giornalinoMAGGIO 2010

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giornalinoMAGGIO 2010
Il mondo in
una scuola
Scuola Media “Umberto I”
Lanciano
Il nostro
“caro” giornale
“IL MONDO IN UNA SCUOLA”, il
giornale del istituto, è giunto ormai
alla sua nona edizione . Ciò significa che per noi ragazzi è diventata
una tappa importante e coinvolgente
sia dal punto di vista sociale che culturale. Non pensate che scrivere sia
una cosa facile … anzi !!! E’ un’attività che richiede impegno e ci fa sentire dei piccoli adulti alle prese con il
nostro lavoro. Noi ragazzi rappresentanti delle seconde insieme alla
Prof.ssa Madonna, che ringraziamo
per la sua disponibilità e amabilità, ci
siamo divisi i ruoli e abbiamo lavorato duramente per realizzare questo
progetto: ognuno di noi ha svolto il
proprio compito con impegno e responsabilità . Abbiamo organizzato
incontri, selezionato articoli, fatto interviste, foto, raccolto di materiale e
tant’altro. Abbiamo affrontato tante
tematiche riguardanti noi ragazzi e
non: sport, attualità, cultura,musica,
cinema, e tanto di tutto ciò che riguarda il nostro mondo nella scuola.
Volevamo ringraziare la nuova dirigente, Prof.ssa Marilena Bellisario,
giunta quest’anno nella nostra scuola con tanto entusiasmo nell’affrontare nuovi progetti ed iniziative rivolte a
noi ragazzi, tra le quali l’esperienza
dei mini-sindaci che abbiamo deciso
di introdurre come “inserto speciale”
del nostro giornalino . Non è cambiata solo la preside quest’anno … ma
la nostra scuola è diventata un “istituto comprensivo” favorendo in questo modo il passaggio tra i due ordini di scuola. Noi, come redazione,
siamo onorati di aver preso parte a
questa straordinaria avventura.
Il direttore responsabile.
Menna Andrea
GIORNALE D’ISTITUTO - Anno scolastico 2009/2010
ISTITUTO COMPRENSIVO “UMBERTO I” - LANCIANO
Centro Territoriale Educazione Permanente
Scuola Media “Umberto I”
Lanciano
Umberto I: una scuola che cambia
La storica Scuola Media “Umberto I” di Lanciano con annessa sede di Frisa, da quest’anno scolastico è stata dimensionata in Istituto Comprensivo “Umberto I” attraverso l’acquisizione di due Scuole dell’Infanzia, quella di Villa
Gaeta e quella di Frisa e una Scuola Primaria, sempre di Frisa.
Ai più questo cambiamento può apparire come un’operazione solo formale, dettata da una semplice aggregazione
numerica, in realtà rappresenta una modifica di più importante natura culturale e formativa.
Da alcuni anni, infatti, in tutto il territorio nazionale si stanno diffondendo sempre più tali tipologie d’Istituti, che
rappresentano al meglio la possibilità di praticare concretamente la continuità tra i diversi ordini di scuola che costituiscono il Primo Ciclo d’Istruzione.
La presenza di insegnanti dei vari segmenti scolastici che progettano un Curricolo di scuola senza soluzione di continuità dai tre ai tredici anni, che costruiscono un unico POF, coerente e coeso per finalità, scelte educative, didattiche
ed organizzative, individuano linee progettuali comuni e scelte di valutazione condivise, consente di dare un assetto unitario alla scuola e di favorire e monitorare il percorso formativo di tutti gli alunni.
In questo senso il nostro Istituto si è arricchito di risorse umane e professionali eterogenee, ha acquisito la possibilità di un maggior confronto dialettico con un reciproco arricchimento, per perseguire il delicato compito di accompagnare tutti gli alunni, dai più piccini ai preadolescenti, a maturare i propri talenti, a conseguire brillanti risultati formativi e a realizzare i propri desideri migliori, in modo che la scuola sia vissuta da ciascuno di loro non come necessità ineludibile, ma come fonte di scoperta, di conquista, di realizzazione, di piacere.
Si tratta di una scuola dove gli alunni esercitano non solo il loro diritto alla formazione, ma vedono anche realizzarsi le loro necessità di crescita umana, personale e sociale, la fonte di costruzione ed arricchimento di amicizie e relazioni tra pari.
L’intento comune è quello di attivare tutte le risorse personali, prima ancora che professionali, per evitare un rapporto formale e trasmissivo con il sapere e con la cultura e per favorire invece, attraverso canali empatici, modalità di
relazione positiva, costruzione di legami di stima e fiducia, un significativo traguardo educativo, condiviso e non subito né dagli alunni né dalle loro famiglie.
L’auspicio è che questo nuovo assetto si possa sempre più consolidare per rafforzare la qualità dell’Umberto I come
polo di eccellenza sul territorio.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof.ssa Marilena Bellisario
I N S E R T O
S P E C I A L E
“L’ha detto e l’ha fatto”...
Pensava proprio a noi di Frisa la dolce “Mariastella”
PREMIO
“GIORNALISTA” PER UN GIORNO
ALLʼUMBERTO I
Lanciano - 8 Giugno 2010
a PAOLA CODAGNONE - 3 F
UNA SCUOLA VINCENTE!!
1° PREMIO
CENTRO SPORTIVO
STUDENTESCO:
ex aequo con la
Tanti modi per
Mazzini per il progetto
- Terzi classificati
raccontare il
Lanciano Cultura Coppa Speranza
Pinocchio che è in te
“FIAT”
1° PREMIO
premio individuale
indetto dalla CRI
- Campioni Provinciali
Progetto Diritti
a
Sezione Femminile
Atletica leggera Cat.
BOMBA ILENIA 3 A
Umani
Lanciano
Ragazzi e Ragazze
- Qualificazione fase
La Scuola partecipa a Concorsi, Mostre, Attività sia a livello
Regionale Cadetti/e
locale che regionale registrando sempre notevole successo.
1° PREMIO
CHOCOVILLAGE
“Il vademecum
del cioccolato”
1° PREMIO
alla classe 1 C
“NOTIZIE DALL' INTERNO” - La COMUNITA’ SCOLASTICA dell’Umberto I saluta con affetto la PROF.SSA PINA PALLINI, docente di EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE che quest’anno lascia la scuola per il meritato e,di questi tempi, agognato pensionamento. Grazie Pina per il rigore educativo che ha spesso celato la sensibilità del cuore; grazie per non esserti mai appiattita su posizioni conformiste ma hai sempre cercato nei valori del bello e del vero la strada maestra per te e i tuoi alunni.
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• Il mondo in una scuola •
COMBATTENDO
I CENTRO OLI
INTRODUZIONE:
Ormai tuttʼItalia è a conoscenza della costruzione
del Centro Oli ad Ortona.
Si sono fatte tantissime
manifestazioni a sfavore.
Il progetto rientra in un
Attualità
ampio disegno governativo, vorrebbero costruire
pozzi petroliferi in mezzo al mare che bagna le coste da
Ortona a Vasto con la funzione di estrarre il petrolio. Hanno scelto proprio lʼAbruzzo perché essa insieme alla Basilicata hanno maggior riserva di petrolio. Queste iniziative
prodotte dal governo influenzerà molto lʼAmbiente. Nonostante tutto non si è ancora a conoscenza della struttura
dellʼimpianto e dei materiali utilizzati e come verrà effettuato il trasporto.
Sicuramente sappiamo che il centro OLI è un Centro petrolifero ma il petrolio che è presente nel nostro mare è
detto “amaro” cioè impuro e perciò viscoso e corrosivo,
una specie di fanghiglia; sappiamo anche che il suo trasporto sarebbe molto complicato e costoso e che il processo di raffineria che dovrebbe essere fatto in mare consiste in varie fasi e ha come obiettivo la emissione di
“idrogeno solforato” nellʼaria, sostanza altamente nociva
per la salute.
La nostra è una terra ricca di olio, vino, ortaggi, pesce: il
mare e il suolo sono i nostri tesori più grandi… perché rischiare di perderli? La raffineria inoltre rovinerà la costa
che assomiglierà sempre più ad uno scalo petrolifero ma,
ed è questa la cosa più grave e più seria, avrà l conseguenze devastanti per la nostra salute. Ho letto infatti che
esperti del Mario Negri sud hanno parlato di tumori, malformazioni al fegato, malattie cardio-respiratorie, malformazioni genetiche…
LE MANIFESTAZIONI. Come sapete si sono fatte moltissime manifestazioni per combattere la costruzione di questa petroliera. Fra le tante quella di San Vito ad Aprile a cui
hanno partecipato più di 3000 persone e lʼultima a Lanciano il 30 maggio scorso. Bagnati ma soddisfatti perché
eravamo più di 5000 persone in marcia contro il petrolio
dal quartiere Santa Rita fino in Piazza Plebiscito. Un corteo variopinto di colori e banbiere, di uomini politici anche
di partiti diversi, di tante associazioni e persone normali ,
tutti dietro ad un unico slogan:NO AL PETROLIO IN
ABRUZZO!
NO AL PETROLIO, come già ho scritto, per molti motivi
ma quello più importante per non distruggere il nostro futuro e il nostro piacere di vivere tra le cose semplici, belle,
e buone.
EDOARDO GAMMARACCIO 1C
SOMMARIO
Attualità
Adolescenza
Vita della scuola
Natura
pag.
pag.
pag.
pag.
2
4
6
13
Insieme per accogliere...
(inserto)
I-IV
Creatività
pag. 14
Musica e Sport
pag. 18
IL TIFO? SÌ, MA
SENZA ESAGERARE
In questi giorni in televisione
si sentono sempre notizie su
tifosi che aggrediscono normalissime persone o su poliziotti che arrestano o malmenano persone che fanno
una passeggiata e vengono
scambiate per tifosi!!
Io penso che fare il tifo ad
una squadra di calcio è una
bella cosa però deve avere
un certo “equilibrio” e non si
deve andare oltre le regole
di un tifo “normale”; vorrei,
inoltre, che la giustizia non
scambiasse normali persone, che forse nemmeno si
trovano allo stadio, con i tifosi che picchiano i sostenitori della squadra avversaria. Inoltre, non penso che
un giocatore del Milan abbia mai menato un giocatore dellʼInter, pur essendo
squadre acerrime nemiche!
ANTONY CASTORA I E
LA LETTURA COME RISORSA
Condividere emozioni e sentimenti, confrontarsi sugli argomenti più vari, scambiare amicizie, viaggiare in luoghi diversi, allargare le proprie conoscenze, formarsi delle opinioni… tutto questo è un libro.
Leggere un libro infatti è avere
tutto il mondo in una stanza, è
parlare stando in silenzio, è
stabilire una sorta di comunicazione mentale con lʼautore e
la sua storia, è tessere un sottile filo emozionale che ci lega
a lui fintanto che leggiamo e
anche altro. Lungi dal sembrare unʼattività noiosa o inutile, la
lettura, al contrario, ci arricchisce un poʼ alla volta e risulta
essere piacevole per la mente
e lo spirito. È importante rilevare la stretta connessione tra
lingua e lettura. La lingua, come strumento del pensiero, è il
nostro veicolo di espressione
e il modo di stabilire rapporti
sociali. Senza di essa saremmo estranei al mondo e del
tutto isolati. Si comprende, così, quale sia lʼimportanza della
lettura e quale sia la sua utilità
nel fornire mezzi linguistici
adeguati, nellʼaiutare ad acquisire consapevolezza delle
nostre esperienze, sviluppare
il pensiero e favorire la capacità di destreggiarsi in vari contesti di comunicazione. Ma
non solo: un buon libro, oltre
che intrattenerci piacevolmente, ci aiuta ad interpretare criticamente la realtà. Ma per arrivare a questo non ne basta
uno solo, ne occorrono tanti,
perché credo che, come per
lʼalimentazione, anche per la
cultura si debba rispettare un
fabbisogno, un bilancio, così
se introduciamo tanto e bene,
otteniamo tanto. Infatti un organismo ben nutrito si mantiene in salute; questo vale anche nel campo del sapere, che
si alimenta di lettura. Personalmente interpreto la lettura
come un atto dʼamore nei miei
confronti, perché leggere mi
nutre di soddisfazione. È una
sorta di complicità che si stabilisce tra me, le parole scritte e
lʼimmaginazione. È un discorso muto che vale fiumi di parole, che si possono condividere
o sulle quali si può dissentire;
è un incontro con unʼaltra persona, lʼautore, che aggiunge
alle mie esperienze e conoscenze le sue, in uno scambio
che mi aiuta a crescere. Purtroppo sono pochi, specie tra
ragazzi, quelli che si appassionano alla lettura o, se lo fanno,
è solo un interesse momentaneo, magari di un determinato
libro collegato ad un film del
momento e che quindi attrae
lʼattenzione perché è “di moda”. Nessuno, insomma, leggerebbe un libro culturale o un
classico della letteratura e della narrativa. Il problema, alla
base, è la motivazione, ossia
manca quel profondo piacere
che la comprensione di un testo può dare. Credo che se si
riuscisse a pensare ad una pagina scritta come ad un testo
musicale e si comprendesse
“la musica delle parole”, se si
leggesse usando non solo la
vista, ma tutti i sensi, allora la
lettura potrebbe finalmente occupare il posto che merita.
FLAVIA FIORETTI – III E
• Il mondo in una scuola •
2012 LA FINE DEL MONDO. MA SARÀ VERO???
Molta Gente crede che, il 21
dicembre 2012, il mondo entrerà in una fase di cambiamento o che, addirittura,
scomparirà. Ma cosa dicono
gli scienziati a riguardo? Scopriamolo insieme. Una delle
teorie più famose è quella del
calendario Maya. I Maya, in
realtà, non hanno previsto la
fine del mondo, ma una festa,
come il nostro capodanno. In-
fatti il giorno dopo la probabile fine, tutto ritorna come prima e si vive un nuovo giorno
ma, questa volta, di una nuova era. Unʼaltra ipotesi è quella dello scontro della Terra
con un corpo celeste. Un
asteroide che potenzialmente
potrebbe colpire e devastare
il nostro pianeta dovrebbe essere già visibile da molteplici
macchinari di cui lʼuomo dis-
pone, ma per ora non se ne
vede neanche lʼombra. Una
teoria molto accreditata è
quella dellʼallineamento del
Sistema Solare con la via Lattea ma, non cʼè da preoccuparsi. Infatti questo processo
accade ogni anno nella fase
che noi chiamiamo più comunemente solstizio dʼinverno.
Hanno tentato di riprodurre
lʼapocalisse della Terra in di-
versi e noti film, tra cui “2012”
e “Segnali dal Futuro”, suscitando anche la curiosità dei
tanti diffidenti e degli increduli. E ora non ci resta che
aspettare il fatidico 21 dicembre 2012 per scoprire cosa il
Fato ha in serbo per nostro
destino e per confermare
eventualmente una di queste
ipotesi.
ALESSANDRO DI NUNZIO – I C
CELLULARE SEMPRE IN MANO… COSA BUONA O CATTIVA?
Noi ragazzi, oggi, abbiamo sempre il cellulare a portata di
mano, ma non solo per telefonare, ma per messaggiare,
fare foto, video ed altro. Ma questo è un buon uso del cellulare? Inizialmente il telefono serviva esclusivamente per
telefonare, mentre ora ha molti più usi. Basta pensare che
il primo sms della storia è stato inviato in Inghilterra nel dicembre 1992, per augurare Buon Natale. Invece oggi si inviano circa 1000 sms a persona ogni giorno. Ma ci sono
anche degli aspetti negativi, come i danni alla nostra salute: Malattie della pelle, problemi agli occhi ed altre patologie. Tutta colpa delle onde elettro-magnetiche prodotte dal
cellulare. Il cellulare, però, ha anche aspetti positivi: se abbiamo bisogno di aiuto perché ci troviamo in difficoltà, possiamo sempre cercare soccorso; se abbiamo bisogno di informazioni possiamo sempre cercarle su di esso. Grazie
alle moderne tecnologie il cellulare si è trasformato in un
“mini computer”: può fare da navigatore satellitare, puoi
connetterti immediatamente ad internet, puoi inviare dati
ad altre persone… Quindi il cellulare può essere usato sia
per scopi positivi che per scopi negativi, però è sempre
meglio usarlo per cose utili
Katia Angelucci e Sara di Rado – II C
ESISTONO GLI UFO?
Sin dallʼantichità, i Maya hanno predetto che, nel 2012, la terra scomparirà e, cioè, finirà il mondo. La fine del mondo può avvenire, e
detto dai Maya possono succedere molte cose, come invasioni aliene, trombe dʼaria potentissime, terremoti, uragani ed altro. Ma secondo me il fatto dellʼinvasione degli alieni non è una cosa reale, però ho sentito dai telegiornali che molta gente ha visto con i propri
occhi gli “ufo”. Queste persone, secondo me, hanno visto davvero delle scie luminose o delle luci abbaglianti, ma nessuno ha mai visto un “Extraterrestre”, come del signore degli anelli che abbiamo visto in TV. Anche mio padre mi ha raccontato che, quando era giovane, durante una partita di calcio, ha visto una sfera nera che si muoveva e dopo un poʼ è scomparsa. Ora siamo nel 2010, ed il 2012
è molto vicino. Aspetterò questi fenomeni misteriosi, ma io per adesso continuo a non credere negli alieni.
Simone Canala – I C
E U R O PA U N I TA ? S Ì G R A Z I E
Ci si trova di fronte ad un progetto grandioso e nel contempo di non facile realizzazione, quando si pensa allʼUnione Europea
come ad una vera e propria federazione.
Certo, non cʼè cosa più bella che potersi
sentire “Cittadino Europeo” e connazionale
di altri popoli, coltivando nuove relazione,
affacciandosi a nuove culture, allargando
gli orizzonti, in unʼottica di vita comunitaria
in cui insieme si affrontano i problemi e, cooperando, si cerca di risolverli. LʼUnione
Europea, in mezzo secolo ha realizzato
tanto a favore dellʼintegrazione, ma resta
ancora tanto da fare. Infatti, da un punto di
vista politico ed economico, lʼEuropa si
confronta con colossi internazionali come
la Cina, il Giappone, gli Stati Uniti e se non
sa presentarsi unita non riuscirà a compe-
tere né a tenersi al passo. Fino a quando
gli Stati europei saranno divisi dagli egoismi nazionali e da rivalità, mancherà la coesione necessaria e lʼEuropa rivestirà
sempre un ruolo marginale. Quindi, in primo luogo, bisogna avere la profonda coscienza di questa situazione e prenderne
atto. Poi maturare la volontà di assomigliare sempre più ad uno stato federale, assumendo posizioni ferme riguardo alle grandi
questioni politiche, trovando soluzioni armoniche per lʼeconomia, munirsi di una linea di difesa comune. Continua a sussistere in molti, i cosiddetti “Euroscettici”,
molto riserbo nei confronti del progetto
“Europa unita”. In effetti cʼè paura, poca
convinzione, dubbio per la struttura troppo
burocratizzata dellʼUnione, che viene rite-
nuta inefficace nel risolvere i concreti interessi del cittadino; per le procedure troppo
macchinose attuate per decidere lʼapprovazione delle leggi; per le migrazioni interne ed il timore di disoccupazione e criminalità; per motivi religiosi, come nel caso
della Turchia, che da anni viene respinta
dallʼUnione, poiché si teme che una commissione di religioni giudaico-cristiane e
musulmana possa generare tensioni pericolose. In conclusione lʼEuropa unita è un
progetto meraviglioso si, ma ancora incompiuto. Forse se lʼumanità riuscirà ad affrontare sacrifici in nome di un grande
ideale comune, lʼorganismo europeo avrà
trovato la sua vera ragione di essere e la
sua identità.
Flavia Fioretti – III E
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• Il mondo in una scuola •
L’ADOLESCENZA…QUANTI CAMBIAMENTI!!!...
Adolescenza
Nellʼalbum
dei ricordi
Mi è capitato diverse volte di
vedere le foto del mio papà
che pratica il suo sport preferito: il Baseball. Lo vedevo
lì,pronto a battere, con il viso
concentrato e gli occhi fissi
sul lanciatore. Ricordo che in
ogni cosa era molto preciso,come per la scuola: quando si è laureato in ingegneria,ad esempio. Quando però non aveva nessun libro su
cui contare,metteva tutta la
sua energia,la sua potenza.
A volte avrei voluto essere lì
con lui a sostenerlo e incitarlo. La mamma mi racconta
che quando l’ha conosciuto
era stimato da tutti proprio
per il suo carattere attento
ed educato. Aveva capelli
neri e folti che quando giocava gli coprivano spesso la visuale. Tutti dicevano che era
molto bravo,ma lui non se ne
vantava, perché l’importante
secondo lui era giocare solamente per divertirsi e mettere il meglio di sé. Come me,
modestamente…..!!!!!
Giulia Codagnone IA
L’adolescenza è quella fase in cui il bambino,dalla fanciullezza,inizia a prendere coscienza di sé; in questo periodo avvengono cambiamenti fisici,caratteriali e soprattutto a livello sociale e psicologico. Durante questa fase iniziano i primi conflitti con i genitori e ci si inizia a
sentire indipendenti opponendosi alle loro scelte; non si accettano più rimproveri e intromissioni ma si tende a seguire il gruppo.
Questo distacco provoca una sensazione di
“vuoto” emotivo nella vita dei giovani,un vuoto
che viene colmato dai propri amici.
Essi,giorno dopo giorno,assumono un importanza sempre maggiore e i ragazzi tendono a
seguire la moda del momento e lo stile del proprio idolo.
Ci si inizia a comportare in modo diverso,a volte si manifestano anche atteggiamenti non molto rispettosi,causati maggiormente dai coetanei
che si frequentano o dal senso di appartenenza
a un determinato gruppo.
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello fi-
sico,infatti il corpo cambia più velocemente di
quanto ci si aspetta e nasce così un inquietudine profonda e si fa fatica ad accettarsi. Lo specchio diventa un nemico,ma non per tutti: per alcuni diventa un elemento essenziale,soprattutto
per le ragazze che diventano consapevoli del
cambiamento e cercano di valorizzarsi. Altri che
invece appaiono sicuri e senza problemi spesso
hanno un cattivo rapporto con il proprio corpo e
cercano di metterlo in risalto in maniera esagerata,quasi a voler cercare negli altri la conferma
della propria bellezzaL’inquietudine non passa inosservata:è come
se l’adolescente si trovasse di fronte a una linea
di confine e dovesse scegliere se oltrepassarlo
e affrontare il futuro oppure restare un “Peter
Pan”e rimanere attaccati all’infanzia che appare
più rassicurante dove il punto fermo è e deve
essere la famiglia.
Benedetta Di Nunzio & Noemi Ruscello IIC
ADOLESCENZA
Adolescenza è un termine che deriva dal latino
“Adolesco = Crescere”. È senz’altro un periodo
stupendo, fantastico e indimenticabile della nostra vita. Iniziamo a crescere,a creare una nostra personalità,a vedere dei cambiamenti caratteriali e fisici;nelle ragazze si sviluppano forme più accentuate,non si ha più il corpo di una
bambina. Nei ragazzi invece non solo cambia il
fisico, ma anche la voce si trasforma. Iniziano
anche i problemi che non avevamo mai avuto
finora: il nostro corpo non è come vorremmo o
come quello di una modella o di un amica e ci
si sente in soggezione per non essere belle,alte e magre come loro. Di solito si pensa
che questi problemi si presentino solo nelle ragazze,ma oggi giorno non è più così. Tutto
questo è valido anche per i ragazzi. Ogni cosa
che si dice viene fraintesa,per un brutto voto a
scuola piangiamo per ore e ore,i genitori ci
sembrano invadenti ma in realtà non lo sono,
non ci si sente capiti e si va a cercare l’aiuto e
il conforto dei propri amici,ma a volte loro diventano falsi e nel momento in cui ci si sente
soli si viene a sapere che tutte le cose che abbiamo confidato loro, le hanno rivelate a tutti e
ci parlano male alle spalle. In quel momento si
va in depressione e si sfoga le proprie frustrazioni sugli altri,si crede di avere sempre ragio-
ne,non si ammette quando si sbaglia e appena
si riceve un NO dai genitori si pensa che il
mondo ci crolli addosso ma…non è così! Proprio per questi motivi si presentano malattie come anoressia e bulimia. Le preoccupazioni di
un adolescente sono tante anche se se si pensa che questa fase sia serena e spensierata: risolvere questi problemi non è semplice,ma se
non lo si fa si può arrivare a un punto critico. Innanzitutto bisogna cercar di far capire ad un
adolescente,almeno secondo il mio punto di vista,che non bisogna desiderare il fisico di un
modello o di un gruppo di amici,perché si è belli così come si è,e che non bisogna farsi influenzare dalle stupidaggini e senza dare troppa importanza all’aspetto esteriore,ma di valorizzare la propria personalità. Anche iniziare a
selezionare le proprie amicizie e considerare
gli adulti come punto di riferimento è importante, in modo da poter imparare a capire chi ci
vuole davvero bene e chi non se ne importa
niente di noi,è un passo verso la maturità. Ogni
persona ha un proprio carattere ed ha le sue
carte da giocare in società per quello che è,non
per la “maschera” che indossa.
Patrizia Ruggiero IIE
LʼADOLESCENZA…
Lʼadolescenza è considerata da sempre lʼetà piu dura da affrontare per un ragazzo
Questo per I nuovi amici le nuove conoscenze e le conoscenze un po piu importanti.
Eʼ di questo che volevo parlarvi quando pensi che nellʼanno scolastoco,studierai sempre,sa
rai sempre presente,e non ti distrarrai mai,è proprio lì che conosci una persona che già dal primo momento ti appare simpatica e unica. In quel momento perdi la testa, e non ci capisci più niente,magari di quella persona ti attrae il suo modo di esprimersi e di salutare.
Poi fai di tutto per conoscerlo magari per parlarci ed esserci amica,cerchi di avere anche il suo numero di telefono,per parlarci.
Dopo vedi che tutte le mattine ti saluta sorridendo in quel momento non sai che fare, se salutarlo,sorridere o fare naturalmente
entrambe le cose.
Poi dopo una settimana circa riesci ad ottenere il suo numero e sei al massimo della felicità e pensi : Che voglio di pùù??.
Bè lʼadolescenza è questa,una cosa bellissima ma anche dura da affrontare.
Dafne Antonini II A
• Il mondo in una scuola •
NON CʼE PEGGIOR SVENTURA DI PENSARE MALE DI SE STESSI..
Noi adolescenti viviamo in uno dei momenti piu
difficili della vita. In questa fase di crescita che
stiamo vivendo non è facile trovare persone che
ci aiutano a diventare aduti. Spesso cerchiamo
aiuto nei compagni, ma non sempre troviamo
chi capisce il nostro disagio interiore a volte accade che il nostro migliore amico ci tradisca,magari andando a raccontare un segreto
che gli avevamo confidato. Gi adulti ci accusano
di essere superficiali e privi di ideali...Accade
così che le delusioni e le incomprensioni ci portano alla sfiducia in noi stessi. Molti condizionamenti ci impediscono di realizzare I nostri e sogni e ciò che vogliamo realizzare,la paura di non
riuscire puo provocare in noi uno stato di depressione che è difficile da tollerare e così si verificano anche conseguenze estreme come droga,alcol, bulemia e anoressia. La sfiducia in se
stessi è una vera e propria malattia.legata a ciò
che ciascuno sente e pensa a proposito di sè e
a volte la critica peggiore è proprio la nostra. Sì,
la prima persona con cui dobbiamo fare i conti
siamo noi,noi abbiamo la cultura delle bellezze
estetiche del primo della classe creiamo continuamente competizioni che ci allontanano dalla
reale coscenza di noi stessi molti di noi ragazzi
si sentono inadeguati e soli ed hanno molto bisogno di essere aiutati ad aquistare un vero
senso di autostima, altrimenti saremo sempre
alla ricerca della perfezione. Lʼautostima di sè è
importante per arrivare a credere in noi stessi.
Ma accettarsi è un processo difficile. Molte cose
condizionano la nostra mente: la pubblicità,il
giudizio degli altri,lʼunione personale, lʼmmagine
che ci siamo fatti di noi,le aspettative degli altri.
Quando una persona non sì accetta pensa che
tutti gli altri non la accettino. Abbiamo il diritto di
fare tutto cio che ci fa stare meglio ma se una
FOTOGRAFIA DEI
TEENAGER OGGI
Noi giovani siamo considerati da sempre una
gioventù bruciata che
pensa solo a cose frivole e prive di senso,
ma è proprio così?
Una recente indagine
(GFK Eurisko) dimostra il contrario: i giovani d’oggi sono idealisti,determinati e concreti e al denaro e al
successo preferiscono
amicizia, amore e famiglia. L’indagine,che
ha fatto un sondaggio
a 600 ragazzi tra i 14 e
i 20 anni, scatta una
“fotografia diversa dei
ragazzi italiani: idealisti
e romantici,ma molto
concreti quando si parla del loro futuro. L’indagine è concentrata
soprattutto sul come
sia intesa la libertà tra i
ragazzi. Chi si aspetta
che per i ragazzi la libertà sia l’andare controcorrente o contrapporsi agli adulti si sbaglia. Per il 58% degli
intervistati essere liberi
significa poter fare
scelte importanti, come
iscriversi alla scuola
superiore o all’università. Essere liberi significa seguire le proprie
passioni e non per
questo trasgredire le
regole. L’importanza
che i teenager danno
alla libertà sta innanzi-
tutto nel legame con la
natura nel contatto con
essa,nei momenti di
condivisione con il
gruppo ma anche nello
stare soli per riflettere
su sé stessi.
Gli adolescenti desiderano un ritorno alle origini e alla natura che
nelle metropoli è ormai
inesistente. Il mare viene associato,per la
maggior parte degli intervistati,a un senso di
libertà che internet altri
mezzi multimediali non
possono dare. Beh,
certamente ci sono ragazzi che amano questo tipo di svago e di
intrattenimento ma sono comunque in minoranza rispetto a quanto
ci si aspettava.
Altro che freddi tecnofili! I giovani amano apprezzare tramonti e
paesaggi suggestivi, e
non è un caso che al
cinema i film simbolo
della libertà siano “Alice nel Paese delle Meraviglie” e la pellicola a
sfondo naturalistico
“Into the Wild”,seguiti
da classici come “ L’attimo fuggente”. Anche i
personaggi che incarnano il valore della libertà sono ritenuti simboli di pace e altruismo. Fra essi troviamo: Nelson Mandela e
il neo presidente Barack Obama,ma anche
Vasco Rossi,visto come provocatore dalla
generazione degli anni
Novanta.
Tra le paure recenti dei
giovani ci sono la recessione e la disoccupazione. Il futuro però
non deve far paura: il
più della metà degli intervistati si sente già libero,la percentuale aumenta per quelli che
sperano in un futuro
più libero e, fondamentale per questo scoop,
resta per loro la realizzazione individuale nel
poter svolgere il lavoro
che sognano.
Per quanto riguarda
l’attività pratica i giovani si sentono liberi
stando insieme agli
amici,facendo sport
oppure curando la propria persona.
Questa ormai è una
generazione che ama
descriversi come romantica e sognatrice e
in versione naturalistica. Quindi inutile stupirsi se i valori appena
citati ricoprono i primi 5
posti in classifica,
mentre soldi e fama
sono scesi nelle ultime
posizioni.
LA MORGIA GABRIELA IIID
persona non capisce che non esiste unʼimmagine perfetta di come dovrebbe essere rimarrà perennemente frustrato e perciò capirà che la vita
non è quella che dovrebbe essere, quella che ci
costruiamo nella testa ma è quella che è nella
realtà con le sue ombre, con I suoi difetti I suoi
limiti.Eʼ il modo con cui lʼaffronti che fa la differenza. La vera stima in sè si aquista quando riusciamo ad accettare noi stessi e ad integrare I
punti deboli con quelli forti. Dobbiamo credere in
noi stessi.Superando la distanza di sè si arriva a
scoprire un grande segreto. Non è la vita ad impararci dei blocchi ma piuttosto la convinzione
di essere. Ragazzi vi diamo un consiglio pensate positivo e credete in voi stessi. Cercate di realizzare sempre I vostri sogni
Mancini Benedetta
Donatella Abbonizio 3°D
LʼADOLESCENZA…
We we ragà
ma vi state accorgendo che stiamo crescendo a dismisura?!?!.
Comunque volevo parlarvi della pre-adolescenza che ormai conosco bene..Credo..
Eʼ il periodo più bello..ma anche il piu schifoso della nostra vita..1°
findanzati...1°bacio...veri amori..1° gelosie..Ma anche cose molto
brutte...Discussioni serie..Primi litigi,ed è a quel punto che capisci
che il mondo è bruttissimo...E per andare avanti bisogna solo guardare il lato positivo della vita!..A questa età di 11-12-13 anni ti sembra che tutto vada male...Tutti contro di te.. I pianti.. Le paure..Le figuracce..Tutto a tee! Qesto lo pensa magari la maggior parte delle
persone di questa scuola : Facciamo il conto : ai 3|4 della scuola
succede (21x16=336 3|4 x366=552) 252 ragazzi che la pensanoogniuno fa 5 figuracce al mese (5x25=1260) in un anno a scuola si
fanno circa 1260 figuracce o anche meno..forse ho esagerato: la
metà (1260:2:630) comunque sono tante ed ecco che concludo la
1° parte del discorso.
Non sei solo tu quello a cui succede tutto.
Passiamo al secondo argomento : Tutti questi psicologi che parlno
di preadolescenza ma che vi inventate??Allora non si puo immaginare cosa pensa un ragazzo preadolescente..Ma chi ve le dice le
cose che scrivete? Vi leggo una frase a caso “ I maschi sono generalente contenti di quello che gli sta succedendo,le femmine no!”
Ma che dite? Io sono contentissima! Ma se sei adulto che ne sai
della pre-adolescenza?Chissà quante cose sono cambiate da 20
anni fàà!!! E siamo giunti alla fine del secondo argomento..Non si
può scrivere sulla preadolescenza anche se è quello che sto facendo io ora.
Ok..Non ho piu idee. Ma visto che non ho niente da fare vi parlo di
me.
Io faccio la 2° media,quindi ho 12 anni.La mia classe non è divisa
è formata da un solo gruppo,alla faccia dei professori che dicono di
non isolare I ragazzi che studiano,anche in classe nostra i VIP sono quelli che studiano. Io ho buoni rappporti con la maggior parte
delle persone che conosco oltre a gli amici tra I banchi di scuola ho
anche degli amici in acqua (in piscina) .anche con loro vado molto
daccordo.Io non ho avuto una vita semplice, io ne ho avuti di problemi prima. Quando ero piccola abitavo vicino a Roma..Perchè
mio padre abitava lì..Ogni settimana tornavo qui in Abruzzo e facevo una settimana si e una settimana no di asilo. Quando ho fatto 6 anni mi sono trasferita definitivamente in Abruzzo.. Non conoscevo nessuno alle elementari e poi erano tutti diversi in gruppo,
però ora sto al massimo! Mi accettano tutti.
Lʼunica ingiustizia è che ho 7 in condotta e non posso fare niente.
Ma del resto non ho nientʼaltro che va male: ho 4 “Best Friend” Una
classe meravigliosa.Non so piu che dire..Ricordate le sciocchezze
piu strane si fanno a questa età! Ciaoo!
Alessia Ferrante II C
5
6
• Il mondo in una scuola •
Vita nella scuola
della natura. Abbiamo udito finalmente il cinguettio di molti uccelli e abbiamo cercato di
distinguere il loro linguaggio e i loro segnali
di comunicazione. Poi ascoltato il vento che
sussurrava chi sa cosa!) tra le foglie e lo
starnazzare delle anitre. Questa esperienza
sul campo è stata molto interessante per
capire soprattutto il rapporto uomo-ambiente
e per mettere in discussione tutte quelle
azioni umane che provocano danni alla natura. E’ stato un momento di scuola molto
importante perché abbiamo anche sperimentato e verificato le notizie e le informazioni che leggiamo dai libri e che la nostra
Prof. di scienze continuamente ci ricorda.
ROBERTA MASCHERONI E NICOLE CAVALLO I C
Matematica,
che passione!
Il 20 marzo 2010 si sono svolte le semifinali
nazionali di Giochi Matematici. La nostra
scuola “Umberto I” ha ospitato i candidati
alle finali provinciali di giochi matematici.
Alle finali di Milano avevano accesso i primi
31. Io sono riuscito a piazzarmi in 13^ posizione. Oltre a me si sono qualificati alle finali
Giuseppe Pagnotta e Benedetta Guerriere.
II 17 marzo coloro che si sono qualificati
alle finali di Milano sono stati premiati con
una coppa (i primi 3) e con una medaglia i
classificati dalla 4^ alla 31^ posizione. Le finali erano previste al centro “Pristem” appartenete all’università Bocconi il 15 maggio.
Io con la mia famiglia sono andato a Milano
il 14 maggio. Ero molto ansioso di affrontare
le finali. Il 15 maggio era arrivato e non vedevo l’ora di raggiungere l’università per
eseguire la prova. Ho raggiunto l’aula una
ventina di minuti prima di cominciare. L’edificio era molto affollato perché c’erano tantissimi concorrenti. Le prove che ho dovuto
affrontare erano molto difficili e richiedevano
tempo. Adesso sono impaziente di sapere i
risultati che escono fra qualche giorno anche
se già so di non avercela fatta ma comunque, indipendentemente dal risultato, sono
contento di aver avuto la possibilità di provarci. E’ stata una bella esperienza per me
e spero di poter disputare di nuovo queste finali l’anno prossimo perché ho sempre
avuto un debole per i numeri e ho avuto la
possibilità di visitare Milano che né io né i
miei genitori non conoscevamo.
Lorenzo Giancristofaro IIE
UNA GIORNATA “VERDE”:
LA RISERVA DEL PARCO
NATURALE DI PENNE
Noi ragazzi di I e II C abbiamo visitato la Riserva del Parco Nazionale di Penne. La
guida che ci ha accolto ci ha subito informato
che l’Abruzzo è la regione più verde d’Europa e ci ha dato moltissime informazioni
sulla Riserva. I suoi ambienti sono caratterizzati da boschi di caducifoglie, di roverella
e pioppeti e, negli ambienti più asciutti, possiamo trovare il carpino nero e l’acero. Nel
lago, un bacino artificiale nato dalla confluenza del fiume Tavo e il torrente Gallero,
sono presenti l’airone e la nitticora, simbolo
dell’oasi. Noi abbiamo fatto il percorso del
bosco: nella riserva si sono molti alberi monumentali e arbusti, dei simpatici percorsi
con ponticelli di legno che attraversano piccoli stagni. Durante il cammino abbiamo notato molti cartelli illustrativi e un rifugio dove
si provvede alla cura di alcuni animali feriti,
abbandonati o a rischio di estinzione. Durante l’escursione, la guida ci ha invitato a
fare silenzio per ascoltare e rumori e i suoni
INTERVISTA ALLA PROF.
DI SCIENZE MOTORIE
CONCETTA CICCOCIOPPO
A cura del Direttore
Perché è nato il Centro sportivo ? Il centro
sportivo è nato come luogo per praticare
sport, infatti il nostro progetto si chiama proprio “SPORT A SCUOLA”
Quali sono le attività praticate? Gli sport che
si praticano sono: Corsa Campestre, Atletica
Leggera ( velocità, mezzo fondo, corsa ad
ostacoli, salto n alto, salto in lungo, lancio del
peso, staffetta), Pallavolo.
Quanti sono gli alunni che frequentano il
Centro a scuola? Sono circa 190, un numero
davvero considerevole che ci dà la misura di
quanto i ragazzi amino lo sport.
Quali sono i pregi e i difetti? Pregi sono
tanti: è aperto a tutti ed è completamente
gratuito, ci sono tanti momenti di confronto
e competizione senza mai esasperare l’agonismo. Ai ragazzi spiego sempre che è importante mettersi in gioco e esserci sempre
dando il meglio di sè perché il sano confronto ci da la misura di quello che siamo e
sappiamo fare. Tra i difetti: le ore a disposizione dei ragazzi dovrebbero essere di più;
molte volte non bastano a soddisfare le esigenze ed i bisogni di tutti anche se noi docenti cerchiamo di lavorare affinché ogni ragazzo possa vivere “momenti di gloria”.
Quali sono gli obiettivi che ci si pone n questo Centro Sportivo? Promozione del benessere psico-fisico, promozione della pratica sportiva come stile di vita,
socializzazione ed integrazione.
Cosa prova Lei, quando un suo alunno aggiunge un importante traguardo? Provo gioia
perché vedo gioire. Provo soddisfazione perché dietro un successo c’è sempre impegno,
sacrificio, e tanto, tanto lavoro.
Nella sua lunga carriera di insegnante ha
avuto sicuramente tante soddisfazioni, ma
qualche delusione? Quando si crede fortemente in quello che si fa le soddisfazioni arrivano, quindi non nascondo che le ho avute.
Le delusioni? Ogni volta che non c’è stato riscontro positivo al grande lavoro svolto.
Secondo Lei lo sport aiuta a stringere amicizie e d andare bene a scuola? Certo… lo
sport ha sempre facilitato le relazioni sociali,
inoltre sono più che convinta che lo sport fa
bene allo studio e lo studio fa bene allo sport.
Anche in palestra si esercitano l’applicazione,
l’impegno e la concentrazione… senza di
essi non c’è apprendimento.
Vorrei ringraziarvi per questa intervista perchè mi ha dato la possibilità di spiegare che
lo sport nella nostra scuola ha un posto importante per la formazione integrale e ne
rappresenta l’anima. Grazie, mitica Prof. anche da Lei, dalla sua professionalità e dalla
sua carica umana siamo cresciuti come
alunni e come persone.
Il direttore Responsabile
Un’esperienza
indimenticabile
L’anno scorso, alcuni ragazzi dell’istituto
Comprensivo Umberto I,hanno partecipato
ad un laboratorio teatrale guidati dalla professoressa Lucia Di Nardo ; fortunatamente
io ero tra questi. Avevamo pensato di allestire un commedia brillante, ma poi il
dramma che ha colpito la città di L’Aquila e
le zone limitrofe, ci ha dirottati verso un’altra
scelta. Abbiamo voluto testimoniare e condividere la disperazione e il dolore della
gente colpita dal dramma, sorretta però dalla
speranza di ricominciare. Il pubblico e gli
esperti sono stati colpiti dalla carica emotiva
che abbiamo saputo trasmettere, tanto da
essere stati inviati ad una rassegna teatrale
tenutasi da Assisi nella prima settimana di
novembre. Alla rassegna partecipavano
molti gruppi, provenienti da tutta l’Italia e
appartenenti a tutti gli ordini di scuola. Purtroppo non ho potuto assistere a tutti gli
spettacoli perché mi ero ammalata e sono
stata costretta a stare a letto ; per fortuna la
sere del grande evento ero in forma e ho potuto dare il meglio di me. Fin dalla mattina
del debutto avevamo tutti l’adrenalina, eravamo terrorizzati al pensiero di sfigurare, visto che siamo stati gli ultimi ad esibirci e i ragazzi che ci avevano preceduto erano stati
bravissimi. alcuni di essi, provenienti dalle
scuole superiori, hanno messo in scena
spettacoli che non avevano nulla da invidiare alle grandi compagnie teatrali e i ragazzi hanno recitato alla stregua di attori
professionisti. Quando siamo andati a provare per la prima volta sul palco del teatro,
mi sono sentita sperduta ; non avevo mai visto un palcoscenico così vasto, dotato di
tutti i ritrovati tecnologici atti a creare particolari effetti scenici. Lì sul palco mi sembrava di sognare, ma poi, come sempre mi
succede, sono tornata alla realtà, e ho capito
dovevamo dare il meglio per esprimere tutti
i nostri sentimenti. Ci siamo riusciti, lo spettacolo ha suscitato al pubblico grandi emozioni, e siamo stati noi a renderlo possibile.
Abbiamo ricevuto tanti complimenti, anche
quelli della nostra Dirigente che ci ha fatto la
sorpresa di essere lì, tra gli spettatori ad
applaudirci e sostenerci. Questa esperienza
è stata molto significativa per noi tutti: abbiamo condiviso emozioni ed esperienze,
abbiamo accresciuto la nostra autostima,
abbiamo fatto nuove amicizie e tra noi è
nato un rapporto solido e sincero. È doveroso, perciò, ringraziare di cuore la professoressa Di Nardo che, grazie alla sua professionalità e al suo carisma, ci ha
trasmesso quella carica emotiva cha ha coinvolto anche il pubblico.
Ludovica Ucci 3B
GIOCARE PER
SOLIDARIETÀ…
La solidarietà… un valore che non tutti e non
sempre sappiamo coltivare… a volte,
spesso, ci è di peso aiutare qualcuno in difficoltà, ci è di peso prestare ascolto a qualcuno che in quel momento ha bisogno di noi,
fosse anche solo per sfogarsi o magari per
parlare, ci è scomodo pensare, presi come
siamo da tutte le nostre attività, a realtà di ragazzi come noi, ma sfruttati,maltratti e senza
alcun diritto. Unendo, però, la parola solidarietà alla parola partita.. nasce una delle tradizioni a cui la nostra scuola è particolarmente legata: la PARTITA DELLA
SOLIDARIETA’.
• Il mondo in una scuola •
Un giorno veramente speciale in cui, oltre a
divertirci e a tifare per la nostra squadra
che, tra un tiro e l’altro, speriamo che
vinca,rivolgiamo un pensiero e un aiuto a
qualcuno lontano, un ragazzo come noi,
che conta sul nostro piccolo contributo, a
qualcuno che sarebbe molto felice di star
seduto sui banchi ad ascoltare le prof. insieme agli amici, qualcuno che mentre i nostri eroi rincorrono un pallone, è costretto,
come accade in alcuni paesi lontani, ad intrecciare fili per la realizzazione di tappeti
guadagnando a malapena di che sopravvivere… è per questo che la partita non deve
essere considerata un giorno di scuola in
meno o un giorno di vacanza… ma un
giorno speciale in cui in campo non ci sono
solo 22 giocatori, ma anche Lei, meritevole
di una sua maglietta e perché no, anche
della fascia da capitano.. la Solidarietà… Infatti, deve essere la protagonista della giornata, ma non solo di questa giornata,di tutti
i giorni, e non pensando solo alla vittoria
della nostra squadra, la vittoria, almeno per
un giorno, è cercare di vivere questi momenti speciali, in cui solidarietà è anche saper aiutare il compagno della squadra avversaria,tenendo presente che se ci
aiutiamo a vicenda la strada non ci sembrerà tanto in salita!!!
Infatti la partita della solidarietà è proprio un
simbolo speciale, una tradizione che fa della
nostra scuola una scuola SOLIDALE…perchè versando un piccolo contributo sappiamo di poter aiutare qualcuno
uguale a noi, a cui però mancano le nostre
fortune e a cui la strada si presenta sempre
più difficile!!
Questa partita ogni anno viene vissuta con
gioia e serenità, perché anche se la nostra
squadra perde, ha vinto sempre la solidarietà per coloro che nascono in paesi più poveri del nostro, per coloro che poche volte
nella vita hanno occasione di sorridere a
causa delle loro misere condizioni. E noi
ragazzi sappiamo bene il valore di un sorriso.. allora contribuiamo tutti a far tornare su
visi scavati e negli occhi spenti, un sorriso e
una speranza!!!!!
Classe 3 F
LA MIA TERZA C
Ed eccoci alla fine di tre anni passati insieme a voi, tra risate, divertimenti, litigi,
addii e nuovi arrivi che ci hanno fatto crescere tutti insieme e ci hanno reso più uniti
che mai. Le medie sono un punto fondamentale per tutti i ragazzi, infatti è qui che
nascono le migliori amicizie che rimaranno
le più importanti tra i ricordi. Ed è proprio tra
i banchi di questa scuola che ho conosciuto
voi: dei compagni simpatici, degli amici fantastici, sui quali puoi sempre contare, che ti
fanno ridere nei momenti più tristi e ai quali
non puoi nascondere nulla. Quando ne hai
bisogno sono sempre pronti a farti ridere,
magari con una barzelletta o anche solo
con un abbraccio, dai quali spesso hai ricevuto delusioni ma poi ti sei accorto che non
ne valeva la pena litigare. I miei compagni
mi hanno insegnato la vita, mi hanno inse-
gnato a crescere e superare tutti gli ostacoli,
ad andare avanti ed a lasciare alle spalle
tutto ciò che mi teneva giù di morale, mi
hanno insegnato a non piangere per le cose
banali, mi hanno insegnato a mantenere la
calma anche nei momenti di forte tensione,
mi hanno aiutato nei compiti quando ero in
difficoltà e mi hanno coperto quando non
avevo studiato qualcosa.
Non riesco a pensare che l’anno prossimo
dovrò stare in una classe che non sarà la
nostra, senza 26 ragazzi sempre pronti a ridere, a scherzare, a fare commedia … e
sono sicura che ci mancherà. Ci mancherà
ogni singolo momento, bello o brutto che
sia, i compagni anche quelli con cui vai
meno d’accordo, e magari ti mancheranno
anche loro, i prof che oggi affrontiamo in
modo superficiale ma che un giorno rimpiangeremo perché ci hanno insegnato ad
essere uniti e ad andare d’accordo. Ma soprattutto ci mancheranno gli amici, perché
anche se ci fanno arrabbiare, ci rubano le
patatine e prendono sempre un “morsicino”
dalla nostra pizza, saranno pur sempre i
nostri compagni con cui abbiamo passato
tre anni meravigliosi e che di certo non scorderemo. Ed è per tutto questo che voglio ringraziare la mia classe, la 3^C.
Alessandra Sala e Valentina Mausoleo
Teatro e scuola,
binomio interessante!
La nostra scuola da anni promuove progetti
teatrali con successo. Quest’anno alcune
classi, hanno partecipato ad un progetto
teatrale nazionale. Nella mattinata, abbiamo
visto tre cortometraggi con protagonisti dei
bambini. Il primo cortometraggio parlava di
un bambino povero che trasferitosi in un altro quartiere, trova un amico e una bambina
della quale si innamora con la quale non riesce a parlare per la timidezza. Il secondo
cortometraggio parlava di un bambino povero che viveva insieme alla mamma e al
nonno. Questo bambino giocava sempre
da solo, con giochi semplici, per esempio
tappi di bottiglia, carta, pietre, foglie secche
e proprio con queste ultime il nonno spiegò
al bambino il significato della morte, con un
gioco, in modo da non turbare il bimbo. Infine, il terzo cortometraggio parlava di un ragazzino che si chiamava Antonio Cassano,
come il famoso giocatore e questo era il
suo mito, anche se diversamente dal calciatore questo ragazzino non aveva lo
stesso talento per il calcio. Personalmente
penso che tutti e tre i cortometraggi rispecchino un po’ noi ragazzi adolescenti, con le
nostre paure, insicurezze, delusioni, ecc …
Dopo queste visioni, ci siamo recati in una
stanza del teatro, insieme ad una ragazza
che ci ha spigato cosa sia uno spettacolo, gli
elementi fondamentali per poterne creare
uno ecc … Ci ha detto i titoli degli spettacoli
che avremmo visto nella mattinata e nella
mattina seguente : “Il fantasma di Canterville”, “Memory books” e “Anima leggera”.
Poi, tutti insieme abbiamo fatto un gioco
molto interessante, pensare a quale fosse la
trama per ogni spettacolo. La parte più interessante del gioco, però, è stata quando
abbiamo dovuto pescare, da dentro una
scatola, gli indizzi e poi associarli allo spettacolo in base alla trama che avevamo
scelto per ogni uno di essi. Dopo aver visto
gli spettacoli abbiamo constatato che le
trame che avevamo pensato erano molto simili a quelle vere. “Il fantasma di Canterville”
parlava di questo fantasma, che viveva nel
castello di Canterville da trecento anni e
tormentava, continuamente, gli abitanti facendo uscire una macchia di sangue nel
punto dove era stata uccisa la moglie. “Memory books” parlava di una famiglia africana :la mamma era malata di AIDS e purtroppo questa malattia l’aveva trasmessa a
sua figlia che poi morirà, quando diventerà
più grande. Infine, in “Anima leggera” il tema
era quello dei diritti dei bambini che devono
essere rispettati perché sono uguali a tutti.
Posso dire che gli spettacoli che ho visto
sono stati molto interessanti e anche un po’
divertenti. Il primo, personalmente, è quello
che mi è piaciuto di più, perché il messaggio era più semplice da capire e perché era
uno spettacolo piuttosto comico, invece negli altri due spettacoli gli argomenti erano più
difficili ma, comunque, molto belli.
Silveri Veronica 2E
RELAZIONE DI UNA GITA
Noi alunni delle classi 1,2 e 3 media di
Frisa,il giorno 28 aprile,ci siamo recati a Fabriano per vedere il “museo della carta” e a
Fiastra per visitare “l’Abazia di Fiastra “.
Siamo partiti da scuola verso le 6:30 e dopo
un lungo viaggio siamo arrivati al museo
verso le 10:00. Appena siamo arrivati abbiamo fatto uno spuntino veloce e dopo pochi metri siamo giunti alla nostra meta. All’ingresso ci ha accolto una guida che ci ha
condotti a visitare le varie fasi della lavorazione della carta.Ci ha mostrato che gli
stracci (perche una volta per fabricare la
carta si usavano gli stracci ) venivano sminuzzati e messi in acqua, con un retino rettangolare venivano raccolti e pressati per
fargli asciugare. Poi, per avere l’impermeabilità, venivano collati e infine anche pesati.
Nel 1800 inventarono una spece di forno a
carbone che asciugava i fogli in pochi minuti
e non in vari giorni come in precedenza.
Dopo siamo andati al secondo piano dove la
guida ci ha spiegato come riconoscere le
banconote false e le stampe in chiaro-scuro.
Tornati nel parco abbiamo pranzato e nei minuti che avanzavano siamo andati ad un
parco giochi ! Dopo un’ora di viaggio siamo
arrivati all’Abazia di Fiastra : una grande
oasi di verde e pace. Una guida ci ha accolti
e ci ha spiegato la vita dei monaci e la storia dell’Abazia. La chiesa che era a forma di
croce ed aveva solo due finestre principali :
una dietro l’altare e una sopra l’ingresso.
Usciti siamo andati in una stanza nella quale
i monaci si riuniscono solo di inverno perche
la chiesa, essendo di pietra, è molto fredda.
Usciti dalla sala siamo scesi nelle cantine
che si trovano sotto la chiesa.Queste venivano usate per la conservazione di cibi o per
far invecchiare il vino. la guida ci ha informato che la vita dei monaci è molto difficile
:si alzano alle cinque la mattina, durante il
giorno devono celebrare sei messe e nelle
ore che rimangono devono occuparsi dell’orto, perché loro devono produrre tutto autonomamente. verso le 6.30, molto dispiaciuti,siamo dovuti ripartire. Prima di arrivare
ci siamo fermati per cenare verso le 9:00
siamo arrivati davanti alla nostra scuola.
Questa gita mi è piaciuta molto perché ho
avuto modo di visitare luoghi che non conoscevo.
Di Florio Giuseppe - Classe 3
Frisa
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• Il mondo in una scuola •
Concorso:
I nonni raccontano
L’8 settembre 1943
.......Avevo 19 anni, l’Italia era da tre anni in
guerra ed io come tutti i giovani della mia età
aspettavo con molto timore la cartolina di
chiamata alle armi.
Avevo paura perché questa guerra si stava
trasformando in una tragica sconfitta per l’
Italia,alleata della Germania. Infatti dalle poche notizie che si riuscivano ad avere,si
sentivano sconfitte su tutti i fronti, ma soprattutto i miei amici che erano gia partiti per
le zone di guerra non davano notizie ai familiari. Verso la fine di agosto 1943 i carabinieri bussarono alla porta di casa e consegnarono la cartolina di precetto a mia
madre, in quanto ero a lavorare nei campi.
Tornato a casa trovai mia madre che piangeva e la cartolina verde sul tavolo: c’era
scritto: il mio nome, la caserma dove mi dovevo presentare e la data: 7 settembre
1943.
Furono giorni di ansia, i miei genitori si mostravano molto cupi e scuri nel volto; due
anni prima, un nostro caro amico aveva
perso la vita nella guerra d’Albania; però anche se non ero convinto di questa guerra,
dovevo partire lo stesso.
La mattina del 7 settembre, tra le lacrime e
i gesti strazianti dei miei cari, presi la corriera che mi portò alla stazione ferroviaria di
Pescina, e da lì presi il treno per Sulmona
dove c’ era il battaglione del quale dovevo
far parte.
La notte passò tranquilla; del resto fino a
quel momento, la guerra aveva solo sfiorato
le nostre zone e riposai in branda, immerso
in tanti pensieri. La mattina seguente ci consegnarono gli indumenti militari, ma verso le
ore 11 ci adunarono nello spiazzale della caserma e il capitano ordinò di toglierci le divise, di indossare gli abiti civili, di fuggire o
tornare alle nostre case, senza usare i
mezzi pubblici.
Ci guardavamo sorpresi l’un l’altro, perché
non riuscivamo a capire quello che stava
succedendo.
Usciti dalla caserma capimmo il motivo di
quello che era successo. Il re era fuggito ed
aveva firmato l’ armistizio con gli angloamericani.
Dato che si temeva la vendetta da parte
dei tedeschi, tutti coloro che erano in età per
fare la guerra, dovevano nascondersi.
Ci misi un giorno, camminando tra i boschi
e le strade secondarie, per raggiungere
casa mia. All’arrivo trovai i miei in lacrime, in
quanto pensavano che poteva essere successo qualcosa di brutto alla mia persona.
Fui felice di essere tornato a casa, anche se
qualche giorno dopo, me ne andai per far
parte delle locali forze partigiane; questo, sicuramente, lo sentivo un mio dovere verso
la patria.
sempre possibile perché al suono della sirena, che allertava il pericolo imminente,
doveva subito correre e scappare per salvarsi dal bombardamento.
Aveva una gran paura di morire!
I suoi ricordi non sono molto allegri, ricorda
solo di aver trascorso una bruttissima infanzia, ma, anche se questi avvenimenti l’hanno segnata profondamente, si ritiene
una persona fortunata perché il suo unico
scopo era salvarsi da quell’ inferno e vivere
più a lungo possibile.
Certo, se mia nonna non fosse sopravvissuta alla guerra, non sarei oggi qui a raccontare le sue storie.
Clarissa De Innocentiis Classe 1 D
Nonna Anna nata il 03 Ottobre 1935
Alcune lettere dell’opuscolo
“...Oltre ogni muro”
Berlino est 10-4-1975
”Nonna Anna e la guerra”
Caro Friederich,
sono in Alexander Plaze, qui dove una volta
giocavamo a calcio. Ma ora non posseggo
più né il pallone, né i guanti da portiere…
Chissà se questa lettera ti arriverà…
Hanno interrotto tutte le comunicazioni tra
Berlino est e Berlino Ovest e la minacciosa
e sinistra figura ci impedisce di comunicare:
quando il mio sguardo si posa su quell’imponente muro… mi vengono i brividi…
Non puoi nemmeno immaginare cosa avviene qui : ogni giorno qualcuno prova a
scalare quel maledetto muro… senza successo, però! Proprio ieri un ragazzo di nome
Chris Gueffoy mentre cercava di scalare il
muro è stato ucciso dalle guardie che si trovano lì per vedetta. Poveretto, aveva solo 20
anni! Ma c’è di peggio ( se così si può dire).
Poco tempo fa anche il nostro piccolo amico
di 5 anni e il suo fratellino di 13 mesi sono
morti nel tentativo di fuga della famiglia:
quando ho sentito questa terribile notizia
sono scoppiato in lacrime. Come si può sparare a ei bambini innocenti che non hanno
nessuna colpa e che addirittura ignorano la
causa di questa situazione?..
Ti ricordi casa mia!?? Gli alberi, l’altalena e
la pasticceria dove con le nostre madri andavamo a fare merenda? Non esistono più.
Al loro posto cumuli di macerie. Adesso non
posso più permettermi quella rivista di calcio che ci piaceva tanto…I risparmi di
mamma e papà sono rimasti tra le macerie… qualcuno li avrà rubati. Ora che non ho
più nemmeno una casa vivo in una piccola
baracca di legno con una sola stanza. Si
vive stretti ma almeno ho un posto dove
stare. Ricordi quei gustosissimi kraften :
sono solo nei miei sogni. A pranzo si mangia pane e un po’ di burro; solo qualche
volta c’è la carne. Spero, invece, che tu vivi
ancora nella tua bella casetta la caldo e
mangi a sazietà. Almeno un mio amico è felice!!!... Ora ti devo salutare. Spero tanto che
ti arrivi questa lettera. Scrivi presto.
Il tuo affezionatissimo Victor
P.S. Comunque a scuola ci vado e il io professore ci dà coraggio perché lui sostiene
che Berlino è sempre stata unita e continuerà ad esserlo.
ADRIANO VOLPE III C
Un giorno trovandomi sola in casa con la
nonna le chiesi come trascorreva la sua infanzia.
Cominciò a raccontare che alla mia età vide
il passaggio della 2^ guerra mondiale: ricorda mesi terribili, in quel periodo.
Il cibo era scarso e ci si vestiva con poco, a
lei piaceva tantissimo giocare con la corda,
la palla e a Campana, tra l’altro gli unici
giochi che si potevano fare, però non era
Cara Christine,
ti scrivo perché ho bisogno di sfogarmi ma
non so con chi altro farlo se non con te che
sei la mia migliore amica. Mi manca molto la
vita di prima. Si, qui hai tutti i beni di prima
necessità assicurati e hai un lavoro sicuro…
infatti non ci sono disoccupati!...
Berlino est, 6 aprile 1989
Be’, detto così, sembra bello ma invece è un
vero inferno! Ad esempio non puoi comprare più di quanto stabilito dallo Stato oppure comprare cose considerate superflue… neanche un rossetto…
E come se non bastasse non ti puoi fidare
di nessuno, c’è sempre la paura di parlare,
anche con i tuoi amici. Ho sentito dire che la
Stasi controlla 24 ore 24 alcune persone
che sospettano che siano dei dissidenti. Io
non penso di essere controllata anche se
non ne ho la certezza. Anche al lavoro c’è
sempre un clima di diffidenza…ma soprattutto non hai veramente nessuna libertà.
Non puoi muovere un passo senza essere
controllato. Molta gente, non riuscendo più
a sopportare questa vita,tenta di scavalcare
il muro e di scappare ad ovest…all’inizio
anche io pensavo di scavalcarlo, ma dopo
che un amico ci aveva provato ed è stato
ucciso dai militari davanti ai miei occhi, ho
cambiato idea…So di darti un grande dispiacere e penso che tu non lo sappia,visto
che abiti dall’altra parte del muro ma, qualche mese fa, Elmuth, il nostro caro Elmuth,
si è suicidato… Ancora non riesco ad accettare la sua morte e non capisco il suo gesto. In verità molti lo fanno,soprattutto gli
idealisti come Elmuth e gli artisti…ma anche
chi,avendo tradito un amico o un parente,
non riesce a vivere con questo senso di
colpa. Molti ormai hanno rinunciato a combattere e a sperare in un futuro migliore, io
invece continuo ancora a crederci e penso
che sia l’unico motivo che mi tiene ancora in
vita. Spero che il muro cada e tutto torni
come prima. Se perdessi anche questa speranza, non so se riuscirei a vivere ancora in
questa città. Spero di poterci rivedere presto
e poter passare un po’ di tempo insieme
come ai vecchi tempi in cui eravamo entrambe libere. Un abbraccio Gretel
Valeria Trozzi III E
Berlino, 19.12.63
Caro Felix,
la vita qui non ha più significato. Non ce la
faccio più a vivere con questo muro: non è
che un’inutilità : a che serve essere divisi?
Mi sento come in prigione, eppure essendo
nell’ovest meglio sistemato economicamente di come sei tu, dovrei stare bene, ma
come sai, a volte io la penso diversamente
dagli altri, infatti ho tanta voglia di scavalcare
quel muro per riabbracciare te e mio fratello.
A proposito, come sta? Riferiscigli da parte
mia che mi manca e che gli voglio molto
bene. Non oso immaginare come è lì la vita:
siete soli e sono sicura che non vi trattano
affatto bene. La guerra fredda ci ha diviso
come fossimo giocattoli, un po’ a te e un po’
a me, e questo pechè non eravamo nella
giusta posizione di scegliere da che parte
stare, per il solo fatto che i nostri avi hanno
scatenato la seconda guerra Mondiale,
forse il più grande errore commesso dalla
nostra Germania, che, sicura di vincere, ha
sfidato il mondo. Il solo pensiero che di me
e della mia vita possono fare quello che vogliono mi fa molta rabbia : perché dobbiamo
pagare noi che eravamo così piccoli durante la guerra? Perché non possiamo scegliere noi da che parte stare, e cosa farne
della nostra vita? Vorrei solo delle risposte,
delle risposte concrete. A volte la vita è proprio ingiusta con la gente, ora ci siamo capitati noi, in futuro ci capiteranno altri. Tutti
sono contrari a questo muro, paradossalmente anche coloro che hanno contribuito a
innalzarlo; ma noi che c’entriamo? Che
colpa abbiamo per quello che hanno fatto gli
altri? Comunque spero che questo avvenimento ci aiuti a capire il presente e il futuro;
• Il mondo in una scuola •
spero che ci ricordi che bisogna scegliere
bene prima di agire se non si vuole commettere errori difficilmente riparabili. Forse
con il tempo imparerò sul serio cosa vuol
dire ragionare con la propria testa, che le
idee non possono uguali e che nessuno
può costringere a seguire le nostre. Scusami per essermi sfogata ma ho bisogno di
un amico vero. Con affetto Nina
CRISTIANA DI CLEMENTE III C
La magia del teatro
Il momento è arrivato. Eravamo lì, tutti in fila
dietro il tendone buio, pronti per andare in
scena. Il respiro si fa più lento. I cuori si uniscono in un unico battito. Le mani tremano.
L’applauso interrompe i sospiri e il sipario si
apre. Abbiamo le luci negli occhi e riusciamo
solo a intravedere le sagome degli spettatori. Finalmente si comincia. Ed ecco che,
uno dopo l’altro viviamo il nostro momento.
E alla fine felicità, gioia e sollievo. La soddisfazione di essere riusciti, di avercela fatta.
La gratificazione degli applausi e delle emozioni che abbiamo condiviso con il pubblico.
Quanti ricordi legati a quel momento. Quel
magico momento che vivrà per sempre nei
nostri cuori e che ci ha permesso di salire un
altro gradino della lunga scala che ci porta
verso la maturità.
Francesca Rea 3B
L’avventura delle medie
Settembre 2007. Prima media: nuova
scuola, nuovi professori, un nuovo “mondo”.
Chi poteva immaginare che sarebbero cambiate così tante cose ? Nessuno, sapevamo
solo che quel giorno ci sarebbero state delle
novità : gli amici, le amicizie. Col passare dei
mesi, la parola “amicizia” cominciava a essere fraintesa da alcuni : le persone iniziano e con loro le amicizie. Che cosa sarebbe successo in futuro ? nessuno lo
sapeva. Passa un anno, tutto ricomincia da
dove era finito; dubbi, incomprensioni c’erano ancora. Ma stavamo crescendo e
piano, piano ci siamo resi conto di quello
che stava succedendo : le persone cambiano, le promesse fatto all’inizio vengono
rotte. E l’amicizia inizia a perdere il suo significato …E passa anche un altro anno si
porta via sogni e le speranze iniziali. Siamo
arrivati al terzo e ultimo anno di questo passaggio di un’avventura che si chiama vita,
tutti sanno che che quest’anno finirà tutto, gli
amori, gli amici, i dubbi, i litigi … Che in un
modo o nell’altro ti hanno fatto diventare la
persona che sei adesso e che già fra qualche anno cambierà di nuovo. Nessuno all’inizio dell’anno si era reso conto che questo
era l’ultimo, oppure faceva finta di non essersene reso conto per non pensarci e credere che fosse un anno come tutti gli altri,
peccato che quando si arriva alla fine non si
può più far finta di niente, ormai siamo agli
sgoccioli, e tutti l’hanno capito. Abbiamo
chiesto ai nostri compagni di classe cosa
pensavano di questi tre anni passati insieme, ecco le nostre risposte “è stato fantastico!”, “ho conosciuto amici e professori”,
“non dimenticherò mai questi tre anni”, noi
sinceramente pensiamo che questi commenti non siano del tutto sinceri, forse perché ognuno ha paura di scrivere quello che
pensa veramente … Ha “solo” paura di
aprire il proprio cuore, ma è questo il problema, non è così semplice, anzi forse è la
cosa più difficile del mondo,soprattutto se lo
dovranno leggere un sacco di persone. Un
difetto di noi ragazzi, è che confidiamo tutto
quello che pensiamo di una persona a tutti,
tranne che alla persona interessata, e questo, perché ? Perché abbiamo paura dei
commenti altrui, di quello che pensa la
gente, delle loro opinioni che poi si creano
storie su di noi, e poi smentire tutte quelle
storie … è difficile, e allora capiamo che
tutto quello che pensiamo bisogna tenerlo
per noi. Quindi tutto quello che pensiamo i
nostri compagni di classe, veramente, non
lo sapremo mai. E così ce ne andremo da
questa scuola con le solite riflessioni, “positive”come vogliamo che siano, per quanto
riguarda l’anno prossimo, anche di quello
abbiamo paura … Inizieremo di nuovo un’altra avventura, ma più difficile perché saremo completamente responsabili delle nostre scelte. Noi a volte abbiamo voglia di
irrefrenabile di andare alle superiori e lasciare tutto da un momento all’altro forse
perché veramente voglia di lasciare tutto e
tutti nel dubbio.Ma altre volte vorremmo che
questo anno non finisse mai, perché ci troviamo bene con tutti e al solo pensiero che
dovremmo ricominciare tutto da capo, instaurare nuove amicizie, conoscere nuovi
professori, abituarci alla nuova scuola, ci
spaventa e allora a quel punto vorremmo restare per sempre delle quartordicenni con le
loro classiche storie da quattordicenni. Noi
pensiamo che l’unico ostacolo che ci ha impedito di vivere fino in fondo questi tre anni
sia stata la paura : la paura di parlare, la
paura di confidare, la paura di dichiararsi …
E forse non è stato solo per noi così ma anche per gli altri.
3E
Alcune lettere per il Concorso
Il Pinocchio che è in me…….
indetto dalla Croce Rossa Italiana
Sez. Femminile - Lanciano
Cara Fata Turchina,
ti ricordi di Pinocchio,il burattino che era
disobbediente,bugiardo e che non manteneva le promesse? Ma certo,lo ricorderai sicuramente per il suo lungo naso che crescendo con le bugie non passava più dalle
porte, ma, sì...! Quel burattino che si fece ingannare dal Gatto e dalla Volpe, che vendette l’abbecedario che con sacrificio il padre Geppetto gli aveva comprato,spinto
dalla curiosità di entrare nel teatro dei burattini di
Mangiafuoco… E chi se lo può scordare
quel tremendo, simpatico, irriverente Pinocchio che tu hai aiutato a diventare tranquillo, ad obbedire e ad essere uno studente?! Beh, io ti scrivo questa lettera
perché anche io avrei bisogno del tuo
aiuto…. Ho scoperto, infatti, che in me, e
non solo in me,c’è un pinocchio. Sembrerà
strano, ma se ci pensiamo bene dobbiamo
riconoscere che tutti abbiamo detto, almeno
una volta, una bugia nella nostra vita e c’è
forse qualcuno che non ha mai disobbedito
ai genitori? Tutti, adulti e ragazzi, non sempre abbiamo saputo mantenere le promesse, e per non parlare di chi, ancora oggi
fa di tutto pur di non essere uno studente e
di non crescere. Anche io mi ritengo una pinocchietta… certo non sono terribile come
il personaggio di Collodi, ma se i miei genitori mi chiedono di fare qualcosa... beh ci
metto un po’, prima di scattare come una
molla. Invece,quando si tratta di uscire con
gli amici o fare compere...!!
Fortunatamente non ho un Grillo Parlante
intorno che mi rimprovera per ogni azione …
l’ avrei rincorso per farlo stare zitto, sarei
stata più crudele di Pinocchio, anche se
ammetto che un Grillo Parlante per consigliarci e riprenderci non sarebbe poi così
male, l’ impresa difficile sarebbe ascoltarlo!!!
E quante volte vedendo passare una carrozza, beh oggi meglio un autobus, con tanti
ragazzi che ridono, si divertono e mi propongono di unirmi a loro perché il paese dei
Balocchi mi sta aspettando, sono stata tentata di salire in corsa? Sono sicura che nessuno riuscirebbe a resistere a questa tentazione pur sapendo che lì si diventa”asini”
come accaduto al famoso burattino e al suo
amico Lucignolo… Ma Pinocchio era fortunato, c’eri tu, la fata che tutti, grandi e piccini, vorrebbero avere… tu che hai fatto di
un terribile burattino uno studente, un figlio
affettuoso, un figlio generoso e ci hai dimostrato che,alla fine,anche i ragazzi più vivaci
possono diventare bravi ! Perciò cara fatina
ti chiedo di aiutare anche me a comportarmi bene quando vedi che sto assumendo
degli atteggiamenti “ Pinocchiesi”, se così
possono essere definiti!!
P.S.: Mille grazie in anticipo dal Pinocchio
che è in me!!!
Con tanto affetto
Morena Di Batista - CLASSE 3^ F
Caro Pinocchio,
a scriverti è la tua nuova amica di penna,
Paola…wow!! Sono così emozionata all’idea di scriverti!Sai, sono sempre stata una
tua ammiratrice fin da piccola, perciò non
vedevo l’ora! Beh… inizierò dicendoti qualcosa di me. Sono... una giovane donna di
circa ventitrè anni, vivo in una villa elegantissima a Beverly Hills e lavoro come fotomodella… Oh, oh! Temo mi stia crescendo
il naso… un metro, due metri, meglio dirti la
verità, sono… una ragazza di dodici anni
che frequenta la terza media e abita a Lanciano, una piccola città dell’Abruzzo, in Italia(so che non sei un portento a scuola perciò è meglio precisare). Ahhhh! Ora va molto
meglio… dimmi, amico mio, non ti sarai stupito della mia innocente bugia? Era solo un
modo per dimostrarti che noi due abbiamo
moltissime cose in comune. E ora che sono
la tua corrispondente possiamo parlare
apertamente di noi, dei nostri interessi, molti
dei quali mi sembrano simili… Per cominciare, mi piace lo sport… beh, non tutti,
qualcuno: il nuoto, la scherma,a vederla in
TV. e la corsa… ora che me ne ricordo, la
corsa piace anche a te, non è vero? E che
velocità quando dovevi scappare dalle guardie che ti inseguivano!!! Che incredibile coincidenza, non credi? Un’altra cosa che mi
attrae è l’avventura, da piccola mi hai fatto
sognare con le tue avventure…sai? Pinocchio, io abito in campagna, e gran parte del
mio tempo libero lo utilizzo per camminare
per i campi, correre nel mio giardino e arrampicarmi sugli alberi! Non per vantarmi,
ma in questo siamo come fratelli!!! Un interesse che, invece, so non condividerai, è
quello per la lettura e la scrittura… Tranquillo
Pinocchio, non scandalizzarti, questo non fa
di me una secchiona che ama la scuola, tutt’altro, lo studio è molto interessante, ma secondo le mie regole, e su questo immagino
ci troveremo d’accordo, perché entrambi
noi amiamo rimanere delle NOSTRE opinioni, credere nei NOSTRI ideali e farci le
NOSTRE regole… Perché dare retta agli
adulti e ai professori dal momento che noi
ragazzi siamo perfettamente in grado di
pensare con la nostra testa? Questa domanda me la pongo anche io, mio vecchio
amico e più di una volta al giorno. Pinocchio,
ora vorrei parlarti della mia famiglia: io vivo
con la mia mamma ed il mio babbo, voglio
loro bene con tutto il cuore, e se fosse per
aiutarli mi farei persino ingoiare… da una
balena ( detto tra noi, non è un modo di
dire…) !!! So che anche tu vuoi molto bene
9
10
• Il mondo in una scuola •
al tuo babbo,in modo profondo, nonostante
tu sia un po’ monello, senza offesa, ti capisco,sapessi come ti capisco! So anche che
le marachelle non sono il frutto di poco
amore.Tu, come me, faresti tutto per aiutarlo, ti trovo molto… dolce. So che per il futuro hai dei programmi molto interessanti,
Pinocchio: fare il vagabondo …Personalmente, non mi trovo d’accordo con la tua
scelta, il vagabondaggio implica anche delle
conseguenze, nella maggior parte dei casi
negative. Io invece voglio un lavoro che mi
permetta di condurre una vita dignitosa,
agiata, che mi permetta di sfruttare le mie
qualità, anche se comporta lo studio. So
che l’idea non entusiasma neanche te…
ma ne vale la pena, no? Ma soprattutto, e su
questo siamo veramente d’accordo, in futuro voglio essere libera. Caro amico mio,mi
sembra giunta l’ora di parlarti del mio carattere e dimostrarti che, purtroppo per te, anche qui siamo simili in alcuni punti: per cominciare, sono abbastanza timida,
introversa e mi è difficile farmi subito degli
amici, sai, dovrei prendere esempio da te,
che sei così spigliato e semplice con chiunque incontri…mi piacerebbe. Però sono anche buona e generosa con chi ha bisogno
(almeno lo voglio ), anche se non sembra
dal mio atteggiamento un po’ scostante. Se
un amico ha bisogno sono sempre dispostissima ad aiutarlo!!! Proprio come te!
Amico Pinocchio, ci uniscono due lati positivi del carattere, ma a scanso di equivoci ho
anche altre qualità che non ti sono proprio
familiari, come la tenacia e l’intelligenza,
modestamente, ma adesso basta vantarmi,
ora è giunto il momento di parlarti dei miei
difetti… Anche se non mi fa piacere dirlo,
compagno mio, io ho la testa di legno…
OH, NO!!! Scusa! Non volevo offenderti! È
un modo di dire! Quello che intendevo è
che sono molto testarda, eh si… quando ho
un’idea in testa insisto e persisto, e nessuno
riesce a farmi desistere! Inoltre io sono un
po’ … permalosa! Ecco, l’ho detto! Ma tu mi
capisci, vero Pinocchio caro? Basti pensare
che tu per la rabbia schiacciasti la tua stessa
coscienza: il grillo parlante, ricordi? Caro
amico, stavo tralasciando alcune somiglianze tra noi, ti starai chiedendo: “Ancora?! ” Ebbene sì : anche io ho un grillo
parlante ed una fata turchina! Il mio grillo,
nonché la mia coscienza, è … la mia
mamma!!!! Invece la mia fata turchina è mia
zia Rita, che più che una fata è il mio angelo
custode, perché è dal cielo che mi protegge.
Beh, nasolungo, direi che ora sai tutto di
questa dodicenne coi capelli castani e gli occhi verdi che è bella a modo suo. Perciò ora,
testa di legno, devo lasciarti. Ma presto ci
scriveremo di nuovo, così potrai raccontarmi qualcosa di te che ancora non ho scoperto leggendoti, anche se, fondamentalmente, credo di conoscerti molto bene…
ma non ti venga in mente di non rispondermi, marionetta da paese dei balocchi, o
mi offenderò!!! Ebbene, mio vecchio amico,
la mia lettera si conclude qui, un bacio dalla
tua gemella acquisita,
Paola, la pinocchia
PAOLA CODAGNONE - 3^F
Carissimo Pinocchio,
ti scrivo per dirti quanto sei stato importante
per me. Da quando sono nata tu mi hai accompagnata in tutta la mia crescita. Mi hai
insegnato molte cose fondamentali anche
con i tuoi errori, e non a caso, la tua storia
è diventata famosissima in tutto il mondo e
con le tue avventure hai sfidato e vinto il
tempo attraversando più di un secolo “senza
una ruga”. Il tuo viaggio è stato molto coraggioso anche se a volte hai combinato
qualche marachella, soprattutto quando hai
detto qualche bugia. Eppure proprio tu mi
hai insegnato che le bugie hanno le gambe
corte anche se, nel tuo caso, avevano il
naso lungo… Un ‘altra cosa fondamentale
che mi insegna la tua fiaba è quella di non
fidarsi degli sconosciuti e di stare attenti
delle nuove amicizie che si basano solo sull’apparenza e sugli interessi particolari.
Da piccola mi facevo leggere la tua storia
tutte le sere; e dopo, quando mi addormentavo, immaginavo che nella favola ci fossi
anch’io e che ero la bellissima fata Turchina, fata buona e generosa, sì ma anche
severa che interviene, come una mamma,
per salvarti ma solo dopo averti fatto fare le
esperienze anche quelle più brutte e negative e averti punito per le sue leggerezze e
disubbidienze. Anche ora che sono più
grande tu sei sempre nel mio cuore perché
sei stato e sei di grandissimo aiuto a crescere matura e responsabile, rispettando
sempre gli adulti e soprattutto a non dire mai
bugie. Un bacio. la tua “alunna” Benedetta
Carissimo Pinocchio,
“amico dei giorni più lieti”, come dice una
canzone, quante cose mi hai insegnato! Mi
hai fatto capire che le bugie non sono sempre convenienti, che non si può vivere sempre in un paese dove ci si diverte solamente
e non si studia mai, che per diventare uomini bisogna affrontare difficoltà e farsi guidare … La tua storia non ha né tempo, né
spazio: mi chiedo dove e quando sei vissuto… Beh! Secondo me in qualche paese
di campagna o vicino al mare o in una città
grandissima o nel Medioevo, nell’800 o nel
futuro… il tuo personaggio c’è sempre perché in ogni luogo e in ogni età c’è un adolescente che ama la libertà, che è dispettoso
con gli adulti, che si lascia condizionare dai
falsi miti e della ricchezza facile … Spesso
mi immagino anche il seguito della tua storia e allora penso che Geppetto si sposa con
la Fata che il gatto e la volpe finalmente
vanno in prigione e il Grillo parlante diventi
il prof. autorevole e dolce che ci aiuta a
scuola ogni giorno a crescere…
Comunque una cosa è certa : nella mia vita
hai rappresentato, fin da piccolissimo, un
elemento in cui riconoscermi, infatti la vita è
piena di difficoltà e di bugie e la tua storia ne
è la conferma.Spero che la mia sorellina
Elisabetta veda anch’essa la tua videocassetta o legga il tuo romanzo cosicché possa
imparare com’è la vita.
E’ stata divertente anche la tua ultima apparizione in Shrek 2 in cui dici “porto le mutandine da donna”, e, almeno in quell’occasione, il tuo naso non si è allungato…
Comunque grazie Pinocchio perché sei
sempre fonte di grande insegnamento per la
vita di tutti i giorni, per tutti i ragazzi del
mondo. Il tuo amiratore Lorenzo Larnè 1C
Carissimo Pinocchio,
ti scrivo questa lettera per dirti quello che
penso di te. Quando mi viene in mente la
tua storia, in alcuni momenti riconosco che
ci assomigliamo anche se in altre occasioni
avrei agito in modo del tutto diverso. Mi riconosco in te nei momenti in cui disobbedisco al mio papà o alla mia mamma proprio
per il gusto di dire di no, e alla fine capisco
che ho sbagliato, o mi rendo conto che ho
torto e cerco di rimediare, proprio come te.
Certo io non ho mai avuto bisogno di andare
nella pancia di una balena per rimediare
uno sbaglio o per dimostrare il mio amore
verso i genitori… ma qualche volta anch’io
ho dovuto rinunciare a qualcosa…
Ci sono però delle volte in cui non assomigliamo per niente. Ti ricordi quando ti sei fidato ciecamente del gatto e della volpe? O
ti sei fatto abbindolare dal solo divertimento
che ti prospettava Lucignolo??? Beh, io per
fortuna non mi faccio trascinare: so ben distinguere l’essere e l’apparire, non ammiro
i furbi e gli imbroglioni, e ho ancora fiducia
nell’onestà e nella sincerità.
Ma non importa… tranquillo… ormai la vita
ha insegnato anche a te tante cose… e può
succedere a tutti di essere ingannati. Ora ti
saluto e spero in una risposta sincera, se no
vengo io a controllare il tuo naso… Un bacio. Elena Russo 1C
Carissimo Pinocchio,
ogni tanto mi torni in mente … soprattutto
quando combino una marachella! Ti penso
quando dico una bugia e mi preoccupo che
mi venga all’improvviso il naso lungo come
il tuo. Ho imparato che è meglio non raccontarle queste benedette bugie perché ci si
può cacciare nei guai e si fa dispiacere i propri cari: meno male che la tua Fata ti ha
sempre perdonato, un po’ come la mia
mamma non prima di avermi dato qualche
punizione o rimprovero. Ti penso anche
quando faccio amicizia con qualcuno, perché non vorrei imbattermi con chi mi potrebbe portare sulla cattiva strada, come si
dice, e come è successo a te con il Gatto e
la Volpe o con chi ti consiglia male e ti distrae dai tuoi doveri come Lucignolo!Forse il
Paese dei Balocchi può essere affascinante
per un po’ ma è tanto pericoloso se non si
è forti nel carattere e nella personalità.
Chissà perché ma questo tuo paese dei balocchi mi sembra tanto oggi il paese dell’illusione di tanti adolescenti attratti dalle bravate da bulli, dall’alcool e dalla droga,
ragazzi che si fanno sedurre dal divertimento facile invece di affrontare la vita con
la gioia di poter sviluppare le proprie capacità nello sport o nella scuola.
Mi sei piaciuto molto quando finalmente
hai dimostrato un grande coraggio nell’affrontare i pericoli per salvare il tuo povero
babbo nella pancia della balena. Sarebbe
bello, poi, avere sempre a disposizione un
Grillo Parlante che ti consiglia bene sulle
cose da fare e non fare : ma crescere significa anche prendere decisioni con la propria testa e assumersi le proprie responsabilità.
Anch’io sono contenta quando dopo una
fatica riesco a raggiungere ciò che desideravo…e ho capito che l’affetto e l’impegno
nella vita sono valori importanti e anche tu
hai dato il tuo contributo : sapessi quante
volte da piccola ho visto la tua videocassetta
e ora da grande ho letto con grande interesse il tuo libro…!
Ciao Roberta Mascheroni 1C
Cari professori …
Lanciano 26 maggio 2010
Cari professori,
vi scriviamo questa lettera come minimo ringraziamento per questi tre splendidi anni passati insieme, anche se sappiamo che sicuramente non basta per rendervi di tutto quello
che avete fatto per noi. Siamo arrivati che eravamo ancora dei bambini, le medie, per noi,
erano un nuovo mondo da scoprire. Ci spaventava l’idea di avere una nuova classe, con
nuovi compagni e nuovi insegnanti, ma nonostante ciò voi ci avete fatto sentire, già dal
primo momento, a nostro agio portando via
tutte le paure che ci intimorivano. Ci avete seguiti e accompagnati in questo breve cammino della nostra vita, che pur durando solo
tre anni, molto probabilmente è il più importante, perché sono gli anni della crescita : da
bambini quali eravamo siamo entrati nella
• Il mondo in una scuola •
I N S E R T O
S P E C I A L E
Insieme per... Accogliere, integrare, formare...
Nel 2009 è nato l’Istituto Comprensivo “Umberto I”
La nostra Scuola ha sempre creduto nella CONTINUITA’ non solo di facciata o come semplice scambio di idee e proposte, ma seguendo delle linee
di un progetto comune condiviso ha potenziato percorsi formativi continui e graduali. Quest’anno , per la nostra scuola la continuità è diventata una
meravigliosa attualità : SIAMO ISTITUTO COMPRENSIVO: insieme per accogliere, integrare e formare.
Le nostre scuole sono:
- LA SCUOLA DELL’INFANZIA VILLA GAETA - LA SCUOLA PRIMARIA DI FRISA - LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO UMBERTO I LANCIANO
- LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO FRISA - C.T.E.P.Centro Territoriale di Educazione Permanente.
Insieme possiamo raggiungere due importanti finalità: VERTICALE, potenziando un processo formativo continuo e graduale che segua la psicologia
evolutiva di ogni alunno; ORIZZONTALE creando sinergie con le altre agenzie formative del territorio e in primo luogo con la famiglia.
Per il nostro Istituto è prioritario valorizzare l’unicità e la singolarità di ogni alunno per la promozione di se e degli altri; promuovere tutti i saperi per
vivere e convivere come cittadini di oggi e di domani; educare a pensare; suscitare interesse per le tradizioni locali e nazionali; potenziare l’idea di essere cittadini del mondo attraverso la conoscenza e il rispetto delle altre culture.
“L’HA DETTO
E L’HA FATTO”
…Sembra proprio che il primo pensiero della dolce “MARIASTELLA”
alias Ministro della Pubblica Istruzione , appena rientrata a Roma
(dopo il recente parto) sia stato per
noi, alunni della Scuola Media d
Frisa. Ebbene sì, è proprio di questi giorni la notizia che dopo più di
mezzo secolo la nostra scuola media sembra non avere più i numeri
per andare avanti. Di qui sono passate intere generazioni, molti nostri
nonni, tutti i nostri genitori e fratelli. Le cose, anzi la gente, oggi è
cambiata. Sono alcuni anni infatti
che nel nostro Comune assistiamo
alla “dipartita” di molti nostri alunni
verso le scuole dei comuni limitrofi. Non vogliamo discutere né polemizzare sulla “qualità” di questi
passaggi, ma sicuramente noi
alunni della Scuola Media di Frisa
possiamo dire a tutti i nostri coetanei e alle loro famiglie che per qualità la nostra scuola e i nostri docenti non sono da meno a nessuno: ne sono la riprova gli ottimi risultati degli ex alunni alle scuole
superiori e lalto numero di laureandi e laureati frisani. Oltre a questo
e alle “convenzionali” Offerte Formative che tutte le scuole offrono,
noi abbiamo qualcosa in più, che
nessuna altra scuola “d’elite” potrà
mai offrire: l’odore, il sapore e la
bellezza delle piccole cose. Tanto
per cominciare il nostro cammino
educativo e sociale inizia a tre anni e, all’insegna della continuità,
tutti i nati dello stesso anno hanno
la certezza di stare insieme per 11
anni, guidati da maestre e professori storici, accuditi dalla stessa
cuoca, le stesse bidelle che conoscono ogni aspetto della nostra vita scolastica ed extrascolastica.
Tutti quelli che sono passati di qui
si portano nel cuore il ricordo del
bussino giallo che ci prende tutte
le mattine, facendo il giro delle frazioni “ammond e a’bball”.
Tutti insieme appassionatamente,
scuola Materna, e poi Scuola Ele-
mentare e poi a 11 anni il grande
salto, si passa alla scuola Media,
nella frazione di Guastameroli. Tutti si conoscono e se non si ci conosce ci si mette poco perché è facile con una classe di 14-15 alunni… anche se si rischia d essere
interrogati tutti i giorni e non puoi
“dimenticare “il quaderno perché la
Prof. fa un “fischio” e la mamma te
lo porta. A parte questi “inconvenienti”, se questa scuola dovesse
realmente chiudere per noi ragazzi
e per il futuro di Frisa sarebbe una
perdita gravissima e, non solo dal
punto di vista culturale, ma anche
sociale perché si spezzerebbe “la
catena” che ci tiene uniti da sempre , che ci dà un’dentità e ci fa
sentire parte di un contesto storico-culturale che non può scomparire. La “diaspora” ci disperderà tra
sezioni e tra le scuole del circondario. Noi pensiamo poi che al
peggio non c’è mai fine perché ora
la falce della “Maria Stella” si è abbattuta su di noi, ma domani potrebbe cadere sui nostri fratelli della Scuola d’infanzia e della primaria. E allora?... Noi speriamo che
non ci lasciate soli, che l’intervento
del nostro Sindaco, Rocco Di Battista, del Dirigente Scolastico,
Prof.ssa Marilena Bellisario, dei
Dirigenti del CSA di Chieti e dell’Ufficio Scolastico Regionale , tengono presenti le nostre “piccole,
grandi esigenze” e che non si soffermino solo sui maledetti numeri… perché talvolta “piccolo è bello”!
Tutti gli alunni della sede di Frisa
Coloriamo il nostro
futuro: un esperienza
unica…
L’Istituto Comprensivo Statale di
Castellana Sicula, nell’ambito del
progetto “Coloriamo il nostro futuro” ha organizzato il X Convegno
Nazionale dei mini-sindaci dei parchi d’Italia nei giorni dal 17 al 22
maggio 2010. Noi ragazzi dell’Istituto Comprensivo Umberto I, eletti
in base al percorso progettuale,
(Benedetta Guerriere mini-sindaco, Denis Zulli vicesindaco, Giada
Macario assessore alla scuola e
cultura, Irene Marcucci assessore
all’ ambiente e legalità) ci siamo
recati presso il Parco delle Madonie, quale sede del X Convegno
accompagnati dalla nostra dirigente scolastica prof.ssa Marilena Bellisario e la docente referente
prof.ssa Lucia Di Nardo.
Erano le 4.30 del mattino, quando
abbiamo iniziato questa indimenticabile esperienza. Già dalle prime
ore ci siamo presentati e abbiamo
iniziato a fare nuove amicizie. Durante il viaggio ci siamo divertiti
molto organizzando indovinelli e
raccontandoci divertenti barzellette. Tra i tanti ragazzi che abbiamo
conosciuto, c’era un ragazzo di nome Santi che è molto simpatico e
divertente e che ricorderemo sempre. Senza accorgercene, eravamo già arrivati all’imbarco del traghetto, dal quale godevamo di un
meraviglioso panorama: riusciva-
mo a scorgere la punta dell’Italia,
la Calabria, bagnata da un mare
fantastico, il quale lambiva anche
le coste della bellissima Sicilia. Da
lì abbiamo proseguito fino a Castellana Sicula, sita nel Parco delle Madonie dove ci hanno accolto
con molto calore.
All’inizio abbiamo avuto un po’ di
nostalgia, ma il divertimento e la
gioia di essere in quel posto che
avevamo da tempo sognato ed immaginato, ci ha aiutato a superare
quei piccoli momenti di tristezza
che sono pronti ad “assalirti” quando meno te lo aspetti.
Il giorno successivo, precisamente
martedì 18 maggio, il Sindaco di
Castellana Sicula ci ha accolto
presso il Palazzo Comunale dopo
aver sfilato per le strade del paese.
Successivamente la dirigente
prof.ssa Francesca Albanese, fondatrice del progetto “Coloriamo il
nostro futuro” ci ha accolto in una
sala consiliare per discutere sugli
obiettivi del progetto. Nel pomerig-
I
II
• Il mondo in una scuola •
gio siamo andati a visitare la Miniera del salgemma, il più grande
giacimento di sale d’Europa formatosi 5’000’000 anni fa, assieme ai
gruppi del Conero, Gola della Rossa, Romania, Litorale romano,
Stelvio, Dolomiti bellunesi e Dolomiti d’Ampezzo.
Estremamente interessante la
struttura geodetica di Castellana
Sicula che ci ha permesso di studiare ed interagire con la geografia
attraverso materiali didattici strutturati. In quel momento abbiamo
realizzato che sarebbe “fantascientifico” avere un simile laboratorio anche nella nostra scuola, ma
vogliamo crederci.
Mercoledì 19 maggio ci siamo recati a Palermo dove siamo stati ricevuti dal Presidente dell’Assemblea Regionale presso il palazzo
dei Normanni. Interessante la visita del Palazzo Reale ma soprattutto di aver scoperto il volto storico
architettonico della città. Alle ore
16.30 siamo andati al famoso “Albero Falcone”, dove abbiamo lasciato dei messaggi in memoria di
coloro che hanno nobilmente combattuto la mafia, per non dimenticare la strage di Capaci.
Giovedì 20 maggio, a causa delle
avverse condizioni climatiche, il
programma ha subito delle modifiche che però, tutto sommato non
ci sono affatto dispiaciute. Ci siamo infatti recati in un convegno
presso Petralia Sottana, dove abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci in un dialogo interculturale sull’importanza della tutela ambientale e l’educazione alla mente
ecologica.
Il giorno seguente siamo partiti per
Castelbuono alla volta di una itinerario storico-architettonico tenutosi
presso il Castello dei Ventimiglia.
E’ stato molto divertente anche cavalcare degli asinelli per apprezzare le amene bellezze del luogo.
Nel pomeriggio si è svolta l’elezione del Mini Presidente della Federparchi presso il plesso della scuola Primaria di Castellana Sicula. Il
resoconto dell’elezione è andato a
buon fine: infatti è risultato vincitore il Parco della Majella!
Nella mattinata del 22 maggio abbiamo assistito alla chiusura del
convegno con la proclamazione
dell’elezione del Mini Presidente
della Federparchi e con la lettura
del documento finale dei minisindaci. Alla conclusione dei lavori
siamo ripartiti, lasciando un pezzo
del nostro cuore in quell’incantevole posto.
Guerriere Benedetta II A
Zulli Denis II A
Giada Macario IB
Irene Marcucci IC
Essere... Sindaco.
Che avventura!
Sto scrivendo sul giornalino della
scuola questo articolo perché voglio che tutti sappiano quanto sia
unica e coinvolgente questa esperienza che sto vivendo. Molti di voi
penseranno che essere mini-sindaco sia un compito noioso e che
non ti insegni niente; io pensavo la
stessa cosa quando la preside ne
ha parlato la prima volta! Tutto è
iniziato nella mia classe con la
campagna elettorale per la candidatura a mini-sindaco: all’inizio il
mio scopo era quello di diventare
un consigliere, niente di più, ma
poi la mia mente ha iniziato ad
avere tante idee che avrebbero
potuto migliorare la scuola: allora
ho deciso di provare a candidarmi.
Il mio primo discorso era pervaso
da un misto di emozioni ed idee
che esponevo in aula magna con
un’apparente freddezza, ma ci credevo e forse, tutta questa mia determinazione che ho portato avanti con consapevole “follia” è passata attraverso il cuore delle persone
Classe V Primaria Frisa
a cui ho parlato: hanno accolto i
miei progetti, quasi con la mia
stessa convinzione, ora li voglio
realizzare. Nel momento in cui mi
hanno eletto mini-sindaco, e ci siamo recati presso il palazzo comunale per la cerimonia dell’avvenuta
elezione, mi sembrava di vivere
due momenti contemporaneamen-
• Il mondo in una scuola •
Quale può essere il confine
Tra normalità e diversità?
Chi è diverso?
Chi è colui che viene definito
alle parole dell’Onnipotente.
Il diverso sei tu,
posso essere io,
Tutti noi siamo diversi.
CLASSE III Scuola Prim. Frisa
L’AMICO DIVERSO
Classe I Primaria Frisa
te: una parte di me portava con sé
l’emozione con profonda emotività,
ed era tale che trasformai tutto in
una corazza di freddezza e distacco quasi innaturali; infatti ho gestito “il tutto” con la massima naturalezza di un “politico consumato”.
Ma quando ho indossato la fascia
tricolore di cui il Sindaco stesso mi
ha fatto onore, ho realizzato che
mi ero resa responsabile delle
aspettative di tanti “minicittadini”
orgogliosi della mia rappresentanza. Ora sono mini-sindaco e nel
frattempo, grazie a questo progetto, ho superato gran parte della timidezza che avevo. Inoltre io e la
mia giunta siamo andati in Sicilia e
lì ci siamo potuti confrontare, sempre molto umilmente, con tutti i mini-sindaci dell’Italia. Questa esperienza mi ha fatto maturare l’idea
che per essere buoni cittadini bisogna impegnarsi, quando serve, direttamente per contribuire a risolvere i problemi che riguardano tutti. Se tornassi indietro nel tempo
mi ricandiderei lo stesso, perché la
felicità e le emozioni che ho provato sono indescrivibili. Grazie a tutti
per aver creduto in me e avermi
votato!
La vostra mini-sindaco
Guerriere Benedetta
Classe I Primaria Frisa
normale?
Tutti siamo doversi,
diversi nel pensiero,
nella mente, nel cuore, nell’anima.
Diversi nel credo religioso, politico.
Diversi…
Diversi da come ci vorrebbero
gli altri che non riescono
ad aprire i loro occhi all’amore,
alla carità, alla pazienza,
L’amico diverso è spesso un bambino come me,
da proteggere, da aiutare nei tanti
momenti della vita quotidiana.
E’ il sorriso che ho dentro di me
e non sono capace alle volte di
stampare sulle mie labbra.
E’ la carità paziente e infinita che
posseggo,
ma che non so mettere in pratica
perché temo di essere deriso.
E’ la gioia che sento quando riesco
a donare
anche solo un pochino di tutto ciò
che di buono ho dentro di me.
L’amico diverso è Gesù,
a lui posso dare tanto,
ma confesso che non ci provo
nemmeno,
perché non lo vedo, non lo ascolto,
sono troppo impegnato a concentrarmi su me stesso.
CLASSE III Scuola Prim. Frisa
Mi fermo a pensare
Certe volte mi fermo a pensare...
C he cos'è il C.T.E.P.
IL Centro Territoriale Educazione Permanente di Lanciano, attiva
programmi di formazione e di ricerca in diversi settori, con specifico
riguardo
per
le
problematiche
e
gli
scenari
determinati
dall'integrazione europea. L'apertura alle nuove realtà extra
nazionali, la globalizzazione, la crescente competitività, richiedono, in
maniera sempre più incisiva, una formazione adulta permanente e
qualificata. Compito del C.T.E.P. è perciò quello di:
diffondere la cultura
elevare il livello di preparazione dei giovani per facilitare il loro ingresso nel
mondo del lavoro
contribuire al processo di innovazione della formazione permanente
fornire ai lavoratori gli strumenti e le chiavi di interpretazione di una realtà in
continuo divenire
Pertanto, gli assi culturali di riferimento sono:
i linguaggi e le culture
l'alfabetizzazione alla multimedialità
la formazione relazionale come conoscenza del sistema sociale, ambientale,
economico e geografico
la padronanza dei linguaggi e delle tecnologie più diffuse
Classe V Primaria Frisa
DIVERSABILITA’
Abilità diversa,
ma diversa da cosa?
ai bambini meno fortunati di me
che anche se hanno voglia di giocare
non ci riescono e non sanno perché.
Io cerco di aiutarli
e non so bene come riuscirci,
ma a volte basta avvicinarci
e giocare con loro, per illuminarli
Classe IV Primaria Frisa
Tra le tante attività del C.T.E.P.
estremamente formativa è l’opera
che svolge nella Casa Circondariale di Lanciano da più di 15 anni, attivando corsi di Scuola Media per
detenuti Italiani e stranieri
Parole in “libertà”
Carissima mamma,
mi auguro di cuore che tu stia bene sia fisicamente che moralmente. Sono tanti anni che non ci vediamo e non ci parliamo, fra qualche giorno sono quattro. Ovviamente tutto questo mi fa piangere
il cuore perché sei mia madre e
non ti nascondo che mi manca
qualcosa di molto importante, un
pezzo della mia esistenza. Ma sai
quante volte avrei voluto scriverti,
ma non ho avuto il coraggio. Anche ora vorrei scriverti tante cose,
come tu sai non basterebbe un libro per raccontarci le nostre vite
negative: le tante delusioni che abbiamo subito nella vita, il tuo divorzio con papà, la nostra famiglia
che è andata a rotoli, l’esperienza
negativa che sto vivendo. Tu sai
che mio figlio Ivan sta subendo
una situazione peggiore di quella
che ho subito io, sai bene che aveva solo quaranta giorni quando mi
hanno portato via da lui, ma nonostante la mia lontananza quando
viene a colloquio noto già che mi
vuole tanto bene.Sai bene che noi
due abbiamo fatto pace in ospedale quando stava nascendo Ivan il
27/02/05, dopo essere stati cinque
anni senza parlarci. I motivi li conosci e non voglio stare a ribadirli,
perché come ti ho detto prima non
basterebbe un libro. Non immagini
la mia felicità il giorno che ci siamo
ritrovati mentre stava nascendo
mio figlio, quel giorno sono rinato
anch’io perché dopo cinque anni
ho riparlato con mia madre, ma
sfortunatamente il 13/04/05 dello
stesso anno mi hanno distaccato
di nuovo dalla mia bella famiglia.
Avevo un figlio, una moglie e nuovamente una mamma ero rinato,
ma ancora una volta a causa di
persone “indegne” che mi hanno
infangato con molte bugie, mi trovo qui. Non ho capito bene quale
sia stata la causa di questo tuo silenzio, ma da quello che mi ha detto mia moglie per discussioni nate
tra te e lei. Io non sono in grado di
poter giudicare nessuno ma voglio
solo dirti: mia moglie aveva poco
più di 24 anni con un figlio di quaranta giorni, quando gli hanno
strappato il marito, accusato di un
omicidio che non ha mai fatto e
III
IV
• Il mondo in una scuola •
che tu avevi 50 anni ti sei messa
a litigare con lei; ti faccio presente
che non ti scrivo per giudicare, ma
solo perché ho bisogno di riallacciare il mio rapporto con te. Comunque non ti ho ancora detto come sto, non so se avrai saputo che
sono stato condannato alla pena
dell’ergastolo in primo grado; hai
capito mamma tuo figlio è stato
giudicato un “feroce assassino”. Tu
mi conosci e sai che sono solo “calugne” ma purtroppo a causa della
mia infanzia turbolenta mi hanno
tirato su una giostra pericolosissima, dalla quale non riesco a scendere. Tra qualche mese mi hanno
fissato l’appello, adesso sono quasi 3 anni che porto questa condanna atroce sulle spalle, per tutto
quello che ho subito nella vita sono
diventato pessimista, anche se il
mio avvocato mi ha fatto vedere
uno spiraglio di luce. Grazie a
Francesca che poverina con l’aiuto
solo dei suoi genitori sta crescendo mio figlio, ed io grazie a lei me
la cavo abbastanza bene, ma devo
dire anche grazie a te che mi hai
fatto così forte. Volevo dirti che di
ricordi della nostra”famiglia unita”
ne ho pochissimi perché avevo 10
anni quando tu e papà vi siete separati e del vissuto precedente ricordo ben poco. Con questa mia ti
sto chiedendo di riallacciare i rapporti con te, con la speranza di farti piacere. Adesso concludo inviandoti un forte abbraccio e tanti bacioni. Aspetto con ansia una tua risposta. Tuo figlio N.
VITA MIA
Mia dolce vita, quanto è difficile
raccontarti… Sei maledettamente
divina e affascinante, sei un mondo di sapienza e pieno di tutto, sei
dolce come il primo amore e sei
spietata come il peggior nemico
sai dare tanto ma nello stesso tempo sai anche togliere tutto sai dare
una felicità immensa, ma sai far
soffrire nel peggiore dei modi. Mia
dolce vita. Quanto è difficile raccontarti!
Carlo
Ricordi
In questo labirinto di sbarre,
non c’è posto dove la mia mente
non sia arrivata, sdraiato sopra a
un letto i pensieri volano oltre que-
sto muro, cercano qualcosa di bello che ho lasciato fuori da qui, momenti d’amore che solo nel mio
profondo posso ritrovare, perché in
questo labirinto di cemento di bello
rimangono solo quei pochi pensieri che sei riuscito a nascondere
dentro di te.
Carlo
La vita oltre le sbarre
Siamo rinchiusi qui, in questo posto cupo e pieno di sofferenza, lontani dalla vita e da chi più amiamo.
Sbarre che dividono un mondo irreale dalla realtà. Nessuno può capire la vita oltre le sbarre se non la
si è provata; qui il giorno è fatto di
speranza e senza di essa, che
ogni giorno ci accompagna, la vita
non avrebbe alcun senso. In ogni
“stanza” senti la tv accesa, ma
nessuno la guarda: c’è chi legge,
chi gioca a carte, chi si dedica a fare ginnastica e chi si mette sdraiato su una branda solo per pensare.
Se socchiudi gli occhi sembra che
tu stia sognando, ma basta il minimo rumore di chiavi per farti riaprire gli occhi e . . . Ti alzi e da una finestra vedi le persone passeggiare avanti e indietro per respirare un
po’ di aria pura e anche se per noi
detenuti è buona, serve a poco o
niente perché pur essendo vivi,
dietro a queste sbarre, siamo morti nel nostro cuore. Nei giorni dei
colloqui l’aria si fa un po’ più bella:
tutti noi ci prepariamo per incontrare le persone care, con loro viviamo i ricordi che sembravano ormai
lontani, in quelle due ore si riaccende l’anima che senza di loro,
ogni giorno sembra spenta. Ma
non appena finisce il tempo, senti
un nodo alla gola che non riesci a
mandare giù e, così torniamo senza conforto nelle celle con l’odore
e il sapore dei nostri cari sulle labbra. Sdraiati sulle brande pensiamo solo a loro e preghiamo il buon
Dio che ci dia la gioia di ritornare al
più presto vicino ai nostri cari, perché solo Dio può vedere la nostra
sofferenza, capire il nostro dolore
e farci rivivere quelle giornate
gioiose che per noi rappresentano
la vita.
Concludiamo
questo Inserto Speciale con i
disegni dei bambini della
SCUOLA DELLʼINFANZIA
“VILLA GAETA” che ci trasmettono serenità e gioia di
vita.
• Il mondo in una scuola •
fase adolescenziale, stiamo vedendo i nostri
corpi cambiare giorno dopo giorno, ci sentiamo sempre più maturi, nonostante la confusione e le incertezze che da sempre caratterizzano questa fondamentale fase della vita.
Siamo consapevoli di non essere stati alunni
modello, ma voi ci avete sempre sostenuti e
motivati nello studio, anche quando siamo
stati troppo vivaci e superficiali. Ed è per questo che vi scriviamo questa breve lettera, per
farvi capire che malgrado tutto vi saremo
sempre grati e riconoscenti per quello che
avete fatto per noi. Grazie quindi ai nostri
professori speciali, che non solo ci hanno accompagnati nel cammino della conoscenza,
ognuno nella propria disciplina dando il meglio
di loro stessi sempre e in ogni occasione, ma
ci hanno arricchiti soprattutto dal punto di vista umano, facendoci maturare e crescere.
Un grazie speciale a tutti, dalle professoresse
Bomba e Benvenuto, che sono state sempre
presenti fin dall’inizio, pronte ad aiutarci in
ogni momento ; fino alla professoressa Ferrante che, pur essendo arrivata al terzo anno,
è riuscita a metterci a nostro agio e a conquistare la nostra fiducia. Un grazie enorme alla
professoressa D’Amico, che con la sua energia è riuscita a diventare la nostra confidente
speciale. Grazie alla professoressa Ciccocioppo, che ci ha fatto passare le ore più divertenti dell’anno. Grazie alla professoressa
Salvatore, che ci ha trasmesso l’amore per la
musica. Grazie alla professoressa Ciampoli,
che con la sua innata ironia che ci ha insegnato le tecniche della sua disciplina senza
mai farci annoiare. Grazie alla professoressa
Di Nardo e Memmo, che con la loro solarità ci
hanno insegnato a scavare nel fondo dell’animo nostro e di chi ci sta intorno. Grazie alla
professoressa Romagnoli, che ci ha insegnato ad essere buoni cittadini senza mai diventare eccessivamente severa. Un grazie
particolare alla professoressa Ranalli, di cui
abbiamo l’onore di essere l’ultima 3B portata
a termine. Con la sua simpatia e la sua spontaneità, Ci ha insegnato ad essere dei piccoli
artisti, facendoci sempre tanto ridere e divertire, alternando il lavoro ai momenti scherzosi.
Infine, come poter dimenticare di ringraziare
in modo tanto speciale il nostro mitico professor De Laurentis ? E’ stato lui che ci ha accolti il primo giorno di scuola quando, ancora
impauriti, abbiamo fatto il nostro primo passo
verso l’indimenticabile esperienza delle medie. Con questo bellissimo ricordo concludiamo la nostra breve lettera, ripromettendoci di non dimenticare mai questi, i tre anni
più belli fino ad ora vissuti della nostra vita. Ed
è così, tra momenti di gioia, di allegria e di tristezza, che salutiamo il nostro caro giornalino.
vostra per sempre 3B
La 3B
Torino for ever!
Meno 10, meno 9, meno 8,…….meno
1……..eccoci !! E’ arrivato il fatidico 13 maggio 2010: ragazzi…si parte….. ma dove
siete ?? Sono le 4 del mattino. Il buio incombe su ogni cosa, il silenzio avvolge la
città, ??? ! Il silenzio dovrebbe.… cosa è
questo vociare ? vedo degli zombi ciondolare verso il piazzale S. Pietro.
1, 2, 3 …. 22. Aspettatemi, sto arrivando,
siamo 23 !!!
Ecco, ora si può partire….o meglio, si potrebbe partire, se ci fossero i prof. e l’autobus. Avremo per caso sbagliato giorno ?
Sarebbe in tal caso confermata l’ipotesi che
siamo degli imbranati, tesi sostenuta per
tre anni dai nostri docenti.
Ma no !! all’orizzonte si sente il rombo di un
motore ed ecco stagliarsi davanti a noi una
figuretta snella e pimpante, nonostante il
viso visibilmente stravolto: “Non temete, ci
sono!!” …non poteva che essere la prof.
Canini.
Il viaggio di andata è stato tutto un ronfare,
almeno finchè il sole non ci fatto tornare
alla meravigliosa realtà:eravamo lontani dai
nostri genitori, dalla scuola, dai compagni,
dai doveri. Cosa si può volere di più dalla
vita ?? Naturalmente un viaggio di istruzione a Torino !!!!
Prima sosta, di grande valore culturale: autogrill, con tanto di piadine e riviste di gossip. Seconda sosta. Di notevole valore culturale e di evacuazione…….tutto ciò che
era stato ingurgitato, liquido o solido che
fosse, è stato regalato ai leghisti padani.
Ore 13: arrivo a Torino, meta del nostro
viaggio d’istruzione con un itinerario molto
interessante. I^ tappa: Museo del cinema
nella Mole Antonelliana. Come descrivere
questa meraviglia dell’architettura: una torre
altissima ed un ascensore centrale, di cristallo, che ci porta in cima e ci permette di
ammirare lo splendido panorama della
città...tra tuoni e fulmini. Nella struttura è
presente il Museo del Cinema che ne ricostruisce la storia dall’origine, ossia dai fratelli
Lumiére, fino al 3D: la cosa che, però, mi ha
più entusiasmato e che ricordo con piacere
è lo spazio centrale della Mole, dove,
sdraiati su comode poltrone abbiamo potuto
godere di spezzoni di film proiettati su maxi
schermo. Alla visita al Museo del Cinema è
seguito un giro per il centro storico di Torino
che ci ha consentito di godere della vista di
Piazza Castello, di Via Roma e del Palazzo
Reale. Tutto questo soddisfaceva per il momento la nostra sete di cultura, ma il “fulcro”
della gita doveva arrivare da lì a poco: il Museo... direte voi….. NO!! Per il primo giorno
basta e avanza: la troupe delle tre classi dell’Umberto I ora si sarebbe diretta all’Hotel
Piemonte per un meritato riposo.
Evitiamo di parlare della cena………..e ringraziamo, invece, Donatella Morgione per il
barattolo di Nutella e le nostre madri per
averci, previdentemente, riempito le borse di
schifezze varie……
Ore 06.00 – 14 Maggio. Un suono stridulo
e acuto disturba il nostro, sebbene leggero,
riconciliante sonno. E’ il momento di lasciarsi
alle spalle la notte per affrontare nuove fatiche, delle quali la più dura è certamente la
colazione: PANE, SOLO PANE, ESCLUSIVAMENTE PANE, NECESSARIAMENTE
PANE. E se quella sostanza viscida e traboccante vogliamo osare chiamarla marmellata, allora : pane e marmellata.
E’ giunto il momento di dedicarci alla parte
“religiosa” della giornata. La scolaresca si dirige al Duomo per ammirare nientemeno
che la “ Sacra Sindone”. E’ stata una visita
toccante…….. Vorrei allegare al mio articolo una foto di questa reliquia, ma poichè
fotografare era vietato, i “religiosi” hanno
portato me ed i miei compagni lontano dall’altare con la forza, perciò non mi è stato
possibile appagare questo desiderio. Dopo
la prima esperienza della giornata, eccoci
alla “Reggia della Venaria”. Che
dire?……….:un appartamentino da Re.
Una guida ci ha condotti attraverso le numerossissime “camere” del Palazzo. La
cosa che più ho gradito è stato il “corridoio”
della reggia: 80 mt di lunghezza, pavimento
di marmo, stucchi elaboratissimi e vista sui
giardini. Però……Non badavano a spese
gli antenati di Emanuele Filiberto!!………
Altrochè San Remo!! …..E dopo?? Un
pranzo degno di qualsiasi reale: pizza e
gelato regali !!!!! E per terminare la giornata…..”dulcis in fundo” : Salone del Libro.
Solo varcando quella soglia l’atmosfera diventa diversa: il profumo della carta stam-
pata….. mille sentimenti si affollano nella
mente di noi alunni. Finalmente liberi ci
sparpagliamo per ogni angolo della Fiera
per trascorrere 2 ore buone tra racconti e romanzi. Riusciamo, tutti insieme, anche a
fare la conoscenza di personaggi di rilievo
mondiale…come Giovanni Verna. Non sapete chi è ??? E’ nientemeno che……il
doppiatore di Pippo! Ma non c’era solo
lui, abbiamo conosciuto anche Isa, una conduttrice di Rai Tre. Ed ora affrontiamo l’ultima notte nell’hotel piemontese, allietata
da risate con gli amici, valigie da preparare
e….. scarafaggi, nella camera della sfortunata Prof. Sulli e di altre quattro povere ragazze. Nonostante le avventure notturne i
56 nottambuli, si ritrovano, in ogni caso, alle
07.00, in punto a caricare sul nostro ormai
caro autobus tutte le valigie ed a partire alla
volta del Museo Egizio. Beh, se credevamo
mummie le professoresse, ci siamo dovuti
ricredere………… Purtroppo siamo rimasti
poco tempo, sufficiente, però, ad ammirare
lo “statuario”, i “papiri” ed i “sarcofagi”.
Ed eccoci arrivati all’ultima attività della giornata: ovviamente è anche quella che ha richiesto maggiore impiego di “cellule grigie”:shopping libero per la città !!! A
malincuore tralascio di parlare di questa
parte, perché siamo partiti dal presupposto
che questo fosse un “viaggio di istruzione”….giusto ??? Quindi, eccoci qui alla
conclusione. Non mi resta che descrivere il
malinconico viaggio di ritorno…..Il pensiero
che fossero le…ultime ore di gita ha completamente spento la nostra allegria. Dopo
le due consuete soste di interesse culturale, arriva l’ultimo imprevisto: l’autobus si
ferma. Scattano le chiamate di soccorso...ma“fortunatamente” il nostro mezzo
di trasporto si è rimesso in viaggio. Ultimi
quindici minuti. Commenti ?? Nessuno….tutta la “F” è in lacrime !!!!!! Tra
un abbraccio ed un pianto siamo riuscisti,.tutte e tre le classi, a fare uno “standing
ovacion” per i prof., per gli autisti e per la gita
meravigliosa, e ci siamo giurati di rimanere
amici per sempre… Ma non è il momento di
piangerci addosso…. Ehi, amici !! Eccoci
tornati a Lanciano!!!….Siamo a casa….!!!
Ecco le nostre famiglie…!!! Siamo contenti
di essere tornati a casa... Però... Autisti…facciamo ancora in tempo a rigirare
per Torino ??? Non siamo ancora psicologicamente pronti per tornare alla nostra solita vita…
PAOLA CODAGNONE III F
Carissima prof.ssa Pallini
L’anno sta per concludersi e, come per noi,
sarà l’ultimo anche per lei. Come già sappiamo, sicuramente lei sarà contenta di andare in pensione per riposarsi dopo tanti
anni di generoso insegnamento. Vorremmo
ringraziarla per essere rimasta ancora un
anno con noi a trasmetterci la sua passione
per l’arte, attraverso le sue lezioni dinamiche
e coinvolgenti. Certamente non è stato facile
per lei completare il triennio, soprattutto se
scoraggiata dal comportamento di alcuni
alunni, però speriamo che si ricordi di quelli
che, invece, l’hanno seguita con vivo interesse. Per noi, è stata una “maestra”non
solo scolastica, ma anche di vita, che ci ha
regalato degli insegnamenti preziosi, ricavati
dalla sua esperienza. Anche se termineremo questo percorso insieme, ci dispiace di
non averla più come insegnante e che gli
alunni futuri non possano ricevere le sue
11
12
• Il mondo in una scuola •
preziose lezioni di vita che, invece, noi
siamo stati felici di ricevere. Speriamo che
nel suo futuro sia serena e che possa dedicarsi pienamente alle sue passioni. La ricorderemo con affetto e penseremo a lei
con un sorriso.
Grazie di tutto, un abbraccio.
La 3 E
Lanciano, 22-05-2010
Cari Professori,
siamo ormai arrivati alla conclusione di questi tre anni di scuola media e questo periodo,
a nostro parere, anche se è diventato il più
bello (dopo tre anni siamo diventati veramente tutti amici) è però anche il più doloroso all’idea di separarci tutti.
Le medie sono gli anni più difficili per noi ragazzi, perché si lascia la fanciullezza e ci si
avvia verso un mondo nuovo, quello adulto.
Nel periodo dell’adolescenza siamo tutti fragili e alla ricerca di una vera identità. Noi,
adesso, ci ritroviamo cresciuti in tutti i sensi
(non solo di altezza!!): è per questo che vi
ringraziamo, con questa lettera, per aver
sopportato i nostri momenti di nervosismo e
di estrema vivacità. Professoressa Madonna, Lei rimarrà sempre nei nostri cuori.
Fin dalla prima media ci ha guidati lungo il
percorso, in maniera materna e disponibile.
Sin dal primo giorno ci ha ripetuto che per
Lei non è importante solo avere dei buoni
voti a scuola, ma anche essere attenti al
proprio compagno, alle sue esigenze e infine a creare ”gruppo” e non rimanere chiusi
nel proprio “orticello”. E poi lo studio …
quello sì perché ci apre la mente e perché
SAPERE E’ POTERE! Professoressa Cotellessa, ci mancheranno le Sue spiegazioni
di algebra e geometria concrete e veloci, i
Suoi discorsi sullo studio ci sono stati molto
utili. Vogliamo sempre salire su, in aula di
scienze, per osservare gli esperimenti e
ascoltare interessati le Sue lezioni di
scienze. Ci piacciono molto perché non si limita solo all’argomento del libro, ma ci racconta anche le Sue esperienze personali a
riguardo e ci rende partecipi. Prof, al liceo
cercheremo con impegno di evitare il
CHIACCHIERICCIO che si crea ogni volta
in classe! Professoressa Sulli, con il Suo
metodo di insegnamento, in soli tre anni, ci
ritroviamo con una buona conoscenza del
francese e della Francia stessa. Lei è severa nel momento giusto, ma nello stesso
tempo è sempre di buon umore, pronta a
trasmettercelo in ogni circostanza, anche
quella più difficile. Grazie a Lei abbiamo
messo alla prova il nostro fisico: le finestre
sempre aperte hanno abituato i nostri corpi
anche alle temperature più rigide. E perché
noi ragazzi della 3°C siamo una MASSA DI
LAVATIVI! Professoressa De Luca, Lei è
stata sempre pronta a rispiegarci ciò che
non ci era chiaro in materia. Non potremo
mai dimenticare i Suoi mini-riassunti. Anche se Le abbiamo rotto l’anima, quel “popò
di roba” che c’era da studiare l’abbiamo appresa. Professoressa Ciampoli, fortunatamente, nonostante tutte le volte che l’abbiamo fatta alterare, ha mantenuto sempre
la calma e la famosa nota non è scappata
per nessuno! E comunque, professorè,
siamo sicuri che questa 3°C Le rimarrà nel
cuore… Professoressa Pallini, ci ha fatto
molto piacere che ha atteso di vederci completare i tre anni di medie prima di decidere
di lasciare la scuola. La Sua calma ci ha
fatto apprendere le lezioni serenamente e
abbiamo sperimentato diversi modi per disegnare. Le promettiamo che non saremo
più tanti ruminanti durante le prossime lezioni alle superiori! Ci ha insegnato anche
questo: la buona educazione. Professo-
ressa Ciccocioppo, con Lei abbiamo scoperto altri aspetti dello sport che non conoscevamo. Ci ha avvicinati tutti alla pallavolo
e ci ha coinvolti nelle varie gare sportive
scolastiche, trascorrendo esperienze uniche. Per non parlare dei bellissimi balletti
che ci hanno fatto sentire tante dive della televisione. Professoressa Giannatempo, con
Lei i primi due anni sono passati ancora più
in fretta. Ricordiamo ancora quando, in ordine alfabetico, dovevamo controllare le persone che creavano confusione. Ricordiamo
tutti i concerti che Lei e la professoressa
Salvatore, diventata nostra insegnante in
terza, preparavate in occasione di Santa
Cecilia, di Natale e di fine anno. Adesso, con
Lei, professoressa Salvatore, stiamo soprattutto concentrandoci sulla teoria per la
preparazione all’esame, e per questo La
ringraziamo molto per averci dato le Sue
PERLE di saggezza. Professoressa Martelli, con Lei il tempo trascorso è stato breve
ma intenso, con poco abbiamo scoperto e
apprezzato la genuinità del Suo sapere. Per
non parlare della Sua frase ricorrente: “E
Senti mo ‘BBASSTA!!!“ che ci ha fatto capire
che ogni tanto bisogna darsi una calmata!
Ed ecco il nostro unico e caro professore
maschio. Professor Martino, con Lei abbiamo sicuramente trascorso i momenti più
divertenti di tutti e tre gli anni. A parte gli
scherzi, professò, Lei è stato fin troppo paziente con noi, sopportando le nostre urla
DEMENZIALI. La Sua ora settimanale è
sempre molto attesa da tutti noi; se ne accorge sicuramente quando varca la soglia
della porta, entrando nel caos assoluto, per
la contentezza della Sua venuta. Grazie a
tutti di vero cuore, vi vogliamo bene!
Giorgia Contento e Valeria Candeloro
(3°C 2009/2010)
Un P.S. da non trascurare: vogliamo ringraziare per la loro vicinanza, il loro affetto e la
loro disponibilità i seguenti collaboratori scolastici: Vincenzo, il nostro angelo custode e
amicone che purtroppo quest’anno è stato
trasferito al piano inferiore, ma sempre presente; Antonella, sempre pronta a soddisfare le nostre richieste; e tutti gli altri.
Un grazie particolare alla nuova Dirigente
Scolastica, Prof.ssa Marilena Bellisario: anche Lei è stata sempre vicina alle nostre richieste, e il Professor Renato Monteferrante, anche Lui molto attento alle
problematiche scolastiche.
Il bullismo al fenaroli
Questa mattina, noi della 2E insieme alla
3D, abbiamo partecipato al convegno provinciale “Una fotografia sul bullismo” presso
il Teatro comunale di Lanciano. La Platea
era composta da circa 200 studenti della
città tra cui le scuole medie e superiori. Abbiamo ascoltato i saluti delle autorità presenti che hanno introdotto il tema anche
con cenni autobiografici. È stato il caso del
sindaco, che ha raccontato dei bulli di una
volta. Ha precisato che bisogna tener presente che gli studenti di oggi devono necessariamente proiettarsi verso traguardi
futuri che in questo momento, non è possibile nemmeno immaginare. Rita Trasacco
ha presentato un protocollo d’intesa recentemente firmato con la prefettura e con l’ordine degli avvocati per promuovere la lega-
lità. Fausto de Sanctis ha richiamato il valore del rispetto della persona e dell’educazione, prima ancora dell’istruzione. Infine,
Luciano Conti, ha ben spiegato come il progetto si colloca nell’ambito di azioni di prevenzione che vengono da una visione complessiva del fenomeno giovanile. Il primo
intervento è stato quello della dottoressa
Roberta Cordella che ha presentato i risultati della ricerca condotta in Provincia. Il
Bullismo è una form di aggressività tra coetanei ripetuta e continua nel tempo e rivolta
sempre verso la stessa persona. Chi si approfitta dei deboli di solito non è un ragazzo
prestante dal punto di vista fisico e non è ripetente anzi, spesso, consegue ottimi profitti a scuola e, quasi sempre, non è un singolo individuo che agisce, ma un piccolo
gruppo. La vittima invece viene individuata
tra quei giovani che in qualche modo si distinguono o meglio non si omologano alla
massa. Quelli più bravi a scuola, quelli che
vestono in modo diverso, quelli che hanno
interessi differenti, magari amano il cinema,
l’arte. Insomma l’obiettivo è colpire ed emarginare chi non si adegua. Poi un giornalista
e scrittore, ha evidenziato come il bullismo
tra gli adolescenti non è che una conseguenza del bullismo tra gli adulti. Prima dell’intervento conclusivo, si sono alternati sul
palco i rappresentanti delle associazioni
Guardiagrele Giovani e Modesti, a 2 giorni
dalla costituzione del forum delle associazioni giovanili, hanno promosso le proprie
realtà associative, evidenziando come non
bisogna fare prediche ai ragazzi e che bisogna stare attenti in modo particolare al
ruolo degli spettatori. Le conclusioni sono
state tratte da Gianni Iulianetti, che ha
messo in evidenza come molti dei comportamenti dei bulli siano in realtà reati puniti
dal codice penale a partire dai 16 anni. Infine ha sottolineato la necessità di un lavoro
condiviso con le famiglie e le associazioni
del territorio.
Monica Gaeta – II E
FINALMENTE
IL PATENTINO!
Noi delle classi III del nostro Istituto abbiamo partecipato quest’anno al Corso per
il Patentino organizzato dalla Prof.ssa Claudia Romagnoli in collaborazione con il Comando dei Vigili di Lanciano. Il corso si tiene
ogni lunedì e giovedì , dalle 15 alle 17: i vigili sono disponibili e professionali nell’insegnarci tutto ciò che è necessario per superare l’esame e per prendere il
patentino.Purtroppo non tutti i ragazzi delle
terze hanno potuto partecipare perché bisogna avere 14 anni o compierli entro la
fine di agosto. Il corso è abbastanza divertente ma soprattutto utile per poter finalmente avere il sognato patentino . Grazie
Scuola! Speriamo adesso di poter dire grazie anche ai genitori per l’amato motorino….
per diventare così un po’ più responsabili e
autonomi.
Costantino Roberto III A
Si è concluso con successo il 29 Maggio 2010 nella Sala Convegni del Polo Museale S. Spirito Lanciano il progetto “LEGALITA’ E SICUREZZA” dalla cittadinanza vissuta alla cittadinanza virtuale con la D.S. Marilena Bellissario, il Capitano Geremia Lugibello, il Giudice Francesco Marino e il Pres. Ass. CC Giuseppe Marrone
• Il mondo in una scuola •
L’effetto serra
Oggi, sul nostro pianeta, ci troviamo ad affrontare
un problema molto importante e che potrebbe influire sul nostro futuro e su quello della terra: l’effetto serra. La principale causa che crea l’effetto
serra è l’anidride carbonica (CO2). Questo gas
molto pericoloso e inquinante e proviene principalmente da varie combustioni. Questo gas è prodotto anche dalle industrie. Inoltre il pianeta ha
enormemente bisogno di ossigeno. L’ossigeno
presente al giorno d’oggi sul nostro pianeta proviene soprattutto dalla vegetazione. Al momento
però il nostro pianeta sta facendo largo uso della
vegetazione per cui la produzione di ossigeno diventa sempre meno efficiente e quindi la massa di
anidride carbonica aumenta. Il problema è legato
soprattutto al futuro perché con un’alta concentrazione di anidride carbonica si potrebbe andare a
rompere la fascia di ozono. La fascia di ozono si
trova al confine dell’atmosfera terrestre e ci protegge dai raggi ultravioletti che emette il sole. Se
questi raggi passassero si avrebbero malattie alla
pelle, potremmo assistere all’avanzata delle acque e allo scioglimento dei ghiacciai, potrebbe aumentare la temperatura della terra determinando
la morte di varie specie con un ampio danneggiamento alla natura. In realtà c’è ancora tempo prima di arrivare a queste condizioni ma comunque
questo è un problema che dobbiamo subito affrontare perché ad un certo punto la crescita di
anidride carbonica diventerà inarrestabile e non si
potrà più tornare indietro. La principale precauzione che possiamo prendere è quella di ridurre al
minimo indispensabile l’impiego di industrie e l’utilizzo di automobili.
Lorenzo Giancristofaro IIE
L’ambiente
Il tema dell’ambiente è senz’altro uno degli argomenti di maggior attualità che, a vario tipo, occupa i titoli dei giornali e rappresenta una fonte di forte preoccupazione per gran parte dell’umanità.
Per ambiente non si deve intendere solo il verde o
il mare, i fiumi eccetera: l’ambiente è un insieme di
elementi che sono in relazione tra loro. I comportamenti dell’uomo moderno possono incidere pesantemente negli equilibri che reggono tale tipo di
relazioni che si manifestano in eventi naturali
sempre più violenti.
Il progresso tecnologico dell’uomo è uno dei fattori che ha inciso in modo sempre più concreto e rilevante sugli equilibri ambientali ed oggi sono sotto gli occhi di tutti, le catastrofi ambientali causate
da navi petroliere che perdono il loro carico, oppure provocati da soggetti che, pur di ottenere
vantaggi economici, non esitano ad inquinare i fiumi, laghi o falde acquifere mediante lo smaltimento abusivo di rifiuti tossici e nocivi.
Per non parlare dell’inquinamento da smog che
avvelena l’aria delle grandi città e che è la causa
di numerose malattie, anche mortali, che sempre
più si stanno diffondendo tra le popolazioni. La na-
tura a volte presenta un conto tragico quando l’uomo, perseguendo logiche di profitto, non rispettose dell’ambiente, va ad esempio a costruire lungo
pendii di colline e montagne oppure lungo il letto
dei fiumi i cui corsi vengono cementificati.
Invero una coscienza ambientale si sta affermando anche a livello politico: infatti sono molte le norme che, in nome della tutela ambientale, condizionano e attività umane al rispetto rigoroso dell’ambiente circostante.
In ogni caso la tutela dell’ambiente, oltre che a livello territoriale, deve essere perseguita a livello
mondiale; infatti è necessario che tutto il mondo
se ne faccia carico; ad esempio qualora avvenga
un disastro nucleare le conseguenze ricadrebbero
su un’ampia fascia di popolazione che va ben oltre quello stato o quella regione in cui si verifica il
disastro. E’ dimostrato che sono stati i paesi più
sviluppati ad aver maggiormente deturpato ed inquinato l’ambiente; oggi, qualora i paesi emergenti costruissero il loro sviluppo economico non tenendo in considerazione la tutela dell’ambiente,
con ogni probabilità, i danni per gli equilibri ambientali sarebbero gravissimi e le conseguenze
sarebbero terribili per l’intera umanità. Sarà utile
pertanto che i paesi maggiormente sviluppati aiutino i paesi in via di sviluppo in un modo eco-compatibile.
La speranza, per la popolazione mondiale, e che
si diffonda una coscienza ambientale e che essa
abbia sempre più il sopravvento sulle logiche economiche ed affaristiche.
Troiano Roberto IIB
Energia nucleare: un bene o un male?
Per far fronte alla crisi energetica in cui si trova l’Italia, il Governo ha deciso di far tornare l’energia
nucleare nel nostro paese. L’energia nucleare è la
forma di energia che si ricava scindendo i nuclei
atomici. In Italia non viene più usata dal 1987 a
causa di un referendum popolare che l’ha vietata
dopo l’incidente a Cernobyl.
Col suo ritorno c’è una notizia buona e una cattiva: la notizia buona e che non dovremmo più acquistarla dalla Francia, la cattiva è che lo stato
spenderà moltissimi soldi per acquistare le nuove
centrali nucleari e forse sarà costretto ad aumentare le tasse. Finora la maggior parte dell’elettricità usata in Italia è stata quella ottenuta dalla combustione di petrolio e metano, e questo ha inquinato molto l’ambiente. Per cui ricorrere all’energia
nucleare sarebbe una vera e propria rivoluzione
per il nostro paese.
L’energia nucleare ha degli aspetti positivi e negativi: Aspetti positivi: E’ molto più produttiva delle altre, perché una singola fissione nucleare produce
molta più energia di qualunque altra reazione chimica; Riduce molto i costi; Non inquina ne l’ambiente ne l’atmosfera perché non emette gas nocivi. Aspetti negativi: La fissione nucleare può sfuggire al controllo e provocare enormi disastri; Le
scorie radioattive prodotte dalla fissione sono molto pericolose e dfficili da smaltire. Un altro problema è quello del combustibile (uranio e plutonio) di
cui l’Italia è scarsa per cui siamo sempre costretti
a comperarla da altri stati. Comunque, se il governo ha deciso così, ci arrangeremo, e forse in futuro, grazie agli sviluppi della tecnologia, l’energia
nucleare diventerà più sicura.
Lorenzo Primomo IIB
MACCHIA DI PETROLIO
VERSO LA LOUISIANA
Golfo del Messico
Lunedì 19 aprile’10, nel Golfo del Messico, la piattaforma petrolifera del British Petroleum è affondata a causa di una violenta esplosione costata la
vita a circa 11 operai. Secondo la Bp, la perdita è
di mille barili di petrolio al giorno e viene da due
buchi a cinquemila metri di profondità sull’impianto di risalita che collega la bocca del pozzo alla
piattaforma affondata.
Le correnti marine lo spingono verso le coste della Louisiana danneggiando così il fragile ecosistema delle paludi .Ciò è una vera catastrofe ambientale perché la BP non ha intrapreso immediatamente provvedimenti per limitare la perdita di
petrolio. Solo qualche giorno fa hanno messo in
funzione, vicino alla falla, una campana aspirante,
in metallo e cemento, in modo da ridurre la quantità di petrolio dispersa nel mare. Questo incidente riguarda soprattutto le specie di animali e piante che vivono lungo la costa, ma anche noi uomini. Se mangiassimo quegli animali e vegetali avvelenati potremmo danneggiare gravemente la
nostra salute.
VULCANO ISLANDESE
Islanda. Il risveglio del vulcano sotto il ghiacciaio
Eyjafjallajokull, pone interrogativi sul cambiamento climatico, legato alla lunga durata dell’attività
eruttiva così forte. La nube di ceneri provocate dal
vulcano creano ancora oggi problemi nei trasporti
aerei perché le particelle potrebbero bloccare i
motori degli aerei e perché in grande quantità possono avere delle conseguenze in ambito climatico.
Questa nube si dirige verso il Vecchio Continente,
sulla penisola Scandinava e sulla Danimarca. Le
polveri vulcaniche non lasciano attraversare i raggi solari determinando dei climatici e danneggiano
lo strato di ozono. Però il vulcano Eyjallajokull attualmente sta provocando danni lievi e solo se l’attività si intensificasse il suo effetto sarebbe molto
più grave. L’eruzione provocò anche lo scioglimento dei ghiacci posti sopra il vulcano e quindi
per il defluimento delle acque si sono dovuti distruggere dei ponti.
SARA & GIULIA 1^C
La macchia di petrolio …
La marea nera,o più comunemente chiamata
macchia di petrolio,è un’enorme chiazza nera che
si espande nelle acque del Golfo del Messico.Si
allarga da quando la piattaforma petrolifera della
Bp Deepwater Horizon affondò il 22 Aprile ovvero
circa 2 settimane fa. All’inizio sembrava un grave
incidente ambientale,ma in meno di una settimana
si profila l’incubo di una catastrofe ecologica. Anche dalla casa Bianca il presidente Barack Obama
parlò:-LA BP DEVE PAGARE- .Una petroliera è un
gigantesco serbatoio galleggiante che assume la
forma di una nave. La piattaforma è suddivisa in
varie parti e se quest’ultima ha un problema tutto
il contenuto della nave torna in acqua dove uccide
milioni e milioni di pesci. Già è stato tentato in vari modi di fermare questa macchia ma senza nessun risultato. Tutti gli uomini che lavorano nel
“cancellare” la macchia dal mare riempiono circa
5000 botti di petrolio al giorno. Nel frattempo è in
corso il solito balletto delle responsabilità che vede coinvolta la BP,proprietaria del pozzo,la Transocean,la società che la aveva in gestione e la Halliburton,che ha servito parte della costruzione,anche perché ci sono circa 75 milioni di dollari
da pagare. Ultimatamente la BP ha costituito un
nuovo sistema intitolato tubo-siringa che consiste
nell’inserire un tubo nell’acqua che ha il compito di
risucchiare tutto il petrolio dall’acqua,ma purtroppo riesce a prendere solo il 20% di tutto il petrolio
che c’è nel mare.Staremo peggiorando tutto con
le nostre invenzioni tecnologiche rovinando il nostro ecosistema??Lo scopriremo solo seguendo le
prossime notizie e sperando che tutto vada per il
verso giusto.
BENEDETTA ANNECCHINI - 1C
13
14
• Il mondo in una scuola •
nti
Racco
Poe
sie
Canzoni
Emo
zion
i
Creatività
Imon e Petek
a caccia di prede
Era giorno di caccia nel piccolo villaggio di
Atak. Uomini e bambini si erano recati fuori dal villaggio già dalle prime luci dell’alba,
iniziando la caccia molto presto. Tra i bambini, c’erano anche Imon e Petek, figli del
capo villaggio. Loro non avevano la minima intenzione di andare a caccia, ma furono costretti dal padre. All’alba, loro vennero accompagnati dal padre ed entrarono
nel fitto bosco tra Atak e Yanziimek, uno
dei villaggi vicini, per iniziare la caccia. A
mezzogiorno la caccia iniziò. Tutti gli abitanti corsero di qua e di la in cerca di prede. Imon e Petek, invece, partirono per ultimi, ma si accorsero che il padre non era
più dietro di loro: era scappato. Tornarono
frettolosamente all’entrata, ma due uomini
robusti e forzuti li ributtarono dentro il bosco. Allora i due cominciarono a girovagare per i boschi in cerca di prede. Ne videro
moltissime: cinghiali, lepri, scoiattoli, cerbiatti e antilopi, facoceri e perfino due ghepardi! Ad un tratto due cinghiali, uno più
cicciottello ed uno meno, guardarono negli
occhi i due bambini. Loro cominciarono a
litigare su quale dei due prendere e, facendo così, li fecero scappare. I due, affranti e
desolati, continuarono a camminare per il
bosco: erano quasi a Yanziimek. Verso
notte, raggiunsero una grotta, dove si fermarono per riposare. I due mangiarono
qualche frutto che cresceva nelle zone,
mentre gli altri uomini a caccia si abbuffarono di carcasse di animali cacciati nella
mattinata. Dopo aver mangiato, si addormentarono su quelle scomode pietre della
grotta. Durante la notte si scatenò un temporale che spaventò i due bambini e li fece
svegliare. Verso l’alba decisero di ripartire
per la “Radura magica”, una radura piena
di animali, di tutti i tipi. Durante il tragitto,
Imon si fermò e guardo il cielo. Diceva che
non era bel tempo e che stava per piovere.
Allora i due decisero di correre verso la radura per prendere una preda e tornare al
villaggio. In 5 minuti erano arrivati alla radura. Petek prese l’arco ed osservò le prede che vi erano. Si soffermò su un piccolo
ghepardo, ma poi cambiò idea. Si soffermò
anche su altri animali. Infine decise di colpire un cinghiale maschio, grande e grassottello. Colpitolo con la freccia, lo andò a
prendere e lo portò dal fratello. Imon notò
una grotta con molta gente e riconobbe un
suo amico: erano loro, gli altri uomini! Insieme, allora, si incamminarono verso di
loro. Gli altri abitanti stavano per partire alla volta di Atak. I due, arrivati alla grotta,
vennero accolti festosamente dagli altri
bambini che si chiesero dove fosse finito il
padre. Alle 9 tutti ripartirono per tornare al
villaggio. A poche miglia da Atak, Imon inciampò ad un sasso e si sbucciò un ginocchio. Petek e Litt, il figlio del cacciatore più
famoso del villaggio, Matke, trasportarono
Imon fino al villaggio, dove tutte le donne
ed il padre di Imon e Petek, aspettavano
ansiosi. Appena li videro tornare, corsero
verso di loro urlando e strepitando. Per festeggiare, organizzarono una festa nella
piazzetta del villaggio e mangiarono il frutto della dura caccia.
Luca D’Arcangelo – II E
Non era successo niente
Era appena suona la ricreazione ed eccoli
qui, i tre ragazzi famosi nella scuola per essere i più prepotenti. Simone, Paolo e Fabio avevano solo 12 anni, ma credevano di
essere i più forti di tutti e di solito se la
prendevano sempre con chi non sapeva
difendersi. Questa volta era toccato a Luca. Luca, oltre ad essere il più piccolo della classe, aveva solo 11 anni ed era timido
e riservato. Aveva pochi amici e anche se
aveva un problema se lo teneva per se,
perciò neanche le professoresse lo potevano aiutare. Approfittando della ricreazione e del fatto che Luca era andato in bagno, il gruppetto dei tre ragazzi ne aveva
approfittato. Avevano preso il suo zaino, lo
avevano svuotato completamente, avevano mangiato e per finire, ridacchiando,
avevano strappato la maggior parte delle
pagine del suo diario, che per Luca rappresentava forse l’unico vero amico, al
quale confidava i suoi pensieri. Appena Luca tornò dal bagno, vide i ragazzi che, in
un angolo, ridevano e indicavano proprio
lui. Luca arrivò vicino al suo banco, vide
tutti i suoi libri sparsi per terra, divento tutto rosso per la rabbia, ma non disse niente. Raccolse pazientemente i libri, poi si
sedette ed inizio a piangere, ma sottovoce,
perché se l’avessero sentito avrebbero riso
ancora di più di lui. Luca non sapeva cosa
fare, voleva dirlo a qualcuno, ma sapeva
che i tre si sarebbero arrabbiati molto e
gliel’avrebbero fatta pagare. Così rimase
tutto a posto, raccolse tutte le pagine strappate dal suo diario e fece finta per l’ennesima volta che non fosse successo niente.
Monica Gaeta – II E
Cappuccetto rosso
e i suoi amici terrestri
C’era una volta nello spazio, un’astronave
arancione che passava sopra ad un piane-
ta sconosciuto: la Terra. Purtroppo l’astronave era un po’ vecchia e le porte erano
malandate, tanto che appena si inclinò per
virare, cadde dal portello un alieno, cercò
di chiedere aiuto, ma senza risultato, e volando nello spazio, nel nulla, atterrò in un
paesino sconosciuto del pianeta Terra. Si
rialzò e andò a curiosare per il paese, un
lupo che l’aveva visto discendere dal cielo,
incuriosito uscì allo scoperto e gli chiese
come si chiamava, l’alieno rispose: -Mi
chiamo Cappuccetto Rosso-.Il lupo allora
gli disse: -Ti prego aiutami a scappare, da
un malefico cacciatore che vuole uccidermi!-. Cappuccetto rispose gioiosamente di
sì. Mentre loro parlavano, nascosto dietro
ad un cespuglio, il cacciatore li osservava,
quando uscì, guardò a lungo l’alieno, e infine si decise a chiedergli come si chiamava. “Cappuccetto” gli rispose. Il cacciatore
si mise in ginocchio davanti a lui e lo pregò
di aiutarlo a liberarsi da una vecchia signora che era pazzamente innamorata di lui.
La vecchia che era nei paraggi, sentendo
la voce accorse dal bracconiere, ma Cappuccetto la spaventò e lei scappò. Il cacciatore ringraziò Cappuccetto e puntò il fucile contro il lupo, ma l’alieno stese con un
colpo solo il cacciatore, il lupo ringraziò
Cappuccetto e da quel giorno diventarono
amici per la pelle; ma andò bene anche alla signora che vedendo un lupo e un alieno parlare vicino al cacciatore steso, chiese chi l’avesse atterrato, Cappuccetto rispose: -Io-, la vecchia si complimentò con
l’alieno e lo invitò al matrimonio tra lei e il
cacciatore. Arrivò il fatidico giorno, il bracconiere dovette per forza sposare la signora e l’alieno felice assistette all’evento. Il
bracconiere era stato punito per la sua ingratitudine Una settimana dopo atterrò in
quel bosco l’astronave di Cappuccetto che
dispiaciuto di doversene andare salutò la
signora, il cacciatore, e il suo migliore amico: il lupo, e promise che un giorno sarebbe tornato.L’astronave ripartì nell’universo
immenso, e lasciò quell’avventura per trovarne un’altra.
Cerrone Luca 1^ D
CAPPUCCETTO ROSSO
E IL BRACCONIERE
C’era una volta in un pianeta sconosciuto
una bambina di nome Cappuccetto Rosso,
lei era un alieno, che però aveva tutti i parenti sulla terra. Un giorno gli alieni scoprirono che Cappuccetto Rosso non era un
vero alieno, e allora, mentre dormiva, la
portarono sulla terra e l’abbandonarono in
un bosco. Quando si svegliò su un pianeta
a lei sconosciuto, si ricordò che la nonna
quando era piccola, le descriveva il luogo
in cui abitava.
Passò un po’ di tempo a riflettere e a guardarsi intorno, quando incontrò un lupo
scappò perché aveva paura. E quello dietro! Tutti e due correvano, correvano e
correvano fino a quando Cappuccetto Ros-
• Il mondo in una scuola •
so si fermò perché non aveva più fiato per
correre, allora il lupo le spiegò che lui non
voleva mangiarla perché era vegetariano,
bensì, voleva conoscerla. Parlarono a lungo e Cappuccetto Rosso scoprì che suo
padre era diventato un bracconiere spietato e che non aveva alcuna pietà nè per gli
animali nè per le persone. Alcuni giorni dopo, il lupo fu inseguito dal bracconiere che
lo voleva uccidere; Cappuccetto Rosso
sentito quel baccano di spari e di ululati accorse subito per vedere cosa stava succedendo, e vide che suo padre stava inseguendo il lupo, Cappuccetto Rosso chiamò
subito la nonna al cellulare al numero che
il lupo le aveva dato per le urgenze.
In quattro e quattro otto, la nonna arrivò e
fermò il bracconiere, facendo una sola
mossa di karatè e mettendolo KO. La nonna infatti, tutti i giorni, appena si svegliava,
andava a fare l’allenamento di karatè.
Dopo vari inseguimenti le guardie forestali trovarono il bracconiere e lo misero in
carcere. Lui lì ci stava proprio bene! Così a
casa della nonna si festeggiò con grande
allegria. …E TUTTI VISSERO FELICE E
CONTENTI…..!!!!
Martina Rapino 1^D
EMANCIPAZIONE FEMMINILE
L’emancipazione femminile si è sviluppata
alla fine del IXX secolo e nei primi decenni
del XX in Inghilterra e negli Stati Uniti d’America,dove le donne rivendicavano il diritto di voto e parità di trattamento nelle varie
mansioni da esse svolte soprattutto nei lavori manuali e nelle fabbriche.La vera
emancipazione femminile nel mondo occidentale è iniziata dopo la seconda guerra
mondiale per l’affermarsi della coscienza
civile e politica. Nel 1946, in Italia, le donne parteciparono alle elezioni per l’Assemblea Costituente e nel 1948 alle prime elezioni politiche. Una svolta importante nel
processo d‘emancipazione femminile è
stato nel 1968, quando, nel clima generale
di rivolta culturale, le donne hanno rivendicato il diritto a una reale uguaglianza con
gli uomini e per molti versi l’hanno ottenuto. Tuttavia, nell’ambiente del lavoro, nonostante l’art. 37 della Costituzione Italiana
che tutela le pari oppurtinità tra uomini e
donne, esistono ancora oggi nel mondo
occidentale delle discriminazioni verso le
donne, poichè esse difficilmente svolgono
ruoli d’altissimo prestigio o di grande responsabilità, ad esempio nella gestione
degli stati o alla guida d’imperi economici.
Nel mondo, però, la condizione della donna non è omogenea: in molti paesi islamici
la donna è velata, non può uscire e svolgere alcun lavoro al di fuori della casa, non
può istruirsi, mostrarsi e curare la sua persona, ad esempio, poichè i cosmetici sono
ritenuti prodotti voluttuari. Addirittura, in alcune regioni africane la donna viene venduta o sottoposta a mortificanti mutilazioni.
Questo dimostra che l’emancipazione fem-
minile, nonostante i tanti passi in avanti,
prevede un lungo cammino soprattutto in
alcune zone del mondo dove i diritti umani
sono poco tutelati... ma anche a “casa nostra” dove l’effettiva uguaglianza tra uomini e donne, intesa come “uguaglianza di diritti e doveri”, lascia spesso a desiderare.
MAIRA LANCI, CLASSE III FRISA
Vi racconto una fiaba...
il suo avversario e disse tra sè e sè: ”Chissà dove si sarà cacciato? Forse sarà già
àrrivato.” Invece il Gabbiano si era perso
tra le nuvole e inaspettatamente la Rondinella tagliò il traguardo e vinse.
Quando arrivò anche il Gabbiano, la vincitrice gli disse:”Tu dicevi di essere velocissimo ma secondo me sei stato uno sciocco
presuntuoso,perchè mi hai sottovalutato”.
E volando via gli disse: “ricorda che nella
botte piccola c’è il vino buono!!!”
Giuseppe Mancinelli - I A (Frisa)
La Tartaruga e il Leone
Ride bene chi ride per ultimo.
In una foresta c’era un’ importante corsa,in
palio c’era una fornitura di cibo per un anno. I concorrenti erano tartarughe,e una di
queste si era preparata al meglio;non riusciva però a capire,perchè partecipasse
anche un Leone. “Io sono il re della foresta
quindi posso partecipare” disse il Leone ridendo. In seguito la Tartaruga e il Leone
arrivarono alla finale. Il giudice disse che le
strade che dovevano percorrere in questa
ultima fase sarebbero state piene di insidie e pericoli. “Vincerò il premio!”disse ancora una volta ridendo, il Leone .”Prima però mi devi battere!” rispose la Tartaruga tutta seria. La gara iniziò,il Leone partendo
velocemente superò tutti gli ostacoli e lasciò alla Tartaruga la strada libera da ogni
pericolo. Iltraguardo doveva essere tagliato dentro un buco, dove naturalmente solo
le tartarughe potevano entrare. Il Leone allora andò a prendere una pala per allargare l’entrata e terminare così la gara. Nel
frattempo arrivò anche Tartaruga,entrò facilmente nella buca,tagliò il traguardo e
vinse il premio. Questa favola ci spiega
che non bisogna vantarsi di essere più bravi di un’altra persona ritenuta ingiustamente più debole,perchè questa potrebbe rivelarsi la più furba .
Dennis Spinelli - I A (Frisa)
Il Gabbiano presuntuoso
e la piccola Rondinella
C’era un Gabbiano che si vantava di essere bravo e decise di partecipare ad una
gara di volo. Il Gabbiano credeva di essere velocissimo. Arrivato alla finale si accorse che la sua sfidante era una piccola Rondinella, molto più lenta di lui. La gara stava per iniziare e il Gabbiano non si era ancora presentato alla linea di partenza e se
non lo avesse fatto,tecnicamente, avrebbe
vinto la Rondinella. Il Gabbiano arrivò, e
con fare presuntuoso disse:”Io vincerò
questa gara e prenderò il primo premio!”La Rondinella e il Gabbiano partirono.
Durante la gara; il Gabbiano era ovviamente in vantaggio,ma all’improvviso, nel
mare sottostante, vide un pesce che saltava,pensò di aver tanto vantaggio e così
scese giù in picchiata per prenderlo.
Intanto la Rondinella stava raggiungendo
.. E se CAPPUCCETTO ROSSO
fosse stato un.. “ALIENO”
C’era una volta una “scuolastronave” che
trasportava piccoli alieni, ma l’astronave
non era una delle migliori, come lo sono i
nostri scuolabus, per questo l’ufo, per un
guasto, si dovette fermare in un bosco di
un pianeta sconosciuto. Quell’ufo anche se
strano e malandato, era come una casa
per i piccoli alieni. Trasportava ogni giorno tanti piccoli bambini alieni, tutti con un
cappuccio rosso. Tutti i bambini uscirono
dall’astronave per guardare il nuovo mondo su cui erano atterrati. La navicella sarebbe ripartita dopo pochi minuti, ma una
bambina rimase sulla terra perché si era
persa e la navicella ripartì senza di lei. Cercò un luogo dove poter stare e non trovando neanche una casa, cominciò a piangere. Una nonnina che la sentì corse in suo
aiuto e le chiese: “Ti sei persa?” e la bambina rispose: “Il mio scuolabus è ripartito
senza di me” e la nonnina aggiunse: “Va
bene, starai da me fino a quando i tuoi genitori non torneranno a riprenderti”. La nonnina prese la bambina con sé e se la portò
a casa sua. Mentre la bambina mangiava
un po’, la nonnina raccontò che quella casa era in una riserva dove gli animali erano tutti vegetariani perché tutti gli animali si
volevano bene e vivevano in tranquillità
anche con gli umani. Nella casa c’era anche una camera in più dove Cappuccetto
Rosso poteva dormire. La mattina alle cinque Cappuccetto Rosso si svegliò perché
c’era un rumore assordante che proveniva
dalla camera a fianco. Si alzò, entrò nella
camera dove vide la nonnina che si stava
allenando a rompere i mattoni con una mano. Cappuccetto Rosso esclamò: “Nonnina
ma cosa fai?”, “ Mi tengo in forma!”. Dopo
aver fatto colazione la nonnina e Cappuccetto Rosso uscirono per vedere gli animali. Per il sentiero incontrarono un lupo che
stava mangiando delle carote e molti altri
animali che giocavano tra di loro. C’era solo una persona che odiava gli animali: “Lo
spietato bracconiere”. Mentre lui tentava di
uccidere il lupo, la nonnina con un colpo di
mano divise a metà il fucile e Cappuccetto
Rosso si trasformò in un essere terrificante che fece scappare una volta per tutte il
bracconiere che non tornò mai più. E il lupo, la nonnina e Cappuccetto Rosso vissero tutti insieme nella riserva.
Mauro Mastrangelo 1^ D
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• Il mondo in una scuola •
LA VILLA DEI MISTERI...
SARA’ UN CASO IL SUO NOME?
La villa dei misteri è ben conservata a
Pompei, non si sa a chi appartenesse,ma
dopo aver trovato una statua della moglie
di Augusto, si suppone sia sua. Gli affreschi hanno come “sfondo” il rosso Pompeiano molto usato allora a Pompei. La villa è molto grande e ha tantissime stanze,si
trova al di fuori della città. Ma adesso parliamo del vero argomento che ci incuriosisce,”PERCHE’ HANNO DATO A QUELLA
VILLA QUEL NOME?”. La villa si chiama
così a causa di dipinti che si trovano nella
villa, che raffigurano una ragazza che secondo le tradizione era soggetto di una purificazione,o di un matrimonio. Ma non si
sa se questo sia vero,alcuni suppongono
che in quelle figure sia raffigurata la vita di
una ragazza che poi non raffiguri la fine, e
quindi non si può sapere che fine sia stata
la sua. Per capire meglio forse è opportuno visitarla!
ROSANNA PORZIO - I C
...NOI FACCIAMO
LE VALIGIE…
Molto tempo fa, nell’Antartide, zona in cui
si raggiungono gli 89° sotto zero, vivevano
tranquillamente insieme famiglie di orsi e di
pinguini. Erano ben organizzati …ogni famiglia sia dell’una che dell’altra specie era
composta minimo da dieci componenti, così quattro di essi ogni giorno andavano alla ricerca di cibo, mentre il resto rimaneva
in “casa” dove erano molti i lavori da svolgere, dal metterla in ordine, al procurarsi riscaldamento e pensare metodi per sopravvivere senza gelare. Pinguini ed orsi avevano formato un comunità governata da un
rappresentante dei pinguini, il signor Pingu
e un rappresentante degli orsi, il signor Yoghi, che, ogni volta che c‘era da prendere
una decisione, convocavano tutto il popolo
e davano loro la possibilità di esprimersi liberamente. Un giorno Yoghi e Pingu convocarono la comunità perché un orso e
una pinguina erano follemente innamorati
e avevano deciso di vivere insieme, nella
stessa “casa”; il fatto che un pinguino condividesse la “casa” con un orso, non era
mai successo prima, così Pingu e Yoghi ritennero giusto comunicarlo anche agli altri
della comunità … che approvarono tutto,
però erano convinti di dover organizzare
una festa e i due governanti condivisero l’
idea … non riuscireste mai a immaginare
ciò che successe quel giorno!!!! Panguini e
orsi cominciarono a litigare tra di loro perché mentre gli orsi pensavano a un menù
di pesce, i pinguini pensavano a uno di alghe diatomee, Yoghi pensava che fosse
giusto invitare anche uccelli e foche, Pingu
non voleva proprio, perché li considerava
intrusi di comunità. Litigarono su ogni minimo dettaglio … gli orsi la notte furono così
arrabbiati che non riuscendo a dormire an-
darono a parlare con Yoghi e insieme decisero di abbandonare quel posto per sempre, fu costretto anche il povero innamorato a fare valigie e incamminarsi insieme
agli altri, prima che i pinguini si svegliassero, non ebbe neppure il tempo di salutare
la sua amata!!! Era deciso… lì non ci
avrebbero rimesso più zampa, e dopo essersi procurati una cartina del mondo decisero di stare il più lontano possibile dai pinguini, tanto che mirarono a ciò che chiamiamo Polo nord. E’ per questo motivo che
ancora oggi i pinguini vivono a sud e gli orsi a nord !!!!
Morena Di Battista 3°F
te. Subito dopo, la mamma cambiò il fratellino e un delicato profumo di talco si diffuse nell’ambiente. Clotilde adesso, viaggiava su una soffice e candida nuvola, sorvolando colline, monti e mari. L’odore di aglio
tornò nuovamente nella cucina e il sogno
di Clotilde cambiò. Era grandine che pesantemente pioveva dal cielo per schiantarsi in mille frammenti al suolo. Poi la
mamma aprì la finestra e una leggera brezza spazzò via tutti gli odori… Clotilde,sbadigliò,si stirò e riprese a fare i compiti prima di abbandonarsi a un nuovo sogno profumato.
MACARIO GIADA - SALERNO GIULIA ANDREOLI GIORGIA - TOROSANTUCCI
GIORGIA - 1B
La cucina Maledetta
IL PAESE DEGLI ODORI
Ero a 2m di distanza da quella casa maledetta appartenuta ad un vecchio chef di
Parigi.Entrai nella casa e sentii un profumo
intenso di menta che si espandeva per tutte le stanze; feci due passi e intravedi una
fioca luce dietro una porta gigante. Mi feci
coraggio e entrai nella stanza e vedi il cadavere del vecchio chef che giaceva seduto su una poltrona e stringeva nelle mani
una boccetta semicoperta da cui usciva un
forte odore di origano. Ad un tratto sentii la
porta d’ingresso sbattere. Era il fantasma
del vecchio. Ne avevo sentito parlare; era
una vecchia leggenda di periferia che si
tramandava di padre in figlio. Impaurito
cercai l’uscita più vicina. Corsi all’impazzata, non trovai l’uscita. Inciampai. Mi trovai il
fantasma davanti con un coltello insanguinato che diceva: ORIGANO,MENTA HAI
VIOLATO LA LEGGENDA! Ad un tratto alzò un braccio in cui stringeva il coltello e
me lo lanciava contro. In quel momento mi
risvegliai di soprassalto col pigiama bagnato e la faccia sudata. Era stato solo un
brutto incubo.
FIORETTI GIORGIO
COLACIOPPO GIULIO - TUCCI MATTIA
- DI NUNZIO MAURIZIO - 1B
Tempo fa, nel Medioevo, in una città non
tanto curata regnavano un re e una regina
con la loro adorata figlia Camomilla. Le
strade della città non emanavano odori
gradevoli, ma piuttosto puzzava. Tutto,però, dipendeva dalla famiglia regnante
che non lavandosi e non curando l’abbigliamento davano un cattivo esempio ai
propri cittadini che seguivano le abitudini
del loro re che mangiava come un maiale,
infatti era il più grasso della città; mangiava solo e soltanto la noce mostarda. La
moglie, invece, dopo ogni pasto beveva le
sue tre tazze di caffè a colazione,pranzo,
merenda e a cena, anche lei aveva un alito che puzzava di caffè molto forte. La figlia
Camomilla era tanto pigra che non si alzava mai dal letto e i servi le portavano tutti i
pasti a letto, e contenevano tutti un pizzico
di cannella, insalata pasta. Inoltre,le servivano ogni sera due tazze di camomilla per
dormire tranquilla perché era sempre nervosa. E così venne chiamato il paese degli
odori.
SILVERII GIORGIA
CONICELLA FABIOLA - 1B
SOGNARE COI PROFUMI
CURRY
Eravamo alle solite… Clotilde si era un’altra volta addormentata sui libri. Clotilde era
una ragazza simpatica, solare ma molto,
molto pigra, gran sognatrice e con una particolarità: sognava con i profumi. A seconda degli odori e della loro intensità, faceva
sogni, più o meno belli. Quel pomeriggio la
mamma stava preparando una pietanza all’aglio e, non appena Clotilde ne percepì
l’odore acre iniziò a sognare. La sua città
era inondata di agli che cadevano da ogni
parte: dalle nuvole, dalle finestre, dalle case, mentre lei si agitava nervosamente, come un naufrago che cerca di fuggire dalla
tempesta. Poi la mamma aprì la finestra e
un delicato profumo di anice invase la cucina. Clotilde si trovò in un altro luogo. Ora
era una leggiadra libellula che volteggiava
in un cielo di lavanda con farfalle variopin-
C’era una volta,in un regno ignoto,il cuoco
di corte. Egli doveva preparare il suo miglior piatto per il suo re entro una settimana. Siccome era rinomato nel regno,voleva
combinare qualche ingrediente per una ricetta originale. Cercò in tutto il regno, ma
non riuscì a trovare le spezie giuste; così
andò al grande mercato dei regni, dove si
vendeva di tutto e di più. Lì trovò delle spezie che lo incuriosirono molto: il peperoncino, la cannella, la noce moscata, il cumino,
lo zenzero, lo zafferano, i chiodi di garofano e i semi di finocchio. Lì comprò tutti e li
portò nella sua cucina. Provò a combinare
alcune di queste spezie ed uscì fuori una
nuova spezia; gli diede il nome del più famoso cuoco del mondo: curry jones. L’unica spezia che avanzava era il seme di finocchio che usò per contorno,mentre il co-
• Il mondo in una scuola •
sì chiamato curry, per il primo e secondo.
L’indomani servì il suo piatto al re che rimase estasiato dalla prelibatezza di quel
pranzo, tanto da fare un premio in oro al
cuoco, e non solo! Egli divenne anche l’inventore del curry,usatissimo anche oggi.
CASALANGUIDA FIORENZO
MARFISI EMANUELE - FINIZIO DIEGO
MATTOSCIO FRANCESCO
UNGARETTI E LA GUERRA
Le poesie "Veglia", "Fratelli"e "San Martino
del Carso" sono state composte da Ungeretti mentre era fronte. "Veglia" è datato 23
dicembre 1915, mentre le altre due rispettivamente 15 luglio e 27 agosto 1916.
Esse risentono fortemente dell'esperienza
drammatica che l'autore stava vivendo, la
guerra, è solo intrise delle sensazioni, degli stati d'animo che il poeta provava di
fronte agli orrori brutali dell'avvetura bellica. La guerra di Trincea,durante il primo
conflitto mondiale, diventano vere e proprie stragi,ed erano davvero logoranti, una
lotta al limite della sopravvivenza. Così, attraverso il suo"diario poetico",Ungeretti ci
ha reso partecipi degli avvenimenti tragici
che egli ha vissuto in prima persona, e lo
ha fatto attraverso l'uso di un linguaggio
scarmo, essenziale ma toccante, del tutto
lontano da tentativi di enfasi o celebrazione. A lui è bastato dare risalto alla singola
parola,alla sua essenza espressiva,
all'analogia, per trasmettere non solo il ricordo di un periodo storico dell'umanità,ma
anche la sua testimonianza di uomo e
combattente. Con le sue poesie egli ci ha
insegniato che l'uomo riesce a comprendere il significato profondo delle cose solo
quando si trova a dover vivere in situazioni
estreme. Infatti, solo con il dolore e la sofferenza si riesce a capire il valore della vita ed il privilegio che ogni uomo possiede
di poter affermare: "Io sono vivo". Nelle tre
poesie sono presenti metafore, enjambement e all'iterazioni. Tra queste la poesia
che preferisco è " San Martino del Carso"
perché la trovo profonda nel significato che
esprime. Mi piace come il poeta usa le parolee presenta le immagini. Sono singolari
il suo cambiare direzione da un punto di
osservazione esterno fino a riportare tutto
il dolore dentro di lui, e il lavoro compiuto
nella seconda strofa, dove l'uso dei pronomi indefiniti ha la funzione di dilatare nell'infinito dello spazio e del tempo il concetto di assenza che egli vuole comunicare.
Bellissimi sono gli ultimi quattro versi, che
rimarcano l'indissolubilità dei ricordi cari
che restano nel cuore per sempre.
Flavia Fioretti - III E
Se...
Se insegui il tuo sogno e credi in te stesso,
anche quando tutti ti scoraggiano e lo reputano impossibile;
Se riesci a dipendere solo dalla tua mente
e dal tuo cuore
e non ti sottometti alle parole di altri;
Se riesci a rialzarti dopo una sconfitta
con la stessa dignit‡ e con la stessa gioia
di vivere;
Se non cambi i tuoi ideali
anche se tutto intorno a te si trasforma;
Se non ti fai schiavo del tempo e delle sue
tendenze;
Se vedi la tua vita come un’opportunit‡ da
cogliere al volo;
Se non ti fermi a guardare ciÚ che rende i
popoli diversi e divisi,
ma osservi e comprendi ciÚ che li rende
uguali e che li unisce,
e se riesci a farlo capire alle persone intorno a te e queste,a loro volta
a tramandarlo al mondo intero:allora potrai
considerarti un uomo libero!
Lanci Sara,IIIa Frisa
Ricetta tipica dall'Albania
Questo dolce è tipico della mia terra che è
l'albania ed il suo nome è "Kompeka".
i suoi ingredienti sono:
- 8 uova
- 150g di farina
- 1 bustina di lievito
-una tazza "di latte" di noci
- 8 cucchiai di burro
- 1 limone grattuggiato
Mescolare tutti gli ingredienti insieme.
Mettere il composto così ottenuto in una teglia e poi nel forno a cuocere a 180°.
far bollire un pò d'acqua con un kg di zucchero, e versare un pò alla volta sul dolce,una volta cotto.
Amaricdo Tomorrica III°A Frisa
Il mio sogno
Sogno il tuo viso tutte le ore,
ma non riesco a seguire il mio cuore.
Non faccio altro che pensare a te,
ma tu non sai neanche che vivo solo per
te. In realtà non sai che esisto,
sogno di averti al mio fianco,
mentre sono vestita tutta di bianco.
ti amo ma non lo sai,
che non potrò dimenticarti mai
Rapino Alessia II°D
L'amore
Talvolta la mano non riesce a calcare,
quello che il cuore vorrebbe gridare.
L'amore che sento non è reale,
ma posso gurarti che è un amore speciale,
ti sento soffrire, ti vedo star male,
e forse è l'inizio di un anno bestiale.
Ma poi il tempo passa e porta calore,
ti vedo cambiare,
rimasce in te il sole.
Ti sono vicino per quanto sò fare,
la cosa più bella è vederti volare.
Sentirti vicino in un mondo,lo fà
diventare un anno speciale
Cimone Alessandro II°D
Frammenti di vita
Se potessi regolare il sole vorrei scaldare
località fredde..
Se potessi trasformare il mare vorrei irrigare località ascutte..
Se potessi dirigere il vento riordinerei località in frantumi..
Il sole: un cuore che si scoglie..
Il mare:occhi che lacrimano..
Il vento:mani che accarezzano..
A volte l'impossibile diventa possibile...
Una piccola emozione può far vivere ognuno di noi su un'isola felice.
Di Battista Chiara - III Frisa
L'amicizia
Il fiore si arrugginisce...
ogni cosa si rovina,
però la nostra amicizia
mai sarà dimenticata
perchè è un' amicizia infinita.
Grandi o piccoli
non conta,
l'importante è se io e te
siamo felici.
Allora si che possiamo dire:
"Amici per la pelle".
Angela Tabaku - III°A Frisa
Insieme
L'amicizia è quardarsi e capirsi al volo,
Diventare complici per una schiocchezza e
fratelli nelle cose serie.
Più bello di un amore perche privo di gelosiae senza competizione,
quando è vera.
Qualcosa per cui lottare, sacrificarsi.
Gargarella Sharon - II°d
L'amicizia è come la musica
L'amicizia è come la musica:
due corde parimenti intonate
vibreranno inzieme anche se ne toccate
una sola.
Rapino Alessia e la II°D
Mi manca
Mi manca vedere,
un posto con molta neve.
Mi manca stare,
con chi mi sà capire,
mi manca parlare,
con ci ha il coraggio di reaggire.
Rapino Alessia - II°D
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• Il mondo in una scuola •
GLI SPORT…CHE PASSIONE
Musica & Sport
“Armonia” per una notte tricolore.
La nostra compagna di classe Chiara Di
Battista, che pratica ginnastica ritmica a livello agonistico nella squadra “Armonia
d’Abruzzo”, ha partecipato ad un campionato per lo scudetto nazionale. La competizione si è svolta in 4 tappe da cui Chiara
e la sua squadra sono uscite vincitrici: Biella, Desio, Fabriano e Foligno. La nostra
compagna ha accumulato molti punti, anche se non era in perfetta forma fisica, attestandosi come cuore del gruppo: si è esibita con alcuni attrezzi tra cui cerchio, palla, nastro e la sua specialità, le clavette. La
squadra, composta da Chiara Ianni, Federica
Febbo, Olga Striuchkova, Chiara Di Battista,
in tutto ha vinto tre gare su quattro aggiudicandosi infine il campionato nazionale. Per la
vittoria Chiara e le sue amiche sono finite anche sui giornali e telegiornali abruzzesi e nazionali... Complimenti!!!
Giuseppe Di Florio & Amarildo Tomorrica
classe III Frisa
FRENESIA PER LA FINALE
Dopo 38 anni finalmente l’Inter vince contro il Barça e và nella tanto sperata finale
della Champions League. L’ultimo allenamento dell’Inter,prima della partita, è finito,
e già dall’allenamento, si possono ricavare
informazioni importanti per quanto riguarda la formazione della squadra che sfiderà
nella finale il Bayer Monaco a Madrid .
Un’ulteriore conferma ce la dà Mourinho
che ha deciso di mettere alla prova Pandev
mettendolo insieme a Milito ed Eto’o, cosi
creando il trio dell’attacco, e con Zanetti in
centrocampo e Chivo in difesa. In porta,
non ancora certo, Julio Cesar che si è mostrato magico contro il Barça. L’italiano Balotelli, che durante la giornata di martedì,
ha avuto un fastidio muscolare, resterà come riserva lasciando il posto a Pandev, cosi come ha deciso Mourinho. Ma a giocare
la grande finale sarà presente anche Cambiasso in coppia con Chivo in difesa. La
squadra di Mourinho non ha intenzione di
fermarsi : “ Abbiamo un appuntamento con
la storia “ afferma Cambiasso. Sarebbe
una vera delusione se con cosi tanti sacrifici e con una formazione cosi ben preparata, non vinca questa finale attesa da 38
anni.
Camiscia Paolo 1° C
Nel mondo ci sono moltissimi sport: dal
calcio alla pallavolo,dal basket alla scherma,dal golf al pugilato e così via… Ogni
sport ha regole di gioco ben precise che
devono essere rispettate. Anche se tutti gli
sport hanno una cosa in comune: l’impegno. Se si vuole vincere, bisogna impegnarsi e combattere contro gli avversari, e
finita la partita, anche se si è perso, le avversità devono finire. Come disse il grande
Pierre De Coubertin “ l’importante non è
vincere ma partecipare “. Questa splendida frase ci fa capire che in campo bisogna
dare il massimo di noi stessi e quando e
quando tu sei sfinito, ma l’avversario ce la
fa ancora, allora capisci che sei stato veramente sconfitto. Quindi, colgo l’occasione
che mi offre questo giornale scolastico per
dire a tutti gli atleti di non arrendersi all’inizio di una partita se hanno davanti un forte
avversario ma, di continuare a lottare fino
alla fine in qualunque modo vada a finire.
Approfitto anche per chiedere alle professoresse di attività motoria,di questo istituto, di istituire una squadra di pallacanestro,
visto che siamo in diversi a praticare questo bellissimo sport. Grazie per l’appoggio
che mi vorrete dare.
Alessandro Di Nunzio 1° C
a Te
La canzone che a noi piace è stata scritta
da Jovanotti ed è molto conosciuta in tutta
Italia perché è molto romantica e può essere dedicata a una persona speciale.Si
intitola: a Te. Anche con una canzone si
può dimostrare i veri sentimenti che una
persona prova per un’altra, per esempio
anche con questa canzone che vogliamo
ricordare esprime sentimenti. Ascoltando
anche solo una volta questa canzone ti fa
venire in mente una persona molto importante per te e che forse non potrai mai avere. Anche a noi ascoltando questa canzone
ci è venuto da pensare a una persona a noi
cara. Provate a leggerla e vi capiterà di pensare a qualche persona a cui volete bene.
Francesca Nasuti e Paola Brasile I C
La musica è cambiata e ci piace
La musica è: emozione, sincerità, vita,
amore, ecc. Ci aiuta a spazzare via tutto il
dolore che ci passa nel cuore. Ormai la
musica di oggi più diffusa è lo stile house,
techno e pop che a noi piace tanto perché
ci da quello stile di vita che non abbiamo
mai avuto. Noi ragazzi stiamo sempre con
l’ipod in mano ad ascoltare : David Guetta,
Xavi Beat, Dj Antoine, Martin Solveig,
Laurent Wolf, Guru Josh Project, Edward
Maya ecc…e a ballare la tecktonik oppure
balliamo come Giovanni Vernia . La musica ha anche uno stile di moda : chi ascolta
la musica house e techno viene chiamato
truzzo, mentre chi ascolta musica punk,
emo-rock, rock ecc viene chiamato emo o
punk. Sappiamo solo una cosa : la musica
è nei nostri cuori e l’amiamo.
LA PARTITA INFINITA
La partita Virtus Lanciano- Delfino Pescara
che si è disputata nello stadio Guido Biondi il 6 settembre 2009, è stata molto emozionante. Questa partita era importante sia
per il Lanciano, sia per il Pescara. Infatti,
se il Lanciano trionfava era momentaneamente nei play off, se invece il Pescara vinceva era in testa alla classifica. I tifosi del
Lanciano subissavano tutta la curva sud, le
tribune e la maggior parte dei distinti. I supporter pescaresi, invece, vennero circa in
3500 e occupavano la curva ospite e un
quarto dei distinti. Prima dell’inizio della
partita gli ultras del Lanciano fecero una
coreografia sbalorditiva. Dopo il calcio d’inizio le due compagini di ultras eseguirono
subito dei cori e delle sciarpate. Il Pescara
segnò subito al 12° minuto e la curva nord
esplose. più tardi, il Lanciano andò a segno al 45° minuto con un gol dalla distanza. Il primo tempo sembrò infinito e si portò a compimento con un pareggio. Nel secondo tempo ogni minuto sembrava un’eternità ed il Pescara realizzò subito un gol
al 61° minuto. Verso la metà del secondo
tempo nelle tribune scoppiò una rissa a
causa di alcuni tifosi pescaresi che attaccarono verbalmente i sostenitori rossoneri.
All’84° minuto il Lanciano realizzò un goal
e cosi la partita finì in parità. Questa fu una
bellissima gara, anche se purtroppo ci fu
una rissa. Spero che non ci sia più la violenza negli stadi e che il Lanciano possa
sempre trionfare.
Stefano Fattore - 2° E
LADY GAGA
Lady Gaga è una cantautrice statunitense
di origine italoamericana. Si è ispirata alla
musica degli anni 80 e al glam rock. E’ stata messa sotto controllo dalla Interscope
Records. Nel 2008 ha debuttato nel 2008
con l’album The Fame che contiene i suoi
brani più conosciuti e di grande successo:
Poker Face, Bad Romance, Paparazzi, e
Telephone. Dopo il suo grande successo, il
31 gennaio 2010 ha ottenuto 2 Grammy
Awards : uno per il brano Poker Face, nominato “ miglior brano dance “ e l’altro per
l’album The Fame eletto “disco elettropop
dell’anno “.
Alessia Berghella - 2° E
LANCIANO VS GIULIANOVA 2-0
Il 21 febbraio si disputò allo stadio Guido
Biondi di Lanciano un grande derby, quello
tra Lanciano e Giulianova. La tifoseria lancianese di 4000 persone, infatti, la curva
del Lanciano era piena, ma anche i distinti
e la tribuna lo erano. I tifosi giuliesi erano
• Il mondo in una scuola •
circa 500. I tifosi lancianesi si fecero sentire con molti cori e sciarpate. Tutte e due le
squadre fecero delle belle coreografie ma
quella del Lanciano era superiore. La partita cominciò e il Lanciano tenne il possesso palla. La prima occasione della partita
venne a Oshadogan al 15° minuto su punizione, ma la conclusione venne parata dal
portiere. In questo primo tempo la partita rimase sullo 0 a 0, ma nel secondo tempo il
Lanciano rientrò in campo più deciso, ma
non riuscì a segnare. L’allenatore fece il
suo primo cambio: uscì Sinigalia e al suo
posto entrò Colussi. Il mister Dino Pagliari
ebbe ragione perché al 21° minuto, ci fu il
gol del Lanciano grazie a Colussi, appena
entrato; ma ebbe sfortuna nell’azione precedente per un palo preso. Dopo circa 15
minuti ci fu il rigore per il Lanciano, procurato dal magnifico Colussi. Lo batté Sansone che senza problemi fece gol. La partita finì 2 a 0 per il Lanciano che fece una
prestazione fantastica.
Andrea Di Martino - 2° E
LO SPORT: CHE PASSIONE!
La passione per lo sport nasce da giovanissimi. La mia passione è iniziata a quattro anni, grazie all’incoraggiamento dei
miei genitori. Ho iniziato a praticare piscina, l’ho fatto per sette anni. Questo sport
mi ha dato tante soddisfazioni, iniziando da
piccole competizioni tra amici, a vere e
proprie gare, perdendo ma anche vincendo. Decisa a cambiare sport mi buttai nel
mondo della pallavolo, a mio parere un
mondo fantastico. La cosa più magica è il
gioco di squadra, grazie al quale mi sono
fatta vere amicizie perché, con loro ho imparato a condividere gioie e dolori e soprattutto momenti di crisi che, affrontati tutti insieme, ci danno la forza di andare
avanti e di non mollare mai. Oltre al gioco
di squadra ho imparato il vero significato
della “lealtà” e del “fair-playes”, cioè avere
spirito combattivo in campo e rispetto fuori. La pallavolo aiuta a riconoscere i propri
limiti, ed imparare a dare il massimo pur
sapendo che ci sarà sempre qualcuno più
forte di noi. Grazie alla pallavolo ho vissuto momenti unici, fantastici. Contemporaneamente agli allenamenti di pallavolo che
praticavo in palestra, grazie alla scuola, ho
apprezzato molto anche l’atletica, altro
sport a mio parere molto interessante. Anche qui mi sono fatta nuove amicizie e
nuove esperienze altrettanto importanti. Lo
sport per me è davvero tutto. Nella vita ho
capito che lo sport non è soltanto un passatempo, ma un modo per scaricare i propri stress e vivere la vita a mille.
Marzia Piccirilli - 3° D
NUOTO… CHE PASSIONE !
Mi chiamo Fattore Fabiana e ho 13 anni:
ormai da 7 anni mi sono avvicinata al nuoto e voglio raccontare come questo sport è
divenuto la mia più grande passione….
I primi anni passati in piscina sono stati du-
ri perché all’inizio sguazzare nell’acqua mi
sembrava noioso e fuori dalla mia portata,
i pomeriggi andavo ai corsi con il broncio e
con la preoccupazione di fare una figuraccia davanti a tutti i miei compagni. Inoltre,
la piscina che frequentavo prima era piccolissima!! Sembrava uno stagno!! E quindi ci si divertiva ben poco. Poi, dopo 5 anni, mia madre ha deciso di farmi cambiare
palestra e piscina. Infatti, ho proseguito i
miei corsi alla piscina “l’Uliveto”, dove ho
incontrato Vito Pizzas, il mio nuovo istruttore, che con la sua travolgente simpatia,
mi ha fatto amare l’acqua. La piscina era
pulitissima e grande ( 25 m di lunghezza),
le attrezzature erano nuove e funzionanti,
e ho conosciuto dei compagni fantastici come: Benedetta Mancini, Andrea D’Orazio,
Matteo Spoltore, Mirea Colacioppo e Federica Cappellaro. Dunque ho iniziato a
seguire i corsi con regolarità e dedizione,
ho imparato a nuotare in quattro stili differenti: stile libero, dorso, rana, e delfinoquest’ultimo è quello che mi piace di piùsono diventata un asso a pallanuoto e non
mi stanco masi di fare le numerose vasche
che il nostro “istruttore” e “amico” tenta di
indicarci, perché quando ci assegna le vasche da eseguire, con la bocca dice un numero, mentre con le mani ne indica un altro, e noi ci divertiamo a prenderlo in giro.
Ormai ho trascorso due anni in questa piscina e ho intenzione di continuare per
questa strada, perché il nuoto è uno sport
fantastico e per me è diventato una ragione di vita, voglio continuare ad allenarmi
per diventare una brava nuotatrice.
Fabiana Fattore - 3° A Frisa
“Il Cielo Sopra Berlino”
di Win Wenders
Il film che abbiamo visto a scuola s’intitola
“Il Cielo Sopra Berlino” il regista Ë Win
Wenders, gli attori sono Peter Falk, Curt
Bois, Otto Sander, Solveig Dammartin e
Bruno Ganz; la data di produzione del film
Ë il 1987 il tempo e il luogo della vicenda
sono gli anni Ottanta a Berlino Ovest: il film
inizia cosÏ: due angeli che si chiamano Damiel e Cassiel vanno in giro nella citt‡ di
Berlino. Sono invisibili (dalla gente) e quindi osservano e ascoltano tutto quello che
fa e dice la gente. Incontrano anche un uomo anziano di nome Homer che cerca una
piazza la quale prima della II Guerra Mondiale era molto bella. Mentre Damiel fa un
giro in citt‡, entra in un circo e vede Marion
una brava trapezista, che alla fine se ne innamora, a questo punto... Damiel per la
prima volta vede i colori: infatti il film Ë
bianco e nero... Alla fine Damiel diventato
“uomo” incontra Marion ad un concerto e
lei gli parla come se si conoscessero da
tempo. Infine Marion esegue il suo numero
volteggiando come un angelo.
La scena che mi Ë piaciuta di pi˘ Ë stata
quella di Damiel che guardava Marion con
gli occhi dell’amore e la vedeva a colori,
percË era una scena molto dolce e signifi-
cativa. Il regista vuole farci capire quanto il
Muro di Berlino abbia distrutto le vite degli
uomini rendendole prive di significato. Mi Ë
piaciuto molto il film perchË ha raccontato
bene com’era la situazioen di Berlino durante il periodo della Guerra Fredda.
Fabiana Fattore, classe III - Frisa
TWILIGHT
In questi due anni, tra noi giovani è spopolata una nuova passione –ossessione :
quella per il nuovo film “Twilight”. Questo
film è destinato a trovare un posto nella nostra memoria. Il fascino dei personaggi accresce ancora di più l’apprezzamento per il
film che narra di una storia d’amore, intrisa
d’azione tra due giovani ragazzi. La bellissima impressione che ha fatto questo film
su migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze
ha spinto la produzione a realizzare il sequel del film, intitolato “New Moon”, già
uscito nelle sale italiane. Naturalmente la
grande popolarità di questi due film è alimentata anche dal fascino degli interpreti.
E’ stato affermato che questi due film hanno rivoluzionato il classico schema cinematografico, affiancando ad una storia d’amore tutto ciò ci spaventava, come i vampiri o lupi giganteschi. Anche i libri hanno
avuto molto successo, perché ognuno di
noi è curioso di sapere come va a finire la
storia, e ciò ci spinge a leggere. A mio parere con questi film si è raggiunto un grado
di perfezione cinematografico ottimo. I film
attraggono per i loro momenti di suspense,
scene tristi che si alternano ad azione ed
amore. Penso anche che molta di questa
fama sia dovuta alla grande bellezza e bravura degli interpreti, ma mai, nel cinema, si
era riusciti ad ottenere tanto successo in
tutto il mondo, in solo due anni. Ormai io mi
ritengo ossessionata da questi film, perché
molto spesso compro dei giornalini per tenermi informata sulle news delle star, ho
anche tappezzato la mia camera con i poster del film, ho letto tutti i libri, e sono convinta di non essere l’unica…. Tra me e le
mie amiche ci sono continui battibecchi su
quale sia il protagonista più affascinante e
bello. Penso che per un decennio non verrà mai prodotto un film con tanto successo
e coinvolgimento delle fans. Io personalmente ammiro molto Robert Pattinson che
nel film interpreta il protagonista maschile
che sommerge di frasi romantiche la sua
ragazza. Quante volte vorrei essere stata
io la sua ragazza, per poterlo toccare, dargli la mano, però sono sicura che non succederà mai, ma non smetto di sognare, come dovrebbero fare tutti. Molti adulti giudicano “Twilight” inutile e noioso, ma soltanto noi giovani riusciamo a gustare ogni piccola, minima parola romantica e a capire il
vero significato dell’amore. “Twilight” è come un viaggio nel mondo dell’amore, ci fa
vivere forti emozioni e conferma che l’amore vero esiste e riesce a superare ogni difficoltà, pregiudizio o problema.
Francesca Cotellessa - 3° D
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• Il mondo in una scuola •
La Redazione saluta le classi III
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Direttore: Menna Andrea
Capo Redattore: DʼArcangelo Luca
Redattori: Giancristofaro Lorenzo,
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III A - Frisa
Segretaria di redazione:
Katia Angelucci
Inviati sezione Frisa:
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Coordinatrice del progetto-giornale:
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Impaginazione e stampa:
Tipografia “Valentini” - 0872.712135
La Redazione ringrazia il D.S. Prof.ssa Marilena Bellisario, la Direttrice
Amministrativa e i docenti dellʼIstituto Comprensivo che hanno collaborato con il giornale “il Mondo in una Scuola” .