Linguistica e repertorio a.a. 2016-2017__III
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Linguistica e repertorio a.a. 2016-2017__III
STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà Al fine di comprendere come sono organizzati i repertori linguistici e come si differenziano socialmente, sono necessari alcuni concetti di sociologia del linguaggio, a cominciare da quello di status e di funzione di una lingua o varietà di lingua. Si tratta di concetti relativi alla ‘posizione sociale’ di una lingua o di una varietà (= sistema linguistico), ossia al rapporto di un sistema linguistico con l’articolazione socio-politica e amministrativa di una comunità. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà Definizione di status Con status si intende ciò che con un sistema linguistico si può fare sul piano economico, politico, sociale, culturale, legale, ecc… Il concetto si pone dunque a un livello astratto (de iure). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà Definizione di funzione Con funzione si intende invece ciò che con un sistema linguistico si fa effettivamente sul piano economico, politico, sociale, culturale, legale, ecc… Il concetto si pone dunque a un livello concreto (de facto). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà Tra lo status di una lingua e la sua effettiva funzione può esserci una mancanza di corrispondenza. Es.: Svizzera (DE) (FR) (IT) (RM) Schweizerische Eidgenossenschaft Confédération suisse Confederazione svizzera Confederaziun svizra STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà Es. Status: in Svizzera hanno lo stesso status di lingua ufficiale sia l’italiano, sia Il tedesco, sia il francese (il romancio, parlato nel Canton Grigioni, è lingua nazionale dal 1938 e parzialmente lingua ufficiale dal 1996). Funzione: in Svizzera il tedesco e il francese hanno una piena funzione ufficiale, mentre l’italiano (e ancor più il romancio) hanno una funzione limitata. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà Es.: Repubblica di Irlanda Status di lingua ufficiale: -inglese -gaelico (lingua identitaria, come gruppo etnico e religioso) Funzione di lingua ufficiale: -inglese (lingua di prestigio) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà Nell’effettivo attuarsi dello status di un sistema linguistico influiscono vari fattori, a cominciare dal prestigio, che è strettamente legato agli atteggiamenti dei parlanti. I fattori che permettono a un sistema linguistico di avere un certo status e quindi di svolgere effettivamente una certa funzione sono detti attributi. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà Es. in Svizzera l’italiano è svantaggiato rispetto al francese e al tedesco perché non può contare su quadri di cittadini colti. Es. in Irlanda il gaelico è svantaggiato perché non dispone di un numero di utenti sufficiente a ricoprire la funzione di lingua ufficiale (L1 dell’1,1% della popolazione; usato da <3% della popolazione). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Status di una lingua o di una varietà L’insieme degli attributi consente di individuare i tipi funzionali di lingua. La funzione ufficiale di un sistema linguistico si può infatti esplicare nell’amministrazione, nei rapporti tra autorità e cittadino, nella scuola e nell’educazione (lingua in cui si insegna o che si insegna), nell’accesso alle conoscenze tecniche e scientifiche, ma anche nei rapporti tra Stati, ecc. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico Gli attributi che definiscono lo status di una lingua o di una varietà di lingua, e quindi i tipi funzionali di lingua, sono: attributi geo-politici attributi socio-demografici attributi linguistici DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Attributi dello status linguistico attributi geo-politici: area di diffusione sistema sociale di riferimento statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : area di diffusione ampia o ristretta (= lingua ‘locale’, o’regionale’ o ‘di minoranza’) compatta o diffusa composta da più regioni di un territorio plurilingue o da più Paesi (=‘area di ampia comunicazione’) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : area di diffusione Compatta o diffusa varietà dachlos ‘senza tetto’ (Kloss 1978): varietà che non ha sopra di sé una lingua strettamente imparentata, ad es. lingue minoritarie la cui versione standard non è studiata a scuola (arbërisht, antica variante del tosco, varietà dell'Albania meridionale, parlato in alcune comunità in Italia meridionale; cfr. ora legge n. 482/1999 in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche) vs. varietà con Überdachung ‘copertura’, come i dialetti in Italia (Dachsprache ‘lingua tetto). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : area di diffusione ‘area di ampia comunicazione’ lingua veicolare = sistema linguistico usato per rispondere a bisogni di carattere utilitaristico o commerciale in situazioni plurilingui e interetniche Ess.: pidgin creoli lingue franche STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Dimensioni dello status linguistico Es.: pidgin Si tratta di codici semplificati nati per soddisfare limitate esigenze di comunicazione, relative a situazioni di commercio (pidgin < business) o di colonizzazione. Si hanno pidgin a base inglese, francese, portoghese, olandese e, in misura minore, spagnola. Di norma si tratta di lingue semplificate, sia nel lessico – la cui matrice è costituita dalla lingua di maggior prestigio, detta lessificatrice – sia nella struttura morfosintattica – la cui matrice è costituita dalla lingua di minor prestigio. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico pidgin Es.: neomelanesiano a base inglese (Pacifico) 1sg mi 1pl esclusivo mifelǝ 1pl inclusivo jumi <you + me (1pl esclusivo = parlante + interlocutore ≠ ricevente) (1pl inclusivo = parlante + interlocutore = ricevente) borata ‘consanguineo dello stesso sesso’ < brother vs. sisa ‘consenguineo di sesso opposto’ < sister STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico Es.: creoli Secondo una delle ipotesi della creolistica, le lingue creole trarrebbero origine dai pidgin, quando essi diventano, da lingua ausiliaria, L1 per i parlanti di seconda generazione e subiscono, appunto, un processo di creolizzazione. Rispetto ai pidgin i creoli sono caratterizzati da un lessico più ricco e spesso anche da una struttura più complessa. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico Es.: lingue franche Le lingue franche sono sistemi linguistici usati per la comunicazione tra parlanti aventi L1 diverse. Ad es. le lingue franche legate al culto religioso (come il latino per il cristianesimo), ma soprattutto il francese fino al Settecento e, ora, l’inglese. Codici simili sono il sabir – lingua franca parlata sulle coste del Mediterraneo e sulle navi dal medioevo alle soglie dell’età moderna, con lessico a base italo-spagnola più elementi greci, arabi e turchi e grammatica semplificata (mi sabir ‘io so’) – e il russenorsk – combinazione di russo e norvegese parlato dai pescatori delle coste artiche. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : area di diffusione ‘area di ampia comunicazione’ lingue poli- o pluricentriche. Si tratta di lingue che hanno lo status di lingua nazionale in più Paesi, in cui hanno una varietà standard. Es.: tedesco: lingua nazionale in Germania, Austria e Svizzera, con standard diversi. Inglese, spagnolo, cinese, arabo, tamil; italiano? STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : sistema sociale di riferimento Stato, nazione, associazione o organismo inter- o sovranazionale, entità amministrativa statale e regionale. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici: sistema sociale di riferimento lingua internazionale (≈ ‘di ampia comunicazione’), in quanto parlata per i rapporti tra Stati oppure per la comunicazione tra istituzioni internazionali (ad es. lingua della diplomazia o lingue franche) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : sistema sociale di riferimento lingua di lavoro, adibita alla comunicazione presso certe organizzazioni (ad es. presso l’ONU, in inglese United Nations; in francese Organisation des Nations Unies; in spagnolo Organización de las Naciones Unidas; in russo Организация Объединённых Наций; in cinese 联 合国; in arabo , ﺍﻷﻣﻡ ﺍﻟﻣﺗﺣﺩﺓal-Umam al-Muttaḥida; presso l’Unione europea sono lingue di lavoro inglese, francese e tedesco, su 24 lingue effettivamente parlate nei 28 Paesi). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : sistema sociale di riferimento lingua nazionale, ossia connessa con il carattere di identificazione nazionale della comunità che la parla. Il concetto poggia su una concezione della lingua come simbolo di una nazione: Es: italiano per l’Italia ‘una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor’ Alessandro Manzoni, Marzo 1821 STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : sistema sociale di riferimento lingua regionale, come accade nelle regioni a statuto speciale (per es. tedesco in Alto Adige, catalano in Catalogna, basco nei Paesi Baschi, ecc.) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici: statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua lingue legislativamente riconosciute o meno lingue ufficiali, stabilite come tali nell’ordinamento dello Stato e impiegate nell’amministrazione, nelle comunicazioni istituzionali, nei rapporti tra amministrazione e cittadini (Fasold 1989) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua Kloss (1968) distingue sei casi possibili: lingua ufficiale unica (Germania) lingua ufficiale (aggiunta) paritaria (francese e fiammingo in Belgio) lingua ufficiale regionale (catalano in Spagna) lingua promossa, di cui la legislazione favorisce l’impiego, pur non essendo lingua ufficiale (spagnolo negli USA) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua Kloss (1968) distingue sei casi possibili: lingua tollerata, né ufficialmente sostenuta, né ufficialmente vietata (basco in Francia, lingue degli immigrati) lingua proscritta, per la quale esistono sanzioni o proibizioni (catalano, basco e gallego in Spagna durante il franchismo, ma anche dialetti e tedesco in Alto Adige durante il fascismo) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua Situazione in Italia Art. 2 della legge 482/1999 «In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.» STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua Situazione in Italia Le minoranze linguistiche d'Italia sono costituite dalle comunità parlanti lingue appartenenti a varie famiglie linguistiche (ovvero i gruppi germanico, albanese, greco, neolatino e slavo) e diverse dalla lingua nazionale entro i confini della Repubblica italiana. La legge nazionale 482/99 e leggi regionali tutelano e riconoscono 12 gruppi linguistici minoritari, rappresentati da circa 2.500.000 parlanti distribuiti in 1.171 comuni di 14 regioni. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici: statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua Situazione in Italia: Non sono tutelate le «eteroglossie interne», cioè le comunità parlanti lingue di ceppo italo-romanzo trasferitesi dalle proprie sedi originali e insediatesi in territori oggi appartenenti allo Stato italiano (come i dialettofoni gallo-italici dell'Italia insulare e meridionale), né le «minoranze diffuse», cioè le comunità parlanti varietà non territorializzate (come i Rom e i Sinti), né le «nuove minoranze», ossia le lingue di immigrazione, di recente importazione e parlate in comunità in cui spicca «una volontà di conservare lingua, cultura, religione e identità di origine». STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi geo-politici : statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua Situazione in Italia: Non sono tutelati neanche i dialetti, le cui comunità, stricto sensu, rientrerebbero nell'accezione di «minoranze linguistiche» in quanto parlanti varietà distinte rispetto alla lingua nazionale italiana. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici: numero e tipo di parlanti tratti socio-culturali degli utenti domini d’impiego STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici : numero e tipo di parlanti numero quantità relativa (percentuale di parlanti sulla popolazione totale) quantità assoluta considerate entrambe per definire le lingue maggiori vs. minori. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici : numero e tipo di parlanti numero quantità relativa (percentuale di parlanti sulla popolazione totale) considerata per definire lingue maggioritarie vs. minoritarie. Le lingue minoritarie sono definite tenendo conto anche dell’area di diffusione, della parentela con la lingua maggioritaria, della collocazione dei parlanti nella società. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici : numero e tipo di parlanti numero quantità assoluta considerata per definire lingue grandi (centinaia di milioni di parlanti) vs. medie (decine di milioni di parlanti) vs. piccole (pochi milioni, centinaia o decine di migliaia, o anche solo centinaia di parlanti endangered languages o lingue in estinzione). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici : numero e tipo di parlanti numero quantità assoluta il numero di parlanti, sommato al PNL dell’intera popolazione parlante, al numero di pubblicazioni nella lingua e ad altri indicatori definisce la puissance linguistique di una lingua (Mackey 1976) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici : numero e tipo di parlanti tipo parlanti nativi (L1) parlanti non nativi (L2) Ammon (1989) individua 196 tipi di utenti, riconducibili a 9 categorie, combinando questa distinzione con le diverse abilità linguistiche (ricettive e produttive, scritte e parlate) e l’opposizione tra capacità e uso effettivo. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici: numero e tipo di parlanti tipo parlanti nativi (L1) parlanti non nativi (L2) Lo status di una lingua con molti parlanti nativi è diverso da quello di una lingua con pochi parlanti nativi (casi estremi lingue pidgin e franche). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici: numero e tipo di parlanti tipo parlanti nativi (L1) parlanti non nativi (L2) La lingua parlata in un Paese da gruppi di parlanti nativi si dice lingua vernacolare. La lingua parlata con funzione veicolare da parlanti L1 diverse si dice lingua franca. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici: tratti socio-culturali degli utenti variabili sociali e demografiche (classe sociale, classe generazionale, gruppo etnico, religione, cittadinanza, professione, ecc.) Se correlano con una varietà (registro o linguaggio settoriale) possono contribuire allo status della varietà stessa. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi socio-demografici: domini d’impiego lingue di uso generalizzato lingue relative a uno o più domini (sottocodici) L’influenza dei domini si ha soprattutto nelle funzioni culturale, educazionale, commerciale, tecnica, religiosa, solo in parte in quella ufficiale. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di elaborazione di un sistema linguistico grado di standardizzazione di un sistema linguistico ’vitalità’ di un sistema linguistico STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici : grado di elaborazione di un sistema linguistico (o Ausbau) Kloss (1978) propone il concetto, tenendo conto degli argomenti di cui la lingua può trattare (temi relativi alla storia e tradizione locale; temi culturali generali; temi di filosofia, scienze naturali e tecnologia) e del suo livello di sviluppo (a livello di scuola elementare, di scuola secondaria, di università). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di elaborazione di un sistema linguistico Così si distinguono, ad esempio, lingue usate solo per pubblicare testi di scuola elementare su temi relativi alla comunità locale e lingue usate, invece, per testi universitari di filosofia, scienze naturali e tecnologia. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di elaborazione di un sistema linguistico Al di sotto del livello minimo di standardizzazione si hanno lingue usate solo per tradurre testi fondamentali (per es. la Bibbia), oppure per testi orali di narrativa e di poesia, o per testi oralinon poetici. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di elaborazione di un sistema linguistico Naturalmente la grafizzazione è considerata indispensabile ai fini della elaborazione minima. La grafia ha anche un notevole valore simbolico, con funzione identitaria. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di elaborazione di un sistema linguistico Kloss (1968) propone invece sei tipi funzionali, da lingue standard che soddisfano tutti i bisogni, anche tecnologici, di una società avanzata (tutte le lingue occidentali, ma soprattutto l’inglese), a lingue standard ‘giovani’, usate per funzioni specifiche, per es. educazionali (hausa, yoruba e igbo in Nigeria), a lingue ‘preletterarie’ (molte lingue indigene in Africa, Asia, Oceania). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di standardizzazione di un sistema linguistico. Si distinguono: lingue standard (standardizzate) lingue non standard (non standardizzate) lingue autonome lingue eteronome STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di standardizzazione di un sistema linguistico Con lingua standard si intende una varietà per le quale esistono norme basate su modelli letterari e codificate in grammatiche, dizionari, ecc. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di standardizzazione di un sistema linguistico Con lingua autonoma si intende una varietà in cui le norme per il buon uso, le tendenze verso cui evolve, i neologismi siano definiti all’interno del sistema. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: grado di standardizzazione di un sistema linguistico Una lingua è invece eteronoma se i suoi utenti vengono corretti nella direzione di un’altra lingua, autonoma, verso la quale evolve e dalla quale provengono eventuali neologismi (cfr. dialetti e concetto di ‘copertura’ e di advergenza) STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: ’vitalità’ di un sistema linguistico Con ‘vitalità’ di un sistema linguistico si intende la continuità della tradizione e della trasmissione della lingua da una generazione all’altra presso gruppi di parlanti. È vitale un sistema linguistico che continui a essere lingua materna di gruppi consistenti di parlanti, socioculturalmente influenti, e che sia usato e nel parlato e nello scritto. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: ’vitalità’ di un sistema linguistico Non è vitale un sistema linguistico che sia trasmesso come lingua materna in piccoli gruppi isolati, da parlanti socioculturalmente marginali, e che sia poco usato nel parlato e meno o affatto nello scritto. Se la lingua perde totalmente la propria vitalità, muore. Una lingua può anche tornare a vivere (cfr. ivrit). I pidgin possono essere piuttosto vitali ( creoli). STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: ’vitalità’ di un sistema linguistico Si distinguono vitalità esterna (sociolinguistica), basata sugli usi di una lingua nella società e sulla continuità della trasmissione da una generazione all’altra vs. vitalità interna (linguistica), relativa al mantenimento dei tratti strutturali e semantici di una lingua, anche sotto la pressione di altre lingue, culturalmente dominanti. STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: ’vitalità’ di un sistema linguistico La vitalità si contrappone all’endangerment e si può misurare secondo l’‘indice UNESCO’, che presuppone i seguenti parametri, ciascuno legato a cinque valori (safe, vulnerable, definitevely endangered, severely endargered, critically endarged): -trasmissione intergenerazionale -numero assoluto di parlanti -numero relativo di parlanti STATUS E FUNZIONE DI UNA LINGUA Attributi dello status linguistico attributi linguistici: ’vitalità’ di un sistema linguistico -perdita di domini di impiego -uso in nuovi domini e nuovi media -esistenza di materiali per l’educazione linguistica e l’alfabetizzazione -politiche linguistiche -atteggiamenti dei parlanti -qualità e quantità della documentazione Lingue severely endangered in Europa: casciubo (Polonia); alcune lingue sami (Svezia e Finlandia); frisone settentrionale (Germania); piccardo (Francia e Belgio). Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Per stabilire quale sistema linguistico possa essere considerato lingua standard è necessario partire dalla definizione di lingua. Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Definizione di lingua in linguistica: sistema linguistico (sistema di sistemi), peculiare dal punto di vista strutturale in sociolinguistica variazionistica: diasistema, come somma di varietà in sociologia del linguaggio: sistema linguistico socialmente sviluppato (standardizzato, lg. ufficiale o nazionale, con ampia gamma di funzioni, Dachsprache ‘lingua tetto’, ecc.) Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Una lingua standard è una varietà che dispone di una norma altamente codificata, attraverso la quale si coprono tutti i domini di impiego. Ha, inoltre, un valore identitario per un’intera comunità linguistica. È quindi, sostanzialmente, un costrutto astratto, in cui si neutralizza la variazione. Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Standard è un termine polisemico, in quanto può essere inteso (a) sia come uso corretto di una lingua (coincidente con una precisa varietà socio-geografica – cfr. inglese standard – o meno – cfr. italiano standard) = def. linguistica e prescrittiva (b) sia come insieme di tratti non socialmente marcati della lingua (uso medio dei parlanti colti) =def. sociolinguistica e descrittiva Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Il concetto di lingua standard è plurifattoriale, in quanto si intende una varietà di lingua -codificata: da un insieme riconosciuto di regole normative di riferimento, fissate in dizionari e grammatiche a partire da testi esemplari; -sovraregionale: ossia diffusa in maniera indifferenziata su tutto il territorio; -elaborata: adatta a tutti i domini, compresi quelli ‘alti’ e settoriali, e dunque lessicalmente e strutturalmente complessa; Standard, dialetto, minoranze Varietà standard -di prestigio: parlata dai ceti alti e colti (la cui varietà può assurgere a standard nella formazione spontanea); -invariante: ossia non dotata di variazione interna; -stabile nel tempo e flessibile: ossia costituita da forme stabilmente fissate in sincronia, ma passibili di variazione in diacronia; -scritta: essendo adatta a tutti i domini, compresi quelli ‘alti’ e settoriali, esiste soprattutto in forma scritta e presenta tutti i tratti dello scritto prototipico. Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Nel processo di formazione dello standard – o standardizzazione – secondo Haugen (1966) si registrano quattro fasi: -I: selezione della (genesi monocentrica) o delle varietà (genesi policentrica) alla base dello standard -II: codificazione, ossia fissazione delle norme -III: diffusione delle norme all’interno della comunità -IV: elaborazione (diffusione nei domini) Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Nel processo di formazione dello standard secondo Ammon (2003) agiscono soprattutto le seguenti entità: -scrittori e oratori professionisti, che forniscono ‘testi modello’ (oggi anche speaker, attori, comici e altri personaggi influenti nei media) -codici linguistici, ossia grammatiche e dizionari -autorità normative, come insegnanti e revisori di testi, che correggono gli usi devianti -linguisti, che giudicano se un tratto sia da considerarsi standard o meno Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Il processo di formazione dello standard può essere spontaneo o artificiale. La standardizzazione può avvenire, cioè, anzitutto spontaneamente, all’interno della comunità linguistica. In questo caso vengono prodotti dapprima testi letterali, che fungono da modello per la codificazione della norma; l’intervento di autorità normative e di linguisti è quindi successivo (cfr. principali lingue europee). Standard, dialetto, minoranze Varietà standard Il processo può, però, essere attivato anche dai linguisti, che definiscono anzitutto le norme; segue poi la produzione di grammatiche e dizionari e di testi modello, con intervento successivo delle autorità normative incaricate di far applicare le norme (cfr. somalo). Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto La differenza tra lingua standard e dialetto non è di natura linguistica, ma sociolinguistica. I dialetti, cioè, sono lingue storico-naturali tanto quanto le lingue standard, sul piano semiotico. Si distinguono, invece, sia dal punto di vista di status e funzione, sia sul piano dell’uso secondo le altre dimensioni, diastratica, diafasica e diamesica, con cui la dimensione diatopica si incrocia profondamente, in maniera molto complessa e diversa da comunità a comunità. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Definizione approssimativa di dialetto: varietà linguistica definita dalla dimensione diatopica, che può anche avere un certo grado di codificazione, ma non costituisce mai la varietà standard (a cui è subordinato), la quale funge da ‘tetto’ ed è geneticamente imparentata. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Condizioni perché una varietà risulti dialetto rispetto a una varietà standard: certo grado di vicinanza strutturale copertura da parte della varietà standard parentela Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Abstandsprache (lingua per distanziazione) vs. Ausbausprache (lingua per elaborazione) Kloss (1978) Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Abstandsprache (lingua per distanziazione) Indica una lingua riconoscibile come tale sulla base dei tratti strutturali che la caratterizzano, a tutti i livelli di analisi, e che la distinguono dalle altre lingue (= definizione linguistica) Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Ausbausprache (lingua per elaborazione) Indica una lingua riconoscibile come tale sulla base del fatto che si tratta di un codice dotato di reale onnipotenza semiotica e dunque capace di svolgere tutte le funzioni richieste in una comunità di parlanti (= definizione sociolinguistica e di sociologia del linguaggio). È un sistema linguistico socialmente evoluto perché serve da ‘strumento standardizzato di attività letteraria’. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Possibilità logiche binarie: Abstandsprache = A Ausbausprache = B +A +A -A +B -B +B (lingue occidentali, cinese, ecc.) (romanì) (gallego portoghese; corso italiano; slovacco vs. ceco; serbo vs. croato) Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Possibilità logiche in continuum (scalari): Abstandsprache = A Ausbausprache = B A B (lingue occidentali, cinese, ecc.) A B (nederlandese tedesco) A B (molte lingue africane) A B (sardo; ma ora sardo standard) A B (molti dialetti dell’Italia centrale) Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Il concetto di Abstandsprache è in realtà problematico nella sua applicazione, in quanto prevede un continuum e dei prototipi posti ai suoi poli, a seconda della condivisione o meno di una matrice di tratti, di cui i più importanti sono cinque. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Comparazione genealogica: lingue di famiglie diverse risultano strutturalmente più distanti di lingue appartenenti alla stessa famiglia, salvo i casi in cui il contatto non abbia agito da fattore di omogeneizzazione (cfr. Sprachbund o lega linguistica, che consiste in un insieme di fenomeni di convergenza sintattica, morfologica e fonologica che accomunano gruppi di lingue che possono avere o non avere relazioni genealogiche; es. lega balcanica). Problemi per cosiddetti dialetti italo-romanzi. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Reciproca comprensibilità: ossia possibilità dei parlanti di due sistemi linguistici di comprendersi parlando ciascuno la propria varietà (cfr. intercomprensione). Problemi legati alla marcatezza e all’atteggiamento dei parlanti, per questioni di prestigio. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Coscienza linguistica: riconoscimento, da parte dei parlanti, di un sistema linguistico come lingua a sé, dotata di una propria autonomia, o come varietà riconducibile a un’altra lingua. Il criterio dà soprattutto informazioni sullo status del sistema linguistico e sull’atteggiamento dei parlanti. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Lessicostatistica (o glottocronologia): metodo messo a punto da Swadesh nel 1951, nell’ambito della linguistica diacronica. Si basa sull’ipotesi che le parole di uso comune (= vocabolario di base) si mantengono nelle lingue per un certo periodo. Se si identifica la loro velocità di decadimento è possibile stabilire in quale momento due lingue imparentate tra loro si sono separate (= profondità temporale). Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Sul piano sincronico, due lingue con lessico di base imparentato pari ad almeno l’81% risultano varietà della stessa lingua e non lingue autonome (ad esempio tra inglese e tedesco ca 60% di lessico imparentato). Problemi con l’individuazione del lessico di base e con i sinonimi. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Differenza strutturale: si tratta, sostanzialmente, di valutare la simiglianza tipologica di due sistemi linguistici ai vari livelli della lingua. Ci sono dei tentativi, anche statistici. Problemi di identificazione e confrontabilità delle strutture e di definizione del discrimen che stabilisce la differenza o l’assimilabilità di una varietà a un’altra, in termini e quantitativi e qualitativi (di peso dei singoli tratti). Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Definizione integrata di lingua (Ammon 1989): Una lingua X è un insieme di varietà linguistiche in cui una varietà (quella standard) copre tutte le altre (Überdachung ~ Ausbausprache) nessuna delle varietà coperte (eteronome) ha un grado più che medio di dissimilarità rispetto alla varietà tetto (Abstandsprache). Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Definizione integrata di lingua (Ammon 1989): Problema con lingue con alto grado di distanziazione, come nel caso di alcuni dei cosiddetti dialetti italo-romanzi. Problema in caso di mancanza di copertura, come nel caso dell’arbërisht rispetto all’albanese (non dialetto, ma lingua minoritaria). Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto I dialetti sono articolati al loro interno in varietà, caratterizzate dalla diversa realizzazione di variabili. La variazione è legata anche alla nulla o scarsa codificazione. In siciliano, ad esempio, la metafonia (cambio vocalico: muortu vs. morta; fierru vs. ferra) si ritrova tra Ragusa, Enna e Caltanissetta. Dimostrativo distale a Monte di Procida: [kirǝ] [killǝ] [kwellǝ] [kiddǝ] Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Un dialetto può diventare lingua standard, per ragioni storico-politiche, culturali, economiche, che determinano l’acquisizione di prestigio e di status. fiorentino; dialetto di Pechino (pŭtōnghuà ‘lingua comune’), ecc. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Un’altra accezione del termine dialetto (dialect) è varietà risultante dalla differenziazione geografica e sociale (=socioletto) legata alla diffusione sul territorio (quindi rispetto agli utenti) [vs. register (varietà risultante dalla variazione rispetto agli usi)]. In questo senso, l’American English è un dialetto del British English. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Classificazione dei dialetti a seconda del rapporto con la varietà standard (Coseriu 1980): primari, se sono varietà geografiche sorelle della varietà ora standard, che esistevano prima del processo di standardizzazione (dialetti italo-romanzi) secondari, se si sono formati per differenziazione diatopica rispetto alla lingua comune, in cui i parlanti di un’ampia comunità si riconoscono, dopo la sua diffusione (italiani regionali) terziari, se si sono formati per differenziazione diatopica rispetto alla varietà standard, dopo la sua diffusione (italiani regionali) Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Il termine dialect è adottato da Auer (2005), che lo applica a qualsiasi varietà di estensione geografica inferiore a quella della varietà standard (dunque a dialetti primari, secondari, terziari). Distingue cinque configurazioni delle possibili relazioni tra varietà standard e dialect. Per la situazione sociolinguistica europea vale, in generale, la configurazione che definisce diaglossia (che include dilalia e bidialettismo). Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Nella diaglossia i base dialects, propri degli usi ‘bassi’, tendono ad assumere dei tratti della lingua standard. Questo processo costituisce una ‘convergenza verticale’, dalla lingua subordinata a quella sovraordinata (quindi più propriamente ‘advergenza’) e produce un continuum di varietà intermedie, dette regiolects, ossia delle varietà socio-geografiche della lingua standard, che possono anche sviluppare dei tratti specifici. Così si determina una riduzione delle differenze strutturali tra dialetti e varietà standard. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Nel contempo nella diaglossia si assiste a uno spostamento dello standard verso le varietà regionali, di cui vengono accolti dei tratti. Questa ricezione produce standard regionali, ossia varietà standard in cui si presentano dei tratti regionali anche negli usi formali, o ‘alti’. Così lo standard acquisisce un certo grado di differenziazione geografia, perdendo in unitarietà. Standard, dialetto, minoranze Lingua standard vs. dialetto Il concetto di dialetto si definisce dunque solo in relazione a quello di lingua standard. Rispetto a questa, i dialetti presentano una scarsa o quasi nulla Ausbau, ossia elaborazione. A mano a mano che la acquisiscono, tendono a diventare, a loro volta, lingue standard. Se si ha, invece, avvicinamento tra dialetti, si ha livellamento dialettale, fino alla formazione di una koinè, in cui vengono eliminati i tratti più peculiari e marcati dei singoli dialetti. Standard, dialetto, minoranze Lingue minoritarie All’interno di uno stesso repertorio, lingua standard e dialetto possono entrare in contatto con le lingue minoritarie, parlate dalle minoranze linguistiche, ossia da comunità linguistiche con basso numero di parlanti, in senso assoluto e soprattutto relativo. Standard, dialetto, minoranze Lingue minoritarie Le lingue minoritarie sono talvolta dette anche eteroglossie. Vanno distinte da: Lingue di immigrazione (che non sono storicamente radicate sul territorio) Eteroglossie interne, ossia varietà legate a migrazioni interne e che si trovano in aree in cui il dialetto è un altro (tabarchino a Carloforte e a Calasetta; dialetti gallo-italici della Sicilia NE e delle province di Potenza e Salerno). Standard, dialetto, minoranze Lingue minoritarie La legge 482/1999 riconosce le lingue minoritarie, ma non le lingue di immigrazione, né le eteroglossie interne. Il sardo e il friulano sono considerati lingue minoritarie e non dialetti secondo il parametro della distanziazione dall’italiano (oltre che per motivi di autonomia culturale e di forte senso identitario delle comunità di parlanti). Le lingue minoritarie possono diventare endangered languages, ossia lingue minacciate, anche a causa della pressione della varietà standard, che ne mina la vitalità esterna e interna. Standard, dialetto, minoranze Lingua tetto La lingua ‘tetto’ è una varietà tendenzialmente standard (usata nella scuola e nell’amministrazione) che fornisce la copertura (Überdachung) per un’altra varietà, ad esempio un dialetto, costituendo il modello normativo di riferimento. La lingua ‘tetto’ risulta dunque subordinata e si definisce Dachsprache. In Italia i dialetti sono überdacht ‘coperti, con tetto’. Le lingue minoritarie (come grico e grecanico, albanese), sono invece dachlos. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Per repertorio linguistico si intende l’insieme di lingue – e loro articolazione in varietà – che vengono usate per la comunicazione tra i membri di una comunità linguistica. I repertori possono essere: monolingui plurilingui bilingui multilingui DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Ess.: repertorio monolingue centri urbani in Francia comunità linguistiche dei repertorio plurilingue Corsica (francese/corso) Italia (lingua standard e sue varietà / dialetti italoromanzi / lingue minoritarie / eteroglossie interne) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Ess.: repertorio plurilingue Tarvisio (italiano, tedesco, dialetto tedesco, sloveno, dialetto sloveno, friuliano) Camerun (14 lingue nazionali, 2 lingue coloniali – francese e inglese –, 9 lingue veicolari – West African Pidgin English, arabo, hausa, > 150 lingue indigene tribali – soprattutto della famiglia niger-congo). DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Ess.: repertorio plurilingue comunità nigeriana a Torino (inglese nigeriano, Nigerian Pidgin English, igbo, lingue locali nigeriane, italiano) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Si distingue, inoltre, tra: bilinguismo sociale (con riferimento a un’intera comunità di parlanti, pur se di ampiezza varia) bilinguismo individuale (con riferimento al singolo) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Il repertorio linguistico individuale può essere – raramente – monolingue o plurilingue, con precisi rapporti gerarchici tra le diverse lingue e le loro varietà. Il singolo, tuttavia, non possiede l’intero repertorio linguistico della comunità di cui fa parte, ma condivide con gli altri parlanti la conoscenza dello status e della funzione dei diversi sistemi linguistici presenti. Lingue conosciute dall’individuo ma che non sono usate nella comunicazione tra i membri della comunità non sono da ascriversi al repertorio linguistico comunitario. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Il repertorio linguistico non è dato dalla semplice somma delle diverse lingue e loro varietà parlate all’interno di una comunità linguistica. È dato anche dalla distribuzione delle lingue nei diversi domini e usi (‘alti’ vs. ‘bassi’), all’interno di rapporti gerarchici. I repertori plurilingui presentano, dunque, una certa configurazione di dominanza. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Configurazione di dominanza significa che una lingua domina sull’altra o sulle altre, in base a frequenza d’uso, tipo di usi a cui è adibita, atteggiamenti dei parlanti, ecc. Nella gerarchizzazione delle varietà presenti in un repertorio si impiega A per la/e lingua/e riservata/e agli usi ‘alti’, B per la/e lingua/e riservata/e agli usi ‘bassi’, M per la/e lingua/e riservata/e agli usi medi. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Ess.: Comunità walser in Piemonte: A italiano M dialetto piemontese B walser Comunità ghanese di Bergamo A GHANAIAN ENGLISH ITALIANO M TWI student Pidgin B lingue locali del Ghana GHANAIAN PIDGIN ENGLISH (bergamasco) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Si distingue, inoltre, tra: bilinguismo endogeno (endocomunitario): compresenza di due o più lingue storicamente radicate (ad es. italiano, dialetti italo-romanzi e lingue minoritarie in Italia) bilinguismo esogeno (esocomunitario) compresenza di due o più lingue dovuta a un apporto immigratorio recente (ad es. nella comunità italiana arabo, cinese, romeno, albanese, ecc.) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Si distingue, inoltre, tra: bilinguismo monocomunitario dato un certo territorio, sostanzialmente tutti i parlanti presenti sono bilingui (Lussemburgo: francese, tedesco, dialetto lussemburghese; Svizzera tedesca: tedesco standard svizzero e Schwyzertütsch). bilinguismo bicomunitario dato un certo territorio, esistono due o più sottocomunità diverse, caratterizzate dall’uso pressoché esclusivo di una delle lingue, uso della/e altra/e lingua/e eventualmente per i rapporti con l’altra/le altre sottocomunità e pochi parlanti realmente bilingui (Belgio: fiammingo, francese e tedesco; Cipro: greco e turco). DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo bilinguismo bicomunitario Nel bilinguisrmo bicomunitario si possono operare ulteriori distinzioni: -sottocomunità separate, ma con una parte non trascurabile della popolazione bilingue (molti Paesi africani) -sottocomunità bilingui all’interno di una comunità monolingue (Spagna: Galizia - spagnolo + galiziano; Paese Basco e Navarra spagnolo + basco; Comunità valenzana, Baleari e Catalogna spagnolo + catalano) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Si distingue, ancora, tra: bilinguismo di diritto, ossia riconosciuto ufficialmente nella costituzione e dalle istituzioni (Svizzera, Belgio, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Malta) bilinguismo di fatto, ossia non riconosciuto (in Italia per le lingue minoritarie fino al 1999 e attualmente per i dialetti; in Grecia, per le minoranze turca, bulgara, albanese e macedone) Il bilinguismo gaelico/irlandese nella Repubblica d’Irlanda è più di diritto che di fatto. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e plurilinguismo Ulteriori criteri di cui tener conto per la definizione del repertorio di una comunità linguistica sono: -differenze nelle lingue e nelle varietà in relazione all’elaborazione -differenze nelle lingue e nelle varietà in relazione al grado di distanziazione -intensità effettiva del contatto DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e lingue minoritarie ⌦Il repertorio nel bilinguismo minoritario in Italia è endogeno, prevalentemente bicomunitario (Alto Adige/Südtirol; ma monocomunitario in Val d’Aosta), di diritto o di fatto (dialetti zingari), senza o con stratificazioni a gradini, tra due Ausbausprachen o meno, con rilevante distanza strutturale e con intenso contatto. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Repertorio e dialetti italo-romanzi ⌦Il repertorio nel bilinguismo lingua standard/ dialetto in Italia è endogeno, monocomunitario, di fatto, statificato quanto a usi e funzioni, tra due varietà non parimenti elaborate, spesso anche molto distanziate, in una situazione di intenso contatto. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Tipi funzionali di repertorio linguistico Le differenze negli usi, ossia nello status e nella effettiva funzione, permettono di individuare diversi tipi funzionali di repertorio linguistico: bilinguismo (sociale) diglossia dilalia bidialettismo diacrolettia DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Bilinguismo (sociale) Per bilinguismo (sociale) tout court si intende la compresenza nel repertorio di più lingue diverse. Caratteristiche coesistenza di due lingue, per differenziazione ed elaborazione uso di entrambi i codici in tutte le situazioni formali e informali sovrapposizione di dominio tra i codici DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Bilinguismo (sociale) Ess.: Montréal (inglese e francese) Valle d’Aosta (italiano e francese) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Diglossia La prima distinzione proposta in questo ambito è stata è tra diglossia e bilinguismo . Diglossia: compresenza di più lingue o varietà sociolinguisticamente e funzionalmente differenziate, ossia usate dalla comunità di parlanti con specializzazione per funzioni diverse. vs. Bilinguismo: compresenza di più lingue non sociolinguisticamente e funzionalmente differenziate. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Diglossia Caratteristiche della diglossia secondo Ferguson (1959): esistenza di vari dialetti primari (=L1) di una lingua esistenza di una varietà sovrapposta (secondaria, appresa dopo la varietà primaria) ai dialetti stabilità della coesistenza tra varietà basse e varietà alta parentela tra le varietà (ora superata), ma differenza strutturale marcata per quella alta prestigiosa tradizione letteraria per la varietà alta DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Diglossia Caratteristiche della diglossia secondo Ferguson: standardizzazione della varietà alta apprendimento apprendimento formale della varietà alta, a scuola uso della varietà alta nello scritto e nel parlato formale uso delle varietà basse nella conversazione ordinaria Ess.: francese vs. creolo ad Haiti; arabo classico vs. arabo dialettale; katharévousa vs. dimotikhì in Grecia; tedesco standard (Hochsprache) vs. Schwyzertüsch in Svizzera; italiano vs. dialetti italo-romanzi fino all’Ottocento avanzato. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Diglossia Questa definizione, nel suo rigore, presenta alcuni problemi: siccome la delimitazione delle varietà è definita anzitutto sulla base della distribuzione nelle diverse situazioni (con ricca esemplificazione), il confine tra diglossia e bilinguismo sfuma, se due lingue diverse vengono usate in maniera sociolinguisticamente e funzionalmente differenziata (sovrapposizione tra diglossia e bilinguismo) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Diglossia Il possesso di entrambi i tipi di varietà si è visto che può essere ristretto a un certo numero di parlanti, mentre gli altri dominano una sola varietà (ad esempio chi non deve usare la lingua per scopi formali). In questo caso non è facile stabilire quale percentuale di parlanti debba dominare entrambi i tipi di varietà perché si possa parlare di diglossia. In alcuni casi si è arrivati a sostenere una distribuzione tra gruppi complementari, sulla base della classe sociale (sovrapposizione tra diglossia e dimensione diastratica) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Diglossia la distribuzione della varietà alta rispetto alle varietà basse in Ferguson è sociolinguisticamente netta e obbligatoria: lingua A: omelie, lezioni universitarie, discorsi politici, notiziari radiofonici e televisivi, articoli di giornale, poesia e lettere personali. lingua B: istruzioni a dipendenti, conversazioni familiari, amici e colleghi, programmi radiofonici di intrattenimento, didascalie nelle caricature politiche, letteratura popolare. Si è appurato, invece, che può darsi il caso in cui la selezione della varietà alta o di quelle basse risulti obbligatoria per certi ambiti, preferenziale in altri. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Diglossia A differenza di quanto accade in Europa, di norma, nell’uso di lingua standard e dialetti, nella diglossia nessun parlante usa la varietà alta per la conversazione quotidiana (differenza con dilalia). DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Dilalia Il termine – introdotto da Berruto (1987) – indica la situazione in cui sono compresenti nella comunità sociale due varietà chiaramente diverse per struttura e storia, ma tali che solo A sia lingua per elaborazione e destinata agli usi ‘alti’. Nonostante la chiara differenza funzionale, però, almeno una parte della comunità usa entrambe negli usi ‘bassi’, con particolare riferimento al parlato informale. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Dilalia La possibilità d’uso in una stessa funzione o in uno stesso dominio dà luogo a fenomeni di commutazione di codice, ossia a un uso alternativo a confine di frase (code-switching) o anche all’interno della stessa frase (code-mixing o intrasentential-code-switching). DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Dilalia dilalia Caratteristiche Caratteristiche distintive: sensibile diversità tra le varietà chiara differenziazione funzionale tra i due codici uso di entrambi i codici nella conversazione ordinaria una delle due varietà è socialmente marcata DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Dilalia dilalia Caratteristiche Caratteristiche distintive: esistenza di un continuum di sottovarietà alto prestigio di una delle due varietà presenza di entrambe le varietà nella socializzazione primaria DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Dilalia Ess.: Italia (italiano e dialetti italo-romanzi, compresi sardo e friulano; eccezione per Toscana, Roma e ambienti urbani dell’Italia centrale). Germania (tedesco e dialetti tedeschi; ad eccezione delle grandi città del Sud del Paese, che è la culla del tedesco standard). DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Bidialettismo (o polidialettismo) Si tratta della situazione in cui sono compresenti nella comunità sociale una varietà standard e diverse varietà geografiche e sociali della stessa, senza un grado alto di distanza ai diversi livelli di analisi, con possesso di più varietà da parte della popolazione, che però usa solo le varietà non standard nella conversazione informale. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Bidialettismo (o polidialettismo) In questo caso la varietà B non è standardizzata (mentre può esserlo nella dilalia e, parzialmente, nella diglossia), non ha una tradizione nell’impiego letterario (che invece può avere nella dilalia e, meno probabilmente, nella diglossia ), è socialmente marcata. Tra A e B ci sono varietà intermedie ed esistono diverse sottovarietà per B (polidialettismo). DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Bidialettismo (o polidialettismo) Ess.: Inghilterra, parte della Francia, Toscana, Roma, ambienti urbani dell’Italia centrale. DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Diacrolettia Il concetto di diacrolettia (Dell’Aquila/Iannaccaro 2004) è relativo a situazioni in cui la varietà B viene impiegata in usi che sarebbero propri della varietà A, ossia tipicamente formali. Si ha, cioè, una espansione delle varietà B nelle funzioni di A, a differenza di quanto accade nella dilalia, in cui è A a essere usata in funzioni tipiche di B. Ess.: Galizia (A spagnolo, B galiziano) Grigioni (A tedesco, B romancio) DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO Il repertorio di una comunità linguistica può evolvere in diacronia. Sul territorio italiano: bidialettismo latino tardo / latino volgare diglossia latino / volgari romanzi (Alto Medioevo) diglossia italiano / volgari romanzi (Cinquecento) dilalia italiano / volgari romanzi (Novecento)