no all`uso ideologico delle istituzioni e della scuola

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no all`uso ideologico delle istituzioni e della scuola
NO ALL’USO IDEOLOGICO DELLE ISTITUZIONI E DELLA SCUOLA
Le ideologie del passato (nazismo, fascismo, comunismo) oggi non sono più di moda. I dittatori hanno però
ripiegato su una nuova ideologia, quella “arcobaleno”.
Tutte le ideologie sono forme di fissazione e deformazione della realtà, che estrapolano una cosa e la assolutizzano,
a fini politici. Così il nazismo usava il tema della “razza”, il comunismo quello delle classi sociali.
L’ ideologia arcobaleno, ancora peggio, fissa l’ attenzione sugli “orientamenti sessuali” e le tendenze erotiche delle
persone. Una forma di paranoia, più che una ideologia. Il genere umano viene suddiviso in tanti “generi” diversi :
Lesbo , Gay, Bisexual,Transgender, ecc. ecc. (fino a 56, in continua crescita). Una specie di nuovo razzismo.
Ogni ideologia, poi, produce la sua pseudo-cultura di regime, schierata e asservita ai propri scopi propagandistici.
Cosi’ sotto il Nazismo c’ erano la letteratura, lo spettacolo, e lo sport …al servizio del mito della razza ariana; sotto il
comunismo c’ era il cinema per la rivoluzione proletaria. E oggi la ideologia arcobaleno sforna il “cinema gay”, le
rassegne “teatro transessuale” e pure i libretti “gender” per bambini.
I discepoli di questa nuova ideologia (come di tutte le altre), non si fanno scrupolo di usare istituzioni pubbliche
(pagate coi soldi dei contribuenti) per indottrinare alle loro idee. E anche di mettere le mani sulle scuole.
Ad esempio l’ assessore ai servizi sociali di Milano Majorino è riuscito ad infilare il “cinema gay”, pure nel “Sesto
forum per le politiche sociali”, in programma a Milano nei prossimi giorni. E farlo proiettare in una scuola.
Stiamo parlando del film “Né Romeo né Giulietta” che viene fatto vedere sabato mattina 25 all’ istituto Cavalieri,
invitando le scolaresche di Milano. Pure con patrocinio del famoso UNAR l ‘ ufficio governativo il cui direttore si è
appena dimesso travolto dagli scandali per i soldi pubblici a circoli dove si pratica prostituzione gay.
Il film viene definito dai siti internet, come “manifesto LGBT”. Parla delle vicende erotiche di un ragazzino di 16 anni,
che poi si “scopre” omosessuale, fa “outing” e … vissero tutti felici e contenti.
Cosa c’ entri un film del genere con le “politiche sociali” e con la scuola, non è facile capirlo. Però tutto va bene
quando si vuole portare acqua al proprio mulino ideologico.
Ecco un pezzo della trama dal sito www.cinamagay.it Mi scuso in anticipo sulle volgarità (chissà se si scuseranno
anche quelli che hanno fatto il film e lo fanno vedere nelle scuole coi soldi dei contribuenti…).
“Rocco è uno studente 16enne che da un anno sta cercando di scopare la sua migliore e paziente e comprensiva
amica Maria (Carolina Pavone) senza riuscirci, perchè il ‘meccanismo’ non si attiva. Scoprirà la causa di questi ripetuti
insuccessi quando a scuola viene picchiato dal bullo di turno, in questo caso assai affascinante, tanto da procurargli
nel mentre la tanto attesa erezione--. Molto eloquente la scena di quando viene aggredito dal tipo sotto la doccia,
che diventa quasi un amplesso…Esilarante la scenetta di quando la madre lo trova che sta facendo sesso con uno
sconosciuto e lui avrà la determinatezza di spiegarle che nel mondo gay funziona così, cioè prima si scopa poi ci si
conosce…”.
IL PRETESTO DELLA “LOTTA ALLA DISCRIMINAZIONE”
Ci raccontano che questa roba, da spacciare pure nelle scuole, serve per “combattere le discriminazioni”. Ma è una
balla. Innanzitutto le discriminazioni a cui può essere soggetta una persona sono infinite e non c’ è solo quella che
riguarderebbe le persone omosessuali. Un ragazzo (o un adulto) puo’ essere oggetto di bullismo perché troppo
grasso o troppo magro, o perché è balbuziente, o perché ha certe idee, o semplicemente perché sta antipatico a
qualcun’ altro. Quindi perché andare sempre a parare su questo tema della “omofobia” come se fosse il principale
del mondo? Inoltre non è vero che le associazioni LGBT vogliono combattere la discriminazione. Anzi loro la
discriminazione la cercano in tutti i modi. Ci vivono su questo! Sono infatti loro a voler distinguere negli esseri umani
in base ai loro gusti erotici, e creare tanti “generi” diversi (LGBTQI…) anche quando nessuno ci farebbe caso.
Va detto infine che se, se fossero coerenti con sé stessi, questi che dicono di voler combattere le “discriminazioni
contro gli tendenze sessuali”, dovrebbero considerate TUTTE queste tendenze sessuali e non solo qualcuna.
Quindi dovrebbero farci vedere un film dove si parla di un ragazzo che , invece di scoprirsi omosessuale, si scopre
autoerotico, e poi dichiara di aver raggiunto la felicità praticando la masturbazione.
Oppure uno che è feticista, e che poi fa “outing” dichiarando che si sente attratto da un paio di mutande e il
“meccanismo non si attiva” in caso contrario. Qualcuno obietterà che non sono argomenti da trattare nelle scuole.
Ma perché parlare solo di alcune tendenze e non di tutte? Cosa sono queste “discriminazioni”?
IL VERO SCOPO DELLA DITTATURA LGBT
In realtà lo scopo di questa propaganda asfissiante a cui veniamo sottoposti ormai da anni, senza possibilità di replica
(se no passi come “omofobo”) non è certo quella di combattere il bullismo, ma è invece quello di imporre un
pensiero unico, basato su una serie di idee dogmatiche e non dimostrate, spacciate se fossero delle “verità”
indiscutibili, e impedire agli altri di pensarla diversamente. Fra queste idee c’ è ad esempio il “dogma” per cui
omosessualità e transessualità debbano essere considerate “normali” e “naturali” al pari delle tendenze
eterosessuali. Cosa quanto meno discutibile, se non altro perché da persone dello stesso sesso non possono
nascere figli, e questo non sembra tanto normale, visto che uno degli scopi principali della sessualità è quello della
riproduzione della specie.
O l’ idea una persona possa cambiare il suo sesso “nella testa” indipendentemente da quello che è fisicamente.
Altra cosa abbastanza bizzarra, perché ci sono i cromosomi nelle cellule che determinano il sesso, e nessuna
operazione chirurgia o terapia ormonale può cambiare questo.
O l’ idea che certi orientamenti sessuali siano “innati” e non sia possibile cambiarli. Cosa contraria ad ogni evidenza
scientifica, perché non è mai stato trovato il “gene della omosessualità”, mentre invece è appurato da ricerche
scientifiche che oltre il 90% degli adolescenti che avevano problemi nella loro identità sessuale in una fase della loro
crescita, poi si orientano conformemente al loro sesso biologico.
La ideologia LGBT vuol far passare sottobanco anche una idea sostanzialmente edonistica e irresponsabile della
sessualità. Cioè l’ idea del sesso come piacere e divertimento, svincolata dalle responsabilità.
Ma la assunzione più discutibile è quella secondo cui la felicità stia nel seguire le proprie inclinazioni e tendenze,
anche se in contrasto con la propria natura e con un fine oggettivamente valido da seguire nella vita. Se fosse vera
questa teoria, allora anche uno che si crede Napoleone Buonaparte dovrebbe essere felice, “realizzato” e “liberato”,
se gli lasciano credere che è veramente Napoleone.
Un miraggio di “felicità” a buon mercato e basato sulla menzogna, contraddetto dai fatti e dalla esperienza di tante
persone, che dopo essersi cullate nella illusione “gender” per gran parte della loro vita, hanno poi scoperto di non
essere veramente felici, e anzi di essere disperati.
Ma la caratteristica forse più profonda di questa ideologia arcobaleno/LGBT è una malcelata volontà di ribellione a
Dio, o comunque ad una qualsiasi autorità superiore, per far diventare l’ uomo come “dio di se stesso”, in grado di
ribaltare la creazione e le sue regole come preferisce. Per questo l’ orgoglio gay porta poi al delirio di accampare
come “diritti”, cose impossibili, come la genitorialità per persone dello stesso sesso, e alla pretesa di ottenere questi
“diritti” con ogni metodo (fecondazione artificiale, utero in affitto)….
IL PENSIERO UNICO E LA CENSURA
Una prova ulteriore della natura totalitaria di questa ideologia, sta nel modo in cui è stato impostato questo evento.
Cioè a senso unico. Un film schierato, presentato da gente schierata.
Nessuna campana diversa da far sentire? La cosa poteva avere un senso se organizzata da una associazione privata
o un partito, che fanno, nella loro autonomia, quello che vogliono. Ma qui stiamo parlando di una Istituzione
pubblica (il Comune di Milano). La gente di Milano non aveva il diritto di sentire delle opinioni diverse sui temi
trattati? Majorino &C sono talmente arroganti da essere sicuri che la loro sia la “verità rivelata” da imporre a tutti?
Le persone che avrebbero potuto presentare una visione diversa sui temi della omosessualità e della sessualità in
genere non mancano di certo.
Ad esempio potevano invitare Luca di Tolve, militate in associazioni LGBT per tanti anni, e che poi ha cambiato il suo
orientamento sessuale, è tornato eterosessuale e ora è sposato e con figli. E afferma di essere molto più felice e
sentirsi molto più realizzato di prima. E anima una associazione, che ha portato centinaia di persone fuori dalla
omosessualità.
Si poteva invitare anche qualcuno che raccontasse qualche scomoda verità sul mondo gay e trans, ad esempio sulla
percentuale alta di suicidi, disturbi mentali, malattie veneree…..
Magari l’ assessore che ha soldi pubblici da spendere per i “forum delle politiche sociali” e per i cinema gay nelle
scuole di Milano, avrebbe potuto trovarli anche per invitare Dawn Stefanowicz, autrice del libro Fuori dal buio – La
mia vita con un padre gay (ed. Ares). Oppure Jean-Pier Delaume-Myar, autore del libro Non nel mio nome – Un
omosessuale contro il matrimonio per tutti (ed. Rubbettino).
Per carità, chi scrive non vorrebbe che le istituzioni venissero usate per fare propaganda, né in un senso né nell’
altro, perché le varie opinioni dovrebbero essere diffuse da partiti e associazioni private, non da istituzioni, che è
roba da regime. Però visto che lo fanno comunque, almeno un minimo di “par condicio”, per favore!
Oggi si strilla molto contro l’ “omofobia”. Ma non si parla di una “fobia” molto peggiore; quella contro la libertà e la
democrazia.
volantino ciclostilato in proprio a cura di Angelo Mandelli www.informamilano.com