Note Veneziane - Euterpe Venezia

Transcript

Note Veneziane - Euterpe Venezia
Note veneziane
Sul Premio
Venezia 2006
di Giorgio Pestelli
C
ome ogni anno alla fine di novembre, il Premio
Venezia chiama a sé gli spiriti musicali della città; per una settimana il dèmone del pianoforte
trascorre calli e campielli, altri appuntamenti culturali
cedono il passo, basta vedere la curiosità con cui vengono seguite le prove eliminatorie, l’interesse alle semifinali, l’assalto fino all’ultimo posto per la finale al
Teatro La Fenice: un
fervore che conferma
Venezia città musicalissima e il pianoforte re degli strumenti. Il Premio era nato nel 1983 su iniziativa degli Amici della
Fenice allora presieduti da Giorgio Manera e alla prima edizione del 1984 riguardava i diplomati a pieni voti nei Conservatori del Veneto; dopo
due anni si allargò ai
Conservatori del Triveneto, nel 1991 ai diplomati di tutti i Conservatori italiani: come si vede, in pochi
anni gli Amici della Fenice, con la costante collaborazione del Teatro, ne hanno fatto uno degli appuntamenti più attesi della vita musicale
nazionale. I premi, resi ogni anno più consistenti, certo fanno
gola; ma il tono particolare del concorso
è dato sopra tutto dall’aria che vi si respira, merito in gran parte dell’attuale presidente, Barbara di Valmarana, che è riuscita
con garbo supremo a
inserire il rigore delle selezioni in un clima di casa, di
simpatia e solidarietà generale; si stemperano le punte della competizione, si attenuano rivalità e gelosie,
anche se a onor del vero queste riguardano non tanto
i giovani concorrenti, quanto i loro maestri e famigliari; ma resta il fatto che al Premio Venezia ogni concorrente è un caso a sè, e questa attenzione contribuisce
a dare una iniezione di fiducia in chi vuole affrontare
la carriera del musicista.
I finalisti di quest’anno sono stati Vincenzo Maltempo e Irene Veneziano; la vittoria è andata al primo, anche per la più avveduta confezione del programma:
la sua Totentanz di Liszt non poteva che sbaragliare la
stanca Quarta Sonata di Prokofiev proposta dalla Veneziano, e già gli applausi del pubblico hanno fatto presagire l’esito finale; da
seguire con interesse anche gli altri nomi
dei semifinalisti: Giuseppe Greco di sedici
anni (suo forse il Liszt
migliore ascoltato nella rassegna), Serena
Stella e Federico Colli, nonché altri ragazzi
esclusi dalle leggi della selezione come Sara
Danti e Massimo Tomei. A ogni edizione
si constata ormai l’eccellenza del livello generale, fin superiore al numero, già elevato, dei cinque premi conferiti; il fatto è
che il Premio Venezia era nato per aiutare neodiplomati usciti dai Conservatori di
un tempo, che erano
scuole piuttosto chiuse, segnate da un rapporto insegnante-allievo molto personale e vincolante; oggi questi ragazzi arrivano al diploma dopo
fior di corsi di perfezionamento e con alle
spalle molti concerti
in giro per il mondo,
Vincenzo Maltempo
per cui nella sostanza
questo concorso non
è più per «neodiplomati», ma per «pianisti» provetti, non diversamente dagli altri più reputati:
come dimostrano i successi dei suoi premiati al Busoni di Bolzano e ad altri concorsi internazionali. Questo
passaggio del Premio Venezia all’età adulta potrebbe
suggerire ai suoi organizzatori d’inserire nei bandi, tenuti fermi i capisaldi della tecnica pianistica, una maggior richiesta di pagine più esigenti sul piano dell’intelligenza musicale e della finezza del gusto.
29
Note veneziane
Un Carnevale per la Fenice
Tre eventi d’eccezione tra opera e danza
P
renderà parte attiva alle manifestazioni di questo
a Esther Williams, dalla danza classica alla danza conCarnevale 2007 il Teatro La Fenice, con tre protemporanea, etnica, cibernetica…
poste promosse e organizzate dal Comune di VeIn occasione del cosiddetto «sabato grasso», il 17 febnezia: l’opera di Ermanno Wolf-Ferrari La vedova scalbraio la Fenice tornerà a proporre l’antico ballo della
tra, su libretto tratto da Carlo Goldoni, il balletto MéliCavalchina, una delle manifestazioni tipiche dell’antico
Mèlo II della compagnia ispano-francese Chicos MamCarnevale veneziano che nell’edizione 2007 sarà curata
bo, per chiudere sabato grasso con il gran ballo della
dalla Compagnia de Calza «I Antichi». Per l’occasione,
Cavalchina.
la platea verrà privata delle rosse poltrone per diventaDi Ermanno Wolf-Ferrari, come poc’anzi accennare così una grande, vera e propria sala da ballo, mentre
to, La vedova scaltra è una commedia lirica in tre atti su
sul palcoscenico si alterneranno numeri di spettacolo e
libretto di Mario Ghisalberti, tratto dalla commedia
musica a coinvolgere i presenti a danzare nell’intero aromonima di Carlo Goldoni, del quale proprio in febco della notte per quello che si annuncia come l’evento
braio si celebrepiù spettacolarà il trecentenare, più mondario della nascita.
no e più escluSarà l’opera che
sivo del prossiaprirà l’offerta
mo Carnevale
della Fenice al
di Venezia. FaCarnevale, con
mosissima nelsette rappresenl’Ottocento, cetazioni nel celebrata da pittolebre e risorto
ri, poeti e scritTeatro veneziatori, la Gran
no. Orchestra e
Cavalchina del
coro del Teatro
2007, la prima
saranno diretti
del nuovo seda Karl Martin,
colo, farà rivimentre regia,
vere per una sescene e costumi
ra il fascino e
saranno a firma
l’atmosfera di
di Massimo Gaun’antica e masparon. I panni
gica notte venedi Arlecchino
ziana del 1807.
Stampa d’epoca: Ballo mascherato (Cavalchina) nel Gran Teatro La Fenice.
li vestirà Alex
La sera del 17
Esposito, Elena
febbraio l’oroloRossi si alternerà a Sabrina Vianello nel ruolo delle magio del tempo tornerà dunque indietro di duecento anrionette, Mark Milhofer, Maurizio Muraro, Emanuele
ni, e fra gli stucchi e i velluti della Fenice gli ospiti verD’Aguanno e Riccardo Zanellato in quelli dei quattro
ranno invitati a indossare abiti ottocenteschi e a immecorteggiatori – l’italiano, l’inglese, il francese e lo spadesimarsi nei personaggi dell’epoca. Sarà un tuffo affagnolo –, infine Doina Dimitriu in alternanza con Elisascinante e divertente nel passato, per una serata, tra febetta Martorana in quello della scaltra Rosaura.
sta e spettacolo, assolutamente unica. (i.p.)
La trama degli appuntamenti si infittisce con l’aggiunta delle rappresentazioni che avranno luogo al Malibran, dove sarà lo spettacolo di danza Méli-Mèlo II (le
retour), dal sottotitolo intraducibile La danse dans tout ses
étas («La danza in tutte le sue forme», ma anche «La
danza impazzita»), a calcare le scene. La compagnia
Venezia – Teatro La Fenice
ispano-francese Chicos Mambo diretta dal danzatore
La vedova scaltra
e coreografo Philippe Lafeuille, ne proporrà in prima
10,
11,
13,
14, 15, 18, 20 febbraio
italiana il recentissimo spettacolo. Nella migliore tradiGran
ballo
della Cavalchina
zione del cabaret trasformista, cinque danzatori di altis17 febbraio
simo livello tecnico e scatenata inventiva quali lo stesso Lafeuille, Philippe Tarride, Xavier Senez e Anthony
Venezia – Teatro Malibran
Couroyer interpreteranno, mossi da un ritmo indiavoMéli-Mèlo II (le retour)
lato, una infinita moltitudine di personaggi tratti dal15, 16, 17, 18, 20 febbraio
l’intero arco della storia della danza, dal Lago dei cigni
30
Note veneziane
Preziosi «Concertini»
per la Fondazione Querini Stampalia
A
pochi passi da Piazza San Marco si trova uno
dei più interessanti complessi artistici di Venezia: Palazzo Querini Stampalia, sede dell’omonima Fondazione voluta nel 1868 dal conte Giovanni,
l’intento di promuovere e diffondere il repertorio della
musica antica: l’unica scuola a Venezia dedicata a questo tipo di repertorio.
Ogni venerdì e sabato, alle 17.00 e alle 20.30 e nel corso di tutto l’anno, si può dunque assistere a delle brevi esecuzioni della durata di mezz’ora. Il concertino,
compreso nel prezzo del biglietto di ingresso al Palazzo, propone programmi centrati sul repertorio musicale preclassico, spaziando dal XIV al XVIII secolo e attraversando gli stili musicali medievali, rinascimentali e
barocchi.
Le dimensioni ridotte della sala e l’acustica veramente ottima permettono di presentare
organici anche
molto ridotti, dal solista al
quartetto. Gli
interpreti sono
insegnanti e allievi della Scuola di Musica Antica,
ma non solo.
er i
u
Spesse
volte, infatQ
zo
z
ti,
vengono
ospitati
a
l
Pa
musicisti, molti dei quaSalone del
li sono nomi assai noti nell’ambiente della musica antica.
Sovente a esser presentati sono strumenti desueti, in uso nei secoli passati:
la tiorba, la mandora, la dulciana, la
ghironda, le traverse rinascimentali, il cornetto, la viola d’amore, l’arpa gotica e molti altri. Non di rado, inoltre, vengono proposte musiche solitamente poco eseguite, tra le quali alcune sono conservate proprio nella Biblioteca
della stessa Fondazione Querini
Stampalia, il cui nucleo originario
di collezioni si è formato nel corso
di oltre sette secoli di storia della fand
miglia Querini Stampalia e comprenA
di e
de manoscritti, incunaboli, rare ediziona r
o
L
o
m
ni
a stampa, carte geografiche antiche e ini
s
s
Ma
cisioni. (i.p.)
Musiche solitamente poco
eseguite, alcune conservate
nella Biblioteca della
Fondazione
r ea
na
Ga
l an
te
ni
Sta
m
pali
a
ultimo discendente dei Querini Stampalia, dove si conserva l’intero patrimonio dell’antica famiglia veneziana.
Con il suo testamento del 1868,
Giovanni Querini Stampalia volle
dunque fondare un’istituzione atta a
«promuovere il culto dei buoni studi
e delle utili discipline». In queste parole può esser riassunto il cuore della
Fondazione Querini Stampalia, eminente luogo di produzione culturale, e
a questo dettato si conforma ancor oggi
l’attività della Fondazione stessa, che ha
nella formazione e nello sviluppo dell’individuo il suo principale obiettivo.
A esser promossi e ospitati
nei suggestivi spazi non sono solo convegni, conferenze, incontri, seminari e presentazioni,
ma anche mostre e
concerti. Proprio
a questi ultimi il
Museo della Fondazione – dimora storica situata al secondo piano di un palazzo
del Cinquecento,
già abitato dal patriarca di Venezia e
impreziosito da stucchi e affreschi, che conserva una delle più ricche
collezioni d’arte della città
lagunare, con oltre quattrocento dipinti veneti, italiani, fiamminghi
dal XIV al XIX secolo – dedica ampia risonanza, continuando l’appuntamento con i cosiddetti «Concertini», appuntamento che, senza interruzione di sorta, dal
1996 è curato dalla Scuola di Musica Antica di Venezia,
associazione senza scopo di lucro creata nel 1991 con
Venezia
Museo della Fondazione
Querini Stampalia
ogni venerdì e sabato
alle 17.00 e alle 20.30
31
Note veneziane
Al Cz95 nasce «Frigo»
nuovo spazio pensante
Il centro culturale veneziano
apre i suoi fermenti a un nuovo anno
I
l 26 aprile dell’anno appena trascorso, il centro culturale Cz95 (cfr. VeneziaMusica e dintorni n.13, p. 30-31)
ha ufficialmente aperto al pubblico «Frigo», un nuovo
spazio dedicato alla lettura. L’associazione culturale «E:» e
Mediaculture hanno dato vita a una partnership con molte
realtà vive nel campo delle pubblicazioni, raccogliendo anche una discreta quantità di materiali. I partner del progetto, coloro che hanno concretamente contribuito alla sua
messa in atto, sono fino ad ora stati: il Circolo Pickwick,
Colors, Diogene Filosofareoggi, Mimesis, il Gruppo Cho-
e plasmare nuove forme di cultura. Ed è proprio con e grazie a questi presupposti che lo spazio letture di cui «Frigo»
è innovativo contenitore, diviene prolifico laboratorio da
cui stanno nascendo e ancora nasceranno diversi filoni di
iniziative. In atto e in via di definizione, difatti, la realizzazione di una rivista che indaghi la lettura del futuro come
vera e propria lettura (si perdoni il bisticcio…), sale espositive in cui invisibili guardiani osservano senza esser osservati, mimetizzandosi nello spazio che vengono a occupare; e ancora: l’indagine attenta al rapporto tra cinema e filosofia e a quelle scelte estetiche che altro non
sono se non il risultato di complessi processi di
riflessione. Non da ultime, giornate interamente dedicate all’incontro e al confronto con coloro che, più o meno nascostamente, operano nell’universo letterario, audiovisivo e musicale, in
Veneto e in Italia.
I segnali che le città sempre più spesso ci lanciano nel nostro attraversarle, sono inviti che rivolgono lo sguardo, fra le altre cose, anche al ristoro, al relax, all’attività del corpo e della mente, all’intrattenimento e al divertimento, all’eva-
Cz95: Frigo
ra, Fab, Il Cavallo dei Cavalcanti, Il Grande Vetro, La Mosca di Milano, Leconte-Storie, Libri Nuovi, Maltese Narrazioni, MinimumFax,
Nexus, Nuova Metropolis, Oltrecorrente, PagineZero, Progetto Babele, Rivista Orizzonti,
Take it Easy.
Lo spazio in cui «Frigo» ha trovato dimora,
è la veranda del Cz95: con un allestimento minimale, che alla mente rimanda l’immagine di
una piscina, ha trovato il suo senso.
Questo nuovo anno, che da poco ha fatto capolino nelle nostre vite, si accinge a un ripensamento della veranda di cui sopra, forse troppo ridotta per
uno spazio votato alla consultazione. Quello che è in procinto di nascere, è un nuovo luogo atto ad accogliere tutti coloro vorranno trovare confortevole sostare: un sostare che consentirà di leggere, pensare, ideare, trovare la propria intimità all’interno di un «Frigo» (non ci si lasci però
fuorviare dal nome) come spazio che offrirà l’assoluta libertà del disporsi.
La possibilità di isolarsi diventerà accogliente realtà, che
permetterà al pensiero di poggiare le sue ali, per attendere
sione, alla rottura degli schemi, all’innovazione. È quanto
avviene al Cz95, che propone luoghi dove si possano respirare atmosfere di nuovi slanci, di attività culturali che sgomitano per cercare e trovare il loro spazio vitale. In una società, in un mondo troppo spesso aggrappato stolido alla facciata dell’effimero, all’apparenza che è bell’involucro
di non-sostanze, ecco dunque «Frigo» imporsi all’attenzione come spazio «pesantemente» pensante, che col suo acuto richiamo tenta di frantumare il luccicante cristallo di vetrine tendenti ad asfittiche omologazioni. (i.p.)
32
Note veneziane
Centrale Restaurant Lounge
aperitivo in musica
di Massimiliano Goattin
L
a musica lounge, chill out e minimal house, innanzitutto, come sottofondo costante e rilassante che caratterizza lo spazio del Centrale Restaurant Lounge in Piscina Frezzaria (San Marco 1659/B).
E poi dj set di qualità con Willy Piccolo, ogni giovedì dalle 19.30 alle 21.30 in occasione della rassegna
«Wine & Wines», con i suoi interessanti abbinamenti
enogastronomici; senza dimenticare, una volta al mese, i concerti live dei più
noti g r uppi
jazz della galassia ve ne ziana. Questo
il programma musicale del Centrale Restaurant
Lounge, aperto da tre anni
al pianterreno del cinquecentesco Palazzo C o cco
Molin, ex sede
di uno storico
cinema, a un
passo dal TeaRio dei Barcaroli
tro La Fenice e da Piazza
San Marco.
Alte vetrate, mattoni a vista
accostati all’acciaio e al vetro,
un’entrata acquea sul Rio dei
Barcaroli, lo stesso che Mozart vedeva dalla finestra nel
suo soggiorno veneziano: il
Centrale è uno spazio minimalista molto apprezzato anche dall’architetto Tadao Ando, che coniuga la ricerca culinaria alla passione per il design e il dettaglio. Il tutto in
un’atmosfera innovativa che
lo rende senza dubbio uno
dei luoghi più frequentati dai
numerosi vip di passaggio a
Venezia: tra questi Christina
Aguilera, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Edoardo Bennato e vari musicisti e cantanti lirici.
Il giovedì live vede protagonista il veneziano Willy PicTemperamento Equabile
colo, compositore, polistru-
33
mentista e cantante in inglese, spagnolo, gaelico, sanscrito e arabo. Il dj resident del Centrale, che oltre al
piano e alla chitarra classica suona strumenti originali quali irish whistle, bansuri flute, pan flute e quena,
presenta ogni giovedì un repertorio di musica ethnic
lounge e chill out, proponendo una fusione di ritmi
e sonorità con particolare riferimento alle culture indiana, celtica, latina e araba; da più di 15 anni, infatti, studia le diverse tradizioni musicali nel
mondo.
«Gustare
una cena a lume di candela, sorseggiare old fashioned cocktail e
calici delle migliori aziende
vinicole, è come immergersi nell’essenza del lounge
– sottolinea il
titolare Franco Boni, ideatore e art director –. È la
possibilità di
evadere
dai
luoghi comuni di ogni giorno e di accedere ad alti livelli gastronomici, coccolati e avvolti da lievi armonie
musicali. Illuminante sfondo
musicale del neo-decadentismo tecnologico di fine Novecento, il lounge si nutre di
jazz e non è mai vero jazz (nu
jazz), si bagna di musica etnica in una versione ironica
e gentile, si veste da standard
e ne oltrepassa i canoni formali, flirta con la nuova elettronica come il drum’n’bass e
la techno, ma lo fa con spirito “analogico”. Una metafora
della musica, in fin dei conti,
che è diventata oggi una categoria dello spirito, un’opzione importante dell’immaginario occidentale». (www.
centrale-lounge.com)