il museo di altamira

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il museo di altamira
IL MUSEO DI ALTAMIRA
IL MUSEO DI ALTAMIRA
LA NEOGROTTA DI ALTAMIRA. STORIA.
La nuova sede del Museo di Altamira è stata inaugurata il 17 luglio per i Rè
della Spagna. Delle nuove istalazione che permettono di migliorare la
conservazione e la ricerca sul monumento e sulla Preistoria nella Cantabria,
fra le quali una riproduzione fedele della grotta di Altamira, per garantire la
sua divulgazione.
Una riproduzione esatta che fa ritornare il pubblico alle grotte di Altamira.
Quatordicimilla anni dopo che gli uomini del Paleolitico Superiore abbiano lasciato nelle grotte di
Altamira una magnifica eredità pittorica che parla sulle loro abitudini e forme di vita, l´uomo del XX
secolo ha imitato in uno modo fedele questo spazio grazie alle più moderne tecniche, dopo un lavoro
di tre anni.
La riproduzione della cosidetta Capella Sistina dell´arte quaternario, eccezionalle per la estetica e la
tecnica dei suoi dipinti, si alza soltanto a 100 metri di quella originale. Si approfitta della discesa di un
terreno ricco in eucalitti e terra carica di ferro (tinta d´ocre le scarpe del viaggiatore), che, essendo in
alto, ha dato il nome ad Altamira (“Altosguardo”). La grotta dei bisonti è stata imitata con una
precisione millimetrica in quell´altra, che i suoi creatori chiamano neogrotta. Quella originale è stata
scoperta nel XIX secolo e ha sofferto alcuni franamenti.
La replica dei famosi dipinti, appartenienti nella maggior parte al periodo detto magdaleniense, occupa
uno dei laterali, lungo appena 270 metri, di un grande museo di 3.000 metri quadrati, firmato
dall´architetto Juan Navarro Baldeweg. Offre delle sale di mostre e di audiovisuali, una biblioteca
specializzata, un magazzino per conservare, restaurare e fare ricerca sul patrimonio storico del
palolitico, un cafè, un ristorante ed un negozio. Questo palazzo basso e discreto si percepisce soltanto
quando ci si trova di fronte. L´architetto ha voluto che accompagnasse la grotta originale con la
maggiore delicatezza possibile: “È come se avessi tagliato la crosta della terra e si avesse collocato lì
il museo. E nel suo interno ho avuto molta cura nel modo di trattare le gradazioni della luce per riuscire
a rispecchiare quello che è stato un mondo sotterraneo”, ha spiegato. Il complesso include le due
grotte originali di Altamira, quella di tetto policromo, di accesso molto ristretto al pubblico, e quella
delle stalattite, una grotta di minore interesse preistorico, ma molto spettacolare, che adesso è chiusa
perche c´è pericolo di franamento.
Alla neogrotta, prima fermata di questa lunga passeggiata nella Preistoria, ci si arriva attraverso un
piccolo accesso laterale, e non dall´ingresso principale del museo: l´intenzione è provocare l´effetto
istantaneo di passare da una architettura contemporanea allo spazio della Preistoria.
Per riuscire ad avere un maggior realismo, sono state riprodotte tutte le condizoni ambientali della
grotta originale: i rumori, la temperatura (18 gradi), le immagini... Una volta che il visitatore inizia la sua
espedizione attraverso una delicata passerella di acciaio e ferro, la prima cosa che scopre è la gran
bocca nera della grotta dei dipinti che ha dato fama mondiale ad Altamira. Ma avere della pazienza è
un buon consiglio, ancora ci manca un pò per arrivare. Prima il visitatore sarà testimone, grazie a un
complesso sistema d´immagini virtuali, di un istante della vita quotidiana della Preistoria, quando
l´umanità otteneva il suo sostento dalla caccia e la raccolta. Più avanti, un´altra proiezione, questa
volta di uno scavo contemporaneo, che ci mostra com´è stata l´evoluzione degli oggetti dal Paleolitico:
quelli fabbricati in pelle o legno non hanno resistito il passaggio del tempo, si sono decomposti e
invece, ci hanno arrivato quelli fabbricati in carbone ed osso, che hanno lasciato la sua orma nelle
punte di pietra ed altri diversi strumenti che lì possono vedersi.
Andando avanti sul percorso, il visitatore viene sorpreso dallo scheletro di un´orsa di Altamira, morta
nel periodo d´ibernazione con il suo orsetto. Così si capisce il conflitto d´interessi fra l´orso delle
caverne e gli uomini, giacchè entrambi cercavano la proprietà delle grotte per proteggersi dal freddo.
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IL MUSEO DI ALTAMIRA
Dopo, la moderna passerella ci porta fino al laboratorio di pittura, una riproduzione esatta
dell´ambiente nel quale lavoravano quei geniali pittori (pennelli, camosci di pelle, coloranti, conchiglie)
e ci fa anche vedere l´eccezionalle processo d´essecuzione della pittura preistorica. Un metodo nel
quale si trovano tutte le tecniche del Paleolitico: incissione, pittura e disegno. Il pittore definiva prima le
figure con dei tratti incissi e dei disegni. Poi applicava in modo massivo, sicuramente con la mano, il
colorante naturale fatto con l´ossido della terra, limonita e carbone. Una volta coperto lo sfondo con la
pittura, lo grattava per riuscire ad avere il volume e i rilievi. Questo è l´esempio del modo nel quale
quei pittori utilizzavano le forme naturali della roccia per fare che le figure avessero un effetto quasi
scultorico, lo stesso sistema che hanno continuato ad usare i “neoartisti della neogrotta”, secondo il
direttore del Museo di Altamira, José Antonio Lasheras.
Con tutta questa informazione, il visitatore arriva finalmente al posto più desiderato, la grotta dei
dipinti, un insieme di 70 incissioni sulla roccia e quasi 100 figure di bisonti, cavalli e cervi, che
stupiscono per il suo vigore e movimento, e che i suoi imitatori hanno copiato usando pure dei
pigmenti naturali. Non manca nessun dettaglio: sono stati riprodotti tutti i capricci della roccia, come
una enorme fessura che attraversa la cavità, ed un segno che si trova a metà del contorno della parte,
e ci ricorda che i primitivi pittori facevano il suo lavoro sdraiati. Il pavimento è stato abassato in modo
tale che i visitatori possano vedere i dipinti in piedi.
Prima di abbandonare la neogrotta si può vedere una riproduzione dell´ultimo tratto della grotta
originale, inaccessibile per il pubblico, dove si trovano dei segni astratti e delle maschere molto
originali. Alla fine della nostra passeggiata nella Preistoria, il visitatore ritorna al punto da dov´è uscito:
il vestibolo del museo. Lì aspettano due grandi spazi di mille metri quadrati con delle mostre con degli
oggetti di uso e di arte e dei mobili degli uomini preistorici, e anche due sale audiovisuali.
L´idea di riprodurre la grotta di Altamira è nata nient´altro che nel 1928. Un archeologo, il “Padre”
Carballo, che, d´avanti al pericolo che la grotta originale (il migliore esempio di arte paleolitico)
soffrisse una frana, ha suggerito fare una riproduzione. La grotta non è crollata, ma la sua adeguata
conservazione permette soltanto l´ingresso di 35 visitatori al giorno, e c´è una lista di attesa di tre anni
e mezzo. Per quello, e perchè c´è stato bisogno di chiuderla alcune volte, si è tornato sull´idea della
replica nel 1992. Sono passati cinque anni, e nel 1997 è iniziata la costruzione del palazzo, en el
1999, della neogrotta.
Non è nella prima nell´ultima volta che si coppia la grotta dei dipinti di Altamira. Prima l´hanno fatto nel
Museo Tedesco della Scienza e la Tecnica di Monaco, che ha la sua piccola replica, ed il Museo
Nazionale di Archeologia di Madrid, dove c´è un´altra piccola riproduzione; in un parco tematico a
Shima (Giappone), inaugurato nel 1994, c´è un´altro frammento dei dipinti in un museo dedicato alla
Spagna, e pure delle grotte francesi di Lascaux e Niaux.
È in moto un´altro progetto simile a quello della replica di Altamira, nella località francese di Chauvet, e
pure una delle aziende finaliste del concorso di aggiudicazione del progetto, Ingenia-Qued (associata
con Empty), è la stessa che ha sviluppato ad Altamira questa nuova offerta di ozio e cultura di masse.
L´obbietivo della coppia di Altamira è offrire al gran pubblico l´informazione che conservano i dipinti
originali. Un´altra cosa è se le coppie riusciranno a trasmettere la stessa emozione.
Delle emozioni vere davanti a delle opere false
Per fare la replica della grotta di Altamira c´è stato bisogno di dieci tonnellate di polvere di roccia
calcarea, la stessa materia sassosa di quella originale, che occupano un 80 % delle pareti della grotta;
l´altro 20 % è stato fabbricato con dei prodotti sintetici, ed il risultato produce un strano realismo.
“Molte persone si sono emozionate davanti a un Van Gogh, e poi si è saputo che era falso, e allora
non ha prodotto lo stesso effetto. Non rinunciamo a provocare delle emozioni, ma umilemente
riconosciamo che le emozioni sono patrimonio dei dipinti originali”, ha affermato José Antonio
Lasheras, chi fugge dell´uttilizazzione di termini come quello di complesso per definire questo
progetto, che ha qualcosa di turistico.
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IL MUSEO DI ALTAMIRA
Ha spiegato che risponde “tecnicamente” a come deve essere, secondo lui, un museo del XXI secolo:
“Più un museo di processo che di oggetti, che fa sentire piacere attraverso l´intelligenza, e che sia
divertente”, ha affermato. Per adesso, gli undici paesi che si trovano nel comune di Santillana del Mar
(a due kilometri della grottà), hanno già fatto i suoi calcoli: 2.40 Euro il biglietto, 1.000 visitatori ogni
giorni d´inverno e 3.000 nell´estate...
Il progetto ha avuto un prezzo di 3.200 millioni delle vecchie pesetas, più o meno 19 millioni di Euro,
condivisi fra il Comune di Santillana (300.000 Euro), la Fondazione Botín (3 millioni di Euro), l´Unione
Europea, attraverso i Fondi FEDER, e lo Stato spagnolo.
María José Díaz de Tuesta
Artícolo apparso sul giornale El País,
il giovedì 31 agosto 2000, nella sua Revista de Agosto.
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IL MUSEO DI ALTAMIRA
DATI TECNICI
I
NOME: Museo di Altamira
INDIRIZZO: 39330 - Santillana del Mar (Cantabria)
TELEFONO: Centralino: (+34) 942 81 88 15 / (+34) 942 81 80 05
FAX: (+34) 942 840 157
TITOLARE: MINISTERO PER LA EDUCAZIONE E LA CULTURA. Direzione
Generale per le Belle Arti e i Beni Culturali.
DIRETTORE: José Antonio Lasheras Corruchaga
TRASPORTI:
Autobus: fino a Santillana del Mar, da Torrelavega e Santander.
Treni: FEVE e RENFE fino a Torrelavega. FEVE fino a Puente San Miguel.
Aeroporto: Santander.
ORARIO VISITE:
Da giugno a settembre: da martedì a sabato, dalle 9:30 alle 19:30
Da ottobre a maggio: da martedì a domenica, dalle 9:30 alle 17:00
Domeniche e festivi: 9:30 alle 17:00
CHIUSO: tutti i lunedì, 1 e 6 gennaio, 1 maggio, 24, 25 e 31 dicembre
TARIFFE D´INGRESSO (2004):
Ingresso gratuito: sabati, dopo le 14:30, e domeniche; pure il 18 magio (Giornata Internazionale dei
Musei), il 12 ottobre (Giorno della Hispanità) e il 6 dicembre (Giorno della Costituzione).
Ingresso gratuito a minori di 18 anni, maggiori di 65, pensionati e disoccupati e personale delle
istituzioni museistiche.
Vendita in anticipo e prenotazione dei biglietti:
Tel.: (0034) 942 818815
Internet: http://museodealtamira.mcu.es/
ACCESSIBILITÀ
Nel Museo di Altamira ci sono delle rampe ed ascensori per facilitare l´accesso di persone con delle
discapacità fisiche.
REGOLE DEL MUSEO
Foto e video. Non è permesso fare delle riprese o delle fotografie nell´interno del Museo.
Cellulari. Il visitatore è pregato di spegnere il suo cellulare per tutta la durata della visita.
Uso degli armadietti. I visitatori del Museo hanno a la loro disposizione degli armadietti per conservare
i zaini grandi, ombrelli... in modo tale di permettere una visita più comoda per tutti.
Animali. Non è permesso l´ingresso di animali, tranne i cani guida.
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