Lamaternitàvaleunmaster “Scopriteisuoisuperpoteri”

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Lamaternitàvaleunmaster “Scopriteisuoisuperpoteri”
LA STAMPA
MARTEDÌ 18 NOVEMBRE 2014
Società .21
La maternità vale un master
“Scoprite i suoi superpoteri”
il caso
ROSELINA SALEMI
W
onder Woman esiste ed è una mamma. Non ha gli stivaletti, né il diadema con la stella.
Usa i superpoteri ma non sa di averli. E ci voleva la ricerca pubblicata
da «Inside Women’s Power» (interviste a 60 donne leader) perché la
maternità, oltre che uno stop alla
carriera e una gioiosa esperienza sul
piano personale venisse valutata in
un‘ottica diversa. Nientedimeno che
una palestra di leadership. Su questa idea hanno lavorato in due. Andrea Vitullo (ex manager, executive
coach di «Inspire», collabora con
l’Università di Venezia e insegna
mindfulness) e Riccarda Zezza fondatrice di «Piano C: il lavoro incontra le donne» che propone nuovi modelli organizzativi. Insieme hanno
costruito il progetto Maam (Maternity as a master) che ribalta tutti gli
stereotipi. Quello materno è un supercervello. Secondo Kelly Lambert, studiosa del Randolph-Macon
College in Virginia «i potenziamenti
a livello cerebrale come la superpercezione sono di lunga durata o
addirittura permanenti». Qual è la
differenza? Scoprire che queste capacità possono essere usate anche
fuori contesto, creando un ponte tra
pubblico e privato, tra famiglia e lavoro. Tanto per restare in tema di
supereroi, Vitullo e Zezza parlano di
«transilienza», (termine rubato ad
Arthur Clarke, leggendario scrittore di science fiction) ovvero la possibilità di spendere al meglio le nuove
competenze, come raccontano nel libretto che riepiloga un anno di ricerche uscito con Bur Rizzoli: «Maam,
la maternità è un master». Appunto.
Vediamoli, questi superpoteri.
.
Il training elaborato da due studiosi: “Chi è mamma diventa più facilmente
leader in ufficio. Crescere un figlio è come creare e dirigere una start­up”
Dalla culla al computer le qualità decisive
Trattare
Delegare
Convincere
La negoziazione con gli adolescenti è una grande
scuola. Dopo dieci contrattazioni con un figlio
(orari, uscite, videogiochi, palestra, coprifuoco,
vacanze) una mamma è in grado di gestire il
cliente più difficile
Mariti, baby­sitter, tate, nonne, zie sono i pianeti
che girano attorno all’universo materno. Delegare
il giusto, rinunciando al senso di onnipotenza
(«faccio tutto io») rafforza la collaborazione
e produce risultati migliori.
Com’è il perfetto capo delle organizzazioni
contemporanee? Senza galloni, come una madre.
Team che si creano su obiettivi e con ruoli
trasversali richiedono una guida basata sulla
personalità e sulla persuasione.
Affrontare il potere
Sviluppare la pazienza
Accettare gli errori
Le mamme sono meno intimidite dal rapporto
con il potere. Sono capaci di dire no. Si
concentrano più sui risultati che sulle posizioni
di principio. Qualcuna dice: «Mi rilasso, faccio
meno fatica a sentirmi alla pari».
Ci vuole pazienza con i figli. Ce ne vuole con i capi
(a volte si comportano come bimbi) e con i clienti.
L’ascolto, l’accettazione dell’altro, il più ampio
margine di tolleranza rendono la neomamma un
punto di riferimento affidabile
Le madri (per fortuna) finiscono per diventare
più indulgenti con se stesse e soprattutto
con gli altri. D’altronde bisogna sempre ricordare
che i continui cambiamenti rendono
impraticabile la perfezione
Velocità
Qualcuno l’ha chiamata multitasking, ma è riduttivo. E’ un po’ come il giro su te stessa che nella serie
televisiva del 1976 trasforma Diana
Prince, in W.W. E’ dimostrato che il
cervello non è in grado di prestare
attenzione a più cose contemporaneamente. La vera abilità della
mamma è spostare il focus da un tema all’altro, riconoscendo subito ciò
che merita l’etichetta priority.
sioni e opportunità che altrimenti non
noterebbe. In questo senso, crescere
un figlio è una start-up.
Problem solving
Una super-energia concentra tempo
e risorse, consente di mantenersi efficienti in situazioni caotiche e di risolvere i problemi. Ci sono naturalmente le spiegazioni scientifiche. La
mamma produce più ossitocina e
dopamina, la trasmissione dei segnali tra le diverse parti del cervello
diventa più rapida. Modifica la sua
visuale (Vitulli e Zezza la chiamano
«less ego», un restringimento dell’io) e vede perciò soluzioni, connes-
Essenzialità
«Da quando sono madre, si è ridotta
drasticamente l’attenzione per i dettagli poco rilevanti. Sono migliorata nel
riconoscere l’essenziale». E’ una delle
tante testimonianze raccolte da Vitullo e Zezza. Che cosa succede? La costante attività di cura potenzia le strade che il cervello usa per elaborare gli
stimoli. Dai focus group è emerso che
le mamme analizzano con naturalezza
database informativi complicati da
leggere e da decifrare trovando facilmente «cosa conta» e «cosa usare».
proprio stato d’animo. Da Diana Prince a WW e viceversa.
Cambiamenti
Empatia
Nessuno cambia più velocemente di un
bambino. Da zero a diciotto anni sono
6570 giornate, 160.000 ore. Ogni mattina è diversa dalla precedente. Le pratiche quotidiane, legate anche solo ai bisogni primari producono il giusto mix
di flessibilità e fermezza, un’attitudine
che le neuroscienze definiscono di «revisione interpretativa». Che cosa fa la
mamma? Change management: gestisce la transizione costante, cambia organizzazione mentale per modificare il
Gestione del no, tolleranza, comprensione, sono il bouquet che forma l’empatia. C’è più attenzione al «come» rispetto al «che cosa». Un figlio di qualsiasi età è un concentrato di emozioni. La sintonia è una forma di superpercezione. Ogni atto intelligente si
trasforma così in un atto di intelligenza emotiva utile per vivere il «qui e
ora». L’energia non si disperde. La
cosa su cui ci si concentra è quella
che si realizza.
Ruoli
Il multitasking è stato visto come un
sovraccarico. Contrordine. Più ruoli
invece, significa più risorse. Abbiamo
uno «straripamento positivo», come
lo definisce la ricercatrice Ellen Galinsky. Ancora una volta ci viene in
mente W.W. (che sta per tornare in tv
con una nuova protagonista, Gal Gadot). Oltre alla solita «divisa» aveva
una tuta blu marino in lycra, con pinne e guanti per le immersioni. Mentre
in moto portava stivali con tacchi bassi e casco d’oro. La mamma è una
Wonder Woman che non ha bisogno di
cambiare a costume.
COMUNICATO STAMPA
“Maternità e lavoro femminile. Stereotipi e nuovi paradigmi”
Mercoledì 26 novembre 2014
ore 10
Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Santa Maria in Via, 37
Roma
Il Dipartimento per le Pari Opportunità, la Scuola Nazionale dell’Amministrazione e il Dipartimento per le
Politiche della Famiglia ospitano il convegno “Maternità e lavoro femminile. Stereotipi e nuovi paradigmi”.
Dal blog della 27esima ora: La vostra candidata ideale? Una mamma
La maternità è un elemento di crisi o una risorsa per il mondo del lavoro? Questa la domanda su cui si
vuole riflettere durante il convegno. L’occupazione femminile nel nostro Paese sembra aver trovato fino ad
ora nell’esperienza della maternità un momento di profonda crisi e un ostacolo difficile da superare. Basti
pensare che per il tasso di occupazione femminile l’Italia si pone nelle ultime posizioni tra i paesi europei,
sotto di noi solamente Malta. Alcuni dati sulla situazione italiana:

il 30% delle donne interrompe il lavoro per motivi familiari contro il 3% degli uomini (ISTAT);

solo quattro madri su dieci riprendono l’attività un volta stabilizzata la situazione familiare (ISTAT);

l’Italia, con il 37%, ha la più alta percentuale di famiglie monoreddito d’Europa (EUROSTAT);

il tasso di occupazione femminile diminuisce al crescere del numero dei figli in Italia più che nel
resto d’Europa (dal 60% con 1 figlio al 33% con 3 figli; EUROSTAT);

nel rapporto sulla parità di genere del World Economic Forum 2014, l’Italia è 114° su 142 Paesi per
la partecipazione socioeconomica delle donne;
Il Governo pone una grande attenzione al tema femminile della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro
che passa anche attraverso la valorizzazione della maternità in ambito lavorativo. I dati recenti non sono
confortanti e dimostrano che bisogna attivarsi per arrivare a un cambiamento di paradigma culturale che
implichi la disattivazione di antichi stereotipi affinché la maternità e, più in generale, la genitorialità non
siano vissute come elementi discriminatori nel mondo del lavoro ma, al contrario, come un prezioso valore
aggiunto e un elemento di sviluppo delle competenze manageriali, fonte di arricchimento per la società e le
organizzazioni.
“La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro contribuisce in maniera determinante al superamento delle
differenze di condizione tra uomini e donne nell’ambito dell’affermazione nella vita pubblica, affermazione
che trova nel lavoro il suo principale strumento”, così l’On. Martelli, Consigliera del Presidente in materia di
Pari Opportunità.
Con questo convegno, il Governo Italiano si pone all’avanguardia nel proporre un rovesciamento dello
stereotipo della maternità come un ostacolo al lavoro. Secondo la tesi del libro “MAAM. La maternità è un
master”, uscito con BUR a settembre 2014, le molte competenze che la maternità sviluppa possono
rivelarsi utili sul lavoro e sono ciò che le aziende cercano oggi. Ne discutono Banca d’Italia, Istat,
rappresentanti del mondo istituzionale, della ricerca, associazioni di categoria e attori privati.
COMUNICATO STAMPA
Programma
Ore 10.00 Apertura
Franca Biondelli, Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali
Giovanni Tria, Presidente Scuola Nazionale dell'Amministrazione
Ore 10.30 Relazioni
Stereotipi, maternità e fecondità
Linda Laura Sabbadini, ISTAT
L’o fferta dei servizi per l’infanzia: effetti sul lavoro delle madri
Francesca Carta e Lucia Rizzica, Banca d’Italia
Ore 11.00 Filmato e presentazione di “maam® - maternity as a master”
Riccarda Zezza, CEO, Piano C
Ore 11.30 Tavola rotonda moderata da Maria Silvia Sacchi, Corriere della Sera
Nuovi paradigmi: la genitorialità come valore aggiunto
Stefano Agostini, CEO, Gruppo San Pellegrino
Domenico De Masi, Docente di Sociologia del lavoro.
Giovanna Mavellia, Segretario Generale Confcommercio Lombardia
Francesca Romana Pezzella, Neurologa, Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini
Arianna Visentini, CEO, Variazioni srl
Andrea Vitullo, Founder e CEO, Inspire srl
Ore 13.00 Conclusioni
Giovanna Martelli, Consigliera del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di Pari Opportunità
APPROFONDIMENTI
BANCA D’ITALIA
Nel 2013 solo il 13,5% dei bambini italiani tra 0 e 2 anni ha frequentato un nido o servizio integrativo
pubblico o privato convenzionato (Istat 2013). La letteratura empirica di tali dati mostra l’esistenza di una
relazione generalmente positiva tra accessibilità dei servizi per l’infanzia e occupazione delle madri.
L’introduzione della possibilità di usufruire della scuola dell’infanzia per le madri dei bambini di 2 anni e
mezzo ha aumentato di 6 punti percentuali la partecipazione al mercato del lavoro delle stesse e di 3
punti la loro occupazione.
MAAM® – Maternity as a Master
In un mondo del lavoro sempre più schiacciato sul presente e sulla visione di breve periodo, la maternità
viene spesso vissuta dalle aziende come un peso e dalle stesse donne come un tabù, non considerando
che essa costituisce un’occasione di crescita straordinaria, che porta con sé nuove energie e abilità
essenziali anche per la vita professionale. In un saggio che rivoluziona i nostri paradigmi sul rapporto tra
maternità e lavoro, Vitullo e Zezza – fondatori del progetto MAAM®, Maternity as a Master – propongono
un innovativo percorso di cambiamento in cui le competenze genitoriali diventano la base per costruire
pratiche di leadership: dalle capacità relazionali all’ascolto, dalla rapidità di scelta alla gestione delle
difficoltà, gli autori indicano come partire proprio dalla maternità per ripensare nel profondo
l’organizzazione del lavoro, abbattendo gli ostacoli che oggi limitano la crescita delle persone e formando
leader capaci di affrontare le sfide del presente con competenza e creatività. MAAM® è anche un percorso
formativo che hanno già sperimentato Nestlè, Luxottica, Valore D e Pirelli.
COME A CASA
In ufficio con portatile
e cambio pannolini:
Piano C, a Milano,
è il primo spazio
di coworking italiano
con servizio di cobaby
per neomamme.
una situazione occupazionale così dura».
Per esempio?
«Chiunque abbia figli sa che programmare è impossibile:
la maternità aumenta la capacità di problem solving creativo
e di gestione degli imprevisti. Insegna a negoziare:
chi è genitore sa che cosa vuoi dire
controllare un capriccio. E poi ridimensiona il perfezionismo: una madre non
perde tempo col superfluo».
• La maternità influenza anche il rapporto
con i capi?
PIÙ FAI FIGLI,
MEGLIO LAVORI
Altro che ostacolo alla carriera: spesso, e soprattutto nei momenti
di crisi come questo, la maternità aiuta le donne in ufficio.
La parola chiave? Transilienza
«Le madri manifestano meno soggezione e passiva obbedienza. Se il lavoro ha
una forte ingerenza sulla loro vita familiare, in termini di ore e impegno, ne deve
valere la pena».
L'elogio delle mamme multitasking non
è una novità.
«La definizione chiave non è multitasking, ma transilienza. Parola difficile,
con un significato semplice: noi non siamo due persone, una a casa e una sul ladi F R A N C E S C A A M É
voro. Non viviamo a compartimenti stan Italia una donna su tre non torna
gni. Le competenze e le abilità possono
che permangono nel tempo. È un po' coal lavoro dopo la maternità. Peccapassare da un ambito all'altro: se imparo
me se ogni figlio insegnasse l'arte della
to, perché crescere figli è «un maa delegare a casa, ai nonni o alla baby sitpazienza, dell'organizzazione, della rapister a frequenza quotidiana e obbliter, posso farlo anche in azienda, con colda decisione per ottenere il suo benessegatoria che ci rende lavoratrici
leghi e collaboratori. Se in ufficio organizre (e un genitore sa quanto può essere sfimigliori», dice Riccarda Zezza, autrice
zo bene l'agenda della giornata, posso genente il pianto di un neonato). Recentiscon Andrea Vitullo di Maam. La materstire anche i tanti impegni familiari».
simi studi americani su uomini primarynità è un master (Bur).
caregiver (ovvero che si occupano dei fi- E allora perché le mamme sono quasi
Quarant'anni, due figli piccoli e un passempre penalizzate nelle proposte di asgli a tempo pieno) hanno mostrato modisato da manager, dopo aver aperto a Misunzioni o di carriera?
ficazioni del loro solco
lano Piano C, il primo coworking in Ita«In azienda domina ancotemporale simili a quelli
lia con cobaby (mentre lavori alla scrivara il falso mito dell'urgendelle neomadri: quella è
nia un'educatrice si prende cura del tuo
za, contano le dimensioni,
la zona del cervello che
bimbo, nella stanza a fianco), ha deciso
per cui ogni progetto deve
regola le relazioni con gli
di dimostrare «che se sei madre è una
essere sempre in crescenaltri, che rende più aperti
gran fortuna per il tuo capo». Lo fa orgado, anche se non è sostenie disponibili al dialogo.
nizzando workshop innovativi, rivolti a
bile in termini di ore lavouomini e donne manager, e alcune azienrative, e sopravvive l'idea
Essere genitori ci rende
de come Nestlé, Pirelli e Luxottica hanno
del leader solitario. Ma è
uomini e donne più aperti
accettato la sfida: «Anziché proporre i
un modello che, anche
al mondo, ma perché doclassici corsi di leadership a base di buneconomicamente, non
vrebbe renderci anche lagee jumping o simulazioni di volo, dimoregge più. Le madri, davoratori migliori?
stro che gestire i figli è un'esperienza
vanti al pericolo che in«La maternità amplia tre
MAAM. LA
MATERNITÀ
ugualmente "eccitante", anzi ben più
combe, da sempre sanno
competenze fondamentaÈ UN MASTER
complessa».
stringere alleanze, e non
li in ogni professione: cadì Riccarda Zezza
lasciano indietro nessuno.
pacità di ascolto, gestione
Le conferme arrivano dai neuroscienziae Andrea Vitullo
E una competenza ancedel tempo, motivazione.
ti: la produzione di ossitocina e serotoni(Bur, pagg. 187,
strale, servirebbe metterla
Sviluppa poi skills più sot€12)
na derivante dalla maternità comporta
in pratica in ufficio». Dì
tili, oggi fondamentali in
l'aumento di alcune capacità cerebrali
I
V A N ITY
FAl R
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8 . 1 0 . 2 0 1 4
Nella foto a destra, Riccarda
Zezza: ha scritto con Andrea
Vitullo maam. La maternità è un
master che rende più forti
uomini e donne (in uscita per
Bur il 10 settembre).
LA MATERNITà
FA CURRICULUM
La nascita di un figlio blocca la carriera? Niente affatto: crescere
un bambino è come creare una start up. E ogni madre ha doti da manager.
Ma spesso non lo sa. Ecco perché oggi un master e un libro insegnano
ai genitori a sfruttare le nuove competenze. Per diventare leader in ufficio
di Elisabetta Tumbiolo scrivile a [email protected]
Da tallone d’Achille a superpotere: come fa la maternità
a diventare una risorsa così cruciale? «È scientificamente
provato che, per proteggere i piccoli, la natura dota le madri di
maggiori capacità. Nel cervello si moltiplicano le cosiddette
spine dendritiche indirettamente “responsabili” dell’aumento
di memoria e attenzione. L’amigdala e la corteccia prefrontale
comunicano meglio accrescendo il controllo in caso di pericolo. L’ipotalamo produce ormoni che aiutano a gestire lo stress
e alzano il livello di energia. Sono trasformazioni che non si
limitano ai primi mesi di maternità, ma producono un effetto
permanente».
Tutto questo può bastare per fare di una madre una brava
manager? «Certamente no. Avere un figlio è come mettere
su una start up: prendersene cura diventa una palestra dove
allenare le competenze manageriali. La complessità che gestisce un genitore in famiglia è simile a quella di un dirigente
in ufficio. Prepara, per esempio, al problem solving, cioè al
prendere decisioni, e a gestire i cambiamenti».
Quindi le competenze che si acquistano accudendo un bam-
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Altro che ostacolo alla carriera e peso per le aziende! La maternità
è la più formativa delle esperienze. Vale quanto un master. Di
più: è un nuovo modello di leadership. Riccarda Zezza, ideatrice
di piano C (spazio di coworking che a Milano mette a disposizione una serie di servizi per mamme e papà che lavorano) ne è
convinta. Al punto da aver dato vita, insieme ad Andrea Vitullo,
coach ed esperto di leadership, a maternity as a master (maam).
Una serie di percorsi formativi sia per aziende sia per donne in
congedo che trasformano le capacità genitoriali in competenze
da leader. Sembrerebbe una provocazione o una stravagante
rivincita femminile, se non fosse che, in meno di anno, l’iniziativa è stata presentata in 60 imprese e sono stati avviati progetti
pilota in un gruppo bancario e tre multinazionali. La validità
di questo nuovo modello manageriale, supportata da ricerche
scientifiche, è raccontata in maam. La maternità è un master che
rende più forti uomini e donne (in uscita il 10 settembre per Bur).
La stessa Riccarda Zezza, mamma di due bambini di 3 e 6 anni,
spiega qui perché avere e crescere un figlio può diventare il nuovo
punto di forza del curriculum.
dm idee
«che vantaggio
essere mamma
anche sul lavoro»
Piano C, lo spazio di coworking a Milano fondato
da Riccarda Zezza, ha fatto un sondaggio:
a 700 mamme è stato chiesto come la
maternità ha cambiato il loro approccio al lavoro.
Ecco alune delle risposte.
Prima di avere mio figlio mi occorreva il silenzio
per lavorare, ora riuscirei a farlo anche sotto i
bombardamenti. E con la stessa qualità .
Sono architetto e dirigere gli operai
in cantiere è un po’ come comunicare
con i figli: se non capisci le
loro ragioni non puoi pretendere niente .
La maternità mi ha insegnato ad armonizzare
varie esigenze. Ho tre figli di età diverse e
occuparmi di loro mi aiuta a capire i miei
collaboratori, che hanno sesso, età e problemi
diversi .
Sono una persona molto razionale e
fare lavori creativi con la mia bambina mi aiuta
a trovare soluzioni originali anche in ufficio .
Gestisco meglio le risorse e sono più
organizzata. Riuscire a fare uscire di casa tre
figli tra i 4 e i 6 anni in 30 minuti ogni
mattina è degno di un master in organizzazione
del lavoro .
Con il mio capo ora, da mamma, sono
assertiva: sono più donna e meno ragazza .
Crescere un figlio mi insegna a usare
meglio il tempo e le risorse. Secondo me
sono Project manager anche perché sono
diventata mamma .
“
”
“
”
“
“
”
”
“
“
“
Alcune scene di relax,
confronto e corsi, a
Piano C, lo spazio di
coworking e servizi per
mamme e papà a
Milano. Una dei
fondatori, nel 2012, è
stata Riccarda Zezza.
”
”
”
bino aiutano anche nelle relazioni con i colleghi? «Sì. L’essere
delle donne diventate mamme? «No, chiunque esercita un
genitori porta con sé intensità delle relazioni, sviluppo dell’autorevolezza, capacità di motivazione e di ascolto. E questo “bagaglio
emotivo” si può usare anche per tessere e fortificare i rapporti
al lavoro. La maternità sviluppa l’empatia che spinge a mettersi
nei panni dell’altro, ad ascoltarlo con benevolenza per capire le
sue ragioni anche quando non riesce a esprimerle bene. Saper
comprendere le persone con le quali si lavora è utile per guidarle
nella giusta direzione, ma anche per intuire cosa sta accadendo,
sciogliendo in anticipo possibili conflitti. Non è quello che si fa
quando si ascolta un figlio che cresce?».
lavoro di cura, anche con anziani o ammalati, può sviluppare
queste competenze. Non si tratta di una materia teorica da
studiare sui libri, ma di una pratica che richiede esercizio
continuo e duraturo».
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È difficile, però, per un capo mettersi nei panni dell’altro…
«Lo sforzo consiste proprio in questo: abituarsi, con molta
pazienza, a spostare il centro dell’attenzione sugli altri. La
maternità aiuta a concentrare meno il focus su se stessi. Un
ego ipertrofico causa invece profonde disfunzioni ed è controproducente anche in azienda: non lascia spazio allo scambio
di energie, alla creatività e, quindi, frena la crescita di tutti».
Questa nuova leadership sembra avere un limite: è un’esclusiva
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Se basta la pratica, perché farne un master e proporlo come
percorso formativo alle aziende? «I workshop per le donne in
congedo maternità aiutano queste madri-lavoratrici a sviluppare la consapevolezza di possedere capacità più forti, ad allenarle
e a trasferirle nella vita d’ufficio. Nelle aziende proponiamo
la maternità come nuovo modello di leadership anche per gli
uomini. In Pirelli, per esempio, abbiamo organizzato incontri
formativi a cui hanno partecipato sia neomamme sia neopapà. E
i primi a vedere le cose da una prospettiva diversa spesso sono
i manager uomini, proprio loro che sono abituati a operare in
società dove finora c’è stato il culto dell’eroe e dove la figura
vincente è stata quella del capo autoritario. Ma questo modello
si è rivelato fallimentare ed è ormai superato. I nuovi leader
saranno guide autorevoli che accompagneranno la crescita di
tutti in un gioco in cui nessuno perde».
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