INTRODUZIONE - Coldiretti Lombardia

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INTRODUZIONE - Coldiretti Lombardia
INTRODUZIONE
Il cambiamento degli obiettivi della Politica Agricola Comune rende possibili
nuovi sbocchi all’attività agricola per finalità generali di benessere della collettività,
favorendo investimenti innovativi, contribuendo alla diversificazione delle attività
economiche nel sistema locale di sviluppo rurale.
L’agricoltura multifunzionale è essenzialmente un’agricoltura in grado di
fornire al consumatore servizi sempre più evoluti e complessi, affermandosi a cavallo
tra tradizione e innovazione. Si tratta della riscoperta di un modo tradizionale di fare
agricoltura reinterpretato alla luce delle esigenze della società contemporanea.
Alcune imprese agricole disposte a sperimentare nuovi indirizzi stanno dando
vita ad un terziario di nuova generazione, innestato sul solco della tradizione rurale
ma al tempo stesso profondamente orientato verso l’innovazione.
L’agricoltura multifunzionale applicata all’educazione e alla cura dell’infanzia è
sicuramente per l’imprenditore agricolo occasione di impegno civico e sociale, ma
deve essere al tempo stesso fonte di adeguata soddisfazione economica.
Una professione di sintesi, espressione di una molteplicità di mestieri e di
funzioni culturali ed educative, che fanno dell’agricoltore contemporaneo un attore
globale del contesto sociale in cui opera.
Rimandiamo alla lettura di questa semplice guida per comprendere eventuali
opportunità e avere presto realtà innovative che sappiano raccontare la straordinaria
attività agricola del nostro territorio.
Il Presidente
Nino Andena
1
INDICE
Multifunzionalità in agricoltura e servizi per l‟infanzia
3
La multifunzionalità e il reddito aziendale
7
L‟attività agricola e il valore aggiunto
9
Le modifiche al regolamento agrituristico
10
La multifunzionalità nel sociale
11
Servizi offerti da una Fattoria Sociale
13
L‟agrinido a cavallo tra Fattoria didattica e Fattoria sociale
15
La normativa regionale
17
Tipologia di servizi
19
Agrinido fino a 10 ospiti
20
Alcuni consigli per iniziare
24
Agrinido famiglia
26
Servizio anziani
29
Fattorie Didattiche
34
2
MULTIFUNZIONALITA’ IN AGRICOLTURA E SERVIZI PER L’INFANZIA
La nuova percezione dell‟agricoltura nella società e i contenuti della Politica
Agricola Comune sono incentrati sullo sviluppo di un‟agricoltura competitiva,
sostenibile, multifunzionale e diffusa su tutto il territorio, con un‟attenzione alla
salvaguardia del paesaggio, e dell‟ambiente al fine di fornire un contributo
fondamentale alla vita di tutti gli abitanti dei territori.
Il cambiamento degli obiettivi della Politica Agricola Comune rende possibili
nuovi sbocchi all‟attività agricola per finalità generali di benessere della collettività,
favorendo investimenti innovativi, contribuendo alla diversificazione delle attività
economiche nel sistema locale di sviluppo rurale.
L‟agricoltura multifunzionale è essenzialmente un‟agricoltura in grado di
fornire al consumatore servizi sempre più evoluti e complessi. Il puro prodotto
dell‟attività di coltivazione e di allevamento, benché ancora importante e
determinante, non rappresenta l‟unica centralità nell‟ambito dell‟offerta dell‟impresa
agricola.
Anche in agricoltura la vera ricchezza deriva sempre più dalla remunerazione
della capacità di servizio dispiegata dall‟agricoltore o dai suoi collaboratori in un‟ottica
che fino ad alcuni anni fa era fatta propria solo dagli operatori del terziario.
In effetti alcune imprese agricole disposte a sperimentare nuovi indirizzi
stanno dando vita ad un terziario di nuova generazione, innestato sul solco della
tradizione rurale ma al tempo stesso profondamente orientato verso l‟innovazione.
L‟agricoltura multifunzionale si trova in effetti a cavallo tra tradizione e
innovazione. Si tratta della riscoperta di un modo tradizionale di fare agricoltura
reinterpretato alla luce delle esigenze della società contemporanea.
L’agricoltura multifunzionale applicata all’educazione e alla cura
dell’infanzia è sicuramente per l’imprenditore agricolo occasione di impegno
civico e sociale, ma deve essere al tempo stesso fonte di adeguata
3
soddisfazione economica. A questo proposito anticipiamo alcune considerazioni
che svolgeremo in maniera più approfondita nei successivi capitoli.
La forza di questa agricoltura multifunzionale sta anche nel valore aggiunto
che deriva dall‟accumulo e dall‟integrazione tra le varie forme di servizio. Chi
intraprende una delle strade proprie della multifunzionalità rurale, ad esempio la
vendita diretta, presto si renderà conto dell‟opportunità di integrare il servizio offerto
con altri complementari (agriturismo, didattica, sport e benessere, informazione
turistica e culturale) per venire incontro alle esigenze di un consumatore sempre più
esigente e attento.
Ad esempio coloro che optano per la realizzazione di un agrinido in cascina
integreranno in questa attività un‟opera sistematica di valorizzazione dei prodotti
aziendali da utilizzare ad esempio nel servizio mensa, preparando in collaborazione
con l‟autorità sanitaria locale menù “a km zero” o ricette a base di prodotti
tradizionali, biologici, liberi da residui di organismi geneticamente modificati e via
dicendo.
In altre parole, occorre andare oltre la sola specializzazione agraria e imparare
a fare bene molte cose. Quindi, oltre al raggiungimento del massimo livello possibile
di competenze e di applicazione della tecnologia in un singolo campo, bisogna
puntare soprattutto alla diversificazione. Il settore agricolo è esposto a molti
fattori di incertezza, tra i quali incide in primo luogo l‟andamento spesso
imprevedibile dei mercati agroalimentari mondiali. In questo quadro di rischio
crescente e volatilità dei mercati è estremamente imprudente legare il successo della
propria attività di agricoltore a un solo indirizzo produttivo. La professionalità
dell‟agricoltore di oggi non consiste soltanto e soprattutto nel sapere ogni cosa di un
certo indirizzo produttivo, ma nella capacità di estrarre valore da molteplici attività in
campo rurale.
Coloro che si dedicano all‟agricoltura multifunzionale devono dare spazio alla
propria fantasia e creatività con la consapevolezza di svolgere una funzione sociale di
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alto profilo e
cercando di cogliere, al tempo stesso, tutte le opportunità di
integrazione del reddito insite in un modo nuovo di fare agricoltura.
Il protagonista di questi nuovi modi di fare agricoltura è una figura di
imprenditore agricolo che presenta caratteristiche decisamente diverse rispetto alla
figura classica di agricoltore.
Ci troviamo ora di fronte ad un nuovo ritratto dell‟agricoltore: un imprenditore
guidato da profondi valori sociali e con solide basi culturali, dotato di una provata
capacità professionale rafforzata dall‟esperienza e da percorsi di formazione
continua; un imprenditore orientato, inoltre, da una spiccata sensibilità verso i
bisogni generati dal proprio territorio di appartenenza sotto il profilo sia ambientale
che sociale.
L‟affermazione di un modello di azienda agricola multifunzionale ha stimolato i
titolari delle imprese ad acquisire e a sviluppare competenze in materia di
enogastronomia, turismo, pedagogia, cura della persona, valorizzazione delle risorse
agro-ambientali, costruzione di percorsi culturali.
Nel luglio 2002 la Commissione Europea ha sancito l‟importanza e il carattere
multiforme di questo ruolo utilizzando per la prima volta in un proprio documento
ufficiale (COM(2002) 394 def.) la definizione di imprenditore rurale, al fine di
significare la vastità e la complessità delle mansioni richieste agli agricoltori dei nostri
tempi. Con questa espressione l‟Unione Europea ha voluto identificare l‟insieme degli
imprenditori agricoli più specificamente orientati verso una visione multifunzionale
del settore primario.
La successiva definizione di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP), che ha
sostituito la precedente dicitura di imprenditore agricolo a titolo principale (IATP), ha
ulteriormente riconosciuto l‟esistenza di un nuovo profilo di gestione aziendale,
all‟interno del quale il titolare e i suoi collaboratori si trovano ad esercitare
necessariamente un ruolo con molteplici sfaccettature, basato su una conoscenza
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variegata non solo in materia agronomica, ma anche in campo economico, giuridico e
culturale in senso lato.
In questo modo gli agricoltori cessano di essere semplici addetti alla
produzione di beni alimentari, essendo pienamente identificati come imprenditori con
una preparazione ampia e diffusa e una vocazione intersettoriale difficilmente
riscontrabile in altri ambiti dell‟attività umana.
L’imprenditore agricolo che si occupa di attività didattiche e di servizi
per l’infanzia rientra a pieno titolo in questo nuovo identikit della
professione agricola: una professione di sintesi, espressione di una molteplicità di
mestieri e di funzioni culturali ed educative, che fanno dell‟agricoltore contemporaneo
un attore globale del contesto sociale in cui opera.
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LA MULTIFUNZIONALITA’ E IL REDDITO AZIENDALE
L‟ attività agricola è sempre stata un‟attività con un alto potenziale di rischio
legato profondamente all‟andamento delle stagioni, dagli eventi atmosferici e più in
generale ai fattori ambientali. Ma ora la natura del rischio sta cambiando
radicalmente ed è legata alle vicende economiche e politiche globali.
Le sorti dell‟agricoltura sono sempre più determinate dall‟andamento dei
mercati internazionali, oltre che dal cambiamento della politica agricola e della
normativa ambientale. Si osserva ovunque un declinante potere economico da parte
dei produttori agricoli a fronte della crescente influenza di alcune categorie di
acquirenti e di fornitori, soprattutto di quelli multinazionali.
Il 2011 è stato segnato da una forte crisi di molti comparti produttivi del
settore primario e le prospettive per la nostra agricoltura non sono apparse rosee.
Che cosa fare di fronte a questa perdurante situazione di crisi? Innanzitutto occorre
avvicinarsi alla realtà del mercato con una mentalità il più possibile aperta e con
un‟informazione ampia e approfondita sui meccanismi in atto.
Nell‟agricoltura multifunzionale sono contenuti metodi di lavoro e opportunità
che offrono alle imprese agricole alcuni antidoti contro la crisi.
Uno dei primi insegnamenti che vengono dall‟agricoltura multifunzionale è
quello della diversificazione. L‟arrivo di una crisi è forse il momento migliore per
incominciare a ragionare in un‟ottica di diversificazione delle attività che fanno capo
alla nostra impresa agricola.
Diversificare le attività che si svolgono all‟interno della propria azienda, pur
nella cornice generale dell‟attività agricola, significa arrivare a disporre di più fonti di
reddito relativamente indipendenti tra loro.
Come
iniziare
a
diversificare?
Se
produco
prodotti
agroalimentari
convenzionali, potrò sperimentarne la versione biologica o integrate? Se produco
prodotti finiti, potrò aggiungere la fase del confezionamento ed effettuare incursioni
7
nel campo della vendita diretta, magari associata ad attività di degustazione o
ristorazione agrituristica? Potrò inoltre accreditare la mia azienda come fattoria
didattica, con ricadute promozionali sulle altre attività da me svolte? Dalla
sperimentazione di isolate attività didattiche potrò passare a valutare l‟ipotesi di
avviare un agriasilo o altre strutture di cura per l‟infanzia? Se produco latte vaccino,
potrò provare ad ingrassare qualche capo di bestiame per la produzione di carne? Se
ho piante da frutto, perché non avviare in parallelo un allevamento apistico?
Le
occasioni
di
diversificazione
insite
nel
modello
dell‟agricoltura
multifunzionale sono innumerevoli: basta solo guardarsi intorno e far correre la
fantasia. Diversificando avremo a disposizione più fonti di reddito. Se operiamo in più
campi, difficilmente questi andranno in crisi tutti insieme, persino in periodi
particolarmente difficili.
Chi dispone di molteplici fonti di reddito, accetta le crisi come un fatto normale
della vita economica: le ha già messe in conto anticipatamente e affronta le difficoltà
facendo leva sugli altri ambiti d‟attività. Costoro potranno vivere momenti di
particolare difficoltà, ma non andranno a fondo. Al contrario, per chi ha fatto una
scelta mono-tematica (ad esempio solo cerealicoltura) ogni scossone del mercato
rischia di far fallire il progetto imprenditoriale.
Interroghiamoci su questo semplice fatto: la mia attività agricola è monotematica o diversificata? Se dovesse andare in crisi il mercato del mio prodotto o
servizio di riferimento, riuscirei comunque a salvarmi? Optando per la varietà di
opportunità offerte dall‟agricoltura multifunzionale, riusciremo ad avere varie fonti di
reddito e a mettere la nostra impresa al riparo da molti dei rischi che l‟attività
agricola porta attualmente con sé.
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L’ATTIVITA’ AGRIOLA E IL VALORE AGGIUNTO
Quando si parla di generi alimentari e del loro potenziale economico, si utilizza
a volte l‟espressione “catena del valore” per indicare la remunerazione che spetta a
ciascuno degli attori coinvolti nel processo che va dalla produzione della materia
prima agricola al prodotto finale, confezionato e immediatamente disponibile al
consumo.
In questo percorso dal campo al consumatore, come molti sanno, l‟agricoltore
è quello che incassa meno di tutti. Ogni 100 euro pagati dal consumatore il
produttore agricolo riceve meno di 13 euro. L‟industria di trasformazione si appropria
di una percentuale molto più alta rispetto a quella dell‟agricoltore (oltre il 24%); il
settore del commercio e dei servizi può arrivare a introitare oltre il 45% e il resto del
valore è appannaggio della ristorazione e del fisco.
È intuitivo come una delle strade preferenziali per l‟incremento della ricchezza
in agricoltura sia rappresentata dalla ricerca del valore aggiunto in una delle fasi
della catena del valore successive a quelle della produzione pura e semplice.
Come si può incorporare valore a ciò che l‟agricoltura produce? Una delle strade
classiche per aggiungere valore a un prodotto o ad una gamma di prodotti è quella di
unirvi dei servizi.
L‟agricoltura multifunzionale fa essenzialmente questo: dà valore ad un
prodotto offrendolo in un contesto ricco di servizi per il consumatore finale. Ma fa
anche molto di più: trasforma il servizio nell‟oggetto stesso della prestazione
“agricola” resa al consumatore finale.
Secondo l‟ISTAT, attualmente il numero delle aziende agricole italiane
classificabili come multifunzionali si attesta intorno al 5% del totale. Tuttavia, tra
qualche anno, questa distinzione tra aziende multifunzionali e non potrebbe avere
poco senso, in quanto ogni azienda si troverà a dover ragionare in un‟ottica di
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servizio e di accrescimento del valore aggiunto, se non vorrà perdere
irrimediabilmente competitività sul mercato.
Un ultimo concetto su cui si fonda la moderna concezione di agricoltura
multifunzionale è quello di filiera corta.
Ricordiamo innanzitutto che la filiera è l‟insieme di tutte le tappe – reali o
virtuali - attraverso cui un bene transita ai fini della sua compiuta realizzazione e
della sua commercializzazione sino a raggiungere il consumatore finale.
Si parla di filiera corta quando il produttore iniziale riesce a saltare un numero
rilevante di passaggi intermedi e a raggiungere più velocemente il consumatore
finale: la forma più classica di filiera corta è rappresentata dalla vendita diretta al
consumo da parte dell‟agricoltore, effettuata in azienda, in punti vendita extra aziendali, in forma ambulante o per corrispondenza (inclusa la forma del commercio
elettronico).
LE MODIFICHE AL REGOLAMENTO AGRITURISTICO
Il regolamento attuativo dell‟attività agrituristica non inquadrava l‟attività di
agriasilo e agrinido, pertanto su sollecitazioni dei territorio interessato ad
approfondire questa tipologia di servizio al fine di offrire una nuova opportunità il 15
dicembre 2011 sono state approvate con delibera di giunta regionale le modifiche e
integrazioni del regolamento 4/2008.
In sintesi le novità apportate:

ATTIVITA’ DI AGRINIDO E AGRIASILO;
 ATIVITÀ RICREATIVE E DI INTRATTENIMENTO PER LA TERZA ETÀ;
 CAMPI ESTIVI ANCHE RESIDENZIALI;
10
Le suddette attività possono essere svolte anche in collaborazione con
Comuni, associazioni di promozione sociale, organizzazioni religiose, istituzioni
scolastiche (attività subordinata a normative di settore);

FATTORIE SOCIALI:
attività mirate a fini formativi e riabilitative , favorendo il
benessere e il reinserimento sociale di persone svantaggiate attraverso
mansioni specifiche a contatto con l‟ambiente rurale (attività subordinata a
normative di settore);

FATTORIE DEL BENESSERE:
attività mirate alla cura e al benessere psicofisico
della persona, utilizzando prodotti di propria produzione e spazi aziendali,
necessità di personale con idoneo attestato di qualifica;
LA MULTIFUNZIONALITA’ NEL SOCIALE
La fattoria sociale
L’agricoltura sociale è quella attività che impiega le risorse
dell’agricoltura e della zootecnia per promuovere azioni terapeutiche, di
riabilitazione, di inclusione sociale, e lavorativa, di ricreazione e di
educazione.
Nella struttura produttiva agricola si offre la possibilità ai soggetti fragili o
diversamente abili, come a quelli che vivono uno stato di disagio fisico o psichico o
sociale di realizzare una attività con determinate caratteristiche.
La multifunzionalità offre un‟opportunità alle aziende che pur mantenendo la
loro originale vocazione produttiva, sviluppano attività connesse che hanno come
obiettivo la fornitura di servizi, la cui erogazione ha la doppia finalità di integrare il
reddito dell‟azienda e al tempo stesso garantire servizi di utilità sociale e ambientale:
dai programmi didattici per le scuole, ai progetti di tutela ambientale, allo sviluppo
del turismo rurale, all‟organizzazione di attività e programmi assistenziali e
11
occupazionali diretti a soggetti delle fasce deboli (persone diversamente abili,
tossicodipendenti,
anziani,
detenuti,
adolescenti
e
bambini).
Quest‟ultime
configurano la cosiddetta „agricoltura sociale‟, espressione con la quale si indica
appunto l‟insieme di quelle iniziative che le aziende agricole organizzano presso le
loro strutture al fine di conseguire risultati socialmente utili. Sul piano delle
tematiche sociali il mondo agricolo è attivo da molto tempo. I primi tentativi di
applicare l‟attività agricola a programmi di assistenza sociale risalgono infatti agli
anni settanta e riguardavano prevalentemente percorsi di riabilitazione, opportunità
di lavoro e progetti di reinserimento sociale.
Attualmente l‟agricoltura sociale non è regolamentata da normative specifiche,
tuttavia rientra a pieno titolo in alcuni documenti programmatici (ad es. il Piano
Strategico per lo Sviluppo Rurale 2007-2013), che la considerano una chiave centrale
dello sviluppo delle realtà rurali, in particolare al fine di aumentarne le opportunità
occupazionali.
Inoltre nel testo unico sull‟agricoltura (l.r. 28.12.2011, n. 25) la Regione
Lombardia inserisce un articolo sull‟agricoltura sociale:
'Art. 8 bis
(Promozione dell'agricoltura sociale)
1. La Regione promuove le fattorie sociali quali soggetti che svolgono, anche in
forma associata, le attività di cui all'articolo 2135 del codice civile e che forniscono in
modo continuativo, oltre all'attività agricola, attività sociali finalizzate alla coesione
sociale, favorendo percorsi terapeutici, riabilitativi e di cura, sostenendo l'inserimento
sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di
marginalizzazione, realizzando attività di natura ricreativa e socializzante per
l'infanzia e gli anziani. Tali attività, che sono svolte nel rispetto delle normative di
settore da soggetti in possesso di adeguata professionalità, hanno carattere di
complementarietà rispetto all'attività agricola che è prevalente.
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Ecco dunque delinearsi il profilo che identifica la fattoria sociale: un‟impresa
agricola a tutti gli effetti che svolge, oltre all‟attività agricola, servizi culturali,
educativi, assistenziali, formativi e occupazionali a vantaggio di soggetti deboli
(persone diversamente abili, tossicodipendenti, detenuti, anziani, bambini e
adolescenti), in collaborazione con istituzioni pubbliche e con il terzo settore.
Una realtà produttiva del settore agricolo che diventa quindi punto d‟incontro
di nuove modalità di relazioni (con la collettività e le istituzioni pubbliche) capace di
generare un modello di sviluppo che coniuga produttività, affidabilità e solidarietà.
SERVIZI OFFERTI DA UNA FATTORIA SOCIALE
Le fattorie sociali sono aziende agricole che oltre alla attività produttiva
offrono dei progetti a sfondo sociale. Questi progetti si sviluppano attraverso
iniziative di tipo culturale, didattico o formativo rivolte a soggetti che si trovino, a
vario titolo ed anche solo per periodi della propria esistenza, in condizioni di fragilità.
Nella struttura produttiva agricola si offre la possibilità ai soggetti diversamente abili,
come a quelli che vivono uno stato di disagio fisico o psichico o sociale di realizzare
una attività con determinate caratteristiche:
 le persone coinvolte possono esprimere tutte le loro potenzialità o le loro
capacita residue in un ambiente di lavoro che non ha le “rigidità” proprie di
altre situazioni lavorative; si creano percorsi adeguati alle loro possibilità di
contribuire in modo ottimale al raggiungimento di un risultato produttivo,
secondo le proprie attitudini e risorse (si tratta di una condizione di
organizzazione e distribuzione del lavoro che è peraltro peculiare della impresa
a carattere familiare);

si offre un riconoscimento economico del lavoro, creando gratificazione
soggettiva e superando la generica attività di assistenza;
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 vi sono migliori possibilità di inserimento nel contesto produttivo, attraverso
l‟assegnazione di mansioni diversificate, con responsabilità crescenti a
seconda della effettiva crescita individuale;
 i lavori manuali, che possono anche essere semplici, consentono comunque di
acquisire una certa autonomia personale;

il rapporto con la natura, con gli animali, le piante, aiuta le persone in
difficoltà a costruire un nuovo rapporto con il tempo e con la realtà, rendendo
visibile il loro apporto al percorso produttivo;
Di seguito vengono sintetizzati i potenziali interlocutori a cui si può rivolgere p la
Fattoria Sociale. Si possono distinguere in interlocutori pubblici (Tab. 1) e
interlocutori privati tra cui:
 Cooperative sociali di tipo A;
 Cooperative sociali di tipo B;

Associazioni di solidarietà familiare organizzazioni di volontariato;
14
Tab. 1 Potenziali interlocutori pubblici per le Fattorie Sociali
Disabilità Fisica
Area psichiatrica
Dipendenze
Detenuti o
– Psichica -
persone
Sensoriale
ammesse a
misure
alternative
Ufficio di Piano e Unità operativa
Ser.T.
Ministero di
servizio sociale
Servizi per le
Giustizia
psichiatrica
di base
tossicodipendenze
Servizi disabili
Ambulatori di
N.O.A.
delle ASL
psichiatria/C.P.S.
Nucleo Operativo
(Centro Psico
Alcologia
Istituti Carcerari
Sociale)
Ufficio
C.R.A. (Comunità
U.E.P.E.
Provinciale per il
riabilitativa ad alta
Ufficio Esecuzione
diritto al lavoro
assistenza -
Penale Esterna
dei disabili
Residenziale
Centri Diurni
Comunità
Psichiatriche
L’AGRINIDO, A CAVALLO TRA FATTORIA DIDATTICA E SOCIALE
L‟agrinido e l‟agriasilo sono luoghi in cui il contatto con la natura, i ritmi delle
stagioni e l‟alimentazione sono più vicini alla fisiologia degli uomini così come si è
definita nel corso dell‟evoluzione umana.
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Per loro connotazione tali strutture consentono più facilmente attività da
svolgersi all‟aria aperta in diversi periodi dell‟anno. Ciò risponde ad un bisogno
ancestrale dei bambini, permette loro di vivere pienamente le percezioni sensoriali e
li aiuta inoltre, proprio perché in relazione fisica diretta con l‟ambiente, a potenziare
il proprio sistema immunitario. L‟ambiente all‟aperto non ha “confini” come le pareti
di una stanza (talvolta rassicuranti, talvolta limitanti) e ciò mentalmente aiuta a
ampliare i propri orizzonti.
L‟agriasilo e l‟agrinido sono evidentemente localizzati in un‟area periurbana
caratterizzata da spazi verdi/rurali. Accompagnarvi i bambini permette anche ai
genitori di godere di un paesaggio diverso, di sentire sulla pelle colori, odori, suoni
rigeneranti. Un bagno di benessere, una pausa ristoratrice prima di immergersi nello
stress quotidiano. È noto tra gli addetti ai lavori che il nostro sistema nervoso è da
generazioni in sintonia con i colori della natura, il verde e l‟azzurro in particolare
(cielo e vegetazione) che hanno effetti positivi sul benessere psico-fisico.
Accanto a considerazioni di ordine emotivo e psicologico si può aggiungere
un‟annotazione estremamente pratica: la fattoria è essenzialmente un luogo
preposto all‟attività produttiva agricola, alle coltivazioni e all‟allevamento di diversi
animali domestici di diversa taglia destinati all‟alimentazione umana. Accompagnare i
propri figli in azienda potrebbe anche essere l‟occasione per fare un po‟ di spesa,
acquistando prodotti genuini, freschi, e meno costosi, poiché si accorcia la filiera.
Direttamente dal produttore al consumatore, attuando un‟azione decisamente anche
a favore dell‟ambiente, la cosiddetta spesa a km zero.
Con il termine agrinido si intende una struttura di accoglienza
realizzata all'interno di un'azienda agricola per bambini fino a tre anni di età
mentre per agriasilo una struttura ospitante bambini dai tre ai sei anni.
In base alla normativa vigente, che fissa il numero massimo di bambini per
ogni struttura in relazione alla metratura dei locali messi a disposizione e al rispetto
degli standard regionali, anche gli agrinidi e gli agriasili, come avviene per tutti i nidi
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e asili, devono dotarsi dei presupposti per garantire ai piccoli ospiti appropriate cure
quotidiane (pranzo, sonno, cambio), un ambiente sereno e accogliente, proposte
educative e ricreative atte a favorire l'armonioso sviluppo delle capacità cognitive,
linguistiche e di relazione.
Data la delicatezza della materia e la responsabilità insita nel prendersi cura
dei neonati, vale la pena soffermarsi su questo punto per ribadire che il potenziale di
sviluppo offerto alle aziende agricole dalla multifunzionalità, nel caso degli agrinidi o
agriasili è quanto mai direttamente proporzionale alla serietà e accuratezza con cui
intraprendere il progetto. Bisogna infatti pensare che qui l'organizzazione dell'attività
non riguarda programmi estemporanei, ovvero che si esauriscono nell'arco di una
giornata, come nelle visite delle scolaresche nelle fattorie didattiche, ma
presuppongono una pianificazione e una dedizione quotidiana che dura la quasi
totalità dell'anno e che richiede specifiche competenze che ne fanno un progetto
assai gratificante ma di grande impegno e responsabilità.
D'altra parte non potrebbe essere diversamente se si considera che l'asilo nido
concorre al pari della famiglia alla promozione della personalità del bambino; il quale
è già straordinariamente ricettivo sin dalle
prime settimane di vita, ormai
considerate da tutta la psico-pedagogia mondiale come le basi per la formazione di
individui sereni e autonomi.
LA NORMATIVA REGIONALE
L‟asilo in fattoria, che nell‟insieme delle sua varie versioni ha come utenti
bambini da 0 a 6 anni, costituisce dunque una delle moderne articolazioni
dell‟agricoltura multifunzionale. La sua portata innovativa rappresenta indubbiamente
un punto di forza, ma al tempo stesso una fonte di limiti. Come ogni nuovo tipo di
attività, infatti, anche la gestione di un agriasilo deve fare i conti con una normativa
che in molte aree del nostro Paese è ancora stringente e in alcuni casi addirittura
inesistente. Proprio a causa del ritardo della normativa, questo tipo di servizio a
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cavallo tra agricoltura ed educazione non è ancora oggetto di una definizione univoca
nelle varie leggi regionali che hanno inteso regolare la materia.
Regione Lombardia ha emanato una normativa specifica per i servizi all‟infanzia che
dettaglia tutti i requisiti per avviare un‟attività e che sono:
 D.G.R. 20588/05 “Definizione dei requisiti minimi strutturali e organizzativi di
autorizzazione al funzionamento dei servizi sociali per la prima infanzia”;
 D.G.R. 20943/05 Definizione dei criteri per l‟accreditamento dei servizi sociali
per la prima infanzia, dei servizi sociali di accoglienza residenziali per i minori
e dei servizi sociali per persone disabili”;
A questo si aggiunge che il 15 dicembre 2011 sono state approvate con delibera
di giunta regionale le modifiche al regolamento in materia di attività agrituristica e al
punto 6 della lettera i) del comma 5 dell‟articolo 3 è stata inserita la seguente
attività:
“organizzazione di attività di agrinido e agriasilo, anche in convenzione con comuni,
istituzioni scolastiche, enti del terzo settore, organizzazioni religiose, da svolgersi ai
sensi dell’articolo 157 della l.r. 31/2008. L’esercizio di queste attività è comunque
subordinato al rispetto delle normative di settore”.
In questo modo viene definitivamente riconosciuta l‟attività di agrinido e
agriasilo come attività che può essere svolta dall‟azienda agricola fermo restando il
principio della prevalenza agricola.
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TIPOLOGIA DI SERVIZI OFFERTI
La delibera n. VII/20588 definisce i requisiti minimi strutturali e organizzativi per il
funzionamento dei servizi sociali della prima infanzia.
Servizio di tipo diurno, pubblico o privato, di capacità ricettiva da 11 a massimo
60 bambini/e dai tre mesi ai tre anni, con finalità educative e sociali assicurato in
Nido
forma continuativa attraverso personale qualificato, presso strutture, anche
aziendali (Nido Aziendale). Collabora con le famiglie alla crescita e formazione dei
minori, nel rispetto dell‟identità individuale, culturale, religiosa. Svolge anche
servizio di mensa e riposo.
Servizio di tipo diurno, pubblico o privato, oltre che promosso e gestito da
associazioni di famiglie, di capacità ricettiva massima di 10 bambini/e dai tre mesi
Micronido
ai tre anni, con finalità educative e sociali assicurato in forma continuativa
attraverso personale qualificato, presso strutture, anche aziendali (Micronido
Aziendale). Collabora con le famiglie alla crescita e formazione dei minori, nel
rispetto dell‟identità individuale, culturale, religiosa. Svolge anche servizio di
mensa e riposo.
Nido domiciliare, con finalità educative e sociali per un massimo di 5 bambini/e
Nido
da zero ai tre anni, attività senza fini di lucro, promossa da famiglie utenti
Famiglia
associate/associazioni familiari, scegliendo il modello educativo e gestionale
ritenuto più idoneo nel rispetto dell‟identità individuale, culturale, religiosa.
Centro
prima
infanzia
Strutture similari all‟asilo nido che offrono un servizio temporaneo di assistenza
educativa e di socializzazione, accogliendo, in maniera non continuativa, bambini/e
da zero a tre anni in numero non superiore a 30 eventualmente con la presenza di
genitori e/o adulti di riferimento, e per un massimo di quattro ore consecutive.
Non possono fornire servizio di somministrazione dei pasti.
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Considerata la dimensione media delle aziende agricole, la tipologia che
meglio si adatta alla realtà aziendale è quella del micronido o quella ancora più
contenuta del nido famiglia. Per entrambi si riportano di seguito le caratteristiche
strutturali e di gestione
AGRINIDO FINO A 10 OSPITI
Caratteristiche e destinatari
Il micronido può accogliere un massimo di 10 bambini in età compresa tra i 3 mesi e
i 3 anni e svolge anche servizio di mensa e di ristoro.
Funzionamento
Il micronido deve funzionare almeno 8 ore continuative al giorno, per almeno 5 giorni
alla settimana, per almeno 45 settimane l‟anno.
Il Personale
Nei micronidi e negli asili nido operano sia il personale educativo sia il
personale ausiliario.
E‟ prevista la figura di:
 coordinatore pedagogico (anche nominato a turno fra il personale
educativo) con compiti di organizzazione per le attività socio-pedagogiche e
ludiche, di stesura del piano di offerta formativa.
Titolo di studio: laurea in scienza dell‟educazione; laurea in scienza della
formazione; laurea in pedagogia; laurea in psicologia; diploma di maturità
magistrale o di liceo psico-pedagogico.
 Personale educativo: operatori che nei nidi rispondono agli obiettivi di
armonico sviluppo psico-fisico, di socializzazione del bambino, nonché
d‟integrazione dell‟azione educativa della famiglia. Ad essi competono inoltre
le operazioni di igiene e pulizia del bambino e la somministrazione del pasto.
20
Titolo di studio: diploma di maturità magistrale; diploma di maturità rilasciato
da liceo socio-psico-pedagogico; diploma di abilitazione all‟insegnamento nelle
scuole di grado preparatorio; diploma di dirigente di comunità (rilasciato da
scuole superiori statali con 5 anni di corso); diploma di tecnico dei servizi
sociale e operatore di servizi sociali se la formazione è legata alla prima
infanzia; laurea in scienza dell‟educazione; laurea in scienza della formazione;
laurea in pedagogia.
 personale ausiliario addetto ai servizi garantiscono l‟assolvimento delle
funzioni di pulizia generale degli ambienti e di aiuto in cucina. Qualora i pasti
vengano confezionati direttamente è prevista la presenza di un cuoco.
Titolo di studio: diploma di scuola media inferiore.
L‟assistenza medica nel micronido è affidata ad uno specialista in pediatria e
va assicurata dall‟ASL; nelle strutture private va assicurata mediante convenzione a
rapporto libero professionale.
Oltre al rispetto degli standard sopra indicati, è obbligatoria la compresenza
di 2 operatori durante tutto l‟orario di apertura del servizio. La compresenza può
essere garantita negli enti no profit anche attraverso volontario, purché stabile.
Requisiti organizzativi generali
Le strutture per la prima infanzia afferenti alla rete regionale dei servizi socio
assistenziali devono possedere i seguenti requisiti organizzativi:
 rapporti con l‟utenza: carta dei servizi in cui siano illustrati i servizi offerti, gli
orari di apertura, le modalità di accesso, le prestazioni erogatorie,
l‟ammontare della retta;
 gestione dell‟emergenza: documento che attesti le modalità attuate dalla
struttura per le manovre rapide in caso di evacuazione dei locali;
21
 gestione dei servizi generali: piano gestionale e delle risorse (interne o in
outsourcing) destinate all‟assolvimento delle funzioni di pulizia degli ambienti
e preparazione/distribuzione dei pasti, secondo gli standard gestionali previsti;
Standard Strutturali
Ogni micronido deve garantire il possesso dei requisiti previsti dalle norme
vigenti in materia di civile abitazione.
Se
realizzato
in
un
appartamento,
questo
deve
essere
dedicato
esclusivamente alla funzione di micronido. L‟impianto elettrico deve limitare al
massimo il numero delle prese di corrente e quelle indispensabili devono essere
opportunamente schermate.
Gli elementi costruttivi, gli arredi e giochi devono avere caratteristiche
antinfortunistiche, in particolare devono essere adottati idonei accorgimenti atti ad
evitare situazioni di pericolo (spigoli, gradini ecc.)
Localizzazione
I nidi
devono essere ubicati preferibilmente al piano terreno in diretta
comunicazione con aree all‟aperto utilizzabili esclusivamente per le attività ricreative
del nido.
Il nido può essere realizzato in strutture polifunzionali purché disponga di
spazi esclusivi e ben distinti dalle altre funzioni. L‟ingresso separato non è richiesto.
Dimensioni della struttura
La superficie utile netta complessiva destinata a attività educative, ricreative,
di riposo, di consumazione dei pasti e ai servizi igienici per i bambini è di 20 mq più
5,50 mq per ogni posto di capacità ricettiva.
22
In ogni nido devono essere presenti un bagno esclusivamente riservato ai
bambini preferibilmente dotato di 1 wc e 1 lavabo piccoli e di una vasca di dimensioni
adeguate con doccetta e miscelatore.
In alternativa, dovrà essere attrezzato con vasca, lavabo e vaso dotati di ogni
accorgimento per consentire l‟uso da parte dei bambini e per evitare situazioni di
pericolo e· fasciatoi in numero adeguato.
Spazi per Cucina/Scaldavivande
Qualora i pasti vengano confezionati all‟interno del nido, deve essere prevista
cucina ad uso abitazione. Nel caso di agriturismo può essere utilizzata la cucina
dell‟agriturismo.
Qualora il nido si avvalga di una struttura esterna per la preparazione dei
pasti, deve essere previsto locale scaldavivande per la porzionatura dei pasti ed il
lavaggio delle stoviglie.
SPAZI PER IL PERSONALE
Un servizio igienico ad uso esclusivo del personale, anche con funzioni di spogliatoio
eventualmente in comune con altri servizi abbinati e adiacenti.
SPAZI ED ATTREZZATURE ESTERNE
Qualora previsti, gli spazi esterni per le attività educative e ricreative devono essere
adeguatamente attrezzati e piantumati nel rispetto delle norme igieniche e di
sicurezza.
Regime autorizzatorio
L‟agrinido è un servizio per l‟infanzia (nido, micronido, nido famiglia..) che
oltre a dover rispettare tutto quanto
previsto dalla Deliberazione della Giunta
Regionale n. 20588 del 11/02/2005 e la circolare della Direzione Generale Regionale
Famiglia e Solidarietà Sociale n. 45 del 18/10/2005 deve rispettare gli adempimenti
23
di un‟attività agrituristica tra cui il titolo di operatore agrituristico e il certificato di
connessione con l‟attività agricola.
Quindi è bene prima di intraprendere l‟attività consultare la propria
organizzazione agricola, il comune dove avrà sede l‟attività e l‟asl competente.
La legge regionale n. 3 del 12/03/2008 all'articolo n. 15 stabilisce che
l'apertura di un asilo nido, di un micronido, di un centro prima infanzia o di un nido
famiglia è soggetta alla presentazione da parte del legale rappresentante di una
comunicazione preventiva al Comune e all'ASL competente per territorio, che
certifichi il possesso dei requisiti previsti dalle disposizioni regionali della DGR
20588/2005.
ALCUNI CONSIGLI PER INIZIARE
Il primo aspetto è la valutazione del contesto territoriale in cui si andrà ad
operare, svolgendo una personale indagine sul mercato potenziale in modo da avere
dati utili per impostare al meglio il piano d‟affari della nuova impresa.
Successivamente si dovrà verificare e valutare le caratteristiche della nostra
azienda in termini di sicurezza e igiene, sia negli spazi chiusi che in quelli aperti.
Infine, occorrerà valutare con attenzione tutte le implicazioni del nuovo
progetto in materia di personale impegnato e pensare a come costruire un‟efficace
équipe di lavoro.
Ad ogni modo, il consiglio generale è quello di rivolgersi sempre – prima di
partire – alla più vicina Federazione Coldiretti. Trattandosi di una materia in piena
evoluzione, presso l‟associazione ci si potrà avvalere di una prima assistenza
imprenditoriale e giuridica per la realizzazione dell‟idea, di supporto per l‟analisi di
fattibilità e di un aiuto per il progetto di definizione degli spazi e gli altri aspetti
dell‟iter burocratico.
24
Accreditamento presso enti pubblici
Molto importante è anche la procedura di accreditamento presso enti pubblici.
L‟asilo nido, infatti, se in possesso dei requisiti richiesti dal Comune di appartenenza,
può chiedere di essere accreditato presso il comune stesso. Questo comporta la
possibilità di stipula di convenzioni con l‟ente, che verserà così una quota per ogni
bambino iscritto alle liste d‟attesa comunali e accolto dall‟agrinido.
Sarà quindi opportuno rivolgersi all‟amministrazione del comune in cui si opera
e chiedere di poter accedere a tale percorso di accreditamento. L‟ingresso nell‟elenco
degli asili nido accreditati dal Comune consentirà alle famiglie di spendere presso il
vostro agriasilo eventuali voucher (ovvero contributi pubblici) erogati dal Comune o
da eventuali enti superiori per il servizio di nido.
Il voucher
è un contributo economico a rimborso parziale delle spese
sostenute per i servizi educativi della prima infanzia, in genere di importo variabile in
base al reddito della famiglia del bambino.
Una volta ottenuto l‟accreditamento, che cosa dovrà fare il nido in questione?
Si tratterà innanzitutto di divulgare al massimo la notizia dell‟accreditamento, che già
di per sé è sinonimo di qualità e serietà della propria struttura. Successivamente, al
presentarsi di potenziali clienti in regime di convenzione, bisognerà verificare che il
bambino per il quale si chiede l‟iscrizione sia effettivamente beneficiario di voucher
da parte del Comune. Si procederà quindi alla formalizzazione dell‟iscrizione da parte
della famiglia con la sottoscrizione della modulistica inviata al nido accreditato da
parte del Comune. Una copia del modulo per la comunicazione dell‟avvenuta
iscrizione dovrà essere inviata tempestivamente al Servizio Prima Infanzia del
Comune, al quale si fatturerà a cadenza periodica la parte relativa alla retta di
spettanza del Comune, specifica per bambino utente.
25
AGRINIDO FAMIGLIA
Un‟altra opportunità per l‟azienda agricola è quella di proporsi come nido
famiglia, vale a dire un nido domiciliare con finalità educative e sociali che può
ospitare al massimo cinque bambini da zero fino ai tre anni, svolto senza fini di lucro,
promosso da famiglie utenti associate o associazioni famigliari, scegliendo il modello
educativo e gestionale ritenuto più idoneo nel rispetto dell‟identità individuale,
culturale e religiosa.
Il numero di piccoli ospiti è molto contenuto e permette ai bambini di crescere
in ambiente familiare, di mantenere uno stretto rapporto con le famiglie permettendo
un‟ampia flessibilità di orari.
La normativa della Regione Lombardia definisce il nido famiglia come un
servizio socio assistenziale promosso da associazioni familiari o da famiglie utenti
associate, costituite in osservanza all‟ordinamento delle associazioni non riconosciute
e quindi regolate dagli accordi tra privati anche mediante scrittura privata, secondo
la normativa vigente.
Le famiglie possono gestire il nido famiglia direttamente tramite incarico alla
persona che curerà i bambini o indirettamente tramite affidamento a terzi.
Costituzione della Associazione:
Il nido famiglia può essere promosso o da una associazione di solidarietà
familiare costituita ai sensi della Legge Regione Lombardia n. 23/99 e iscritta nel
relativo Registro Regionale, oppure essere promosso da un’associazione di
famiglie/utenti costituita secondo le norme delle associazioni non riconosciute e
quindi anche mediante stipulazione di una scrittura privata.
26
Requisiti strutturali
Il nido famiglia, in quanto tipologia domiciliare, deve essere realizzato in un
insediamento con caratteristiche abitative preferibilmente di residenza, o comunque
in uso o a disposizione tramite un contratto di comodato, affitto o proprietà- di una
delle famiglie o di associazione di famiglie.
La sede deve essere preferibilmente localizzata al piano essere provvisto di
un bagno con vasca/doccia, vaso e lavabo dotati di accorgimenti per l‟uso dei
bambini, senza necessità di apportare modifiche strutturali all‟abitazione.
La cucina del nido anche in caso di preparazione diretta dei pasti non deve
acquisire una specifica autorizzazione sanitaria rilasciata dall‟ASL. Se, invece, i pasti
pervengono tramite
catering, deve conservarsi presso il nido copia dell‟autorizzazione sanitaria rilasciata
alla ditta
di catering.
Sebbene non previsti da specifiche indicazioni normative, si ritengono utili:
 impianto elettrico con numero delle prese limitato al massimo e con quelle
esistenti opportunamente schermate;
 elementi costruttivi, arredi, attrezzature e giochi con caratteristiche
antinfortunistiche;
 spazi esterni, qualora previsti, attrezzati e piantumati nel rispetto delle norme
igieniche e di sicurezza;
 rapporto superficie/bambini/operatore accudente adeguato per offrire un
servizio di qualità.
Professionali:
Le famiglie possono gestire il nido:
 direttamente attraverso l‟individuazione della persona che si occuperà di
accudire dei bambini;
27
 tramite affidamento a terzi (professionisti, cooperative ecc.) di tutte o parte
delle prestazioni;
 non sono richiesti specifici titoli professionali;
Organizzativi:
 apertura minima: annuale, da settembre a giugno, secondo le modalità
concordate con le famiglie; giornaliera, 6 ore continuative con fornitura pasti;
 individuazione di un responsabile/coordinatore (scelto anche tra le famiglie)
con partecipazione a iniziative di formazione/aggiornamento specifiche
comprese tra 50 e 100 ore annue;
 formazione e/o aggiornamento del personale con funzioni educative per un
minimo di 20 ore annue;
 possibilità che il pasto sia preparato all‟esterno dalla famiglia ma solo per il
proprio bambino;
 il nido famiglia si configura come servizio molto flessibile poiché il modello
educativo e gestionale adottato nonché tempi e orari di apertura sono oggetto
di autonoma determinazione tra le famiglie, tenuto conto delle effettive
necessità assistenziali;
Indicazioni per l’azienda agricola
Come puntualizzato in precedenza il nido famiglia è un'attività che nasce su
proposta di un'associazione. Qualora ci si voglia proporre come il soggetto terzo
per le mansioni di cura dei bambini, affidate dall'associazione di genitori/utenti di cui
si faccia o meno parte, è opportuno:
 identificare le modalità con le quali configurarsi come soggetto fiscale che
riceve un compenso per la prestazione lavorativa svolta, non essendoci una
normativa che indichi un percorso prestabilito;
28

ricordare che il locale destinato al nido famiglia deve essere un appartamento
– o altro spazio con requisiti della civile abitazione - in uso (comodato, affitto
o proprietà) di una delle famiglie associate;
 valutare, da un punto di vista organizzativo, l'opportunità di stipulare
un'assicurazione per gli infortuni in cui potrebbero incorrere i bambini in
affidamento, nonché valutare le modalità con le quali garantire un servizio di
sostituzione da parte di altra persona nel caso di proprio impedimento
derivante da malattia o impegni personali improrogabili;

predisporre un piano del servizio offerto, comprendente ad esempio orari,
modalità di erogazione dei pasti (se l‟azienda ha un ristoro agrituristico
valutare una convenzione), importo della retta, attività che si svolgeranno per
intrattenere i bambini;
Un‟azienda agrituristica che volesse intraprendere questa attività, oltre che
rispettare i parametri della connessione, deve presentare dichiarazione di inizio
attività al comune di ubicazione e per conoscenza all‟ASL (il nido famiglia non è
soggetto ad autorizzazione preventiva).
SERVIZI ANZIANI
Il
nuovo
regolamento
agrituristico
prevede
tra
le
nuove
attività
“l‟organizzazione di attività finalizzate all‟intrattenimento e all‟aggregazione di
persone della terza età.”
La realtà europea ci pone di fronte all'invecchiamento inevitabile
della sua popolazione a cui fa da riscontro la palese inadeguatezza delle
prestazioni pubbliche di tutela assistenziale, specificatamente commisurate alle
necessità dell‟anziano.
L‟analisi della struttura familiare e del sistema di Welfare nel nostro Paese
evidenzia che il modello italiano di stato sociale continua a fondarsi sulla disponibilità
29
delle famiglie, ancora piu evidente nelle aree rurali, a supportare, anche in condizioni
di difficoltà, i suoi componenti più deboli, secondo un principio di solidarietà che si
attua con l‟assistenza a anziani e bambini, ai disabili ed a tutti i suoi membri che si
trovino ad attraversare fasi di disagio psico-fisico o sociale.
In pratica si realizza un risparmio per lo Stato e gli enti locali che intervengono
invece con integrazioni di retta delle strutture di assistenza. Le difficoltà delle
famiglie che vivono nella zone agricole e rurali sono maggiori sotto il profilo
dell‟accesso ai servizi sociali, anche per l‟aumento dell‟età media ed i problemi legati
al ricambio generazionale: le politiche di sostegno alla famiglia dovrebbero quindi
tener conto di tali situazioni di obiettive, maggiori difficoltà.
Il tema della multifunzionalità in agricoltura, affermatosi anche nell‟ambito
della Unione Europea, può dare risposte concrete alle esigenze proprie delle
popolazioni locali, dei territori rurali, urbani e peri-urbani. Le possibilità di sviluppo
della agricoltura sociale offrono un elemento di riflessione importante sul futuro delle
imprese e del territorio rurale nell‟Unione, poichè superando il semplice ambito di
produzione di beni alimentari, si possono creare risorse aggiuntive per le imprese
stesse e per il territorio.
Nella definizione di nuovi sistemi di welfare municipale l‟agricoltura sociale
multifunzionale può garantire il mantenimento ed il miglioramento dei servizi a
sostegno dei soggetti più deboli in ambito locale e favorire il rafforzamento del
legame sociale nell‟ambito delle comunità rurali, creando nuove forme di solidarietà.
L’azienda agricola e i servizi per la terza età
Diverse iniziative possono essere realizzate nelle imprese agricole, più
specificamente per offrire servizi alla famiglia con riferimento ai soggetti anziani e
che riguardano:
 momenti di accoglienza e di incontro in azienda (centri diurni per gli
anziani), assicurando spazi e strutture per lo svago, per la socializzazione, per
30
lo svolgimento di piccole attività di colture, assistenza temporanea di soggetti
che sarebbero altrimenti destinati, anche nello stesso ambito rurale, a lunghe
fasi di solitudine (pratiche di buon vicinato);
 attività ricreative e culturali Lo scopo del servizio è di fornire
strutture che offrano la possibilita' di svolgere attivita' ricreative
di vario genere per divertimento e svago personale, ma anche e
soprattutto per la formazione della persona ;
Spesso sono molto apprezzate le attività legate alle tradizioni del mondo rurali
che evocano memorie del passato. L‟esperienza conferma che hanno una
buona riuscita anche le attività svolte in collaborazione tra soggetti anziani e
bambini.
 Soggiorni permanenti. Per le aziende agrituristiche che offrono servizio di
ospitalità potrebbe essere un opportunità specializzarsi sulla ricezioni degli
anziani.
Questo si configurerebbe come un servizio temporaneo per le famiglie che per
brevi periodi non di possono dedicare alla cura dell‟anziano e delegherebbero
questa funzione all‟azienda agricola.
A chi rivolgersi
Per promuovere la propria attività oltre a rivolgersi ai servizi sociali dei comuni
limitrofi all‟azienda agricola può consultare l‟elenco dei CDI (centri diurni integrati)
che viene pubblicato sul sito di Regione Lombardia
31
FATTORIE DIDATTICHE
Esperienze di educazione alla conoscenza e al rispetto della natura e alla
conservazione delle risorse naturali: le fattorie didattiche.
La risposta data dai nuovi servizi offerti dall‟impresa agricola multifunzionale
alla domanda educativa e formativa delle comunità territoriali di riferimento, richiede
una promozione in una nuova dimensione di sistema nell‟ambito di politiche di
“riforma”, coerenti con le esigenze di sviluppo e modernizzazione richieste dai
parametri di Lisbona. Si tratta di dare un posizionamento di qualità educativa e
formativa ad esperienze ormai diffuse - le fattorie didattiche - in cui la nuova impresa
agricola propone didattica, accoglienza prescolare, integrazione interculturale,
recupero formativo per aree di disagio, educazione alimentare ed ambientale.
Questa realtà d‟impresa deve essere promossa ed interpretata non soltanto
come risposta “privata” a bisogni provenienti dalle famiglie che risiedono in
geocomunità territoriali, ma come risposta strategica di successo per interventi di
rafforzamento della coesione sociale, di animazione ed attrattività dei territori, di
valorizzazione di identità consapevoli da rinnovare, innovare, tramandare.
La fattoria didattica acquisisce, in un rapporto collaborativo con la scuola e le
altre agenzie educative e formative, una connotazione strutturale rispetto allo
sviluppo del territorio, diventando intrinseco elemento di crescita e di sviluppo a
supporto dei progetti di famiglie e comunità locali; tutto in stretta connessione con
una crescita sostenibile ed una coerente domanda di qualità della vita.
La promozione di attività educative, nel quadro di standard di efficienza ed
efficacia, realizzate attraverso la collaborazione tra imprese agricole, famiglie,
operatori sociali, scuola, deve essere finalizzata a raggiungere performances
formative (a cominciare dalle competenze e conoscenze di accompagnatori ed
insegnanti) che sviluppino, attraverso una metodologia di coinvolgimento diretto ed
esperienziale, una nuova educazione alla sostenibilità ed al consumo consapevole ed
32
una sensibilizzazione verso un senso di “cittadinanza” fondato sulla solidarietà sociale
che diventa anche presidio delle identità e dei beni da conservare e custodire,
materiali ed immateriali.
Il campo della didattica rurale rappresenta un‟occasione di impegno per
imprenditori agricoli intenzionati a lavorare su un approccio pedagogico al mondo
della campagna, mettendo in rapporto la realtà delle aziende agricole con scuole,
famiglie e gruppi vari.
Sviluppatesi in seguito all‟esperienza positiva delle city farm nel nord europa,
anche in Italia le Fattorie Didattiche stanno assumendo un ruolo di sempre maggiore
rilevanza ponendosi come anello di raccordo tra modi agricolo, mondo scolastico e
cittadinanza tutta. Inoltre l‟attenzione crescente per le scuole verso le tematiche
ambientali ha reso le Fattorie Didattiche un luogo privilegiato per lo sviluppo di una
coscienza ecosostenibile in materia di salvaguardia del territorio. La diffusione di un
approccio pedagogico al mondo della campagna costituisce il risultato di
un‟evoluzione avvenuta congiuntamente nel contesto della scuola e del settore
primario. In ambito scolastico ha iniziato a trovare spazio un concetto di qualità della
vita e dell‟esperienza umana fondata su un corretto rapporto con la natura e, in
particolare, con i ritmi della campagna. L‟attività agricola, d‟altra parte, ha sviluppato
una sempre maggiore propensione al confronto con la società in tutte le sue
componenti.
La didattica in fattoria rappresenta uno strumento di comunicazione diretta tra
agricoltore e cittadino, in particolare l‟iniziative delle Fattorie Didattiche ha assunto
una forte valenza socio culturale, creando un legame stabile tra aziende e territorio,
ponendo le fattorie didattiche come veri e propri centri territoriali di educazione
ambientale ed alimentare al servizio di scuole e famiglie. Del resto l‟agricoltore è da
considerarsi uno dei custodi delle ricchezze ambientali e culturali del territorio e
quindi la figura più idonea a trasmetter questi sani valori e a stimolare un approccio
33
attivo al mondo naturale, una maggiore attenzione all‟ambiente e all‟origine delle
cose.
La Fattoria Didattica può essere effettivamente definita un vero e proprio
laboratorio di educazione alimentare e ambientale che permette di apprendere in
modo semplice nozioni inerenti l‟agronomia, la zootecnia, la biologia e l‟etologia.
I visitatori hanno la possibilità di scoprire e osservare direttamente sul campo
le dinamiche di produzione dei prodotti agro-alimentarie di conoscere gli aspetti
agronomici, culturali e nutrizionali di un prodotto.
COSA SONO LE FATTORIE DIDATTICHE
Le Fattorie Didattiche della Lombardia sono aziende agricole/agrituristiche
impegnate nell‟educazione del pubblico ed, in particolare, nell‟accoglienza di gruppi
scolastici e di giovani nell‟ambito delle loro attività scolastiche ed extrascolastiche
(grest parrocchiali o comunali, gruppi estivi organizzati, campus per ragazzi …).
A tal fine le Fattorie Didattiche offrono l‟opportunità di conoscere l‟attività
agricola ed il ciclo degli alimenti, la vita animale e delle piante, i mestieri, il territorio
ed il ruolo sociale degli agricoltori per educare al consumo consapevole ed al rispetto
dell‟ambiente.
L‟attività educativa proposta dagli agricoltori è strettamente correlata a quella
agricola, che rimane l‟attività principale, secondo il parametro tempo/lavoro, così
come stabilito dalla legge regionale n.31 del 2008 testo unico dell‟agricoltura, art.
152.
34
LA RETE REGIONALE E LA CARTA DELLA QUALITÀ
In Lombardia esiste una rete delle Fattorie Didattiche della Regione e l‟azienda
agricola o cooperativa agricola che intende aderire deve avere un‟attività effettiva di
produzione animale o vegetale e sottoscrivere e condividere i requisiti di qualità
contenuti nella Carta dei requisiti della Qualità approvata con il d.g.r. n. 7/10598
del 2002.
In questo documento vengono definiti i parametri che deve soddisfare
l‟azienda per poter procedere all‟accreditamento. Per prima cosa gli operatori delle
Fattorie Didattiche devono poter dimostrare di aver partecipato ad un corso
abilitante di 120 ore. Inoltre, si impegnano a seguire successivi corsi periodici di
aggiornamento per almeno 30 ore all’anno.
L‟azienda, per poter aderire alla rete, deve dimostrare di poter disporre di
ambienti accoglienti e curati, di spazi attrezzati sufficienti per svolgere le azioni
educative ed in particolare di locali coperti per lo svolgimento delle attività anche in
caso di maltempo. L‟azienda è dotata almeno di due servizi igienici (di cui uno
almeno per disabili) e di lavabi con acqua potabile adeguati al numero dei ragazzi
ospitati.
Sono disponibili aree attrezzate e delimitate dove gli ospiti possono consumare
la merenda e/o giocare in libertà e sicurezza.
Gli imprenditori si impegnano ad accogliere in modo cordiale gli ospiti e
spiegano tutte le attività agricole svolte in azienda, permettendo ai visitatori di
rapportarsi in condizioni di sicurezza agli animali allevati.
Il numero dei partecipanti alle visite e alle attività educative deve essere
adeguato agli spazi aziendali ed all‟efficacia delle azioni previste e, comunque, non
superiore a 60/65 utenti.
L‟accoglienza viene proporzionata al numero degli operatori presenti in azienda ed
il loro rapporto varierà in funzione dell‟età dei partecipanti e delle attività proposte.
35
ATTENZIONE: Il rapporto operatori/utenti non potrà in nessun caso essere
superiore a 1/30.
L‟accoglienza, la visita e le attività saranno condotte dall‟agricoltore o da suoi
familiari o da personale aziendale in possesso della abilitazione.
Gli operatori, prima della visita aziendale, si impegnano a concordare con i docenti
il programma da realizzare con la classe e gli obbiettivi educativi.
L‟azienda deve essere dotata dei sistemi di sicurezza previsti dalle normative
vigenti e si impegna a mettere in atto ogni precauzione per evitare situazioni di
pericolo ai partecipanti da parte di animali, attrezzature o sostanze pericolose.
I visitatori saranno comunque resi coscienti che un‟azienda agricola è un luogo
di lavoro, e conseguentemente i locali o depositi di attrezzi e sostanze pericolose
devono essere resi inaccessibili. Eventuali limitazioni d‟accesso in aree determinate
devono essere ben segnalate e comunicate agli accompagnatori, prima della visita o
comunque all‟inizio della stessa e delle attività educative.
Se l‟azienda fornisce ai propri ospiti spuntini, merende o prodotti alimentari si dota
di un sistema di autocontrollo ai sensi del regolamento 852/04.
ATTENZIONE: durante le visite e le attività educative i partecipanti vengono
coperti da assicurazione di responsabilità civile comprendente, nel caso di
ristoro, il rischio di tossinfezione.
36
LA PROCEDURA DI ACCREDITAMENTO
Si riportano i punti principali della procedura per diventare una Fattoria
Didattica.
Il legale rappresentante dell'azienda agricola/agrituristica che intende aderire alla
rete delle Fattorie Didattiche della Lombardia deve richiedere l'accreditamento alla
Provincia competente per territorio, presentando la seguente documentazione:
 modulo di richiesta di accreditamento (in allegato al d.d.g. 4926);
 copia della Carta della Qualità sottoscritta (d.g.r. n. 7/10598);
 una relazione con l'offerta didattica messa a punto dall'azienda;
 una relazione con la descrizione dell'azienda sia della parte strutturale che
dell' attività agricola, nonché sull'organizzazione complessiva;
 la fotocopia della carta d'identità del legale rappresentante;
Le Province, attraverso i competenti Uffici degli Assessorati Agricoltura,
effettuano l'istruttoria entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta in forma
cartacea.
L'istruttoria
consiste
in:
verifica
della
completezza
e
validità
della
documentazione presentata, eventuale visita in loco, eventuali richieste di
dichiarazioni e/o documentazioni integrative o di rettifica.
Al termine del procedimento istruttorio, di cui viene redatto apposito verbale, il
funzionario/dirigente provinciale competente comunica l‟esito dell‟istruttoria al
soggetto richiedente e, nel caso di riscontro positivo, provvede all'iscrizione
dell'azienda nell'elenco provinciale.
A conclusione dell‟istruttoria positiva ed a seguito del provvedimento di
accreditamento, la Provincia trasmette copia dell'atto amministrativo al Sindaco del
Comune dove l‟azienda svolge l‟attività didattica e contemporaneamente alla
Direzione Generale Agricoltura.
37
ELENCO PROVINCIALE ED ELENCO REGIONALE
La Provincia redige e gestisce l‟elenco provinciale delle Fattorie Didattiche e
annualmente, entro il 30 giugno, lo trasmette in forma cartacea ed informatizzata
alla Direzione Generale Agricoltura.
Entro il 31 luglio di ogni anno viene approvato l'elenco regionale, con
decreto del Direttore Generale della Direzione Agricoltura che ne dispone la
pubblicazione sul BURL.
38
I VANTAGGI DEL CIRCUITO DELLE FATTORIE DIDATTICHE
Ogni anno viene pubblicata una Guida delle Fattorie Didattiche della
Lombardia aggiornata e con le descrizioni, informazioni e fotografie di tutte le
aziende accreditate.
La Guida ha una funzione divulgativa e viene distribuita nelle principali fiere di
settore e alle scuole che ne fanno richiesta. Inoltre viene messa on-line sul sito
www.buonalombardia.it.
Un altro importante momento di promozione della rete delle Fattorie
Didattiche è la Giornata a porte aperte, che ogni anno si svolge durante l‟ultima
domenica di settembre.
Inoltre, solo le aziende accreditate possono fregiarsi del logo delle Fattorie
Didattiche che, a distanza di otto anni dalla nascita della rete, viene percepito come
riconoscimento di qualità dal consumatore.
Dal punto di vista fiscale le aziende accreditate al circuito regionale hanno il
grande vantaggio di essere esenti dall‟IVA.
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