NEI NOSTRI CUORI EMILIO ROSSI e SANDRO CURZI
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NEI NOSTRI CUORI EMILIO ROSSI e SANDRO CURZI
Periodico bimestrale anno XXIV Gennaio-Febbraio nuovarmonia 1/2009 dal 1953 NEI NOSTRI CUORI EMILIO ROSSI e SANDRO CURZI UOMINI CHE HANNO FATTO LA STORIA RAI servizio a pagina 15 dal 1- 2009.indd 1 RO T N E C … to o L u n A n i a l i A m L PAL uto per one di M min roduzi P o r t servizio a pagina 14 Cen 03/02/2009 15.22.45 E ditoriale NUOVAARMONIA 1/2009 EVVIVA LA RAI … SEMPRE AL CENTRO RESTERAI di Antonio Calajò La Rai vince l’anno Auditel 2008, confermandosi leader nel prime time e nell’intera giornata. In prima serata le tre Reti Rai battono in buona misura il confronto con le Reti dell’ emittenza commerciale con una media del 44,05% di share. In particolare Rai uno risulta ancora una volta leader con il 22,67% di share, Raidue ottiene il 10,70%, Raitre si mantiene al 10,06 %. La Rai risulta sempre prima anche nelle ventiquattro ore con il 42,29 % di share. Con riferimento alle ventiquattro ore, Rai uno è sempre la più seguita dai telespettatori con il 21,80% di share, Raidue cresce nell’anno dello 0,20 % passando al 10, 60%, rimane invece stabile l’ascolto di Raitre al 9,07%. Sono semplicemente dati, ma forniscono bene l’immagine di una Rai sempre vincente nell’ampio e articolato panorama dell’emittenza televisiva, anche se da numerosi mesi nella plancia di comando si registra un immobilismo. E’ un dato confortante: l’Azienda seppur immobilizzata al Vertice reagisce bene, il grande e glorioso popolo dei dipendenti, tutti nessun escluso, continua a lavorare, a lavorare sodo, senza farsi ipnotizzare dalle dispute del Parlamento e dei Gruppi politici impegnati a sciogliere la matassa della Commissione bicamerale che è per legge l’Organo istituzionale del controllo e sorveglianza dell’Ente radiotelevisivo. Un organo importante e indispensabile per il rinnovo del CdA Rai scaduto da circa nove mesi. Si conferma ancora una volta che il prezioso patrimonio delle risorse professionali, compresi il grande bacino dei collaboratori esterni, è inaffondabile, intatto, inattaccabile dai vari germi esterni, cresce per la forza e qualità delle prestazioni. Si dice sempre: un tirocinio o un’esperienza di lavoro consumata in Rai ti apre le porte dell’avvenire, ti apre le porte per inserirti agevolmente nel grande e variegato mondo dell’audiovisivo. Altra considerazione. I dati auditel fanno piazza pulita sulla qualità dei programmi e sull’annoso problema del canone. Il consenso all’ascolto televisivo è legato alla qualità della programmazione nel suo complesso: i telespettatori aumentano quando il prodotto è di qualità e viceversa. Qui s’innesta l’altra variabile, il canone, un altro balzello tanto odioso da pagare. E’ il prezzo da pagare per assicurare una Rai, Azienda concessionaria del servizio pubblico, un’Azienda che pone al centro della sua programmazione la corretta informazione, la qualità dello spettacolo e del prodotto culturale. Una Rai che vuole dare e servire la platea degli utenti considerati cittadini, con pieni diritti, con rispetto di tutti i valori così ben evidenziati nella Carta Costituzionale. La disputa se avere un servizio pubblico radiotelevisivo, alimentato dal canone e dalla pubblicità, è una discussione fuorviante, antistorica, contro il tempo e - aggiungiamo - illiberale. La vera libertà sta nel dare a tutti – ripeto a tutti – la possibilità di ascoltare, vedere e criticare. Considerare i cittadini, uomini liberi di scegliere, di formarsi delle idee, e di ragionare. Non meri consumatori, numeri senza anima, utili al calcolo e ai bisogni della pubblicità commerciale, che ha l’ambizione di governare tutti senza regole. AL SERVIZIO DEI LETTORI Il presente numero, appare a prima vista un numero atipico, particolare. Infatti, ampi spazi vengono dedicati al “corpone” centrale della corrispondenza delle Sedi e più pagine finali alla vetrina libri. In breve, pochi sono i “generi”: numerosi sono i ricordi di colleghi che ci hanno lasciato, tanti sono i libri recensiti, numerosa la cronaca locale. Un’impaginazione che ha posto allo staff di direzione del giornale numerosi interrogativi: accantonare alcuni articoli, spostandoli e spalmandoli nei vari numeri; oppure rispettare e fare la volontà dei lettori che numerosi hanno voluto collaborare inviando articoli? Abbiamo dato la risposta senza esitazione: abbiamo preferito rimanere coerenti con l’impostazione avviata fin dal primo numero. Nel primo editoriale si leggeva: “Dai lettori ai lettori”, un impegno a caratterizzare nuova armonia il giornale dei soci – lettori; un magazine sociale letto e scritto dai lettori stessi. In sede di direttivo e di assemblea generale talvolta ci si interroga: perché non costituiamo un gruppo redazionale? Nella realtà il gruppo redazionale esiste, è “aperto verso il basso”, strutturato al massimo della democrazia partecipativa. Nuova Armonia si alimenta prevalentemente della collaborazione dei lettori, attraverso la corrispondenza delle sedi, la richiesta di recensione libri e lettere al direttore che in realtà sono formulati come articoli. Nel tempo alcuni collaboratori operano con continuità: sono le preziose firme degli approfondimenti e riflessioni delle prime pagine e, a rotazione, dirigenti e altri responsabili di settore della Rai, colleghi che si prestano a raccontarci spaccati professionali della nostra Azienda. Aggiornando i lettori con una corretta e ampia informazione sulle strategie tecnologiche e il mercato audiovisivo; i “dietro le quinte” ricchi di analisi e riflessione sui vari generi, sulla diverse formule produttive, unite sempre all’esaltazione del grande e prezioso patrimonio delle risorse umane. Siamo contenti della scelta fatta: il presente numero accoglie pienamente la volontà dei lettori, seppur con una scarsa varietà degli argomenti trattati. um cas 2 1- 2009.indd 2 03/02/2009 15.22.45 NUOVAARMONIA 1/2009 SEGNALATACI I DISSERVIZI POSTALI Abbiamo ricevuto da parte dei lettori segnalazione di disservizi postali per numeri di Nuova Armonia non recapitati a domicilio. Vi preghiamo di segnalare direttamente alla Segreteria Centrale di via Col di Lana le copie mancanti: sarà cura del Segretario Organizzativo assicurare la spedizione dei numeri richiesti tramite posta ordinaria e in busta chiusa. Chi desidera inviare testi e foto al giornale può rivolgersi direttamente a: • fiduciari di Sede • redazione Torino (Elda Gastaldi) 011.810.4191 • redazione Milano (Michele Casta) 02.31992254 • redazione Roma (Pia Fiacchi) 06.3686.9480 • e-mail: [email protected] SEGRETERIA CENTRALE Torino DD.CC.-Ric. Guido Fornaca, Caterina Musacchio Salvatore Strippoli Bolzano-Trento Trieste-Venezia Matteo Endrizzi Spedizione Spedalgraf S.r.l. 00159 Roma - via dello Scalo Tiburtino, 1 Cagliari-Firenze Genova Stefano Lucchetto Campobasso-Napoli Antonio Neri Milano Luigi Galvani, Marco Andrea Pacher Roma Alberto Cacace, Alberto Crocianelli, Anna Laganà, Luigi Pierelli, Luciana Romani FIDUCIARI Presidente Emerito Otello Onorato Impaginazione e stampa GEVI Service Italia S.r.l. www.geviweb.it Art Director Luca Duranti Quintildo Petricola Bari-Cosenza Palermo-Potenza vice Presidenti Matteo Endrizzi Salvatore Strippoli vice Direttore vicario Umberto Casella Ancona-Bologna Perugia-Pescara Presidente Anna Laganà vice Direttore Bruno Geraci CONSIGLIERI Antonio Calajò Sede sociale Rai - 00195 Roma - via Col di Lana, 8 Cod. Fisc. 96052750583 Direttore Responsabile Antonio Calajò via Col di Lana, 8 - 00195 Roma - 06.3686.5905 - 06.3686.9480 06.36822026 (diretto) - 06.36822100 (fax) Aosta-Torino CP periodico bimestrale RASENIOR Editore Associazione Nazionale Seniores Rai Gli articoli firmati esprimono solamente l’opinione dell’autore; devono pertanto considerarsi autonomi e del tutto indipendenti dalle linee direttive degli Organi associativi VICE FIDUCIARI Ancona Beatrice Santarelli Aosta Rosalia Ingrasci Jordan Marisa Bari Pietro Giorgio Enrico Scognamillo Aut. Trib. Roma n. 38 del 22.01.1986 Chiuso in redazione il 26 Gennaio 2009 Prezzo abbonamento L’Associazione Raisenior, quale editore della presente pubblicazione, precisa che gli iscritti all’associazione sono, a tutti gli effetti, soci abbonati alla rivista. L’importo all’abbonamento è gia compreso nel versamento della quota associativa annua. L’abbonamento avrà validità dal primo numero successivo alla data del versamento della quota di sottoscrizione e avrà la durata di un’anno. Bologna Bolzano Patrizia Fedeli Fiorentino Alessandro Saltuari Cagliari Giampaolo Murgia Campobasso Antonio Cece Cosenza Romano Pellegrino Ines Popolo Firenze Maria Cristina Nunzi Fiammetta Perfetti Genova Fabio Cavallo Carla Bassano Milano Michele Casta Mario Bertoletti Napoli Ernesto Esposito Palermo Maria Vancheri Perugia Carmine Vardaro Romeo Ramini Pescara Nino Rocci Camillo Pallini Potenza Silvana Ancona Giovanni Amendolara Roma-Mazzini Anna Maria Mistrulli Pia Fiacchi Roma-Via Asiago Sergio Scalisi Silvana Goretti Roma-Nomentano Giuseppina Ferrari Roma-Salario Anna D’amici Lidia Bordi Roma-Borgo S.Angelo Franco Biasini Fernanda Magrini Pasquinelli Roma-Teulada Giuseppe Guerrona Nicola Tartaglia Roma-Saxa Rubra Alberto Valentini Giuseppe Colozza Torino-Via Cernaia Lucia Carabotti Armando Torta Torino-Via Verdi Lia Panarisi Luciana Coslan Torino-Corso Giambone Giorgio Moscardo Giuseppe Nasi Trento Roberto Bailoni Trieste Allessandra Busletta Venezia Anna Medici ADERISCI ALL’ASSOCIAZIONE l’importo annuale per i pensionati è di Euro 13,00 (tredici/00). L’importo può essere versato direttamente presso i Fiduciari di sede (vedi elenco accanto), oppure: sul c/c postale n. 82731019 intestato a RAISENIOR - bonifico bancario: n. 96921/34 UniCredit Banca di Roma viale Mazzini, 14 IBAN: IT 51 K 03002 05110 000400824690 per la sede di Torino il c/c postale è 48556427 intestato a RAISENIOR - TORINO 3 1- 2009.indd 3 03/02/2009 15.22.45 E lzeviro NUOVAARMONIA 1/2009 IL SEGRETO DELLA RAI? L’ETICA DEL LAVORO DEI SUOI QUADRI PROFESSIONALI di Gianpiero Gamaleri A chi, come me, ha lavorato tanti anni in Rai, anche con responsabilità di vertice, capita anche a distanza di anni di ricevere questa domanda: “come fa la Rai a salvarsi dalle bufere della politica?”. In effetti non siamo in presenza di un’azienda normale. Per parlare solo del presente, abbiamo un Consiglio di Amministrazione con due consiglieri in meno, molte importanti nomine bloccate, nuovi indirizzi e ristrutturazioni che debbono procedere con esasperante lentezza per mancanza di quell’indispensabile interlocutore politico che è la Commissione Parlamentare. Speriamo che quando uscirà questo articolo, le cose si siano messe a posto. Resta comunque il fatto che si sono persi molti mesi rispetto alla scadenza naturale degli organi e che si è confermata ancora una volta l’impossibilità della Rai di “provvedere a se stessa”, come può fare la Fiat o, nel campo editoriale, Mediaset o il gruppo L’Espresso. Dieci e più ore di lavoro al giorno Eppure… la barca va, mantiene gli ascolti, chiude decorosamente il bilancio, non raramente offre produzioni di qualità dall’informazione allo spettacolo, alla cultura. Dove sta dunque la capacità di resistenza della Rai? La risposta è semplice: nella preparazione e nella tenacia dei suoi quadri professionali: dai dirigenti ai giornalisti, dagli amministrativi ai tecnici, dai programmisti al personale artistico. Ricordo un’espressione di una mia collaboratrice di segreteria quando ero dirigente dell’azienda: dopo le sette di sera incominciano le telefonate più importanti, perché tutti sono ancora in ufficio e, dopo una giornata di routine finalmente ci si può confrontare sulle strategie di sviluppo dell’azienda. Non solo c’era e c’è gente che specie ai livelli di maggiore responsabilità lavora dieci e più ore al giorno, ma c’è anche un’etica del lavoro che fa sentire il proprio operato come importante e forse decisivo per il funzionamento e il successo dell’impresa. Se ci aggiungiamo la tipicità di molte funzioni che obbligano ad alzarsi alle 5.00 per i primi GR o i programmi del mattino o ad lasciare la sede dopo i TG di mezzanotte anche da parte di personale femminile che deve attraversare il parcheggio di Saxa Rubra a quelle ore per riprendere l’auto, capiamo a quale somma di dedizioni si devono i programmi che vediamo in salotto afflosciati nelle nostre poltrone. E come la politica probabilmente non si renda conto dell’attenzione che è dovuta a questo insieme di sforzi individuali e collettivi. Anche la Rai ha i suoi padri fondatori Non è questo un richiamo patetico, ma un richiamo realistico a un senso di responsabilità. Quel senso di responsabilità che hanno onorato fino in fondo due direttori dell’azienda – Sandro Curzi ed Emilio Rossi – che questo numero ricorda con doverosa riconoscenza. Qui non aggiungiamo necrologi o ulteriori ricordi ai testi di esemplare chiarezza che vendono pubblicati. Vogliamo solo dire che Curzi e Rossi sono stati la punta di diamante di un’etica della professione che in notevole misura è appartenuta e Gianpiero Gamaleri Ordinario di “Sociologia dei processi culturali e comunicativi” all’Università degli Studi Roma Tre ex consigliere di amministrazione Rai appartiene a tutta l’azienda. E lo sono stati con un temperamento quasi opposto e un orientamento politico, culturale e religioso profondamente diverso ma ugualmente attento al dovere di alimentare un servizio pubblico che doveva e deve misurarsi con una società pluralista, in cui si deve cercare ciò che ci unisce anche attraverso le diversità. Qui non ci sono “coccodrilli”, ma un orgoglio di appartenenza che – per dirla con l’espressione di Obama - si irrobustisce al ricordo dei “padri fondatori”. Anche la Rai ha i suoi padri fondatori. Elogio della silenziosa tenacia Rossi, ad esempio, è stato uno dei dirigenti più schivi della Rai, mai una parola sopra le righe. Eppure le BR l’hanno individuato come nemico da colpire proprio per quella sua silenziosa tenacia che ogni giorno aggiungeva un tassello alla nostra convivenza democratica. In Rai c’è anche gente che fa chiasso, ma la maggioranza degli addetti ai lavori possiede proprio quella silenziosa tenacia che consente all’azienda di passare indenne tra le tempeste e di collaborare in misura significativa alla crescita della nostra società civile. 4 1- 2009.indd 4 03/02/2009 15.22.46 Zapping NUOVAARMONIA 1/2009 LE DONNE? UN VIAGGIO APPASSIONANTE FRA DOCUMENTI E STORIE ESEMPLARI “DONNE & DONNE”, UN PROGRAMMA DI ITALO MOSCATI IN QUATTRO PUNTATE PER “LA STORIA SIAMO NOI” di Italo Moscati Dedico questo articolo alle nostre lettrici e al pubblico femminile della Rai e della tv in genere. Ma farebbero bene a leggerlo anche i nostri lettori, insomma i maschi. C’è sempre da imparare dalla storia delle donne. A me è capitato e ho pensato di raccontarlo in quattro puntate per “La Storia siamo noi” prodotta e trasmessa da RaiEdu a febbraio 2009. E’ stato un viaggio appassionante, prima di tutto,e istruttivo. Saper guardare le donne e alle donne significa anche guardare noi stessi, maschi, e costruire, anzi ricostruire la storia che per secoli è stata una storia a senso unico, senza tanti complimenti. La premessa è questa. Fare una storia delle donne che sia storia vera, completa, nel senso di sforzo per tentare un percorso nuovo e sperimentare ancora una volta una indagine fra documenti e testimonianze. Dunque, una storia delle donne valida per tutti. Da dove ho cominciato? Dalle donne che hanno contato nel mondo e nella storia (le donne politiche, le scrittrici, le artiste, le sportive, le giornaliste della carta stampata e delle televisioni) ma anche e soprattutto dalle donne che hanno avuto altre vite, altre carriere, altri destini più anonimi e nascosti (le operaie, le casalinghe, le contadine, le mondine, le ragazze che hanno indossato la divisa, le ragazze che hanno occupato le cronache rosa e nere). Vittorie, sconfitte, amore e disamore, sogni e desideri, lotte e sacrifici, il rapporto con gli uomini, i rapporti fra le stesse donne in ogni campo della esistenza e del sapere.Una storia dai primi del Novecento ai primi anni del Duemila. Donne raccontate dal cinema e dalla televisione, dalla fotografia e dal documentarismo. Una grande vicenda fatta da tante vicende, un grande romanzo, un grande film doc di “La storia siamo noi”. Uno spettacolo su cui meditare, da pensare, con leggerezza, ironia, partecipazione. Uno spettacolo nelle bufere della storia. Nella prima puntata, le donne dell’inizio del Novecento. La loro storia ruota ancora intorno alla figura dell’uomo Pigmalione (come nella celebre commedia omonima di G.B. Shaw) ma non solo sul piano della “rieducazione” di una semplice ragazza londinese che sarà trasformata in una “lady”. Le donne della puntata iniziale sono quelle che hanno sempre avuto un uomo ispiratore che spesso diventa un padrone e che cominciano a volersi sottrarre a questa figura di protettore che in realtà tende ad essere un dominatore assoluto, esercitando una seduzione, grazie al divismo maschile, che soprattutto nel cinema e nel teatro trova la sua spinta. Tra i personaggi: la Bella Otero, Maria Montessori, Matilde Serao, Andreas Lou Salome, Eleonora Duse e tante altre. Tante altre senza nome, nelle campagne, nelle fabbriche, nelle famiglie. Nella seconda puntata, le donne delle guerre e del periodo delle dittature. Ma anche del musical e delle commedie sofisticate e romantiche. Fred Astaire e Ginger Rogers, la scrittrice Gertrude Stein, Clara Calamai, Marlene Dietrich, Mafalda di Savoia, le ausiliarie, le partigiane, Rita Hayworth, Eva Peron. E gli uomini: Curzio Malaparte ed Ernest Hemingway, le loro relazioni con le donne, le loro idee sulle donne. Fino all’approdo al dopoguerra quando si affacciano nei cinegiornali dell’epoca, nei grandi e piccoli schermi Marilyn Monroe, le “maggiorate”italiane Sophia Loren e Gina Lollobrigida, i playboy come Baby Pignatari, e poi James Dean. Infine, naturalmente, le donne giovani e non giovani che vivono silenziosamente la loro vita e si battono per ottenere i loro diritti a lungo negati. La terza puntata comincia con una celebre battuta del film “Via col vento”, “Domani è un altro giorno”, che diventa il punto di partenza per ripercorrere le storie delle donne famose e delle donne ignorate o sconosciute. E’ un inizio che parte da una celebre finzione del cinema per verificare le speranze, le illusioni, i destini, le disillusioni e di nuovo le speranze che le storie delle donne hanno incontrato negli anni più vicini a noi, dagli anni Sessanta in poi. C’è il rimando a scrittrici che vengono riscoperte e trovano o ritrovano un grande successo come Virginia Woolf e Vita Sackville West, ai grandi amori rivoluzionari come quello fra il poeta Majakowskij e Lili Brik, o all’amore di Cesare Pavese per l’attrice Constance Bowling. E’ la sponda su cui si appoggiano confronti con le nuove realtà delle donne: le ragazze di playboy, ad esempio; e le ragazze che vogliono lasciare la casa per costruirsi un loro domani o che non vogliono soggiacere a vecchi abusi: come fu il caso di Franca Viola che rifiutò di sposare l’uomo che l’aveva rapita. Nella quarta e conclusiva puntata sono indicate le aspettative, le attese, le speranze delle nuove donne che si sono affacciate al Duemila con l’inizio del nuovo millennio. Le donne in divisa nei luoghi di tensione del mondo, le stravaganze di Paris Hilton, 5 1- 2009.indd 5 03/02/2009 15.22.47 NUOVAARMONIA 1/2009 la triste avventura umana di Anne Nicole Smith,le giornaliste che finalmente conquistano posizioni di rilievo nella carta stampata e nelle televisione, le donne che fanno politica e assumono ruoli decisivi nei loro paesi e nelle organizzazioni internazionali, le cantanti e le beniamine dello spettacolo, artiste straordinarie come Pina Bausch, poetesse come Ada Merini, donne di religione e di carità come Maria Teresa di Calcutta. Infine, le donne del terzo mondo, note o sconosciute che avanzano tra mille difficoltà, diffidenze, feroci riti rimasti che vengono da un lontano passato; e poi le ragazze che vengono dall’Est e fanno le badanti. Un’ultima puntata che fa senza presunzione e con molta cura il bilancio di esperienze- quali quelle delle donne- che aiutano davvero a capire la realtà in cui viviamo. * Nella foto La Bella Otero Zomm eventi LA “SQUADRA CORSE” DI VIA TEULADA intervista di Anna Nicoletti lentemente siamo impegnati è RAISPORT ( Giro d’Italia, finale di Champion League, Mondiali di Nuoto Roma 2009, una impegnativa personalizzazione per i Mondiali di atletica a Berlino). In pratica noi siamo “ trasversali”, e tutte le strutture aziendali possono essere i nostri interlocutori come lo saranno le Relazioni Istituzionali, nel caso del prossimo G8 alla Maddalena, e le testate giornalistiche nei Viaggi del Santo Padre all’estero. Alla Struttura vengono affidati compiti che richiedono alta professionalità e specializzazione con un impiego di risorse umane e tecnologiche che solo una grande azienda come la RAI può mettere in campo, Centro di produzione TV, si entra e a sinistra c’è la palazzina uffici delle Direzioni. Al primo piano, la Direzione Produzione TV, la più grande e importante “macchina” aziendale. Al timone manager di provata capacità e esperienza. Maurizio Ciarnò è Vice Direttore, Responsabile dei Grandi Eventi e della Attività produttive Estere; in RAI ha ricoperto il ruolo di Responsabile della Fiction TV lunga serialità, di Assistente del Direttore Generale per I Grandi Eventi TV e poi delle riprese esterne della Produzione TV. Tra le sue esperienze precedenti vanta competenze nella produzione cinematografica, pubblicitaria e televisiva nella Videotime del gruppo Mediaset L’anno 2009 è l’anno dei Grandi Eventi televisivi, chiediamo al dirigente responsabile un anticipazione e una fotografia della struttura. Qual’ è il lavoro del responsabile dei Grandi Eventi e della Attività produttive estere della Direzione Produzione TV? La Struttura studia, propone, coordina e gestisce i progetti che le linee produttive realizzano per la produzione tecnica di un programma o di un evento, in particolare modo negli avvenimenti nei quali RAI riveste il ruolo di host broadcaster. Gli interlocutori principali? La Struttura Editoriale con la quale preva- Quindi un lavoro molto impegnativo, quali le difficoltà maggiori ? Impegnativo ma affascinante. Le difficoltà sono prevalentemente dovute ai tempi ridotti e alla gestione degli elevati costi di produzione; in questo senso posso dire che l’evento più gravoso di quest’anno è senz’altro rappresentato dai Mondiali di nuoto di Roma 2009. Si tratta di un evento che vede impegnato un gruppo di lavoro da quasi due anni in collaborazione con RAISPORT, in cui RAI è host broadcaster ed in continuo contatto con il Comitato Organizzatore, l’EBU e la FINA. E i punti di forza della Struttura? I miei collaboratori, veri professionisti, or- 6 1- 2009.indd 6 03/02/2009 15.22.47 NUOVAARMONIA 1/2009 ganizzatori ed ingegneri in grado di “mettere in pista“ macchine produttive importanti e vincenti; questa è una metafora che mi piace usare per spiegare che la Direzione Produzione TV è come la fabbrica delle auto da competizione. Belle, perfette, ma che per vincere hanno bisogno di un eccellente team, hanno bisogno di una eccellente squadra corse… ecco noi siamo il team, noi siamo la squadra corse senza la quale anche la Ferrari, ancorché perfetta nella costruzione, non sarebbe vincente. Noi siamo la struttura che agisce in modo che il progetto risulti efficace e in linea con i budget assegnati, soprattutto quando siamo host broadcaster, vale a dire responsabili della produzione del segnale internazionale inviato a tutte le televisioni che, nel mondo, acquistano i diritti di trasmissione. Una seria responsabilità che io quotidianamente posso affrontare perché posso contare su una squadra di altissima preparazione e professionalità che si sono formate all’interno dell’azienda. Parlando di rapporti interpersonali quale modello cerca di seguire: quello gerarchico a piramide o quello a cerchio basato sulla cooperazione? Io prediligo un modulo intermedio nel senso che i miei collaboratori hanno tutte le deleghe necessarie per svolgere efficientemente il proprio lavoro; si discute e si ragiona sui problemi e sulle loro possibili soluzioni ma poi alla fine le decisioni devono essere presa da colui che ha la responsabilità di decidere. Io lavoro per la squadra e per il raggiungimento degli obiettivi e credo fermamente che questa sia la sola ed unica formula vincente. Perché il servizio pubblico deve partecipare a questi eventi? Finché ci sarà il canone il servizio pubblico non potrà sottrarsi dal partecipare a questo tipo di attività, perché essa è collegata alla grande fruizione del prodotto che ha grande consenso di pubblico. In uno scenario in cui bisogna tener conto dell’invadenza della televisione a pagamento, in particolare per quel che riguarda gli eventi sportivi, se la RAI dovesse sottrarsi a questi obblighi lascerebbe campo libero agli avversari. Bisogna rispettare il nostro azionista di maggioranza, il teleutente, che deve avere la possibilità di scegliere tra un’offerta pubblica e una a pagamento. Il teleutente può essere abbonato a SKY, ma la RAI ha il dovere, finché i costi saranno sostenibili, di partecipare a questi appuntamenti proprio per la sua natura di servizio pubblico. Argomento mercato televisivo: crede che RAI stia investendo adeguatamente sulle altre piattaforme di trasmissione, sui nuovi media ? Io credo che ad oggi RAI sia al passo con quelle che sono le proprie possibilità rispetto a soluzioni alternative alla tv generalista. Credo che l’azienda abbia stanziato un congruo e coerente budget per questo tipo di sperimentazione. La RAI non ha ancora nel proprio core business la televisione via internet ma nonostante tutto sta investendo nei nuovi media e lo sta facendo in maniera oculata, senza lasciarsi trascinare dalle mode, dagli entusiasmi del momento che poi potrebbero facilmente condurre ad elaborare delle valutazioni non sempre corrette. La RAI è sulla strada giusta, sta investendo tecnicamente e produttivamente tenendo conto del periodo economicamente così difficile, complesso e delicato. Per lo standard HD RAI sta facendo un percorso molto ragionato, molto ponderato rispetto sempre a quelle situazioni che riguardano il proprio conto economico. Le grandi professionalità rappresentano ancora oggi tesoretto aziendale? Credo che un patrimonio professionale di così alto livello e così prezioso poche altre aziende in Italia lo possiedano. In special modo coloro che lavorano in produzione non possono essere persone di incerta professionalità perché come ho già detto in un’altra delle mie rarissime interviste in cui mi veniva chiesto di sintetizzare il concetto del lavoro che svolgiamo : “noi facciamo quello che accade per la TV, se non lo facciamo per la TV non accade”. L’orgoglio RAI, l’appartenenza e la fedeltà sono un valore riscontrabile anche nelle nuove generazioni? Assolutamente si, ne sono certo perché questo lavoro mi permette di stare a contatto con molte realtà e con varie situazioni e la cosa che mi colpisce di più è sempre la grande partecipazione, il grande orgoglio e soprattutto il senso di appartenenza ad una Azienda che, anche nelle condizioni più difficile, riesce ad essere all’altezza della situazione. Rispetto al passato, prevale l’individualismo del singolo? In quei rari casi in cui l’individualismo del singolo emerge, esso viene trasformato in energia per il lavoro di squadra che riesce a massimizzare e ad ottimizzare anche questo come un nuovo valore aggiunto. Nella sua carriera c’è qualcosa che rimpiange o della quale si è pentito ? Il pentimento è un sentimento nobile, tutti, prima o poi ci pentiamo di qualcosa e io non faccio eccezioni; della professione non rimpiango invece nulla, ho dato e avuto molto, forse avrei dovuto perfezionare di più il mio inglese, cosa che mi avrebbe enormemente avvantaggiato nel mio lavoro e nella vita E…. il sogno nel cassetto? Realizzato! Da ragazzo sognavo già di fare questo lavoro dal quale ho avuto grandi soddisfazioni e riconoscimenti ben oltre ogni mio desiderio; insomma, ho aperto il mio cassetto e dentro ho trovato la mia meravigliosa famiglia e il mio lavoro; penso di reputarmi una persona soddisfatta e fortunata. nella foto Maurizio Ciarnò 7 1- 2009.indd 7 03/02/2009 15.22.47 Sedi ANCONA il ricordo dei colleghi CARLO MENGHINI Un anno è trascorso dalla notte di Natale in cui ci hai lasciato ma come si fa a dimenticare chi ha vissuto per tanti anni con noi la quotidianità del lavoro e della vita? Una sola parola riassume il tuo ricordo: “AMORE”…. con “amore” hai vissuto in famiglia, con “amore” ti sei dedicato al lavoro, agli amici, ai colleghi… con “amore” hai dispensato il tuo ottimismo, la tua gioia di vivere, lo sguardo sempre sorridente che infondeva nel cuore di chi ti era accanto serenità, semplicità, protezione. Porteremo sempre nel cuore quel sorriso che non ti abbandonava mai e che hai regalato ai tuoi cari anche nell’ultimo istante della tua breve vita. Con tanto “amore” ti ricordano i tuoi figli, Fabrizio e Stefano, la tua adorata moglie Daniela e tutti i colleghi della Sede Rai di Ancona. EUROSPORT TITOLO EUROPEO DI TENNIS ALL’ ITALIA VETERANI Baden (Vienna). Conclusione a sorpresa dei Campionati Europei Eurovision (le mini-olimpiadi riservate alle squadre nazionali dei dipendenti delle tv pubbliche europee che aderiscono all’ Eurovisione) organizzate quest’anno a Baden (Austria) proprio ad un passo da Vienna e sede del ritiro dei nostri calciatori prima dei Campionati Europei. L’Italia , con la squadra nazionale Rai per il Tennis Veterani (over 50), composta da Massimo Vecchi (numero 1- Roma) Giancarlo Trapanese (numero 2 - Ancona), si è imposta conquistando il Trofeo, battendo per 2-1 la Francia che deteneva il titolo da diversi anni. La formula della “ Competizione veterani” prevede due singolari maschili ed il doppio misto. Infortunatasi la Leotta (Roma) poco prima della partenza, gli italiani sono stati costretti dunque ad iniziare i confronti BARI sempre dall’1-0 a favore degli avversari. Nonostante questo, la squadra italiana della Rai ha eliminato ( sempre per 2-1 ), nell’ordine, Francia2, Austria e, in finale, la Francia1. Nella Finalissima, il numero uno italiano Massimo Vecchi ha battuto 6-4 / 3-6 / 6-3 il numero uno francese Jean Oudart e, nel singolare, decisivo il marchigiano Giancarlo Trapanese ( numero due italiano) ha superato 6-1 / 6-3 il numero 2 francese Jean Cloude Urvoy. Il successo italiano è stato completato dal primo posto, nel tabellone open di Singolo, del romano Gianni Maggi. In questa edizione 2008 dell’Eurosport, sono state 11 le nazioni partecipanti, per un totale di 500 atleti nelle varie discipline. Dopo le passate edizioni in Portogallo, Spagna e Austria, la prossima edizione 2009 sarà a Ostuni (Italia). Nella foto Trapanese e Vecchi alla premiazione a Baden (Vienna) red. di sede Il vicedirettore della testata giornalistica RaiSport Giampiero Bellardi, ha ricevuto a Bari il Premio “Lo sport dei Cittadini-Uisp sport per tutti”, giunto alla 20^ edizione. Bellardi, 59 anni, nato a Bari lavora in rai dal 1972 prima come informatore dal capoluogo e poi come giornalista. Successivamente è diventato caposervizio e poi caporedattore dall’ 88 della sede regionale Rai Tv per la Puglia. Nel 1994 si è trasferito a Roma dopo essere stato nominato vicedirettore della Tgr. Nel 1995 divenne vicedirettore dell’allora testata giornalistica sportiva TGS oggi RaiSport, con sede prima a Milano e poi a Roma, dove risiede oggi. Articolata e ricca di umanità la motivazio- ne del premio: Raccontare la società attraverso lo sport: questo è lo sforzo dichiarato della redazione di Rai Sport che con la direzione di Massimo De Luca si è distinta dalle altre testate sportive per la continua ricerca di uno stile giornalistico sobrio e autorevole dove lo sport sociale e per tutti non viene relegato ai confini dei cosiddetti sport minori ma viene vissuto come fonte in grado di offrire spunti narrativi originali e inediti. La redazione nel suo insieme si è misurata con questo tipo di impostazione, nello sforzo di fornire al telespettatore una lettura spesso inedita del mondo sportivo, dei suoi protagonisti, del loro impegno volontario e anonimo. Il materiale narrativo, 8 1- 2009.indd 8 03/02/2009 15.22.50 Sedi pur rimanendo dominato dal calcio, cerca di raccontare anche le potenzialità multimediali offerte dai canali Rai e interpretandone le finalità di servizio pubblico. Menzione speciale merita il video “60 anni di Uisp”prodotto da Rai Sport e realizzato dal giornalista Sandro Fioravanti che, grazie ad una paziente ricerca d’archivio, è riuscito a raccontare la storia dello sport sociale e per tutti - un pezzo importante e poco noto dello sport italiano e della stessa storia del nostro Paese - attraverso la storia dell’Uisp. Gianpiero Bellardi, vicedirettore di Rai Sport, è la persona giusta per ricevere il premio “Lo sport dei cittadini” per conto della direzione e dell’intera redazione: un professionista stimato, apprezzato e sensibile ai temi sociali, al diritto allo sport e al pluralismo di voci che è alla base di ogni sistema democratico di informazione. (e.d.) Staglieno. La tumulazione è avvenuta il giorno 9 Dicembre u.s. alla presenza dei parenti e di numerosi colleghi che lo hanno conosciuto personalmente. La salma è stata benedetta da Mons. Giulio Venturini. Ha preso la parola, poi, il Direttore della Sede dott. Victor Balestreri, che ci ha aggiornati sulla vita dell’azienda e in particolar modo sul nuovo contenitore “Buongiorno Regione” che a partire dal 19 Gennaio 2009, dal lunedì al venerdì con orario 7.30 – 8.00, aggiornerà i cittadini della Liguria (come di tutte le altre regioni) con rubriche giornalistiche e TG. Di seguito il fiduciario Fabio Cavallo ha relazionato sull’attività svolta nel corso del 2008 e ha illustrato le iniziative future di Raisenior. L’incontro è proseguito con la consegna di un gadget natalizio a tutti i presenti, come segno augurale della nostra sezione. L’iniziativa ha avuto il gradimento di tutti i presenti. La numerosa partecipazione è stata arricchita dalla presenza di alcuni colleghi che da tempo non vedevamo alle nostre feste. Particolarmente calorosa la manifestazione d’affetto riservata ai nostri due decani Andreina Certini e Renzo Delfrate. La festa è proseguita tra ricordi, brindisi e pasticcini, come nella migliore tradizione natalizia… sino ai saluti finali. Nella foto, un gruppo di partecipanti: Renzo Del Frate, Carla Bassano, il direttore dott. Victor Balestreri, Matilde Gazzo, Andreina Certini, Fabio Cavallo GENOVA AUGURI DI NATALE di Fabio Cavallo E’ consuetudine, per la nostra Sede, che nei giorni che precedono il Natale si tenga l’incontro tra i soci in pensione e quelli in servizio. Quest’anno ci siamo rivisti il 15 Dicembre. Abbiamo iniziato con i primi scambi di saluti ai quali è seguita la S. Messa, celebrata da Monsignor Luigi Molinari, nostro cappellano, per coloro che hanno voluto festeggiare seppur con un breve anticipo il Santo Natale. Durante la celebrazione liturgica abbiamo ricordato i colleghi deceduti nel corso del 2008: Anerio Barbieri, Ebe Puppo, Adriana Stagno, Ezio Tomenotti. Terminata la Messa il vice fiduciario Sig. ra Carla Bassano ha porto il benvenuto e il ringraziamento di Raisenior a tutti i partecipanti. Ha inoltre ricordato la recente scomparsa del Dott. Emilio Rossi, già capo servizio della nostra redazione, passato a Roma come segretario di redazione e poi Direttore del TG1 e infine Vice Direttore Generale dell’azienda. Genovese di nascita, ha voluto ritornare da morto nella sua città e riposare nella tomba di famiglia al cimitero monumentale di ROMA il ricordo di Fernanda Salvatori DONATELLA PUCCI Il 10 ottobre 2008 è venuta a mancare la nostra collega Donatella Pucci in Aduani, lasciando in me e penso anche in tantissime altre persone, un vuoto che sarà duro riempire. Mi manca la sua grandissima intelligenza, il suo modo di commentare e porgere le cose, il suo sorriso e il suo essere pronta a dare una mano a tutti. Cara Dona, resterai sempre nei nostri cuori, ma soprattutto nel mio. Riposa in pace, la tua amica. 9 1- 2009.indd 9 03/02/2009 15.22.50 Sedi IL DIARIO DI …BORDO. di Sergio Scalisi Nel “Tour Magazine” a bordo della M/n “ARMONIA” della Soc. Amatoriale MSC, il nostro itinerario inizia da qui. AMSTERDAM (Olanda – Paesi Bassi) – definita la Venezia del nord con il suo sistema di canali, Capitale del divertimento e del proibito. Città turistica famosa molto gettonata, ricca di architetture moderne ed attività culturali; è vivace in tutte le stagioni dell’anno, semplice ma completa; ricca di colori e svariati fiori che le fanno assumere anche un pro……”FUMO” particolare. I più grandi artisti e pittori vi hanno lasciato una fetta …..dolce ed nota della loro vita. Qui VAN GOGH ha realizzato i suoi più grandi capolavori ed ANNA FRANK, durante la II^ Guerra mondiale, nel suo rifugio, scrisse il suo “DIARIO”, reso famoso a livello mondiale che è ora esposto nel museo per non dimenticare….. BREMERHAVEN, seconda tappa del viaggio che, insieme a Brema ed Amburgo, ci hanno accompagnato in meravigliose passeggiate nel verde e nei centri città dove, tra svariate bellezze abbiamo assaporato i colori e le prelibateze di ristoranti e bistrots, offrendoci dolcezze e gradevoli profumi, sviluppando in tutti la voglia di permanere, per navigare in un grande angolo di pace. “LA CORUNA” Ci dirigiamo ora verso la CORUNA (Galizia spagnola), uno dei maggiori scali marittimi spagnoli dell’Atlantico. Città di probabile origine celtica passata poi sotto il dominio romano, conservando ancora vestigia, ha visto dal suo porto salpare l’invincibile Armata destinata ad una cocente disfatta. Da qui, in pulman verso Santiago di Campostela, capoluogo della Galizia, dichiarato dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. La città deve il suo nome all’apostolo San Giacomo (Santiago), i cui resti, narra la leggenda, vennero ritrovati nell’anno 814 dal vescovo TEODOMIRO. Di antica fondazione, deve la sua fortuna alla costruzione della Cattedrale, divenuta col tempo, luogo di fede cristiana, dando vita al celebre “Camino dè Santiago”. “LISBONA” Quarta tappa: LISBONA, capitale del Portogallo, famosa per il suo fascino e dove, lungo le sponde del fiume Tago, sulle cui rive sorge la città, si respira un’aria dolce dovuta alla brezza che giunge dall’oceano, rendendo il cielo particolarmente limpido e donando un’atmosfera particolare al fiume ed alle case. Secondo la leggenda, le sue origini sarebbero legate ad Ulisse, ma gli storici attribuiscono la sua fondazione ai Fenici, che la chiamarono “RADA SERENA”. Con la visita a Fatima, meta di pellegrinaggi sin da quando tre pastorelli ebbero la visione della Vergine nel maggio del 1017, per i componenti del nostro gruppo è stata una occasione per rinsaldare la propria fede. “GIBILTERRA” Territorio britannico, geograficamente appartenente alla Spagna meridionale è collegata alla terraferma tramite un istmo sabbioso. L’importanza di Gibilterra era un tempo soprattutto strategica ma oggi, con l’abbandono da pare della Gran Bretagna dalle altre basi del Mediterraneo, è molto diminuita per la Madrepatria. Oggi vive di commercio e turismo in attesa della possibilità di trasformarsi in un piccolo paradiso fiscale. 10 1- 2009.indd 10 Sul braccio di mare (Stretto) che unisce l’Oceano Atlantico al Mar Mediterraneo si affacciano i porti europei di Algeciras e Tarife e quelli africani di Centa e Tangeri. “MALAGA” Il nostro percorso continua verso “MALAGA”, definita dal poeta Vicente Aleixandre, la “città del paradiso” dove, diverse culture e diversi popoli hanno lasciato l’impronta di un ricco patrimonio culturale e storico rendendo Malaga una delle città più attraenti della Spagna. Vigneti, agrumeti, uliveti, mandorli ed incantevoli spiagge completano la sua delizia. Via : in partenza verso l’ALHAMBRA, sogno arabo del medio-evo-spagnolo della città di GRANADA. Giardini, fortezze e terrazzi, uniti a getti d’acqua ci ricordano giardini e ville rinascimentali della nostra Italia. “VALENCIA” Terza città della Spagna ricca di industrie ed artigianato. Colorati ed artistici merletti, insieme a scuole di musica e canto rendo tutto magico e poetico. In gastronomia, la “PAELLA”, piatto storico, povero, ma complicato da preparare, ha reso Valencia città simbolica. Passeggiando nel suo centro storico, tra resti di vestigia romane e la Cattedrale gotica verso la “Borsa della Seta”, dopo aver sognato ed esserci sollazzati fra tutte queste meraviglie, si riprende la navigazione: “tutti a bordo”verso la Francia. “MARSIGLIA” Città dove splende il sole oltre 300 giorni l’anno, dove gli inverni sono miti e le estati torride. Il forte vento caccia via dalla città l’inquinamento e le conferisce una luminosità così pura che ha attratto, nel tempo, pittori famosi come Cezanne, Breque, De- 03/02/2009 15.22.52 Sedi rain, etc.,che hanno lasciato grandi opere conservate nei musei cittadini. Tutta questa bellezza da vita alla nostra immaginazione e…..che sogni in quei castelli. E…..AVIGNONE, città di Papi, dove il palazzo (simbolo della Chiesa) regala una grandiosa espressione architettonica, magnifica negli arredi e nelle decorazioni dove regna sovrano lo splendore. Siamo giunti alla fine di questa splendida crociera dove ancora, le nostre vacanze, hanno lasciato un marcato romanticismo nei nostri cuori creando, fra divertimenti ed allegre compagnie avute in viaggio, una ricompensa al nostro spirito e voglia di conoscere. Il nostro “diario di….bordo” termina qui…..per ora!!!!!!!, ma riprenderà il prossimo anno sulla rotta verso CAPO NORD. (ha collaborato Simonetta Proietti) il ricordo di Tullio Picone GIUSEPPE TATARELLA Caro Pino, dal 1955 le nostre strade, partite dall’istituto A. Volta di Napoli, hanno spesso viaggiato insieme, altre volte si sono separate per poi ricongiungersi sotto l’ala protettiva di mamma Rai. Sei stato, caro Pino, prima l’eterno fidanzato di Brunella, poi il marito affettuoso, il padre protettivo e tenero, ed infine il nonno delizioso. Compare di anello al tuo matrimonio, ci ha visti sempre molto legati anche se il destino ha voluto riservarci beffardamente, due strade separate ma parallele. Ci ritroviamo in RAI nel 1962,tu a Milano, io a Roma. Poco dopo ti trasferisci a Roma. Case vicine a Torreveccbia. Io in Radio tu, in Televisione; io due figli maschi tu due femmine; tu seduto da una parte del tavolo Sindacale, io dall’altra. La notizia della tua scomparsa mi è arrivata come una doccia freddissima nell’ ufficio Rai Senior, presenti altri amici che ti conoscevano. il ricordo di Pia Fiacchi, Sandra Battaglini e Laura Molinari MARIO CARPITELLA è deceduto a Roma il 19 settembre 2008 “Buongiorno ragazze si fa per dire… un secolo in due”. Cosi’ ci salutava il Dr. Mario Carpitella ogni mattina. La Sandra ed io eravamo ancora lontane dal nobile traguardo dei 50 anni e sorridevamo alla sua inevitabile battuta mattutina. Poi arrivò Laura e il saluto finì. Nel tempo avevamo imparato a “rintuzzare” le battutacce del Capo e così facendo avevamo scalfito il suo carattere schivo ed introverso. Ne era nata una sorta di complicità, un “capirsi al volo” che ci ha portato ad una amicizia che è durata fino alla fine. Noi lo abbiamo molto amato ed ammirato come d’altronde tutta la sua struttura di programmazione. Abbiamo ammirato la sua vastissima cultura per la quale non si sentiva al di sopra degli altri ma al servizio dei suoi collaboratori.. Abbiamo amato ed ammirato il suo rigore morale, la sua onestà, la capacità di confronto e di sperimentazione che lo spingeva a cercare nuovi talenti e nel tempo stesso a difendere soprattutto la qualità e la dignità del prodotto da offrire al telespettatore. Il “principe” dell’offerta televisiva era il telespettatore che andava capito, protetto e difeso. Un nuovo programma spesso veniva “sperimentato” in terza serata prima di avere l’onore della prima. Come non ricordare i programmi di Falqui e Sacerdote, le varie Canzonissime, le operette e commedie musicali, il primo western musicale “Non cantare,spara”. Tantissimo ci sarebbe da scrivere sulla felice stagione televisiva che lo vide pioniere nella nascente Seconda Rete di Massimo Fichera. Carpitella è stato il “papa’” dell’Altra Domenica, di Giochi senza Frontiere, delle edizioni preserali dei Muppet Show, Caro Papà, Ufo Robot etc. Di Portobello e di tante riviste di successo. Da Johnny Dorelli a Montesano, Arbone, Benigni, tanti nomi illustri dell’odierno spettacolo devono a lui i primi passi in televisione. Noi piangiamo il nostro capostruttura che ci prendeva in giro ma si preoccupava e continuò a preoccuparsi nel tempo dei nostri problemi e della nostra salute Addio Capo. Piotta cento lire, Battagliotti e Laurotta (come scherzosamente ci chiamava) 11 1- 2009.indd 11 03/02/2009 15.22.52 Sedi Pizza-party VIII° edizione I ragazzi di via Teulada anni ‘60 Ormai è una tradizione ben consolidata. Il 18 dicembre si è svolto il simpatico e festoso raduno dei pionieri del centro produzione Tv di via Teulada. Con una novità: ora di pranzo a ristorante “Giardino del gatto e la volpe” in zona centrale quartiere Prati, una delle traverse di via della Giuliana. Ormai quasi tutti con più di settanta anni e alcuni con ottanta Natali. I volti sono quelli che hanno fatto la storia della Rai in bianco e nero, i pionieri che hanno dato vita ai primi programmi tutti in diretta, con i filmati in pellicola e colonne separate, una per il video e l’altra per l’audio. Tra i ricordi e i personaggi passati in rassegna quello mitico dell’aprile 1962. Chi scrive era in servizio da pochi mesi, ancora nel periodo “borsa di studio”. Una mattina con sole splendido, ma denso di nervosismo: è prevista la visione di un documentario molto importante nella sala di Sincronizzazione 1, alla presenza del Direttore Generale Bernabei, il Direttore Centrale Servizi Giornalistici (all’epoca c’era un solo Direttore per tutte le testate tv e radio) e altri dirigenti di viale Mazzini. Logicamente c’erano i dirigenti del Centro Produzione TV, in prima fila l’ing. Aldo Riccomi, Capo Complesso Tecnico. Inizia la proiezione: si spinge il bottone dell’apparecchiatura Rotosin (è l’apparecchiatura che fa partire in modo sincrono tutti i lettori audio della colonna parlata 16mm con il proiettore video): tutto fermo, niente si muove. L’ing. Riccomi cambia volto: non riusciva a spiegare al Direttore generale l’improvvisa anomalia. Ma prova e riprova, tocca qua e tocca là .. . alla fine riprende a funzionare. La visione si avvia in modo regolare. Un poco di ritardo – forse una quindicina di minuti - e una grande figuraccia davanti al Direttore Generale. Un racconto vero che serve a ricordare come le prime apparecchiature erano delle novità, dove si sperimentava giorno dopo giorno. Apparecchiature instabili, valvole e circuiti realizzati con cavi e fili saldati a mano, uno per uno. Si imparava e si sperimentava, l’esperienza accumulata dagli anziani si trasmetteva ai giovani assunti. Questa era la tv, questa era la Rai, noi eravamo quelli, oggi – solamente alcuni - siamo nella foto. Prossimo incontro: il secondo giovedì dicembre 2009, stessa ora (ore 13.00) stesso ristorante. um. cas. AOSTA il ricordo di Giorgio Zigiotti LETIZIA, DI NOME E DI FATTO Letizia Travasa è mancata di mattina, alle otto. Il suo corpo avvelenato dal cancro non è riuscito ad alzarsi, a preparare la colazione per suo figlio Lorenzo, a vederlo andare a scuola, a vestirsi ed indossare la maglia comprata da poco, per l’inverno imminente, a pensare che in ufficio l’aspettava il suo amato lavoro. Il suo corpo si è arreso, stanco, il suo spirito no. Da sempre, anche nei suoi ultimi giorni di lavoro, quando la incontravi, Letizia ti regalava un sorriso sincero al quale era impossibile non rispondere con egual moneta. La sua forza le veniva da un carattere dolce ma fermo, dall’amore per suo figlio, che, ormai da cinque anni, vedeva crescere troppo in fretta a causa della sua malattia, dalla stima dei colleghi di lavoro che, indistintamente, le riconoscevano competenze e impegno. Competenze, impegno e gentilezza che ha fortemente voluto regalarci fino a due settimane dal crollo fisico, destando in noi una profonda ammirazione. A chi, negli ultimi tempi la accompagnava a casa o la andava a prendere al mattino diceva: “ siete il mio mondo”. In quella frase non c’era traccia di materia. Non vedeva in quel suo mondo dei corpi, degli ambienti, delle scrivanie, delle macchine. Soltanto persone, forse spiriti, forse anime. Un bel modo per non mollare, per continuare ad esserci. Anima gentile fra le sue amate anime. 12 1- 2009.indd 12 03/02/2009 15.22.54 Sedi TORINO Festa di Natale Come da qualche anno a questa parte, a Natale il Cardinale Poletto ci gratifica con l’officiare la Santa Messa in casa nostra. Il ritrovarci in un ambiente raccolto ed allietato dal nutrito coro dei nostri coristi ci fa sentire orgogliosi d’aver fatto parte della grande famiglia Rai. A maggior ragione in questa solenne occasione, quando l’atmosfera induce gli animi a sentimenti fraterni. Ma, a spingerci ad una profonda presa di coscienza dell’ agire umano e dell’ essere cristiani è stato il Cardinale durante l’omelia. Assorbiti dalle cose materiali, dalla velocità e dalla tecnologia i contemporanei stanno scivolando verso un progressivo abbandono spirituale. Oggi l’umanità si comporta “etsi Deus non daretur”, come se Dio non esistesse, e per colmare il vuoto egoismo esistenziale si affida a cose futili. Ma il denaro, le cose materiali non sono eterne, sono idoli, a cui è pericoloso attaccarsi. Il Signore ci ha indicato la strada diritta, ha manifestato grande compassione verso di noi, mandando suo Figlio. Anche noi dobbiamo dimostrarla verso i nostri fratelli, dobbiamo capire che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Dobbiamo confidare nel Signore, accendere la speranza. Egli ha cura di noi. È accanto a noi. È dentro di noi. Il rito s’è concluso con il Gloria di Vivaldi; saluti e calorosi auguri per l’Anno Nuovo. Vittorio Rizzo VENEZIA il ricordo di Alviero Ben Mohamed LUCIO CHICCO Con questa lettera, il 31 maggio del 1994 festeggiammo assieme ai colleghi d’ufficio il tuo ultimo giorno di lavoro in Rai. “Caro Lucio, con doverosa onestà, in questo momento di commiato ci viene spontaneo ripensare ad una lettera che scrivemmo i primi giorni del 1991, timorosi che la tua presenza avrebbe in qualche modo spezzato quel clima sereno e proficuo che esisteva all’interno del nostro settore. Bene! Sono trascorsi tre anni da allora, ci siamo trasferiti a Mestre, abbiamo messo su una Funzione Commerciale distaccata dalla Sede, rendendoci autonomi e funzionali, raggiungendo notevoli traguardi nel campo del lavoro come mai prima; non che tutto sia sempre filato liscio come l’olio, perché qualche volta ci siamo “scontrati”, ma sempre e solo per motivi di lavoro e mai sul piano personale. Stando assieme abbiamo poi imparato a conoscerci meglio; tu hai capito di poterti fidare di noi, mentre dal canto nostro abbiamo compreso come, nonostante il carattere focoso, tu fossi una persona che riesce comunque, anche nei momenti di maggior tensione, a mantenere integro il senso della giustizia. Ora è arrivato il momento di salutarci e noi siamo consapevoli di essere cresciuti e più maturi, ed è forse anche per questo che, senza retorica, riconosciamo di averti accolto contestandoti e di lasciarti rimpiangendoti.” Nel tempo il tuo pensionamento ci ha consentito di consolidare la nostra amicizia. “Tanti cari auguri e infiniti bei ricordi.” Così mi scrivesti lo scorso anno a Natale. Poi hai lasciato tutti, silenziosamente, inaspettatamente, per sempre. Qualcuno ha scritto…”Un amico è come una nevicata natalizia, ti scaccia la tristezza, ti riempie di gioia…”. Questo sei stato, e questo continuerai ad essere per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerti. Grazie Lucio, grazie di tutto. 13 1- 2009.indd 13 03/02/2009 15.22.55 NUOVAARMONIA 1/2009 D ietro le quinte PALLA AL… CENTRO minuto per minuto dal Centro Produzione di Milano di Massimiliano Mazzon Ogni volta che si rivede Di Natale che sbaglia il calcio di rigore e spiana la strada alla Spagna per la conquista dell’Europeo, per quanto risalente a qualche mese fa, le immagini suscitano ancora rammarico e delusione; immagini che oltre al contenuto emotivo, per noi del Centro di Produzione di Milano hanno avuto anche un significato extra-sportivo importante, professionale. In quei giorni, infatti, il Centro di Produzione di Milano ospitava lo studio centrale di Raisport per Euro 2008, riproducendo un modello già sperimentato dalla struttura Grandi Eventi su molte manifestazioni, comprese le ultime Olimpiadi di Pechino: Studio destinato alle trasmissioni, Redazioni e Montaggi dedicati, Super tv che controlla e smista i segnali provenienti dai siti dell’Evento. La differenza nel fatto che per la prima volta un Centro di Produzione Rai ha ospitato e organizzato direttamente la trasmissione degli europei di calcio. Nel 2006, per la verità, il Centro di Produzione di Torino era stato scelto quale sito per il racconto dell’Olimpiade invernale, ma allora il lavoro di organizzazione complessivo fu a carico dei Grandi Eventi della Rai, che si occuparono anche del reperimento del personale, integrandolo con le valide professionalità presenti in Via Verdi. Si trattò, cioè, di riprodurre lo stesso schema delle spedizioni all’estero per le quali si edifica un piccolo centro di produzione in grado di assicurare autosufficienza operativa (macchina del caffè compresa!). L’Olimpiade torinese fu un esempio di come fosse possibile cominciare a pensare ad un diverso modo di intendere la presenza della Rai in virtù della coincidenza dell’Evento sul suolo italiano. Il Mondiale di Germania, qualche mese dopo, grazie al non trascurabile sviluppo tecnologico, permise di avere a disposizione dei Broadcasters segnali indipendenti (ISO FEED) non solo sul posto, ma anche a grande distanza: in questa maniera si rendeva possibile una “personalizzazione” remota attraverso la disponibilità non solo della partita, ma anche dei segnali permanenti dei replay, di quello delle telecamere fisse sulle panchine e gli allenatori, di quello sui giocatori più rappresentativi (ricorderete la testata di Zidane a Materazzi vista proprio grazie a una “dedicata”). L’occasione successiva si è presentata appunto con gli Europei di calcio di Austria e Svizzera, prodotti in Alta Definizione (e in questo standard diffuso da Rai che per le partite della Nazionale ha messo a disposizione un OB Van HD e reso visibile in alcuni bacini di utenza), e resi disponibili anche in SDI 16:9. La posizione geografica favorevole di Milano, unitamente alla tradizione nella confezione di format sportivi di livello quali la Domenica Sportiva, hanno offerto la chance di poter ospitare appunto il “cuore” editoriale dell’Europeo – studi, redazioni e montaggi -, pur mantenendo gli altri insediamenti attivi sul territorio austrosvizzero. L’operazione presentava, a fianco agli aspetti indubbiamente positivi, delle criticità non trascurabili. Innanzitutto, realizzare le strutture e recuperare le risorse necessarie con una programmazione ancora in corso era abbastanza complicato; si trattava, oltre alla disponibilità degli spazi di studio e di impiego vario, di procedere all’adeguamento tecnologico del Tv rendendolo digitale. Stessa cosa per il super tv, dotato di una nuova matrice in grado di ricevere e gestire i molti segnali prodotti. Un lavoro, questo, realizzato a tempo di record grazie alla disponibilità di Ingegneria nel supportare la creazione del progetto e nel reperire parte delle apparecchiature necessarie – in particolare una Matrice Digitale per il Super TV-, e in virtù dell’impegno di tutto il personale tecnico del Centro (dei Servizi Tecnici ma anche dei Tecnici di Produzione) che ha realizzato gli impianti necessari. In particolare, molto compressi i tempi di digitalizzazione dello Studio Tv2 14 1- 2009.indd 14 – una settimana effettiva a causa della programmazione già prevista-, con particolari problematiche per la parte Audio nella gestione dei segnali SDI audio embedded per la loro distribuzione indipendente a reparti diversi. Il modello produttivo prevedeva, infatti, oltre ai Feed prodotti dall’Host-Broadcaster e riferibili alle singole partite, altri segnali stabili generati per la personalizzazione Rai dell’evento: - uno studio nello spazio Rai all’ International Broadcasting Center di Vienna; - uno studio e una postazione per interviste a Casa Azzurri – ovvero dal luogo del ritiro della Nazionale; - collegamenti dai ritiri delle squadre realizzati con stazioni satelliti Rai; - un pullman per le riprese esterne utilizzato per “personalizzare” le partite dell’Italia con tanto di telecamere e replay dedicati e quattro tra postazioni cronaca e di commento vario. L’insieme dei segnali Audio-Video, inoltrati attraverso il Centro IBC di Vienna da una nostra super-regia tecnica via satellite o via fibra – ce n’erano otto –, venivano ricevuti appunto al CPTV di Milano e qui resi disponibili per essere utilizzati durante le trasmissioni in diretta o per le riproposizioni realizzate grazie alla Teca. Questo reparto, dotato di hard-disk e già funzionante durante la normale stagione sportiva televisiva e opportunamente implementato per 03/02/2009 15.22.55 NUOVAARMONIA 1/2009 l’occasione, aveva il compito di selezionare, registrare e riproporre “slomo” e contributi vari prodotti in Svizzera e Austria, arricchendo notevolmente le trasmissioni messe in onda dal Tv2. Nel dettaglio, questo studio ha ospitato tutte le trasmissioni di Raisport – sei in totale – a partire dalle nove del mattino (Euromattina) per finire alla una di notte (Notti Europee). In mezzo, Dribbling alle ore 13,30, i transiti delle partite commentati (La partita in diretta) e la rubrica delle ore 20,00 (Euro in diretta), mentre completavano il panorama degli impegni, i collegamenti da realizzare per i Tg nazionali, spesso in contemporanea con l’attività dello studio principale e perciò realizzati in altri spazi, da altre squadre tecniche. Tutta questa attività necessitava di una forte presenza redazionale, circa 20 giornalisti, alloggiati in uffici appositamente recuperati, attrezzati con monitor, postazioni informatiche, beta per visionare il materiale e naturalmente, di una rinnovata disponibilità di risorse di montaggio. Quattro sale AVID alimentati da un server in comune, macchine dedicate per registrazioni e riversamenti a completare l’articolata catena produttiva degli Europei 2008. E così siamo tornati al momento dell’errore che ci costò l’eliminazione, all’ingrato e inevitabile compito toccatoci trasmettendo un’amara delusione, in tutti gli standard, a tutta l’Italia calcistica. Per noi fu un momento, c’erano le semifinali, la Spagna campione. Palla al Centro. LA GESTIONE DEI SEGNALI CLIP COMPILATION CHANNEL/canale separato di riproposizione TACTICAL CAMERA/camera tattica utilizzabile come segnale separato LIVE STADIUM FEED, ovvero L’USCITA DELL’OB VAN presente allo STADIO, comunque in transito dall’ IBC. BENCH A-B/ telecamere fisse sulle panchine e allenatori BEAUTY CAMERA from the STADIUM/totale panoramico dello stadio PITCH SIDE, disponibile su base BOOKING/postazione per interventi dal Campo. Nei nostri cuori EMILIO ROSSI e SANDRO CURZI UOMINI CHE HANNO FATTO LA STORIA RAI Uno dopo l’altro, pilastri storici dell’informazione radiotelevisiva, ci hanno lasciato. Numerosi sono i ricordi e le testimonianze che abbiamo ricevuto in redazione. Pubblichiamo i più significativi, quelli che certamente i lettori si attendono. EMILIO ROSSI, IL MAESTRO DELL’INFORMAZIONE RAI il ricordo di Ettore Bernabei Caro Emilio, Ora che tu sei tornato alla casa del Padre, permetti ai tuoi amici di esprimerti quei sentimenti che la tua riservatezza, gentile e schietta, non ci ha mai permesso di manifestarti. Ora vogliamo dirti tutta la nostra ammirazione: per la tua umanità semplice, buona, sapiente; per la tua cultura vasta, profonda, ispirata ad un umanesimo cristiano, che tu aggiornavi - anche in tarda età - con studi rigorosi e con la curiosità giovanile con la quale scrivesti un saggio su Maritain; per la tua professionalità di vero giornalista, con la quale hai fatto comunicazione televisiva e scritta, sempre come servizio ai telespettatori e ai lettori, con un particolare riguardo ai meno colti, ai meno informati. Fino agli ultimi giorni della tua esistenza terrena ci hai insegnato a pensare ed ad operare per il bene comune. Anche per questo sentiamo il bisogno di unire all’ammirazione una fraterna riconoscenza. Quando si ricorda con apprezzamenti positivi la televisione italiana degli anni Sessanta e Settanta, quei riconoscimenti, per la maggior parte, devono andare a te e a Pier Emilio Gennarini, che in quegli anni avete pilotato il Comitato programmi, cioè 15 1- 2009.indd 15 03/02/2009 15.22.55 NUOVAARMONIA 1/2009 la centrale ideativa e direzionale di tutta la programmazione radiotelevisiva della RAI di quel momento. Nella direzione del telegiornale impegnasti tutte le tue capacità per dare al pubblico una informazione completa, rispettosa anche della volontà del principe, ma ancorata sempre alla verità, alla giustizia, alla convivenza pacifica. Anche per questo la follia omicida degli ispiratori - lontani - dei brigatisti cercò di farti tacere, con un proiettile che passò ad un millimetro da una arteria vitale. Gli altri proiettili ti devastarono tibia, perone e bacino. Cominciasti allora a percorrere la via dolorosa di decine di interventi chirurgici, senza mai lamentarti, mantenendo quel tuo sorriso fanciullesco con il quale nascondevi il tuo procedere claudicante. Quante ore hai trascorso, in tanti anni, al Gemelli per le cure riabilitanti, mettendoti in fila dietro ai frequentatori quotidiani degli ambulatori. E se qualche medico, vedendoti in fila, ti invitava a seguirlo nelle sale di riabilitazione, rifiutavi quella attenzione appoggiandoti al tuo bastone. Eppure ti aspettavano collaboratori negli uffici della presidenza del Centro televisivo vaticano, o del Comitato TV per i minori. Anche da vecchio non hai voluto privilegi. Che Dio te ne renda merito. EMILIO ROSSI, LASCIA UNA BELLA EREDITÀ il ricordo di Padre Federico Lombardi Il Santo Padre, Benedetto XVI, si unisce alla nostra preghiera di suffragio, manifestando anch’egli grande stima e gratitudine per l’esempio, il servizio e la testimonianza cristiana di Emilio Rossi. Dò lettura del telegramma che mi è stato fatto pervenire per questa circostanza: “Informato scomparsa dottor Emilio Rossi, Presidente del Consiglio di Amministrazione Centro Televisivo Vaticano, il Sommo Pontefice desidera far pervenire ai familiari e colleghi l’espressione della sua spirituale vicinanza, e ricordandone la feconda attività giornalistica, il generoso impegno in favore dell’Unione Cattolica della Stampa, come pure la puntuale attenzione con cui seguiva gli eventi della Santa Sede e della Chiesa, eleva fervide preghiere in suo suffragio e invia a quanti ne piangono la dipartita la confortatrice Benedizione Apostolica. Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità”. Accompagniamo dunque con la nostra preghiera e la nostra solidarietà umana e spirituale il nostro carissimo Emilio alla presenza di Dio. Momento grande e misterioso, di fronte a cui ci sentiamo chiamati a profonda umiltà, perché è il momento di un incontro in cui tutta la vita si manifesta in piena verità per quello che è stata, nel bene e nel male, agli occhi di colui che ci conosce fino in fondo, nelle ultime pieghe della mente e del cuore. Momento in cui speriamo e attendiamo con tutta l’anima di incontrare un giudice giusto, ma che ci guardi soprattutto con occhi di misericordia e di perdono. Dell’umiltà e dell’attesa di perdono, Emilio ci ha dato egli stesso una singolare e luminosa testimonianza nella conclusione di una sua breve e rara testimonianza sull’attentato subito dalle Brigate Rosse. Egli ricorda il suo incontro con l’attentatore, al termine di un dibattito: “Al termine della presentazione mi capitò di accostarlo. Morucci mi riconobbe. Mi venne spontaneo dirgli che, se gli faceva piacere, anche sul mio viso poteva leggere quella piega di sorriso che aveva ritenuto di cogliere a suo tempo sul volto di Teodoli (un’altra sua vittima) e che lo aveva rinfrancato. “Mi vuol mettere nell’imbarazzo” fu la battuta sua, e subito l’incontro finì. Ho raccontato questo epilogo – continua Emilio – non per esibire un gesto magnanimo. Ad essere sinceri siamo un po’ tutti dei poveracci. Vedete: la stessa signorilità – se così si può definire – che mi è capitato di manifestare nei confronti del Morucci non credo di averla saputa praticare nella mia lunga vita con chi mi ha fatto torti (se torti erano) infinitamente minori, che però mi hanno ferito, indispettito o turbato di più. Davvero è impresa difficile governare il proprio cuore. Il Signore ci perdoni tutti quanti”. Il Signore ci perdoni tutti quanti. Sì il Signore ci perdona. A questo incontro certamente di grande perdono Emilio si è preparato a lungo, possiamo ben dire per tutta la vita, ma in particolare negli ultimi cinque mesi di infermità, quando la sua energia inesauribile aveva dovuto piegarsi e accettare la 16 1- 2009.indd 16 immobilità nel letto dell’ospedale e, nelle ultime due settimane, di casa. Naturalmente ha sofferto, nel fisico ma anche nello spirito, in un cammino non privo di prove e di oscurità, ma nella consapevole accettazione, io direi della obbedienza e della unione nella fede cristiana alla passione di Cristo, passione a cui ha desiderato partecipare frequentemente con i sacramenti. Perciò noi siamo sereni e sicuri che il Signore lo accoglie con le parole che abbiamo ascoltato nel Vangelo: “Bene, servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore!”. Perciò in questi giorni – come è apparso chiaro dalle innumerevoli testimonianze delle persone di ogni condizione che lo hanno potuto conoscere – noi diciamo con sincerità e spontaneità la nostra gratitudine per averlo avuto compagno di un tratto della nostra strada. Sarà stato nei lunghi anni di servizio in RAI con altissime responsabilità, sarà stato al Centro Televisivo Vaticano o all’Unione Cattolica della Stampa Italiana, o infine al Comitato per l’applicazione del Codice di autoregolamentazione TV e minori…sarà stato in altri luoghi e circostanze. Quanta stima ed ammirazione, giustamente, per lui! Qui davanti a Dio ricordiamo non solo la sua eminente qualità professionale - di cui altri parlano con più competenza -, ma soprattutto la sua rettitudine morale, la sua sensibilità umana e cristiana, la sua squisita e discreta attenzione per le persone, per i problemi e le difficoltà personali o familiari dei suoi collaboratori, la finezza della sua spiritualità, la generosità totalmente disinteressata della sua dedizione. Perciò la parola che ho sentito più spesso quando si parlava di lui era: “E’ stato per noi un maestro!”. Perché non solo sapeva bene indicarci che cosa dovevamo fare, ma ancor più come lo dovevamo fare, con quale spirito e quale atteggiamento. Ed egli stesso ce ne dava per primo l’esempio. Per noi cristiani risuona sempre la parola: “Unus est magister vester! Uno solo è il vostro maestro, il Cristo!”. Ma per fortuna c’è anche chi sa imitarlo ed esserne un poco un’immagine. Emilio lo è stato per tanti versi, come uomo e come cristiano. Chiamiamolo pure “maestro”, è una buona definizione. Ora, su questa terra, ci ha lasciato, ma ci ha lasciato anche una bella eredità. Penso al mondo delle comunicazioni sociali e della Televisione, ai suoi problemi e alle sue responsabilità, al bene immenso che può 03/02/2009 15.22.55 NUOVAARMONIA 1/2009 passare attraverso le sue immagini e ai danni terribili che può provocare. Non per nulla l’ultima grande causa, l’ultima battaglia per cui Emilio ha speso le sue forze - possiamo ben dire senza misura e forse anche aldilà della misura -, è stata quella del Comitato Televisione e minori. Ho pensato spesso che quella di Rossi come Presidente di quel Comitato era stata una scelta straordinariamente azzeccata. Chi altri vi si sarebbe dedicato con tanta generosità e convinzione, e soprattutto con altrettanta autorità morale? Con molto realismo sapeva che cosa poteva sperare di raggiungere e cosa no. Ma tutto quello che poteva fare lo ha fatto. E’ stata una bella lezione, la sua ultima grande lezione pubblica per la società italiana. Abbiamo tanto bisogno di impegno e rigore morale se vogliamo che le comunicazioni sociali e la televisione producano più bene che danni. Emilio ha fatto la sua parte. Facciamola anche noi. Ora, per un uomo che ha lavorato tutta la vita perché le immagini caduche servano al bene, gli occhi si aprono sulle immagini che non tramontano. Abbiamo ascoltato San Paolo: “Noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne”. Il corpo di Rossi, segnato a lungo dalle conseguenze di un odio cieco, è diventato per noi e per tutti segno quotidiano di pazienza e di amore. Ora questo corpo, sua abitazione sulla terra, viene disfatto, ma per riceverne un’abitazione da Dio, una dimora eterna, nei cieli. Con piena fiducia affidiamo a Dio questo collega, amico, maestro. Che Dio lo tenga per sempre nelle Sue mani e nel Suo amore dove speriamo di ritrovarci anche noi insieme in una comunione di amore senza fine. *Direttore Generale del Centro Televisivo Vaticano, della Radio Vaticana e della Sala Stampa della Santa Sede. Omelia pronunciata in occasione della Cerimonia funebre il 6 dicembre 2008. Era imprevedibile, allora, che Sandro Curzi in Rai sarebbe tornato, nel maggio 2005, seppure non da giornalista ma da editore, seduto nel cda, facente funzioni di presidente per i primi mesi. Il cda del quale ancora fino ad oggi ha fatto parte, continuando, anche quando le forze erano esaurite e la voce appena un filo, a chiedere, a voler essere aggiornato su quanto accadeva in Commissione di Vigilanza, leggendo ogni mattina sul cellulare gli ascolti del giorno precedente. Ma si era buttato nella vita, dalla resistenza armata al nazifascismo alla politica ed al giornalismo, con un anticipo che, alla fine, gli faceva dire di aver più dei 78 anni anagrafici, almeno cinque-sei anni di più che si facevano sentire, ma convinto ne fosse valsa comunque la pena perché così aveva “potuto vivere la storia del ‘900 quasi interamente’’. Studente del liceo Tasso, era diventato amico fraterno di Citto Maselli, un legame mai interrotto in oltre mezzo secolo, ed aveva iniziato a frequentare le case di intellettuali antifascisti, come i Maselli, gli Scalfari, i Pirandello, poi, negli anni del liceo, Alfredo Reichlin, Luciana Castellina... E’ del ‘44 il suo primo articolo sull’uccisione per mano delle Brigate Nere di uno studente, Massimo Gizzi, per L’Unità clandestina che già distribuivano nella scuola con la complicità di un bidello. Sandro è studente ma già anche nella fila della resistenza armata. Da allora l’impegno politico ed il giornalismo sono stati la sua vita. A volte intrecciati strettamente, come negli anni di Nuova Generazione, di Oggi in Italia - prima radio libera che trasmetteva da Praga - o quando, chiamato ad occuparsi della stampa e propaganda di via delle Botteghe Oscure si inventò la prima “velina” politica, Parcomit. Ma all’Unità, a Paese Sera, negli anni più recenti a Liberazione, nel dirigere quotidiani di partito e non, è stato soprattutto un giornalista. E il Tg3, Telekabul, è stata la creatura che ha amato di più e che ha creato un legame tra lui e la gente - il popolo dei tempi della tv- così forte che ancora oggi a distanza di quasi vent’anni da quando il Cda dei professori pose fine all’avventura, tanti lo fermavano per strada chiedendogli “Direttore, quando ritorni?”. A battezzare il Tg3 Telekabul fu un Giuliano Ferrara irritato dal corsivetto mandato in onda a conclusione del servizio sul congresso socialista dell’Ansaldo, che ironizzava sulla collocazione negli scantinati della postazione data al TG dei cattivi. Un nomignolo che finì sulle prime pagine dei grandi giornali e gli regalò sette punti di share. Fu il TG che per primo raccontò quel nuovo partito nato al nord, la Lega, che a sorpresa aveva preso il 15 per cento dei voti a Sondrio; fu il TG che un sondaggio rivelò essere il preferito dai ragazzi del Fronte della Gioventù e ancora quello cui, durante la guerra del Golfo, si arrese un gruppo sbandato di iracheni incappato in una troupe che si era addentrata nel deserto. Fu il TG3 di Curzi che, all’indomani delle stragi mafiose del ‘92, trasferì la redazione per una settimana a Palermo. Poi c’é stato il TG di Telemontecarlo, Liberazione e il Cda Rai fino ad oggi e insieme, sempre, la passione politica e civile. Con le amarezze, in queste ultime settimane, di quanto accade in Commissione di Vigilanza, e l’allarme per le sorti dell’azienda. Ancora curioso di quel che accadeva anche quando non aveva più forza per camminare, ma aveva voluto essere alla manifestazione del Pd che sfilava ai fori imperiali e l’aveva salutato scandendo lo slogan “Sandro sei uno di noi”. Guardando, con speranza, gli studenti dell’onda. L’ultimo sguardo professionale all’America di Obama e insieme il rimpianto: “vorrei due anni ancora per vedere come se la cava”. SANDRO CURZI, PADRE E MAESTRO, TRA KOJAK E COMPAGNO SCOMODO il ricordo della figlia Candida Kojak, per via della pelata, o “il compagno scomodo”, dal titolo del libricino scritto nel ‘96 per raccontare quella che sembrava la fine dell’avventura in Rai, quando il Cda dei ‘professori’ decise la fine della sua direzione del Tg3. 17 1- 2009.indd 17 03/02/2009 15.22.56 FasiRai NUOVAARMONIA 1/2009 C’ERA UNA VOLTA UN’ASSICURAZIONE SANITARIA… di Anna D’Amici Quando il 2008, anno bisestile ci ha lasciato, i più scaramantici di noi pensionati e pre-pensionati (come ci classifica Mamma Rai) hanno tirato un sospiro di sollievo: sicuramente l’anno che bussava alle porte sarebbe stato migliore di quello appena terminato! E con questa certezza, quando si sono visti recapitare per posta ordinaria una comunicazione dell’Assitalia, non potevano certo immaginare cosa li aspettava. Ma, come recita un vecchio proverbio, il peggio non è mai morto. E si! Perché, appena aperta la busta ed hanno cominciato a leggere la missiva a loro indirizzata, un’amara sorpresa gli dava il “Buon Anno Nuovo”. La lettera della Società assicuratrice li informava che: “…l’andamento tecnico negativo dei contratti FASI RAI Prepensionati e Pensionati ha portato, dopo intense trattative, a definire i correttivi da applicare alle garanzie di polizza, al fine di proseguire il rapporto assicurativo. I due contratti sono stati unificati, riviste le garanzie ma rinnovati per una durata di tre anni …e ridotto il costo”. Ridotto il costo?! Quando mai abbiamo sentito una cosa del genere?! E invece era vero: la nuova polizza sanitaria prevede il pagamento di 590 euro per ogni persona assicurata, dall’assicurato principale ad ogni membro della famiglia. In sintesi coloro che hanno un nucleo familiare composto da quattro membri pagavano fino allo scorso anno 3.000 euro di premio, d’ora in poi per lo stesso nucleo familiare avrebbero pagato 2.360 euro. Ma, come si diceva prima, non essendo assolutamente abituati a riduzioni di costi che non riservino sorprese, é scattato il campanello d’allarme e sono andati a leggere che copertura offriva la nuova polizza. Praticamente le due polizze sono state unificate, non cercando almeno di salvare e portare la copertura per tutti al livello più basso, cioè a quello riservato sino ad allora ai pensionati, ma le prestazioni a copertura sono state tagliate con la mannaia per tutti. Niente più visite specialistiche, niente più analisi, niente più diagnostica, niente più lenti, uno scoperto di ben 2.000, dicasi duemila euro, per intervento o una franchigia del 20%, l’istituzione di un tetto di copertura per i ticket sanitari di “ben” 500 euro a nucleo familiare. Si, avete capito bene: se ti assicuri da solo hai 500 euro di copertura per i ticket sanitari, se assicuri tutto il nucleo familiare che per assurdo potrebbe essere composto anche da dieci persone che pagherebbero di premio € 590x10= € 5.900, sempre gli stessi massimali hai, compresi i 500 euro di ticket. In allegato un bollettino per il versamento del premio intestato all’ Agente Insurances s.r.l. Ina Assitalia. Che dire?! Proprio una bella polizza!!! Da non lasciarsela scappare! Dopo esserci ripresi, abbiamo cominciato a riflettere. Innanzi tutto non si capisce perché ci abbia scritto l’Ina Assitalia e non il Fasi, Fondo al quale siamo iscritti e del quale siamo soci; non si capisce perché il Fasi non abbia sentito l’esigenza di inviare ai propri soci e diretti interessati una comunicazione prima della scadenza della polizza che li informasse di cosa stava avvenendo; non si capisce perché siamo stati di fatto buttati fuori dal Fondo visto che da oggi in poi dobbiamo inviare i versamenti direttamente all’Ina Assitalia e non al Fasi come era in passato, non si capisce perché in luogo di un aumento di premio che ognuno di noi già paventava, si è ricorsi alla stipula di una polizza capestro, penalizzante e vincolante per tre anni. Con tutti questi interrogativi che ci assillavano, ci siamo rivolti al Presidente del Fasi ovverosia al Sig. Bruno Fusco. La cosa più sconcertante sono state le risposte che abbiamo ricevuto: La polizza pensionati e prepensionati era in perdita (ma no?!) e quindi l’Assitalia non aveva intenzione di rinnovarla. La trattativa è stata lunga e difficile e (testuali parole) “…siamo stati presi per il collo e costretti ad accettare quanto proposto dall’Assitalia” e inoltre “...siamo arrivati ad un accordo solo a fine anno”. “ Non siete stati avvertiti da una comunicazione del Fasi?…non ci abbiamo pensato”. Di fronte a tanto ci coglie lo sconforto ed allora partono le riflessioni. Il Fasi è nato con un nobile spirito che, come recita l’art. 3 del suo Statuto “…ha lo scopo di erogare agli aventi titolo, nell’ambito di un sistema di mutualità, prestazioni sanitarie…Il Fondo, inoltre, sempre ispirandosi a rigorosi criteri di indipendenza, autonomia, giustizia ed equità, studia ed attua varie forme di intervento in materia assistenziale utili alla migliore tutela sociale e psico-fisica del socio.” Ed inoltre all’articolo 6: “ La qualità di socio per i pensionati si perde per radiazione”. Cosa dobbiamo pensare a fronte di quanto accadu- to? Siamo stati radiati e nessuno ci ha informato? E perché? Perché il pensionato è solo di intralcio e non serve più? La polizza è così penalizzante che ci si vuole indurre a toglierci dai piedi? Forse qualcuno dimentica che noi pensionati Rai abbiamo contribuito con il nostro lavoro di una vita a far grande questa Azienda che ora non sente neanche la necessità di sostituire il proprio membro, deceduto da oltre un anno, all’interno del consiglio di Amministrazione del Fasi, così come prevede lo Statuto. E che dire di coloro che dovrebbero rappresentarci e tutelarci, ovverosia gli altri quattro membri del Consiglio di Amministrazione che sono designati dalle sigle sindacali? Lo Statuto è stato disatteso e non rispettato, le elezioni dei delegati dovrebbero essere indette ogni quattro anni ed invece se ne perdono le tracce nella memoria. Non si comprende perché si sia fatto uno spezzatino delle polizze diversificandole tra dipendenti, pre-pensionati e pensionati al di là del contributo aziendale. Un pre-pensionato è colui che lascia il posto di lavoro prima dei 65 anni e va in pensione per raggiunta anzianità contributiva ed è incomprensibile che abbia una polizza sanitaria più esosa (costa il triplo di quella di un dipendente) e con minor copertura di colui che resta al lavoro fino a 65 anni, quando le polizze sanitarie, come tutti sanno, sono legate all’età anagrafica di un individuo. Probabilmente la resistenza dell’Assitalia al rinnovo delle polizze dei pensionati poteva essere superata se si fosse minacciato di disdettare la polizza dipendenti che, scadendo a fine 2009, dava tutto il tempo di potersi rivolgere al libero mercato assicurativo che offre oggi un panorama così variegato garantendo un miglior servizio a minor costo. L’entità economica non indifferente di tale polizza, visto che sono 7.500 i dipendenti iscritti al Fasi, avrebbe sicuramente trovato interesse da parte di altre Compagnie. Resta incomprensibile questo legame a doppio filo con l’Assitalia che gode di fatto dell’esclusiva sulle polizze sanitarie del Fasi. Vogliamo augurarci che tutta la vicenda venga rimessa in discussione affinché si recuperi il rapporto Fasi ed Associati impostandolo su un clima di reciproca fiducia, e soprattutto vengano rispettati i valori fondamentali dello Statuto del Fondo. 18 1- 2009.indd 18 03/02/2009 15.22.56 Ritratto NUOVAARMONIA 1/2009 Luciano Ravello il pensionato astrovideo Narrare la storia professionale di Ravello è come descrivere l’evoluzione della televisione in Italia. La passione per la radio inizia a 16 anni nel 1946, con la costruzione della radio a galena, del ricevitore a reazione a tre valvole, della supereterodina delle scatole di montaggio Geloso, dei trasmettitori amatoriali con le famose e gloriose 807. Esercita l’ apprendistato presso i laboratori di radio riparazione durante il periodo delle vacanze estive e nel 1949, acquisisce il diploma di perito radiotecnico a Torino, (in quell’anno si diplomarono altri colleghi Rai, come Ciocca, Magnone, Bianco, Sgarra, Rapizzi, Rossi, Natta, Monti) Nel 1952 inizia a costruire un televisore con un tubo oscillografico, quindi nel 1954 televisori con le scatole di montaggio Geloso ed in seguito un modello con il telaio verticale inserito in un mobile tutto tubo progettato con moduli Geloso. Durante questo periodo, grazie all’ esperienza acquisita, è assunto come tecnico televisivo presso le agenzie torinesi del Piemonte e della Liguria dell’Autovox e della Telefunken. Nel 1958 entra in Rai, presso il Laboratorio Ricerche Rai di Torino, come tecnico addet- to alla assistenza Tv, alla riparazione delle apparecchiature professionali e dei strumenti di misura. Nel primi anni del 1960 ha l’opportunità di appartenere al gruppo tecnico per la scelta del sistema a colore fra NTSC, PAL e SECAM; il compito era quello di trasformare i primi televisori a colori RCA dal sistema americano a quello europeo. Le prove tecniche, con la partecipazione dei tecnici francesi, tedeschi, ed i tecnici del Laboratorio Ricerche si svolsero a Roma presso lo studio P1 in via Asiago, assieme a Leuti, Loli, Chiappini e l’ing. Massimiliano Agresti in Piemonte e Valle d’Aosta. Nel 1969, in occasione dell’allunaggio, la Rai predispone nelle sedi di Torino, Milano, Roma e Napoli la ricezione pubblica televisiva dell’evento; a Ravello il compito di organizzare quello di Napoli. Nel 1972, in occasione dei campionati di calcio, egli collabora all’ installazione in alcune “abitazioni campione” i televisori con l’impiego di tecnici ed antennisti, nella la zona dell’Italia settentrionale, Venezia, Milano, Torino. L’anno 1979 è l’anno della Terza Rete, ….come sempre non poteva mancare all’appuntamento: è trasferito ad Aosta per organizzare l’installazione ed il funzio- namento delle apparecchiature radio televisive della nascente Sede Rai della Valle d’Aosta. Risolve il rapporto di lavoro con la Rai nel 1990, all’età di sessanta anni. Altra passione è l’astronomia, installa nel balcone (si possono osservare le immagini nella sua pagina web http://xoomer.virgilio.it/astrovideo ) un telescopio riflettore Meade 25 cm e con l’ausilio della macchina fotografica digitale Canon EOS 20 Da 20 ed il sensore ccd HX916 della Stairlight Xpress riprende le immagini celesti. Altra attività che lo appassiona molto è insegnare l’astronomia presso l’Università della Terza Età di Aosta ed all’Osservatorio Regionale St.Barthelemy. Questa attività formativa gli da lo stimolo per scrivere e pubblicare tre libri e precisamente: “Tecnica video” anno 1992, dove sono elencate le apparecchiature video utilizzate in astronomia ed il loro funzionamento. “Il cielo di Papà Marcel” anno1995 “La radioastronomia” anno 1997 LE PUBBLICAZIONI: IL CIELO DI PAPÀ MARCEL recensione di Antonietta Guerrieri * Il testo di Luciano Ravello “ Il cielo di papà Marcel”, così come dice il sottotitolo, è un delizioso manuale per astrofili principianti. Il testo ripercorre, come in un racconto, le varie tappe della conoscenza di un giovane, Mario, che, attraverso l’amicizia con Marcel, un anziano un po’ stravagante “amante della natura e della solitudine”, rimane incuriosito prima e affascinato poi dall’Astronomia. Marcel insegnerà al giovane tutti i segreti di questa bellissima disciplina: il cammino fatto insieme, sera dopo sera, sarà un arricchimento per entrambi. Il taglio dialogico ha il pregio di rendere leggera e divertente la lettura del testo senza togliere nulla alla precisione, correttezza e serietà della trattazione. Dal punto di vista scientifico il libro affronta in maniera corretta e completa tutti i vari aspetti dell’astronomia: dall’astronomia classica, all’astrofisica, all’osservazione in differenti lunghezze d’onda, alle moderne tecniche di osservazione ed acquisizione dei dati (telecamere, ccd...). Il libro è corredato da un buon numero di foto e da schemi e disegni molto chiari. Per la chiarezza espositiva, la completezza ed il rigore della trattazione il libro può essere adottato come testo in corsi di astronomia di base e letto da tutti coloro che si avvicinano per la prima volta a questa disciplina. Il modo accattivante in cui è scritto lo rende particolarmente adatto per i ragazzi. (* Responsabile della didattica dell’UAI) 19 1- 2009.indd 19 03/02/2009 15.22.57 NUOVAARMONIA 1/2009 RADIOASTRONOMIA LA TECNICA RADIO AL SERVIZIO DELL’ASTRONOMIA recensione di Flavio Falcinelli* Il volume, edito dalla Tipografia Valdostana nel 2007 e reperibile direttamente presso l’autore al prezzo di copertina di 10,00 euro, si aggiunge ai pochi testi in lingua italiana che trattano di radioastronomia, in particolare amatoriale. Questo libro è molto utile, oltre che interessante, per chi desidera accostarsi alla radioastronomia senza avere una “cultura radiotecnica” alle spalle: sono presentate in modo semplice e diretto tutte quelle nozioni di base sulla radiotecnica che rappresentano il fondamento teorico-pratico per qualsiasi astrofilo o radioamatore che desidera muovere i primi passi verso la radioastronomia. L’autore, tecnico elettronico di professione, valente ed esperto radioamatore, oltre che astrofilo, ha saputo coniugare gli aspetti ed i linguaggi peculiari di queste discipline apparentemente distanti fra loro, fornendo uno strumento utilissimo di collegamento per chi desideri acquisire rapidamente i fondamenti della tecnica radioastronomica. La lettura è molto piacevole e scorrevole, con un prezzo molto contenuto: questo testo non dovrebbe mancare sulla biblioteca di qualsiasi radioamatore, astrofilo, radioastronomo dilettante ed appassionato di scienza in genere. E’ allegato al volume un interessante CD contenente filmati inerenti all’attività radioastronomia dilettantistica pratica. (* ingegnere, RadioAstrolab) RAI TRENTO QUARANTA ANNI E NON LI DIMOSTRA di Alberto Folgheraiter* Quel 1 agosto di 33 anni fa Trento è diventata sede regionale, autonoma da Bolzano, il 1 agosto 1976. Vale a dire dieci anni dopo che da Trento aveva preso il via (in una stanzetta) il primo studio radiofonico (con Gianni Faustini, Antonio Rossi e Manlio Morelli) destinato ad alimentare con notizie e servizi il “Gazzettino delle Dolomiti” che era irradiato sulla regione dagli storici studi di Bolzano. In redazione sarebbero poi approdati Giacomo Santini, Adriano Morelli e Giampaolo Pretti. Primo direttore della sede di Trento fu il dott. Giuseppe d’Amato il quale contribuì alla partenza della Terza Rete TV e rimase a Trento sino al 1990 quando gli subentrò il caporedattore Mario Rigoni. Dal 1994 direttore della sede è il dott. Giovanni Battista Puppo. A fine 2009 saranno trent’anni di Terza rete TV della RAI (il primo TG3, seguito dai TG regionali, fu irradiato la sera del 15 dicembre 1979). La sede di Trento, sia pure dipendente da Bolzano sino al 1976, fu aperta in via Perini nel 1968. Quarant’anni fa, appunto. L’anno seguente furono mandati in onda, su Radio2, i primi programmi regionali. Tra questi “Sfogliando un vecchio album”, brani di storia e di floklore sulle vallate del Trentino. Il pezzo forte della programmazione radio regionale era il “Rododendro”, irradiato da Bolzano sin dal 23 ottobre 1949 come “Belvedere alpino”, poi diventato “Dalle Dolomiti al Garda”, quindi “Settimana nelle Dolomiti” e, per finire, “Subito sabato”. Era un varietà a carattere regionale che andava in onda la domenica. Tra i redattori di quel programma ci furono Ivo Butturini, Chicco Tabarelli, Ettore Frangipane e Sergio 20 1- 2009.indd 20 03/02/2009 15.22.58 Eventi e testimonianze NUOVAARMONIA 1/2009 Modesto. Da Trento c’era il “trio Bob” che interpretava parodie musicali. Negli anni Sessanta arrivò il “Checco della Portèla”, al secolo il maestro Ottavio Odorizzi, il quale amava prendere in giro la politica e le scelte bizzarre dei personaggi pubblici. Una sorta di “colonna infame” della settimana. Il “Checco della Portèla” (la Portèla era un rione di Trento che fu bombardato nel corso della seconda guerra mondiale) diventò un personaggio tanto conosciuto e amato che ogni settimana arrivavano al suo indirizzo centinaia di lettere e di cartoline. Visto il successo di ascolto fu poi spostato di sabato pomeriggio. Al suo posto fu trasmesso “Sette giorni nelle Dolomiti”, rotocalco giornalistico scritto e condotto, a Bolzano, da Ezio Zermiani il quale, noblesse oblige, aveva già sulla groppa “microfono in piazza”, altra bella iniziativa di Radiorai regionale condotta, a due voci, con il compianto Adriano Morelli. Storia dell’altro ieri ricordata, con un pizzico di nostalgia, da coloro che hanno superato la soglia degli “anta”. A quel tempo non c’erano le emittenti commerciali (arriveranno solo nel dicembre del 1975) e Radiorai aveva davvero il monopolio dell’etere e... dell’ascolto. Per il quarantennale di Radiorai dal e sul Trentino, la struttura programmi della sede di Trento ha prodotto un impegnativo sceneggiato radiofonico. “Tita Piaz, il diavolo delle Dolomiti”, in onda ogni martedì, dal 6 gennaio 2009, alle 15 su Radio2. Tredici puntate da 45 minuti ciascuna, 180 personaggi, 33 attori, 5 musicisti per i 32 brani della colonna sonora originale, mille differenti effetti sonori e 4 lingue diverse (italiano, ladino, tedesco e francese). Autori del testo Giacomo Anderle e Alessandra Henke; la musica è di Marina Giovannini. La regia di Maria Serena Tait. Racconta la vita e le imprese del grande alpinista fassano Giovanni Battista Piaz, detto “Tita”, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. Passato, pertanto, attraverso due guerre mondiali e grandi rivolgimenti politici. I 40 anni di Radiorai “trentina” saranno rievocati in autunno con un opportuno programma che proporrà, in sintesi, i brani e gli interventi più significativi registrati dal 1969 ad oggi. Già nei mesi scorsi sono state trasmesse alcune delle commedie dialettali (registrate nel 1978-79) e che hanno trovato interessamento e consenso tra gli ascoltatori, soprattutto anziani. Anche perché, nell’omologazione culturale in atto, molti giovani faticano ormai a parlare correntemente il dialetto trentino. Gli anniversari però offrono spunto anche per altre riflessioni, per una sorta di “amarcord” di chi eravamo e di quanti siamo rimasti. In trent’anni sono passati dalla Redazione di Trento decine di giornalisti, molti dei quali oggi impegnati in altre testate e redazioni della Rai: Sabrina Baldetti, Giuseppe “Pucci” Bonavolontà, Michela Bellenzier, Oliviero Bergamini, Lara Boccalon, Eleonora di Lauro, Maria Concetta Mattei, Maurizio Crovato, Francesco Fantasia, Matilde Germani, Marco Madinelli, Alessandra Mancuso, Simonetta Marcoccia, Roberto Milone, Paolo Giani, Achille Rinieri, Lorenzo Roata, Rina Rossetti, Sergio Tazzer. Altri colleghi sono andati in pensione: Carlo Andreotti, Giampaolo Pretti, Mario Rigoni, Giacomo Santini, Maurizio Struffi, Alberto Tafner, Marco Zeni. Tra i programmisti-registi hanno lasciato la Rai: Paola Arrigoni, Antonio de Castel Terlago, Andrea Castelli, Luciano Happacher, Enzo Merz, Renato Morelli, Luigi “Gino” Valentini. Inoltre, hanno terminato il loro servizio decine di tecnici e di impiegati. Nel 1979, al via della Terza Rete, la sede di Trento contava 125 dipendenti. Oggi siamo in 83, compresi gli 11 dipendenti di Rai Way. Nelle foto: Attori impegnati nella registrazione di Tita Piaz; Paganella, dove ci sono i ripetitori Rai; la Sede con la neve (*Alla RAI dal 1979, già vicecaporedattore; dal 2007 capostruttura programmi della sede di Trento) Aderisci all’associazione se non hai rinnovato l’iscrizione a Raisenior sei ancora in tempo l’importo annuale per i pensionati è di €13,00 21 1- 2009.indd 21 03/02/2009 15.23.00 Autori e libri Un libro contro l’indifferenza. I drammi dell’infanzia negata, calpestata, in Africa come in Italia, nei Paesi dell’Est, dagli orfanotrofi di Chernobyl, della Bielorussia di Bucarest, ai boskettari. Da una parte l’indifferenza del mondo, incapace ormai persino di indignarsi, dall’altra, prevalente, luminosa, la speranza. Di questo parla “Da quanto tempo”, il libro di Giancarlo Trapanese, scrittore, giornalista (vicecaporedattore della sede Rai per le Marche) che tanto successo sta ottenendo. Finalista al prestigiosissimo premio “Narrativa Recanati”, vincitore del premio Lettori, presentato a Francoforte alla buchmesse nel programma ufficiale 2007, poi alla fiera di Torino. E’ stato presentato in due grandi occasioni: ad Ancona in anteprima nazionale, nel Teatro Sperimentale gremito da 450 persone, con gli interventi di Tito Stagno e del compianto Don Oreste Benzi pochi giorni prima della sua improvvisa scomparsa e poi, più recentemente, a Roma, al Pio Sodalizio dei Piceni, in una memorabile serata davanti a 300 intervenuti, con la partecipazione del direttore dei giornali Radio Antonio Caprarica, del grande Umberto Broccoli, del giornalista sociologo Francesco Giorgino, dell’inviato del tg1 Pino Scaccia e la partecipazione di Gigi Marzullo, Sebastiano Somma, Ernesto Mahieux e Carla Cassola . Giancarlo Trapanese tiene moltissimo a quanto hanno scritto Lucio Felici ( Milano, uno dei più grandi studiosi e critici) e Alessandro Moscè (critico letterario) del suo libro. Un buon rapporto con la critica, dunque, gli chiediamo? “Credo che tutti e due abbiano centrato aspetti molto importanti del mio libro e questo mi consola e mi incoraggia, in un mondo dove è difficile emergere a livello nazionale per chi scrive in una piccola casa editrice. Del resto anche grandi personaggi NUOVAARMONIA 1/2009 DA QUANTO TEMPO di Giancarlo Trapanese Neftasia editore come Gigi Avanti e PierPaolo Serino hanno avuto lusinghiere parole ma soprattutto tanti lettori che mi scrivono anche attraverso il mio sito www.giancarlotrapanese.it”. Insomma un libro che è piaciuto: ce lo puoi riassumere? “E’ un libro che parla di speranza, una via per continuare a credere che l’amore e la solidarietà, l’attenzione per l’altro, siano ancora, in questo difficile mondo, una strada percorribile in grado di dare, almeno in alcuni casi, una risposta umana e riscattare situazioni di infanzia negata o, peggio ancora, perseguitata. E’ un romanzo-inchiesta che parte dalla cronaca, da fatti realmente accaduti, per sviluppare considerazioni e riflessioni sul valore dei sentimenti, sull’incapacità dell’opinione pubblica di indignarsi di fronte anche alle più feroci vessazioni che i più deboli, i più indifesi (i bambini, i ragazzi e le ragazze), subiscono senza poter replicare. Un libro, come disse Don Oreste Benzi presentandolo, che dà voce agli ultimi, quelli ultimi cui nessuno pensa e quando ci pensa ... pensa male. Così, dai bambini delle fogne di Bucarest (salvati da un clown francese) ai bimbi soldato africani, alle adolescenti dell’est costrette a prostituirsi, ai tanti drammi dell’indifferenza e dell’ ingiustizia causata dai processi mediatici a casa nostra, il libro offre percorsi comunque di riscatto, vissuti e commentati da un giornalista, diciamo un po’ il mio alterego e da un sacerdote impegnato nel sociale che, all’amico, chiede di raccontare questa nuova speranza in un libro-verità. Quindi un romanzo (l’incontro tra due persone molto diverse che imparano a confrontarsi anche attraverso dialoghi sanguigni e qualche volta divertenti) all’interno del quale ci sono quattro storie vere, autentiche, i cui personaggi ho trovato, conosciuto e incontrato”. Dicevi dei riconoscimenti, delle soddisfazioni e delle difficoltà…“Sì, dei miei tre libri questo è forse quello che mi ha dato più soddisfazioni anche se gli altri due, “Se son Fiori” e “Luna Traversa”, sono piaciuti molto. Solo che in Italia non basta scrivere un libro che piace o che dice qualcosa. L’ingresso alla distribuzione capillare è filtrato da sistemi cui piccole case editrici non accedono, i libri si vendono solo se provengono da personaggi già famosi e adeguatamente supportati dalla televisione e dalla radio e per accedere a quei canali… bisogna provenire da una grande casa editrice.Tranne rarissime eccezioni. E i premi letterari sono quasi tutti controllati, diciamo consigliati, dalle grandi case…” - Ma tu ne hai vinto uno importante, importantissimo: mi dicevi che il premio Narrativa Recanati ha un montepremi superiore al Campiello ed allo Strega “Vero. Ma intanto non l’ho vinto. Sono stato nei finalisti e vinto il “Premio lettori”. Ma non puoi immaginare, nonostante questo, le polemiche e la sorpresa di chi si aspettava tutt’altro esito. Tieni presente che ero nella cinquina, con due finalisti dello Strega e con uno degli autori emergenti più in gamba, Bajani. Devo dire che la giuria recanatese ha dimostrato che non tutto è… sotto controllo e i lettori mi hanno voluto sostenere , ma è un’eccezione che conferma le regola. Per tua curiosità, sfoglia le Case Editrici dei libri che hanno vinto Strega e Campiello negli ultimi 10 anni”. - A chi consiglieresti il tuo libro? “E’ un libro per tutti, per chi ama emozionarsi, per chi vuol riflettere su alcuni aspetti della vita che ci scorre attorno ma credo (e lo vedo nei miei incontri con le scuole) particolarmente adatto soprattutto ai giovani che molte di quelle cose non le sanno”. - Dicevamo la tua Casa editrice…“ Giovane e coraggiosa, quasi tutta al femminile. La Neftasia di Pesaro ha intrapreso una serie di pubblicazioni sui diritti umani, sui bambini, sulla lotta al crimine organizzato e contro l’arroganza del potere in genere. Scelte importanti che meriterebbero sostegno e attenzione”. ( a cura di Beatrice Santarelli) UOMINI E DONNE …sempre più soli di Gianfranco Gremo Continua l’escursione dell’autore nel mondo emotivo degli uomini e delle donne. Un mondo affascinante, nonostante quel “sempre più” che tende a colorarlo di pessimismo. Questa volta il suggerimento è di ricavare forza dalle difficoltà relazionali che si incontrano nella vita. Affrontarle per vincerle è il compito di tutti noi. 22 1- 2009.indd 22 03/02/2009 15.23.02 Autori e libri NUOVAARMONIA 1/2009 Il Petruzzelli Storia di una città di Antonio Rossano editore Progedit recensione di Salvatore Strippoli IL LIBRO L’ AUTORE Antonio Rossano è giornalista (premio SaintVIncent ‘75) è autore di numerosi libri; autore di atti unici per lo voce solista di Giorgio Aldini. Tre suoi radiodrammi sono stati trasmessi dalle reti nazionali RAI; Docente per oltre un quindicennio presso la Facoltà di Economia e Commercio di Bari. Attualmente dirige il Master di giornalismo promosso dall’ordine di Puglia in collaborazione con l’Università di Bari. Si potrebbe definire un libro “denuncia”, quest’opera di Antonio Rossano; un volume che ripercorre tutte le tappe del glorioso “Teatro Petruzzelli” dal febbraio 1903 ad oggi, trascorsi nell’indifferenza di una città “Bari”, della sua classe dirigente e l’intreccio fra imprenditoria, cultura e politica. Rossano, passa al setaccio oltre cento anni di storia barese nel mondo della musica: le varie stagione liriche, gli interpreti altisonanti; “tutti sono venuti a Bari” dice l’autore e visto che ci siamo, solo tre voci mitiche non hanno calcato il palcoscenico del Petruzzelli: Antonio Tamagno, Enrico Caruso e Maria Callas. L’autore porta alla ribalta una città che cresce, si espande al di là della “ferrovia” inventa nuovi quartieri, potenzia la zona industriale e sviluppa la Fiera del Levante importante volano di progresso della città anche per la partecipazione delle Nazioni che si affacciano sul mediterraneo. Oltre cento anni vengono setacciati dall’autore; in questo contesto emergono due guerre, il periodo fascista e la ripresa democratica: da Benito Mussollnl ad Araldo di Crollalanza ad Aldo Moro. L’autore cita l’EIAR: Radio Bari, un’avventura che crescerà fino a diventare una delle pagine più gloriose della storia cittadina. Rossano conclude questo cavalcata con un Teatro Petruzzelli distrutto dall’incendio dell’ottobre 1991. Oggi restaurato , rinnovato, ma conteso da continui colpi di scena, da antiche e nuove vertenze tra pubblico e privato. Quello che conta -scrive l’autore- è ridare a Bari un Teatro degno di questo nome, nel solco di una tradizione prestigiosa. Il libro è edito dalla Progedit di Bari ed è corredato da interessante materiale iconografico. LA RAI CHE NON VEDRAI di Elio Matarazzo recensione di Enrico Menduni Questo nuovo libro che Elio Matarazzo ci consegna è una fotografia ad alta risoluzione su una serie di progetti e di idee, del presente e del passato, che potrebbero trasformare (o avrebbero potuto farlo) il servizio pubblico radiotelevisivo in Italia. Ci sono le proposte fatte nel 1996 quando il centro sinistra vinse le elezioni e cominciò delineare il cosiddetto “disegno di legge Maccanico”, che poi fu sdoppiato (i famosi “1021” e “1138”, dal numero d’ordine dei rispettivi testi depositati in Parlamento) e solo per metà realizzato; e ci sono le proposte del 2006, cresciute attorno alle linee guida e alle proposte di legge del nuovo ministro Paolo Gentiloni, esponente di un centrosinistra nuovamente vittorioso, sia pure per un’incollatura. E’ una fotografia preziosa, in un’epoca in cui la grande disponibilità di testi e documenti digitali si accompagna al totale oblio di quelli che furono prodotti appena cinque anni fa, travolti da altre tonnellate di proposte e di polemiche. E che ci permette di descrivere il sistema televisivo italiano di questi anni in un modo forse diverso dal consueto. La neotelevisione nella sua forma italiana – ossia la convivenza collusiva e competitiva tra il servizio pubblico e un’unica grande televisione privata, ciascuna con le sue radicate affiliazioni politiche – finisce irreversibilmente nel 1994. Ciò avviene perché la “discesa in campo” del principale imprenditore della televisione privata distrugge l’asserita e populistica apolicità della tv commerciale; ma anche perché il presidente della Rai nominato per iniziativa di quell’imprenditore, che è diventato presidente del Consiglio, chiude traumaticamente la principale officina di nuovi linguaggi televisivi del servizio pubblico: parliamo di Letizia Moratti e del congedo di Angelo Guglielmi e della sua squadra, della “tv realtà” e di un riuscito tentativo di intarsio fra un neorealismo televisivo, i nuovi linguaggi della diretta e la missione di servizio pubblico. Per completezza d’informazione dobbiamo anche dire che la tv realtà, deprivata della sua componente di servizio pubblico e diventata reality, funziona egregiamente e diventa la cifra distintiva della tv commerciale, o dell’omologazione complessiva alla tv commerciale. Dopo il 1994 non avremo più un sistema televisivo duopolistico a dominanza Rai, ma a dominanza Fininvest-Mediaset. La parte del libro di Matarazzo che riprende gli scritti del 1996 descrive bene gli scenari che sarebbero stati allora possibili: la televisione satellitare era agli inizi, Telecom Italia era un gigante (il sesto gestore di telecomunicazioni nel mondo per fatturato), la larga banda praticamente non c’era e la televisione sul cellulare non esisteva, Internet era agli inizi della sua corsa. C’era una finestra aperta da cui la Rai avrebbe potuto uscire in forma rinnovata, come un soggetto motore della convergenza, come una componente di servizio pubblico nella multimedialità e così non è stato, soprattutto per un deficit di motivazione e di visione strategica dell’intera classe dirigente, non solo di quella arroccata ad esclusiva difesa degli interessi del fondatore di Forza Italia. Del resto anche il quinquennio successivo, quello della legge Gasparri, è stato efficace soprattutto nel tamponare la “degradazione” satellitare proposta dalla Corte Costituzionale per una delle reti generaliste di Mediaset (e, a tratti, anche per la terza Rete della Rai). La previsione di una vendita della Rai è rimasta – per fortuna – lettera morta anche se è aumentata la fragilità aziendale, il turnover dei dirigenti, la insufficienza finanziaria rispetto ai volumi richiesti dalla convergenza a un player internazionale. 23 1- 2009.indd 23 03/02/2009 15.23.03 ...correva l’anno 1959 Villaggio IGV Le Castella Intersezionali Aziendali - 7/14 Giugno Circolare disponibile sul sito intranet aziendale e in distribuzione presso tutti gli uffici ARCAL Scadenza domande 24 Febbraio 2009 ARCAL ESTATE 2009 Si torna a “Le Castella” con una grande offerta EM E dal 6 al 13 Settembre tutti al Valtur di Ostuni per l’ Eurovision Sports a cura di ARCAL RAI 1- 2009.indd 24 03/02/2009 15.23.06