Lettore leggero - Maria Pia Simonetti

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Lettore leggero - Maria Pia Simonetti
Lettore leggero - Maria Pia Simonetti
Hai chiuso gli occhi e te lo sei stretto al petto, quel libro, come per contenere tra le sue sottili
dita di carta, contro il suo cuore d'inchiostro, l'emozione potente che ti ha suscitato. Poi, piano
piano, l'hai allontanato da te e ora lo trattieni per un angolo. Tutto quello che c'è scritto ti si è
impresso nella mente e sta lì, palpitante come un uccellino prigioniero cui sia stata aperta la
porta della gabbia.
Quel racconto può volare via quando vuole: la tua memoria è così, come un albero sul
quale i ricordi-uccelli si posano a piacer loro.
Certo ti resta il libro. Lo stai tenendo per un angolo con presa incerta. E se cadesse? Se
venisse inghiottito dall'ombra, dal quel riflesso grigio-azzurro, copia conforme della tua
immagine?
Ma quel racconto-uccello, quel merlo affabulatore, non è come gli altri, lui è l'oiseau bleu,
quello vero, quello che serve a trovare la felicità .
Alzi il capo e... Eccolo lì, davanti a te, posato sul ramo della grande quercia. Ti guarda mentre
lo guardi.
Lhai cercato così a lungo che un po' ti stranisce l'idea che possa volar via, ma quello che ti
doveva dire te l'ha detto, quello che dovevi imparare da lui l'hai imparato e comunque lo sai
che, prigioniero della tua mente, morirebbe.
Dunque che voli, quel racconto-uccello, quell'oiseau bleu du bonheur!
Ma lui non vola, sta lì fermo e ti guarda. E allora capisci che non sei tu ad avere catturato lui,
ma lui ad avere catturato te. Sei prigioniero della storia, della bellissima storia di Tyltyl e Mytyl, i
bambini di un boscaiolo a cui la fata Béryluce chiede di andare a cercare l'oiseau bleu. Forse
te l'aveva raccontata qualcuno, questa storia, quando ancora non sapevi leggere. Ma l'avevi
dimenticata.
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Lettore leggero - Maria Pia Simonetti
C'è una bambina malata da salvare. Ha una malattia che, come il raffreddore, è molto
comune ma incurabile; va e viene come le pare e non c'è nulla da fare. Quella malattia si
chiama Infelicità , e il suo sintomo principale è la tristezza, una tristezza buia, che non ti lascia
più vedere nessuna cosa bella, uno smog dell'anima che ti impedisce di vedere il cielo e ti
inquina i pensieri. L’oiseau bleu è il vaccino.
Gli umani non sanno più vedere l'essenza delle cose da quando hanno smesso di credere alle
fate, così Tyltyl e Mytyl, partono per la loro ricerca dotati dei talismani necessari a vedere
aldilà delle apparenze. Il loro viaggio li porta nel Paese dei Ricordi, dove vivono i trapassati, poi
nel Palazzo della Notte, che ospita gli incubi e i sogni, e nel Giardino della Felicità dove, grazie
ai talismani, riescono a vedere la vacuità nascosta nei Grands Bonheurs (fasto, sperpero,
ostentazione). Infine visitano il regno dell'Avvenire, dove hanno dimora i nascituri.
In ognuno di questi luoghi vive l'oiseau bleu, ma ogni volta che Tyltyl e Mytyl riescono a
catturarlo - afferrare la felicità non è facile - e lo portano nella vita reale, lui cambia colore e
perde il suo potere taumaturgico. Quello proveniente dal paese dei Ricordi diventa nero
perché è scritto che "nero è l'albero dei ricordi". Quello pro¬veniente dal palazzo della
Notte, appena fuori da lì trascolora e svanisce, come un sogno al risveglio. Diventa rosso
quello catturato nel regno dell'Avvenire poiché è azzurro solo ciò che vive nella speranza,
ma cambia colore quando s'incarna nella realtà .
Tu hai letto questo racconto e, come Tyltyl e Mytyl, hai imparato la lezione. Tornando a casa dal
lungo viaggio-sogno, i due bambini trovano che la tortorella che da sempre vive con loro è
diventata azzurra. E' dunque lì, nelle pieghe dell'umile quotidiano, che vive la possibilità di
guarire dall'infelicità ? Una cosa è certa: ciascuno che abbia fatto il viaggio trova al ritorno il
proprio oiseau bleu. E, come Tyltyl e Mytyl, ora sai anche tu che lui può volare via da un
momento all'altro, ma che l'itinerario per la ricerca della felicità è scritto in quel libro. Allora lo
tieni bene, con dita leggere, come un pittore di sogni tiene il pennello.
Maria Pia Simonetti
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