AUDI Q2 - Moto.it
Transcript
AUDI Q2 - Moto.it
NUMERO 95 20 settembre 2016 N.87 PAGINE NEWS: Mazda 6 restyling, Audi A5 Sportback, Mercedes AMG GT e Roadster, Peugeot 5008, Fiat Panda | E. DE VITA: La ZTL di Bollate | M. CLARKE: Le chiamavano Bubble Cars | FORMULA 1 GP di Singapore: le Pagelle, il Bello e il Brutto del GP di Marina Bay | DAKAR: la nuova Peugeot 3008 AUDI Q2 Pagine 2-11 PROVA: MERCEDES GLC COUPÉ TEST DRIVE: PEUGEOT 308 Mercedes completa il #SUVAttack. Un look sportivo e una guida migliorata, la Sport Utility tedesca si rivela davvero efficiente anche se lo spazio sul divano posteriore… In versione berlina ci è piaciuta molto dal punto di vista delle prestazioni. Peugeot ha optato per un propulsore da 150 cavalli, che la rende briosa, divertente e, sportiveggiante F1: ROSBERG VINCE E DIVENTA LEADER DEL MONDIALE Dopo aver dominato la gara, ha preceduto Ricciardo e Hamilton. Quarto Raikkonen, quinto Vettel Automoto.it Magazine N. 94 Prove PRIMO TEST: AUDI Q2 2 3 Prove Automoto.it Magazine N. 94 AUDI Q2 di Matteo Valenti È IL PRIMO BABY-SUV DEI QUATTRO ANELLI. PUNTA TUTTO SU DESIGN E GRANDE TECNOLOGIA, MA NON DELUDE PER L'ABITABILITÀ, NONOSTANTE LE DIMENSIONI SIANO SUPER COMPATTE O Ormai è fenomeno inarrestabile, di proporzioni globali. Tutti, ma proprio tutti, vogliono i SUV, in ogni forma e dimensione. Ma se una volta lo Sport Utility era sinonimo di auto mastodontica, di grandi dimensioni, oggi i clienti di tutto il mondo sembrano desiderare SUV sempre più compatti. Nascono così i SUV di segmento B, ideali per muoversi in città. Oggi ce ne sono veramente un po’ di tutti i tipi, dalle affermatissime Fiat 500X e Jeep Renegade, passando per le francesi Peu4 geot 2008 e Renault Captur fino alla “tedesca” Opel Mokka. Nessuno però, o quasi, aveva ancora pensato di realizzare un SUV ultra-compatto di lusso. Fino ad oggi l'unica era stata Mini, che qualche hanno fa ha dimostrato di trovare una formula vincente con la Countryman. Oggi invece arriva su questo terreno anche Audi con la nuova ed attesissima Q2. Un modello che rappresenta quindi quasi un “unicum” nel suo genere, visto che, almeno per il momento, le rivali si sempre Mercedes e BMW non hanno niente di simile da contrapporle (X1 e GLA sono più grandi). 5 Automoto.it Magazine N. 94 Prove DAL VIVO: COM’È FUORI La nuova Audi Q2 infatti presenta dimensioni veramente compatte. La lunghezza si ferma a quota 4,19 m, ben 18 cm in meno della sorella maggiore Q3. Il design rappresenta il manifesto del nuovo linguaggio stilistico Audi. La chiave di lettura è la forma poligonale, che ritorna in ogni dettaglio del design, dalla calandra single frame fino agli elaboratissimi gruppi ottici full led (optional, di serie ci sono fari alogeni). La fiancata del nostro esemplare si distingue per i cerchi da 18 pollici (le misure disponibili vanno da 16 a 19”), ma soprattutto per la colorazione del terzo montante a contrasto con la carrozzeria. Un dettaglio che esalta la linea del tetto spiovente, in stile “coupé”. Non mancano protezioni intorno ai passaruota e paracolpi in plastica sotto ai paraurti che strizzano l’occhio al mondo offroad. La zona posteriore, che a molti ha ricordato fin troppo da vicino la VW Polo, dal vivo si dimostra invece molto massiccia, in pieno stile SUV. Molto elaborati, anche in questo caso, i gruppi ottici squadrati, con luci a led e indicatori di direzione dinamici. 6 DAL VIVO: COM’È DENTRO Se gli esterni per certi aspetti introducono nuovi concetti di stile, l’abitacolo si dimostra invece una conferma. L’impostazione infatti è quella tipica degli ultimi modelli Audi. Si parte con la raffinatissima strumentazione interamente digitale, affidata all’ormai noto Audi Virtual Cockpit, con mega display da 12,3 pollici, passando per il sistema multimediale MMI di ultima generazione con display centrale da 8,3 pollici, connessione Internet LTE e una perfetta integrazione con smartphone tramite Apple CarPlay e Android Auto. Non manca, per chiudere in bellezza, un vano per la ricarica wireless del proprio smartphone. Bello il volante sportivo a tre razze, piccolo e tagliato in basso, mentre convincono come al solito gli assemblaggi, davvero rigorosissimi. Grande qualità anche per i materiali, a partire dai sedili in pelle e dalla plancia, che sfoggia anche personalizzazioni cromatiche e luci d’ambiente a fibra ottica. Abbiamo apprezzato un po’ meno solo il pannello porta, realizzato attraverso plastiche dure anche in zone molto visibili, a contatto con i passeggeri. Buona l’abitabilità posteriore. Nonostante dimensioni veramente compatte, dietro si sta abbastanza comodi in 7 Prove Automoto.it Magazine N. 94 due (molto sacrificato invece il quinto passeggero). Stesso discorso per il bagagliaio, che offre 405 litri di capacità, che possono diventare più di 1.000 abbattendo i sedili. TECNOLOGIA, NON MANCA NULLA La piccola Q2 non si lascia intimorire dalle sue sorelle maggiori, da cui eredita tutta una serie di tecnologie di assistenza alla guida oggi indispensabili. Si parte dall’immancabile cruise control attivo con funzione di stop & go in coda, passando per il segnalatore di abbandono involontario di carreggiata e per il monitoraggio dell’angolo e cieco. TECNICA L’Audi Q2, costruita a Ingolstadt, nasce sulla piattaforma modulare MQB per motori trasversali. Alla base della gamma benzina si trova il piccolo 1.0 tre cilindri TFSI da 115 CV, affiancato dal 1.4 TFSI da 150 con tecnologia “cylinder on demand” e dal top di gamma 2.0 TFSI da 190 CV. Sul fronte dei diesel troviamo invece il classico 1.6 TDI da 115 CV, unica alternativa ai 2.0 TDI da 150 o 190 CV. Oltre al cambio manuale a sei marce si può scegliere l’automatico a doppia frizione STronic a 7 rapporti. La trazione integrale quattro con frizione Haldex invece rimane riservata solo alle motorizzazioni 2.0 top di gamma, mentre per tutte le altre c’è l’anteriore 2WD. Le sospensioni anteriori usano un classico schema MacPherson mentre al posteriore le Multilink a quattro bracci le troviamo solo sulle versioni dotate di trazione integrale. Per tutte le arte abbiamo un semplice assale a ruote interconnesse. IMPRESSIONI DI GUIDA P Per il nostro primo test abbiamo scelto la versione top di gamma, spinta dal 2.0 TDI da 190 CV con trazione integrale quattro e cambio automatico S-Tronic. Un quattro cilindri con uno spunto invidiabile, reso possibile grazie a 400 Nm di coppia, subito disponibili a 1.900 giri/min. Sorprende anche l’allungo di questo motore, che a 4.000 giri/min ha ancora qualcosa da dire, mentre ci saremmo aspettati un po’ più di carattere al centro del contagiri. In pratica intorno ai 3.000 giri, per ritrovare una ripresa convincente bisogna insistere un po' con il pedale del gas. Ottima in ogni caso l’accoppiata con il doppia frizione S Tronic, velocissimo nelle cambiate e con logiche di gestione convin8 centi nella guida di tutti i giorni. Soltanto in modalità Dynamic avremmo preferito un po’ più di reattività nell’interpretare le intenzioni di chi sta dietro al volante. La possibilità di cambiare il “carattere” della Q2 attraverso il Drive Select dà una certa soddisfazione. Scegliendo le diverse modalità di guida non si va a modificare soltanto la risposta del motore e del cambio, ma anche dello sterzo progressivo, in grado quindi di aumentare il carico. Non mancano però nemmeno le sospensioni attive, che nella guida ad alto ritmo si irrigidiscono, garantendo molta più reattività al telaio. A proposito la Q2 risponde molto bene, anche quando le si va a “tirare il collo”. La nostra versione con trazione integrale quattro andava a manifestare un po’ di ine9 Automoto.it Magazine N. 94 Prove vitabile sottosterzo soltanto nelle situazioni al limite, ma sempre in maniera molto contenuta, dimostrando un’agilità e una maneggevolezza davvero sorprendenti. Merito anche del peso, piuttosto contenuto per un SUV di queste dimensioni. La versione con il 1.0 tre cilindri benzina pesa circa 1.200 kg, che salgono a circa 1.400 per la nostra con diesel e trazione integrale (Audi non ha ancora comunicato le schede tecniche ufficiali). CONSUMI Il peso piuttosto limitato, oltre ad un’aerodinamica curata (il Cx è fermo a quota 0,30) regalano alla Q2 consumi contenuti. Nel corso del nostro breve test, dove non ci siamo di certo risparmiati con il gas, la versione diesel più potente da 190 CV con trazione integrale e cambio automatico si è tenuta intorno ai 7,2 l/100 km (dato del computer di bordo). Con uno stile di guida più attento quindi si riesce tranquillamente a stare intorno ai 6,5 l/100 km, un valore nettamente migliorabile sulla versione 1.6 TDI 115 CV a trazione anteriore, che sarà senza dubbio la preferita dagli italiani. CONCLUSIONI L’Audi Q2 si presenta come uno dei pochissimi, se non l’unico, SUV ultra-compatto di segmento B. Le sue armi sono un design originale, con grande carattere, ma soprattutto un equipaggiamento tecnologico ineguagliabile dalle altre protagoniste del segmento. Consumi molto contenuti, abitabilità buona considerate le dimensioni. Peccato solo per qualche dettaglio dell'abitacolo da perfezionare. 10 11 Automoto.it Magazine N. 94 Prove PRIME IMPRESSIONI: MERCEDES GLC COUPÉ 12 13 Prove Automoto.it Magazine N. 94 MERCEDES GLC COUPÉ di Marco Congiu CON L’ARRIVO DELLA MERCEDES GLC COUPÉ, SI COMPLETA IL #SUVATTACK LANCIATO DALLA CASA DELLA STELLA LO SCORSO ANNO. DOTATA DI UN LOOK SPORTIVO E DI UNA DINAMICA DI GUIDA MIGLIORATA, LA SPORT UTILITY TEDESCA SI RIVELA DAVVERO EFFICIENTE IN OGNI CONDIZIONE, ANCHE SE LO SPAZIO SUL DIVANO POSTERIORE… L La Mercedes GLC, l’erede della storica e gloriosa GLK, è una nostra “vecchia” conoscenza, dal momento che abbiamo avuto il piacere di provarla nel luglio del 2015 tra la Svizzera, la Germania e la Francia, scoprendone insperate doti da offroad duro e puro, unite ad un comfort da vera ammiraglia. Ora, a 365 giorni di distanza, siamo alle prese con il modello che pone la parola “fine” al #SUVAttack. Stiamo parlando della Mercedes GLC Coupé. Si tratta, nelle forme, di una vettura dalle dimensioni importanti e generose – lunga 4,73 m / alta 1,60 m / larga 1,89 m – ingentilite dalla presenza di un retrotreno più spiovente e del terzo volume, che le conferiscono un look elegante e sportivo allo stesso tempo. 14 15 Prove Automoto.it Magazine N. 94 COM'È FATTA DAL VIVO: COM'È FUORI La GLC Coupé si fa apprezzare per le linee filanti del retrotreno, che la differenziano sensibilmente dalla versione “standard”. Invariati i gruppi ottici all’anteriore, che si presentano con la pregevole firma a LED figlia delle ultime scelte stilistiche della casa. La versione di serie monta cerchi in lega da 18”, mentre quella provata da noi, la 250 d, aveva la versione da 20”. Al retrotreno, l’accenno del terzo volume è il cuore di questa variante coupé. Il legame dei gruppi ottici posteriori è molto stretto con Classe S e Classe C, e siamo certi che non si tratti di una scelta casuale. Da rivedere, però, gli scarichi finti al retrotreno: per quanto siano ben incastonati i doppi terminali cromati nella modanatura posteriore, ci aspettavamo un loro utilizzo “reale”. DAL VIVO: COM'È DENTRO Sfarzo, cura dei dettagli, pellami pregiati e comfort. Non c’è dubbio: quando troviamo tutte queste qualità, siamo al volante di una Mercedes! Come ogni marchio pre16 mium che si rispetti, le “coccole” per gli occupanti non mancano di certo. Le bocchette d’areazione entrano in funzione in un battito di ciglia, rinfrescando o riscaldando l’abitacolo a piacimento del guidatore. Il Comand, dopo i primi 5 minuti di adattamento, diviene un fidato compagno di viaggio, dal quale è possibile comandare intuitivamente tutti l’ampio sistema di infotainment visualizzabile dall’oramai classico tablet da 7” adagiato nella parte centrale della plancia. I sedili sono regolabili elettricamente in ogni loro parte e – chicca non da poco – sono riscaldabili e rinfrescabili in ogni circostanza. Sul divano posteriore, però, le persone alte potrebbero trovare difficoltà a trovarsi comode nei lunghi tragitti. Le forme della Coupé, infatti, penalizzano gli “spilungoni”, che vanno a toccare con la testa il rivestimento del cielo. Anche la capacità di carico complessiva ne risente, passando a 500 l con il divano posteriore in posizione sino ai 1.500 l di carico utile complessivo, circa 200 in meno del SUV presentato lo scorso anno. 17 Prove Automoto.it Magazine N. 94 COME SI GUIDA La GLC Coupé condivide la piattaforma modulare MRA con la “sorella” standard. Ciò le conferisce una valida dinamica di guida, anche per via di un asseto ribassato di ben 4 cm, a tutto vantaggio del piacere di guida. Abbiamo provato la versione che andrà per la maggiore nel mercato italiano, la 250 d mossa dal propulsore da 2.2 litri diesel capace di 204 CV e 500 Nm di coppia, disponibili già da 1.600 g/min. Le alternative possibili, al momento, sono rappresentate dalla 220 d e dalla 250, alimentata a benzina. Nel prossimo futuro, inoltre, non tarderà ad arrivare la 350 e, versione ibrida che accoppia al normale motore a combustione interna anche un power train elettrico. Con il volante tra le mani, gli oltre 1.700 kg del SUV quasi non si avvertono. Grazie al Dyamic Select, è possibile selezionare la modalità di guida più adatta alla situazione in cui ci troviamo: Eco, Comfort, Sport, Sport+ e Individual sono sempre a nostra disposizione, “switchando” con l’apposito manettino posizionato nel tunnel centrale. Il rapporto dello sterzo è stato cambiato, scendendo da 16.1:1 a 15.1:1: ciò significa avere a disposizione una vettura più diretta 18 19 Automoto.it Magazine N. 94 Prove e reattiva, che tuttavia non abdica minimamente al comfort di guida, anche con la modalità Sport+ selezionata. La trazione integrale 4Matic, poi, garantisce una buonissima guidabilità in ogni condizione, anche in off-road, come vi avevamo mostrato un anno fa. Il propulsore diesel da 2.2 litri è molto pastoso, ansioso di donare coppia fin da subito, e si rivela un ottimo compagno di viaggio. Silenzioso in ogni situazione di marcia, non ci è per nulla parso assetato, neppure quando non si indugia sul pedale del gas sulle strade delle montagne aostane. Il cambio 9g tronic con convertitore di coppia è molto valido: anche in modalità manuale, si riesce quasi a tenere la marcia a limitatore per qualche secondo, prima che si innesti il rapporto superiore. Poco male, dato che non si tratta di una vettura concepita per l’uso corsaiolo. Il consumo che abbiamo rilevato si attesta sui 6,9 l/100 km, praticamente in linea con quanto dichiarato da Mercedes. Il guidatore, tra gli infiniti ed utili ausili alla guida di prim’ordine ai quali la casa della Stella ci ha abituato, ha a disposizione l’ormai onnipresente HUD, che però pecca di visibilità nel caso in cui il conducente utilizzi occhiali da sole con lenti polarizzate. 20 21 Automoto.it Magazine N. 94 Prove CONCLUSIONI Mercedes colpisce ancora una volta. In un mercato dove la vera rivale è BMW X4, la casa della Stella sfodera il suo asso da 90. Muscolosa ma elegante, confortevole ma sportiva, la GLC Coupé è la ciliegina sulla torta del #SUVAttack, capace di strizzare l’occhio a tutto quel folto pubblico che non vuole rinunciare alla comodità di uno Sport Utility unita al fascino di una Coupé, con prezzi a partire da 53.630 €. Per chi non si accontenta, in un prossimo futuro arriverà anche la versione AMG 43… 22 23 Prove Automoto.it Magazine N. 94 TEST DRIVE: PEUGEOT 308 24 25 Prove Automoto.it Magazine N. 94 PEUGEOT 308 di Luca Bordoni DESIGN CURATO, PRESTAZIONI SPORTIVEGGIANTI, QUESTA PEUGEOT 308 È DIVERTENTE, NON SOLO PERCHÉ LA GUIDANO I @GALEBORDONS... È È una segmento C pura. È la nuova Peugeot 308, e in versione berlina ci è piaciuta molto dal punto di vista delle prestazioni. Per spingere questi quattro metri e venticinque, infatti, la casa francese ha optato nel nostro caso per un propulsore da 150 cavalli, che rende Peugeot 308 briosa, divertente e, in alcuni casi, sportiveggiante... 26 27 Prove Automoto.it Magazine N. 94 ESTERNI Raffinata e sobria, Peugeot 308 si presenta con gruppi ottici che idealmente abbracciano le fiancate laterali, e una calandra stretta dove si ritrovano la scrittina Peugeot e il Leoncino, simbolo del produttore. Sulle fiancate si notano i bei cerchi da 17 pollici: hanno una spalla non abbondan- tissima, il che conferisce al look una certa aggressività. La linea è pulita, il posteriore offre un paraurti particolarmente ampio e un portellone piuttosto pesante da aprire. I gruppi ottici dietro sono ammiccanti, a portare coerenza rispetto all'idea di insieme di Peugeot 308. INTERNI Non premium ma pragmatici; non cheap ma funzionali. Potrebbero essere sintetizzati così gli interni di Peugeot 308, che hanno fatto comunque notevoli passi in avanti rispetto al passato. Tra le mani oggi abbiamo una vettura sobria, con interni scuri e tutto ciò che serve a portata di dito. La posizione di guida può contare su settaggi manuali per ciò che riguarda il sedile e il volante. Quest'ultimo, piccolo, ci fa leggere agilmente le indicazioni di un quadro strumenti molto rialzato rispetto al solito, a patto che non siate molto alti; in questo caso, infatti, per la posizione del sedile rischierete di vedervi sbarrata la visuale dalla corona del volante. Nessun problema invece in fase di visualizzazione del display centrale, uno squarcio irregolare che ricorda un esagono. 28 Il sistema è quello che abbiamo imparato a conoscere da tempo, ma ha un neo pesante, a nostro modo di vedere: il touchscreen è resistivo, e quindi bisogna schiacciare molto, e soprattutto non abbiamo un'offerta cospicua di comandi fisici. Bisogna rifarsi, in poche parole, al touchscreen, ma non abbiamo un sistema in grado di avvertire con rapidità i nostri comandi. Poco male, in fondo, perché il comfort di bordo è eccellente. Si sta comodi, sia al lato guida sia se si è passeggeri. I primi però, se extralarge, non lasceranno molto spazio dietro, anzi. Nessun disagio invece per chi sarà seduto dietro il passeggero, che potrà portarsi molto più avanti rispetto al solito sulla slitta, merito del vano portaoggetti incassato 29 Automoto.it Magazine N. 94 30 Prove 31 Automoto.it Magazine N. 94 Prove e non certo minimale. In più, Peugeot 308 offre moltissimi vani, e anche un portabicchiere singolare nascosto sotto al bracciolo (che è optional da 140 euro circa). A bordo, come detto, si sta bene, e anche in fase di marcia non abbiamo rumori scomodi, a meno di prendere buche profonde. In questo caso, infatti, il rumore entra più del previsto nell'abitacolo di Peugeot 308, ma in generale riusciamo a parlare anche ad alte velocità senza il bisogno di alzare il tono della voce. Il bagagliaio di Peugeot 308, come detto poco sopra, non è leggerissimo da aprire, ma rivela una capacità di 420 litri, che diventano addirittura 1300 a sedili posteriori abbattuti. A ben vedere, quindi, Peugeot 308 potrebbe addirittura diventare la prima macchina in casa, specialmente per quelle famiglie che non hanno grandissima necessità di caricare l'intera casa a ogni viaggio. 32 33 Prove Automoto.it Magazine N. 94 MOTORI A disposizione per questo test drive, abbiamo uno dei motori più potenti offerti dal produttore. La nostra Peugeot 308 può infatti contare sul propulsore turbo diesel da 2.0 litri, che eroga ben 150 cavalli e 370 Nm di coppia. Elastico, rumoroso ad alti regimi ma non fastidioso, si tratta di un motore che ci dà grandissimo supporto in ogni situazione, dalla ripresa a 80 all'ora alla salita effettuata a basso regime, dalla richiesta di potenza immediata alle sostanziose velocità di punta. E' un motore che sceglieremmo sempre, perché abbinato a una vettura di 13 quintali riesce a farci pescare prestazioni inattese. Il valore aggiunto delle prestazioni sensazionali sta però nei consumi, decisamente risparmiosi (complice l'ottimo start and stop): riusciamo infatti a percorrere 15 chilometri con un litro di gasolio in città, 18 a limite autostradale, 25 a 110 orari. Davvero eccezionale per una vettura che diventa ancor più intrigante oltre al design particolarmente convincente, e che non dà dispiaceri nemmeno in accelerazione (8.9 secondi nello 0-100) e nella velocità di punta (213 chilometri orari). Gli spazi d'arresto, pur non richiedendo spazio abbondante, espongono invece Peugeot 308 a un forte beccheggio, figlio di sospensioni non particolarmente rigide. SENSAZIONI DI GUIDA P Peugeot 308 è dotata, come abbiamo sottolineato poco sopra, di un volante dal piccolo diametro. Particolarmente diretto e preciso, è adatto per repentini cambi di direzione, e fa venire voglia di lanciare 308 tra i cordoli di una pista. Il cambio è manuale a sei rapporti, e pur offrendo un pomello comodo da impugnare perché non minimal, abbiamo innesti non così fluidi come ci saremmo aspettati, un peccato vista la frizione morbida. A bordo la tenuta di strada si sente eccome: quando Peugeot 308 si appoggia non perde più un centimetro, ma avremmo voluto le sospensioni un pizzico più rigide, anziché lasciarci andare su uno sfondo di grande morbidezza. Poco male, perché in realtà anche sui dossi artificiali non arrivia34 mo mai a tampone, ma forse sarebbe stato più opportuno abbinare le prestazioni del propulsore a maggiore rigidità. SISTEMI SICUREZZA ATTIVI Tanti i sistemi di sicurezza a disposizione su Peugeot 308. Si va dall'allerta anticollisione alla protezione dell'angolo cieco, che però è posta, a livello di segnalatore, troppo esternamente sulle cornici degli specchietti retrovisori. Il cruise control disponibile è invece semiadattivo, nel senso che agisce sull'acceleratore ma non sul freno; se chi è davanti a noi decelera, il sistema non si sgancia, ma lo fa in caso di frenata. Disponibile anche il sistema che ci consente di non superare la linea di mezzeria. Tutta l'offerta legata alla sicurezza fa parte di un pacchetto che costa poco più di 600 euro. 35 Prove Automoto.it Magazine N. 94 ALTRI OPTIONAL L'elenco di optional di Peugeot 308 è particolarmente lungo, e sulla nostra vettura abbiamo tanto di ciò che è offerto: la retrocamera con linee fisse, il sistema Hi-Fi Denon (490 euro), l'ingresso keyless (400 euro), il tettuccio panoramico in vetro con tendina parasole (550 euro). TARGET, PREZZI E CONCLUSIONI Adatta alle giovani famiglie, questa Peugeot 308 parte da 18.800 euro, mentre con la nostra motorizzazione ha un prezzo di accesso pari a 26.450 euro. Con gli optional disponibili tocchiamo i 29.500 euro, un prezzo in linea con le potenzialità di una vettura dal motore onesto e dal design curato. Noi la compreremmo, certo, anche in virtù della comodità portata dal parcheggio automatico, che non solo ci aiuta in parallelo ma anche in perpendicolare, e che ci permette pure di ripartire, e non solo di cercare un posto per la nostra amata Peugeot 308. 36 37 Automoto.it Magazine N. 94 NEWS 38 39 News Automoto.it Magazine N. 94 MAZDA 6 ECCO COME CAMBIA CON IL RESTYLING 2017 MAZDA AGGIORNA LA SUA SEGMENTO D CHE RICEVE IMPORTANTI NOVITÀ TECNICHE MA ANCHE TECNOLOGICHE C Con il 2017 arriva anche un restyling di metà carriera per la Mazda6, sia berlina a tre volumi che wagon. All'esterno non cambia pressoché nulla, a parte una nuova tinta disponibile (Machine Grey). All'interno le novità sono più importanti. Maggior attenzione è stata posta alle rifiniture e alla diminuzione della rumorosità. Nuovo è il volante, riscaldabile e con nuovi comandi sulle razze, così come l'head-up display a colori. Uno schermo TFT è presente nella parte destra della strumentazione, i sensori della gestione del climatizzatore sono stati potenziati mentre il sistema di infotainment MZD Connect è comandato dal display touch a centro plancia da 7" e dal rotore sul tunnel. Dinamicamente e meccanicamente parlando debutta il nuovo G-Vectoring Control (nel pacchetto Skyactiv-Vehicle Dynamics), che agendo sulla coppia erogata dal propulsore migliora la stabilità e la dinamica di guida in relazione alla rotazione dello sterzo; questo sistema è disponibile anche con la trazione integrale i-Activ AWD. Quasi tutte nuove sono anche le sospensioni che ora garantiscono un maggior 40 equilibrio fra comfort e precisione di guida. Anche per quanto riguarda la sicurezza attiva ci sono importanti novità,: grazie alla nuova telecamera anteriore infatti vengono gestiti sia la frenata automatica, sia il riconoscimento dei pedoni e dei cartelli stradali. La dotazione di sicurezza include anche il Blind Spot Monitoring, il Rear Cross Traffic Alert, il Lane-keep Assist, il Radar Cruise Control e la gestione automatica dei fari LED anteriori. Per quanto riguarda i motori invece, il 2.2 diesel da 150 e 175 CV è stato aggiornato: adotta ora infatti due turbine sequenziali per ottimizzare la coppia a qualsiasi regime di rotazione e azzerare di fatto i ritardi della risposta. Questa unità è stata inoltre oggetto di una diminuzione di rumorosità grazie ai dispositivi DE Boost Control, Natural Sound Smoother e Natural Sound Frequency Control. Per quanto riguarda i propulsori a benzina invece sono confermate tutte le unità disponibili: il 2.0 Skyactiv-G da 145 e 165 CV e il 2.5 da 192 CV. Il recupero dell'energia i-Eloop è disponibile su tutti i benzina tranne il 145 CV, mentre di serie su tutti i motori si trova l'i-stop, con tempi di riaccensione dei motori ottimizzati: 0.35 secondi per i benzina e 0.4 per i diesel. 41 Automoto.it Magazine N. 94 News NUOVA AUDI A5: ARRIVA ANCHE LA SPORTBACK A PARIGI A POCHI MESI DAL LANCIO DELLA NUOVA GENERAZIONE DELLA COUPÉ DEI QUATTRO ANELLI, VIENE SVELATA IN ATTESA DEL SALONE DI PARIGI ANCHE LA VERSIONE SPORTBACK CHE STRIZZA L'OCCHIO ALLE FAMIGLIE L La famiglia Audi A5 torna ad allargarsi. Rimasta orfana per pochi mesi della versione a cinque porte denominata Sportback, la gamma della coupé di Ingolstadt torna completa con l'esordio della nuova A5 Sportback, svelata in anteprima in attesa del suo debutto ufficiale al prossimo Salone di Parigi in programma dall'1 al 16 ottobre. La nuova A5 Sportback rispetto al modello che va a sostituire (in servizio dal 2009), presenta un design ancora più elegante riprendendo gli stilemi della coupé presentata pochi mesi fa (e che noi abbiamo provato). Questa versione strizza l'occhio ora anche alle famiglie con bambini, unendo la praticità di una station wagon (ha il portellone intero, non da berlina a tre volumi) all'eleganza e sportività di una coupé, conservando la carta di un vano bagagli che vanta una capacità di 480 litri. Meccanicamente compaiono nuove sospensioni, mentre il peso complessivo dell'auto è stato ridotto di 85 Kg. Sul frontale domina la griglia Singleframe, ormai simbolo del family-feeling dei modelli dei Quattro Anelli. 42 43 News Automoto.it Magazine N. 94 La fiancata presenta un gioco di nervature che crea effetti di ombre e luci mentre al posteriore invece lo stile diventa molto sobrio, elegante e a sviluppo orizzontale. Negli interni la variante Sportback ovviamente beneficia di tutte le migliorie già apportate sulla coupé. La nuova plancia a sviluppo orizzontale contribuisce a dare una sensazione di ambiente spazioso. Il quadro strumenti davanti al guidatore consiste, come ormai da tradizione delle ultime creazioni di Ingolstadt, nell'Audi Virtual Cockpit da 12.3" (optional) che consente di gestire tutte le informazioni e funzioni dell'auto. Inoltre è disponibile l'head-up display che proietta le principali informazioni di viaggio sul parabrezza. Per quanto riguarda l'infotainment, la A5 Sportback sarà dotata della versione più recente dell'Audi MMI Navigation Plus con display da 8.3". Sarà anche possibile connettere gli smartphone (che saranno ricaricabili per induzione) con i sistemi di mirroring Apple CarPlay e Android Auto. Non manca un impianto audio Bang & Olufsen da ben 755 Watt. Per quanto riguarda le motorizzazioni, saranno disponibili due benzina e tre diesel: il 2.0 TFSI a benzina sarà declinato nei livelli di potenza di 190 e 252 CV (con trazione quattro), con valori di coppia di 320 e 380 Nm. Per quanto riguarda i diesel saranno due i motori, un 2.0 TDI da 190 CV (400 Nm e cambio S-Tronic) proposto anche in versione ultra (cambio manuale) e un 3.0 TDI a sei cilindri da 218 CV e cambio Tiptronic con una coppia massima di ben 620 Nm. Arriverà in coppia con la nuova versione S5, con un 3.0 TFSI V6 che sviluppa 354 CV e una coppia di 500 Nm. Il cambio è un automatico Tiptronic. Novità assoluta per la gamma A5, la Sportback sarà disponibile anche con un'inedità motorizzazione g-tron a metano. 44 45 News Automoto.it Magazine N. 94 MERCEDES-AMG GT E GT C ROADSTER: EN PLAIN AIR di Marco Congiu MERCEDES-AMG HA SVELATO LE VERSIONI ROADSTER DELLA SUA SUPERSPORTIVA. LE AMG GT ROADSTER E GT C ROADSTER VANNO A COMPLETARE LA GAMMA DELLA SUPERCAR DELLA STELLA L La Mercedes-AMG GT è l’ultima supercar prodotta dalla casa di Stoccarda in collaborazione con il preparatore di Affalterbach. Dopo aver stupito tutti per la leggerezza con cui è stata in grado di portare l’eredità della SLS, la supercar tedesca perde ora il tetto, diventando una vera e propria roadster. Nascono così le AMG GT Roadster e GT 46 C Roadster. A livello meccanico, le componenti ereditate dalla sorella con il tetto rigido sono ovviamente identiche, salvo per qualche finezza presente sulla GT C derivata direttamente dalla GT R. Nella configurazione meno cattiva – la GT Roadster – l’auto è equipaggiata dal canonico propulsore V8 bi-turbo da 4 litri e 476 CV, mentre per chi non vuole accontentarsi esiste la GT C Roadster, capace di ben 557 CV. Le auto vantano entrambe un cambio 47 Automoto.it Magazine N. 94 News a doppia frizione a 7 rapporti ed un consumo dichiarato compreso tra i 9.4 e gli 11.4 l/100 km. I valori che interessano di queste auto, però, sono altre. Per coprire lo scatto da 0 a 100 km/h la GT C Roadster impiega 3,7 secondi, 3 decimi in meno della sorella meno performante, mentre le velocità massime sono davvero da supercar: 302 km/h per la GT e 316 km/h per la GT C Roadster. Le finezze meccaniche della GT C Roadster riguardano soprattutto l’assale posteriore, che ora è dotato di ruote sterzanti e differenziale a controllo elettronico. Rispetto alla GT Roadster, poi, questa versione è dotata della modalità di guida Race, che esclude qualsiasi controllo elettronico per potersi scatenare al meglio in pista. A livello di estetica, infine, GT Roadster e GT C Roadster differiscono per il disegno del retrotreno: nel primo caso è più filante, meno “appariscente”, mentre la versione più pepata presta il fianco ad importanti similitudini con la sportivissima GT R. Al momento non è stato comunicato il prezzo delle vetture, ma sappiamo che entrambe vedranno la luce in occasione del prossimo Salone di Parigi. 48 49 News Automoto.it Magazine N. 94 NUOVA PEUGEOT 5008 IL DEBUTTA A PARIGI SARÀ PRESENTATA AL SALONE DI PARIGI LA SECONDA GENERAZIONE DELLA PEUGEOT 5008, SUV SETTE POSTI DEL SEGMENTO C D Debutterà al Salone di Parigi 2016 la seconda generazione della Peugeot 5008, con cui la casa francese tenterà la scalata al promettente mercato dei SUV a sette posti del segmento C. Con i suoi 2,84 metri di passo, il nuovo Peugeot 5008 è il più abitabile degli sport utility del segmento C; la lunghezza totale del veicolo – 4,64 metri-, invece, è tra le più contenute per questa tipologia di vettura, pur superando di 11 centimetri quella della generazione precedente. Le maggiori dimensioni sono a servizio dell'abitabilità interna. La Peugeot 5008 presenta i classici stilemi dei SUV, come cofano lungo e orizzontale, frontale verticale e linea di cintura della carrozzeria rialzata. Grazie all'altezza di 1,64 metri, la 5008 vanta una silhouette slanciata e dinamica. Nella parte anteriore, si fa notare la calandra con inserti cromati; nel posteriore, invece, spiccano la fascia nero lucido e le luci a LED opalescenti, con i tre artigli emblema dell'identità dell'ultima generazione del SUV. La nuova Peugeot 5008 propone inoltre una configurazione inedita sul mercato, con tre sedili identici, indipendenti, regolabili in lunghezza e in inclinazione e a scomparsa per la fila 2 e due sedili indipendenti a scomparsa per la fila 3. La capacità del bagaglio, poi, è la più ampia della categoria 50 della vettura, 1060 litri. È possibile, inoltre, portare in posizione piana il sedile del passeggero anteriore, per caricare oggetti lunghi fino a 3,20 metri. Nell'abitacolo, invece, trova posto l'ultima evoluzione del Peugeot i-Cockpit, con volante di dimensioni ridotte, touch screen capacitivo da 8" e quadro strumenti digitale in posizione rialzata, che, grazie alla risoluzione da 12,3 poliici, promette una resa grafica di alta qualità. A livello di propulsori, Il nuovo SUV Peugeot 5008 condivide con 308 e 3008 la piattaforma EMP2 e le recentissime motorizzazioni Euro 6.1. Numerosi gli equipaggiamenti di sicurezza, di serie o opzionali: Advanced Grip Control, con l’inedita funzione Hill Assist Descent Control (HADC), Active Safety Brake e Distance Alert, Active Lane Departure Warning, Driver Attention Alert, High Beam Assist, Speed Limit Detection, Adaptive Cruise Control con funzione Stop (cambio automatico), Active Blind Corner Assist, Park Assist e Visiopark (180° e 360°). Tra gli equipaggiamenti di comfort, invece, troviamo il sistema di massaggio pneumatico a 8 settori nei sedili anteriori, impianto Hi-Fi Premium FOCAL® e tetto apribile panoramico. La connettività permanente, invece, è garantita dalla funzione Mirror Screen e da Connected Navigation 3D (con TomTom® Traffic). 51 News Automoto.it Magazine N. 94 FIAT PANDA RESTYLING, ECCO COME CAMBIA DAL SITO FIAT SONO TRAPELATE LE PRIME IMMAGINI DEL RESTYLING DELLA PANDA. AFFINAMENTI E TECNOLOGICI PER IL FACELIFT DI METÀ CARRIERA PER LA REGINA DEL MERCATO A Anche i migliori sono costretti ad evolversi per rimanere ai vertici. Fiat Panda, da anni la regina del mercato tricolore, si rifà lievemente il look in vista del Salone di Parigi. Il restyling dell’utilitaria è chiaramente visibile dal sito www. fiat.it, che ne ha diffuso le prime immagini e le specifiche tecniche. Oltre ad un facelift che non ne stravolge i dettami stilistici – anche perché squadra che vince non si cambia – arrivano le colorazioni Rosso Amore e Grigio Colosseo, con erchi da 14” e 15” con un nuovo design e finiture brunite ed argentate. Se da fuori i cambiamenti non sono così vistosi, gli interni si presentano sotto una lente differente, con una selleria con fantasie rinnovate, divano posteriore sdoppiato in configurazione 60/40 e ben 14 portaoggetti. Aggiornamento anche per quanto riguarda il volante, disponibile con finiture in titanio e rivestimento in pelle, con i comandi per l’infotainment alle razze delle 9:15. Molto basic come da tradizio52 ne la strumentazione, mentre nell’allestimento Lounge – il top di gamma – fa il suo ingresso il climatizzatore automatico a controllo elettronico. Piacevole l’arrivo del sistema Uconnect con Bluetooth 2.1, streaming audio, riconoscimento vocale, lettore Mp3 ed ingressi Aux e Usb, il tutto che lavora di comune accordo con lo smartphone, per il quale troviamo un vano dedicato sulla plancia. Non si hanno novità sotto il versante propulsivo, con i già collaudati bicilindrico a benzina TwinAir turbo da 0.9 cm3 e 85 CV di potenza, oltre al Diesel da 1.3 litri 16V II da 95 CV. Per chi volesse, poi, ampio spazio a motorizzazioni meno “performanti”, come il quattro cilindri Fire da 1.2 litri da 69 CV – disponibile anche a Gpl – ed il Natural Power TwinAir bi-fuel da 80 CV, alimentato a benzina e metano. Il prezzo d’attacco è di 11.300 euro per la Panda 1.2 Pop, ma si può arrivare ai 16.950 euro con la TwinAir Natural Power Lounge. In promozione è possibile trovare la Panda restyling a 8.950 euro, che diventano 7.950 se si sceglie di aderire al finanziamento di FCA Bank 53 Attualità Automoto.it Magazine N. 94 ZTL BOLLATE LA RISPOSTA ALLA CONFERENZA STAMPA DEL COMUNE di Enrico De Vita IL COMUNE DI BOLLATE HA INDETTO UNA CONFERENZA STAMPA IN MERITO ALLA ZTL OGGETTO DEL NOSTRO SERVIZIO DEL MESE SCORSO. L'INGEGNER DE VITA RISPONDE ALLE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DELLA CITTÀ, FRANCESCO VASSALLO A A seguito dell'inchiesta di Automoto.it sulle irregolarità della ZTL di Bollate, in provincia di Milano, il 5 settembre il sindaco della città, Francesco Vassallo, ha indetto una conferenza stampa su questo argomento: trovate parte dell'intervento del primo cittadino bollatese nel video in apertura. Nella conferenza stampa, il sindaco di Bollate ha annunciato una consultazione in merito alla ZTL, che si terrà il 6 novembre prossimo: qualora a prevalere fosse il no, la ZTL verrebbe spenta definitivamente. Quella di affidare i destini della ZTL al risultato della consultazione (vedi al minuto 08.00) sembra una "salvifica capriola politica". Anche l'invito (più volte rivolto dal sindaco agli automobilisti multati) a fare ricorso appare come una soluzione salvifica cui il sindaco è ricorso non trovando altra risposta plausibile. Riferendosi alla video inchiesta di Automoto.it, il sindaco lamenta il poco spazio concessogli (19.50): "delle mie risposte sono stati pubblicati solo interventi di pochi 54 minuti mentre l'intervista è durata un'ora e mezza". Forse non sa che il compito di un bravo giornalista è proprio quella di estrarre la crema del dialogo e condensarla nel minor numero possibile di parole e di immagini: importanti, determinanti e significative. Solo così il lettore comprende l’essenza del discorso. In ogni caso l'intero video girato a Bollate è a disposizione dei lettori che volessero visionarlo (chi volesse vederlo, lasci un commento o ci contatti in redazione). Durante la conferenza stampa, inoltre, non è stata mostrata neppure un'immagine che dimostrasse pretestuose o inventate le prove e le affermazioni contenute nel nostro servizio: non un cartello stradale, non una situazione di fatto, non una posizione delle telecamere. Dal canto nostro, abbiamo commesso un errore: nel nostro video abbiamo affermato che le violazioni registrate nel primo mese della ZTL sono state 30.000. Ma il sindaco, nella sua conferenza, ha fatto notare che a questa cifra vanno sottratte le targhe delle auto di servizio, delle autoambulanze e delle moto. E quindi il numero corretto diventa 24.000. Ringraziamo della precisazione. Ma facciamo due conti: 24.000 verbali moltiplicati per 81 euro - importo della sanzione - fanno un fatturato potenziale di 1 milione e 900.000 euro. Semplicemente spaventoso, in un solo mese, con un investimento (gonfiato?) di 450.000 euro. 55 Tecnica e Storia Automoto.it Magazine N. 94 LE CHIAMAVANO BUBBLE CARS di Massimo Clarke L’INCREDIBILE MIVALINO CON ABITACOLO AERONAUTICO, LA ZUNDAPP “BIFRONTE” E ALTRO ANCORA… I Messerschmitt KR 175 e KR 200 sono stati veicoli assolutamente unici. Avevano tre ruote, due posti in tandem e un abitacolo di tipo aeronautico, con tanto di tettuccio trasparent U Un grande protagonista negli anni Cinquanta, per quanto riguarda le “microvetture”, è stato il Messerschmitt KR con due posti in tandem e capottina di tipo aeronautico (come era logico aspettarsi, viste le grandi tradizioni della casa in tale campo), costruito dal 56 1953 al 1956 in versioni di 175 e di 200 cm3, con potenze rispettivamente di 9 e di 11 cavalli. In entrambi i casi questo singolare veicolo, dotato di due ruote anteriori e di una posteriore, era azionato da un motore monocilindrico a due tempi prodotto dalla Fichtel & Sachs. I freni, che ovviamente erano a tamburo, venivano azionati meccanicamente. La produzione totale delle Messerschmitt KR 175 e KR 200 è stata di svariate decine di migliaia di unità. Di uno di questi veicoli è stata allestita una versione da record che nel 1955 ha stabilito alcuni primati di velocità sulla pista di Hockenheim. La casa motociclistica Mi-Val di Gardone Valtrompia (Brescia) ha acquisito la licenza di fabbricazione della KR per l’Italia, realizzando il famoso Mivalino, con motore di propria produzione, che però non ha incontrato i favori del pubblico nostrano. Pare che tra il 1954 e il 1955 dal suo stabilimento ne siano usciti poco più di cento esemplari. Nel 1956 la Messerschmitt ha ceduto i diritti di costruzione e le strutture produttive del suo veicolo a tre ruote alla FMR, che 57 Tecnica e Storia Automoto.it Magazine N. 94 ha continuato a costruire il KR 200 fino al 1964, anche se in numeri che diventavano di anno in anno più modesti. Questa azienda ha realizzato una nuova versione a quattro ruote del mezzo, denominandola TG 500, che aveva finalmente i freni a comando idraulico e un motore bicilindrico da 19,5 CV che le consentiva di superare i 125 km/h. E’ stata prodotta in poco più di 300 esemplari, oggi ricercatissimi dagli appassionati. Pure un’altra casa celebre per i suoi trascorsi aeronautici dopo la seconda guerra mondiale si è dovuta ridimensionare dra- sticamente ed è stata costretta a rivolgere le sue attenzioni ad altri settori. Si tratta della Heinkel che, tra il 1956 e il 1958, ha costruito oltre 6000 unità della sua bubble car, fortemente ispirata alla Isetta. Il motore impiegato era un monocilindrico a quattro tempi realizzato in versioni di 175 e di 200 cm3. Di questo veicolo, nato a tre ruote, in seguito è stato costruito anche un certo numero di esemplari a quattro ruote. Un notevole successo la Heinkel Kabine (come si chiamava questa bubble car) lo ha avuto in Inghilterra, dove è stata fabbricata su licenza dalla Trojan (fino al 1966!); nu- meri interessanti sono anche stati prodotti in Argentina. Un veicolo davvero fuori dall’ordinario è stato prodotto nel 1957 e nel 1958 dalla Zundapp, famosa a livello mondiale per le sue eccellenti moto. Il suo nome, Janus, gli andava a pennello perché si trattava di un veicolo “bifronte”. Un portellone collocato frontalmente dava accesso ai due posti anteriori mentre un secondo portellone, disposto simmetricamente, serviva per i due passeggeri posteriori, che si accomodavano su di un sedile a panchetta rivolto all’indietro (non proprio il massimo della vita, in quanto a confort!). In mezzo, cioè tra i sedili anteriori e posteriori, era collocato un motore monocilindrico a due tempi di 250 cm3, che erogava 14 cavalli. Di questa microvettura decisamente unica sono stati costruiti circa 7000 esemplari. Più di un accenno meritano le realizzazioni della Glas e della Vespa France, tutte e due a quattro ruote, di piccole dimensioni ma sicuramente automobilistiche come aspetto e come soluzioni. Non si trattava quindi di bubble cars ma di autentiche microvetture. L’azienda tedesca ha prodotto a partire dal 1955 le sue celebri Goggomobil, azionate da bicilindrici a due tempi raffreddati ad aria di 250, 300 e 400 cm3, collocati posteriormente. Si trattava anche in questo caso di motori di schema tipicamente motociclistico, con trasmissione primaria a ingranaggi, frizione in bagno d’olio e cambio in cascata non sincronizzato. Il successo è stato straordinario, con oltre 280.000 pezzi costruiti e con una produzione che è andata avanti fino alla seconda metà degli anni Sessanta, quando l’azienda Lo Zundapp Janus è stato un mezzo veramente fuori del comune. Era infatti perfettamente simmetrico e aveva il sedile posteriore rivolto all’indietro! Il motore monocilindrico a due tempi di 250 cm3 era collocato centralmente Tra il 1956 e il 1958 la tedesca Heinkel ha prodotto oltre 6000 esemplari della sua bubble car. Questo veicolo ha avuto un notevole successo in Inghilterra, dove è stato costruito su licenza dalla Trojan fino al 1966 58 59 Tecnica e Storia Automoto.it Magazine N. 94 era già stata acquisita dalla BMW. La Vespa 400 è stata fabbricata dal 1957 al 1961 in circa 28.000 unità. Pure in questo caso il motore, un bicilindrico a due tempi raffreddato ad aria, era montato posteriormente. Spiccava l’aspirazione che, invece di essere controllata dal pistone, come negli altri due tempi dell’epoca, era regolata, in ciascuna camera di manovella, da uno dei volantini dell’albero a gomiti, conformato in modo da fungere da otturatore rotante. Questa soluzione tecnica è stata a lungo impiegata, con ottimi risultati, dalla Piaggio Il motore della Goggomobil era un bicilindrico a due tempi con raffreddamento ad aria forzata di schema motociclistico. La trasmissione primaria era a ingranaggi con dentatura elicoidale e la frizione in bagno d’olio era munita di una molla a diaframma per i suoi scooter e i suoi ciclomotori. La scelta da parte di diversi costruttori di microvetture di impiegare motori a due tempi si spiega col fatto che essi sono notevolmente più semplici e più economici di quelli a quattro tempi. Niente valvole a fungo, con relativi sistemi di comando, testa enormemente meno complessa (si riduce a un vero e proprio coperchio di chiusura del cilindro), niente pompa dell’olio. E poi questi motori sono più compatti e leggeri. Il rovescio della medaglia è co- Nel bicilindrico a due tempi della Vespa 400 spiccava l’aspirazione controllata, per ciascuna camera di manovella, da uno dei volantini dell’albero a gomiti, conformato in modo da fungere da otturatore rotante La Glas ha costruito fino alla seconda metà degli anni Sessanta la Goggomobil, minivettura di grande successo (oltre 280.000 esemplari prodotti!) che è stata realizzata in versioni di 250, 300 e 400 cm3 60 stituito dal maggior consumo a parità di potenza erogata (ciò nel nostro caso è di importanza relativa, date le modeste cilindrate in gioco) e dalla considerevole fumosità di scarico. Ma all’epoca non si parlava di inquinamento… 61 Automoto.it Magazine N. 94 FORMULA 1 GP DI SINGAPORE 62 63 Formula 1 Automoto.it Magazine N. 94 LE PAGELLE DI MARINA BAY di Giovanni Bregant I PROMOSSI E I BOCCIATI DI MARINA BAY NELLE PAGELLE DEL GRAN PREMIO DI SINGAPORE 2016 D Doveva uscire demolito psicologicamente dal poderoso recupero di Hamilton, e invece proprio nel momento più difficile Rosberg ha trovato nuove risorse: 3 vittorie consecutive non sono mai un caso. Nico c'è ed è pronto a giocarsi il titolo fino all'ultima curva, con pieno merito, e il suo week end perfetto a Singapore lo dimostra: una pole stratosfe- rica e una gara condotta dal primo all'ultimo giro, gestendo con mestiere il vantaggio su Ricciardo. Voto 10, nervi d'acciaio e non solo quelli... Alle sue spalle, Ricciardo un po' illude e si illude di riuscire nel colpaccio, ma la verità è che Rosberg ha sempre la situazione sotto controllo. Ciò non toglie che l'australiano ancora una volta ha vinto (a mani basse stavolta) il confronto con Verstappen e si è confermato come unico pilota anti-Mercedes. Avesse 30 cavalli in più, sicuramente ci sarebbe anche lui a giocarsi il mondiale: voto 9, irriducibile. Tutt'altra storia invece il fine settimana di Hamilton, inspiegabilmente lento in qualifica e a disagio per tutta la gara con le temperature dei freni. La verità però è che senza il regalo del box Ferrari sarebbe finito addirittura fuori dal podio e questo è francamente inaccettabile per uno che guida una Mercedes e ambisce al 4° titolo mondiale: voto 5, sbiadito. Sbiadito, comunque, è anche il rosso Ferrari, a furia di problemi ed errori a ripetizione che vanno al di là della poca compe64 65 Formula 1 Automoto.it Magazine N. 94 titività della macchina: al sabato si rompe una barra antirollio (cosa già strana di per sé) e ai box tengono fuori Vettel nel tentativo impossibile di fare un tempo dignitoso in quelle condizioni. Alla domenica, invece, preferiscono non rischiare un degrado eccessivo delle gomme di Raikkonen, che avrebbe fatto perdere il 3° posto, e optano per una sosta ai box che... di sicuro avrebbe fatto perdere la posizione al finlandese, come infatti è accaduto. Ancora una volta, al muretto Ferrari è mancato il semplice, caro vecchio buon senso. Ecco, forse non è solo il 3° posto che hanno perso a Maranello: doveva essere una stagione se non trionfale comunque di alto profilo, sta diventando un tunnel sempre più lungo, gara dopo gara. E allora voto 4,5 al team Ferrari, ma almeno ai piloti non si può imputare nulla: Raikkonen (voto 7,5) ci ha provato fin che l'hanno tenuto in pista, in lotta per 66 tutta la gara con Hamilton, e scusate se è poco, e Vettel (voto 8) è risalito addirittura fino al 5° posto: di più era davvero impossibile chiedergli. Tutt'altra storia invece la gara di Verstappen: sbaglia clamorosamente la partenza, esce incolume dalla carambola al via e ben presto comincia un duello infinito con Kvyat, nel quale il russo oppone una gran bella resistenza. L'olandese alla fine passa con l'ennesimo sorpasso straordinario, cogliendo di sorpresa l'avversario in un punto dove normalmente a nessuno viene in mente di passare, però certe lamentele via radio sulle inesistenti scorrettezze in difesa da parte di Kvyat fanno un po' sorridere. E allora, voto 5 a Verstappen, perché un po' di coerenza ci vuole sempre, perfino in questa F1... 67 Formula 1 Automoto.it Magazine N. 94 Un altro che ha lottato come un indemoniato è stato Alonso, 7° dopo essere risalito fino al 5° posto con la solita partenza strepitosa: un buon risultato per una McLaren ancora in debito di tutto, però lo spagnolo meriterebbe di correre per ben altri obiettivi. Voto 9, generoso. Alle sue spalle, ancora a punti Perez che così riporta la Force India davanti alla Williams nel Mondiale Costruttori: come sempre ormai il messicano corre con intelligenza, lottando quando c'è da lottare ma senza rischi inutili, e la classifica giustamente lo premia. Voto 7,5, furbo. Solo 9° alla fine Kvyat, e considerando l'ottima qualifica e la prima metà di gara era lecito aspettarsi forse qualcosa di più, ma finalmente il russo - su una pista congeniale alle Toro Rosso - ha dato segni di ripresa. Ora però deve continuare così, e se possibile finire le prossime gare più avanti rispetto alla posizione di qualifica... nel frattempo voto 7 di incoraggiamento. Chiude la zona punti, e questa è una mezza sorpresa, Magnussen, abile nello sfruttare le disgrazie altrui ma comunque assai più concreto stavolta di piloti come Gutierrez o Ericsson che pure lo precedevano al via. Anche per lui, voto 7 di incoraggiamento. 68 69 Formula 1 Automoto.it Magazine N. 94 IL BELLO E IL BRUTTO DEL GP DI SINGAPORE di Paolo Ciccarone ANDIAMO A VEDERE CHI SI È DISTINTO IN POSITIVO E CHI IN NEGATIVO NEL GP VINTO DA NICO ROSBERG IL BELLO KVYAT. Per come ha duellato con Verstappen nella prima fase di gara, dimostrando che non è bollito e che con una macchina inferiore ci sa fare specie dopo che l’olandese lo ha sostituito alla Red Bull fregandogli il posto da titolare. Seconda fase in calo per via della macchina e di un taglio di curva in cui ha dovuto ridare le posizioni. Verstappen. Bello vederlo duellare con Kvyat e via radio dirgli “Dai uomo datti una mossa”. Niente ruotate niente manovre strane, sapesse anche partire Max sarebbe perfetto visto che dalle prime file le toppa tutte… RAIKKONEN. Bello aggressivo come si deve e bel sorpasso su Hamilton, ottenuto in pista e con forza, mica con la strategia dei box che gli ha fatto perdere il podio. Anche se non sembra, lui è costante, magari lento ma costante. Almeno è una…costante. Vettel. Partire ultimo e arrivare quinto non è male dai, si poteva fare peggio, ma ci si dimentica che con una Ferrari, per quanto scalcagnata, si è sempre la terza forza del mondiale, per 70 cui, visto che Verstappen ha fatto casino, se fosse arrivato anche sesto non avrebbe fatto che il suo dovere. Alonso. Come parte lui pochi lo fanno. Quando vede l’occasione per infilarsi davanti agli altri, non la perde. Quinto per parecchi giri, cala di posto per la sua McLaren non certo per la sua guida. Un poco alla volta risale e porta punti a casa. Un mastino. THE FLYER. E’ la ruota panoramica più grande al mondo, vederla diventare un orologio Rolex con un sapiente montaggio sorprende. Se riuscissero anche a fare i montaggi mandando in lotta i piloti come se fosse vero, allora la regia sarebbe perfetta. Singapore. Il posto si presta, i soldi li hanno, ma al di là della gara che è strepitosa come un corso di colonscopia applicata, sanno come fare contorno e creare l’evento con concerti, sfilate, modelle e cantanti oltre a sportivi di vario genere. Non è la F.1 quello che conta, ma l’esserci e farsi vedere. 71 Formula 1 Automoto.it Magazine N. 94 IL BRUTTO FERRARI. Mandare Vettel in pista con un pezzo rotto della sospensione, dirgli di tirare e di stare in pista è grave, anche se il cedimento fosse stato leggero, uno che va a 330 all’ora in mezzo ai muri deve contare su quello che guida, non scoprirlo a ruote alzate… HAAS. Disastro Grosjean, che non fidandosi della macchina manco è partito, Gutierrez fuori dai punti per poco, dopo un inizio baldanzoso si perdono per strada negli sviluppi. La dura vita dei debuttanti. Bottas. Bel modo di festeggiare il matrimonio, fa problemi tecnici, cinture che si slacciano, macchina che non va a spingerla, pit stop a rischio investimento meccanici, forse è meglio se se ne va con la signora a Sentosa al parco divertimenti in zona e si scarica la tensione. Commissari. Un disastro con una Ferrari Challenge a fuoco, un disastro vedere che al via dopo la safety car c’era uno che correva disperato verso la postazione 72 mentre arrivava il gruppo compatto. E’ andata bene ma già in condizioni normali si rischia, non è il caso di esagerare. In compenso Bolt voleva sapere chi fosse il marshal perché pare abbia segnato il nuovo record mondiale dei 100 metri… OCON. Gambe da trampoliere, fisico asciutto, mingherlino, come fa a guidare la F.1 non si sa. Mercedes confida su di lui, la stampa lo appoggia ma poi in pista Wehrlein fa sempre meglio… PSICHIATRA. Verstappen ha detto che lui ci va se ci va anche Lauda, Lauda ha detto che possono andare insieme ma poi, pensandoci bene, ha detto il Niki che con tutti quelli che girano in F.1 si fa prima a trovarne uno normale che uno da mandare in analisi. Il dottore in questione ringrazia e sta allargando lo studio perché la fila di quelli anormali in F.1 è piuttosto lunga…A cominciare da chi scrive queste note 73 Automoto.it Magazine N. 94 74 Formula 1 75 Dakar Automoto.it Magazine N. 94 3008 DKR, L’ARMA PER DIFENDERE LO SCETTRO DI PEUGEOT ALLA DAKAR di Piero Batini PRESENTATA UFFICIALMENTE, MA CHIACCHIERATA GIÀ DA UN PO’, LA VETTURA INCARICATA DI DIFENDERE IL TITOLO DELLA DAKAR ARGENTINA BOLIVIA CONQUISTATO DALLA 2008 DKR16 E DAL TEAM PEUGEOT TOTAL. L’EVOLUZIONE DELLA MACCHINA TORNA ANCHE NELLE MANI DEI DESIGNER P Parigi, 13 Settembre. Se ne parlava, si curiosava, si confezionavano ipotesi e si insinuavano “sospetti”, e finalmente, 110 giorni al via della Dakar Paraguay Bolivia Argentina 2017, gran parte delle supposizioni trovano conferma, logica ma non per questo meno avvincente, nella materializzazione della nuova “Arma” con cui Peugeot difenderà il Titolo conquistato alla Dakar 2016. È la Peugeot 3008 DKR, nuovo step della Vettura a due ruote motrici realizzata sotto la guida di Bruno Famin, direttore di Peugeot Sport, del Progetto Dakar e Team Manager della Squadra che ha vinto la Dakar al secondo tentativo. Il prototipo è sviluppato sulla linea evolutiva della 2008 DKR, che ha debuttato alla Dakar 2015, vinto il Silk Road Rally, quindi dominato la Dakar 2016, in entrambi i casi con l’Equipaggio Peterhansel-Cottret e, infine, è cronaca recente, vinto con Cyril Despres e David Castera il Silk Way Rally di Agosto (non si tratta dello stesso Rally di cui sopra, ma della “variante” cinese al momento più “benestante”). 76 77 Dakar Automoto.it Magazine N. 94 I concetti di quella che dai primi di gennaio del 2016 è diventata improvvisamente la Macchina da battere, e che sfortunatamente per gli avversari si è rivelata imbattibile e imbattuta, evolvono oggi nella 3008 DKR. La prima 2008 DKR era senz’altro rivoluzionaria. Evocava le leggendarie 205 e 405 Turbo 16 Grand Raid dominatrici delle stagioni dal 1987 al 1990 della Dakar, ma si atteneva tecnicamente allo “scibile” più recente di Velizy e alle esperienze vincenti in eventi non meno leggendari come Le Mans o Pikes Peak. La 2008 DKR nell’evoluzione “Plus”, sviluppata durante la stagione 2015, vincitrice per la prima volta in Cina e quindi proposta nella versione definitiva 2008 DKR16 per la Dakar, introduceva invece i risultati di esperienze non più soltanto progettuali e di test ma anche e soprattutto delle Gare a cui il Team Peugeot Total aveva partecipato. In un anno di esperienza molte cose erano cambiate. Piccoli interventi che cambiavano totalmente il “carattere” del propulsore, il già famoso V6 Turbo Diesel di 3 litri sin dalla prima versione accreditato di circa 340 CV e 800 Nm di coppia, e “provvedimenti” più radicali che avevano interessato le misure basiche dello chassis, le geometrie delle sospensioni e la distribuzione dei pesi. La 2008 DKR16 era, in buona sostanza, una Macchina quasi totalmente nuova, che aveva ereditato gli atout del progetto originale e ricevuto le varianti testate in una stagione di Gare. La nuova 3008 DKR si inserisce perfettamente nella filosofia evolutiva introdotta con la “progenitrice”, ed è ora l’invidiabile sunto di incrociate esperienze progettuali, tecniche e tecnologiche, e agonistiche. Tutto “materiale” di primordine, che prefigura, a seconda del punto di vista, un’autentica “belva” o una nuova… gatta da pelare. A grandi linee, perché le caratteristiche tecniche sono sempre molto generiche e i dati numerici importanti un miraggio, possiamo far finta di intenderci dei miracoli di cui sono capaci i Reparti Corse e fare delle 78 79 Dakar Automoto.it Magazine N. 94 osservazioni. il V6 a 24 valvole Bi-Turbo Diesel, cambio sequenziale a 6 rapporti, resta accreditato degli stessi valori di potenza e coppia della prima versione. È curioso, perché lo era anche l’anno scorso sulla Macchina che poi ha vinto la Dakar, fatto salvo che oggi, in presenza di una flangia obbligatoria di 38mm in luogo di quella di 39, Peugeot dichiara che la 3008 DKR perde una ventina di cavalli. Meglio fidarsi dei dati “empirici” e osservare che la 2008 DKR16 era, in assoluto e relativamente al prototipo del debutto, semplicemente un aereo. Morale, teniamo per buoni 350 cavalli e 800 Nm di coppia, che spingono la Macchina, sempre stando ai dati ufficiali, fino a 200 chilometri l’ora, ma aspettiamoci, nonostante la flangia più stretta, una 3008 DKR più performante di quanto abbiamo mai visto. Altro argomento chiave, le sospensioni. Logicamente indipendenti, sono caratteriz- zate da geometrie a triangoli con due ammortizzatori e una molla elicoidale per ruota. L’escursione di ciascuna ruota, questo è un valore regolamentare, è di ben 460mm, ma il sistema è evoluto radicalmente sulla macchina dello scorso anno ed è prevedibile che quest’anno sia stato ulteriormente ottimizzato. Continuiamo con i dati uguali alle versioni precedenti, consapevoli che potremmo parlare di valori “più uguali”. Freni, dischi da 355mm e pinze a 4 pistoncini. I cerchi restano da 17 x 8,5 pollici e i pneumatici, ah ecco, non sono più Michelin ma i… BFGoodrich All-Terrain nelle stesse misure 37/12,5x17, sempre pollici. Telaio tubolare e carrozzeria in composito, un velo di carbonio, e misure complessive che si discostano pochissimo da quelle delle versioni precedenti, 4.312mm di lunghezza, 2.200 di larghezza e 1.799mm di altezza, 300mm di luce a terra, peso complessivo che è rimasto invariato ma baricentro che è andato scendendo di quota ad ogni versione uscita dalle Premiate Officine di Velizy. In fondo, i dati più interessanti sono ancora empirici, ma questa volta caricati di autorevolezza, poiché sono sintetizzati dal Direttore del Progetto, di cui adesso mi sfugge il nome - come si chiama? - ah, sì, Bruno Famin: “Su questa nuova 3008 DKR abbiamo cercato di migliorare tutti quei punti che ci avevano sin qui causato delle noie, continuando a sviluppare il potenziale del nostro concetto, in particolare a livello delle sospensioni. Cominciamo a capitalizzare l’esperienza, ma non si può mai sapere quello che una prova come la Dakar può riservarci!”Una novità tecnica, radicale e dichiarata, c’è, ed è interessantissima. La nuova 3008 DKR ha l’abitacolo pressurizzato e climatizzato. È una novità che farà sicuramente storcere il naso ai puristi, ma 80 che è un indice di apertura mentale, vincente. Il sistema è certamente un “accessorio” che aggiunge complessità al progetto, all’esecuzione e alla manutenzione, ma in un colpo solo polvere e caldo resteranno fuori dagli abitacoli delle 3008 DKR. Immaginate il livello di confort, per la prima volta in una Macchina da Corsa di questo genere, immaginate per quante ore questo confort verrà a supporto degli Equipaggi, e immaginate il vantaggio di freschezza e lucidità moltiplicato per 10.000 chilometri. A mio avviso questa è la novità che vale più di tutte le logiche evoluzioni della 3008 DKR Partito come un modello anche esteticamente raffinatissimo, la 2008 DKR aveva perso per strada parte dell’omogeneità delle sue linee originali sacrificate, a ragion veduta, sull’altare dell’evoluzione tecnica 81 Dakar Automoto.it Magazine N. 94 della Macchina. La 3008 DKR tira una riga anche in questo senso e, tornata nelle mani dei Designer del Centro Stile Peugeot, ripropone intatto il formidabile cocktail composto dalle armonie della nuova 3008 unite ai canoni estetici del purosangue da Corsa già validati dalla 2008 DKR “Original”. Il risultato è, come si può finalmente vedere, avvincente, ed è da ascrivere alla stessa matita a cui si deve la nuova 3008 di serie che è già una delle regine del Salone di Parigi, Sébastien Criquet. Ma qui ci fermiamo: parlino le immagini! Contestualmente alla presentazione della nuova Vettura che parteciperà alla Dakar 2017 Paraguay Bolivia Argentina, il Team Peugeot Total ha confermato che a guidare le 4 3008 DKR fiammanti iscritte al Rally saranno gli Equipaggi composti dai “Collezionisti” di vittorie, alla Dakar e non solo alla Dakar: Peterhansel-Cottret, i Campioni in carica, Sainz-Cruz, Loeb-Elena e Despres-Castera, Campioni in carica del Silk Way Rally. Solo le Macchine di Sainz-Cruz e Despres-Castera, tuttavia, debutteranno in 82 anticipo al NPO Rally OiLibya del Marocco dei primi di ottobre. Una conferma globale di cui non c’era bisogno. O si? Da un po’ di tempo mi frulla, infatti, un’idea seducente. Ve la dico. Gli Equipaggi dell’attuale Team Peugeot Total rappresentano, in realtà, dei legami quasi storici. Lo è quello tra “Peter” e “Polo”, e così pure quello tra Sébastien Loeb e Daniel Elena. La collaborazione tra Despres e Castera si basa, oltre che sulla stima e sul rispetto reciproci, sull’amicizia maturata in anni di Dakar, seppure con ruoli molto diversi. In un contesto simile, la nota dissonante è la relazione tra Carlos Sainz e Lucas Cruz, che ha un’origine più “pratica”. Per questo, solo un’idea che mi segue da tempo, ogni volta che gli equipaggi vengono annunciati o confermati, mi chiedo se potremo un giorno veder risalire, alla destra di Dio Sainz, Luis Moya, il navigatore con i quale il “Matador” ha condiviso l’Epopea e i due Titoli Mondiali del WRC. Non sarà per questa volta ma, senza voler togliere nulla al bravissimo Lucas, non demordiamo. 83 Automoto.it Magazine N. 94 EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 RESPONDABILE EDITORIALE Ippolito Fassati CAPO REDATTORE Emiliano Perucca Orfei REDAZIONE Matteo Valenti Maurizio Vettor Marco Congiu Daniele Pizzo Omar Fumagalli Diletta Colombo Roberto Percudani Francesco Paolillo Andrea Perfetti COLLABORANO Massimo Clarke (Tecnica) Enrico De Vita Piero Batini (Sport, Rally) Alfonso Rago Antonio Gola Paolo Ciccarone (F1) Andrea Galeazzi (AMboxing) Luca Bordoni (AMboxing) Giovannni Bregant VIDEO Fabrizio Partel Luca Catasta Stefano Berg GRAFICA Camilla Pellegatta COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto in Automoto.it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. AUTOMOTO.IT Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: [email protected] 84 85