19 MAGGIO
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Anno 6 Numero 20 Supplemento ad Avvenire del 19 maggio 2010 [email protected] PREZZI PRODUZIONE OCCUPATI +0,4% +6,4% –0,2% AD APRILE SU MARZO NELL’INDUSTRIA A MARZO IN UN ANNO A MARZO RISPETTO A FEBBRAIO INIZIATIVA Contrattazione Una Fiera per rilanciare il secondo livello IL PUNTO TRE CAMBI CULTURALI PER NON PERDERE LA RIPRESA NATALE FORLANI na recente indagine della Commissione Europea sulle professioni più richieste nel prossimo decennio offre spunti interessanti per l’Italia, suggerendo tendenze e linee di adeguamento. Le tendenze sono già evidenti e si consolideranno con l’uscita dalla crisi: l’occupazione si svilupperà essenzialmente nel terziario e nelle professionalità medio-alte. Le linee di adeguamento delle politiche attive dovranno valorizzare le competenze, favorire l’integrazione tra formazione e lavoro, sviluppare un mix di conoscenze che tenga conto anche dei riflessi organizzativi e relazionali del lavoro, migliorando l’informazione sui fabbisogni professionali di imprese e persone. Su questo, il posizionamento italiano è molto debole. Il trend della domanda di lavoro a medio-alta qualificazione continua a rimanere inferiore alle medie europee, mentre sulle politiche attive sono noti i ritardi nella qualità dei sistemi informativi, dell’orientamento e dell’integrazione tra formazione e lavoro. Ciò significa ridotti tassi di innovazione del sistema produttivo e un rilevante spreco di risorse finanziarie e umane prodotto dalla dispersione degli investimenti sulle persone, dalle difficoltà e dai tempi d’inserimento dei disoccupati, dalla frustrazione delle aspettative dei giovani diplomati e laureati. È necessaria quindi discontinuità con la prassi italiana dove domanda e formazione si muovono in modo autoreferenziale, mentre diminuisce l’utilizzo dei contratti che combinano formazione e lavoro. Causa l’invecchiamento della popolazione e le crescenti diversificazioni territoriali dell’occupazione, diventa sempre più difficile conciliare domanda/offerta e aumentare il tasso di occupazione. Inoltre, comportamenti corporativi in alcuni settori della rappresentanza sociale e nell’uso delle risorse pubbliche hanno sinora impedito di affrontare adeguatamente la tematica dell’occupazione giovanile in un Paese dove ogni anno fuoriesce dal mondo del lavoro un numero di pensionati doppio rispetto ai giovani che aspirano ad entrarvi. È fuorviante ritenere che il problema sia nella flessibilità del lavoro e nelle norme che lo regolano. La malattia è più profonda, nel contempo riflesso di una scarsa educazione al lavoro e di una visione elitaria dei processi formativi ridotti a nozionismo, e della scarsissima propensione a rendere prioritaria l’inclusione nel mercato del lavoro di giovani, donne e anziani. Risalire la china non sarà affatto semplice. Tuttavia, con la crisi economica aumenta la consapevolezza dell’esigenza di non disperdere il capitale sociale rappresentato dai valori e dalle competenze dei lavoratori, e della necessità di accompagnare la trasformazione delle imprese con una mobilità sostenibile del lavoro. L’intesa tra governo, Regioni e parti sociali sulle "Linee guida sulla formazione" impegna i firmatari a perseguire gli orientamenti della Commissione Europea. Alcune azioni, in particolare, possono contribuire ad accelerare il cambiamento. La prima: il sistema scolastico deve assumere la qualità, la quantità e la velocità d’inserimento di diplomati e laureati nel sistema produttivo come indicatore di efficienza dei programmi. La seconda: è necessario che servizi di orientamento e offerta formativa per i disoccupati (vincolati a loro volta ad accettare un’offerta congrua di lavoro), diventino un parametro di validazione dell’azione di istituzioni e operatori pubblici e privati. La terza: le parti sociali si impegnino massicciamente a diffondere le forme contrattuali che privilegiano il mix tra la formazione nelle imprese e il lavoro. Cambiamenti essenzialmente culturali, assai più incisivi delle pur auspicabili azioni strumentali che li accompagnano, sui nodi e sulle precondizioni che hanno generato le storture esistenti, e capaci di muovere energie formidabili. Barometro PAGINA PROFESSIONE Il pizzaiolo, un mestiere che anche oggi non conosce crisi 2 6 PAGINA 3 6 INDAGINE Laureati triennali: in calo gli occupati PAGINA 4 6 U c m y k Si apre a Milano «Bip Research»: 700 progetti, 50 aziende e 30 università a confronto sui temi della ricerca per favorire il trasferimento di innovazione, migliorare i rapporti tra atenei e imprese, creare occupazione èletture di Francesco Riccardi In primo piano Idee al lavoro DI MAURIZIO CARUCCI I n un’Italia che conta 25mila ricercatori attivi nel panorama accademico, ma che continua a evidenziare lo scollamento tra Università e imprese, Bip Research (http://research.biponline.it/) si presenta come l’anello di congiunzione, finora mancante, tra ricercatori e aziende. All’evento, che si apre oggi al Milano Convention Centre (con l’intervento del professore Antonino Zichichi) e si chiude venerdì, vengono presentati 700 progetti innovativi, partecipano 50 aziende e 30 Atenei. «Questa manifestazione – spiega Tommaso Aiello, Ceo di Emblema e ideatore di Bip Research – è solo l’ultima tappa del progetto Bip, ideato nel 2007 con l’obiettivo di avvicinare i mondi dell’alta formazione e dell’impresa. Uno dei problemi per la collocazione dei dottori di ricerca è che la loro selezione viene quasi sempre fatta da chi si occupa di neolaureati: è evidente che tale scelta non può valorizzare le potenzialità di questi candidati, soprattutto in termini di know how specifico. Un confronto diretto tra gruppi di ricerca e manager porterà, a mio parere, a modificare il processo di selezione, poiché si potrà meglio percepire che il reclutamento di un dottore di ricerca è una forma estremamente concreta di trasferimento tecnologico. Inoltre, credo che un aiuto concreto verrà dalla preview on line e dalla possibilità per i manager di fare una cernita concreta non tanto attraverso una classificazione delle ricerche in base a materie accademiche, bensì su specifici gruppi applicativi: questa semplice soluzione porterà ricercatori e manager a confrontarsi sui progetti trovandosi a metà strada, ovvero discutendo direttamente dell’ambito di applicazione concreta di un singolo progetto». La tre giorni milanese, infatti, intende diventare un punto di riferimento per ricer- CRISI Il «Diario operaio» di un’Italia senza certezze bbiamo paura, senza un lavoro non ce la possiamo fare. Qui la vita è difficile, se perdiamo il posto alla Vinyls fuori non c’è nulla... Con lo stipendio di 1.200-1.300 euro al mese potevo costruire dei progetti, pensare a sposarmi, metter su casa, così invece non si può far nulla...». Il grido dolente di Antonio Solaris, 26 anni, uno degli operai che occupano (ormai da più di 80 giorni) l’ex carcere dell’Asinara rappresenta bene quel senso di spaesamento, di totale incertezza sul futuro che corre come un filo rosso in tutto il Paese. Quest’anno di crisi economica, di cassa integrazione e di fabbriche a rischio è raccontato con la voce dei protagonisti nel libro «Diario operaio - La condizione del lavoro nella crisi italiana» di Rinaldo Gianola (Ediesse). Le storie degli operai – sempre dati in via di sparizione e in realtà ancora componente maggioritaria della forza lavoro italiana – delle fabbriche e dei territori piegati dalla recessione si dipanano da un capo all’altro del Paese. Il quadro che ne scaturisce somiglia a quei mosaici fatti di tante fotografie di persone che poste l’una accanto all’altra compongono un volto, disegnano un’espressione: in questo caso lo sgomento di chi ha perso o sta per perdere non solo il reddito, ma la propria identità lavorativa, la stabilità di un’occupazione a tempo indeterminato, «A l’idea stessa del futuro, la certezza di poter provvedere alla propria famiglia. Il libro di Gianola, vicedirettore dell’Unità, ha il merito di rimettere Rinaldo Gianola al centro dell’attenzione Diario operaio la condizione concreta di migliaia e migliaia di La condizione del lavoro nella crisi lavoratori che stanno italiana subendo sulla propria pelle non solo gli esiti Ediesse della recessione 164 pagine, 10 euro mondiale, ma sempre più spesso anche le conseguenze di scelte assunte all’altro capo del mondo per manovre meramente speculative. L’inchiesta sconta però un’impostazione piuttosto ideologica: gli amministratori di centrodestra sono intenti solo a organizzare gite, mentre i governatori di sinistra si prodigano in interventi e casse in deroga; gli imprenditori sono quasi sempre dei "padroni approfittatori". Una visione che, agli occhi del lettore, rischia di inficiare l’analisi. E, alla fine della lettura, assieme a un grande sconforto, resta una domanda inevasa: davvero si può pensare di contrastare questi fenomeni di trasformazione dell’economia e della società solo con il tradizionale conflitto? Non è ancor più necessario un cambio di paradigma culturale più profondo? catori universitari, responsabili di spin off, acceleratori d’impresa e parchi tecnologici. Oltre a essere l’occasione per favorire il trasferimento di innovazione e creare occupazione sfruttando le tante idee originali in mostra: dagli innesti robotici per la coltivazione, alla penna che non scrive, ma sa leggere ed è utile ai dislessici come agli ipovedenti; dai farmaci "ibridi" che aumentano le proprietà terapeutiche e limitano gli effetti avversi alle ultime scoperte sul neuromarketing, che misurando il "vissuto" sensoriale ed emotivo dei soggetti facilita una comunicazione di marchio sempre più performante; dai robot Ambient intelligence con interfaccia touch-screen per interagire con gli utenti durante la fase di deposito dei rifiuti differenziati per il miglioramento della gestione dell’igiene urbana a quelli pensati per il controllo delle acque costiere, fluviali e lagunari e capaci di muoversi in totale autonomia. Ma esiste una maniera per coinvolgere maggiormente i privati nelle attività di ricerca universitaria? «Il modo più immediato – risponde Gianni Sava, ordinario di Farmacologia presso l’Ateneo di Trieste e membro dell’advisory board di Bip Research – è quello che le aziende assumano più laureati e dottorati, di partecipare alle attività formative accettando di condividere strutture per formazione in stage e partecipando alle attività formative portando direttamente le proprie esperienze». Per Emanuela Stefani, direttore della Fondazione Crui della Conferenza dei rettori, «le Università si sono ormai lanciate in quella che ci piace definire la "terza missione". Ovvero la valorizzazione dei risultati della ricerca in termini di ricadute industriali. La Fondazione Crui, come una vera e propria agenzia al servizio dello sviluppo e dell’innovazione in ambito accademico, accompagna da tempo questo cammino cercando opportunità e sperimentando metodologie». mercoledì 19 maggio 2010 2 da sapere IL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE ● Dove e quando. La prima "Fiera della contrattazione" si terrà il 27 e 28 maggio allo spazio M.I.L. in via Granelli a Sesto san Giovanni, in quello che fino a qualche anno fa era uno stabilimento della Breda. Dalle 9,30 fino al tardo pomeriggio dei due giorni sarà possibile esaminare e confrontare le migliori intese firmate a livello aziendale e territoriale. ● I dibattiti. Durante il corso delle giornate è prevista una lunga serie di incontri e dibattiti sui vari temi della contrattazione. Due gli appuntamenti di maggior rilievo venerdì 28. Alle 12 si confronteranno il leader della Cisl Raffaele Bonanni e il presidente della Confartigianato Giorgio Guerrini. Alle 15, infine, la tavola rotonda conclusiva con lo stesso Bonanni, il segretario generale della Cisl Lombardia Gigi Petteni, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei e l’economista della Cattolica Carlo Dell’Aringa. Contratti in mostra ● Il premio. Una giuria, guidata dai professori Guido Baglioni e Carlo Dell’Aringa assegnerà poi un premio ai migliori contratti di secondo livello realizzati negli ultimi anni. RICCARDI mmaginate un grande salone con una serie di stand nei quali le "merci" esposte sono accordi, intese, contratti di lavoro. Dove ad incontrarsi sono sindacalisti e dirigenti d’azienda, delegati dei lavoratori ed esponenti delle istituzioni. Un salone nel quale ci si scambia idee, esperienze, si confrontano buone pratiche e si valutano metodi e procedure per il dialogo fra controparti. Ecco questo, e qualcos’altro ancora, sarà la prima "Fiera della contrattazione" che si svolgerà a Sesto San Giovanni (Milano) il 27 e 28 maggio. Un appuntamento organizzato dalla Cisl della Lombardia, che si candida subito a diventare un evento di valenza nazionale. Non solo perché la Lombardia resta una delle punte più avanzate della produzione e del lavoro in Italia, ma soprattutto perché accende un faro potente sulla contrattazione di secondo livello, quella svolta a livello aziendale o territoriale, che acquisterà un peso via via più importante per la migliore tutela dei lavoratori e far compiere passi in avanti a quel modello partecipativo e sussidiario che è stato abbozzato nell’intesa nazionale di riforma del sistema contrattuale. «Dopo il rinnovo di oltre 40 contratti collettivi nazionali in maniera unitaria (ad eccezione di quello dei metalmeccanici), questo è il momento di aprire una stagione di contrattazione di secondo livello I èlavoro Direttore responsabile MARCO TARQUINIO Vicedirettore Tiziano Resca A cura di Francesco Riccardi (responsabile) Maurizio Carucci Comitato scientifico Guido Baglioni, Giuliano Cazzola, Lorenzo Ornaghi, Michele Tiraboschi (coordinatore) In collaborazione con: Adapt Centro Studi Internazionali e Comparati “Marco Biagi” Università di Modena e Reggio Emilia Progetto grafico Aurelio Candido Per contattarci: [email protected] Piazza Carbonari 3, 20125 Milano Tel. 02/6780.461 sviluppando relazioni sindacali partecipative, affrontando in particolare le due sfide del dopocrisi: la trasformazione del tessuto produttivo e la crescita di produttività per migliorare i salari – commenta Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia –. La contrattazione decentrata è la migliore medicina per uscire dalla recessione, perché rappresenta un fattore di innovazione sociale ed economico in grado di instradare le imprese sulla via di un nuovo sviluppo e della crescita delle opportunità di lavoro». E che la contrattazione – in particolare quella di secondo livello fatta azienda per azienda, provincia per provincia, con le imprese e le istituzioni – sia decisiva per la tenuta e il futuro del nostro sistema economico lo dimostra quanto è le intese “modello” DI FRANCESCO La Cisl organizza a Sesto San Giovanni la prima Fiera della contrattazione per rilanciare la negoziazione nelle aziende e nei territori Obiettivo: costruire un nuovo modello di relazioni partecipative avvenuto nell’ultimo anno. Solo in Lombardia sono stati firmati qualcosa come 24mila accordi aziendali per la concessione della cassa integrazione in deroga, che hanno coinvolto oltre 160mila persone, ai quali vanno aggiunti più di 300 intese con gli enti locali per il sostegno dei lavoratori in difficoltà. E ancora, accordi provinciali sono stati stretti a Milano, Bergamo, Como e a Monza per gli ammortizzatori sociali e l’utilizzo dei contratti di solidarietà, mentre con gli istituti di credito sono state sottoscritte convenzioni per l’anticipo ai lavoratori della cassa integrazione. Se ci ferma a riflettere si tratta di una massa enorme di accordi, quasi 100 contratti firmati per ogni giorno lavorativo nella sola Lombardia. Intese che hanno permesso al sindacato di entrare anche in molte realtà nelle quali non era presente – come le piccole imprese dell’industria, dell’artigianato e del commercio – ma nelle quali soprattutto si è riusciti a tutelare i lavoratori offrendo loro alternative al licenziamento, con la cassa integrazione in deroga, e servizi per poter superare l’ondata della grande crisi. «In quest’ultimo anno il lavoro svolto dai delegati e dagli operatori di categoria è stato particolarmente importante – spiega Giorgio Caprioli, ex segretario generale dei metalmeccanici Fim e ora responsabile della contrattazione nella Cisl lombarda –. Dopo i tanti accordi "difensivi", adesso è il momento di sviluppare al massimo la contrattazione di secondo livello, riguardo a tutta la vita aziendale, con una visione più ampia rispetto al solo aspetto della tutela del salario, per costruire davvero un nuovo modello partecipativo». La "Fiera della contrattazione" è dunque anche un primo passo significativo per ridisegnare le strategie della Cisl (sarà presente in diversi momenti anche il segretario generale nazionale Raffaele Bonanni) e impegnare i gruppi dirigenti nel rilancio della contrattazione di secondo livello, patrimonio tradizionale della confederazione di via Po, fin dalla svolta di Ladispoli del 1953. Un’operazione che è insieme un impegno e la riaffermazione forte di un’identità. Non a caso lo slogan della manifestazione riprodotto anche su spillette e magliette sarà: «Contrattare è il mio mestiere». BRAWO (MECCANICA) Tra welfare aziendale e premio di risultato SAATI (TESSILE) Nuovo inquadramento e part-time regolato AMSA (AMBIENTE) Salario variabile per qualità e prestazioni lla Brawo, azienda metalmeccanica di Piancamuno (Brescia) a maggio dell’anno scorso si è riusciti a rinnovare il contratto integrativo in maniera unitaria. Anche la Fiom-Cgil, visti i risultati, ha superato i dubbi e ha firmato assieme alla Fim-Cisl e all’azienda un accordo che interviene su alcuni punti qualificanti: la creazione di un welfare aziendale, la professionalità dei lavoratori e la loro sicurezza, le relazioni industriali, oltre al premio variabile di risultato. «Abbiamo previsto 2 borse di studio per i figli dei dipendenti che studiano all’università e 5 per quelli che frequentano le superiori, per un totale di 12.500 euro l’anno. Inoltre l’azienda si è impegnata a stringere convenzioni con alcuni asili nido – spiega Giacomo Meloni, delegato Fim –. Per valorizzare la professionalità dei colleghi, poi abbiamo concordato con l’azienda la creazione di due livelli di inquadramento intermedi tra il 3° e il n inquadramento "tagliato su misura", il riconoscimento delle professionalità, assieme a una regolazione del part-time per favorirne l’utilizzo. Nel contratto integrativo firmato nel febbraio del 2008 alla Saati, 260 dipendenti sparsi tra Appiano Gentile (Como) e Legnano (Varese), sono questi i punti qualificanti. «Con quell’accordo abbiamo completato un percorso iniziato qualche anno fa, adattando gli inquadramenti previsti dal contratto nazionale alle specificità di questo gruppo che produce tessuti non tessuti e tessuti tecnici particolari – spiega Gloria Paolini, segretaria della Femca-Cisl di zona –. La novità più importante è la creazione della figura del "Tutor". Si tratta di lavoratori che per esperienza maturata o competenza specifica si occupano della formazione in linea dei neo-assunti o dei dipendenti trasferiti da altri reparti. Pur restando addetti alla produzione vedono così valorizzata la loro professionalità, anche con un riconoscimento economico». Un migliore inquadramento è stato previsto anche n’intesa che rimette ordine nei trattamenti del personale rispetto alla tornata contrattuale precedente e assicura un buon margine di salario accessorio per i dipendenti. È il risultato raggiunto all’Amsa, l’Azienda che gestisce i servizi ambientali nella città di Milano, controllata dal gruppo A2A e forte di 3.500 dipendenti. «Il primo risultato significativo di questo contratto integrativo, firmato lo scorso anno e valido per 2 anni più altri 2 è proprio quello di aver "internalizzato", cioé aver riunito sotto una stessa "copertura" contrattuale, tutti i lavoratori dell’azienda prima dispersi tra Amsa, Amsa 2 e Amsa 3, dove era "collocato" un gruppo di circa 600 colleghi», spiega Giovanni Faraci, segretario territoriale della Fit-Cisl, oltre che dipendente Amsa. I contenuti salariali dell’intesa sono significativi. Un primo parametro è legato all’andamento del Mol (il Margine operativo lordo) con una serie di scaglioni ai quali è agganciata A 4° e tra il 4° e 5° con relativi riconoscimenti economici». Alla Brawo, con 330 dipendenti, le relazioni industriali sono di stampo partecipativo, con almeno due incontri l’anno per l’illustrazione della situazione economica, le previsioni di investimento tecnologico e ambientale. «Per quanto riguarda la sicurezza, svolgiamo assieme la valutazione dei rischi e i piani di formazione. In particolare, abbiamo previsto la diffusione di depliant in inglese e in francese per migliorare la comprensione da parte degli immigrati, in gran parte senegalesi e maghrebini», dice ancora Meloni. Nella contrattazione di secondo livello non manca l’aspetto più prettamente salariale, con la previsione di un premio di risultato variabile, legato a parametri di qualità e produttività, che si aggira mediamente intorno ai 1.300-1.500 euro l’anno e per il quale nell’ultimo rinnovo è stato previsto un incremento da un minimo del 5 a un massimo del 20 per cento. (F.Ricc.) U per le tessitrici, normalmente bloccate al terzo livello, per le quali è stato creato un "terzo super", così come in precedenza era stato fatto anche per altre figure produttive. Tanto che se la gran parte delle aziende tessili vede i lavoratori inquadrati tra il 2° e il 4° livello, alla Saati si posizionano tra il 3° e il 6° livello. Un altro capitolo affrontato è quello dei congedi parentali e del part-time, che negli anni scorsi conosceva un paradosso: le giovani madri non riuscivano ad ottenerlo perché già concesso a lavoratrici più "anziane" in precedenza. «Abbiamo concordato un vero e proprio regolamento per l’utilizzo del part-time, che ha permesso una migliore rotazione e oggi non abbiamo richieste inevase», dice ancora Gloria Paolini. E che le relazioni sindacali siano buone lo dimostra anche la gestione della fase di crisi. La cassa integrazione straordinaria scadrà a luglio, ma per i 60 esuberi rimasti dai 90 iniziali si ricorrerà alla cassa in deroga e non verranno effettuati licenziamenti, né messe in mobilità. (F.Ricc.) U un’erogazione differenziata tra operai e impiegati. Un secondo parametro è invece rappresentato dalla soddisfazione dei clienti, o meglio in questo caso i cittadini. «Proprio in questi giorni si stanno effettuando le rilevazioni tramite sondaggio – dice ancora Faraci –. Se l’obiettivo previsto viene centrato, scatta un’erogazione di 840 euro. In totale, le due voci dovrebbero portare in busta paga quest’anno circa 675 euro agli impiegati e 910 euro agli operai. Somme sulle quali agisce la defiscalizzazione prevista per i contratti di secondo livello». Ancora, sono previste delle erogazioni specifiche per gli addetti al termovalorizzatore, collegate alla quantità di energia prodotta e una quota aggiuntiva andrà ai dipendenti maggiormente disponibili a lavorare nei giorni festivi. E proprio una migliore regolazione delle prestazioni nei giorni festivi è un altro dei capitoli del contratto integrativo, assieme alle questioni dell’orario, del servizio mensa e del Cral aziendale. (F.Ricc.) mercoledì 19 maggio 2010 3 La professione da sapere Dall’Alto Adige alla Sicilia, secondo una stima del 2009 della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) di Confcommercio, si contano 25mila pizzerie con servizio al tavolo, con una media di 75 coperti al giorno, che danno lavoro a 150mila persone, per un giro d’affari annuo di 5,3 miliardi di euro LE MATERIE DEI CORSI I tipi di insegnamenti variano da corso a corso. In genere gli allievi imparano a conoscere le proprietà e le qualità delle materie prime (farine, lieviti, condimenti…), i processi di lievitazione e maturazione dell’impasto, le diverse tecniche per la stesura della pizza, come si farcisce e si presenta, le cotture a seconda dei forni (elettrici, a legna, a gas), le norme sull’igiene degli alimenti. Spesso le lezioni prevedono anche dei brevi cenni alla storia della pizza, dal mondo dell’antico Egitto ad oggi. Con le mani in GLI INDIRIZZI UTILI ● Associazione Pizza-Planet www.pizza-planet.it pasta ● Associazione verace pizza napoletana www.pizzanapoletana.org ● Associazione pizzaioli e similari www.pizzapress.it ● Cip-Fipe www.fipe.it ● Fip www.federazioneitalianapizz aioli.com ● Federazione italiana maestri pizzaioli www.fimap.org ● Scuola nazionale maestri pizzaioli www.scuolanazionalepizzaiol i.it ● Api www.associazionepizzerieital iane.it DI MAURO CEREDA a pizza è una delle bandiere del nostro Paese nel mondo. Dici pizza e dici Italia, anche se sei a New York, a Londra, a Sidney o in una qualsiasi area geografica del pianeta. È un prodotto universale, come il caffè espresso o gli spaghetti. Quella napoletana (la pizza per eccellenza), appena qualche mese fa, ha ottenuto dall’Unione europea il riconoscimento del marchio Stg: specialità tradizionale garantita. Dall’Alto Adige alla Sicilia, secondo una stima del 2009 della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) di Confcommercio, si contano 25mila pizzerie con servizio al tavolo, con una media di 75 coperti al giorno, che danno lavoro a 150mila persone, per un giro d’affari annuo di 5,3 miliardi di euro. Mica bruscolini. «Stiamo parlando di un comparto dal peso molto significativo – spiega Alfredo Zini, le esperienze L Il pizzaiolo è un mestiere che non conosce crisi Ne servono circa 10mila, ma spesso sono difficili da trovare, nonostante le buone gratificazioni economiche: lo stipendio può andare da un minimo di 1.500 a oltre 3mila euro al mese Sbocchi anche nei villaggi turistici, nelle grandi catene alberghiere, sulle navi da crociera e all’estero vicepresidente della Fipe –, sia dal punto di vista del fatturato che dell’occupazione. E io credo che ci sia spazio per un’ulteriore espansione. La pizza è una delle eccellenze del nostro Paese, è parte della grande tradizione culinaria italiana». Circa 150mila addetti, dunque, ma potrebbero essere di più. Il mondo delle pizzerie ha, infatti, fame (è proprio il caso di dirlo) di personale, ma i titolari dei locali fanno spesso fatica a reperire sul mercato le figure di cui hanno bisogno. Il problema è sempre lo stesso: i giovani italiani rifuggono da certe professioni, in particolare quelle manuali o che richiedono un surplus di disponibilità sugli orari. Non a caso tra i banconi infarinati e i forni sta sempre più aumentando la presenza di lavoratori stranieri, in particolare nordafricani (egiziani su tutti). «Quello del pizzaiolo – osserva Antonella Cheli, presidente dell’associazione Pizza-Planet di Confartigianato, una laurea in Giurisprudenza riposta nel cassetto per gestire il ristorante dei genitori a Portovenere, in Liguria – è un mestiere che non conosce crisi e offre buone gratificazioni economiche: lo stipendio può andare da un minimo di 1.500 a oltre 3mila euro al mese per i più bravi. In Italia servono circa 10mila addetti. Ai nostri giovani manca un po’ la voglia di fare qualche sacrificio. Meno male che a supplire ci sono gli stranieri». Uno dei pochi luoghi in cui il pizzaiolo è apprezzato per quello che vale è, probabilmente, Napoli. Alle pendici del Vesuvio fare la pizza è considerata un’arte. «A Napoli – nota Antonio Pace, ristoratore e presidente dell’Associazione verace pizza napoletana – abbiamo forse meno problemi a trovare personale che altrove. Per svolgere questo lavoro servono una buona manualità, grande professionalità e tanta passione. La pizza è un prodotto perfetto, senza segreti, non serve inventare chissà che…». Come per tutte le mansioni "artigianali" le competenze sono frutto di un mix di formazione teorica e pratica sul campo. Oggi per accedere alla professione non occorre frequentare una scuola particolare e lo stesso sistema dell’istruzione non prevede dei moduli specifici (si fa cenno a questo mestiere, giusto "un’infarinatura", nelle scuole alberghiere). Il tutto è un po’ lasciato alla buona volontà personale. Sul territorio, tuttavia, si trovano numerose opportunità formative organizzate da diversi soggetti (alcuni riconosciuti dall’ente pubblico). «La nostra associazione – aggiunge Cheli – organizza corsi di due settimane: la prima settimana è incentrata sulla teoria, la seconda sull’attività in laboratorio. Poi consigliamo di fare uno stage in un locale. Al termine, il 90% dei corsisti trova lavoro». Il problema, casomai, è orientarsi tra le diverse proposte del mercato, distinguendo quelle serie da quelle meno serie. «La formazione – evidenzia Zini – è fondamentale, anche perché ne va della salute dei consumatori. Un bravo pizzaiolo deve conoscere le proprietà e la qualità dei prodotti, il modo con cui vanno combinati e conservati e via dicendo. Nella scelta dei corsi io consiglio di privilegiare quelli offerti da associazioni, scuole ed enti conosciuti, che dispongono delle attrezzature, degli strumenti e degli spazi necessari per offrire una formazione completa. Poi attenti ai moduli troppo costosi». Il percorso che porta ad acquisire le basi della professione non è, comunque, particolarmente impegnativo. «A fare la pizza – conclude Pace – si impara abbastanza in fretta, in pochi giorni. La cosa fondamentale è capire i movimenti per impastare e preparare il disco di pasta. Poi la bontà della pizza è determinata dalla qualità dei prodotti utilizzati e dalla cottura. Un bravo pizzaiolo, esperto, riesce a fare anche 50 pizze l’ora. A Napoli organizziamo dei corsi di formazione frequentati da persone che vengono da tutto il mondo». Confcommercio divide il comparto in quattro categorie: in aggiunta ai 25mila locali con servizio al tavolo (13mila solo pizzerie e 12mila pizzerie "integrate": ristoranti-pizzerie, barpizzerie, pizza-disco), ve ne sono circa 22.500 da asporto (11mila "specializzate" e 11.500 "integrate": gastronomie, rosticcerie, panetterie). Oltre che in questi esercizi, i pizzaioli possono trovare lavoro nei villaggi turistici, nelle grandi catene alberghiere, sulle navi da crociera. Quelli italiani sono molto ricercati all’estero. Poi, acquisita la giusta esperienza, c’è sempre la possibilità di mettersi in proprio. IL GRUPPO IMPRENDITORIALE «Un’arte che si tramanda di generazione in generazione La si apprende in bottega, a fianco di maestri esperti» IL GIOVANE «Servono manualità e una grande passione Ma anche saper scherzare con i clienti» a pizza ha attraversato la storia ed è arrivata fino ai nostri giorni e continua a essere l’alimento preferito da tutti in tutto il mondo, sinonimo di allegria, amicizia, evasione innocente. Gli ingredienti sono semplici: acqua, farina, lievito, pomodoro e fuoco. Elementi basilari che il pizzaiolo elabora, creando una ricetta unica». Per Clelia Martino, general manager di Rossopomodoro, la pizza è qualcosa di più di un semplice alimento. Rossopomodoro, così come Pizza & Contorni e Anema & Cozze, è un marchio del Gruppo Sebeto Italia, che ha iniziato la propria attività imprenditoriale nel 1988, con l’apertura a Napoli di un primo ristorante. Oggi (dati 2009) gestisce, direttamente o in franchising, 84 locali in Italia e all’estero, 65 dei quali "targati" Rossopomodoro. Come si legge sul sito aziendale (www.rossopomodoro.it) l’obiettivo del progetto «consiste nel diffondere la cucina partenopea in Italia e nel mondo». Che figura è il pizzaiolo? Guardi, intanto bisogna dire che quella del pizzaiolo non è solo una professio- e mani nell’impasto per la pizza ha cominciato a metterle quando era ancora un bambino piccolo. Paolo Surace, 27 anni, napoletano, è un pizzaiolo precoce. Questione di famiglia, margherite e marinare sono nel dna della sua. Oggi gestisce il ristorante-pizzeria rilevato dal nonno Alfredo ed ereditato dal padre Raffaele. «Ho iniziato a girare per la pizzeria ad appena sette anni. Ricordo che mi piaceva giocare con la pasta, sporcarmi le mani. Non arrivavo nemmeno al bancone. Mi divertivo a guardare mio padre che lavorava». Il locale si affaccia su piazza Carità, nel pieno centro di Napoli. Il sito Internet (www.mattozzi.it) ne traccia brevemente la storia. Fondato intorno al 1833 come pizzeria da asporto, ha avuto tra i suoi clienti illustri il re Umberto di Savoia, con la consorte Margherita e il suo seguito reale, lo scrittore Giuseppe Marotta, il grande attore Peppino De Filippo, il presidente del consiglio Alcide De Gasperi e tante altre personalità. Il destino di Paolo era, dunque, già scritto. Finite le scuole dell’obbligo si è dedicato anima e corpo alla pizzeria. Il ristorante ha 200 coperti. Lui fa le pizze, poi c’è un cuoco, qualche collaboratore. Un aiuto «L ne. È un’attività antica: nel tempo è diventata un’arte che si tramanda di generazione in generazione. Il mestiere viene appreso sul banco, "in bottega", con vari percorsi: si parte da fornaio e man mano ci si perfeziona fino a quando, come diciamo noi a Napoli, non si prova ad "ammaccare" la pizza e si conquista il titolo di "pizzaiolo". Come vengono formati i vostri pizzaioli? In Sebeto Italia abbiamo ripreso fedelmente questo percorso che le citavo prima, dando ai giovani apprendisti la possibilità di stare e lavorare in affiancamento ai nostri pizzaioli più esperti. Inoltre abbiamo una scuola interna che garantisce anche la formazione teorica, ad esempio sulle materie prime e sulle tecnica di produzione e di cottura. In questo modo formiamo nuove figure, sempre secondo criteri di fedeltà alla tradizione e alla qualità. La scuola è coordinata da me con l’ausilio, in veste di docenti, dai nostri grandi maestri chef Antonio Sorrentino e Enzo De Angelis. Che requisiti richiedete per le assunzioni? Il requisito più importante è avere una forte motivazione, che viene data esclusivamente dalla passione per un’arte ricca di ritualità. Quanti pizzaioli lavorano per voi? Attualmente, nei nostri punti vendita a marchio Rossopomodoro e Anema & Cozze, abbiamo circa 300 addetti. Tra questi, i pizzaioli sono 180. Come vengono reclutati e quali contratti applicate? Prevalentemente attraverso il nostro sito, cliccando alla pagina "lavora per noi". Da lì si può avanzare la propria candidatura. Il contratto è quello nazionale di lavoro del turismo e pubblici esercizi. Lo stipendio può variare in base al grado di esperienza e professionalità personali. Si va da un minimo di 1.600 a un massimo di 2mila euro netti al mese. Fate fatica a trovare il personale di cui avete bisogno? Non abbiamo mai avuto difficoltà a reperire il personale. Come ho già detto, abbiamo una scuola interna e le iscrizioni non mancano. I nostri allievi sono spesso figli di pizzaioli che si tramandano l’arte da generazione in generazione. Mauro Cereda L per i conti glielo dà la fidanzata spagnola. «A me piace molto questo lavoro. Per farlo ci vogliono manualità e carattere. Sì, carattere! Per preparare una pizza buona devi essere di buonumore. La pizza la devi trattare bene: le più richieste sono quelle classiche: margherita e marinara. Qui scherziamo con i clienti. Vengono tanti turisti e la simpatia è indispensabile. A volte faccio qualche acrobazia, do spettacolo e la gente apprezza». Il padre di Paolo è vicepresidente dell’Associazione verace pizza napoletana. È un maestro pizzaiolo. Per l’associazione tiene dei corsi di formazione frequentati da persone che arrivano anche dall’estero. «Io non ho ancora figli, ma se ne avessi consiglierei loro di seguire le mie orme, come ho fatto io con mio padre. Anzi vorrei che facessero meglio di me. Per svolgere questo lavoro ci vuole passione e quella non si compra. La passione fa superare i sacrifici. La mia soddisfazione? Vedere il cliente che esce contento per come ha mangiato e per come è stato trattato. La pizza è un po’ la bandiera di Napoli». E dell’Italia, anche grazie ai suoi colori: il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro e il verde del basilico. (M.Cer.) mercoledì 19 maggio 2010 4 COMPAGNIE AEREE Assistenti di volo per Meridiana e Ryanair RANDSTAD Addetto vendite N onostante la crisi le compagnie aeree cercano di rafforzare i loro organici. Tra i requisiti richiesti, ad esempio per diventare assistenti di volo, è indispensabile avere almeno 18 anni e un certificato medico di idoneità fisica all’impiego. È anche indispensabile ottenere un attestato ministeriale rilasciato dall’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac). Il corso di formazione può tenersi nelle organizzazioni di addestramento approvate dall’Enac. Al termine dei corsi, il candidato sarà sottoposto a prove teorico-pratiche dirette a verificare la conoscenza dei compiti e della attribuzioni dell’assistente di volo, delle procedure normali e di emergenza a bordo degli aeromobili, delle nozioni di pronto soccorso, di medicina e d’inglese. Superate queste prove sarà rilasciato l’attestato di formazione per la sicurezza, che non ha Le offerte R andstad italia spa ricerca un addetto alle vendite con conoscenza del cinese a livello madrelingua o fluente (oltre a un’ottima conoscenza dell’italiano e dell’inglese), da inserire in una boutique del lusso a Roma centro. Il candidato ideale è una persona solare, fortemente motivata a ricoprire un ruolo come addetto alle vendite di capi di abbigliamento di alta moda; inoltre, deve aver maturato un’esperienza, anche breve, presso boutique. Inquadramento e tipologia contrattuali saranno valutati in base all’esperienza. Cv a : Filiale Roma Manzoni viale Manzoni 22, 00185 Roma Fax: 0677203008 E-mail: [email protected] scadenza e consente l’esercizio della professione di membro di equipaggio di cabina in Italia e negli altri Paesi dell’Ue. Meridiana, ad esempio, è in grado di fornire una buona preparazione tecnica e consente di totalizzare le ore di volo richieste a bordo della sua flotta. Gli interessati possono inviare il curriculum sul sito www.meridiana.it nella sezione "Job and Training", posizioni aperte. Alitalia-Cai non ha invece al momento corsi di formazione in programma e attinge personale dai dipendenti in cassa integrazione. Tra le compagnie low cost, Ryanair per i prossimi tre anni è a caccia di assistenti di volo. Coloro che completeranno con profitto il percorso formativo offerto dalla società avranno un contratto di tre anni. Per ulteriori informazioni è necessario visitare il sito www.ryanair.com nelle sezione carriere. (P.Cab.) GI GROUP Assistenti clienti ACCENTURE In 150 nella consulenza G ccenture Management Consulting, la divisione di Accenture che offre servizi di consulenza direzionale, nei prossimi sei mesi prevede l’assunzione di 150 persone. I profili di interesse sono sia giovani neolaureati che esperti per le diverse aree di competenza: Customer Relationship Management, Finance & Performance Management, Process & Innovation Performance, Risk Management & Compliance, Strategy, Supply Chain Management, Talent & Organization Performance. La practice italiana di Accenture Management Consulting coordina un’ampia area geografica che comprende Grecia, Paesi dell’Europa centrorientale, Russia, Turchia e Medio Oriente e che vede oltre 1.200 consulenti impegnati a servire oltre 200 clienti. Per maggiori informazioni: www.accenture.it Iniziativa ! JOB VILLAGE ADECCO A MONZA IL 21 E 22 MAGGIO onza ospita il Job Village Adecco. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Comune di Monza e la Confindustria di Monza e Brianza, nasce con l’obiettivo di sostenere le aziende e i lavoratori del territorio. Il Job Village sarà presente in Piazza Trento e Trieste i prossimi 21 e 22 maggio, dalle 10 alle 20. Una filiale a cielo aperto dove i consulenti Adecco saranno pronti a rispondere alle domande e a soddisfare le richieste di lavoratori e aziende. I candidati avranno la possibilità di lasciare il proprio cv, consultare le offerte di lavoro e sostenere un breve colloquio conoscitivo, mentre i rappresentanti delle aziende, oltre a raccogliere informazioni sui diversi servizi offerti dall’agenzia, potranno essere aggiornati sulle attività di Adecco per le imprese della Brianza e sulle novità per il mercato del lavoro introdotte dalla nuova Finanziaria. «In Brianza si avvertono i primi segnali di ripresa – sottolinea l’assessore alle Attività produttive Paolo Gargantini – ma le difficoltà non mancano soprattutto per i giovani laureati. Ci sono comparti in Brianza, come quello artigiano, dove spesso la ricerca di giovani leve cade nel vuoto perché, a torto, il lavoro manuale non è più considerato come qualificante soprattutto da chi ha un titolo di istruzione superiore». «Pur in un contesto di crisi come quello attuale la nostra associazione – aggiunge Simonetta Galdini, responsabile Area Lavoro previdenza sicurezza e qualità di Confindustria Monza e Brianza – è impegnata quotidianamente a suggerire alle proprie associate le soluzioni più idonee per instaurare nuovi rapporti di lavoro». «Coinvolgendo istituzioni e aziende, abbiamo deciso di creare un punto d’incontro dedicato al mercato del lavoro – conclude Andrea Malacrida, direttore commerciale e marketing Adecco Italia –. È nato così il Job Village Adecco, un’iniziativa con cui vogliamo riconfermare il nostro impegno a favore dei candidati e delle aziende presenti in Brianza, un territorio su cui investiamo fin dalla nostra nascita in Italia». Ricerca CARRIERA NELLE ASSICURAZIONI PER CENTINAIA DI GIOVANI M n occasione della seconda edizione della International week of sales recruitment, in contemporanea con altri otto Paesi del Gruppo, Axa Italia, fino al 23 maggio, si dedicherà al rafforzamento della propria rete dedicata di consulenti del settore della protezione della persona e della previdenza. Per questo motivo, Axa Italia ricerca profili che rispondano al ruolo di consulente assicurativo. Le figure che verranno selezionate beneficeranno di un percorso di formazione esclusivo e dedicato gestito dall’Axa business academy. «In un contesto economico come quello attuale – dichiara Maurizio Cappiello, vice direttore generale e direttore canali di distribuzione di Axa Assicurazioni – è sempre più necessario instaurare un forte rapporto di fiducia con i nostri clienti. Per questo motivo, continuiamo a investire nella creazione di una solida rete di consulenti motivati, preparati e affidabili, che, operando all’interno delle nostre Agenzie, siano in grado di supportare i clienti consigliandoli nella scelta dei loro investimenti in ambito di protezione e previdenza». Info: http://www.axa-italia.it/ I Anche i laureati piangono DI ENRICO LENZI A nche le lauree triennali stanno risentendo della crisi economica. È il dato più evidente che emerge dal rapporto annuale Stella, realizzato dal Consorzio interuniversitario Cilea. Analizzando i dati sull’occupazione relativi ai laureati 2008, infatti, si assiste a una contrazione della percentuale di giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Per le lauree triennali in un solo anno si passa dal 79,8 al 72,5%, con un calo di oltre sette punti, che diventano quasi quattro e mezzo se si considera la situazione per le lauree specialistiche e magistrali (dall’83,8 al 79,3%). Più stabile, anche se in flessione di sei decimi, la situazione per le lauree a ciclo unico (83,5 invece di 84,1% dello scorso anno). I dati analizzati dal Secondo il rapporto Stella sono calati dal 79 al 72 per cento i giovani in possesso di un titolo triennale che riescono a trovare un’occupazione Resta alto tuttavia l’interesse delle imprese per questi dottori. I tempi di ingresso nel mondo del lavoro sono più stretti e i salari medi superiori a quelli degli specialisti Sportello informativo Ma quali sono gli incentivi? In origine erano sotto forma di riduzioni contributive; il protocollo del 2007 li ha riformulati nella specie di contributo economico. Il dettaglio: neln porto i nuovi incentivi alle assunzioni di disabili. All’ipotesi di assunzione di un disabile attraverso convenziola concessione delle agevolazioni, in forma di contribuni con rapporto di lavoro a tempo indeterminato il contrito economico alle aziende, provvederanno Regioni e Probuto può arrivare fino al 60% del costo salariale, se il lavince autonome. Nella prima fase di attuazione, le assunvoratore ha una riduzione della capacità lavorativa supezioni premiate saranno quelle effettuate nel 2008 e nel riore al 79% o una minorazioni ascritte dalla prima alla 2009 che erano rimaste in vacatio: gli incentivi, infatti, oterza categoria di cui alle tabelle del dpr n. 915/1978 ovriginariamente introdotti dalla legge n. 68/1999 (legge sul vero è affetto da handicap intellettivo e/o psichiche indidiritto del lavoro ai disabili), sono stati riscritti dal protopendentemente dalle percentuali di invalidità; nella stessa collo Welfare 2007 (diventato legge n. 247/2007) e dal 1° ipotesi di assunzione il contributo economico non può sugennaio 2008, da quando cioè il protocollo è in vigore, si perare il 25% se il lavoratore ha una riduzione della capaattendeva la regolamentazione. Le regocità lavorativa compresa tra il 67 e il le sono arrivate con la pubblicazione sul- Le nuove regole sono 79% e/o una minorazione ascritta dalla Gazzetta ufficiale n. 104 del 6 mag- diventate operative la quarta alla sesta categoria di cui alle gio del decreto 4 febbraio del ministero con la pubblicazione medesime tabelle (del dpr n. 915/1978). del Lavoro. La parola passa al territorio. A Regioni ll provvedimento definisce procedure e sulla «Gazzetta e Province autonome, infatti, è affidato criteri mediante i quali Regioni e Pro- ufficiale» n. 104 il compito di fissare l’entità effettiva del vince autonome possono entrare in pos- del 6 maggio contributo da erogarsi spalmato su tre sesso di risorse finanziarie, da poter eroannualità. Ciascuna annualità andrà egare in forma di incentivi alle assunziorogata subordinatamente alla verifica, ni di disabili. Stabilisce, in primo luogo, che la ripartizioda parte dei servizi all’impiego, della permanenza del rapne delle risorse viene effettuata entro il 30 aprile di ciascun porto di lavoro instaurato con il soggetto disabile. In caso di anno, sulla base delle richieste formulate dai datori di larisoluzione del rapporto di lavoro per cause non imputabivoro privati che hanno effettuato assunzioni agevolate nelli al lavoratore disabile, il contributo è ridotto in proporziol’anno precedente. Esempio: le risorse il cui riparto dovrà ne alla durata del rapporto di lavoro, così come in caso di avvenire entro il prossimo 30 aprile 2011 si baseranno sultrasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a temle richieste d’incentivo avanzate dai datori di lavoro per le po parziale. assunzioni di disabili effettuate quest’anno. Daniele Cirioli INCENTIVI ALLE ASSUNZIONI DEI DISABILI: CONTRIBUTI DA REGIONI E PROVINCE AUTONOME I A i Group spa, Divisione contact Center, ricerca 50 addetti assistenti clienti business per azienda Crm con sede a Olbia per attività di back office e/o front end. I candidati ricercati sono giovani, dinamici, in possesso del diploma. Si richiede: buona conoscenza del pc, flessibilità oraria e disponibilità a lavorare su turni, domicilio/residenza a Olbia o paesi limitrofi. Orario di lavoro: part-time 30 ore settimanali o full time 40 ore, su turni. Si offre Ccnl settore telecomunicazioni di II livello. Per candidarsi gli interessati possono inviare il proprio cv a: Filiale di Olbia Via dei Pasti snc Tel.: 07891901023 Fax: 07891901093 E-mail: [email protected] rapporto Stella riguarda dodici atenei italiani, dei quali otto si trovano in Lombardia, una regione che sul piano economicoproduttivo rappresenta uno dei punti di forza del nostro Paese. Eppure la laurea triennale mantiene un certo interesse da parte del mondo del lavoro, visto che circa il 70% di coloro che decidono di non proseguire gli studi riesce a trovare un’occupazione. Mediamente il tempo di ricerca, registrato dal rapporto Stella, si colloca intorno a poco più di quattro mesi, con oltre due terzi del campione assunto nel settore privato. Nota dolente resta la tipologia del contratto lavorativo, che solo per il 31,1% risulta a tempo indeterminato, di poco superiore a coloro che hanno ottenuto un contratto a tempo determinato (30,4%). Soltanto l’11,8% ha un contratto autonomo. Secondo il rapporto Stella sui laureati 2008 e la loro situazione occupazione si assiste a un leggero miglioramento sulla retribuzione, che, rispetto al precedente rapporto, è leggermente in aumento nei valori medi (tra i 1100 e i 1200 euro mensili). «Il sistema delle imprese – ha riconosciuto il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini commentando i dati – deve porsi il problema delle retribuzioni, collegandolo al tema della speranza nel futuro dei giovani». Anche per le lauree specialistiche e magistrali è in leggera crescita il numero di chi decide di proseguire negli studi iscrivendosi a un dottorato di ricerca, di quasi due punti percentuali, anche se, fa notare il rapporto, «la situazione è molto variabile fra i vari gruppi disciplinari», visto che «permangono alte le percentuali di prosecuzione soprattutto nei gruppi geo-biologico, scientifico e chimico-farmaceutico». Eppure nonostante le difficoltà per l’ingresso nel mondo lavorativo e qualche senso di inadeguatezza nella propria preparazione, i laureati del rapporto Stella si dichiarano per la stragrande maggioranza soddisfatti dei propri studi e si riscriverebbero all’università (anche se una quota sceglierebbe un altro percorso di studi). Ultimo dato il diverso trattamento tra maschi e femmine: pur essendo ben il 60% globale dei laureati, le donne mantengono una percentuale di ingresso nel mondo del lavoro più basso rispetto ai loro colleghi uomini (il 70.6% contro il 75,5%). Una discriminazione che si ripercuote anche sull’entità dello stipendio, ovviamente a vantaggio dei laureati maschi. Flessibilità, marcia in più per l’azienda Gli esempi di Openjob e Robilant DI MAURIZIO CARUCCI a flessibilità potrebbe essere una marcia in più per molte imprese. Soprattutto in tempo di crisi. L’esempio lo dà Openjob. Con il progetto Desk sharing, l’agenzia per il lavoro tenta di potenziare l’elasticità mentale e professionale sperimentando nuovi ambiti di lavoro all’interno della propria azienda. Alcuni dipendenti provenienti da reparti diversi, indipendentemente dalle loro competenze specifiche e dal ruolo gerarchico occupato, partiranno alla volta delle prime filiali prescelte (Novara, Omegna, Busto Arsizio, Varese e Milano) allo scopo di vivere a 360 gradi la realtà lavorativa di filiale, respirandone il clima. Essi cercheranno di immergersi in tutte le attività quotidiane, partecipando e aiutando per quanto loro possibile (come con l’accoglienza, il telefono o l’archivio). Solo cimentandosi per qualche giorno nei panni dei colleghi sarà davvero possibile considerarne difficoltà e problematiche. E così il responsabile del controllo di gestione sarà chiamato a recarsi in visita commerciale con il collega addetto di filiale. «Tutti sappiamo – spiega John Margiotta, consulente di formazione e sviluppo organizzativo per Openjob – quanto sia dannosa la cultura del "proprio orticello" di competenze e operatività. Da molti anni, invece, sappiamo che un’organizzazione "intelligente" fa circolare le informazioni al proprio interno e questo si traduce in una migliore qualità del servizio. Chi non conosce du- L bita, quando non diffida, mentre chi sa bene a quali attività va incontro quotidianamente il proprio collega mostra invariabilmente più comprensione ed elasticità: ne guadagniamo tutti. Se a questo aggiungiamo che per molti è un piacere imparare e uscire dalla routine il gioco è fatto. Probabilmente, l’annegare nella quotidianità porta a prevedere l’immediato calo di produttività e la gestione delle inevitabili obiezioni delle persone coinvolte: lo spirito imprenditoriale consiste proprio nell’andare al di là di questi limiti». Alla Robilant Associati, che si occupa di brand design e strategia di marca, la flessibilità è da tempo usata per migliorare l’organizzazione e valorizzare le risorse umane. «Quando un’azienda investe tanto nella formazione delle sue persone – sostiene Maurizio di Robiant, presidente e fondatore di Robilant Associati – la priorità diventa garantirne la permanenza all’interno dell’organizzazione. L’unica vera regola, quindi, è il supporto totale per favorire la persona nelle condizioni di difficoltà che possono presentarsi, che possono andare dalla malattia alle necessità straordinarie per la cura dei figli o di familiari anziani. Flessibilità, però, significa anche creare un ambiente di lavoro in cui il talento della persona abbia l’occasione di essere valorizzato, sfidato ogni giorno su temi nuovi, mediante il confronto con progetti diversi, team variabili, professionalità distanti, che danno modo all’individuo di ridefinire e arricchire di volta in volta il suo profilo, misurandosi con le proprie capacità ed esprimendosi secondo le proprie naturali attitudini».