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Anno VI, numero I, Novembre 2010
I.I.S. “S. Nilo”
Per il primo numero del Fattaccio di quest’anno, presi da un sentimentale
idealismo, abbiamo deciso di trattare il tema dell’Unità d’Italia, o meglio,
della (dis)Unità di Italia, aprendo una discussione sul significato morale e
storico di questo evento, con l’intento di far nascere un momento di riflessione
comune.
Approfittando del 150° anniversario della spedizione dei
Mille, ci chiediamo se quella di Garibaldi sia stata solo una
dolce utopia adatta al romanticismo del suo secolo.
Gaber cantava: “Io non mi sento italiano / ma per fortuna, o
purtroppo, lo sono.” Ed è proprio così. Crediamo che sentirsi
italiani non voglia dire provare un patriottico o forse un po’ ottuso senso di
appartenenza, ma conoscere la nostra storia, ciò che nel bene, o nel male, ci ha
portato ad essere quello che siamo, ad avere un nostro costume, una nostra
identità. In fondo, il passato rimane sempre ciò da cui bisogna partire per
ricostruire il futuro, ed ora, più che mai, il pensiero dell’Italia che ha lottato
per la propria unità dovrebbe farci recuperare l’orgoglio e la fierezza
nazionale che tanto è stata calpestata dagli avvenimenti attuali, per poter dire
con dignità “io sono italiano”, non solo parlando di calcio davanti ad una
pizza!
E’ passato un secolo e mezzo da quando millecentosessantadue uomini,
animati da un ideale, partirono da Quarto (Genova) per approdare in Sicilia.
UNIRE L’ITALIA, questo era lo scopo, il motivo per cui lottarono con
ardore. E oggi cosa rimane? Solo un po’ di storia che si sgretola tra le mani.
Nord contro Sud, Sud contro Nord e ancora Nord contro Centro…tutti contro
tutti.
Verde, a memoria della perpetua rifioritura della speranza; Bianco, simbolo
della fede alle proprie idee, Rosso, il calore della passione e del
sangue versato dai martiri: sono questi i colori della nostra
bandiera.
E come il nostro tricolore, così appare l’Italia ai nostri occhi:
divisa in tre parti, ma unita in uno stesso territorio, sotto una stessa guida.
Eppure, parallelamente ai festeggiamenti in onore dell’Unità d’Italia, tante
spinte centrifughe sembrano prendere corpo: la Lega vuole staccarsi dal Sud,
un neo-Regno delle Due Sicilie vuole staccarsi dal Nord...
Italia: c’è chi ti detesta, chi ti idolatra, chi ha perso la vita per te, chi se n’è
andata da te, e chi combatte ancora per vederti unica e indivisibile come 150
anni fa… Noi vogliamo solamente dirti: Buon Compleanno!
La Redazione
1
Sommario:
Buon
Compleanno
Pag. 2
Intervista ai
nuovi
rappresentanti
d’Istituto
Il Gattopardo
Pag. 6
Pag. 14
Notizie di rilievo
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della scuola:
www.liceosannilo.it
BUON COMPLEANNO
"Nata per unire": questo è il messaggio dello spot lanciato dal Ministero della Difesa in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia (1861‐2011). In un paese lacerato dalle lotte interne e profonde divisioni, non guasta un tuffo nel romantico ricordo di Garibaldi e compagnia cantando. Era il 1861. Flaubert stava finendo Salammbô, l'illuminazione elettrica era ancora un'ipotesi e Abramo Lincoln, dall'altra parte dell'Oceano, stava combattendo una guerra di cui non avrebbe mai visto la fine [cit.]. Aprile 2010, Renzo Bossi (figlio del capo leghista): "Non tifo Italia al Mondiale in Sudafrica. Il tricolore? Identifica un sentimento di cinquant'anni fa [...] per me esiste solo una Nazionale, ed è quella della Padania.". Maggio. Questa volta tocca ad Umberto, padre di Renzo, stimatissimo ministro del nostro governo, affermare che: "Le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia mi sembrano le solite cose inutili". Non per fare politica, o meglio, partitismo, ma il sogno per il quale mille uomini combatterono 150 anni fa, oggi è soltanto una utopia; i simboli italiani, e ciò che essi rappresentano, sono disprezzati e beffeggiati. La mania dello scissionismo non finisce qui: dopo la "Padania libera" anche il sud segue la "moda" del separatismo con la timida proposta di restaurare il Regno delle Due Sicilie: insomma, non si va proprio d'accordo tutti insieme. Perché per una volta non proviamo a leggere attentamente tutto il testo dell'Inno di Mameli? Quello che noi sentiamo prima di una partita o ad una premiazione, o che ci fanno imparare sin dalle scuole elementari è solo un quinto di tutto l'inno italiano: perciò vorrei riportarvi qui sotto due righe. Noi fummo da
secoli
calpesti,
derisi,
perché non siam
popolo,
perché siam
divisi.
Raccolgaci
un'unica
bandiera, una speme:
già l'ora
suonò.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
di fonderci
insieme
uniti, per Dio,
Uniamoci, uniamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Chi vincer ci può?
Il futuro del nostro Bel Paese? Uniti o meno? Ai posteri l'ardua sentenza, dirà
qualcuno; io spero solo in un futuro migliore.
Alessandra Bruno, II C
2
Intervista al direttore e al vice direttore dell’Università
Popolare, Giovanni Sapia e Gennaro Mercogliano
Giovedì 28 ottobre 2010, presso la Sala Rossa del Palazzo S. Bernardino di Rossano, hanno preso
il via "I Giovedì dell'Unità d'Italia".
Il corso è presieduto dal preside Giovanni Sapia e dal preside Gennaro Mercogliano, rispettivamente
direttore e vicedirettore della prestigiosa Università Popolare di
Rossano.
Partner dell'iniziativa l'Università della Calabria, l'Istituto degli
Studi Filosofici di Napoli, l'Istituto Campano per la Storia della
Resistenza dell'Antifascismo e dell'Età Contemporanea di Napoli.
Il programma è molto fitto e, ogni giovedì, fino al 7 Aprile 2011,
si tratteranno argomenti di carattere storico, culturale, sociopolitico, con interventi di illustri personaggi, che si
soffermeranno su determinati episodi della vita del nostro Paese,
sottolineando l’importanza di un’Italia Unita, proprio nella
ricorrenza dei suoi 150 anni. Dalla Rivoluzione Napoletana del ’99
alle figure di Mazzini e Cavour; dallo Stato Pontificio alle origini
della Roma capitale; da Garibaldi ai diversi contributi che scuola
e letteratura hanno dato all’Unità d’Italia; e poi emigrazione,
brigantaggio... Sono queste, alcune delle tematiche che gli
esperti del nostro territorio affronteranno nel corso di preparazione alle celebrazioni dell’Unità d’Italia.
Dal momento che noi del Fattaccio abbiamo voluto trattare il tema dell'Unità d'Italia, approfittiamo della
preziosa opportunità offertaci per sapere il punto di vista dei due demiurghi della suddetta iniziativa.
1. Quale senso ha parlare di Risorgimento nell’Italia di oggi?
Preside Giovanni Sapia: Si risorge da stati di miseria, di insufficienza e ogni rialzarsi da uno stato di insufficienza è un risorgimento. Era insufficienza la mancanza di libertà e di unità ed il Risorgimento fu un sollevare la testa coraggiosamente, attraverso la rivoluzione. Oggi dovremo avere la forza di risollevare la testa perché siamo caduti molto più in basso della stato in cui eravamo prima di essere liberi ed uniti. Voi ragazzi assistete alle miserie quotidiane di questa nostra società, miserie terribili perché il brigantaggio, le violenze di cui la patria nostra allora fu vittima, non sono cose non paragonabili alle violenze, alle ruberie, al disordine di oggi. Anche oggi noi vorremo rialzarci, la nazione ha bisogno di rialzarsi. Questa celebrazione dell’Unità d’Italia può anche significare questo: RISORGIAMO UNA SECONDA VOLTA. Preside Gennaro Mercogliano: Ha sempre senso parlare del Risorgimento, poiché esso è una tappa importante della storia d’Italia. E’ l’età in cui matura nel popolo italiano il concetto di libertà, inteso come libertà dell’intera nazione, non di un solo stato. E’ attuale parlare di Risorgimento, in quanto i valori del Risorgimento sono confluiti nella Costituzione italiana. Quindi leggere la Costituzione significa anche capire l’anima antica di questa carta che regola i rapporti tra i cittadini. 2. Ad una generazione come la nostra, così curiosa e golosa di tante informazioni, ma
sostanzialmente priva di memoria e/o coscienza storica, cosa pensa che possa interessare del
Risorgimento e del valore di un paese unito?
G.S.:Ai giovani può interessare se i giovani sono edotti dall’esperienza e dallo studio. I giovani si interessano a quello che vien loro prospettato se trovano un filo conduttore tra quello che sono, che vivono e questa storia passata. Il problema è sempre quello, di non studiare la storia per la storia (cioè la storia come conoscenza di avvenimenti), ma studiare la storia per quello che la storia è. Che la storia sia maestra di vita non è retorica, si vive attraverso glorie e dolori ma le glorie e i dolori di ieri devono servire oggi perché le glorie si facciano più luminose e i dolori se ne vadano. Quindi lo studio che voi fate della storia deve essere attualizzato, ma deve partire dalla conoscenza. La storia non è fatta di curiosità, di episodi frammentari, che possono dilettare i giovani ma non li educano. La storia deve essere studiata profondamente e la scuola lo deve fare. 3
G.M.: Quello sulla libertà è un discorso dal quale l’educazione dei giovani non può prescindere. Per ciò che riguarda la vostra condizione di giovani, se proprio non ci fosse altro interesse (ma così non è), è certo un capitolo di storia che nessuno può ignorare e sul quale la critica può anche essere orientata in modo diverso, però è un capitolo in cui gli italiani hanno dimostrato il loro valore, hanno sacrificato la vita, hanno pensato che questa Italia divisa in tanti staterelli, potesse essere finalmente unita e libera. 3. Cosa ne pensa degli atteggiamenti della Lega a proposito dell’inno di Mameli e delle
celebrazioni che fanno riferimento all’Italia Unita?
G.S.: siccome l’inno di Mameli è l’inno dell’Unità d’Italia, è logico che la Lega, che non vede bene l’unità, non ascolti con piacere l’inno. Ma non l’ascolta non perché non le piace l’inno in se, ma perché non le piace quello che c’è dentro: il cuore, l’anima che l’inno comprende, cioè la storia di un popolo che era diviso e che adesso è unito e che dovrebbe trovare la forza del reciproco accordo, della reciproca generosità, del reciproco aiuto. 4. Se il periodo che ha portato all’Unità d’Italia, è stato chiamato “Risorgimento”, come
chiamerebbe l’attuale periodo storico?
G.M.:Questo è un periodo di decadenza. E’ come se il popolo italiano avesse dimenticato proprio quei valori, sui quali la patria si è costruita. Ed è il periodo in cui il richiamo del giovane verso l’educazione è un richiamo importante perché prima bisogna conoscere e la conoscenza è finalizzata all’educazione. Questa celebrazione infatti, non ha lo scopo di indottrinare ma mira alla conoscenza, soprattutto quella di questo determinato periodo storico, un fatto attraverso il quale la personalità del giovane italiano si può costruire anche in un’ottica più ampia di visione europea. 5. Dopo 150 anni cosa in Italia è veramente unito? Cosa invece non lo è più? E, per finire, cosa
non lo è mai diventato?
G.S.:Non è più unito lo stato economico. Avremo dovuto fare uno stato che pensasse egualmente a tutti i suoi figli. Oggi ci accorgiamo che i bisogni, le richieste non sono eguali dappertutto, e che la condotta dei governi non pare eguale per tutte le regioni, per tutti i bisogni. Restiamo un popolo coeso e non possiamo distruggerci in questo senso perché parliamo la stessa lingua. Finchè parliamo questa lingua, siamo un popolo e questo legame fortissimo è un grande dono della Provvidenza, della natura, della storia, perché, anche nella discordia, nel disordine, ci parliamo con lo stesso linguaggio. La disunità deriva dall’infelice discordia delle necessità e dei trattamenti. L’unità diventa parola. Ci voleva una forza morale che coinvolgesse tutti e facesse tutti popolo. Siamo nelle stesse condizioni adesso. Diceva il Risorgimento: non siamo una nazione perché il disordine, le prepotenze ci avvolgono. Siamo uniti fisicamente ma l’unità che dovrebbe essere del pensiero, del sentimento, dell’animo, dell’idea, dell’amore, dell’azione comune, l’unità in questo senso non c’è. Non è mai diventata unita l’economia. Non si può considerare unito un popolo in cui c’è una diversità atroce di trattamenti economici, di stipendi, di pensioni. Non è unito un popolo che vive sulla stessa terra e sta tra il tugurio e la reggia. Mai avremo pensato che la libertà, la repubblica che avevamo conquistato sarebbe diventata questa repubblica, della quale ci dovremo vergognare. G.M.: Il popolo è politicamente, geograficamente unito, ma è unito nella miseria, nella disoccupazione, e anche nelle glorie che può vantare (glorie della Storia, dell’Archeologia: Roma, un elemento attorno al quale ci sentiamo tutti italiani. Quando Massimo D’Azeglio sosteneva che “Abbiamo fatto l’Italia, bisogna fare gli italiani”, è vero che l’Italia era unita politicamente ma non dal punto di vista sociale. Ciò che manca al Risorgimento, l’Italia che non è stata finora fatta, la dovete fare voi, spetta a voi farla. Per questo vi dovete accostare a questi problemi, a queste tematiche con molto interesse, amore e con il rispetto verso il sacrificio di tanti eroi che hanno fatto la libertà della patria. Michela Scalzo, II B
4
NOTIZIE FLASH
*Curiosità.
Ritornano le tensioni riguardo i
rifiuti nel napoletano.
A Boscoreale
un autocompattore
è stato bloccato
e l’autista picchiato.
A Terzigno un altro camion bruciato
e i rifiuti sparsi sulla strada in segno
di protesta.
Dal 15 al 22 novembre
facebook ha promosso la settimana
dell’infanzia invitando gli utenti a
cambiare la propria immagine personale
con quella di un cartone animato. Così è
scoppiata una vera cartoon mania,
un’invasione di topolino e supereroi. E
voi quale faccia avete scelto?
*Cultura. I massimi esponenti del
mondo del cinema e del teatro
scendono in piazza Trevi, davanti
alla celeberrima fontana (luogo di
"culto" per il cinema italiano: chi
è che non ricorda la famosa scena
della Dolce Vita di Fellini?) per
protestare contro il governo a
causa del mancato rinnovo degli
incentivi fiscali a favore del
cinema e del teatro.
Cronaca.
Corteo di taxi listati a lutto
per seguire la bara del
tassista milanese, Luca
Massari, pestato a morte da
tre ragazzi per aver investito
accidentalmente il loro cane.
*Scuola.
Il ministro dell'istruzione
MariaStella Gelmini
vara due progetti sperimentali
per valutare istituti e docenti;
una vera e propria pagella
che secondo il ministro
"Finalmente si iniziano
a valutare i professori
e le scuole
su base meritocratica".
Sono previsti premi
per i più meritevoli.
5
Il 19 novembre è uscito nelle sale
la prima parte dell’ultimo
episodio di Harry Potter. Il film in
soli 2 giorni ha registrato un
incasso di 4 milioni di euro. Ma la
critica si divide sulla
spettacolarità del film e sul finale
che lascia col fiato sospeso. Si
deciderà solo dopo aver visto la
parte finale. To be continued!
Londra, 18 novembre, si celebra il
Guinness World Records Day. La
manifestazione vede più di
duecentomila sfidanti impegnarsi nelle
sfide più stravaganti per stabilire nuovi
record ed entrare così a far parte del
libro del Guinness World Records 2012.
INTERVISTA AI NUOVI
RAPPRESENTANTI
D’ISTITUTO
1. Appena entrato in questa scuola avresti mai pensato di ricoprire questo ruolo? ALESSANDRO: No,
SERGIO: Appena entrato in questa scuola vedevo i
rappresentanti d’istituto più grandi come delle persone
“lontane”, che ricoprivano ruoli a cui non avrei mai aspirato.
assolutamente no. L'altra volta
parlando con Sergio infatti
ricordavamo quando eravamo in
IV ginnasiale e alle assemblee
d'istituto provavamo vergogna
anche a fare un intervento e ora addirittura le organizziamo
noi le assemblee. 2. Qual è la tua idea di rappresentante? E’ maturata nel tempo? ALESSANDRO: Il rappresentate d'istituto innanzitutto riveste
SERGIO: Un rappresentante deve saper parlare in
pubblico,deve saper rappresentare tutte le problematiche
degli studenti nelle varie sedi competenti. Deve anche avere
conoscenze in merito all’amministrazione della scuola.
Questa mia idea è maturata nel tempo,
in IV e V ginnasiale, essendo ancora
poco maturo,tutte queste idee si stavano
ancora formando. Adesso invece essendo
al penultimo anno è maturata anche
l’idea della politica in generale. un ruolo fondamentale, poiché è nel Consiglio d'Istituto e lì è
messo alla pari delle altre rappresentanze. Prima era diverso,
ora il Comitato degli Studenti si confronta con i
rappresentanti d'istituto e delle classi; quindi vi è maggiore
collaborazione. 3.Perché e quando hai deciso di candidarti? SERGIO: Ho deciso di candidarmi perché ci tenevo a
ALESSANDRO: Ho deciso di candidarmi appena sono
rappresentare le problematiche di una scuola che ormai fa
parte di me poiché sono quattro anni che la frequento.
L’ho deciso quest’anno, prima infatti non avrei mai pensato
di diventare rappresentante d’istituto. iniziate le manifestazioni, perché ho visto che io e tutti coloro
che le organizzavano riuscivamo a trasmettere a voi, a tutta
la scuola, le nostre idee e voi vi fidavate di noi. E allora ho
deciso di propormi come rappresentante d'istituto. 4. Ritieni di avere i mezzi per realizzare quello che ti eri proposto? ALESSANDRO: Sì, assolutamente sì, e anche grazie alla
SERGIO: Sì, ritengo di essere un ragazzo che tiene
conto dei problemi della scuola e riesce a prendere in
merito delle decisioni per affrontarli. collaborazione di Sergio, Siamo stati fortunati ad essere eletti
insieme, noi che abbiamo idee comuni e che quindi possiamo lottare
e portare avanti le nostre proposte! 6
5. Un ringraziamento per coloro che ti hanno sostenuto fin dall’inizio. ALESSANDRO: Ringrazio tutti già a partire dal momento in
SERGIO: Innanzi tutto vorrei ringraziare la mia classe, la
IIB ,e poi tutti coloro che mi hanno votato.
Non mi sarei mai aspettato, infatti, di
ricevere 97 voti. cui abbiamo organizzato le manifestazioni. Pensare che
trecento persone ci hanno seguito (parlo di me e degli altri
organizzatori) sotto la pioggia fino all'Industriale mi fa
capire che da parte vostra la fiducia c'è e l'unica cosa che
riesco a dire è che farò di tutto per non tradirla. 6. Pensi che chi non pensava fossi in grado di ricoprire questo ruolo alla fine del tuo incarico cambierà idea? ALESSANDRO: Spero proprio di sì. Spero anzi che cambino
SERGIO: Sì, perché tutti quelli che non mi hanno votato lo
hanno fatto probabilmente perché sostenevano persone per
loro più competenti. Sono convinto che a fine
mandato si ricrederanno in quanto già da ora che è passato
un mese siamo riusciti a creare, insieme al mio collega,
qualcosa di nuovo e di concreto. idea prima del termine di questo mio
percorso. GRAZIE E BUONA GIORNATA! 7
L’angolo di Cupido
Si perdona finché si ama
ragazzo/a. La
ragione? Semplice.
Non solo non vogliono far trapelare le loro debolezze,
ma nella maggior parte dei casi cercano di far scaturire
ulteriori screzi, gelosie e invidie, anche tra gli amici stessi.
Ma i veri amori, se così li possiamo definire, non
possono morire, neanche per una fiamma
ardente. Certo, di tentazioni e tentatori
ce ne sono tanti e, conseguentemente si
commettono tanti errori. Ha detto
Voltaire: ‘’Ama la verità, ma perdona
l’errore.’’ Non sempre è facile, ma anche
un semplice chiarimento può mettere a posto le
cose a scapito dei tanti invidiosi…Anche, se bisogna
dirlo, cambiare aria a volte fa bene (eh… non parliamo
di nessuno in particolare…) Le nuove e vecchie coppie
tra classicisti resisteranno? E le coppie frantumate
rimetteranno insieme i pezzi? Nuove fiamme
nasceranno? A voi la parola…e soprattutto aspettiamo
nuovi scoop…altrimenti noi, su chi scriviamo?!?
Eh sì, bisogna ammetterlo: ormai siamo tutti un po’
cresciuti, sia fisicamente, sia mentalmente (chi più, chi
meno...). Abbiamo raggiunto un’età particolare: difficile,
per le scelte che bisogna fare, ma anche bella. Eh già,
cari ginnasiali, è il tempo di intrecciare nuovi rapporti e
di vivere le prime “storie d’amore”.
E a voi liceali, che avete già una certa ‘’esperienza’’, a
stravolgervi la vita ci hanno pensato le matricole del
Ginnasio (ogni riferimento a cosa o persona è
puramente casuale). È inutile che lo nascondete, tanto si
sa che molti hanno una cotta per qualcuno. Come
facciamo a scoprirlo? Semplice: basta osservare il loro
comportamento. Per esempio c’è chi si limita, per
timidezza,o per altri fattori a restare nascosto/a e
guardare chi gli/le piace da lontano.
C’è chi, una volta scoperto il numero, non fa altro che
mandare messaggini alla persona che gli/le piace,
essendo a volte un po’ appiccicoso se non ricambiato/a.
Oppure, c’è chi per arrivare subito al sodo, aspetta che
questo/a finisca l’allenamento, o qualunque altra cosa
stia facendo, per andare a parlargli/le.
Tranquilli, non facciamo nomi!!!
Spesso, però, accade di essere rifiutati e feriti. MA non
tutti mostrano la loro delusione, anzi per coprirla si
gettano tra le braccia di nuovi/e spasimanti che
probabilmente non sono il loro prototipo ideale di
Francesca Fiore & Gaia Sisca, IV B
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Anche quest’ anno l'uscita del film ispirato alle
vicende di Harry Potter ha suscitato grande
emozione.
Daniel Radcliffe e tutto il cast sono, infatti,
protagonisti di “Harry Potter e i doni della morte”
Parte I, tratto dal settimo ed ultimo libro della
scrittrice di fama internazionale J.K. Rowling.
Uscito in Italia il 19 novembre, nel giro di una
settimana la pellicola ha fatto incassare alla produzione 1.8 milioni di euro,
mentre l'anno scorso l'intero incasso ricavato dalla
programmazione di “Harry Potter e il principe
mezzosangue” è stato di 4 milioni di euro circa.
Anche negli Usa è stato possibile constatare questa
stessa notevole crescita: dai 79 milioni di dollari, incassati l'anno scorso,
si è arrivati per la pellicola di quest'anno ad incassarne circa 125
milioni.
Con "Harry Porter i e doni della morte" tutti i fan della saga dovranno
dire addio al maghetto e ai suoi amici, che hanno visto crescere quasi
una generazione di ragazzi in tutto il mondo. Lo stesso Radcliffe dichiara che l’ ultimo giorno di
riprese sul set si è pianto molto, dal momento che è come se si fosse chiusa per tutti una pagina
significativa della loro vita e della loro carriera.
D'altra parte già si sogna di rivedere i nostri beniamini in ruoli diversi e più maturi... Federica Bruno & Sara Garofalo, V C
8
BRAVEHEART - CUORE IMPAVIDO
Scozia, 1280: William Wallace, animato dal suo desiderio di vendetta, è
convinto che grazie al coraggio e soprattutto alla tattica militare gli Scozzesi
riusciranno a sconfiggere le truppe inglesi.
A capo dell’Inghilterra vi è infatti un sovrano spietato che, nel tentativo di estendere i propri domini,
ha da qualche tempo iniziato a mettere in ginocchio la Scozia, sia materialmente, mediante il saccheggio
e l'incendio delle sue città, sia psicologicamente, reintroducendo leggi inaccettabili quali lo ius primae
noctis (il diritto di un nobile di trascorrere la prima notte di nozze con le novelle spose dei suoi sudditi n.d.r.-).
William però, straziato dalla perdita del padre e dell'amatissima moglie, morti
entrambi per mano nemica, si impegna in una battaglia verso la quale è
spinto, ancor di più che dalla brama di giustizia, dal fortissimo orgoglio
nazionale. Pertanto, sotto la sua guida impavida, i ribelli scozzesi cominciano
quindi a far sentire la voce di una nazione ormai stanca di essere sottomessa.
Quando l’eroe però diventa una minaccia per l’Inghilterra, il tradimento di
alcuni suoi stessi compatrioti lo porta ad essere torturato e brutalmente
ucciso. Tuttavia, pur avendo perso il pezzo più importante del puzzle, i ribelli
continuano a combattere fino ad ottenere ciò che meritano: l’indipendenza.
Se c’è una parola chiave attorno alla quale ruota tutta la pellicola: “libertà”.
Libertà è la parola che Wallace urla a squarciagola prima di essere giustiziato,
è quel diritto che “non potrà mai essere tolto”, così come afferma nel suo
toccante discorso durante la prima battaglia del film, è quell'ideale che si dice
abbia risvegliato la coscienza nazionale scozzese, contribuendo alla
ricostituzione del parlamento nel 1998.
Sicuramente la trama appare romanzata rispetto alla verità storica, come è
naturale che sia in un prodotto cinematografico.
Mel Gibson, nonostante sia alla sua seconda prova come regista, sfoggia una
maestria da professionista, qualità pienamente confermata da “The Passion” e “Apocalypto”. Cinque
Oscar portati a casa, la nomination a miglior colonna sonora vinta, anche se verrebbe da dire che
questa, pur regalandoci le suggestive sonorità delle cornamuse, sia stata quasi composta sulle note dalla
melodia scritta da Bacalov per il "Postino".
“Braveheart” è uno di quei classici davanti al quale, quando lo si ritrova tra le proposte dei palinsesti
televisivi, non si cambia canale, neppure a distanza di quindici anni.
Anita Armentano, II C
FILM DEL MESE:
. Stanno Tutti Bene (Kirk Jones), in uscita il 12/11/10;
. Harry Potter E I Doni Della Morte (David Yates), in uscita il
19/11/10;
. Precious (Lee Daniels), in uscita il 26/11/10.
9
Crypto
Una rubrica nuova di zecca per questioni storico-scientifiche…ancora irrisolte!
di
Francesco Laurenzano
Crypto, “Il Fattaccio” si arricchisce
Da quest’anno “Il Fattaccio” si amplia con una nuova ed interessante rubrica: Crypto. Questa vuole essere un punto di
riferimento per tutti gli studenti della scuola desiderosi di approfondire o condividere informazioni e documentazioni su
questioni storico-scientifiche avvolte ancora da un alone di mistero come i Cerchi nel Grano, il Mostro di Loch Ness e
tanto altro ancora! Può essere un’occasione non solo per ampliare la propria cultura ma anche per aprire nuovi orizzonti
e, perché no, ipotizzare nuove teorie sulla figura di Santa Klaus o, ancora, sui Roghi delle Streghe! Insomma,
un’occasione da non perdere, per poter navigare nelle acque della storia e della scienza, volando al contempo sulle ali
della fantasia!
Buon divertimento!
In questo numero: I TEMPLARI
Per quale motivo sono nati i Templari? Qual era i loro vero scopo? Che fine hanno fatto?
Queste e altre le domande alle quali cercheremo di dare una risposta!
Gerusalemme (da cui il nome Templari) . Le gesta dei
Poveri Cavalieri di Cristo suscitarono grande
ammirazione negli ambienti ecclesiastici e in quelli
nobiliari; molte e ingenti furono le donazioni di terre e
beni vari da parte dei“fan” dei Cavalieri che da
“Pauperes” divennero i rappresentanti dell’Ordine
Cavalleresco più ricco dell’Occidente Cristiano. I
Templari aprirono banche e costruirono fortezze e
chiese in tutta Europa e anche fuori dai confini del
vecchio continente; essi divennero tanto ricchi da
mettere in agitazione persino il Filippo il Bello, re di
Francia…
L’influenza e il potere socio-economico dell’Ordine
crebbero fino al XIV secolo; a quel tempo la Francia
versava in una grave crisi economica e il sovrano,
Filippo il Bello, guardava ai Templari non solo come ad
un’organizzazione che potesse soverchiare il suo potere
ma al tempo stesso come una vera e propria riserva
aurea di beni e ricchezze. Fu proprio per questo che,
nel 1307, ordinò l’immediato arresto di tutti i Templari
con conseguente confisca di tutti i beni in Francia, con
l’accusa di pratiche eretiche dedite all’adorazione di
divinità pagane (Bafometto, ovvero
Maometto); la falsa accusa fu
supportata dal fatto che l’iniziazione
per entrare a far parte dell’Ordine
era spesso violenta e alquanto rude.
I Templari furono sottoposti a
crudeli torture e anche papa
Clemente V supportò, con una
bolla, l’arresto e la condanna dei
Templari- L’ Ordine si sciolse con il processo e la
Dalla fondazione dell’Ordine dei Templari
fino alla morte di Jaques de Molay
Dopo la vittoria ottenuta dagli Europei Cristiani,
durante la Prima Crociata (1096-1099) indetta da papa
Urbano II per liberare il Santo Sepolcro di
Gerusalemme dai
Musulmani “Infedeli”,
occorreva una sorta di
forza di polizia affinché
i pellegrini che
visitavano la Terra Santa
potessero essere protetti dai gruppi di Musulmani
ancora presenti in quelle terre. Così intorno al 1019 (le
date ipotizzate sono dal 1018 al 1020) nacquero i
“Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis”
o Ordine dei Cavalieri Templari (per chi non volesse
tradurre dal latino, “Poveri Compagni d’armi di Cristo
e del Tempio di Salomone”;)). I Templari furono il
primo ordine monastico – cavalleresco della storia, dal
momento che rispettavano un codice di comportamento
che contemplava l’elemento speculativo della preghiera
e quello concreto dell’azione militare. I Templari,
infatti, si proponevano di combattere per difendere i
pellegrini e il Santo Sepolcro e allo stesso tempo di
pregare e vivere in povertà. Erano organizzati secondo
un ordine gerarchico al cui vertice vi era il Gran
Maestro, rappresentante e “presidente” dell’Ordine. Il
primo Gran Maestro e fondatore fu Ugo de Payns,
nobile francese che partì con altri otto cavalieri (almeno
secondo la leggenda) per fondare l’Ordine la cui sede
era situata nei pressi dell’antico Tempio di Salomone di
10
l’esecuzione del sovrano infatti si mormora che il boia,
Charles-Henri Sanson, prima di tagliare la testa al re gli
avesse sussurrato nell’orecchio le parole “Io sono un
Templare, e sono qui per portare a compimento la
vendetta di Jaques de Molay!”. Altre leggende narrano
che il vero scopo dei Templari fosse la ricerca
del Santo Graal, la coppa da cui bevve per
l’ultima volta Gesù Cristo, o ancora, la ricerca
dell’Arca dell’Alleanza, contenitore d’oro in cui
si diceva fossero conservati i dieci
comandamenti di Mosè. Altre leggende raccontano che
i Templari fossero depositari di antichi saperi
riguardante Gesù e che fossero dediti a pratiche
ermetiche ed esoteriche. Un altro racconto riferisce
della fuga dei Templari dopo lo scioglimento
dell’Ordine in Scozia, governata all’epoca da Robert
Bruce, nemico della Chiesa. Pertanto, i Cavalieri
riuscirono a sopravvivere , addirittura sbarcando in
America e fondando la Massoneria…
condanna al rogo dell’ultimo Gran Maestro, Jaques de
Molay.
La fine dell’Ordine, l’inizio delle leggende
E’ proprio dalla morte di Jaques de Molay che
ebbero inizio le leggende e i racconti che
alimentano il mito dei cavalieri Templari; una
delle storie più significative tramandate sino ai
giorni nostri vorrebbe che Jaques de Molay,
mentre ardeva sul rogo, avesse maledetto il papa,
Clemente V e Filippo IV il Bello, fino alla tredicesima
generazione; il papa morì di dissenteria il mese
successivo e Filippo morì dopo una caduta da cavallo…
Ai tempi dell’esecuzione di Luigi XVI molti cedettero
che l’evento fosse collegato alla maledizione di Jaques
de Molay che aveva maledetto i discendenti di Filippo ,
appunto, “fino alla tredicesima generazione”: durante
Alcune risposte...
Talmente tante e vaghe sono le ipotesi che sono state azzardate nei secoli per
quanto riguarda le leggende sui Templari, che il noto storico e scrittore Umberto
Eco e’ arrivato a dichiarare: “l'unico modo per riconoscere se un libro sui Templari è serio è
controllare se finisce col 1314, data in cui il loro Gran Maestro viene bruciato sul rogo.”
In ogni caso è anche vero che se le leggende che gravitano attorno ai Templari e alla loro
storia sono nate, ci sarà anche un motivo; si può scegliere di credere alle maledizioni o al
malocchio, ma per quanto riguarda le parole di Jaques de Molay e quelle del boia Sanson
queste non sono attestate storicamente e quindi potrebbero essere il frutto della fantasia
popolare dopo che Filippo IV e i suoi discendenti persero la vita per cause accidentali o in
modo violento.
Per ciò che riguarda il Santo Graal e l’Arca dell’Alleanza, le leggende sono nate in seguito al
fatto che i Cavalieri avessero il loro Quartier Generale nei pressi del Tempio di Salomone,
luogo ritenuto dai Cristiani mistico e misterioso; si vociferava infatti che è proprio sotto il
tempio che i Templari avessero trovato la sacra coppa e l’Arca,
ma è difficile pensare che siano stati mandati in Terra Santa per
trovare il Santo Graal: il Tempio infatti era stato affidato a loro
inizialmente come sede provvisoria; inoltre la scoperta (e
l’occultamento) del Graal e dell’Arca sarebbe stata un’ottima
accusa da parte del re, che l’avrebbe inculcata a suon di
condanne e torture anche nelle menti del popolo che ha
tramandato la leggenda sino ai nostri giorni.
D’altra parte, le leggende sul Santo Graal circolavano da prima
e la scoperta di un simile tesoro avrebbe potuto far gola sia ai
papi, mandanti dei Templari, che ai Cavalieri stessi…
Anche l’accusa di pratiche esoteriche ritengo sia basata soltanto
sulle false accuse mosse contro i Templari in maniera tanto insistente da giungere fino ai giorni
nostri; è innegabile però il fatto che i Templari praticassero riti iniziatici per i cadetti cavalieri e
che la loro vicinanza agli islamici avrebbe potuto favorire qualche influenza di tipo ermetica e
misteriosa…
La fuga in Scozia è quanto mai probabile: come già detto, la Scozia era davvero un luogo sicuro
dalla Chiesa allora, ma per quanto riguarda la precoce scoperta delle Americhe…beh…lascio
a voi i commenti!
11
Memento
FRANCO BATTIATO
“Si può sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare”
( da Povera Patria )
“Povera patria” è sicuramente una delle canzoni più particolari nel repertorio del “maestro”: l’unica
a contenuto politico che tratta la difficile condizione dell’uomo nella società moderna. Come può
essere permesso al cittadino di realizzare il proprio sogno
democratico se la struttura sociale va sempre più evolvendosi
verso una velata tirannide di pensiero ? Il mondo deve “tornare a
quote più normali” ovvero purificarsi nella propria natura,
corrotta dall’anelito umano alla dominazione e alla
sopraffazione. L’augurio del componimento è una nuova forma
sociale alle quale siano estranee le dittature e che contempli le
semplicità della vita, il cielo, i fiori. Sembrano quasi due realtà
parallele e incomunicabili: il grigiore delle strade cittadine e della
politica, satura di corruzione e priva di quel forte accento
cromatico che invece caratterizza la vita della natura, vincolata
da leggi tanto congenite all’animo da generare forte frizione con
quelle degli uomini . Il cenno finale risulta di intenso significato
se rapportato con questa concezione sociale : tanto è impregnata
l’aria dell’artificiosità umana da alienare l’arrivo
della primavera, intesa nella natura di entità
araldica, portatrice di luce e di purezza. L’aforisma
FRANCO BATTIATO
che ne deriva per quanto ormai datato è di
straordinaria attualità: nell’anno celebrativo
Cantautore di fama internazionale è fra
dell’Unità d’Italia problematiche risalenti all’età
le personalità più eclettiche, originali e
delle poleis si manifestano ancora in tutta la loro travolgente
influenti del panorama
artistico/musicale italiano; peculiare
radicalità. La facoltà di miglioramento come punto d’inizio per
della sua musica è il tono onirico,
una palingenesi sociale costituisce l’impasto ideologico primario
scaturente anche dai temi
del pensiero di Battiato. L’invito che traspare dalla canzone è
principalmente filosofici e spirituali
tanto atavico da sembrare un anacronismo nella nostra società
all’oggetto dei componimenti.
evoluta e progredita: profondere le proprie energie per il
Celeberrimo per gli studi sulla lingua e
miglioramento proprio e affinché questo possa rispecchiarsi su
cultura indiana ha dedicato a questa
tutta la società e costituire oggetto di crescita collettiva. L’uomo
realtà così inesplorata gran parte dei
è perfetta commistione tra bene e male rappresentabile mediante
propri scritti, primo tra tutti il testo
il tao, simbolo del patto siglato tra i due opposti che coesistono
della canzone “ Inneres Auge ” sulla
nella nostra natura ( F. Battiato relaziona su questo tema nel testo
della canzone “Il ballo del potere” ). Pur non potendo alienare il male che è connaturato all’essere
uomo, si può prediligere il bene e permettere che questa scelta si ripercuota su tutta la comunità
cagionandone un miglioramento collettivo. In attesa di una più complessiva presa di coscienza delle
masse, “la primavera intanto tarda ad arrivare”.
Davide Gambetta, II A
12
Noise
Ho sempre pensato che mettere su il disco London Calling dei The Clash fosse il modo
migliore per cominciare a scrivere qualcosa, qualsiasi cosa fosse e di qualsiasi cosa
trattasse.
E nell’ambito del qualsiasi cosa rientra sicuramente anche la storia dell’unità d’Italia; il tutto sta nel
trovare l’aspetto giusto sotto il quale avviare l’analisi.
Ogni giorno ci svegliamo con gli occhi pieni di nuove notizie in merito al tentativo da parte del
“green power”- voglio definirlo così - di “federalizzare”, a detta dei suoi rappresentanti, ovvero
di divedere, come la penso io, ciò che è stato guadagnato a scapito della vita di molti nostri fratelli,
caduti appunto per ciò che allora sembrava il sogno di tutti.
Pensando alla lotta per unire l’ Italia, mi tornano subito alla mente le cinque giornate
di Milano, durante le quali si registrò una delle più grandi rivolte nella storia di Italia,
quella di Milano nei confronti dell’Austria, l’ostacolo “straniero” all’indipendenza e
quindi all’unificazione del nostro Paese.
Passiamo ora all’evento ricordato da tutti come decisivo ai fini dell’unificazione
della penisola: la spedizione dei Mille. La rivolta che fino al allora era stata
prettamente elitaria si trasforma in una rivolta di tutto il popolo, desideroso di
affermare la propria identità politica. Come dice Patti Smith, nel suo periodo
d’abbandono di un punk rimastole comunque radicato nel cuore, People Have The
Power: il popolo soltanto ha il potere di cambiare le cose.
Però, i sogni prima o poi finiscono, ed infatti all’indomani dell’unificazione d’Italia,
anche Garibaldi si trova a dover fare i conti con il potere regio e deve mettersi
da parte. Niente dura per sempre, neanche la fredda pioggia di novembre, come
affermano in November rain i Guns ‘n Roses, anche se qui in Italia la pioggia
sembra non finire mai, oggi come allora.
E dunque abbiamo un Italia unita sì, però nelle mani del re, e questo non era ciò
che il popolo avrebbe voluto si realizzasse.
Poi, si sa, quando il sogno fallisce, nasce la delusione e contestualmente la
rivolta.
Garibaldi diventa zimbello del popolo e quest’ultimo in catene si abbandona ad una
Redemption Song non proprio pacifica; dilaga il fenomeno del brigantaggio
soprattutto al Sud e l’anarchia self service, un po’ come quella cantata dai Sex Pistols
in Anarchy in the UK.
Bisogna aspettare il 2 giugno del 1946 per avere la Repubblica italiana: finalmente arriva il giorno
della vittoria per tutti coloro che avevano combattuto e condiviso il sogno.
E, dunque, giunti alla fine di questa riflessione, bisogna chiedersi se sia giusto
abbandonare il sogno che dura ormai centocinquanta anni e se dividere l’Italia è
proprio quello che vogliamo.
Voglio aggiungere il mio nome alla lista di quelle migliaia di persone che vogliono
lasciare l’Italia unita e renderla davvero tale, una volta per tutte.
Vi lascio quindi con un pezzo che spero vi faccia pensare: Dreamer di Ozzy
Osbourne.
Auguro anche a voi di sognare un giorno migliore, diverso da questo.
Bruno Aloisio, II B
13
Fahrenheit 451
Il Gattopardo: l’unità d’Italia da un altro punto di vista.
Quando mi è stato detto che questo numero de Il Fattaccio avrebbe
avuto come tema l’unità d’Italia, ho seriamente rischiato di rimanerci
secca. Come avrei fatto a trovare un libro che si adattasse al tema
senza tuttavia risultare stucchevole e affettato, un libro che parlasse di
Garibaldi, Cavour e Savoia senza cadere nel più banale e scontato
patriottismo? Ho passato i cinque minuti più lunghi della mia vita a
scervellarmi per cercare di trovare un libro del genere. Infine l’idea di
recensire Il Gattopardo mi ha colpito pressappoco come la mela
colpì Newton. Certo, io non ho scoperto una legge della fisica, ma se
questa recensione servirà ad invogliare anche un solo lettore a leggere
o rileggere questo capolavoro della nostra letteratura, potrò
considerarmi soddisfatta almeno quanto il vecchio Isaac.
Pubblicato postumo da Feltrinelli nel 1958, Il
più importante per il nostro Paese, un’epoca,
Gattopardo è un romanzo storico, decadente e
quella della nascita dello Stato italiano, a cui
psicologico
ambientato
negli
anni
del
siamo abituati a guardare con rispetto e
Risorgimento italiano. Rappresenta un caso
ammirazione, non si trova nel romanzo alcuna
editoriale alquanto singolare in quanto, nonostante
scena di guerra o completamente centrata
fosse stato rifiutato più volte da parecchie case
sull’unità d’Italia. Poiché non è dell’unità
editrici - tra le quali la Einaudi e la Mondadori d’Italia che questo romanzo parla, ma
prima di arrivare alla Feltrinelli, dopo la
piuttosto della fine del regno borbonico, del
pubblicazione raggiunse ben presto un grande
tramonto di un’epoca con le sue idee e
successo divenendo uno dei romanzi più
tradizioni. Il filo conduttore dell’intero
importanti della letteratura italiana e mondiale.
romanzo è la decadenza filtrata attraverso lo
Nel 1959, infatti, vinse il premio Strega e nel
1964 Luchino Visconti ne fece un film che, come
sguardo sorprendentemente distaccato di Don
il libro, fu tradotto in tutte le lingue. L’autore,
Fabrizio Corbera, principe Salina, nobile
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, non riuscì
siciliano che vede la sua terra, il suo mondo,
purtroppo a vedere il suo romanzo pubblicato né
cambiare di giorno in giorno. Il principe non è
il successo che riscosse. Morì, infatti, un anno
uno sciocco, e mentre il resto delle persone
prima che il romanzo giungesse nelle mani di
che lo circondano inneggia all’unità d’Italia,
Feltrinelli, lasciando il compito di farlo pubblicare
lui vede fin dal principio che in quel nuovo
alla famiglia, perché profondamente convinto
mondo, che sta nascendo sui resti ancora
della validità del romanzo. Il titolo si riferisce allo
fumanti del vecchio, non c’è posto né per lui
stemma della nobile famiglia protagonista per la
né per le sue convinzioni. Ma, al tempo
quale Tomasi di Lampedusa si ispirò ai suoi stessi
stesso, non
antenati e in particolare al suo bisnonno, il
Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa
può
fare
vissuto, appunto, durante il Risorgimento.
nulla
per
evitare che
tutto
ciò
È davvero difficile cercare di trasmettere
avvenga
e
attraverso poche sterili righe la strana magia
così non gli
del Gattopardo, quel sapore acre di vittoria e
resta
che
di sconfitta insieme che percorre tutto il libro
assistere impotente la fine della sua epoca. Ma
costringendo chi lo legge a rimanervi con il
questo romanzo, questo meraviglioso
naso incollato e il fiato corto fino all’ultimo
romanzo, non parla solo della fine dell’epoca
capoverso. Non fraintendetemi, non è un
borbonica, anzi. Possiamo dire che la fine del
romanzo d’avventura, non lo è affatto.
regno borbonico ha la stessa marginale
Nonostante sia ambientato nell’epoca forse
importanza della nascita di quello italiano. Il
14
vivre del principe diminuisce sempre più. Il
racconto fa un salto temporale di circa
vent’anni, dal 1862 al 1883, per illustrarci la
morte che scende su Don Fabrizio quasi come
una benedizione a lungo attesa strappandolo
dalle braccia assai più opprimenti dell’apatia
in cui era caduto negli ultimi decenni della
sua esistenza. Un ulteriore salto temporale ci
porta nel 1910 dove troviamo le signorine
Salina, figlie del defunto principe, ormai
vecchie e sole. La fine del romanzo, la fine di
un epoca, è sancita da un episodio: la Chiesa
fa ispezionare la cappella privata dei Salina,
costringendo le signorine ad assistere,
impotenti, alla distruzione di molte delle
reliquie di famiglia fino ad allora gelosamente
custodite. La distruzione delle reliquie
corrisponde alla cancellazione dei ricordi, alla
recisione del sottilissimo filo che continuava
cocciutamente a tenere in vita, almeno nella
memoria, un passato oramai lontano.
Gattopardo parla della decadenza di un’epoca,
di una famiglia ma soprattutto di un uomo.
Quando il romanzo ha inizio, il principe
Fabrizio è già diventato spettatore passivo
della sua vita. Nonostante i tempi in cui ci
troviamo, non gli importa gran che della
politica né di qualcos’altro eccetto forse,
l’astronomia e Tancredi. Tancredi è il nipote
di Don Fabrizio ed il suo pupillo, l’unico nella
famiglia a non possedere una piattezza di
spirito e di carattere e in cui il principe
sembra rivedere se stesso da giovane.
Tancredi, all’inizio della storia, pare essere
innamorato di Concetta, figlia di Don
Fabrizio, ma finisce per sposare – col
consenso e la benevolenza del principe - la
bella, vivace e ricca Angelica, figlia del
sindaco di Donnafugata, dove i Salina hanno
la loro residenza estiva. Calogero Sedara, il
padre di Angelica, non è nobile ma il suo
patrimonio è davvero ingente. Questo
particolare, insieme al fatto che il principe
caldeggi il matrimonio
di suo nipote con una
donna di ceto sociale
inferiore, è emblematico
del fatto che i tempi
stanno cambiando: la
classe sociale di Don
Fabrizio non è più in
grado di rigenerarsi e
Tancredi, che ha in
mente di intraprendere
la carriera politica ma ha
sperperato tutti i soldi del padre, ha bisogno
di sposare una donna inferiore a lui per ceto
sociale ma superiore in quanto a patrimonio.
Il romanzo si protrae fin oltre l’unità d’Italia e
man mano che la storia prosegue la joie de
Ho cercato di far comprendere ai lettori
almeno un po’ della forza, della pacata
disperazione
che percorrono in maniera
vibrante l’intera opera de Il Gattopardo, ma
credo che non sia possibile riuscirvi appieno,
o almeno per me non lo è. La vera essenza del
romanzo può essere espressa solo attraverso
le memorabili parole dell’autore che fa dire a
Don Fabrizio : «Tutto questo non dovrebbe
poter durare; però durerà, sempre; il sempre
umano, beninteso, un secolo, due secoli...; e
dopo sarà diverso, ma peggiore. Noi fummo i
Gattopardi, i Leoni; quelli che ci
sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene;
e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore
continueremo a crederci il sale della terra».
Raffaella Sero, V C
15
Sull’Unità… d’Italia
Dopo le campagne napoleoniche, spinte nazionali e nazionalistiche caldeggiate dai Savoia, portarono
ad una serie di guerre di indipendenza contro l'Impero
Austro-Ungarico. Determinante in questo senso fu l’azione alla guida
dell'esecutivo del Regno Sabaudo di Camillo Benso, che seppe farsi portavoce della borghesia liberale del
tempo e di un gran numero di intellettuali.
Con la spedizione dei Mille al Sud e la conseguente discesa da Nord dei Piemontesi nel 1861 si riuscì ad
unificare sotto i Savoia gran parte della penisola. Roma entrò a far parte del Regno d’Italia nel 1870, mentre il
Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia, insieme ad alcune terre irredente del Friuli, saranno incorporati solo
dopo la prima Guerra mondiale.
Ed ora, qualche domanda per consolidare le nostre conoscenze storiche…
1.
Chi era Camillo Benso?
a)Conte di Cavour
b)Generale di Cavour
2.
Quante furono le guerre d’indipendenza italiane?
a)Tre
b)Due
3.
La spedizione dei Mille avvenne sotto la guida di…
a)Napoleone Bonaparte
b)Giuseppe Garibaldi
4.
In che anno vengono annessi il Veneto e il Friuli al Regno d’ Italia?
a)1866
b)1668
5.
In che anno venne unificata sotto i Savoia tutta la penisola?
a)1861
b)1860
6.
A cosa servirono i Patti Lateranensi?
a)A sanare una profonda frattura fra Stato e Chiesa
b)A stringere un accordo con il popolo
PUNTEGGI:
Domanda 1: A +5 punti, B + 0 punti;
Domanda 2: A + 0 punti, B + 5 punti;
Domanda 3: A + 0 punti, B + 5 punti;
Domanda 4: A + 5 punti, B + 0 punti;
Domanda 5: A + 0 punti, B + 5 punti;
Domanda 6: A + 5 punti, B + 0 punti.
Profilo A: “FAILED” ( Da 0 a 19 punti)
La storia dell’Unità d’Italia non è proprio il tuo forte. Studia per colmare le tue lacune, sei ancora in tempo!! ;)
Profilo B: “ SMALL ASS” ( Da 20 a 39 punti)
Non te la sei cavata male, ma potresti fare molto di più! Con costanza e impegno arriverai a ottimi risultati!!
:P
Profilo C: “ WINNER” ( Da 40 a 60 punti)
Sei un campione! Studi, ti impegni e alla fine vinci! Complimenti! Sei un vero
Garibaldino !!:D
Teresa Carolei & Giusy Calarota, V B
16
Note scolpite
BROTHERS IN ARMS
Dire Straits
These mist covered mountains
Are a home now for me
But my home is the lowlands
And always will be
Some day you'll return to
Your valleys and your farms
And you'll no longer burn
To be brothers in arm
Through these fields of destruction
Baptism of fire
I've watched all your suffering
As the battles raged higher
And though they did hurt me so bad
In the fear and alarm
You did not desert me
My brothers in arms
There's so many different worlds
So many different suns
And we have just one world
But we live in different ones
Now the sun's gone to hell
And the moon's riding high
Let me bid you farewell
Every man has to die
But it's written in the
starlight
And every line on your palm
We're fools to make war
On our brothers in arms
Queste montagne coperte da nebbia
ora sono una casa per me,
ma la mia casa è la pianura
e lo sarà sempre.
A volte tornerete
nelle vostre valli
e nelle vostre
fattorie
e non brucerete
più
per essere
compagni
d’armi.
Attraverso questi campi di distruzione
battesimo del fuoco
Ho guardato tutta la vostra sofferenza
quando le battaglie infuriavano davvero
e anche se mi hanno fatto così male,
nella paura e nell’agitazione,
non mi avete mai abbandonato
oh,miei compagni!
Ci sono tanti mondi differenti,
tanti soli diversi.
E viviamo in mondi diversi,
anche se ne abbiamo soltanto uno.
Ora il sole è andato all’inferno
e la luna sta alta nel cielo
fatemi dire addio a voi.
Ogni uomo è destinato a morire
ed è scritto nelle stelle e
in ogni linea sul tuo palmo.
Siamo davvero matti a far combattere
la guerra ai nostri compagni d’armi!
Alessandro Longo, II C
17
ENIGMATICA – MENTE L’ENIGMISTICA DEL LICEO PAROLE CROCIATE
( Davide Gambetta )
ORIZZONTALI
1-I poemi che narrano le gesta dei cavalieri medievali ( come il
“ciclo bretone” ) 12- Preposizione articolata 13 – Il tipo di platino di
cui è costituito il campione di massa a Sèvres 14- Ricoperto di
crema zuccherata 15 – Strada 16- Livelli Essenziali di Assistenza 17
– International Rectifier 18- Le pari in Samo 19- Segnale d’arresto
20- Insetti ronzanti 21 – Il cuore di uomo 22 – Non qui 23 – Felice
25 – Inizio di poi 26-SOciety of Research on African Cultures 28 –
Il Padre 29 – Attuale Iran
VERTICALI
2- La Merkel cancelliere tedesco 3- Non espliciti, vaghi 4 –
Permette il volo 5 – Lo scultore dell’ Apoxyomenos 6 – Termine che
indica l’amministrazione patrimoniale dello stato 7 – Rito senza fine
8 – Principio di edonismo 9 – Silicio 10 – Nascondiglio di briganti 11 –
Relativa alla penisola italiana 16 – Quel ramo del … di Como 18 - … che a nullo amato amar perdona 21 – Cose senza testa 22 – Lamenti
poetici 24 – Amministratore Delegato 27 – Riso senza vocali
PAROLE CROCIATE
( Davide Gambetta )
ORIZZONTALI
1 – Capitale della Grecia 6 – Una
piccola autovettura 10 – Quello Alfano
è stato molto dibattuto 11 – N.D. 13 –
L’io latino 14 – … la sorte può essere
pericoloso 16 – L’italiano per scit 17 –
La “piccola tesi” degli esami di
maturità 18- Le doppie in assommato
19 – L’ “ unto”. 20 – Vado via 22Titano che sostiene il cielo 25 – Il
cuore dei poeti 26 – N.D. 27 – Rete
civica di Prato 29 – Acido
deossiribonucleico 30 – Non proferisce
suono 32 – Il Gaetano cantante 34 – Quella mielitica avvolge gli
assoni dei neuroni 35- Via senza inizio 36- Celebre soprano
statunitense ( iniziale del nome e cognome completo ) 38 –
British Airways 39 – Un punto nel calcio 40 – L’inizio di treno 41
– Nipote di Abramo da cui discendono Moabiti e Ammoniti 42 –
Non è volente 44 – L’ Immanuel filosofo della “ critica della
ragion pura” ( immagine ) 45 – Il paroliere italiano collaboratore
di Lucio Battisti 46 – Sosteneva la spada di Damocle
T
VERTICALI
1 – Città ove risiedeva un’antica biblioteca famosa per i suoi
filologi 2 – La veste del magistrato 3- Antico nome di Tokyo 4 – Negazione 5 – Disattenzioni e conseguenti errori 6 – Il Connery
attore 7 –Mirate… senza la dentale 8 – La dea greca dell’inganno 9 – Radio Vaticana 11 – Il fabbro degli dei 12 – Agli antipodi
dell’amore 14 – Dal colore non vivido 15 –… che a nullo amato amar perdona ( If, 5 v.103 ) 18 – Il Walter autore di Ivanhoe 19 –
L’inglese per “ pulisco” 21 – La più piccola unità narrativa che abbia una propria autonomia all'interno di una sceneggiatura 23 –
La Cagnotto tuffatrice 24 – Famoso drammaturgo alla corte di Luigi XIV senza la “e” finale 27 – Vegetali 28 – Il gruppo “ New
Energy New York” ( sigla ) 30 – Il sole di Londra 31 –Corrette 34 –N.D. 33 – La “paga” di Caronte secondo gli antichi 37 – Uno
dei demoni riconosciuti dal concilio di Braga 38 – Città tedesca 39 – Un’organizzazione internazionale di oncologia 41 – I
“lamenti” dei poeti 42 – Non è si 43 – La fine della nota 44- Simbolo di un gas nobile
18
SFINGE + REBUS
( D. Gambetta )
BISENSO
Si è sentito al telegiornale e alla xxxxx
Che quel famoso calciatore
Si è fratturato un xxxxx !
AGGIUNTA INIZIALE
Ah, mi ritengono uno zxxxxx,
da sotto lo sguardo la banconota m’hanno xxxxx
e, alzandosi, pensano che non me ne sia accorto !
SCIARADA
Altro xxx non gli è zzzz
Nella terra scura
Alla salma del morto xxxzzzz
ANAGRAMMA
Titolo di romanzo: ROSPI MESSI POS
REBUS
( Come accecare un ciclope 8,1,6)
FALSO ITERATIVO
“ Cosa xxxxxxxx !” i Romani così la intendevano
Che il nostro stato lo sia, molti i dubbi.
E ancor c’è chi vanta d’appartener alla zzxxxxxxxx”.
CAMBIO DI INIZIALE
Il senso della vita xxxx
lo si coglie solo sul far della nostra zxxx.
SFINGE ILLUSTRATA
( Si possono osservare sul far della sera , 7 )
COL
T
C
O
1. La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano
O
P
2. Le Valchirie, Paulo Coelho
T
3. Accabadora, Michela Murgia
E
N
4. Mangia prega ama, Elizabeth Gilbert
D
5. L’intermittenza, Andrea Camilleri
I
6. I love mini shopping, Sophie Kinsella
N
O
7. I segreti del Vaticano, Corrado Augias
V
E
8. Acciaio, Silvia Avallone
M
B
9. Canale Mussolini, Antonio Pennacchi
R
E
10. Lo psichiatra, Wulf Dorn
Carmela Pirillo e Graziella Avena, I C
19
Ragazzi belli!!!
Gli astri ritornano ancora…cosa
vorranno mai dirci
quest’anno??
Mmh...
Ariete: Finalmente vi state accorgendo che
l’estate è finita! Inizia il momento
della salita, della fatica e…della
vittoria!!! State attenti però: non fatevi trovare impreparati né in amore e
nemmeno a scuola! :D
(Personaggio del segno: Giovanni Allevi).
Toro: E’ arrivato il momento di tirar fuori tutta l’energia che nascondete! Utilizzatene il 70% a scuola,
29,9% con gli amici e lo 0,1% in amore (in questo mese ci penseranno gli astri a
portarvi fortuna in questo campo). :D
(Personaggio del segno: Barbara D’Urso).
Gemelli: In questo periodo vi occorre un po’ di riposo per rimettere in ordine le idee.
Vi basterà una breve pausa per tornare più frizzanti di qualsiasi bibita! :D
(Personaggio del segno: Naomi Campbell)
Cancro: Mettete da parte paure, insicurezza, preoccupazioni e…esprimete tutte le
vostre qualità! Solo con queste, infatti, conquisterete il mondo! ☺
(Personaggio del segno: Gabriel Garko)
Leone: Sarà un periodo intenso, ricco di impegni, di novità, di sorprese… Un periodo
movimentato, ma anche molto divertente grazie alla vostra simpatia e alla
vostra determinazione. ;)
(Personaggio del segno: Raul Bova)
Vergine: E’ ancora troppo presto per pensare ai regali di Natale! E non dite di essere
già stanchi perché siamo solo (o meglio “ancora”) all’inizio! Coltivate il vostro
intuito naturale (anche nelle versioni possibilmente xD) e non sbaglierete! :D
(Personaggio del segno: Belen Rodriguez)
20
Bilancia: In questo periodo non risparmiate forze e intelligenza e abbiate fiducia…le
vostre fatiche saranno ben ripagate. Avrete delle grandi soddisfazioni,
anche in amore sarà il momento giusto per curare la propria autostima. ;)
(Personaggio del segno: Avril Lavigne)
Scorpione: E’ giunto il momento di mettere ordine nei vostri pensieri. Riflettete su
ciò che volete davvero; senza lasciarvi condizionare dalle mode del
momento. Voi dello scorpione avete una personalità profonda e tenace…
Gli amici vi aiuteranno ad esternarla! :D
(Personaggio del segno: Alessandro Del Piero). :D
Sagittario: Non basterà qualche caduta a farvi perdere la grinta che vi fa circondare da
amici! Continuate a sorridere anche davanti alle difficoltà e gli astri vi
ricompenseranno ;)
(Personaggio del segno: Brad Pitt).
Capricorno: Eccoci finalmente al SEGNO DEL MESE!!! Sembra che gli astri abbiano deciso di
concentrare la fortuna nelle vostre mani!!! Vi è concesso quindi di rischiare…ma solo
qualche volta! Vi ricordiamo che la fortuna è pur sempre una “dea
bendata!” :D
(Personaggio del segno: Manuela Arcuri)
Acquario: Cena al lume di candela, vacanze alle Hawaii, relax nei migliori hotel
d’Europa…mi dispiace, ma per il momento è solo uno dei tanti sogni che vi
permette di sfuggire dalla realtà! Sarà un mese sicuramente ricco di
impegni…mostratevi quindi attenti e svegli (anche a scuola se ci riuscite
xD)
(Personaggio del segno: Vasco Rossi) :D
Pesci: State attenti a gestire bene gli impegni perché gli astri non vi lasceranno un
attimo di tregua…ma non preoccupatevi: alla fine del mese la fortuna
tornerà ad essere dalla vostra parte. Intanto vi consigliamo di non
trascurare il/la vostro/a partner e/o i vostri amici. Per il momento nella
classifica dei segni più fortunati siete all’ultimo posto (ahahahah xD) :D
(Personaggio del segno: Luciano Ligabue)
Carmela Pirillo e Graziella Avena, I C
21
Per le ragazze della fila a
sinistra del II B:
PARLATE TROPPOOOOO...
CERT CUMMAR
ASSIMIGHJAT...
Per Eva, II B
Oggi hai le treccine... “E nno
ffa nnienteee!”
Sei
bellissima sempre! ☺
Da “faccina pietosa”
Per il ROBERT
PATTINSON del
Liceo Classico:
IL CLASSICO
REGNA!
Un bacione alla mia
stella!
By
Alessandro
Rugna, I B
del II C
mandano
un affettuoso saluto alle
prof.sse Cipriani &
Filomia! ☺
X Amalia, II B
Tu sei il
mio
SOLE e
io giro
intorno a te!
Dal tuo
Girasole! :D
... Abbiamo pure Gesù in 3°
C!
Anonimo
Sei bellissimo! *_*
Un in bocca al lupo per i
nuovi Rappresentanti
d’Istituto. Sono sicura che
sapranno rappresentarci al
meglio! ;)
Laura
FORZA
JUVE!
“Oggi è Santa Barbara, un
applauso!”
☺
By II B
MANUALE
E
GANTO
X
SEMPRE
By Ale Dj
Complimenti ad Emanuele Tedesco e a Roberto Labonia per essersi qualificati primi nei Giochi d’Archimede! ☺ NB: Scriveteci ancora più numerosi!
Per farlo, basta scrivere il vostro
messaggio su un foglio di carta e
inserirlo nell’apposita cassetta de “Il
Fattaccio”! ☺
22
LA REDAZIONE
Coordinamento Editoriale: Prof.ssa Idalina Cipriani
Alessandra Bruno e
Laura Cavallo:
capiredattori
Davide Gambetta
Bruno Aloisio
Alessandro Longo
Tatjana Acri & Agata Romano
Francesca Fiore & Gaia Sisca
Miriam Cosenza
Teresa Carolei & Giusy Calarota
Carmela Pirillo & Graziella Avena
Francesco Laurenzano, Raffaella Sero
Anita Armentano
Sara Garofalo
Federica Bruno
Michela Scalzo
Prodotto didattico che non
va sottoposto alla
disciplinare di cui all’art. 1
comma 3°, legge n. 62/2001.
23sull’editoria)
(legge