anno 2008
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anno 2008
Anno V - n. 5 agosto - novembre 2008 DISTRIBUZIONE GRATUITA 1 pag periodico di comunicazione sociale - culturale - istituzionale Il Centro di Eccellenza ANTONIO GIOIELLO A giorni verrà inaugurato il Centro di Eccellenza a Corigliano. Dopo alcuni anni necessari per la ristrutturazione e l’adeguamento della vecchia struttura (ex-mercato coperto), si dà avvio ad un’esperienza nuova ed avanzata nei servizi sociali. Nuova per le attività che vi saranno svolte e per i servizi che vi saranno erogati. Sono, infatti, previsti un Internet Social Point; una Sala Musicale; una sala per riunioni, incontri, progettazione; una sala per convegni, dibattiti, iniziative culturali. Inoltre è previsto la costituzione di gruppi di lavoro per la progettazione partecipata e la ricerca in ambito sociale. PH. GAIA REALE Questo numero di mondiversi esce con una nuova grafica, che ci auguriamo gradita ai lettori. La testata riporta uno spicchio della fotografia di Cosimo Reale “La tortora e il melograno”, diventata il logo dell’associazione. Il sacchetto dove lo metto LUISA SANGREGORIO Quando ci si occupa di immondizia spesso è per parlare di un’emergenza. Così è anche nel caso di Corigliano, che è da poco uscita da una crisi riguardante i rifiuti. Colpa della morosità del comune, insolvente verso la Sibaritide. Così ha spiegato anche Tonino Caracciolo, presidente della società che si occupa della raccolta dell’immondizia. E, quest’estate, mentre in una lunga successione di riunioni si incontravano rappresentanti del comune, politici, prefetto ed esponenti della Sibaritide; gli operai della società scioperavano continua a pag. 7 continua a pag. 8 Violenza sessuale sulle donne: alcune considerazioni criminologiche RAFFAELLA AMATO Il reato di violenza sessuale viene spesso associato a stereotipi: l’immagine che viene subito in mente è quella di una vittima minacciata e assalita brutalmente da uno sconosciuto. In realtà indipendentemente dall’immaginario continua a pag. 6 C’era una volta il rappresentante d’istituto... WITCH Ogni anno, in ottobre, nelle scuole superiori, avviene il rinnovo dei rappresentanti degli studenti al consiglio d’istituto e alla consulta regionale. Negli anni questo “evento” è degenerato e il compito del rappresentante d’istituto è cambiato, riducendo notevolmente l’operato continua a pag. 8 Viaggio tra le band Coriglianesi MARICA MARZULLO PRIMA PARTE l’idea di tentare di esplorare il mondo delle band coriglianesi, non solo rock ma anche gruppi che fanno musica in genere, mi è venuta chiacchierando a scuola durante la ricreazione con alcuni amici. Noi amanti della musica, tutta, ed in particolare del punk ci siamo chiesti se fosse il caso di occuparci di continua a pag. 7 Decoro urbano... e altro! FRANCESCO SANGREGORIO Chiunque si appresti nella prossima tornata elettorale a prepararsi a governare il territorio del Comune di Corigliano, dovrà convincersi, una volta per tutte, che il problema del decoro urbano va affrontato in modo serio con programmi prima ponderati, poi illustrati ai cittadini durante la campagna elettorale e continua a pag. 2 CONTRATTO DI QUARTIERE: oltre 8 milioni e mezzo di euro a Schiavonea PINO LE FOSSE Il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato la legge per il sostegno all’edilizia sociale. La legge servirà a riqualificare le aree degradate, a migliorare la qualità delle nostre città e ad aumentare il numero di case per le famiglie con basso reddito in particolare per giovani coppie, anziani, studenti fuori sede, ragazze madri ed immigrati. Le risorse impegnate sono considerevoli oltre (250 milioni di euro) e nei prossimi mesi partiranno alcuni dei relativi bandi a cui i soggetti destinatari potranno partecipare sia per l’acquisto che per la locazione. In questi interventi è previsto anche il rifinanziamentodellostrumentodeicosiddetti Contratti di Quartiere II dei comuni con più di 30.000 abitanti che nel D.M. n. 176/A del 12.02.2007 erano rimasti esclusi. Sono stati così “recuperati”, attraverso una procedura automatica che accelera notevolmente la spesa e la realizzazione di queste importanti opere, i contratti di: Reggio Calabria, Cosenza, Vibo Valentia, Lamezia T., Crotone, Corigliano Calabro e Catanzaro. continua a pag. 2 pag 2 Attualità DALLA PRIMA PAGINA CONTRATTO DI QUARTIERE: oltre 8 milioni e mezzo di euro a Schiavonea PINO LE FOSSE Il finanziamento previsto per la nostra città è di 8.650.956 euro (circa 17 miliardi di vecchie lire). Le opere finanziateriguardanoSchiavoneaindividuata a suo tempo come territorio idoneo per gli interventi previsti dai Contratti di Quartiere. Territori, cioè, a più forte disagio abitativo ed occupazionale su cui intervenire per aumentare la dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati. Fin qui le informazioni e i dettagli. Alcune considerazioni però sono d’obbligo. 1) Malgrado la stasi amministrativa e la giustificata sfiducia che serpeggia in tutta la città, Corigliano riesce a conquistare l’attenzione delle istituzioni regionali. Ciò grazie al ruolo e al peso che ha saputo conquistare negli anni e che, quando adeguatamentesupportato,gliviene giustamentericonosciuto. Su questo credo la città dovrà fare leva per riconquistare la fiducia necessaria a riprendere un cammino di rinascita amministrativa. Su conconcessione di: Ing. Francesco Castiglione, Ing. Francesco Amica e l’Arch. Francesco Piccoli 2) Anche sulla preziosa funzione e sul ruolo dei nostri rappresentanti istituzionali la città deve riflettere come opportunità ed occasione per un suo adeguato e forte rilancio. Dobbiamo riconoscere, con oggettività, per esempio, l’ottimo lavoro svolto dal Consigliere Regionale Franco Pacenza per questo risultato che non è certo il primo per Corigliano. Ricordiamo qui soltanto il finanziamento di circa 8 miliardi di vecchie lire per il centro storico ed il castello. 3) Dato che ora, entro 45 giorni, andrà firmata la convenzione con la Regione Calabria, bisogna che già da subito i tecnici comunali e la struttura si mettano all’opera. Non solo perché non ci sia alcun rischio di revoca dei finanziamenti, come pure è previsto, ma soprattutto perché la progettazione definitiva, che non potrà stravolgere quella prelimina- re, tenga conto degli attuali bisogni delle opere interessate e di quanto nel frattempo è stato già realizzato e progettato.PensosoprattuttoalQuadrato, sul quale è in corso un ulteriore intervento, e al lungomare che occorre salvaguardare come opera strategica per l’inserimento di Schiavonea nei migliori circuiti turistici. Una qualunque sottovalutazione o errore in questa fase, rischierebbe di compromettere la bontà di un inve- DALLA PRIMA PAGINA Decoro urbano... e altro! FRANCESCO SANGREGORIO infine realizzati. Solo così, secondo il mio modesto parere, si potrà ottenere, nel prosieguo del tempo, una classe dirigente politico-amministrativa che curi la cosa pubblica secondo dettami logici e soddisfacenti per tutti. E’ evidente che la situazione architettonica e strutturale della città si è gradualmente degradata al punto che ripristinare una parvenza di stato vivibile del sociale sembrerebbe un’impresa ardua e di fatto irrealizzabile. Tale dissesto che riguarda strutture abitative, strade, marciapiedi, traffico, igiene pubblica è, ormai da anni, sotto gli occhi di tutti. Stradeperennementedissestate (buche e avvallamenti delle stesse ad ogni piè sospinto, zone sterrate e poi malamente rappezzate sotto gli occhi incuranti di tutti); marciapiedi quasi tutti in malora anche se in buona parte realizzati di recente ma, purtroppo, mal costruiti e quindi “nati vecchi”; cassonetti della spazzatura che regolarmente diventano discariche abusive. In quest’ultimo caso non mi riferisco al triste fenomeno che si sta verificando in questi ultimi tempi ma a quello ben più avvilente che riguarda l’abbandono giornaliero di materiale di risulta di maggiori proporzioni dalle singole abitazioni (frigoriferi, televisori, materassi, etc.), fenomeno atavico che si protrae nel tempo. Fabbricati interi, che gravitano su strade principali, aspettano da stimento che invece può cambiare il volto di Schiavonea. Per questo occorre massima attenzione per l’integrità e la coerenza dell’intero nuovo progetto. Il tratto Madonnina–Porto è già realizzato; per quello Palmeto– Coriglianeto è in fase di ultimazione la progettazione da parte degli uffici comunali. A questo punto non sarebbe da escludere, pur nei tempi ristretti in cui si dovrà operare, il ricorso di qualche strumento di raccordo e di valutazione progettuale da parte del Commissario. 4) Per tutto questo ritengo che nelle prossime settimane bisognerà alzare il livello di attenzione dell’intera città e delle sue rappresentanze istituzionali, politiche e sociali sul percorso di questa decisiva e importante opera. La gestione commissariale per le delicate decisioni che dovrà assumere potrà così giovarsi di una vasta collaborazione ed aiuto di quanti davvero mostrano attenzione e interesse al proprio territorio. anni di essere alcuni demoliti, altri ristrutturati per ridare alle zone circostanti un decoro ormai perduto da decenni. Che dire poi di tutta la zona circostante la cosiddetta “piazza salotto”, dove la decadenza strutturale delle case ha raggiunto il massimo dell’indecenza? E infine voglio ricordare un’altra assurdità tutta coriglianese: l’assenza totale di una qualsiasi segnaletica orizzontale in tutta la città che consenta ai cittadini di attraversare la strada senza metter a rischio la propria incolumità fisica. Tale realtà inconfutabile non dovrà costituire alibi per la “solita” politica passiva e rassegnata per quanti saranno chiamati ad amministrare la cosa pubblica. La raccolta regolare e giornaliera dei rifiuti urbani, la rimozione dai bordi stradali delle erbacce infestanti, la pulizia delle strade che noi “solerti” cittadini imbrattiamoquotidianamenteconcartacce e plastiche di ogni genere, la regolarizzazione del traffico sempre più caotico, la bonifica definitiva di interi quartieri fatiscenti, amici amministratori, sono questi gli imperativi amministrativi da realizzare, alcuni subito, altri, i più complessi, nel prosieguo del tempo, per rendere vivibile la città e dare così un grosso contributo al decoro della stessa. Solo così si eviterà, ogni volta che ci si affacci nella vicina Rossano, di provare una cocente e mortificante vergogna prima verso se stessi e poi verso i propri cittadini, considerando quanto si riesce a realizzare continuamente in quella città. Dal mondo Nel mese di agosto ho accompagnato mia nipote che sta facendo una ricerca sul Cedro, frutto che caratterizza da secoli il Tirreno cosentino, la cui costa veniva chiamata Riviera dei Cedri. Oggi nella Riviera dei Cedri, per trovarne uno bisogna conoscere il posto e addentrarsi nel territorio. Di quello che era il tipico albero, insieme agli olivi, è rimasto ben poco. La speculazione edilizia, la costruzione di mega alberghi e villaggi turistici, incoraggiata da contributi a fondo perduto, hanno privilegiato il verde decorativo delle palme, degli oleandri e dei ficus a scapito della tipica vegetazione locale. Per arrivare alla nostra meta ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione del prof. Franco Galiano, scrittore, poeta, ricercatore e grande conoscitore del Cedro, che ci ha fatto da guida e da tramite con un gruppo di Rabbini impegnato nella raccolta. Cedro, Citrus medica, è una pianta di origine asiatica, richiede un clima mite ed è diffusa nel bacino mediterraneo. Coltivare il Cedro è una grande fatica, le piante sono basse, spinose e devono essere zappate e lavorate in ginocchio con la testa tra le spine. La fatica della coltivazione, la difficoltà di vendere a prezzi remunerativi il prodotto, una volta quotato in borsa, la mancanza di qualsiasi legge di tutela del Cedro hanno portato ad un continuo abbandono di questa attività. Noi siamo stati in una delle poche cedriere rimaste, gestita direttamente dal proprietario, laureato in agraria, che ha reso la coltivazione meno faticosa. Franco Galiano nel suo saggio “Alla ricerca del Cedro perduto” scrive che, secondo autorevoli fon- LE RADICI ANTICHE DEL CEDRO ISACCO NUNA ti, la coltura del Cedro fu introdotta e diffusa in Italia tra il III e il II secolo a.C., presso le città italiote e le colonie della Magna Grecia quali Metaponto, Sibari, Laos, Posidonia, Cuma, Paestum, soprattutto dagli ebrei ellenizzati. Durante la loro immigrazione e soprattutto dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d. C. ad opera dei romani, nella diaspora ebraica fiorì una delle maggiori coltivazioni, tuttora viva, il cui prodotto è il “liscio diamante” così chiamato per la brillantezza della buccia. Gli ebrei con l’”etrog” liturgico introdussero fin nel cuore del mondo romano il suo simbolismo, come attesterebbero graffiti ed iscrizioni in greco ed in latino rinvenibili nelle catacombe ebraiche di via Nomentana e dell’Appia e nella Sinagoga di Ostia Antica risalente al I secolo a. C. Il Cedro è di particolare significato nella tradizione ebraica, nella Bibbia è ricordato ben 70 volte ed è il frutto simbolo della festa del Sukkòth, o delle capanne, chiamata anche festa del raccolto. La Bibbia prescrive che il quindici del settimo mese (nel calendario ebraico, Tishrè, inizio dell’autunno), si raccolgano i frutti della terra, specialmente dagli alberi più belli, rami di palma, rami densi di foglie, salice di torrente e infine Cedro e si dimori in capanne per gioire davanti al Signore Dio per sette giorni all’anno. Il Sukkòth, quest’anno si festeggia il 14 di ottobre, richiama 3 pag il legame antico con il mondo rurale, il consuntivo dell’anno agricolo, la vendemmia e la preghiera per le prime piogge. Gli elementi che caratterizzano la festività del Sukkòth sono: la Sukkàh e il lulàv. La Sukkàh, capanna fatta di rami e foglie, adornata con frutti, disegni e fiori è costruita per ricevere amici, consumare pasti, gioire e pregare. Il lulàv, simbolo ricco di valori spirituali, è un fascio composto di un ramo di palma, due di salice di torrente, tre di mirto e da un cedro; rappresenta la fertilità della terra, la conclusione del raccolto. Secondo la tradizione ebraica il Cedro della Riviera dei Cedri assume una particolare importanza in quanto durante i secoli non ha subito alcuna manipolazione, selezione o innesto. Ancora oggi la pianta viene propagata per talea conservandosi, come era all’origine, in purezza. Questo modo di coltivazione è probabilmente dovuto anche alla rilevante presenza ebraica dal III secolo a. C. fino all’inizio del XVI secolo. I dati riportati da diversi studiosi mostrano come prima del 1510 circa, data d’arrivo dell’inquisizione, il 40% circa della popolazione totale in Calabria e in Sicilia fosse di origine ebraica come mostrano ancora toponimi e cognomi. Per la particolarità della coltivazione di questo frutto, in un piccolissimo e nascosto angolo della Calabria, da secoli, nei mesi di luglio ed agosto, arrivano rabbini da varie parti del mondo a raccogliere religiosamente con le loro mani, uno ad uno, il “Cedro di Diamante” rinnovando le comuni radici delle culture mediterranee. pag Cultura 4 L’angolo della poesia PERCORSI Borgo antico, tra memoria e innovazione Resoconto dell’estate coriglianese GIULIA SPANO’ Mi accarezzo l’anima con consueti gesti, sostituendo ad occhi l’oggi... Accumulo libri, spiego vestiti sul letto, riponendo sogni lucidi, altrove... Distese di tetti traccian percorsi. Galli zampettano, mostrando probabili vie d’uscita. Giulia Spanò ECHI Echi di voci in sottofondo, diapositive di passato ai nostri piedi. Di che colore saranno le dita delle nubi? Mi chiedo, scrutando esistenze altrui! Osservo le pieghe delle mia gonna, cercando certezze aldila da venire. Dalla finestra della mia casa gli stessi rumori di vita quotidiana irrompono scandendo, da sempre, con regolarità i ritmi di vita del nostro borgo antico e della sua gente... Tutto sembra avere un senso, una strana armonia tra passato e futuro, che, nel bene e nel male, pervade i luoghi rendendoli unici. Il desiderio di non abbandonare luoghi e di non rinnegare tradizioni, ha caratterizzato le iniziative culturali dell’estate coriglianese 2008. In un momento delicatissimo per la nostra città, a causa delle note vicende politico-amministrative, sono stati i cittadini a diverso titolo a rendersi protagonisti nell’organizazzione di eventi culturali e a promuovere momenti di aggregazione. La festa della Via Nova, organizzata dalla Pro-Loco in collaborazione con l’Ufficio Cultura del comune di Corigliano, giunta ormai alla decima edizione, ha voluto per un giorno, far rivivere via Roma, luogo simbolo della nostra comunità cittadina, i suoi antichi mestieri; i profumi e i riti di una società a vocazione prevalentemente rurale da riscoprire e valorizzare. Importante segno è stato dato dai giovani dell’associazione Framundo, da tempo operativi nel centro storico, che hanno offerto alla cittadina quattro splendide serate, non solo all’interno del Castello Ducale, ma anche nelle sue vicinanze. Gli spettacoli, organizzati in collaborazione con altri gruppi culturali Giulia Spanò PARADOSSI MODERNI?... In questa benestante società c’è chi ritorna a fare l’arrotino a riparare ombrelli cucine, stufe a gas ... Paradossi moderni o consumismo in crisi? Pasquale Bennardo Interno Caffè letterario Dulcamara, o singoli artisti, avevano come fine quello di mescolare abilmente generi musicali diversi tra loro, parole, atmosfere, dando la possibilità a grandi e piccini di sognare, rimanendo profondamente legati ai luoghi. Particolare attenzione merita, a mio avviso, Vinella Jazz, concerto di musica jazz, inserita nelle serate organizzate dalla Framundo, giunta alla sua quarta edizione, che ha voluto far esibire, nel suggestivo scenario di piazza Diaz, la nota band del maestro Conforti che ormai ha acquistato popolarità, anche grazie all’iniziativa di Alba Jazz. L’azione di quanti abbiano deciso di vivere in Centro Storico, e di intraprendere attività culturali ed economiche a vario livello, all’ombra del castello ducale, deve essere incoraggiata, sostenuta e deve collocarsi in un contesto più ampio in cui memoria e innovazione rappresentino la parte di un tutto inscindibile per la rivalutazione del borgo antico e per lo sviluppo del territorio. Non avrebbe invece senso alcuno, parlare di sviluppo in generale, senza avere memoria storica del nostro passato. In questo momento, la riapertura dei locali dell’ex Casino d’Unione, ora caffè letterario “Dulcamara” di Luisa Sangregorio e Andrea Romio, dimostra quanto sia possibile rigenerare un luogo del passato, con energie nuove dove è possibile leggere un buon libro, navigare in internet, sorseggiare un aperitivo o fare colazione discorrendo gradevolmente. Rileggendo, proprio in questi giorni, uno scritto di Italo Dragosei, contenuto nel volume “Corigliano di una volta”, a cura di Enzo Viteritti, edito da “Il Serratore”, <...mi soffermo ad osservare le vecchie case che resistono, contenitori di affetti e di ricordi gelosamente serrati, in contrapposizione alle nuove case pulite degli anni sessanta...>. I’attualità delle parole dell’autore mi hanno profondamente colpito, come mi ha colpito il paragonare le case antiche a resistenti tenaci donne anziane vestite di nero, le stesse che animavano i vicinati, ormai rinnegati, del mio quartiere, nella mia infanzia. Un popolo senza anziani, senza memoria, non ha gambe, non ha futuro e non va da nessuna parte. Cultura Quando Cosimo Budetta mi consegnò, nel 1999, alcuni suoi disegni, fui attratto da quello che ritraeva Luigi De Luca a passeggio sulle nuvole con un quadro raffigurante Corigliano, il paese dove era nato il 10 gennaio del ‘34, dove aveva deciso di vivere e lavorare, e da dove, l’11 settembre del 1998, era andato via, senza far rumore. Come avrebbe giudicato, lui, uomo di scuola, di lettere, di storia, questi ultimi anni della sua città, è cosa che non oso pensare. So, con certezza, che i suoi familiari hanno perso un affetto grande, mentre la comunità uno studioso intransigente. Docente prima, preside di scuola media dopo, è autore di preziosi testi che hanno arricchito il patrimonio culturale della città. E non solo. I suoi lavori non sono passati inosservati ad esponenti del mondo accademico (Università di Bologna, di Roma, di Napoli, della Calabria) e di Istituti culturali. Tuttavia, il suo valore non è stato apprezzato adeguatamente. E quello che ha lasciato merita di essere ripreso e posto nella giusta luce. Corigliano deve molto a Luigi (Gigino per tutti) De Luca. Non è andato via dal suo paese per approdare a posizioni di prestigio in ambito nazionale, pur avendone avuto la possibilità. È giusto, credo, manifestare una testimonianza d’affetto verso chi ha preferito restare, pagando, a volte, di persona questa scelta, cercando, sia pure con limiti, di dare il proprio contributo al riscatto di una terra che di sollevarsi, in alcuni momenti, non ne vuole proprio sapere. Mi pare giusto citare alcuni testi che De Luca ha lasciato: attestati d’amore per il paese, gli studi, il sapere. Tra il 1985 e il 1989 pubblica il Tesoretto calabrese, tre ottimi volumi: un lavoro unico in Italia, un modello per altre regioni, così definisce l’opera Tullio De Mauro. De Luca è storico nel senso più ampio. Il quadro di riferimento complessivo che sta a monte dei suoi lavori è robusto. Quando, nel 1985, affida alla stampa Corigliano medievale, scrive di avvenimenti che hanno caratterizzato il medioevo coriglianese ma, in effetti, il suo sguardo è quello dello storico che ha come orizzonte i grandi eventi. La lettura di questo testo, essenziale per chi voglia approfondire le tematiche attorno alle origini del paese, è anche un viaggio semplice e geniale nella grande storia. Grazie a questo studio si riconosce a De Luca di aver individuato la datazione della nascita di Corigliano come centro urbano nel 977; che questo è stato possibile grazie al ripopolamento dei profughi Mauresi fuggiti dai loro luoghi d’origine; che nel 1073, ad opera di Roberto Guiscardo, è stato edificato il castello... e si potrebbe continuare. E furono proprio queste notizie che, quando uscì il libro, attrassero l’at- Nel decennale della scomparsa Luigi De Luca: nella parola la storia GIOVANNI PISTOIA 5 pag l’origine. Un primo approccio al testo è quello di chi consulta un elenco telefonico. È un atteggiamento previsto dall’autore e lo stesso lettore, superata la prima fase caratterizzata dalla curiosità, si rende conto che si tratta di un’opera che contiene notizie storiche, di costume; stimola riflessioni antropologiche; abbonda di riferimenti linguistici. Testi, questi citati, essenziali, fondamentali. Meritano di essere ripresi e divulgati per un pubblico più vasto che non sia quello ristretto degli addetti ai lavori. Esistono, ancora, articoli, saggi, relazioni che De Luca ha pubblicato su giornali e riviste: “il Serratore”, “Calabria Letteraria”, “Riforma della Scuola”, “Insegnare”, “Scuola di base”. Scritti che attendono di essere recuperati e pubblicati, in maniera organica. Lo merita l’autore, la sua vita per gli studi. E perché questi possano contribuire a incoraggiare nuove ricerche. tenzione dei più. Una specie di sfogo liberatorio: finalmente sappiamo qualcosa di più, e di più concreto, su chi siamo, da dove veniamo. In ogni modo, anche se gli studi, sudatissimi, di De Luca hanno contribuito in modo determinante a far luce su un ampio periodo della storia di Corigliano, non va sottaciuto che il risultato più prezioso sta proprio nell’intelligente uso degli strumenti e dei metodi della ricerca. Se non si pone attenzione a ciò si rischia di banalizzare il suo lavoro. La predilezione per gli studi linguistici e l’amore per il suo antico paese fanno di De Luca uno studioso attento all’evoluzione della parola, del lessico. La lingua della sua comunità diviene un settore nel quale impegna anni ed anni di studi. Cerca, utilizzando tutti i mezzi della scienza, di pervenire a risultati seri nei settori che predilige. Gli studi linguistici, filologici, etimologici necessitano di quadri teorici e di conoscenze approfondite per carpire i segreti, i misteri, il fascino della parola. Egli ha fiducia nella potenza della parola. Nel 1987 dà alle stampe il libro Lessico calabrese (dialetto di Corigliano Calabro). Con la mente alle lezioni di Wittgenstein, De Luca affronta questa ennesima, importantissima, fatica che non può essere sintetizzata in poche parole. Sul finire del 1995 esce il volume Nomi di famiglia in Calabria. Appena in libreria suscita grande curiosità. Ognuno vuole vedere se c’è il proprio cognome e conoscerne, così, È quello che ha cominciato a fare Francesca, figlia di Luigi, con la pubblicazione del volume Breve storia illustrata di Corigliano. Da dicembre del 1988 a giugno del 1990, De Luca pubblica uno studio “a puntate” su “il serratore”. Lo spazio temporale tra un numero e l’altro della rivista rende frammentario il lavoro, anche se è letto e apprezzato. Ottima, quindi, l’idea di riprenderlo in un unico testo, e sotto lo stesso titolo. De Luca etichetta questa sua fatica una “modesta cronologia o cronistoria essenziale illustrata” dal carattere “fortemente divulgativo”. Lo scritto, però, è un saggio ben articolato, dove i fatti e i personaggi sono esposti con la mirabile semplicità di chi è profondo conoscitore della storia, quella locale e quella di “lunga durata”. La narrazione è fluida, gli eventi salienti e significativi vi sono tutti, lo scopo didattico è ben riuscito. Ed è proprio pensando allo scopo didattico che De Luca ha voluto, accanto ai testi, i disegni della brava Claudia Pedace, da non considerare un qualcosa in più, un corollario: i disegni, invece, come linguaggio altro rispetto alla scrittura. Un mezzo di comunicazione con pari dignità della parola. Il risultato è eccellente. Bene ha fatto Francesca a ristampare il testo del padre senza apportare aggiustamenti e a mantenere l’apparato iconografico, arricchito, oggi, dalle numerose e significative foto di Nicodemo Misiti. È stato detto dell’amore che Luigi De Luca ha nutrito per il suo paese. Questo amore si è manifestato con atti,ricerche,progettipedagogicitesi a stimolare gli studi, ad ampliare gli orizzonti delle nostre conoscenze, a dare una dimensione alta ai saperi, a restituire dignità alle idee ascoltando le emozioni della parola. Anche alla luce di tutto ciò, il suo insegnamento, oggi, è più prezioso di ieri. pag 6 DALLA PRIMA PAGINA Violenza sessuale sulle donne: alcune considerazioni criminologiche RAFFAELLA AMATO collettivo, già dalla fine degli anni ‘60 la ricerca scientifica in campo criminologico ha dimostrato che in numerosi casi vittima ed aggressore al momento del fatto hanno un rapporto di conoscenza. Le ricerche svolte quindi vanno a minare una delle più radicate convinzioni in materia di violenze sessuali. Allo stesso modo, si è in parte incrinata anche la concezione popolare che considera l’autore di violenza sessuale come un malato, un disadattato, una persona comunque non bene integrata nel contesto sociale. In realtà, non si possono fare generalizzazioni sia per quanto concerne le caratteristiche degli autori sia per quanto riguarda le circostanze in cui si consuma la violenza sessuale sulla donna. Una ricerca americana nei confronti di più di cinquecento soggetti condannati per reati sessuali ha evidenziato alcune tipologie di aggressori e ha sottolineato come in ogni caso siano sempre presenti tre elementi: rabbia, potere, sadismo. Sebbene ciascuno di questi fattori non possa rappresentare la causa unica per la commissione di un simile reato, tutti sono importanti per comprendere perché esso abbia avuto luogo. Nei racconti fatti dagli intervistati emerge come: 1) alcuni episodi di violenza sessuale scaturiscono da esplosioni incondizionate di rabbia provocate da eventi esterni. Attraverso l’atto sessuale la rabbia viene agita da parte dell’aggressore, anzi per meglio dire, l’atto sessuale spesso diventa lo strumento che permette di esternarla; simili azioni sono sempre caratterizzate da un eccesso di aggressività e di brutalità finalizzate a ferire e umiliare la vittima. Dal punto di vista della psicologia analitica junghiana si tratta in tal caso di soggetti caratterizzati dal c.d. atteggiamento alloplastico, cioè soggetti che tendono a riversare la tensione che deriva da una frustrazione dell’ambiente esterno o da un conflitto vissuto a livello intrapsichico proiettandola nell’ambiente stesso, riversandola su un soggetto esterno. 2) Le violenze sessuali più comuni derivano invece, dalla necessità o dal desiderio dell’individuo di dimostrare potere, autorità, controllo nei confronti della donna. Il reato, in tali circostanze, serve quindi a Sociale compensare sentimenti profondi di inadeguatezza e di insicurezza. 3) Vi sono, infine, episodi dettati dal sadismo, caratterizzati sempre da un sentimento di inferiorità nell’autore, al quale si associa un’estrema volontà di potenza, che, secondo la psicologia adleriana rappresental’impulsofondamentale che muove l’uomo. Dal punto di vista della psicoanalisi classica il sadismo corrisponde ad una aggressività di tipo anale, volta al possesso assoluto e prevaricante dell’oggetto desiderato. Fase anale che, ricordiamo è una delle fasi intermedie di sviluppo sessuale dell’individuo identificate da Freud che precede la c.d. fase genitale caratteristica di una sessualità adulta e matura. Per cui, secondo questa impostazione, è come se l’autore della violenza sessuale sia rimasto fissato a tale fase immatura dello sviluppo sessuale in cui domina l’eterna contrapposizione tra una pulsione e il suo contrario (Eros o istinto vitale e Thanatos o istinto di morte, ad esempio) ed è questa che determina la violenza. In questi casi l’aggressione viene erotizzata e la gratificazione deriva dal tormentare la vittima e dal vederla soffrire per vendicare tutte le umiliazioni che si ritiene di aver precedentemente subito. Sempre dal punto di vista psicoanalitico c’è alla base in questi casi un conflitto edipico irrisolto che genera una aggressività maligna in grado di dare origine a comportamenti sadici o masochistici. Ricordiamo che per complesso edipico ci si riferisce come è noto al fatto che il bambino sperimenta desideri sessuali e amorosi verso il genitore di sesso opposto e sentimenti di gelosia e aggressività verso il genitore dello stesso sesso. In realtà, anche servendosi di strumenti psicoanalitici, non è possibile giungere ad alcuna generalizzazione dei tratti caratteristici a tutti gli autori di reati sessuali, dal momento che non si può dimenticare come sia sempre relativa e mai data una volta per tutte la definizione di soggetto perverso. Non è possibile infatti valutare la natura patologica dell’istinto e del comportamento sessuale di un individuo senza procedere ad una analisi del significato che questi gli attribuisce e delle sue modalità relazionali. Tuttavia c’è da dire che negli ultimi decenni la ricerca in ambito psicodinamico e criminologico ha compiuto importanti passi avanti studiando acquaintance rape, ossia episodi di violenza sessuale verificatisi tra semplici conoscenti, e date rape cioè episodi di violenza sessuale tra soggetti legati da una relazione interpersonale più definita. Benché anche numerosi date rape siano originati da rabbia, potere e sadismo come le violenze commesse da sconosciuti, essi presentano tuttavia caratteristiche diverse e peculiari, quali per esempio il fatto che vengono impiegate tecniche coercitive e manipolatorie tra cui, per esempio il fatto di minacciare la donna di interrompere la relazione sentimentale in corso o il far leva sulle sue debolezze. Nelle ipotesi di violenze tra conoscentiintervengono,inoltre,anche fattori sociali e culturali che possono portare ad erronee codificazioni dei messaggi, verbali e non, utilizzati da entrambi i soggetti coinvolti. Tra uomini e donne esistono, infatti, regole e copioni di comportamento in tema di sessualità ed atteggiamenti consentiti o meno nelle relazioni personali, per cui gli atteggiamenti nei confronti dell’altro sesso avvengono spesso in base a stereotipi. In generale, tutti possiamo constatare quanto sia diffuso lo stereotipo volto a incoraggiare la sessualità maschile e a stigmatizzare quella femminile; stereotipi, che, sebbene ci sia stata una innegabile evoluzione dei costumi sessuali, possono condurre a sempre più frequenti fraintendimenti ed incomprensioni tra i due sessi e sfociare nella violenza sessuale. Educazione dei giovani e prevenzione della devianza minorile MARIAROSA NOVELLIS* La fase della giovinezza è si una delle più belle della vita ma al contempo è quella più difficile e delicata dell’esistenza umana. Nella società di oggi , quella dell’opulenza , l’ uomo è alla ricerca continua del benessere e dell’agiatezza ad ogni costo, e pensa soprattutto a soddisfare le sue esigenze e ad accumulare ricchezze, trascurando così i valori umani e le regole del vivere civile , a discapito dei principi morali, facendo crescere i giovani di oggi in un mondo sempre più corrotto ed arido. Di fronte a tale situazione diventa sempre più incessante il bisogno di dare metodi ed informazioni ai giovani; a tal proposito trovo giusto segnalare la lodevole e alquanto nobile iniziativa dell’ex Pm di Milano Gherardo Colombo, noto a tutti essendo stato alla ribalta per importanti inchieste giudiziarie, ad es. quella su mani pulite, che lasciata la magistratura nella primavera dell’anno corrente ha intrapreso un percorso volto ai giovani, per diffondere loro l’idea della legalità partendo dalla considerazione di base che “la giustizia non può funzionare senza che esiste prima una condivisione del fatto che debba funzionare !”. Importante è questo concetto chiave in base al quale è necessario far capire ai giovani il significato delle regole, del loro rispetto e le fondamenta della Costituzione italiana, il riconoscimento e la tutela dei diritti fondamentali e l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge . Spesso si assiste al fatto che l’amministrazione reale della giustizia è carente e che chi delinque circola liberamente e nocivamente, rendendo quasi l’arroganza e la prepotenza un modello da seguire per i giovani che rischiano di essere attratti da quelle che possono sembrargli facili scappatoie; occorre per ciò intervenire impartendo un maggior senso della legalità. La devianza minorile infatti consiste proprio nell’allontanamento dalle regole. In questi casi lo Stato interviene e davanti al minore trova applicazione il diritto minorile (DPR N 448/1988)con i suoi istituti particolari come l’irrilevanza del fatto, l’istituto della messa in prova ai servizi sociali ed il perdono giudiziale. Per prevenire la devianza è fondamentale il ruolo della famiglia che deve essere stabile e trasmettere al giovane quei principi e valori fondamentali in primo luogo attraverso l’esempio ed anche attraverso la negoziazione (se il bambino non vuol far giocare il compagno con la sua macchinina gli si dice che se si comporta da egoista non avrà ciò che vuole; di fargli altresì capire che se fa giocare l’amichetto con la macchinina in cambio lui potrà a sua volta usare e divertirsi con il trenino del compagno). Purtroppo accade spesso di assecondare invece i ragazzi trascurando una cosa fondamentale quale il dialogo. Occorre perciò preparare i giovani ad affrontare la vita e le insidie che ci sono educandoli a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. La strada dell’educazione deve essere svolta anche dalla scuola ma iniziare ad essere percorsa ed inculcata da ogni famiglia. Famiglia e scuola sono istituzioni fondamentali per l’educazione dei giovani e per fornire loro un adeguata preparazione alla vita . *esperta in diritto penale e civile minorile Sociale DALLA PRIMA PAGINA Viaggio tra le band Coriglianesi MARICA MARZULLO altri giovani come noi, musicisti coriglianesi, che operano in altrettante band in abito locale. L’idea ci è sembrata interessante, in primo luogo perché non capita spesso di dare voce ai giovani come noi soprattutto poi non ci capita spesso avere la possibilità di fare ciò in ambito locale e utilizzando la carta stampata. Sono partita immediatamente con la prima intervista al batterista degli Antivirus(Gabriele Sposato) dandomi l’obbiettivo di continuare questo percorso anche insieme a quanti vogliano condividere questo percorso con noi, per eventuali contatti questa è l’email alla quale potete contattarci: billinajoegreendaypunk@hotmai l.it Intervista a Gabriele Sposato degli Antivirus Vuoi presentarti? Ciao, mi chiamo Gabriele Sposato, ho sedici anni, sono un batterista e canto, suono la chitarra e il basso. Infatti, questi sono infatti gli strumenti principali per fare il mio genere di musica, IL ROCK, e tutte le sue sfumature. Poi sono anche un compositore, infatti, scrivo la mia musica. A che età hai iniziato a suonare ed esibirti live? - Ho iniziato a suonare la batteria all’età di dieci anni e non pensavo DALLA PRIMA PAGINA Il sacchetto dove lo metto LUISA SANGREGORIO e le strade si riempivano di rifiuti. Abbiamo assistito ad un lento, ma inarrestabile processo di degrado: cassonetti straripanti e straripati. Inevitabilmente venivano suscitate in noi le immagini della devastazione napoletana. Paventavamo quel pericolo. Per fortuna la ditta di raccolta dei rifiuti e il nostro comune hanno raggiunto un accordo, ma si resta in emergenza. E il nuovo caso di inciviltà, che come cittadini abbiamo subito, evidenzia la mancanza di una soluzione strutturale del problema rifiuti, che si trascina da anni. Tra l’altro risulta difficile, anche alla ripresa del servizio, smaltire l’immondizia accumulatasi. Inspiegabilmente, visto che lo sciopero è finito, ci sono ancora oggi delle situazioni critiche: non serve indirizzo, basta fare un giro per il paese. Troverete frigoriferi, bauli, divani, ferri vecchi, ovunque, Centro storico, Scalo, Schiavonea, Piana Caruso. di arrivare a questo punto da autodidatta, cioè ho imparato da solo, quindi sono un batterista Groove, cioè vado ad orecchio senza seguire tecniche specifiche, anche se col tempo penso di averle assimilate lo stesso. La prima esibizione l’ho fatta a circa undici anni, nell’occasione dell’inaugurazione nel negozio di strumenti musicali di proprietà della mia famiglia in una jam session, cioè improvvisazione tra musicisti. Cosa provi quando ti esibisci live? Il mio genere è un genere piuttosto energico, di conseguenza chi lo suona, ha lo scopo principale di scatenarsi e parlare anche di argomenti (nelle canzoni) sia fastidiosi che piacevoli, personali e riguardanti la società. Quando suoni o scrivi ti ispiri a qualcuno in particolare? I miti del rock sono moltissimi, e non solo i miti, ma anche le band contemporanee. Il genere che preferisco e la mia musica si orientano ai grandi dell’Hard Rock come i Led Zeppelin, AC/DC, Guns’n’Roses e i Deep Purple ai classici come i Pink Floyd, the Dors, Jimmy Hendrix, ai gruppi Punk come i Sex Pistols, i Clash e i Rasone, gruppi di successo degli anni 90 fino ai giorni Certo, la materia è complessa; e a tutti i livelli, locale, nazionale, mondiale, ci si trova a doversi confrontare con le difficoltà dello smaltimento dei rifiuti. Ancora non è matura una consapevolezza sociale e politica che porti a guardare alla tanto vituperata spazzatura con lungimiranza ed efficienza. È vero, siamo in perfetta sintonia con le tendenze contemporanee. Tutto il mondo si chiede come sarà possibile continuare a mantenere vivibile questa terra, date le numerose scorie che il sistema consumistico genera. E c’è chi escogita sistemi diabolici. A Crotone ci sono dei brillanti imprenditori che hanno pensato di smaltire i rifiuti pericolosi di una fabbrica del gruppo Eni che produceva zinco, acido solforico e cadmio come materiale per costruzioni. Sono dovuti intervenire i magistrati per attribuire la paternità di questa scellerata sperimentazione ai reali artefici. Anzi, le autorità sono ancora al lavoro, perché il campo di applicazione di questo metodo di riciclaggio pare sia molto più vasto di quanto si sia immaginato in un primo momento e non si ferma ad alcune strutture crotonesi, tra le quali una scuola, ma (notizia del 20 7 pag nostri come i Red Hot Chili Pepper, Green Day, Nirvana, e il Rock italiano, come Vasco Rossi, i Litfiba e i Negrita. Come pensi che venga vissuta la musica nel tuo paese? - Purtroppo la musica a Corigliano non naviga in buone acque a mio parere, le band soprattutto del mio genere non vengono sostenute in alcun modo dalle politiche che ci amministrano anche perché fino ad ora non esiste nessun tipo di politica giovanile in ambito di promozione musicale. Purtroppo va a finire che le band emergenti nella nostra città “non emergono”, vengono sostenute la musica leggera e classica, anche durante feste di piazza per eventi musicali e concerti il comune e i vari comitati cittadini preferiscono artisti la cui fama li ha abbandonati. Io mi ritengo fortunato perché nella mia famiglia ci si occupa di musica quindi le conoscenze in questo campo non mi sono mai mancate anche ad alti livelli, sono riuscito a suonare molte volte, sia in Italia che all’estero. Come ti vedi nel futuro? Musicalmente, come batterista, ho avuto la possibilità di esibirmi a Londra, ultimamente a New York e in numerose città italiane tipo Bologna, Rimini, Milano e altre grandi città. Questo per me, considerato la mia giovane età rappresenta un traguardo piuttosto importante. Ho partecipato al concorso per batteristi nazionale “Il batterista del futuro” direttamente collegato al concorso nazionale “The drummer of tomorrow”, e sono riuscito ad arrivare secondo nella categoria under 18, inoltre rappresentando nella mia categoria il Meridione d’Italia, essendo l’unico batterista del Centro e del Sud. Ho avuto la possibilità di suonare anche con musicisti fuori dall’ambito di Corigliano, e di calibro abbastanza elevato, tra i quali Danny Rojo ( bassista cubano che ha suonato con artisti come Aretha Franklyn, Tito Puente e Carlos Santana con il quale ha registrato“Super Natural live”) poi Frank J. Perry e Terri Hamilton, chitarrista e bassista della Toxic Twins band, cover band ufficiale europea degli Aerosmith. Poi ho suonato con Cosmo Furiati, di Manchester, chitarrista e cantante dei P-38, ultimamente (settembre 2008) ho suonato con Piero Oriolo di Colts Neck (New Jersey, USA), chitarrista proprietario di un noto locale del New Jersey. Un’altra occasione bellissima è stata quando mi sono esibito con una famosissima big band di 11 elementi, Bononia Sound Machine, questo è il loro nome e ci siamo esibiti in uno dei più importanti locali di Bologna, il Giostrà Cafè. Non so cosa mi riservi il futuro, ma sono certo che la mia passione musicale non finirà mai. Prossimamente uscirà il mio primo album, i brani sono già pronti. Ultimamente a New York ho avuto modo di visitare e di suonare in un vero studio di registrazione. Penso proprio che il master di questo album lo andrò a fare lì, anche per una questione di soldi. Registrare un album in America costa meno della metà che farlo in Italia, con qualità migliori. Ciao a tutti, grazie di avermi ospitato sulle ottobre) arriva fino all’aeroporto di Reggio Calabria. Dove andremo a finire? Qualcuno ha provato a immaginarlo. Si chiama Andrew Stanton ed è il regista di Wall-E, film di animazione Disney-Pixar campione di incassi. La favola ecologica, ambientata nel 2800, presenta una terra abbandonata dagli esseri umani, che, a causa dell’inquinamento si sono dovuti trasferire su un altro pianeta. Sulla terra è rimasto solo un piccolo robot assemblatore di rifiuti, che, per una dimenticanza, rimane sulla terra a fare il lavoro per il quale è stato costruito. Ma tornando al nostro sacchetto quotidiano, è certo che in tantissime città italiane da anni ormai la raccolta differenziata inizia a casa. Così si dà inizio a un circolo virtuoso, che attraverso il riciclo, porta al riuso di preziose materie prime, con una conseguente riduzione anche del costo, troppo alto, che occorre pagare per lo smaltimento dei rifiuti. Da qui si deve partire, per guardare il nostro sacchetto non più come una minaccia per il nostro futuro, ma come un’occasione di risparmio economico e un esempio di sviluppo sostenibile. Autorizz. Tribunale di Rossano - Reg. Periodici N. 02/03 - 25 marzo 2003 Sede: Via Sicilia, 1 - Tel. 0983.885582 - CORIGLIANO SCALO (Cs) www.mondiversi.it — e-mail: [email protected] Direttore Responsabile: CARMINE CALABRESE Direttore Editoriale: ANTONIO GIOIELLO Caporedattore: FABIO PISTOIA Redazione: MARIA CALOROSO, ISACCO NUNA, GIOVANNI PISTOIA, LUCA POLICASTRI, GAIA REALE, ADALGISA REDA, MARIO REDA, LUISA SANGREGORIO Stampa: TECNOSTAMPA - Largo Deledda - Tel. 0983.885307 - Corigliano Scalo pag 8 DALLA PRIMA PAGINA Il Centro di Eccellenza ANTONIO GIOIELLO Nuova per l’utenza a cui è rivolta. Hanno, infatti, accesso alla struttura tutti i cittadini e non è riservata a categorie specifiche e particolari. E’ per gli adolescenti, per i giovani, per gli adulti. L’accesso è libero e gratuito per i giorni feriali e nelle ore dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00. Non serviranno particolare richieste né sarà dovuto il pagamento di nessun onere. E’ solo necessario, per un ordinato e funzionale utilizzo, rispettare i regolamenti ed iscriversi tra gli utenti del Centro e prenotare di volta in volta per l’uso delle sale. Solo per richieste fuori da questi orari o per servizi aggiuntivi è previsto un contributo a sostegno delle spese. E’ una esperienza avanzata per gli obiettivi che si pone. Si ha l’ambizione di favorire la progettazione partecipata, la partecipazione dei cittadini e delle nuove generazioni ai processi decisionali. E’ una esperienza avanzata perché anticipa l’applicazione dei Piani di Zona per un sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali. Sono, infatti, coinvolti 18 organizzazioni del terzo settore, si sono impegnati a collaborare 75 volontari. E’ una esperienza avanzata per- DALLA PRIMA PAGINA C’era una volta il rappresentante d’istituto... WITCH di questo “personaggio”, aumentandone il prestigio ma, contemporaneamente, ridicolizzandone il ruolo. Quest’anno si è raggiunto il massimo del ridicolo nel liceo scientifico “F. Bruno”. Infatti, a differenza degli anni precedenti, vi sono ben 11 liste, i cui candidati si sono presentati tutti nel medesimo modo. Hanno affermato che non faranno promesse impossibili da mantenere, ma che sosterranno gli studenti della suddetta scuola aiutandoli a superare eventuali problemi con i docenti. Le cause principali di queste candidature di massa sono,a mio avviso, il malcontento del popolo studentesco, evidentemente contrario alle ultime riforme scolastiche, per non parlare della stessa scuola dove studiano. Come tutti dovrebbero PH. LUCA POLICASTRI ché vuole sperimentare la condivisione di un luogo di integrazione e di condivisione di professionalità e culture diverse. La nostra associazione ha la responsabilità della gestione di questa progettualità e della struttura, dopo esserci aggiudicati la gara avvenuta nei mesi scorsi. Per noi è un impegno gravoso, difficile e che sappiamo potrà avere successo solo se avrà la collaborazioni di istituzioni, organizzazioni sociali e culturali, mondo del lavoro. Se al nostro impegno si unirà quello dei cittadini. Vogliamo che sia una struttura per tutti, di tutti. Che ognuno la senta propria, che gli appartenga. Così potrà diventare uno di quei luoghi comuni che caratterizzano una comunità, che le danno identità. E’ questo l’obiettivo principale che ci siamo posti. Il periodo che stiamo vivendo è connotato da instabilità ed incertezza. Ad una ricchezza esposta, evidenziata attraverso le televisioni, le pubblicità, le vetrine si contrappongono difficoltà oggettive nel mantenimento del proprio tenore di vita e nell’assicurarsi quei beni irrinunciabili che negli anni passati sono stati conquistati: istruzione per sé ed i propri figli, garanzia di assistenza sanitaria pubblica, sistema di protezione delle fasce deboli. Inoltre si sta diffondendo un cli- ormai ben sapere, il liceo “scientifico” di Corigliano è sprovvisto di laboratori di chimica e fisica,di un’efficiente aula multimediale,di un’aula magna e di una palestra. Allora perché si chiama “scientifico”, se le scienze si studiano solamente in teoria? E ancora di più, come mai ogni anno gli iscritti aumentano? Semplicemente perché questa struttura, seppur con più difetti che pregi, è il meglio che il territorio possa offrire. Un’altra ragione che ha spinto moltissimi studenti a candidarsi è stato il “buonsenso”; infatti ogni candidato, in sede di assemblea d’istituto, ha dichiarato di essersi proposto solo perché quest’anno non c’era nessuno all’altezza. Credo fermamente che se anche nel governo italiano i politici si comportassero in questo modo, l’Italia sarebbe un Paese perso nell’anarchia e invaso da politici. A mio avviso, pochi di questi candidati sono realmente a conoscenza di cosa significhi ricoprire un ruolo di tale importanza. Prima di tutto occorre chiarire meglio il ruolo del rappresentante d’istituto che negli anni è andato perduto,trasformandosi nel leader rivoluzionario che aiuta gli studenti poco interessati ai programmi scolastici, a trovare una scusa plausibile (per genitori e docenti) ai fini di perdere un giorno di scuola. Questo ruolo,come da definizione, consiste nel rappresentare la voce degli alunni nel consiglio d’istituto, cercando di abbattere il muro millenario tra insegnanti e alunni. Ma perché questo arduo compito è stato lentamente trasformato nell’esagerato esibizionismo di chi ha già un nome all’interno della scuola? Semplicemente perché quei pochi giovani volenterosi che si proponevano sfide impossibili,che inseguivano utopie come la realizzazione di un liceo degno di questo nome, si sono scontrati con l’ostilità del dirigente scolastico. Infatti più di una volta,negli anni scorsi, le richieste continuediinfrastrutture,presentate dai rappresentanti degli studenti al preside,affinché egli le presentasse alla provincia o alla regione o ad un altro organo amministrativo superiore in grado di esaudire le richieste degli studenti, venivano apparen- ma sociale di insicurezza e gli episodi di intolleranza purtroppo si verificano sempre più spesso. Non passa giorno che non venga data notizia di pestaggi, aggressioni, violenze, atti di teppismo. Effettuati spesso da gruppi il più delle volte di adolescenti e giovanissimi. Le risposte politico-istituzionali che si stanno dando a questa situazione, identificata ormai dall’opinione pubblica come Stato di Insicurezza, sono sempre di più orientate all’accentuazione di norme proibizionistiche e repressive. Nella speranza che norme maggiormente punitive possano essere da sufficiente deterrente per prevenire questi atti. Ma è evidente che se assieme alla emanazione di norme rigorose non si promuovono iniziative socioculturali, i fenomeni di intolleranza e di violenza non si fermeranno e diventeranno sempre più frequenti e minacciosi. Il Centro di Eccellenza è una risposta di questo tipo. E’ il tentativo di creare luoghi, spazi, contesti, ambienti di condivisione e di socializzazione sicuri. E’ una risposta orientata all’accoglienza, alla condivisione, alla coesione sociale. temente accettate con promesse fallaci. A ciò spesso seguivano azioni di protesta,completamente ignorate dalla scuola,dal Comune e dai media locali. Così nel tempo i nostri rappresentanti hanno realizzato che erano battaglie perse, e si sono resi conto dell’evidente notorietà che questa mansione garantiva sia a livello scolastico che nella nascente società coriglianese. Ma perché il preside si rifiutava, e continua tutt’ora a farlo, di ascoltare le richieste degli alunni? Forse non avevano abbastanza importanza o erano giudicate futili, forse è per questo che gli studenti non hanno più voglia di creare o lavorare per migliorare un luogo dove trascorrono gran parte del loro tempo. Se solo gli adulti prestassero più attenzione alle parole dei giovani potrebbero capire che in fondo non sono interessati solo a perdere tempo, ma molti desiderano veramente di poter migliorare un luogo che,come la scuola,gli appartiene perché credono ancora nell’importanza dell’istruzione e dell’istituzione che essa rappre-