MEDIO ORIENTE E RISVEGLIO ISLAMICO Nel mondo islamico del

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MEDIO ORIENTE E RISVEGLIO ISLAMICO Nel mondo islamico del
MEDIO ORIENTE E RISVEGLIO ISLAMICO
Nel mondo islamico del dopoguerra esistono diversi tipi di regimi
politici :
1) Monarchie assolute ( Arabia Saudita)
2) Governi presidenziali filo- occidentali ( Tunisia)
3) Governi nazionalisti ( Egitto, Iraq, Siria, Libia ).
Molte sono le differenze, ma i nazionalismi di tutti questi paesi
hanno un elemento che li accomuna : l’ ostilità verso Israele.
I governi di Siria, Egitto, Iraq, Algeria, Libia danno vita a regimi
autoritari , a partito unico, quasi sempre retti da capi militari ,
giustificati dal pretesto che solo un governo forte possa risolvere i
numerosi problemi di quei paesi.
Alcuni gruppi di intellettuali attribuiscono maggiore importanza alla
religione e alla necessità di una rinascita islamica, così alla fine
degli anni Sessanta questi movimenti tornano nuovamente sulla
scena.
Le ragioni sono :
1) La povertà delle masse popolari
2) La paura di perdere la propria identità culturale e religiosa,
che si ritiene messa in pericolo dal diffondersi dei costumi
occidentali
3) La nostalgia per un passato in cui il mondo islamico era
potente.
Diversi sono i movimenti:
1) I fondamentalisti chiedono il ritorno all’ Islam delle origini
2) Gli integralisti vogliono sottoporre ogni aspetto della vita
politica, economica e sociale alle leggi religiose.
Dopo la seconda guerra mondiale la decolonizzazione porta all’
indipendenza Libano, Siria, Transgiordania.
Sotto mandato britannico rimane la Palestina abitata da circa
mezzo milione di ebrei , giunti in maggioranza per salvarsi dalle
persecuzioni, e un milione e mezzo di arabi.
L’ ONU decide di dividere il territorio in due stati : Israele e Stato
Palestinese .
Contro questa decisione non si organizzano gli stati aderenti alla
Lega Araba formata da Egitto, Iraq, Siria, Transgiordania, Arabia
Saudita.
1948 si proclama la nascita dello stato di Israele, il giorno
successivo la Lega Araba attacca ; Israele , grazie alla superiorità
dei suoi armamenti, vince e si amplia oltre i confini stabiliti dall’
ONU.
Gli arabi palestinesi costretti a vivere forzatamente nei campi
profughi cominciano a sentire il destarsi di una coscienza
nazionale.
1956 crisi di Suez ; il presidente egiziano Nasser decide di
nazionalizzare il canale provocando la reazione di Israele Francia e
Inghilterra, che hanno qui i loro interessi.
Condanna dell’ ONU per gli aggressori e la crisi si risolve.
1967 guerra dei sei giorni, si scatena per il controllo del canale che
permette a Israele l’ accesso al Mar Rosso.
Israele vince e occupa altri territori : Sinai, striscia di Gaza, alture
del Golan .
1973 guerra del kippur, Israele subisce un attacco a sorpresa, ma
si riprende e i contendenti devono ancora una volta accettare il
cessate il fuoco dell’ ONU.
Con la risoluzione 242 l’ ONU chiede a Israele il ritiro dai territori
occupati, ma coloni israeliani vengono mandati dal governo nei
territori occupati costringendo molti arabi palestinesi ad una vita da
profughi e da esiliati. Questa condizione contribuisce ad accrescere
in loro il sentimento di essere vittime di un’ ingiustizia e la coscienza
della propria identità nazionale.
Un capo palestinese, Yasser Arafat, fonda l’ OLP che all’ inizio
dichiara di volere la distruzione di Israele e usa tutti i mezzi della
lotta armata , compresa l’ arma del terrorismo.
1987 scoppia una rivolta popolare contro il massiccio insediamento
di coloni ebrei nei territori occupati.
1988 Arafat annuncia un radicale cambiamento :
1) L’ OLP dichiara il diritto di Israele ad esistere
2) La condanna del terrorismo .
1992 viene eletto come primo ministro israeliano il laburista Yitzak
Rabin . Comincia una intensa fase di trattative diplomatiche,
culminate nell’ accordo del ’93 tra Israele e OLP per la creazione di
uno Stato Palestinese nella striscia di Gaza e il ritiro di Israele dai
territori occupati.
Molti sono i nemici di questi accordi fra i fondamentalisti e
integralisti da entrambe le parti e proprio da un fanatico israeliano
viene assassinato Rabin nel 1995, fatto che interrompe e rallenta il
dialogo determinando successivi momenti di crisi e tensione.
Dopo la seconda guerra mondiale gli USA controllano l’ Iran. Qui
regna lo scià che vuole modernizzare il paese e avviare l’
industrializzazione, ma impone con la forza le sue idee e usa
metodi brutali contro gli oppositori.
La maggior parte della popolazione è sciita, attribuisce molta
importanza ai capi religiosi , gli imam, che guidano le preghiere
nelle moschee.
Intorno alle autorità religiose più importanti , gli ayatollah, si
raccolgono gli oppositori e danno vita ad una rivoluzione islamica
che mette in fuga lo scià nel 1979.
Il paese viene guidato dall’ ayatollah Khomeini che proclama l’ Iran
una repubblica Islamica . Poco per volta il governo diventa
sempre più intollerante verso le persone di tendenze laiche e
liberali che finiscono per essere perseguitate o sottoposte ad
esecuzioni sommarie condannate dalle organizzazioni mondiali.
Numerose sono le violazioni dei diritti umani ( lapidazione,
flagellazione, taglio di mani…)
1980 – 1988 L’ Iran viene attaccato dal vicino Iraq per il possesso di
una ricca regione confinante . La guerra si risolve in otto anni di
inutili massacri senza vincitori né vinti.
1990 l’ Iraq, sempre guidato da Saddam Hussein, invade l’ emirato
del Kuwait, ricco fornitore di petrolio. Intervengono le forze ONU
con la fulminea guerra del golfo del 1991 che costringe il dittatore
alla resa.