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Dicembre 2012
n.
3
QUADRIMESTRALE DI INFORMAZIONE SOCIO-SANITARIA DELL’ASSOCIAZIONE “AMICI DEL CUORE A. BORIN” DI PADOVA - ANNO X - N. 3/12 - REG. TRIB.
DI PADOVA N. 1796 DEL 24/05/2002 - DIRETTORE RESPONSABILE : MASSIMO NARDIN. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ART. 2 - COMMA 20/C
LEGGE 662/96 DCI PADOVA. - I N R E DA Z I O N E : T I T T I B U O N O C O R E , A N TO N I O P I N C E R ATO, G I OVA N N I F I O R E N Z ATO - S E D E : A S S O C I A Z I O N E A M I C I
D E L C U O R E A . B O R I N , V I A D E I C O L L I , 4 - 3 5 1 4 3 PA D OVA - T I P O G R A F I A : N U OVA G R A F I C A S. N . C. - 3 5 0 2 0 V I G O ROV E A ( P D ) - V I A C A RO N , 1 3
Editoriale Nuovo Ospedale di Padova e potenziamento della
Riabilitazione cardiologica ai Colli:
È
da più di due anni che se ne parla, ma siamo ancora fermi alle Calende
greche.
In questa crisi economica che non lascia respiro a famiglie e lavoratori è davvero disarmante rendersi conto della lentezza politica e istituzionale nell’avviare
operativamente un grande progetto qual è effettivamente il nuovo polo ospedaliero di Padova per migliorare l’efficacia della ricerca sanitaria e puntare all’innovazione d’eccellenza. Lo stesso vale per la Riabilitazione cardiologica, il cui
ampliamento e potenziamento delle attrezzature e degli spazi invochiamo da
molti anni, ormai.
Il progetto dell’ospedale risponde all’esigenza di fornire a Padova quelle infrastrutture e quegli spazi utili in quella che è la competizione tra città. Città che,
come dice il vicesindaco Ivo Rossi nel suo sito, “saranno sempre di più i luoghi
della crescita economica, sociale e civile delle nostre comunità. In questo senso
la discussione sulla nascita di un nuovo polo ospedaliero, così come quando si
decise il trasferimento dall’originaria collocazione di via San Francesco al Nuovo
Giustinianeo, più che un problema edilizio o urbanistico, rimanda a un’idea
generale della città e di una delle sue riconosciute eccellenze”.
Spesso e volentieri quando si parla di città e territori si parla di "eccellenze"
di prodotti e di servizi e a volte, specie se a dialogare sono attori economici e politici del territorio stesso, il tutto sembra molto autoreferenziale e retorico. Come ho
già detto più volte in questo nostro giornale, ritengo che l’ospedale di Padova
esprima davvero un’eccellenza a livello nazionale e in molti casi, per cure ed
interventi particolari, un’eccellenza a livello mondiale. In realtà si dovrebbe parlare al plurale visto che le "eccellenze" riguardano varie branche della medicina.
La celebrità dell’ospedale di Padova per i trapianti di fegato e di cuore con il centro di cardiochirurgia Vincenzo Gallucci, intitolato al cardiochirurgo che a Padova
il 14 novembre 1985 per primo eseguì il primo trapianto di cuore in Italia, ne è
degna testimonianza.
Il futuro polo sanitario rientra in un’idea di città da progettare e costruire nel
medio lungo periodo, un po’ come si fa e si è fatto in molte città europee con piani
strategici anche ventennali ed interventi di rigenerazione urbana. Nuove opere,
recupero di aree dismesse, rilancio del sistema urbano per disegnare una città in
grado di valorizzare maggiormente le proprie potenzialità così come ad esempio
il nuovo Centro congressi, opera indispensabile ed attesa, a servizio del turismo
congressuale, piuttosto che il Polo della Musica (auditorium-conservatorio) a vantaggio della città, della sua vivacità culturale e, anche questo, potenziale attrattore di turismo.
Ovviamente in questo momento di crisi è difficile pensare a un investimento
così oneroso ma non per questo, credo, si debba accantonare il progetto, anzi. In
ballo c’è una possibile perdita di competitività per la sanità padovana, se non si
riuscirà a raccogliere nella nuova struttura le attività di formazione, ricerca e assistenza a un livello tecnologicamente avanzato.
L’augurio della nostra Associazione è quello di agire con lungimiranza perchè
se si devono spendere soldi è giusto farlo per progetti ambiziosi e che possano
anticipare le esigenze anche della Padova futura.
Giovanni Fiorenzato
Presidente Associazione “Amici del Cuore” di Padova
1
tutto tace!
Sommario
Editoriale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
L’attività sessuale del malato
di cuore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2-3
La cardiochirurgia padovana
da record. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4-5
Influenza e vaccino . . . . . . . . . .
Un alto grado di istruzione
abbassa i rischi di ipertensione
Ricetta natalizia . . . . . . . . . . . . .
Auguri di Natale . . . . . . . . . . . . .
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ISCRIVITI
A L L’ A S S O C I A Z I O N E
PER IL 2013
Invitiamo tutti gli interessati alla materia
a contribuire alle attività dell’associazione e i soci a rinnovare la tessera dell’Associazione “Amici del Cuore” di Padova
per l’anno 2013, utilizzando il bollettino di c/c postale numero 41891540
intestato all’Associazione stessa.
La quota d’iscrizione per il 2013 è
fissata in 15 euro.
È possibile tesserarsi anche passando
per la nostra sede, aperta tutti i martedì,
mercoledì e giovedì in via dei Colli 4
(presso il Complesso Socio-Sanitario
“Ai Colli”). L'Associazione Amici del
Cuore “A. Borin” ricorda anche il nuovo
Conto corrente bancario presso la
Banca Antonveneta. Il pagamento della
quota associativa o qualsiasi altro contributo alle nostre attività possono essere perciò effettuate, oltre che attraverso
il versamento sul conto postale, anche tramite bonifico bancario (IBAN:
IT78H0504012193000001106929).
Grazie a una convenzione, se il bonifico
verrà effettuato tramite la stessa Banca
Antonveneta verrà applicata, in automatico, la commissione di soli 0,50 euro.
L’attività sessuale
del malato di cuore
Il rapporto sessuale comporta
effetti di una certa rilevanza sull’apparato cardiocircolatorio, dovuti non
solo all’impegno fisico dell’atto in sé
ma anche alla contestuale partecipazione emotiva. Attraverso la liberazione di ormoni attivi su cuore e vasi
come l’adrenalina, durante il rapporto si realizza un discreto aumento del
lavoro cardiaco; l’atto sessuale infatti, come ogni altra attività fisica, comporta un aumento della quantità di
sangue che il cuore deve pompare
nelle arterie ad ogni singolo battito,
un aumento del numero dei battiti al
minuto (frequenza cardiaca) e della
pressione arteriosa sia sistolica che
diastolica, e un cuore malato potrebbe tollerare con difficoltà tali modificazioni.
In generale, l’atto sessuale è considerato uno sforzo di moderata entità,
paragonabile ad una passeggiata alla
velocità di 4 Km all’ora o, nell’ambito
lavorativo, alla pulizia del pavimento
di una stanza di media grandezza.
D’altro canto, le variabili che influiscono sul grado di dispendio energetico sono molteplici, come diversi
sono i modi in cui il rapporto sessuale può aver luogo. Ad esempio, lo
sforzo è minimo con un partner abituale in un ambiente consueto, particolarmente se il paziente gioca un
ruolo passivo. Al contrario, è dimostrato che rapporti con partner occasionali ed in ambienti inusuali comportano un rischio maggiore per la
particolare componente emotiva
(eccessiva eccitazione) e, conseguen-
temente, per il più elevato aumento
della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della “eccitabilità”
cardiaca con possibile comparsa di
aritmie.
L’atto sessuale non comporta un
rischio di eventi cardiovascolari più
elevato rispetto ad un’altra attività
fisica con pari dispendio energetico
mentre i benefici per il paziente, in
termini di rilassamento e di riconquistata autostima, sono assai rilevanti
e tali da incoraggiarne la ripresa.
Come regola generale, tutti i soggetti
che possono affrontare esercizi fisici
di moderata intensità possono intrattenere rapporti sessuali anche se,
dopo un infarto del miocardio, è consigliato procedere in modo graduale
dopo un’attesa di 3-4 settimane.
Una valutazione cardiologica ed
opportune indagini strumentali,
come ad esempio il test al cicloergometro (per escludere la possibilità di
ischemia indotta dall’attività) ed il
test di Holter, offrono un notevole
aiuto consentendo di identificare i
soggetti a rischio più elevato. La
riabilitazione cardiologica basata sull’esercizio, altamente raccomandata
in tutti i malati di cuore dopo un
evento acuto, può contribuire ad
assicurare anche un’attività sessuale
non solo più sicura ma anche meglio
tollerata accanto ai noti benefici che
l’hanno resa un presidio terapeutico
essenziale.
LA DISFUNZIONE ERETTILE
L’erezione avviene quando le arterie del pene, in risposta agli impulsi
nervosi che giungono dal cervello, si
rilasciano provocando un aumento
del flusso di sangue nei corpi cavernosi cui si associa una riduzione del
deflusso per il restringersi delle vene.
Questi due meccanismi sono alla
base dell’aumento del volume e della
consistenza del pene che può pertan-
to considerarsi un “organo vascolare”. La disfunzione erettile – in passato nota come “impotenza” – non
deve essere confusa con la perdita
del desiderio (libido), evento tutt’altro che raro specialmente dopo eventi acuti come lutti, malattie, abbandono del partner, perdita del lavoro.
La difficoltà a raggiungere l’erezione, o a mantenerla sino al termine di
un rapporto sessuale desiderato, è
piuttosto frequente soprattutto oltre
i 60 anni, insorge per lo più in maniera subdola e tende a progredire lentamente fino a divenire completa.
Tale disfunzione è spesso dovuta a
patologie organiche tra cui si annoverano malattie dei vasi arteriosi, neurologiche, ormonali ed anatomiche.
Vi sono anche forme di origine psicologica caratterizzate da un’insorgenza spesso improvvisa, frequentemente legata a problematiche relazionali
(ansia da prestazione), manifestandosi non raramente anche nei giovani. Talvolta, sulla base di un deficit
erettile primariamente organico s’inserisce una componente psicologica
determinando forme che possiamo
definire come miste. Disturbi dell’erezione possono inoltre essere secondari a trattamenti medici: farmaci in
grado di determinarli o favorirli sono
i diuretici tiazidici e anti-aldosteronici, alcuni beta-bloccanti, l’amiodarone, vari antidepressivi e la digitale; la
disfunzione erettile può, infine, comparire dopo interventi chirurgici a
carico di retto, vescica e prostata.
La maggior parte dei casi di disfunzione erettile organica è di origine
vascolare e tutti i fattori di rischio
coinvolti nella cardiopatia ischemica,
in primo luogo il diabete mellito ma
anche l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, l’obesità, la sedentarietà e soprattutto il fumo, aumentano la probabilità di sviluppare questo
disturbo. Questi sono i motivi per cui
continua a pag. 3
2
segue da pag. 2
la disfunzione erettile è più frequente
nei soggetti affetti da malattia coronarica, carotidea o con arteropatia
periferica. In maniera del tutto simile
a quanto avviene a livello delle arterie di tutto il corpo, un danno a livello delle cellule che tappezzano i vasi
(cellule endoteliali) comporta inizialmente una riduzione della capacità di
dilatarsi in risposta a stimoli fisiologici (disturbo funzionale) e, con l’andar del tempo, conduce ad alterazioni anatomiche della parete arteriosa
e alla formazione di placche aterosclerotiche (disturbo organico).
La disfunzione erettile può rappresentare un sintomo, una spia cioè
della presenza di una patologia aterosclerotica sub-clinica in altri distretti:
dato il calibro limitato delle arterie
del pene, la disfunzione può rappresentare il primo segnale di un disturbo della circolazione in grado di precedere di mesi o anni lo sviluppo di
una malattia vascolare sintomatica
del cuore o del cervello, anticipando
in alcuni casi l’infarto del miocardio o
l’ictus cerebrale.
La presenza di un disturbo d’erezione e una relazione sessuale poco
soddisfacente possono compromettere pesantemente il benessere psicofisico e la qualità di vita sia del
paziente che della coppia. Questo è il
motivo per cui, nell’ambito della cardiologia preventiva e riabilitativa, si
dovrebbe dare risalto a tale argomento. Fortunatamente esistono oggi farmaci, appartenenti alla classe degli
inibitori delle fosfodiesterasi 5 (sildenafil, vardenafil e tadalafil), in grado
di migliorare l’erezione in una percentuale di casi che oscilla realisticamente dal 50 all’80%. Contrariamente
a quanto molti pazienti ritengono,
questi farmaci possono essere assunti anche dai malati di cuore purché in
condizioni di stabilità e sotto controllo medico per evitare possibili interazioni pericolose con altre sostanze in
grado di dilatare i vasi. Infatti, un’importante controindicazione all’utilizzo degli inibitori delle fosfodiesterasi
5 riguarda i soggetti con pressione
arteriosa molto bassa (inferiore ai
100/60 mmHg) o mal tollerata ed i
coronaropatici che necessitano di
terapia cronica a base di nitroglicerina o nitrati, somministrabili sia oralmente (Carvasin, Nitrosorbide,
Monoket, Monocinqe, etc) che tramite cerotti (Nitrocor, Nitroderm, etc) o
per via endovenosa. La contemporanea somministrazione delle due classi di farmaci è a rischio di grave ipotensione ed è pertanto assolutamente da evitarsi. Ugualmente vietata è
l’assunzione di nitroglicerina dopo un
rapporto sessuale aiutato da tali farmaci: in particolare non possono
essere assunti nitrati nelle 24 ore successive all’assunzione di sildenafil
(Viagra) e vardenafil (Levitra) e nelle
48 ore da quella di tadalafil (Cialis), a
causa dell’effetto particolarmente
prolungato di quest’ultimo farmaco.
Va ricordato, a questo proposito, che
i nitrati transdermici continuano ad
essere attivi per tutta la durata dell’applicazione cutanea.
ricercare la presenza di fattori di
rischio (diabete, ipertensione, ipercolesterolemia) non ancora diagnosticati, approfondire il quadro cardiologico ed eventualmente prevenire l’esordio di una insufficienza
coronarica. Nei cardiopatici con problemi di erezione, prima di assumere una specifica terapia è comunque
essenziale l’intervento del medico
poiché il disturbo potrebbe rappresentare l’effetto collaterale di un farmaco la cui sostituzione – quando
possibile – può risolvere parzialmente o completamente il problema.
Altre volte il colloquio può portare
alla luce una depressione latente il
cui trattamento può rendersi necessario indipendentemente dal disturbo sessuale. Utile in questi casi, tutt’altro che rari dopo un attacco di
cuore, può risultare anche l’intervento dello psicologo.
Non affrontare un dialogo sulla sessualità e su eventuali problemi ad
essa correlati preclude la possibilità
di superare il problema e soprattutto
nasconde un sintomo che potrebbe
facilitare la diagnosi precoce di
importanti malattie. Il vostro medico
saprà pianificare una serie di indagini
e, nel caso, vi consiglierà la visita di
uno specialista endocrinologo o di un
andrologo.
RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE
Dott. Fabio Bellotto
Professore Aggregato presso il
Dipartimento di Scienze Cardiologiche,
Toraciche e Vascolari dell’Università
degli Studi di Padova.
Primario della Cardiologia Preventiva
e Riabilitativa, Istituto Codivilla Putti di
Cortina d'Ampezzo (BL)
È molto importante parlare con il
proprio medico circa l’eventuale
comparsa di problemi di erezione in
modo da indagare sulle altre possibili cause (ormonali, psicologiche, neurologiche) che nella maggior parte
dei casi sono facilmente trattabili,
Agenzia Ospedale
Nuovo sportello Banca Antonveneta presso l’OSPEDALE CIVILE di Padova
Via Giustiniani, 2 tra Clinica Ortopedica e Clinica Ostetrica
orario continuato di apertura: 8.20-15.35.
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ai Dipendenti del Polo Sanitario.
3
La cardiochirurgia padovana da record
Intervento al cuore? Ora è mini invasivo
Un team di cardiochirurghi dell’Università di
Padova è riuscito per la prima volta al mondo a
impiantare una pompa cardiaca in un paziente
senza aprirne il torace, riducendo le complicazioni post-operatorie
Siamo abituati a pensarlo
come uno tra gli interventi più
invasivi da un punto di vista chirurgico: un’operazione al cuore.
Eppure da quando Jarvik 7, il
primo cuore bionico, è stato
impiantato in un paziente nel
lontano 1982, di passi avanti la
cardiochirurgia ne ha fatti.
L’ultimo è quello compiuto al
Centro Gallucci dell’Azienda
Ospedaliera dell’Università di
Padova, dove l’equipe medica
capeggiata dal professor Gino
Gerosa ha impiantato con successo in un paziente una pompa
cardiaca del tipo «Jarvik 2000»
senza aprire il torace, per la
prima volta al mondo.
A beneficiare del trattamento
altamente innovativo, che ridimensiona il concetto di invasività per le operazioni al cuore, è
stato un uomo di 67 anni affetto
da cardiomiopatia dilatativa che
non avrebbe potuto sopportare
gli effetti di una procedura tradizionale, come ha spiegato
Gerosa: “L’approccio che abbiamo usato è stato quello di una
piccola incisione di circa dieci
centimetri sotto il pettorale sinistro, che ha permesso di ridurre
con l’invasività chirurgica anche
il dolore post operatorio. La
pompa assiale”, ha poi continua-
to il cardiochirurgo, “è stata
inserita preservando l’integrità
ossea della parete toracica laterale ed evitando l’apertura completa dello sterno”.
A rendere possibile l’intervento è stato l’utilizzo di una particolare tecnica nota come Ecmo
(ExtraCorporeal
Membrane
Oxygenation): un sistema di circolazione extracorporea attraverso il quale il sangue contenuto nel cuore viene prelevato,
quindi ossigenato e di nuovo
reimmesso nel paziente, così da
permettere una notevole riduzione del volume del muscolo
cardiaco e dare ai medici lo spazio necessario per operare.
…
L’infarto a
ol
una nuv .
ra
passegge
Il fatto di impiantare una
pompa cardiaca che supporta il
lavoro del cuore senza aprire il
torace sarebbe passato come
un intervento da fantamedicina
fino a poco tempo fa, una realtà
invece concreta dalla scorsa
estate all’ospedale di Padova.
L’uomo sessantasettenne ha
superato brillantemente il decorso post operatorio.
Come ha sottolineato Gerosa,
direttore del Centro Gallucci, “il
paziente resta al centro del
nostro universo. La parola d’ordine per noi è ridurre l’invasività chirurgica. I pazienti che arrivano a questo intervento sono
legati alla vita da un filo sottilissimo, e il loro quadro clinico è
spesso molto complesso. Ecco
perché è doveroso puntare a un
ritorno alla vita normale nel più
breve tempo possibile”.
continua a pag. 5
4
segue da pag. 4
Jarvik 2000,
un dispositivo
cardiaco
con la presa
dietro l’orecchio
Una piccola pompa del peso
di circa 90 grammi. Il singolare
dispositivo, denominato Jarvik
2000, viene impiantato nel ventricolo ma a differenza delle
comuni tecnologie adoperate
per questo genere di intervento, non ha la presa di alimentazione nell’addome, bensì dietro l’orecchio sinistro.
Questo consente al paziente
di nuotare, fare la doccia e
vivere senza il rischio di contrarre infezioni, che sono frequenti per chi ha cavo di alimentazione della pompa cardiaca posizionato nell’addome.
L’azienda che realizza gli
impianti mininvasivi Jarvik
2000 è emiliana ed è una delle
realtà imprenditoriali fortemente segnate dal terremoto.
Quest’azienda esegue gli
impianti su un progetto americano e grazie a questo prodotto è riuscita a riprendersi dal
pesante colpo inferto dal
sisma dello scorso maggio.
Il sistema Jarvik 2000 flow
maker è composto da una
pompa assiale a flusso continuo, la cui portata massima è di
6,0 litri al minuto. Esso è completamente impiantabile all’interno del ventricolo sinistro
senza la predisposizione della
tasca addominale. Gerosa ha
sottolineato che questo tipo di
operazione può essere eseguita
anche sulle donne, mentre è più
problematica sui bambini. La
semplicità del sistema Jarvik
2000 consente una facile gestione da parte del paziente, in
quanto la funzionalità non
dipende da una consolle esterna ma solo
dal controller in dotazione, che è
completamente trasportabile
mediante le
batterie in
litio e da
a g g a n c i a re
alla cintura
dei pantalo-
ni. Insomma, la tecnologia salva
e allunga la vita.
Il minuscolo apparecchio
oggi tiene in vita pazienti gravissimi che stavano per morire. Dopo 5-6 ore di intervento i
malati hanno riaperto gli occhi
e sono tornati alla vita. Proprio
un paziente padovano, il primo
operato all’ospedale dal professor Gerosa e dalla sua squadra il 16 dicembre 2008, è ad
oggi il più longevo tra i casi
gravissimi trattati con questa
tecnica. È un uomo, ha oggi 58
anni e vive con un supporto
artificiale al cuore da 3 anni e 9
mesi.
Dopo l’infarto mantenere una dieta equilibrata.
5
Influenza: il vaccino dimezza
il rischio di malattie cardiache
Sono stati giorni di passione per i
vaccini contro l’influenza, quelli trascorsi a fine ottobre scorso, dopo
che il Ministero della Salute aveva
vietato la vendita di quattro prodotti
dell’azienda
farmaceutica
Novartis Vaccines. Un duro colpo
che arriva all’inizio della stagione
vaccinale, confermato dalle preoccupazioni dei medici di base che
pronosticano un calo di un terzo di
coloro che si vaccineranno quest’anno contro i tre ceppi del virus
influenzale in circolazione.
Il ministero ribadisce “l’importanza della vaccinazione per le categorie a rischio” sottolineando che “i
vaccini autorizzati per l’uso nell’uomo, inclusi quelli contro l’influenza,
sono prodotti biologici sicuri, essendo sottoposti ad una serie di controlli accurati”. Rassicurazioni in
merito arrivano anche dall'Agenzia
Infarto e ictus:
una protezione
in più da un
ormone antidiabete
È protettivo nei confronti del diabete, ma ha anche proprietà anti-infarto e
anti-ictus: è l’ormone GLP-1 (peptide
glucagone simile-1), le cui proprietà
“multifunzionali” sono state messe in
evidenza in uno studio pubblicato sulla
rivista «Diabetes Care» dai team di
Carmine Cardillo dell’Istituto di
Patologia
Medica
dell’Università
Cattolica di Roma e di Manfredi Tesauro
del Dipartimento di Medicina Interna
dell’Università Tor Vergata di Roma.
L’ormone, che regola il controllo glicemico e i cui effetti farmacologici sono
attualmente sfruttati per il trattamento
del Farmaco. “I vaccini sono tra i prodotti più controllati: una volta terminata la produzione – afferma in una
nota l’Aifa – ogni lotto, prima di essere immesso sul mercato, è sottoposto ad un controllo specifico da
parte di un laboratorio terzo ufficialmente autorizzato”. Controlli, ma
anche benefici: “I vaccini sono un’importante risorsa per i singoli soggetti e per la collettività”, ricorda l’Aifa.
Prove a sostegno arrivano anche da
uno studio canadese presentato
durante il Canadian Cardiovascular
Congress: il vaccino contro l’influenza riduce del 50% le morti per ictus e
infarto e del 40% la mortalità generale per tutte le altre cause.
La ricerca del TIMI Study Group
and Network for Innovation
dell’Università di Toronto, in
Canada, ha analizzato oltre 3.200
pazienti, divisi equamente tra sog-
del diabete, ha quindi inoltre un’azione
protettiva a livello vascolare in individui ad alto rischio, come gli obesi con
sindrome metabolica (condizione clinica caratterizzata dalla contemporanea
presenza di diversi fattori di rischio cardiovascolare – glicemia elevata, dislipidemia ed ipertensione – associati alla
presenza di obesità addominale e a una
minor sensibilità all’azione dell’insulina, che porta a un notevole aumento
del rischio cardiovascolare, in particolar modo infarto del miocardio e ictus).
I ricercatori hanno studiato 25 pazienti con sindrome metabolica e un gruppo di controllo costituito da soggetti
obesi, ma non affetti dalla sindrome
metabolica: i risultati hanno dimostrato che la somministrazione di GLP-1
migliora la risposta vascolare nei
pazienti con sindrome metabolica,
favorendo un maggiore afflusso di sangue ai tessuti muscolari. "Si tratta di
un’informazione importante – spiega
Cardillo – perché è noto che i pazienti
6
getti già malati di cuore e soggetti
che non presentavano sintomi di
malattia cardiaca, per circa un anno.
Un motivo che secondo l’autore
dello studio, Jacob Udell, cardiologo,
giustifica l’estensione del vaccino
anche alla popolazione che ha avuto
una malattia cardiovascolare in precedenza. Tuttavia anche in Canada,
esclusi i pazienti con più di 65 anni,
che hanno una copertura vaccinale
superiore al 66%, il ricorso al vaccino nella popolazione tra 18 e 64 è
molto bassa, cioè intorno al 35%.
affetti da obesità e diabete hanno un
rischio cardiovascolare maggiore, con
conseguente riduzione della loro aspettativa di vita. I risultati ottenuti suggeriscono che le terapie basate sugli
effetti del GLP-1 possono svolgere
un’azione di protezione cardiovascolare
nei soggetti con sindrome metabolica e
che tali benefici vanno oltre il semplice controllo glicemico”.
Un alto grado di istruzione abbassa i rischi di ipertensione
I laureati sono protetti da ipertensione e malattie cardiovascolari
esempio facevano meno uso di fumo ed alcol. In
media i valori della pressione erano più bassi di 2,26
punti.
Anche le donne più colte avevano indice di massa
corporea e propensione per il fumo minore rispetto
alle meno studiose. In particolare, le donne laureate
mostravano valori della pressione mediamente inferiori di 3,26 punti rispetto a quelle che non avevano
il diploma. Le donne che avevano completato il college senza proseguire fino alla laurea avevano valori
inferiori di 2 punti.
Come analisi finale è risultato che in entrambi i
sessi le difese contro l’ipertensione erano maggiori,
in modo proporzionale, ad ogni grado accademico
conseguito.
Quindi, ha dichiarato Loucks: “Gli anni di studio
sono inversamente correlati con l’ipertensione, e l’effetto positivo della cultura è addirittura più forte per
le donne, rispetto agli uomini”. Loucks ha inoltre
aggiunto che “le donne con un’istruzione più bassa
hanno più probabilità di ammalarsi di depressione e
più probabilità di diventare genitori single, di vivere
in zone povere e al di sotto della soglia di povertà”,
tutti elementi che incidono fortemente sulla salute
del cuore.
Forse al giorno d’oggi arrivare a conseguire una
laurea non assicura la possibilità di entrare agevolmente nel mondo del lavoro ma una consolazione
c’è, per i laureati, secondo un’analisi della Brown
University, negli Usa. Chi studia di più abbassa il
rischio di sviluppare ipertensione e malattie cardiovascolari, ed in particolare il giovamento maggiore è
proprio per chi raggiunge la laurea.
La tesi è stata avanzata da un gruppo di ricercatori diretti dal professor Eric Loucks, che hanno pubblicato la loro indagine su <Bmc Public Health>.
Il professor Loucks e colleghi hanno studiato i dati
del Framingham Offspring Study, che ha messo a disposizione le cartelle mediche di 4.000 soggetti, osservati per più di 30 anni. Gli scienziati hanno trovato
una forte correlazione tra il grado di istruzione ed
eventuali problemi di salute, dividendo il campione
in base al sesso.
Inoltre i dati sono stati scremati da eventuali fattori di disturbo, come la classe socio-economica di
appartenenza o l’istruzione dei parenti.
Gli uomini del campione che avevano studiato per
più di 17 anni sono risultati avere un indice di massa
corporea inferiore rispetto a chi aveva studiato
meno e propensi ad uno stile di vita più salubre, ad
I piatti delle feste:
una ricetta sana per stupire tutti a Natale
SOSTENETECI
GAMBERETTI CON SALSA REMOULADE
con la Vostra
DICHIARAZIONE
dei redditi !
Il consiglio del nutrizionista: “Antipasto scenografico e di semplice preparazione, a base di pesce, che è un ottimo compromesso fra esigenze del
palato e valori nutrizionali”.
Ingredienti per 4 persone
• 800 g di gamberetti • 5 dl di vino bianco secco • 1 carota • 1 cipolla
• 1 costola di sedano • 2,5 dl di maionese • 50 g di cetriolini sott'aceto • 1 cucchiaio di senape di Digione • 40 g di capperi sott'aceto • pasta
di acciughe • cerfoglio • prezzemolo • dragoncello • 1 cucchiaio di succo
di limone • olio extravergine di oliva • sale, pepe in grani
Portate a ebollizione circa due litri di acqua salata aromatizzata col vino
bianco, un ciuffetto di prezzemolo e dragoncello, la carota, il sedano e la
cipolla. Pepate e lasciate sobbollire per dieci minuti prima di immergervi i
gamberetti. Cuoceteli per quattro minuti, scolateli e sgusciateli. Conditeli
con un filo d'olio, il limone, un cucchiaio di erbe aromatiche tritate, e
teneteli in caldo. Tritate finemente i capperi e i cetriolini ben sgocciolati;
aggiungeteli alla maionese insieme con la senape, mezzo cucchiaio di
pasta d'acciughe e mezzo di erbe aromatiche anch'esse finemente tritate.
Disponete in ciascun piatto individuale alcuni gamberetti con un poco di
salsa remoulade e servite.
7
anche
Nella dichiarazione dei redditi segnala il codice fiscale
92121750282 per donare il 5
per mille del tuo reddito al
volontariato.
Grazie al tuo aiuto potremo
così portare avanti i progetti a favore dei cardiopatici.
Attivati a divulgare questa
iniziativa presso CAF, amici
e conoscenti.
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E-mail
Cari Soci e Amici, non penserete mica
che ci dimentichiamo di scambiarci
gli Auguri di Natale?
Riuniamoci tutti,
specialmente in questo mese
che ci rende tutti più altruisti e buoni.
Incontriamoci tutti
Venerdì 14 dicembre
alle ore 10.30
per il consueto appuntamento
presso la Sala adiacente al Bar
nel Complesso socio-sanitario
“Ai Colli”.
Non mancheranno assaggi di dolci
squisiti che potranno portare
tutte le socie “pasticciere”.
Come ogni anno sarà una bella gara!
Un brindisi
natalizio
degli
“Amici
del Cuore”