La combustione
Transcript
La combustione
CLASSI 3^ A e 3^ B Ins. GUIDONI FEDERICA Scuola Primaria “Pietro Aldi” Via Scansanese 4^ Circolo Didattico Grosseto ( periodo Gennaio – Maggio) Anno Scolastico 2011 -2012 L’argomento della COMBUSTIONE è stato introdotto da una conversazione sul FUOCO che i bambini hanno dimostrato di conoscere. L’insegnante ha invitato gli alunni a scrivere una loro ESPERIENZA riguardante il fuoco: tutti hanno avuto modo di produrre testi più o meno brevi, completando con il disegno. Alcuni bambini hanno portato anche più esperienze, quasi tutte svolte all’interno della casa ( cucina, caminetto…), alcuni anche all’esterno ( circo, artisti di strada, incendi …). LA MIA ESPERIENZA CON IL FUOCO Il 13 ottobre a casa mia, erano venuti la mia nonna ed il mio nonno. La mia mamma aveva fatto una tortina perché era il mio compleanno. Mio padre ha messo le candeline e, dopo aver cantato la canzone di auguri, avevo i capelli sciolti e, quando ho soffiato sulle candeline, mi sono avvicinata troppo. Mi si sono bruciati i capelli e mia madre me li ha spenti con la mano bagnata; da quella sera ho capito che il fuoco è pericoloso. Una volta terminato il lavoro individuale sul quaderno, attraverso una conversazione collettiva, sono stati letti tutti i testi a voce alta, commentando anche i disegni e chiedendo agli autori eventuali spiegazioni. Dalle produzioni dei bambini è emersa soprattutto una caratteristica del fuoco: la pericolosità, ma anche alcune emozioni come la paura, lo spavento… I bambini sono poi stati invitati a scrivere tutto ciò che sapevano sul fuoco e tutto ciò che veniva loro in mente. Ognuno ha organizzato sul quaderno un modo diverso per rispondere: elenco puntato,frasi scritte una sotto l’altra, uso di frecce, schemi…, ma tutti hanno accolto la proposta e si sono impegnati a scrivere ciò che sapevano. Gli elaborati sono stati letti, commentati, condivisi decidendo di registrare alla lavagna con un ordine: da una parte le azioni, dall’altra parte le parole ( nomi e/o aggettivi). Infine tutto il lavoro è stato raccolto e riscritto al computer in due schede che sono state incollate sul quaderno di ogni alunno. LE AZIONI LEGATE AL FUOCO RISCALDARE UCCIDERE (ANIMALI E PERSONE) BRUCIARSI BRUCIARE ACCENDERE TOCCARE CUCINARE SPENGERE LE PAROLE DEL FUOCO PERICOLOSO MULTICOLORE INCENDIO GAS CALDO DIVERTENTE SCINTILLANTE CARTA UTILE METEORITE MERAVIGLIOSO SCOPPIETTANTE BELLO BIG BANG FIACCOLA ROCCE TOSSICO CUOCERE COLORATO FARE MALE AFFASCINANTE USTIONARE PAUROSO FARE DANNI CACCIARE GLI ANIMALI VULCANI LEGNETTI DA STROFINARE AMMORBIDIRE IL FERRO CANDELE INFURIARE ALLARME ANTINCENDIO GIOCARE CAMINETTO ROSSO INCENDIARE CARBONE OSTACOLARE IL FREDDO ACCENDINO PIPA ROMPERE ATTENZIONE LEGNA SCOTTARE FIAMMA OSSIDRICA SCHERZARE FULMINE SOLE CARNE BOSCO FUMO BENZINA A questo punto sono iniziate le esperienze pratiche di combustione, svolte nel VENTO FORNO Laboratorio di Scienze, attorno al tavolo in modo che ogni bambino potesse vedere FORNELLI LUCE bene e ripetute anche in classe, al buio; prima di tutto è stato posto l’accento su due termini specifici: innesco ( i fiammiferi, l’accendino per avviare la combustione) e combustibile ( i bambini hanno proposto cosa potevano bruciare: carta, legnetti, alcool, carbone … ) cercando una semplice spiegazione, anche con la consultazione dizionario. del La combustione della carta Con l’aiuto del “segretario” l’insegnante ha preparato il materiale ( fogli di carta, fiammifero e ciotola di coccio) e, prima di iniziare, è stata data una raccomandazione importante: OSSERVARE CON ATTENZIONE tutta l’esperienza. L’insegnante ha avviato la combustione con il fiammifero ed i bambini hanno osservato e commentato i vari momenti dell’esperienza, notando la fiamma, il fumo, cosa era rimasto ( la cenere che è stata toccata da tutti) ed infine la ciotola calda. L’esperienza è stata ripetuta in classe, al buio, intorno alla cattedra con i bambini che hanno osservato anche la luce che emanava dalla ciotola ed illuminava i loro visi e la stanza (l’esperienza al buio ha meravigliato e coinvolto molto i bambini). A questo punto ogni bambino ha iniziato a descrivere la combustione della carta sul quaderno, individualmente, dopo aver registrato i materiali occorrenti. Il quaderno è stato prima organizzato lasciando ogni volta da un rigo all’altro tre quadretti per eventuali successive correzioni: i bambini hanno lavorato, tenendo conto dell’osservazione condivisa nel descrivere oggetto, non ma un una trasformazione. Infine hanno desiderato con un fissare disegno un momento dell’esperienza ( chi ha preferito illustrare la classe durante l’esperimento, chi i momenti principali dell’esperienza). LA COMBUSTIONE DELLA CARTA MATERIALE OCCORRENTE • Una ciotola di coccio • Carta ( combustibile ) • Fiammifero (innesco ) DESCRIVO L’ESPERIENZA La maestra ha preso il materiale: la ciotola, la carta ( combustibile ) e i fiammiferi (innesco ). Alessandro, Filippo e Jacopo hanno appallottolato la carta e l’hanno messa nella ciotola. La maestra con i fiammiferi ha dato fuoco alla carta nella ciotola; ho notato che all’inizio era molto piccola la fiamma, ma poi quando ha bruciato più carta ho notato che il fuoco aumentava, poi quando ha bruciato abbastanza carta è diminuito un pochino. La carta quando bruciava si restringeva e sembrava come se il fuoco stesse dentro, era un’esperienza favolosa! Ma la cosa più entusiasmante ( ed è per questo che l’ho voluta dire per ultima) è stato quando si è spenta la luce e abbiamo guardato il fuoco al buio e faceva una luce molto brillante. Poi purtroppo si è spento. Abbiamo fatto l’esperienza due volte, una nel laboratorio ed una in classe ed ho visto il fumo andare verso l’alto. Sono state lette tutte le descrizioni, mentre un bambino a turno ha registrato alla lavagna i passaggi più importanti, così da dare la possibilità a tutti di rivedere ciò che avevano scritto, correggendo, ampliando, eliminando ciò che era inutile o inesatto ( usando una penna di colore diverso). E’ stato quindi condiviso e scritto sul quaderno uno schema sugli aspetti più importanti dell’ esperienza: GLI ASPETTI PIU’ IMPORTANTI DELL’ESPERIENZA Il fiammifero acceso (innesco) a contatto con la carta ( combustibile) dà il via al fenomeno. La carta brucia e fa una fiamma che aumenta e poi diminuisce e cambia di colore e di forma. Alla fine rimane la cenere (residuo). Durante la combustione si produce, oltre la fiamma, la luce, il fumo ed il calore. . Infine in forma collettiva è stata scritta la prima definizione del fenomeno (evidenziandola sul quaderno con una cornicetta): LA COMBUSTIONE DELLA CARTA E’ QUELLA TRASFORMAZIONE CHE SI VERIFICA QUANDO LA CARTA VIENE INNESCATA CON UN FIAMMIFERO; SI HA LA PRODUZIONE DI FIAMMA, LUCE, FUMO E CALORE. DOPO UN POCO IL FENOMENO TERMINA E SI HA UN RESIDUO DI CARTA-CENERE. Con le stesse modalità ( in Laboratorio prima ed in aula, al buio, dopo) è avvenuta la seconda esperienza. La combustione dell’alcool Sempre con l’aiuto del “segretario” di turno, l’ insegnante ha versato un po’ d’alcool nel piattino ed ha dato il via alla combustione, con la consegna di osservare attentamente ogni momento: i bambini hanno commentato ciò che vedevano, hanno toccato il piattino dopo la combustione, lo hanno rovesciato, ed alcuni hanno subito osservato alcune somiglianze e differenze con la combustione della carta. Dopo aver ripetuto l’esperienza in classe al buio, gli alunni hanno registrato i materiali e gli strumenti occorrenti sul quaderno ed ogni bambino è stato invitato a descrivere l’esperienza osservata, sempre con l’attenzione ai vari momenti. LA COMBUSTIONE DELL’ALCOOL Materiale e strumenti occorrenti: Piattino Alcool Fiammifero Descrivi l’esperienza Oggi in classe abbiamo fatto il secondo esperimento; stavolta il combustibile era l’alcool e, come l’altra volta, abbiamo fatto l’esperimento al buio. La maestra ha messo l’alcool nel piattino, poi l’ha acceso con il fiammifero. La fiamma si vedeva molto meglio al buio, perché faceva luce. La fiamma sembrava un polpo che galleggiava sull’acqua; si consumava piano piano, dopo si è messa da un lato sul piattino, poi si è spenta del tutto. La maestra ci ha fatto toccare il piattino: era caldo. Dopo ancora Federico I. ha rovesciato il piattino: l’alcool non c’era, si era consumato. Dopo la lettura di ogni elaborato ( corredato dal registrazione eventuali disegno), alla lavagna, correzioni la le e/o ampliamenti, è stato condiviso e scritto sul quaderno uno schema sugli aspetti più importanti dell’esperienza. I bambini hanno mostrato in questa seconda esperienza maggiore facilità nel descrivere con attenzione ed ordine. GLI ASPETTI PIU’ IMPORTANTI DELL’ESPERIENZA Il fiammifero acceso ( innesco) a contatto con l’alcool ( combustibile ) dà il via al fenomeno. L’alcool brucia e fa una fiamma. Alla fine non c’è residuo. Durante la combustione si producono la fiamma, la luce ed il calore. In forma collettiva è stata condivisa una definizione della combustione dell’alcool, anch’essa evidenziata da una cornicetta. LA COMBUSTIONE DELL’ALCOOL E’ QUELLA TRASFORMAZIONE CHE SI VERIFICA QUANDO L’ALCOOL VIENE INNESCATO CON UN FIAMMIFERO; SI HA LA PRODUZIONE DI LUCE, FIAMMA E CALORE. DOPO UN POCO IL FENOMENO TERMINA E NON SI HA NESSUN RESIDUO . E’ venuto quindi di conseguenza discutere sulle somiglianze e differenze notate tra le due combustioni: SOMIGLIANZE DIFFERENZE -innesco -fumo -fiamma -residuo -luce -calore -materiale consumato Per facilitare il confronto è stato deciso di costruire sul quaderno una semplice tabella, strumento con cui i bambini hanno familiarità, soprattutto in Matematica : MATERIALE INNESCO LUCE CALORE FUMO carta X X X alcool X X X X FIAMMA RESIDUO CONSUMATO X X X X X I bambini sono stati invitati a provare a dare loro una definizione di combustione che andasse bene per i due combustibili usati ( ognuno ha provato,aiutandosi anche con le definizioni già scritte sul quaderno). Ora prova tu a scrivere la definizione della COMBUSTIONE La combustione è quella trasformazione che si verifica quando un materiale è a contatto con il fuoco, il residuo non è sempre possibile. La combustione produce calore e luce. La combustione è quella trasformazione che si verifica quando il combustibile viene innescato con un fiammifero; facendo questo passaggio si produce luce, calore e fiamma. Dopo un po’ questo fenomeno termina e con esso anche la luce ed il calore. Dopo aver letto le definizioni, averle confrontate e discusse, si è arrivati ad una definizione comune, scritta anch’essa sul quaderno: LA COMBUSTIONE E’ QUELLA TRASFORMAZIONE CHE SI VERIFICA QUANDO UN COMBUSTIBILE VIENE INNESCATO CON UN FIAMMIFERO; SI HA LA PRODUZIONE DI FIAMMA, LUCE, E CALORE. IL MATERIALE SI CONSUMA. La combustione della legna e della carbonella Procedendo con le stesse modalità è stata eseguita la combustione della legna e subito dopo, nella stessa lezione, quella della carbonella. I bambini si sono accorti che in queste esperienze c’era una maggiore difficoltà di innesco rispetto alla carta e all’alcool, quindi è stato usato l’alcool come “ aiutino”, Le esperienze si sono svolte come sempre in Laboratorio e successivamente in classe, con le modalità degli altri esperimenti e sono state notate soprattutto le difficoltà dell’innesco e dei tempi più lunghi della combustione. Alla fine, come sempre, individualmente,sul quaderno sono state registrate le due esperienze. LA COMBUSTIONE DELLA LEGNA Strumenti e materiali occorrenti: Ciotola di coccio Legnetti Fiammifero Alcool (per aiutino) Descrivi l’esperienza La maestra ha preso i legnetti (secchi) e li ha messi dentro la ciotola. Subito dopo ha preso il fiammifero (innesco) e con tanto aiuto dell’alcool ha acceso i legnetti: la fiamma faceva luce e calore e pian piano la fiamma diminuiva. Sotto i legnetti si vedevano un po’ di puntini rossi, perché la legna si consumava, la fiamma non era ancora spenta del tutto. C’era pure il residuo: la cenere. LA COMBUSTIONE DELLA CARBONELLA Strumenti e materiali occorrenti Ciotola di coccio Carbonella Fiammifero Alcool ( per aiutino) Descrivi l’esperienza. Nel laboratorio scientifico abbiamo fatto la combustione della carbonella. La prima volta la maestra ha messo il fiammifero nella ciotola, ma non andava la fiamma. La maestra ha provato a mettere un po’ d’alcool, poi con un altro fiammifero la fiamma andava, ma era dell’alcool, non della carbonella. Poi dopo due volte la carbonella ha iniziato a bruciare, si vedevano anche i pallini rossi e mandava fumo. Alla fine c’era la cenere e la ciotola era calda. Dopo la lettura di ogni elaborato, sono stati condivisi gli aspetti più importanti: GLI ASPETTI PIU’ IMPORTANTI DELL’ESPERIENZA Il fiammifero acceso (innesco ) dà il via al fenomeno con l’aiuto dell’alcool; I legnetti e la carbonella ( combustibili ) bruciano molto lentamente e lasciano un residuo : la cenere. Durante la combustione si produce, oltre alla luce, il fumo ed il calore. Non sempre è presente la fiamma. Un’altra esperienza più “particolare” con un… sasso. La combustione e il sasso L’esperienza, che ha molto incuriosito i bambini e che ha stimolato diverse osservazioni e considerazioni, si è svolta con le modalità dei precedenti esperimenti. Inizialmente è stata notata la difficoltà ad innescare la combustione ed i bambini hanno suggerito, come in precedenza, di aiutare l’innesco con l’alcool, ma terminata la combustione dell’alcool, il sasso è apparso identico a prima. Per verificare ciò, dopo animate discussioni, è stata usata una bilancia da cucina per pesare il sasso prima e dopo l’esperimento. I bambini hanno così compreso che la combustione non era avvenuta, dato che non c’era stata la consumazione del materiale. (L’ esperienza ha fatto discutere e divertire i bambini). Come sempre, è stato chiesto agli alunni di descrivere individualmente per scritto l’esperienza. Ogni bambino ha lavorato e prodotto un proprio elaborato. LA COMBUSTIONE ED IL SASSO Strumenti e materiali occorrenti Fiammifero Ciotola di coccio Alcool (per aiutino) Sasso Bilancia (per controllo) Descrivi l’esperienza Quando siamo andati in laboratorio abbiamo subito dato il via al fenomeno, ma è stato difficile, perché il sasso non prendeva fuoco. Quando abbiamo messo l’alcool sul sasso, ha preso fuoco, ha durato un po’: era divertente quando l’alcool andava a finire sotto il sasso! Alla fine dell’esperimento, per controllare se il sasso era davvero un combustibile, abbiamo usato la bilancia; abbiamo pesato il sasso, pesava 325 grammi, poi abbiamo rifatto un’altra volta l’esperimento, ripetendo le stesse azioni. Abbiamo pesato il sasso un’altra volta e pesava sempre 325 grammi: non si era consumato, quindi voleva dire che il sasso non è un combustibile. Mi sono divertita tantissimo! Sono stati letti tutti gli elaborati, come negli i altri esperimenti, arrivando a questa conclusione ( scritta sul quaderno): ABBIAMO CAPITO CHE IL SASSO NON E’ UN COMBUSTIBILE, PERCHE’ NON ABBIAMO OSSERVATO GLI ASPETTI DELLE ALTRE COMBUSTIONI. Per riepilogare le esperienze, è stata costruita una tabella a doppia entrata, sia sul quaderno individualmente , sia su un cartellone appeso al muro ( la tabella è risultato ancora una volta uno strumento efficace e semplice, perché funzionale e conosciuto dai ragazzi). INNESCO LUCE CALORE FUMO FIAMMA RESIDUO MATERIALE CONSUMATO CARTA X X X X ALCOOL X X X LEGNA X X X X CARBONELLA X X X X X X X X X X X X X X SASSO Infine è stato proposto ai bambini di provare a definire il fenomeno della combustione, individualmente. (Tutti hanno provato, anche con discreti risultati) Definizione di COMBUSTIONE La combustione è quella trasformazione che si verifica quando i combustibili sono innescati con un fiammifero, si ha la luce ed il calore, dopo un poco il fenomeno termina. Il fenomeno si forma con l’innesco, fa luce e calore ed il materiale si consuma. Confrontando le varie definizioni, è stata elaborata una definizione condivisa : LA COMBUSTIONE E’ QUEL FENOMENO CHE SI VERIFICA QUANDO UN INNESCATO PRODUCE LUCE, CONSUMA. COMBUSTIBILE CALORE E SI UN SALTO NEL “PASSATO”… VISITA GUIDATA AGLI “ALBORI” Le due classi hanno effettuato una visita agli ALBORI, Laboratorio di archeologia sperimentale che si trova nel comune di Campagnatico, vicino a Grosseto. Riccardo, l’esperto, ha guidato i bambini a conoscere e sperimentare alcuni aspetti della vita degli uomini primitivi : le armi, la scheggiatura, gli strumenti musicali, i prodotti con la terracotta, le capanne … e tanti altri aspetti della vita quotidiana, ma particolare attenzione è stata posta all’ ACCENSIONE DEL FUOCO. Riccardo ha fatto vedere praticamente tre modi diversi: 1. La PERCUSSIONE di due pietre: la PIRITE con la SELCE, usando come esca un fungo, il FOMES FOMENTARIUS, sul quale è caduta la scintilla e materiale appallottolato, prelevato dal “bischero di padule ”,che si è infiammato con l’aiuto del soffio di Riccardo. 2. La tecnica più antica, con una canna di bambù divisa a metà (con l’esca della canna grattata dentro alla canna rovesciata) STROFINATA, così da far “uscire” il fumo. 3. Un’altra tecnica, la più difficile, eseguita con un legno duro con un incavo dove mettere il bastoncino con la corda, STROFINANDO fino a produrre il fumo. Come lavoro collettivo sono stati ripercorsi i momenti più importanti dell’esperienza fatta, documentando con foto e disegni le tecniche di accensione del fuoco sul quaderno di ognuno. Il percorso proposto è stato volutamente sintetico, anche se completo, per evitare che l’entusiasmo provato dai bambini nella gita fosse vanificato da un lungo lavoro. E’ stata proposta ai bambini un’indagine sui combustibili che conoscono: sul quaderno, a casa ed individualmente hanno risposto prima brevemente a due domande: Quali COMBUSTIBILI conosci? Quali sono i COMBUSTIBILI più usati? Le risposte sono state lette tutte ed alla fine è emerso che: I combustibili piu’ usati secondo noi sono: carbone, legna, gasolio, benzina, petrolio, gas metano, gpl, pellet… Subito dopo i bambini sono stati invitati a rispondere ad altre due domande, sempre con le stesse modalità: Dove li troviamo? Da dove arrivano? Ogni bambino ha brevemente ricercato la provenienza ed i luoghi dei combustibili, informandosi in famiglia o con un piccolo aiuto dei libri; tutti, chi brevemente, chi in modo più ampio, hanno portato notizie che sono state lette e successivamente raccolte dall’insegnante in una scheda scritta al computer e consegnata ad ognuno. E’ stato condiviso il contenuto della scheda, per chiarire bene a tutti, cercando di rendere semplici alcuni concetti un po’ più complicati . Particolare attenzione è stata posta ai combustibili per produrre energia elettrica , alle fonti di energia rinnovabili o non e al problema dell’inquinamento ambientale. La lettura della scheda è stata un po’ impegnativa, ma i ragazzi hanno mostrato interesse, soprattutto per l’origine dei combustibili e per le energie rinnovabili il cui impiego è presente nel nostro territorio (in particolare l’energia eolica). I bambini hanno infine corredato il lavoro con disegni o immagini attinenti. Interessante ed apprezzata dai bambini è stata la conoscenza di opportunità offerte dal nostro territorio, una riguardante il passato ( la carbonaia ) ed un’altra attualissima ( il Cogeneratore di Scarlino ). E’ stata consegnata una scheda di informazioni : NEL NOSTRO TERRITORIO LA CARBONAIA La CARBONAIA era una tecnica molto usata in passato nel territorio alpino, subalpino e appenninico, per trasformare la legna, preferibilmente di faggio, ma anche di abete, larice, frassino,castagno, pino, in CARBONE. La carbonaia era una grossa catasta conica di legna che veniva fatta ardere in carenza di ossigeno, così questa legna diventava carbone. Il mestiere del carbonaio è antico, faticoso e difficile. I carbonai provenivano da Pistoia, Prato, Bologna e andavano in territori lontani (come la Maremma) per svolgere il lavoro. Stavano nella macchia da autunno a primavera, con le loro famiglia, in capanne di legno. Dopo il taglio degli alberi, utilizzavano gli spazi liberi per allestire le carbonaie. La legna veniva accumulata con attenzione intorno ad un camino centrale, poi ricoperta da zolle di terra e foglie. Dando fuoco dal camino, iniziava la combustione, ma c’era bisogno di molte cure per alimentare il fuoco con buchi, facendo attenzione che non avvenisse velocemente (sennò veniva la cenere), o troppo lentamente (si spengeva). Questo procedimento durava da 8 a 20 giorni con una presenza continua degli uomini giorno e notte. Dal colore del fumo che usciva, i carbonai riconoscevano se la combustione era alla fine. Allora si raccoglieva il carbone raffreddato che veniva caricato su carri trainati da muli e trasportato nei vari paesi. Questo lavoro di fatto non esiste più in Maremma. UNA CENTRALE TERMOELETTRICA … A RIPOSO ( per ora!) Al Casone di SCARLINO c’è un impianto di produzione di energia elettrica con COMBUSTIBILE derivato da rifiuti (CDR) all’80 % e da BIOMASSE al 20 %. IL CDR è un combustibile solido derivato dai rifiuti solidi urbani : dopo aver eliminato i materiali riciclabili ( vetro, metalli, carta), i rifiuti vengono essiccati, triturati e messi in grossi blocchi chiusi da vari strati di pellicola plastica che si chiamano ECOBALLE. Le BIOMASSE sono materiali di origine vegetale, scarti da attività agricole, legni che provengono da manutenzione dei boschi, resti di attività agricole(come paglia, potature), resti come gusci, noccioli… Nella centrale di Scarlino le biomasse sono formate soprattutto da legno e da gusci di semi di palma da olio. Al momento l’impianto è fermo, in attesa che i giudici decidano su un ricorso fatto da un gruppo di persone. Un articolo dal quotidiano LA NAZIONE ha completato la conoscenza sulla situazione dell’impianto, per comprendere in particolare l’attenzione dell’opinione pubblica e l’attesa verso una conclusione positiva della vicenda. A SIRENE SPIEGATE NELLA CASERMA DEI Entusiasmante è stata la visita alla CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO di Grosseto, dove Marco, il caposquadra, ha illustrato ai bambini il funzionamento della struttura ed ha risposto con pazienza a tutte le domande poste, chiarendo così le loro curiosità. Il momento più piacevole ed emozionante per i ragazzi è stato senz’altro aver provato a salire sui mezzi in dotazione, a sirene spiegate ! Il percorso mattinata poi della è stato riproposto classe in in maniera sintetica, ma completa, sempre per rendere il lavoro efficace, ma noioso pesante. e Partendo non dalle notizie sul CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO, sul quaderno sono stati evidenziati i compiti dei Vigili, accanto a disegni e foto della giornata. I COMPITI DEI VIGILI DEL FUOCO ESTINGUERE GLI INCENDI SOCCORRERE LE PERSONE IN PERICOLO SOCCORRERE GLI ANIMALI IN PERICOLO INTERVENIRE NELLE ALLUVIONI, NEI TERREMOTI, NELLE FRANE ( CALAMITA’ NATURALI ) PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE INTERVENIRE NEGLI INCIDENTI STRADALI Particolare attenzione è stata posta alle caratteristiche, alle attrezzature ed alle funzioni di alcuni mezzi sui quali i bambini sono saliti e che hanno avuto modo di conoscere da vicino. SCALA AEREA ANFIBIO AUTOPOMPA A conclusione del lavoro, con una conversazione collettiva sono stati ricordati i comportamenti da tenere in caso di incendio, le norme che abitualmente vengono rispettate nelle prove di evacuazione a scuola ed infine le attenzioni che si devono avere per la sicurezza degli ambienti in cui viviamo. nella COMBUSTIONE Per concludere il percorso, attraverso una conversazione collettiva, sono state espresse alcune osservazioni sulle esperienze precedenti, mettendo in evidenza la presenza dell’aria; poi sono state condivise e scritte sul quaderno: OSSERVAZIONI Dalle nostre esperienze abbiamo notato: Nella combustione dei legnetti e della carbonella la maestra soffiava per alimentare la fiamma; Agli “ALBORI” Riccardo, dopo aver prodotto la scintilla, soffiava per ravvivare la fiamma; Nella CARBONAIA era importante la quantità d’aria per trasformare la legna in carbone; I VIGILI DEL FUOCO ci hanno detto che gli incendi sono più pericolosi quando soffia il vento , come è accaduto all’Argentario. DA QUESTE ESPERIENZE ABBIAMO CAPITO CHE L’ARIA E’ IMPORTANTE NELLA COMBUSTIONE Per conoscere da vicino l’aria, sono state predisposte tre esperienze, con l’aiuto dell’acqua: per rendere più VISIBILE il fenomeno si sono escogitati due aiuti: colorare l’acqua di celeste ( con la carta crespa) ed usare un tappo di sughero per meglio vedere il livello della la superficie dell’acqua. 1^ e 2^ ESPERIENZA “L’ACQUA E LA CARAFFA VUOTA” Le esperienze sono state ripetute più di una volta in classe, sempre con l’aiuto del “segretario”, sia per rendere più evidente i fenomeni osservati, ma anche perché i bambini hanno voluto provare personalmente ( con la combustione dei vari materiali non sempre è stato possibile per ovvi motivi di sicurezza). Preparato il materiale, una bacinella d’acqua colorata ed una caraffa “vuota”, si è provato a capovolgerla, immergerla nella bacinella e… … l’acqua non è entrata nella caraffa, anzi la caraffa è stata spinta più volte, ma tendeva a tornare fuori. Per verificare che la caraffa non era bagnata, i bambini hanno provato a mettere le mani dentro… asciutta! I bambini sono stati invitati come sempre a scrivere sul quaderno l’esperienza, ma con la consegna di essere brevi, cogliendo solo gli aspetti più importanti. L’acqua e la caraffa vuota Materiale occorrente Una bacinella Acqua (colorata) Una caraffa Un tappino di sughero Cosa vedi durante l’esperimento? La maestra ha girato la caraffa dentro la bacinella, ma l’acqua non è entrata, perché l’aria ha impedito all’acqua di entrare. Sono state lette tutte le descrizioni, i bambini sono riusciti ad essere brevi, ma nella quasi totalità completi, mentre moltissimi hanno concordato sulla stessa ipotesi: L’aria dentro alla caraffa impedisce all’acqua di entrare. Come sempre il lavoro è stato corredato da semplici ma efficaci disegni. Infine sul quaderno è stata scritta la conclusione condivisa dell’esperienza: L’aria occupa uno spazio dentro la caraffa ed impedisce all’acqua di entrare. Per la seconda esperienza, l’insegnante ha invitato nuovamente i bambini ad osservare con attenzione per poi descrivere brevemente. Capovolta la caraffa, è stata leggermente inclinata e… si sono viste delle bolle d’aria sulla superficie e l’acqua che entrava dentro . Ora la caraffa è piena di acqua! Sui quaderni i bambini hanno registrato cosa hanno visto e la loro ipotesi. Cosa vedi durante l’esperimento? La maestra ha capovolto la caraffa: l’aria, non compressa, ha fatto delle bolle d’aria ed è uscita. Dentro ci è andata l’acqua. Lette tutte le descrizioni, è stata condivisa una conclusione scritta sul quaderno L’ARIA E’ USCITA DALLA CARAFFA ( CON LE BOLLE) ED HA LASCIATO SPAZIO ALL’ ACQUA CHE E’ ENTRATA. 3^ Esperienza Agli alunni è stata posta una domanda: Secondo voi è possibile travasare l’aria come facciamo con l’acqua? Sulla cattedra sono stati messi la bacinella piena d’acqua e due bicchieri vuoti; è stata ricordata l’esperienza fatta tempo fa con il travaso dei liquidi ( per avviare alla misura) , poi i bambini hanno iniziato a pensare e a scrivere la propria risposta. Nella quasi totalità hanno risposto NO ma qualche bambino ha pensato di SI’ e due di essi hanno motivato che l’acqua ci avrebbe aiutato. Anche questa esperienza è stata ripetuta più volte. Un bicchiere pieno d’acqua è stato capovolto sulla bacinella e tenuto quasi a pelo dell’acqua, mentre un secondo, pieno d’aria, è stato immerso nell’acqua capovolto. Il bicchiere “vuoto” è stato portato sotto l’altro e inclinato leggermente così da vedere le bolle d’aria : il bicchiere “vuoto” si è riempito d’acqua, mentre quello pieno d’acqua si è riempito d’aria… il travaso è avvenuto! Sul quaderno, come sempre è stata registrata brevemente l’esperienza (individualmente) Terza esperienza Materiale occorrente: Bacinella Acqua colorata Due bicchieri Descrivi l’esperienza La maestra ha pienato un bicchiere d’acqua e l’ha tenuto sulla superficie e quell’altro pieno d’aria l’ha tenuto sul fondo, poi la maestra ha inclinato il bicchiere pieno d’aria e l’aria del bicchiere è andata in quell’altro pieno d’acqua. Infine, dopo la lettura di ogni elaborato, si è deciso di condividere sul quaderno questa conclusione: E’ POSSIBILE TRAVASARE L’ARIA DA UN BICCHIERE ALL’ALTRO, MA E’ EVIDENTE SOLO NELL’ACQUA. L’ARIA E’ NECESSARIA NELLA COMBUSTIONE? Per rispondere a questa domanda è stata svolta l’ultima esperienza, con le stesse modalità delle precedenti. Sulla cattedra sono state messe tre candeline accese. Due contenitori di diversa misura sono stati messi capovolti su due candeline. Per prima si è spenta la candelina del contenitore più piccolo Poi si è spenta la candelina del contenitore più grande mentre la terza è rimasta accesa. Anche questa volta, i bambini sono stati invitati a descrivere l’esperienza e si sono mostrati più sicuri e precisi. (Sono diventati esperti!!) L’ARIA E’ NECESSARIA PER LA COMBUSTIONE? Esperienza Materiale occorrente: Tre candele Due barattoli di misura diversa Accendino (innesco) Dopo la lettura di ogni scritto, i commenti , le eventuali correzioni e le considerazioni anche sulle esperienze precedenti, la classe ha condiviso una conclusione che è stata scritta sul quaderno di ognuno: ABBIAMO CAPITO CHE L’ARIA E’ FONDAMENTALE PER LA COMBUSTIONE DELLA CANDELA ED E’ NECESSARIA ANCHE PER TUTTE LE COMBUSTIONI. Ora finalmente è stata scritta una definizione completa della combustione : LA COMBUSTIONE TRASFORMAZIONE CHE E’ SI QUELLA VERIFICA QUANDO UN MATERIALE INNESCATO, IN PRESENZA DI ARIA, PRODUCE LUCE, CALORE E SI CONSUMA. Infine l’aria è stata chiamata riassumere con il COMBURENTE e per concludere si è pensato di TRIANGOLO DEL FUOCO che i bambini hanno disegnato sui loro quaderni. VERIFICHE Sono stati considerati strumenti di verifica ogni testo descrittivo, socializzato durante la discussione collettiva, le griglie di osservazioni individuali e collettive, ma anche una prova finale con dieci enunciati (VERO- FALSO) ed un simpatico test del Corpo Nazionale dei Piccoli Vigili del Fuoco.