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Anno LXXI – Supplemento n. 1 a l’Allevatore n. 5 - 11 marzo 2015 - Distribuzione Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1 comma 1, DCB Roma - ISSN 1972-8034 Periodico d’informazione e aggiornamento tecnico professionale E milia r omagn a lleva 11 marzo 2015 Emiliaromagnalleva a cura dell’Associazione l ’allevatore magazine Regionale Allevatori dell’Emilia Romagna 1 Sommario l ’allevatore magazine Emiliaromagnalleva E milia r omagn a lleva 03 Informazioni tecniche, economiche e di attualità a cura dell’Associazione Regionale Allevatori dell’Emilia Romagna Editoriale Dopo Tiberio Rabboni, Simona Caselli: un grazie e un augurio Supplemento n. 1 a L’Allevatore n. 5 11 Marzo 2015 Anno LXXI di Maurizio Garlappi Coordinamento Maurizio Garlappi Presidente Araer Attualità Il nuovo corso di Araer, più servizi e informazioni Claudio Bovo Direttore Araer Direttore responsabile Alessandro Nardone di Anna Mossini In redazione Alessandro Amadei ([email protected]) Periodico associato USPI 2 Romagnola, dall’export le chances di un indispensabile rilancio “Aia in Fiera”, non solo conigli alla mostra di Reggio Emilia Grafica Garden - Lorena Lombroso Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 323 del 14-7-1948 10 13 Progetto grafico Mediatime Editing - Padova Organo ufficiale di stampa dell’Associazione italiana allevatori di alessandro amadei di Anna Mossini Camillo Mammarella ([email protected]) Stampa San Patrignano Grafiche Via San Patrignano, 53 Coriano (RN) - Italy Emilia asso piglia-tutto alla fiera di Montichiari 04 Redattore capo Giovanni De Luca ([email protected]) Editore Servizi Commerciali per gli Allevatori SCA srl Via G. Tomassetti 9 00161 Roma Tel. 06.8545.1226 ([email protected]) 08 di MAURIZIO DALL’ARGINE 06 15 In viaggio a Roma in onore di Sant’Antonio Tecnica Mosche al tappeto con la gestione integrata di Maurizio Dall’Argine di Matteo Patergnani Editoriale E milia r omagn a lleva Dopo Tiberio Rabboni, Simona Caselli: un grazie e un augurio Nello scorso numero di EmiliaRomagnAlleva, il primo di questo nuovo corso di Araer, ricordo di aver sottolineato il grande sforzo compiuto in questi ultimi due anni per riorganizzare l’associazione garantendo al contempo, anzi ampliandola, la gamma di servizi offerti agli iscritti. Al primo il riconoscimento del sostegno che ha dato ad Araer. Al nuovo assessore regionale all’Agricoltura la nostra piena collaborazione Maurizio Garlappi Presidente Araer Un impegno, una volontà, un obiettivo che insieme ai miei due vicepresidenti, Davide Venturi e Fabio Boldini, e al direttore Claudio Bovo ho ribadito durante la conferenza stampa svoltasi il 20 gennaio scorso a Bologna, appuntamento al quale la stampa specializzata ha partecipato dimostrando l’attenzione che il mondo zootecnico regionale merita, soprattutto in un momento di tale e grave difficoltà. Una riorganizzazione, quella di Araer, che ha potuto contare anche sul sostegno della Regione Emilia Romagna, in particolar modo dell’ex assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni al quale vanno i nostri ringraziamenti per la sensibilità e la capacità dimostrate nel condividere con noi un percorso che, tengo a ricordare, è stato gravoso e complesso, spesso a rischio di inciampi. Con lui e il suo staff, soprattutto in questi ultimi due anni, abbiamo condiviso tutti i passaggi che ci hanno portato fin qui e il risultato, lo dico con orgoglio e convinzione, dimostra quanto siano stati costruttivi. Su questo solco di collaborazione e condivisione dei progetti per il bene della zootecnia regionale, siamo certi di poter procedere anche con il nuovo assessore all’Agricoltura, Simona Caselli, alla quale vanno innanzitutto i nostri migliori auguri di buon lavoro, ma anche la garanzia di mantenere vivo un dialogo proficuo, attraverso il quale trovare le migliori soluzioni per il nostro comparto. Perché il nostro impegno, e quello di tutto il Sistema allevatori, è quello di garantire un domani alle nostre aziende, in nome di una tradizione e di una professionalità che nessuno può insidiare. n 3 Sommario A ttualità milia omagn a lleva EEmilia rromagna Il nuovo corso di Araer, più servizi e innovazione Dai controlli funzionali al supporto informatico, passando per quello assicurativo e commerciale, l’associazione emiliano-romagnola si pone al fianco degli iscritti con competenza e determinazione di Anna Mossini “S ono stati due anni impegnativi, caratterizzati da un duro lavoro che ha portato alla riorganizzazione dell’Associazione regionale allevatori, ma il nuovo modello operativo scaturito da questo lavoro che ha riunito attorno a un tavolo i rappresentanti delle Apa, è stato alla fine condiviso e sostenuto dalla Regione, dalle Organizzazioni professionali e dai sindacati dei lavoratori dipendenti. Con orgoglio, possiamo affermare che questo nuovo modello operativo è oggi unico in Italia e presumibilmente costituirà un esempio a cui altre Associazioni regionali si allineeranno”. Così Maurizio Garlappi, presidente Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna), presenta la nuova attività organizzativa 4 e di comunicazione dell’Associazione che presiede in occasione di una conferenza stampa tenuta recentemente a Bologna. “Il processo di razionalizzazione che abbiamo adottato – sottolinea Garlappi – ha portato alla creazione e all’operatività di un unico ufficio sia amministrativo, che tecnico e informatico, così come unico è il laboratorio di analisi. Questo è stato possibile anche grazie a Si@llEva, un software innovativo che non solo rende possibile il trasferimento rapido e senza errori degli eventi e dei dati ottenuti dai controlli funzionali veicolandoli dall’azienda agricola al controllore, alla banca dati Aia e ai data base delle Associazioni nazionali di razza, ma permette anche all’allevatore di ricevere gli stessi dati opportunamente Da sinistra: Fabio Boldini, Davide Venturi, Maurizio Garlappi e Claudio Bovo, durante la conferenza stampa in cui è stato presentato il nuovo corso organizzativo di Araer rielaborati, riaggregandoli sottoforma di un utile foglio di lavoro da utilizzare nella gestione aziendale insieme al veterinario e/o al tecnico di stalla. Araer è la prima Associazione regionale che a livello nazionale ha reso operativo Si@llEva, al momento per le vacche da latte, ma a breve anche per gli ovini e per i bovini da carne”. Troppe stalle chiuse Inizia così un nuovo percorso per l’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Roma- gna, che dopo il cospicuo taglio di finanziamenti pubblici di due anni fa, ha intrapreso un processo riorganizzativo intenso e anche innovativo, senza però abbandonare le solide basi che ne hanno costituito le fondamenta e sulle quali, nel tempo, si è sviluppata per essere sempre di supporto agli allevatori. E oggi più che mai gli allevatori emiliano romagnoli stanno vivendo una situazione che non a caso il direttore di Araer, Claudio Bovo, definisce drammatica. A cominciare dalla chiusura delle Attualità E milia r omagn a lleva stalle di vacche da latte, che solo nel 2014 sono state 200. “Per non parlare della mancanza di redditività – afferma il direttore – una vera e propria spina nel fianco. Per questo è per noi fondamentale perseguire l’obiettivo di alleviare questo stato di sofferenza migliorando i servizi da offrire agli associati e contenendo al massimo i costi. Un’operazione non semplice, ma fattibile. Lo dimostra il fatto che gli allevatori hanno risposto bene al nuovo modello Araer, che dall’1 gennaio di quest’anno gestisce operativamente e completamente tutti i servizi offerti”. Che sono aumentati, a iniziare dal perfezionamento dei controlli funzionali per migliorare le produzioni di latte e carne in termini di qualità, e dal potenziamento dell’attività del laboratorio di analisi che ha sede a Reggio Emilia, dove vengono effettuate in media 1,5 milioni di analisi/anno. Non solo. Riguardo i mezzi tecnici, Araer ha realizzato un software che attraverso il numero dell’auricolare della bovina invia un sms sul cellulare dell’allevatore avvisandolo che nell’arco dei successivi 70 minuti avverrà il parto. Si tratta di progetto fortemente innovativo partito alla fine di febbraio, a cui si unisce il col- I numeri della crisi La zootecnia emiliano romagnola perde colpi. I numeri parlano da soli: nel 2014, rispetto all’anno precedente, la Plv (produzione lorda vendibile) zootecnica regionale è diminuita di circa 50 milioni di euro. E il fenomeno ha coinvolto tutte le specie allevate: bovini, suini, ovini, con l’unica eccezione dei caprini che hanno registrato un incremento degli allevamenti pari al 2%. Duecento, come sottolineato dal direttore Claudio Bovo, le stalle di vacche da latte che hanno chiuso, mentre il numero di capi allevati è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al 2013: 565.737 soggetti, di cui 291.000 femmine, vacche da latte e giovenche, concentrate soprattutto nella zona di produzione del Parmigiano Reggiano. Molto preoccupante la situazione per la Romagnola relativamente al comparto dei bovini da carne. Il rischio estinzione di questa razza autoctona è purtroppo una realtà concreta, visto che negli ultimi 10 anni gli allevamenti si sono quasi dimezzati perdendo il 43% delle stalle, con una riduzione del 25% del patrimonio complessivo dei capi allevati. Piange anche il settore suinicolo che nel solo 2014, rispetto all’anno precedente, ha registrato un calo degli allevamenti a ciclo chiuso pari a -7,46%, con un crollo verticale del numero dei riproduttori: i verri sono passati da 1.741 (31 dicembre 2013) a 1.196 (31 dicembre 2014) e le scrofe si sono ridotte a 52.087 capi, a fronte dei 57.088 capi del 2013. Infine gli ovini: nel 2014 il calo degli allevamenti è stato del 4%, e del 6% quello dei soggetti allevati. In pratica gli allevamenti sono fermi a 2.133 unità. (A.Mo.) lare destinato alle vacche per il rilevamento dei calori. Polizze assicurative Nemmeno il settore assicurativo è stato tralasciato e grazie a un accordo siglato con Fata Assicurazioni vengono oggi proposte diverse polizze a copertura di danni causati da eventi che possono compromettere la produzione e la redditività in allevamento. Infine la comunicazione. Da quest’anno, ogni due mesi, gli allevatori riceveranno a casa una copia di EmiliaRomagnAlleva, il nuovo bimestrale cartaceo ricco di informazioni, notizie, suggerimenti per rimanere sempre aggiornati e informati sull’attività dell’Associazione e sul mondo zootecnico regionale. n Nel 2014 in regione hanno chiuso duecento stalle da latte, mentre il numero di capi è rimasto sostanzialmente stabile 5 Attualità E milia r omagna a lleva In viaggio a Roma in onore di Sant’Antonio Anche quest’anno le celebrazioni del santo Patrono hanno richiamato in Vaticano migliaia di allevatori. Cospicua la presenza di quelli emilianoromagnoli di Maurizio Dall’Argine S ant’Antonio abate piace agli allevatori, ma anche ai “non addetti ai lavori”. E la consueta manifestazione in Piazza San Pietro, organizzata da Aia per celebrare lo stretto legame con il Santo, raduna, anno dopo anno, una folla sempre più ampia e festante. Anche l’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna ha partecipato in forze a questa giornata romana, divenuta ormai un appuntamento irrinunciabile. Quest’anno, oltre al direttore Claudio Bovo, ad alcuni di- pendenti dell’associazione e agli associati, si è unito un personaggio un po’ speciale, don Massimo Martelli, parroco di due parrocchie alla periferia di Imola (Bo), ma con in tasca anche un diploma di perito agrario. Per lui, questo viaggio a Roma con gli allevatori nel giorno in cui si celebra il nostro Santo patrono, è stata una nuova esperienza che lo ha profondamente colpito. Al punto che, una volta rientrato a casa, ha voluto inviare ad Araer una lettera che pubblichiamo di seguito, a conferma di come un evento così unico e speciale sappia trasmettere l’entusiasmo che lo anima ormai da otto anni. Attese non deluse “Cari allevatori mi presento, sono don Massimo Martelli, perito agrario, attualmente parroco di due parrocchie alla periferia di Imola situate a cavallo dell’autostrada. Le due comunità sono Casola Canina ed Ortodonico. Inoltre presto servizio alla Fondazione Santa Caterina di Imola, che quest’anno celebra il centenario di fondazione ad opera del Servo di Dio il Canonico Angelo Bughetti, che è stato un uomo di carità e un grande educatore. Sono stato invitato da Federica, la vostra zelante segretaria, a lasciare un ricordo del pellegrinaggio a Roma organizzato da Aia. Per me l’occasione per partecipare è Il gruppo degli allevatori e dei dipendenti Araer nella foto ricordo scattata a Roma il 17 gennaio scorso 6 stato l’invito che mi ha rivolto la mia parrocchiana Teresa (da noi tutti identificata come Teresa del “casetto” per via della fattoria didattica che gestisce). Fatta una botta di conti tra impegni vari, ma anche intuendo il bello del passare con gli allevatori un momento presso la Tomba di Pietro, ho deciso di aderire. Le attese non sono state deluse. Infatti già dal viaggio in pullman si è creato un piacevole ambiente di condivisione, fatto di rapporti umani già consolidati, di conoscenze nuove, di scambi di esperienze di lavoro e anche di brevi momenti di preghiera. La visita guidata dei principali monumenti di Perugia ci ha piacevolmente sorpresi. Ottima la ristorazione all’agriturismo e anche cena e pernottamento in albergo. Molto gradito per me è stato il ritrovare fra questa bella gente un compagno dell’Istituto agrario Scarabelli di Imola, Claudio Bovo, che ho trovato molto impegnato nella tutela Attualità E milia r omagn a lleva degli allevatori. Roma by night e diurna nella sua monumentalità, compresa la visita a Santa Maria Maggiore, ci ha fatto riflettere sull’enorme nostro patrimonio che in questi tempi amari e purtroppo segnati non solo dai pochi soldi, ma anche dai terroristi che sono i nuovi barbari, costituisce una garanzia che ancora possiamo farcela a ridare vivibilità alla nostra Italia”. Un sorriso spontaneo “La Messa in onore del Patrono Sant’Antonio in basilica, all’altare della Cattedra di San Pietro, con la paterna presidenza del cardinale Comastri – continua la missiva – ci ha riportato al contatto vivo col “Pescatore di pesci e poi di uomini: il nostro fratello Pietro sul quale la nostra fede in Cristo Unico Salvatore del mondo si edifica”. All’uscita gli animali, nostri compagni di viaggio in questa precaria ma bella vita, hanno strappato a tutti un sorriso. Il Buon Dio ha provveduto a far piovere solo durante la Messa, cosicchè all’uscita un gradevole tepore soleggiato ha rinnovato la bellezza dell’abbraccio del colonnato del Bernini. Diverse bande militari a cavallo e un nutrito gruppo di giovanissimi butteri toscani hanno concluso l’omaggio al nostro amico Antonio del deserto, detto il grande. Lui che ha avuto il dono di una vita centenario e saggia ci protegga ancora dopo più di 1700 anni e custodisca i nuovi germogli del regno di Dio che cresce anche attraverso la bella testimonianza di chi si cura degli animali, ne difende la diversità biologica perché ci facciano compagnia e ogni uomo abbia il suo nutrimento. Grazie a voi cari allevatori, per la simpatia e la creatività che Don Massimo Martelli (a sinistra) con Claudio Bovo, Direttore di Araer con l’aiuto di Dio sapete trasmettere. N.B.: Abbiamo già provveduto a “perdonare” papa Francesco per la sua assenza a causa di quei circa 7 milioni di filippini che volevano stare con lui. Con affetto, don Massimo Martelli”. n LA STRADA PER MANGIARE MEGLIO È FAR MANGIARE MEGLIO GLI ANIMALI. Cargill srl - Divisione FeeD & nutrition - sistema Di gestione Qualità uni en iso 9001:2008 © 2014, Cargill, inCorporateD. all rights reserveD 7 Attualità E milia r omagna a lleva Emilia asso piglia-tutto alla fiera agricola di Montichiari La bruna Rival Payo Telly dell’allevamento Corsini di Varsi (Pr) e la bianconera Gerboise della società agricola Albero di Piacenza si sono aggiudicate rispettivamente la mostra nazionale dell’Anarb e l’European Open Holstein Dairy show di Alessandro Amadei D a un lato un’edizione della mostra nazionale della razza Bruna di alto livello, sia per quanto riguarda le manze e le primipare, sia per quanto riguarda gli animali adulti, che hanno mostrato tutta la loro solidità in termini di produzione, funzionalità e longevità. Dall’altro un Dairy show altamente spettacolare, in cui le frisone degli allevamenti italiani hanno dovuto fare i conti con la concorrenza agguerrita portata dalle “colleghe” francesi, spagnole e tedesche. Questo il mix di ingredienti che, grazie all’intenso sforzo profuso dagli 8 organizzatori e in primis dallo staff dell’Apa di Brescia, hanno decretato il successo della 87esima edizione della Fazi, la Fiera agricola zootecnica italiana tenutasi recentemente a Montichiari (Bs). Primi a sfilare sul ring i 90 bellissimi capi di razza Bruna che hanno dato vita a una competizione decisamente emozionante, diretta con capacità e autorevolezza dal giovane bresciano Daniele Galbardi, alla sua prima volta come giudice di una Nazionale. Un esordio del tutto positivo, considerato anche che la sua decisione di assegnare a Rival Payo Telly dell’alleva- mento Corsini Giuseppe e Francesco di Varsi (Pr) il titolo di campionessa assoluta della mostra è stata accompagnata dai fragorosi applausi del folto pubblico di addetti ai lavori. “Questa bovina – ha motivato il giudice – mi ha colpito per il suo grande equilibrio, ma anche per i suoi spiccati caratteri lattiferi, la correttezza su arti e piedi e la conformazione della groppa che esprime grande funzionalità”. Proveniente dall’azienda dei fratelli Corsini anche la menzione d’onore, Castelgolaso Alba Chiara, che prima della finale per il titolo assoluto era riuscita a primeg- A sinistra: Rival Payo Telly dell’allevamento Corsini Giuseppe e Francesco di Varsi (Pr) si è aggiudicata il titolo di campionessa nazionale 2015 della razza Bruna italiana A destra: Gerboise, la bianconera della società agricola Albero di Piacenza che ha prevalso nella finale del 14esimo European Open Holstein Dairy show giare anche in una delle categorie più combattute, quella delle vacche di 4 e 5 anni. Open combattuto European Open Holstein Dairy Show che ha visto in lizza 138 capi, provenienti da 43 allevamenti europei. Un Attualità E milia r omagn a lleva lavoro non facile per il giudice canadese Donald Dubois, che non ha mancato di rilevare “i progressi considerevoli compiuti dalla selezione in Italia”. Mattatrice della manifestazione è stata la Società agricola Al.Be.Ro di Piacenza, che si è portata a casa sia il titolo di campionessa assoluta, conferito alla bella Gerboise, a cui è andato anche il premio come miglior mammella delle vacche giovani, sia la menzione d’onore con Pozosaa Goldwin Sonia, bovina che la società piacentina tiene in comproprietà con l’allevamento Beltramino di Torino e altre aziende. Un numero significativo di premi che ha dunque portato la realtà emiliana a conquistare anche il titolo di “primo espositore” del Dairy show. “Questa 87ª edizione della Fiera agricola zootecnica italiana di Montichiari – ha commentato alla fine Maurizio Garlappi, presidente dell’Anafi – è stata per noi una tre giorni molto intensa perché siamo partiti il primo giorno con il congresso sulle tecniche di riproduzione, e abbiamo concluso ora con la gara europea. Come sempre constatiamo un convincente progresso della genetica e dobbiamo ringraziare il Centro Fiera del Garda per la disponibilità e il pubblico per il calore e l’interesse dimostrato”. Spinta genetica In effetti se lo spettacolo dell’Open è riuscito ancora una volta a calamitare l’attenzione di frisonisti e appassio- I giovani dell’Agafi sul ring di Montichiari. Anche quest’anno le manifestazioni che hanno coinvolto gli allevatori più giovani hanno colto nel segno nati, lo stesso si può dire del convegno tecnico “Le nuove tecnologie della riproduzione al servizio della selezione” organizzato da Anafi, e tenuto il primo giorno della rassegna alla presenza di centinaia di allevatori, tecnici e veterinari. Dalle interessanti presentazioni offerte da un pool di relatori di altissimo profilo e dal vivace contraddittorio conclusivo è emerso con forza come il Sistema allevatori, attivandosi tempestivamente negli anni passati, sul versante genetico sia attualmente in grado di fornire un supporto determinante per la sopravvivenza e per la crescita degli allevamenti italiani, oggi come mai esposti alle altalene dei prezzi e alle tante incertezze legate alla fine delle quote latte. Perché grazie alla lungimiranza e agli sforzi organizzativi ed economici espressi dall’intero Sistema, la selezione genomica è ormai entrata nelle aziende agricole italiane e sta per mettere in mostra tutta la sua potenza di fuoco: le figlie dei tori selezionati con la genomica stanno per entrare in produzione e a partire dai prossimi mesi gli allevatori potranno toccare con mano gli effetti sulla produzione e sulla fertilità. n Sopra, da sinistra: il direttore dell’Araer Claudio Bovo consegna le targhe ricordo dipinte a mano da Maria Rossi dell’Araer a Corrado Barella e a Davide Corsini, i due brunisti che sul ring di Montichiari hanno tenuto alta la nomea degli allevamenti emiliani Approfondimento www.anarb.it www.anafi.it 9 Attualità E milia r omagna a lleva Romagnola, dall’export le chances di un indispensabile rilancio I numeri sono oggi in sensibile flessione, ma per Matteo Ridolfi dell’Anabic le opportunità per evitare l’estinzione della razza (e dei suoi allevatori) esistono di Anna Mossini “L a Romagnola è una delle cose più nobili che la zootecnia italiana abbia avuto”. Matteo Ridolfi, allevatore, veterinario e coordinatore degli esperti di razza dell’Anabic, Associazione nazionale allevatori bovini italiani da carne, non ha dubbi: per la razza Romagnola un futuro c’è, nonostante la chiusura di numerose stalle e la riduzione di altrettanti 10 capi di bestiame che hanno contrassegnato questi ultimi dieci anni (- 43% il numero di stalle, -25% quello dei soggetti allevati). Una situazione che recentemente il direttore dell’Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna), Claudio Bovo, ha definito drammatica, ricordando che proprio la mancata valorizzazione economica della carne di Roma- gnola ne è la causa principale. “L’Araer – ha sottolineato Bovo – nello svolgimento del suo compito esclusivamente tecnico punta al rilancio di questa razza attraverso il miglioramento della selezione genetica garantito dal Libro genealogico e ad azioni legate agli aiuti comunitari che sono attualmente in discussione a Bruxelles. “Il nostro auspicio – continua Bovo – è quello di riu- Dalla primavera al tardo autunno la Romagnola vive al pascolo. In collina si conta il maggior numero di allevamenti scire a portarli a casa, ma è del tutto evidente che ad essi dovranno seguire politiche di valorizzazione e commercializzazione più efficaci che riconoscano economicamente quel valore aggiunto che fino a oggi la carne di razza Romagnola non ha mai ottenuto”. Attualità E milia r omagn a lleva “E pensare che agli inizi degli anni Cinquanta – racconta Matteo Ridolfi – nella zona compresa tra la provincia di Pesaro, quella di Modena e parte del Veneto si contavano più di 500mila capi; poi via via i numeri si sono sempre più assottigliati, complice la meccanizzazione agricola, la conversione di molti terreni che in Romagna sono diventati frutteti e la fine della mezzadria, arrivando tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta a un crollo verticale che solo nei primi anni Duemila, con l’esplosione dell’emergenza legata alla Bse (la famosa mucca pazza), ha conosciuto un’inversione di tendenza, dettata dalla necessità di assicurare al consumatore italiano una carne bovina completamente tracciata e sicura. Garanzie che la Romagnola ha saputo confermare. Purtroppo però, passata l’onda lunga dell’emergenza Bse, questo positivo effetto è finito e il trend negativo è ripreso”. Carne di qualità Alla data del 31 dicembre 2014 i dati forniti da Araer parlano di 339 allevamenti e 10.370 capi di bestiame iscritti al Libro genealogico. Priorità: maggiore remunerazione La razza Romagnola Igp fa parte del Consorzio di tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, ed è al suo presidente, Stefano Mengoli, che abbiamo chiesto qual è il ruolo dell’ente che presiede nella promozione della carne di Romagnola. “Oggi il posizionamento commerciale di questa carne rispetto alla più diffusa Charolais spunta un +20% – spiega Mengoli – che si traduce in una forbice compresa tra 4,80 e 5 euro/ kg a fronte di circa 4,10 euro/kg. Nondimeno è vero che la riduzione di capi e allevamenti a cui stiamo assistendo da alcuni anni a questa parte richiede interventi di valorizzazione che a mio avviso devono essere innanzitutto di carattere politico e sociale. Va riconosciuto alla Regione Emilia Romagna un notevole impegno in questo senso, ma l’obiettivo di remunerare di più questo prodotto deve rimanere prioritario, favorendo anche la nascita di circuiti virtuosi di collaborazione che alimentino un’integrazione al reddito degli allevatori”. (A.Mo.) Foto sotto Lo stand della New Holland è stato come sempre uno dei più gettonati 11 Attualità Rispetto all’anno prima siamo a -4,78% per le stalle e a -2,85% per il bestiame. Cosa si poteva e si può ancora fare allora per salvaguardare una razza autoctona che offre una carne di ottima qualità, che non ha nulla da invidiare ad altre forse più blasonate? “Se c’è un rimprovero da muovere all’Igp a cui la Romagnola appartiene – sottolinea Ridolfi – ritengo sia quello di non aver difeso a sufficienza l’integrità territoriale della razza. A differenza della Chianina infatti, che si produce su un’area più vasta, l’allevamento di Romagnola oggi si concentra nelle sole province di Bologna, 12 E milia r omagna a lleva La Romagnola è una razza molto antica, caratterizzata da un indice di conversione favorevole e dall’ottima qualità della carne Forlì-Cesena e Ravenna, soprattutto in zona collinare, e questo purtroppo oggi fa la differenza”. Ottima qualità della carne, grande rusticità che la rendono un animale robusto e forte, indice di conversione più che favorevole, la razza Romagnola ha tutte le carte in regola per competere con altre razze, non solo italiane. E lo dimostrano i risultati ottenuti in quei Paesi del mondo dove la razza è stata esportata. n Attualità E milia r omagn a lleva “Aia in Fiera”, non solo conigli alla mostra di Reggio Emilia La città emiliana ha ospitato il 1° Campionato nazionale di coniglicoltura del registro anagrafico. Circa 800 i soggetti in gara e una buona affluenza di visitatori di Maurizio Dall’Argine I l 24 e il 25 gennaio scorsi si è svolta alla Fiera di Reggio Emilia “Aia in Fiera”, la prima grande manifestazione italiana di stampo europeo dedicata al comparto avicunicolo organizzata da Anci (Associazione nazionale coniglicoltori italiani), Fiac (Federazione italiana allevatori colombi), Fiav (Federazione italiana delle associazioni avicole) e Anac (Associazione nazionale allevatori cavie), che hanno dato vita allo svolgimento del 1° Campionato nazionale di coniglicoltura del registro anagrafico, del 21° Campionato italiano di avicoltura, del 33° Campionato italiano colombi e della seconda esposizione nazionale cavie. Circa 8.000 gli animali in mostra e una partecipazione complessiva di oltre 2.500 visitatori. Rassegna riuscita L’obiettivo degli organizzatori di realizzare il primo e più importante appuntamento nazionale per allevatori ed operatori del settore a favore del piccolo allevamento domestico e rurale è stato pienamente centrato. La prima edizione del Campionato italiano di coniglicoltura si è dimostrato infatti un evento nazionale unico, dove hanno potuto confrontarsi i migliori soggetti selezionati provenienti da tutta la Penisola. Un risultato non scontato, ottenuto grazie alla volontà di un gruppo di allevatori che ha iniziato a lavorare all’evento un anno fa e che proprio per la sua caparbietà è riuscito a portare a Reggio Emilia quasi 800 conigli appartenenti a tutte le 43 razze dello standard italiano. Tutti gli animali esposti sono stati giudicati da 9 esperti dell’Anci che hanno alla fine proclamato 42 campioni di razza nella sezione adulti e 11 in quella dei giovani. Al termine delle valutazioni il riconoscimento di campione italiano assoluto è andato a una fem- mina di razza Rossa di Nuova Zelanda dall’allevamento Fulvio Fiorani di Milano. In programma anche l’Asta dei Campioni, una nuova iniziativa interessante e coinvolgente, durante la quale sono stati battuti i soggetti di razza adulti e giovani di tutte le razze. La miglior quotazione è stata assegnata a un maschio adulto di razza Gigante dell’allevamento Marco Romani di Milano. Le premiazioni si sono svolte alla presenza del presidente e del vicepresidente di Anci, rispettivamente Sergio Pompa e Matteo Airaghi, e al direttore Araer, Claudio Bovo. Doverosi i ringraziamenti a chi ha reso possibile questo evento, a iniziare dagli allevatori di Reggio Emilia, primo fra tutti l’instancabile Claudio Rabitti che insie- Da destra: il presidente dell’Anci Sergio Pompa con il vincitore del titolo assoluto Fulvio Fiorani, e con Ernesto Dagrada, allevatore me ai suoi colleghi ha creato queste due giornate. Con lui gli organizzatori ringraziano chi ha assicurato il sostegno economico alla manifestazione, Progeo Mangimi e chi, come i Fratelli Giacomelli di Bergamo, ha fornito supporto logistico e garantito la funzionalità delle gabbie destinate ad ospitare gli animali nei tempi stabiliti. Araer ha creduto fin dall’inizio ad “Aia in Fiera” e ha lavorato affinchè riuscisse al meglio. L’appuntamento è per l’anno prossimo, con la seconda edizione della manifestazione. Un’occasione per accendere i riflettori su un comparto importante della zootecnia italiana. n 13 Tecnica E milia r omagn a lleva Mosche al tappeto con la gestione integrata di Matteo Patergnani N egli allevamenti è evidente la relazione tra elevata presenza di mosche e scarse performance zootecniche, come perdita di peso degli animali da ingrasso e scarsa produzione e qualità del latte. Le mosche sono anche un importante vettore delle principali malattie infettive. Dal punto di vista normativo esistono norme di carattere generale come Regolamenti di igiene e sanità pubblica o provvedimenti specifici come ordinanze del Sindaco indirizzate al singolo allevatore. Il “Pacchetto Igiene” (Reg. Ce n. 179/2002, 852/2004, 853/2004, 183/2005) ha decretato che anche il settore primario è tenuto all’applicazione del metodo Haccp (Hazard analysis critical control points) in quanto parte della filiera alimentare. Primo, l’igiene La corretta gestione del problema mosche inizia dall’accurata pulizia delle aree dell’allevamento. L’accumulo di sostanza organica rappresenta il sito ottimale per Il controllo dei ditteri richiede un impiego combinato di diverse strategie ad effetto sinergico, perché nessuna singola azione, per quanto mirata, può garantire efficacia duratura la deposizione delle uova. È necessario mantenere asciutto il più possibile il letame attraverso la corretta manutenzione degli abbeveratoi, l’aerazione costante dei locali e l’aggiunta o il rinnovo frequente della lettiera. Per la cattura delle forme adulte sono utilizzati pannelli collanti cromotropici di colore chiaro applicati nell’interno e che sfruttano l’attrazione dell’insetto e trappole a secchiello con attrattivo proteico da applicare all’esterno. Nei locali più critici sono posizionate trappole attrattive a luce UV a griglia elettrica o con ventole. L’efficacia delle trappole dipende dal corretto posizionamento. Sono inoltre disponibili prodotti chimici contro le forme larvali e contro gli adulti. I prodotti anti-larvali sono regolatori della crescita che impediscono lo sviluppo delle larve alla forma di adulto. Il trattamento va effettuato sulle concimaie e nelle stalle ad esempio vicino agli abbeveratoi, dove la lettiera è generalmente più umida, o lungo i bordi dei box. I prodotti adulticidi hanno un effetto abbattente immediato contro gli insetti presenti e residuale sulle superfici. Di tutti questi prodotti è bene farne un uso ben localizzato e non sistematico per l’impatto negativo sull’ambiente e per gli episodi di resistenza. Insetti utili Anche in ambito zootecnico sono disponibili azioni di lotta biologica con l’introduzione di insetti predatori, ma che non interferiscono negativamente. Sul mercato sono disponibili specie di insetti parassitoidi che depongono le proprie uova all’interno delle pupe delle mosche, determinandone la morte. Gli insetti sono disponibili in speciali contenitori sotto forma di larve e sono “lanciati“ sulle masse organiche. Utilizzando tutte le specie è possibile ottenere un risultato paragonabile all’utilizzo dei trattamenti chimici, ma con tutti i benefici già citati in precedenza. n Sono reperibili alcune specie di insetti parassitoidi (nella foto: Nasonia spp.) che depongono le proprie uova all’interno delle pupe delle mosche, determinandone la morte 15 HOLBRA INSEME RODANAS NL000884054393 Maxigen Top 5 VANZETTI MOG UPSTAIRS GPFT +3356 IT001990700431 ATT. % 94 LATTE KG 1124 GRASSO KG 74 PROTEINE KG 56 MARS INSEME CHAPEAU 0.30 % 0.17 % TIPO 2.88 ICM 3.22 IAP 4.67 CELL. SOMATICHE LONGEVITÀ FERTILITÀ I.T.C. VALUTAZIONE LINEARE NL000758944292 2,83 2,08 1,87 2,25 -0,59 2,41 3,30 -0,22 4,00 3,42 5,23 3,64 3,55 2,63 3,35 3,23 2,24 1,86 -0,35 CONFORMAZIONE MR INSEME FAIRPLAY US003012574866 ANT. POST. dati anafi GENNAIO 2015 EDG INSEME LANDLORD US000072436856 110 113 103 110 -0,5 0 +0,5 +1 +1,5 +2 Your Best Breeding Solution ! Inseme Spa – Sede Legale: Via Cadiane, 181 – 41126 Saliceta San Giuliano – Modena – Italy – Tel. 059.514611 – Fax 059.514697 – www.inseme.it - [email protected]