del punto 4. Potremmo elaborare un indice di viralità in base al quale disporre video e contenuti in un ipotetica scala qualitativa, valutando un video in base al numero di “inoltri” e di buzz generato in commenti di blog e forum: capire la soglia di viralità (oltre la quale l’utente decide di forwardare il video) è fondamentale per produrre e strutturare dei video viral che funzionino. Di sicuro, il forward avviene quando il contenuto supera una certa soglia di attenzione: quando desta una curiosità particolare, selettiva e soggettiva. Inoltriamo un contenuto (sia esso un’email o un video) per uno dei motivi seguenti. - Inoltro qualificato o sindrome del saputello: si inoltra un contenuto specifico, a cui il ricevente è quasi sicuramente interessato (area tematica ristretta, contenuto informativo di qualità). Come il recente video in cui le onde elettromagnetiche di tre cellulari fanno scoppiare dei pop-corn. Interessante, ma falso. - Viral fun o boiata contagiosa: si forwarda qualcosa di contagiosamente ridicolo, perché gli al- tri possano condividerlo (no-brainer, contenuto esperienziale più che informativo, il ricevente chissà, riderà o griderà allo spam). - Inoltro politico o spammer militonto: il forward è sentimentale, legato a una causa sociale o politica come la salvezza di un bambino malato, le macchine ad olio di colza, il boicottaggio del croissant (il contenuto ha un richiamo esplicito alla propagazione, lock in emotivo o sociale). Cosa ci tramuta in spietati (quanto inconsapevoli) spammer, al soldo delle cause più balzane? Di sicuro l’icona “suggerisci a amico” soddisfa svariati bisogni: l’untore è piacevolmente (o non) colpito da qualcosa, e cerca qualcuno che condivida le sue emozioni (uno sharing in senso lato). Attention-seeker, si mette in evidenza propagando il virus a tutta la rubrica. Facendo un favore a qualcuno, inconsapevolmente: Wassup, il padre di tutti i video di viral marketing, che ha fruttato molto a Budweiser, in termini di immagine e comunicazione (quattro thug si salutano biascicando WASSUUUUUP: video pubblicitario semplice e divertente, ha centinaia di parodie, che l’azienda ha incoraggiato e promosso). Una ragazza in mutande sculetta, per tre minuti buoni, sulla nuova pedana Nintendo (non vi diamo il link: cercate “wiifit ass” su google): è un contenuto di qualità? Probabilmente sì, almeno per il marketing della Nintendo, considerando che con un investimento ridicolo sono riusciti a catalizzare l’attenzione di milioni di visitatori, coinvolgere blogger, provocare interviste, generare articoli sul Los Angeles Times, e DailyMail, portando così a termine una delle migliori campagne di Buzz/Viral Marketing mai realizzate. Sconfitti dal fatto che internet si sta rivelando tale e quale al mostro che avrebbe dovuto 99 Userovvero: (De)Generated content dare un megafono a una scimmia di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire (virtualeco.altervista.org - [email protected]) sconfiggere: un mondo anni Ottanta dal sapore d’informazione controllata e di contenuti scadenti. Rimane poco da fare per sfamare la nostra sete di contenuti/informazioni di qualità: cambiare pianeta, acquistare l’intero palinsesto tv o, seguendo il consiglio dell’evangelista Luis Suarez, (social computing IBM - elsua. net) usare i network sociali come filtro per la spazzatura mediatica. Prendere come dato di fatto l’uso del web da parte della grande massa di utenti solo per fruizione di contenuti di basso rilievo e unicamente incentrati sullo svago (il varietà 2.0 ??). Consci della replicazione della grande fetta d’interesse che a quanto pare accomuna il peggio dei contenuti TV e Internet dovremmo non perder- ci d’animo e diventare fruitori attivi. L’utilizzo di community, di servizi social, di gruppi scelti può infatti aiutare a farci arrivare solo ed esclusivamente materiale selezionato e personalmente ritenuto rilevante. Riprendendo l’esempio di prima, se mi interes- 10 so ad approfondire tematiche legate al marketing virale posso essere parte attiva di uno dei tanti gruppi, più o meno organizzati (viralvideochart.com) che trattano l’argomento. E il meccanismo per cui funziona Digg: le novità più segnalate dagli utenti vengono viste da altri, che a loro volta le approvano, facendole salire al vertice di una classifica costruita sull’interesse e sulla condivisione. Lo stesso identico meccanismo di YouTube, ma molto meno generalista. Questo metodo è trasversale rispetto agli argomenti: i social network possono servire a consigliarci i migliori siti di femmine svestite, o i migliori video di calligrafia, identicamente. YouTube, Flickr e compagnia diventano dei grossi magazzini pieni di ciarpame mentre le community sono come un vecchio antiquario conoscitore di mobili e quadri d’epoca che, in mezzo a una catasta di legna andata, trova quell’opera così importante per quel particolare collezionista. Che ognuno si cerchi il proprio gruppo (o la propria cerchia di amici) con i quali collaborare o in alternativa, accontentatevi della “top 10 dei più visti” !! (ma se siete di questa ipotesi , dubito sappiate dell’esistenza di Subvertising e di questo articolo). L’OSCURO GUERRILLA DEL JOKER E DEL PIPISTRELLO L’innovativa campagna per il lancio di Batman – The Dark Knight di Michele Giuliani ([email protected]) T utto comincia la mattina del 18 maggio del 2007, senza alcun annuncio o effetti speciali; in più di una decina delle grandi città degli States appaiono quelli che sembrano dei normali cartelloni elettorali; su di essi campeggia un serissimo Aaron Eckhart (noto attore americano) su sfondo stelle e strisce, incorniciato dagli slogan “I believe in Harvey Dent” e “Harvey Dent for district attorney”. Nessun simbolo di partito, repubblicano o democratico, ma soprattutto nessun riferimento esplicito a cosa esattamente il nostro Aaron Eckhart si riferisca o si stia candidando. Non fanno in tempo a passare due giorni che quegli stessi cartelloni vengono vandalizzati dal primo all’ultimo in maniera identica: gli occhi appaiono cerchiati di nero, la faccia dipinta come un clown dal sorriso inquietante, mentre lo slogan è alterato da un semplice “too” – “anch’ io credo in Harvey Dent”. Contemporaneamente Dent è online con un suo sito, dove si comincia a intuire qualcosa, perlomeno a chi non conosce a menadito la saga dell’uomo pipistrello: scopriamo così che il nostro ambiguo eroe è un magistrato molto attivo contro la mafia, e si sta candidando nientemeno che alla carica di procuratore distrettuale di Gotham city. La sua missione è farla uscire dall’impasse criminale in cui si trova, sul sito si trovano il suo programma con tanto di materiali elettorali scaricabili e articoli del Gotham Times che lo sostengono. Pochi giorni si manifesta in rete anche il respon- sabile dei vandalismi sui cartelloni: IBelieveIn HarveyDentToo.com è una versione denigratoria dell’originale, dove a poco a poco appare un volto - per ogni mail spedita dai visitatori compaiono dei pixel che vanno a formare il ghigno del Joker. Successivamente il sito muta in un’apparente schermata nera; selezionando col mouse appaiono centinaia di righe di risate (una lunga serie di Ha Ha Ha) seguite dalla promessa “ci vediamo a dicembre”. A questo punto l’osservatore smaliziato pensa di aver capito tutto: si tratta del lancio del nuovo film della Warner Bros. Batman – The Dark Knight. Risposta esatta. C’è un dettaglio che non torna però: all’epoca le riprese a Chicago/Gotham city sono appena iniziate (termineranno a novembre) mentre l’uscita del film in america sarà il 18 luglio 2008, la bellezza di quattordici mesi dopo. Questo è solo l’inizio, in gergo specifico il “Rabbit hole” o “Trailhead” di una lunga campagna virale, nell’innovativa declinazione di Alternate Reality Game (ARG). Le definizioni di questo fenomeno ibrido sono molteplici; brevemente, si potrebbe chiamarlo una specie di gioco di ruolo con un’ambientazione coerente al prodotto che si sta di fatto commercializzando; una narrazione interattiva che utilizza il mondo reale come piattaforma avvalendosi contemporaneamente di più media per sviluppare l’intreccio creato dai registi, o masterpuppets. I giocatori si troveranno così via via alle prese con 1111 miriade di siti creati ad hoc in rete; parallelamente, i master li coinvolgeranno in “cacce al tesoro” live o faranno accadere fisicamente nel mondo reale eventi di varia natura; trovare un telefono che suona in un parco di Londra come partecipare ad un’adunata sediziosa di pagliacci per avere la traccia per proseguire nell’impresa. A differenza di un normale gioco di ruolo, non si assume un’altra identità, il tempo è dilatato fra silenzi e improvvise di Alternate Reality Gaming Network (www.argn. com) l’ha definita come una campagna che “transcende quasi il marketing per configurarsi come evento culturale a sé stante”. Fra ritrovamenti di carte da gioco e banconote segnate dalla faccia del Joker in alcune città, il cattivone apre un suo sito (WhySoSerious.com) dove comincia a reclutare epigoni per sbeffeggiare la campagna elettorale di Dent. Ecco apparire foto di tanti jokerini in città americane, europee e sudamericane intenti a compiere atti di vandalismo, partecipare ad adunate sediziose dove alcuni vengono arrestati o addirittura uccisi – a Londra – da una banda di Thug. Speriamo fossero comparse… Nel frattempo la polizia indaga. Appare il sito delle forze dell’ordine di Gotham (Gotham- ondate di nuovi indizi. Le stesse regole non sono esemplificate, ma si sviluppano nella prassi del gioco. Gli americani definiscono TINAG (This Is Not A Game) la filosofia di base di questo genere: si è consapevoli di star giocando, ma si interagisce con gli eventi e i personaggi considerandoli parte integrante della realtà. Vediamo quindi come si è snodata la campagna per il kolossal hollywoodiano, firmato da dei mostri sacri dell’Advergaming, la 42 Entertainment di Jordan Weisman; un’autorità in materia come Jonathan Waite, fondatore Police.com) con i report delle azioni criminali. Il 18 ottobre su WhySoSerious.com compare una zucca, il cui sorriso ricorda il simbolo di Batman; al suo interno una candela, che progressivamente consuma la cera. La notte di Halloween la candela si è completamente consumata, e la metà di destra della zucca è completamente marcita (un chiaro riferimento a Due Facce, altro nemico di Batman che prima di diventare tale era proprio Harvey Dent. Sullo schermo compare la scritta: “Salve pagliacci! Pronti a fare quanto vi viene or- L’OSCURO GUERRILLA DEL JOKER E DEL PIPISTRELLO L’innovativa campagna per il lancio di Batman – The Dark Knight di Michele Giuliani ([email protected]) 12 12 L’OSCURO GUERRILLA DEL JOKER E DEL PIPISTRELLO L’innovativa campagna per il lancio di Batman – The Dark Knight di Michele Giuliani ([email protected]) dinato? Per prima cosa, non iniziate prima che sia giorno. Con le forze di polizia così corrotte non è sicuro uscire la notte, e ad ogni modo non sareste in grado di vedere le cose che vorreste trovare. Seguite le mie direttive e mandate le foto di quello che troverete. Il gioco vale la candela, lo prometto...” Ai fans è richiesto ora di rintracciare e fotografare 49 particolari di 21 città degli States. Ogni indizio corrisponde ad una lettera, che formano la frase “l’unico ragionevole modo di vivere in questo mondo è senza regole”. Svelata la frase, appare una nuova foto ed un nuovo sito: RorysDeathKiss.com (“il bacio mortale di Rory”), dove il Joker chiede ai fans di farsi fotografare vestiti da clown davanti ai più importanti monumenti delle proprie città. In novembre escono un’edizione del TheGothamTimes.com, seguita naturalmente dalla versione Jokeriana, TheHaHaHaTimes.com; sul giornale si trovano altri link al portale del Dipartimento di Polizia di Gotham (WeAreTheAnswer.org), alla banca che verrà assaltata dal Joker nel trailer (GothamNationalBank. com), alle foto dei danni provocati alla città nell’inseguimento nel precedente Batman Begins (GothamCityRail.com) e persino al sito dedicato ad una ragazza uccisa durante gli scontri tra le gang di strada - RememberingGina. org. In dicembre compaiono altri indirizzi ad arricchire il panorama: la società dei taxi della città, GothamCab.com, AcmeSecuritySystems.com (la società di sistemi di sicurezza Acme), GVAfoundation.org (la fondazione “Vittime di Gotham”), il misterioso RentAClown.com o GPDIAD.com, la Divisione Affari Interni del Dipartimento di Polizia di Gotham. Non mancano una chiesa cattolica (SaintsWithunsChurch.org) e due ristoranti, BettysHouseOfPies.com e HouseOfPies.com. Il nostro cattivone fa ritrovare in alcune pasticcerie torte contenenti un telefono cellulare che più avanti squillerà con altre indicazioni. A metà dicembre su aTasteForTheTheatrical.com (“gusto per il teatrale”) appare un bottone dove si può scaricare il primo trailer del film. Pausa natalizia, segnata dalla tragedia: l’attore Heath Ledger, il Joker, muore davvero nel mondo reale per sovradosaggio di farmaci pesanti. Questo obbliga i produttori a concentrarsi maggiormente sulla figura di Dent. A fine febbraio 2008 su IBelieveinHarveyDent. com compare un form con la richiesta di inserire la propria e-mail e il numero di telefono: da una non-specificata associazione di cittadini Gotham United Against Crime si ricevono inviti ed istruzioni sul come supportare il procuratore e salvare la città. Dopo qualche giorno chi ha lasciato il proprio numero telefonico riceve una chiamata di propaganda elettorale direttamente dalla voce del candidato. A marzo viene presentata la candidata avversaria di Dent (DanaWorthington. com), mentre fanno la loro comparsa un movimento a favore di BaTman (CitizensForBatman. org) e un altro che infanga Dent accusandolo di essere corrotto e fanatico - Concerned Citizens for a better Gotham. Riprende poi a muoversi il Joker, aggiornando The Ha Ha Times, avvisando via telefono che è ora di rimettersi al lavoro, e chiedendo di risolvere quiz sul nuovo sito ClownTravelAgency.com. Ai giocatori è richiesto di recarsi in vari posti nel mondo; chi lo fa riceve un kit e delle istruzioni per violare il sito AcmeSecurity. com, con il risultato però di vedersi apparire sullo schermo un avviso da parte della Polizia di Gotham e di ricevere una telefonata minacciosa dalla voce dal poliziotto alleato di Batman, Jim Gordon. 1313 Masterpuppets L’OSCURO GUERRILLA DEL JOKER E DEL PIPISTRELLO L’innovativa campagna per il lancio di Batman – The Dark Knight di Michele Giuliani ([email protected]) Una pista falsa, o meglio uno scherzo, dato che è il primo d’aprile. Infine negli ultimi mesi la campagna elettorale per la procura entra nelle fasi salienti. A Chicago la polizia vera si ritrova a fermare una “Dentmobile” carica di rumorosi fan del procuratore, mentre un gruppo denominato Clowns against Dent pubblica filmati minacciosi su YouTube girati in tutto il mondo. Ancora qualche giorno di silenzio ed ecco che viene annunciata una conferenza stampa in diretta streaming di Dent per domenica 13 aprile; verrà però annullata dato che il candidato compie un’azione eroica: in un file mp3 viene raccontato come in un ristorante (Rossi’sDeli.com) un poliziotto (FrankNotaro.com) prenda in ostaggio una donna, richiedendo protezione per sé e per la sua famiglia; Dent negozia con lui, chiede di sostituirsi alla donna e alla fine lo fa arrestare. Cittadini di Gotham in brodo di giuggiole, si attende la nuova offensiva del Male. Così sono andati i fatti fino a questo momento. Mentre scriviamo mancano ancora otto giorni all’uscita negli Usa – in Italia è prevista per il 23 luglio – e su WhySoSerious.com mancano ancora gli ultimi due step di istruzioni. Ci aspettiamo un finale col botto. Magari, con un apparizione (finalmente!) del vero protagonista della pellicola. Un film di per sé dura solo un’ora o due; invece, l’esperienza di un ARG dura invece molto più a lungo; è qualcosa di completamente diverso dal semplice prodotto di partenza, ed è interattivo. Un genere che probabilmente avrà una lunga, lunghissima vita. 14 14 Il manifesto d’intenti lo hanno scritto in calce sotto al logo: “La nostra missione è creare l’intrattenimento più innovativo e coinvolgente al mondo”. Fondata da Jordan Weisman nel 2005 con quartier generale a Pasadena (Los Angeles), 42 Entertainment è un’agenzia operante nel campo dell’advergaming e pioniera nello sviluppo degli ARGs. L’attuale presidente e coordinatore della compagnia e’ Susan Bonds, esperta manager del settore, mentre l’intellighentia corrisponde ai nomi di Weisman e Alex Lieu - ideatore dell’ultimo progetto per Barman TdK “Why so serious?”. 42 Entertainment e’ famosa nel settore per avere creato e prodotto alcuni dei piu’ importanti e costosi ARG, ed e’ recentemente stata premiata al Cannes Lions Grand Prix Award nel settore Viral marketing e per la miglior campagna promozionale integrata per “Year Zero”, gioco dedicato alla promozione di “The Slip”, ultimo lavoro di Trent Reznor (Nine Inch Nails). Tra le loro produzioni citiamo “The Beast”, considerato il primo vero e proprio ARG, ideato per promuovere A.I.(Artificial Intelligence), un film di S. Spielberg su progetto di S. Kubrick; “I love Bees” per il videogioco Halo2, dove i giocatori dovevano comporre un puzzle di frammenti di messaggi vocali sparsi fra alcune cabine telefoniche degli Usa; oppure “Hex 168” per il lancio della consolle per videogiochi Xbox 360, “Last Call Poker” per l’uscita del videogame GUN, “MSN Found” per il lancio del nuovo motore di ricerca di Microsoft MSN live search e “Year Zero” per la release del nuovo disco dei NIN, tra l’altro disponibile in download gratuito sul sito ufficiale. tool box ADVERGAME di Wolverine ([email protected]) L ’Advergaming viene definito come l’uso di giochi interattivi digitali al fine di comunicare messaggi pubblicitari. La comunicazione può avere finalità di sviluppare la brand awareness di un marchio, oppure di lanciare un brand o un prodotto creando un’esperienza ondine unica e coinvolgente; altro obiettivo può essere generare traffico verso i siti di tipo ‘consumer’, aumentando la loro stickiness (traducibile anche in “dipendenza”, “bisogno percepito d’utilizzo”), o ancora di rafforzare azioni veicolate da altri canali di comunicazione; o naturalmente, di ottenere tutto ciò contemporaneamente. Il messaggio pubblicitario degli advergame viene inviato al destinatario in modo non intrusivo, con un’azione di tipo “pull”: poiché è il marchio ad essere dichiarato fin dall’inizio, è l’utente che richiede implicitamente di entrare in contatto con esso, scegliendo di giocare. Sfruttando le logiche della viralità della rete, con un costo relativamente basso, l’advergame riesce a targettizare il proprio pubblico ed a diffondersi all’interno di questo in modo esponenziale: il gioco sarà diffuso dai consumatori e si alimenterà dei loro feedback positivi. La competizione all’interno del gioco, sia che esista tra il giocatore ed il computer o tra i giocatori della rete, si presenta come uno strumento utile per la misurazione del risultato e per formulare successive strategie di marketing. I giocatori hanno poi la possibilità di registrare i loro punteggi e questo non solo aumenta il traffico sul sito, ma permette anche di farsi lasciare importanti dati demografici, dati sulle proprie preferenze d’acquisto e far iscrivere gli utenti a newsletter promozionali opt-in. Secondo la società di consulenza New Yorkese KPE, sono essenzialmente tre le tipologie di advergames e seguono tre tipi di processi diversi: l’associazione, l’illustrazione e la dimostrazione. Gli advergames cosiddetti “associativi”, sono quelli che collegano il marchio o il prodotto con lo stile di vita o l’ambiente in cui il gioco è sviluppato. Ci sono poi gli advergames definiti “illustrativi”, nei quali il prodotto diventa il vero protagonista del gioco, l’oggetto al centro dell’attenzione del giocatore. Infine i “dimostrativi”. Si tratta di giochi in cui l’interattività ed il coinvolgimento permettono all’utente di provare lui stesso il prodotto all’interno del gioco. 15 facce da marketing Copy & Viral Due Copy, da Milano e Cava dei Tirreni; il punto di vista sul viraldi Michelangelo Cianciosi (Leo Burnett) e Francesco G. Caolo (MTN). A h, grande agenzia... Parliamo con un copy e sentiamo cosa ci dice l’altra metà della mela. Cosa ne pensa Michelangelo (Cianciosi) del viral? Credo che il viral sia una tipologia di comunicazione molto efficace. Innanzitutto perché utilizza un meccanismo di comunicazione che esiste sin da quando esiste l’uomo e che da allora ha sempre dimostrato la sua forza: il passaparola. In secondo luogo perché si basa su qualcosa che la comunicazione non potrà mai ottenere del tutto, se non in casi del tutto eccezionali: la totale fiducia da parte del consumatore. Insomma, non è la stessa cosa se a consigliarmi un’auto è il tizio che deve vendermela o un amico di cui mi fido. Ovviamente le agenzie lavorano per delle aziende che devono vendere dei prodotti, quindi ci si può chiedere se mettere in piedi un viral non abbia in sé qualcosa di “finto”, ma a ben guardare ciò che le agenzie possono fare è semplicemente innescare un processo. Il resto devono farlo le persone. Insomma, è un po’ come quando si giudica un attore: la recitazione deve essere il più naturale possibile, ma quella naturalezza si può ottenere solo con molti artifici. In questo senso il viral è un mezzo molto rischioso, perché nessuno può garantire che funzionerà. E quando un viral non funziona non si tratta semplicemente di uno spot che non piace e che può lasciare 16 più o meno indifferenti: molto più drasticamente non circola, è comunicazione che resta muta. Tutto quello che si può fare è cercare di fare il lavoro più bello e accattivante possibile e tenere le dita incrociate. Ecco perché il mio consiglio è comunque quello di associare sempre alla comunicazione viral anche quella tradizionale. Già fatto qualcosa di questo tipo? No, non personalmente. Però l’agenzia per cui lavoro, la Leo Burnett offre delle case history molto interessanti sotto questo punto di vista. Una di queste è quella di Rocco Siffredi e Amica Chips. Lo spot è stato fatto circolare prima in rete che in tv, sfruttando anche la curiosità un po’ morbosa che Rocco suscitava. Abbiamo capito che l’operazione era stato un successo quando a pochi giorni dal momento in cui lo spot era stato messo sul web, alcuni di noi hanno cominciato a riceverlo in allegato a mail di amici che scrivevano da Palermo o Torino che dicevano: “Hey, guarda che bello!” Un’idea mai realizzata? Intendo tua... Degli spot molto divertenti fatti per una bevanda alcolica. Solo che non posso dire né il nome dell’azienda né l’idea, quindi temo dovrete fidarvi. Il viral più bello di tutti i tempi. Racconta... Non so se è il più bello, ma il viral più facce da marketing efficace di tutti i tempi è sicuramente il cristianesimo. Parliamo con un altro copy, Francesco G. Caolo di MTN, e sentiamo cosa ne pensa invece lui… Istintivamente viene da dire che il viral è il sogno recondito di ogni pubblicitario, copy compreso. Chi non vorrebbe che un proprio annuncio, ideato per un determinato pubblico, inizi a circolare da solo, voli di bocca in bocca, sia propagato volontariamente dagli influencers (senza che questi abbiano alcun interesse in comune con l’azienda promossa)? Si dirà, ma questo è word of mouth. Qualcuno obietterà, il vero viral è solo quello che vive sull’internet. Vero... o forse no. Odio le definizioni ma, a mio avviso, virali sono tutti quei messaggi che vengono elaborati inoculando al loro interno il germe che spingerà alla loro diffusione spontanea. Questo però non basta: bisogna individuare strategicamente il luogo più adatto affinché il virus si propaghi. Internet è uno dei mezzi più adatti, ma non il solo... Già fatto qualcosa di questo tipo? La MTN Company è un’agenzia di comunicazione integrata. Può sembrare scontato, ma vuol dire che, in base agli obiettivi che ci siamo posti, siamo in grado di utilizzare gli strumenti e le strategie di comunicazione più adatte. Il marketing virale è una di queste strategie. Una bella iniziativa in tal senso, che amo sempre ricordare, è “Liber”. Di che si tratta? In pratica abbiamo legato la pubblicità al bookcrossing, al fine di favorire la propagazione spontanea della cultura - il progetto era patrocinato dall’Asses- Copy & Viral Due Copy, da Milano e Cava dei Tirreni; il punto di vista sul viraldi Michelangelo Cianciosi (Leo Burnett) e Francesco G. Caolo (MTN). sorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Salerno - e non ultimo, del messaggio promozionale di una piccola azienda di formazione della zona. In pratica abbiamo abbandonato decine di migliaia di libri sulla cui copertina era apposto un adesivo che spingeva, una volta letti, ad abbandonarli nuovamente ed a registrare i movimenti ed i propri pareri su un sito creato ad hoc. Il successo è stato strepitoso: abbiamo diffuso la cultura in maniera virale. Un caso più recente, invece, ha interessato i nostri auguri di Natale. Abbiamo creato una falsa (ma non tanto) campagna sociale contro l’uso indiscriminato dei fuochi d’artificio. Un homemade video in cui un anziano signore imitava a voce i fuochi pirotecnici... molto meno pericoloso e di sicuro più divertente! Gli auguri di MTN hanno così fatto in breve tempo il giro del mondo. Un’idea mai realizzata? Intendo tua... Mi piacerebbe diffondere il virus della legalità e della cultura della differenziata in tutti i cittadini ed amministratori della Campania. I tempi e le persone mi sembrano maturi... penso sia il momento di agire. Il viral più bello di tutti i tempi. Racconta... Sicuramente lo Spot Amica Chips con Rocco Siffredi. I motivi sono tanti. Innanzitutto perché, nonostante il messaggio promozionale sia nato sul mezzo più convenzionale che esista, già dopo qualche ora circolava in rete. E non parlo solo del sito istituzionale - può sembrare scontato ma spesso le aziende “dimenticano” di rendere coerente il web con le attività off-line - ma anche e soprattutto dei social network. È stato tutto molto spontaneo. Pensa che, personalmente, ho visto il filmato prima su internet, grazie ad una e-mail ricevuta, che in TV. Poi il Gran Giurì ha fatto il suo, facendo da cassa di risonanza e incuriosendo ulteriormente l’audience. Ursula De Gaspari [email protected] 17 social guerrilla Tappati la bocca Corsi e ricorsi nelle campagne non convenzionali a sfondo sociale D alla lettera di Subvertising uno ai Romani: “Per social guerrilla, un neologismo adoperato di rado ed in questa sede per la prima volta, indichiamo quelle campagne di marketing sociale ed in particolare di matrice non-convenzionale, portate avanti da organizzazioni, movimenti e comunità che a vario titolo operano per raggiungere un obiettivo di utilità sociale, attraverso pratiche legali o semi legali”. Succede sempre più spesso che gli spazi messi a disposizione dai media di massa e destinati a ricevere messaggi pubblicitari vadano a scontrarsi con il budget basso delle organizzazioni cosiddette no-profit; dunque queste associazioni sono obbligate a trovare valide alternative per poter comunicare in modo efficace al pubblico di tutte le età, colori ed estrazioni sociali. E’ proprio qui che interviene il marketing non convenzionale: la sua “economicità” e il suo parlare in modo totalmente innovativo e non meno efficace, inducono le organizzazioni di questo genere ad investire quel poco denaro a disposizione in mezzi fino ad oggi totalmente sconosciuti. Sempre nel primo numero di Subvertising avevamo analizzato una campagna di taglio sociale contro gli abusi sui minori, un problema purtroppo molto diffuso nel paese carioca. Il caso volle che lo stesso mezzo non convenzionale, un semplice nastro adesivo venisse utilizzato altre due volte nella storia del social guerrilla, almeno fino ad oggi. Partiamo dalla Bielorussia, paese dove si è soliti reprimere nel sangue le opposizioni politiche; qui il claim si trasforma da “La maggior parte delle vit- 18 time di abusi sessuali non li denuncia. Componi il numero 100 e fallo per loro” in “libertà di parola per i bielorussi”. Passano pochi giorni e i giurati di Cannes (non so di quale sostanza stupefacente facciano largo uso) decidono di premiare con il bronzo un’idea totalmente identica nell’esecuzione, ma che stavolta denuncia l’abuso femminile nelle Filippine. Fortunatamente troviamo casi anche più originali e meno ridondanti, per la precisione ci spostiamo a Stoccolma, dove ben 1.300 mini bare hanno fatto da cornice a questa campagna di social guerrilla. Scendiamo nel particolare. Ogni anno 5 milioni di bambini muoiono causa denutrizione. Medici senza frontiere ha voluto dare una sterzata a questo problema ricorrendo al marketing non convenzionale. Così, nel corso di un’intera settimana ben 1300 mini bare con il claim “Save a life, text a coffin away” sono state lasciate per strada. Nel momento in cui una persona donava qualcosa all’organizzazione, le bare venivano tolte dalla strada e portate in un luogo designato. A sostegno dell’iniziativa, una marcia ha accompagnato l’azione di guerrilla marketing. La campagna, firmata Saatchi & Saatchi, ha permesso di aumentare del 25% le donazioni dei cittadini di tutta la Svezia. Fables (www.bloguerrilla.it) [email protected] La responsabilità sociale è virale Quando anche le istituzioni scelgono strade nuove C hi l’ha detto che le istituzioni e la burocrazia sono sempre lente ad adeguarsi alle nuove realtà? Ecco qui un esempio di come un ente si sia convertito al virale per promuovere una campagna di sensibilizzazione e sviluppo relativo alla responsabilità sociale delle imprese. Il progetto ideato alcuni anni fa (2002) dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Toscana si chiama Fabrica Ethica. In breve, si tratta di una certificazione per le aziende operanti nel territorio, articolata in nove condizioni da rispettare nei confronti dei lavoratori e dei processi di produzione. Alcuni di queste condizioni riguardano lo sfruttamento dei minori ed il rispetto dei diritti. Oltre agli imprenditori, l’iniziativa ha l’obiettivo di indirizzare i potenziali clienti a premiare le aziende che si mostrano rispettose dei diritti umani e che contribuiscono a diffondere pratiche etiche a vantaggio della collettività. A questo primo progetto ne sono succeduti altri, come l’apertura di sportelli di microcredito per sostenere le piccole imprese che non possiedono le risorse sufficienti per l’avvio. Inizialmente venne prodotto uno spot tradizionale, vincitore del premio ADAward nel 2005. All’inizio di quest’anno invece i committenti tornano a rivolgersi ai produttori del video, l’agenzia Ombre Elettriche di Firenze. Stavolta però, la scelta è riprendere il vecchio spot e farlo rinascere in forma virale, adatto alla fruizione su YouTube. Il risultato è un minuto e trenta di filmato (“Forte come la Pace”) dove si addensano tutti i valori e i comportamenti che si intendeva valorizzare, e che ha avuto una buona diffusione on line. Abbiamo così uno dei rari casi italiani di istituzione pubblica che sceglie di comunicare in maniera non convenzionale. Da notare che la Comunità Europea, invece, ha già da tempo scelto questa strada. BAMBOGJ REALITY SHOP Due persone rinchiuse in un negozio a Riccione Con i comunicati stampa. Con un blog “studentesco” partito in sordina. Con finti annunci su giornali che millantavano cessione gratuita di un monolocale. E con l’ormai abusato ma classico foglio A4 fotocopiato che richiede al passante di strapparne un lembo con un numero di telefono. Queste alcune delle tecniche, più o meno guerrilla, per promuovere una situazione che di per sé incuriosisce: un reality dentro un negozio, più precisamente quello del civico 105 di viale Dante a Riccione. Dietro a tutto questo, uno sponsor (Bambogj, brand emergente di abbigliamento per giovani fashonistas ambosessi), alcuni partner importanti (Grandi Navi Veloci, Fastweb, Sanpellegrino) e sicuramente una mente organizzativa un pò più affermata che il (quasi grottesco) tanto pubblicizzato passatempo studentesco. Dal 12 al 20 luglio due ragazzi (Andrea Sardelli e Lunia Afifi, selezionati dopo un casting stile 2.0) vivranno all’interno dello store monomarca del brand, sfidandosi in prove votate sia via web che dal pubblico dietro la vetrina: 24 ore su 24. Una meccanica di gioco interessante, certamente studiata che dovrà però affrontare il verdetto del pubblico, che sarà presente fisicamente e non solo un mero numero da auditel. Quasi una sit-com da marketing evoluto, visibile anche dal blog http://realityshop.wordpress.com o www.bambogj.it. Alla faccia della marcia creatività endemolliana... [email protected] Roberto Venturi [email protected] 19 gigabyte Quando il cinema “cade” nella Rete di Gabriella Rutigliano ([email protected]) I nternet e cinema si incontrano su molteplici e contrastanti livelli: se da un lato le case di produzione vedono nella Rete una minaccia per la sua caratteristica di “democraticità” nella veicolazione di contenuti digitali di facile riproduzione e distribuzione, dall’altro non possono esonerarsi dall’utilizzare il web per la promozione degli stessi prodotti cinematografici. L’utilizzo del comune sito web per ampliare la visibilità di una produzione o per fornire materiali extra allo spettatore particolarmente interessato è un fenomeno ampiamente diffuso sia in America che in Europa. Ma le caratteristiche di Internet offrono spunti creativi per creare prodotti che si liberano dai tradizionali vincoli della classica pagina web per approdare a nuove modalità di fruizione del contenuto filmico. L’interattività tipica di Internet unita alla caratteristica testuale del film danno vita a una nuova forma di cinema che non sostituisce la precedente, ma la rende più ricca e maggiormente experienced. Per il lancio del film “Night at the museum” (2006), film comico con Ben Stiller e Robin Wlliams, l’agenzia londinese Hi- Res! ha ideato un opera interattiva la cui fruizione è più simile a quella di un videogame che a quella di un film. L’utente si trova di fronte ad una serie di scelte che lo porteranno al ritrovamento di una serie di reperti egizi per risolvere il mistero del museo. Anche se l’esperienza può essere maggiormente gradita per chi conosce il film, il pro- 20 dotto realizzato è un opera a sé, che esiste indipendentemente dal testo filmico. Internet offre così allo spettatore non solo la possibilità di vedere e ascoltare il film, ma anche di interagire con esso. Gli hoax movie-sites seguono una direzione diversa ma altrettanto importante per le relazioni che intrattengono con il film cui si riferiscono: sono siti web che propongono elementi reali ma che in realtà forniscono contenuto “fasullo”, estrapolato dal testo filmico cui fanno riferimento. Si ricorderà certo la “bufala” creata per The Blair Witch Project: seguendo la scia, molte produzioni cinematografiche e televisive si sono affidate proprio a questa tecnica per la promozione di film e serie tv. Nel 2001, per il lancio di Artificial Intelligence di Steven Spielberg, fu ideata una campagna virale per la quale furono progettati molti siti ingannevoli che si proponevano di creare elementi reali intorno ai temi trattati nei film. Più recentemente, per la serie televisiva Lost sono stati ideati due ARG (Alternate Reality Game) che affrontavano tematiche complementari alla serie, guidando l’utente/ spettatore attraverso una serie di siti web creati ad hoc per fornire indizi sui misteri da svelare. Attraverso gli hoax movie-sites la storia e i personaggi escono dallo spazio cinematografico per entrare in uno spazio virtuale che lo spettatore sente necessariamente più vicino a sé. Dall’incontro di Cinema e Internet si vanno formando prodotti originali che racchiudono elementi del vecchio medium e peculiarità del nuovo, opere a sé che arricchiscono le tradizionali forme testuali di un nuovo e più ampio punto di vista. adveroroscopo L’anti-oroscopo del pubblicitario Consigli dalle stelle alle stalle dell’advertising S i, si, lo sappiamo. Il mondo è pieno di riviste ognuna col suo bravo oroscopo che vi dice cosa fare o non fare. Ma noi siamo in possesso dell’Unica e Vera sfera di cristallo del pubblicitario, precedentemente posseduta tra gli altri da Gabriele D’Annunzio e Orson Wells. Le vacanze si avvicinano, ma tutto sommato sono ancora irraggiungibili. Così, fra una lavata di capo in ufficio e una dal parrucchiere, saprete sempre cosa fare… re verso nuove opportunità di lavoro. I dipendenti forse vedranno l’aumento, basta tenere sotto controllo l’altro gemello perennemente sfuggente. Il vostro blog darà grandi soddisfazioni. Non abbandonate lo sport, forse conoscerete qualcuno di interessante per il lavoro! Cancro Vi sentite sottovalutati? Volete anche voi il Blackberry? E’ giunto il momento del riscatto professionale. Dopo la metà del mese potrebbe arrivare una comunicazione sorprendente (via email ? Telefono? Mah!). Il Sole, oltre che scottare da morire, risponderà a quella vecchia domanda (fatture inevase? 730? Cannes?). Smettete di stare a casa. La vita è fuori. Ariete Due settimane intense di meeting, briefing e altri “ing”. Magari anche viral marketing! Concentratevi perchè Sole, Venere e Marte sono con voi per tutte le occasioni professionali prima della chiusura estiva. Usate la vostra capacità di sfondamento! Possibili clienti dall’estero e lievi tensioni fra i vostri colleghi nell’ultima parte del mese. Si, proprio quella lì! Toro Giove, dominatore della vita sociale, farà correre i vostri collaboratori (anche chi di solito dorme). Dopo la terza settimana sorprese di lavoro. Avete un grosso progetto in ballo? Forse è proprio quello! Quella novità che tanto aspettate, arriverà anche con questo caldo! E se poi c’è un avvocato di mezzo, siete a cavallo! Ma ricordatevi che siete un toro...con le corna! Gemelli Cari fratellini, Sole, Mercurio e Marte sostengono il vostro stato perennemente aereo e vi fanno vola- Leone Nel lavoro brillate come uno specchio su una spiaggia infuocata. Cosa strana i collaboratori e i capi non ostacolano ne straparlano. Forse aspettano in silenzio le ferie. Non strafate come al solito, non ci siete solo voi nella savana. E tagliatevi un poco la criniera, il vostro ego sarà più leggero... Vergine Precisetti, non è un bel periodo. Tirate a lucido il vostro mouse, la luna piena porta casini, nel bene o nel male. Cambiate qualcosa (account, scrivania, avatar, la vecchia Fred Perry). Magari arrivare qualche volta in ritardo vi aprirà nuove prospettive ! Coraggio! Aggiornate LinkedIn! 21 adveroroscopo Bilancia Siete cool, non c’è nulla da dire. Mercurio vi aiuta nell’aspetto e nelle presentazioni. La vita personale vi potrebbe far cambiare lavoro. Giocatevela bene, è ora di dimostrare il tutto per tutto. Sarà faticoso come la barca a vela con sconosciuti, ma ce la farete. Bon courage! L’anti-oroscopo del pubblicitario Consigli dalle stelle alle stalle dell’advertising Capricorno Ci sono bonifici interessanti all’inizio del mese (controllate on line!). Curate l’immagine, anche se è estate ed è più semplice vestirsi, avete un aspetto spelacchiato. Attenti alla competizione! Fa caldo e non avete l’età Scorpione Se maggio volevate archiviarlo per sempre, adesso avete guadagnato punti e ricariche. Se volete fare un progetto con degli amici, è il momento. Chi è co.co.pro, part time e altre amenità, potrebbe trovare qualcosa di meglio. Viaggiate, le sorprese ci sono. Acquario Come fate a lavorare così tanto? E’ la fortuna dei pianeti: andate dritti come un treno con le idee, finalmente vi faranno fare le cose che di solito liquidano con indifferenza. Se siete sempre sui siti per la ricerca di lavoro, allora potrebbe essere il momento giusto! Beati voi! Mettete la segreteria al vostro cellulare... Pesci Sagittario Questo mese è da archiviare in una cartella nascosta sul desktop. Siete in stand-by, in modalità di basso consumo. Saturno non vi ha preso di buon occhio ma pazzi come siete troverete il modo di fare quello che vi piace. Una cosa scontata? Viaggiate! Viva le low cost...per adesso! 22 Volevate dimostrare di aver ragione? Non è ancora il momento. Il premio non lo vincete voi. Quel famoso layout, quel piano strategico, tiratelo fuori dal cassetto, ora o mai più. Se volete aprire un chiringuito in Costa Rica, scappate solo verso la fine del mese. Fatemi sapere dove siete... Ursula De Gaspari [email protected] botte da orbi Se all’improvviso la marca si smarca di Rolando Dotti (fondatore di Liberate le aragoste – Communication network) S i scappa in altri mondi, chi si rifugia su un satellite, chi fra le maglie della rete in attesa di una second life che non verrà. Chi si rimpiatta via cavo, chi si restringe sul cellulare. Chi può scappa all’estero, su qualche mondo trendy delle riviste di tendenza, gli altri rimangono qui fra le pagine morte dei magazines. Fateci caso, mai come quando si fa sentire la crisi dei consumi, la pubblicità fa schifo. I grandi manager delle aziende se la fanno sotto e il messaggio diventa inguardabile, fra ammiccamenti ossessivi, sesso patinato e siliconi assatanati, messaggi da deficienti, head line da citrulli. I marchi combattono così la crisi e le marche serie se ne vanno dalle riviste dozzinali che ormai non legge più nessuno ma vengono tenute in vita da Quattro Investitori Arricchiti, convinti che basti la pressione pubblicitaria per vendere le proprie patatine, i propri yogurt nature fasulli e via rimbambendo. I marchi avveduti cercano territori alternativi, magari di nicchia, fatta da gente che li apprezzi davvero e che abbia voglia di divertirsi ed emozionarsi con la marca. Anche per questa ragione sempre più spesso nei piani di comunicazione entrano le voci guerriglia e viral marketing… C’è sem- pre più pubblicità che fa schifo dicevamo. Ma come ti permetti, imbelle denigratore; taciamo, e silenti, prendiamo a caso un magazine a grande tiratura, nemmeno fra i peggiori, e andiamo a tastare il terreno. Sfogliamo. Moschino, Poltrone e sofà 1280 euro, Jeep adesso il mondo è piatto, Ferrè luce mediterranea, Dab il gusto dei momenti migliori, GS la qualità è di casa, Daikin il clima per la vita, Total convinzioni comuni, Carpisa, De Longhi io semplicemente, Casa Buderus tutto un nuovo pianeta, Colmar, Upim la meraviglia di ogni giorno, Honda nulla brucia più dell’invidia, Toys un mondo per te, momenti Ruffino, Foxy colora il tuo mondo, Velvet sei tu che vai di moda, sistemi Bose le grandi emozioni si sentono, Volkswagen Passat extraordinary but real: abbiamo in mano l’unica rivista sintonizzata sul basso ventre, e a vedere le immagini la situazione non migliora. Incredibile, è Il Venerdì di Repubblica, numero di giugno duemilaotto. Figuriamoci gli altri. Più calano i consumi e più la pubblicità si permea di stupidità. Più la pubblicità è stupida e più entra in crisi. Per forza si cercano alternative, altri mezzi. 23 Subvertising 10 online dal 10 SETTEMBRE 2008..