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Anno VI, numero I, Novembre 2010 I.I.S. “S. Nilo” Per il primo numero del Fattaccio di quest’anno, presi da un sentimentale idealismo, abbiamo deciso di trattare il tema dell’Unità d’Italia, o meglio, della (dis)Unità di Italia, aprendo una discussione sul significato morale e storico di questo evento, con l’intento di far nascere un momento di riflessione comune. Approfittando del 150° anniversario della spedizione dei Mille, ci chiediamo se quella di Garibaldi sia stata solo una dolce utopia adatta al romanticismo del suo secolo. Gaber cantava: “Io non mi sento italiano / ma per fortuna, o purtroppo, lo sono.” Ed è proprio così. Crediamo che sentirsi italiani non voglia dire provare un patriottico o forse un po’ ottuso senso di appartenenza, ma conoscere la nostra storia, ciò che nel bene, o nel male, ci ha portato ad essere quello che siamo, ad avere un nostro costume, una nostra identità. In fondo, il passato rimane sempre ciò da cui bisogna partire per ricostruire il futuro, ed ora, più che mai, il pensiero dell’Italia che ha lottato per la propria unità dovrebbe farci recuperare l’orgoglio e la fierezza nazionale che tanto è stata calpestata dagli avvenimenti attuali, per poter dire con dignità “io sono italiano”, non solo parlando di calcio davanti ad una pizza! E’ passato un secolo e mezzo da quando millecentosessantadue uomini, animati da un ideale, partirono da Quarto (Genova) per approdare in Sicilia. UNIRE L’ITALIA, questo era lo scopo, il motivo per cui lottarono con ardore. E oggi cosa rimane? Solo un po’ di storia che si sgretola tra le mani. Nord contro Sud, Sud contro Nord e ancora Nord contro Centro…tutti contro tutti. Verde, a memoria della perpetua rifioritura della speranza; Bianco, simbolo della fede alle proprie idee, Rosso, il calore della passione e del sangue versato dai martiri: sono questi i colori della nostra bandiera. E come il nostro tricolore, così appare l’Italia ai nostri occhi: divisa in tre parti, ma unita in uno stesso territorio, sotto una stessa guida. Eppure, parallelamente ai festeggiamenti in onore dell’Unità d’Italia, tante spinte centrifughe sembrano prendere corpo: la Lega vuole staccarsi dal Sud, un neo-Regno delle Due Sicilie vuole staccarsi dal Nord... Italia: c’è chi ti detesta, chi ti idolatra, chi ha perso la vita per te, chi se n’è andata da te, e chi combatte ancora per vederti unica e indivisibile come 150 anni fa… Noi vogliamo solamente dirti: Buon Compleanno! La Redazione 1 Sommario: Buon Compleanno Pag. 2 Intervista ai nuovi rappresentanti d’Istituto Il Gattopardo Pag. 6 Pag. 14 Notizie di rilievo Per scaricare gratuitamente il nostro giornalino in formato PDF, cliccate sul sito della scuola: www.liceosannilo.it BUON COMPLEANNO "Nata per unire": questo è il messaggio dello spot lanciato dal Ministero della Difesa in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia (1861‐2011). In un paese lacerato dalle lotte interne e profonde divisioni, non guasta un tuffo nel romantico ricordo di Garibaldi e compagnia cantando. Era il 1861. Flaubert stava finendo Salammbô, l'illuminazione elettrica era ancora un'ipotesi e Abramo Lincoln, dall'altra parte dell'Oceano, stava combattendo una guerra di cui non avrebbe mai visto la fine [cit.]. Aprile 2010, Renzo Bossi (figlio del capo leghista): "Non tifo Italia al Mondiale in Sudafrica. Il tricolore? Identifica un sentimento di cinquant'anni fa [...] per me esiste solo una Nazionale, ed è quella della Padania.". Maggio. Questa volta tocca ad Umberto, padre di Renzo, stimatissimo ministro del nostro governo, affermare che: "Le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia mi sembrano le solite cose inutili". Non per fare politica, o meglio, partitismo, ma il sogno per il quale mille uomini combatterono 150 anni fa, oggi è soltanto una utopia; i simboli italiani, e ciò che essi rappresentano, sono disprezzati e beffeggiati. La mania dello scissionismo non finisce qui: dopo la "Padania libera" anche il sud segue la "moda" del separatismo con la timida proposta di restaurare il Regno delle Due Sicilie: insomma, non si va proprio d'accordo tutti insieme. Perché per una volta non proviamo a leggere attentamente tutto il testo dell'Inno di Mameli? Quello che noi sentiamo prima di una partita o ad una premiazione, o che ci fanno imparare sin dalle scuole elementari è solo un quinto di tutto l'inno italiano: perciò vorrei riportarvi qui sotto due righe. Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme: già l'ora suonò. Giuriamo far libero il suolo natio: di fonderci insieme uniti, per Dio, Uniamoci, uniamoci, l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Chi vincer ci può? Il futuro del nostro Bel Paese? Uniti o meno? Ai posteri l'ardua sentenza, dirà qualcuno; io spero solo in un futuro migliore. Alessandra Bruno, II C 2 Intervista al direttore e al vice direttore dell’Università Popolare, Giovanni Sapia e Gennaro Mercogliano Giovedì 28 ottobre 2010, presso la Sala Rossa del Palazzo S. Bernardino di Rossano, hanno preso il via "I Giovedì dell'Unità d'Italia". Il corso è presieduto dal preside Giovanni Sapia e dal preside Gennaro Mercogliano, rispettivamente direttore e vicedirettore della prestigiosa Università Popolare di Rossano. Partner dell'iniziativa l'Università della Calabria, l'Istituto degli Studi Filosofici di Napoli, l'Istituto Campano per la Storia della Resistenza dell'Antifascismo e dell'Età Contemporanea di Napoli. Il programma è molto fitto e, ogni giovedì, fino al 7 Aprile 2011, si tratteranno argomenti di carattere storico, culturale, sociopolitico, con interventi di illustri personaggi, che si soffermeranno su determinati episodi della vita del nostro Paese, sottolineando l’importanza di un’Italia Unita, proprio nella ricorrenza dei suoi 150 anni. Dalla Rivoluzione Napoletana del ’99 alle figure di Mazzini e Cavour; dallo Stato Pontificio alle origini della Roma capitale; da Garibaldi ai diversi contributi che scuola e letteratura hanno dato all’Unità d’Italia; e poi emigrazione, brigantaggio... Sono queste, alcune delle tematiche che gli esperti del nostro territorio affronteranno nel corso di preparazione alle celebrazioni dell’Unità d’Italia. Dal momento che noi del Fattaccio abbiamo voluto trattare il tema dell'Unità d'Italia, approfittiamo della preziosa opportunità offertaci per sapere il punto di vista dei due demiurghi della suddetta iniziativa. 1. Quale senso ha parlare di Risorgimento nell’Italia di oggi? Preside Giovanni Sapia: Si risorge da stati di miseria, di insufficienza e ogni rialzarsi da uno stato di insufficienza è un risorgimento. Era insufficienza la mancanza di libertà e di unità ed il Risorgimento fu un sollevare la testa coraggiosamente, attraverso la rivoluzione. Oggi dovremo avere la forza di risollevare la testa perché siamo caduti molto più in basso della stato in cui eravamo prima di essere liberi ed uniti. Voi ragazzi assistete alle miserie quotidiane di questa nostra società, miserie terribili perché il brigantaggio, le violenze di cui la patria nostra allora fu vittima, non sono cose non paragonabili alle violenze, alle ruberie, al disordine di oggi. Anche oggi noi vorremo rialzarci, la nazione ha bisogno di rialzarsi. Questa celebrazione dell’Unità d’Italia può anche significare questo: RISORGIAMO UNA SECONDA VOLTA. Preside Gennaro Mercogliano: Ha sempre senso parlare del Risorgimento, poiché esso è una tappa importante della storia d’Italia. E’ l’età in cui matura nel popolo italiano il concetto di libertà, inteso come libertà dell’intera nazione, non di un solo stato. E’ attuale parlare di Risorgimento, in quanto i valori del Risorgimento sono confluiti nella Costituzione italiana. Quindi leggere la Costituzione significa anche capire l’anima antica di questa carta che regola i rapporti tra i cittadini. 2. Ad una generazione come la nostra, così curiosa e golosa di tante informazioni, ma sostanzialmente priva di memoria e/o coscienza storica, cosa pensa che possa interessare del Risorgimento e del valore di un paese unito? G.S.:Ai giovani può interessare se i giovani sono edotti dall’esperienza e dallo studio. I giovani si interessano a quello che vien loro prospettato se trovano un filo conduttore tra quello che sono, che vivono e questa storia passata. Il problema è sempre quello, di non studiare la storia per la storia (cioè la storia come conoscenza di avvenimenti), ma studiare la storia per quello che la storia è. Che la storia sia maestra di vita non è retorica, si vive attraverso glorie e dolori ma le glorie e i dolori di ieri devono servire oggi perché le glorie si facciano più luminose e i dolori se ne vadano. Quindi lo studio che voi fate della storia deve essere attualizzato, ma deve partire dalla conoscenza. La storia non è fatta di curiosità, di episodi frammentari, che possono dilettare i giovani ma non li educano. La storia deve essere studiata profondamente e la scuola lo deve fare. 3 G.M.: Quello sulla libertà è un discorso dal quale l’educazione dei giovani non può prescindere. Per ciò che riguarda la vostra condizione di giovani, se proprio non ci fosse altro interesse (ma così non è), è certo un capitolo di storia che nessuno può ignorare e sul quale la critica può anche essere orientata in modo diverso, però è un capitolo in cui gli italiani hanno dimostrato il loro valore, hanno sacrificato la vita, hanno pensato che questa Italia divisa in tanti staterelli, potesse essere finalmente unita e libera. 3. Cosa ne pensa degli atteggiamenti della Lega a proposito dell’inno di Mameli e delle celebrazioni che fanno riferimento all’Italia Unita? G.S.: siccome l’inno di Mameli è l’inno dell’Unità d’Italia, è logico che la Lega, che non vede bene l’unità, non ascolti con piacere l’inno. Ma non l’ascolta non perché non le piace l’inno in se, ma perché non le piace quello che c’è dentro: il cuore, l’anima che l’inno comprende, cioè la storia di un popolo che era diviso e che adesso è unito e che dovrebbe trovare la forza del reciproco accordo, della reciproca generosità, del reciproco aiuto. 4. Se il periodo che ha portato all’Unità d’Italia, è stato chiamato “Risorgimento”, come chiamerebbe l’attuale periodo storico? G.M.:Questo è un periodo di decadenza. E’ come se il popolo italiano avesse dimenticato proprio quei valori, sui quali la patria si è costruita. Ed è il periodo in cui il richiamo del giovane verso l’educazione è un richiamo importante perché prima bisogna conoscere e la conoscenza è finalizzata all’educazione. Questa celebrazione infatti, non ha lo scopo di indottrinare ma mira alla conoscenza, soprattutto quella di questo determinato periodo storico, un fatto attraverso il quale la personalità del giovane italiano si può costruire anche in un’ottica più ampia di visione europea. 5. Dopo 150 anni cosa in Italia è veramente unito? Cosa invece non lo è più? E, per finire, cosa non lo è mai diventato? G.S.:Non è più unito lo stato economico. Avremo dovuto fare uno stato che pensasse egualmente a tutti i suoi figli. Oggi ci accorgiamo che i bisogni, le richieste non sono eguali dappertutto, e che la condotta dei governi non pare eguale per tutte le regioni, per tutti i bisogni. Restiamo un popolo coeso e non possiamo distruggerci in questo senso perché parliamo la stessa lingua. Finchè parliamo questa lingua, siamo un popolo e questo legame fortissimo è un grande dono della Provvidenza, della natura, della storia, perché, anche nella discordia, nel disordine, ci parliamo con lo stesso linguaggio. La disunità deriva dall’infelice discordia delle necessità e dei trattamenti. L’unità diventa parola. Ci voleva una forza morale che coinvolgesse tutti e facesse tutti popolo. Siamo nelle stesse condizioni adesso. Diceva il Risorgimento: non siamo una nazione perché il disordine, le prepotenze ci avvolgono. Siamo uniti fisicamente ma l’unità che dovrebbe essere del pensiero, del sentimento, dell’animo, dell’idea, dell’amore, dell’azione comune, l’unità in questo senso non c’è. Non è mai diventata unita l’economia. Non si può considerare unito un popolo in cui c’è una diversità atroce di trattamenti economici, di stipendi, di pensioni. Non è unito un popolo che vive sulla stessa terra e sta tra il tugurio e la reggia. Mai avremo pensato che la libertà, la repubblica che avevamo conquistato sarebbe diventata questa repubblica, della quale ci dovremo vergognare. G.M.: Il popolo è politicamente, geograficamente unito, ma è unito nella miseria, nella disoccupazione, e anche nelle glorie che può vantare (glorie della Storia, dell’Archeologia: Roma, un elemento attorno al quale ci sentiamo tutti italiani. Quando Massimo D’Azeglio sosteneva che “Abbiamo fatto l’Italia, bisogna fare gli italiani”, è vero che l’Italia era unita politicamente ma non dal punto di vista sociale. Ciò che manca al Risorgimento, l’Italia che non è stata finora fatta, la dovete fare voi, spetta a voi farla. Per questo vi dovete accostare a questi problemi, a queste tematiche con molto interesse, amore e con il rispetto verso il sacrificio di tanti eroi che hanno fatto la libertà della patria. Michela Scalzo, II B 4 NOTIZIE FLASH *Curiosità. Ritornano le tensioni riguardo i rifiuti nel napoletano. A Boscoreale un autocompattore è stato bloccato e l’autista picchiato. A Terzigno un altro camion bruciato e i rifiuti sparsi sulla strada in segno di protesta. Dal 15 al 22 novembre facebook ha promosso la settimana dell’infanzia invitando gli utenti a cambiare la propria immagine personale con quella di un cartone animato. Così è scoppiata una vera cartoon mania, un’invasione di topolino e supereroi. E voi quale faccia avete scelto? *Cultura. I massimi esponenti del mondo del cinema e del teatro scendono in piazza Trevi, davanti alla celeberrima fontana (luogo di "culto" per il cinema italiano: chi è che non ricorda la famosa scena della Dolce Vita di Fellini?) per protestare contro il governo a causa del mancato rinnovo degli incentivi fiscali a favore del cinema e del teatro. Cronaca. Corteo di taxi listati a lutto per seguire la bara del tassista milanese, Luca Massari, pestato a morte da tre ragazzi per aver investito accidentalmente il loro cane. *Scuola. Il ministro dell'istruzione MariaStella Gelmini vara due progetti sperimentali per valutare istituti e docenti; una vera e propria pagella che secondo il ministro "Finalmente si iniziano a valutare i professori e le scuole su base meritocratica". Sono previsti premi per i più meritevoli. 5 Il 19 novembre è uscito nelle sale la prima parte dell’ultimo episodio di Harry Potter. Il film in soli 2 giorni ha registrato un incasso di 4 milioni di euro. Ma la critica si divide sulla spettacolarità del film e sul finale che lascia col fiato sospeso. Si deciderà solo dopo aver visto la parte finale. To be continued! Londra, 18 novembre, si celebra il Guinness World Records Day. La manifestazione vede più di duecentomila sfidanti impegnarsi nelle sfide più stravaganti per stabilire nuovi record ed entrare così a far parte del libro del Guinness World Records 2012. INTERVISTA AI NUOVI RAPPRESENTANTI D’ISTITUTO 1. Appena entrato in questa scuola avresti mai pensato di ricoprire questo ruolo? ALESSANDRO: No, SERGIO: Appena entrato in questa scuola vedevo i rappresentanti d’istituto più grandi come delle persone “lontane”, che ricoprivano ruoli a cui non avrei mai aspirato. assolutamente no. L'altra volta parlando con Sergio infatti ricordavamo quando eravamo in IV ginnasiale e alle assemblee d'istituto provavamo vergogna anche a fare un intervento e ora addirittura le organizziamo noi le assemblee. 2. Qual è la tua idea di rappresentante? E’ maturata nel tempo? ALESSANDRO: Il rappresentate d'istituto innanzitutto riveste SERGIO: Un rappresentante deve saper parlare in pubblico,deve saper rappresentare tutte le problematiche degli studenti nelle varie sedi competenti. Deve anche avere conoscenze in merito all’amministrazione della scuola. Questa mia idea è maturata nel tempo, in IV e V ginnasiale, essendo ancora poco maturo,tutte queste idee si stavano ancora formando. Adesso invece essendo al penultimo anno è maturata anche l’idea della politica in generale. un ruolo fondamentale, poiché è nel Consiglio d'Istituto e lì è messo alla pari delle altre rappresentanze. Prima era diverso, ora il Comitato degli Studenti si confronta con i rappresentanti d'istituto e delle classi; quindi vi è maggiore collaborazione. 3.Perché e quando hai deciso di candidarti? SERGIO: Ho deciso di candidarmi perché ci tenevo a ALESSANDRO: Ho deciso di candidarmi appena sono rappresentare le problematiche di una scuola che ormai fa parte di me poiché sono quattro anni che la frequento. L’ho deciso quest’anno, prima infatti non avrei mai pensato di diventare rappresentante d’istituto. iniziate le manifestazioni, perché ho visto che io e tutti coloro che le organizzavano riuscivamo a trasmettere a voi, a tutta la scuola, le nostre idee e voi vi fidavate di noi. E allora ho deciso di propormi come rappresentante d'istituto. 4. Ritieni di avere i mezzi per realizzare quello che ti eri proposto? ALESSANDRO: Sì, assolutamente sì, e anche grazie alla SERGIO: Sì, ritengo di essere un ragazzo che tiene conto dei problemi della scuola e riesce a prendere in merito delle decisioni per affrontarli. collaborazione di Sergio, Siamo stati fortunati ad essere eletti insieme, noi che abbiamo idee comuni e che quindi possiamo lottare e portare avanti le nostre proposte! 6 5. Un ringraziamento per coloro che ti hanno sostenuto fin dall’inizio. ALESSANDRO: Ringrazio tutti già a partire dal momento in SERGIO: Innanzi tutto vorrei ringraziare la mia classe, la IIB ,e poi tutti coloro che mi hanno votato. Non mi sarei mai aspettato, infatti, di ricevere 97 voti. cui abbiamo organizzato le manifestazioni. Pensare che trecento persone ci hanno seguito (parlo di me e degli altri organizzatori) sotto la pioggia fino all'Industriale mi fa capire che da parte vostra la fiducia c'è e l'unica cosa che riesco a dire è che farò di tutto per non tradirla. 6. Pensi che chi non pensava fossi in grado di ricoprire questo ruolo alla fine del tuo incarico cambierà idea? ALESSANDRO: Spero proprio di sì. Spero anzi che cambino SERGIO: Sì, perché tutti quelli che non mi hanno votato lo hanno fatto probabilmente perché sostenevano persone per loro più competenti. Sono convinto che a fine mandato si ricrederanno in quanto già da ora che è passato un mese siamo riusciti a creare, insieme al mio collega, qualcosa di nuovo e di concreto. idea prima del termine di questo mio percorso. GRAZIE E BUONA GIORNATA! 7 L’angolo di Cupido Si perdona finché si ama ragazzo/a. La ragione? Semplice. Non solo non vogliono far trapelare le loro debolezze, ma nella maggior parte dei casi cercano di far scaturire ulteriori screzi, gelosie e invidie, anche tra gli amici stessi. Ma i veri amori, se così li possiamo definire, non possono morire, neanche per una fiamma ardente. Certo, di tentazioni e tentatori ce ne sono tanti e, conseguentemente si commettono tanti errori. Ha detto Voltaire: ‘’Ama la verità, ma perdona l’errore.’’ Non sempre è facile, ma anche un semplice chiarimento può mettere a posto le cose a scapito dei tanti invidiosi…Anche, se bisogna dirlo, cambiare aria a volte fa bene (eh… non parliamo di nessuno in particolare…) Le nuove e vecchie coppie tra classicisti resisteranno? E le coppie frantumate rimetteranno insieme i pezzi? Nuove fiamme nasceranno? A voi la parola…e soprattutto aspettiamo nuovi scoop…altrimenti noi, su chi scriviamo?!? Eh sì, bisogna ammetterlo: ormai siamo tutti un po’ cresciuti, sia fisicamente, sia mentalmente (chi più, chi meno...). Abbiamo raggiunto un’età particolare: difficile, per le scelte che bisogna fare, ma anche bella. Eh già, cari ginnasiali, è il tempo di intrecciare nuovi rapporti e di vivere le prime “storie d’amore”. E a voi liceali, che avete già una certa ‘’esperienza’’, a stravolgervi la vita ci hanno pensato le matricole del Ginnasio (ogni riferimento a cosa o persona è puramente casuale). È inutile che lo nascondete, tanto si sa che molti hanno una cotta per qualcuno. Come facciamo a scoprirlo? Semplice: basta osservare il loro comportamento. Per esempio c’è chi si limita, per timidezza,o per altri fattori a restare nascosto/a e guardare chi gli/le piace da lontano. C’è chi, una volta scoperto il numero, non fa altro che mandare messaggini alla persona che gli/le piace, essendo a volte un po’ appiccicoso se non ricambiato/a. Oppure, c’è chi per arrivare subito al sodo, aspetta che questo/a finisca l’allenamento, o qualunque altra cosa stia facendo, per andare a parlargli/le. Tranquilli, non facciamo nomi!!! Spesso, però, accade di essere rifiutati e feriti. MA non tutti mostrano la loro delusione, anzi per coprirla si gettano tra le braccia di nuovi/e spasimanti che probabilmente non sono il loro prototipo ideale di Francesca Fiore & Gaia Sisca, IV B ________________________________________________________________________________ Anche quest’ anno l'uscita del film ispirato alle vicende di Harry Potter ha suscitato grande emozione. Daniel Radcliffe e tutto il cast sono, infatti, protagonisti di “Harry Potter e i doni della morte” Parte I, tratto dal settimo ed ultimo libro della scrittrice di fama internazionale J.K. Rowling. Uscito in Italia il 19 novembre, nel giro di una settimana la pellicola ha fatto incassare alla produzione 1.8 milioni di euro, mentre l'anno scorso l'intero incasso ricavato dalla programmazione di “Harry Potter e il principe mezzosangue” è stato di 4 milioni di euro circa. Anche negli Usa è stato possibile constatare questa stessa notevole crescita: dai 79 milioni di dollari, incassati l'anno scorso, si è arrivati per la pellicola di quest'anno ad incassarne circa 125 milioni. Con "Harry Porter i e doni della morte" tutti i fan della saga dovranno dire addio al maghetto e ai suoi amici, che hanno visto crescere quasi una generazione di ragazzi in tutto il mondo. Lo stesso Radcliffe dichiara che l’ ultimo giorno di riprese sul set si è pianto molto, dal momento che è come se si fosse chiusa per tutti una pagina significativa della loro vita e della loro carriera. D'altra parte già si sogna di rivedere i nostri beniamini in ruoli diversi e più maturi... Federica Bruno & Sara Garofalo, V C 8 BRAVEHEART - CUORE IMPAVIDO Scozia, 1280: William Wallace, animato dal suo desiderio di vendetta, è convinto che grazie al coraggio e soprattutto alla tattica militare gli Scozzesi riusciranno a sconfiggere le truppe inglesi. A capo dell’Inghilterra vi è infatti un sovrano spietato che, nel tentativo di estendere i propri domini, ha da qualche tempo iniziato a mettere in ginocchio la Scozia, sia materialmente, mediante il saccheggio e l'incendio delle sue città, sia psicologicamente, reintroducendo leggi inaccettabili quali lo ius primae noctis (il diritto di un nobile di trascorrere la prima notte di nozze con le novelle spose dei suoi sudditi n.d.r.-). William però, straziato dalla perdita del padre e dell'amatissima moglie, morti entrambi per mano nemica, si impegna in una battaglia verso la quale è spinto, ancor di più che dalla brama di giustizia, dal fortissimo orgoglio nazionale. Pertanto, sotto la sua guida impavida, i ribelli scozzesi cominciano quindi a far sentire la voce di una nazione ormai stanca di essere sottomessa. Quando l’eroe però diventa una minaccia per l’Inghilterra, il tradimento di alcuni suoi stessi compatrioti lo porta ad essere torturato e brutalmente ucciso. Tuttavia, pur avendo perso il pezzo più importante del puzzle, i ribelli continuano a combattere fino ad ottenere ciò che meritano: l’indipendenza. Se c’è una parola chiave attorno alla quale ruota tutta la pellicola: “libertà”. Libertà è la parola che Wallace urla a squarciagola prima di essere giustiziato, è quel diritto che “non potrà mai essere tolto”, così come afferma nel suo toccante discorso durante la prima battaglia del film, è quell'ideale che si dice abbia risvegliato la coscienza nazionale scozzese, contribuendo alla ricostituzione del parlamento nel 1998. Sicuramente la trama appare romanzata rispetto alla verità storica, come è naturale che sia in un prodotto cinematografico. Mel Gibson, nonostante sia alla sua seconda prova come regista, sfoggia una maestria da professionista, qualità pienamente confermata da “The Passion” e “Apocalypto”. Cinque Oscar portati a casa, la nomination a miglior colonna sonora vinta, anche se verrebbe da dire che questa, pur regalandoci le suggestive sonorità delle cornamuse, sia stata quasi composta sulle note dalla melodia scritta da Bacalov per il "Postino". “Braveheart” è uno di quei classici davanti al quale, quando lo si ritrova tra le proposte dei palinsesti televisivi, non si cambia canale, neppure a distanza di quindici anni. Anita Armentano, II C FILM DEL MESE: . Stanno Tutti Bene (Kirk Jones), in uscita il 12/11/10; . Harry Potter E I Doni Della Morte (David Yates), in uscita il 19/11/10; . Precious (Lee Daniels), in uscita il 26/11/10. 9 Crypto Una rubrica nuova di zecca per questioni storico-scientifiche…ancora irrisolte! di Francesco Laurenzano Crypto, “Il Fattaccio” si arricchisce Da quest’anno “Il Fattaccio” si amplia con una nuova ed interessante rubrica: Crypto. Questa vuole essere un punto di riferimento per tutti gli studenti della scuola desiderosi di approfondire o condividere informazioni e documentazioni su questioni storico-scientifiche avvolte ancora da un alone di mistero come i Cerchi nel Grano, il Mostro di Loch Ness e tanto altro ancora! Può essere un’occasione non solo per ampliare la propria cultura ma anche per aprire nuovi orizzonti e, perché no, ipotizzare nuove teorie sulla figura di Santa Klaus o, ancora, sui Roghi delle Streghe! Insomma, un’occasione da non perdere, per poter navigare nelle acque della storia e della scienza, volando al contempo sulle ali della fantasia! Buon divertimento! In questo numero: I TEMPLARI Per quale motivo sono nati i Templari? Qual era i loro vero scopo? Che fine hanno fatto? Queste e altre le domande alle quali cercheremo di dare una risposta! Gerusalemme (da cui il nome Templari) . Le gesta dei Poveri Cavalieri di Cristo suscitarono grande ammirazione negli ambienti ecclesiastici e in quelli nobiliari; molte e ingenti furono le donazioni di terre e beni vari da parte dei“fan” dei Cavalieri che da “Pauperes” divennero i rappresentanti dell’Ordine Cavalleresco più ricco dell’Occidente Cristiano. I Templari aprirono banche e costruirono fortezze e chiese in tutta Europa e anche fuori dai confini del vecchio continente; essi divennero tanto ricchi da mettere in agitazione persino il Filippo il Bello, re di Francia… L’influenza e il potere socio-economico dell’Ordine crebbero fino al XIV secolo; a quel tempo la Francia versava in una grave crisi economica e il sovrano, Filippo il Bello, guardava ai Templari non solo come ad un’organizzazione che potesse soverchiare il suo potere ma al tempo stesso come una vera e propria riserva aurea di beni e ricchezze. Fu proprio per questo che, nel 1307, ordinò l’immediato arresto di tutti i Templari con conseguente confisca di tutti i beni in Francia, con l’accusa di pratiche eretiche dedite all’adorazione di divinità pagane (Bafometto, ovvero Maometto); la falsa accusa fu supportata dal fatto che l’iniziazione per entrare a far parte dell’Ordine era spesso violenta e alquanto rude. I Templari furono sottoposti a crudeli torture e anche papa Clemente V supportò, con una bolla, l’arresto e la condanna dei Templari- L’ Ordine si sciolse con il processo e la Dalla fondazione dell’Ordine dei Templari fino alla morte di Jaques de Molay Dopo la vittoria ottenuta dagli Europei Cristiani, durante la Prima Crociata (1096-1099) indetta da papa Urbano II per liberare il Santo Sepolcro di Gerusalemme dai Musulmani “Infedeli”, occorreva una sorta di forza di polizia affinché i pellegrini che visitavano la Terra Santa potessero essere protetti dai gruppi di Musulmani ancora presenti in quelle terre. Così intorno al 1019 (le date ipotizzate sono dal 1018 al 1020) nacquero i “Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis” o Ordine dei Cavalieri Templari (per chi non volesse tradurre dal latino, “Poveri Compagni d’armi di Cristo e del Tempio di Salomone”;)). I Templari furono il primo ordine monastico – cavalleresco della storia, dal momento che rispettavano un codice di comportamento che contemplava l’elemento speculativo della preghiera e quello concreto dell’azione militare. I Templari, infatti, si proponevano di combattere per difendere i pellegrini e il Santo Sepolcro e allo stesso tempo di pregare e vivere in povertà. Erano organizzati secondo un ordine gerarchico al cui vertice vi era il Gran Maestro, rappresentante e “presidente” dell’Ordine. Il primo Gran Maestro e fondatore fu Ugo de Payns, nobile francese che partì con altri otto cavalieri (almeno secondo la leggenda) per fondare l’Ordine la cui sede era situata nei pressi dell’antico Tempio di Salomone di 10 l’esecuzione del sovrano infatti si mormora che il boia, Charles-Henri Sanson, prima di tagliare la testa al re gli avesse sussurrato nell’orecchio le parole “Io sono un Templare, e sono qui per portare a compimento la vendetta di Jaques de Molay!”. Altre leggende narrano che il vero scopo dei Templari fosse la ricerca del Santo Graal, la coppa da cui bevve per l’ultima volta Gesù Cristo, o ancora, la ricerca dell’Arca dell’Alleanza, contenitore d’oro in cui si diceva fossero conservati i dieci comandamenti di Mosè. Altre leggende raccontano che i Templari fossero depositari di antichi saperi riguardante Gesù e che fossero dediti a pratiche ermetiche ed esoteriche. Un altro racconto riferisce della fuga dei Templari dopo lo scioglimento dell’Ordine in Scozia, governata all’epoca da Robert Bruce, nemico della Chiesa. Pertanto, i Cavalieri riuscirono a sopravvivere , addirittura sbarcando in America e fondando la Massoneria… condanna al rogo dell’ultimo Gran Maestro, Jaques de Molay. La fine dell’Ordine, l’inizio delle leggende E’ proprio dalla morte di Jaques de Molay che ebbero inizio le leggende e i racconti che alimentano il mito dei cavalieri Templari; una delle storie più significative tramandate sino ai giorni nostri vorrebbe che Jaques de Molay, mentre ardeva sul rogo, avesse maledetto il papa, Clemente V e Filippo IV il Bello, fino alla tredicesima generazione; il papa morì di dissenteria il mese successivo e Filippo morì dopo una caduta da cavallo… Ai tempi dell’esecuzione di Luigi XVI molti cedettero che l’evento fosse collegato alla maledizione di Jaques de Molay che aveva maledetto i discendenti di Filippo , appunto, “fino alla tredicesima generazione”: durante Alcune risposte... Talmente tante e vaghe sono le ipotesi che sono state azzardate nei secoli per quanto riguarda le leggende sui Templari, che il noto storico e scrittore Umberto Eco e’ arrivato a dichiarare: “l'unico modo per riconoscere se un libro sui Templari è serio è controllare se finisce col 1314, data in cui il loro Gran Maestro viene bruciato sul rogo.” In ogni caso è anche vero che se le leggende che gravitano attorno ai Templari e alla loro storia sono nate, ci sarà anche un motivo; si può scegliere di credere alle maledizioni o al malocchio, ma per quanto riguarda le parole di Jaques de Molay e quelle del boia Sanson queste non sono attestate storicamente e quindi potrebbero essere il frutto della fantasia popolare dopo che Filippo IV e i suoi discendenti persero la vita per cause accidentali o in modo violento. Per ciò che riguarda il Santo Graal e l’Arca dell’Alleanza, le leggende sono nate in seguito al fatto che i Cavalieri avessero il loro Quartier Generale nei pressi del Tempio di Salomone, luogo ritenuto dai Cristiani mistico e misterioso; si vociferava infatti che è proprio sotto il tempio che i Templari avessero trovato la sacra coppa e l’Arca, ma è difficile pensare che siano stati mandati in Terra Santa per trovare il Santo Graal: il Tempio infatti era stato affidato a loro inizialmente come sede provvisoria; inoltre la scoperta (e l’occultamento) del Graal e dell’Arca sarebbe stata un’ottima accusa da parte del re, che l’avrebbe inculcata a suon di condanne e torture anche nelle menti del popolo che ha tramandato la leggenda sino ai nostri giorni. D’altra parte, le leggende sul Santo Graal circolavano da prima e la scoperta di un simile tesoro avrebbe potuto far gola sia ai papi, mandanti dei Templari, che ai Cavalieri stessi… Anche l’accusa di pratiche esoteriche ritengo sia basata soltanto sulle false accuse mosse contro i Templari in maniera tanto insistente da giungere fino ai giorni nostri; è innegabile però il fatto che i Templari praticassero riti iniziatici per i cadetti cavalieri e che la loro vicinanza agli islamici avrebbe potuto favorire qualche influenza di tipo ermetica e misteriosa… La fuga in Scozia è quanto mai probabile: come già detto, la Scozia era davvero un luogo sicuro dalla Chiesa allora, ma per quanto riguarda la precoce scoperta delle Americhe…beh…lascio a voi i commenti! 11 Memento FRANCO BATTIATO “Si può sperare che il mondo torni a quote più normali che possa contemplare il cielo e i fiori, che non si parli più di dittature se avremo ancora un po' da vivere... La primavera intanto tarda ad arrivare” ( da Povera Patria ) “Povera patria” è sicuramente una delle canzoni più particolari nel repertorio del “maestro”: l’unica a contenuto politico che tratta la difficile condizione dell’uomo nella società moderna. Come può essere permesso al cittadino di realizzare il proprio sogno democratico se la struttura sociale va sempre più evolvendosi verso una velata tirannide di pensiero ? Il mondo deve “tornare a quote più normali” ovvero purificarsi nella propria natura, corrotta dall’anelito umano alla dominazione e alla sopraffazione. L’augurio del componimento è una nuova forma sociale alle quale siano estranee le dittature e che contempli le semplicità della vita, il cielo, i fiori. Sembrano quasi due realtà parallele e incomunicabili: il grigiore delle strade cittadine e della politica, satura di corruzione e priva di quel forte accento cromatico che invece caratterizza la vita della natura, vincolata da leggi tanto congenite all’animo da generare forte frizione con quelle degli uomini . Il cenno finale risulta di intenso significato se rapportato con questa concezione sociale : tanto è impregnata l’aria dell’artificiosità umana da alienare l’arrivo della primavera, intesa nella natura di entità araldica, portatrice di luce e di purezza. L’aforisma FRANCO BATTIATO che ne deriva per quanto ormai datato è di straordinaria attualità: nell’anno celebrativo Cantautore di fama internazionale è fra dell’Unità d’Italia problematiche risalenti all’età le personalità più eclettiche, originali e delle poleis si manifestano ancora in tutta la loro travolgente influenti del panorama artistico/musicale italiano; peculiare radicalità. La facoltà di miglioramento come punto d’inizio per della sua musica è il tono onirico, una palingenesi sociale costituisce l’impasto ideologico primario scaturente anche dai temi del pensiero di Battiato. L’invito che traspare dalla canzone è principalmente filosofici e spirituali tanto atavico da sembrare un anacronismo nella nostra società all’oggetto dei componimenti. evoluta e progredita: profondere le proprie energie per il Celeberrimo per gli studi sulla lingua e miglioramento proprio e affinché questo possa rispecchiarsi su cultura indiana ha dedicato a questa tutta la società e costituire oggetto di crescita collettiva. L’uomo realtà così inesplorata gran parte dei è perfetta commistione tra bene e male rappresentabile mediante propri scritti, primo tra tutti il testo il tao, simbolo del patto siglato tra i due opposti che coesistono della canzone “ Inneres Auge ” sulla nella nostra natura ( F. Battiato relaziona su questo tema nel testo della canzone “Il ballo del potere” ). Pur non potendo alienare il male che è connaturato all’essere uomo, si può prediligere il bene e permettere che questa scelta si ripercuota su tutta la comunità cagionandone un miglioramento collettivo. In attesa di una più complessiva presa di coscienza delle masse, “la primavera intanto tarda ad arrivare”. Davide Gambetta, II A 12 Noise Ho sempre pensato che mettere su il disco London Calling dei The Clash fosse il modo migliore per cominciare a scrivere qualcosa, qualsiasi cosa fosse e di qualsiasi cosa trattasse. E nell’ambito del qualsiasi cosa rientra sicuramente anche la storia dell’unità d’Italia; il tutto sta nel trovare l’aspetto giusto sotto il quale avviare l’analisi. Ogni giorno ci svegliamo con gli occhi pieni di nuove notizie in merito al tentativo da parte del “green power”- voglio definirlo così - di “federalizzare”, a detta dei suoi rappresentanti, ovvero di divedere, come la penso io, ciò che è stato guadagnato a scapito della vita di molti nostri fratelli, caduti appunto per ciò che allora sembrava il sogno di tutti. Pensando alla lotta per unire l’ Italia, mi tornano subito alla mente le cinque giornate di Milano, durante le quali si registrò una delle più grandi rivolte nella storia di Italia, quella di Milano nei confronti dell’Austria, l’ostacolo “straniero” all’indipendenza e quindi all’unificazione del nostro Paese. Passiamo ora all’evento ricordato da tutti come decisivo ai fini dell’unificazione della penisola: la spedizione dei Mille. La rivolta che fino al allora era stata prettamente elitaria si trasforma in una rivolta di tutto il popolo, desideroso di affermare la propria identità politica. Come dice Patti Smith, nel suo periodo d’abbandono di un punk rimastole comunque radicato nel cuore, People Have The Power: il popolo soltanto ha il potere di cambiare le cose. Però, i sogni prima o poi finiscono, ed infatti all’indomani dell’unificazione d’Italia, anche Garibaldi si trova a dover fare i conti con il potere regio e deve mettersi da parte. Niente dura per sempre, neanche la fredda pioggia di novembre, come affermano in November rain i Guns ‘n Roses, anche se qui in Italia la pioggia sembra non finire mai, oggi come allora. E dunque abbiamo un Italia unita sì, però nelle mani del re, e questo non era ciò che il popolo avrebbe voluto si realizzasse. Poi, si sa, quando il sogno fallisce, nasce la delusione e contestualmente la rivolta. Garibaldi diventa zimbello del popolo e quest’ultimo in catene si abbandona ad una Redemption Song non proprio pacifica; dilaga il fenomeno del brigantaggio soprattutto al Sud e l’anarchia self service, un po’ come quella cantata dai Sex Pistols in Anarchy in the UK. Bisogna aspettare il 2 giugno del 1946 per avere la Repubblica italiana: finalmente arriva il giorno della vittoria per tutti coloro che avevano combattuto e condiviso il sogno. E, dunque, giunti alla fine di questa riflessione, bisogna chiedersi se sia giusto abbandonare il sogno che dura ormai centocinquanta anni e se dividere l’Italia è proprio quello che vogliamo. Voglio aggiungere il mio nome alla lista di quelle migliaia di persone che vogliono lasciare l’Italia unita e renderla davvero tale, una volta per tutte. Vi lascio quindi con un pezzo che spero vi faccia pensare: Dreamer di Ozzy Osbourne. Auguro anche a voi di sognare un giorno migliore, diverso da questo. Bruno Aloisio, II B 13 Fahrenheit 451 Il Gattopardo: l’unità d’Italia da un altro punto di vista. Quando mi è stato detto che questo numero de Il Fattaccio avrebbe avuto come tema l’unità d’Italia, ho seriamente rischiato di rimanerci secca. Come avrei fatto a trovare un libro che si adattasse al tema senza tuttavia risultare stucchevole e affettato, un libro che parlasse di Garibaldi, Cavour e Savoia senza cadere nel più banale e scontato patriottismo? Ho passato i cinque minuti più lunghi della mia vita a scervellarmi per cercare di trovare un libro del genere. Infine l’idea di recensire Il Gattopardo mi ha colpito pressappoco come la mela colpì Newton. Certo, io non ho scoperto una legge della fisica, ma se questa recensione servirà ad invogliare anche un solo lettore a leggere o rileggere questo capolavoro della nostra letteratura, potrò considerarmi soddisfatta almeno quanto il vecchio Isaac. Pubblicato postumo da Feltrinelli nel 1958, Il più importante per il nostro Paese, un’epoca, Gattopardo è un romanzo storico, decadente e quella della nascita dello Stato italiano, a cui psicologico ambientato negli anni del siamo abituati a guardare con rispetto e Risorgimento italiano. Rappresenta un caso ammirazione, non si trova nel romanzo alcuna editoriale alquanto singolare in quanto, nonostante scena di guerra o completamente centrata fosse stato rifiutato più volte da parecchie case sull’unità d’Italia. Poiché non è dell’unità editrici - tra le quali la Einaudi e la Mondadori d’Italia che questo romanzo parla, ma prima di arrivare alla Feltrinelli, dopo la piuttosto della fine del regno borbonico, del pubblicazione raggiunse ben presto un grande tramonto di un’epoca con le sue idee e successo divenendo uno dei romanzi più tradizioni. Il filo conduttore dell’intero importanti della letteratura italiana e mondiale. romanzo è la decadenza filtrata attraverso lo Nel 1959, infatti, vinse il premio Strega e nel 1964 Luchino Visconti ne fece un film che, come sguardo sorprendentemente distaccato di Don il libro, fu tradotto in tutte le lingue. L’autore, Fabrizio Corbera, principe Salina, nobile Giuseppe Tomasi di Lampedusa, non riuscì siciliano che vede la sua terra, il suo mondo, purtroppo a vedere il suo romanzo pubblicato né cambiare di giorno in giorno. Il principe non è il successo che riscosse. Morì, infatti, un anno uno sciocco, e mentre il resto delle persone prima che il romanzo giungesse nelle mani di che lo circondano inneggia all’unità d’Italia, Feltrinelli, lasciando il compito di farlo pubblicare lui vede fin dal principio che in quel nuovo alla famiglia, perché profondamente convinto mondo, che sta nascendo sui resti ancora della validità del romanzo. Il titolo si riferisce allo fumanti del vecchio, non c’è posto né per lui stemma della nobile famiglia protagonista per la né per le sue convinzioni. Ma, al tempo quale Tomasi di Lampedusa si ispirò ai suoi stessi stesso, non antenati e in particolare al suo bisnonno, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa può fare vissuto, appunto, durante il Risorgimento. nulla per evitare che tutto ciò È davvero difficile cercare di trasmettere avvenga e attraverso poche sterili righe la strana magia così non gli del Gattopardo, quel sapore acre di vittoria e resta che di sconfitta insieme che percorre tutto il libro assistere impotente la fine della sua epoca. Ma costringendo chi lo legge a rimanervi con il questo romanzo, questo meraviglioso naso incollato e il fiato corto fino all’ultimo romanzo, non parla solo della fine dell’epoca capoverso. Non fraintendetemi, non è un borbonica, anzi. Possiamo dire che la fine del romanzo d’avventura, non lo è affatto. regno borbonico ha la stessa marginale Nonostante sia ambientato nell’epoca forse importanza della nascita di quello italiano. Il 14 vivre del principe diminuisce sempre più. Il racconto fa un salto temporale di circa vent’anni, dal 1862 al 1883, per illustrarci la morte che scende su Don Fabrizio quasi come una benedizione a lungo attesa strappandolo dalle braccia assai più opprimenti dell’apatia in cui era caduto negli ultimi decenni della sua esistenza. Un ulteriore salto temporale ci porta nel 1910 dove troviamo le signorine Salina, figlie del defunto principe, ormai vecchie e sole. La fine del romanzo, la fine di un epoca, è sancita da un episodio: la Chiesa fa ispezionare la cappella privata dei Salina, costringendo le signorine ad assistere, impotenti, alla distruzione di molte delle reliquie di famiglia fino ad allora gelosamente custodite. La distruzione delle reliquie corrisponde alla cancellazione dei ricordi, alla recisione del sottilissimo filo che continuava cocciutamente a tenere in vita, almeno nella memoria, un passato oramai lontano. Gattopardo parla della decadenza di un’epoca, di una famiglia ma soprattutto di un uomo. Quando il romanzo ha inizio, il principe Fabrizio è già diventato spettatore passivo della sua vita. Nonostante i tempi in cui ci troviamo, non gli importa gran che della politica né di qualcos’altro eccetto forse, l’astronomia e Tancredi. Tancredi è il nipote di Don Fabrizio ed il suo pupillo, l’unico nella famiglia a non possedere una piattezza di spirito e di carattere e in cui il principe sembra rivedere se stesso da giovane. Tancredi, all’inizio della storia, pare essere innamorato di Concetta, figlia di Don Fabrizio, ma finisce per sposare – col consenso e la benevolenza del principe - la bella, vivace e ricca Angelica, figlia del sindaco di Donnafugata, dove i Salina hanno la loro residenza estiva. Calogero Sedara, il padre di Angelica, non è nobile ma il suo patrimonio è davvero ingente. Questo particolare, insieme al fatto che il principe caldeggi il matrimonio di suo nipote con una donna di ceto sociale inferiore, è emblematico del fatto che i tempi stanno cambiando: la classe sociale di Don Fabrizio non è più in grado di rigenerarsi e Tancredi, che ha in mente di intraprendere la carriera politica ma ha sperperato tutti i soldi del padre, ha bisogno di sposare una donna inferiore a lui per ceto sociale ma superiore in quanto a patrimonio. Il romanzo si protrae fin oltre l’unità d’Italia e man mano che la storia prosegue la joie de Ho cercato di far comprendere ai lettori almeno un po’ della forza, della pacata disperazione che percorrono in maniera vibrante l’intera opera de Il Gattopardo, ma credo che non sia possibile riuscirvi appieno, o almeno per me non lo è. La vera essenza del romanzo può essere espressa solo attraverso le memorabili parole dell’autore che fa dire a Don Fabrizio : «Tutto questo non dovrebbe poter durare; però durerà, sempre; il sempre umano, beninteso, un secolo, due secoli...; e dopo sarà diverso, ma peggiore. Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra». Raffaella Sero, V C 15 Sull’Unità… d’Italia Dopo le campagne napoleoniche, spinte nazionali e nazionalistiche caldeggiate dai Savoia, portarono ad una serie di guerre di indipendenza contro l'Impero Austro-Ungarico. Determinante in questo senso fu l’azione alla guida dell'esecutivo del Regno Sabaudo di Camillo Benso, che seppe farsi portavoce della borghesia liberale del tempo e di un gran numero di intellettuali. Con la spedizione dei Mille al Sud e la conseguente discesa da Nord dei Piemontesi nel 1861 si riuscì ad unificare sotto i Savoia gran parte della penisola. Roma entrò a far parte del Regno d’Italia nel 1870, mentre il Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia, insieme ad alcune terre irredente del Friuli, saranno incorporati solo dopo la prima Guerra mondiale. Ed ora, qualche domanda per consolidare le nostre conoscenze storiche… 1. Chi era Camillo Benso? a)Conte di Cavour b)Generale di Cavour 2. Quante furono le guerre d’indipendenza italiane? a)Tre b)Due 3. La spedizione dei Mille avvenne sotto la guida di… a)Napoleone Bonaparte b)Giuseppe Garibaldi 4. In che anno vengono annessi il Veneto e il Friuli al Regno d’ Italia? a)1866 b)1668 5. In che anno venne unificata sotto i Savoia tutta la penisola? a)1861 b)1860 6. A cosa servirono i Patti Lateranensi? a)A sanare una profonda frattura fra Stato e Chiesa b)A stringere un accordo con il popolo PUNTEGGI: Domanda 1: A +5 punti, B + 0 punti; Domanda 2: A + 0 punti, B + 5 punti; Domanda 3: A + 0 punti, B + 5 punti; Domanda 4: A + 5 punti, B + 0 punti; Domanda 5: A + 0 punti, B + 5 punti; Domanda 6: A + 5 punti, B + 0 punti. Profilo A: “FAILED” ( Da 0 a 19 punti) La storia dell’Unità d’Italia non è proprio il tuo forte. Studia per colmare le tue lacune, sei ancora in tempo!! ;) Profilo B: “ SMALL ASS” ( Da 20 a 39 punti) Non te la sei cavata male, ma potresti fare molto di più! Con costanza e impegno arriverai a ottimi risultati!! :P Profilo C: “ WINNER” ( Da 40 a 60 punti) Sei un campione! Studi, ti impegni e alla fine vinci! Complimenti! Sei un vero Garibaldino !!:D Teresa Carolei & Giusy Calarota, V B 16 Note scolpite BROTHERS IN ARMS Dire Straits These mist covered mountains Are a home now for me But my home is the lowlands And always will be Some day you'll return to Your valleys and your farms And you'll no longer burn To be brothers in arm Through these fields of destruction Baptism of fire I've watched all your suffering As the battles raged higher And though they did hurt me so bad In the fear and alarm You did not desert me My brothers in arms There's so many different worlds So many different suns And we have just one world But we live in different ones Now the sun's gone to hell And the moon's riding high Let me bid you farewell Every man has to die But it's written in the starlight And every line on your palm We're fools to make war On our brothers in arms Queste montagne coperte da nebbia ora sono una casa per me, ma la mia casa è la pianura e lo sarà sempre. A volte tornerete nelle vostre valli e nelle vostre fattorie e non brucerete più per essere compagni d’armi. Attraverso questi campi di distruzione battesimo del fuoco Ho guardato tutta la vostra sofferenza quando le battaglie infuriavano davvero e anche se mi hanno fatto così male, nella paura e nell’agitazione, non mi avete mai abbandonato oh,miei compagni! Ci sono tanti mondi differenti, tanti soli diversi. E viviamo in mondi diversi, anche se ne abbiamo soltanto uno. Ora il sole è andato all’inferno e la luna sta alta nel cielo fatemi dire addio a voi. Ogni uomo è destinato a morire ed è scritto nelle stelle e in ogni linea sul tuo palmo. Siamo davvero matti a far combattere la guerra ai nostri compagni d’armi! Alessandro Longo, II C 17 ENIGMATICA – MENTE L’ENIGMISTICA DEL LICEO PAROLE CROCIATE ( Davide Gambetta ) ORIZZONTALI 1-I poemi che narrano le gesta dei cavalieri medievali ( come il “ciclo bretone” ) 12- Preposizione articolata 13 – Il tipo di platino di cui è costituito il campione di massa a Sèvres 14- Ricoperto di crema zuccherata 15 – Strada 16- Livelli Essenziali di Assistenza 17 – International Rectifier 18- Le pari in Samo 19- Segnale d’arresto 20- Insetti ronzanti 21 – Il cuore di uomo 22 – Non qui 23 – Felice 25 – Inizio di poi 26-SOciety of Research on African Cultures 28 – Il Padre 29 – Attuale Iran VERTICALI 2- La Merkel cancelliere tedesco 3- Non espliciti, vaghi 4 – Permette il volo 5 – Lo scultore dell’ Apoxyomenos 6 – Termine che indica l’amministrazione patrimoniale dello stato 7 – Rito senza fine 8 – Principio di edonismo 9 – Silicio 10 – Nascondiglio di briganti 11 – Relativa alla penisola italiana 16 – Quel ramo del … di Como 18 - … che a nullo amato amar perdona 21 – Cose senza testa 22 – Lamenti poetici 24 – Amministratore Delegato 27 – Riso senza vocali PAROLE CROCIATE ( Davide Gambetta ) ORIZZONTALI 1 – Capitale della Grecia 6 – Una piccola autovettura 10 – Quello Alfano è stato molto dibattuto 11 – N.D. 13 – L’io latino 14 – … la sorte può essere pericoloso 16 – L’italiano per scit 17 – La “piccola tesi” degli esami di maturità 18- Le doppie in assommato 19 – L’ “ unto”. 20 – Vado via 22Titano che sostiene il cielo 25 – Il cuore dei poeti 26 – N.D. 27 – Rete civica di Prato 29 – Acido deossiribonucleico 30 – Non proferisce suono 32 – Il Gaetano cantante 34 – Quella mielitica avvolge gli assoni dei neuroni 35- Via senza inizio 36- Celebre soprano statunitense ( iniziale del nome e cognome completo ) 38 – British Airways 39 – Un punto nel calcio 40 – L’inizio di treno 41 – Nipote di Abramo da cui discendono Moabiti e Ammoniti 42 – Non è volente 44 – L’ Immanuel filosofo della “ critica della ragion pura” ( immagine ) 45 – Il paroliere italiano collaboratore di Lucio Battisti 46 – Sosteneva la spada di Damocle T VERTICALI 1 – Città ove risiedeva un’antica biblioteca famosa per i suoi filologi 2 – La veste del magistrato 3- Antico nome di Tokyo 4 – Negazione 5 – Disattenzioni e conseguenti errori 6 – Il Connery attore 7 –Mirate… senza la dentale 8 – La dea greca dell’inganno 9 – Radio Vaticana 11 – Il fabbro degli dei 12 – Agli antipodi dell’amore 14 – Dal colore non vivido 15 –… che a nullo amato amar perdona ( If, 5 v.103 ) 18 – Il Walter autore di Ivanhoe 19 – L’inglese per “ pulisco” 21 – La più piccola unità narrativa che abbia una propria autonomia all'interno di una sceneggiatura 23 – La Cagnotto tuffatrice 24 – Famoso drammaturgo alla corte di Luigi XIV senza la “e” finale 27 – Vegetali 28 – Il gruppo “ New Energy New York” ( sigla ) 30 – Il sole di Londra 31 –Corrette 34 –N.D. 33 – La “paga” di Caronte secondo gli antichi 37 – Uno dei demoni riconosciuti dal concilio di Braga 38 – Città tedesca 39 – Un’organizzazione internazionale di oncologia 41 – I “lamenti” dei poeti 42 – Non è si 43 – La fine della nota 44- Simbolo di un gas nobile 18 SFINGE + REBUS ( D. Gambetta ) BISENSO Si è sentito al telegiornale e alla xxxxx Che quel famoso calciatore Si è fratturato un xxxxx ! AGGIUNTA INIZIALE Ah, mi ritengono uno zxxxxx, da sotto lo sguardo la banconota m’hanno xxxxx e, alzandosi, pensano che non me ne sia accorto ! SCIARADA Altro xxx non gli è zzzz Nella terra scura Alla salma del morto xxxzzzz ANAGRAMMA Titolo di romanzo: ROSPI MESSI POS REBUS ( Come accecare un ciclope 8,1,6) FALSO ITERATIVO “ Cosa xxxxxxxx !” i Romani così la intendevano Che il nostro stato lo sia, molti i dubbi. E ancor c’è chi vanta d’appartener alla zzxxxxxxxx”. CAMBIO DI INIZIALE Il senso della vita xxxx lo si coglie solo sul far della nostra zxxx. SFINGE ILLUSTRATA ( Si possono osservare sul far della sera , 7 ) COL T C O 1. La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano O P 2. Le Valchirie, Paulo Coelho T 3. Accabadora, Michela Murgia E N 4. Mangia prega ama, Elizabeth Gilbert D 5. L’intermittenza, Andrea Camilleri I 6. I love mini shopping, Sophie Kinsella N O 7. I segreti del Vaticano, Corrado Augias V E 8. Acciaio, Silvia Avallone M B 9. Canale Mussolini, Antonio Pennacchi R E 10. Lo psichiatra, Wulf Dorn Carmela Pirillo e Graziella Avena, I C 19 Ragazzi belli!!! Gli astri ritornano ancora…cosa vorranno mai dirci quest’anno?? Mmh... Ariete: Finalmente vi state accorgendo che l’estate è finita! Inizia il momento della salita, della fatica e…della vittoria!!! State attenti però: non fatevi trovare impreparati né in amore e nemmeno a scuola! :D (Personaggio del segno: Giovanni Allevi). Toro: E’ arrivato il momento di tirar fuori tutta l’energia che nascondete! Utilizzatene il 70% a scuola, 29,9% con gli amici e lo 0,1% in amore (in questo mese ci penseranno gli astri a portarvi fortuna in questo campo). :D (Personaggio del segno: Barbara D’Urso). Gemelli: In questo periodo vi occorre un po’ di riposo per rimettere in ordine le idee. Vi basterà una breve pausa per tornare più frizzanti di qualsiasi bibita! :D (Personaggio del segno: Naomi Campbell) Cancro: Mettete da parte paure, insicurezza, preoccupazioni e…esprimete tutte le vostre qualità! Solo con queste, infatti, conquisterete il mondo! ☺ (Personaggio del segno: Gabriel Garko) Leone: Sarà un periodo intenso, ricco di impegni, di novità, di sorprese… Un periodo movimentato, ma anche molto divertente grazie alla vostra simpatia e alla vostra determinazione. ;) (Personaggio del segno: Raul Bova) Vergine: E’ ancora troppo presto per pensare ai regali di Natale! E non dite di essere già stanchi perché siamo solo (o meglio “ancora”) all’inizio! Coltivate il vostro intuito naturale (anche nelle versioni possibilmente xD) e non sbaglierete! :D (Personaggio del segno: Belen Rodriguez) 20 Bilancia: In questo periodo non risparmiate forze e intelligenza e abbiate fiducia…le vostre fatiche saranno ben ripagate. Avrete delle grandi soddisfazioni, anche in amore sarà il momento giusto per curare la propria autostima. ;) (Personaggio del segno: Avril Lavigne) Scorpione: E’ giunto il momento di mettere ordine nei vostri pensieri. Riflettete su ciò che volete davvero; senza lasciarvi condizionare dalle mode del momento. Voi dello scorpione avete una personalità profonda e tenace… Gli amici vi aiuteranno ad esternarla! :D (Personaggio del segno: Alessandro Del Piero). :D Sagittario: Non basterà qualche caduta a farvi perdere la grinta che vi fa circondare da amici! Continuate a sorridere anche davanti alle difficoltà e gli astri vi ricompenseranno ;) (Personaggio del segno: Brad Pitt). Capricorno: Eccoci finalmente al SEGNO DEL MESE!!! Sembra che gli astri abbiano deciso di concentrare la fortuna nelle vostre mani!!! Vi è concesso quindi di rischiare…ma solo qualche volta! Vi ricordiamo che la fortuna è pur sempre una “dea bendata!” :D (Personaggio del segno: Manuela Arcuri) Acquario: Cena al lume di candela, vacanze alle Hawaii, relax nei migliori hotel d’Europa…mi dispiace, ma per il momento è solo uno dei tanti sogni che vi permette di sfuggire dalla realtà! Sarà un mese sicuramente ricco di impegni…mostratevi quindi attenti e svegli (anche a scuola se ci riuscite xD) (Personaggio del segno: Vasco Rossi) :D Pesci: State attenti a gestire bene gli impegni perché gli astri non vi lasceranno un attimo di tregua…ma non preoccupatevi: alla fine del mese la fortuna tornerà ad essere dalla vostra parte. Intanto vi consigliamo di non trascurare il/la vostro/a partner e/o i vostri amici. Per il momento nella classifica dei segni più fortunati siete all’ultimo posto (ahahahah xD) :D (Personaggio del segno: Luciano Ligabue) Carmela Pirillo e Graziella Avena, I C 21 Per le ragazze della fila a sinistra del II B: PARLATE TROPPOOOOO... CERT CUMMAR ASSIMIGHJAT... Per Eva, II B Oggi hai le treccine... “E nno ffa nnienteee!” Sei bellissima sempre! ☺ Da “faccina pietosa” Per il ROBERT PATTINSON del Liceo Classico: IL CLASSICO REGNA! Un bacione alla mia stella! By Alessandro Rugna, I B del II C mandano un affettuoso saluto alle prof.sse Cipriani & Filomia! ☺ X Amalia, II B Tu sei il mio SOLE e io giro intorno a te! Dal tuo Girasole! :D ... Abbiamo pure Gesù in 3° C! Anonimo Sei bellissimo! *_* Un in bocca al lupo per i nuovi Rappresentanti d’Istituto. Sono sicura che sapranno rappresentarci al meglio! ;) Laura FORZA JUVE! “Oggi è Santa Barbara, un applauso!” ☺ By II B MANUALE E GANTO X SEMPRE By Ale Dj Complimenti ad Emanuele Tedesco e a Roberto Labonia per essersi qualificati primi nei Giochi d’Archimede! ☺ NB: Scriveteci ancora più numerosi! Per farlo, basta scrivere il vostro messaggio su un foglio di carta e inserirlo nell’apposita cassetta de “Il Fattaccio”! ☺ 22 LA REDAZIONE Coordinamento Editoriale: Prof.ssa Idalina Cipriani Alessandra Bruno e Laura Cavallo: capiredattori Davide Gambetta Bruno Aloisio Alessandro Longo Tatjana Acri & Agata Romano Francesca Fiore & Gaia Sisca Miriam Cosenza Teresa Carolei & Giusy Calarota Carmela Pirillo & Graziella Avena Francesco Laurenzano, Raffaella Sero Anita Armentano Sara Garofalo Federica Bruno Michela Scalzo Prodotto didattico che non va sottoposto alla disciplinare di cui all’art. 1 comma 3°, legge n. 62/2001. 23sull’editoria) (legge