Norme per la stesura della tesi - Dipartimento di Lingue, Letterature

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Norme per la stesura della tesi - Dipartimento di Lingue, Letterature
Norme per la stesura della tesi di laurea
Premessa generale
I contenuti principali di una tesi di laurea devono essere originali, vale a dire frutto del lavoro di
analisi e delle capacità argomentative del laureando. Il discorso che viene portato avanti e su cui si
fonda la tesi, in sostanza, deve essere condotto da chi scrive la tesi stessa.
Tuttavia, un lavoro di tesi può considerarsi adeguato e maturo quando mette in relazione tale
originalità con la letteratura critica e interpretativa precedente oltre che, ovviamente, con i testi
letterari presi in esame. Pertanto, è auspicabile che il laureando riesca a rilevare e fare uso di un
adeguato apparato bibliografico, con il quale entrare in dialogo nel corso della propria
argomentazione. Dialogare con la critica vuol dire rimandare ai lavori di altri studiosi, ove
necessario od opportuno anche attraverso citazioni testuali esplicite, e comunque sempre indicando
i riferimenti bibliografici corrispondenti alle idee che si stanno esponendo e che non sono le proprie.
Dialogare con la critica non vuol dire appropriarsi indebitamente delle idee altrui, tacendone la
provenienza né, ancor peggio, copiare letteralmente o parafrasare i testi altrui senza citarli.
Il laureando, pertanto, si impegna ad evitare qualsiasi comportamento scorretto in tal senso in
nessuna delle sue forme, consapevole che il relatore si riserva in ogni momento, anche a ridosso
della data della laurea, di effettuare controlli a campione sul testo e di prendere i provvedimenti
necessari, fino ad arrivare, in casi particolarmente gravi, all’annullamento della tesi e di qualsiasi
pratica in corso.
Consegna al relatore delle parti da correggere
Il laureando è tenuto a consegnare al relatore le parti della tesi di volta in volta concordate in una
versione che, salvo correzioni da parte del relatore, possa essere considerata definitiva. Ciò significa
che il testo consegnato deve essere redatto secondo le norme indicate nel presente documento, deve
essere completo e corredato di note e riferimenti bibliografici, oltre ovviamente ad essere scritto in
un italiano corretto e facendo uso della adeguata terminologia.
È sempre preferibile consegnare parti compiute, ad esempio un intero capitolo, piuttosto che
frammenti che poi difficilmente il relatore potrà mettere in relazione con le altre parti consegnate
prima o dopo. Bisogna infatti sempre tenere presente che il relatore non segue in genere solamente
una tesi di laurea.
Le correzioni del relatore possono riguardare, oltre che i contenuti, anche la forma. Quando il
relatore interviene sulla forma, dà per scontato che di quella correzione il laureando terrà conto
durante tutta la stesura della tesi, pertanto si aspetterà che certi errori non vengano ripetuti
successivamente. In caso di errori eccessivamente ripetuti, il relatore potrà ritenere vani i propri
interventi correttivi e perciò decidere di non segnalarli più al laureando durante il lavoro di
preparazione della tesi, riservandosi di farli presenti in seduta di laurea. Lo stesso vale, a maggior
ragione, per le correzioni che riguardano l’uso della lingua, dell’ortografia e della punteggiatura
italiane.
NORME TIPOGRAFICHE
Formato della pagina
Margine sinistro: 4 cm
Margine destro: 3 cm
Margine superiore: 3 cm
Margine inferiore: 2,5 cm
Formato del carattere e del paragrafo
Carattere: Times New Roman 12
Interlinea: 1,5
Allineamento: Giustificato
Tabulazioni: ogni capoverso sarà rientrato di 1,25 cm rispetto al margine sinistro della pagina.
Formato dei titoli
Titolo del capitolo: Allineamento Centrato, grassetto, tutto maiuscolo
Titolo dei paragrafi: Allineamento Giustificato, grassetto
Eventuali sottoparagrafi (senza abusare di questa possibilità): differenziare secondo la gerarchia
Esempio:
1. TITOLO CAPITOLO
1.1 Titolo Paragrafo
…
1.1.1 Titolo Sottoparagrafo
...
1.1.1.1 Titolo Sottoparagrafo
…
Citazioni
Per citazione si intende qualsiasi parte di un’opera o di un saggio critico riportata testualmente:
- le citazioni brevi (fino a tre righe) si inseriscono direttamente nel corpo del testo utilizzando
le virgolette basse (caporali) «…».
- per le citazioni più lunghe, inserire un paragrafo a parte con formato carattere 11, interlinea
singola e rientro su tutte le righe di 1,25 cm rispetto al margine sinistro della pagina.
- per le citazioni di brani poetici, formato carattere 11, interlinea singola e rientro di almeno 2
cm.
- quando in una citazione testuale si vuole omettere una parte di testo, l’espunzione va
indicata con […]
Note
Le note vanno inserite a pie’ di pagina con l’apposita funzione del menù di Word, con formato
carattere Times New Roman 10, interlinea singola, allineamento Giustificato.
Tipi di note:
- note esplicative: servono per approfondire un argomento che viene trattato solo
marginalmente nel testo, ad esempio note bio-bibliografiche su un autore citato, o note
storiche su un fenomeno riportato nella tesi.
- note bibliografiche: servono a fornire l’indicazione bibliografica precisa di un’opera o di un
saggio critico cui si fa riferimento o da cui si cita testualmente (vedi Riferimenti
bibliografici)
Riferimenti bibliografici
- Nelle note a pie’ di pagina:
o La prima volta che si fa un riferimento:
 Se si cita un libro: Nome/i Cognome/i, Titolo, luogo (in lingua originale),
editore, anno, p. o pp. citate (es.: Camilo José Cela, La familia de Pascual
Duarte, Barcelona, Destino, 1995, p. 35; oppure: Gérard Genette, Seuils,
Paris, Seuil, 1987, pp. 67-70);


Se si cita un articolo di rivista: Nome/i Cognome/i, «Titolo dell’articolo»,
Titolo della rivista, numero, anno, pagine totali occupate dall’articolo, pagina
o pagine citate (es.: Claudio Guillén, «La disposición temporal del Lazarillo
de Tormes», Hispanic Review, 25, 1957, pp. 264-279, p. 267);
Se si cita da un saggio in un volume collettivo: Nome/i Cognome/i, «Titolo
del saggio», in Cognome del curatore (a c. di), Titolo del volume collettivo,
luogo (in lingua originale), editore, anno, pagine totali occupate dal saggio,
pagina o pagine citate (es.: Tzvetan Todorov, «Les catégories du récit
littéraire», in Barthes (a c. di), L’analyse structurale du récit, Paris, Seuil, pp.
125-151, pp. 149-150).
o Dalla seconda volta in poi (il riferimento bibliografico completo è necessario solo
la prima volta), tranne nei casi di note in successione (vedi più avanti):
 Se si cita un libro: Cognome/i, Titolo intero o abbreviato (se lungo), cit., p. o
pp. citate (es.: Cela, La familia, cit., p. 35; oppure: Genette, Seuils, cit., pp.
67-70)
 Se si cita un articolo di rivista: Cognome/i, «Titolo dell’articolo intero o
abbreviato», cit., p. o pp. citate (es.: Guillén, «La disposición temporal», cit.,
p. 267).
 Se si cita da un saggio in un volume collettivo: Cognome/i, «Titolo del
saggio intero o abbreviato», cit., p. o pp. citate (es.: Todorov, «Les catégories
du récit littéraire», cit., pp. 149-150).
o In caso di note in successione (NB: le note con numerazione immediatamente
successiva, anche se dislocate in pagine diverse e tra loro distanti. Ad esempio, in un
capitolo la nota 21 può stare a pagina 15 mentre la nota 22 può trovarsi a pagina 18;
le note sono tuttavia da considerarsi immediatamente successive).
 Se si susseguono immediatamente due o più note che rimandano ad uno
stesso riferimento bibliografico, ma a pagine diverse, il riferimento non
sarà ripetuto, ma sostituito dall’indicazione Ibid., seguita dal numero della/e
pagina/e citata/e
 Se si susseguono immediatamente due o più note che rimandano ad uno
stesso riferimento bibliografico e alla stessa pagina, il riferimento non sarà
ripetuto, ma sostituito dall’indicazione Ibidem.
 Esempio:
1. Tzvetan Todorov, «Les catégories du récit littéraire», in Barthes (a
c. di), L’analyse structurale du récit, Paris, Seuil, pp. 125-151, pp.
149-150
2. Ibid., p. 130. [vuol dire che rimando sempre allo stesso saggio di
Todorov, ma alla pagina 130]
3. Ibidem. [vuol dire che rimando ancora al saggio di Todorov e
sempre alla pagina 130, cioè quella indicata nella nota
immediatamente precedente]
Bibliografia finale
In bibliografia vanno indicati tutti i riferimenti citati nelle note della tesi, ma è possibile inserire
anche opere o saggi non direttamente citati in nota ma che sono serviti alla redazione della tesi.
Tutte le fonti riportate nella bibliografia finale devono essere elencate secondo l’ordine alfabetico
dei cognomi degli autori:
o Libro: COGNOME/I, Abbreviazione Nome/i, Titolo, luogo (in lingua originale),
editore, anno (es.: CELA, C.J., La familia de Pascual Duarte, Barcelona, Destino,
1995)
o Articolo di rivista: COGNOME/I, Abbreviazione Nome/i, «Titolo dell’articolo», Titolo
della rivista, numero, anno, pp. in cui si trova l’articolo (es.: GUILLÉN, C., «La
disposición temporal del Lazarillo de Tormes», Hispanic Review, 25, 1957, pp. 264279).
o Saggio in un volume collettivo: COGNOME/I, Abbreviazione Nome/i, «Titolo del
saggio», in Cognome del curatore (a c. di), Titolo del volume collettivo, luogo (in
lingua originale), editore, anno, pp. in cui si trova il saggio (es.: TODOROV, T., «Les
catégories du récit littéraire», in Barthes (a c. di), L’analyse structurale du récit,
Paris, Seuil, pp. 125-151).
Altre norme tipografiche
Come enfatizzare un termine o una locuzione
Utilizzare le virgolette alte singole per evidenziare un termine o una locuzione cui si vuole dare
risalto: ‘…’
Non usare mai grassetto o sottolineato all’interno del testo!
Termini stranieri
I termini stranieri non di uso comune devono essere inseriti in corsivo (es.: esperpento). Se di uso
comune vengono lasciati in tondo (es.: leitmotiv).
Titoli
Per i titoli di libri, volumi, riviste, giornali, ecc. si usa sempre il corsivo.
Per i titoli di articoli o saggi all’interno di libri, di volumi, di riviste, di giornali, ecc. si usano le
virgolette caporali «…», senza corsivo. All’interno delle virgolette caporali si usa il corsivo solo in
caso di titolo nel titolo, ad esempio: «La disposición temporal del Lazarillo de Tormes», in cui
Lazarillo de Tormes è in corsivo perché è il titolo di un libro contenuto nel titolo del saggio.