Bizantini, arabi e turchi tra X e XI secolo

Transcript

Bizantini, arabi e turchi tra X e XI secolo
PARTE 1
IL BASSO MEDIOEVO
1. L’ESPANSIONE EUROPEA E LA CRISI DEGLI ARABI
E DEI BIZANTINI
Il Mediterraneo come centro del mondo
Sulle rive del Mediterraneo si affacciano tre continenti: Europa, Asia e Africa. Per questo gli antichi lo consideravano il centro del mondo. E centro del mondo il Mediterraneo
fu anche dopo il Mille, nel contesto della rinascita dell’Occidente, che non tardò a manifestarsi anche nelle relazioni internazionali: a partire dall’XI secolo, infatti, dopo essere
stato a lungo controllato soprattutto dai Bizantini e dagli Arabi, il Mediterraneo registrò
un nuovo protagonismo degli Europei. Su questo mare, dunque, si affacciavano tre civiltà in forte contrasto tra loro:
• la civiltà cristiana d’Occidente, fedele al papa di Roma;
• la civiltà cristiana d’Oriente, fedele alla Chiesa ortodossa e dominata dall’Impero bizantino;
• la civiltà islamica fondata da Maometto e trasformata dai suoi seguaci in un vero e
proprio impero.
Nei secoli compresi fra l’XI e il XIII, in coincidenza con la crescita commerciale dell’Occidente, queste tre civiltà si scontrarono. Gli Europei furono avvantaggiati dal fatto
che sia l’Impero bizantino sia quello islamico attraversavano una fase di crisi.
Bisanzio era ormai entrata nel suo lento ma irreversibile declino e subiva l’aggressione
islamica sui confini orientali. Nel contempo il contrasto del cristianesimo orientale con
la Chiesa di Roma esplodeva nello scisma del 1054 (vedi Unità 1) e le divergenze teologiche concorrevano ad alimentare un profondo disprezzo reciproco costituito da pregiudizi di ogni genere: a Roma, per esempio, si era convinti che il popolo bizantino fosse corrotto e troppo incline al lusso, mentre i Bizantini giudicavano gli Occidentali rozzi, degni eredi dei barbari piuttosto che dei Romani.
Radici assai più profonde avevano, invece, le ragioni dello scontro tra cristianesimo e
l’islam: per comprenderle occorre ripercorrere la storia dei rapporti tra il mondo cristiano e quello musulmano.
Festa tra mercanti arabi,
miniatura da un codice
arabo dell’XI secolo.
Milano, Biblioteca
Ambrosiana.
94
Mondo islamico e mondo cristiano
Fu l’Europa a trarre i vantaggi maggiori dal rapporto fra mondo islamico e mondo cristiano, soprattutto da un punto di vista culturale. L’Occidente ricevette infatti dagli Arabi forme artistiche, innovazioni tecniche e
idee scientifiche fondamentali: ricordiamo
per tutte la numerazione araba, in realtà di
origine indiana ma giunta in Occidente proprio grazie agli Arabi. Questi ultimi fecero anche da tramite per molte conoscenze risalenti al mondo classico, come la filosofia di Aristotele o i trattati scientifici greci. Questi testi circolavano nelle capitali del mondo islamico, come Baghdad o Damasco, ma si trovavano anche in Sicilia e in Spagna: Toledo, ad
esempio, era un importante centro di scambi
e traduzioni col mondo cristiano.
Mentre i musulmani raramente si recavano
in Occidente (si trattava infatti di un’area povera rispetto a quella araba), gli Europei viag-
CRISTIANESIMO E ISLAM: UN CONFRONTO SU TRE CONTINENTI
UNITÀ 3
Ren
o
Danu
Cordova
Roma
bio
Costantinopoli
Baghdad
Civiltà cristiana d’Occidente
Civiltà cristiana d’Oriente
Civiltà islamica
Il Cairo
Le civiltà mediterranee nell’XI secolo
giavano in lungo e in largo per il mondo islamico. Dalla rinascita dell’XI secolo in poi i
mercanti occidentali (di ogni paese, ma chiamati dagli Arabi genericamente «Franchi»)
commerciavano con i porti musulmani e con le città dell’interno dove si procuravano
manufatti di ogni genere, soprattutto le merci che gli Arabi a loro volta acquistavano in
Asia centrale, in Oriente o in Africa: pietre preziose, spezie, piante aromatiche, sete, metalli, ceramiche. Dall’Europa giungevano invece nel mondo arabo essenzialmente tre
prodotti: schiavi, armi e lana inglese.
Gli Arabi importavano schiavi perché la legge islamica vietava di ridurre in schiavitù un
musulmano o un infedele che pagasse il tributo richiesto: gli schiavi, quindi, o erano a loro volta figli di schiavi o provenivano da altri paesi. Grandi quantità di schiavi, infatti, erano fornite dalle incursioni che i corsari musulmani del Mediterraneo occidentale compivano periodicamente, in particolare fra X e XII secolo, sulle coste dei paesi cristiani. Ma
non bastavano. Per questo spesso si ricorreva ai cristiani, in particolare ai Veneziani, che
vendevano ai musulmani schiavi provenienti dall’Europa orientale, soprattutto slavi (tanto che schiavo, sclavus, deriva da slavus; mentre in latino il termine usuale era servus).
La crisi araba
La stagione della grande espansione arabo-islamica si concluse nell’VIII secolo, quando i Franchi, i Bizantini e a est i Cinesi fermarono l’avanzata musulmana. Le sconfitte
aprirono una crisi favorendo, tra il 747 e il 748, una rivolta nell’area persiana capeggiata da Abu-al-Abbas. L’insurrezione ebbe successo e determinò la caduta della dinastia
degli Omayyadi. Nel 750 Abu-al-Abbas divenne il nuovo califfo e per consolidare la vittoria fece sterminare tutti gli Omayyadi (circa 80 persone): si salvò solo un giovane, Abdar-Rahman, che riparò in Spagna dove fondò il Califfato di Cordoba.
Abu-al-Abbas fu il capostipite di una nuova dinastia, gli Abbasidi, che discendeva da alAbbas, uno zio di Maometto: questa dinastia guidò l’islam fino alla metà del XIII secolo,
95
PARTE 1
IL BASSO MEDIOEVO
L’espansione islamica
Maometto (in arabo, Mohammed) nacque alla Mecca verso il 570. Orfano dei genitori, venne affidato in tenera età
ai parenti più prossimi che si occupavano di trasporto carovaniero. Maometto stesso svolse questa professione e furono proprio i viaggi delle carovane che gli fornirono l’occasione per conoscere l’ebraismo e il cristianesimo. Verso
i 25 anni, Maometto andò a lavorare per una bella e ricca vedova, Khadigia, che presto divenne la sua prima moglie
e da cui ebbe numerosi figli. Ormai ricco, poteva considerarsi soddisfatto e invece fu preso da una inquietudine religiosa che lo indusse a ritirarsi frequentemente in preghiera nelle grotte fuori dalla Mecca. Fu proprio in una di queste grotte che verso il 610 avvenne l’episodio decisivo della sua vita. Secondo la tradizione, mentre era raccolto in
preghiera gli apparve l’arcangelo Gabriele che gli rivelò i principi fondamentali di una nuova fede. Gli parlò in nome
di Allah (in arabo, Dio), l’unico vero Dio, e lo invitò a diffondere tra gli uomini la fede affinché si sottomettessero alla volontà divina. Questa sottomissione a Dio è detta in arabo islam, e da qui deriva il nome della nuova religione:
islamismo. Inoltre Maometto stesso definì il vero credente muslim, cioè il sottomesso alla volontà di Dio, e per questo i suoi seguaci vennero detti musulmani.
Maometto iniziò la sua predicazione, ma si scontrò con i ricchi mercanti della Mecca. Per questo si trasferì a Medina,
da dove conquistò sempre più seguaci. Allestì quindi un esercito per attaccare La Mecca e conquistarla ma i Meccani gli aprirono le porte della città e Maometto si insediò pacificamente al suo governo: a differenza di Cristo, dunque,
Maometto non fondò solo una nuova religione ma anche un nuovo Stato.
1. Alla morte di Maometto, la penisola arabica (prima abitata da gruppi nomadi, politeisti e spesso in
lotta tra loro), si era convertita alla nuova religione ed
era politicamente organizzata in una sorta di confederazione unita dalla comune fede.
2. I primi successori di Maometto vennero dalle fila dei
suoi compagni. L’espansione decollò col secondo califfo,
Omar (634-644) che conquistò l’Egitto, la Siria, la Palestina e la Mesopotamia, l’Armenia, giungendo quasi ai confini dell’India. Omar conquistò anche Cipro e Rodi, consolidando il ruolo arabo nel Mediterraneo.
Tours
Poitiers
Lione
Talas
Tolosa
Costantinopoli
Tblisi
Toledo
Cordova
Tangeri
Antiochia
Mossul
Cartagine
Orano
Tripoli
Alessandria
Fustat
Damasco
Ctesifonte
Gerusalemme
Ajnadayn
Buchara
Taskent
Samarcanda
Kabul
Multan
Medina
Badr
La Mecca
Sana
Conquiste arabe sino alla morte di Maometto (632)
Conquiste dei primi quattro califfi (632-661)
Conquiste dei califfi omayyadi (661-751)
Incursioni arabe
Battaglie
4. Attorno alla metà dell’VIII secolo l’espansione fu bloccata: i Bizantini (717) respinsero l’assedio di Costantinopoli durato quattro anni, i Franchi vinsero nella battaglia di Poitiers (732). Pur riuscendo a battere i Cinesi a Talas (751), gli Arabi cessarono di espandersi anche verso Oriente. Nel IX secolo sottomisero ancora
Creta, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, ma la grande
capacità di conquista era di fatto esaurita.
96
3. Ai primi quattro califfi seguiro gli Omayyadi che resero ereditaria la successione e completarono l’espansione sia verso est che verso ovest. In circa un secolo gli
Arabi avevano fondato un vero e proprio impero: la rapidità della loro espansione fu favorita dall’entusiasmo
religioso dei musulmani che si sentivano impegnati in una
«guerra santa», dalla debolezza degli avversari e dall’appoggio delle popolazioni locali.
CRISTIANESIMO E ISLAM: UN CONFRONTO SU TRE CONTINENTI
UNITÀ 3
cioè fino a quando l’ultimo califfo abbaside, al-Mustasim, fu ucciso dai Mongoli (1258).
Con gli Abbasidi il baricentro del potere politico passò da Damasco a Baghdad, in Iraq,
che divenne la nuova capitale. Di fatto l’impero arabo degli Omayyadi si trasformò in
un impero musulmano, nel quale era garantita l’uguaglianza di tutti i fedeli indipendentemente dall’etnia cui appartenevano. Tuttavia, questo sbilanciamento del potere verso l’area persiana determinò delle spinte secessioniste nelle regioni più occidentali e rese fragile l’unità araba. D’altronde il governo abbaside risultò subito non in grado di controllare tutti i territori: già a partire dall’VIII secolo, infatti, l’impero si frantumò in tanti regni islamici che riconoscevano solo formalmente il potere centrale; e nel X secolo di
fatto l’impero degli Abbasidi non esisteva più.
In Spagna, come abbiamo visto, era nato fin dal 756 il Califfato di Cordoba.
Nel Nord Africa si affermarono diverse dinastie di origine berbera, islamizzate nel corso
del X secolo. Gli Almoravidi (XI-XII secolo) si insediarono lungo le coste settentrionali e
occidentali dell’Africa, occuparono la Spagna e le Baleari, soppiantando l’Emirato di Cordoba e sconfiggendo il re Alfonso VI di Castiglia nel 1086. Contro gli Almoravidi si mossero gli Almohadi (XII-XIII secolo), che li sostituirono nel controllo del Nord Africa.
Alla fine del X secolo si formò il principato dei Ghaznavidi che dall’Afghanistan giunse a comprendere le regioni dell’Indo e del Gange.
La dinastia sciita dei Fatidimi (IX- XII secolo) si insediò invece in Egitto. Interessati
all’area mediorientale e al Mediterraneo, i Fatidimi fronteggiarono i Bizantini, gli stessi
Abbasidi, e i crociati (vedi oltre). Sul finire dell’Xl secolo si scontrarono con i Selgiuchidi, una dinastia di stirpe turca ribellatasi all’emiro ghaznavide, che nel corso dell’XI
secolo assunse la guida politica del mondo musulmano.
L’ascesa dei Turchi e il declino di Bisanzio
Gli eredi della potenza araba furono i Turchi, un popolo originario dell’Asia centrale. In
un primo tempo erano stati utilizzati come militari dagli Abbasidi in un rapporto che ricorda quello dei mercenari barbari con i Romani. In quest’epoca i Turchi si convertirono all’islam, mentre i loro capi militari ottennero dai califfi possedimenti terrieri sempre più ampi. Infine sotto la guida dei sultani Selgiuchidi attaccarono gli Arabi. I risultati non si fecero attendere: in pochi anni conquistarono la Persia, l’Iraq (Baghdad cadde nel 1055), la Siria e la Palestina (Gerusalemme venne espugnata nel 1071).
Contemporaneamente i Turchi attaccarono l’Impero romano d’Oriente e lo sconfissero
a Manzikert (1071) e a Damasco (1076): ai Bizantini sottrassero l’Armenia, la Cappadocia, parte dell’Anatolia, giungendo a minacciare la stessa Costantinopoli.
Bisanzio aveva ormai perso tre quarti dei suoi territori ed era entrata in una crisi irreversibile, anche se ci vorranno ancora quasi quattro secoli per giungere alla caduta vera e propria dell’impero (1453).
LESSICO
Sciiti e Sunniti Alla morte di Maometto, i cosiddetti legittimisti volevano che il successore fosse scelto tra i parenti più vicini a Maometto. Come noto, furono sconfitti
ma non si rassegnarono. Circa 30 anni più tardi, infatti, assassinarono il califfo Othman (656) e proclamarono califfo Alì (656-661), cugino di Maometto e marito della figlia
prediletta del Profeta, Fatima. Iniziò così una guerra tra i
sostenitori di Alì e quelli del vecchio califfo. Alì venne infine sconfitto e fu nominato califfo Mu’awija (661-680), della famiglia degli Omayyadi. La maggioranza dei musulmani
riconobbe il califfo Mu’awija e si schierò contro Alì: essi si
definirono sunniti, seguaci della Sunna, cioè obbedienti alle indicazioni espresse dal «comportamento del Profeta».
I seguaci di Alì non scomparvero: diedero vita a una corrente autonoma dell’islam, gli sciiti, che è giunta sino ai giorni nostri. I sunniti sono tuttora la componente maggioritaria dell’islam (83%); gli sciiti rappresentano il 15%, ma sono in crescita.
A differenza dei sunniti, gli sciiti riconoscono ai capi religiosi (gli imam) dei poteri soprannaturali che ne fanno quasi
delle incarnazioni divine. l’imam è l’intermediario tra la comunità dei fedeli e Dio, è ispirato da Lui e ne interpreta la
volontà. La parola dell’imam ha così valore di legge. Gli sciiti si caratterizzano anche per il rigore e l’intolleranza con
cui pretendono l’applicazione dei precetti islamici.
Attualmente l’islamismo sciita è religione di Stato in Iran.
97
PARTE 1
IL BASSO MEDIOEVO
Emirato
di Cordova
Cordova
ate
Damasco
ri
Eufr
Selgiuchidi
(XI-XIII secolo)
Baghdad
Fatimidi
(X-XI secolo) Il Cairo
Ayyubidi
(XIII secolo)
G.
Pe
Medina Carmatidi
(dal IX secolo)
rsi
co
Ghaznavidi
(XI-XIII secolo)
Indo
Tunisi
Tig
Almoravidi
(XI secolo)
Almohadi
(XII-XIII secolo)
Nil
o
La Mecca
Mare Arabico
Il frazionamento dei regni islamici
Una crisi araba non islamica
Gli Stati cristiani approfittarono immediatamente della crisi araba attaccando su vari
fronti:
• in Sicilia, per iniziativa dei Normanni che conquistarono l’isola nel 1091;
• in Spagna, dove avviarono la Reconquista, cioè la liberazione dell’intera penisola iberica dal dominio musulmano, un processo plurisecolare che terminò solo nel 1492;
• in Siria e in Palestina dove condussero otto crociate (1097-1270).
Sarebbe sbagliato, tuttavia, pensare che la crisi araba abbia comportato una crisi della
civiltà islamica nel suo complesso. Anzi, fu proprio nell’epoca abbaside che l’islam conobbe un’ulteriore diffusione che ne fece una religione mondiale. Tra l’XI e il XIII secolo l’India settentrionale diventò terra islamica prima sotto la dinastia Ghaznavide, poi
con i Guridi e infine dal 1206 con la fondazione del Sultanato di Delhi. Anche in Africa,
nel corso dell’XI secolo, tutte le regioni sulla costa settentrionale e alcune delle aree interne si avvicinarono all’islam. In questo caso furono soprattutto i mercanti berberi del
nord a diffondere il Corano: dal XIII secolo, Timbuctu, capitale del Mali, divenne uno dei
principali centri della cultura islamica.
Nella sostanza, la frammentazione politica in cui cadde il mondo musulmano dal X secolo non determinò una decadenza della civiltà islamica. Crisi politica a parte, il mondo
musulmano continuava a mantenere una sostanziale unità, eccezionale per la vastità
delle regioni che vi erano comprese: da Cordoba a Kabul si estendeva un immenso territorio che non era attraversato da frontiere, in cui si parlava la stessa lingua e dove vigevano strutture sociali simili. Tale situazione non poteva che avvantaggiare anche l’economia.
La Reconquista
Nel X secolo tre quarti della penisola iberica erano controllati dal Califfato di Cordoba, fondato dall’ultimo degli Omayyadi, ma la parte settentrionale era divisa in piccoli Stati cristiani: i Regni di Castiglia, di Léon, di Navarra, di Aragona e la Contea di Barcellona.
I cristiani spagnoli approfittarono immediatamente delle divisioni interne al mondo
islamico e già nel 1085 il Regno di Castiglia cominciò a espandersi verso l’interno della penisola. La città di Toledo venne espugnata e ne divenne la capitale: molti territori
98
CRISTIANESIMO E ISLAM: UN CONFRONTO SU TRE CONTINENTI
Territorio:
arabo
spagnolo
portoghese
1000
Santiago de
Compostela LEÓN
NAVARRA
ARAGONA
CASTIGLIA
Eb
Lisbona
ro
CONTEA DI
BARCELLONA
CALIFFATO
DI CORDOVA
Cordova
1085
O
LEÓN
TOG
ALL
NAVARRA
POR
CONTEA DI
CATALOGNA
ARAGONA
CASTIGLIA
Eb
ro
Toledo
ALMORAVIDI
1157
LEÓN
POR
TOG
ALL
O
NAVARRA
Eb ARAGONA
ro
CASTIGLIA
ALMOHADI
1212
LEÓN
RE
POR GNO D
TOG EL
ALL
O
ancora in mano agli Arabi vennero riconquistati.
Eroe della Reconquista fu Rodrigo Diaz de Bivar
(1043-1099), un condottiero passato alla leggenda con il nome di El Cid Campeador («Il signore guerriero»).
Per frenare l’avanzata cristiana, i musulmani di
Spagna chiesero l’intervento degli Almoravidi, la
dinastia berbera particolarmente aggressiva che
governava il Marocco e l’Algeria. L’intervento militare si trasformò in un’occupazione e verso il
1090 gli Almoravidi controllavano circa la metà
della penisola iberica. La loro cultura era caratterizzata da un’interpretazione molto rigida della «guerra santa» che si manifestò in un governo decisamente intollerante verso cristiani ed
Ebrei.
Nel 1146 gli Almoravidi furono sconfitti da un’altra dinastia nordafricana, quella degli Almohadi
che riuscirono per circa un secolo a unificare il
Maghreb e la penisola iberica. Il continuo succedersi di sovrani inetti e le rivalità tribali, però, indebolirono il regno che subì una serie di sconfitte e perse tutto il territorio spagnolo. Anche questa dinastia governò all’insegna dell’intolleranza
nei confronti dei non musulmani.
Nel frattempo cominciarono a rafforzarsi i regni
cristiani. Nel 1137 il Regno di Aragona aveva annesso anche la Catalogna, regione di importanza
strategica per il commercio, grazie al porto di Barcellona; il Regno di Castiglia pur avendo risorse
economiche limitate, si era potenziato militarmente. La riconquista cristiana della Spagna fu
quindi guidata da questi due regni. Nel 1212 le
truppe degli Almohadi furono sconfitte a Las Navas de Tolosa. Nel 1236 i Castigliani conquistarono Cordoba, nel 1248 Siviglia e nel 1262 Cadice.
Sul finire del Duecento, dunque, la Reconquista era
di fatto terminata: agli Arabi rimaneva soltanto il
piccolo Regno di Granada, che rimase una roccaforte musulmana per altri due secoli.
UNITÀ 3
REGNO DI
NAVARRA
REGNO DI
ARAGONA
REGNO DI
CASTIGLIA
Valencia
Cordova
Las Navas
de Tolosa
REGNO DI
GRANADA
La Reconquista della Spagna
Guida allo studio
•
•
•
•
•
•
•
Qual era la situazione del Mediterraneo intorno all’XI secolo?
Quali fattori favorirono l’espansione dell’Occidente?
Che tipo di rapporti si svilupparono tra mondo islamico e occidentale?
Quali furono le cause dell’indebolimento del mondo arabo?
Come riuscirono ad affermarsi i Turchi sul mondo islamico?
Perché la crisi araba non deve essere confusa con una crisi islamica?
Quali furono le principali tappe della Reconquista spagnola?
99