Promesse e bugie Gli effetti collaterali di una
Transcript
Promesse e bugie Gli effetti collaterali di una
mensile di informazione in distribuzione gratuita n. 54 • maggio 2009 Promesse e bugie pag. 8 Gli effetti collaterali di una elezione pag. 18 Shopping card pag. 24 sommario maggio 2009 3 The Code 6 Recessione a Teramo 7 Luce sulla città 8 Promesse e bugie 10 L’Istituto d’Arte “Francesco Grue” 12 La corsa dei soliti noti 16 Un territorio tra due fiumi 15 L’oggetto del desiderio 18 Gli effetti collaterali di una elezione 20 Dura Lex sed lex 22 Il Parco della Scienza 24 La Shopping Card 26 L’oggetto del desiderio 27 Coldiretti informa 28 Lettere dai Caraibi 29 Note linguistiche 32 Cinema 34 Basket è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web www.teramani.info scriveteci a [email protected] Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli Redattore Capo: Maurizio Di Biagio Coordinatore: Maria Grazia Frattaruolo Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano, Elvio Fortuna, Maria Grazia Frattaruolo, Antonella Gaita, Carmine Goderecci, Federico Ioannoni, Amilcare Lauria, Bebè Martorelli, Francesco Pellecchia, LeonardoPersia, Sergio Scacchia Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo parziale, sia degli articoli che delle foto. Ideazione grafica ed impaginazione: Antonio Campanella Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele Organo Ufficiale di informazione dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004 Stampa Bieffe - Recanati Per la pubblicità: Tel. 0861 250930 347.4338004 - 333.8298738 - 320.0455180 Teramani è distribuito da: Pegaso Distribuzioni di Roberto Cerasi - 389.7822574 pag bufale The Code 03 di Mimmo Attanasii ad uso e consumo dei gonzi D an Brown ha costruito le proprie fortune letterarie sulla simbologia religiosa, sui segni e la loro interpretazione. Con il suo celebre romanzo, Il codice da Vinci, intriso d’alchimie storiche e allucinazioni mentali, di vedute acrobatiche e funamboliche dei fatti, fulminanti dal punto di vista narrativo, ma scientificamente attendibili quanto le illusioni ottiche di quelle figurine bidimensionali nascoste nelle confezioni di detersivo, che se le muovi cambiano aspetto… ha impensierito, e non poco, le menti millenarie della Chiesa di Roma. Prima ancora, lo scrittore americano, con Angeli e demoni, ci ha condotti per le vie della Città Eterna, in un’estenuante caccia all’antimateria; alla ricerca di mistiche testimonianze suggestive e raccattare, sparsi qua e là, i cadaveri di alti prelati successori più probabili al soglio pontificio, vittime della setta segreta degli Illuminati. Sarà per desiderio d’emulazione, o chissà per quale altra ragione, che da qualche tempo, un novello Dan Brownino de noartri si diverte a raccontare in città, a mettere in giro voci imbarazzanti, d’apparizioni papaline, dal sapore squisitamente soprannaturale. Quello che vedete raffigurato sulla prima immagine, e che probabilmente avrete già avuto modo di consultare su alcuni quotidiani locali, dovrebbe essere il volto tratteggiato di Karol Wojtyla. Può darsi. Adesso, invece, vogliamo risparmiarvi la fatica di girare il giornale, riproducendo ancora la stessa fotografia, però capovolta. Osservate con attenzione: non vi sembra di scorgere le sottili fattezze del viso affascinante di Monica Bellucci?! Cari cittadini, fate vobis! Per concludere, un po’ di cronaca. È di queste ore la notizia che, a casa di un povero cristo, sulla parete umida del soggiorno comprato tutto da Ikea, pare sia apparso, dall’oggi al domani, il ghigno strafottente di un direttore di banca. Un segno divino per alcuni, una precisa indicazione terrena per altri, comunque pronta a ricordare a tutti che, alla fine del mese, con la pioggia e con il vento, con la neve o con il sole, c’è sempre l’ineluttabilità di un mutuo da pagare. E qui sì che servono miracoli per trovare i soldi… “Signo’ pruteggi gli ricc, ca gli pover s’arangia da sul.” (Proverbio ferentinate) u Committente responsabile: Massimo Gramenzi pag 06 recessione a Teramo All’inizio erano i subprime la povertà creativa N on voglio deprimere: parlo della povertà normale col mezzo sorriso rigato in volto, che più ad un sorriso somigli ad una smorfia, o viceversa, quello che può far accadere le cose anche se poi non accadono, quello che domani è un altro giorno e oggi è già domani. Parlo della povertà di tutte l’ore, anche di quella che non appare perché troppo lacerante, perché svela il lato oscuro della luna, perché ad ora di pranzo i tg non possono trasmettere queste storie così tristi e perché può bastare la mia, la nostra, di povertà. Ma non voglio deprimervi. E perciò su con la vita in questi giorni andanti di crisi economica, di recessione stabile al meno 4,4, con Tremonti Giulio che afferma di scorgere a mesi un happy end per la bestia e con gli economisti di mezzo mondo che fanno a gara per rivendicare la primogenitura del caos: “L’avevo previsto io, no io” sussultano, mentre solo qualche tempo prima facevano girare la storia a forza di subprime, derivati e tossicità varie, col clic di mouse in mano da cui partiva il creativo milione di dollari in combutta con molte banche meretrici di una filosofia senz’occhi. Su dai. Non arrestiamoci dinanzi al drago dalle narici infiammate. Anche perché – tanto per tornare alla nostra città - il teramano Mario B. la crisi proprio non l’ha mai percepita: “Non peregrinavo pe’ bar e ristoranti prima, non lo faccio ora”; risultato: crisi questa sconosciuta. A Fabio B. che piova o che nevichi poco importa; mette mano al motto che furoreggiava ai tempi d’austerity, quasi 30 anni fa, quando i petrolieri arabi in tunica bianca dettavano le condizioni: “Che me ne frega se la benzina aumenta, tanto io metto sempre 10 mila lire”. Ma in tutta verità, per cogliere l’attuale stato di recessione a Teramo, è opportuno riportare tra le viuzze del centro storico i rituali che, come i tg, non si vogliono vedere: ogni sabato mattina, ad esempio, lungo Via Irelli, un anziano posa la sua mercanzia di due bici semi nuove, su cartoncini rigati e sbiaditi appesi ai raggi scrive a mano 50 e 70 euro. “Questa crisi aguzza l’ingegno - dichiara Giancarlo A. – e si diventa più virtuosi, si cambiano meno scarpe e vestiti”. D’altronde i cartoncini di cartone sono espliciti, indicano la voglia di ricominciare tra una tragedia e l’altra o meglio tra le maggio 2009 di Maurizio Di Biagio due diverse e cicliche opportunità della vita. L’altra metafora della crisi teramanizzata ce la descrive Sandro M. che tirando in ballo pure la filmografia evocatrice di Chaplin, scorge nel corpo abbandonato sulle mura bianche del Provveditorato, lungo il corso di Benedetto M. con la scatola di cartone ai piedi il dolore dei nostri tempi. “Gli dissi un giorno: Domenico che stai facendo lì? Allargo il suo faccione e mi rispose: mica posso andare a rubare”. Basta: “Che le banche riaprano i rubinetti” e si riparta come prima, fa intendere il commerciante D.D. “Le banche, quelle sono terrorizzate, ma le vere banche siamo noi”. Luigi M. dice a chiare lettere che bisogna ritornare all’economia reale e senza tanti voli pindarici, bisogna tornare alle cose concrete di una volta, alla gente, al suo lavoro. Anche alla libretta della Posta come asserisce l’operaio single Franco: “Non si guadagnerà un granché ma è più sicura” rumina chewing amaro. Lui ora va per outlet, non fa più vacanze, e dice di indebitarsi “ma questa volta solo per cose essenziali”. Enrico B. invece è un professore divenuto precario ad una certa età ma serba sotto una lanugine bianca un sorriso a dir poco stupefatto: dice di essere un jazzista e quello che salva il suo divenire è il “fatto di essere appunto un artista”. Rimane incantato per un attimo e parla dei suoi figli. Nel frattempo, un po’ più là, i teramani atterriti rifuggono dalle tentazioni di televisori a 300 euro: “E’ importante non farsi sedurre ora” sottolinea Gino M., che è molto preoccupato della piega che sta prendendo questa maledetta depressione soprattutto quando accenna ai suoi figli: “E’ una crisi che durerà 4-5 anni”, alla faccia delle profezie di Tremonti, della Bce, e dei vati della finanza che continuano “a sbagliare; però i teramani continuano ad andare per ristoranti: sono pieni!”. Dino DF. tira la cinghia su abbigliamento, moto, computer e progetti futuri, e ricorda come il momentaccio sia iniziato proprio un anno fa quando la benzina saliva alle stelle. I sacrifici si fanno per le stesse bollette, aggiunge Bruno C., e in tanti contraggono mutui solo per pagarle. Solo un anno fa, Ezio perdeva il posto di lavoro: già in tempi di busta paga ogni fine mese il ristorante non lo vedeva mai, ora con le 840 euro mensili a malapena riesce a pagare telefono, gas, luce ed acqua, più il condominio. Ma ciò che lo rattrista non è tanto la sua storia da disoccupato, quanto piuttosto conoscere che tutti quei diritti dei lavoratori “acquisiti dagli anni ’60 ai ’90 siano svaniti del tutto. Mese dopo mese li ho visti scomparire in fabbrica: maternità, fogli bianchi con il licenziamento già firmato, mobbing, e tante angherie ancora, senza che i sindacati abbiano mosso una foglia. E gli operai? Stronzi più di tutti”. Eppure malgrado i soprusi, i pochi soldi in tasca, Ezio si sente liberato da un enorme peso, “liberato dall’inferno della produzione, dalle prepotenze cui dovevo sottostare tutti i giorni e dalle pressioni ricattatorie del datore di lavoro. Non vi va bene così?, ci diceva. Ok, allora mo’ chiudo! minacciava. In questi tempi di scarpe e pullover dell’anno passato è giunto davvero il giorno della liberazione da fardelli sempre sopportati. Ci voleva una crisi. u pag dalla Redazione Una luce sulla città MANDATARIO ELETTORALE: IN PROPRIO P er un mero errore di trascrizione, nell’articolo di pagina 13 di “Teramani” di Aprile, abbiamo omesso di indicare alcuni dei componenti degli Uffici Comunali che hanno fattivamente collaborato nella gestione dell’Assistenza a quanti hanno ricevuto danni di varia natura ed entità dal terremoto. Ci scusiamo con loro e vogliamo citarli tutti con grande piacere. Essi sono: ing. Giuseppe Di Bonaventura; geom. Giuseppe Ciprietti; geom. Gustavo Giordano; geom. Adriano Di Michele; geom. Divinangelo Terribile; geom. Patrizia Ponziani; geom. Paolo Boraschini; geom. Ennio Battistelli; geom. Aladino Testa. u Ricerca di personale 07 Cerchiamo persone che hanno voglia di lavorare e… di guadagnare! Se ti piace il contatto con la gente, se sei curioso e intraprendente, se non ti arrendi alla prima difficoltà, se pensi che il tuo guadagno debba dipendere dall’impegno che metti nel lavoro e dalla qualità e dalla quantità del tempo che gli dedichi, hai trovato l’Azienda che fa per te! …e noi un buon collaboratore, al quale offriremo tutta l’assistenza e la collaborazione possibili. Chiamaci per un appuntamento al 333.8298738 IL 6-7 GIUGNO VOTA Mirella MARCHESE L’Esperienza e la Concretezza che conoscete AL COMUNE DI TERAMO CON MAURIZIO BRUCCHI pag 08 l’assalto dei 500 Promesse e Bugie: maggio 2009 “mi ricorderò di te!” Chiediamo una cauzione ai politici A lcuni vivono per la politica, molti della politica. Sicuramente non la stragrande maggioranza dei circa 500 candidati teramani che il 6 e 7 giugno subiranno il giudizio dei propri concittadini: geometri, impiegati, commercianti, per lo più dilettanti dell’”arte del possibile” che vedono nell’appuntamento di fine primavera forse davvero un servizio da offrire al cittadino e non un business da cui trarre solo vantaggi personali. di Maurizio Di Biagio C’è chi ovviamente fa gavetta per ordine di partito, chi si vuol mettere in luce, chi disturba e basta, chi pompa il proprio io e chi resta idealista perfino ballando sul Titanic alla fine delle ideologie. E c’è anche chi invece ci crede davvero e pensa di cambiare il mondo con due massime roboanti ma senza esercito. La politica peraltro non è una scienza esatta ma un’arte: quindi chi più di noi italioti è suscettibile a queste forme di strambe alchimie magiche, di visioni magnificenti, di coltellate alla schiena, di strategie arzigogolate? Chi più di noi si crogiola nel catartico “fine che giustifica i mezzi”, nelle “promesse che si possono anche non mantenere, ma bisogna saperle fare”, nel lodare uno ed un attimo dopo disprezzarlo? D’altronde è l’unica professione per la quale non si ritiene necessaria alcuna preparazione, e i risultati si vedono pure. A Teramo, come del resto in tutto lo stivale, le tornate elettorali sono subite con santa rassegnazione, capita sempre qualcuno di nostra stretta conoscenza a cui un voto diviene pure difficile negarlo, un geometra utile per le ultime lesioni post terremoto, un ragioniere che ci sbriga la tortuosa dichiarazione dei redditi, nostro marito o nostra moglie. Conosco casi dove un candidato non fu votato nemmeno dalla propria consorte. Allora che fare? Infatti i teramani, che appartengono ad una genia quieta e mansueta, dopo una prima e malcelata insofferenza, tengono sempre in serbo i legami stretti: “Vado a votare perché c’è un amico – rende noto il tecnico Andrea Ricci - ma in definitiva penso che comunque sia importante andare a votare, $BOEJEBUP 4JOEBDP 1BPMP"MCJ Siriano.indd 1 21-05-2009 11:16:17 pag indipendentemente dai colori politici, visto che Teramo è davvero ridotta male. Ogni mattina, quando mi reco sul posto di lavoro, vedo cose che non vorrei vedere nella mia città”. Il commerciante Flavio Franchi ha pure lui un amico da ricompensare, perché in tempi di amministrative può capitare anche questo, che ad esempio un geometra “si comporti nei suoi lavori in maniera onesta, disinteressata e franca” e che poi venga indennizzato nella semioscurità delle cabine elettorali sotto forma di voto. Anche se per la verità i teramani sono stanchi di santini, di sei per sei, di appuntamenti elettorali in genere: “In un anno siamo alla terza votazione – dichiara il sociologo Gianni Di Giacomantonio - la gente è spossata, in un periodo poi caratterizzato dai disastri del sisma”. Il teramano azzarda una previsione: “Si recherà alle urne il 75% degli aventi diritto, e questo perché si presentano più di 500 candidati: ci sono parenti, amici, amici degli amici, una partecipazione che non si vede invece per le regionali”. “Sì vado a votare – ribadisce il professore Lorenzo Di Giuseppe -. Sinceramente non sapevo nemmeno che si votasse, però mi hanno chiesto il voto per un progetto sportivo da condividere e io sono della partita”. A volte anche un calcio al pallone o una maratona sono sufficienti per un proficuo e sano scambio di voti: il do ut des è vecchio quanto il mondo. Il critico d’arte Giovanni Corrieri appartiene alla folta schiera dei delusi: “Sono dieci anni che non vado a votare; dapprima non sono d’accordo sulla legge elettorale, poi mi sono disamorato verso la politica”. Un disamore che aleggia greve sulla città, un sentimento che i politici si sono facilmente conquistati nel tempo per le loro troppe leggerezze. L’operaio Bruno Calisti è caustico: “A Teramo non chiedono consensi, li comprano, e una volta eletti non sono più soggetti 09 al controllo dell’elettorato”. E per concludere, sentite questa: “Ho la tentazione di non andare a votare o di annullare la scheda elettorale – ammonisce l’imprenditore Gabriele Verni - perché da sempre Teramo da quei due-tre poteri forti non ne esce mai. Ma cosa hanno fatto per noi cittadini? Un bel niente, si fanno i cavoli propri. Non esiste più la politica, semmai ci fosse mai stata prima, non esiste quell’orgoglio di mettersi al servizio della comunità, non c’è. Io con la mia ditta nelle gare d’appalto sono costretto a versare delle cauzioni anche gravose. Ebbene, farei lo stesso con i politici: a quei candidati sindaci che non attuano almeno il 75% del loro programma dichiarato in campagna elettorale, farei sganciare la moneta scintillante della cauzione. Vediamo chi andrà a fare il sindaco!”. u pag 10 eccellenze didattiche maggio 2009 L’Istituto Statale d’Arte “Francesco Grue” Una scuola che guarda al futuro N el lontano 1906, nel piccolo borgo di Castelli ai piedi del massiccio del Gran Sasso, immerso nel verde, in Provincia di Teramo, venne istituita la “ Regia Scuola d’Arte Ceramica “ F.A.Grue”, allo scopo di dare continuità, affinare ed impreziosire quella che era - ed è ancora oggi- la cultura artistica e artigianale della ceramica castellana, conosciuta in tutto il mondo. La “ Scuola”, con la riforma del 1961, diventò Istituto Statale D’Arte per la Ceramica “ F.A.Grue” , sviluppando nuove proposte formative mirate alla sfera dell’arte e preparando tanti giovani ad una vita di professionisti ed operatori dell’arte. L’Istituto , attualmente diretto da Carla Marotta, avvalendosi di un corpo docente altamente qualificato e ricco di esperienza, si è particolarmente distinto per innumerevoli iniziative culturali e didattiche e per il conseguimento di prestigiosi riconoscimenti in concorsi italiani e internazionali: • 1° Premio Concorso Nazionale “ Contenitore con coperchio” , Faenza (Ravenna), giugno 2007; • 1° Premio Concorso Internazionale di Grafica “ L’Arte in Bottiglia”, Agliano T. (Asti), giugno 2008; • 1° Premio –Borsa di studio- Concorso Istituti d’Arte d’Abruzzo, Guardiagrele (Chieti), giugno 2008 • 1° Premio” Concorso “ Pasquale Celommi”,Roseto degli Abruzzi (Teramo), giugno 2008 Recentissimi sono i riconoscimenti ottenuti nei seguenti concorsi: • 1° premio, Concorso Nazionale “ Versatoio senza manico” , Faenza (Ravenna), maggio 2009 • 1° Premio, Concorso “ Un gioiello per il Mediterraneo” Pescara 2009- Ente Mostra di Guardiagrele, (Ch); di Antonella Gaita • 1° Premio, “Concorso di idee sulla legalità”per la Provincia di Teramo , ediz. 2009 • 2° Premio, Concorso “ Pasquale Celommi”, Roseto degli Abruzzi (Teramo), maggio 2009 L’istituto è, a sua volta, promotore di iniziative culturali di ampio respiro, che arricchiscono la sua offerta formativa e la collegano al circuito internazionale dell’arte. Si tratta delle • “Giornate Internazionali nell’Istituto d’arte”, iniziativa che ha consentito, a maggio 2008, a studenti e docenti dell’ Istituto di Castelli di vivere un’ esperienza artistica con studenti della Scuola d’Arte di Spalato e con l’artista Statunitense Regis Brodie dello Skidmore Institute di Saratoga; • “Natale a Castelli”, realizzazione di installazioni artistiche in ceramica che ogni anno l’Istituto propone per l’arredo natalizio del borgo. Insomma, chi più ne ha più ne metta! Ma non è finita qui. Sì, perché l’Istituto ha bandito per le Scuole Medie della Provincia di Teramo il Concorso “Letteratura in ceramica”, con lo scopo di offrire agli studenti del teramano l’opportunità di scoprire una realtà formativa spesso sottaciuta. E’ stata proposta la realizzazione di un piatto decorato o modellato sul quale trasferire liberamente la rappresentazione pittorica di un episodio della “ Divina Commedia”. Il Concorso tende a ribadire il profondo ed imprescindibile legame fra formazione umanistica ed espressione artistica, ad impostare un percorso culturale allargando il dibattito a tutto il consiglio di classe, a programmare un’esperienza consistente e duratura nel tempo che negli anni, potrà interessare diversi periodi letterari e perciò, costituire una vera e propria carrellata nella letteratura italiana e internazionale. Il Concorso vuole anche essere l’occasione per indurre nei ragazzi la consapevolezza del proprio territorio, per aiutarli a scoprire attitudini nascoste e a coltivare giuste aspettative, per ospitare almeno una volta, studenti e docenti delle scuole medie in un Istituto che da più di un secolo contribuisce a scrivere la storia della formazione artistica della Provincia di Teramo. Gli elaborati realizzati sono moltissimi. Una Commissione di artisti, artigiani e docenti individuerà i vincitori che verranno premiati nei primi giorni di ottobre 2009 presso l’Aula Magna dell’Istituto, alla presenza delle famiglie, di autorità locali e provinciali. Seguirà una Mostra nelle strade di Castelli e negli spazi espositivi dell’Istituto, meta continua di visitatori . L’intera iniziativa verrà documentata attraverso un catalogo di tutti gli elaborati proposti. Insomma, una scuola che da un lontano passato, fatto di tradizione ed esperienze sul campo, sa guardare all’oggi e al futuro dei nostri ragazzi. u pag 12 accade a Teramo La corsa dei soliti noti I nuovi… vecchi “C ari teramani, badate bene: le zaffate di benzina combusta già riammorbano dannunzievolmente le narici. Addio ora di sosta a discorrere tranquilli con gli amici, ad ammirare senza patemi la bella vetrina, l’unica che c’è… Ed io, se Teramo avesse avuto e rispettato un vero piano regolatore, e se si fosse preoccupata in tempo d’approntar piazze e parcheggi nell’immediata periferia, avrei già preteso l’isola pedonale per tutto il centro storico, da Porta San Giorgio a Porta Reale, da Porta Romana a Porta Melatina, così limitato com’è, così aduso da secoli a servi con due passi il piede dell’uomo!” Scriveva così, nel suo stile inarrivabile, l’amico Giammario Sgattoni nell’ormai lontano 1969. E mai scritto fu così attuale quarant’anni dopo. Via Pretuzio, 36 Angolo Via Getulio (Zona Piazza S.Anna) Teramo Mobile 339.2112322 Aperti a Pranzo e Cena Chiuso il Martedì maggio 2009 di Sergio Scacchia www.pensieriteramani.splinder.com Ormai si è perpetrato definitivamente lo scempio di una città che ha perso la sua identità, il suo umile ma omogeneo tessuto urbanistico dentro il quale, la voce e la bellezza di monumenti secolari, porticati trecenteschi, palazzi stile barocco, vecchie fontane, avevano piena cittadinanza. Una Teramo in cui, intorno al suo Duomo, sono scomparse le inutili bancarelle terribilmente paesane, elegantemente sostituite da improvvidi parcheggi a pagamento e lavori infiniti, che arrivano fino al quartiere Castello del “visionario” Della Monica, soffocandolo irrimediabilmente. Ormai si può dire distrutta anche la cerchia delle colline fin sopra Colle Izzone, tra ville di primari ospedalieri, politici e benestanti. Quelle stesse colline che erano il grande amore di un certo sindaco, forse l’ultimo vero che Teramo ha annoverato storicamente, il Carino popolare, Gambacorta. Agli scempi del dopoguerra con la scomparsa del Parco del Delfico, della casa degli Antonelli, dell’interramento del «Ponte degli Impiccati», uno dei rari archi del tempo romano sopravvissuti in Abruzzo, oggi i moderni Nerone, vista la penuria di monumenti rimasti, distruggono l’ambiente. Ecco l’erezione di manieri di cemento, privi del respiro urbano, che opprimono le necessità del traffico. Già, il traffico! Cavallo di battaglia degli odierni candidati sindaci che di colpo si pag riscoprono ambientalisti. Hanno in mano la giusta ricetta per le annose incompiute stradali che non hanno risolto, nonostante suggerimenti e progetti di ogni tipo, il problema delle auto e delle polveri sottili. Anzi, mentre gli infiniti cantieri distruggono verde e reperti archeologici, Teramo continua a non vedere un solo edile denunciare le cospicue e talora preziosissime scoperte archeologiche distrutte durante ogni sterro in città. Così qualcuno, tra tanta indifferenza complice e tanto vergognoso silenzio, si scopre sgomento alla notizia che Teramo sprofonda nella graduatoria nazionale sulla vivibilità stilata dal “Sole 24 ore”, dal 15 posto del 2001 all’attuale 87 posto tra le 103 città capoluogo di provincia italiane. I candidati sindaci continuano a dirci che loro la ricetta ce l’hanno. Ha la giusta prescrizione per curare il paziente, il Dottor Brucchi del PdL, che non l’ha cacciata fuori quando c’era Chiodi e aveva l’assessorato ai lavori pubblici, forse perché aspira ad essere oggi il protagonista del cambiamento. Dice di averla anche il dottor Albi che giura di essere il nuovo che avanza. Dimentica di essere ex Udc, ex maggioranza Chiodi e amico dell’anfitrione della politica teramana, Lino Silvino. Il terzo incomodo è l’uomo senza speranza, tal Sandro Santacroce di Rifondazione. La verità, forse, ve la dice un umile scribacchino che fa un mestiere non suo: quello del grillo parlante. Lo sviluppo urbano di Teramo è avvenuto senza un progetto complessivo coerente delle amministrazioni comunali di oltre trenta anni che hanno preferito, affidarsi di volta in volta alle opportunità offerte dal settore privato. Tutto questo, è stato fatto abdicando a giuste decisioni in materia urbanistica e ambientale e svolgendo una funzione tecnica strumentale ai limitati obiettivi di alcuni e non all’interesse generale. Se oggi la situazione è degenerata, la responsabilità è in gran parte della scarsa attenzione al futuro da parte dei nostri politici, che hanno sempre guardato alla crescita immediata. Peccato che, scorrendo le liste dei due schieramenti, ritrovi gran parte dei nomi che hanno contribuito alla degenerazione della nostra città. Gli stessi che oggi ci chiedono il voto. Nell’ascoltarli non sento l’aria di una politica che guardi al futuro e che si ponga il problema di salvaguardare e ampliare il verde, recuperare piazze, giardini e, 13 soprattutto, garantire una buona qualità della vita a chi abita in città e a coloro che la scelgono come meta turistica. Non sento nelle loro elucubrazioni, la necessità della creazione di un piano verde, con un serio censimento delle presenze arboree in città. Non sento la vera voglia di creare una Teramo a misura di cittadino. Non percepisco niente di buono. E allora, non resta altro che chiudere ancora con le parole forbite dell’amico Giammario nel 1969, quando Brucchi aveva i calzoni corti e nove anni di vita e Paolo Albi era poco più di un giovanotto. “Stasera debbo essere triste, cari colleghi, perché m’andrebbe di continuare; ma a chi li facciamo questi discorsi, per chi ci ostiniamo a sprecare la nostra logorrea? L’epicedio per Teramo e l’epicedio per noi stessi, per quel poco di umano e di intatto che ancora ci resta, e che ci strugge di sopravvivere: mentre attorno impazza ogni giorno di più la mostruosa tregenda plutocratica che ciascuno di noi - senza discriminazione o alibi di sorta, per vigliaccheria, pigrizia ed egoismo qualunquismo ha contribuito purtroppo ad alimentare”. u pag artigianato 14 maggio 2009 Uno Sportello Italia sulle Vie della Seta Gloriano Lanciotti in Cina I l 4 aprile 2009, una delegazione composta da Orazio Di Marcello Assessore Prov.le alle Attività Produttive, Carlo Pirozzolo Segr. Gen. della Provincia ed il Direttore CNA Gloriano Lanciotti in rappresentanza della Camera di Commercio, é partita alla volta della Cina per incontrare gli Organi di governo di due importanti Città della Repubblica popolare cinese, Cangzhou e Tianjin, per definire e sottoscrivere un Accordo di amicizia e cooperazione per promuovere scambi culturali, commerciali, imprenditoriali e scientifici. La Cina, negli ultimi 10 anni, è diventata protagonista nei processi di internazionalizzazione delle imprese con investimenti da tutto il mondo, attratti dai costi bassi di produzione e dalle potenzialità espresse dal mercato Cinese. Per far cogliere questa opportunità alle imprese abruzzesi e teramane in particolare, l’Amministrazione provinciale ha messo in cantiere l’apertura a Tianjin di uno SPORTELLO ITALIA atto a garantire supporto e consulenza alle imprese e implementare gli scambi commerciali, generando opportunità per la nostra economia Tianjin, provincia autonoma con 13 milioni di abitanti, è una città strategica per la sua posizione, con un management e centri scientifici e di ricerca di eccellenza in molti settori. L’obiettivo è promuovere “canali permanenti e strutturali di scambi di esperienze, relazioni economiche, culturali e politiche con alcune realtà di Cina” allo scopo di giungere ad una proficua cooperazione basata sul “Made in Italy”, sui marchi teramani e sulla qualità dei nostri prodotti artigianali, agroalimentari, industriali, molto apprezzati dai consumatori cinesi. Quello del sostegno all’internazionalizzazione delle nostre imprese, in presenza dei limiti del mercato interno, è uno degli obiettivi del programma dell’attuale Amministrazione provinciale. Da tempo infatti sono stati avviati contatti con le Autorità di Cangzhou e Tianjin al fine di stringere intese volte a sviluppare strette relazioni, sulla base di programmi di collaborazione condi- visi. In questa direzione si è lavorato cercando contatti e predisponendo intese che, nella fase preparatoria, hanno visto anche la partecipazione della Regione Abruzzo e del Governo nazionale. I questi tre giorni si sono susseguiti incontri istituzionali con omologhe delegazioni che hanno manifestato grande attenzione e interesse per l’iniziativa di cooperazione, riservando alla delegazione teramana una premurosa ospitalità. Nei colloqui intercorsi sono emerse numerose disponibilità e tanta attenzione per i nostri prodotti, le nostre eccellenze e verso le imprese teramane che volessero entrare nel mercato cinese. Queste disponibilità sono state manifestate sia dalle autorità di Cangzhou che di Tianjin. Per quanto riguarda la prima città di Cangzhou che conta oltre sette milioni di abitanti, le Autorità locali, condividendo l’iniziativa e il progetto, hanno espresso la volontà di venire in Italia, nella nostra Provincia, entro il mese di maggio o giugno prossimo per sottoscrivere l’intesa di amicizia e cooperazione. Cangzhou è in fase di ricostruzione e ammodernamento, tanto da apparire tutta un cantiere, con molte opportunità di investimento sostenute da agevolazioni e contributi del Governo cinese; inoltre ha in costruzione una struttura portuale per lo sfruttamento delle risorse energetiche presenti in loco, in enormi quantità, che la vedono candidata a diventare leader del settore energetico e portuale della Cina. La delegazione cinese si è dichiarata favorevole e disponibile ad accogliere imprenditori teramani che volessero intervenire nella ricostruzione o investire in loco per avviare proprie attività, assicurando supporto e collaborazione. Fruttuoso è stato anche l’incontro con il Governo di Tianjin che in una cerimonia ufficiale ha sottoscritto la proposta di accordo trasmessa in precedenza dalla Provincia di Teramo. La cerimonia si è svolta in una cornice di alto profilo istituzionale, con la partecipazione delle autorità del Comitato Amministrativo della Zona Industriale per le Tecnologie di Tianjin: Vice Presidente dell’Ufficio degli Affari della Comunità cinese del Comune di Tianjin Sig. Liu Zhiyong e Vice Direttore del Comitato di Gestione della Zona Industriale per le Nuove Tecnologie di Tianjin Sig. Li u jinyuan. A conclusione degli interventi le Parti hanno sottoscritto, in forma ufficiale, l’Accordo di cooperazione tra la Provincia di Teramo e la Cina. u MANDATARIO ELETTORALE: IN PROPRIO ELEZIONI COMUNALI TERAMO 6-7 GIUGNO 2009 Doriano S “Costruiamo insieme una città più bella, più umana e più grande” ono Doriano Panichi e per la prima volta mi accingo ad affrontare questa impegnativa esperienza politica. Nella mia vita ho fatto sempre tutto con grande entusiasmo: gli anni di scuola e quelli ancora più importanti della scuola della vita che ho la fortuna di “frequentare” con la mia famiglia con la quale condivido una intensa attività lavorativa. Ogni giorno tempro il mio carattere e maturo la mia formazione umana e professionale anche per via del quotidiano carico di incombenze e di responsabilità che richiede la gestione della nostra azienda famigliare. Credo sia superfluo dire cosa comporta essere di fatto un riferimento per l’azienda e riuscire sempre a rispondere a tutte le richieste della variegata clientela! Significa cercare le soluzioni a tutte le necessità che si presentano e fare in modo che nulla sia lasciato al caso e tutto funzioni al meglio. Svariate sono le mansioni che fanno capo a me. Sono il “jolly” della società, pronto ad affrontare ogni problema nel modo in cui mi hanno insegnato i miei genitori: sempre con serietà ed impegno. Vorrei mettere al servizio della nostra Città tutta l’esperienza acquisita in questi anni nell’amministrare la nostra società, perché credo che tutti dobbiamo dare il nostro contributo. Teramo ha davvero bisogno dell’impegno e della partecipazione di uomini capaci e fattivi che vogliono fare della politica uno strumento al servizio del bene comune. Care Elettrici e cari Elettori sono qui a chiedere il Vostro aiuto per essere eletto e per consentirmi di poter essere un futuro componente della nuova amministrazione di Teramo, nella certezza che massimo sarà il mio impegno per rappresentare nel modo migliore possibile le Vostre istanze. Con il Vostro voto possiamo vincere! Possiamo vedere realizzate le nostre idee sulla città di Teramo che partono dalle intuizioni lungimiranti della Giunta Chiodi! Uniti con il nostro candidato a Sindaco, Maurizio Brucchi possiamo costruire una città più grande, più umana e più bella. Panichi con Maurizio Brucchi sindaco pag Teramo 16 Un territorio tra due fiumi I la chiamavano Intermnia Urbs n ogni caso varrà la pena parlarne. Alla fine dovrò farlo, buttare fuori in uno sfogo tutto di un botto la rabbia che mi rode dentro da tanto tempo. Probabilmente servirà a ben poco mettere in fila queste parole, ma se non le sbatto in faccia a qualcuno, rischio un’emorragia idrofoba. La scuola e poi il lavoro e il lavoro che arriva tardi che già hai un figlio da campare. Nelle grandi città si sa che c’è la mafia, e anche la malavita da organizzare, a renderti la vita difficile; ma da qualche altra parte, per quanto piccolo possa essere un agglomerato urbano, non ci manca mai niente, e la consorteria di potenti & notabili vari, tutti quanti insieme, la chiamiamo affettuosamente: “La mafia bianca.” Da un semplice certificato, agli esami del sangue; da una concessione edilizia, alla pensione d’invalidità, quello che conta è se puoi affidarti al santo, che con un voto comprato si è ritrovato fresco fresco in paradiso. E qui di santi ne abbiamo eletti davvero tanti, democraticamente, dopo l’arrivo degli americani. A giugno si nominerà il nuovo Sindaco: cittadini in svendita e candidati bene accomodati a ricevere suppliche nelle loro lussuose sedi elettorali. Hai l’imbarazzo della scelta, durante le peripezie quotidiane, dinanzi agli sportelli degli uffici pubblici, che assomigliano sempre di più ad ospizi per impiegati molesti. A chi mi rivolgo adesso per questo servizio?! Al signorotto delle Industrie Arrangiate S.p.A. del Centro Sud, che da un secolo si va comprando interi pezzi di città messi in saldo dagli amici degli amici oppure vado a piangere dall’Onorevole di serie B, che in Parlamento non conta un c…zo, ma qui da noi si muove come Abraham Lincoln? Mi fischia un orecchio. Avverto sempre più forte la sensazione di essere di troppo per qualcuno. Ciò che mi consola è che non esistono solo le libertà “positive”, cioè la libertà di esprimere le proprie idee, di manifestare il proprio dissenso… insomma, tutte quelle libertà inscritte a lettere maiuscole nelle Costituzioni di tutti i grandi paesi civili; ma ci sono anche le libertà “negative”, vale a dire le “libertà di non”: non associarsi, non affiliarsi, non iscriversi a lobby di potere per cercare di sopravvivere in qualche modo maggio 2009 di Mimmo Attanasii alle prepotenze quotidiane. Ma dove vivo? Me lo chiedo spesso durante la giornata. Soprattutto quando vedo strade appena costruite franare per la piena di un torrente; quando cammino per il vicolo del centro storico e sento puzza di pisciate contro i muri dei palazzi. Gli sputi espettorati con impeto e fiotto finale sul selciato, nella piena incuranza di farlo quando intorno non c’è nessuno; sorci morti e cartacce a terra perché non c’è un cestino dei rifiuti lì pronto sotto il naso e la cattiva educazione è sempre colpa degli altri. Sarebbero assai necessarie norme determinate e condivise, lo sguardo incombente e giudicatore sulle piccole forme d’illegalità d’ogni giorno, tanto diffuse quanto depenalizzate nelle coscienze di chi le commette. Comunque sia, io amo molto la mia terra. In questi luoghi leggendari, lungo il corso di fiumi detti del paradiso, nominati nella Bibbia, nei poemi sumerici e accadici, nei testi degli storici greci e romani, da Erodoto a Polibio a Tacito, negli scritti dei Padri della Chiesa, e nei racconti di letterati e viaggiatori, il Tigri e l’Eufrate sono stati tra i testimoni della nascita della civiltà. Un territorio tra due fiumi. Mesopotamia (en mésos potamós): questa è la mia terra. Per dirla alla maniera dei latini, una Interamnia Urbs. Come il nome di una prestigiosa Coppa per un torneo di pallamano, che si disputa di là, da qualche parte, in Occidente, divenuta ormai la World Cup International exhibition full optional edition on the road in joy together. Praticamente una festa paesana, che mia madre ricorda con affetto perché da giovane vi ha partecipato come pivot, nella squadra di handball della nostra cittadina. Mi racconta anche che durante l’intervallo della partita, le si è avvicinato un giovane con i capelli ricci e la barba corta a chiederle, in un improbabile inglese, un autografo sul gesso del braccio: “ …a causa di quella frattura non poteva più fare niente per quell’anno”. Le fece uno scarabocchio di nascosto del suo allenatore baffuto e, arrossendo in un timido sorriso, lo salutò per sempre. Ancora oggi, quando è in vena di nostalgie, pensa a quel ragazzo di un’Europa ancora lontana. Pochi capelli, la barba bianca e labbra sottili, che scrive c…zate su qualche giornale di provincia. “Simul stabant, simul cadent” u I LO!LB d0AO 8VcY^Y YVX VidH^c pag 18 Manifesti e slogan…ordinari maggio 2009 Gli effetti collaterali di una elezione meglio i writer che i santini N eppure questa volta i “nostri bravi candidati” ci hanno voluto risparmiare la sequela di slogan partoriti dalla fantasia di chissà quali pseudo-improvvisati-consulenti-fattiincasacomunicatori politici. Noi non li possiamo citare perché ci troveremmo a fare pubblicità a chi crede di poter impunemente giurare e spergiurare che, votando loro, assieme a loro ci saremo guadagnati il Paradiso. “Io ne ho sentite promesse che voi umani non potreste immaginarvi…” si diceva nel film Blade Runner. Promesse che non si potranno mai mantenere e scenari che non potremo mai raccontare, semplicemente perché utopistici ed irrealizzabili. Eppure tutto ciò, nella testa di chi ha coniato tali insulsità, sembra debba pagare, anche perché alla fine nessuno gliene renderà veramente conto. Quella che riportiamo è semplicemente una vetrina di quelli più scherzosi, che ci fanno sorridere e ci fanno sentire un po’ meno tristi di fronte alle cose serie del mondo. Ma la politica oggi cos’è veramente? Paolo Albi (foto 1) Mai visto un Paolo Albi con questo cipiglio e con questa luce crepuscolare da Cinemascope dei film di un tempo. E’ un Albi che ha i tratti del Mosè solenne de “La Bibbia” di John Huston, la pellicola del 1966 a base di Arca di Noè e Torre di Babele. Non sorride, è severo, lo spazio è riservato tutto per il suo volto contrito. Il Sindaco – dicono – è vero. Motto che vorrebbe far presumere altre cineserie? Comunque lui conserva la sua aria bonaria e soprattutto sorniona: basta osservare i gatti stampati sulla sua cravatta. Come i felini lui ama il formaggio svizzero, quello senza i brucchi però. Maurizio Brucchi (foto 2) E’ un candidato sindaco che prepara la sfida alla maniera di un boxeur, incrociando i suo pugni. Tende a sporgersi un po’ alla Lilli Gruber ma intende dare un senso di quiete e sicurezza, con la sua fede in primo piano (la famiglia ed il suo alveo) e con i termini che suscitano altrettanta armonia, come “La città che sorride”, “sicurezza”, per una città che sa tendere la mano. Valter Catarra (foto 3) “Vieni con me in Provincia”, un invito terribilmente pericoloso in questi giorni per le note vicende della chiacchierata inagibilità della sede della Provincia di Via Milli. Faccia paciosa da manager dell’Asl, in un non-sorriso forzato: un non luogo per lui che ride o che s’intristisce. Grafica roboante e piena da circo appena oggi giunto in città. Ha anche la parvenza di un cantante degli anni ’60 in una copertina di dischi 45 giri: il fenomeno dell’estate o del Cantagiro. Gli occhiali alla Al Bano lo ringalluzziscono. Senza dubbio il primo manifesto di Maria Grazia Frattaruolo [email protected] Pdl fuori dagli schemi dell’estetica di partito: poco azzurro rilassante, qualche inconfessato rosso, più un arancione che sa di eretico nella visione camomillizzante del Berlusca. Lo slogan “Vota Valter Catarra” è stato rispolverato da qualche manifesto Dc di un tempo. Ernino D’Agostino (foto 4) Il roteare della sua mano sinistra, evidenziato dalla virgola verde a lato (genialità del grafico!!) sta lì a indicare: Eh vai, ve l’ho fatta ancora! A passo di marcia, l’ex presidente s’accinge a riconquistare la sua poltrona (lo assicura perfino il motivo: “D’Agostino la Tua Provincia”). “Sappiamo crescere”, dicono: certo, dal secondo piano della sede di Via Milli, al terzo della nuova sede di Via Carducci, davvero un bel salto in avanti! “Sappiamo riformare”: pensate al titolo V, dopo i tre al multisala Smeraldo, ora i due in via Carducci: “Ernino e i suoi fratelli” e “Profondo Rosso” (due titoli intramontabili). “Sappiamo innovare”: da Ernino D’Agostino I a Ernino D’Agostino II. Verticelli (foto 5) In un’orgia di bandiere, non si sa se la foto è stata fatta in curva sud a Berlino nel 2006 davanti a Zidane e Materazzi oppure nei pressi dell’Eurotower di Bruxelles. il suo ghigno è quello edulcorato dei migliori sorrisi stampati made in Psi anni ’80: raggiante e proteso verso un futuro della “nave che va”. Ha la faccia terribilmente ascetica del mega direttore fantozziano ma ti riserva un motivetto da “paura”, fin troppo in linea con il tema delle europee. Scontato. Ma lui se la ride lo stesso: nella giornata burrascosa e ventilata (vedi la foto), i suoi capelli non fanno una grinza! Unto dal signore e dalla Gilette. Manola Di Pasquale (foto 6) Il manifesto richiama più una copertina patinata dai color pastello anni ’50 di “Elle” quando nominata donna dell’anno sfoggia il suo sorriso acquiescente e maternamente risoluto, del tipo: “Lo so che mi voterete, beccatevi ‘sta Manola Di Paquale, che tanto vale”. Tutti ora abbiamo “un’amica in Comune”, quindi alzate la cornetta e chiedetele un posto da usciere, a meno che non sia un posto in comune, allora sarete in 10 mila (quasi gli stessi numeri di un concorso pubblico). Togliete immediatamente la licenza alla sua parrucchiera. Taroccata. Nel senso arancione dei prelibati tarocchi siciliani (che cospargono la sua mise). Anna Marcozzi (foto 7) Appena tornata dal Kenya, stretta nella sua sahariana e nella camicia bianca alla Meryl Streep, non si sa se aspetta un taxi a Mozambico o a Miramare di Rimini. E poi con quella vegetazione lussureggiante alle spalle: ma dov’era? Alla Villa di Teramo o ai giardini di Naxos? Non è sicuramente una turista fai da te, ma sicuramente un Pidiessina fai da te, e senza il kit del boss. Si appropria di un gingle abusato e riabusato ormai in disuso: quella formula del TE sventagliata come fosse una trovata geniale: davvero non se ne può più! Luca Boschi (Al Centro per Teramo) (foto 8) Il suo santino riecheggia vagamente un biglietto da visita di un brioso agente di vendita di qualche nota marca di aspirapolvere o se vogliamo proprio insistere richiama una card di un rampante guru di qualche chiesa battista negli Stati Uniti, con tanto di cellulare e fax, di quelli che vanno in giro in fiammanti Bmw e spennano gli adepti. Verdecchia John (Idv) (foto 9) Non si sa se il santino sia una vecchia locandina di qualche film californiano anni ’70 con qualche autore emergente (tipo uno pag Schwarzenegger ante litteram, John gli è sosia) o solo un mediocre fotomontaggio di quelli che si fanno negli apparecchi delle foto in tre minuti con la tua faccia sul corpo di un giocatore di football. I caratteri del nome sono affascinanti, old fashion, magica la sventagliata dei colori che vuole riprendere il volatile dell’Idv : un iride che va dall’arancio al giallo verde-oro brasileiro, fino al celeste Savoia! Volto da collegiale americano, pulito ed innocente. Mauro Di Dalmazio (Al Centro per Teramo) (foto 10) Lui che è un bell’uomo si riduce virtuosamente ad icona per far spazio ad una massima di un documentario del 1955 che ha fatto epoca introducendo neologismi da fantascienza: “The future is now”. La grafica (pare un Sudoku) è da saggio che tratta materie tecnologiche, chips e kappabaits. Come per la Terribile si sta spandendo il fenomeno dei manifesti elettorali trattati come copertine di libri. Sorriso da lusingatore come se volesse far capire: “Vi ho purgato ancora”, firmato Francesco Totti. Raffaele Battistella (UDC) (foto 11) Il sapore è quello vago e pirotecnico di un Pirata dei Caraibi alla Johnny Depp calato all’improvviso tra i flutti impetuosi della tera- Con quell’affermazione imperiosa e territoriale uno si aspettava al massimo il Guerriero di Capestrano. E poi non si capisce se si debba votare Lega Nord Abruzzo, cioè per S.Egidio alla Vibrata, per Ancarano, per Martinsicuro, ecc. (città stato che volevano migrare sotto il cappello protettivo di Ascoli), oppure Lega Nord e basta in Abruzzo. Il verde è un pugno in un occhio ma tant’è, siamo già abituati alle sgargianti cravatte e orribili pochette nel Transatlantico. Facciamocene una ragione. Guido Campana (Al Centro per Teramo) (foto 14) A vederlo meglio “il consigliere di tutti i teramani” ha preso le sembianze bonarie di Marcello Olivieri nella noche pescarese. Mitico duomo alle spalle dai contorni imprecisati che gli rammenta anche la sua provenienza di papaboys. Sorriso fin troppo indeciso, studiato dinanzi ad un fotografo che speciosamente gli ha richiesto un mezzo ghigno serioso, decisamente contro natura per i suoi costumi, per uno come lui abituato dappertutto ad elargire euforia e a sgambettare in fretta lungo l’asse Piazza Martiri-Corso nuovo e vecchio. Doriano Panichi (Pdl) (foto 15) Decisamente il Bruce Willis della politica teramana. I suoi tratti sono 19 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 manità. Il candidato, nella sua posa affettata, divide alla Mosè la folla in due, folla che nei visi degli astanti pare attendersi qualcosa di importante dal candidato. Un D’Artagnan dei nostri tempi su un set cinematografico virtuale: a quanto pare il manifesto elettorale è opera di svariati fotomontaggi, nei visi di ciascuno infatti domina una luce diversa. Muy Barocco. Sinistra e Liberta’ (foto 12) Unica cosa viva nel manifesto che esprime una certa congruenza estetica resta il logo di Sinistra e Libertà. La gente ai bordi e quella specie di arena danno l’impressione di assistere alla solita rabbiosa puntata di Anno Zero, con la partecipazione popolare che si fa sentire. La gente: un elemento imprescindibile per la vera sinistra. Il giallo paglierino che si è voluto conferire al manifesto svilisce però gli intenti rivoluzionari di un tempo, quelli puri e rossi. Lega Nord (foto 13) Inchiniamoci al genio lumbàrd. Unire il guerriero di Giussano al locale detto popolare “Mo avaste” è stato quantomeno innovativo. Come unire il riso alla milanese con le verdure delle virtù teramane. inconfondibili, e ricordano quelli hollywoodiani del noto attore alle prese di inseguimenti, meteoriti e assalti. A proposito di meteore: non è che Panichi appare e scompare come del resto la maggior parte dei candidati? Bah, saranno gli elettori a deciderlo. Sfondo psichedelico alla stessa stregua dei primi video dei Pink Floyd ed in genere in quelli dei primi anni ’70. Maglietta a “V” bianca un po’ troppo desueta per i canoni estetici del Berlusca: se lo vede il boss lo potrebbe scambiare per un comunista di quelli che…(rileggetevi le sue ultime dichiarazioni in merito!). Marco Tancredi (Pdl) (foto 16) Viso da boxeur francese, camicia celeste, braccia buttata da una parte, Marco Tancredi si autoproclama l’anima casual dell’ingessato Popolo delle Libertà. Quando non si sa come riempire un santino in genere si ricorre a TE, al panorama cittadino per delimitare il territorio politico con coordinate fotografiche, per ribadire il concetto di teramanità, della presenza, della vicinanza ai problemi di tutti i giorni. “Un cuore teramano”, il suo adagio, appare un po’ scontato e più consono ad una campagna pro Aido. Certo poteva sforzarsi di più. 20 a cura di dura lex sed lex maggio 2009 Sia fatta la volontà del… malato! C on la vicenda Englaro il Governo ha presentato un disegno di legge sul testamento biologico che, approvato velocemente in Senato, si è poi arenato alla Camera, sicché sembrerebbe ora impossibile esprimere anticipatamente la proprie volontà di rifiuto a qualsiasi trattamento medico nell’ipotesi di futura incapacità di intendere e di volere. Ma la giurisprudenza è di contrario avviso, quanto meno quella del Tribunale di Modena, che il 5 novembre 2008 ha emesso un decreto che, di fatto, consegue i medesimi effetti giuridici del “testamento biologico”. Tale decisione basa la propria motivazione giuridica su alcune norme del codice civile, che disciplinano l’amministrazione Committente responsabile: il candidato pag Amilcare Laurìa ed Elvio Fortuna avvocati associati di sostegno, istituita dalla L n. 6 del 9 gennaio 2004, con il fine di tutelare al meglio gli incapaci, rispetto a vecchi strumenti quali: la inabilitazione e l’interdizione, reputati, non a torto, infamanti per l’individuo. Le norme sull’amministrazione di sostegno, contenute nel codice civile dagli artt. 404 – 413, prevedono la possibilità per una persona affetta da infermità fisica e psichica e che si trovi nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi, di essere assistita da un amministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare del luogo in cui questa ha la residenza o il domicilio. La funzione dell’istituto non è solo quella di tutelare l’interessato dal punto di vista patrimoniale, bensì di porre al centro dell’attenzione la persona, o, come tecnicamente si chiama, il sostituito, salvaguardandolo con uno strumento agile e variegato che non incide in maniera radicale sulla sua capacità di agire. In effetti, con il decreto di nomina dell’amministratore di sostegno, il giudice commisura di volta in volta i relativi poteri di amministrazione, adattandoli alle concrete esigenze del sostituito. Ciò premesso, il decreto del Giudice tutelare di Modena non passa inosservato data la sua indubbia originalità. Il provvedimento è stato richiesto da un soggetto che aveva precedentemente depositato da un notaio una scrittura privata ove aveva espresso, in caso di malattia invalidante o lesione cerebrale irreversibile, da una parte il rifiuto a qualsivoglia trattamento terapeutico, ivi compresa l’alimentazione forzata e artificiale, e, dall’altra parte, Elezioni al Comune di Teramo 6 - 7 giugno 2009 Anch’io scendo in campo per la città Franco CHIONCHIO con MAURIZIO BRUCCHI Sindaco pag la richiesta di vedersi somministrati tutti i farmaci idonei a lenire le proprie sofferenze, compresi gli oppiacei, anche nella eventualità che essi dovessero anticipare il decesso. Nel ricorso l’interessato aveva chiesto al giudice la nomina di un amministratore di sostegno, designando all’uopo la moglie, con il preciso incarico di eseguire le disposizioni contenute nella scrittura depositata dal notaio. Il giudice ha accolto il ricorso, osservando che l’art. 32 della Costituzione, tutelando la salute come fondamentale diritto dell’individuo, impedisce di fatto al medico l’esecuzione di trattamenti terapeutici in difetto del consenso libero e informato del malato. Il giudice ha poi escluso che la questione a lui sottoposta fosse eutanasia, giacché nella fattispecie non c’è richiesta di somministrare un farmaco in grado di cagionare la morte, ma, più semplicemente di rispettare il naturale percorso biologico di un individuo senza interferire con il suo decorso. Da ciò il giudice, con l’art. 408 del cc, come sostituito dalla L. 6 del 2004, ai sensi del quale l’amministratore di sostegno può essere designato dallo stesso interessato con atto pubblico o scrittura privata autenticata, anche in previsione della propria eventuale e futura incapacità, ha individuato lo strumento idoneo a tutelare il ricorrente perché potesse anticipa- tamente esprimere le proprie volontà sui trattamenti sanitari. Si potrebbe, a questo punto, muovere verso tale provvedimento l’obiezione secondo cui, la scienza medica, nel 21 periodo intercorrente tra il deposito della scrittura contenente le disposizione terapeutiche e l’evento invalidante che le renderebbe operative, potrebbe progredire a segno tale da poter consentire un domani la guarigione di malattie che all’atto della scrittura erano state reputate irreversibili. Questo argomento, se fosse corretto, renderebbe paradossale un provvedimento che, incentrato sul rispetto della persona, si ritorcerebbe contro la medesima. Ma l’obiezione sopra illustrata è stata contemplata dal giudice che l’ha ritenuta infondata, dal momento che il presupposto della disposizione notarile è la sussistenza di una malattia irreversibile. Dunque, è tale condizione a dover sussistere perché le disposizioni di volontà del ricorrente diventino efficaci; sicché un progresso medico idoneo a rendere reversibile il decorso di una malattia, che all’epoca della scrittura notarile era stata considerata come irreversibile, eliminerebbe il presupposto oggettivo di operatività del provvedimento. u pag 22 aspettando “Godot” Il Parco della Scienza (in)esatta …la città perde una importante occasione di crescita D oveva essere uno dei fiori all’occhiello della rinascita di Teramo, della sua nuova vocazione tecnologico-scientifica, rischia invece di rimanere, chi sa ancora per quanto, un’eterna incompiuta. Ormai parlare del Parco della Scienza e del suo Auditorium inagibile non fa più nemmeno notizia visto il continuo susseguirsi di intoppi e problematiche varie. La struttura, inaugurata in pompa magna la scorsa primavera, ha avuto una vita intensa…ma breve. Infatti già in settembre venne dichiarata inagibile e quindi immediatamente chiusa dopo che un sopralluogo della Commissione provinciale di vigilanza riscontrò delle carenze a livello strutturale, burocratico e nel rispetto delle di Federico Ioannoni maggio 2009 nuove normative in materia di sicurezza. Si disse che si trattava di interventi di modesta entità e che, al massimo entro la primavera, tutto sarebbe stato risolto, ma purtroppo così non è stato e alcune aree della struttura restano ancora chiuse al pubblico. Infatti, a seguito di un nuovo sopralluogo, è arrivata l’ennesima doccia fredda: l’Auditorium non potrà riaprire nei tempi e nei modi previsti perché necessita di nuovi interventi per la messa in sicurezza. Per carità, piccole cose che riguardano solo alcuni padiglioni, ma che rischiano di tenere questo importante pezzo della città chiuso chi sa ancora per quanto. Per prima cosa si dovranno spostare alcuni “pezzi” della Ludoteca tecnico-scientifica dell’Università di Teramo, inizialmente posizionati lungo i corridoi, perché possono creare intralcio alle uscite di sicurezza in caso di evacuazione. Poi si dovrà procedere a nuovi lavori sulla più volte citata scalinata che, nella zona dell’Auditorium, porta al secondo piano dell’edificio; malgrado le prescrizioni ricevute infatti risulta ancora non completamente a norma. Ultimo, ma non ultimo, si dovrà rifare daccapo la pavimentazione nell’ala che dovrà ospitare il Museo dell’Astrofisica gestito dall’Infn che, per la seconda volta, ha ceduto lasciando diverse crepe. In tutto si stimano interventi per oltre 50.000 euro con buona pace di quanto già investito e del tempo finora perso. Così diverse iniziative programmate in primavera all’interno dell’Auditorium sono saltate, con evidenti ripercussioni per una struttura che, appena un anno fa, si candidava a diventare il cuore del nuovo polo tecnico-scientifico regionale e che invece oggi appare sempre più un’eterna incompiuta. u a l C o m u n e di Te r a m o c o n PA O L O A L B I S i n d a c o Esperienza e Progetti per il futuro della città Carlo GAITA pag ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI DI TERAMO VIA Melchiorre Delfico n. 6 - 64100 TERAMO Tel 0861 - 245541 • FAX 0861 - 245651 A cura della FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TERAMO, con sede in Teramo, alla via Melchiorre Delfico n. 6, si comunicano: LE PRINCIPALI SCADENZE RELATIVE AL MESE DI GIUGNO 2009 LUNEDI’ 1 • Presentazione ad un CAF o ad un professionista abilitato del 730 / 2009 2009 modello base per l’assistenza fiscale, e del modello 730-1. LUNEDI’ 15 • IVA fatturazione differita - relativa a beni consegnati o spediti nel mese precedente. • Consegna del modello 730 / 2009 e del prospetto di liquidazione modello 730-3 al contribuente da parte del CAF o professionista abilitato che presta assistenza fiscale. MARTEDI’ 16 • UNICO 2009 – versamento del saldo 2008 e/o del 1° acconto delle imposte risultanti dalla dichiarazione dei redditi (per le persone fisiche, le società di persone e i soggetti IRES con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare) o della prima rata delle stesse in caso di rateizzazione, senza l’applicazione della maggiorazione. Entro oggi deve essere versato l’acconto, in unica soluzione o la prima rata, dell’addizionale comunale Irpef senza maggiorazione. • IVA liquidazione e versamento dovuto dai contribuenti mensili relativo al mese di maggio. • IVA versamento della quarta rata dovuta sulla base della dichiarazione annuale. • IVA, Versamento delle ritenute sui redditi di lavoro autonomo, dipendente e su provvigioni. • INPS – versamento contributi artigiani e commercianti IVS dovuti sul reddito eccedente il minimale a saldo per il 2008 e del 1° acconto per il 2009, senza maggiorazione. • INPS – versamento contributi lavoro dipendente. • INPS – versamento contributi gestione separata. • ICI – versamento della prima rata ( o unica ) dovuta per l’anno 2009. • DIRITTO ANNUALE CCIAA – versamento dovuto da tutte le imprese già iscritte al Registro delle Imprese (sezione ordinaria e speciale) senza maggiorazione dello 0,40 %. MERCOLEDI’ 17 • IVA / ritenute – ravvedimento relativo al versamento periodico del 18 maggio. SABATO 20 • Presentazione modello INTRASTAT per operatori intracomunitari con obbligo mensile. MARTEDI’ 30 • Presentazione cartacea dei modelli di dichiarazione Mod. UNICO 2009 per le persone fisiche in Posta. Elezioni al Comune di Teramo 6 - 7 giugno 2009 Committente responsabile: il candidato un amico in comune Bruno CIPOLLONE Medico Psichiatra Psicoterapeuta 23 pag 24 shopping card di Ivan Di Nino maggio 2009 Sentimento Armato Il mio nome è nessuno “È un aiuto anche per le famiglie che hanno qualche problema per arrivare alla fine del mese!”. Segue sentito applauso del pubblico. Così Jerry Scotti chiosava la spiegazione di un concorso a premi con in palio una shopping card deliziosamente offerta da Mediaset. Il gioco consiste in questo: bisogna mandare un SMS o telefonare da rete fissa a pagamento rispondendo ad una domanda, di solito piuttosto semplice, dopodiché si viene messi in un grande calderone e si “pesca” informaticamente quel fortunato/a signore/a che vince questa carta di credito spendibile nei punti vendita convenzionati Visa electron. Tutto giusto: è un concorso, si partecipa ma non si sa se si vince! Sul sito internet del programma “ Chi vuol essere milionario?” tale competizione è presentata come “servizi SMS”, dove ogni giorno si possono vincere: una shopping card da mille euro; ogni domenica una da diecimila euro; un giorno jolly stabilito dalla produzione in cui se ne vince una da tremila euro. Se si vuol partecipare, bisogna cliccare per ricevere “maggiori informazioni”. Tutto sacrosanto: è una gara! Il punto è proprio questo: se uno ti aiuta è perché lo vuol fare, come dice Rocky al cognato nel terzo film della saga, ma dov’è l’assistenza onesta e sincera se il servizio è oneroso? Certo, per partecipare basta una manciata di spiccioli, ma provate a sommare un tot di partecipanti a fronte di mille o anche diecimila euro in palio: Mediaset guadagna una vagonata di soldi sborsando una somma modestissima. Inoltre, qualcuno può tranquillamente affermare che l’aiuto è piccolissimo: telefonano in milioni, vince uno solo!Ogni tanto su internet girano vicende ridicole: ti arriva una e-mail in cui è scritto “ho urgente bisogno di denaro, datemi centomila euro e tra due mesi ne renderò cinquecentomila”. Dammene tu cinquantamila subito e la chiudiamo! Da queste sciocchezze è poi nato il “Raggiro World championship” di Striscia la notizia. Niente a che vedere con queste truffe, per carità, tuttavia se quello presentato da Jerry è un concorso a premi tale deve restare, ma non può passare per beneficienza ciò che non lo è e nemmeno vuole esserlo. Qualcuno ricorderà la storiella di Terence Hill nel famosissimo film “Il mio nome è nessuno”: un pulcino è intirizzito per il freddo ed emette alcuni gemiti di dolore; passa una mucca che pare guardarlo con disprezzo e…patapam! Lo sommerge di letame. Il piccolo pian piano si riscalda, comincia a sentirsi meglio e torna a pigolare di felicità: “Pio, pioooo!!!”. Un coyote, allertato dal rumore, si avvicina, toglie il pulcino dalla cacca, lo pulisce per bene e… lo mangia in un boccone! Alla fine del film, il grande Henry Fonda trova la spiegazione: “Non tutti quelli che ti buttano della merda addosso lo fanno per farti del male. Non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda lo fanno per farti del bene” Nessuno regala niente, figuriamoci i soldi. No, Jerry, quella frase non dovevi dirla. Pazienza. Tuttavia gl’italiani non sono stupidi (eh…)e capiranno che eri in buona fede. Meditate gente, meditate. u SERA EMOZIONI D’ARREDO Vendita Promozionale Sconto del 30% 6 I A #A R L O &O R T I s 4 % 2 ! - / s 4E L 26 l’oggetto del desiderio di Carmine Goderecci maggio 2009 La Regina dei Carpazi come Renoir S e qualcuno di voi l’ha vista partire, racconti com’era vestita. Quanta fretta aveva nei capelli, ae era triste o era felice. Il giorno che Alina prese la corriera salutò il granaio del mondo e via lontano sfidando d’azzardo il suo destino. Da qualche parte ci sarà una casa più grande pensò, probabilmente esiste un uomo migliore. Da allora la Regina dei Carpazi, così la chiamava suo padre quand’era sbronzo, cambiò passo. Lo specchio tornò a sorridere e il Bel Paese che l’aveva accolta le ruotava intorno. Alina realizzò presto il sogno di vestire la sua mano con un prezioso crisoprasio. Un crisoprasio verde come la speranza e come quello che indossava la Regina dei Carpazi. Il nostro Oggetto del Desiderio è il Crisoprasio Il Crisoprasio è una bella varietà di calcedonio verde mela con di Oro e Argento una durezza che varia da 6,5 a 7. appartiene al gruppo del quarzo ed è relativamente raro. Nei secoli scorsi era usato per decorazioni nelle cattedrali e nei xastelli e nei gioielli cretai per le famiglie reali. Si può trovare in Brasile, India, Russia, Sud Africa e Usa. Metafisicamente il Crisoprasio è una pietra che porta pace al cuore e benessere agli stati emotivi, mentali e fisici. Permette di centrare facilmente il chakra del cuore e incoraggia un processo di crescita interiore equilibrato e ordinato. I medium riferiscono che il Crisoprasio instilla uno stato di grazia interiore facilitando stati meditativi profondi, la pietà e il perdono. Si dice che sia una finestra verso la perfezione interiore e che incoraggi l’adattabilità, l’accettazione di sé e il rilassamento. Si crede che sia curativa per le emozioni, in modo particolare per il crepacuore, e che permetta di vedere opportunità di crescita anche nella sfortuna. Il suo uso è raccomandato per coloro che desiderano sollevarsi dallo stress. Può essere calmante per l’ira e anche per la paura. Il Crisoprasio combina armoniosamente con tutti i membri della famiglia del quarzo così come con la Moldavite, la Fenacite, la Tanzanite, la Danburite, l’Azeztulite, la Labradorite dorata, la Ciaroite, la Serafinite, la Morganite, il Quarzo blu siberiano, lo smeraldo e molte altre gemme. u Elezioni al Comune di Teramo 6 - 7 giugno 2009 ...la mia esperienza al vostro servizio. Marcello www.marcelloolivieri.it OLIVIERI con MAURIZIO BRUCCHI Sindaco Committente responsabile: il candidato pag coldiretti informa Due anni di congedo retribuito ai figli di soggetti portatori di handicap U na sentenza della Corte Costituzionale rivoluziona le norme della legge 104 a favore dei figli di soggetti che sono stati riconosciuti portatori di handicap. Fino ad ora i lavoratori dipendenti, che assistevano i genitori con handicap grave, potevano beneficiare di 3 giorni al mese di permesso retribuito. Grazie a questa recente sentenza avranno una ulteriore possibilità: richiedere la concessione di due anni di congedo retribuito. In precedenza il congedo straordinario veniva concesso solo ai genitori di figli con grave disabilità. La sentenza in questione ha sancito l’iniquità della norma in questione, che viola gli articoli 2,3 e 32 della Costituzione che riguardano i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale della collettività per garantire la tutela la cura della persona. L’INPS si sta attrezzan- maggio 2009 di Nicola Lucci Coldiretti Teramo do per recepire questo nuovo orientamento adeguando la modulistica per la presentazione della domanda. Ovviamente la concessione di questo importante beneficio è subordinata alla sussistenza di determinate condizioni. Per prima cosa è indispensabile che i genitori per cui si chiede il congedo siano in possesso del verbale ASL che attesti il riconoscimento di uno stato di disabilità di tipo grave ai sensi della legge 104 (ricordiamo che non è sufficiente aver ottenuto l’accompagnamento). Inoltre il richiedente deve provare l’effettiva convivenza con il genitore da assistere e l’assenza nel nucleo familiare di altre persone “idonee” a prendersi cura del portatore di handicap. Per esempio: il genitore portatore di handicap grave non deve essere coniugato oppure, in presenza di coniuge, lo stesso non deve prestare attività lavorativa dipendente (è ammessa solo attività autonoma, ad esempio coltivatore diretto ecc…). E’ possibile usufruire dei benefici se ci sono altri figli nello stesso stato di famiglia, ma a condizione che svolgano attività autonoma (coltivatore diretto ecc…) oppure che non svolgano alcuna attività. In caso contrario gli altri figli dovranno rinunciare espressamente al congedo per il genitore nello stesso periodo attraverso una apposita dichiarazione. INVALIDI CIVILI Nuovi importi e limiti di reddito per ottenerli L’Inps sta provvedendo all’invio della dichiarazione di responsabilità, per i titolari di indennità di accompagnamento, relativa alla sussistenza o meno della condizione di ricovero gratuito e per i titolari di assegno mensile, relativa allo svolgimento o meno di un’attività lavorativa. Gli invalidi civili in base alla percentuale di invalidità riconosciuta dalle commissioni mediche ASL hanno diritto a specifiche prestazioni economiche, oltre che di tipo sanitario. A partire da un riconoscimento del 34%, l’invalido civile ha diritto a protesi e ausili sanitari. Con il riconoscimento di un grado di invalidità, almeno pari al 46% è prevista la possibilità di iscriversi nelle liste speciali del collocamento obbligatorio. Dal 67% in poi si può usufruire anche dell’esenzione del ticket sanitario. Il diritto alle prestazioni economiche previste dalla Legge è anche condizionato dal rispetto dei limiti di reddito rivalutati annualmente, oltre che dal requisito di età anagrafica. In sintesi, l’invalido civile di età compresa tra i 18 e i 64 anni nei cui confronti sia accertata una invalidità. pag 27 pag 28 lettere dai Caraibi La Televisione cubana C redo che la maggioranza degli abitanti di ciascun paese vorrebbe migliorarla a proprio uso e consumo e secondo i propri gusti. Così in Italia, quando c’era solamente la rai, la televisione era forse meno criticata che dopo l’avvento delle reti Mediaset che ha portato certamente una scelta o almeno una concorrenza che prima non esisteva. Che poi l’offerta sia migliorata o meno non sta a me dirlo ma certamente ora c’è una scelta maggiore rispetto a qualche decennio fa’. L’offerta televisiva qui a Cuba invece si evolve molto lentamente. Rispetto alla situazione italiana questa cubana è davvero preoccupante e non parlo soltanto per la pluralità delle voci (in Italia non mi sembra una situazione idilliaca a proposito) quanto alla qualità e varietà dei programmi offerti. Se c’è una cosa su cui tutti i cubani sono d’accordo è la dubbia qualità dei programmi dell’ICRT. Questa sigla è la corrispondente alla nostra RAI, cioè la televisione rigorosamente statale i cui programmi vengono irradiati dalle varie sedi del Vedado avanero. Fino a otto anni fa’ c’erano solo due canali: l’ammiraglia Cubavision e il canale d’intrattenimento Tele Rebelde. Poi negli anni si sono aggiunti due canali che in Italia chiameremmo Educational (Canal Educativo 1 e 2) e infine tre anni e mezzo fa’ è giunta una quinta (e per il momento ultima) rete prettamente regionale che nella capitale si chiama Canal Habana. I palinsesti, come dicevo, lasciano un po’ a desiderare: telenovele, partite di baseball cubano, lezioni d’idraulica la fanno da padrona. I telegiornali sono a reti unificate (tranne maggio 2009 di Francesco Pellecchia [email protected] che su Tele Rebelde che alle otto di sera trasmette sport), poi c’è la versione cubana del “Porta a Porta” di Vespa che qui si chiama “Mesa Redonda Informativa” che tratta dei temi (di solito politici) che riguardano Cuba e/o i suoi alleati nella regione (Venezuela, Bolivia ecc.) o i nemici storici statunitensi. Da qualche stagione però sono arrivati i telefilm americani come CSI o Doctor House che hanno spopolato soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. Questa tendenza è una novità assoluta a Cuba poiché ciò che proveniva dagli Stati Uniti era sempre o quasi da evitare. Dico quasi perché i film, come ovvio, sono in gran maggioranza made in Usa e sono trasmessi tutti i giorni. Il sabato è però il giorno dei film per eccellenza: dalle 22,00 in poi ben quattro in rapida successione interrotti solo da un breve notiziario di tre minuti tra il primo e il secondo. Personalmente non sono mai stato uno spettatore assiduo della tv e a Cuba ancora meno considerando anche che le antenne paraboliche sono proibite nelle case private. Questa strana proibizione è sempre stata in vigore per ragioni che cambiano secondo i due punti di vista correnti (pro o contro il governo). I primi difendono la scelta giustificandola con l’evitare l’assedio mediatico che i canali del sud della Florida esercitano contro la politica governativa. I secondi invece asseriscono che tale proibizione sta nel fatto che il governo non vuol tenere informato il popolo se non con l’informazione di Stato. Come sempre non voglio pronunciarmi sui guelfi e ghibellini anche se qualche partita di calcio internazionale dal mio sofà non guasterebbe le mie giornate e invece sono costretto ad andare in qualche hotel o ristorante dove le immagini satellitari sono permesse (al servizio dei turisti). Strano vero? Sono tentato a scrivere un articolo su altre singolari proibizioni in vigore qui a Cuba, a volte quando le racconto agli italiani che vengono per turismo non mi credono ma ci sono situazioni davvero grottesche che però vanno lette sempre nel contesto in cui ci si trova. Ora vi lascio: ho la ripetizione della replica della telenovela cubana del 2000 che mi attende su Cubavision. Hasta la proxima. u note linguistiche L’origine della parola “quiz” G entile Professoressa Di Flaviano, seguo sempre con molta attenzione la Sua rubrica e voglio chiederLe di darmi delucidazioni sull’origine della parola “quiz”. Cordiali saluti Un Suo affezionato lettore Gentile lettore, la parola chiave per arrivare a “quiz” è quesito, parola che viene dal verbo latino quaero-is-quaesivi, quaesitum, quaerere e che in origine significò “cercare, ricercare”, successivamente “fare una inchiesta, informarsi” e infine “chiedere per sapere, domandare”. maggio 2009 di Maria Gabriella Di Flaviano Derivano proprio da questo verbo le parole questione (= interrogazione, argomenti di discussione); questionario (= serie di questioni, di quesiti su un dato argomento); quesito (= domanda, questione da risolvere); questore (= funzionario che ha l’incarico di indagare, di investigare); questura (= organo amministrativo che ha il compito di indagare sui reati); questurino (= addetto alla questura, investigatore); questua (= il chiedere l’elemosina); questuante (= chi chiede l’elemosina). Quiz sembra derivare dalla stessa radice, essendo l’abbreviazione dell’inglese “inqusition” (= quesito, domanda, interrogatorio). C’è però chi sostiene trattarsi di una parola di pura invenzione, uscita dalla fantasia di un impresario teatrale di Dublino, un certo Daly il quale aveva scommesso di introdurre, nel breve giro di un giorno, una nuova parola tra i suoi concittadini. Per attuare il suo piano, il Daly cominciò a scrivere su tutti i muri della città le prime quattro lettere che gli vennero in mente: quiz. In breve tempo questo vocabolo, scritto a caratteri cubitali in vernice rossa, suscitò la curiosità di tutti che si domandavano: che cosa vuol dire? Che cosa significa? E siccome la risposta non venne mai, quiz acquistò il significato di “?, domanda” con cui è passato alla storia della lingua. u Vota pag 29 L’AZIENDA E LA SUA MISSION La Julia Servizi Più è una società, con capitale pubblico, specializzata nella fornitura di gas metano ad uso civile e industriale, con 10.000 clienti già serviti e 14 milioni di metri cubi annui erogati nella provincia di Teramo. La società è nata nel 2004, a seguito della liberalizzazione del mercato del gas naturale, disposta dal Decreto Legislativo 23 maggio 2000 n. 164. L’obiettivo primario della Julia Servizi Più è rispondere alle esigenze di gas metano nel territorio, garantendo un servizio efficiente e qualificato a costi convenienti. Si tratta di una società di proprietà del Comune di Giulianova che svolge, in collaborazione con l’amministrazione comunale, anche un importante ruolo in ambito sociale, attraverso una serie di agevolazioni agli utenti che vivono in condizioni economicamente disagiate. L’attività di Julia Servizi Più si basa su: • rapporto diretto con la clientela; • sconti tariffari sul costo del gas; • fatturazione mensile o bimestrale; • fatturazione costante dei consumi con conguaglio di fine anno; • rateizzazione dei pagamenti; • pagamento tramite domiciliazione bancaria o postale; • pagamento tramite sportelli provinciali della SOGET Spa senza costi aggiuntivi, e altre soluzioni personalizzate per favorire e agevolare le famiglie e le imprese clienti. JULIA SERVIZI PIÙ ARRIVA A TERAMO Con lo stesso spirito e i medesimi obiettivi aziendali e sociali, Julia Servizi Più si affaccia sul mercato della città di Teramo, proponendo le proprie offerte commerciali a privati, imprese ed enti, con servizi innovativi e personalizzati, in grado di soddisfare le esigenze di tutti. L’offerta di Julia Servizi Più agli utenti di Teramo porterà RISPARMIO e QUALITÀ nei servizi; sarà sempre possibile il contatto diretto con il personale dell’azienda, nonchè concordare tempi e modalità di pagamento delle bollette, per rispondere al meglio alle esigenze di ognuno. I clienti di Julia Servizi Più hanno a disposizione un sito internet per ricevere informazioni specifiche, richiedere un appuntamento o contattare l’azienda, proporre variazioni al contratto o alla gestione dell’utenza, richiedere ulteriori preventivi, segnalare inefficienze o proporre iniziative utili al miglioramento del servizio, ecc. Ciò nell’ottica del CONTATTO DIRETTO e quotidiano tra l’azienda di erogazione e l’utente. Per essere CLIENTI di Julia Servizi Più è sufficiente sottoscrivere un contratto, senza apportare alcuna modifica al proprio impianto in casa o in azienda. L’erogazione del gas metano continuerà come sempre, ma avverrà a opera di un altro fornitore, Julia Servizi Più, con un significativo risparmio e migliori servizi. Julia Servizi Più Corso Garibaldi, 65 - 64021 Giulianova (Teramo) Tel. 085 8001111 - 085 8007651 • Fax 085 8025783 [email protected] www.juliaservizi.it pag il cinema segreto 32 La Jerusalem liberata Il film liberatorio di Masharawi I Nel mondo arabo i programmi culturali hanno sempre rincorso i progetti politici. Jibril Awad metafilm, cioè le pellicole che parlano del cinema (per mezzo del cinema), facendo finta di parlar d’altro e, inevitabilmente, parlando d’altro, andrebbero divisi almeno in tre categorie: quelli che semplicemente citano altri testi (i vari Scream) o, al limite, ne sono una parafrasi o una perifrasi (ancora Scream), sguaiata (Scary Movie) o sofisticata (De Palma su Hitchcock, Woody Allen su Fellini o Bergman); le opere che hanno per soggetto la settima arte, esplorata, narrativamente, nelle fasi produttiva (Hollywood Ending; Hollywood, Vermont), distributiva o fruitiva (Nuovo Cinema Paradiso); infine, i più radicali e sofisticati che si prendono la briga di spiegare e smontare il funzionamento del dispositivo cinematografico (da Godard a Kiarostami). Ticket to Jerusalem, uscito e non considerato nel 2002, appartiene a tutte e tre le categorie, ma nel contempo le trascende tutte. Il film, dal soma costruito con logica attenuante e dotato di racontants, eventi ed esistenti chiarissimi, ha attitudini alla linearità ingenua: si vede solo quello che c’è. Per questo è apparentemente incompatibile con le dense tessiture della percezione attiva e inattesa del metatesto. Ma le sue cellule germinali, il germen, mettono in funzione una molteplicità di immagini invisibili e dinamitarde che traggono il loro significato dal contesto politico del contenente, dalla cui direzione origina, in creativo e splendente crossing over, il contenuto. E’ probabile che il regista Rashid Masharawi, nato in un campo profughi nei pressi di Gaza, abbia girato nel rispetto di quei vecchi principi che, secondo il parere di Hassan Abu Ghanima maggio 2009 di Leonardo Persia dell’Associazione del cinema palestinese, definiscono rivoluzionario il cinema: “ispirazione giusta” (invito a ricombinare l’esistente, non soltanto fiction) e “serietà del trattamento” (rinuncia ai deja-vu non soltanto hollywoodiani), ma combinati, attenzione, con “chiarezza d’espressione” (nessuna stravaganza o piroetta art pour l’art) e “centralità” dei problemi local (la propria realtà culturale in tutte le sue forme, comprese quelle mediatiche). Ecco perché manca ogni possibile manierismo calligrafico iraniano (non si è sciiti o sunniti a caso) e il rivestimento formale digital tanto di moda azzera non solo i confini tra docu e fiction, ma pure i “dogmatismi” alla Lars von Trier. E’ fin troppo ovvio che cinefili-massa e critici-massa siano disturbati proprio dalla mancanza dell’evidente intelligenza del cinema d’autore e, forse, dall’antisistematicità del messaggio politico, che si preferirebbe condensato in un bel comizio finale che non aggirasse, come si disse all’uscita, “l’ambiguità del reale”, cioè il problema del conflitto arabo-sionista. Certo, restituire dignità all’atto di vedere (il cinema non solo come › Urashid masharawi complemento del pop corn) risulta senz’altro indigesto a quei critici che cadono dalle nuvole se qualcuno accosta, per esempio, il mediocrissimo Le due torri di Peter Jackson alla jihad di Bush, jr. Ma tant’è. Sono proprio essi a non capire, mortificandola, l’esaltante carica libertaria e rivoluzionaria dell’immaginario pop, del puro entertainment, di quella hegeliana profondità della superficie stigmatizzata da un altro film tutto d’un pezzo come Ricordati di me (tanto per citare un altro film chiacchierato del periodo). Che dire allora della vecchia sophisticated comedy, del meraviglioso Oliveira de La lettera e, anche, del sottovalutato Malena di Tornatore (partire da un’effige femminile piuttosto porno per arrivare all’autentica comprensione della donna)? Di fatto, anche qui, come nel film più famoso del regista siciliano, si racconta di un proiezionista missionario mosso da magnifica ossessione. Perennemente on the road, l’uomo, che si chiama Jaber e vive nel campo di Qalandia, alle porte di Ramallah, dopo essere stato un rifugiato in Libano, si ostina, con determinazione kamikaze, a spendere gran parte delle sue giornate tra le lunghe file dei check point israeliani, risoluto com’è a portare il suo cinema mobile nelle scuole dei campi profughi. Latitano però le trappole della memoria cinefila (la pastosa nostalgia tornatoriana) e della narrativa che esibisce la propria logica organizzativa, per non parlare, si è detto, dei vezzi snob dell’autoreferenzialità. Tuttavia sono in agguato clamorosi quanto intangibili scambi d’identità tra medium e fine, tra spettacolo e realtà, proiettati (in tutti i sensi) in un futuro necessariamente diverso. Si guardi la scena in cui Jaber, con la moglie, si reca per una proiezione a Ramallah nel mezzo di un bombardamento. pag Ovviamente black-out e paura hanno fatto disertare la sala e il morale del proiezionista va in pezzi. Parte la musica, mesta ed extradiegetica, ma, sorpresa, essa proviene dalla sala, dove c’è un musicante che fa la sua performance tra le candele, dando corpo, come in Godard o Jarman, al commento musicale. Quelle note, che il fuoricampo aveva suggerito come semplice sound track, diventano così elemento narrativo, personaggio, diegesi, attestando l’assoluta corrispondenza, in questo film, tra virtuale ed effettuale. Da quel momento, l’interscambio e la metamorforsi (anche la mediamorfosi: cinema/musica…) saranno continui. Sono le stesse note del musico, infatti, a raccordare la sequenza successiva, col tenace proiezionista bloccato dai militari mentre cerca di far ritorno al campo di Qalandia col furgone. E mentre Jaber, con infinita pazienza, è costretto a caricare il proiettore su una carriola e mettersi in fila pedestre al posto di blocco, uno stacco di montaggio ci mostra, in perfida antitesi ma senza banali sottolineature, un bravo telegior- nalista made in Italy che fa il suo bel pezzo dal medio Oriente. C’è medium e medium certo, o, meglio, soltanto i differenti sguardi su di essi (lo si diceva anche sopra), e Masharawi sa farli combaciare e sovrimprimerli per poter poi meglio destrutturarli e differenziarli. Il suo film, tautologicamente, svela la propria eversività occultandola in una forma che si mostra dentro e si nasconde fuori. Sembra (solo) un réportage, come il precedente Radio Palestina (altro film politico sui media, che in originale si chiama, non a caso, Live from Palestine), perché la realtà palestinese è assurdamente definita solo come spettacolo e quindi il suo realismo è piuttosto una finzione. Ma la finzione è vera, perché essa non costituisce altro che “il regno autocratico dell’economia mercantile elevato a uno statuto di sovranità irresponsabile” (Guy Debord), a cui Jaber non può che oppure il suo altrettanto vero spettacolo. Quello del massacro di Sabra e Chatila che mostra alla moglie sotto forma di film (diretto nel 1983 dall’iracheno Qasim Hawal) o quello 33 del percorso compiuto quotidianamente, con le sue proiezioni, per ri-occupare virtualmente i territori blindati di Gaza e della West Bank, fino al punto d’arrivo di Gerusalemme (est), top dei confini tracciati dall’Intifada per designare il “proprio” stato indipendente. D’altronde, la struttura del cinema mobile è divenuta già da parecchio una magnifica sfida alla de-territorializzazione culturale prima che spaziale del popolo palestinese e costituisce il naturale approdo di un cinema nato già politico e in conflitto, e a cui si attribuisce, da realizzatori e fruitori, un’ importanza “tanto grande quanto quella dell’esito di un’operazione militare” (ancora Hassan Abu Ghanima). Qui il “nazionale” non ha il significato ideologicamente ristretto, mai autenticamente “popolare”, della nostra Italia provincialmente “di casta” (e di casta provinciale). A vedere Ticket to Jerusalem Antonio Gramsci avrebbe esultato. u pag 34 basket Banca Tercas Teramo è d’obbligo iniziare, nel commentare, dalla 15ª ed ultima giornata del campionato regolare della serie A, di questa stagione ”straordinaria” della BancaTercas Teramo perché la gara in oggetto contro la Gmac Bologna ha racchiuso un’importanza emotiva e una drammaticità tali, da lasciare nel dopo gara e durante la settimana, polemiche e strascichi consistenti in reclami, contro reclami in seno alla FerderBasket, con tanto di legali in difesa delle due società, per discutere la non regolarità dell’incontro preannunciata dalla società bolognese. Dopo attenta valutazione del primo e del secondo ricorso, la commissione ha respinto le istanze, confermando il risultato acquisito sul campo. Teramo, ai play off scudetto dovrà giocare la prima delle cinque partite a fasi alterne, contro l’Armani jeans Milano, piazzatasi al sesto posto della graduatoria. L’inizio di questa bella e nuova avventura al PalaScapriano lunedì 18 maggio con inizio alle ore 20.30. Tornando alla gara giocata, le due formazioni si sono affrontate con diversi destini e con diverse motivazioni. La Gmac Bologna doveva giocare la partita della vita; vincendo a Teramo avrebbe evitato la retrocessione, Salsonica Rieti permettendo e BancaTercas doveva vincere per consolidare la terza posizione, importante ai fini dei playoff scudetto per non incontrare il Montepaschi Siena in un eventuale passaggio alla semifinale. Motivazioni che hanno reso l’appuntamento incandescente, giocato a ritmi vertiginosi e senza esclusione di colpi. Teramo con le sue punte di diamante ha giocato a tratti una pallacanestro entusiasmante. Amoroso, Carrol, Poeta, Brawn, l’onnipresente Moss, capitan Lulli, Piazza e Cerella ribattevano colpo su colpo agli avversari, sfortunati nel perdere Gordon nei minuti iniziali ma sostenuti dal sempre valido Fucka e dalla sapiente regia di Huertas, ben supportati dal teatino Mancinelli, dagli ex Malaventura e Cittadini, da Slokar e da Papadopoulos. La parte finale della gara è stata quella che ha riservato le maggiori emozioni, Teramo, che quest’anno ha sette vite, reagiva come un leone ferito al vantaggio dei bolognesi e nell’ultimo assalto si riportava avanti. Un solo punto divideva le due contendenti quando il canestro del bolognese Scales, a norma di regolamento (la sirena ha iniziato a suonare quando il pallone era ancora in mano al bolognese) non veniva convalidato con estrema decisione dall’arbitro internazionale Cerebuch. La partita si concludeva con BancaTercas sugli scudi per i suoi 73 punti segnati e con la Gmac ferma a 72 punti. In definitiva, stagione da incorniciare per Teramo che oltre a questo ottimo campionato, ha avuto attenzioni e riconoscimenti importanti dalla Lega Basket: Capobianco miglior allenatore, Moss secondo miglior giocatore e Carlo maggio 2009 di Bebè Martorelli Antonetti secondo miglior dirigente. Nel rivisitare le giornate precedenti, per la 13ª di ritorno, BancaTercas dopo circa un mese torna a giocare davanti ai suoi tifosi dopo la bella e convincente affermazione di Avellino che ha dato la certezza dei play off scudetto. Al PalaScapriano ha fatto visita la Premiata Montegranaro con atmosfera da derby, ritmo molto sostenuto, contatti duri e frequenti, predominio gialloblu sotto i tabelloni, buono il taglia fuori dei vari Hunter, Ivanov, Helliwell e Chiaramello. La difesa tesa a chiudere tutti gli spazi, in attacco i bravi Garris, Minard e Taylor traducevano in punti preziosi le loro giocate. Teramo si è trovata a dover rincorrere nella prima parte dell’incontro, Iaacks (ottima la sua partita), Brown, Amoroso e Moss si battevano con caparbietà per limitare i danni sotto le plance, Poeta, Carrol, Hoover e Lulli (in non buone condizioni) bravi nel fare l’elastico tra difesa ed attacco pur di cercare quei collegamenti necessari per finalizzare le loro azioni e poter vincere questa importante gara. Risultato finale 86 a 83 con Amoroso e Carroll sugli scudi, per le loro conclusioni dai 6,25. Veniamo al recupero dell’11ª giornata di ritorno, partita rinviata per il terremoto, meglio di quanto ci si potesse aspettare da parte di tutto l’ambiente biancorosso, da una squadra in salute e desiderosa di raggiungere altre soddisfazioni. BancaTercas ha dominato l’incontro che la vedeva opposta alla Virtus Bologna (le ”V nere”), ambedue terze in classifica generale con gli stessi 34 punti. Vittoria costruita in difesa, capace di sacrifici nell’aiutarsi nei raddoppi Brown. Amoroso, Jaacks, Moss e Lulli protagonisti sotto le plance, Poeta e Carrol intercettavano palloni da meraviglia, bravi poi nel leggere e sfruttare le ripartenze per l’uno contro uno, blocchi e scarichi per far eseguire tiri comodi ai compagni e poi tanta concentrazione per non perdere di vista i virtussini e limitarne le prestazioni. Però nell’ultima parte di gara i bolognesi, da -19 tornano a -4 per effetto di una rimonta condotta da Langford e Giovannoni ma respinta autorevolmente da Moss, poi da Poeta e Carrol che con le loro triplone, mettevano al sicuro una vittoria legittima con il risultato 80 a 70. Da segnalare anche un momento di commozione, all’arrivo dei tifosi virtussini che a partita iniziata mostravano uno striscione con su scritto ”tanta solidarietà al popolo Aquilano e a tutto l’Abruzzo”. Tutti gli spettatori in piedi a tributare un applauso! Nella penultima (14ª) giornata di ritorno giocata al Palaverde di Treviso, la Banca Tercas si vede sfuggire l’ennesimo risultato clamoroso; a pochi secondi dalla fine, per un tiro dalla lunga distanza effettuato dall’estroso Bulleri, nel giro della Nazionale, ma che quest’anno, per vari problemi fisici e alcuni trasferimenti da Treviso a Milano e viceversa, sembrava non trovare la giusta collocazione e la giusta caratura. Invece è stato il trionfatore della serata insieme al compagno di squadra Nicevic fresco di passaporto italiano, 32 punti segnati. BancaTercas ha giocato la sua solita partita. A Treviso, i ragazzi di Capobianco non sono riusciti a limitare la prestazione del croato della Benetton e, nell’ultima parte di gara, deleteria è stata l’uscita anzitempo, per raggiunto limite di falli, di Amoroso e Moss, che ha determinato la sconfitta di misura per 85 a 82, immeritata per quanto i teramani hanno prodotto in campo. u