L`Unione Europea dopo Parigidi Franco Il nucleare paga

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L`Unione Europea dopo Parigidi Franco Il nucleare paga
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C
on quello che è capitato in questi giorni
in Francia, dalla barbarie terrorista alla
mobilitazione “citoyenne” di Parigi, perde importanza la conclusione dello
scialbo semestre italiano di Presidenza Ue sul quale ha riferito
martedì scorso Matteo Renzi.
Non è però ininteressante
qualche considerazione in margine a questa coincidenza, a
cominciare dalla distanza che
separa le Istituzioni democratiche, nazionali ed europee,
dalle attese dei cittadini, tuttavia non rassegnati a questa
persistente debolezza della politica. Una debolezza che si è
fatta particolarmente sentire
nella gestione della Presidenza
italiana dell’Ue, dove, di gran
lunga, le parole hanno prevalso
sui fatti, i tweet sulle decisioni
concrete. Vero è che alla Presidenza italiana è toccato un
semestre complicato. Nel giro
di poco più di 4 mesi si è dovuto
procedere ad un totale ricambio
dei Vertici istituzionali Ue e
resistere nella trincea fangosa
della crisi, costantemente bombardata da insensate politiche
del rigore.
L’Italia di Renzi ha cercato
di forzare l’assedio insistendo
sulle priorità della crescita e
del lavoro e su misure di flessibilità nella gestione del Patto
di stabilità (e “di crescita”, come
prevedono i Trattati). Qualche
risultato c’è stato, come nel
caso del piano Juncker e altri
dovrebbero arrivare con lo scomputo degli investimenti dal calcolo del deficit: misura che potrebbe aiutare Francia e Italia
a superare, in primavera, l’esame di riparazione sui rispettivi conti pubblici.
Poca cosa per rilanciare questa Europa stanca e incerta e
non sorprende quindi che Renzi
davanti al Parlamento Europeo
abbia spostato l’attenzione sul
rilancio dell’Europa dopo i fatti
di Parigi.
È improbabile che possa esserne oggi un protagonista
credibile, forse domani se adotterà toni più misurati verso
le Istituzioni e i partner Ue e
se mostrerà di essere capace
di realizzare le molte promesse
di riforma in Italia.
Non poco dell’immagine dell’Italia dipenderà anche della
figura del nuovo presidente
della Repubblica. Giorgio Napolitano è stato in questi anni,
e forse ancor più in questi ultimi
LETTERE E COMMENTI
L’Unione Europea dopo Parigi
mesi, un garante non solo per
mantenere in linea di galleg-
C
hi sarà la vittima eccellente del calo del prezzo
del greggio? I sospetti cadono immediatamente sulle
fonti energetiche alternative
– fotovoltaico ed eolico in primis
–; ma, come ogni buon giallo
che si rispetti, la soluzione è
un po’ più complessa. E va ricercata tra una di queste fonti,
storicamente la più controversa:
il nucleare.
Se petrolio e metano costano
e costeranno così poco, è chiaro
che per le energie rinnovabili
si prospettano tempi più cupi
degli attuali. Perché investire
in centrali sì pulite ed “eterne”,
ma costose e soggette appunto
all’imprevedibilità del clima
(vento) e al naturale blackout
della notte, nonché ai cambiamenti stagionali?
Già, la domanda sorge spontanea, ma non ha una risposta
altrettanto ovvia e diretta, perché
la corsa alle energie rinnovabili
sarà più difficile da ostacolare
■ L ettere al D irettore
Un esempio di umanità
e solidarietà
Caro direttore,
come sai sono medico di famiglia a Fossano.
La sera di venerdì 16 gennaio, chiamato per
una visita urgente, mi trovavo all’altezza della
Strada di S. Caterina, in Frazione San Sebastiano.
Era la prima volta che mi recavo presso questa
famiglia ed ho compreso male le indicazioni,
addentrandomi così nella strada sterrata ben
oltre il bivio e trovandomi presto in difficoltà,
nel buio e nel nevischio misto a pioggia che
rendeva il fondo stradale ogni minuto più fangoso
e viscido. Ho infine compreso di essere passato
oltre la deviazione, ma non c’era modo di voltare
la macchina, ed ho proseguito, finché la sponda
fangosa ha ceduto sotto il peso dell’auto, che si
è bloccata, inclinata, con due ruote fuori strada.
Ancora con il cellulare ho chiesto soccorso alla
famiglia della paziente che dovevo visitare e
presto intorno all’auto si è raccolto un gruppo
di volonterosi, con due trattori. Un gran lavoro
di tutti, senza badare alla pioggia ed al freddo
che aumentavano, senza curarsi di essere fradici,
o di sdraiarsi nel fango per agganciare l’auto
in qualche modo. Per oltre un’ora è stata una
gara di consultazioni, arnesi, cavi, ombrelli,
finché si è capito che la macchina non poteva
essere sbloccata se non da un carro attrezzi,
essendo praticamente sospesa su quello che il
mattino dopo si è rivelato un grosso masso incastrato sotto il pianale. Sono stato quindi portato
al capezzale della paziente e infine, con grande
cortesia, riaccompagnato a casa.Vorrei ringraziare
di cuore, pubblicamente tramite il tuo giornale,
gli sconosciuti abitanti della zona della strada
di S. Caterina, che mi hanno portato soccorso,
con tanta gentilezza, generosità e disinteresse.
Spesso questi tempi ci paiono bui, caro direttore,
ma è giusto ricordare e far sapere che la nostra
gente ha delle meravigliose risorse di umanità
e solidarietà. Grazie.
Con i più cordiali saluti ed auguri per il tuo
giornale.
Dr. Franco Blandino
■
giamento la litigiosa politica
interna italiana, ma anche per
accreditare la nostra politica
in Europa. Lo ha fatto affian-
cando al giovane e scalpitante
Renzi l’esperienza e la credibilità
Il nucleare paga il conto
Cala il prezzo del greggio: altre fonti energetiche in crisi
di quanto s’immagini. Anzitutto
perché il prezzo degli idrocarburi
è ballerino: oggi è basso, domani
pure. Ma in futuro?
La spinta alle rinnovabili arriva proprio dai costi, che si sono
abbassati drasticamente nel
corso di questi anni. Un discorso
che vale anzitutto per il fotovoltaico: il prezzo dei pannelli
è crollato, mentre s’è impennata
la loro resa energetica. Il megawatt regalato dal sole costa
il 70% in meno di 15 anni fa, al
netto pure di incentivi pubblici
che in molte parti del mondo
non esistono, e stanno sparendo
anche laddove finora hanno alimentato queste fonti di energia.
Pure a questi prezzi del greggio,
il sole dice la sua.
In più, a spingerlo ci sono
quei Paesi ricchi di sole e bisognosi di diversificare le fonti;
e ci si mette pure la gigantesca
capacità produttiva cinese, superiore alla richiesta mondiale
di pannelli: i cinesi sono pronti
ad inondare il mercato di prodotti a costo stracciato, come
al solito.
Avrà più difficoltà da affrontare l’eolico, i cui impianti sono
costosi, brutti (non piacciono
nemmeno agli ambientalisti),
quasi sempre lontani dai mercati di consumo e, ovviamente,
discontinui.
L ettere al D irettore
27 gennaio: Giornata
della memoria
Egregio direttore,
in questi giorni, passeggiando lungo viale
Alpi, mi sono soffermato a leggere la dedica
scritta tempo fa da Beppe Manfredi a ricordo
del fossanese Lorenzo Perone per l’aiuto dato
a Primo Levi durante la permanenza nel campo
di sterminio di Auschwitz.
Ricordando questo scrittore mi vengono
alla mente dei numeri...3785 (o ‘S’). Sono trascorsi quarantacinque anni dal giugno 1970.
Per me era tempo di esame di maturità e quel
giorno, come tutti quelli dei cinque anni precedenti di scuola superiore in Torino, sul tram
n. 10 che da piazza Statuto mi portava all’Istituto tessile, incontrai il solito signore dai
capelli rossicci, di media statura, due occhi
azzurri penetranti, cerchiati da un paio di
occhiali alla “Cavour”. In mano una borsa
di pelle nera: forse un professore?
L’incontro giornaliero era diventata un’abitudine. Ci si salutava con lo sguardo e un cenno
con il capo...lui ormai uomo maturo sui cinquant’anni ed io giovane studente diciannovenne.
Quel giorno di fine giugno faceva caldo, molto
caldo. Io lo percepivo ancora di più per la prova
d’esame imminente... L’uomo salì sul tram come
ogni giorno, ma invece dell’abito con cravatta,
indossava una camicia a maniche corte. Era
in piedi accanto a me e, come tutti, manteneva
l’equilibrio tenendosi a braccio alzato, all’apposito
sostegno. Fu proprio allora, complice il caldo,
che vidi i numeri... 3785 (o forse S?). Il mio
stupore fu grande: rammentai quanto riportato
da Primo Levi in “Se questo è un uomo” che proprio quell’anno avevamo commentato in classe.
Sopraggiunse la commozione; i nostri sguardi
s’incontrarono. E lui, quasi a voler rispondere
a una mia domanda...fece un cenno del capo...
Sì, e mi confermò quanto immaginavo. Mi sorrise
vedendomi turbato, quasi a voler dire: “Non
preoccuparti, ormai tutto è passato...”.
Intanto giunsi alla fermata, scesi, mi girai, ci
guardammo nuovamente e d’istinto lo salutai
■
Ma la vera vittima del minigreggio rischia di essere l’energia nucleare. Già si fatica
a progettare nuove centrali per
ragioni di sicurezza – la recente
tragedia giapponese di Fukushima ha spaventato il mondo
intero –; in più l’uranio è un
minerale raro e concentrato in
poche miniere, ed esiste il problema non secondario dello
smaltimento delle scorie nucleari. Per non parlare delle
ragioni di sicurezza in un mondo sempre più bersagliato da
episodi di terrorismo.
Gli esperti comunque sottolineano che le energie rinnovabili
non sono, per ora, delle alter-
21 gennaio 2015
di Franco
Chittolina
del ministro dell’Economia Pier
Carlo Padoan e spendendo in
prima persona il proprio credito
personale con i massimi leader
europei.
Sarebbe saggio che domani
al Quirinale salisse una figura
di alto profilo, conosciuta e apprezzata a livello internazionale
ed espressione di una coerente
cultura europeista, nella tradizione di Luigi Einaudi, Carlo
Azeglio Ciampi e dello stesso
Giorgio Napolitano. Nessuno
dovrebbe avere paura di questa
scelta, ancor meno per timore
che un simile profilo possa fare
ombra ad altre leadership presenti o future. L’Italia ha tutto
l’interesse a spendere le sue risorse umane e politiche migliori,
per rafforzare una squadra che
in Europa avrà molto da fare,
anche per il bene dell’Italia.
Le recenti vicende di Parigi,
con il nuovo fremito d’Europa
che ha percorso i suoi cittadini,
chiedono a tutti il massimo impegno: forse per l’Europa torna
a passare il treno della Storia,
come avvenne 25 anni fa, con
il crollo del Muro di Berlino.
L’occasione mancata allora può
ancora essere colta oggi. Domani
potrebbe essere troppo tardi.
native agli idrocarburi: servono
solo per produrre elettricità in
un mondo che ha un fabbisogno
energetico ben più ampio e per
esso si affida agli idrocarburi e
al carbone. Almeno finché la
motorizzazione di massa (auto,
camion, aerei, navi) utilizzerà
prodotti di raffinazione del petrolio, e gas metano.
A fare la differenza, infine,
ci penseranno gli Stati con le
loro politiche fiscali interne:
distributore di carburante e
bollette sono un’enorme fonte
di incassi per le finanze pubbliche (colpiscono tutto e tutti).
Le tasse si spostano sui prodotti a maggior consumo, anche se le decisioni politiche
possono favorire questo o penalizzare quello. Che sia benzina, gas metano, elettricità
verde, dall’idrogeno o quant’altro, all’Erario interessa solo
la parte che spetta a Cesare.
Abbondante.
Nicola Salvagnin
L ettere al D irettore
con la mano: era la prima volta che accennavo
a un gesto così confidenziale. Altrettanto fece lui...
Non lo vidi più, ma il suo ricordo affiora sovente nella mia mente e brucia più che mai
ogni 27 gennaio “Giornata della memoria” per
non dimenticare...
Piero Torchio - Fossano
Il grazie dell’Auser
alle varie associazioni
Egregio direttore,
mi permetta di ringraziare lei e la sua redazione per la gentilezza e disponibilità che avete
sempre nei riguardi dell’associazione Auser
Volontariato nella pubblicazione gratuita dei
nostri articoli.
Mi permetta di ringraziare tutti coloro che
nell’anno 2014 hanno aiutato l’Auser: la Fondazione Crf e il suo presidente Antonio Miglio,
il loro contributo per noi è indispensabile alla
riuscita del progetto “Contrasto alla Solitudine
in aiuto degli anziani soli e bisognosi”.
Al Comune di Fossano che ci rimborsa le
spese del carburante sui trasporti degli anziani
alle strutture sanitarie di tutto il territorio cuneese. Inoltre ringraziamo la Soms per il loro
contributo, gli Amis ‘d Fusan e tutti i Commercianti che ci omaggiano dei loro prodotti da
utilizzare nelle varie feste con gli anziani.
Grazie a tutti quelli che sostengono l’Auser.
Un buon 2015 a tutti.
La presidente Viarella La Fontana
Inconvenienti igienici
nei pressi di
via Mons. Angelo Soracco
Spett.le redazione,
il sottoscritto, passeggiando verso il cimitero
ha notato che l’annoso inconveniente igienico,
lungo la stradina sterrata, sul lato sinistro
verso il canale Naviglio, non è stato ancora
risolto.
Ossia, sul prolungamento di via Mons. Angelo
Soracco scorre un fosso, ricettacolo di una fognatura a cielo aperto, alimentata continuamente
da consistenti liquami.
Questo problema, a mio avviso, va risolto in
tempi brevi dagli uffici competenti, individuando
la provenienza e previa ordinanza sindacale
provvedendo all’obbligo dell’allacciamento alla
fognatura pubblica.Considerato anche che nei
pressi esiste un importante stabilimento.
Vorrei inoltre fare presente che il tratto della
nuova strada di via Soracco, angolo via Santa
Lucia, in adiacenza dei campi, è diventato un
ricettacolo di immondizia.
Cordiali saluti.
Piero Calcagno
Una precisazione
dell’Hospice di Busca
Gentile direttore,
alcuni parenti di persone decedute presso
l’Hospice di Busca ci hanno riferito di aver ricevuto telefonate da un’associazione che si proponeva di raccogliere fondi per l’assistenza a
malati terminali. Mi preme precisare che la
struttura Cure palliative e Hospice da me diretta
non ha rapporti, né tanto meno accordi, con
associazioni che perseguono tale obiettivo. Restiamo a disposizione, come sempre, dei cittadini
e dei parenti dei nostri ospiti per ogni chiarimento
desiderino richiederci.
Distinti saluti.
Dr. Pietro La Ciura
direttore S.C. Cure Palliative
e Hospice Asl Cn1
E-Mail La Fedeltà
Se vuoi scriverci
il nostro indirizzo di
posta elettronica è
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