UNA SOCIETÀ DI INSTALLAZIONE CHE HA VIAGGIATO PER IL
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UNA SOCIETÀ DI INSTALLAZIONE CHE HA VIAGGIATO PER IL
30 Piccolo è bello… grande è meglio Una società di installazione che ha viaggiato per il mondo. Facendo esperienza e confrontandosi con sfide quotidiane… e ha scoperto che una struttura ben consolidata è sinonimo di qualità e di opportunità L a storia del professionista del mese per certi versi ricalca una trama di un bel film (a lieto fine, si spera…); classica ambientazione italiana: un elettricista con oltre 34 anni di esperienza da dipendente prova a coinvolgere i figli nel suo settore, con la speranza di potere costruire una piccola azienda familiare. Era il 1994, e da quel “sì” pronunciato da Cristiano e Diego Vaccarini nei confronti di loro padre Giuseppe è nata la V3 Elettro Impianti di Ancona. “I primi clienti - ci racconta Cristiano Vaccarini, attuale Amministratore Delegato della società - quando abbiamo aperto, erano fabbriche di piccole-medie dimensioni; ma nelle Marche, nel ‘94, iniziavano già a imporsi importanti strategie di delocalizzazione della produzione verso l’estero. Nel 1996 ci siamo quindi trovati di fronte a un importante bivio: i nostri clienti si spostavano verso l’Est Europa e noi cosa potevamo fare per continuare a collaborare con loro? Con un po’ di incoscienza ci siamo lanciati, siamo partiti verso la Romania, pur lasciando i nostri uffici qui in Italia”. E, ogni tanto, il coraggio paga… I Paesi dell’Est in quegli anni erano infatti decisamente arretrati dal punto di vista tecnologico, ma sono stati un banco di prova importante per la neonata V3 Elettro Impianti. “In quella situazione è aumentata la nostra capacità di ‘sapere fare’; ci siamo fatti conoscere come fornitori di soluzioni di qualità e alla lunga siamo riusciti www.elettricoplus.it di Daniele Bonalumi I tre soci di V3 Elettro Impianti Da sinistra a destra: Cristiano Vaccarini, Giuseppe Vaccarini e Diego Vaccarini a imporci in un Paese straniero che stava vivendo un forte momento di trasformazione e ascesa tecnologica: in pochi anni si è passati da località prive di energia elettrica all’avvento del telefono, del fax e addirittura dell’Adsl, che in pochi anni ha superato gli attuali standard italiani!”. L’occasione poi, fa l’installatore furbo: quali sono le necessità di una società italiana che va all’estero a lavorare? Comunicare al meglio con il proprio Paese d’origine. “Abbiamo subito visto l’opportunità, e l’esigenza, di approfondire il problema legato agli strumenti di comunicazione verso l’Italia e l’Europa in genere. E anche in questo caso il mercato delle telecomunicazioni si è rivelato essere un potenziale molto interessante e ci ha spinti a investire su noi stessi e sulla nostra attività. Il risultato parla da sé: da una presenza saltuaria ci siamo stabiliti in maniera più strutturata, rimanendo sul territorio romeno per ben 14 anni!”. Da italiani a cittadini del mondo “Non mi nascondo: lo scetticismo e le differenze linguistiche e culturali all’inizio hanno frenato la nostra integrazione con il territorio. Basti pensare che siamo par- titi utilizzando solo manovalanza italiana; con il passare del tempo però ci siamo resi conto che, se ben formati, anche i locali potevano lavorare bene, anzi: oggi che non siamo più presenti in Romania, constatiamo che sono le stesse persone che si sono formate con noi a proseguire il nostro operato”. Formazione dunque, non solo tecnica ma anche culturale e linguistica. “Non ci siamo mai stancati di imparare e conoscere. All’inizio l’ostacolo linguistico è stato faticoso, ci siamo quindi impegnati a imparare l’inglese portando all’interno dell’azienda un’insegnante; un’operazione che ci è servita anche per assumere un certo imprinting verso il mondo della formazione: conoscere per crescere e ingrandirci”. Fino ai primi anni 2000, dunque, la V3 Elettro Impianti è riuscita a confermarsi quale realtà di spicco nell’emergente mercato dell’Est Europa, con un approccio tutto sommato tradizionale rispetto alle richieste di mercato. Questo fino al 2008, quando un cliente ha iniziato a richiedere un approccio diverso al proprio progetto. “Nel 2008, un cliente ha specificamente richiesto di cablare il proprio impianto servendosi di un sisteGIE 4 maggio - 2016 installatore smart 31 Diamo voce alla professionalità Un’azienda strutturata conosce bene anche il valore del marketing e della comunicazione; per questo motivo V3 Elettro Impianti ha affidato la propria promozione non solo al tradizionale passaparola, ma ad un ufficio stampa esterno che si occupa di tutti gli aspetti legati alla visibilità delle attività dell’azienda. “Non voglio fare una forzatura pubblicizzando a tutti i costi il nostro ufficio stampa, però mi piace sottolineare l’importanza che ricopre all’interno della mia società. Tutti i miei colleghi, infatti, si basano sul passaparola, e poi quando ci si scontra con il mercato vero gli strumenti a disposizione sono lontani dal tradizionale passaparola. Il nostro obiettivo è quindi molto semplice, differenziarci dalle altre società di installazione comunicando quello che facciamo senza necessariamente giocare la solita battaglia sul prezzo: noi non siamo i più economici, ma siamo giusti”. “Secondo me, chi fa il passaparola viene strozzato quando arriva il service di turno che, a un prezzo più basso, ‘fa finta’ di fornire lo stesso servizio solo perché è in grado di proporsi in maniera più forte. Avere un ufficio stampa e sapere comunicare fuori quello che facciamo è quindi fondamentale: se oggi non vieni visto, non esisti”. Un servizio che non si limita alla sola comunicazione, ma si pone l’obiettivo di promuovere l’azienda e cercare nuovi clienti. “Il nostro scopo è innanzitutto quello di targettizzare le esigenze, quindi ci facciamo conoscere al privato tramite piccoli messaggi pubblicitari sui giornali e sulle testate locali oppure, se facciamo qualcosa di particolarmente interessante o innovativo, realizziamo articoli tecnici di approfondimento che danno lustro alla nostra azienda e a tutti i partner che hanno collaborato all’intervento”. Un investimento, dunque, non più un semplice costo. “Fino a oggi mi sento di dire che abbiamo avuto un ritorno economico sui nostri costi. Stiamo addirittura cercando, seppur con fatica, di realizzare un evento nelle prossime settimane dedicato alle nuove infrastrutture, quindi l’utilizzo delle tecnologie smart che oltrepassano il concetto di semplice domotica aprendoci verso il settore degli architetti, degli ingegneri e dei costruttori. In questo modo ci apriamo nuovi business potenziali e incontriamo nuovi clienti”. ma bus; dopo le prime ricerche, abbiamo deciso di puntare sul sistema Knx. Una scelta ponderata, soprattutto in relazione alla dipendenza nei confronti di un unico brand; Knx rappresenta per noi la soluzione per mantenere uno standard di automazione totalmente aperto, che non ci lega a un fornitore esclusivo”. “La cosa simpatica è che proprio in quel periodo stavo realizzando la mia abitazione, cablata con sistemi tradizionali; a quel punto, insieme a mio fratello e a mio padre, ci siamo chiesti: ‘siamo sicuri che ciò che proponiamo possa funzionare?’. Siamo quindi tornati nella casa che stavamo costruendo, abbiamo sfilato completamente l’impianto elettrico e abbiamo ricablato tutto con sistemi Knx sia per imparare, sia per toglierci tutti i dubbi del caso”. Da quel momento in poi, la strada è stata in discesa… “Dopo questa prima esperienza, abbiamo progettato un capannone industriale, poi una piccola industria locale e due anni dopo ci siamo certificati Knx Partner, credendo ciecamente in questo sistema. È stato forse questo il passaggio più significativo per la nostra società: da quel momento abbiamo iniziato, passo GIE 4 maggio - 2016 dopo passo, ad abbandonare l’impiantistica tradizionale che oggi rappresenta non più del 20-30% della nostra attività”. Un processo che ha reso necessario un percorso formativo adeguato, anzi totalmente personalizzato. “Col tempo ho iniziato a creare dei percorsi di studio insieme ai miei dipendenti; soluzioni condivise di studio e istruzione tecnica gestite direttamente da un tutor Knx che veniva presso la nostra sede per intere giornate: tutto questo ci ha consentito di conoscere meglio questo standard, analizzandone le logiche e le interazioni all’interno di un’infrastruttura complessa: un salto in avanti per me e per i miei ingegneri”. Una piccola, grande azienda Se il tessuto imprenditoriale italiano nel comparto elettrico si è consolidato grazie a microaziende unipersonali e artigianali, V3 Elettro Impianti rappresenta una felice eccezione. “Attualmente la mia società è composta da 13 persone, compresi i tre soci: io, mio padre e mio fratello”. Una struttura consolidata nel tempo, che nel corso degli anni avuto un andamento piuttosto costante, mantenendo sempre poco più di una dozzina di addetti. “Abbiamo fatto una scelta un po’ da matti, forse... Oggi, dopo 20 anni di onorata attività, mi sento di confermare che la scelta ha pagato: consolidavamo quello che avevamo, ci guardavamo attorno, si faceva un altro passo per crescere, si consolidava, poi nuovamente si cercava di crescere e consolidare. Un processo step by step che ci ha permesso di mantenere la mentalità dei primi anni, tanto che l’aria che si respira da noi in azienda non è ingessata, ma abbastanza informale: nessuna scala gerarchica, ma il rispetto dei ruoli”. Le figure professionali coinvolte in azienda sono molteplici, ognuna con un compito preciso. “Ci serviamo di una segretaria, che è tenuta a mantenersi aggiornata costantemente sulle novità del mercato elettronico e di due ingegneri, uno senior di ‘soli’ 35 anni, che contestualmente lavora Il futuro del settore e della professione “Credo sia giunto il momento di distaccarsi il più possibile dalle logiche del costruttore edile, che strozza l’imprenditore elettrico, indirizzandosi invece verso chi ha una sensibilità maggiore per i servizi da noi proposti, sia esso una piccola società o un privato con esigenze specifiche nel settore dell’efficientamento energetico e nell’automazione. Bisogna sempre mostrarsi attenti alle dinamiche del mercato e cogliere le tendenze più interessanti: oggi sentiamo parlare dell’Internet delle Cose e delle tecnologie che si integrano con domotica e automazione, bisogna andare a mettere il naso in quel mondo lì, formandosi e informandosi il più possibile”. Senza essere Nostradamus, qualche Hai una storia da raccontare? Scrivici a [email protected] (spiegaci in 10 righe perché sei smart e allega una tua foto: le migliori saranno pubblicate qui e su www.elettricoplus.it) con noi e prosegue i suoi studi nel mondo dell’automazione, e uno ancora più giovane che si occupa invece di ricerca e sviluppo, a cui spesso viene richiesto un progetto specifico per risolvere delle problematiche che dobbiamo affrontare. Abbiamo quindi due squadre di intervento che interagiscono tra loro e con la struttura aziendale”. Una formula non proprio tradizionale, ma nemmeno impossibile da replicare. “A noi è venuto naturale arrivare a questo stato di fatto. Ovvio: non bisogna cadere nel tranello di sperperare i propri guadagni, anzi, bisogna reinvestire tutto all’interno dell’azienda”. “A ben pensarci dovremmo farlo tutti noi installatori: passiamo l’80% della nostra vita sul posto di lavoro, quindi non è poi così utile investire su un’attività extralavorativa. Ho personalmente fatto l’impossibile per portare tutto quello che a me piace all’interno del posto di lavoro. Tanto che spesso si tira sera senza accorgersene, perché si ha passione e ci si dimentica che si sta lavorando. Per qualcuno è una bestemmia, ma per me funziona: è possibile a patto che ci si innamori della propria attività, altrimenti non si va da nessuna parte”. intuizione potrebbe fare la differenza. “Per me ci sarà un grosso incremento delle tecnologie legate alla rete: edifici che utilizzeranno Internet per essere comandati e sorvegliati, fino a comportamenti automatizzati che assecondino le esigenze del fruitore”. “Noi, come operatori del settore, dobbiamo essere talmente bravi da capire come si muovono i grandi player come Google e Apple, e come possa essere possibile un’integrazione con il nostro impianto elettrico domestico”. Senza per questo dimenticare le radici, da dove veniamo e chi, prima di noi, ha affrontato questo settore. “Più di una volta, quando ho in mente un progetto nuovo, la prima persona che ascolto è mio padre perché il valore dell’esperienza è inestimabile. Quindi, portare avanti tradizione e innovazione: in ogni sopralluogo è bene portarsi dietro qualcuno che abbia già affrontato, da elettricista, quella tipologia d’intervento, perché partire subito da zero mettendo sul piatto tanta innovazione non porta da nessuna parte”. www.elettricoplus.it