Aspetti sanitari per la cura del cane e del gatto

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Aspetti sanitari per la cura del cane e del gatto
Aspetti sanitari per la cura del cane e del gatto
Principali zoonosi e principali patologie
infettive dell’animale domestico
Profilassi e precauzione
Dr. Stefano Palminteri
Azienda U.S.L. Bologna
Malattie infettive del gatto
Malattie infettive del gatto
„
Leucemia felina (FeLV)
„
Immunodeficienza felina (FIV)
„
Peritonite infettiva felina (FIP)
„
Panleucopenia del gatto
„
Malattie respiratorie virali del gatto
• Rinotracheite virale felina (FHV-1)
• Calicivirosi del gatto (FCV)
„
Clamidiosi
Leucemia felina
(FeLV)
Leucemia felina (FeLV)
Retrovirus
¾ labile in ambiente esterno
¾ sensibile ai comuni disinfettanti
¾ distrutto in pochi minuti dagli agenti atmosferici
¾ contagio oronasale (principalmente attraverso la saliva)
„
Leucemia felina (FeLV)
penetrazione del virus a livello di mucosa orale, oculare e
nasale
„
replicazione: passaggio del virus in tonsille e linfonodi di
testa e collo
„
fase viremica: distribuzione verso midollo osseo, mucose
intestinali, respiratorie, ghiandole salivari (2-4 settimane)
„
diverse evoluzioni a seguito della risposta del gatto
all’esposizione al virus
„
•
Viremia persistente
il gatto si ammala (33%): soprattutto i gatti giovani
•
infezione cronica con viremia persistente
•
sintomatologia nell’arco di 3-36 mesi e morte entro 3-5
anni a causa delle malattie indotte dal virus
•
in questa forma il virus replica nel midollo osseo e per
via ematica si distribuisce nei vari organi
•
una percentuale di gatti rimane asintomatica per tutta la
vita
•
i gatti asintomatici persistentemente viremici
rappresentano il pericolo maggiore di diffusione
dell’infezione
„
„
•
•
•
•
„
•
•
•
•
Viremia transitoria (regressione)
infezione latente (33%): il virus resta “nascosto” nel
midollo osseo senza replicarsi, in caso di stress si riattiva
soprattutto gatti adulti
risposta immunitaria non completamente efficace
estinzione dell’infezione generalmente entro 3 anni
Viremia transitoria (regressione)
guarigione (infezione transitoria)
forte ed efficace risposta immunitaria che porta
all’eliminazione del virus (33%)
estinzione dell’infezione in 4-6 settimane
gatti adulti
Leucemia felina: epidemiologia
„
Virus principalmente nella saliva (contatto stretto)
„
Infezione intrauterina
riassorbimento dei feti, aborti, o nascita di gattini
deboli che non sopravvivono per più di 2 settimane
¾
„
Densità elevate (gattili, colonie feline) in un piccolo
territorio aumentano il rischio di contagio
Leucemia felina (FeLV)
3 forme principali:
¾ Forme non-neoplastiche (75%)
„
- primarie (anemia, aplasia midollare)
- secondarie (depressione immunitaria e infezioni
secondarie (FAIDS): stomatiti, gengiviti, enteriti, infezioni
delle vie aeree superiori, ascessi, piotorace, infezioni da
micoorganismi opportunisti, altre infezioni virali)
¾
Forme neoplastiche (23%)
- 90% tumori linfatici, leucemie, meno frequenti
fibrosarcomi, osteosarcomi, carcinomi….
¾
Forma intestinale (2%)
- simile a parvovirosi felina
„
9
9
9
9
9
9
9
ƒ
Sintomi clinici
problemi cronici: depressione, anoressia, debolezza,
dimagrimento, disidratazione
soppressione funzioni midollo osseo: anemia, deficit
immunitario e infezioni secondarie recidivanti e persistenti
sintomi intestinali: diarrea, costipazione
sintomi respiratori
problemi neurologici
disturbi riproduttivi: aborti, infertilità, debolezza neonatale
tumori
Terapia solo sintomatica e temporanea non in grado di
eradicare efficacemente l’infezione
Leucemia felina: profilassi
Diretta
• evitare di fare uscire il gatto (possibile contatto con
soggetti infetti in fase di eliminazione attiva del virus)
• test sierologico (ELISA) per la rilevazione dell’antigene
del virus della Leucemia felina
• isolamento dei gatti positivi (ripetizione del test dopo 6-8
settimane) e accurata pulizia e disinfezione
„
Immunizzante
• vaccinazione annuale con vaccino inattivato
„
- 2 somministrazioni a distanza di 3 settimane
- vaccinare i soggetti a rischio (gatti che escono
all’aperto o vivono con soggetti FeLV positivi)
Immunodeficienza felina
(FIV)
Immunodeficienza felina (FIV)
„
Retrovirus mortale (Lentivirus)
Labile in ambiente esterno e sensibile ai comuni
disinfettanti
„
„
Infezione
attraverso ferite da morso: lotte territoriali per cui più a
rischio i maschi non castrati che vivono all’aperto e che
hanno la possibilità di uscire
¾
¾
rischio presente ma minore attraverso i rapporti sessuali
¾
molto improbabile il contagio mamma-feto/neonato
Immunodeficienza felina (FIV)
„
Persistenza per tutta la vita (a differenza di FeLV)
„
Periodo di incubazione molto lungo (anche anni)
Fase iniziale
• sieroconversione, fase febbrile con aumento dei linfonodi
„
Fase intermedia o di latenza
• fase asintomatica (mesi-anni) con viremia persistente che
causa un progressivo declino delle difese immunitarie con
successiva incapacità a combattere le infezioni
„
Fase terminale
• malattia conclamata, sintomi a più livelli riferibili a
patologie conseguenti alla sindrome da immunodeficienza
„
Immunodeficienza felina (FIV)
Sintomi clinici
„
Fase iniziale
a seguito di un morso: stato febbrile, ingrossamento dei linfonodi,
letargia (durata alcune settimane-mesi)
•
„
Periodo asintomatico che può durare anni
„
Fase di malattia conclamata
rapido decadimento delle condizioni generali, letargia, depressione,
perdita di peso, anoressia, febbre, diarrea, stomatite, gengivite,
faucite, ascessi, insufficienza renale, malattie respiratorie e cutanee
croniche, infezioni secondarie croniche e opportuniste
(immunodepressione), deperimento cronico, morte.
•
„
Diagnosi
• test sierologico (ELISA): rilievo anticorpi anti-FIV prodotti 2-4
•
„
settimane dopo l’infezione
possibili falsi positivi: ripetere il test dopo alcune settimane
Prevenzione
• evitare che i gatti escano, castrazione
testare tutti i gatti
• separare ed isolare i gatti positivi
• ritestare i gatti in 3-6 mesi
• isolare le femmine gravide prima del parto e poi i cuccioli
• test nei gattini partoriti da femmine positive non prima dei 6 mesi
• ridurre al minimo i fattori di stress
• non è disponibile un vaccino
•
FeLV/FIV
Misure da adottare in caso di positività
„
Testare tutti i gatti prima dell’introduzione nel gruppo
In caso di positività
¾ isolamento del soggetto positivo (o insieme ad altri
positivi)
„
igiene accurata: il soggetto positivo è più sensibile alle
infezioni (depressione immunitaria)
¾
vaccinazione comunque contro le infezioni virali
respiratorie
¾
eventuali terapie atte a sostenere/stimolare il sistema
immunitario
¾
Peritonite infettiva felina
(FIP)
Peritonite infettiva felina (FIP)
„
Malattia ad esito costantemente mortale
„
Feline Coronavirus (FcoV): mutazione di un coronavirus
intestinale
- il virus responsabile (FIPV) è una variante mutata del
Coronavirus enterico felino (FECV): gastroenteriti
inapparenti o lievi
- virus identici morfologicamente e antigenicamente, ma
diversa patogenicità: FIPV sistemico e letale
„ Frequente nelle colonie di gatti (allevamenti)
No predisposizione di sesso o razza: maggiore incidenza in gatti di
razza pura dovuta all’affollamento negli allevamenti
„
„ immunodepressione (stress, sovraffollamento, infezioni
intercorrenti, interventi chirurgici, farmaci steroidei, gravidanza)
favorisce la comparsa della FIP
maggiore incidenza nei mesi freddi dovuta all’affollamento dei
locali chiusi.
„
„virus molto labile in ambiente esterno (facilmente distrutto dai
comuni disinfettanti es. cloroderivati come la candeggina)
trasmissione tra gatti attraverso le feci e per contaminazione fecale
dell’ambiente
„
„
contagio per via orale o respiratoria
„
incubazione 1-4 mesi
Peritonite infettiva felina
„
proliferazione del virus:
una volta penetrato nell’organismo replicazione nelle
tonsille o nell’epitelio intestinale
¾
moltiplicazione nei tessuti linfatici (fegato, milza,
linfonodi) – vasculite diffusa di origine immunomediata
¾
¾
diffusione generale in tutti i tessuti
segue una diversa evoluzione a seconda del tipo di
risposta immunitaria del soggetto
¾
„
Due possibili risposte immunitarie:
¾
Efficace risposta immunitaria o bassa carica
infettante: il gatto non si ammala
¾
Moderata o debole risposta immunitaria: il gatto si
ammala
- malattia in forma essudativa
- malattia in forma secca
¾
Forma clinica soprattutto nei gatti giovani o negli
anziani
Peritonite infettiva felina: aspetti clinici
„
Due possibili forme cliniche
¾
Forma umida o effusiva
- accumulo di liquidi nell’addome e/o torace
- morte nel giro di 1-2 mesi
¾
Forma secca o non effusiva
- presenza di noduli granulomatosi in vari organi e sintomi
riferibili agli organi interessati (alterazioni della funzionalità)
- sintomi neurologici (atassia, paresi/paralisi) e/o oculari
(uveite, edema corneale)
- morte in tempi brevi (massimo un anno)
¾
Sintomi comuni nelle due forme: febbre, inappetenza,
dimagrimento, diarrea, anemia, ittero, disidratazione, letargia
„ Diagnosi sicura solo post mortem (autopsia ed esame istologico):
test sierologici (ELISA) per il rilievo di anticorpi anti-FCoV non in
grado di caratterizzare il coronavirus (impossibilità di distinguere
antigenicamente FECV e FIPV o altri coronavirus: false positività)
Anche false negatività nelle fasi di malattia conclamata
¾
PCR (tecnica che evidenzia il genoma virale) non distingue i due
FcoV
¾
Test sierologici e PCR inutili per la diagnosi nei gatti malati ma
indispensabili per monitorare la diffusione del virus in allevamento e
quindi prevenire la comparsa della malattia.
¾
¾
analisi del versamento
¾
alterazioni ematologiche e del profilo biochimico
¾
rilievi anamnestici e clinici
FIP: profilassi
accurata pulizia e disinfezione locali ed attrezzature
(candeggina)
„
„
evitare il sovraffollamento e fattori stessanti
abbassare la probabilità di mutazione del virus e quindi
abbassare/eliminare la carica virale
„
test sierologico e PCR sulle feci (una volta al mese per
almeno sei mesi) soprattutto negli allevamenti-colonie con
patologie croniche, disturbi riproduttivi, elevata mortalità
perinatale e sui nuovi ingressi prima dell’introduzione per
monitorare la diffusione del virus in allevamento e
separare i gatti sicuramente negativi da quelli positivi
„
Panleucopenia felina
Panleucopenia felina
Malattia altamente contagiosa del gatto, ad alta letalità nei
giovani, caratterizzata da leucopenia e gastroenterite
emorragica
„
„
Parvovirus felino (FPV)
„
Famiglia Parvoviridae, genere Parvovirus
„
Virus molto resistente nell’ambiente (fino a 1 anno)
- resistente ai comuni disinfettanti
- inattivato a 100 gradi e dalla candeggina
Panleucopenia felina
Infezione per via diretta (saliva, feci, urina) o indiretta
(coperte, gabbie, ciotole, vestiti)
„
„
Feci maggior fonte di contagio diretto
- virus escreto con le feci da eliminatori sintomatici,
convalescenti e asintomatici
Elevata mortalità (i pochi gatti che guariscono eliminano
virus ancora per molto tempo attraverso feci e urine)
„
Maggior rischio con densità elevata (allevamenti, pensioni,
gattili)
„
Panleucopenia: patogenesi
„
2 possibili forme: infezione prenatale e postnatale
„
Patogenesi infezione prenatale
si realizza a metà gestazione o nei primi giorni di vita
¾ necrosi delle cellule del Purkinje del cervelletto
¾ necrosi della retina
¾ raramente aborto
¾ sintomi infezione prenatale: forma nervosa (atassia cerebellare) con
incoordinazione motoria, barcollamento dei gattini appena nati
¾
„
Patogenesi infezione post-natale
¾
insorgenza nel periodo di svezzamento
¾
contagio per via oronasale
¾
replicazione nell’orofaringe
segue una viremia e localizzazione successiva del virus
nell’intestino, nel tessuto linfoide e nel midollo osseo con
conseguente panleucopenia
¾
Sintomi clinici infezione post-natale
¾ Periodo di incubazione 2-10 giorni
¾ Forma iperacuta:
„
morte fulminea (12-24 ore)
-spesso assenza di sintomi (gatto morto apparentemente
senza ragioni)
- in prevalenza nei gatti di 2-3 mesi
-
¾
Forma acuta
- febbre alta, anoressia, abbattimento, vomito, apatia,
disidratazione grave, sete intensa, leucopenia, diarrea
(emorragica in fase terminale), coliche intestinali
¾
Forma subacuta
- cronicità dei sintomi, possibilità di guarigione
¾
Forma inapparente possibile nei soggetti adulti
„
Terapia
- reidratazione, antibiotici per prevenire infezioni secondarie,
antiemetici e vitamine
„
Profilassi igienico sanitaria
- pulizia e disinfezione (candeggina) locali, attrezzature
- isolamento dei soggetti infetti
- scarsa efficacia: infezioni asintomatiche, eliminazione
virale anche dopo eventuale guarigione
„
Profilassi immunizzante
- vaccinazione: 2 somministrazioni
1.
2.
3.
9-10 settimane di vita
Richiamo dopo 3-4 settimane
Richiamo annuale
Malattie respiratorie virali del gatto
Sindrome ad eziologia multipla che colpisce
le prime vie respiratorie tipica delle situazioni
ad elevata densità di animali (gattili, colonie,
allevamenti)
„
Causata principalmente da 2 virus
¾
Herpesvirus felino (FHV-1)
- agente eziologico della Rinotracheite virale felina (FVR)
- virus labile in ambiente esterno
- infezione per via nasale (aerosol), congiuntivale
- diffusione per contatto diretto (prevalente) o indiretto
- distribuito nell’ambiente mediante secrezioni nasali
- incubazione 2-5 giorni
¾
Calicivirus felino (FCV)
- agente eziologico della calicivirosi del gatto
- virus più resistente in ambiente esterno (fino a 10 giorni)
- infezione per via oronasale
- diffusione per contatto diretto e indiretto
- incubazione 1-3 giorni
¾
Rinotracheite virale felina
forma acuta respiratoria con eliminazione virale tramite secrezioni
nasali e oculari solo per 2-3 settimane
¾
colpiti soprattutto i gattini non vaccinati
¾
danno permanente a carico delle vie nasali con predisposizione a
contrarre riniti, sinusiti, congiuntiviti batteriche.
¾
gatti adulti sintomatologia più blanda
¾
problema dei gatti “carriers”: gatti guariti che però restano portatori
(latenza) anche per anni; il virus in caso di stress si riattiva
determinando una recidiva e la ripresa della diffusione del virus
nell’ambiente (eliminatori intermittenti)
¾
tipico rischio di ricaduta in gravidanza allattamento con infezione
dei gattini
¾
sensibilità verso infezioni batteriche secondarie
„
„
¾
Calicivirosi
l’animale dopo guarigione clinica rimane portatore
eliminatore per lunghi periodi (anche anni) e in
maniera costante (eliminatori in maniera continua)
Malattie respiratorie virali: sintomatologia
„ rinite
congiuntivite
„ scolo nasale con starnuti e oculare
„ ulcere linguali (calicivirus) o corneali (herpesvirus)
„ gengiviti, tracheite e bronchite
„ polmoniti
„ febbre
„ disidratazione
„ anoressia
„ aborto (herpesvirus)
„ elevata morbilità, bassa mortalità
„ mortalità elevata nei giovani per complicazioni secondarie
„
„
Profilassi diretta
tenere i gatti in casa ed evitare il contatto con altri soggetti
¾ lavaggio e disinfezione delle mani dopo contatto con gatti con segni
respiratori
¾ pulizia e disinfezione accurata degli ambienti, lettiere, cucce, ciotole
¾ isolamento delle nuove introduzioni per almeno 3 settimane
¾ isolamento dei gatti con infezione acuta per 3 settimane dopo la
risoluzione dei segni clinici
¾ i gatti malati devono essere puliti, nutriti ed abbeverati dopo tutti gli
altri
¾ separare i gattini dagli adulti fino al completamento del ciclo di
vaccinazioni
¾ evitare cause stressanti e debilitanti causa di infezione grave e
prolungata e ripresa della diffusione del virus nell’ambiente da parte di
gatti portatori latenti di Herpesvirus
¾
„
Profilassi immunizzante
¾
vaccinazione con vaccini vivi attenuati disponibili in
combinazione con quelli per la Panleucopenia
¾
non previene completamente l’infezione (portatori
asintomatici)
¾
contribuisce a ridurre al minimo i segni clinici della
malattia
¾
non sono efficaci nell’eliminare la condizione di
portatore o per trattare lo stadio attivo della malattia
Clamidiosi
Clamidiosi
„
Meno frequente di FHV e FCV
„
Infezione batterica: Chlemydophila felis
„
Importante in ambienti con elevata densità di gatti
(colonie, gattili)
„
Batterio intracellulare molto resistente in ambiente
esterno (4-35 °C)
„
Infezione diretta, meno indiretta
„
Possibile ad ogni età (elevata sensibilità dei gatti
giovani)
Clamidiosi
Fase delicata nei neonati quando aprono gli occhi
(contagio durante il parto)
„
„
Infezione attraverso le congiuntive
„
Incubazione 3-10 giorni
Resta prevalentemente locale a livello oculare o
respiratorio
„
„
Sintomi clinici quasi esclusivamente a livello oculare
(anche in combinazione con FHV e FCV):
•
scolo oculare (inizialmente un solo occhio, dopo 5-21 giorni
anche l’altro)
•
blefarospasmo
•
congiuntivite (può persistere per mesi)
•
raffreddore con starnuti
•
raramente febbre e polmonite (solo in caso di complicazioni
batteriche secondarie)
•
la durata dei sintomi e di 3-4 settimane, mentre la congiuntivite
e un lieve scolo oculare possono persistere per mesi
•
l’animale rimane portatore eliminatore cronico per molti mesi
Clamidiosi: profilassi
Igienico sanitaria (stesse misure che per malattie
respiratorie virali):
„
- disinfezioni accurate
- isolamento dei soggetti infetti
„
Immunizzante
- vaccinazione con ceppi di Chlamydia psittaci,
raccomandata solo nei gattili endemici (protezione
di un anno)
Vaccinazioni nel gatto
„
•
Si vaccina sempre per:
Malattie virali respiratorie (Rinotracheite infettiva,
Calicivirosi)
•
Panleucopenia felina
„
Si può vaccinare anche per:
•
FeLV (se il gatto esce o ha contatti con altri gatti)
•
Clamidiosi (gattili endemici)
Vaccinazioni
„
Protocollo vaccinale di base
¾
prima vaccinazione a partire dalle 8-9 settimane di età
¾
ripetizione la prima volta dopo 3-4 settimane
richiamo dopo un anno, indispensabile per una efficacia
nel tempo
¾
in seguito richiami vaccinali ogni 1-3 anni a seconda se
vi sono reali situazioni di rischio (colonie, allevamenti,
gatto libero di uscire)
¾
Malattie infettive del cane
Malattie infettive del cane
„
Parvovirosi
„
Cimurro
„
Epatite infettiva
„
Tracheobronchite infettiva
„
Leptospirosi
„
Rabbia
Parvovirosi del cane
„
Grave malattia infettiva e contagiosa conosciuta
comunemente come “Gastroenterite Emorragica
del cane”.
„
2 Forme cliniche:
Enterite (gastroenterite emorragica infettiva):
cuccioli 30 giorni – 3 mesi.
¾
¾
Miocardite: prevalente nei neonati o nei cuccioli
molto giovani (prime 2 settimane di vita).
- oggi rara per presenza di anticorpi materni proteggenti fino
a 8-10 settimane di vita (vaccinazione)
Parvovirosi: eziologia
„
„
¾
¾
¾
¾
Famiglia Parvoviridae, genere Parvovirus
Canine Parvovirus tipo 2 (CPV–2)
Elevata resistenza in ambiente esterno
Resistente a pH compreso tra 3 e 9
Resistente ai solventi dei lipidi
Resistente ai comuni disinfettanti
Parvovirosi: epidemiologia
„
Diffusione mondiale
„
Recettività esclusiva tra i canidi
Cane
Coyote
Volpe
Lupo
¾
¾
¾
¾
Parvovirosi: epidemiologia
¾
Principale fonte di infezione
ƒ
animali ammalati in fase acuta viremica che eliminano il
virus con
- feci
- urine
- saliva
- vomito
disseminazione per via indiretta (strumenti, ciotole,
ambulatori, resistenza virale nell’ambiente)
ƒ
¾
Via verticale (dalla madre al feto, infezione
intrauterina).
Patogenesi
„
assunzione per via orale
„
replicazione nell’orofaringe e linfonodi regionali
„
viremia
„
localizzazione secondaria
•
organi linfoidi (immunodepressione e infezioni secondarie)
mucosa intestinale (enorme eliminazione del virus con le
feci per solo 5-7 giorni)
•
„
localizzazione al miocardio nel periodo perinatale
(morte per insufficienza cardiaca nei cuccioli molto
giovani)
Parvovirosi: sintomatologia
„
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Forma gastroenterica
Depressione del sensorio
Anoressia
Vomito
Diarrea emorragica
Leucopenia
Dolore addominale
Febbre
Disidratazione
Morte (spt. cuccioli fino a
2 mesi per shock settico)
„
•
•
•
•
•
•
Forma miocardica
Dispnea acuta
Aritmia cardiaca
Vomito
Edema polmonare
Ascite
Morte rapida per
insufficienza cardiaca
Parvovirosi: terapia forma gastroenterica
„
correzione deficit idrico e alterazioni
elettrolitiche;
„
antibiotici (infezioni batteriche secondarie)
„
antiemetici.
Parvovirosi: profilassi
„
Igienico sanitaria
¾
¾
rimozione precoce delle feci
disinfezioni accurate con cloro e formalina di locali e
attrezzature, igiene del personale (stivali di gomma etc.)
isolamento dei soggetti ammalati per almeno 2-4 settimane
„
Immunizzante
¾
Cuccioli
¾
- 6-8 settimane
- 12 – 14 settimane
- 16 – 18 settimane
¾
Adulti
- vaccinazione annuale
Cimurro del cane
(Malattia di Carrè)
Definizione: malattia virale contagiosa del cane
caratterizzata da sintomatologia enterica, respiratoria e
nervosa, talvolta con ipercheratosi del naso e dei cuscinetti
plantari.
„
„
•
Eziologia
virus della famiglia Paramyxoviridae, genere Morbillivirus
esistenza di un unico sierotipo ma ceppi con estrema
variabilità in termini di patogenicità
•
labile nell’ambiente esterno e sensibile ai comuni
disinfettanti (ipoclorito di sodio, sali quaternari
d’ammonio), alle alte temperature e all’essiccamento
•
Cimurro: spettro d’ospite
„
Canidi
„
Mustelidi
„
Procionidi
I cuccioli non vaccinati che hanno perduto la
protezione anticorpale materna (6-12 settimane) sono i
soggetti più sensibili all’infezione
„
Gravità della malattia dipende dalla capacità dell’ospite
di sviluppare una risposta immunitaria adeguata e dalla
virulenza del ceppo coinvolto
„
Cimurro: epidemiologia
„
Diffusione cosmopolita
Dagli anni ’60 incidenza della malattia fortemente
abbattuta dall’impiego sistematico dei vaccini
„
Negli ultimi anni aumento delle segnalazioni nella
popolazione canina
„
Eliminazione del virus mediante secrezioni respiratorie,
urina, feci degli animali infetti in fase acuta
„
Trasmissione per via aerogena tramite aspirazione di
aerosol infetto (contatto diretto, scarsa resistenza virale)
„
Diffusione condizionata da densità animale (allevamenti,
canili, negozi) e dalle basse temperature
„
Cimurro: patogenesi
„
penetrazione per via inalatoria
„
localizzazione alle tonsille e ai linfonodi retrobocca
fase viremica (4° giorno): se l’ospite non è in grado di
sviluppare adeguata risposta immunitaria
„
localizzazione apparato respiratorio, gastroenterico e
tessuto nervoso con comparsa dei segni clinici
„
Cimurro: sintomatologia classica grave
Caratteristica dei giovani non vaccinati (3-6 mesi, declino
degli anticorpi materni); adulti spesso infezioni subcliniche.
„
„
Periodo di incubazione: 3-7 giorni
„
Febbre, anoressia, depressione del sensorio
„
Congiuntivite con scolo oculare
„
Interessamento app. respiratorio (all’inizio dell’infezione)
Cimurro: sintomatologia classica grave
Interessamento app. digerente (2-3 settimane dopo
l’infezione)
„
Ipercheratosi cuscinetti plantari e tartufo, ipoplasia
smalto dei denti (20-30 giorni dopo i primi segni clinici)
„
Sintomatologia neurologica (da 2 settimane a molti anni
dopo i primi segni clinici)
„
Cimurro: sintomatologia
„
Apparato respiratorio
•
Rinite
Laringite e tracheite catarrale
Tosse
Bronchite e broncopolmonite
Pleurite
•
•
•
•
„
Apparato digerente
•
vomito e diarrea
„
Sistema nervoso
¾
encefalomielite acuta
•
convulsioni
atassia
paresi/paralisi
mioclonie muscolari
spasmi masseteri
cecità mono/bilaterale
nei cani guariti residuano
disturbi neurologici
•
•
•
•
•
•
Mortalità 30 – 80%
„
Terapia: solo sintomatica, antibiotica e di supporto
¾
espettoranti, mucolitici, antibiotici, anticonvulsivanti,
antiemetici, fluidoterapia
„
Profilassi
¾
diretta: isolamento degli animali sospetti, pulizia e disinfezione dei
locali e attrezzature.
¾
immunizzante: protezione anticorpale materna fino a 6-12 sett.
•
cuccioli
- 1°: 6-8 settimane
- 2°: 12-14 settimane
- 3°: 16-18 settimane
•
adulti: vaccinazione annuale
Epatite infettiva del cane
Malattia altamente contagiosa dei canidi domestici e
selvatici
„
„
denominata Malattia di Rubarth
„
sostenuta da Canine Adenovirus tipo 1 (CAV–1)
correlato antigenicamente a Canine Adenovirus tipo 2
(CAV-2), responsabile di infezioni respiratorie
„
„
prevalente nei giovani
„
epatite, tonsillite, vasculite, emorragie, glomerulonefrite
virus resistente ai solventi organici e al congelamento,
rapidamente inattivato a 60 °C (vaporella), dalla luce
ultravioletta e dai comuni disinfettanti
„
Epatite infettiva: epidemiologia
Malattia diffusa soprattutto in Europa del Nord,
Centrale e negli Stati Uniti
„
dagli anni ’50 la vaccinazione ha ridotto drasticamente
l’incidenza della malattia, oggi quasi scomparsa
„
„
diffusione soprattutto per contatto diretto
eliminazione virus con feci, urine e saliva durante la
fase acuta
„
eliminazione virus con urine anche dopo eventuale
guarigione clinica per lungo tempo (6-9 mesi)
„
Epatite infettiva: patogenesi
„ ingestione di materiale contaminato (penetrazione per via orale)
„
localizzazione e replicazione tonsille e Placche del Peyer
„
replicazione primaria e diffusione ai linfonodi regionali
„
viremia
localizzazione secondaria: polmone, milza, fegato, rene, occhio,
SNC (lesioni)
„
guarigione spontanea frequente ma complicazioni derivate dalla
formazione di immunocomplessi:
- glomerulonefrite
- uveite anteriore (occhio blu)
- edema corneale
„
Epatite infettiva: sintomatologia
„ Periodo di incubazione 2-4 giorni
„
Febbre oltre 40 °C
Apatia, anoressia, sete intensa, dolori addominali, dolorabilità
epatica, riluttanza ai movimenti, vomito, diarrea, congiuntivite,
fotofobia, essudazione sierosa oculare, emorragie, tosse, dispnea,
mucose congeste, emorragiche, itteriche, raramente turbe
neurologiche
„
„
Decorso generalmente subclinico nei cani di età superiore a 12 mesi
Elevata morbilità e mortalità nei cuccioli di meno di 2 settimane e
privi di immunità anticorpale materna.
„
„
Sintomi gravi persistono per 5-6 giorni, mortalità 20-30%
Epatite infettiva: profilassi
„
Profilassi diretta
•
pulizia (vaporella) e disinfezione locali e attrezzature
isolamento dei soggetti infetti
•
„
•
•
Profilassi immunizzante
cuccioli
- 6-8 settimane
- 12-14 settimane
- 16-18 settimane
adulti: vaccinazione annuale
Tracheobronchite infettiva canina
“Tosse dei canili”
Affezione acuta, altamente contagiosa che interessa le
prime vie respiratorie (trachea e bronchi) ad eziologia
plurima e complessa
„
Causata da uno o più dei seguenti agenti infettivi:
¾ Adenovirus canino tipo 2 (CAV-2)
¾ Virus Parainfluenza tipo 2 (CPIV-2)
¾ Bordetella bronchiseptica
„
Altri microrganismi contribuiscono allo sviluppo dei
segni clinici: Herpesvirus canino, Reovirus canino, Mycoplasma,
Pasteurella, Staphylococcus
„
Tosse dei canili: epidemiologia
Malattia condizionata dal sovraffollamento, caratteristica
degli animali in collettività (elevata densità)
¾ Canili
¾ Pensioni
¾ Allevamenti
¾ Aree verdi cittadine dedicate ai cani
¾ Ospedali veterinari
„
Trasmissione tramite secrezioni respiratorie eliminate con
starnuti e colpi di tosse.
„
Incidenza stagionale nei mesi più freddi (cambi di stagione)
¾ abbassamento delle difese immunitarie, raffreddamento.
„
„
Colpisce animali di ogni età
„
Possibili due forme cliniche:
¾
Forma classica in animali in buono stato salute
Tracheobronchite
•
¾
•
Forma complicata da batteri di irruzione secondaria
in cuccioli, animali deboli, defedati, debilitati,
immunodepressi
Polmonite con peggioramento dello stato
generale
Tosse dei canili: sintomatologia
Forma classica
¾ tosse secca, forte, spasmodica e persistente, esacerbata da
eccitazione, esercizio fisico, pressione del collare sul collo
¾ successiva emissione di abbondante espettorato
¾ conati di vomito a causa dello sforzo della tosse
¾ rinite
¾ congiuntivite
¾ scolo oculonasale
¾ tonsillite
¾ possibile riduzione dell’appetito e lieve abbattimento
¾ guarigione in 2-3 settimane (patologia autolimitante)
„
„
¾
¾
„
¾
¾
¾
¾
¾
Forma grave o complicata
polmonite batterica
segni di interessamento generale o polmonare con
febbre, grave abbattimento, anoressia
Terapia
riposo per almeno 7 giorni (no esercizio fisico ed
eccitazione)
antitussigeni
antiinfiammatori
espettoranti
antibiotici in caso di infezione batterica
„
Profilassi diretta
¾
isolamento degli animali prima dell’introduzione nel gruppo
¾
evitare le eccessive variazioni di temperatura ambientale (periodi di
cambio di stagione)
¾
accurata pulizia e disinfezione dei locali e delle attrezzature
(gabbie, box, ciotole)
¾
evitare fattori di stress
¾
corretta alimentazione
¾
lavaggio e disinfezione delle mani dopo i contatti con ciascun cane
¾
adeguato ricambio d’aria e controllo dell’umidità nei locali ad
elevata densità di cani
¾
regolari trattamenti antiparassitari
„
Profilassi immunizzante
¾
nei confronti di:
Adenovirus canino tipo 2 (CAV-2)
• virus Parainfluenza tipo 2 (CPIV-2)
• Bordetella bronchiseptica (solo in situazioni a rischio)
•
- canili endemici, ricoveri, pensioni
¾
cuccioli
- 6-8 settimane
- 12-14 settimane
- 16-18 settimane
¾
adulti
- vaccinazione annuale
Leptospirosi del cane
Leptospirosi del cane: eziologia
„
Infezioni provocate da batteri del genere Leptospira
specie Leptospira interrogans: 24 sierogruppi e più di 200
sierovarianti
„
sierovarianti L. icterohaemorragiae e L. canicola (oggi in netta
regressione)
„
negli ultimi anni aumento dei casi di infezione nel cane da
parte di altre sierovarianti: L. pomona, L. australis, L. bratislava,
L. grippotyphosa: Leprospirosi emergenti (forme atipiche),
attuali vaccini non efficaci
„
„
zoonosi
Leptospira: eziologia
„
Scarsamente resistenti nell’ambiente
ideale pH neutro o alcalino, terreno umido e ambiente
acquatico (acque superficiali), T° 15-30 °C, ombra;
¾
elevata sensibilità a pH acido: nelle urine acide (carnivori)
morte in poche ore, ma sopravvivono anche 3-6 settimane
in urine diluite in acqua piovana o in terreno umido,
imbevuto di pioggia (acque stagnanti);
¾
¾
maggiore sopravvivenza in urine alcaline (ratto)
elevata sensibilità agli agenti chimico – fisici: disinfettanti,
alte e basse temperature, raggi solari ed essiccamento.
¾
Leptospirosi: epidemiologia
„
Cane
ospite di mantenimento di L. canicola (ospite
accidentale uomo)
¾
ospite accidentale di L. icterohaemorragiae (ospite
di mantenimento roditori)
¾
Ospiti di mantenimento
Si possono ammalare ma raramente muoiono (scarsa
patogenicità)
„
Superata la malattia, localizzazione e replicazione delle
Leptospire a livello renale ed eliminazione prolungata con le
urine (portatori eliminatori cronici)
„
„
Urina liquido organico più contaminato
Infetta stagni, pozzanghere, ciotole di acqua da bere con
sopravvivenza fino a 6 mesi
„
L. canicola nel cane: Malattia di Stoccarda o tifo del cane,
caratterizzata da nefrite interstiziale, gastroenterite emorragica
e stomatite ulcerosa
„
Ospiti accidentali
Patologia grave o guarigione senza eliminazione cronica
con le urine
„
„
Contagio nell’habitat degli ospiti di mantenimento
Contagio da parte degli ospiti di mantenimento
nell’habitat dell’ospite accidentale
„
„
Contagio tra ospiti accidentali
„
L. icterohaemorragiae nel cane: carattere di stagionalità
colpiti soprattutto cani da caccia (contatto con acqua infetta)
¾ punte massime tarda estate-autunno (inizio caccia, pioggia)
¾ contagio indiretto: acqua o alimenti infetti
¾ forma acuta emorragica o forma epatica e renale acuta o subacuta
¾
Epidemiologia: trasmissione
„
Via indiretta: contatto con urine infette
la più frequente (acqua o alimenti infetti/contaminati da
urine di cani o ratti infetti)
¾
penetrazione per via orale, transcutanea, inalatoria,
congiuntivale, da lesioni cutanee, mucose anche integre,
cute macerata in acqua.
¾
contaminazione delle ciotole dei cani con urine di ratto
o dei cani stessi
¾
¾
marcatura del territorio con urina di cani o ratti infetti
¾
contatto con acque infette
Leptospirosi: sintomatologia
Forma grave da Leptospira icterohaemorragiae
„
„
„
„
„
„
„
„
„
febbre elevata
inappetenza/anoressia
vomito
depressione del sensorio
tendenza al decubito
diarrea emorragica
oliguria/anuria
poliuria/polidipsia
dolore addominale
„
„
„
„
„
„
„
emorragie
ittero
sindrome uremica
complicazioni cardiache
complicazioni polmonari
complicazioni nervose
morte
Leptospirosi: profilassi
„
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
Diretta
regolari derattizzazioni
pulizia e disinfezione dei locali e attrezzature
isolamento dei cani infetti
allontanamento delle ciotole o loro pulizia dopo il
pasto per evitare di attirare i ratti
drenaggio del suolo (evitare i ristagni di acqua)
evitare contatti con stagni e acque stagnanti
evitare i luoghi con elevata concentrazione di cani
evitare contatti con cani sconosciuti
impedire la contaminazione dell’acqua
Leptospirosi: profilassi
Indiretta
¾ vaccinazione soprattutto nei cani a rischio (caccia, canili)
„
cuccioli:
• 9 settimane
• 12 settimane
• 15 settimane
¾
adulti:
• richiami ogni 6-12 a seconda del rischio epidemiologico
¾
Rabbia
Malattia virale a carattere zoonosico, a diffusione
mondiale
„
„
Famiglia Rhabdoviridae, genere Lyssavirus
• genotipo 1: virus della rabbia classico
„
Provoca encefalite negli animali domestici e selvatici
Trasmissione all’uomo e agli animali attraverso il
contatto diretto con la saliva di animali infetti (morsi,
ferite, graffi, soluzioni di continuo della cute o contatto
con mucose anche integre)
„
Virus presente nella saliva dell’animale infetti già 2-3
giorni (raramente 3-5 ed eccezionalmente 8-10) prima
della comparsa dei segni clinici
„
Una volta che i sintomi della malattia si manifestano, la
rabbia è sempre letale per l’uomo e gli animali
„
Il virus fruisce in natura di uno spettro d’ospite di
ampiezza ed efficienza unica
„
sul piano sperimentale la malattia è trasmissibile a tutti i
mammiferi terrestri che ne costituiscono anche i
potenziali ospiti naturali
¾
esistenza di specie bersaglio che variano nelle diverse
aree geografiche
¾
„
2 cicli epidemiologici:
Ciclo silvestre: vede implicati selvatici di specie
variabile nelle diverse aree geografiche (volpe, mangosta,
procione, moffetta etc.)
¾
Ciclo urbano: si esprime tra i domestici e trova nel
randagismo il principale meccanismo di attivazione e
conservazione (cane, gatto, selvatici che si avvicinano ai
centri urbani)
¾
Il cane, per il ciclo urbano e la volpe, per il ciclo
silvestre, sono attualmente gli animali maggiormente
interessati sotto il profilo epidemiologico
¾
Rabbia silvestre in Friuli Venezia Giulia e Veneto
„
Italia indenne da rabbia dal 1997
Dall’ottobre 2008 epidemia di rabbia silvestre in Friuli
Venezia Giulia estesasi successivamente (2009) in Veneto
„
Ad oggi (25/01/2010) diagnosticati 103 casi di rabbia
in animali: 45 in Friuli Venezia Giulia e 58 in Veneto
„
Specie animali interessate: volpe, tasso, faina, capriolo,
1 asino, 3 cani.
„
I casi di rabbia diagnosticati sono da mettere in
correlazione con la situazione epidemiologica della rabbia
silvestre nella vicina Slovenia
„
„
Ordinanza Ministeriale del 26 Novembre 2009
vaccinazione antirabbica obbligatoria degli animali da
compagnia sensibili al seguito di persone che si recano
nelle zone interessate o a rischio
¾
obbligo di vaccinazione dei cani di proprietà di
residenti e degli animali domestici sensibili condotti al
pascolo nelle zone interessate
¾
limitazione della circolazione (guinzaglio) dei cani
inclusi quelli utilizzati nella pratica venatoria
¾
¾
campagne di vaccinazione orale delle volpi
intensificazione del monitoraggio degli animali selvatici
nel territorio
¾
Rabbia: aspetti clinici
decorso clinico dell’encefalite rabida caratterizzato da
due possibili forme evolutive che hanno sempre in
comune una prima fase prodromica caratterizzata da
sintomi generici e poco specifici che coinvolgono il
sistema respiratorio, gastrointestinale e il SNC (stato
ansioso, irritabilità o depressione
„
„
seguono due possibili forme evolutive a decorso acuto:
forma furiosa (75% dei casi) caratterizzata da disturbi
psicomotori eccitativi (perdita del senso dell’orientamento,
vagabondaggio, accessi di iperattività talora a carattere furioso e
pica). La paralisi dei masseteri e del faringe provoca alterazione della
fonesi e perdita di saliva (diffusione del contagio). Epilogo con
segni progressivi di paralisi della muscolatura, fino al coma e alla
morte.
•
Forma paralitica (25% dei casi): paralisi progressiva
senza le manifestazioni di aggressività che caratterizzano
la forma furiosa.
•
„
formulazione clinica del sospetto di rabbia:
porre attenzione alle turbe del comportamento, quali
l’aggressività da parte di animali normalmente mansueti o
viceversa, e le turbe della fonesi
•
Profilassi della rabbia urbana
Al fine di realizzare attorno all’uomo un anello di
protezione costituito da animali domestici non
recettivi e quindi incapaci di trasmettere l’infezione:
„
vaccinazione obbligatoria o volontaria (a seconda della
situazione epidemiologica) degli animali domestici
¾
¾
lotta al randagismo
adozione di provvedimenti coercitivi (cattura ed
eventuale abbattimento)
¾
„
vaccinazione antirabbica obbligatoria per i movimenti
tra Stati Membri e in provenienza da Paesi terzi di
animali da compagnia di età superiore a tre mesi
(Regolamento 998/2003/CE)
„
periodo di osservazione dei cani morsicatori al fine di
poter escludere l’esposizione al virus al momento
dell’aggressione/esposizione (art. 86-87 D.P.R.
320/1954 – Regolamento di Polizia Veterinaria)
Denucia delle malattie infettive e diffusive degli
animali: Il Regolamento di Polizia Veterinaria
approvato con D.P.R. 8.2.1954, n. 320.
Capo I - Malattie infettive e diffusive degli animali
„
soggette a provvedimenti sanitari (denuncia
obbligatoria).
Art. 1 – Le malattie degli animali per le quali si
applicano le disposizioni del presente regolamento
sono quelle a carattere infettivo o diffusivo.
Segue elenco malattie denunciabili (integrato o
modificato da norme successive emanate in
recepimento di Direttive Comunitarie)…
5. Rabbia;
D.P.R. 8.2.1954, n. 320
Regolamento di polizia veterinaria
Titolo II
Norme sanitarie speciali contro le malattie infettive e diffusive
degli animali
„
Il Regolamento di polizia veterinaria considera la rabbia
negli articoli dal 83 al 92
„
Art. 83 – Il sindaco deve provvedere alla profilassi della rabbia
prescrivendo……………………
„
Art. 84 – I comuni devono provvedere al servizio di cattura dei
cani e tenere in esercizio un canile per la custodia dei cani
catturati e per l’osservazione di quelli sospetti.
Art. 86 – I cani ed i gatti che hanno morsicato persone o animali, ogni
qual volta sia possibile catturarli, devono essere isolati e tenuti in
osservazione per 10 giorni nei canili comunali. L’osservazione a
domicilio può essere autorizzata su richiesta del possessore soltanto se
non risultano circostanze epizoologicamente rilevanti ed in tal caso
l’interessato deve dichiarare di assumersi la responsabilità della custodia
dell’animale e l’onere per la vigilanza da parte del veterinario ufficiale.
Alla predetta osservazione e all’isolamento devono essere sottoposti i
cani ed i gatti che, pur non avendo morsicato, presentano
manifestazioni riferibili all’infezione rabida nonché, in sede opportuna,
gli altri mammiferi che presentano analoghe manifestazioni. Ai fini della
diagnosi anche questi animali non devono essere uccisi se il loro
mantenimento in vita può essere assicurato senza pericolo.
„
„
Art. 86.
Durante il predetto periodo di osservazione gli animali non
devono essere sottoposti a trattamenti immunizzanti.
Nei casi di rabbia conclamata il sindaco ordina l’immediato
abbattimento degli animali.
Qualora, durante il periodo di osservazione, l’animale muoia o
venga ucciso prima che il veterinario abbia potuto formulare la
diagnosi, si procede agli accertamenti diagnostici di laboratorio.
E’ vietato lo scuoiamento degli animali morti per rabbia, i quali
devono essere distrutti mediante infossamento, sterilizzazione,
cremazione o denaturazione.
Il luogo dove è stato isolato l’animale deve essere disinfettato.
„ Art. 87 – I cani e i gatti morsicati da altro animale riconosciuto
rabido o fuggito o rimasto ignoto devono di regola, essere subito
soppressi con provvedimento del sindaco semprechè non debbano
prima sottostare al periodo di osservazione di 10 giorni per avere, a loro
volta, morsicato persone o animali. Tuttavia su richiesta del possessore,
l’animale, anziché essere abbattuto, può essere mantenuto sotto
sequestro, a spese del possessore stesso, nel canile comunale o in altro
locale stabilito dall’autorità comunale dove non possa nuocere, per un
periodo di mesi 6 sotto vigilanza sanitaria. Alla stesso periodo di
osservazione devono sottostare i cani ed i gatti contaminati o sospetti di
essere stati contaminati da altro animale riconosciuto rabido.
I cani ed i gatti morsicati da animali sospetti di rabbia sono sottoposti a
sequestro per soli 10 giorni se durante questo periodo l’animale
morsicatore si è mantenuto sano.
„ Art. 87.
Nel caso che l’animale venga sottoposto a vaccinazione antirabbica
post-contagio da iniziarsi non oltre 5 giorni per ferite alla testa e non
oltre 7 giorni negli altri casi dal sofferto contagio, il predetto periodo
di osservazione può essere ridotto a mesi 3 o anche a mesi 2 se
l’animale si trova nel periodo di protezione antirabbica vaccinale
vaccinale precontagio.
Durante il periodo del trattamento antirabbico post-contagio l’animale
deve essere ricoverato nel canile municipale o presso istituti
universitari o zooprofilattici.
I cani e i gatti morsicati possono essere spostati, durante il periodo di
osservazione, soltanto entro 7 giorni dalla sofferta morsicatura.
Qualora durante il periodo di osservazione il cane o il gatto morsicato
muoia o venga ucciso, si procede in conformità di quanto previsto dal
precedente articolo.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE