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Dicembre 2012 n. 3 QUADRIMESTRALE DI INFORMAZIONE SOCIO-SANITARIA DELL’ASSOCIAZIONE “AMICI DEL CUORE A. BORIN” DI PADOVA - ANNO X - N. 3/12 - REG. TRIB. DI PADOVA N. 1796 DEL 24/05/2002 - DIRETTORE RESPONSABILE : MASSIMO NARDIN. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ART. 2 - COMMA 20/C LEGGE 662/96 DCI PADOVA. - I N R E DA Z I O N E : T I T T I B U O N O C O R E , A N TO N I O P I N C E R ATO, G I OVA N N I F I O R E N Z ATO - S E D E : A S S O C I A Z I O N E A M I C I D E L C U O R E A . B O R I N , V I A D E I C O L L I , 4 - 3 5 1 4 3 PA D OVA - T I P O G R A F I A : N U OVA G R A F I C A S. N . C. - 3 5 0 2 0 V I G O ROV E A ( P D ) - V I A C A RO N , 1 3 Editoriale Nuovo Ospedale di Padova e potenziamento della Riabilitazione cardiologica ai Colli: È da più di due anni che se ne parla, ma siamo ancora fermi alle Calende greche. In questa crisi economica che non lascia respiro a famiglie e lavoratori è davvero disarmante rendersi conto della lentezza politica e istituzionale nell’avviare operativamente un grande progetto qual è effettivamente il nuovo polo ospedaliero di Padova per migliorare l’efficacia della ricerca sanitaria e puntare all’innovazione d’eccellenza. Lo stesso vale per la Riabilitazione cardiologica, il cui ampliamento e potenziamento delle attrezzature e degli spazi invochiamo da molti anni, ormai. Il progetto dell’ospedale risponde all’esigenza di fornire a Padova quelle infrastrutture e quegli spazi utili in quella che è la competizione tra città. Città che, come dice il vicesindaco Ivo Rossi nel suo sito, “saranno sempre di più i luoghi della crescita economica, sociale e civile delle nostre comunità. In questo senso la discussione sulla nascita di un nuovo polo ospedaliero, così come quando si decise il trasferimento dall’originaria collocazione di via San Francesco al Nuovo Giustinianeo, più che un problema edilizio o urbanistico, rimanda a un’idea generale della città e di una delle sue riconosciute eccellenze”. Spesso e volentieri quando si parla di città e territori si parla di "eccellenze" di prodotti e di servizi e a volte, specie se a dialogare sono attori economici e politici del territorio stesso, il tutto sembra molto autoreferenziale e retorico. Come ho già detto più volte in questo nostro giornale, ritengo che l’ospedale di Padova esprima davvero un’eccellenza a livello nazionale e in molti casi, per cure ed interventi particolari, un’eccellenza a livello mondiale. In realtà si dovrebbe parlare al plurale visto che le "eccellenze" riguardano varie branche della medicina. La celebrità dell’ospedale di Padova per i trapianti di fegato e di cuore con il centro di cardiochirurgia Vincenzo Gallucci, intitolato al cardiochirurgo che a Padova il 14 novembre 1985 per primo eseguì il primo trapianto di cuore in Italia, ne è degna testimonianza. Il futuro polo sanitario rientra in un’idea di città da progettare e costruire nel medio lungo periodo, un po’ come si fa e si è fatto in molte città europee con piani strategici anche ventennali ed interventi di rigenerazione urbana. Nuove opere, recupero di aree dismesse, rilancio del sistema urbano per disegnare una città in grado di valorizzare maggiormente le proprie potenzialità così come ad esempio il nuovo Centro congressi, opera indispensabile ed attesa, a servizio del turismo congressuale, piuttosto che il Polo della Musica (auditorium-conservatorio) a vantaggio della città, della sua vivacità culturale e, anche questo, potenziale attrattore di turismo. Ovviamente in questo momento di crisi è difficile pensare a un investimento così oneroso ma non per questo, credo, si debba accantonare il progetto, anzi. In ballo c’è una possibile perdita di competitività per la sanità padovana, se non si riuscirà a raccogliere nella nuova struttura le attività di formazione, ricerca e assistenza a un livello tecnologicamente avanzato. L’augurio della nostra Associazione è quello di agire con lungimiranza perchè se si devono spendere soldi è giusto farlo per progetti ambiziosi e che possano anticipare le esigenze anche della Padova futura. Giovanni Fiorenzato Presidente Associazione “Amici del Cuore” di Padova 1 tutto tace! Sommario Editoriale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 L’attività sessuale del malato di cuore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2-3 La cardiochirurgia padovana da record. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4-5 Influenza e vaccino . . . . . . . . . . Un alto grado di istruzione abbassa i rischi di ipertensione Ricetta natalizia . . . . . . . . . . . . . Auguri di Natale . . . . . . . . . . . . . 6 7 7 8 ISCRIVITI A L L’ A S S O C I A Z I O N E PER IL 2013 Invitiamo tutti gli interessati alla materia a contribuire alle attività dell’associazione e i soci a rinnovare la tessera dell’Associazione “Amici del Cuore” di Padova per l’anno 2013, utilizzando il bollettino di c/c postale numero 41891540 intestato all’Associazione stessa. La quota d’iscrizione per il 2013 è fissata in 15 euro. È possibile tesserarsi anche passando per la nostra sede, aperta tutti i martedì, mercoledì e giovedì in via dei Colli 4 (presso il Complesso Socio-Sanitario “Ai Colli”). L'Associazione Amici del Cuore “A. Borin” ricorda anche il nuovo Conto corrente bancario presso la Banca Antonveneta. Il pagamento della quota associativa o qualsiasi altro contributo alle nostre attività possono essere perciò effettuate, oltre che attraverso il versamento sul conto postale, anche tramite bonifico bancario (IBAN: IT78H0504012193000001106929). Grazie a una convenzione, se il bonifico verrà effettuato tramite la stessa Banca Antonveneta verrà applicata, in automatico, la commissione di soli 0,50 euro. L’attività sessuale del malato di cuore Il rapporto sessuale comporta effetti di una certa rilevanza sull’apparato cardiocircolatorio, dovuti non solo all’impegno fisico dell’atto in sé ma anche alla contestuale partecipazione emotiva. Attraverso la liberazione di ormoni attivi su cuore e vasi come l’adrenalina, durante il rapporto si realizza un discreto aumento del lavoro cardiaco; l’atto sessuale infatti, come ogni altra attività fisica, comporta un aumento della quantità di sangue che il cuore deve pompare nelle arterie ad ogni singolo battito, un aumento del numero dei battiti al minuto (frequenza cardiaca) e della pressione arteriosa sia sistolica che diastolica, e un cuore malato potrebbe tollerare con difficoltà tali modificazioni. In generale, l’atto sessuale è considerato uno sforzo di moderata entità, paragonabile ad una passeggiata alla velocità di 4 Km all’ora o, nell’ambito lavorativo, alla pulizia del pavimento di una stanza di media grandezza. D’altro canto, le variabili che influiscono sul grado di dispendio energetico sono molteplici, come diversi sono i modi in cui il rapporto sessuale può aver luogo. Ad esempio, lo sforzo è minimo con un partner abituale in un ambiente consueto, particolarmente se il paziente gioca un ruolo passivo. Al contrario, è dimostrato che rapporti con partner occasionali ed in ambienti inusuali comportano un rischio maggiore per la particolare componente emotiva (eccessiva eccitazione) e, conseguen- temente, per il più elevato aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della “eccitabilità” cardiaca con possibile comparsa di aritmie. L’atto sessuale non comporta un rischio di eventi cardiovascolari più elevato rispetto ad un’altra attività fisica con pari dispendio energetico mentre i benefici per il paziente, in termini di rilassamento e di riconquistata autostima, sono assai rilevanti e tali da incoraggiarne la ripresa. Come regola generale, tutti i soggetti che possono affrontare esercizi fisici di moderata intensità possono intrattenere rapporti sessuali anche se, dopo un infarto del miocardio, è consigliato procedere in modo graduale dopo un’attesa di 3-4 settimane. Una valutazione cardiologica ed opportune indagini strumentali, come ad esempio il test al cicloergometro (per escludere la possibilità di ischemia indotta dall’attività) ed il test di Holter, offrono un notevole aiuto consentendo di identificare i soggetti a rischio più elevato. La riabilitazione cardiologica basata sull’esercizio, altamente raccomandata in tutti i malati di cuore dopo un evento acuto, può contribuire ad assicurare anche un’attività sessuale non solo più sicura ma anche meglio tollerata accanto ai noti benefici che l’hanno resa un presidio terapeutico essenziale. LA DISFUNZIONE ERETTILE L’erezione avviene quando le arterie del pene, in risposta agli impulsi nervosi che giungono dal cervello, si rilasciano provocando un aumento del flusso di sangue nei corpi cavernosi cui si associa una riduzione del deflusso per il restringersi delle vene. Questi due meccanismi sono alla base dell’aumento del volume e della consistenza del pene che può pertan- to considerarsi un “organo vascolare”. La disfunzione erettile – in passato nota come “impotenza” – non deve essere confusa con la perdita del desiderio (libido), evento tutt’altro che raro specialmente dopo eventi acuti come lutti, malattie, abbandono del partner, perdita del lavoro. La difficoltà a raggiungere l’erezione, o a mantenerla sino al termine di un rapporto sessuale desiderato, è piuttosto frequente soprattutto oltre i 60 anni, insorge per lo più in maniera subdola e tende a progredire lentamente fino a divenire completa. Tale disfunzione è spesso dovuta a patologie organiche tra cui si annoverano malattie dei vasi arteriosi, neurologiche, ormonali ed anatomiche. Vi sono anche forme di origine psicologica caratterizzate da un’insorgenza spesso improvvisa, frequentemente legata a problematiche relazionali (ansia da prestazione), manifestandosi non raramente anche nei giovani. Talvolta, sulla base di un deficit erettile primariamente organico s’inserisce una componente psicologica determinando forme che possiamo definire come miste. Disturbi dell’erezione possono inoltre essere secondari a trattamenti medici: farmaci in grado di determinarli o favorirli sono i diuretici tiazidici e anti-aldosteronici, alcuni beta-bloccanti, l’amiodarone, vari antidepressivi e la digitale; la disfunzione erettile può, infine, comparire dopo interventi chirurgici a carico di retto, vescica e prostata. La maggior parte dei casi di disfunzione erettile organica è di origine vascolare e tutti i fattori di rischio coinvolti nella cardiopatia ischemica, in primo luogo il diabete mellito ma anche l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, l’obesità, la sedentarietà e soprattutto il fumo, aumentano la probabilità di sviluppare questo disturbo. Questi sono i motivi per cui continua a pag. 3 2 segue da pag. 2 la disfunzione erettile è più frequente nei soggetti affetti da malattia coronarica, carotidea o con arteropatia periferica. In maniera del tutto simile a quanto avviene a livello delle arterie di tutto il corpo, un danno a livello delle cellule che tappezzano i vasi (cellule endoteliali) comporta inizialmente una riduzione della capacità di dilatarsi in risposta a stimoli fisiologici (disturbo funzionale) e, con l’andar del tempo, conduce ad alterazioni anatomiche della parete arteriosa e alla formazione di placche aterosclerotiche (disturbo organico). La disfunzione erettile può rappresentare un sintomo, una spia cioè della presenza di una patologia aterosclerotica sub-clinica in altri distretti: dato il calibro limitato delle arterie del pene, la disfunzione può rappresentare il primo segnale di un disturbo della circolazione in grado di precedere di mesi o anni lo sviluppo di una malattia vascolare sintomatica del cuore o del cervello, anticipando in alcuni casi l’infarto del miocardio o l’ictus cerebrale. La presenza di un disturbo d’erezione e una relazione sessuale poco soddisfacente possono compromettere pesantemente il benessere psicofisico e la qualità di vita sia del paziente che della coppia. Questo è il motivo per cui, nell’ambito della cardiologia preventiva e riabilitativa, si dovrebbe dare risalto a tale argomento. Fortunatamente esistono oggi farmaci, appartenenti alla classe degli inibitori delle fosfodiesterasi 5 (sildenafil, vardenafil e tadalafil), in grado di migliorare l’erezione in una percentuale di casi che oscilla realisticamente dal 50 all’80%. Contrariamente a quanto molti pazienti ritengono, questi farmaci possono essere assunti anche dai malati di cuore purché in condizioni di stabilità e sotto controllo medico per evitare possibili interazioni pericolose con altre sostanze in grado di dilatare i vasi. Infatti, un’importante controindicazione all’utilizzo degli inibitori delle fosfodiesterasi 5 riguarda i soggetti con pressione arteriosa molto bassa (inferiore ai 100/60 mmHg) o mal tollerata ed i coronaropatici che necessitano di terapia cronica a base di nitroglicerina o nitrati, somministrabili sia oralmente (Carvasin, Nitrosorbide, Monoket, Monocinqe, etc) che tramite cerotti (Nitrocor, Nitroderm, etc) o per via endovenosa. La contemporanea somministrazione delle due classi di farmaci è a rischio di grave ipotensione ed è pertanto assolutamente da evitarsi. Ugualmente vietata è l’assunzione di nitroglicerina dopo un rapporto sessuale aiutato da tali farmaci: in particolare non possono essere assunti nitrati nelle 24 ore successive all’assunzione di sildenafil (Viagra) e vardenafil (Levitra) e nelle 48 ore da quella di tadalafil (Cialis), a causa dell’effetto particolarmente prolungato di quest’ultimo farmaco. Va ricordato, a questo proposito, che i nitrati transdermici continuano ad essere attivi per tutta la durata dell’applicazione cutanea. ricercare la presenza di fattori di rischio (diabete, ipertensione, ipercolesterolemia) non ancora diagnosticati, approfondire il quadro cardiologico ed eventualmente prevenire l’esordio di una insufficienza coronarica. Nei cardiopatici con problemi di erezione, prima di assumere una specifica terapia è comunque essenziale l’intervento del medico poiché il disturbo potrebbe rappresentare l’effetto collaterale di un farmaco la cui sostituzione – quando possibile – può risolvere parzialmente o completamente il problema. Altre volte il colloquio può portare alla luce una depressione latente il cui trattamento può rendersi necessario indipendentemente dal disturbo sessuale. Utile in questi casi, tutt’altro che rari dopo un attacco di cuore, può risultare anche l’intervento dello psicologo. Non affrontare un dialogo sulla sessualità e su eventuali problemi ad essa correlati preclude la possibilità di superare il problema e soprattutto nasconde un sintomo che potrebbe facilitare la diagnosi precoce di importanti malattie. Il vostro medico saprà pianificare una serie di indagini e, nel caso, vi consiglierà la visita di uno specialista endocrinologo o di un andrologo. RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE Dott. Fabio Bellotto Professore Aggregato presso il Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari dell’Università degli Studi di Padova. Primario della Cardiologia Preventiva e Riabilitativa, Istituto Codivilla Putti di Cortina d'Ampezzo (BL) È molto importante parlare con il proprio medico circa l’eventuale comparsa di problemi di erezione in modo da indagare sulle altre possibili cause (ormonali, psicologiche, neurologiche) che nella maggior parte dei casi sono facilmente trattabili, Agenzia Ospedale Nuovo sportello Banca Antonveneta presso l’OSPEDALE CIVILE di Padova Via Giustiniani, 2 tra Clinica Ortopedica e Clinica Ostetrica orario continuato di apertura: 8.20-15.35. “Il meglio dei servizi finanziari a costi contenuti” Il Personale è a disposizione per presentare le vantaggiose opportunità riservate, in esclusiva, ai Dipendenti del Polo Sanitario. 3 La cardiochirurgia padovana da record Intervento al cuore? Ora è mini invasivo Un team di cardiochirurghi dell’Università di Padova è riuscito per la prima volta al mondo a impiantare una pompa cardiaca in un paziente senza aprirne il torace, riducendo le complicazioni post-operatorie Siamo abituati a pensarlo come uno tra gli interventi più invasivi da un punto di vista chirurgico: un’operazione al cuore. Eppure da quando Jarvik 7, il primo cuore bionico, è stato impiantato in un paziente nel lontano 1982, di passi avanti la cardiochirurgia ne ha fatti. L’ultimo è quello compiuto al Centro Gallucci dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova, dove l’equipe medica capeggiata dal professor Gino Gerosa ha impiantato con successo in un paziente una pompa cardiaca del tipo «Jarvik 2000» senza aprire il torace, per la prima volta al mondo. A beneficiare del trattamento altamente innovativo, che ridimensiona il concetto di invasività per le operazioni al cuore, è stato un uomo di 67 anni affetto da cardiomiopatia dilatativa che non avrebbe potuto sopportare gli effetti di una procedura tradizionale, come ha spiegato Gerosa: “L’approccio che abbiamo usato è stato quello di una piccola incisione di circa dieci centimetri sotto il pettorale sinistro, che ha permesso di ridurre con l’invasività chirurgica anche il dolore post operatorio. La pompa assiale”, ha poi continua- to il cardiochirurgo, “è stata inserita preservando l’integrità ossea della parete toracica laterale ed evitando l’apertura completa dello sterno”. A rendere possibile l’intervento è stato l’utilizzo di una particolare tecnica nota come Ecmo (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation): un sistema di circolazione extracorporea attraverso il quale il sangue contenuto nel cuore viene prelevato, quindi ossigenato e di nuovo reimmesso nel paziente, così da permettere una notevole riduzione del volume del muscolo cardiaco e dare ai medici lo spazio necessario per operare. … L’infarto a ol una nuv . ra passegge Il fatto di impiantare una pompa cardiaca che supporta il lavoro del cuore senza aprire il torace sarebbe passato come un intervento da fantamedicina fino a poco tempo fa, una realtà invece concreta dalla scorsa estate all’ospedale di Padova. L’uomo sessantasettenne ha superato brillantemente il decorso post operatorio. Come ha sottolineato Gerosa, direttore del Centro Gallucci, “il paziente resta al centro del nostro universo. La parola d’ordine per noi è ridurre l’invasività chirurgica. I pazienti che arrivano a questo intervento sono legati alla vita da un filo sottilissimo, e il loro quadro clinico è spesso molto complesso. Ecco perché è doveroso puntare a un ritorno alla vita normale nel più breve tempo possibile”. continua a pag. 5 4 segue da pag. 4 Jarvik 2000, un dispositivo cardiaco con la presa dietro l’orecchio Una piccola pompa del peso di circa 90 grammi. Il singolare dispositivo, denominato Jarvik 2000, viene impiantato nel ventricolo ma a differenza delle comuni tecnologie adoperate per questo genere di intervento, non ha la presa di alimentazione nell’addome, bensì dietro l’orecchio sinistro. Questo consente al paziente di nuotare, fare la doccia e vivere senza il rischio di contrarre infezioni, che sono frequenti per chi ha cavo di alimentazione della pompa cardiaca posizionato nell’addome. L’azienda che realizza gli impianti mininvasivi Jarvik 2000 è emiliana ed è una delle realtà imprenditoriali fortemente segnate dal terremoto. Quest’azienda esegue gli impianti su un progetto americano e grazie a questo prodotto è riuscita a riprendersi dal pesante colpo inferto dal sisma dello scorso maggio. Il sistema Jarvik 2000 flow maker è composto da una pompa assiale a flusso continuo, la cui portata massima è di 6,0 litri al minuto. Esso è completamente impiantabile all’interno del ventricolo sinistro senza la predisposizione della tasca addominale. Gerosa ha sottolineato che questo tipo di operazione può essere eseguita anche sulle donne, mentre è più problematica sui bambini. La semplicità del sistema Jarvik 2000 consente una facile gestione da parte del paziente, in quanto la funzionalità non dipende da una consolle esterna ma solo dal controller in dotazione, che è completamente trasportabile mediante le batterie in litio e da a g g a n c i a re alla cintura dei pantalo- ni. Insomma, la tecnologia salva e allunga la vita. Il minuscolo apparecchio oggi tiene in vita pazienti gravissimi che stavano per morire. Dopo 5-6 ore di intervento i malati hanno riaperto gli occhi e sono tornati alla vita. Proprio un paziente padovano, il primo operato all’ospedale dal professor Gerosa e dalla sua squadra il 16 dicembre 2008, è ad oggi il più longevo tra i casi gravissimi trattati con questa tecnica. È un uomo, ha oggi 58 anni e vive con un supporto artificiale al cuore da 3 anni e 9 mesi. Dopo l’infarto mantenere una dieta equilibrata. 5 Influenza: il vaccino dimezza il rischio di malattie cardiache Sono stati giorni di passione per i vaccini contro l’influenza, quelli trascorsi a fine ottobre scorso, dopo che il Ministero della Salute aveva vietato la vendita di quattro prodotti dell’azienda farmaceutica Novartis Vaccines. Un duro colpo che arriva all’inizio della stagione vaccinale, confermato dalle preoccupazioni dei medici di base che pronosticano un calo di un terzo di coloro che si vaccineranno quest’anno contro i tre ceppi del virus influenzale in circolazione. Il ministero ribadisce “l’importanza della vaccinazione per le categorie a rischio” sottolineando che “i vaccini autorizzati per l’uso nell’uomo, inclusi quelli contro l’influenza, sono prodotti biologici sicuri, essendo sottoposti ad una serie di controlli accurati”. Rassicurazioni in merito arrivano anche dall'Agenzia Infarto e ictus: una protezione in più da un ormone antidiabete È protettivo nei confronti del diabete, ma ha anche proprietà anti-infarto e anti-ictus: è l’ormone GLP-1 (peptide glucagone simile-1), le cui proprietà “multifunzionali” sono state messe in evidenza in uno studio pubblicato sulla rivista «Diabetes Care» dai team di Carmine Cardillo dell’Istituto di Patologia Medica dell’Università Cattolica di Roma e di Manfredi Tesauro del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università Tor Vergata di Roma. L’ormone, che regola il controllo glicemico e i cui effetti farmacologici sono attualmente sfruttati per il trattamento del Farmaco. “I vaccini sono tra i prodotti più controllati: una volta terminata la produzione – afferma in una nota l’Aifa – ogni lotto, prima di essere immesso sul mercato, è sottoposto ad un controllo specifico da parte di un laboratorio terzo ufficialmente autorizzato”. Controlli, ma anche benefici: “I vaccini sono un’importante risorsa per i singoli soggetti e per la collettività”, ricorda l’Aifa. Prove a sostegno arrivano anche da uno studio canadese presentato durante il Canadian Cardiovascular Congress: il vaccino contro l’influenza riduce del 50% le morti per ictus e infarto e del 40% la mortalità generale per tutte le altre cause. La ricerca del TIMI Study Group and Network for Innovation dell’Università di Toronto, in Canada, ha analizzato oltre 3.200 pazienti, divisi equamente tra sog- del diabete, ha quindi inoltre un’azione protettiva a livello vascolare in individui ad alto rischio, come gli obesi con sindrome metabolica (condizione clinica caratterizzata dalla contemporanea presenza di diversi fattori di rischio cardiovascolare – glicemia elevata, dislipidemia ed ipertensione – associati alla presenza di obesità addominale e a una minor sensibilità all’azione dell’insulina, che porta a un notevole aumento del rischio cardiovascolare, in particolar modo infarto del miocardio e ictus). I ricercatori hanno studiato 25 pazienti con sindrome metabolica e un gruppo di controllo costituito da soggetti obesi, ma non affetti dalla sindrome metabolica: i risultati hanno dimostrato che la somministrazione di GLP-1 migliora la risposta vascolare nei pazienti con sindrome metabolica, favorendo un maggiore afflusso di sangue ai tessuti muscolari. "Si tratta di un’informazione importante – spiega Cardillo – perché è noto che i pazienti 6 getti già malati di cuore e soggetti che non presentavano sintomi di malattia cardiaca, per circa un anno. Un motivo che secondo l’autore dello studio, Jacob Udell, cardiologo, giustifica l’estensione del vaccino anche alla popolazione che ha avuto una malattia cardiovascolare in precedenza. Tuttavia anche in Canada, esclusi i pazienti con più di 65 anni, che hanno una copertura vaccinale superiore al 66%, il ricorso al vaccino nella popolazione tra 18 e 64 è molto bassa, cioè intorno al 35%. affetti da obesità e diabete hanno un rischio cardiovascolare maggiore, con conseguente riduzione della loro aspettativa di vita. I risultati ottenuti suggeriscono che le terapie basate sugli effetti del GLP-1 possono svolgere un’azione di protezione cardiovascolare nei soggetti con sindrome metabolica e che tali benefici vanno oltre il semplice controllo glicemico”. Un alto grado di istruzione abbassa i rischi di ipertensione I laureati sono protetti da ipertensione e malattie cardiovascolari esempio facevano meno uso di fumo ed alcol. In media i valori della pressione erano più bassi di 2,26 punti. Anche le donne più colte avevano indice di massa corporea e propensione per il fumo minore rispetto alle meno studiose. In particolare, le donne laureate mostravano valori della pressione mediamente inferiori di 3,26 punti rispetto a quelle che non avevano il diploma. Le donne che avevano completato il college senza proseguire fino alla laurea avevano valori inferiori di 2 punti. Come analisi finale è risultato che in entrambi i sessi le difese contro l’ipertensione erano maggiori, in modo proporzionale, ad ogni grado accademico conseguito. Quindi, ha dichiarato Loucks: “Gli anni di studio sono inversamente correlati con l’ipertensione, e l’effetto positivo della cultura è addirittura più forte per le donne, rispetto agli uomini”. Loucks ha inoltre aggiunto che “le donne con un’istruzione più bassa hanno più probabilità di ammalarsi di depressione e più probabilità di diventare genitori single, di vivere in zone povere e al di sotto della soglia di povertà”, tutti elementi che incidono fortemente sulla salute del cuore. Forse al giorno d’oggi arrivare a conseguire una laurea non assicura la possibilità di entrare agevolmente nel mondo del lavoro ma una consolazione c’è, per i laureati, secondo un’analisi della Brown University, negli Usa. Chi studia di più abbassa il rischio di sviluppare ipertensione e malattie cardiovascolari, ed in particolare il giovamento maggiore è proprio per chi raggiunge la laurea. La tesi è stata avanzata da un gruppo di ricercatori diretti dal professor Eric Loucks, che hanno pubblicato la loro indagine su <Bmc Public Health>. Il professor Loucks e colleghi hanno studiato i dati del Framingham Offspring Study, che ha messo a disposizione le cartelle mediche di 4.000 soggetti, osservati per più di 30 anni. Gli scienziati hanno trovato una forte correlazione tra il grado di istruzione ed eventuali problemi di salute, dividendo il campione in base al sesso. Inoltre i dati sono stati scremati da eventuali fattori di disturbo, come la classe socio-economica di appartenenza o l’istruzione dei parenti. Gli uomini del campione che avevano studiato per più di 17 anni sono risultati avere un indice di massa corporea inferiore rispetto a chi aveva studiato meno e propensi ad uno stile di vita più salubre, ad I piatti delle feste: una ricetta sana per stupire tutti a Natale SOSTENETECI GAMBERETTI CON SALSA REMOULADE con la Vostra DICHIARAZIONE dei redditi ! Il consiglio del nutrizionista: “Antipasto scenografico e di semplice preparazione, a base di pesce, che è un ottimo compromesso fra esigenze del palato e valori nutrizionali”. Ingredienti per 4 persone • 800 g di gamberetti • 5 dl di vino bianco secco • 1 carota • 1 cipolla • 1 costola di sedano • 2,5 dl di maionese • 50 g di cetriolini sott'aceto • 1 cucchiaio di senape di Digione • 40 g di capperi sott'aceto • pasta di acciughe • cerfoglio • prezzemolo • dragoncello • 1 cucchiaio di succo di limone • olio extravergine di oliva • sale, pepe in grani Portate a ebollizione circa due litri di acqua salata aromatizzata col vino bianco, un ciuffetto di prezzemolo e dragoncello, la carota, il sedano e la cipolla. Pepate e lasciate sobbollire per dieci minuti prima di immergervi i gamberetti. Cuoceteli per quattro minuti, scolateli e sgusciateli. Conditeli con un filo d'olio, il limone, un cucchiaio di erbe aromatiche tritate, e teneteli in caldo. Tritate finemente i capperi e i cetriolini ben sgocciolati; aggiungeteli alla maionese insieme con la senape, mezzo cucchiaio di pasta d'acciughe e mezzo di erbe aromatiche anch'esse finemente tritate. Disponete in ciascun piatto individuale alcuni gamberetti con un poco di salsa remoulade e servite. 7 anche Nella dichiarazione dei redditi segnala il codice fiscale 92121750282 per donare il 5 per mille del tuo reddito al volontariato. Grazie al tuo aiuto potremo così portare avanti i progetti a favore dei cardiopatici. Attivati a divulgare questa iniziativa presso CAF, amici e conoscenti. ❤ lizie ità nata iv t s e f e Per l si mo chiu e r r a im r 2012 CEMBRE I D 4 1 l da . IO 2013 A N N E G al 7 ranno riprende à it iv t t Le a 013. nnaio 2 e g ’8 l i quind tti i perta tu a è e d e as La nostr VEDÌ DÌ e GIO E T R A M re 18 6 alle o 1 e r o e l dal LEDÌ .30 MERCO e ore 11 l l a 0 3 . 6819 e9 . 049.821 . dalle or l e i Colli”) T A “ o 4 i i r l a l t ei Co Sani lio.it i in Via D o Sociog s r s i e l v p @ m d il co (presso lcuore.p e d i c i m :a E-mail Cari Soci e Amici, non penserete mica che ci dimentichiamo di scambiarci gli Auguri di Natale? Riuniamoci tutti, specialmente in questo mese che ci rende tutti più altruisti e buoni. Incontriamoci tutti Venerdì 14 dicembre alle ore 10.30 per il consueto appuntamento presso la Sala adiacente al Bar nel Complesso socio-sanitario “Ai Colli”. Non mancheranno assaggi di dolci squisiti che potranno portare tutte le socie “pasticciere”. Come ogni anno sarà una bella gara! Un brindisi natalizio degli “Amici del Cuore”