Rassegna stampa completa congresso 15th Interim Meeting of the
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Rassegna stampa completa congresso 15th Interim Meeting of the
)**$(=;<? Società di Neurochirurgia. Auguri Lorenzin a nuovo presidente Servadei “La nomina di un italiano alla presidenza della Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia è motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese”. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha commentato così la nomina di Franco Servadei, direttore della struttura complessa Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-Urgenza e Area medica generale e Specialistica) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, diventato oggi il primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia. “Al professore Servadei giungano i miei auguri di buon lavoro per il prestigioso incarico – ha dichiarato il Ministro Lorenzin con l’auspicio che la sua attività possa essere buona guida per la comunità scientifica internazionale chiamato a rappresentare e di impulso per tutta la neurochirurgia italiana”. Epilessia, si può guarire anche con interventi chirurgici Congresso mondiale neurochirurghi, passi avanti per terapie (ANSA) - ROMA, 12 SET - Passi avanti contro l'epilessia, malattia che in Italia colpisce circa 500mila persone: grazie ad innovative metodologie di intervento chirurgico, infatti, oggi si può arrivare alla guarigione, per alcune forme, fino nell'80% dei casi. A fare il punto sugli ultimi progressi sono gli oltre 2.000 neurochirurghi provenienti da 105 Paesi e riuniti a Roma per il XV Congresso mondiale di neurochirurgia. ''Dall'epilessia si può oggi guarire non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia - spiega il neurologo dell'Università La Sapienza di Roma e primario dell'Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell'Irccs Neuromed-Pozzilli Vincenzo Esposito - e in alcune forme della malattia si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati''. Ma tante sono le innovazioni nel settore: emerge ad esempio, sottolinea il presidente del Congresso Francesco Tomasello, ''un ruolo sempre più crescente della robotica, anche se questo non significa la sostituzione del chirurgo. La robotica è infatti guidata dall'uomo". Presentata al Congresso anche una nuova tecnologia, nata in Israele, per il trattamento dei gliomi del cervello: ''Sono stati confermati i dati sull'efficacia di questo trattamento e non è escluso - ha annunciato - che in un futuro non molto lontano possa essere applicata anche in Italia''. Tra le iniziative presentate, quella della Federazione mondiale di neurochirurgia che ha deciso di costituire una task-force di neurochirurghi volontari che andranno ad operare e supportare colleghi in aree disagiate. La World Federation, ha affermato Tomasello, ''sta infatti lavorando molto per portare aiuto in Africa''. Bisturi contro epilessia, per varie forme 80% guarigioni Congresso mondiale neurochirurghi, passi avanti terapia Parkinson (di Manuela Correra) (ANSA) - ROMA, 12 SET - Non solo farmaci sempre più promettenti: oggi dall'epilessia, malattia che in Italia colpisce circa 500mila persone, si può guarire anche grazie ad innovativi interventi chirurgici in un'alta percentuale di casi che, per alcune forme, sfiora l'80%. E' questo un esempio dei grandi passi avanti fatti dalla Neurochirurgia, le cui tecniche innovative stanno portando ad ulteriori avanzamenti anche sul fronte della lotta a patologie come il morbo di Parkinson. A fare il punto, gli oltre 2.000 specialisti provenienti da 105 Paesi e riuniti a Roma per il XV Congresso mondiale di Neurochirurgia. Tecniche neurochirurgiche sempre più raffinate, dunque, stanno aprendo la a terapie promettenti per un gran numero di malattie, a partire proprio dall'epilessia: ''Oggi da strada questa patologia si può guarire, non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia - spiega Vincenzo Esposito, primario dell'Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell'Irccs Neuromed-Pozzilli tanto che in alcune forme si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati''. Ma tante sono le novità: ''Emerge ad esempio - afferma il presidente del Congresso, Francesco Tomasello - un ruolo crescente della robotica nella neurochirurgia, anche se questo non significa la sostituzione del chirurgo''. Riflettori puntati pure su una nuova tecnologia, nata in Israele, per il trattamento dei gliomi del cervello: stati confermati i dati sull'efficacia di questo trattamento e non è escluso - ha annunciato ''Sono Tomasello - che in un futuro non molto lontano possa essere applicata anche in Italia''. E nuovi 'successi' si registrano anche nella lotta al Parkinson: ''Vi sono nuove prospettive per la terapia e le più immediate e interessanti - afferma il neurochirurgo Andrea Landi dell'Azienda ospedaliera San Gerardo di Monza riguardano tecniche chirurgiche invasive come la DBS (Deep Brain Stimulation), ma anche la nuova tecnica FUSS (Focused Ultrasound Steretoactic Surgery), di recente introduzione, che è una metodica non invasiva che utilizza ultrasuoni. E' attualmente indicata per il solo trattamento del tremore, ma una verificatane l'efficacia, potrà essere utilizzata nel trattamento di tutti i sintomi della malattia''. volta Nuovi studi hanno inoltre rilevato, ha aggiunto, ''come in almeno il 60% dei casi, un episodio depressivo importante preceda di mesi l'insorgenza dei sintomi motori del Parkinson''. Un settore, quello neurochirurgico, nel quale l'Italia si dimostra all'avanguardia, e la conferma arriva anche dalla recente nomina di Franco Servadei, dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, come primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia, nomina definita ''motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese'' dal ministro della Salute Lorenzin. E non solo: l'Italia detiene il primato anche per l'uso dei simulatori per Beatrice l'addestramento neurochirurgico, che consentono 'viaggi' tridimensionali nel cervello in preparazione di interventi sempre più sicuri. L'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano è infatti sede del Besta Neurosim Center, primo centro in Europa di formazione permanente con simulatori neurochirurgici. %!*#!%&'()!%*(-!&%$&%!#%+(& !(+(! 8!#&(#!,)(%&(,! 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I cosiddetti preparati anatomici,specifiche parti di cadavere, il nostro Paese deve importarli quindi dall'estero, sostenendo spesso alti costi. Per una testa, che insieme alla colonna occorre per fare training in questa disciplina medica, occorrono ad esempio ben 10mila euro, che potrebbero essere risparmiati con la donazione del corpo per fini scientifici e didattici, che però ancora langue: basti pensare che in una città come Torino la donazione e' in media una l'anno. Per questo la Società italiana di neurochirurgia (Sinch) sta pensando a una campagna di sensibilizzazione su questo tema. E' quanto emerso oggi a margine della conferenza stampa di presentazione del 15esimo meeting della Federazione mondiale delle società di neurochirurgia. "In Italia la donazione del corpo, è ammessa, ma l'acquisizione dei cosiddetti preparati anatomici non è come in altri paesi europei (ad esempio Austria, Spagna), non c'è la cultura della donazione del corpo per fini scientifici e didattici, per questo stiamo pensando a una campagna di sensibilizzazione" ha spiegato Roberto Delfini, past president Sinch e presidente del comitato locale del meeting internazionale. "In totale servirebbero una decina di cadaveri per ciascuno dei 25 centri di specializzazione diffusi sul territorio italiano" ha spiegato l'esperto. In totale, quindi, sarebbero 250. L'alternativa per i neurochirurghi- ha evidenziato Delfini- è andare all'estero dove però oltre a sostenere i costi di iscrizione ai corsi devono sostenere anche quelli di soggiorno, o prepararsi con corsi in centri specializzati che sono obbligati all'acquisto di preparati anatomici. (ANSA). Y09 Neurochirurgia e made in Italy, se ne parla a Roma Due giorni di confronto tra esperti, aziende e istituzioni 03 Settembre , 15 : 09 (ANSA) - ROMA, 3 SET - Promuovere una filiera tutta italiana della salute nel campo delle neuroscienze, valorizzando il 'Made in Italy'. Questo l'obiettivo di una due giorni organizzata dal ministero dello Sviluppo economico, ministero della Salute e ICE Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il cluster ALISEI, Assobiomedica, la Società italiana di neurochirurgia (Sinch), Fondazione CRUI, che vedrà insieme il 10 e l'11 settembre a Roma, nell'ambito del 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies (Wfns), istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese. L'iniziativa, che si svolge per la prima volta, vedrà un'agenda densa di appuntamenti e workshop; una Innovation area, ovvero uno spazio espositivo dedicato a start-up e imprese per promuovere le capacità italiane di offrire prodotti, innovazioni e servizi ad alto valore tecnologico; nonché uno spazio dedicato agli incontri B2B gestito da ICE. "Rappresenta un'iniziativa senza precedenti nel panorama nazionale: daremo visibilità mondiale alle eccellenze e alla capacità di fare innovazione da parte della filiera italiana della salute in questo campo" ha evidenziato oggi nella conferenza stampa di presentazione dell'evento Francesco Tomasello, Presidente 15th Interim Meeting of WFNS. (ANSA). Y09 caschetto blocca-tumore a robot, la nuova neurochirurgia Da Oltre duemila specialisti in congresso 03 Settembre, 16:27 (ANSA) - ROMA,3 SET - Un sofisticato sistema posto all'esterno del cranio, dalla forma presumibilmente simile a un caschetto, quindi totalmente non invasivo, che secondo le anticipazioni sfrutta le onde elettromagnetiche o elettrofisiche per intervenire sulle cellule tumorali, bloccandone la crescita. Questa una delle novità scientifiche più attese che arriveranno da uno studio israeliano e saranno presentate al Meeting della Federazione Mondiale di Neurochirurgia (Wfns), per la prima volta in Italia, nell'anno in cui ricorre il sessantesimo anniversario della nascita di questa Organizzazione, dall'8 al 12 settembre. "E' uno studio randomizzato che sarà presentato in sessione plenaria e che è stato sospeso per manifesta efficacia della procedura. Si tratta di un sistema costoso" spiega Francesco Tomasello, Presidente del 15th Interim Meeting of Wfns. Al convegno, che vedrà la partecipazione di duemila specialisti, provenienti da 105 Paesi del mondo, come aggiunge l'esperto si parlerà, tra gli altri temi, anche di neurochirurgia militare, con un particolare focus anche sulla robotica, e di medicina rigenerativa. Y09 ADN0635 7 CRO 0 DNA CRO NAZ SANITA': NEUROCHIRURGHI, TROPPI 140 CENTRI IN ITALIA, NE SERVONO LA META' "In tempi di spending review siamo pronti a collaborare con il ministro Lorenzin" Roma, 3 set. (AdnKronos Salute) - In Italia esistono 140 centri di neurochirurgia e sono "troppi, ne basterebbero infatti la metà". Ad affermarlo è Roberto Delfini, presidente del comitato italiano del 15esimo Meeting della Federazione mondiale di neurochirurgia che si svolgerà a Roma dall'8 al 12 settembre. "Spesso ci sono strutture troppo piccole e con volumi di prestazioni molto bassi - aggiunge Delfini - Mentre servirebbe concentrare in meno centri le tante eccellenze, così da dare al paziente un servizio migliore. Ci sono anche centri in cui mancano équipe neuroradiologiche, fondamentali per affrontare alcune patologie". La presentazione questa mattina del congresso al ministero della Salute è stata anche l'occasione per la Società italiana di neurochirurgia (Sinch) per affrontare il tema dei tagli in sanità. "Non ci spaventano i limiti a tac o risonanza e siamo pronti a collaborare con il ministro - precisa Alberto Delitalia, presidente della società scientifica - l'importante è che tutto venga pianificato all'insegna di una razionalizzazione intelligente. Ad esempio è inutile che i pazienti facciano più esami con risonanze non adatte, come purtroppo avviene oggi - avverte Delitalia - ne basta uno solo ma con la tecnologia giusta". (Frm/AdnKronos) 03-SET-15 15:21 ADN0892 7 CRO 0 DNA CRO NAZ MEDICINA: NEUROCHIRURGHI, FORMAZIONE A RISCHIO SENZA DONAZIONE POST-MORTEM = Per le 25 scuole di specializzazione servirebbero 10 cadaveri l'anno, al massimo ne abbiamo 1 Roma, 3 set. (AdnKronos Salute) - "In Italia ci sono 25 scuole di specializzazione in neurochirurgia, più o meno ci sono 4-6 laureati in Medicina che le frequentano e per le loro necessità di formazione sulle parti anatomiche servirebbero 10 cadaveri l'anno. Mentre al massimo nelle strutture di Torino o Roma si arriva ad avere un cadavere. Questo perché manca la cultura della donazione post-mortem a fini scientifici". E' l'appello lanciato da Roberto Delfini, direttore della Scuola di specializzazione in Neurochirurgia dell'Università Sapienza di Roma e presidente del comitato italiano del 15esimo Meeting della Federazione mondiale di neurochirurgia, che si svolgerà per la prima volta a Roma dall'8 al 12 settembre. La Società italiana di neurochirurgia, per sollecitare la popolazione e le istituzione sulla donazione post-mortem per fini scientifici, lancerà a breve una campagna di informazione. "L'esercitazione su preparati anatomici è fondamentale per formare un chirurgo – ribadisce Delfini, a margine della presentazione a Roma del congresso - in Italia la situazione delle donazioni da cadavere è limitata a pochi casi, spesso siamo costretti a importarli con costi elevati o i giovani devono andare all'estero. In altri Paesi la situazione è assolutamente diversa e ci sono più donazioni. Inoltre - conclude – in Italia mancano i Centri di anatomia chirurgica che dovrebbero occuparsi proprio di mettere a disposizione degli specialisti il materiale con cui esercitarsi". Anche il Comitato nazionale di bioetica ha recentemente sottolineato la mancanza di una legge 'ad hoc' sulla donazione. Oggi l'unica strada in Italia è l'espressione di una chiara volontà in vita con un atto sottoscritto e consegnato a una struttura universitaria. (Frm/AdnKronos) 03-SET-15 17:12 MEDICINA: 2 MILA NEUROCHIRURGHI A ROMA PER CONGRESSO MONDIALE L'evento vedrà nascere un nuovo modello di sinergia tra centri ricerca, industria e istituzioni Roma, 3 set. (AdnKronos Salute) - Le frontiere della neuro-oncologia, le malattie neurovascolari cerebrali e quelle della colonna vertebrale, le nuove metodiche di chirurgia dei traumi chirurgici encefalici gravi. Sono alcuni dei temi che saranno al centro del 15esimo Meeting della Federazione mondiale di neurochirurgia, che si svolgerà per la prima volta a Roma dall'8 al 12 settembre. "E' un evento di dimensioni mondiali con 2.000 partecipanti da 105 Paesi e 1.500 contributi scientifici. Ci saranno anteprime di studi sui tumori cerebrali con grandi novità per il trattamento e saranno illustrate anche nuove metodiche per affrontare i traumi encefalici gravi", afferma Francesco Tomasello, presidente del congresso presentato oggi al ministero della Salute. L'evento sarà anche l'occasione, con due giornate dedicate, per lanciare una nuova sinergia tra istituzioni, università, centri di ricerca, start-up e imprese, con l'intento comune di valorizzare le innovazioni e il 'made in Italy'. (segue) MEDICINA: 2 MILA NEUROCHIRURGHI A ROMA PER CONGRESSO MONDIALE (2) (AdnKronos Salute) - Il valore del 15esimo Meeting della Federazione mondiale di neurochirurgia, che si svolgerà per la prima volta a Roma, è stato sottolineato anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel messaggio inviato agli organizzatori: "Un evento di importanza internazionale e un'occasione fondamentale - ha evidenziato - di aggregazione e divulgazione dell'attività scientifica in materia". La valorizzazione del 'made in Italy', attraverso una sinergia tra centri di ricerca, università, start-up e imprese, avrà due giorni dedicati all'interno del congresso grazie all'impegno dei ministeri Sviluppo economico e della Salute, e di Ice (l'Agenzia per la promozione all'estero), Assobiomedica, Società italiana di neurochirurgia (Sinch), Fondazione Crui e Associazione italiana ospedalità privata (Aiop). Oltre a vari appuntamenti e workshop, ci sarà uno spazio espositivo dedicato a start-up e imprese per promuovere le capacità italiane di offrire prodotti, innovazioni e servizi. (segue) MEDICINA: 2 MILA NEUROCHIRURGHI A ROMA PER CONGRESSO MONDIALE (3) (AdnKronos Salute) - "Per contribuire alla ripresa del nostro Paese - afferma Luigi Boggio, presidente di Assobiomedica - sono necessarie iniziative come questa, che mi auguro faccia da apripista per altre simili. Il vero punto di forza è fare sistema tra tutti i soggetti coinvolti e con le istituzioni impegnate a dare credibilità e vigore a iniziative come questa. Ci saranno 22 innovazioni tecnologiche, di cui oltre la metà realizzate da star-up e 15 eccellenze cliniche e scientifiche". Secondo Francesco Tomasello, presidente del 15esimo Meeting della Federazione mondiale di neurochirurgia "possiamo dire con certezza che il nostro Paese in campo medico-tecnologico-sanitario è in grado di competere fra i primi nel mondo. E sono sicuro che quanto mostreremo in questi due giorni è soltanto una parte del 'made in Italy' che andrebbe valorizzato nel nostro settore". Israele, primo casco hi-tech contro cancro al cervello: "Risultati sbalorditivi" Pubblicato il: 03/09/2015 15:02 I primi risultati di un casco hi-tech contro il cancro al cervello, sviluppato in Israele, hanno costretto i ricercatori ad interrompere lo studio "per manifesta efficacia dei dati ottenuti nel frenare lo sviluppo della crescita delle cellule tumorali". A spiegarlo è Francesco Tomasello, presidente del 15esimo Meeting della Federazione mondiale di neurochirurgia che si svolgerà a Roma dall'8 al 12 settembre: "Il casco per quanto sappiamo, perché sarà presentato in anteprima al congresso da Zvi Ram dell'Ichilov Medical Center di Tel Aviv, porta dall'esterno delle onde elettromagnetiche all'intero del cervello, e queste vanno a interferire con la replicazione delle cellule tumorali". I primi risultati sono "sbalorditivi. E' un sistema costoso - aggiunge Tomasello, che ha presentato il meeting al ministero della Salute - e bisognerà capire, come già accaduto con i farmaci anti epatite, come gestire il trattamento per tutti i pazienti". %(-"DKKK5"45K50%(K"5,602K K:%5/\Z[_K455"&/f\Z56.2f\Z 0/%"4"/=f\Z56.2f\Z]f\Z5"66" .4"f\Z\Z[_f\ZKf\Z!/,40/05f\Zf\ZM(!"0E:"4 '(9" '662DKK:::E4(E69K!-K4"2-<69K4"2-<69E'6.-A!<g\Z[_MZcM[[U 'g[U9g_`^`cbU9!g\Z[_MZcM [[U9 g[W!<g\Z[_MZcM[[U 'g[U9g_`^`cbU9!g\Z[_MZcM[[U9 g[ -5"49(=(0#/!60(/0/!!-^b"5(.0-_b"5(.0.(/760 '662DKK:::E6&]E4(E(6K!-K6&]K474( '"K7-(5'(/&-0 ,Mac__^^_M["^ M^[bM^a^M !]"\\a_Z%E'6.-W '662DKK:::E4(E69K!-K2046-"!(0K."!(K0/6"/66".M" \`^!%`M _"M^%\Mb[aM"_Z%[_b] b%E'6.- NEUROCHIRURGIA RICOSTRUTTIVA, IL PUNTO SULLE NUOVE TERAPIE Roma, 10 settembre - I tumori cerebrali, le malformazioni vascolari (aneurismi, angiomi e cavernomi), la neuromodulazione, i traumi cranici, la chirurgia della colonna vertebrale e del midollo spinale sono gli argomenti al centro del IV Congresso Mondiale dell’International Society of Reconstructive Neurosurgery (ISRN), Società Scientifica Internazionale di Neurochirurgia ricostruttiva, che si svolgerà dal 12 al 14 settembre a Cerveteri, presso Palazzo Ruspoli. Il Congresso, che si apre il 12 settembre, in parallelo al VII Scientific Meeting del Neurorehabilitation Committee della World Federation of Neurosurgial Societies (WFNS), è presieduto da Massimiliano Visocchi, neurochirurgo presso l’Università Cattolica - Policlinico A. Gemelli di Roma, assieme al prof. Francesco Tomasello, Presidente del Collegio dei professori ordinari di neurochirurgia d’Italia. “In neurochirurgia - spiega Massimiliano Visocchi - ‘ricostruire’ vuol dire ricomporre strutture anatomiche del cranio-encefalo e del complesso vertebro-midollare che sono alterate, ristabilirne una morfologia più prossima possibile alla norma. ‘Riabilitare’ vuol dire porre in essere tutte quelle procedure chirurgiche che direttamente o indirettamente riattivano una funzione perduta anche senza una vera e propria ricostruzione morfologica. Questa branca particolare della neurochirurgia – continua Visocchi - propone qualcosa di più conservativo, meno invasivo e rispettoso della normale fisionomia del sistema nervoso”. In occasione del congresso Massimiliano Visocchi sarà nominato Presidente dell’International Society of Reconstructive Neurosurgery. EVENTO DI PROMOZIONE DELLA FILIERA DELLA SALUTE IN OCCASIONE DEL XV INTERIM MEETING OF THE WORLD FEDERATION NEUROSURGICAL SOCIETIES, ROMA 10-11 SETTEMBRE 2015, MARRIOTT HOTEL Roma dal 9 al 12 settembre In occasione del 15° Interim Meeting of WFNS - Italian Healthcare and Medtech Chain in the field of Neuroscience, che si svolgerà presso il Marriott Hotel di Roma dal 9 al 12 settembre l’ICE-Agenzia, in collaborazione con Ministero della Salute, Assobiomedica, Fondazione Crui, SINch (società italiana di neurochirurgia), Cluster Alisei e con il patrocinio di MAECI e AIOP, organizza un evento di promozione della filiera italiana della salute nel campo delle neuroscienze. L’iniziativa nasce e si caratterizza come progetto circoscritto all’occasione rappresentata dal Meeting WFNS ma rappresenta altresì un “prototipo” a partire dal quale si immagina possibile sviluppare un’effettiva strategia di lungo periodo finalizzata a promuovere sul piano internazionale la “Filiera italiana della salute”, idealmente sfruttando ogni occasione (in Italia e all’estero) che a ciò risultasse adeguata. L’iniziativa si svolgerà secondo la seguente articolazione: Sezione espositiva: sarà allestita una sala di circa 1.000 con circa 10 postazioni standard per le aziende (che si faranno carico dei relativi costi) e con circa 15 desk point per le imprese start up a cui le postazioni saranno offerte gratuitamente; Sezione workshop: nel pomeriggio dei giorni 10 e 11 settembre saranno organizzati due workshop, il primo a cura del Ministero della Salute dal titolo “Italian Excellences in Neuroscience: the network and the innovative technologies”; il secondo a cura del cluster Alisei dal titolo “Regenerative Medecine: Italian excellences and scope for international cooperation”; Sezione BtoB: sarà ospitata una delegazione di circa 15 operatori esteri che parteciperanno ad incontri BtoB con le aziende, le start up ed i centri di ricerca italiani presenti. I delegati, selezionati dagli uffici Ice all’estero proverranno dai seguenti paesi: Arabia Saudita, Austria, Cina, Iran, Regno Unito, Usa e Turchia. prossimi, +(& !(+( !0*(&''!<>;%*(!!%*#!2)(,#$* /6-("5(560/0[^Z "/64(!(/"740 '(474&("50/0I64022(B/"56"4""40(/%66(-."6JE!%%"4.4-0#0"460 "-%(/(B24"5(!"/6"!"- 0.(660(6-(/0!"-[_"5(.0""6(/&!"--"!"4=(0/".0/!(-"!(/"740 '(474&( '"5( 590-&"40.!--Fb-[\5"66".4"EI2"550 (50/056476674"6402202( 0-"" 0/90-7.(!(24"56=(0/(.0-6055(N &&(7/&""-%(/(N"/64"5"49(4"" 0/ "/644"(/."/0 "/64(-"6/6"" "--"/="B 05)!!4"-2=("/6"7/5"49(=(0 .(&-(04"E(50/0/ '" "/64((/ 7(./ /0$37(2"/"7404!(0-0&( '"B%0/!."/6-(2"4%%40/64"- 7/"260-0&("JE 24"5"/6=(0/"37"56.66(/!"- 0/&4"550-.(/(56"40!"---76"#566/ '"-F0 5(0/"2"4-0 ("6(6-(/!( /"740 '(474&(P(/ 'Q2"4%%40/64"(-6".!"(6&-((/5/(6EI0/ (529"/6/0(-(.(6(6 04(50//="5(.0240/6( 0--044" 0/(-.(/(5640N24" (5-"460"-(6-(B24"5(!"/6"!"--50 ("65 ("/6(%( N-F(.2046/6"# '"67660 9"/&2(/(%( 60--F(/5"&/!(7/4=(0/-(===(0/"(/6"--(&"/6"E!"5".2(0#(/76(-" '"(2=("/6(% (/02(8"5.( 0/4(50//="/0/!66"B 0."27464022099("/"0&&(N 99"46""-(6-(N /"567/050-0. 0/-6" /0-0&( &(756JE Domani innovazioni ed eccellenze della filiera italiana delle Roma: neuroscienze Roma, 9 settembre - domani e venerdì, 10 e 11 settembre, si apre a Roma (Marriott Park Hotel– Via Colonnello Tommaso Masala, 54) la due giorni Italian Healthcare and Medtech Chain, organizzata dal ministero dello Sviluppo economico, ministero della Salute e ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il cluster ALISEI, Assobiomedica, la Società italiana di neurochirurgia (Sinch), Fondazione CRUI e l’Associazione italiana ospedalità privata (AIOP). L’iniziativa, ospitata all’interno del 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies, vedrà un’agenda densa di appuntamenti e workshop; una Innovation area, ovvero uno spazio espositivo dedicato a start-up e imprese per promuovere le capacità italiane di offrire prodotti, innovazioni e servizi ad alto valore tecnologico; nonché uno spazio dedicato agli incontri B2B gestito da ICE. Vi ricordo che per la prima volta in assoluto nel nostro Paese viene promossa l’intera filiera italiana della salute, mettendo insieme istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese con l’obiettivo comune di valorizzare le innovazioni e il made in Italy nelle neuroscienze attraverso una collaborazione sinergica tra tutti i soggetti. Società di neurochirurgia, Lorenzin: Auguri al nuovo presidente Servadei Roma, 10 set – “La nomina di un italiano alla presidenza della Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia è motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese”. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha commentato così la nomina di Franco Servadei, direttore della struttura complessa Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-Urgenza e Area medica generale e Specialistica) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, diventato oggi il primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia. “Al professore Servadei giungano i miei auguri di buon lavoro per il prestigioso incarico – ha dichiarato il Ministro Lorenzin – con l’auspicio che la sua attività possa essere buona guida per la comunità scientifica LaFiliera italiana delle Neuroscienze Roma, 4 settembre -“Occorre fare sistema per promuovere le innovazioni e le eccellenze della filiera italiana delle neuroscienze”. Parola del Professore Francesco Tomasello, presidente del XV Interim Meeting della Federazione Mondiale delle Società di Neurochirurgia che si svolgerà a Roma dall’8 al 12 settembre, presentato ieri al Ministero della Salute. Sarà proprio nel contesto di questo appuntamento internazionale che istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese italiane del settore si ritroveranno per la prima volta insieme, chiamati a raccolta da Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero della Salute, ICE e altri enti organizzatori, per “valorizzare il made in Italy anche nel campo delle neuroscienze, attraverso una collaborazione sinergica, quale esempio virtuoso di un’Italia che fa sistema per diventare motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività in tutto il mondo”. “Iniziative come questa – ha sottolineato Luigi Boggio, presidente di Assobiomedica – che fanno da apripista nel promuovere la capacità di offerta di prodotto, innovazioni e servizi ad alto valore aggiunto di tutta la filiera italiana delle neuroscienze, possono contribuire alla ripresa del Paese”. Dal canto suo il Direttore del Coordinamento Servizi di Promozione del Sistema Italia dell’Agenzia ICE Giovanni Sacchi ha illustrato gli sforzi in atto per “dare nuovo impulso al processo di internazionalizzazione dell’industria medicale italiana, composta sì da grandi gruppi affermati, ma anche da moltissime piccole imprese, fortemente innovative e potenzialmente in grado di acquisire rapidamente posizioni di rilievo sui mercati internazionali”. 2 02 2 PQ0.B[Z5"6EM4/ 0"49!"("/64/"--5604(!"--/"740 '(474&(.0/!(-"E(-24(.0(6-(/0B(/%66(B 24"5("!"4"-"!"4=(0/".0/!(-"!"--"0 ("6!("740 '(474&(B '"4224"5"/60-64"]Z.(- /"740 '(474&'(/"-.0/!0"[\a50 ("646( 0-6"(/ (/37"550 (=(0/( 0/6(/"/6-(E"49!"(B!(4"6604"!"-- 56476674 0.2-"55"740 '(474&(M"740647.60-0&(!"--S=("/!52"!-("40M/(9"45(64(!(4.B' 4( "97600&&(-S(/ 4( 0/"- 0450!"-""6(/&!"--"!"4=(0/".0/!(-"!"--"0 ("6!("740 '(474&( P%/5QB(/240&4../"--2(6-"%(/0-[\5"66".4"E 6004-)/"-[c_[B5(-74"(/"!( (/"'(474&( 0/-0!"/"-[ca`B24"550-S/(9"45(6!(0-0&/B!09" 0/5"&7"/"-[cbZ-52" (-(===(0/"(/"740-0&(E"-[cb_5(52" (-(==B 0/-0!"B(/"740 '(474&( 0!"/E (/(=(60-5766(9(6240%"55(0/-"--S52"!-""--4(!(0-0&/P[caaM[cbcQB7/0!"(.&&(04( "/64(!(/"740 '(474&((6-(/(B '"64666766-260-0&(/"740 '(474&(E"-[cbc5("S645%"4(6037(/!(24"550 -!(9(5(0/"!("740 '(474&(!"--S52"!-"7%-(/(!("5"/B!09"(/5"&7(60"S!(9"/6604"520/5(-"!"- .0!7-0!("740647.60-0&(B!(4(&"/6"!(-(9"--0B(/%(/"!(4"6604"!"-!(246(."/60!(."4&"/=E 590-60 66(9(6!( 0/57-"/=/"740 '(474&( 2"4 -S52"!-"&&(04"!(0-0&/"2"494(052"!-(!"--0.&/E-.4=0\ZZa#!(4"6604"!"-- "740 '(474&('7/!520,"!"--S=("/!52"!-("40M/(9"45(64(!(4.P 0/66(9(6 / '""&&(0.(-(QE-\ZZ`"S240%"5504" 0/64660!"--S/(9"45(6S!(!09"!-\Z[Z(/5"&// '" /"--"5 70-"!(52" (-(===(0/"!(/"56"5("4(/(.=(0/""'(474&( ;(--0M% (-"!"--S/(9"45(6!(4.E 27-( 600-64"[bZ-904(56.2P]^/"&-(7-6(.( (/37"//(QE S66(9(65(!(27-( =(0/" '"!(246" (2=(0/" 0/&4"557-"#04("/6624"9-"/6"."/6"6".6( '" 0/ "4/"/6((-647."(67.04(E -[cb^(-/"740 '(474&04/ 0"49!"('(/(=(60.0/(604(==4"-24"55(0/"(/64 4/( 0/6" /( (//096(9-!(%704(!(7/ "/640/"740 '(474&( 0P24(.0"5".2(0(/6-(QE"-[cbbM[cbc'27-( 60- 24024("52"4("/=647.60-0&( 57--"2(8(.2046/6(4(9(56"(/6"4/=(0/-(P"740574&"4<B074/-0%47.B 074/-0%"740-0&<B"740574&"4</!5( '(64<B 6"740 '(474&( B4(//+74<B&&4"550-0&("" QE "--S.(60!"--57 0/57-"/= 0/-S=("/!5-!(9"//B'59(-72260-/"740 '(474&(0/ 0-0&( 0/ 6466."/6((/6"&46(B 0/64(7"/!0 --S99(0!"-&47220/"740M0/ 0-0&( 040.&/0-0/"-\ZZ]E/37"560.(60'(/(=(60-S66(9(6 '(474&( /"- 4220460 7/!520,"--S052"!-"!("/="!(7&0"'04&/(==60 /"--S4"24060 0--(!(6466."/60"-(/""&7(!2"4-S(/9(0!"-647. 4/( 0E /0!"(24060 0--(!(6466."/602"4-F(/9(0!"-647. 4/( 0.(/04""-0460!"49!"(#566027-( 60 57-074/-0%47."!#!(9"/760P24060 0--0G0.&/HQ-5"2"4(-24060 0--0(6-(/027-( 60/"-[cc`E "49!"('(/0-64"27-( 60-24024("52"4("/=(/0.&/ 0/567!(!(.046-(6".04(6!(4" P"740647.60-0&<B 6"740 '(474&( B/ "6B74&( -"740-0&<B"740574&"4<B4(6(5'074/-0% "740574&"4<QE L’allarme dei neurochirurghi: “In Italia mancano cadaveri per esercitarsi” ROMA, 3 settembre – In Italia mancano cadaveri sui quali i neurochirurghi possano esercitarsi. Quelli che in gergo scientifico vengono chiamati “preparati anatomici”, ovvero specifiche parti del corpo di un cadavere, il nostro Paese deve infatti importarli dall’estero, sostenendo spesso alti costi: per una testa, per esempio, che insieme alla colonna è la parte sulla quale i neurochirurghi lavorano, ci vogliono 10mila euro. Soldi, questi, che potrebbero essere risparmiati con semplici donazioni del corpo per fini scientifici o didattici. Ma è proprio la cultura della donazione, in Italia, a mancare: basti pensare che in una città come Torino, in media, la donazione è una sola l’anno. Proprio per questo, la Società italiana di Neurochirurgia (SINch) sta pensando ad una campagna di sensibilizzazione su questo tema. L’appello è stato lanciato oggi a Roma nel corso della conferenza stampa di presentazione margine della presentazione del XV Meeting della Federazione mondiale delle società di Neurochirurgia (Wfns), in programma nella Capitale dall’8 al 12 settembre. “In Italia la donazione del corpo è ammessa- ha spiegato a margine della conferenza il professor Roberto Delfini, past-president della SINch- ma nel nostro Paese questo tipo di cultura non esiste e non è diffusa. L’Istituto di anatomia della Sapienza di Roma, per esempio, riceve uno o due corpi l’anno, con i quali non è possibile però organizzare nessun tipo di corso. Per l’esercitazione dei neurochirurghi italiani, invece, servirebbero una decina di cadaveri per ciascun centro; così, calcolando che in Italia i centri di specializzazione sono 25, in totale ne servirebbero 250. Come fa oggi, allora, un neurochirurgo ad esercitarsi? “Per prepararsi- ha risposto Delfino ai giornalisti- o partecipa a corsi organizzati da centri specializzati, che sono comunque obbligati ad acquistare i preparati anatomici all’estero, con quote non trascurabili, oppure se ne va all’estero, dove però deve sostenere, oltre ai costi di iscrizione ai corsi, anche quelli di permanenza”. Tornando al Congresso mondiale dei neurochirurghi, ha spiegato ancora Delfini, sono stati organizzati “corsi precongressuali sia teorici sia pratici. Per quanto riguarda i primi, verteranno su patologie di particolare interesse e ci saranno esperti italiani, ma anche provenienti da altri Paesi del mondo, che incontreranno i giovani neurochirurghi. Ci sarà quindi un’interazione molto attiva, grazie alla quale i giovani impareranno dalla diretta esperienza di questi esperti le caratteristiche particolari di una patologia, le chiavi di un particolare trattamento o i risultati della chirurgia e della terapia medica”. Ma sono previsti anche i corsi teorico-pratici. “Naturalmente saranno più impegnativi- ha aggiunto il pastpresident della SINch- perché consisteranno nell’esecuzione di interventi chirurgici su preparati anatomici. E questi sono una parte essenziale del training chirurgico, nel senso che il chirurgo che deve eseguire un determinato intervento su un paziente, oggi deve averlo fatto su un preparato anatomico, questo è fondamentale. Il training, infatti, non può più essere fatto semplicemente sui libri o sui video– ha concluso- ma in maniera pratica, appunto, sui preparati anatomici”. di Carlotta di Santo A Roma si apre il meeting di Neurochirurgia. Francaviglia: colorare il tumore rende più facile l’intervento ROMA, 9 settembre– A Roma si è aperto il 15esimo ‘Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societes’. Fino al 12 settembre specialisti provenienti da 105 Paesi nel mondo, istituzioni, università, centri di ricerca e imprese, si confronteranno sulle principali novità relative alle cure e alle tecnologie a disposizione della medicina. Il Meeting della Federazione Mondiale di Neurochirurgia, il cui presidente è l’italiano Francesco Tomasello, oltre ad un confronto, mira anche ad aggiornare i medici che operano in contesti geografici, culturali e socio-economici molto diversi fra loro, offrendo dei veri e propri corsi di addestramento. Nel corso del Meeting Natale Francaviglia, direttore di Neurochirurgia Ospedale Civico di Palermo rivela: “Una nuova metodologia permette di colorare i tumori cerebrali, soprattutto quelli maligni”. “Per il chirurgo- sottolinea Francaviglia- è difficile talvolta distinguere durante l’intervento il tessuto patologico da quello normale trattandosi di sostanza bianca. Grazie a questa nuova tecnica e all’utilizzo di due sostanze: il 5 ALA (acico levulinico) che dà una colorazione rosa e la vecchia fluoresceina che dà una colorazione verde è possibile evidenziare meglio il tumore. Con queste nuove tecniche abbiamo allungato il tempo di recidiva del tumore”, conclude Francaviglia. (LZ) SANITÀ. ROMA, AL VIA 15ESIMO CONGRESSO MONDIALE NEUROCHIRURGIA ANTEPRIMA SU EFFICACIA CAMPI ELETTRICI ALTERNATI IN CURA TUMORI Roma, 10 settembre - Con una cerimonia di apertura che ha visto la partecipazione di circa 2000 medici, si è aperto ieri a Roma, presso l'Hotel Marriott, il 15esimo 'Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societes'. provenienti da 105 Paesi nel mondo, istituzioni, universitaà, centri di ricerca e imprese, Fino al 12 settembre specialisti si confronteranno sulle principali novità relative alle cure e alle tecnologie a disposizione della medicina. Grande è la rappresentanza della Cina, con 155 partecipanti e quella del Giappone, con 125. Ma di rilievo è la presenza di neurochirurghi provenienti dal continente africano, dove la densità di questi specialisti è 30 volte inferiore a quella europea. In Africa, infatti, c'è un neurochirurgo ogni 6 milioni di abitanti. Il Meeting della Federazione Mondiale di Neurochirurgia, il cui presidente è l'italiano Francesco Tomasello, oltre ad un confronto, mira anche ad aggiornare i medici che operano in contesti geografici, culturali e socio-economici molto diversi fra loro, offrendo dei veri e propri corsi di addestramento. Questo perché la Neurochirurgia è stata protagonista negli ultimi anni un significativo sviluppo tecnico e scientifico. Tra conferenze, seminari e lecture, il Meeting ospiterà due importanti anteprime mondiali: una sui traumi cranici ed una, a cura del Prof. Zvi Ram, sull'efficacia dei Campi Magnetici Alternati nella cura dei tumori cerebrali. VIDEO : '662DKKbcEcaE\_ZE[a[K":5K\Z[_KZcKZcK\Z[_ZcZcZ\\Z^bZ[[`[E^ SANITÀ. NEUROCHIRURGO: 6 CASI PARKINSON SU 10 PRECEDUTI DA DEPRESSIONE IN ITALIA GLI AFFETTI SONO CIRCA 300MILA Roma, 9 set. - "Vi sono evidenze epidemiologiche che almeno nel 60% dei casi, ma forse più spesso, un episodio depressivo preceda di mesi l'insorgenza dei sintomi motori". Lo dice Andrea Landi, direttore del dipartimento neurochirurgia dell'Università di Milano - Bicocca - Ospedale San Gerardo, durante il Congresso Mondiale di Neurochirurgia in corso a Roma. Il morbo colpisce il 2% degli individui sopra i 60 anni. In Italia gli affetti sono circa 300mila. SANITA'. TOMASELLO: ATTESA PER NUOVO STUDIO SU TUMORI CELEBRALI Roma, 9 set. - "Domani si parlerà di una nuova terapia per la cura dei tumori cerebrali che da non solo possibilità di sopravvivenza, ma anche di qualità di vita". A parlare all'agenzia Dire e' Francesco Tomasello, presidente del 15th Interim Meeting della Federazione Mondiale di Neurochirurgia, riferendosi alla ricerca curata dal Prof. Zvi Ram sull'efficacia dei Campi Magnetici Alternati nella cura dei tumori cerebrali. Il Professor Ram la esporrà domani ma nell'area del congresso dedicata alle aziende, presso lo stand dell'impresa produttrice della tecnologia, la Novocure, si possono già raccogliere alcune informazioni: costa circa 20mila euro al mese ma prolunga notevolmente l'aspettativa di vita del paziente senza produrre effetti collaterali, a parte delle abrasioni nella zona di applicazione. Insomma, ci si può già domandare quanto ci vorrà ad introdurla nel sistema sanitario italiano. "Da domani in avanti si porrà il problema di come dovrà essere introdotta- spiega Tomasello- Dal momento che c'è una evidenza scientifica sulla sua efficacia è chiaro che diventa assolutamente necessario adottarla in tutti i paesi e pure nel nostro. I costi possono essere gravosi ma di fronte all'utilità che può avere per la popolazione non credo ci possa essere discussione". 13 45 ;>6;B6=;<?7<A1;@ L(5"LM/0 5(0/"!"-[_V/6"4(.""6(/&0%M6-(/ "-6' 4"/!"!6" ''(/(/6'" %("-!0%"7405 ("/ "B '"5(590-&"424"550(-44(066 06"-!(0.!-c-[\5"66".4"24055(.(B -F&"/=( "B(/ 0--04=(0/" 0/(/(56"40!"---76"B550(0."!( B0/!=(0/"47(B 'P50 ("6 (6-(/!(/"740 '(474&(QB-756"4-(5"(" 0/(-2640 (/(0!(4/"5(/"B04&/(==7/"9"/60!( 240.0=(0/"!"--%(-("4(6-(/!"--5-76"/"- .20!"--"/"7405 ("/="E GF(/(=(6(9N52("&-F "N/5 ""5( 466"4(== 0."240&"660 (4 05 4(660--F0 5(0/"4224"5"/66 !-""6(/&B.4224"5"/6/ '"7/G240606(20H246(4"!-37-"5((..&(/2055((-" 59(-7224"7/F"%%"66(95646"&(!(-7/&02"4(0!0%(/-(==6240.709"4"57-2(/0(/6"4/=(0/-"- G(-("4(6-(/!"--5-76"HB(!"-."/6"5%4766/!00&/(0 5(0/"P(/6-("--F"56"40Q '" (1 4(57-655"!"&76HE 0.B(/246( 0-4"B54--"56(67/5-!( (4 [EZZZ."64(37!46( 0/ (4 [Z2056=(0/(56/!4! 2"4-"=("/!"P '"5(%4//0 4( 0!"(4"-6(9( 056(Q" 0/ (4 [_!"5,20(/62"4-"(.24"5"564672 7( -"2056=(0/(54//00%%"46"&467(6."/6"C/"-20."4(&&(0!"(&(04/([Z"[[5"66".4"54//0 04&/(==6(!7":04,5'02B(-24(.0 74!"-(/(56"40!"---76"!-6(60-0G6-(/; "--"/ "5(/ "7405 ("/ "D6'"/"6:04,/!6'"(//096(9"6" '/0-0&("5HC(-5" 0/!0 74!"- -756"4-(5"(!-6(60-0 G"&"/"46(9""!" 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Nato a Forlì nel 1951, si laurea in Medicina e chirurgia con lode nel 1976 presso l'Università di Bologna, dove consegue nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza, con lode, in Neurochirurgia a Modena. Ha iniziato la sua attività professionale all'Ospedale Bellaria di Bologna (1977-1989), uno dei maggiori centri di neurochirurgia italiani, che tratta tutta la patologia neurochirurgia. Nel 1989 si è trasferito presso la divisione di Neurochirurgia dell'Ospedale Bufalini di Cesena, dove in seguito è diventato responsabile del modulo di Neurotraumatologia, dirigente di II livello, infine direttore del dipartimento di Emergenza. Ha svolto attività di consulenza neurochirurgica per l'ospedale Maggiore di Bologna e per vari ospedali della Romagna. Dal marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell'Azienda OspedalieroUniversitaria di Parma (con attività anche a Reggio Emilia). Dal 2006 è professore a contratto dell'Università di Padova e dal 2010 insegna anche nelle scuole di specializzazione di Anestesia e rianimazione e Chirurgia Maxillofacciale dell'Università di Parma. Ha pubblicato oltre 180 lavori a stampa (34 negli ultimi cinque anni). L'attività sia di pubblicazione che di partecipazione congressuale è orientata prevalentemente a tematiche concernenti il trauma e i tumori. Dal 1984 ha iniziato a monitorizzare la pressione intracranica con tecnica innovativa al di fuori di un centro neurochirurgico (primo esempio in Italia). Nel 1988-1989 ha pubblicato la propria esperienza traumatologica sulle più importanti riviste internazionali (Neurosurgery, Journal of Trauma, Journal of Neurology, Neurosurgery and Psichiatry, ActaNeurochirurgica, Brain Injury, Aggressologie ecc). Nell'ambito della sua consulenza con l'Azienda Usl di Ravenna, ha sviluppato la neurochirurgia oncologica con trattamenti integrati, contribuendo all'avvio del gruppo neuro-oncologico romagnolo nel 2003. In questo ambito ha iniziato l'attività chirurgica nel rapporto Hub and spoke all'ospedale di Faenza e di Lugo e ha organizzato nell'area protocolli di trattamento e linee guida per l'invio del trauma cranico. +&,''#!-!&%!'(#+(!*+$&(!((#! 0.B[[5"6EP5,/":5QM--4( "4 !(6"42(".(46"9"450-""44=(0/(.0-" 0-4( '"2046/0-- / "40&"/"5(E"--"/709"564!"(/6424"5"2"4 0.66"4"(67.04( "4"4-('24-609(.B 20!"- !(246(."/60!(/"740 '(474&(!"-0745,<"!( -"/6"4!("-9(9B!74/6"(-0/&4"5500/!(-"!( "740 '(474&(ET(/0!04M%%"4.-S"52"460M(4(57-66(/0/50/0566(50!!(5% "/6(B37(/!(52"66(.0(- .0."/60(/ 7(37"56".0!-(66"42"76( '"%4//0-!(%%"4"/=E-64"/09(6M(--75649(.M2409"/&0/0!- .20!"--S(..7/06"42(D56(.0 "4 /!0!( 4"4"!"(9 (/( 0/640(67.04(E4(57-66(50/0240."66"/6(. 50/0/ 0424"-(.(/4("54/" "554(0!"-6".202"452"4(."/64"37"56(%4. 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Una tra queste sarà un sofisticato sistema posto all’esterno del cranio, dalla forma presumibilmente simile a un caschetto, quindi totalmente non invasivo, che secondo le anticipazioni sfrutta le onde elettromagnetiche o elettrofisiche per intervenire sulle cellule tumorali, bloccandone la crescita. “Lo studio è randomizzato e sarà presentato in sessione plenaria ed è stato sospeso per manifesta efficacia della procedura. Si tratta di un sistema costoso”, spiega Francesco Tomasello, Presidente del 15th Interim Meeting of Wfns. Al convegno, che vedrà la partecipazione di duemila specialisti, provenienti da 105 Paesi del mondo, come aggiunge l’esperto si parlerà, tra gli altri temi, anche di neurochirurgia militare, con un particolare focus anche sulla robotica, e di medicina rigenerativa. Il forlivese Franco Servadei presidente mondiale dei neurochirurghi Forlì, 11 settembre - Nato a Forlì nel 1951, si laurea in Medicina e chirurgia con lode nel 1976 presso l'Università di Bologna, dove consegue nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza, con lode, in Neurochirurgia a Modena „Il medico di origini forlivesi Franco Servadei entra nella storia della Neurochirurgia mondiale. E' il primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia che rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 società articolate in cinque Associazioni Continentali. Franco Servadei è direttore di Neurochirurgia-Neurotraumatologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Nato a Forlì nel 1951, si laurea in Medicina e chirurgia con lode nel 1976 presso l'Università di Bologna, dove consegue nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza, con lode, in Neurochirurgia a Modena. Ha iniziato la sua attività professionale all'Ospedale Bellaria di Bologna (1977-1989), uno dei maggiori centri di neurochirurgia italiani, che tratta tutta la patologia neurochirurgia. Nel 1989 si è trasferito presso la divisione di Neurochirurgia dell'Ospedale Bufalini di Cesena, dove in seguito è diventato responsabile del modulo di Neurotraumatologia, dirigente di II livello, infine direttore del dipartimento di Emergenza. Ha svolto attività di consulenza neurochirurgica per l'ospedale Maggiore di Bologna e per vari ospedali della Romagna. marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma „Dal (con attività anche a Reggio Emilia). Dal 2006 è professore a contratto dell'Università di Padova e dal 2010 insegna anche nelle scuole di specializzazione di Anestesia e rianimazione e Chirurgia Maxillo-facciale dell'Università di Parma. Ha pubblicato oltre 180 lavori a stampa (34 negli ultimi cinque anni). L'attività sia di pubblicazione che di partecipazione congressuale è orientata prevalentemente a tematiche concernenti il trauma e i tumori. Dal 1984 ha iniziato a monitorizzare la pressione intracranica con tecnica innovativa al di fuori di un centro neurochirurgico (primo esempio in Italia). Nel 1988-1989 ha pubblicato la propria esperienza traumatologica sulle più importanti riviste internazionali (Neurosurgery,Journal of Trauma, Journal of Neurology, Neurosurgery and Psichiatry, ActaNeurochirurgica, Brain Injury, Aggressologie ecc). Nell'ambito della sua consulenza con l'Azienda Usl di Ravenna, ha sviluppato la neurochirurgia oncologica con trattamenti integrati, contribuendo all'avvio del gruppo neuro-oncologico romagnolo nel 2003. In questo ambito ha iniziato l'attività chirurgica nel rapporto Hub and spoke all'ospedale di Faenza e di Lugo e ha organizzato nell'area protocolli di trattamento e linee guida per l'invio del trauma cranico. Franco Servadei è il nuovo presidente della Federazione mondiale di neurochirurgia E' il primo italiano nella storia a presiedere la Federazione che rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo. Lorenzin: "Grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese" Franco Servadei entra nella storia della neurochirurgia mondiale. E’ il primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia che rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 società articolate in cinque associazioni continentali. Servadei è direttore della struttura complessa Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-Urgenza e Area medica generale e Specialistica) dell’Azienda OspedalieroUniversitaria di Parma. Dal 2010 al 2012 è stato presidente della Società italiana di neurochirurgia. “La nomina di un italiano alla presidenza della Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia è motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese – ha commentato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin – Al professore Servadei giungano i miei auguri di buon lavoro per il prestigioso incarico con l’auspicio che la sua attività possa essere buona guida per la comunità scientifica internazionale chiamato a rappresentare e di impulso per tutta la neurochirurgia italiana”. Nato a Forlì nel 1951, si è laureato in Medicina e chirurgia con lode nel 1976 presso l’Università di Bologna, dove ha conseguito nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza, con lode, in Neurochirurgia a Modena. Ha iniziato la sua attività professionale all’Ospedale Bellaria di Bologna (1977-1989), uno dei maggiori centri di neurochirurgia italiani. Nel 1989 si è trasferito presso la divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale Bufalini di Cesena, dove in seguito è diventato responsabile del modulo di Neurotraumatologia, dirigente di II livello, infine direttore del dipartimento di Emergenza. Ha svolto attività di consulenza neurochirurgica per l’ospedale Maggiore di Bologna e per vari ospedali della Romagna. Dal marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma (con attività anche a Reggio Emilia). Dal 2006 è professore a contratto dell’Università di Padova e dal 2010 insegna anche nelle scuole di specializzazione di Anestesia e rianimazione e Chirurgia Maxillofacciale dell’Università di Parma. Ha pubblicato oltre 180 lavori a stampa (34 negli ultimi cinque anni). Nell’ambito della sua consulenza con l’Azienda Usl di Ravenna, ha sviluppato la neurochirurgia oncologica con trattamenti integrati, contribuendo all’avvio del gruppo neuro-oncologico romagnolo nel 2003. Responsabile di varie ricerche cliniche multicentriche sul trauma cranico per tutta l’Italia, è stato uno dei sei consulenti europei per la formazione delle linee guida americane sul trauma cranico. Uno dei protocolli di trattamento per l’invio del trauma cranico minore elaborato da Servadei è stato pubblicato sul Journal of Trauma ed è divenuto (protocollo “Romagna”) la base per il protocollo italiano pubblicato nel 1996. Servadei è infatti membro del Board of Governors della International Brain Injury Foundation (Washington, Usa) e fa parte in rappresentanza dell’Italia del Comitato di neurotraumatologia della Organizzazione mondiale della sanità e del Comitato esecutivo dell’European Brain Injury Consortium. In ambito nazionale, è inoltre consulente dell’Istituto superiore di sanità per le ricerche in traumatologia cranica, responsabile clinico del gruppo di lavoro regionale sulla telemedicina nell’emergenza neurochirurgica e titolare di progetto finalizzato di ricerca della regione Emilia-Romagna, responsabile del piano traumi della regione Emilia-Romagna. Roma capitale mondiale delle neurochirurgia con 2mila presenze al congresso Wfns per la prima volta in Italia Nell'ambito del meeting in programma anche una due giorni di lavori organizzata dai ministeri dello Sviluppo e della Salute e dall’Ice, in collaborazione con gli Affari esteri, il cluster Alisei, Assobiomedica, la Sinch, la Fondazione Crui e l’Aiop per la valorizzazione della filiera italiana nel campo delle neuroscienze Roma capitale mondiale della neurochirurgia. Ma anche punto di partenza per la messa a sistema di un nuovo modello di sinergia tra centri ricerca, industria e istituzioni con l’obiettivo di promuovere innovazioni ed eccellenze della filiera italiana delle neuroscienze. Tanto promette il 15esimo Meeting della Federazione mondiale di neurochirurgia, ospitato per la prima volta a Roma dall’8 al 12 settembre, in coincidenza con il 60° anniversario della fondazione della Wfns. Un evento di dimensioni mondiali con 2mila partecipanti provenienti da 105 Paesi e 1.500 contributi scientifici. E un’agenda ricchissima, tra cui spiccano i temi della neuro-oncologia – ad esempio con l’anteprima mondiale degli studi randomizzati relativi ad una apparecchiatura israeliana rivelatasi efficace nello bloccare la crescita delle cellule tumorali – le malattie neurovascolari cerebrali e quelle della colonna vertebrale, le nuove metodiche di chirurgia dei traumi chirurgici encefalici gravi. Ma anche l’occasione per promuovere una filiera tutta italiana della salute nel campo delle neuroscienze, valorizzando l’eccellenza nazionale anche in questo settore grazie ad una due giorni di lavori – l’Italian Healthcare and Medtech Chain in the field of Neuroscience, in programma il 10 e 11 settembre – organizzata nell’ambito del meeting dai ministeri dello Sviluppo e della Salute e dall’Ice(Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese), in collaborazione con il ministero degli Affari esteri, il cluster Alisei, Assobiomedica, la Società italiana di neurochirurgia (Sinch), la Fondazione Crui e l’associazione italiana dell’ospedalità privata (Aiop). L’iniziativa – presentata oggi nel corso di una conferenza stampa a Roma – prevede oltre ad un’agenda densa di appuntamenti e workshop, anche una Innovation area dedicata a start-up e imprese e uno spazio dedicato agli incontri B2B gestito da Ice. “Si tratta di un’iniziativa senza precedenti nel panorama nazionale: daremo visibilità mondiale alle eccellenze e alla capacità di fare innovazione da parte della filiera italiana della salute in questo campo” ha sottolineato Francesco Tomasello, presidente del congresso, promettendo “un programma ricco di primizie grazie alla partecipazione di 250 leader mondiali della neurochirurgia”. Obiettivo comune “mettere assieme tutti gli attori coinvolti – istituzioni, imprese, star up, cluster tecnologici – per creare una rete che diventi motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività internazionale”, perché – ha concluso Tomasello – “la Sanità è uno dei pilastri mondiali dell’economia e il nostro Paese in campo medico, tecnologico e sanitario è in grado di competere tra i primi al mondo”. E l’iniziativa sarà l’occasione – ha spiegato il presidente Assobiomedica, Luigi Boggio – per mandare in passerella ventidue innovazioni tecnologiche, di cui metà realizzate da start up e 15 eccellenze clinicoscientifiche: “Mi auguro che questo sia il primo di una serie di appuntamenti per la promozione della filiera italiana – ha detto. – Nel nostro Paese abbiamo difficoltà ad attrarre grandi studi clinici: le istituzioni devono imparare a fare sistema e a condividere una piattaforma per coordinarsi con le altre realtà del settore”. Convinto dell’innovatività dell’iniziativa Giovanni Sacchi, direttore del coordinamento servizi di promozione del sistema Italia dell’Ice, che ha curerà per l’occasione l’agenda degli incontri B2B con le delegazioni provenienti da Arabia Saudita, Austria, Cina, Iran, Regno Unito, Turchia e Usa: “La presenza di centinaia di operatori provenienti da tutto il mondo rappresenta un’occasione importante per le aziende e i centri di ricerca italiani – ha detto – ed è la prima volta che collaboriamo ad una iniziativa di questo tipo con il ministero della Salute”. Neurochirurghi: troppe strutture, ne bastano metà. Immancabile, in coda alla conferenza stampa di oggi, una parentesi sui temi della spending review che trovano la Società italiana di neurochirurgia (Sinch) più che pronta a collaborare con le razionalizzazioni in tema d’appropriatezza annunciate dal ministro Lorenzin appena prima dell’estate: “Non ci spaventano i limiti a tac o risonanza e siamo pronti a collaborare con il ministro – ha dichiarato il presidente, Alberto Delitalia – l’importante è che tutto venga pianificato All’insegna di una razionalizzazione intelligente. Ad esempio è inutile che i pazienti facciano più esami con risonanze non adatte, come purtroppo avviene oggi ne basta uno solo ma con la tecnologia giusta”. La razionalizzazione auspicata va anzi ben oltre e coinvolge anche l’assetto delle strutture dedicate. “In Italia esistono 140 centri di neurochirurgia, quando in realtà – “ne basterebbero metà, ben organizzati e attrezzati” – ha spiegato Roberto Delfini, direttore della Scuola di specializzazione in Neurochirurgia dell’Università La Sapienza di Roma e presidente del comitato italiano del meeting. – “Spesso – ha proseguito – ci sono strutture troppo piccole e con volumi di prestazioni molto bassi per garantire l’eccellenza della prestazione a vantaggio del paziente: in alcuni centri mancano anche le équipe neuroradiologiche, fondamentali per affrontare alcune patologie”. Sempre da Delfini l’appello per la sensibilizzazione alla donazione dei cadaveri a scopo di ricerca su cui la Sinch lancerà a breve una campagna di sensibilizzazione: “Alle 25 scuole di specializzazione in neurochirurgia attive in Italia servirebbero 10 cadaveri ciascuna per garantire le necessarie esercitazioni degli specializzandi. Viceversa nelle strutture di Torino o Roma si arriva ad averne massimo uno l’anno e mancano i centri di anatomia chirurgica che dovrebbero mettere a disposizione degli specialisti il materiale su cui esercitarsi, per questo spesso siamo costretti a importarli dall’estero con costi elevati”. Il chirurgo ora sa navigare Con l'aiuto di una guida simile a un Gps raggiunge l'area del cervello Cucchi Luigi La neurochirurgia sta cambiando. Fino alla fine degli anni Ottanta era semi pionieristica, i neurochirurghi operavano a occhio nudo, erano guidati dalla loro esperienza e dall'intuito. Oggi utilizzano microscopi e microstrumenti che permettono di essere meno invasivi e più precisi. Dei progressi registrati e delle prospettive si discute da ieri a Roma dove duemila neurochirurghi partecipano al congresso della Federazione Mondiale di Neurochirurgia. I Paesi rappresentati sono 105, oltre 250 relatori invitati e 1500 i contributi scientifici ricevuti. Molte le innovazioni. All'Istituto neurologico Besta di Milano è già stato inaugurato il campo d'addestramento della neurochirurgia: il Besta NeuroSim Center. Monitor, bracci collegati ad aspiratori, occhiali 3D che permettono di entrare nella testa del malato prima dell'intervento. Nella sala operatoria entrano i primi robot. Ne parliamo con Francesco DiMeco, direttore del dipartimento di neurochirurgia dell'Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. Nato a Perugia nel 1962, dopo la laurea (1988) e il servizio militare in Marina (1988-89) in qualità di addetto al Servizio medico di Emergenza con elicotteri nell'ambito del dipartimento Alto Tirreno, si è specializzato in neurochirurgia ed ha svolto per circa dieci anni l'attività di neurochirurgo. Ha poi rivolto il proprio interesse verso la neuro-oncologia chirurgica e a tal fine ha ottenuto e portato a termine (1997-2000) una fellowship di neuro-oncologia chirurgica (sia di ricerca di base che clinica) presso il Dipartimento di Neurochirurgia della Johns Hopkins Medical School di Baltimore negli Stati Uniti. É co-autore del primo studio a livello mondiale che ha portato all'identificazione di cellule tumorali staminali nei glioblastomi, un tumore devastante del cervello, indicando strategie alternative di trattamento. «Gli interventi di neurochirurgia sono il frutto della collaborazione multidisciplinare. In sala operatoria - ricorda il professor DiMeco - sono presenti dieci, dodici persone che controllano sul monitor ogni passo dell'operazione. Alla Johns Hopkins incontravi premi Nobel nei corridoi. In sala operatoria il neurochirurgo è coordinatore di un gruppo di professionisti di pari dignità». Le nuove conquiste della neurochirurgia poggiano sui progressi ottenuti dalla microchirurgia e della chirurgia mininvasiva. «Con la neuronavigazione all'interno del cervello si è fornito al chirurgo un aiuto fondamentale che oggi può essere guidato durante l'intervento da una sorta di Gps, un sistema che si avvale delle più avanzate tecniche di imaging. In sala operatoria uso l'ecografo da qualche anno e non riesco più a farne a meno». Tra protocolli da seguire, lavoro d'équipe, strumentazione e pratica, la sala operatoria non è la parte più complessa della vita di un neurochirurgo. Difficili le relazioni con il paziente e con i familiari, che a volte non vogliono che il malato sappia. Negli Usa è previsto l'Advanced Care Planning: prima dell'intervento, si discute. La cultura della sicurezza deve sempre essere una priorità. Al Besta si sta attuando il progetto Inpatient Safety on Board: si mutuano le procedure aereonautiche con l'analisi e la gestione degli errori dovuti alle difficoltà di comunicazione. Della safety culture fa parte anche un'altra ambizione del Besta: diventare il primo Neurosim in Europa, cioè un centro di simulazione neurochirurgica per medici». Nel libro «La mia vita per la neurochirurgia», di Francesco DiMeco e Daniela Condorelli (Vallardi editore) sono raccontate le passioni e le frustrazioni che si rincorrono nella vita di un medico che affronta tutti i giorni i tumori del cervello. La lamentela dei neurochirurghi: "In Italia scarseggiano i cadaveri “ Senza i "preparati anatomici" non possono imparare ad usare il bisturi. Un problema non da poco Anita Sciarra - Gio, 03/09/2015 - 18:27 commenta In Italia scarseggiano i cadaveri. E a lamentarsi sono i neurochirurghi. Sembra uno scherzo di cattivo gusto, ma non è così. Il problema risulta piuttosto serio, dal momento che ne va di mezzo la formazione di molti futuri camici bianchi, che coi bisturi poi dovranno lavorare su persone vive e vegete. Il nostro Paese è infatti costretto a importare dall'estero i cosiddetti preparati anatomici, ossia specifiche parti di cadavere, con costi molto elevati. Per una testa, ad esempio, si arriva a spendere anche 10mila euro. La questione è stata sollevata durante la conferenza stampa di presentazione del 15esimo meeting della Federazione mondiale delle società di neurochirurgia che si svolgerà a Roma dall'8 al 12 settembre: "In Italia la donazione del corpo è ammessa, ma l'acquisizione dei cosiddetti preparati anatomici non avviene come in altri paesi europei (ad esempio Austria, Spagna)", ha spiegato Roberto Delfini, direttore della Scuola di specializzazione di Neurochirurgia della Sapienza di Roma, past president della Società italiana di neurochirurgia (Sinch) e presidente del comitato locale del meeting internazionale. "Se più famiglie decidessero di donare i corpi dei loro cari defunti, ci sarebbero notevoli risparmi, basti pensare che a Roma e Torino le donazioni sono in media una l'anno. Nel nostro Paese ci sono 25 centri di specializzazione di neurochirurgia - ha proseguito - servirebbero una decina di cadaveri per ogni centro, quindi 250 in totale, o l'unica alternativa è andare a studiare all'estero". "È una questione culturale, non legislativa", ha aggiunto il responsabile della Sinch. Il problema è stato affrontato anche dal Comitato nazionale di bioetica che ha recentemente sottolineato la mancanza di una legge ad hoc sulla donazione. Per sollecitare la popolazione e le istituzione sulla donazione post-mortem per fini scientifici, la Società italiana di neurochirurgia lancerà a breve una campagna di informazione. Neurochirurghi mondiali riuniti a Roma In Europa vi è un neurochirurgo ogni 200mila abitanti Compleanno con meeting per la Federazione Mondiale di Neurochirurgia che festeggia sessant’anni con un Meeting di caratura internazionale, per la prima volta in Italia. L'assegnazione all'Italia di questo evento scientifico, dopo l'ultima occasione in Brasile quattro anni fa, non è solo un riconoscimento della maturità e della valenza raggiunte dalla Neurochirurgia italiana ma anche una testimonianza del ruolo di primo piano che i neurochirurghi italiani hanno avuto nel corso della storia della Federazione mondiale. L'attuale Vice-Presidenza ricoperta dal Prof. Francesco Tomasello è la terza in ordine cronologico acquisita dall'Italia, dopo quelle dei compianti Proff. Albino Bricolo di Verona e Gian Paolo Cantore di Roma. MAPPATURA - Nel Congresso è rilevante qualitativamente la presenza di neurochirurghi africani. In Africa vi è un neurochirurgo ogni 6 milioni di abitanti, mentre in Europa il rapporto è di uno ogni 200 mila abitanti. Grande presenza anche dall’estremo oriente: dalla Cina arriveranno oltre 155 neurochirurghi e dal Giappone 125. Cospicua anche la presenza dei neurochirurghi europei: dalla Germania oltre 50 ma non mancheranno i francesi e gli inglesi. La Federazione mondiale svolge un compito difficile e meritorio, tenendo Corsi di addestramento per giovani neurochirurghi in propri Centri di riferimento distribuiti in ogni Continente (l'Africa in particolare) e donando strumentario chirurgico e Microscopi agli ospedali che operano in condizioni disagiate nei Paesi in via di sviluppo. Il Meeting sarà preceduto, infatti, da Corsi di addestramento sia pratici che teorici, con la partecipazione di docenti italiani e stranieri di provata esperienza e capacità didattica. INAUGURAZIONE - La cerimonia di apertura, prevista alle 18.30 di martedì 8 Settembre all’Hotel Marriott, avrà alcuni momenti significativi nella breve celebrazione del 60^ Anniversario, nel conferimento di Medaglie di onore a quattro Neurochirurghi del mondo, nella premiazione di cinque giovani neurochirurghi per contributi scientifici di grande valore e nella prolusione di un Neurochirurgo americano, di origine indiana e di grande cultura umanistica, che tributa un riconoscimento alle opere degli Anatomici italiani del Rinascimento. NON SOLO SEMINARI - Alcune presentazioni riguardano lo status dell’organizzazione e delle esperienze neurochirurgiche in Africa, Medio-Oriente, Asia ed America Latina, con particolare riferimento ai Paesi in via di sviluppo, consentendo di fare una analisi sui margini di miglioramento degli standard a beneficio di milioni di pazienti. Di particolare interesse sono alcuni Luncheon Seminars. Uno, caratterizzato da un significativo impatto sull'insegnamento alla ricerca, è dedicato ai criteri da rispettare per pubblicare con successo i contributi scientifici e vedrà come relatori gli Editors dei più importanti Giornali scientifici di Neurochirurgia del mondo. Con il rigoroso processo di revisione fra pari, attuato da queste Riviste, non più del 10-15% dei lavori sottoposti al giudizio viene alla fine accettato. Un altro Luncheon Seminar, di sicuro interesse nella stagione di EXPO 2015, è dedicato al rapporto fra dieta mediterranea e rischio cerebro-vascolare. Infine, vi saranno nelle Sessioni Plenarie due relazioni non neurochirurgiche, certamente di grande impatto per la cronaca di questi giorni e per le celebrazioni del Genio di Leonardo da Vinci. Una sarà tenuta dall'Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, Comandante della Marina Militare Italiana, sull’ operazione Mare Nostrum e l'altra avrà come protagonista il Prof. Marco GAIANI dell'Università di Bologna sul disegno dell'Uomo Vitruviano. Roberta Maresci )!##%+(&)!%-!%*#! %&)*()*&(!*(�!%*(-!&%*(**$%*! .2-(4"-"0220467/(6!( 0.7/( =(0/"64/"7405 ("/=(6( '"5(!"!( /0!.(6(!(9"45(!(4( "4 E 37"560-F0("66(90 0.7/"!"(."!( (2"464094"/709"5646"&("2"4-4( "4 "2"4- 74!"(2=("/6(EG0." /"740 '(474&0B.(4"/!0 0/60 '"-F(-(6 '(474&( "(240&4"55(6" /0-0&( (50/0.0-60(.2046/6(B. 50-6/60- 0.24"/5(0/"!"--"/709"5 02"46"(/-64(.(6(!"--""7405 ("/="27124(4"-564!.0!-(6 !( 74(//096(9""2(8"%%( (2"4(2=("/6(%%"66(!260-0&("/"740-0&( '"HB52("&4/ "5 00.5"--0B ( "M4"5(!"/6"!"--"!"4=(0/"0/!(-"!("740 '(474&(E 0(-4 0/60!(7/-7/&5604("7/ 64!(=(0/"(6-(//"- .20E MG/6-(B-""7405 ("/="'//07/-7/&5604("7/64!(=(0/"B7//(."."/6"4( 0/05 (76B!( 7/" "=(0/-" 0/64(760--4( "4 57--"%7/=(0/("57(!(5674(!"-5(56"./"49050E-!(-!"("//06(567!( !(/60.(56((6-(/( 0."(-0-0&/"5"0/!(/0!"S(7==(B/"-5" 0-0B"0/4!0!(/ ("(09/66(56 04&&/(B-!"5 4(=(0/"!"--5 (55745(-9(/%66!4(=(0!( 372"/!"/6""27-( 62"4-24(. 90-6/"-[`ZZ/"--"7-"( 6"B4(./"7/2("64.(-(4"!"---"66"46745 ("/6(%( HB4 0/60.5"--0E UEM"-5" 0-05 0450B- 7/(/"7405 ("/=(6((6-(/('//0."4(660(-24".(00"-2"4-"-040 5 02"46"D.(--00-&(B(/ 0--04=(0/" 0/.0/<+-B/"-[cZ`B#5660(-2(0/("4"!"-."60!0!( 0-04=(0/"(-(!F4&"/60 0/(-37-"#56602055((-"(!"/6(%( 4"(-/"740/"E0-&(#5660/ '"7604"B 24(.!"--S99"/60!"--.( 405 02(B!"--5 02"46!"- 05(!!"66022460!(0-&(/"--" "--7-"/"4905"!"- &660E/("-09"6B/"740%4. 0-0&0B#5660(/5(&/(60!"-0"-/"-[c_a2"4-4( "4 57(%4. 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Non solo farmaci sempre più promettenti: oggi dall'epilessia, malattia che in Italia colpisce circa 500mila persone, si può guarire anche grazie ad innovativi interventi chirurgici in un'alta percentuale di casi che, per alcune forme, sfiora l'80%. È questo un esempio dei grandi passi avanti fatti dalla Neurochirurgia, le cui tecniche innovative stanno portando ad ulteriori avanzamenti anche sul fronte della lotta a patologie come il morbo di Parkinson. A fare il punto, gli oltre 2.000 specialisti provenienti da 105 Paesi e riuniti a Roma per il XV Congresso mondiale di Neurochirurgia. Tecniche neurochirurgiche sempre più raffinate, dunque, stanno aprendo la strada a terapie promettenti per un gran numero di malattie, a partire proprio dall'epilessia: «Oggi da questa patologia si può guarire, non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia - spiega Vincenzo Esposito, primario dell'Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell'Irccs Neuromed-Pozzilli - tanto che in alcune forme si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati». Ma tante sono le novità: «Emerge ad esempio - afferma il presidente del Congresso, Francesco Tomasello - un ruolo crescente della robotica nella neurochirurgia, anche se questo non significa la sostituzione del chirurgo». Riflettori puntati pure su una nuova tecnologia, nata in Israele, per il trattamento dei gliomi del cervello: «Sono stati confermati i dati sull'efficacia di questo trattamento e non è escluso ha annunciato Tomasello - che in un futuro non molto lontano possa essere applicata anche in Italia». E nuovi 'successi' si registrano anche nella lotta al Parkinson: «Vi sono nuove prospettive per la terapia e le più immediate e interessanti - afferma il neurochirurgo Andrea Landi dell'Azienda ospedaliera San Gerardo di Monza - riguardano tecniche chirurgiche invasive come la DBS (Deep Brain Stimulation), ma anche la nuova tecnica FUSS (Focused Ultrasound Steretoactic Surgery), di recente introduzione, che è una metodica non invasiva che utilizza ultrasuoni. È attualmente indicata per il solo trattamento del tremore, ma una volta verificatane l'efficacia, potrà essere utilizzata nel trattamento di tutti i sintomi della malattia». Nuovi studi hanno inoltre rilevato, ha aggiunto, «come in almeno il 60% dei casi, un episodio depressivo importante preceda di mesi l'insorgenza dei sintomi motori del Parkinson». Un settore, quello neurochirurgico, nel quale l'Italia si dimostra all'avanguardia, e la conferma arriva anche dalla recente nomina di Franco Servadei, dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, come primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia, nomina definita «motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese» dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. E non solo: l'Italia detiene il primato anche per l'uso dei simulatori per l'addestramento neurochirurgico, che consentono viaggì tridimensionali nel cervello in preparazione di interventi sempre più sicuri. L'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano è infatti sede del Besta Neurosim Center, primo centro in Europa di formazione permanente con simulatori neurochirurgici. [\M/S"-"=(0/"50424"5B '"'524(&-(60-" 46"!"- 0/&4"550.0/!(-"!(/"740 '(474&((/(=(60 .46"!)5 04500." 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Tecniche neurochirurgiche sempre più raffinate, dunque, stanno aprendo la strada a terapie promettenti per un gran numero di malattie, a partire proprio dall’epilessia: «Oggi da questa patologia si può guarire, non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia - spiega Vincenzo Esposito, primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’Irccs Neuromed-Pozzilli - tanto che in alcune forme si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati». Ma tante sono le novità: «Emerge ad esempio - afferma il presidente del Congresso, Francesco Tomasello - un ruolo crescente della robotica nella neurochirurgia, anche se questo non significa la sostituzione del chirurgo». Riflettori puntati pure su una nuova tecnologia, nata in Israele, per il trattamento dei gliomi del cervello: «Sono stati confermati i dati sull’efficacia di questo trattamento e non è escluso - ha annunciato Tomasello - che in un futuro non molto lontano possa essere applicata anche in Italia». E nuovi «successi» si registrano anche nella lotta al Parkinson: «Vi sono nuove prospettive per la terapia e le più immediate e interessanti - afferma il neurochirurgo Andrea Landi dell’Azienda ospedaliera San Gerardo di Monza - riguardano tecniche chirurgiche invasive come la DBS (Deep Brain Stimulation), ma anche la nuova tecnica FUSS (Focused Ultrasound Steretoactic Surgery), di recente introduzione, che è una metodica non invasiva che utilizza ultrasuoni. È attualmente indicata per il solo trattamento del tremore, ma una volta verificatane l’efficacia, potrà essere utilizzata nel trattamento di tutti i sintomi della malattia». Nuovi studi hanno inoltre rilevato, ha aggiunto, «come in almeno il 60% dei casi, un episodio depressivo importante preceda di mesi l’insorgenza dei sintomi motori del Parkinson». Un settore, quello neurochirurgico, nel quale l’Italia si dimostra all’avanguardia, e la conferma arriva anche dalla recente nomina di Franco Servadei, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, come primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia, nomina definita «motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese» dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. E non solo: l’Italia detiene il primato anche per l’uso dei simulatori per l’addestramento neurochirurgico, che consentono «viaggi» tridimensionali nel cervello in preparazione di interventi sempre più sicuri. L’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano è infatti sede del Besta Neurosim Center, primo centro in Europa di formazione permanente con simulatori neurochirurgici. Servadei presidente della Federazione mondiale delle Società di Neurochirurgia 11 settembre - La struttura complessa di Neurochirurgia-Neurotraumatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma ha un direttore del quale andare orgogliosa: Franco Servadei è stato infatti nominato presidente della Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia, ed è il primo italiano a ricoprire questa carica. A tal proposito si è espressa il ministro della salute Beatrice Lorenzin: “La nomina di un italiano alla presidenza della Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia è motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese. Al professore Servadei giungano i miei auguri di buon lavoro per il prestigioso incarico con l’auspicio che la sua attività possa essere buona guida per la comunità scientifica internazionale chiamato a rappresentare e di impulso per tutta la neurochirurgia italiana”. La Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 società articolate in cinque Associazioni Continentali. BREVE BIOGRAFIA – Nato a Forlì nel 1951, Servadei ha conseguito la laurea con lode in Medicina e chirurgia a Bologna, dove poi si è specializzato in Neurologia. A Modena ha conseguito la laurea con lode in Neurochirurgia. Il suo percorso professionale è iniziato all’Ospedale Bellaria di Bologna, uno dei maggiori centri di neurochirurgia italiani. Nel 1989 si è spostato al reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale Bufalini di Cesena, dove in seguito è diventato responsabile del modulo di Neurotraumatologia, dirigente di II livello, infine direttore del dipartimento di Emergenza. Ha svolto attività di consulenza neurochirurgica per l’ospedale Maggiore di Bologna e per vari ospedali della Romagna. Da marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell’Azienda OspedalieroUniversitaria di Parma. Oltre alle attività ospedaliere, Servadei insegna e pubblica: dal 2006 è professore a contratto dell’Università di Padova e dal 2010 trasmette il suo sapere anche nelle scuole di specializzazione di Anestesia e rianimazione e Chirurgia Maxillo-facciale dell’Università di Parma. Molti i suoi volumi dati in stampa, così come numerose le partecipazioni ai congressi e gli interventi sulle riviste internazionali del settore. Dal 1984 ha aperto la strada, in Italia, alla monitorizzazione della pressione intracranica con tecnica innovativa al di fuori di un centro neurochirurgico. Un riconoscimento mondiale per il prof Servadei Da Fabrizio Furlotti La Federazione rappresenta oltre 30mila neurochirurghi nel mondo e 127 Società, espressione di tutti i continenti Franco Servadei, direttore della struttura complessa Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-Urgenza e Area medica generale e Specialistica) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, entra nella storia della neurochirurgia mondiale. È infatti il primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia che rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 società articolate in cinque associazioni continentali. Dal 2010 al 2012 è stato presidente della Società italiana di neurochirurgia. “La nomina di un italiano alla presidenza della Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia è motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese – ha commentato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin – Al professore Servadei giungano i miei auguri di buon lavoro per il prestigioso incarico con l’auspicio che la sua attività possa essere buona guida per la comunità scientifica internazionale chiamato a rappresentare e di impulso per tutta la neurochirurgia italiana”. '662DKK24.E4"27-( E(6K 40/ K\Z[_KZcK[[K/":5K5"49!"(OO 20O!"--O%"!"4=(0/"O.0/!(-"O! "--"O50 ("6O!(O/"740 '(474&(M[\\`^ZZ[[K Neurochirurgia, in Italia meeting mondiale. Innovazioni tecnologiche al centro dei lavori ]5"66".4"M7-(6B5-76"B(//09=(0/""240&4"55054//0-"240-" '(9"!"-""6(/&!"--"!"4=(0/".0/!(-" !"--"50 ("6!(/"740 '(474&(B '"37"56S//05(6"440.!--Sb-[\5"66".4"E-0/&4"550B(/0 5(0/"!"-`Z"5(.0 //(9"454(0!"--/5 (6!"--S04&/(===(0/"B9"!44(52"660-255607/2(8.2(246" (2=(0/"D50/066"5(B(/%66(B (4 \.(-/"740 '(474&'(B2409"/("/6(![Z_"5(!"-.0/!0"240/6( 0/%40/645(57--"(//09=(0/(6" /0-0&( '" '"/"&-( 7-6(.(//('//0 466"4(==60-/"740 '(474&(EIS55"&/=(0/"--S6-(!(37"560"9"/605 ("/6(%( 0M'//0%66052"4" !--"!"4=(0/"(/0 5(0/"!"-- 0/%"4"/=56.2!(24"5"/6=(0/"!"(-904(M/0/#50-07/4( 0/05 (."/60!"-- .674(6"!"--9-"/=4&&(7/6"!--/"740 '(474&((6-(/B./ '"7/6"56(.0/(/=!"-470-0!(24(.02(/0 '"( /"740 '(474&'((6-(/('//09760/"- 0450!"--5604(!"--"!"4=(0/"JE("66(90!"-0/&4"550B37"56S//0B# 502466766037"--0!(9-04(==4"-"" "--"/="" 4"4"7/9"4"24024(%(-("4.0/!(-"!"--5-76"B240.709"/!0(/ 246( 0-4"(-T.!"(/6-<T!"--"/"7405 ("/="EI0/0.0-6004&0&-(050!(37/60240.709"4".0(/0 5(0/"!"- \Z[_M'!( '(460(%)&&$)##&B4"5(!"/6"[_6'/6"4(.""6(/&0%M2"4 '$4224"5"/67/S(/(=(6(95"/= 24" "!"/6(/"-2/04./=(0/-"D!4".09(5((-(6.0/!(-"--"" "--"/=""-- 2 (6!(%4"(//09=(0/"!246"!"-- %(-("4(6-(/!"--5-76"(/37"560 .20E(.0."550(/5("."5646M72B=("/!"" 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Un vero e proprio simposio della neurochirurgia che vedrà al centro tanto gli aspetti medici delle cure che quelli legati alle tecnologie che avanzano. «Per contribuire alla ripresa del nostro Paese - ha spiegato Luigi Boggio, Presidente di Assobiomedica - sono necessarie iniziative come questa che mi auguro faccia da apripista per altre simili. Ventidue innovazioni tecnologiche, di cui oltre la metà realizzate da start-up; quindici eccellenze cliniche e scientifiche. Si tratta di numeri che seppure parziali danno comunque la percezione di un made in Italy in questo campo, forse troppo sottovalutato e su cui invece bisognerebbe investire di più». Neurochirurghi: mancano i cadaveri per esercitarsi Italia costretta ad importarli dall'estero Di Redazione - 3 settembre - In Italia mancano cadaveri su cui i neurochirurghi possano esercitarsi. I cosiddetti preparati anatomici, specifiche parti di cadavere, il nostro Paese deve importarli quindi dall’estero, sostenendo spesso alti costi. Per una testa, che insieme alla colonna occorre per fare training in questa disciplina medica, occorrono ad esempio ben 10mila euro, che potrebbero essere risparmiati con la donazione del corpo per fini scientifici e didattici, che però ancora langue: basti pensare che in una città come Torino la donazione è in media una l’anno. Per questo la Società italiana di neurochirurgia (Sinch) sta pensando a una campagna di sensibilizzazione su questo tema. È quanto emerso oggi a margine della conferenza stampa di presentazione del 15esimo meeting della Federazione mondiale delle società di neurochirurgia. “In Italia la donazione del corpo, è ammessa, ma l’acquisizione dei cosiddetti preparati anatomici non è come in altri paesi europei (ad esempio Austria, Spagna), non c’è la cultura della donazione del corpo per fini scientifici e didattici, per questo stiamo pensando a una campagna di sensibilizzazione” ha spiegato Roberto Delfini, past president Sinch e presidente del comitato locale del meeting internazionale. “In totale servirebbero una decina di cadaveri per ciascuno dei 25 centri di specializzazione diffusi sul territorio italiano” ha spiegato l’esperto. In totale, quindi, sarebbero 250. L’alternativa per i neurochirurghi– ha evidenziato Delfini- è andare all’estero dove però oltre a sostenere i costi di iscrizione ai corsi devono sostenere anche quelli di soggiorno, o prepararsi con corsi in centri specializzati che sono obbligati all’acquisto di preparati anatomici. 2(-"55(B/709"6"42("D5(271&74(4"/ '" 0/-F(/6"49"/60 '(474&( 0 12 settembre - Passi avanti contro l’epilessia, malattia che in Italia colpisce circa 500mila persone: grazie ad innovative metodologie di intervento chirurgico, infatti, oggi si può arrivare alla guarigione, per alcune forme, fino nell’80% dei casi. A fare il punto sugli ultimi progressi sono gli oltre 2.000 neurochirurghi provenienti da 105 Paesi e riuniti a Roma per il XV Congresso mondiale di neurochirurgia. ”Dall’ epilessia si può oggi guarire non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia – spiega il neurologo dell’Università La Sapienza di Roma e primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’Irccs Neuromed-Pozzilli Vincenzo Esposito – e in alcune forme della malattia si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati”. Ma tante sono le innovazioni nel settore: emerge ad esempio per l’epilessia, sottolinea il presidente del Congresso Francesco Tomasello, un ruolo sempre più crescente della robotica, anche se questo non significa la sostituzione del chirurgo. La robotica è infatti guidata dall’uomo”. Presentata al Congresso anche una nuova tecnologia, nata in Israele, per il trattamento dei gliomi del cervello: “Sono stati confermati i dati sull’efficacia di questo trattamento dell’epilessia e non è escluso – ha annunciato – che in un futuro non molto lontano possa essere applicata anche in Italia”. Tra le iniziative presentate, quella della Federazione mondiale di neurochirurgia che ha deciso di costituire una task-force di neurochirurghi volontari che andranno ad operare e supportare colleghi in aree disagiate. La World Federation, ha affermato Tomasello, sta infatti lavorando molto per portare aiuto in Africa”. Povera Italia, importiamo dall’estero anche i cadaveri a 10mila euro l’uno Una notizia paradossale e macabra che la dice lunga. Che in Italia di questi tempi manchi tutto soprattutto nel settore della ricerca è noto, ma questa le supera tutte: mancano cadaveri su cui i neurochirurghi possano esercitarsi. I cosiddetti preparati anatomici, specifiche parti di cadavere, il nostro Paese deve importarli quindi dall’estero, sostenendo spesso alti costi. Ecco il tariffario. I chirurghi lanciano l’“allarme-cadaveri” 3 settembre - Per una testa, che insieme alla colonna occorre per fare training in questa disciplina medica, occorrono ad esempio ben 10mila euro, che potrebbero essere risparmiati con la donazione del corpo per fini scientifici e didattici, che però ancora langue: basti pensare che in una città come Torino la donazione è in media una l’anno. Per questo la Società italiana di neurochirurgia (Sinch) sta pensando a una campagna di sensibilizzazione su questo tema. È questo il dato emerso a margine della conferenza stampa di presentazione del 15esimo meeting della Federazione mondiale delle società di neurochirurgia. «In Italia la donazione del corpo, è ammessa, ma l’acquisizione dei cosiddetti preparati anatomici non è come in altri paesi europei (ad esempio Austria, Spagna), non c’è la cultura della donazione del corpo per fini scientifici e didattici, per questo stiamo pensando a una campagna di sensibilizzazione», ha spiegato Roberto Delfini, past president Sinch e presidente del comitato locale del meeting internazionale. «In totale servirebbero una decina di cadaveri per ciascuno dei 25 centri di specializzazione diffusi sul territorio italiano», ha spiegato l’esperto. In totale, quindi, sarebbero 250. L’alternativa per i neurochirurghi- ha evidenziato Delfini- è andare all’estero dove però oltre a sostenere i costi di iscrizione ai corsi devono sostenere anche quelli di soggiorno, o prepararsi con corsi in centri specializzati che sono obbligati all’acquisto di preparati anatomici. AL VIA IL CONGRESSO MONDIALE SULLA NEUROCHIRURGIA RICOSTRUTTIVA L'evento si svolgerà a Cerveteri ed è presieduto dal prof. Visocchi del Policlinico Gemelli e dal prof. Tomasello 12 settembre - I tumori cerebrali, le malformazioni vascolari (aneurismi, angiomi e cavernomi), la neuromodulazione, i traumi cranici, la chirurgia della colonna vertebrale e del midollo spinale sono gli argomenti al centro del IV Congresso Mondiale dell’International Society of Reconstructive Neurosurgery (Isrn), Società Scientifica Internazionale di Neurochirurgia ricostruttiva, che si inizierà oggi a Cerveteri, presso Palazzo Ruspoli. L’evento si svolge in parallelo al VII Scientific Meeting del Neurorehabilitation Committee della World Federation of Neurosurgial Societies (Wfns), ed è presieduto dal prof. Massimiliano Visocchi, neurochirurgo presso l’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma, assieme al prof. Francesco Tomasello, Presidente del Collegio dei professori ordinari di neurochirurgia d’Italia. Il congresso vede la partecipazione di numerosi esperti mondiali del settore, tra cui: Alessandro Olivi (Baltimora USA), Fred Gentili (Canada), Antonio Bernardo (New York), Concezio Di Rocco (Hannover Germania), K. Von Wild (Germania), Takamitsu Yamamoto (Giappone), N. Saeki (Giappone), Wai S. Poon (Hong Kong), Armando Basso (Argentina). In apertura dei lavori interverranno il Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, prof. Rocco Bellantone, e il Direttore generale del Policlinico A. Gemelli, ing. Enrico Zampedri. “In neurochirurgia – ha spiegato il prof. Massimiliano Visocchi- ricostruire vuol dire ricomporre strutture anatomiche del cranio-encefalo e del complesso vertebro-midollare che sono alterate, ristabilirne una morfologia più prossima possibile alla norma. Riabilitare vuol dire porre in essere tutte quelle procedure chirurgiche che direttamente o indirettamente riattivano una funzione perduta anche senza una vera e propria ricostruzione morfologica. Questa branca particolare della neurochirurgia propone qualcosa di più conservativo meno invasivo e rispettoso della normale fisionomia del sistema nervoso” Franco Servadei primo italiano a presiedere la Federazione mondiale di neurochirurgia Redazione - 11 Settembre 2015 12:32 Franco Servadei è stato eletto alla presidenza della Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia, che rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 Società articolate in cinque associazioni continentali entra nella storia della Neurochirurgia mondiale. È il primo italiano a presiedere la Federazione. L'elezione è avvenuta nel corso del 15° Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies che si sta svolgendo in questi giorni a Roma. Servadei è direttore della struttura complessa di Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-urgenza e Area medica generale e specialistica) dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Nato a Forlì nel 1951, si laurea in Medicina con lode nel 1976 all’Università di Bologna, dove consegue nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza in Neurochirurgia a Modena. Ha iniziato la sua attività professionale all’Ospedale Bellaria di Bologna (1977-1989). Da marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell’Azienda ospedalierouniversitaria di Parma. Ha pubblicato oltre 180 lavori, di cui 34 negli ultimi cinque anni. Uno dei protocolli di trattamento per l’invio del trauma cranico minore elaborato da Servadei è stato pubblicato sul Journal of Trauma ed è divenuto la base per il protocollo italiano pubblicato nel 1996 (“Protocollo Romagna”). È stato uno dei sei consulenti europei per la formazione delle linee guida americane sul trauma cranico, è membro del Board of Governors della International Brain Injury Foundation (Washington, Usa) e fa parte in rappresentanza dell’Italia del Comitato di neurotraumatologia della Organizzazione mondiale della sanità e del Comitato esecutivo dell’European Brain Injury Consortium. Dal 2010 al 2012 è stato presidente della Società italiana di neurochirurgia. %+(& !(+(!$&%!#)!!%&%*(&$ `5"66".4"M0.2-"//0(/6-(2"4-04-!%"!"46(0/0%/"740574&( -50 ("6"5B-"!"4=(0/".0/!(-"!"--"50 ("6!( /"740 '(474&(E/ 0.2-"//0(.2046/6"B(-`ZV!37/!0#566%0/!6-"!"4=(0/"B '"2"4-24(.90-65(! 227/6."/60/"-/05640"5"E0.B2"4-24" (5(0/"B!--Sb-[\5"66".4"24055(.(E%"56"&&(4"(- 0.2-"//0 9"44//00-64"!7".(-52" (-(56(![Z_"5(!"-.0/!0E0/- 7/"246( 0-4(6E0/50-037"--0!(37"56S//0#(-/7."40 !(246" (2/6(2(8-60.(4"&(56460B2"4"5".2(0B.%04.4-0 0/64(7(5 0/0"5( '"%(/0("4("4/055"/6(B 0.(/ (4"!--S4/B!!09"44(9"4//07/9"/6(/!( '(474&'(E0-64"[_Z44(9"4//0/ '"!--(/B[\_!- (220/"B- 7/"!" 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Per la prima volta in Italia, l’evento annunciato questa mattina nella sede trasteverina del Ministero della Salute “non è solo un riconoscimento della maturità e della valenza raggiunte dalla neurochirurgia italiana ma anche una testimonianza del ruolo di primo piano che i neurochirurghi italiani hanno avuto nel corso della storia della federazione mondiale, che proprio quest’anno celebra il suo sessantesimo anniversario”, hanno sottolineato con orgoglio gli organizzatori, che nel pieno del meeting mondiale, il 10 e 11 settembre faranno l’appello della filiera italiana della salute nel campo delle neuroscienze nell’intento di “fare sistema” per promuovere con sempre maggiore efficacia le nostre eccellenze in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuro-oncologia e medicina rigenerativa. “Si tratta – ha spiegato il Professore Francesco Tomasello, presidente del meeting mondiale di Roma – di una novità assoluta che vedrà insieme istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese, unite dall’impegno a valorizzare le innovazioni e il made in Italy nelle neuroscienze attraverso una collaborazione sinergica, quale esempio virtuoso di un’Italia che fa sistema per diventare motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività internazionale”. “Per contribuire alla ripresa del nostro Paese – ha aggiunto il presidente di Assobiomedica Luigi Boggio – sono necessarie iniziative che facciano da apripista, per promuovere la capacità di offerta di prodotto, innovazioni e servizi ad alto valore aggiunto di tutta la filiera italiana nel campo delle neuroscienze, dove il vero punto di forza è la necessità di fare sistema tra tutti i soggetti coinvolti, istituzioni comprese”. “La nostra agenzia – ha ricordato dal canto suo Giovanni Sacchi dell’ICE – in collaborazione con le associazioni del comparto sta tentando di dare un nuovo impulso al processo di internazionalizzazione dell’industria medicale italiana, composta da gruppi grandi e affermati ma anche da moltissime piccole imprese fortemente innovative e potenzialmente in grado di acquisire rapidamente posizioni di rilievo sui mercati internazionali, realtà per le quali il supporto del sistema Paese è fondamentale”. La World Federation of Neurosurgical Societies (WFNS) è un’organizzazione non governativa che rappresenta più di 30.000 neurochirurghi di tutto il mondo: è costituita da 127 società scientifiche e collegata all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS); presidente è il taiwanese Yong-Kwang Tudel Dipartimento di Neurochirurgia del National Taiwan University College of Medicine. Con oltre 250 relatori e 1.500 contributi, il programma scientifico del meeting di Roma si articolerà in 4 sessioni plenarie, 21 sessioni centrali, 39 seminari, 54 “lecture”, 54 sessioni parallele. BRAINFACTOR Un Italiano Alla Presidenza Della Federazione Mondiale Delle Società Di Neurochirurgia ROMA 13 settembre– È Franco Servadei (nella foto) il nuovo presidente della Federazione Mondiale delle Società di Neurochirurgia (WFNS). È la prima volta che un italiano assume questa carica prestigiosa. WFNS rappresenta oltre 30.000 neurochirurghi in tutto il mondo e 127 società scientifiche articolate in cinque associazioni continentali. Franco Servadei è direttore della struttura complessa Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-Urgenza e Area medica generale e Specialistica) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Nato a Forlì nel 1951, si laurea in Medicina e chirurgia con lode nel 1976 presso l’Università di Bologna, dove consegue nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza, con lode, in Neurochirurgia a Modena. Ha iniziato la sua attività professionale all’Ospedale Bellaria di Bologna (1977-1989). Nel 1989 si è trasferito presso la divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale Bufalini di Cesena, dove in seguito è diventato responsabile del modulo di Neurotraumatologia, infine direttore del dipartimento di Emergenza. Ha svolto attività di consulenza neurochirurgica per l’ospedale Maggiore di Bologna e per vari ospedali della Romagna. Dal marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell’Azienda OspedalieroUniversitaria di Parma. Dal 2006 è professore a contratto dell’Università di Padova e dal 2010 insegna anche nelle scuole di specializzazione di Anestesia e rianimazione e Chirurgia Maxillo-facciale dell’Università di Parma. Ha pubblicato oltre 180 lavori a stampa: 34 negli ultimi cinque anni. L’attività sia di pubblicazione che di partecipazione congressuale è orientata prevalentemente a tematiche concernenti il trauma e i tumori. Responsabile di varie ricerche cliniche multicentriche sul trauma cranico per tutta l’Italia, è stato uno dei sei consulenti europei per la formazione delle linee guida americane sul trauma cranico. i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti, sia da parte di istituzioni e autorità, sia nel Numerosi mondo accademico e delle società scientifiche. Servadei è infatti membro del Board of Governors della International Brain Injury Foundation (Washington, USA) e fa parte in rappresentanza dell’Italia del Comitato di neurotraumatologia della Organizzazione mondiale della sanità e del Comitato esecutivo dell’European Brain Injury Consortium. È consulente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per le ricerche in traumatologia cranica. Dal 2010 al 2012 è stato presidente della Società Italiana di Neurochirurgia. BRAINFACTOR Parkinson, Facciamo Il Punto. Intervista Al Neurochirurgo Andrea Landi ROMA 13 settembre – Il Parkinson (PD) è una malattia che colpisce il 2% della popolazione intorno ai 60 anni, con punte fino al 5% negli over 85. In Italia i malati sono circa 300.000, per lo più maschi. Negli ultimi anni sono aumentate le “forme giovanili” a insorgenza sotto i 40 anni. Fra i volti noti, l’attore Michael J. Fox (nella foto), malato di Parkinson, ha da qualche anno istituito una Fondazione per accelerare la ricerca di una cura. Al Congresso Mondiale delle Società di Neurochirurgia, Andrea Landi, responsabile neurochirurgia funzionale della Società Italiana di Neurochirurgia, ci ha rilasciato un’intervista per fare il punto su questa malattia difficile. Professore, quali sono le metodologie più promettenti nel trattamento del Parkinson? Le prospettive immediate più interessanti riguardano la neuromodulazione: tecniche chirurgiche invasive (DBS e MCS) e la FUSS. La Deep Brain Stimulation (DBS), già da diversi anni considerata come terapia di scelta nelle forme di PD scompensato, mediante la stimolazione di nuclei talamici, del subtalamo e del Globo Pallido è in grado di controllare i maggiori sintomi della malattia. Recentemente la DBS viene indicata anche in pazienti con storia di malattia non superiore ai sette anni, la cosiddetta “early stim-therapy”: questo nuovo atteggiamento terapeutico è stato ampiamente accolto in Europa e successivamente, con qualche limite, anche in Italia. Quali sono le tecniche di intervento più innovative? Nuove tecnologie applicate alla DBS, come nuovi parametri di stimolazione (interleaving, bursts), nuove configurazioni di elettrodi (multipolari, direzionali) e nuove “filosofie” di stimolazione come la “adaptive DBS” che sfrutta feedbacks neuronali per adattare la stimolazione alle diverse fasi di attività dell’encefalo, sicuramente contribuiranno a migliorare il rendimento, già elevato, di questa terapia. La stimolazione corticale motoria (o Motor Cortex Stimulation, MCS), un’esperienza nella quale i gruppi italiani sono da sempre pionieri, viene oggi rivalutata nel trattamento dei disturbi assiali, come i disturbi della marcia o quelli di postura. La FUSS (Focused Ultrasound Steretoactic Surgery), di recente introduzione, è una metodica non invasiva che utilizza ultrasuoni altamente focalizzati per generare lesioni tissutali controllate: è attualmente indicata per il solo trattamento del tremore, ma una volta verificatane l’efficacia, potrà essere utilizzata nel trattamento di tutti i sintomi della malattia. Per quanto riguarda i farmaci, a che punto siamo? Nelle fasi iniziali di malattia i farmaci sono in grado di controllare perfettamente tutti i principali sintomi. Recentemente si è rivalutata la possibilità di introdurre precocemente la terapia sostitutiva con L-Dopa, in quanto sembra meno importante la sua responsabilità nella genesi di complicanze tardive come le discinesie. Nelle fasi più avanzate della malattia la terapia farmacologica perde efficacia, sia per la comparsa di effetti collaterali sia per la comparsa di sintomi non controllabili con la terapia medica stessa come il freezing della marcia, i disturbi di equilibrio ed i disturbi disautonomici. Al congresso di Roma, tra i “segni prodromici” del Parkinson si è parlato anche della depressione… Le evidenze epidemiologiche suggeriscono che almeno nel 60% dei casi, ma forse più spesso, un episodio depressivo importante preceda di mesi l’insorgenza dei sintomi motori. Un disturbo frequentemente riportato, ma che in genere viene valorizzato dopo l’insorgenza dei disturbi motori, è l’ipo-osmia o l’anosmia. Altri segni prodromici possono essere il disturbi del ciclo sonno-veglia e la comparsa di incubi molto vivaci, oltre alla già citata depressione, ma anche alterazioni psichiche come moderata compulsività e modifiche del comportamento, alterazioni della scrittura, in particolare le micrografia; vanno aggiunti disturbi sensitivi vari, in genere dolori mal definibili e talora migranti (5% dei casi), stipsi. Si tratta comunque di sintomi aspecifici e quasi mai considerati come un campanello d’allarme fino a che non subentrano i segni più tipici della malattia. BRAINFACTOR Neurochirurghi: Di Epilessia Si Può Guarire ROMA 13 settembre – “Dall’epilessia si può guarire, non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia”. Lo sostiene al Congresso Mondiale di Neuroghirurgia di Roma Vincenzo Esposito, primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’I.R.C.C.S.“Neuromed-Pozzilli” e Professore Ordinario di Neurochirurgia al Dipartimento di Neurologia e Psichiatria dell’Università la Sapienza di Roma. In Italia circa 500 mila persone soffrono di epilessia: sono in gran parte bambini o giovani adulti. Quali sono le cause? “Molte delle cause – ci spiega il professore – sono note:vi sono forme genetiche, che determinano un aumento della irritabilità delle cellule cerebrali; in altri casi l’epilessia è dovuta alla presenza di anomalie circoscritte del cervello, quali malformazioni dello sviluppo della corteccia cerebrale, tumori, esiti di ischemie, di traumi o infezioni”. “L’epilessia – prosegue Esposito – è il sintomo di qualcosa che non va nel cervello, con l’insorgenza di una scarica elettrica anomala che manda temporaneamente fuori uso una parte o tutto il cervello: nel primo caso di parla di epilessia focale, nel secondo di epilessia generalizzata. A differenza di altre malattie neurologiche, quali il Parkinson e la demenza, tipiche dell’età avanzata, l’epilessia colpisce in maniera preponderante persone giovani: il persistere delle crisi, specie se non controllate dalla terapia medica, impedisce di avere una normale vita di relazione, con difficoltà negli studi, nella vita sociale, affettiva e lavorativa”. Secondo Esposito, riuscire a curare precocemente l’epilessia può consentire a molti pazienti di condurre una vita normale: “il 70 per cento dei pazienti epilettici risponde bene ai farmaci, mentre per i pazienti farmaco resistenti può essere valutata la possibilità di un trattamento chirurgico; e quando il paziente non risponde ai farmaci bisogna agire velocemente, con equipe multidisciplinari esperte che includono neurologi, neuroradiologi, neuropsicologi e neurochirurghi”. Quali esami sono consigliati? “Gli esami principali – dice il professore – sono la risonanza magnetica, con cui si studia la conformazione del cervello alla ricerca di possibili anomalie, la registrazione prolungata videoelettroencefalografica, con cui si studiano le crisi epilettiche documentando in video ciò che succede al paziente contemporaneamente alla registrazione della attività elettrica cerebrale e lo studio neuropsicologico delle principali funzioni cerebrali. Questi studi, uniti ad altri eventualmente ritenuti necessari caso per caso, aiutano a definire da quale regione del cervello partono le crisi e se questa può essere rimossa senza provocare danni importanti al paziente”. Che tipi di intervento vengono proposti e con quale possibilità di guarigione? “Si possono proporre interventi curativi di asportazione della regione anomala, o, qualora ciò non sia possibile, interventi alternativi che possono diminuire la gravità e il numero delle crisi: si tratta di interventi palliativi; gli interventi eseguiti in centri dedicati e con esperienza nel trattamento dell’epilessia hanno possibilità molto buone di guarire o migliorare l’epilessia con un tasso bassissimo di complicanze, inferiore al 3%: in alcune forme di epilessia si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati”. 15th Interim Meeting of the Wfsn. La filiera delle neuroscienze va in scena: “Promuovere l’innovazione e le eccellenze italiane” Istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, Irccs, centri clinici, start-up e imprese, il 10 e l’11 settembre a Roma, punteranno i riflettori sulle eccellenze italiane in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuroriabilitazione, neuro-oncologia, medicina rigenerativa per valorizzare un settore ad alto livello di competitività internazionale 03 SET - Valorizzare le innovazioni e il made in Italy nelle neuroscienze attraverso una collaborazione sinergica tra tutti i soggetti coinvolti. Sono queste le parole d’ordine della “Italian healthcare and MedTech Chain in the field of neuroscienze” che si terrà il 10 e l’11 settembre a Roma, nell’ambito del 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies, che vede i neurochirurghi di tutto il mondo riuniti nella Capitale dall’8 al 12 settembre. Un’occasione per promuove, per la prima volta nel nostro Paese, l’intera filiera italiana della salute nel campo delle neuroscienze. Una due giorni - presentata oggi al ministero della Salute e organizzata dai ministeri dello Sviluppo economico e della Salute e ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il cluster ALISEI, Assobiomedica, la Società italiana di neurochirurgia (Sinch), Fondazione CRUI e l’Associazione italiana ospedalità privata - nel corso della quale si confronteranno istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese per puntare i riflettori sulle eccellenze in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuroriabilitazione, neuro-oncologia, medicina rigenerativa. “Sono molto orgoglioso di quanto promuoveremo in occasione del WFNS 2015 – ha dichiarato Francesco Tomasello, Presidente 15th Interim Meeting of WFNS – perché rappresenta un’iniziativa senza precedenti nel panorama nazionale: daremo visibilità mondiale alle eccellenze e alla capacità di fare innovazione da parte della filiera italiana della salute in questo campo. All’inizio non avevamo un quadro definito della situazione nazionale, oggi che abbiamo messo insieme start-up, aziende e centri di ricerca e abbiamo raccolto numerose eccellenze scientifiche e cliniche, oltre a numerose innovazioni tecnologiche, possiamo dire con certezza che il nostro Paese in campo medico-tecnologico-sanitario è in grado di competere fra i primi nel mondo. Per di più sono sicuro che quanto mostreremo in quei due giorni – ha aggiunto – è soltanto una parte del made in Italy che andrebbe valorizzato nel nostro settore. E il ruolo attivo di tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni alle imprese, dalle start-up ai cluster tecnologici sono un esempio virtuoso di un’Italia che fa sistema per diventare motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività internazionale”. E l’agenda della kermesse è densa di appuntamenti e workshop. Ci sarà in particolare una Innovation area, ovvero uno spazio espositivo dedicato a start-up e imprese per promuovere le capacità italiane di offrire prodotti, innovazioni e servizi ad alto valore tecnologico, e uno spazio dedicato agli incontri B2B gestito da ICE. “Per noi si tratta di un’iniziativa altamente innovativa – ha sottolineato il Direttore del Coordinamento Servizi di Promozione del Sistema Italia dell’Agenzia ICE, Giovanni Sacchi – il Congresso scientifico internazionale a Roma e la presenza di centinaia di operatori provenienti da tutto il mondo, rappresentano un’occasione e un’importante vetrina per aziende, startup e centri di ricerca italiani che possono vantare moltissime eccellenze nel settore”. Nel corso degli ultimi anni, l’Agenzia ICE, grazie alla collaborazione con Assobiomedica e altre associazioni del comparto, sta infatti tentando di dare un nuovo impulso al processo di internazionalizzazione dell’Industria medicale italiana, composta da gruppi grandi e affermati ma anche da moltissime piccole imprese fortemente innovative e potenzialmente in grado di acquisire rapidamente posizioni di rilievo sui mercati internazionali. “Per queste realtà – prosegue Sacchi – il supporto del sistema paese è fondamentale, e un’iniziativa come questa può porre le basi per instaurare nuovi e proficui rapporti di collaborazione con altre istituzioni per la realizzazione di future iniziative di più ampio respiro”. “Per contribuire alla ripresa del nostro paese – ha aggiunto Luigi Boggio, Presidente di Assobiomedica – sono necessarie iniziative come questa che mi auguro faccia da apripista per altre simili. Assobiomedica fin dall’inizio ha creduto nell’importanza di promuovere le capacità di offerta di prodotto, innovazioni e servizi ad alto valore aggiunto di tutta la filiera italiana nel campo delle neuroscienze, ma il vero punto di forza è la necessità di fare sistema tra tutti i soggetti coinvolti e con le istituzioni impegnate a dare credibilità e vigore a iniziative come questa. Ventidue innovazioni tecnologiche, di cui oltre la metà realizzate da start-up; quindici eccellenze cliniche e scientifiche. Si tratta di numeri che seppure parziali danno comunque la percezione di un made in Italy in questo campo, forse troppo sottovalutato e su cui invece bisognerebbe investire di più”. Neurochirurgia. Meeting mondiale per la prima volta in Italia La Neurochirurgia mondiale è stata caratterizzata in questi ultimi anni da un impetuoso sviluppo tecnico e scientifico e da uno dei più elevati livelli d’ innovazione tecnologica registrati in tutte le specialità mediche. Prevista anche una due giorni “tutta italiana”. Appuntamento a Roma dall'8 al 12 settembre. 03 SET - Prenderà il via l’8 settembre per concludersi il 12 il Meeting della Federazione Mondiale di Neurochirurgia, che si svolge per la prima volta in Italia, nell'anno in cui ricorre il 60° Anniversario della nascita di questa Organizzazione. La sua missione, quale unica Istituzione Neurochirurgica globale, è quella di migliorare l'addestramento dei giovani specialisti, la ricerca e la cura delle malattie neurochirurgiche. L'assegnazione all'Italia di questo evento scientifico, dopo l'ultima occasione in Brasile quattro anni fa, scrivono in una nota i promotori “non è solo un riconoscimento della maturità e della valenza raggiunte dalla Neurochirurgia italiana ma anche una testimonianza del ruolo di primo piano che i neurochirurghi italiani hanno avuto nel corso della storia della Federazione mondiale. Il Congresso vedrà la partecipazione numerosa (più elevata che in passato) di neurochirurghi (circa duemila presenze), provenienti da 105 Paesi del mondo. La Neurochirurgia mondiale è stata caratterizzata in questi ultimi anni da un impetuoso sviluppo tecnico e scientifico e da uno dei più elevati livelli d’ innovazione tecnologica registrati in tutte le specialità mediche. Con questo enorme patrimonio, è chiamata a confrontarsi con situazioni geopolitiche, socio-economiche, etiche e culturali molto diverse nei vari Continenti. Nel Congresso è rilevante qualitativamente la presenza di neurochirurghi africani. In Africa vi è un neurochirurgo ogni 6 milioni di abitanti, mentre in Europa il rapporto è di uno ogni 200 mila abitanti. Grande presenza anche dall’estremo oriente: dalla Cina arriveranno oltre 155 neurochirurghi e dal Giappone 125. Cospicua anche la presenza dei neurochirurghi europei: dalla Germania oltre 50 ma non mancheranno i francesi e gli inglesi. In occasione del Congresso si svolgerà anche una due giorni tutta italiana (10 e 11 settembre).Sarà coinvolta l’intera filiera italiana della salute nel campo delle neuroscienze, ovvero in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuroriabilitazione, neuro-oncologia, medicina rigenerativa. Si tratta di una novità assoluta che vedrà insieme istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese. L’intento comune – dichiarato dai promotori – “è quello di valorizzare le innovazioni e il made in Italy nelle neuroscienze attraverso una collaborazione sinergica tra tutti i soggetti coinvolti”. Questi gli obiettivi della due giorni organizzata dal ministero dello Sviluppo economico, ministero della Salute e ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il cluster ALISEI, Assobiomedica, la Società italiana di neurochirurgia (Sinch), Fondazione CRUI e l’Associazione italiana ospedalità privata (AIOP). L’iniziativa vedrà un’agenda densa di appuntamenti e workshop; una Innovation area, ovvero uno spazio espositivo dedicato a start-up e imprese per promuovere le capacità italiane di offrire prodotti, innovazioni e servizi ad alto valore tecnologico; nonché uno spazio dedicato agli incontri B2B gestito da ICE. “Sono molto orgoglioso di quanto promuoveremo in occasione del WFNS 2015 – ha dichiarato Francesco Tomasello, Presidente 15th Interim Meeting of WFNS - perché rappresenta un’iniziativa senza precedenti nel panorama nazionale: daremo visibilità mondiale alle eccellenze e alla capacità di fare innovazione da parte della filiera italiana della salute in questo campo. All’inizio non avevamo un quadro definito della situazione nazionale, oggi che abbiamo messo insieme start-up, aziende e centri di ricerca e abbiamo raccolto numerose eccellenze scientifiche e cliniche, oltre a numerose innovazioni tecnologiche, possiamo dire con certezza che il nostro Paese in campo medico-tecnologico-sanitario è in grado di competere fra i primi nel mondo. Per di più sono sicuro che quanto mostreremo in quei due giorni è soltanto una parte del made in Italy che andrebbe valorizzato nel nostro settore. E il ruolo attivo di tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni alle imprese, dalle start-up ai cluster tecnologici sono un esempio virtuoso di un’Italia che fa sistema per diventare motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività internazionale”. #!&%&%)&**&,#+*(+%'!)&!&'())!,&0'&*(%*!!'(!# ("!%)&% 9 settembre - Un attacco di depressione potrebbe essere il primo campanello di allarme della malattia di Parkinson. «Vi sono evidenze epidemiologiche secondo cui almeno nel 60% dei casi (ma forse più spesso) un episodio depressivo importante precede di mesi l’insorgenza dei sintomi motori del Parkinson» ha affermato Andrea Landi, responsabile neurochirurgia funzionale della Società italiana di neurochirurgia, durante il congresso mondiale di neurochirurgia in corso in questi giorni a Roma. Gli altri sintomi Ci sono anche altri segnali che potrebbero anticipare la comparsa della malattia di Parkinson. «Un disturbo frequentemente riportato» aggiunge l’esperto «ma che in genere viene valorizzato dopo l’insorgenza dei disturbi motori, sono i disturbi dell’olfatto (iposmia e anosmia). Altri segni possono essere: disturbi del ciclo sonno-veglia e comparsa di incubi molto vivaci; alterazioni psichiche, come moderata compulsività e modifiche del comportamento; alterazioni della scrittura (micrografia)». A questi si possono aggiungere disturbi sensitivi vari, in genere dolori mal definibili e talora migranti (5% dei casi) e stipsi. «Si tratta comunque di sintomi aspecifici e quasi mai considerati come un campanello d’allarme, fino a che non subentrano i segni più tipici della malattia» conclude Landi. Colpisce 300 mila italiani Il Parkinson è una malattia presente in tutto il mondo e colpisce in media verso i 60 anni circa il 2 per cento della popolazione e la percentuale sale al 3-5% quando l’età è superiore agli 85. In Italia i malati di Parkinson sono circa 300.000, per lo più maschi (1,5 volte in più). Epilessia, la malattia si cura con un intervento chirurgico Circa 2000 neurochirurghi ne hanno parlato a Roma nel 15° Congresso mondiale di neurochirurgia di Anna Arena ROMA 13 settembre – Passi avanti contro l'epilessia, malattia che in Italia colpisce circa 500mila persone: grazie ad innovative metodologie di intervento chirurgico, infatti, oggi si può arrivare alla guarigione, per alcune forme, fino nell'80% dei casi. A fare il punto sugli ultimi progressi sono gli oltre 2000 neurochirurghi provenienti da 105 Paesi e riuniti a Roma per il 15° Congresso mondiale di neurochirurgia. LA CURA – «Dall'epilessia si può oggi guarire non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia spiega il neurologo dell'Università La Sapienza di Roma e primario dell'Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell'Irccs Neuromed-Pozzilli Vincenzo Esposito - e in alcune forme della malattia si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati». ROBOTICA – Ma tante sono le innovazioni nel settore: emerge ad esempio, sottolinea il presidente del Congresso Francesco Tomasello, «un ruolo sempre più crescente della robotica, anche se questo non significa la sostituzione del chirurgo. La robotica è infatti guidata dall'uomo». Interventi chirurgici innovativi: epilessia, gliomi, Parkinson Settembre - Sono cinquecentomila in Italia coloro che sono colpiti da epilessia. Oggi sono disponibili per il malato innovativi interventi chirurgici. Il risultato, anche a essere cauti, è entusiasmante: la percentuale di guarigioni arriva all’80%. La neurochirurgia fa passi da gigante, come testimoniano i risultati ottenuti contro il morbo di Parkinson. Se ne è parlato al quindicesimo congresso mondiale di Neurochirurgia, che si conclude oggi a Roma. Parliamo di un dialogo tra 2.000 specialisti provenienti da 105 Paesi. Il presidente del Congresso, Francesco Tomasello, fa riferimento al “ruolo crescente della robotica nella neurochirurgia”; ciò non porta, tuttavia, alla “sostituzione del chirurgo” Interventi chirurgici innovativi: passi avanti contro il Parkinson e i gliomi del cervello Una nuova tecnologia israeliana riguarda i gliomi del cervello e data l’efficacia del trattamento si attende una sua applicazione italiana. Quanto al Parkinson, poi, Andrea Landi, neurochirurgo dell’Azienda ospedaliera San Gerardo di Monza parla di nuove prospettive. Sono recenti “tecniche chirurgiche invasive come la Dbs (Deep brain stimulation)”, con stimolazione del cervello, nonché “la nuova tecnica Fuss (Focused ultrasound steretoactic surgery)”. Quest’ultima è una metodica non invasiva, che utilizza gli ultrasuoni. Posto che a oggi è utilizzata soltanto per il trattamento del tremore, “potrà essere utilizzata nel trattamento di tutti i sintomi della malattia”. Si è notato “in almeno il 60% dei casi, un episodio depressivo importante preceda di mesi l’insorgenza dei sintomi motori”. Interventi chirurgici: Italia all’avanguardia Molti sono i punti di forza italiani in neurochirurgia. Franco Servadei, dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, è il primo italiano che abbia mai presieduto la Federazione mondiale delle società di neurochirurgia. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin parla di una nomina “di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese”. C’è di più: sulla Penisola si utilizzano simulatori per l’addestramento neurochirurgico. In preparazione dell’intervento, il neurochirurgo può in tal modo lavorare su modelli del cervello a tre dimensioni. Ciò aumenta la sicurezza dell’operazione successiva. Il primo centro europeo di formazione permanente con questi simulatori è il Besta Neurosim center, che ha sede presso l’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. Neurochirurgia. Meeting mondiale per la prima volta in Italia è stata caratterizzata in questi ultimi anni da un La Neurochirurgia mondiale impetuoso sviluppo tecnico e scientifico e da uno dei più elevati livelli d’ innovazione tecnologica registrati in tutte le specialità mediche. Prevista anche una due giorni “tutta italiana”. Appuntamento a Roma dall'8 al 12 settembre. 03 SET - Prenderà il via l’8 settembre per concludersi il 12 il Meeting della Federazione Mondiale di Neurochirurgia, che si svolge per la prima volta in Italia, nell'anno in cui ricorre il 60° Anniversario della nascita di questa Organizzazione. La sua missione, quale unica Istituzione Neurochirurgica globale, è quella di migliorare l'addestramento dei giovani specialisti, la ricerca e la cura delle malattie neurochirurgiche. L'assegnazione all'Italia di questo evento scientifico, dopo l'ultima occasione in Brasile quattro anni fa, scrivono in una nota i promotori “non è solo un riconoscimento della maturità e della valenza raggiunte dalla Neurochirurgia italiana ma anche una testimonianza del ruolo di primo piano che i neurochirurghi italiani hanno avuto nel corso della storia della Federazione mondiale. Il Congresso vedrà la partecipazione numerosa (più elevata che in passato) di neurochirurghi (circa duemila presenze), provenienti da 105 Paesi del mondo. La Neurochirurgia mondiale è stata caratterizzata in questi ultimi anni da un impetuoso sviluppo tecnico e scientifico e da uno dei più elevati livelli d’ innovazione tecnologica registrati in tutte le specialità mediche. Con questo enorme patrimonio, è chiamata a confrontarsi con situazioni geopolitiche, socioeconomiche, etiche e culturali molto diverse nei vari Continenti. Nel Congresso è rilevante qualitativamente la presenza di neurochirurghi africani. In Africa vi è un neurochirurgo ogni 6 milioni di abitanti, mentre in Europa il rapporto è di uno ogni 200 mila abitanti. Grande presenza anche dall’estremo oriente: dalla Cina arriveranno oltre 155 neurochirurghi e dal Giappone 125. Cospicua anche la presenza dei neurochirurghi europei: dalla Germania oltre 50 ma non mancheranno i francesi e gli inglesi. In occasione del Congresso si svolgerà anche una due giorni tutta italiana (10 e 11 settembre).Sarà coinvolta l’intera filiera italiana della salute nel campo delle neuroscienze, ovvero in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuroriabilitazione, neuro-oncologia, medicina rigenerativa. Si tratta di una novità assoluta che vedrà insieme istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese. L’intento comune – dichiarato dai promotori – “è quello di valorizzare le innovazioni e il made in Italy nelle neuroscienze attraverso una collaborazione sinergica tra tutti i soggetti coinvolti”. Questi gli obiettivi della due giorni organizzata dal ministero dello Sviluppo economico, ministero della Salute e ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il cluster ALISEI, Assobiomedica, la Società italiana di neurochirurgia (Sinch), Fondazione CRUI e l’Associazione italiana ospedalità privata (AIOP). L’iniziativa vedrà un’agenda densa di appuntamenti e workshop; una Innovation area, ovvero uno spazio espositivo dedicato a start-up e imprese per promuovere le capacità italiane di offrire prodotti, innovazioni e servizi ad alto valore tecnologico; nonché uno spazio dedicato agli incontri B2B gestito da ICE. “Sono molto orgoglioso di quanto promuoveremo in occasione del WFNS 2015 – ha dichiarato Francesco Tomasello, Presidente 15th Interim Meeting of WFNS - perché rappresenta un’iniziativa senza precedenti nel panorama nazionale: daremo visibilità mondiale alle eccellenze e alla capacità di fare innovazione da parte della filiera italiana della salute in questo campo. All’inizio non avevamo un quadro definito della situazione nazionale, oggi che abbiamo messo insieme start-up, aziende e centri di ricerca e abbiamo raccolto numerose eccellenze scientifiche e cliniche, oltre a numerose innovazioni tecnologiche, possiamo dire con certezza che il nostro Paese in campo medico-tecnologico-sanitario è in grado di competere fra i primi nel mondo. Per di più sono sicuro che quanto mostreremo in quei due giorni è soltanto una parte del made in Italy che andrebbe valorizzato nel nostro settore. E il ruolo attivo di tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni alle imprese, dalle start-up ai cluster tecnologici sono un esempio virtuoso di un’Italia che fa sistema per diventare motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività internazionale”. 15t Interim Meeting of the Wfsn. La filiera delle neuroscienze va in scena: “Promuovere l’innovazione e le eccellenze italiane” Istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, Irccs, centri clinici, start-up e imprese, il 10 e l’11 settembre a Roma, punteranno i riflettori sulle eccellenze italiane in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuroriabilitazione, neuro-oncologia, medicina rigenerativa per valorizzare un settore ad alto livello di competitività internazionale 03 SET - Valorizzare le innovazioni e il made in Italy nelle neuroscienze attraverso una collaborazione sinergica tra tutti i soggetti coinvolti. Sono queste le parole d’ordine della “Italian healthcare and MedTech Chain in the field of neuroscienze” che si terrà il 10 e l’11 settembre a Roma, nell’ambito del 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies, che vede i neurochirurghi di tutto il mondo riuniti nella Capitale dall’8 al 12 settembre. Un’occasione per promuove, per la prima volta nel nostro Paese, l’intera filiera italiana della salute nel campo delle neuroscienze. Una due giorni - presentata oggi al ministero della Salute e organizzata dai ministeri dello Sviluppo economico e della Salute e ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il cluster ALISEI, Assobiomedica, la Società italiana di neurochirurgia (Sinch), Fondazione CRUI e l’Associazione italiana ospedalità privata - nel corso della quale si confronteranno istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese per puntare i riflettori sulle eccellenze in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuroriabilitazione, neuro-oncologia, medicina rigenerativa. Sono molto orgoglioso di quanto promuoveremo in occasione del WFNS 2015 – ha dichiarato Francesco Tomasello, Presidente 15th Interim Meeting of WFNS – perché rappresenta un’iniziativa senza precedenti nel panorama nazionale: daremo visibilità mondiale alle eccellenze e alla capacità di fare innovazione da parte della filiera italiana della salute in questo campo. All’inizio non avevamo un quadro definito della situazione nazionale, oggi che abbiamo messo insieme start-up, aziende e centri di ricerca e abbiamo raccolto numerose eccellenze scientifiche e cliniche, oltre a numerose innovazioni tecnologiche, possiamo dire con certezza che il nostro Paese in campo medico-tecnologico-sanitario è in grado di competere fra i primi nel mondo. Per di più sono sicuro che quanto mostreremo in quei due giorni – ha aggiunto – è soltanto una parte del made in Italy che andrebbe valorizzato nel nostro settore. E il ruolo attivo di tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni alle imprese, dalle start-up ai cluster tecnologici sono un esempio virtuoso di un’Italia che fa sistema per diventare motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività internazionale”. E l’agenda della kermesse è densa di appuntamenti e workshop. Ci sarà in particolare una Innovation area, ovvero uno spazio espositivo dedicato a start-up e imprese per promuovere le capacità italiane di offrire prodotti, innovazioni e servizi ad alto valore tecnologico, e uno spazio dedicato agli incontri B2B gestito da ICE. “Per noi si tratta di un’iniziativa altamente innovativa – ha sottolineato il Direttore del Coordinamento Servizi di Promozione del Sistema Italia dell’Agenzia ICE, Giovanni Sacchi – il Congresso scientifico internazionale a Roma e la presenza di centinaia di operatori provenienti da tutto il mondo, rappresentano un’occasione e un’importante vetrina per aziende, startup e centri di ricerca italiani che possono vantare moltissime eccellenze nel settore”. Nel corso degli ultimi anni, l’Agenzia ICE, grazie alla collaborazione con Assobiomedica e altre associazioni del comparto, sta infatti tentando di dare un nuovo impulso al processo di internazionalizzazione dell’Industria medicale italiana, composta da gruppi grandi e affermati ma anche da moltissime piccole imprese fortemente innovative e potenzialmente in grado di acquisire rapidamente posizioni di rilievo sui mercati internazionali. “Per queste realtà – prosegue Sacchi – il supporto del sistema paese è fondamentale, e un’iniziativa come questa può porre le basi per instaurare nuovi e proficui rapporti di collaborazione con altre istituzioni per la realizzazione di future iniziative di più ampio respiro”. “Per contribuire alla ripresa del nostro paese – ha aggiunto Luigi Boggio, Presidente di Assobiomedica – sono necessarie iniziative come questa che mi auguro faccia da apripista per altre simili. Assobiomedica fin dall’inizio ha creduto nell’importanza di promuovere le capacità di offerta di prodotto, innovazioni e servizi ad alto valore aggiunto di tutta la filiera italiana nel campo delle neuroscienze, ma il vero punto di forza è la necessità di fare sistema tra tutti i soggetti coinvolti e con le istituzioni impegnate a dare credibilità e vigore a iniziative come questa. Ventidue innovazioni tecnologiche, di cui oltre la metà realizzate da start-up; quindici eccellenze cliniche e scientifiche. Si tratta di numeri che seppure parziali danno comunque la percezione di un made in Italy in questo campo, forse troppo sottovalutato e su cui invece bisognerebbe investire di più”. Franco Servidei primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia La sua elezione è avvenuta nel corso del Congresso mondiale in svolgimento a Roma. La Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 società articolate in cinque Associazioni Continentali. Servadei è direttore della struttura complessa NeurochirurgiaNeurotraumatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. 11 settembre - Franco Servadei entra nella storia della Neurochirurgia mondiale. E’ il primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia che rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 società articolate in cinque Associazioni Continentali. La sua elezione è avvenuta nel corso del Congresso mondiale in svolgimento a Roma. Franco Servadei è direttore della struttura complessa Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-Urgenza e Area medica generale e Specialistica) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Nato a Forlì nel 1951, si laurea in Medicina e chirurgia con lode nel 1976 presso l’Università di Bologna, dove consegue nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza, con lode, in Neurochirurgia a Modena. Ha iniziato la sua attività professionale all’Ospedale Bellaria di Bologna (19771989), uno dei maggiori centri di neurochirurgia italiani, che tratta tutta la patologia neurochirurgia. Nel 1989 si è trasferito presso la divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale Bufalini di Cesena, dove in seguito è diventato responsabile del modulo di Neurotraumatologia, dirigente di II livello, infine direttore del dipartimento di Emergenza. Ha svolto attività di consulenza neurochirurgica per l’ospedale Maggiore di Bologna e per vari ospedali della Romagna. Dal marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma (con attività anche a Reggio Emilia). Dal 2006 è professore a contratto dell’Università di Padova e dal 2010 insegna anche nelle scuole di specializzazione di Anestesia e rianimazione e Chirurgia Maxillo-facciale dell’Università di Parma. Ha pubblicato oltre 180 lavori a stampa (34 negli ultimi cinque anni). L’attività sia di pubblicazione che di partecipazione congressuale è orientata prevalentemente a tematiche concernenti il trauma e i tumori. Dal 1984 ha iniziato a monitorizzare la pressione intracranica con tecnica innovativa al di fuori di un centro neurochirurgico (primo esempio in Italia). Nel 1988-1989 ha pubblicato la propria esperienza traumatologica sulle più importanti riviste internazionali (Neurosurgery,Journal of Trauma, Journal of Neurology, Neurosurgery and Psichiatry, ActaNeurochirurgica, Brain Injury,Aggressologie ecc). Nell’ambito della sua consulenza con l’Azienda Usl di Ravenna, ha sviluppato la neurochirurgia oncologica con trattamenti integrati, contribuendo all’avvio del gruppo neuro-oncologico romagnolo nel 2003. In questo ambito ha iniziato l’attività chirurgica nel rapporto Hub and spoke all’ospedale di Faenza e di Lugo e ha organizzato nell’area protocolli di trattamento e linee guida per l’invio del trauma cranico. Uno dei protocolli di trattamento per l’invio del trauma cranico minore elaborato da Servadei è stato pubblicato sul Journal of Trauma ed è divenuto (protocollo “Romagna”) la base per il protocollo italiano pubblicato nel 1996. Servadei ha inoltre pubblicato la propria esperienza in Romagna con studi di mortalità e morbità di area (Neurotraumatology, Acta Neurochirurgica, Lancet, Surgical Neurology, Neurosurgery,British Journal of Neurosurgery). Responsabile di varie ricerche cliniche multicentriche sul trauma cranico per tutta l’Italia, è stato uno dei sei consulenti europei per la formazione delle linee guida americane sul trauma cranico. Numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti, sia da parte di istituzioni e autorità, sia nel mondo accademico e delle società scientifiche. Servadei è infatti membro del Board of Governors della International Brain Injury Foundation (Washington, Usa) e fa parte in rappresentanza dell’Italia del Comitato di neurotraumatologia della Organizzazione mondiale della sanità e del Comitato esecutivo dell’European Brain Injury Consortium. In ambito nazionale, è inoltre consulente dell’Istituto superiore di sanità per le ricerche in traumatologia cranica, responsabile clinico del gruppo di lavoro regionale sulla telemedicina nell’emergenza neurochirurgica e titolare di progetto finalizzato di ricerca della regione Emilia-Romagna, responsabile del piano traumi della regione Emilia-Romagna. Dal 2010 al 2012 è stato presidente della Società italiana di neurochirurgia. Salute H24 &,!*8%##+(!*+$&(!((#!1($!0 !(+(!0 !$$+%&*('! 12 settembre - Come trovare terapie mirate verso le aberrazioni molecolari che portano alla “Fino ad ora i risultati non sono stati soddisfacenti, quindi aspettiamo il momento in cui queste modalità terapeutiche faranno la differenza. Altre novità – afferma Zvi Ram, capo del dipartimento di neurochirurgia del Sourasky Medical Center di Tel Aviv, durante il Congresso Mondiale di Neurochirurgia di Roma - provengono dal campo dell’immunoterapia: stiamo cercando di creare dei vaccini contro i tumori. cancerogenesi? I risultati sono promettenti ma sono ancora preliminari e sarà necessario del tempo per sperimentare questi farmaci in studi clinici di fase 3 per determinare il loro impatto terapeutico. Altre modalità - aggiunge - provengono dall’applicazione della tecnologia alla chirurgia, nel tentativo di aumentare la sopravvivenza dei pazienti attraverso una chirurgia più radicale possibile, conservando l’integrità del paziente e preservando le sue funzioni cognitive superiori. Tra queste tecniche vi sono la craniotomia a paziente sveglio e il mapping delle aree eloquenti dell’encefalo che aiutano a capire l’organizzazione dei network cerebrali. Di recente ricorda lo studioso israeliano “un avanzamento pioneristico nel trattamento dei tumori cerebrali è stato iniziato dalla Novocure. È stato accolto con sorpresa dalla maggior parte delle comunità scientifiche del mondo, perché si tratta di un terreno ancora sconosciuto. È una modalità completamente innovativa non solo nel trattamento dei tumori cerebrali, ma anche di altre neoplasie. Come medici, siamo abituati a trattare i pazienti con chemioterapia, radioterapia e chirurgia. Rispetto a questa nuova tecnologia, questi rappresentano degli strumenti primitivi con cui interveniamo in modo invasivo sull’encefalo del paziente, danneggiandone il funzionamento in modo disastroso e con conseguenze anche a livello sistemico. La Novocure- sottolinea Zvi Ram - ha sviluppato questa modalità di trattamento dei tumori in modo non invasivo e con effetti collaterali quasi assenti. È stato condotto uno studio di fase 3 su larga scala in cui si sono dimostrate proprietà curative che non si erano osservate con nessuna modalità terapeutica negli ultimi 30 anni”. Per il neurochirurgo israeliano l’unica, l’innovazione negli ultimi 10 ani riguarda l’introduzione di un farmaco: Temozolomide che permise di aumentare la sopravvivenza dei pazienti di due mesi. In questo caso - precisa Zvi Ram - si è notato un aumento della sopravvivenza di quattro mesi e anche oltre in determinati pazienti. Secondo lo studioso è giusto che i medici siano molto conservativi ed aggiunge: Dovremmo fare riferimento alla medicina basata sull’evidenza. È necessario del tempo perché il mondo conosca queste nuove tecnologie eliminando quello scetticismo che naturalmente accompagna le nuove scoperte”. Il neurochirurgo del Sourasky Medical Center di Tel Aviv precisa che “queste terapie non hanno effetto curativo, ma si tratta di un approccio per fasi per migliorare la prognosi dei pazienti. Dieci anni fa, la sopravvivenza dei pazienti affetti da tumori maligni dell’encefalo era di un anno scarso, mentre ora questa è raddoppiata. Può non sembrare molto ma nell’ultimo decennio la sopravvivenza è arrivata a due anni, che sembrano un lasso di tempo troppo piccolo ai nostri occhi, ma che sono tutto per un paziente cui stiamo offrendo un aumento della sopravvivenza, conservando una buona qualità della vita. I dati degli studi mostrano l’efficacia della terapia con TTF, afferma Zvi Ram e ricorda che in uno studio condotto su casi di Glioblastoma Multiforme ricorrente, i risultati hanno mostrato uguale efficacia della chemioterapia e dei TTF utilizzati come terapie individuali. Quando la terapia con TTF è stata approvata dalla FDA nel 2011, molti pazienti sono stati trattati con questa modalità in tutto il mondo, con varie combinazioni terapeutiche. E nei pazienti, trattati al di fuori di quello studio, si è notato un miglioramento della sopravvivenza ancora maggiore con una terapia di combinazione, piuttosto che con la sola terapia con TTF. Lo schema di combinazione ottimale non è conosciuto e sono presenti numerose modalità in studio. Sono speranzoso - conclude lo scienziato - che questa modalità di trattamento diventi ubiquitaria, nell’ottica di trattare le patologie tumorali con un approccio minimamente invasivo”. Congresso Mondiale di Neurochirurgia: Il Meeting più partecipato negli ultimi 60 anni Roma, 12 settembre – “Un successo senza precedenti” quello registrato dal 15th Interim Meeting mondiale di neurochirurgia che ha visto la partecipazione di oltre 2000 neurochirurghi provenienti da 105 Paesi. E’ quanto emerge da questa lunga intervista rilasciata dal presidente del Congresso, Francesco Tomasello che in questi giorni ha ricevuto la medaglia d’onore di riconoscimento dalla Federazione mondiale di Neurochirurgia, come uno dei migliori neurochirurghi al mondo. “È stato il Meeting mondiale più partecipato nella storia degli ultimi 60 anni della neurochirurgia”, ha detto Francesco Tomasello e ha ricordato che quanto appena affermato è stato riconosciuto anche dal Presidente della Federazione Mondiale, Yong Kwang Tu. “L’organizzazione e il livello scientifico è stato altissimo - ha proseguito - grazie anche ai relatori che hanno espresso il meglio della neurochirurgia mondiale”. Secondo il presidente del Congresso Mondiale, tra le innovazioni presentate, emerge un ruolo sempre più crescente della robotica nella neurochirurgia. “Questo ha sottolineato - non significa la sostituzione del chirurgo. La robotica è guidata dall’uomo”. Altro grande tema innovativo affrontato durante i lavori congressuali è stato quello della presentazione di fare immagine intra-operatoriamente (durante l’intervento chirurgico per documentare non solo quello che si fa, ma anche un monitoraggio delle strutture nervose del cervello). A tal proposito, come per la nano medicina e la nano tecnologia – ha spiegato lo studioso – “sono stati fatti passi da gigante”. Sulle anticipazioni mondiali, presentate in questi giorni durante il 15th Meeting, Francesco Tomasello ha riconosciuto il grande spessore scientifico della nuova tecnologia, nata in Israele, per il trattamento dei gliomi del cervello. “Al Congresso sono stati, infatti, confermati i dati sull’efficacia di questo trattamento e non è escluso - ha detto il presidente del Congresso - che in un futuro non molto lontano possa essere applicata anche in Italia. Di grande risalto anche le ricerche scientifiche sul trattamento del trauma cranio cerebrale che purtroppo – ha affermato Francesco Tomasello - sappiamo ha un impatto epidemiologico molto importante”. Tra le tante iniziative e risultati entusiasmanti di questa edizione del Meeting non si può tralasciare quella della Federazione mondiale di neurochirurgia che ha deciso di costituire unataskforce di neurochirurghi volontari che andranno ad operare e supportare, su base volontaria, colleghi in aree disagiate. “La World Federation - ha, infatti, ribadito il presidente del Congresso - sta lavorando molto per portare aiuto in Africa”. Tra le relazioni extra - scientifiche grande impatto hanno avuto quella dell’Ammiraglio Comandante della Marina Militare italiana, Giuseppe De Giorgi sull’operazione Mare Nostrum, che ha impressionato non solo per l’emozione delle immagini, ma ha dato una precisa “fotografia” su quella che è stata la straordinaria organizzazione delle varie Forze guidate dalla Marina militare italiana. L’altra relazione ha avuto come protagonista il professor Marco Gaiani dell’Università di Bologna sul disegno dell’uomo vitruviano. “La neurochirurgia italiana – ha concluso Francesco Tomasello – è uscita vincente da questoMeeting. Ringrazio i componenti e i Presidenti del comitato locale che mi hanno sostenuto in questo Congresso ed esprimo il più vivo compiacimento per l’elezione di Franco Servadei allaWorld Federation e che presiederà il prossimo Meeting Mondiale nel 2017”. Franco Servadei nuovo presidente della Federazione mondiale di neurochirurgia 11 settembre - Franco Servadei entra nella storia della Neurochirurgia mondiale. E’ il primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia che rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 società articolate in cinque Associazioni Continentali. Franco Servadei è direttore della struttura complessa Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-Urgenza e Area medica generale e Specialistica) dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria di Parma. Nato a Forlì nel 1951, si laurea in Medicina e chirurgia con lode nel 1976 presso l’Università di Bologna, dove consegue nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza, con lode, in Neurochirurgia a Modena. Ha iniziato la sua attività professionale all’Ospedale Bellaria di Bologna (1977-1989), uno dei maggiori centri di neurochirurgia italiani, che tratta tutta la patologia neurochirurgia. Nel 1989 si è trasferito presso la divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale Bufalini di Cesena, dove in seguito è diventato responsabile del modulo di Neurotraumatologia, dirigente di II livello, infine direttore del dipartimento di Emergenza. Ha svolto attività di consulenza neurochirurgica per l’ospedale Maggiore di Bologna e per vari ospedali della Romagna. Dal marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma (con attività anche a Reggio Emilia). Dal 2006 è professore a contratto dell’Università di Padova e dal 2010 insegna anche nelle scuole di specializzazione di Anestesia e rianimazione e Chirurgia Maxillo-facciale dell’Università di Parma. Ha pubblicato oltre 180 lavori a stampa (34 negli ultimi cinque anni). L’attività sia di pubblicazione che di partecipazione congressuale è orientata prevalentemente a tematiche concernenti il trauma e i tumori. Dal 1984 ha iniziato a monitorizzare la pressione intracranica con tecnica innovativa al di fuori di un centro neurochirurgico (primo esempio in Italia). Nel 1988-1989 ha pubblicato la propria esperienza traumatologica sulle più importanti riviste internazionali (Neurosurgery,Journal of Trauma, Journal of Neurology, Neurosurgery and Psichiatry, ActaNeurochirurgica, Brain Injury, Aggressologie ecc). Nell’ambito della sua consulenza con l’Azienda Usl di Ravenna, ha sviluppato la neurochirurgia oncologica con trattamenti integrati, contribuendo all’avvio del gruppo neuro- oncologico romagnolo nel 2003. In questo ambito ha iniziato l’attività chirurgica nel rapporto Hub and spoke all’ospedale di Faenza e di Lugo e ha organizzato nell’area protocolli di trattamento e linee guida per l’invio del trauma cranico. Uno dei protocolli di trattamento per l’invio del trauma cranico minore elaborato da Servadei è stato pubblicato sul Journal of Trauma ed è divenuto (protocollo “Romagna”) la base per il protocollo italiano pubblicato nel 1996. Servadei ha inoltre pubblicato la propria esperienza in Romagna con studi di mortalità e morbità di area (Neurotraumatology, Acta Neurochirurgica, Lancet, Surgical Neurology, Neurosurgery, British Journal of Neurosurgery). Responsabile di varie ricerche cliniche multicentriche sul trauma cranico per tutta l’Italia, è stato uno dei sei consulenti europei per la formazione delle linee guida americane sul trauma cranico. Numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti, sia da parte di istituzioni e autorità, sia nel mondo accademico e delle società scientifiche. Servadei è infatti membro del Board of Governors della International Brain Injury Foundation (Washington, Usa) e fa parte in rappresentanza dell’Italia del Comitato di neurotraumatologia della Organizzazione mondiale della sanità e del Comitato esecutivo dell’European Brain Injury Consortium. In ambito nazionale, è inoltre consulente dell’Istituto superiore di sanità per le ricerche in traumatologia cranica, responsabile clinico del gruppo di lavoro regionale sulla telemedicina nell’emergenza neurochirurgica e titolare di progetto finalizzato di ricerca della regione Emilia- Romagna, responsabile del piano traumi della regione Emilia-Romagna. Dal 2010 al 2012 è stato presidente della Società italiana di neurochirurgia. 2(-"55(B 746649"450-/"740 '(474&( • • Neurochirurgia come cura dell’epilessia. Secondo i dati presentati presso il XV Congresso mondiale della disciplina medica da poco conclusosi a Roma, grazie a degli interventi mirati condotti secondo le tecniche operatorie attualmente in uso si è in grado di portare alla guarigione per alcune delle sue forme almeno l’80% dei malati 0/&4"5500/!(-"!("740 '(474&(E/ /0/"740 '(474&'((/("44"0/"" .(( Roma, 12 settembre 2015 – “Nel 1987, venti Paesi africani non avevamo nessun neurochirurgo, ora il rapporto è cambiato ma occorre fare ancora tanta formazione”, racconta Kazadi Kalangu, direttore del Dipartimento di Neurochirurgia dell’Università di Harare in Zimbabwe. “In Algeria, Marocco, Tunisia e Sudafrica la presenza di neurochirurghi è maggiore, ma ci sono aree come la Sierra Leone e la Namibia che non ne hanno. La disparità tra il numero dei neurochirurghi e gli ammalati è altissima. In Zimbawe i nostri neurochirurghi operano tumori cerebrali, aneurismi e chirurgia spinale. Mancano... • 0/&4"5500/!(-"!("740 '(474&(E709(567!(57(647.( 4/( ( “Avere una prospettiva unica sulla problematica del trauma cranico in Europa nella speranza di individuare le migliori modalità di gestione”, è quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate da Angelos Kolias, Neurochirurgo e Ricercatore per NIHR dell’università di Cambridge Roma, 12 settembre 2015 – “Sono in corso numerosi studi sui pazienti con trauma cranico – ha detto il neurochirurgo inglese – ma vorrei porre l’attenzione su due in particolare. Il primo è un nuovo studio internazionale coordinato dall’università di Cambridge (UK) che cerca di individuare la migliore tecnica... • 0/&4"5500/!(-"!("740 '(474&(D(-""6(/&2(8246" (260/"&-(7-6(.(`Z//( “Un successo senza precedenti” quello registrato dal 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies, che ha visto la partecipazione di oltre 2.000 neurochirurghi provenienti da 105 Paesi. È quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Congresso, Francesco Tomasello che in questi giorni ha ricevuto la medaglia d’onore di riconoscimento dalla Federazione mondiale di Neurochirurgia, come uno dei migliori neurochirurghi al mondo. • "740 '(474&(2"!(64( B0 044"206"/=(4"("/64( '"5"/"0 72/0 Competenza specifica, esperienza e studi cooperativi possono raggiungere traguardi importanti nella cura delle patologie del sistema nervoso centrale dei pazienti in età pediatrica. È quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate dal neurochirurgo Michelangelo Gangemi, Direttore del Dipartimento di Neurochirurgia dell’Università di Napoli Federico II • 7.04"- "49"--0B 74 0/(..7/06"42( Una cura per il tumore al cervello attraverso l’immunoterapia. E’ su questo che punta Zvi Ram, capo del dipartimento di neurochirurgia del Sourasky Medical Center di Tel Aviv, presentando i risultati raggiunti dalla sua equipe nel corso del Congresso Mondiale di Neurochirurgia in atto in questi giorni. --5"42"4-4(.0=(0/" '(474&( !"--"-"5(0/( "4"4-(240%0/!" • 6,*% "*)*#')' - ,*%+) $,)% ),) 4$ #%')"+%%$ ",")4. 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In Italia i malati di Parkinson sono circa 300mila, per lo più maschi (1,5 volte in più). Le cause sono ancora poco note e per saperne qualcosa di più ne abbiamo parlato, al Congresso Mondiale in corso a Roma all’Hotel Marriott, con Andrea Landi, responsabile neurochirurgia funzionale della Società italiana di neurochirurgia. Professore ci sono nuove prospettive per la terapia del Parkinson? “Le prospettive immediate più interessanti riguardano la neuromodulazione: tecniche chirurgiche invasive (DBS e MCS) e la FUSS. La DBS (Deep Brain Stimulation), già da diversi anni considerata come terapia di scelta nelle forme di PD scompensato, mediante la stimolazione di Nuclei talamici, del Subtalamo e del Globo Pallido è in grado di controllare i maggiori sintomi della malattia. Recentemente la DBS viene indicata anche in pazienti con storia di malattia non superiore ai sette anni (cosiddetta “early stim-therapy”): questo nuovo atteggiamento terapeutico è stato ampiamente accolto in Europa e successivamente, e con qualche limite, anche in Italia. Nuove tecnologie applicate alla DBS, come nuovi parametri di stimolazione (interleaving, bursts), nuove configurazioni di elettrodi (multipolari, direzionali) e nuove “filosofie” di stimolazione (la adaptive DBS che sfrutta feedbacks neuronali per adattare la stimolazione alle diverse fasi di attività dell’encefalo), sicuramente contribuiranno a migliorare il rendimento, già elevato, di questa terapia. La Stimolazione Corticale motoria (MCS – Motor Cortex Stimulation), un’esperienza nella quale i gruppi italiani sono da sempre pionieri, viene oggi rivalutata nel trattamento dei disturbi assiali, come i disturbi della marcia o quelli di postura. La FUSS (Focused Ultrasound Steretoactic Surgery), di recente introduzione, è una metodica non invasiva che utilizza ultrasuoni altamente focalizzati per generare lesioni tissutali controllate. E’ attualmente indicata per il solo trattamento del tremore, ma una volta verificatane l’efficacia, potrà essere utilizzata nel trattamento di tutti i sintomi della malattia". LA PROTESTA DEI NEUROCHIRURGHI: "SCARSEGGIANO" I CADAVERI, LA FORMAZIONE È A RISCHIO Su 25 scuole di specializzazione in neurochirurgia poche, quasi nessuna, dispone di cadaveri o preparati anatomici su cui far esercitare gli specializzandi - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/medicina-mancano-cadaveri-a-rischio-specializzazione-protestano-ineurochirurghi-3b139d86-7d1c-4d08-bd8f-885efd285fd0.html Roma 03 settembre 2015 In Italia mancano i cadaveri e i neurochirurghi non possono esercitarsi. Per quanto macabra possa sembrare la questione, la formazione di molti futuri camici bianchi "con bisturi" è effettivamente a rischio. Il nostro Paese è infatti costretto a importare dall'estero i cosiddetti preparati anatomici, ossia specifiche parti di cadavere, che spesso hanno costi notevoli. Per una avere una testa, ad esempio, si arriva a spendere anche 10mila euro. Il problema è stato sollevato questa mattina, durante la conferenza stampa di presentazione del 15esimo meeting della Federazione mondiale delle società di neurochirurgia che si svolgerà a Roma dall'8 al 12 settembre. "In Italia la donazione del corpo è ammessa, ma l'acquisizione dei cosiddetti preparati anatomici non avviene come in altri paesi europei (ad esempio Austria, Spagna)", ha spiegato Roberto Delfini, direttore della Scuola di specializzazione di Neurochirurgia della Sapienza di Roma, past president della Società italiana di neurochirurgia (Sinch) e presidente del comitato locale del meeting internazionale. "Se più famiglie decidessero di donare i corpi dei loro cari defunti, ci sarebbero notevoli risparmi, basti pensare che a Roma e Torino le donazioni sono in media una l'anno. Nel nostro Paese ci sono 25 centri di specializzazione di neurochirurgia - ha aggiunto Delfini - servirebbero una decina di cadaveri per ogni centro, quindi 250 in totale o l'unica alternativa è andare a studiare all'estero". Insomma il problema c'è e secondo quanto sostiene il responsabile della Sinch "è una questione culturale, non legislativa". Ad Aprile di quest'anno anche il prof. Luciano Mastronardi, Direttore UOC Neurochirurgia dell'Ospedale San Filippo Neri, in occasione del quinto corso internazionale di dissezione anatomica (hands-on) di microchirurgia cerebrale, tenutosi ad Arezzo aveva portato alla luce il problema adducendolo agli "accordi secolari" tra Stato e Chiesa, mentre altrove il metodo dei preparati anatomici è considerato fondamentale per la didattica. "Eppure siamo proprio noi i pionieri dell'utilizzo del corpo umano a fini di formazione e ricerca - aveva dichiarato Mastronardi - sin dai tempi di Leonardo Da Vinci. Bisogna pensare se si preferisce farsi operare da un chirurgo che si è già esercitato su un cadavere vero o uno che fa la sua prima esperienza su un corpo vivo". Del problema si sta occupando anche il Comitato nazionale di bioetica che ha recentemente sottolineato la mancanza di una legge 'ad hoc' sulla donazione. Oggi l'unica strada in Italia è l'espressione di una chiara volontà in vita con un atto sottoscritto e consegnato a una struttura universitaria. La Società italiana di neurochirurgia, per sollecitare la popolazione e le istituzione sulla donazione post-mortem per fini scientifici, lancerà a breve una campagna di informazione. NEUROCHIRURGIA SPINALE MAL DI SCHIENA, QUANDO I FARMACI NON BASTANO alla colonna, dalla sciatalgia al blocco lombare 10 settembre - 15 milioni di italiani soffrono di problemi acuto (il colpo della strega). Ma osteoporosi, artrosi, problemi strutturali della spina dorsale possono portare in sala operatoria, per riprendere una vita normale Le chiamano chirurgia ricostruttiva spinale e dei nervi periferici, rivascolarizzazione del sistema nervoso centrale, neuro modulazione, bioingegneria: sono le tecniche che subentrano quando la situazione è molto compromessa, tanto da provocare stati di dolore cronico ed impossibilità a stare seduti o stesi, perfino a camminare. Quando antinfiammatori e antidolorifici non funzionano più o non servono a garantire una accettabile qualità della vita: ricostruire, ristorare le funzioni, riabilitare queste le parole d’ordine della ISRN, acronimo inglese per Società internazionale di neurochirurgia ricostruttiva. A Cerveteri, vicino Roma, dal 12 al 14 settembre il IV congresso internazionale organizzato dal prof. Massimiliano Visocchi, neurochirurgo dell’Università Cattolica di Roma, presidente del Congresso il prof. Francesco Tomasello. Specialisti provenienti da tutto il mondo si confronteranno sulle tecniche neurochirurgiche per restituire alla colonna vertebrale la sua doppia essenziale funzione: scheletrica, è grazie alla sua impalcatura che si mantiene il corpo, e funzionale, attraverso gli anelli che la compongono, le vertebre, passa il midollo spinale, il fascio di nervi che porta i segnali nervosi dal cervello al resto del corpo. Una discopatia, un’ernia, ma anche l’osteoporosi che degenera la struttura ossea, svuotandola, possono provocare problemi seri, sia sul versante della sofferenza fisica, sia su quello della qualità della vita, dalle parestesie, i formicolii e gli “addormentamenti” di parti del corpo, fino all’impossibilità di alzarsi, camminare, stare seduti o stesi sulla schiena. All’appuntamento di Cerveteri si parlerà di tecniche chirurgiche sempre meno invasive, dalle iniezioni di una sorta di cemento per le fratture osteoporotiche alle applicazione di spessori, tra le vertebre, per eliminare la compressione cronica nelle persone molto anziane. Anestesia locale, interventi che durano poche ore, in due giorni il malato è in piedi. Ma si farà il punto anche sull’altissima chirurgia spinale, interventi molto complicati, impossibili fino a pochi anni addietro: realizzati passando in endoscopia attraverso il naso, evitando lunghe cicatrici e soprattutto un complicato post operatorio. Ci sarà anche la presentazione di studi sulla stimolazione del nervo vagale per i casi di epilessia che non rispondano ai farmaci, o la stimolazione cerebrale profonda, per il Parkinson. E di malformazioni vascolari come aneurismi ed angiomi, che oggi possono essere esclusi dalla circolazione con apposite microreti (STENT) o embolizzati e quindi occlusi con microfilamenti che facilitano la trombosi terapeutica. Varie sessioni del meeting saranno dedicate al nuovo approccio alla chirurgia dei tumori, che consente una maggiore radicalità iniettando durante l'intervento sostanze fluorescenti che meglio delimitano i bordi della formazione neoplastica, rendendola meglio aggredibile. E alle tecniche di monitorizzazione da svegli delle funzioni neurologiche visive, uditive, della parola, della sensibilità e del movimento con cui si possono abbattere i danni collaterali. Da ultimo l'impiego della radiochirurgia che consente di bruciare in un sol colpo sia tumori sia malformazioni vascolari. Neurochirurghi di tutto il mondo riuniti a Roma: grande riconoscimento alla Neurochirurgia italiana DI INSALUTENEWS · 3 SETTEMBRE 2015 Roma, 3 settembre 2015 – Il Meeting della Federazione Mondiale di Neurochirurgia, per la prima volta in Italia, nell’anno in cui ricorre il 60^ Anniversario della nascita di questa Organizzazione. La sua missione, quale unica Istituzione Neurochirurgica globale, è quella di migliorare l’addestramento dei giovani specialisti, la ricerca e la cura delle malattie neurochirurgiche. L’assegnazione all’Italia di questo evento scientifico, dopo l’ultima occasione in Brasile quattro anni fa, non è solo un riconoscimento della maturità e della valenza raggiunte dalla Neurochirurgia italiana ma anche una testimonianza del ruolo di primo piano che i neurochirurghi italiani hanno avuto nel corso della storia della Federazione mondiale. L’attuale VicePresidenza ricoperta dal prof. Francesco Tomasello è la terza in ordine cronologico acquisita dall’Italia, dopo quelle dei compianti proff. Albino Bricolo di Verona e Gian Paolo Cantore di Roma. Nel Congresso è rilevante qualitativamente la presenza di neurochirurghi africani. In Africa vi è un neurochirurgo ogni 6 milioni di abitanti, mentre in Europa il rapporto è di uno ogni 200 mila abitanti. Grande presenza anche dall’estremo oriente: dalla Cina arriveranno oltre 155 neurochirurghi e dal Giappone 125. Cospicua anche la presenza dei neurochirurghi europei: dalla Germania oltre 50 ma non mancheranno i francesi e gli inglesi. La Federazione mondiale svolge un compito difficile e meritorio, tenendo Corsi di addestramento per giovani neurochirurghi in propri Centri di riferimento distribuiti in ogni Continente (l’Africa in particolare) e donando strumentario chirurgico e Microscopi agli ospedali che operano in condizioni disagiate nei Paesi in via di sviluppo. Il Meeting sarà preceduto, infatti, da Corsi di addestramento sia pratici che teorici, con la partecipazione di docenti italiani e stranieri di provata esperienza e capacità didattica. La cerimonia di apertura, prevista alle 18.30 di martedì 8 Settembre all’Hotel Marriott, avrà alcuni momenti significativi nella breve celebrazione del 60^ Anniversario, nel conferimento di Medaglie di onore a quattro Neurochirurghi del mondo, nella premiazione di cinque giovani neurochirurghi per contributi scientifici di grande valore e nella prolusione di un Neurochirurgo americano, di origine indiana e di grande cultura umanistica, che tributa un riconoscimento alle opere degli Anatomici italiani del Rinascimento. I numeri del Congresso sono di grande rilievo: oltre 250 relatori invitati, leaders riconosciuti nella disciplina, 1.500 contributi scientifici ricevuti, tutte le più importanti innovazioni nella diagnosi e nel trattamento delle patologie neurochirurgiche saranno presentate e discusse nelle intense giornate di lavoro. Alcuni studi randomizzati, la più elevata forma di evidenza scientifica, sul trattamento dei tumori gliali cerebrali e dei gravi traumi cranio-encefalici saranno comunicati in anteprima mondiale. Alcune presentazioni riguardano lo status dell’organizzazione e delle esperienze neurochirurgiche in Africa, Medio-Oriente, Asia ed America Latina, con particolare riferimento ai Paesi in via di sviluppo, consentendo di fare una analisi sui margini di miglioramento degli standard a beneficio di milioni di pazienti Di particolare interesse sono alcuni Luncheon Seminars. Uno, caratterizzato da un significativo impatto sull’insegnamento alla ricerca, è dedicato ai criteri da rispettare per pubblicare con successo i contributi scientifici e vedrà come relatori gli Editors dei più importanti Giornali scientifici di Neurochirurgia del mondo. Con il rigoroso processo di revisione fra pari, attuato da queste Riviste, non più del 10-15% dei lavori sottoposti al giudizio viene alla fine accettato. Un altro Luncheon Seminar, di sicuro interesse nella stagione di EXPO 2015, è dedicato al rapporto fra dieta mediterranea e rischio cerebro-vascolare. Infine, vi saranno nelle Sessioni Plenarie due relazioni non neurochirurgiche, certamente di grande impatto per la cronaca di questi giorni e per le celebrazioni del Genio di Leonardo da Vinci. Una sarà tenuta dall’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, Comandante della Marina Militare Italiana, sull’ operazione Mare Nostrum e l’altra avrà come protagonista il Prof. Marco Gaiani dell’Università di Bologna sul disegno dell’Uomo Vitruviano. La sfida delle Neuroscienze in Italia 10 Settembre - Oggi vi è una grande richiesta di ampliare le opportunità di comunicazione tra neuroscienziati che si dedicano ad ambiti diversi di ricerca, al fine di trovare nuove strategie per la ricerca e per la cura dei pazienti. Come neurochirurgo, mi rendo conto che l’abilità chirurgica e i progressi tecnologici sono molto importanti, ma soltanto la comprensione delle nuove scoperte in altri ambiti delle Neuroscienze può aprire la strada a modalità di cura innovative e più efficaci per i pazienti affetti da patologie neurologiche. Il compito impegnativo è quello di formare la prossima generazione di neuroscienziati per colmare il divario tra le enormi conquiste della scienze di base e le relative applicazioni cliniche e di rafforzare le collaborazioni tra i giovani ricercatori. In Italia, le Neuroscienze hanno una lunga storia e una tradizione, unanimemente riconosciuta, di un eccezionale contributo alla ricerca sulle funzioni e sui disturbi del sistema nervoso. Al di là dei ben noti studi di anatomisti italiani come il bolognese Mondino de’ Liuzzi, nel XIII secolo, Leonardo da Vinci e Giovan Battista Morgagni, la descrizione della scissura silviana fatta da Fabrizio di Acquapendente e pubblicata per la prima volta nel 1600 nelle Tabulae Pictae, rimane una pietra miliare della letteratura scientifica (1, 2). Nel secolo scorso, alcuni neuroscienziati italiani hanno meritato il premio Nobel per le loro scoperte: Camillo Golgi, in collaborazione con Ramon y Cajal, nel 1906, è stato il pioniere del metodo di colorazione ai Sali d’argento con il quale è stato possibile identificare il neurone. Golgi è stato anche autore, prima dell’avvento della microscopia, della scoperta del cosiddetto apparato di Golgi nelle cellule nervose del gatto (3). Daniel Bovet, neurofarmacologo, è stato insignito del Nobel nel 1957 per la ricerca sui farmaci che bloccano l’azione di neurotrasmettitori specifici (4). Rita Levi Montalcini è Premio Nobel nel 1986 per la scoperta del Nerve Growth Factor (NGF) (5). Un contributo fondamentale alla conoscenza delle funzioni neuro-cognitive è stato recentemente fornito dal fisiologo e neuroscienziato Giacomo Rizzolatti con il suo gruppo di ricercatori a Parma (6). Nel 1992, Rizzolatti ha scoperto i neuroni specchio nella corteccia premotoria, l’area motoria supplementare e la corteccia somato sensoriale primaria. Egli ha dimostrato che i neuroni specchio si attivano durante l’azione e durante l’osservazione della stessa azione eseguita da un’altra persona. Questa scoperta ha diverse implicazioni importanti non solo nelle arti performative, ma anche nella cura e nella riabilitazione delle malattie neurologiche. Attualmente, diversi gruppi di ricercatori sono coinvolti nei campi delle neuroscienze avanzate, come lo studio della genetica e della biologia molecolare delle malattie neurodegenerative. Risultati eccellenti in questo campo sono stati ottenuti presso molti centri universitari e del Consiglio Nazionale delle Ricerche distribuiti su tutte le aree geografiche del Paese. L’Italia ha anche fornito contributi fondamentali alla storia della neurochirurgia. Francesco Durante, da Letojanni (Messina), nel 1884 ha eseguito, presso l’Università di Roma, il primo intervento di rimozione di un meningioma conclusosi con successo (7). Il caso, presentato a Washington presso l’American College of Surgeons, è stato il più celebre e noto tra gli interventi neurochirurgici pionieristici (8). Nel 1956 Bernasconi e Cassinari identificarono una caratteristica arteria tentoriale presente nei pazienti affetti da meningioma tentoriale (9) la cui importanza è ancora oggi sottolineata nella letteratura neurochirurgica (10). Più di recente, nel 1989, Guido Guglielmi, ha contribuito allo sviluppo delle spirali di platino a rilascio controllato aprendo l’era del trattamento neuro-endovascolare degli aneurismi cerebrali (11). Come neurochirurghi, abbiamo il dovere di saper integrare tempestivamente le scoperte nel campo delle neuroscienze nei nostri trattamenti terapeutici affinché questi siano sempre guidati dall’avanzare della conoscenza. Un modello perfetto di come le neuroscienze, tra cui le neuroscienze cognitive, vengono applicati alla neurochirurgia è il trattamento chirurgico dei disturbi del movimento e, più di recente, dei disturbi psichiatrici. Le procedure chirurgiche per l’epilessia offrono ai neuroscienziati enormi opportunità di migliorare la comprensione delle funzioni cerebrali, consentendo un accesso prolungato alla corteccia e la registrazione delle attività biologiche del cervello. La cosiddetta “Neurochirurgia Ricostruttiva”, nell’era delle cellule staminali, garantirà importanti opportunità se neurochirurghi e biologi sapranno lavorare insieme in un ambiente interdisciplinare. Appare dunque indispensabile, per sostenere e accrescere il ruolo delle “Neuroscienze Traslazionali”, migliorare la collaborazione tra scienze di base e scienze cliniche. La riduzione delle risorse finanziarie disponibili per la ricerca in Italia ha notevolmente incrementato la richiesta di finanziamento su fondi europei. Questa sfida ha incoraggiato lo sviluppo di nuove collaborazioni tra ricercatori delle scienze di base, clinici, statistici, bioingegneri e scienziati computazionali, con l’obiettivo di costituire reti europee e internazionali di ricercatori che lavorino per lo sviluppo di progetti scientifici che possano concorrere ai finanziamenti di Horizon 2020 A tal fine, l’organizzazione di sessioni scientifiche comuni nelle riunioni delle Società Scientifiche di Neurologia, Neurochirurgia, Neuroradiologia, Neurofarmacologia, Neurofisiologia, Neurobiologia Molecolare, Medicina Nucleare e Radioterapia si è notevolmente accresciuta. I rapporti interdisciplinari non sono sempre facili a causa dei diversi interessi scientifici, ma la consapevolezza che da solo nessuno può affrontare i complessi problemi della comprensione delle funzioni cerebrali e delle basi biologiche delle malattie neurologiche indica chiaramente che non vi è altra possibilità se non quella di ricercare l’integrazione delle conoscenze . Un’altra questione importante in Italia è l’integrazione di competenze in un settore specifico ad elevata tecnologia come la neuro-oncologia. Questa disciplina richiede tecnologie avanzate per il neuroimaging, la neurofisiologia intraoperatoria, laboratori all’avanguardia dedicati alla individuazione di biomarcatori, allo studio neuropatologico, alla conservazione dei campioni per la costituzione di banche di tessuto. Sono altresì indispensabili le collaborazioni e gli approcci multidisciplinari per garantire i più alti standard di cura. Per questo motivo, diversi centri in Italia hanno recentemente implementato programmi di neuro-oncologia, per fornire i più avanzati metodi di ricerca, imaging e trattamento (12-15). In tal senso un lavoro di collaborazione è stato portato avanti negli ultimi dieci anni da parte di endocrinologi e neurochirurghi che oggi nel nostro paese possono vantare una leadership mondiale nella cura dei tumori ipofisari (16-19). In conclusione, l’Italia deve affrontare la sfida delle neuroscienze che oggi impegnano molti aspetti delle scienze umane, tra cui la filosofia, l’etica, la psicologia, così come le scienze della vita e la medicina. Se questa sfida avrà nel nostro Paese la capacità di incrociare le numerose iniziative di innovazione portate avanti da autentici talenti desiderosi di produrre tecnologie di avanguardia, si potranno realizzare partnership di grande rilievo. Certo, questo è un momento complicato per il sistema economico europeo in generale e per quello italiano in particolare, che deve essere rinnovato più di altri per affrontare la grande sfida della globalizzazione. I ricercatori italiani hanno il dono del genio individuale e della dedizione. Il sistema della ricerca, tuttavia, richiede una migliore organizzazione e un approccio più meritocratico. Molte iniziative sono in corso, la maggior parte delle quali sono di pertinenza del Legislatore. Tuttavia, c’è qualcosa che si può fare per tutti i neuroscienziati italiani: fornire una piattaforma per il dibattito e la discussione critica dei vari aspetti di questa disciplina. Per questo motivo, mi auguro che questa iniziativa possa essere accettata con l’entusiasmo che merita. Congresso Mondiale di Neurochirurgia: in arrivo 2.000 medici per la cerimonia di apertura Roma, 8 settembre 2015 – Si apre oggi a Roma all’Hotel Marriott il Congresso Mondiale di Neurochirurgia. Più di 2.000 neurochirurghi provenienti da oltre 105 Paesi si confronteranno fino al 12 settembre sulle principali novità. In attesa della Cerimonia di apertura, prevista per oggi pomeriggio, docenti italiani e stranieri di provata esperienza e capacità didattica presenteranno in anteprima mondiale gli ultimi studi più innovativi. Per quanto concerne le patologie vascolari cerebrali saranno presentate le nuovissime tecniche, chirurgiche ed endovascolari, per il trattamento di queste malformazioni. L’alto profilo dei relatori ha permesso di approfondire l’utilizzo dei nuovi stent (gabbiette metalliche) nel trattamento delle malformazioni vascolari cerebrali più frequenti, gli aneurismi; inoltre, saranno discussi i risultati di recenti studi internazionali sulle malformazioni artero-venose e sulle fistole artero-venose durali, in cui la neurochirurgia presenta ancora un ruolo centrale. Nel Congresso è rilevante qualitativamente la presenza di neurochirurghi africani. In Africa vi è un neurochirurgo ogni 6 milioni di abitanti, mentre in Europa il rapporto è di uno ogni 200 mila abitanti. Grande presenza anche dall’estremo oriente: dalla Cina arriveranno oltre 155 neurochirurghi e dal Giappone 125. Cospicua anche la presenza dei neurochirurghi europei: dalla Germania oltre 50 ma non mancheranno i francesi e gli inglesi. fonte: ufficio stampa Parkinson, nel 40% dei casi un episodio depressivo può anticiparne i sintomi 9 settembre - Il Parkinson è una malattia presente in tutto il mondo e colpisce in media verso i 60 anni circa il 2% della popolazione e la percentuale sale al 3-5% quando l’età è superiore agli 85. In Italia i malati di Parkinson sono circa 300.000, per lo più maschi (1,5 volte in più). Le cause sono ancora poco note e per saperne qualcosa di più ne abbiamo parlato, nel corso del 15° Congresso Mondiale di Neurochirurgia, con Andrea Landi, Responsabile neurochirurgia funzionale della Società Italiana di Neurochirurgia Professore, ci sono nuove prospettive per la terapia del Parkinson? “Le prospettive immediate più interessanti riguardano la neuromodulazione: tecniche chirurgiche invasive (DBS e MCS) e la FUSS. La DBS (Deep Brain Stimulation), già da diversi anni considerata come terapia di scelta nelle forme di PD scompensato, mediante la stimolazione di Nuclei talamici, del Subtalamo e del Globo Pallido è in grado di controllare i maggiori sintomi della malattia. Recentemente la DBS viene indicata anche in pazienti con storia di malattia non superiore ai sette anni (cosiddetta “early stim therapy”): questo nuovo atteggiamento terapeutico è stato ampiamente accolto in Europa e successivamente, e con qualche limite, anche in Italia. Nuove tecnologie applicate alla DBS, come nuovi parametri di stimolazione (interleaving, bursts), nuove configurazioni di elettrodi (multipolari, direzionali) e nuove “filosofie” di stimolazione (la adaptive DBS che sfrutta feedbacks neuronali per adattare la stimolazione alle diverse fasi di attività dell’encefalo), sicuramente contribuiranno a migliorare il rendimento, già elevato, di questa terapia. La Stimolazione Corticale Motoria (MCS – Motor Cortex Stimulation), un’esperienza nella quale i gruppi italiani sono da sempre pionieri, viene oggi rivalutata nel trattamento dei disturbi assiali, come i disturbi della marcia o quelli di postura. La FUSS (Focused Ultrasound Steretoactic Surgery), di recente introduzione, è una metodica non invasiva che utilizza ultrasuoni altamente focalizzati per generare lesioni tissutali controllate. È attualmente indicata per il solo trattamento del tremore, ma una volta verificatane l’efficacia, potrà essere utilizzata nel trattamento di tutti i sintomi della malattia”. I farmaci ora in uso per la terapia della malattia di Parkinson quanto sono in grado di migliorarne i sintomi? “Nelle fasi iniziali di malattia, i farmaci sono in grado di controllare perfettamente tutti i principali sintomi. Recentemente si è rivalutata la possibilità di introdurre precocemente la terapia sostitutiva con LDopa, in quanto sembra meno importante la sua responsabilità nella genesi di complicanze tardive come le discinesie. Nelle fasi più avanzate di malattia la terapia farmacologica perde efficacia, sia per la comparsa di effetti collaterali sia per la comparsa di sintomi non controllabili con la terapia medica stessa come il freezing della marcia, i disturbi di equilibrio e i disturbi disautonomici”. Quanto l’età è un importante fattore di rischio per la malattia di Parkinson? “Le fasce di insorgenza del PD primario sono diverse. La maggiore incidenza è in 5/6 decade ma negli ultimi anni si assiste all’incremento delle forme cosiddette giovanili cioè a insorgenza sotto i 40 anni”. Professore, è vero che la depressione potrebbe essere uno dei primi sintomi della malattia di Parkinson? “Vi sono evidenze epidemiologiche suggestive che almeno nel 60% dei casi (ma forse più spesso) un episodio depressivo importante preceda di mesi l’insorgenza dei sintomi motori”. Quali sono gli altri segnali che potrebbero diagnosticare la malattia del Parkinson? “Un disturbo frequentemente riportato, ma che in genere viene valorizzato dopo l’insorgenza dei disturbi motori, è l’iposmia o l’anosmia. Altri segni prodromici possono essere: disturbi del ciclo sonno-veglia e comparsa di incubi molto vivaci; oltre alla già citata depressione, alterazioni psichiche, come moderata compulsività e modifiche del comportamento; alterazioni della scrittura (micrografia): disturbi sensitivi vari, in genere dolori mal definibili e talora migranti (5% dei casi); stipsi. Si tratta comunque di sintomi aspecifici e quasi mai considerati come un campanello d’allarme, fino a che non subentrano i segni più tipici della malattia”. fonte: ufficio stampa Nuove tecniche per evidenziare meglio i tumori cerebrali Una nuova metodologia permette di individuare il tessuto patologico dei tumori maligni. Lo racconta Natale Francaviglia, direttore di Neurochirurgia Ospedale Civico di Palermo Roma, 9 settembre 2015 – “Una nuova metodologia permette di colorare i tumori cerebrali, soprattutto quelli maligni. Per il chirurgo – sottolinea Natale Francaviglia – è difficile talvolta distinguere durante l’intervento il tessuto patologico da quello normale trattandosi di sostanza bianca. Grazie a questa nuova tecnica e all’utilizzo di due sostanze, il 5 ALA (acido levulinico) che dà una colorazione rosa e la vecchia fluoresceina che dà una colorazione verde, è possibile evidenziare meglio il tumore. Con queste nuove tecniche abbiamo allungato il tempo di recidiva del tumore”, conclude Francaviglia. fonte: ufficio stampa Congresso Mondiale di Neurochirurgia: il Santo Padre benedice i neurochirurghi di tutto il Mondo Roma, 9 settembre 2015 – Questa mattina una delegazione del Congresso Mondiale di Neurochirurgia, in corso di svolgimento a Roma, che vede la partecipazione di oltre 2.000 neurochirurghi provenienti da tutto il Mondo, ha ricevuto una benedizione particolare in occasione dell’udienza papale. Grande emozione tra i neurochirurghi, in rappresentanza delle 105 Nazioni. fonte: ufficio stampa L’endoscopia in neurochirurgia Aumentano i campi d’interesse della neuroendoscopia. Ne abbiamo parlato con Paolo Cappabianca, Direttore del dipartimento Neurochirurgia, Università Federico II di Napoli 9 settembre- Professore, ci può spiegare in breve cos’è la neuroendoscopia delle cavità cerebrali? “La neuroendoscopia rappresenta una tecnica neurochirurgica che si avvale di uno strumento di visualizzazione, appunto l’endoscopio come strumento di visualizzazione per accedere al bersaglio chirurgico attraverso cavità naturali o corridoi precostituiti. I maggiori campi di interesse/applicazione di questa metodica sono l’endoscopia cerebrale – per il trattamento di patologie della dinamica liquorale e/o delle cavità ventricolari – e l’endoscopia endonasale –per il trattamento di patologie ipotalamo-ipofisarie e della base cranica”. Quando è necessario impiegare l’endoscopio? “L’endoscopio è uno strumento di visualizzazione alternativo e/o complementare al microscopio operatorio. La tecnica endoscopica può essere adottata quando la visione ravvicinata ed ampia che l’endoscopio offre, garantisce un vantaggio nella risoluzione della problematica chirurgica”. Quali sono le tecniche innovative in neuroendoscopia? “L’endoscopia è una tecnica ormai consolidata, le più recenti innovazioni riguardano la tecnologia degli strumenti di visualizzazione, le telecamere e i monitor HD e/o 3D”. Quali sono i limiti dell’endoscopia nella cavità cerebrale? E quali le potenzialità? “È difficile parlare di limiti e potenzialità. L’importante è lavorare sempre intensamente per l’evoluzione e il futuro della disciplina alla quale dedichiamo tutti i nostri giorni. Il futuro è una storia ancora da raccontare”. fonte: ufficio stampa Congresso Mondiale di Neurochirurgia. Dall’epilessia si può guarire Dall’epilessia si può guarire, non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia. Lo afferma Vincenzo Esposito, primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’I.R.C.S.S. Neuromed-Pozzilli e Professore Ordinario di Neurochirurgia al Dipartimento di Neurologia e Psichiatria dell’Università la Sapienza di Roma 10 settembre - L’epilessia colpisce poco meno dell’1% della popolazione dei paesi industrializzati, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: in Italia, dunque, vi sono circa 500 mila persone affette da epilessia, in gran parte bambini o giovani adulti. Negli ultimi anni molto è stato fatto per migliorarne la cura. Ma quali sono le principali cause? “Molte delle cause sono note – risponde il primario del Neuromed – Vi sono forme genetiche, che determinano un aumento della irritabilità delle cellule cerebrali. In altri casi l’epilessia è dovute alla presenza di anomalie circoscritte del cervello, quali malformazioni dello sviluppo della corteccia cerebrale, tumori, esiti di ischemie, di traumi o infezioni. L’epilessia – spiega Vincenzo Esposito – è il sintomo di qualcosa che non va nel cervello, con l’insorgenza di una scarica elettrica anomala che manda temporaneamente fuori uso una parte (epilessia focale) o tutto (epilessia generalizzata) il cervello stesso. A differenza di altre malattie neurologiche, quali il Parkinson e la demenza, tipiche dell’età avanzata, l’epilessia colpisce in maniera preponderante persone giovani: il persistere delle crisi, specie se non controllate dalla terapia medica, impedisce di avere una normale vita di relazione, con difficoltà negli studi, nella vita sociale, affettiva e lavorativa”. Secondo l’esperto riuscire a curare precocemente l’epilessia può consentire a queste persone di condurre una vita normale. Il 70% dei pazienti epilettici risponde bene ai farmaci, mentre per gli altri pazienti, farmaco-resistenti, può essere valutata la possibilità di un trattamento chirurgico. Vincenzo Esposito ribadisce che occorre agire precocemente quando il paziente non risponde ai farmaci. “In Italia – ricorda l’esperto – abbiamo uno standard di qualità elevato e gli epilettologi italiani sono tra i più quotati al mondo, con un’ottima produzione scientifica. I pazienti farmaco-resistenti devono essere valutati da equipe multidisciplinari ed esperte in epilessia, che includono neurologi, neuroradiologi, neuropsicologi e neurochirurghi. Gli esami principali – continua – sono la Risonanza Magnetica, con cui si studia la conformazione del cervello alla ricerca di possibili anomalie, la registrazione prolungata videoelettroencefalografica, con cui si studiano le crisi epilettiche documentando in video ciò che succede al paziente contemporaneamente alla registrazione della attività elettrica cerebrale, e lo studio neuropsicologico delle principali funzioni cerebrali. Questi studi, uniti ad altri eventualmente ritenuti necessari caso per caso, aiutano a definire da quale regione del cervello partono le crisi, e se questa può essere rimossa senza provocare danni importanti al paziente. In questa maniera si può giungere a proporre un intervento di asportazione della regione anomala (intervento curativo), o, qualora non sia possibile, interventi alternativi che possono diminuire la gravità ed il numero delle crisi (interventi palliativi). Questi interventi, eseguiti in centri dedicati e con esperienza nel trattamento dell’epilessia, hanno possibilità molto buone di guarire o migliorare l’epilessia (in alcune forme di epilessia si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati) con un tasso bassissimo di complicanze inferiore al 3%” Congresso Mondiale di Neurochirurgia. La valorizzazione delle innovazioni e del made in Italy nelle neuroscienze Un’Italia che fa sistema per diventare motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività internazionale Roma, 10 settembre 2015 – Oggi e domani, nell’ambito del 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies, istituzioni, università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start-up e imprese promuoveranno, per la prima volta nel nostro Paese l’intera filiera italiana della salute nel campo delle neuroscienze, ovvero le nostre eccellenze in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuroriabilitazione, neuro-oncologia, medicina rigenerativa. Lo scopo della due giorni, organizzata dal ministero dello Sviluppo economico, ministero della Salute, ICE Agenzia per la promozione all’estero in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il cluster ALISEI, Assobiomedica e la Società italiana di neurochirurgia (Sinch) è quello di valorizzare le innovazioni e il made in Italy nelle neuroscienze. “Come neurochirurghi – ha detto il presidente del 15th Interim Meeting, Francesco Tomasello – abbiamo il dovere di saper integrare tempestivamente le scoperte nel campo delle neuroscienze nei nostri trattamenti terapeutici affinché questi siano sempre guidati dall’avanzare della conoscenza. Un modello perfetto – ha aggiunto – di come le neuroscienze, tra cui le neuroscienze cognitive, vengono applicati alla neurochirurgia è il trattamento chirurgico dei disturbi del movimento e, più di recente, dei disturbi psichiatrici. Le procedure chirurgiche per l’epilessia offrono ai neuroscienziati enormi opportunità di migliorare la comprensione delle funzioni cerebrali, consentendo un accesso prolungato alla corteccia e la registrazione delle attività biologiche del cervello”. Secondo Francesco Tomasello, la cosiddetta Neurochirurgia Ricostruttiva, nell’era delle cellule staminali, garantirà importanti opportunità se neurochirurghi e biologi sapranno lavorare insieme in un ambiente interdisciplinare e ritiene indispensabile, per sostenere e accrescere il ruolo delle Neuroscienze Traslazionali, migliorare la collaborazione tra scienze di base e scienze cliniche. Chirurgia dei nervi periferici, occorre maggiore formazione Nelle scuole di specializzazione neurochirurgica manca una formazione teorica adeguata sulla chirurgia dei nervi periferici. È il grido di allarme lanciato da Debora Garozzo, neurochirurgo presso l’Ospedale di Rovigo, durante i lavori del Congresso Mondiale in corso a Roma Roma, 10 settembre 2015 – “La chirurgia endoscopica nel tunnel carpale sembrerebbe esporre a un maggiore rischio rispetto a quella aperta. Non ci sono evidenze conclusive che portino ad introdurre la chirurgia endoscopica nella chirurgia dei nervi periferici – illustra l’esperta – L’open surgery è pertanto ancora la terapia migliore”. Secondo Debora Garozzo la chirurgia dei nervi periferici spesso viene gestita da chi non ne ha piena conoscenza. “Nelle nostre scuole di specializzazione non abbiamo una formazione teorica adeguata sulla chirurgia dei nervi periferici e talvolta viene neanche insegnata. Di grande rilievo – sottolinea Debora Garozzo – lo studio di Mariano Socolovsky, presidente del comitato di neurochirurgia dei nervi periferici, che verte sul rapporto tra indice di massa corporea e la possibilità di recupero neurologico. Si tratta di uno studio comparato tra quelli pubblicati dai chirurghi asiatici e quelli occidentali. Dallo studio emerge effettivamente una correlazione tra la massa corporea e le capacità di recupero neurologiche quali ad esempio la funzione di recupero della spalla”. L’esperta evidenzia inoltre un’interessante ricerca circa le relazioni sulla patologia tumorale. “C’è ancora chi ritiene che per un tumore benigno si debba tagliare un nervo, procurando un deficit funzionale al paziente o effettuare la biopsia che nel 90% dei casi è inconcludente e in più provoca un deficit al paziente”. La studiosa si sofferma anche sulla cura per i pazienti affetti da neurofibromatosi (malattia genetica che interessa tutto il corpo) che devono essere sottoposti ad un monitoraggio sistematico per prevenire la trasformazione maligna di lesioni pre-esistenti benigne. L’esperta sottolinea che “oggi possiamo asportare una lesione maligna senza necessariamente sacrificare il nervo, per quest’ultimo siamo in grado di asportare la lesione tumorale e prevenire la trasformazione maligna e – conclude – non esiste nessuna evidenza scientifica sull’utilizzo favorevole degli innesti da cadavere nella sperimentazione con gli elettrodi da stimolazione”. Tra le ultimissime novità, segnala anche l’adroterapia, una terapia complementare alla chirurgia che sembra essere promettente più della radioterapia convenzionale. Quest’ultima particolare forma di radioterapia viene effettuata in pochi centri al mondo, tra cui in Italia, e sembra avere dei risultati migliori rispetto alla radioterapia. fonte: ufficio stampa Franco Servadei primo italiano nella storia a presiedere la Federazione mondiale di Neurochirurgia Roma, 10 settembre 2015 – Franco Servadei entra nella storia della Neurochirurgia mondiale. È il primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia che rappresenta oltre 30 mila neurochirurghi nel mondo e 127 società articolate in cinque Associazioni Continentali. Franco Servadei è direttore della struttura complessa Neurochirurgia-Neurotraumatologia (Dipartimento Emergenza-Urgenza e Area medica generale e Specialistica) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Nato a Forlì nel 1951, si laurea in Medicina e Chirurgia con lode nel 1976 presso l’Università di Bologna, dove consegue nel 1980 la specializzazione in Neurologia. Nel 1985 si specializza, con lode, in Neurochirurgia a Modena. Ha iniziato la sua attività professionale all’Ospedale Bellaria di Bologna (19771989), uno dei maggiori centri di neurochirurgia italiani, che tratta tutta la patologia neurochirurgia. Nel 1989 si è trasferito presso la divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale Bufalini di Cesena, dove in seguito è diventato responsabile del modulo di Neurotraumatologia, dirigente di II livello, infine direttore del dipartimento di Emergenza. Ha svolto attività di consulenza neurochirurgica per l’ospedale Maggiore di Bologna e per vari ospedali della Romagna. Dal marzo 2007 è direttore della Neurochirurgia hub and spoke dell’Azienda OspedalieroUniversitaria di Parma (con attività anche a Reggio Emilia). Dal 2006 è professore a contratto dell’Università di Padova e dal 2010 insegna anche nelle scuole di specializzazione di Anestesia e rianimazione e Chirurgia Maxillo-facciale dell’Università di Parma. Ha pubblicato oltre 180 lavori a stampa (34 negli ultimi cinque anni). L’attività sia di pubblicazione che di partecipazione congressuale è orientata prevalentemente a tematiche concernenti il trauma e i tumori. Dal 1984 ha iniziato a monitorizzare la pressione intracranica con tecnica innovativa al di fuori di un centro neurochirurgico (primo esempio in Italia). Nel 1988-1989 ha pubblicato la propria esperienza traumatologica sulle più importanti riviste internazionali (Neurosurgery,Journal of Trauma, Journal of Neurology, Neurosurgery and Psichiatry, ActaNeurochirurgica, Brain Injury, Aggressologie ecc). Nell’ambito della sua consulenza con l’Azienda Usl di Ravenna, ha sviluppato la neurochirurgia oncologica con trattamenti integrati, contribuendo all’avvio del gruppo neuro-oncologico romagnolo nel 2003. In questo ambito ha iniziato l’attività chirurgica nel rapporto Hub and spoke all’ospedale di Faenza e di Lugo e ha organizzato nell’area protocolli di trattamento e linee guida per l’invio del trauma cranico. Uno dei protocolli di trattamento per l’invio del trauma cranico minore elaborato da Servadei è stato pubblicato sul Journal of Trauma ed è divenuto (protocollo “Romagna”) la base per il protocollo italiano pubblicato nel 1996. Servadei ha inoltre pubblicato la propria esperienza in Romagna con studi di mortalità e morbità di area (Neurotraumatology, Acta Neurochirurgica, Lancet, Surgical Neurology, Neurosurgery, British Journal of Neurosurgery). Responsabile di varie ricerche cliniche multicentriche sul trauma cranico per tutta l’Italia, è stato uno dei sei consulenti europei per la formazione delle linee guida americane sul trauma cranico. Numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti, sia da parte di istituzioni e autorità, sia nel mondo accademico e delle società scientifiche. Servadei è infatti membro del Board of Governors della International Brain Injury Foundation (Washington, Usa) e fa parte in rappresentanza dell’Italia del Comitato di neurotraumatologia della Organizzazione mondiale della sanità e del Comitato esecutivo dell’European Brain Injury Consortium. In ambito nazionale, è inoltre consulente dell’Istituto Superiore di Sanità per le ricerche in traumatologia cranica, responsabile clinico del gruppo di lavoro regionale sulla telemedicina nell’emergenza neurochirurgica e titolare di progetto finalizzato di ricerca della regione Emilia-Romagna, responsabile del piano traumi della regione Emilia-Romagna. Dal 2010 al 2012 è stato presidente della Società italiana di neurochirurgia. fonte: ufficio stampa Congresso Mondiale di Neurochirurgia: il Meeting più partecipato negli ultimi 60 anni “Un successo senza precedenti” quello registrato dal 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies, che ha visto la partecipazione di oltre 2.000 neurochirurghi provenienti da 105 Paesi. È quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Congresso, Francesco Tomasello che in questi giorni ha ricevuto la medaglia d’onore di riconoscimento dalla Federazione mondiale di Neurochirurgia, come uno dei migliori neurochirurghi al mondo. 12 settembre - “È stato il Meeting mondiale più partecipato nella storia degli ultimi 60 anni della neurochirurgia”, ha detto Francesco Tomasello e ha ricordato che quanto appena affermato è stato riconosciuto anche dal Presidente della Federazione Mondiale, Yong Kwang Tu. “L’organizzazione e il livello scientifico è stato altissimo – ha proseguito – grazie anche ai relatori che hanno espresso il meglio della neurochirurgia mondiale”. Secondo il presidente del Congresso Mondiale, tra le innovazioni presentate, emerge un ruolo sempre più crescente della robotica nella neurochirurgia. “Questo ha sottolineato – non significa la sostituzione del chirurgo. La robotica è guidata dall’uomo”. Altro grande tema innovativo affrontato durante i lavori congressuali è stato quello della presentazione di fare immagine intra-operatoriamente (durante l’intervento chirurgico per documentare non solo quello che si fa, ma anche un monitoraggio delle strutture nervose del cervello). A tal proposito, come per la nano medicina e la nano tecnologia – ha spiegato lo studioso – “sono stati fatti passi da gigante”. Sulle anticipazioni mondiali, presentate in questi giorni durante il 15th Meeting, Francesco Tomasello ha riconosciuto il grande spessore scientifico della nuova tecnologia, nata in Israele, per il trattamento dei gliomi del cervello. “Al Congresso sono stati, infatti, confermati i dati sull’efficacia di questo trattamento e non è escluso – ha detto il presidente del Congresso – che in un futuro non molto lontano possa essere applicata anche in Italia. Di grande risalto anche le ricerche scientifiche sul trattamento del trauma cranio cerebrale che purtroppo – ha affermato Francesco Tomasello – sappiamo ha un impatto epidemiologico molto importante”. Tra le tante iniziative e risultati entusiasmanti di questa edizione del Meeting non si può tralasciare quella della Federazione Mondiale di Neurochirurgia che ha deciso di costituire una taskforce di neurochirurghi volontari che andranno ad operare e supportare, su base volontaria, colleghi in aree disagiate. “La World Federation – ha, infatti, ribadito il presidente del Congresso – sta lavorando molto per portare aiuto in Africa”. Tra le relazioni extra-scientifiche, grande impatto hanno avuto quella dell’Ammiraglio Comandante della Marina Militare italiana, Giuseppe De Giorgi sull’operazione Mare Nostrum, che ha impressionato non solo per l’emozione delle immagini, ma ha dato una precisa “fotografia” su quella che è stata la straordinaria organizzazione delle varie Forze guidate dalla Marina militare italiana. L’altra relazione ha avuto come protagonista il prof. Marco Gaiani dell’Università di Bologna sul disegno dell’uomo vitruviano. “La neurochirurgia italiana – ha concluso Francesco Tomasello – è uscita vincente da questo Meeting. Ringrazio i componenti e i Presidenti del comitato locale che mi hanno sostenuto in questo Congresso ed esprimo il più vivo compiacimento per l’elezione di Franco Servadei alla World Federation e che presiederà il prossimo Meeting Mondiale nel 2017”. fonte: ufficio stampa Congresso Mondiale di Neurochirurgia. Mancano neurochirurghi in Sierra Leone e Namibia Roma, 12 settembre 2015 – “Nel 1987, venti Paesi africani non avevamo nessun neurochirurgo, ora il rapporto è cambiato ma occorre fare ancora tanta formazione”, racconta Kazadi Kalangu, direttore del Dipartimento di Neurochirurgia dell’Università di Harare in Zimbabwe. “In Algeria, Marocco, Tunisia e Sudafrica la presenza di neurochirurghi è maggiore, ma ci sono aree come la Sierra Leone e la Namibia che non ne hanno. La disparità tra il numero dei neurochirurghi e gli ammalati è altissima. In Zimbawe i nostri neurochirurghi operano tumori cerebrali, aneurismi e chirurgia spinale. Mancano macchinari sofisticati come la gammaknife, ma dal punto di vista tecnico riusciamo a fare tutto. Abbiamo – prosegue l’esperto – Centri d’eccellenza in Sudafrica ma qualche volta mandiamo i pazienti in Europa”. “Sono certo – afferma Kazadi Kalangu – che la neurochirurgia africana si svilupperà anche con il supporto della tecnologia, ma vorrei sottolineare che spesso lo sviluppo non è negli strumenti ma nel cervello dell’uomo”. “In Africa ci sono tanti macchinari nuovi che finiscono nei musei perché è difficile avere il pezzo di ricambio. Molti africani – rileva lo studioso – pensano che la neurochirurgia sia molto difficile, ma non è vero. Basta essere motivato, entusiasta e lavorare molto. Si impara sempre, anche dai più giovani”, conclude il docente di Harare”. fonte: ufficio stampa Neurochirurgia pediatrica, occorre potenziare i Centri che se ne occupano Competenza specifica, esperienza e studi cooperativi possono raggiungere traguardi importanti nella cura delle patologie del sistema nervoso centrale dei pazienti in età pediatrica. È quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate dal neurochirurgo Michelangelo Gangemi, Direttore del Dipartimento di Neurochirurgia dell’Università di Napoli Federico II Roma, 12 settembre 2015 – “La neurochirurgia infantile è una disciplina in continuo sviluppo e deve essere svolta in centri specializzati per la cura dei pazienti in età pediatrica”, esordisce l’esperto. Secondo Michelangelo Gangemi, il potenziamento dei Centri già esistenti nel nostro Paese e la creazione dei nuovi Centri che si occupano esclusivamente della patologia neurochirurgica del bambino rappresentano punti fondamentali per lo sviluppo e il progresso di questa sub-super disciplina. “I problemi clinici che si incontrano in neurochirurgia pediatrica – spiega il docente di Neurochirurgia dell’ateneo napoletano – sono diversi da quelli che presenta il paziente adulto, per il semplice fatto che il cervello dei bambini è un organo in continuo sviluppo e che alcune terapie utilizzate nella patologie neurochirurgica non possono essere impiegate in pazienti di piccole età come ad esempio la radioterapia tradizionale”. È necessario dunque modulare l’utilizzo chirurgico delle terapie complementari in maniera tale da non provocare danni. “Solo una competenza specifica, l’esperienza e studi cooperativi possono raggiungere traguardi importanti nella cura delle patologie del sistema nervoso centrale dei pazienti in età pediatrica”, sottolinea Gangemi e racconta che durante il Congresso sono stati affrontati molti temi sui quali non vi è unanime consenso, ad esempio sul trattamento di alcuni particolari tumori. “In quest’ultimo – spiega – i biomarkers rappresentano la vera novità per quel che concerne il trattamento e la prognosi di pazienti affetti da neoplasia celebrale”. Molto interessanti infine, nel corso dei lavori congressuali, sono state alcune relazioni sulla rimozione di lesioni neoplastiche localizzate in alcune regioni che fino a poco tempo fa erano inaccessibili alla chirurgia, grazie all’impiego di nuove tecniche come l’endoscopia e la neuroradiologia funzionale. fonte: ufficio stampa ) **&#&*+$&((&&*!1&!#+*+(&##%+(& !(+(! +&,*%&#&!&%*(&!#%(&0(&&*!$!!%(!%(*!,2#*!%##(-!&%&%!#! !(+(!!#+*+(&##)#+*##+(%#$'&##%+(&)!%-2 +(& ^5"66".4"M-%76740!"--"/"7405 ("/="B240(-."/6"B#-(&&*!E-"(/9"/=(0/( '" 0/64(7(4//0.(&-(044"5-76"" *('!E0."(-) **&/0/(/95(90 '"B20560--S"56"4/0!"- 4/(0B2064""-0 4"- 4"5 (6!"--" "--7-"*+$&(#! 5%4766/!0-"0/!""-"6640.&/"6( '"0"-"6640%(5( '"E(6466!(7/(/9"/=(0/"(54"-(/ '"%246"!"--"/09(624"5"/66" -*!%##(-!&%&%!#!+(& !(+(!P%/5QB '"2"4-24(.90-65(6"44(/6-(B0.B!--Sb-[\ 5"66".4"E/"9"/60 '"4(7/(4\.(-52" (-(56(![Z_"5(!"-.0/!0B240/6(24-4"!(7-6(.(4(64096("6466."/6( (//096(9(B./ '"!(/"740 '(474&(.(-(64"B!(4006( "!($!!%(!%(*!,E /"9"/60 '"'7/246( 0-4"4(590-60(6-(/0B9(560 '"(-[Z"[[5"66".4" (547/22"--0!246"!"&-(52" (-(56(!"-- %(-("4(6-(/!"--5-76"B/"- .20!"--"/"7405 ("/="B 0/-F(/6"/60!(%4"5(56".B2"4240.709"4" 0/5".24".&&(04" "%%( (-"/0564"" "--"/="(//"740!(&/056( B/"740 '(474&(B%+(&7&%&#&!"."!( (/4(&"/"46(9E0."'52("&60 4/ "5 00.5"--0B24"5(!"/6"!"-.""6(/&.0/!(-"!(0.EG +)++ ,$$%. +**%",+.) $* # *+ +,1 %$ 4 ,$ .)* +4$+) ) )4",*+)+$%"% 4 *+ +,+ ) %.)%,))++)* $+ %4$+) " $ 4*+)+7,' #')*4 ,$ +""6 #'$%."%) 11)" $$%.1 %$ "# $ +"0$""$,)%* $1++).)*%,$%""%)1 %$* $) 4 (,"*#' %. )+,%*% ,$6 +" * *+#') .$+)#%+%) *. 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Due giornate, il 10 e l'11 settembre, saranno quindi dedicate a promuovere la filiera italiana della salute nelle neuroscienze, ovvero le nostre eccellenze in neurodiagnostica, neurochirurgia, neuroriabilitazione, neuro-oncologia, medicina rigenerativa. Ebbene, di questo evento ha senso parlarne qui per diversi motivi. Innanzitutto perché sarà la prima volta in assoluto che si promuoverà un'intera filiera, in questo caso composta da università, centri di ricerca, cluster tecnologici, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, centri clinici, start up e imprese. E questo all’insegna del “sistema paese”, ovvero con le Istituzioni impegnate a dare forza e credibilità all'iniziativa. Fatti questi eccezionali in un paese come l'Italia così caratterizzato dalla parcellizzazione economica, istituzionale e soprattutto culturale che solitamente spinge ad affrontare con un approccio individualista anche le questioni che sono per loro natura “di sistema”. La ripartenza economica del nostro paese ha grande bisogno di iniziative con questo respiro e l'auspicio, quindi, è che essa sia la prima di una lunga serie. Un secondo motivo è che le neuroscienze rappresentano un caso paradigmatico di come la moderna sanità - quella in grado di assicurare oggi qualità e appropriatezza di assistenza e, un domani, continui progressi - non possa in alcun modo prescindere né dalle tecnologie né dall'essere protagonista, e non solo consumatrice, dell'innovazione. Ventidue innovazioni tecnologiche, di cui oltre la metà presentate da start up; quindici eccellenze cliniche e scientifiche. Questi pochi e semplici numeri, da un lato, rappresentano una misura certamente parziale di quanto esiste e merita di essere valorizzato in questo campo in Italia; basti pensare, infatti, che - parlando solo di imprese e start up - quelle potenzialmente coinvolgibili erano complessivamente oltre settanta; dall'altro, danno comunque un segnale forte di un “made in Italy” al quale non corre immediatamente il pensiero quando si pronunciano queste parole, ma sul quale dobbiamo puntare e investire di più. Anche da questo punto di vista, quindi, ben venga se dopo l'evento di settembre, che a tutti gli effetti va considerato un prototipo, si sfrutteranno altre occasioni per promuovere ulteriori filiere italiane della salute. A questo proposito abbiamo solo l'imbarazzo della scelta. E veniamo al terzo aspetto importante che merita di essere sottolineato. Tra gli attori della filiera della salute, le strutture sanitarie hanno evidentemente un ruolo centrale ed è interesse di tutti potenziarne la capacità di attrarre investimenti sia pubblici sia privati. Concentriamoci su questi ultimi, e in particolare sugli investimenti in studi clinici. La competizione per attrarre tali investimenti si gioca a livello mondiale, e a quel livello le competenze non sono sufficienti, serve massa critica. E più si guarda avanti si vede che più sarà così. Chi l'ha capito si è dato una strategia improntata alla collaborazione interaziendale e interterritoriale tesa a cogliere sinergie e fare massa critica, in modo da offrire all'industria servizi di questo genere presentandosi come un'unica piattaforma o rete specialistica composta da più centri di eccellenza. Sotto questo aspetto noi italiani siamo un passo indietro perché le nostre pur numerose eccellenze tendono tuttora ad agire singolarmente, finendo così per competere maggiormente tra loro nello spartirsi “le briciole” che gli headquarters delle multinazionali destinano all'Italia piuttosto che insieme competere su scala globale nell'attrarre gli investimenti per i grandi studi clinici, quelli che fanno la differenza in tutti i sensi. Ecco che quindi l'evento di metà settembre a Roma avrà successo anche nella misura in cui contribuirà a diffondere nel nostro paese questa consapevolezza: abbiamo da un lato grandi capacità, ma dall'altro un assetto frammentato che non le valorizza come meriterebbero. Una strada da percorrere sarebbe quella di mappare le eccellenze in ciascun campo e creare reti specialistiche di respiro nazionale che le ricomprendessero; non reti virtuali, bensì reti reali; ciascuna dotata di una propria governance, una propria funzione di marketing internazionale e del personale dedicato alla gestione degli studi clinici. Queste reti potrebbero offrire servizi ad alto valore aggiunto per l'industria di tutto il mondo, partecipare con autorevolezza e peso specifico ai bandi europei, e supportare altresì processi di sviluppo e internazionalizzazione dell'industria italiana del settore. Il quarto e ultimo punto su cui si vuole attirare l'attenzione si riferisce alle start up. In base all'articolo 25, comma 2, del Dl 179/2012, lo status di “start up innovativa” presuppone, oltre ad altri requisiti, che l'attività sia avviata da non più di quattro anni. Tale limite temporale è, da un lato, ragionevole; tuttavia, non facendo distinzioni in base al settore, esso finisce, dall'altro, per penalizzare chi si affaccia ai mercati più difficili, come ad esempio le aspiranti imprese che rientrano nella filiera della salute. A prova di ciò si consideri che quasi la metà delle quattordici “start up” che saranno protagoniste nell'evento del prossimo settembre ha un'età compresa tra i 6 e i 10 anni; bene, questa volta, che esse siano state selezionate in base alle innovazioni che hanno da proporre e non sulla rispettiva età anagrafica. Roma capitale mondiale delle neurochirurgia con 2mila presenze al congresso Wfns per la prima volta in Italia Nell'ambito del meeting in programma anche una due giorni di lavori organizzata dai ministeri dello Sviluppo e della Salute e dall’Ice, in collaborazione con gli Affari esteri, il cluster Alisei, Assobiomedica, la Sinch, la Fondazione Crui e l’Aiop per la valorizzazione della filiera italiana nel campo delle neuroscienze 6 settembre - Roma capitale mondiale della neurochirurgia. Ma anche punto di partenza per la messa a sistema di un nuovo modello di sinergia tra centri ricerca, industria e istituzioni con l’obiettivo di promuovere innovazioni ed eccellenze della filiera italiana delle neuroscienze. Tanto promette il 15esimo Meeting della Federazione mondiale di neurochirurgia, ospitato per la prima volta a Roma dall’8 al 12 settembre, in coincidenza con il 60° anniversario della fondazione della Wfns. Un evento di dimensioni mondiali con 2mila partecipanti provenienti da 105 Paesi e 1.500 contributi scientifici. E un’agenda ricchissima, tra cui spiccano i temi della neuro-oncologia – ad esempio con l’anteprima mondiale degli studi randomizzati relativi ad una apparecchiatura israeliana rivelatasi efficace nello bloccare la crescita delle cellule tumorali – le malattie neurovascolari cerebrali e quelle della colonna vertebrale, le nuove metodiche di chirurgia dei traumi chirurgici encefalici gravi. Ma anche l’occasione per promuovere una filiera tutta italiana della salute nel campo delle neuroscienze, valorizzando l’eccellenza nazionale anche in questo settore grazie ad una due giorni di lavori – l’Italian Healthcare and Medtech Chain in the field of Neuroscience, in programma il 10 e 11 settembre – organizzata nell’ambito del meeting dai ministeri dello Sviluppo e della Salute e dall’Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese), in collaborazione con il ministero degli AFFARI ESTERI , il cluster Alisei, Assobiomedica, la Società italiana di neurochirurgia (Sinch), la Fondazione Crui e l’associazione italiana dell’ospedalità privata (Aiop). L’iniziativa – presentata oggi nel corso di una conferenza stampa a Roma – prevede oltre ad un’agenda densa di appuntamenti e workshop, anche una Innovation area dedicata a start-up e imprese e uno spazio dedicato agli incontri B2B gestito da Ice. “Si tratta di un’iniziativa senza precedenti nel panorama nazionale: daremo visibilità mondiale alle eccellenze e alla capacità di fare innovazione da parte della filiera italiana della salute in questo campo” ha sottolineato Francesco Tomasello, presidente del congresso, promettendo “un programma ricco di primizie grazie alla partecipazione di 250 leader mondiali della neurochirurgia”. Obiettivo comune “mettere assieme tutti gli attori coinvolti – istituzioni, imprese, star up, cluster tecnologici – per creare una rete che diventi motore di sviluppo in un settore ad alto livello di competitività internazionale”, perché – ha concluso Tomasello – “la Sanità è uno dei pilastri mondiali dell’economia e il nostro Paese in campo medico, tecnologico e sanitario è in grado di competere tra i primi al mondo”. E l’iniziativa sarà l’occasione – ha spiegato il presidente Assobiomedica, Luigi Boggio – per mandare in passerella ventidue innovazioni tecnologiche, di cui metà realizzate da start up e 15 eccellenze clinico-scientifiche: “Mi auguro che questo sia il primo di una serie di appuntamenti per la – ha detto. – Nel nostro Paese abbiamo difficoltà ad promozione della filiera italiana attrarre grandi studi clinici: le istituzioni devono imparare a fare sistema e a condividere una piattaforma per coordinarsi con le altre realtà del settore”. Convinto dell’innovatività dell’iniziativa Giovanni Sacchi, direttore del cooordinamento servizi di promozione del sistema Italia dell’Ice, che ha curerà per l’occasione l’agenda degli incontri B2B con le delegazioni provenienti da Arabia Saudita, Austria, Cina, Iran, Regno Unito, Turchia e Usa: “La presenza di centinaia di operatori provenienti da tutto il mondo rappresenta un’occasione importante per le aziende e i centri di ricerca italiani – ha detto – ed è la prima volta che collaboriamo ad una iniziativa di questo tipo con il ministero della Salute”. Neurochirurghi: troppe strutture, ne bastano metà. Immancabile, in coda alla conferenza stampa di oggi, una parentesi sui temi della spending review che trovano la Società italiana di neurochirurgia (Sinch) più che pronta a collaborare con le razionalizzazioni in tema d’appropriatezzaANNUNCIATE dal ministro Lorenzin appena prima dell’estate: “Non ci spaventano i limiti a tac o risonanza e siamo pronti a collaborare con il ministro – ha dichiarato il presidente, Alberto Delitalia – l’importante è che tutto venga pianificato All’insegna di una razionalizzazione intelligente. Ad esempio è inutile che i pazienti facciano più esami con risonanze non adatte, come purtroppo avviene oggi ne basta uno solo ma con la tecnologia giusta”. La razionalizzazione auspicata va anzi ben oltre e coinvolge anche l’assetto delle strutture dedicate. “In Italia esistono 140 centri di neurochirurgia, quando in realtà – “ne basterebbero metà, ben organizzati e attrezzati” – ha spiegato Roberto Delfini, direttore della Scuola di specializzazione in Neurochirurgia dell’Università La Sapienza di Roma e presidente del comitato italiano del meeting. – “Spesso – ha proseguito – ci sono strutture troppo piccole e con volumi di prestazioni molto bassi per garantire l’eccellenza della prestazione a vantaggio del paziente: in alcuni centri mancano anche le équipe neuroradiologiche, fondamentali per affrontare alcune patologie”. Sempre da Delfini l’appello per la sensibilizzazione alla donazione dei cadaveri a scopo di ricerca su cui la Sinch lancerà a breve una campagna di sensibilizzazione: “Alle 25 scuole di specializzazione in neurochirurgia attive in Italia servirebbero 10 cadaveri ciascuna per garantire le necessarie esercitazioni degli specializzandi. Viceversa nelle strutture di Torino o Roma si arriva ad averne massimo uno l’anno e mancano i centri di anatomia chirurgica che dovrebbero mettere a disposizione degli specialisti il materiale su cui esercitarsi, per questo spesso siamo costretti a importarli dall’estero con costi elevati”. Esperti, nel 40% dei casi depressione può anticipare Parkinson Dal Congresso mondiale di neurochirurgia di Roma ecco i segnali 'spia'. Confronto su nuove terapie INFOMAMMA '662DKK:::E(/%0...E(6K/":5KA.!gc]ZcZ]]K MEDICANDO '662DKK:::E."!( /!0E 0.K/":5KA.!gc]ZcZ]]K '662DKK:::E(6-(5-76"E(6K\c]`K"M/09(6f]fZM57-M4,(/50/E'6.- 4 QdS.it Quotidiano di Sicilia Giovedì 17 Settembre 2015 Istituzioni UOTIDIAODISICILIA Abbònati al Qds cliccando su Abbònati al Qds cliccando su WWW.QUOTIDIAODISICILIA.IT WWW.QUOTIDIAODISICILIA.IT QdS Medicina & Business QdS In commercio “HemoLink” sostituirà la classica siringa e si applicherà come una ventosa sulla pelle I rischi di internet Prelievo, dal 2016 arriva il dispositivo senza ago fai da te Cellulari a tavola: molti i rischi per la salute Assicurerà una pratica semplice, indolore e comoda perché alla portata di tutti CATANIA - Sveglia presto, ore e ore di convincimento, ansia mattutina e aghi travestiti da farfallina? È finalmente arrivato il momento di dire addio al trauma da prelievo, almeno a partire dal prossimo 2016, quando sarà messo in commercio un particolare dispositivo medico che renderebbe possibile il prelievo del sangue senza l’uso della classica siringa. HemoLink, questo il nome dello strumento messo a punto dai ricercatori statunitensi della Wisconsin-Madison University e dall’ azienda Tasso Inc. Con le dimensioni di una pallina da ping pong e un involucro realizzato interamente in plastica, HemoLink si applica facilmente sulla pelle, senza bucarla, come una vera e propria ven- Avrà le dimensioni di una pallina da ping pong e un involucro realizzato in plastica tosa e, grazie ad un effetto simile al sottovuoto e a principi di tecnologia microfluidica, riesce ad estrarre, in soli due minuti, e direttamente dai capillari, una piccola quantità di sangue sufficiente per analizzare glicemia, colesterolo, infezioni e cellule tumorali e a farla defluire direttamente nella provetta staccabile collegata, che può essere inviata direttamente in laboratorio per le analisi. Pratica semplice, indolore e comoda perché alla portata di tutti senza bisogno di alcuna specifica formazione medica e , di conseguenza, attuabile autonomamente in casa senza la pre- Realizzato da ricercatori statunitensi della Wisconsin Madison University senza di un addetto sanitario, indispensabile, invece, nel caso dei tradizionali prelievi con siringa. Grazie al finanziamento di 3 milioni di dollari, che la startup Tasso ha ricevuto per la realizzazione di HemoLink dalla Defense Advances Research Projects Agency (agenzia del dipartimento della Difesa degli Usa) sarà possibile, in un futuro molto prossimo, soffrire di meno ammortizzando i costi e ottimizzando i tempi. Importante, però, sottolineare come il dispositivo sia attualmente stato testato per il prelievo di sangue destinato ai soli esami di routine, anche se, i ricercatori americani, auspicano presto di poter completare una procedura per il controllo del virus dell’ Hiv. Al momento l’ostacolo maggiore del dispositivo statunitense sembra essere Al XV Congresso mondiale oltre 2.000 specialisti a Roma quello del mantenimento della catena del freddo e la Tasso, in tal senso, sta lavorando allo sviluppo di uno stabilizzatore da inserire nelle provette, in maniera tale che il sangue prelevato possa resistere un’intera settimana fino alla temperatura di 60 gradi centigradi, ed essere ancora completamente analizzabile in laboratorio. Grazie a tale stabilizzatore, la provetta potrebbe essere così consegnata o spedita ai laboratori senza ricorrere a trattamenti speciali o trasporti refrigerati. L’università Wisconsin-Madison, che ha collaborato alla messa a punto dell’apparecchio, ne prevede la commercializzazione nel 2016, se la Tasso chiederà l’autorizzazione alla Food and Drug Administration entro la fine di quest’anno. Salvo imprevisti, dunque, HemoLink sarà presto a nostra disposizione anche se, inizialmente, la vendita sarà riservata ai soli Stati Uniti. Mariaelena Casaretti © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA - La “dipendenza da Internet” anche a tavola può portare a disturbi all’alimentazione, come l’obesità, oltreché al peggioramento delle relazioni interpersonali. A mettere in guardia sui rischi dell’utilizzo costante di dispositivi mobili, smartphone su tutti, anche durante i pasti è stato Guido Orsi, dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, in un incontro organizzato dal Ministero della Salute al Vivaio Scuole di Palazzo Italia, a Expo. “Secondo studi recenti - ha spiegato Orsi- l’utilizzo a tavola di smartphone sta condizionando il modo in cui mangiamo generando cattive abitudini alimentari e compromettendo la comunicazione con i genitori”. Tre, secondo, l’esperto, sono i rischi che si incorrono usando lo smartphone mentre si mangia: “il primo è nutritivo perché ci alimentiamo in maniera inconsapevole, favorendo in questo modo l’obesità; il secondo è di tipo sociale, perché ci isoliamo quando invece il pasto dovrebbe essere un momento di dialogo; l’ultimo, infine, è di tipo uno comportamentale, perché aumentiamo le probabilità di diventare dipendenti da Internet”. Il consiglio di Orsi, dunque, è tenere il cellulare lontano dalla tavola e di utilizzarlo in modo equilibrato durante la giornata. “Bisognerebbe far seguire a mezz’ora sui social network - ha suggerito lo psicologo - almeno due ore di studio, sport o uscite con gli amici. Può sembrare difficile, ma è essenziale per il benessere psicofisico, per un buon rendimento scolastico e per le relazioni sociali”. Il workshop “Microbiota, nutrition and wellness: a system based approach” Per la neurochirurgia Batteri buoni utili per contrastare tanti i passi in avanti allergie e intolleranze alimentari Novità per la cura di Parkinson ed epilessia Si tratta del ceppo “lactobacillus gasseri” con proprietà anti infiammatorie CATANIA - Non solo farmaci sempre più promettenti: oggi dall’epilessia, malattia che in Italia colpisce circa 500mila persone, si può guarire anche grazie ad innovativi interventi chirurgici in un’alta percentuale di casi che, per alcune forme, sfiora l’80%. È questo un esempio dei grandi passi avanti fatti dalla Neurochirurgia, le cui tecniche innovative stanno portando ad ulteriori avanzamenti anche sul fronte della lotta a patologie come il morbo di Parkinson. A fare il punto, gli oltre 2.000 specialisti provenienti da 105 Paesi e riuniti a Roma per il XV Congresso mondiale di Neurochirurgia. Tecniche neurochirurgiche sempre più raffinate, dunque, stanno aprendo la strada a terapie promettenti per un gran numero di malattie, a partire proprio dall’epilessia: ‘’Oggi da questa patologia si può guarire, non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia - spiega Vincenzo Esposito, primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’Irccs Neuromed-Pozzilli - tanto che in alcune forme si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati’’. Ma tante sono le novità: ‘’Emerge ad esempio - afferma il presidente del Congresso, Francesco Tomasello - un ruolo crescente della robotica nella neurochirurgia, anche se questo non significa la sostituzione del chirurgo’’. Nuovi studi hanno inoltre rilevato, ha aggiunto, ‘’come in almeno il 60% dei casi, un episodio depressivo importante preceda di mesi l’insorgenza dei sintomi motori del Parkinson’’. Un settore, quello neurochirurgico, nel quale l’Italia si dimostra all’avanguardia, e la conferma arriva anche dalla recente nomina di Franco Servadei, dell’Azienda OspedalieroUniversitaria di Parma, come primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia, nomina definita ‘’motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese’’ dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. E non solo: l’Italia detiene il primato anche per l’uso dei simulatori per l’addestramento neurochirurgico, che consentono ‘viaggi’ tridimensionali nel cervello in preparazione di interventi sempre più sicuri. MILANO - Prevenire le malattie attraverso l’alimentazione e lo studio dei cosiddetti “batteri buoni” dell’intestino. È uno degli aspetti della medicina del futuro che parte dallo studio del microbiota intestinale. Di questo si è parlato a Expo, nel corso del workshop “Microbiota, nutrition and wellness: a system based approach” coordinato da Mauro Rossi e Filomena Nazzaro dell’Istituto di scienze dell’alimentazione in collaborazione con Invernizzi. Il Cnr, in particolare, ha studiato le potenzialità anti infiammatorie di uno specifico ceppo di “lactobacillus gasseri” che può essere somministrato con l’alimentazione, per contrastare allergie o intolleranze alimentari tra cui la celiachia. “Il microbiota - ha spiegato Rossi localizzato principalmente nel colon, riveste un ruolo centrale nel regolare la tolleranza immunologica, facendo sì che il nostro organismo non Altro interessante progetto riguarda il ruolo delle diete vegetariane e vegane sviluppi risposte avverse verso gli antigeni alimentari che sono continuamente introdotti con la dieta. Ed è questo l’oggetto di studio dell’Unità di immunobiologia dell’Isa-Cnr”. “Nostre recenti ricerche svolte in collaborazione con l’azienda giapponese Meiji - ha proseguito Rossi hanno dimostrato le notevoli potenzialità antiinfiammatorie di uno specifico ceppo di lactobacillus gasseri, che può essere somministrato con l’alimentazione, utili per contrastare allergie o intolleranze alimentari su base immune. Un altro interessante progetto in collaborazione con le Università di Bari, Bologna, Parma e Torino riguarda il ruolo che le diete vegetariane e vegane possono avere nella composizione del microbiota e, di conseguenza, sullo stato immunologico finale dell’individuo”. diffusione:69063 tiratura:107480 20/09/2015 Pag. 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato http://www.dottnet.it/canale/9205/SiNch-Societa-italiana-di-Neurochirurgia-/