19 MAGGIO

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19 MAGGIO
Anno 6 Numero 20
Supplemento ad Avvenire
del 19 maggio 2010
[email protected]
PREZZI
PRODUZIONE
OCCUPATI
+0,4%
+6,4%
–0,2%
AD APRILE
SU MARZO
NELL’INDUSTRIA
A MARZO IN UN ANNO
A MARZO
RISPETTO A FEBBRAIO
INIZIATIVA
Contrattazione
Una Fiera
per rilanciare
il secondo livello
IL PUNTO
TRE CAMBI
CULTURALI
PER NON PERDERE
LA RIPRESA
NATALE FORLANI
na recente indagine della
Commissione Europea sulle
professioni più richieste nel
prossimo decennio offre spunti
interessanti per l’Italia, suggerendo
tendenze e linee di adeguamento. Le
tendenze sono già evidenti e si
consolideranno con l’uscita dalla
crisi: l’occupazione si svilupperà
essenzialmente nel terziario e nelle
professionalità medio-alte. Le linee di
adeguamento delle politiche attive
dovranno valorizzare le competenze,
favorire l’integrazione tra formazione
e lavoro, sviluppare un mix di
conoscenze che tenga conto anche dei
riflessi organizzativi e relazionali del
lavoro, migliorando l’informazione
sui fabbisogni professionali di
imprese e persone. Su questo, il
posizionamento italiano è molto
debole. Il trend della domanda di
lavoro a medio-alta qualificazione
continua a rimanere inferiore alle
medie europee, mentre sulle politiche
attive sono noti i ritardi nella qualità
dei sistemi informativi,
dell’orientamento e dell’integrazione
tra formazione e lavoro. Ciò significa
ridotti tassi di innovazione del
sistema produttivo e un rilevante
spreco di risorse finanziarie e umane
prodotto dalla dispersione degli
investimenti sulle persone, dalle
difficoltà e dai tempi d’inserimento
dei disoccupati, dalla frustrazione
delle aspettative dei giovani diplomati
e laureati. È necessaria quindi
discontinuità con la prassi italiana
dove domanda e formazione si
muovono in modo autoreferenziale,
mentre diminuisce l’utilizzo dei
contratti che combinano formazione
e lavoro. Causa l’invecchiamento
della popolazione e le crescenti
diversificazioni territoriali
dell’occupazione, diventa sempre più
difficile conciliare domanda/offerta e
aumentare il tasso di occupazione.
Inoltre, comportamenti corporativi in
alcuni settori della rappresentanza
sociale e nell’uso delle risorse
pubbliche hanno sinora impedito di
affrontare adeguatamente la tematica
dell’occupazione giovanile in un
Paese dove ogni anno fuoriesce dal
mondo del lavoro un numero di
pensionati doppio rispetto ai giovani
che aspirano ad entrarvi.
È fuorviante ritenere che il problema
sia nella flessibilità del lavoro e nelle
norme che lo regolano. La malattia è
più profonda, nel contempo riflesso
di una scarsa educazione al lavoro e
di una visione elitaria dei processi
formativi ridotti a nozionismo, e
della scarsissima propensione a
rendere prioritaria l’inclusione nel
mercato del lavoro di giovani, donne
e anziani. Risalire la china non sarà
affatto semplice. Tuttavia, con la crisi
economica aumenta la
consapevolezza dell’esigenza di non
disperdere il capitale sociale
rappresentato dai valori e dalle
competenze dei lavoratori, e della
necessità di accompagnare la
trasformazione delle imprese con una
mobilità sostenibile del lavoro.
L’intesa tra governo, Regioni e parti
sociali sulle "Linee guida sulla
formazione" impegna i firmatari a
perseguire gli orientamenti della
Commissione Europea. Alcune
azioni, in particolare, possono
contribuire ad accelerare il
cambiamento. La prima: il sistema
scolastico deve assumere la qualità, la
quantità e la velocità d’inserimento di
diplomati e laureati nel sistema
produttivo come indicatore di
efficienza dei programmi. La seconda:
è necessario che servizi di
orientamento e offerta formativa per i
disoccupati (vincolati a loro volta ad
accettare un’offerta congrua di
lavoro), diventino un parametro di
validazione dell’azione di istituzioni e
operatori pubblici e privati. La terza:
le parti sociali si impegnino
massicciamente a diffondere le forme
contrattuali che privilegiano il mix tra
la formazione nelle imprese e il
lavoro.
Cambiamenti essenzialmente
culturali, assai più incisivi delle pur
auspicabili azioni strumentali che li
accompagnano, sui nodi e sulle
precondizioni che hanno generato le
storture esistenti, e capaci di muovere
energie formidabili.
Barometro
PAGINA
PROFESSIONE
Il pizzaiolo,
un mestiere
che anche oggi
non conosce crisi
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PAGINA
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INDAGINE
Laureati
triennali:
in calo
gli occupati
PAGINA
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U
c m y
k
Si apre a Milano «Bip Research»:
700 progetti, 50 aziende
e 30 università a confronto
sui temi della ricerca per favorire
il trasferimento di innovazione,
migliorare i rapporti tra atenei
e imprese, creare occupazione
èletture
di Francesco Riccardi
In primo piano
Idee al lavoro
DI
MAURIZIO CARUCCI
I
n un’Italia che conta 25mila ricercatori
attivi nel panorama accademico, ma che
continua a evidenziare lo scollamento
tra Università e imprese, Bip Research
(http://research.biponline.it/) si presenta come l’anello di congiunzione, finora
mancante, tra ricercatori e aziende. All’evento, che si apre oggi al Milano Convention Centre (con l’intervento del professore Antonino Zichichi) e si chiude venerdì,
vengono presentati 700 progetti innovativi, partecipano 50 aziende e 30 Atenei.
«Questa manifestazione – spiega Tommaso Aiello, Ceo di Emblema e ideatore di
Bip Research – è solo l’ultima tappa del progetto Bip, ideato nel 2007 con l’obiettivo
di avvicinare i mondi dell’alta formazione
e dell’impresa. Uno dei problemi per la
collocazione dei dottori di ricerca è che la
loro selezione viene quasi sempre fatta da
chi si occupa di neolaureati: è evidente che
tale scelta non può valorizzare le potenzialità di questi candidati, soprattutto in
termini di know how specifico. Un confronto diretto tra gruppi di ricerca e manager porterà, a mio parere, a modificare
il processo di selezione, poiché si potrà
meglio percepire che il reclutamento di un
dottore di ricerca è una forma estremamente concreta di trasferimento tecnologico. Inoltre, credo che un aiuto concreto
verrà dalla preview on line e dalla possibilità per i manager di fare una cernita concreta non tanto attraverso una classificazione delle ricerche in base a materie accademiche, bensì su specifici gruppi applicativi: questa semplice soluzione porterà ricercatori e manager a confrontarsi
sui progetti trovandosi a metà strada, ovvero discutendo direttamente dell’ambito
di applicazione concreta di un singolo progetto».
La tre giorni milanese, infatti, intende diventare un punto di riferimento per ricer-
CRISI Il «Diario operaio»
di un’Italia senza certezze
bbiamo paura, senza un lavoro
non ce la possiamo fare. Qui la
vita è difficile, se perdiamo il
posto alla Vinyls fuori non c’è nulla...
Con lo stipendio di 1.200-1.300 euro al
mese potevo costruire dei progetti,
pensare a sposarmi, metter su casa, così
invece non si può far nulla...». Il grido
dolente di Antonio Solaris, 26 anni, uno
degli operai che occupano (ormai da più
di 80 giorni) l’ex carcere dell’Asinara
rappresenta bene quel senso di
spaesamento, di totale incertezza sul
futuro che corre come un filo rosso in
tutto il Paese. Quest’anno di crisi
economica, di cassa integrazione e di
fabbriche a rischio è raccontato con la
voce dei protagonisti nel libro «Diario
operaio - La condizione del lavoro nella
crisi italiana» di Rinaldo Gianola
(Ediesse). Le storie degli operai – sempre
dati in via di sparizione e in realtà ancora
componente maggioritaria della forza
lavoro italiana – delle fabbriche e dei
territori piegati dalla recessione si
dipanano da un capo all’altro del Paese.
Il quadro che ne scaturisce somiglia a
quei mosaici fatti di tante fotografie di
persone che poste l’una accanto all’altra
compongono un volto, disegnano
un’espressione: in questo caso lo
sgomento di chi ha perso o sta per
perdere non solo il reddito, ma la propria
identità lavorativa, la stabilità di
un’occupazione a tempo indeterminato,
«A
l’idea stessa del futuro,
la certezza di poter
provvedere alla propria
famiglia.
Il libro di Gianola,
vicedirettore dell’Unità,
ha il merito di rimettere Rinaldo Gianola
al centro dell’attenzione
Diario operaio
la condizione concreta
di migliaia e migliaia di La condizione
del lavoro nella crisi
lavoratori che stanno
italiana
subendo sulla propria
pelle non solo gli esiti
Ediesse
della recessione
164 pagine, 10 euro
mondiale, ma sempre
più spesso anche le
conseguenze di scelte assunte all’altro
capo del mondo per manovre meramente
speculative. L’inchiesta sconta però
un’impostazione piuttosto ideologica: gli
amministratori di centrodestra sono
intenti solo a organizzare gite, mentre i
governatori di sinistra si prodigano in
interventi e casse in deroga; gli
imprenditori sono quasi sempre dei
"padroni approfittatori". Una visione che,
agli occhi del lettore, rischia di inficiare
l’analisi. E, alla fine della lettura, assieme
a un grande sconforto, resta una
domanda inevasa: davvero si può pensare
di contrastare questi fenomeni di
trasformazione dell’economia e della
società solo con il tradizionale conflitto?
Non è ancor più necessario un cambio di
paradigma culturale più profondo?
catori universitari, responsabili di spin off,
acceleratori d’impresa e parchi tecnologici. Oltre a essere l’occasione per favorire il
trasferimento di innovazione e creare occupazione sfruttando le tante idee originali in mostra: dagli innesti robotici per la
coltivazione, alla penna che non scrive, ma
sa leggere ed è utile ai dislessici come agli
ipovedenti; dai farmaci "ibridi" che aumentano le proprietà terapeutiche e limitano gli effetti avversi alle ultime scoperte
sul neuromarketing, che misurando il "vissuto" sensoriale ed emotivo dei soggetti facilita una comunicazione di marchio sempre più performante; dai robot Ambient intelligence con interfaccia touch-screen per interagire con gli utenti durante la fase di deposito dei rifiuti differenziati per il miglioramento della gestione dell’igiene urbana a quelli pensati per il controllo delle acque costiere, fluviali e lagunari e capaci di muoversi in totale autonomia.
Ma esiste una maniera per coinvolgere
maggiormente i privati nelle attività di ricerca universitaria? «Il modo più immediato – risponde Gianni Sava, ordinario
di Farmacologia presso l’Ateneo di Trieste
e membro dell’advisory board di Bip Research – è quello che le aziende assumano
più laureati e dottorati, di partecipare alle
attività formative accettando di condividere strutture per formazione in stage e
partecipando alle attività formative portando direttamente le proprie esperienze».
Per Emanuela Stefani, direttore della Fondazione Crui della Conferenza dei rettori,
«le Università si sono ormai lanciate in
quella che ci piace definire la "terza missione". Ovvero la valorizzazione dei risultati della ricerca in termini di ricadute industriali. La Fondazione Crui, come una vera e propria agenzia al servizio dello sviluppo e dell’innovazione in ambito accademico, accompagna da tempo questo
cammino cercando opportunità e sperimentando metodologie».
mercoledì 19 maggio 2010
2
da
sapere
IL PROGRAMMA
DELLA MANIFESTAZIONE
● Dove e quando. La prima
"Fiera della contrattazione" si
terrà il 27 e 28 maggio allo spazio M.I.L. in via Granelli a Sesto san Giovanni, in quello che
fino a qualche anno fa era uno
stabilimento della Breda. Dalle 9,30 fino al tardo pomeriggio dei due giorni sarà possibile esaminare e confrontare le
migliori intese firmate a livello aziendale e territoriale.
● I dibattiti. Durante il corso
delle giornate è prevista una
lunga serie di incontri e dibattiti sui vari temi della contrattazione. Due gli appuntamenti di maggior rilievo venerdì 28.
Alle 12 si confronteranno il
leader della Cisl Raffaele Bonanni e il presidente della Confartigianato Giorgio Guerrini.
Alle 15, infine, la tavola rotonda conclusiva con lo stesso
Bonanni, il segretario generale della Cisl Lombardia Gigi
Petteni, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il vicepresidente di
Confindustria Alberto Bombassei e l’economista della Cattolica Carlo Dell’Aringa.
Contratti in mostra
● Il premio. Una giuria, guidata dai professori Guido Baglioni e Carlo Dell’Aringa assegnerà poi un premio ai migliori contratti di secondo livello realizzati negli ultimi anni.
RICCARDI
mmaginate un grande salone
con una serie di stand nei quali
le "merci" esposte sono accordi,
intese, contratti di lavoro. Dove ad
incontrarsi sono sindacalisti e
dirigenti d’azienda, delegati dei
lavoratori ed esponenti delle
istituzioni. Un salone nel quale ci
si scambia idee, esperienze, si
confrontano buone pratiche e si
valutano metodi e procedure per il
dialogo fra controparti. Ecco
questo, e qualcos’altro ancora, sarà
la prima "Fiera della
contrattazione" che si svolgerà a
Sesto San Giovanni (Milano) il 27
e 28 maggio.
Un appuntamento organizzato
dalla Cisl della Lombardia, che si
candida subito a diventare un
evento di valenza nazionale. Non
solo perché la Lombardia resta una
delle punte più avanzate della
produzione e del lavoro in Italia,
ma soprattutto perché accende un
faro potente sulla contrattazione di
secondo livello, quella svolta a
livello aziendale o territoriale, che
acquisterà un peso via via più
importante per la migliore tutela
dei lavoratori e far compiere passi
in avanti a quel modello
partecipativo e sussidiario che è
stato abbozzato nell’intesa
nazionale di riforma del sistema
contrattuale. «Dopo il rinnovo di
oltre 40 contratti collettivi
nazionali in maniera unitaria (ad
eccezione di quello dei
metalmeccanici), questo è il
momento di aprire una stagione di
contrattazione di secondo livello
I
èlavoro
Direttore responsabile
MARCO TARQUINIO
Vicedirettore
Tiziano Resca
A cura di
Francesco Riccardi
(responsabile)
Maurizio Carucci
Comitato scientifico
Guido Baglioni,
Giuliano Cazzola,
Lorenzo Ornaghi,
Michele Tiraboschi
(coordinatore)
In collaborazione con: Adapt
Centro Studi Internazionali
e Comparati “Marco Biagi”
Università di Modena e Reggio Emilia
Progetto grafico
Aurelio Candido
Per contattarci:
[email protected]
Piazza Carbonari 3,
20125 Milano Tel. 02/6780.461
sviluppando relazioni sindacali
partecipative, affrontando in
particolare le due sfide del dopocrisi: la trasformazione del tessuto
produttivo e la crescita di
produttività per migliorare i salari –
commenta Gigi Petteni, segretario
generale della Cisl Lombardia –.
La contrattazione decentrata è la
migliore medicina per uscire dalla
recessione, perché rappresenta un
fattore di innovazione sociale ed
economico in grado di instradare le
imprese sulla via di un nuovo
sviluppo e della crescita delle
opportunità di lavoro».
E che la contrattazione – in
particolare quella di secondo livello
fatta azienda per azienda, provincia
per provincia, con le imprese e le
istituzioni – sia decisiva per la
tenuta e il futuro del nostro sistema
economico lo dimostra quanto è
le intese “modello”
DI FRANCESCO
La Cisl organizza
a Sesto San Giovanni
la prima Fiera
della contrattazione
per rilanciare
la negoziazione nelle
aziende e nei territori
Obiettivo: costruire
un nuovo modello di
relazioni partecipative
avvenuto nell’ultimo anno. Solo in
Lombardia sono stati firmati
qualcosa come 24mila accordi
aziendali per la concessione della
cassa integrazione in deroga, che
hanno coinvolto oltre 160mila
persone, ai quali vanno aggiunti
più di 300 intese con gli enti locali
per il sostegno dei lavoratori in
difficoltà. E ancora, accordi
provinciali sono stati stretti a
Milano, Bergamo, Como e a
Monza per gli ammortizzatori
sociali e l’utilizzo dei contratti di
solidarietà, mentre con gli istituti di
credito sono state sottoscritte
convenzioni per l’anticipo ai
lavoratori della cassa integrazione.
Se ci ferma a riflettere si tratta di
una massa enorme di accordi,
quasi 100 contratti firmati per ogni
giorno lavorativo nella sola
Lombardia. Intese che hanno
permesso al sindacato di entrare
anche in molte realtà nelle quali
non era presente – come le piccole
imprese dell’industria,
dell’artigianato e del commercio –
ma nelle quali soprattutto si è
riusciti a tutelare i lavoratori
offrendo loro alternative al
licenziamento, con la cassa
integrazione in deroga, e servizi per
poter superare l’ondata della
grande crisi.
«In quest’ultimo anno il lavoro
svolto dai delegati e dagli operatori
di categoria è stato particolarmente
importante – spiega Giorgio
Caprioli, ex segretario generale dei
metalmeccanici Fim e ora
responsabile della contrattazione
nella Cisl lombarda –. Dopo i
tanti accordi "difensivi", adesso è il
momento di sviluppare al massimo
la contrattazione di secondo livello,
riguardo a tutta la vita aziendale,
con una visione più ampia rispetto
al solo aspetto della tutela del
salario, per costruire davvero un
nuovo modello partecipativo».
La "Fiera della contrattazione" è
dunque anche un primo passo
significativo per ridisegnare le
strategie della Cisl (sarà presente in
diversi momenti anche il segretario
generale nazionale Raffaele
Bonanni) e impegnare i gruppi
dirigenti nel rilancio della
contrattazione di secondo livello,
patrimonio tradizionale della
confederazione di via Po, fin dalla
svolta di Ladispoli del 1953.
Un’operazione che è insieme un
impegno e la riaffermazione forte
di un’identità. Non a caso lo slogan
della manifestazione riprodotto
anche su spillette e magliette sarà:
«Contrattare è il mio mestiere».
BRAWO (MECCANICA)
Tra welfare aziendale
e premio di risultato
SAATI (TESSILE)
Nuovo inquadramento
e part-time regolato
AMSA (AMBIENTE)
Salario variabile
per qualità e prestazioni
lla Brawo,
azienda
metalmeccanica
di Piancamuno
(Brescia) a maggio
dell’anno scorso si è
riusciti a rinnovare il
contratto integrativo in
maniera unitaria. Anche
la Fiom-Cgil, visti i
risultati, ha superato i
dubbi e ha firmato
assieme alla Fim-Cisl e
all’azienda un accordo
che interviene su alcuni
punti qualificanti: la
creazione di un welfare
aziendale, la
professionalità dei
lavoratori e la loro
sicurezza, le relazioni
industriali, oltre al
premio variabile di
risultato.
«Abbiamo previsto 2
borse di studio per i figli
dei dipendenti che
studiano all’università e
5 per quelli che
frequentano le superiori,
per un totale di 12.500
euro l’anno. Inoltre
l’azienda si è impegnata
a stringere convenzioni
con alcuni asili nido –
spiega Giacomo Meloni,
delegato Fim –. Per
valorizzare la
professionalità dei
colleghi, poi abbiamo
concordato con
l’azienda la creazione di
due livelli di
inquadramento
intermedi tra il 3° e il
n inquadramento "tagliato su
misura", il riconoscimento delle professionalità, assieme a una
regolazione del part-time per favorirne l’utilizzo. Nel contratto integrativo firmato nel febbraio del 2008 alla Saati, 260 dipendenti sparsi tra Appiano Gentile
(Como) e Legnano (Varese), sono questi i punti qualificanti.
«Con quell’accordo abbiamo completato un
percorso iniziato qualche anno fa, adattando
gli inquadramenti previsti dal contratto nazionale alle specificità di
questo gruppo che produce tessuti non tessuti e
tessuti tecnici particolari – spiega Gloria Paolini, segretaria della Femca-Cisl di zona –. La novità più importante è la
creazione della figura del
"Tutor". Si tratta di lavoratori che per esperienza
maturata o competenza
specifica si occupano
della formazione in linea dei neo-assunti o dei
dipendenti trasferiti da
altri reparti. Pur restando
addetti alla produzione
vedono così valorizzata
la loro professionalità,
anche con un riconoscimento economico». Un
migliore inquadramento è stato previsto anche
n’intesa che
rimette ordine nei
trattamenti del
personale rispetto alla
tornata contrattuale
precedente e assicura un
buon margine di salario
accessorio per i
dipendenti. È il risultato
raggiunto all’Amsa,
l’Azienda che gestisce i
servizi ambientali nella
città di Milano,
controllata dal gruppo
A2A e forte di 3.500
dipendenti. «Il primo
risultato significativo di
questo contratto
integrativo, firmato lo
scorso anno e valido per
2 anni più altri 2 è
proprio quello di aver
"internalizzato", cioé
aver riunito sotto una
stessa "copertura"
contrattuale, tutti i
lavoratori dell’azienda
prima dispersi tra Amsa,
Amsa 2 e Amsa 3, dove
era "collocato" un
gruppo di circa 600
colleghi», spiega
Giovanni Faraci,
segretario territoriale
della Fit-Cisl, oltre che
dipendente Amsa.
I contenuti salariali
dell’intesa sono
significativi. Un primo
parametro è legato
all’andamento del Mol
(il Margine operativo
lordo) con una serie di
scaglioni ai quali è
agganciata
A
4° e tra il 4° e 5° con
relativi riconoscimenti
economici». Alla Brawo,
con 330 dipendenti, le
relazioni industriali
sono di stampo
partecipativo, con
almeno due incontri
l’anno per l’illustrazione
della situazione
economica, le previsioni
di investimento
tecnologico e
ambientale. «Per quanto
riguarda la sicurezza,
svolgiamo assieme la
valutazione dei rischi e i
piani di formazione. In
particolare, abbiamo
previsto la diffusione di
depliant in inglese e in
francese per migliorare
la comprensione da
parte degli immigrati, in
gran parte senegalesi e
maghrebini», dice
ancora Meloni.
Nella contrattazione di
secondo livello non
manca l’aspetto più
prettamente salariale,
con la previsione di un
premio di risultato
variabile, legato a
parametri di qualità e
produttività, che si
aggira mediamente
intorno ai 1.300-1.500
euro l’anno e per il
quale nell’ultimo
rinnovo è stato previsto
un incremento da un
minimo del 5 a un
massimo del 20 per
cento. (F.Ricc.)
U
per le tessitrici, normalmente bloccate al terzo
livello, per le quali è stato creato un "terzo super", così come in precedenza era stato fatto
anche per altre figure
produttive. Tanto che se
la gran parte delle aziende tessili vede i lavoratori inquadrati tra il 2° e il
4° livello, alla Saati si
posizionano tra il 3° e il
6° livello.
Un altro capitolo affrontato è quello dei
congedi parentali e del
part-time, che negli anni
scorsi conosceva un paradosso: le giovani madri
non riuscivano ad ottenerlo perché già concesso a lavoratrici più "anziane" in precedenza.
«Abbiamo concordato
un vero e proprio regolamento per l’utilizzo del
part-time, che ha permesso una migliore rotazione e oggi non abbiamo richieste inevase»,
dice ancora Gloria Paolini. E che le relazioni
sindacali siano buone lo
dimostra anche la gestione della fase di crisi.
La cassa integrazione
straordinaria scadrà a luglio, ma per i 60 esuberi rimasti dai 90 iniziali
si ricorrerà alla cassa in
deroga e non verranno
effettuati licenziamenti,
né messe in mobilità.
(F.Ricc.)
U
un’erogazione
differenziata tra operai e
impiegati. Un secondo
parametro è invece
rappresentato dalla
soddisfazione dei
clienti, o meglio in
questo caso i cittadini.
«Proprio in questi giorni
si stanno effettuando le
rilevazioni tramite
sondaggio – dice ancora
Faraci –. Se l’obiettivo
previsto viene centrato,
scatta un’erogazione di
840 euro. In totale, le
due voci dovrebbero
portare in busta paga
quest’anno circa 675
euro agli impiegati e 910
euro agli operai. Somme
sulle quali agisce la
defiscalizzazione
prevista per i contratti di
secondo livello».
Ancora, sono previste
delle erogazioni
specifiche per gli addetti
al termovalorizzatore,
collegate alla quantità di
energia prodotta e una
quota aggiuntiva andrà
ai dipendenti
maggiormente
disponibili a lavorare
nei giorni festivi. E
proprio una migliore
regolazione delle
prestazioni nei giorni
festivi è un altro dei
capitoli del contratto
integrativo, assieme alle
questioni dell’orario, del
servizio mensa e del
Cral aziendale. (F.Ricc.)
mercoledì 19 maggio 2010
3
La professione
da
sapere
Dall’Alto Adige alla Sicilia,
secondo una stima del 2009
della Fipe (Federazione italiana
pubblici esercizi) di Confcommercio,
si contano 25mila pizzerie
con servizio al tavolo, con una
media di 75 coperti al giorno,
che danno lavoro a 150mila persone,
per un giro d’affari annuo
di 5,3 miliardi di euro
LE MATERIE DEI CORSI
I tipi di insegnamenti variano
da corso a corso. In genere gli
allievi imparano a conoscere
le proprietà e le qualità delle
materie prime (farine, lieviti,
condimenti…), i processi di
lievitazione e maturazione
dell’impasto, le diverse
tecniche per la stesura della
pizza, come si farcisce e si
presenta, le cotture a seconda
dei forni (elettrici, a legna, a
gas), le norme sull’igiene
degli alimenti. Spesso le
lezioni prevedono anche dei
brevi cenni alla storia della
pizza, dal mondo dell’antico
Egitto ad oggi.
Con le mani in
GLI INDIRIZZI UTILI
● Associazione
Pizza-Planet
www.pizza-planet.it
pasta
● Associazione verace
pizza napoletana
www.pizzanapoletana.org
● Associazione pizzaioli
e similari
www.pizzapress.it
● Cip-Fipe
www.fipe.it
● Fip
www.federazioneitalianapizz
aioli.com
● Federazione italiana
maestri pizzaioli
www.fimap.org
● Scuola nazionale
maestri pizzaioli
www.scuolanazionalepizzaiol
i.it
● Api
www.associazionepizzerieital
iane.it
DI
MAURO CEREDA
a pizza è una delle
bandiere del nostro
Paese nel mondo. Dici
pizza e dici Italia, anche se
sei a New York, a Londra, a
Sidney o in una qualsiasi
area geografica del pianeta.
È un prodotto universale,
come il caffè espresso o gli
spaghetti. Quella
napoletana (la pizza per
eccellenza), appena
qualche mese fa, ha
ottenuto dall’Unione
europea il riconoscimento
del marchio Stg: specialità
tradizionale garantita.
Dall’Alto Adige alla Sicilia,
secondo una stima del
2009 della Fipe
(Federazione italiana
pubblici esercizi) di
Confcommercio, si
contano 25mila pizzerie
con servizio al tavolo, con
una media di 75 coperti al
giorno, che danno lavoro a
150mila persone, per un
giro d’affari annuo di 5,3
miliardi di euro. Mica
bruscolini. «Stiamo
parlando di un comparto
dal peso molto significativo
– spiega Alfredo Zini,
le esperienze
L
Il pizzaiolo
è un mestiere
che non conosce crisi
Ne servono circa
10mila, ma spesso
sono difficili
da trovare,
nonostante le buone
gratificazioni
economiche:
lo stipendio può
andare da un minimo
di 1.500 a oltre 3mila
euro al mese
Sbocchi anche
nei villaggi turistici,
nelle grandi catene
alberghiere,
sulle navi da crociera
e all’estero
vicepresidente della Fipe –,
sia dal punto di vista del
fatturato che
dell’occupazione. E io
credo che ci sia spazio per
un’ulteriore espansione. La
pizza è una delle eccellenze
del nostro Paese, è parte
della grande tradizione
culinaria italiana». Circa
150mila addetti, dunque,
ma potrebbero essere di
più. Il mondo delle pizzerie
ha, infatti, fame (è proprio
il caso di dirlo) di
personale, ma i titolari dei
locali fanno spesso fatica a
reperire sul mercato le
figure di cui hanno
bisogno. Il problema è
sempre lo stesso: i giovani
italiani rifuggono da certe
professioni, in particolare
quelle manuali o che
richiedono un surplus di
disponibilità sugli orari.
Non a caso tra i banconi
infarinati e i forni sta
sempre più aumentando la
presenza di lavoratori
stranieri, in particolare
nordafricani (egiziani su
tutti). «Quello del pizzaiolo
– osserva Antonella Cheli,
presidente dell’associazione
Pizza-Planet di
Confartigianato, una laurea
in Giurisprudenza riposta
nel cassetto per gestire il
ristorante dei genitori a
Portovenere, in Liguria – è
un mestiere che non
conosce crisi e offre buone
gratificazioni economiche:
lo stipendio può andare da
un minimo di 1.500 a oltre
3mila euro al mese per i
più bravi. In Italia servono
circa 10mila addetti. Ai
nostri giovani manca un
po’ la voglia di fare qualche
sacrificio. Meno male che a
supplire ci sono gli
stranieri». Uno dei pochi
luoghi in cui il pizzaiolo è
apprezzato per quello che
vale è, probabilmente,
Napoli. Alle pendici del
Vesuvio fare la pizza è
considerata un’arte. «A
Napoli – nota Antonio
Pace, ristoratore e
presidente
dell’Associazione verace
pizza napoletana –
abbiamo forse meno
problemi a trovare
personale che altrove. Per
svolgere questo lavoro
servono una buona
manualità, grande
professionalità e tanta
passione. La pizza è un
prodotto perfetto, senza
segreti, non serve inventare
chissà che…». Come per
tutte le mansioni
"artigianali" le competenze
sono frutto di un mix di
formazione teorica e
pratica sul campo. Oggi per
accedere alla professione
non occorre frequentare
una scuola particolare e lo
stesso sistema
dell’istruzione non prevede
dei moduli specifici (si fa
cenno a questo mestiere,
giusto "un’infarinatura",
nelle scuole alberghiere). Il
tutto è un po’ lasciato alla
buona volontà personale.
Sul territorio, tuttavia, si
trovano numerose
opportunità formative
organizzate da diversi
soggetti (alcuni riconosciuti
dall’ente pubblico). «La
nostra associazione –
aggiunge Cheli – organizza
corsi di due settimane: la
prima settimana è
incentrata sulla teoria, la
seconda sull’attività in
laboratorio. Poi
consigliamo di fare uno
stage in un locale. Al
termine, il 90% dei corsisti
trova lavoro». Il problema,
casomai, è orientarsi tra le
diverse proposte del
mercato, distinguendo
quelle serie da quelle meno
serie. «La formazione –
evidenzia Zini – è
fondamentale, anche
perché ne va della salute
dei consumatori. Un bravo
pizzaiolo deve conoscere le
proprietà e la qualità dei
prodotti, il modo con cui
vanno combinati e
conservati e via dicendo.
Nella scelta dei corsi io
consiglio di privilegiare
quelli offerti da
associazioni, scuole ed enti
conosciuti, che dispongono
delle attrezzature, degli
strumenti e degli spazi
necessari per offrire una
formazione completa. Poi
attenti ai moduli troppo
costosi». Il percorso che
porta ad acquisire le basi
della professione non è,
comunque,
particolarmente
impegnativo. «A fare la
pizza – conclude Pace – si
impara abbastanza in
fretta, in pochi giorni. La
cosa fondamentale è capire
i movimenti per impastare
e preparare il disco di pasta.
Poi la bontà della pizza è
determinata dalla qualità
dei prodotti utilizzati e
dalla cottura. Un bravo
pizzaiolo, esperto, riesce a
fare anche 50 pizze l’ora. A
Napoli organizziamo dei
corsi di formazione
frequentati da persone che
vengono da tutto il
mondo». Confcommercio
divide il comparto in
quattro categorie: in
aggiunta ai 25mila locali
con servizio al tavolo
(13mila solo pizzerie e
12mila pizzerie "integrate":
ristoranti-pizzerie, barpizzerie, pizza-disco), ve ne
sono circa 22.500 da
asporto (11mila
"specializzate" e 11.500
"integrate": gastronomie,
rosticcerie, panetterie).
Oltre che in questi esercizi,
i pizzaioli possono trovare
lavoro nei villaggi turistici,
nelle grandi catene
alberghiere, sulle navi da
crociera. Quelli italiani
sono molto ricercati
all’estero. Poi, acquisita la
giusta esperienza, c’è
sempre la possibilità di
mettersi in proprio.
IL GRUPPO IMPRENDITORIALE
«Un’arte che si tramanda di generazione in generazione
La si apprende in bottega, a fianco di maestri esperti»
IL GIOVANE
«Servono manualità e una grande passione
Ma anche saper scherzare con i clienti»
a pizza ha attraversato la storia
ed è arrivata fino ai nostri giorni e continua a essere l’alimento preferito da tutti in tutto il mondo, sinonimo di allegria, amicizia, evasione innocente. Gli ingredienti sono
semplici: acqua, farina, lievito, pomodoro e fuoco. Elementi basilari che il pizzaiolo elabora, creando una ricetta unica».
Per Clelia Martino, general manager di
Rossopomodoro, la pizza è qualcosa di
più di un semplice alimento. Rossopomodoro, così come Pizza & Contorni e
Anema & Cozze, è un marchio del Gruppo Sebeto Italia, che ha iniziato la propria attività imprenditoriale nel 1988,
con l’apertura a Napoli di un primo ristorante. Oggi (dati 2009) gestisce, direttamente o in franchising, 84 locali in
Italia e all’estero, 65 dei quali "targati"
Rossopomodoro. Come si legge sul sito
aziendale (www.rossopomodoro.it) l’obiettivo del progetto «consiste nel diffondere la cucina partenopea in Italia e nel
mondo».
Che figura è il pizzaiolo?
Guardi, intanto bisogna dire che quella
del pizzaiolo non è solo una professio-
e mani nell’impasto per la pizza ha
cominciato a metterle quando era
ancora un bambino piccolo. Paolo
Surace, 27 anni, napoletano, è un pizzaiolo precoce. Questione di famiglia,
margherite e marinare sono nel dna della
sua. Oggi gestisce il ristorante-pizzeria rilevato dal nonno Alfredo ed ereditato dal
padre Raffaele. «Ho iniziato a girare per
la pizzeria ad appena sette anni. Ricordo
che mi piaceva giocare con la pasta, sporcarmi le mani. Non arrivavo nemmeno al
bancone. Mi divertivo a guardare mio padre che lavorava». Il locale si affaccia su
piazza Carità, nel pieno centro di Napoli.
Il sito Internet (www.mattozzi.it) ne traccia brevemente la storia. Fondato intorno
al 1833 come pizzeria da asporto, ha avuto tra i suoi clienti illustri il re Umberto
di Savoia, con la consorte Margherita e il
suo seguito reale, lo scrittore Giuseppe
Marotta, il grande attore Peppino De Filippo, il presidente del consiglio Alcide
De Gasperi e tante altre personalità. Il destino di Paolo era, dunque, già scritto. Finite le scuole dell’obbligo si è dedicato anima e corpo alla pizzeria. Il ristorante
ha 200 coperti. Lui fa le pizze, poi c’è un
cuoco, qualche collaboratore. Un aiuto
«L
ne. È un’attività antica: nel tempo è diventata un’arte che si tramanda di generazione in generazione. Il mestiere viene appreso sul banco, "in bottega", con
vari percorsi: si parte da fornaio e man
mano ci si perfeziona fino a quando, come diciamo noi a Napoli, non si prova
ad "ammaccare" la pizza e si conquista
il titolo di "pizzaiolo".
Come vengono formati i vostri pizzaioli?
In Sebeto Italia abbiamo ripreso fedelmente questo percorso che le citavo prima, dando ai giovani apprendisti la possibilità di stare e lavorare in affiancamento ai nostri pizzaioli più esperti. Inoltre abbiamo una scuola interna che
garantisce anche la formazione teorica,
ad esempio sulle materie prime e sulle
tecnica di produzione e di cottura. In
questo modo formiamo nuove figure,
sempre secondo criteri di fedeltà alla tradizione e alla qualità. La scuola è coordinata da me con l’ausilio, in veste di docenti, dai nostri grandi maestri chef Antonio Sorrentino e Enzo De Angelis.
Che requisiti richiedete per le assunzioni?
Il requisito più importante è avere una
forte motivazione, che viene data esclusivamente dalla passione per un’arte ricca di ritualità.
Quanti pizzaioli lavorano per voi?
Attualmente, nei nostri punti vendita a
marchio Rossopomodoro e Anema &
Cozze, abbiamo circa 300 addetti. Tra
questi, i pizzaioli sono 180.
Come vengono reclutati e quali contratti applicate?
Prevalentemente attraverso il nostro sito, cliccando alla pagina "lavora per noi".
Da lì si può avanzare la propria candidatura. Il contratto è quello nazionale di
lavoro del turismo e pubblici esercizi. Lo
stipendio può variare in base al grado di
esperienza e professionalità personali. Si
va da un minimo di 1.600 a un massimo di 2mila euro netti al mese.
Fate fatica a trovare il personale di cui
avete bisogno?
Non abbiamo mai avuto difficoltà a reperire il personale. Come ho già detto,
abbiamo una scuola interna e le iscrizioni non mancano. I nostri allievi sono spesso figli di pizzaioli che si tramandano l’arte da generazione in generazione.
Mauro Cereda
L
per i conti glielo dà la fidanzata spagnola. «A me piace molto questo lavoro. Per
farlo ci vogliono manualità e carattere. Sì,
carattere! Per preparare una pizza buona
devi essere di buonumore. La pizza la devi trattare bene: le più richieste sono
quelle classiche: margherita e marinara.
Qui scherziamo con i clienti. Vengono
tanti turisti e la simpatia è indispensabile. A volte faccio qualche acrobazia, do
spettacolo e la gente apprezza». Il padre
di Paolo è vicepresidente dell’Associazione verace pizza napoletana. È un maestro
pizzaiolo. Per l’associazione tiene dei
corsi di formazione frequentati da persone che arrivano anche dall’estero. «Io non
ho ancora figli, ma se ne avessi consiglierei loro di seguire le mie orme, come ho
fatto io con mio padre. Anzi vorrei che
facessero meglio di me. Per svolgere questo lavoro ci vuole passione e quella non
si compra. La passione fa superare i sacrifici. La mia soddisfazione? Vedere il
cliente che esce contento per come ha
mangiato e per come è stato trattato. La
pizza è un po’ la bandiera di Napoli». E
dell’Italia, anche grazie ai suoi colori: il
bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro e il verde del basilico. (M.Cer.)
mercoledì 19 maggio 2010
4
COMPAGNIE AEREE Assistenti di volo
per Meridiana e Ryanair
RANDSTAD
Addetto vendite
N
onostante la crisi le compagnie
aeree cercano di rafforzare i loro
organici. Tra i requisiti richiesti,
ad esempio per diventare assistenti di
volo, è indispensabile avere almeno 18
anni e un certificato medico di idoneità
fisica all’impiego. È anche indispensabile ottenere un attestato ministeriale rilasciato dall’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac).
Il corso di formazione può tenersi nelle
organizzazioni di addestramento approvate dall’Enac. Al termine dei corsi,
il candidato sarà sottoposto a prove teorico-pratiche dirette a verificare la conoscenza dei compiti e della attribuzioni
dell’assistente di volo, delle procedure
normali e di emergenza a bordo degli aeromobili, delle nozioni di pronto soccorso, di medicina e d’inglese. Superate
queste prove sarà rilasciato l’attestato di
formazione per la sicurezza, che non ha
Le offerte
R
andstad italia spa ricerca un
addetto alle vendite con conoscenza del cinese a livello madrelingua o fluente (oltre a
un’ottima conoscenza dell’italiano
e dell’inglese), da inserire in una
boutique del lusso a Roma centro.
Il candidato ideale è una persona
solare, fortemente motivata a ricoprire un ruolo come addetto alle
vendite di capi di abbigliamento di
alta moda; inoltre, deve aver maturato un’esperienza, anche breve,
presso boutique. Inquadramento e
tipologia contrattuali saranno valutati in base all’esperienza.
Cv a : Filiale Roma Manzoni viale Manzoni 22, 00185 Roma Fax:
0677203008 E-mail: [email protected]
scadenza e consente l’esercizio della professione di membro di equipaggio di cabina in Italia e negli altri Paesi dell’Ue.
Meridiana, ad esempio, è in grado di fornire una buona preparazione tecnica e
consente di totalizzare le ore di volo richieste a bordo della sua flotta. Gli interessati possono inviare il curriculum
sul sito www.meridiana.it nella sezione
"Job and Training", posizioni aperte. Alitalia-Cai non ha invece al momento
corsi di formazione in programma e attinge personale dai dipendenti in cassa
integrazione.
Tra le compagnie low cost, Ryanair per i
prossimi tre anni è a caccia di assistenti
di volo. Coloro che completeranno con
profitto il percorso formativo offerto dalla società avranno un contratto di tre anni. Per ulteriori informazioni è necessario visitare il sito www.ryanair.com nelle sezione carriere. (P.Cab.)
GI GROUP
Assistenti clienti
ACCENTURE In 150
nella consulenza
G
ccenture Management Consulting,
la divisione di Accenture che offre
servizi di consulenza direzionale,
nei prossimi sei mesi prevede
l’assunzione di 150 persone. I profili di
interesse sono sia giovani neolaureati
che esperti per le diverse aree di
competenza: Customer Relationship
Management, Finance & Performance
Management, Process & Innovation
Performance, Risk Management &
Compliance, Strategy, Supply Chain
Management, Talent & Organization
Performance.
La practice italiana di Accenture Management Consulting coordina un’ampia area geografica che comprende Grecia,
Paesi dell’Europa centrorientale, Russia,
Turchia e Medio Oriente e che vede oltre
1.200 consulenti impegnati a servire oltre 200 clienti. Per maggiori informazioni: www.accenture.it
Iniziativa
!
JOB VILLAGE ADECCO A MONZA
IL 21 E 22 MAGGIO
onza ospita il Job Village Adecco. L’iniziativa, realizzata
in collaborazione con il Comune di Monza e la Confindustria di
Monza e Brianza, nasce con l’obiettivo di sostenere le aziende e i lavoratori del territorio.
Il Job Village sarà presente in Piazza
Trento e Trieste i prossimi 21 e 22 maggio, dalle 10 alle 20. Una filiale a cielo aperto dove i consulenti Adecco saranno pronti a rispondere alle domande e a soddisfare le richieste di lavoratori e aziende. I candidati avranno la possibilità di lasciare il proprio
cv, consultare le offerte di lavoro e sostenere un breve colloquio conoscitivo, mentre i rappresentanti delle aziende, oltre a raccogliere informazioni
sui diversi servizi offerti dall’agenzia,
potranno essere aggiornati sulle attività di Adecco per le imprese della
Brianza e sulle novità per il mercato del
lavoro introdotte dalla nuova Finanziaria.
«In Brianza si avvertono i primi segnali
di ripresa – sottolinea l’assessore alle
Attività produttive Paolo Gargantini
– ma le difficoltà non mancano soprattutto per i giovani laureati. Ci sono comparti in Brianza, come quello
artigiano, dove spesso la ricerca di giovani leve cade nel vuoto perché, a torto, il lavoro manuale non è più considerato come qualificante soprattutto da chi ha un titolo di istruzione superiore». «Pur in un contesto di crisi
come quello attuale la nostra associazione – aggiunge Simonetta Galdini,
responsabile Area Lavoro previdenza
sicurezza e qualità di Confindustria
Monza e Brianza – è impegnata quotidianamente a suggerire alle proprie
associate le soluzioni più idonee per
instaurare nuovi rapporti di lavoro».
«Coinvolgendo istituzioni e aziende,
abbiamo deciso di creare un punto
d’incontro dedicato al mercato del lavoro – conclude Andrea Malacrida,
direttore commerciale e marketing Adecco Italia –. È nato così il Job Village Adecco, un’iniziativa con cui vogliamo riconfermare il nostro impegno a favore dei candidati e delle aziende presenti in Brianza, un territorio su cui investiamo fin dalla nostra
nascita in Italia».
Ricerca
CARRIERA NELLE ASSICURAZIONI
PER CENTINAIA DI GIOVANI
M
n occasione della seconda edizione
della International week of sales
recruitment, in contemporanea con altri
otto Paesi del Gruppo, Axa Italia, fino al 23
maggio, si dedicherà al rafforzamento
della propria rete dedicata di consulenti del
settore della protezione della persona e
della previdenza. Per questo motivo, Axa
Italia ricerca profili che rispondano al
ruolo di consulente assicurativo. Le figure
che verranno selezionate beneficeranno di
un percorso di formazione esclusivo e
dedicato gestito dall’Axa business academy.
«In un contesto economico come quello
attuale – dichiara Maurizio Cappiello, vice
direttore generale e direttore canali di
distribuzione di Axa Assicurazioni – è
sempre più necessario instaurare un forte
rapporto di fiducia con i nostri clienti. Per
questo motivo, continuiamo a investire
nella creazione di una solida rete di
consulenti motivati, preparati e affidabili,
che, operando all’interno delle nostre
Agenzie, siano in grado di supportare i
clienti consigliandoli nella scelta dei loro
investimenti in ambito di protezione e
previdenza».
Info: http://www.axa-italia.it/
I
Anche i
laureati
piangono
DI
ENRICO LENZI
A
nche le lauree triennali
stanno risentendo della crisi
economica. È il dato più
evidente che emerge dal rapporto
annuale Stella, realizzato dal
Consorzio interuniversitario Cilea.
Analizzando i dati
sull’occupazione relativi ai laureati
2008, infatti, si assiste a una
contrazione della percentuale di
giovani che si affacciano al mondo
del lavoro. Per le lauree triennali in
un solo anno si passa dal 79,8 al
72,5%, con un calo di oltre sette
punti, che diventano quasi quattro
e mezzo se si considera la
situazione per le lauree
specialistiche e magistrali
(dall’83,8 al 79,3%). Più stabile,
anche se in flessione di sei decimi,
la situazione per le lauree a ciclo
unico (83,5 invece di 84,1% dello
scorso anno). I dati analizzati dal
Secondo il rapporto
Stella sono calati
dal 79 al 72 per cento
i giovani in possesso
di un titolo triennale
che riescono a trovare
un’occupazione
Resta alto tuttavia
l’interesse delle
imprese per questi
dottori. I tempi di
ingresso nel mondo
del lavoro sono più
stretti e i salari medi
superiori a quelli
degli specialisti
Sportello informativo
Ma quali sono gli incentivi? In origine erano sotto forma
di riduzioni contributive; il protocollo del 2007 li ha riformulati nella specie di contributo economico. Il dettaglio: neln porto i nuovi incentivi alle assunzioni di disabili. All’ipotesi di assunzione di un disabile attraverso convenziola concessione delle agevolazioni, in forma di contribuni con rapporto di lavoro a tempo indeterminato il contrito economico alle aziende, provvederanno Regioni e Probuto può arrivare fino al 60% del costo salariale, se il lavince autonome. Nella prima fase di attuazione, le assunvoratore ha una riduzione della capacità lavorativa supezioni premiate saranno quelle effettuate nel 2008 e nel
riore al 79% o una minorazioni ascritte dalla prima alla
2009 che erano rimaste in vacatio: gli incentivi, infatti, oterza categoria di cui alle tabelle del dpr n. 915/1978 ovriginariamente introdotti dalla legge n. 68/1999 (legge sul
vero è affetto da handicap intellettivo e/o psichiche indidiritto del lavoro ai disabili), sono stati riscritti dal protopendentemente dalle percentuali di invalidità; nella stessa
collo Welfare 2007 (diventato legge n. 247/2007) e dal 1°
ipotesi di assunzione il contributo economico non può sugennaio 2008, da quando cioè il protocollo è in vigore, si
perare il 25% se il lavoratore ha una riduzione della capaattendeva la regolamentazione. Le regocità lavorativa compresa tra il 67 e il
le sono arrivate con la pubblicazione sul- Le nuove regole sono 79% e/o una minorazione ascritta dalla Gazzetta ufficiale n. 104 del 6 mag- diventate operative
la quarta alla sesta categoria di cui alle
gio del decreto 4 febbraio del ministero con la pubblicazione
medesime tabelle (del dpr n. 915/1978).
del Lavoro.
La parola passa al territorio. A Regioni
ll provvedimento definisce procedure e sulla «Gazzetta
e Province autonome, infatti, è affidato
criteri mediante i quali Regioni e Pro- ufficiale» n. 104
il compito di fissare l’entità effettiva del
vince autonome possono entrare in pos- del 6 maggio
contributo da erogarsi spalmato su tre
sesso di risorse finanziarie, da poter eroannualità. Ciascuna annualità andrà egare in forma di incentivi alle assunziorogata subordinatamente alla verifica,
ni di disabili. Stabilisce, in primo luogo, che la ripartizioda parte dei servizi all’impiego, della permanenza del rapne delle risorse viene effettuata entro il 30 aprile di ciascun
porto di lavoro instaurato con il soggetto disabile. In caso di
anno, sulla base delle richieste formulate dai datori di larisoluzione del rapporto di lavoro per cause non imputabivoro privati che hanno effettuato assunzioni agevolate nelli al lavoratore disabile, il contributo è ridotto in proporziol’anno precedente. Esempio: le risorse il cui riparto dovrà
ne alla durata del rapporto di lavoro, così come in caso di
avvenire entro il prossimo 30 aprile 2011 si baseranno sultrasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a temle richieste d’incentivo avanzate dai datori di lavoro per le
po parziale.
assunzioni di disabili effettuate quest’anno.
Daniele Cirioli
INCENTIVI ALLE ASSUNZIONI DEI DISABILI:
CONTRIBUTI DA REGIONI E PROVINCE AUTONOME
I
A
i Group spa, Divisione contact
Center, ricerca 50 addetti
assistenti clienti business per
azienda Crm con sede a Olbia per
attività di back office e/o front end. I
candidati ricercati sono giovani,
dinamici, in possesso del diploma. Si
richiede: buona conoscenza del pc,
flessibilità oraria e disponibilità a
lavorare su turni, domicilio/residenza a
Olbia o paesi limitrofi. Orario di lavoro:
part-time 30 ore settimanali o full time 40
ore, su turni.
Si offre Ccnl settore telecomunicazioni
di II livello.
Per candidarsi gli interessati possono
inviare il proprio cv a:
Filiale di Olbia
Via dei Pasti snc
Tel.: 07891901023
Fax: 07891901093
E-mail: [email protected]
rapporto Stella riguarda dodici
atenei italiani, dei quali otto si
trovano in Lombardia, una regione
che sul piano economicoproduttivo rappresenta uno dei
punti di forza del nostro Paese.
Eppure la laurea triennale
mantiene un certo interesse da
parte del mondo del lavoro, visto
che circa il 70% di coloro che
decidono di non proseguire gli
studi riesce a trovare
un’occupazione. Mediamente il
tempo di ricerca, registrato dal
rapporto Stella, si colloca intorno a
poco più di quattro mesi, con oltre
due terzi del campione assunto nel
settore privato. Nota dolente resta
la tipologia del contratto
lavorativo, che solo per il 31,1%
risulta a tempo indeterminato, di
poco superiore a coloro che hanno
ottenuto un contratto a tempo
determinato (30,4%). Soltanto
l’11,8% ha un contratto autonomo.
Secondo il rapporto Stella sui
laureati 2008 e la loro situazione
occupazione si assiste a un leggero
miglioramento sulla retribuzione,
che, rispetto al precedente
rapporto, è leggermente in
aumento nei valori medi (tra i 1100
e i 1200 euro mensili). «Il sistema
delle imprese – ha riconosciuto il
presidente di Assolombarda,
Alberto Meomartini
commentando i dati – deve porsi il
problema delle retribuzioni,
collegandolo al tema della
speranza nel futuro dei giovani».
Anche per le lauree specialistiche e
magistrali è in leggera crescita il
numero di chi decide di proseguire
negli studi iscrivendosi a un
dottorato di ricerca, di quasi due
punti percentuali, anche se, fa
notare il rapporto, «la situazione è
molto variabile fra i vari gruppi
disciplinari», visto che
«permangono alte le percentuali di
prosecuzione soprattutto nei
gruppi geo-biologico, scientifico e
chimico-farmaceutico». Eppure
nonostante le difficoltà per
l’ingresso nel mondo lavorativo e
qualche senso di inadeguatezza
nella propria preparazione, i
laureati del rapporto Stella si
dichiarano per la stragrande
maggioranza soddisfatti dei propri
studi e si riscriverebbero
all’università (anche se una quota
sceglierebbe un altro percorso di
studi). Ultimo dato il diverso
trattamento tra maschi e femmine:
pur essendo ben il 60% globale dei
laureati, le donne mantengono
una percentuale di ingresso nel
mondo del lavoro più basso
rispetto ai loro colleghi uomini (il
70.6% contro il 75,5%). Una
discriminazione che si ripercuote
anche sull’entità dello stipendio,
ovviamente a vantaggio dei laureati
maschi.
Flessibilità, marcia in più per l’azienda
Gli esempi di Openjob e Robilant
DI
MAURIZIO CARUCCI
a flessibilità potrebbe essere una marcia in più per
molte imprese. Soprattutto in tempo di crisi. L’esempio lo dà Openjob. Con il progetto Desk sharing, l’agenzia per il lavoro tenta di potenziare l’elasticità
mentale e professionale sperimentando nuovi ambiti di
lavoro all’interno della propria azienda.
Alcuni dipendenti provenienti da reparti diversi, indipendentemente dalle loro competenze specifiche e dal
ruolo gerarchico occupato, partiranno alla volta delle
prime filiali prescelte (Novara, Omegna, Busto Arsizio,
Varese e Milano) allo scopo di vivere a 360 gradi la realtà
lavorativa di filiale, respirandone il clima. Essi cercheranno di immergersi in tutte le attività quotidiane, partecipando e aiutando per quanto loro possibile (come
con l’accoglienza, il telefono o l’archivio). Solo cimentandosi per qualche giorno nei panni dei colleghi sarà
davvero possibile considerarne difficoltà e problematiche. E così il responsabile del controllo di gestione sarà
chiamato a recarsi in visita commerciale con il collega
addetto di filiale.
«Tutti sappiamo – spiega John Margiotta, consulente di
formazione e sviluppo organizzativo per Openjob –
quanto sia dannosa la cultura del "proprio orticello" di
competenze e operatività. Da molti anni, invece, sappiamo che un’organizzazione "intelligente" fa circolare
le informazioni al proprio interno e questo si traduce in
una migliore qualità del servizio. Chi non conosce du-
L
bita, quando non diffida, mentre chi sa bene a quali attività va incontro quotidianamente il proprio collega
mostra invariabilmente più comprensione ed elasticità:
ne guadagniamo tutti. Se a questo aggiungiamo che per
molti è un piacere imparare e uscire dalla routine il gioco è fatto. Probabilmente, l’annegare nella quotidianità
porta a prevedere l’immediato calo di produttività e la
gestione delle inevitabili obiezioni delle persone coinvolte: lo spirito imprenditoriale consiste proprio nell’andare al di là di questi limiti».
Alla Robilant Associati, che si occupa di brand design e
strategia di marca, la flessibilità è da tempo usata per migliorare l’organizzazione e valorizzare le risorse umane.
«Quando un’azienda investe tanto nella formazione delle sue persone – sostiene Maurizio di Robiant, presidente
e fondatore di Robilant Associati – la priorità diventa garantirne la permanenza all’interno dell’organizzazione.
L’unica vera regola, quindi, è il supporto totale per favorire la persona nelle condizioni di difficoltà che possono presentarsi, che possono andare dalla malattia alle necessità straordinarie per la cura dei figli o di familiari anziani. Flessibilità, però, significa anche creare un
ambiente di lavoro in cui il talento della persona abbia
l’occasione di essere valorizzato, sfidato ogni giorno su
temi nuovi, mediante il confronto con progetti diversi,
team variabili, professionalità distanti, che danno modo
all’individuo di ridefinire e arricchire di volta in volta il
suo profilo, misurandosi con le proprie capacità ed esprimendosi secondo le proprie naturali attitudini».