La combustione

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La combustione
CLASSI 3^ A e 3^ B
Ins. GUIDONI FEDERICA
Scuola Primaria
“Pietro Aldi”
Via Scansanese
4^ Circolo Didattico Grosseto
( periodo Gennaio – Maggio)
Anno Scolastico 2011 -2012
L’argomento della COMBUSTIONE è stato introdotto da una conversazione sul
FUOCO che i bambini hanno dimostrato di conoscere. L’insegnante ha invitato gli
alunni a scrivere una loro ESPERIENZA riguardante il fuoco: tutti hanno avuto modo
di produrre testi più o meno brevi, completando con il disegno. Alcuni bambini hanno
portato anche più esperienze, quasi tutte svolte all’interno della casa ( cucina,
caminetto…), alcuni anche all’esterno ( circo, artisti di strada, incendi …).
LA MIA ESPERIENZA CON IL FUOCO
Il 13 ottobre a casa mia, erano venuti la mia nonna ed il mio nonno. La mia mamma
aveva fatto una tortina perché era il mio compleanno. Mio padre ha messo le candeline
e, dopo aver cantato la canzone di auguri, avevo i capelli sciolti e, quando ho soffiato
sulle candeline, mi sono avvicinata troppo. Mi si sono bruciati i capelli e mia madre me
li ha spenti con la mano bagnata; da quella sera ho capito che il fuoco è pericoloso.
Una volta terminato il lavoro individuale sul quaderno, attraverso una conversazione
collettiva, sono stati letti tutti i testi a voce alta, commentando anche i disegni e
chiedendo agli autori eventuali spiegazioni. Dalle produzioni dei bambini è emersa
soprattutto una caratteristica del fuoco: la pericolosità, ma anche alcune emozioni
come la paura, lo spavento…
I bambini sono poi stati invitati a scrivere tutto ciò
che sapevano sul fuoco e tutto ciò che veniva loro in mente. Ognuno ha organizzato
sul quaderno un modo diverso per rispondere: elenco puntato,frasi scritte una sotto
l’altra, uso di frecce, schemi…, ma tutti hanno accolto la proposta e si sono impegnati a
scrivere ciò che sapevano.
Gli elaborati sono stati letti, commentati, condivisi decidendo di registrare alla
lavagna con un ordine: da una parte le azioni, dall’altra parte le parole ( nomi e/o
aggettivi).
Infine tutto il lavoro è stato raccolto
e riscritto al computer in due
schede che sono state incollate sul quaderno di ogni alunno.
LE AZIONI LEGATE AL FUOCO
RISCALDARE
UCCIDERE (ANIMALI E PERSONE)
BRUCIARSI
BRUCIARE
ACCENDERE
TOCCARE
CUCINARE
SPENGERE
LE PAROLE DEL FUOCO
PERICOLOSO
MULTICOLORE
INCENDIO
GAS
CALDO
DIVERTENTE
SCINTILLANTE
CARTA
UTILE METEORITE
MERAVIGLIOSO
SCOPPIETTANTE
BELLO
BIG BANG
FIACCOLA
ROCCE
TOSSICO
CUOCERE
COLORATO
FARE MALE
AFFASCINANTE
USTIONARE
PAUROSO
FARE DANNI
CACCIARE GLI ANIMALI
VULCANI
LEGNETTI DA
STROFINARE
AMMORBIDIRE IL FERRO
CANDELE
INFURIARE
ALLARME ANTINCENDIO
GIOCARE
CAMINETTO ROSSO
INCENDIARE
CARBONE
OSTACOLARE IL FREDDO
ACCENDINO
PIPA
ROMPERE
ATTENZIONE
LEGNA
SCOTTARE
FIAMMA OSSIDRICA
SCHERZARE
FULMINE
SOLE
CARNE
BOSCO
FUMO
BENZINA
A questo punto sono iniziate le esperienze pratiche di combustione, svolte nel
VENTO FORNO
Laboratorio di Scienze, attorno al tavolo in modo che ogni bambino potesse vedere
FORNELLI
LUCE
bene e ripetute anche in classe, al buio; prima di
tutto è stato
posto l’accento su due
termini specifici: innesco ( i fiammiferi, l’accendino per avviare la combustione) e
combustibile ( i bambini hanno proposto cosa potevano bruciare: carta, legnetti, alcool,
carbone … ) cercando una semplice spiegazione, anche con la consultazione
dizionario.
del
La combustione della carta
Con l’aiuto del “segretario” l’insegnante ha preparato il materiale ( fogli di carta,
fiammifero e ciotola di coccio) e, prima di iniziare, è stata data una raccomandazione
importante: OSSERVARE CON ATTENZIONE tutta l’esperienza. L’insegnante ha
avviato la combustione con il fiammifero ed i bambini hanno osservato e commentato i
vari momenti dell’esperienza, notando la fiamma, il fumo, cosa era rimasto ( la cenere
che è stata toccata da tutti) ed infine la ciotola calda.
L’esperienza è stata ripetuta in
classe,
al
buio,
intorno
alla
cattedra con i bambini che hanno
osservato
anche
la
luce
che
emanava dalla ciotola ed illuminava
i loro visi e la stanza (l’esperienza
al buio ha meravigliato e coinvolto
molto i bambini).
A questo punto ogni bambino ha iniziato a descrivere la combustione della carta sul
quaderno, individualmente, dopo aver registrato i materiali occorrenti. Il quaderno è
stato prima organizzato lasciando ogni volta da un rigo all’altro tre quadretti per
eventuali
successive
correzioni: i bambini
hanno
lavorato,
tenendo
conto
dell’osservazione
condivisa
nel
descrivere
oggetto,
non
ma
un
una
trasformazione.
Infine
hanno
desiderato
con
un
fissare
disegno
un
momento
dell’esperienza ( chi
ha
preferito
illustrare la classe durante l’esperimento, chi i momenti principali dell’esperienza).
LA COMBUSTIONE DELLA CARTA
MATERIALE OCCORRENTE
•
Una ciotola di coccio
•
Carta ( combustibile )
•
Fiammifero (innesco )
DESCRIVO L’ESPERIENZA
La maestra ha preso il materiale: la ciotola, la carta ( combustibile ) e i fiammiferi
(innesco ). Alessandro, Filippo e Jacopo hanno appallottolato la carta e l’hanno
messa nella ciotola. La maestra con i fiammiferi ha dato fuoco alla carta nella
ciotola; ho notato che all’inizio era molto piccola la fiamma, ma poi quando ha
bruciato più carta ho notato che il fuoco aumentava, poi quando ha bruciato
abbastanza carta è diminuito un pochino. La carta quando bruciava si restringeva e
sembrava come se il fuoco stesse dentro, era un’esperienza favolosa! Ma la cosa
più entusiasmante ( ed è per questo che l’ho voluta dire per ultima) è stato quando
si è spenta la luce e abbiamo guardato il fuoco al buio e faceva una luce molto
brillante. Poi purtroppo si è spento. Abbiamo fatto l’esperienza due volte, una nel
laboratorio ed una in classe ed ho visto il fumo andare verso l’alto.
Sono state lette tutte le descrizioni, mentre un bambino a turno ha registrato alla
lavagna i passaggi più importanti, così da dare la possibilità a tutti di rivedere ciò che
avevano scritto, correggendo, ampliando, eliminando ciò che era inutile o inesatto (
usando una penna di colore diverso). E’ stato quindi condiviso e scritto sul quaderno
uno schema sugli aspetti più importanti dell’ esperienza:
GLI ASPETTI PIU’ IMPORTANTI DELL’ESPERIENZA
Il fiammifero acceso (innesco) a contatto con la carta ( combustibile) dà il via al
fenomeno.
La carta brucia e fa una fiamma che aumenta e poi diminuisce e cambia di colore e di
forma.
Alla fine rimane la cenere (residuo).
Durante la combustione si produce, oltre la fiamma, la luce, il fumo ed il calore.
.
Infine in forma collettiva è stata scritta la prima definizione del fenomeno (evidenziandola
sul quaderno con una cornicetta):
LA
COMBUSTIONE
DELLA
CARTA
E’
QUELLA
TRASFORMAZIONE CHE SI VERIFICA QUANDO LA CARTA
VIENE INNESCATA CON UN FIAMMIFERO; SI HA LA
PRODUZIONE DI FIAMMA, LUCE, FUMO E CALORE. DOPO
UN POCO IL FENOMENO TERMINA E SI HA UN RESIDUO DI
CARTA-CENERE.
Con le stesse modalità ( in Laboratorio prima ed in aula, al buio, dopo) è avvenuta la
seconda esperienza.
La combustione dell’alcool
Sempre con l’aiuto del “segretario” di turno, l’ insegnante ha versato un po’ d’alcool nel
piattino ed ha dato il via alla combustione, con la consegna di osservare attentamente
ogni momento: i bambini hanno commentato ciò che vedevano, hanno toccato il piattino
dopo la combustione, lo hanno rovesciato, ed alcuni hanno subito osservato alcune
somiglianze e differenze con la combustione della carta.
Dopo aver ripetuto l’esperienza in classe al buio, gli alunni hanno registrato i materiali
e gli strumenti occorrenti sul quaderno ed ogni bambino è stato invitato a descrivere
l’esperienza osservata, sempre con l’attenzione ai vari momenti.
LA COMBUSTIONE DELL’ALCOOL
Materiale e strumenti occorrenti:
Piattino
Alcool
Fiammifero
Descrivi l’esperienza
Oggi in classe abbiamo fatto il secondo esperimento; stavolta il combustibile era
l’alcool e, come l’altra volta, abbiamo fatto l’esperimento al buio. La maestra ha
messo l’alcool nel piattino, poi l’ha acceso con il fiammifero. La fiamma si vedeva
molto meglio al buio, perché faceva luce. La fiamma sembrava un polpo che
galleggiava sull’acqua; si consumava piano piano, dopo si è messa da un lato sul
piattino, poi si è spenta del tutto. La maestra ci ha fatto toccare il piattino: era caldo.
Dopo ancora Federico I. ha rovesciato il piattino: l’alcool non c’era, si era
consumato.
Dopo la lettura di ogni elaborato (
corredato
dal
registrazione
eventuali
disegno),
alla
lavagna,
correzioni
la
le
e/o
ampliamenti, è stato condiviso e
scritto sul quaderno uno schema
sugli
aspetti
più
importanti
dell’esperienza. I bambini hanno
mostrato
in
questa
seconda
esperienza maggiore facilità nel
descrivere
con
attenzione
ed
ordine.
GLI ASPETTI PIU’ IMPORTANTI DELL’ESPERIENZA
Il fiammifero acceso ( innesco) a contatto con l’alcool ( combustibile ) dà il via al
fenomeno.
L’alcool brucia e fa una fiamma.
Alla fine non c’è residuo.
Durante la combustione si producono la fiamma, la luce ed il calore.
In forma collettiva è stata condivisa una definizione della combustione dell’alcool,
anch’essa evidenziata da una cornicetta.
LA
COMBUSTIONE
DELL’ALCOOL
E’
QUELLA
TRASFORMAZIONE CHE SI VERIFICA QUANDO L’ALCOOL
VIENE INNESCATO CON UN FIAMMIFERO; SI HA LA
PRODUZIONE DI LUCE, FIAMMA E CALORE. DOPO UN
POCO IL FENOMENO TERMINA E NON SI HA NESSUN
RESIDUO .
E’ venuto quindi di conseguenza discutere sulle somiglianze e differenze notate tra le
due combustioni:
SOMIGLIANZE
DIFFERENZE
-innesco
-fumo
-fiamma
-residuo
-luce
-calore
-materiale consumato
Per facilitare il confronto è stato deciso di costruire sul quaderno una semplice
tabella, strumento con cui i bambini hanno familiarità, soprattutto in Matematica :
MATERIALE
INNESCO LUCE
CALORE FUMO
carta
X
X
X
alcool
X
X
X
X
FIAMMA RESIDUO CONSUMATO
X
X
X
X
X
I bambini sono stati invitati a provare a dare loro una definizione di
combustione che andasse bene per i due combustibili usati ( ognuno ha
provato,aiutandosi anche con le definizioni già scritte sul quaderno).
Ora prova tu a scrivere la definizione della COMBUSTIONE
La combustione è quella trasformazione che si verifica quando un materiale è a
contatto con il fuoco, il residuo non è sempre possibile. La combustione produce calore
e luce.
La combustione è quella trasformazione che si verifica quando il combustibile viene
innescato con un fiammifero; facendo questo passaggio si produce luce, calore e
fiamma. Dopo un po’ questo fenomeno termina e con esso anche la luce ed il calore.
Dopo aver letto le definizioni, averle confrontate
e discusse, si è arrivati ad una
definizione comune, scritta anch’essa sul quaderno:
LA COMBUSTIONE E’ QUELLA TRASFORMAZIONE CHE SI
VERIFICA QUANDO UN COMBUSTIBILE VIENE INNESCATO
CON UN FIAMMIFERO; SI HA LA PRODUZIONE DI FIAMMA,
LUCE, E CALORE. IL MATERIALE SI CONSUMA.
La combustione della legna e della carbonella
Procedendo con le stesse modalità è stata eseguita
la combustione della legna e
subito dopo, nella stessa lezione, quella della carbonella. I bambini si sono accorti che
in queste esperienze c’era una maggiore difficoltà di innesco rispetto alla carta e
all’alcool, quindi è stato usato l’alcool come “ aiutino”,
Le esperienze si sono svolte come sempre in Laboratorio e successivamente in classe,
con le modalità degli altri esperimenti e sono state notate soprattutto le difficoltà
dell’innesco
e
dei
tempi
più
lunghi
della
combustione.
Alla fine, come sempre, individualmente,sul quaderno sono state registrate le due
esperienze.
LA COMBUSTIONE DELLA LEGNA
Strumenti e materiali occorrenti:
Ciotola di coccio
Legnetti
Fiammifero
Alcool (per aiutino)
Descrivi l’esperienza
La maestra ha preso i legnetti (secchi) e li ha messi dentro la ciotola. Subito dopo ha
preso il fiammifero (innesco) e con tanto aiuto dell’alcool ha acceso i legnetti: la
fiamma faceva luce e calore e pian piano la fiamma diminuiva. Sotto i legnetti si
vedevano un po’ di puntini rossi, perché la legna si consumava, la fiamma non era
ancora spenta del tutto. C’era pure il residuo: la cenere.
LA COMBUSTIONE DELLA CARBONELLA
Strumenti e materiali occorrenti
Ciotola di coccio
Carbonella
Fiammifero
Alcool ( per aiutino)
Descrivi l’esperienza.
Nel laboratorio scientifico abbiamo fatto la combustione della carbonella. La prima
volta la maestra ha messo il fiammifero nella ciotola, ma non andava la fiamma. La
maestra ha provato a mettere un po’ d’alcool, poi con un altro fiammifero la fiamma
andava, ma era dell’alcool, non della carbonella. Poi dopo due volte la carbonella ha
iniziato a bruciare, si vedevano anche i pallini rossi e mandava fumo. Alla fine c’era la
cenere e la ciotola era calda.
Dopo la lettura di ogni elaborato, sono stati condivisi gli aspetti più importanti:
GLI ASPETTI PIU’ IMPORTANTI DELL’ESPERIENZA
Il fiammifero acceso (innesco ) dà il via al fenomeno con l’aiuto dell’alcool;
I legnetti e la carbonella ( combustibili ) bruciano molto lentamente e lasciano un
residuo : la cenere.
Durante la combustione si produce, oltre alla luce, il fumo ed il calore.
Non sempre è presente la fiamma.
Un’altra esperienza più “particolare” con un… sasso.
La combustione e il sasso
L’esperienza, che ha molto incuriosito i bambini e che ha stimolato diverse
osservazioni e considerazioni, si è svolta con le modalità dei precedenti
esperimenti.
Inizialmente è stata notata la difficoltà ad innescare la combustione ed i bambini
hanno suggerito, come in precedenza, di aiutare l’innesco con l’alcool, ma terminata
la combustione dell’alcool, il sasso è apparso identico a prima. Per verificare ciò,
dopo animate discussioni, è stata usata una bilancia da cucina per pesare il sasso
prima e dopo l’esperimento. I bambini hanno così compreso che la combustione non
era avvenuta, dato che non c’era
stata la consumazione del materiale. (L’
esperienza ha fatto discutere e divertire i bambini).
Come sempre, è stato chiesto agli alunni di descrivere individualmente per scritto
l’esperienza. Ogni bambino ha lavorato e prodotto un proprio elaborato.
LA COMBUSTIONE ED IL SASSO
Strumenti e materiali occorrenti
Fiammifero
Ciotola di coccio
Alcool (per aiutino)
Sasso
Bilancia (per controllo)
Descrivi l’esperienza
Quando siamo andati in laboratorio abbiamo subito dato il via al fenomeno, ma è stato
difficile, perché il sasso non prendeva fuoco. Quando abbiamo messo l’alcool sul
sasso, ha preso fuoco, ha durato un po’: era divertente quando l’alcool andava a finire
sotto il sasso! Alla fine dell’esperimento, per controllare se il sasso era davvero un
combustibile, abbiamo usato la bilancia; abbiamo pesato il sasso, pesava 325 grammi,
poi abbiamo rifatto un’altra volta l’esperimento, ripetendo le stesse azioni. Abbiamo
pesato il sasso un’altra volta e pesava sempre 325 grammi: non si era consumato,
quindi voleva dire che il sasso non è un combustibile. Mi sono divertita tantissimo!
Sono stati letti tutti gli elaborati, come negli i altri esperimenti,
arrivando a questa
conclusione ( scritta sul quaderno):
ABBIAMO CAPITO CHE IL SASSO NON E’ UN
COMBUSTIBILE, PERCHE’ NON ABBIAMO OSSERVATO GLI
ASPETTI DELLE ALTRE COMBUSTIONI.
Per riepilogare le esperienze, è stata costruita una tabella a doppia entrata, sia sul
quaderno individualmente , sia su un cartellone appeso al muro ( la tabella è
risultato ancora una volta uno strumento efficace e semplice, perché funzionale e
conosciuto dai ragazzi).
INNESCO
LUCE
CALORE
FUMO
FIAMMA
RESIDUO
MATERIALE
CONSUMATO
CARTA
X
X
X
X
ALCOOL
X
X
X
LEGNA
X
X
X
X
CARBONELLA
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
SASSO
Infine è stato proposto ai bambini di provare a definire il fenomeno della
combustione, individualmente. (Tutti hanno provato, anche con discreti risultati)
Definizione di COMBUSTIONE
La combustione è quella trasformazione che si verifica quando i combustibili sono
innescati con un fiammifero, si ha la luce ed il calore, dopo un poco il fenomeno
termina.
Il fenomeno si forma con l’innesco, fa luce e calore ed il materiale si consuma.
Confrontando le varie definizioni, è stata elaborata una definizione condivisa :
LA COMBUSTIONE E’ QUEL FENOMENO CHE SI
VERIFICA
QUANDO
UN
INNESCATO
PRODUCE
LUCE,
CONSUMA.
COMBUSTIBILE
CALORE
E
SI
UN SALTO NEL “PASSATO”…
VISITA GUIDATA AGLI “ALBORI”
Le due classi hanno effettuato una visita agli ALBORI, Laboratorio di archeologia
sperimentale che si trova nel comune di Campagnatico, vicino a Grosseto. Riccardo,
l’esperto, ha guidato i bambini a conoscere e sperimentare alcuni aspetti della vita
degli uomini primitivi : le armi, la scheggiatura, gli strumenti musicali, i prodotti con la
terracotta, le capanne … e tanti altri aspetti della vita quotidiana, ma particolare
attenzione è stata posta all’ ACCENSIONE DEL FUOCO. Riccardo ha fatto vedere
praticamente tre modi diversi:
1. La PERCUSSIONE di due pietre: la PIRITE con la SELCE, usando come esca un
fungo, il FOMES FOMENTARIUS, sul quale è caduta la scintilla
e materiale
appallottolato, prelevato dal “bischero di padule ”,che si è infiammato con l’aiuto del
soffio di Riccardo.
2. La tecnica più antica, con una canna di bambù divisa a metà (con l’esca della canna
grattata dentro alla canna rovesciata) STROFINATA, così da far “uscire” il fumo.
3. Un’altra tecnica, la più
difficile, eseguita con
un legno duro con un
incavo dove mettere il
bastoncino con la corda,
STROFINANDO fino a
produrre il fumo.
Come lavoro collettivo sono stati ripercorsi i momenti più importanti dell’esperienza
fatta, documentando con foto e disegni le tecniche di accensione del fuoco sul
quaderno di ognuno. Il percorso proposto è stato volutamente sintetico, anche se
completo, per evitare che l’entusiasmo provato dai bambini nella gita fosse vanificato
da un lungo lavoro.
E’ stata proposta ai bambini un’indagine sui combustibili che conoscono: sul quaderno, a
casa ed individualmente hanno risposto prima brevemente a due domande:
Quali COMBUSTIBILI conosci?
Quali sono i COMBUSTIBILI più usati?
Le risposte sono state lette tutte ed alla fine è emerso che:
I combustibili piu’ usati secondo noi sono: carbone, legna, gasolio,
benzina, petrolio, gas metano, gpl, pellet…
Subito dopo i bambini sono stati invitati a rispondere ad altre due domande, sempre
con le stesse modalità:
Dove li troviamo?
Da dove arrivano?
Ogni bambino ha brevemente ricercato la provenienza ed i luoghi dei combustibili,
informandosi in famiglia o con un piccolo aiuto dei libri; tutti, chi brevemente, chi in
modo più ampio, hanno portato notizie che sono state lette e successivamente
raccolte dall’insegnante in una scheda scritta al computer e consegnata ad ognuno. E’
stato condiviso il contenuto della scheda, per chiarire bene a tutti,
cercando di
rendere semplici alcuni concetti un po’ più complicati . Particolare attenzione è stata
posta ai combustibili per produrre energia elettrica , alle fonti di energia rinnovabili
o non e al problema dell’inquinamento ambientale.
La lettura della scheda
è stata un po’ impegnativa, ma i ragazzi hanno mostrato
interesse, soprattutto per l’origine dei combustibili e per le energie rinnovabili il cui
impiego è presente nel nostro territorio (in particolare l’energia eolica). I bambini
hanno infine corredato il lavoro con disegni o immagini attinenti.
Interessante ed apprezzata dai bambini è stata la conoscenza di opportunità offerte
dal
nostro territorio, una riguardante il passato ( la carbonaia ) ed un’altra
attualissima ( il Cogeneratore di Scarlino ). E’ stata consegnata una scheda di
informazioni :
NEL NOSTRO TERRITORIO
LA CARBONAIA
La CARBONAIA era una tecnica molto usata in passato nel territorio alpino, subalpino
e appenninico, per trasformare la legna, preferibilmente di faggio, ma anche di abete,
larice, frassino,castagno, pino, in CARBONE. La carbonaia era una grossa catasta
conica di legna che veniva fatta ardere in carenza di ossigeno, così questa legna
diventava carbone. Il mestiere del carbonaio è antico, faticoso e difficile. I carbonai
provenivano da Pistoia, Prato, Bologna e andavano in territori lontani (come la
Maremma) per svolgere il lavoro. Stavano nella macchia da autunno a primavera, con le
loro famiglia, in capanne di legno. Dopo il taglio degli alberi, utilizzavano gli spazi liberi
per allestire le carbonaie.
La legna veniva accumulata con attenzione intorno ad un camino centrale, poi ricoperta
da zolle di terra e foglie. Dando fuoco dal camino, iniziava la combustione, ma c’era
bisogno di molte cure per alimentare il fuoco con buchi, facendo attenzione che non
avvenisse velocemente (sennò veniva la cenere), o troppo lentamente (si spengeva).
Questo procedimento durava da 8 a 20 giorni con una presenza continua degli uomini
giorno e notte. Dal colore del fumo che usciva, i carbonai riconoscevano se la
combustione era alla fine. Allora si raccoglieva il carbone raffreddato che veniva
caricato su carri trainati da muli e trasportato nei vari paesi. Questo lavoro di fatto non
esiste più in Maremma.
UNA CENTRALE TERMOELETTRICA … A RIPOSO ( per ora!)
Al Casone di SCARLINO c’è un impianto di produzione di energia elettrica con
COMBUSTIBILE derivato da rifiuti (CDR) all’80 % e da BIOMASSE al 20 %.
IL CDR è un combustibile solido derivato dai rifiuti solidi urbani : dopo aver eliminato
i materiali riciclabili ( vetro, metalli, carta), i rifiuti vengono essiccati, triturati e messi
in grossi blocchi chiusi da vari strati di pellicola plastica che si chiamano
ECOBALLE.
Le BIOMASSE sono materiali di origine vegetale, scarti da attività agricole, legni che
provengono da manutenzione dei boschi, resti di attività agricole(come paglia,
potature), resti come gusci, noccioli… Nella centrale di Scarlino le biomasse sono
formate soprattutto da legno e da gusci di semi di palma da olio.
Al momento l’impianto è fermo, in attesa che i giudici decidano su un ricorso fatto da
un gruppo di persone.
Un articolo dal quotidiano LA NAZIONE ha
completato la conoscenza sulla
situazione dell’impianto, per comprendere in particolare
l’attenzione dell’opinione
pubblica e l’attesa verso una conclusione positiva della vicenda.
A SIRENE SPIEGATE NELLA CASERMA
DEI
Entusiasmante è stata la visita alla CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO di Grosseto,
dove Marco, il caposquadra, ha illustrato ai bambini il funzionamento della struttura
ed ha risposto con pazienza a tutte le domande poste, chiarendo così le loro curiosità.
Il momento più piacevole ed emozionante per i ragazzi è stato senz’altro aver provato
a salire sui mezzi in dotazione, a sirene spiegate !
Il
percorso
mattinata
poi
della
è stato
riproposto
classe
in
in
maniera
sintetica,
ma
completa,
sempre
per rendere il lavoro
efficace,
ma
noioso
pesante.
e
Partendo
non
dalle
notizie sul CORPO
NAZIONALE
DEI
VIGILI
DEL
FUOCO,
sul
quaderno sono stati evidenziati i compiti dei Vigili, accanto a disegni e foto della
giornata.
I COMPITI DEI VIGILI DEL FUOCO
ESTINGUERE GLI INCENDI
SOCCORRERE LE PERSONE IN PERICOLO
SOCCORRERE GLI ANIMALI IN PERICOLO
INTERVENIRE NELLE ALLUVIONI, NEI TERREMOTI, NELLE FRANE (
CALAMITA’ NATURALI ) PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE
INTERVENIRE NEGLI INCIDENTI STRADALI
Particolare attenzione è stata posta alle caratteristiche, alle attrezzature ed alle
funzioni di alcuni mezzi
sui quali i bambini sono saliti e che hanno avuto modo di
conoscere da vicino.
SCALA AEREA
ANFIBIO
AUTOPOMPA
A conclusione del lavoro, con una conversazione
collettiva sono stati ricordati i
comportamenti da tenere in caso di incendio, le norme che abitualmente
vengono
rispettate nelle prove di evacuazione a scuola ed infine le attenzioni che si devono
avere per la sicurezza degli ambienti in cui viviamo.
nella
COMBUSTIONE
Per concludere il percorso, attraverso una conversazione collettiva, sono state
espresse
alcune osservazioni sulle esperienze precedenti, mettendo in evidenza la
presenza dell’aria; poi sono state condivise e scritte sul quaderno:
OSSERVAZIONI
Dalle nostre esperienze abbiamo notato:
Nella combustione dei legnetti e della carbonella la maestra soffiava per
alimentare la fiamma;
Agli “ALBORI” Riccardo, dopo aver prodotto la scintilla, soffiava per ravvivare la
fiamma;
Nella CARBONAIA era importante la quantità d’aria per trasformare la legna in
carbone;
I VIGILI DEL FUOCO ci hanno detto che gli incendi sono più pericolosi quando
soffia il vento , come è accaduto all’Argentario.
DA QUESTE ESPERIENZE ABBIAMO CAPITO CHE
L’ARIA E’ IMPORTANTE NELLA COMBUSTIONE
Per conoscere da vicino l’aria, sono state predisposte tre esperienze, con l’aiuto
dell’acqua: per rendere più VISIBILE il fenomeno si sono escogitati due aiuti: colorare
l’acqua di celeste ( con la carta crespa) ed usare un tappo di sughero per meglio
vedere il livello della la superficie dell’acqua.
1^ e 2^ ESPERIENZA “L’ACQUA E LA CARAFFA VUOTA”
Le esperienze sono state ripetute più di una volta in classe, sempre con l’aiuto del
“segretario”, sia per rendere più evidente i fenomeni osservati, ma anche perché i
bambini hanno voluto provare personalmente ( con la combustione dei vari materiali
non sempre è stato possibile
per
ovvi motivi di sicurezza).
Preparato
il
materiale,
una
bacinella d’acqua colorata ed una
caraffa “vuota”, si è provato a
capovolgerla,
immergerla
nella
bacinella e…
… l’acqua non è entrata nella caraffa,
anzi la caraffa è stata spinta più volte,
ma tendeva a tornare fuori.
Per verificare che la caraffa non era
bagnata, i bambini hanno provato a
mettere le mani dentro… asciutta!
I bambini sono stati invitati come sempre a scrivere sul quaderno l’esperienza, ma con
la consegna di essere brevi, cogliendo solo gli aspetti più importanti.
L’acqua e la caraffa vuota
Materiale occorrente
Una bacinella
Acqua (colorata)
Una caraffa
Un tappino di sughero
Cosa vedi durante l’esperimento?
La maestra ha girato la caraffa dentro la bacinella, ma l’acqua non è entrata,
perché l’aria ha impedito all’acqua di entrare.
Sono state lette tutte le descrizioni, i bambini sono riusciti ad essere brevi, ma nella
quasi totalità completi, mentre moltissimi hanno concordato sulla stessa ipotesi:
L’aria dentro alla caraffa impedisce all’acqua di entrare.
Come sempre il lavoro è stato corredato da
semplici ma efficaci disegni.
Infine sul quaderno è stata scritta la conclusione condivisa dell’esperienza:
L’aria occupa uno spazio dentro la caraffa
ed impedisce all’acqua di entrare.
Per la seconda esperienza, l’insegnante ha invitato nuovamente i bambini ad osservare
con attenzione per poi descrivere brevemente.
Capovolta la caraffa, è stata
leggermente inclinata e… si sono
viste delle bolle d’aria sulla
superficie e l’acqua che entrava
dentro .
Ora la caraffa è piena di
acqua!
Sui quaderni i bambini hanno registrato cosa hanno visto e la loro ipotesi.
Cosa vedi durante l’esperimento?
La maestra ha capovolto la caraffa: l’aria, non compressa, ha fatto delle bolle d’aria ed
è uscita. Dentro ci è andata l’acqua.
Lette tutte le descrizioni, è stata condivisa
una conclusione scritta sul quaderno
L’ARIA E’ USCITA DALLA CARAFFA ( CON
LE BOLLE) ED HA LASCIATO SPAZIO ALL’
ACQUA CHE E’ ENTRATA.
3^ Esperienza
Agli alunni è stata posta una domanda:
Secondo voi è possibile travasare l’aria come facciamo con
l’acqua?
Sulla cattedra sono stati messi la
bacinella
piena
d’acqua
e
due
bicchieri vuoti; è stata ricordata
l’esperienza fatta tempo fa con il
travaso dei liquidi ( per avviare alla
misura) , poi i bambini hanno iniziato
a pensare e a scrivere la propria
risposta. Nella quasi totalità hanno
risposto
NO
ma qualche bambino
ha pensato di SI’ e due di essi
hanno
motivato
che
l’acqua
ci
avrebbe aiutato. Anche questa esperienza è stata ripetuta più volte. Un bicchiere
pieno d’acqua è stato capovolto sulla bacinella e tenuto quasi a pelo dell’acqua, mentre
un secondo, pieno d’aria, è stato immerso nell’acqua capovolto.
Il bicchiere “vuoto” è stato
portato sotto l’altro e inclinato
leggermente così da vedere le
bolle
d’aria
:
il
bicchiere
“vuoto” si è riempito d’acqua,
mentre quello pieno d’acqua si
è riempito d’aria… il travaso
è avvenuto!
Sul
quaderno,
come
sempre
è
stata
registrata
brevemente
l’esperienza
(individualmente)
Terza esperienza
Materiale occorrente:
Bacinella
Acqua colorata
Due bicchieri
Descrivi l’esperienza
La maestra ha pienato un bicchiere d’acqua e l’ha tenuto sulla superficie e
quell’altro pieno d’aria l’ha tenuto sul fondo, poi la maestra ha inclinato il
bicchiere pieno d’aria e l’aria del bicchiere è andata in quell’altro pieno d’acqua.
Infine, dopo la lettura di ogni elaborato, si è
deciso di condividere sul quaderno questa
conclusione:
E’
POSSIBILE
TRAVASARE
L’ARIA DA UN BICCHIERE
ALL’ALTRO, MA E’ EVIDENTE
SOLO NELL’ACQUA.
L’ARIA E’ NECESSARIA
NELLA COMBUSTIONE?
Per rispondere a questa domanda è stata svolta l’ultima esperienza, con le stesse
modalità delle precedenti.
Sulla cattedra sono
state messe tre
candeline accese.
Due contenitori di
diversa misura sono
stati messi capovolti
su due candeline.
Per prima si è spenta
la candelina del
contenitore più
piccolo
Poi si è spenta la
candelina del
contenitore più grande
mentre la terza è
rimasta accesa.
Anche questa volta, i bambini sono stati invitati a descrivere l’esperienza e si sono
mostrati più sicuri e precisi. (Sono diventati esperti!!)
L’ARIA E’ NECESSARIA PER LA COMBUSTIONE?
Esperienza
Materiale occorrente:
Tre candele
Due barattoli di misura diversa
Accendino (innesco)
Dopo la lettura di ogni scritto, i commenti , le eventuali correzioni e le considerazioni
anche sulle esperienze precedenti, la classe ha condiviso una conclusione che è stata
scritta sul quaderno di ognuno:
ABBIAMO
CAPITO
CHE
L’ARIA
E’
FONDAMENTALE PER LA COMBUSTIONE
DELLA CANDELA ED E’ NECESSARIA
ANCHE PER TUTTE LE COMBUSTIONI.
Ora finalmente è stata scritta una definizione completa della combustione :
LA
COMBUSTIONE
TRASFORMAZIONE
CHE
E’
SI
QUELLA
VERIFICA
QUANDO UN MATERIALE INNESCATO,
IN PRESENZA DI ARIA, PRODUCE LUCE,
CALORE E SI CONSUMA.
Infine l’aria è stata chiamata
riassumere con il
COMBURENTE
e per concludere si è pensato di
TRIANGOLO DEL FUOCO
che i bambini
hanno disegnato sui loro quaderni.
VERIFICHE
Sono stati considerati strumenti di verifica ogni testo descrittivo, socializzato
durante la discussione collettiva, le griglie di osservazioni individuali e collettive, ma
anche una prova finale con dieci enunciati (VERO- FALSO) ed un simpatico test del
Corpo Nazionale dei Piccoli Vigili del Fuoco.