Articolo Cartaceo - Federazione Svizzera Biliardo
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Articolo Cartaceo - Federazione Svizzera Biliardo
Biliardo Lugano guadagna punti a stecca Il Club Diamante di Bioggio vince l’europeo per club e si fa onore ai regionali in Lombardia TOP PLAYER Del team ticinese fa parte anche l’argentino Gustavo Torregiani, che ha ottenuto per tre volte il titolo di campione mondiale. ❚❘❙ Cos’hanno in comune Bioggio, il Belgio, l’Argentina e la Lombardia? Diciamo che sono collegate dalla traiettoria di due palle da biliardo, una bianca e una gialla. Il giocatore si china sul tavolo, nel silenzio più totale. Punta la stecca, prende la mira e toc, colpisce la biglia bianca. La sfera rotola sul panno verde e dum, rimbalza su una sponda, dum, seconda sponda, poi corre verso la palla gialla e tac!, la prende in pieno e la manda dritta verso i birilli al centro del campo. Frrr, otto punti. Questo è il biliardo specialità 5 birilli o all’italiana e la scena che abbiamo descritto, presa in prestito dal film Io, Chiara e lo Scuro con Francesco Nuti, i giocatori del Club Diamante di Lugano ultimamente l’hanno interpretata varie volte. La squadra ticinese, che si allena in una sala privata a Bioggio, si è fatta onore sia nel Campionato re- gionale a squadre in Lombardia, dove lo scorso fine settimana ha perso agli ottavi di finale dopo aver concluso la regular season al primo posto, sia nel primo Campionato europeo per club che si è disputato dal 12 al 15 giugno a Roeselare, in Belgio, dove, in rappresentanza della Svizzera, ha trionfato battendo in finale l’Italia. Fra i momenti chiave del torneo c’è una rimonta in semifinale con la Danimarca firmata da Gustavo Enrique Torregiani, argentino, tre volte campione del mondo. Al suo fianco hanno giocato gli italiani Orazio Aime, nato in terra elvetica e presidente della Sezione 5 birilli della Federazione Svizzera di Biliardo (www.biliardocinquebirilli.ch), il due volte campione mondiale Giampiero Rosanna e Ulisse Calzi. «È cominciato tutto una decina di anni fa – ricorda Aime – Al tempo frequentavamo il «Carlino» di Chiasso e ad un certo punto abbiamo deciso di staccarci e aprire una saletta nostra». Così è nato il «Diamante», il cui nome è riferito ai piccoli rombi incastonati ai margini del tavolo da biliardo e usati dai giocatori come riferimenti. I membri del team partecipano sia alle competizioni svizzere sia a quelle italiane, ma è stata la gara in Belgio a regalare loro un’emozione particolare, soprattutto per l’atmosfera e l’entusiasmo del pubblico. «È stato un successone, e noi siamo stati la prima squadra a vincere quella che diventerà la «Champions League» del biliardo – spiega Aime – Non nego che la nostra squadra era favorita. In quella italiana mancavano i campioni, ma essendo la prima edizione è normale che storcano un po’ il naso. Sono fiducioso per le prossime». GIULIANO GASPERI