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ZOOM SOS
2/2014
IL CALORE
DI UNA CASA PER
OGNI BAMBINO
LA MARCIA VERSO IL VILLAGGIO DEI
BAMBINI SOS
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EDITORIALE
TEMA: LA MARCIA VERSO IL VILLAGGIO
CARE AMICHE E CARI AMICI
DEI VILLAGGI DE BAMBINI SOS,
molte persone mi chiedono come vengono
collocati i minori nei villaggi dei bambini SOS
e quali sono i criteri di ammissione. La presente
edizione di Zoom SOS è dedicata proprio a questo
interrogativo.
La madre di Devi si è tolta la vita dopo la morte
prematura del padre della piccola, mettendo fine alla
sua lotta quotidiana per la sopravvivenza. Rimasta
sola, senza parenti, Devi faceva l’elemosina per
strada, dove è stata notata da un operatore di SOS
Villaggi dei Bambini. Quest’ultimo l’ha portata al
villaggio dei bambini SOS per accertamenti. Qui
ha finalmente trovato protezione dal freddo e dalle
aggressioni. Le necessarie verifiche con le autorità
locali hanno portato alla seguente conclusione:
Devi ha bisogno del tipo di assistenza offerta da
SOS Villaggi dei Bambini.
© Raul André Surace
Il caso di Devi, una bimba di cinque anni di Kavre,
nel Nepal, è solo un esempio. In occasione del
mio ultimo viaggio, l’ho incontrata insieme alla
sua famiglia pochi giorni dopo il suo arrivo al
villaggio dei bambini SOS.
Devi ha avuto fortuna: la sua nuova sorella Yumi le
si è già affezionata. Quando l’ho conosciuta, in un
primo tempo Devi era molto timida, ma con l’aiu­
to di Yumi e con la complicità della madre SOS
si è decisa a mostrarmi i suoi quaderni di scuola.
Alla fine voleva addirittura che facessi i compiti
con lei.
È in momenti come questi che realizzo veramente
quanto sia importante il nostro lavoro e, soprattutto,
il sostegno dalla Svizzera per i bambini come Devi.
Per questo La ringrazio di cuore!
Christian Hosmann
Direttore
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA
4000 PROFUGHI
AL VILLAGGIO DEI BAMBINI
Gli scontri fra l’esercito e i ribelli hanno
fatto piombare nel caos l’intera Repubblica
Centrafricana. SOS Villaggi dei Bambini
sostiene la popolazione dall’inizio dell’anno
con un programma d’aiuti d’urgenza.
SOS Villaggi dei Bambini ha reagito all’emergenza
avviando all’inizio dell’anno, per almeno sei mesi,
programmi d’aiuti d’urgenza nelle località di Bangui
e Bouar. Gli aiuti sono suddivisi in quattro settori:
© SOS-Kinderdorf
La Repubblica Centrafricana sta vivendo una
catastrofe nazionale. I combattimenti tra i gruppi
ribelli e le forze governative si estendono a tutto
il paese e ne paralizzano ogni attività. Violenza e
abusi – anche sui bambini – sono all’ordine del
giorno. Ben 4,6 milioni di persone, ossia l’intera
popolazione, è colpita da questa tragedia. Circa
55 000 persone hanno già lasciato il paese e più
di 200 000 sono state costrette ad abbandonare le
loro case e sono in fuga, nelle peggiori condizioni
immaginabili e spesso dandosi alla macchia – tra
di loro molte donne con bambini.
Fra i 4000 profughi nel Bangui vi sono molti bambini come Marc.
• Cibo: distribuzione di pacchetti alimentari alle
famiglie di profughi.
• Acqua e igiene: messa a disposizione di
rifornimenti d’acqua per l’igiene, gli impianti
sanitari e l’assistenza medica.
• Protezione: accoglienza temporanea di bambini
e famiglie, ricongiungimento delle famiglie
e impegno a favore dei diritti dell’infanzia
sul posto affinché vengano protetti meglio
nell’attuale situazione d’emergenza.
• Assistenza psicologica: i bambini che hanno
subito violenze sono seguiti da psicologi
specializzati.
UNA NUOVA FAMIGLIA PER MARC
Al villaggio dei bambini SOS di Bangui nel
frattempo sono stati accolti 4000 profughi fuggiti
a causa degli scontri armati. Ricevono cibo,
indumenti e medicinali.
I più colpiti sono i bambini, come il piccolo Marc,
quattro anni. Durante gli scontri nella località di
Bangui ha perso i genitori e viveva in un campo
profughi nei pressi dell’aeroporto contando solo
su se stesso. Quasi 100 000 persone vivono lì
in attesa e in condizioni disperate. Marc è stato
ospitato da una famiglia del campo che però lo
maltrattava. Il caso di Marc ha attirato l’attenzione
di SOS Villaggi dei Bambini che l’ha affidato alle
amorevoli cure di una famiglia del villaggio dei
bambini SOS di Bangui.
Dal suo arrivo al villaggio dei bambini SOS, le
condizioni di Marc sono migliorate. «È bello
vedere che Marc riesce di nuovo a sorridere.
Quando mi vede in giro per il villaggio mi corre
incontro e mi chiama ‹papà, papà›. Sono molto
felice che abbia trovato una nuova famiglia dopo
la tragica esperienza vissuta», afferma Jésus Jonas
Zokayando, direttore del villaggio dei bambini
SOS di Bangui. «I bambini come Marc sono il
futuro del nostro paese ed è importante che ognuno
di loro possa svilupparsi.» (kra)
IL SUO AIUTO
È IMPORTANTE
Sostenga gli aiuti
d’urgenza nella
Repubblica Centrafricana con un’offerta.
Un caloroso grazie!
Conto per offerte:
CP 30-31935-2, specificando: «Repubblica
Centrafricana»
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HARAR
BEKELE HA TROVATO
IL CALORE DI UNA CASA
Mamma Fre con l’ultimo arrivato della famiglia, il piccolo Bekele di sei mesi, davanti alla loro casa al villaggio dei bambini SOS di Harar, in Etiopia.
La madre SOS Fre, del villaggio di Harar,
ha un nuovo beniamino. Da qualche tempo
si prende cura di Bekele, un neonato di
sei mesi. Il piccolo è stato abbandonato
sulla strada, dove la polizia l’ha trovato.
Precedentemente si è fatta luce sulla sua
situazione sociale.
Bekele ha avuto un inizio difficile fin dalla
nascita. Poco dopo il parto, la sua madre biologica
l’ha abbandonato sulla strada principale fra
Harar e Dire Dawa. Un destino che in Etiopia
è tutt’altro che un caso isolato: molte giovani
madri abbandonano i figli per disperazione.
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Da quel momento la vita quotidiana nella casa
numero uno ruota attorno a Bekele. Questo non
solo per la gioia della madre SOS Fre, ma di tutti
i suoi nuovi fratelli e sorelle che l’hanno accolto
con entusiasmo e simpatia. Anche Noham,
cinque anni, che finora era il più giovane della
famiglia, si è abituato al suo nuovo ruolo. Si dà
da fare come tutti gli altri fratelli e sorelle per
aiutare il nuovo cucciolo, cui nel frattempo è
stato affibbiato il vezzeggiativo Ududu.
PER IL BENE DEL BAMBINO
Come in ogni parte del mondo, anche in Etiopia
vigono chiare prescrizioni sul trattamento degli
orfani e dei bambini abbandonati. Prima che un
minore come Bekele venga ospitato al villaggio
dei bambini SOS di Harar, la situazione sociale
del bambino viene esaminata sia dal Ministero
delle questioni legate alle donne, ai bambini e
ai giovani sia da SOS Villaggi dei Bambini. Lo
scopo è di accertare cos’è successo ai genitori e
se esistono parenti o vicini di casa che possono
prendersi cura opportunamente del bambino.
Vigono chiare
prescrizioni sul
trattamento da riservare
agli orfani.
© Claudia Lehnherr
COLLOQUI SUL POSTO
a.
Dopo aver trovato un fagotto contenente il
neonato in un fosso stradale, i poliziotti hanno
contattato le autorità locali e SOS Villaggi dei
Bambini. Dato che a casa di mamma Fre, al
villaggio dei bambini SOS di Harar, un giovane
si era appena reso indipendente, Bekele è stato
accolto con calore in questa nuova famiglia.
Gli assistenti sociali di SOS Villaggi dei Bambini
fanno visita ai parenti nonché alle persone nel
vicinato per discutere sulle ragioni per cui il
bambino non può crescere con i genitori e per
accertare se il collocamento al villaggio dei
bambini SOS sia la soluzione giusta.
Soprattutto nel caso di bambini abbandonati alla
nascita, come Bekele, spesso è molto difficile o
quasi impossibile trovare informazioni. In questi
casi ci vuole una perizia giuridica dell’ospedale,
della polizia o di un ufficio governativo, affinché
il bambino possa essere collocato in un villaggio
dei bambini SOS. (kra)
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RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI
RICERCA DEI GENITORI AD HAITI
aveva infatti sostenuto le autorità haitiane nella
loro decisione di ricongiungere i 33 orfani con i
loro familiari. Per i bambini questa è la soluzione
migliore. «Qui al villaggio dei bambini SOS ho
trovato dei buoni amici, ma mia mamma mi
mancava ed è bello essere di nuovo a casa», sono
le parole di Michael, nove anni, uno dei bambini
rapiti.
© Connor Ashleigh
Già prima del ricongiungimento, a metà marzo
2010, i genitori hanno potuto fare visita ai figli e
SOS Villaggi dei Bambini ha sostenuto anche in
seguito le famiglie coinvolte. «Continueremo a
seguire questi bambini e andremo a trovarli per
assicurarci che vada tutto bene», ha dichiarato
allora Line Wolf Nielsen, operatrice SOS in
loco.
Dopo il terremoto ad Haiti, al villaggio dei bambini SOS di Santo si ride di nuovo.
In caso di catastrofi naturali o in guerra spesso
i bambini vengono separati dai genitori. Per
SOS Villaggi dei Bambini, uno dei pilastri
degli aiuti in situazioni d’emergenza è il ricongiungimento della famiglia.
Chi non ricorda i 33 orfani haitiani rapiti da
missionari battisti americani dopo il devastante
terremoto del gennaio 2010? Le verifiche di
SOS Villaggi dei Bambini e delle autorità
locali hanno subito provato che tutti gli orfani,
temporaneamente accolti al villaggio dei bambini
SOS di Port-au-Prince, avevano ancora dei
parenti. Infatti i bambini si sono poi ricongiunti
con i propri familiari.
«SOS Villaggi dei
Bambini ritiene che, nella
maggior parte dei casi,
la famiglia biologica è
l’ambiente ideale per il
bambino.»
«SOS Villaggi dei Bambini ritiene che, nella
maggior parte dei casi, la famiglia biologica è
l’ambiente ideale per il bambino. La povertà non
dev’essere il motivo per cui un bambino viene
allontanato dalla sua famiglia», afferma Celigny
Darius, direttore nazionale di SOS Villaggi dei
Bambini di Haiti. SOS Villaggi dei Bambini
I BAMBINI SONO PIÙ ESPOSTI
«Il caso dei 33 orfani ha provato quali sono
i rischi nelle situazioni d’emergenza, quando
le famiglie vedono quale unica alternativa
l’abbandono dei propri figli. Questa era già la
realtà ad Haiti prima del sisma. Perciò puntiamo
sempre la nostra attenzione sui minori. Vogliamo
evitare che vengano separati dalle loro famiglie»,
sottolinea Celigny Darius.
Più di 400 bambini non accompagnati sono
stati accolti, dopo il terremoto, al villaggio dei
bambini SOS di Port-au-Prince. Per tutti loro
è stato accertato se avessero ancora familiari.
Nel giro dei primi tre mesi si sono ricongiunti
65 bambini con i genitori e molti altri sono stati
collocati in seguito presso i familiari.
NUOVO VILLAGGIO DEI BAMBINI
Inoltre dopo il terremoto si è deciso di costruire
un terzo villaggio dei bambini SOS a Les Cayes,
per poter dare il calore di una casa agli orfani.
SOS Villaggi dei Bambini contribuirà inoltre alla
ricostruzione sostenibile del paese attraverso i
suoi programmi di rafforzamento familiare e con
due nuove scuole. (kra)
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INDIA
«SPESSO LA POLIZIA CI AFFIDA
DEI TROVATELLI»
L’ammissione di un minore al villaggio dei
bambini SOS di Faridabad è preceduta da
accurate verifiche del suo ambiente sociale.
La perdita dei genitori biologici è dovuta
principalmente alla grande povertà che
attanaglia l’India.
Zoom SOS: Come arrivano i bambini al villaggio
SOS di Faridabad?
Tsewang Paldon: Spesso la polizia ci porta
bambini che sono stati abbandonati per strada.
A volte sono i vicini di casa a segnalarci casi di
bambini abbandonati a se stessi, i cui genitori sono
morti o spariti. Anche gli ospedali si rivolgono a
noi quando un neonato viene abbandonato o sono i
servizi sociali a contattarci.
Perché i bambini vengono abbandonati per strada?
Principalmente a causa dell’estrema povertà dei
genitori che non sono in grado di provvedere al
sostentamento dei figli e non vedono altra via
d’uscita.
Perché i neonati vengono abbandonati in ospedale?
Quali sono le formalità da sbrigare per accogliere
un bambino al villaggio SOS?
Il governo ha norme chiare in materia di
organizzazioni umanitarie che lavorano con i
bambini. Abbiamo un permesso governativo
che ci consente di accogliere minori nei villaggi
dei bambini SOS. Quando un bambino arriva da
noi, raccogliamo tutte le informazioni necessarie
come nome, sesso, età e situazione familiare.
Quindi trasmettiamo queste informazioni ai
servizi sociali.
Quante organizzazioni umanitarie vi sono a
Faridabad?
© Michela Morosini
Di solito in questi casi la madre che l’ha partorito
non è sposata. In India per una donna non sposata
è un grande disonore avere un figlio. Sarà
disprezzata per tutta la vita e non ha altra scelta
che quella di disfarsi del bambino.
La direttrice Tsewang Paldon conosce la storia di ogni bambino al villaggio SOS.
A Faridabad operano 13 organizzazioni non
governative che si occupano dell’infanzia. Noi
siamo l’organizzazione più grande e con più anni
d’esperienza in questa regione. Siamo l’unica
organizzazione a offrire accoglienza a lungo
termine e assistenza ai bambini in un ambiente
familiare nonché un’istruzione scolastica di alta
qualità. (kra)
Per ulteriori informazioni
e video sul villaggio
dei bambini SOS di
Faridabad rimandiamo al
sito Internet:
sosvillaggidibambini.ch/
India
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NEPAL
SARINA È RIFIORITA
I ragazzi del villaggio dei bambini SOS di
Sanothimi, nel Nepal, di solito vengono
segnalati dai servizi sociali locali. Tuttavia SOS
Villaggi dei Bambini effettua sempre le proprie
verifi-che, affinché bambini come Sarina
abbiano il miglior futuro possibile.
Non appena Sajita compare sulla porta, Sarina si
precipita ad abbracciarla. Sajita non è diventata solo
la sua sorella maggiore qui al villaggio dei bambini
SOS di Sanothimi, a Kathmandu, ma è anche la sua
persona di fiducia nella nuova famiglia.
«Il nostro obiettivo
principale è proteggere le
famiglie del villaggio»
Da due anni Sarina vive con gli otto fratelli e
sorelle nella famiglia della mamma SOS Apsara
ed è diventata una bimba di cinque anni felice
e fiduciosa. Alla nascita di Sarina, sua madre
era molto giovane, tossicodipendente e incapace
di far fronte alla nuova situazione. Suo padre,
pure lui tossicodipendente, si trovava in carcere
per omicidio e non poteva aiutare la famiglia in
nessun modo. Un giorno la madre di Sarina è
sparita senza lasciare traccia.
In un primo tempo la piccola è stata accudita dal
nonno che però, essendo anziano e malato, non
era in grado di dare a una bimba di tre anni tutta
l’attenzione necessaria e si è rivolto alle autorità
locali. Dopo le prime verifiche, i servizi sociali
di Kathmandu hanno contattato il villaggio dei
bambini SOS di Sanothimi.
FINALMENTE DI NUOVO INSIEME
Il direttore del villaggio, Khagendra Kumar Nepal,
precisa che SOS Villaggi dei Bambini effettua
sempre accertamenti supplementari prima di
accogliere definitivamente un minore al villaggio.
In una prima fase si cerca di saperne di più sulla
situazione del bambino, parlando con i parenti e
i vicini di casa. Si tratta soprattutto di capire se
il villaggio SOS sia il posto giusto per crescere il
bambino o se si potrebbe aiutare la sua famiglia
attraverso un programma di rafforzamento
familiare, in modo che i bambini possano crescere
in un ambiente sicuro e accuditi con amore.
Anche lo stato di salute del bambino viene
esaminato con cura. Infatti Khagendra Kumar
Nepal ricorda che ci sono già stati casi di bambini
con una tubercolosi acuta, per cui prima di essere
collocati al villaggio SOS hanno dovuto seguire una
cura. «Il nostro obiettivo principale è proteggere le
famiglie del villaggio», spiega il direttore.
© Christian Hosmann
Nell’ultima fase si verifica se vi è una famiglia
al villaggio SOS dove il bambino sarebbe più
a suo agio – in base all’età dei bambini, alla
composizione maschi/femmine o alla religione
e cultura. «I bambini dapprima vivono per due
settimane in una famiglia e poi si decide se la
convivenza è possibile», spiega Khagendra
Kumar Nepal.
Sarina nutre grande fiducia in Sajita, la sua sorella maggiore.
La decisione di accogliere Sarina al villaggio dei
bambini SOS evidentemente è stata giusta. La
bimba, che oggi ha cinque anni, quando torna
dall’asilo si scatena con i fratelli e sorelle, prima
di sedersi a tavola con tutti gli altri per la cena.
Sarà Devi – naturalmente – a leggerle la storia
della buonanotte. (kra)
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AFFIDAMENTO DI MINORI IN SVIZZERA
«SOLO IN UN CLIMA DI FIDUCIA
IL BAMBINO ACQUISTA AUTOSTIMA»
In Svizzera 26 000 bambini sono dati
in affidamento a terzi. La maggior parte
di questi minori ha alle spalle situazioni
familiari difficili, come emerge dall’intervista
a Rolf Widmer, direttore del Servizio sociale
internazionale.
Zoom SOS: Quanti bambini vengono dati in
affidamento in Svizzera?
Rolf Widmer: 13 000 bambini e giovani vivono
in istituto e 13 000 presso famiglie affidatarie,
sebbene riguardo a queste ultime non esistano
statistiche attendibili. Nonostante la vasta offerta
di misure di prevenzione non si riscontra una
tendenza alla diminuzione.
Quali sono i maggiori problemi di questi bambini?
Oltre a disabilità di vario tipo, le ragioni che
conducono all’affidamento sono soprattutto
legate a una situazione familiare problematica. I
genitori si occupano poco dei figli e compensano
questo deficit coprendoli di regali. In alcune
famiglie benestanti i bambini si ritrovano in un
ambiente prevalentemente dominato da adulti.
Spesso subiscono forti pressioni per il rendimento
scolastico. Ne conseguono isolamento, stress,
perdita del senso della realtà, scarse competenze
sociali e bassa autostima. Molti di questi ragazzi
sono infelici e incapaci di rispondere alle attese.
A cosa bisogna prestare attenzione in caso di
affidamento di un minore?
I bambini hanno bisogno di un ambiente stabile
e di figure di riferimento di cui possono fidarsi.
È molto importante per chi segue il bambino
metterne in evidenza i punti forti, piuttosto che
occuparsi solo delle sue lacune.
Quanto è importante per il bambino avere una
figura stabile su cui fare affidamento?
Direi che è fondamentale. Solo in un clima di
fiducia il bambino acquisisce autostima. Il modello
della famiglia affidataria ha molti vantaggi rispetto
al tradizionale istituto. Il modello familiare di SOS
Rolf Widmer: «I bambini hanno bisogno di un
ambiente stabile e di figure di riferimento.»
Villaggi dei Bambini con una madre e fratelli e
sorelle è sicuramente appropriato.
Come vengono affidati i bambini a terzi?
Le pubbliche autorità e i servizi scolastici e
psicopedagogici effettuano le prime verifiche,
dopodiché segue un periodo d’osservazione e
ulteriori fasi intermedie come l’ambientamento.
Questo processo si basa sempre più sugli standard
di Quality4children, sviluppati in collaborazione
con SOS Villaggi dei Bambini. Il Cantone di
Ginevra, per esempio, opera già con successo
secondo questi standard.
Sarebbe concepibile un villaggio dei bambini
SOS anche in Svizzera?
Nel caso della Svizzera non avrebbe molto senso,
dato che qui, contrariamente ad altri paesi, non
si tratta tanto di proteggere i bambini da effetti
negativi, ma piuttosto di riuscire ad integrarli nella
società. I villaggi come istituzione sono inoltre
molto costosi nei Paesi industrializzati e sussiste il
rischio di una stigmatizzazione dei bambini. (cho)
La fondazione svizzera
del Servizio sociale
internazionale (SSI)
sostiene bambini e
famiglie con problemi
sociali e giuridici.
I suoi ambiti
d’intervento sono
la tutela dei minori,
la responsabilità
parentale, i rapimenti
di minori, l’incasso
degli alimenti, adozioni
internazionali, ricerca
delle origini, coppie
binazionali, minorenni
non accompagnati e la
legge sugli stranieri.
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LA PROCEDURA D’AMMISSIONE DI SOS VILLAGGI DEI BAMBINI
TANTE STRADE PORTANO AL VILLAGGIO
Devi è affidata alle cure della sua mamma SOS al villaggio dei bambini SOS di Faridabad e sta diventando una bambina felice e sicura di sé.
Tutti i villaggi dei bambini SOS del mondo
hanno direttive molto chiare quando si tratta
di decidere se accogliere o meno un bambino.
Anche se esistono differenze regionali, una
cosa è certa: un bambino viene ammesso a
un villaggio SOS dopo che la sua situazione
sociale è stata esaminata attentamente.
La piccola Devi, un anno, e sua sorella di quattro
anni sono state portate al villaggio dei bambini
SOS di Faridabad dalla polizia. La loro madre
lavorava come bracciante ed era morta sul bordo
della strada. Le bambine erano sedute accanto a
lei, piangevano e la scuotevano disperate, quando
la polizia le ha notate.
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Devi e Thabiso sono due esempi di come i bambini
arrivano ai villaggi SOS: vengono accompagnati
dalla polizia o dai parenti; a volte sono i servizi
sociali locali a fare richiesta o i vicini di casa
che segnalano bambini in situazioni precarie a
SOS Villaggi dei Bambini. In rari casi il bambino
viene deposto alle porte di un villaggio dei
bambini SOS.
VERIFICHE ACCURATE
Tuttavia, a prescindere da come un bambino
giunga a un villaggio SOS, la situazione viene
esaminata accuratamente, prima di affidarlo alle
cure di una madre SOS. Quando SOS Villaggi dei
Bambini riceve una richiesta dai servizi sociali,
le autorità hanno già chiarito la situazione
familiare del bambino e deciso un affidamento
extrafamiliare. Se è la polizia, un parente o un
vicino a condurre il bambino in un villaggio SOS,
i nostri operatori sociali fanno le dovute ricerche
sulla situazione familiare e cercano di scoprire se
ci sono parenti che potrebbero crescere il bimbo.
I bambini che giungono in un villaggio SOS:
▪ ono orfani di entrambi i genitori o orfani
sociali
▪non hanno parenti che possano prendersene cura
© Michela Morosini
▪non hanno passato l’età limite per potersi
integrare nel villaggio dei bambini SOS
Il piccolo Thabiso, cinque anni, è stato portato
al villaggio dei bambini SOS di Quthing, nel
Lesotho, da una parente. Sua madre, malata di
mente, spesso lo trascurava per diversi giorni
e nel contempo non permetteva alla parente di
occuparsi del bambino.
▪non sono una minaccia per i bambini del
villaggio a causa del loro passato (consumo di
droga, prostituzione)
Per prevenire il fatto che i bambini debbano
essere accolti in un villaggio SOS, SOS Villaggi
dei Bambini s’impegna con i suoi programmi
di rafforzamento familiare nel mondo affinché
le famiglie non si disgreghino e i genitori siano
in grado di crescere i loro figli in un clima
di amore e protezione. Perché la famiglia
biologica è l’ambiente migliore in cui crescere
un bambino. (kra)
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È RIUSCITO GRAZIE A SOS VILLAGGI DEI BAMBINI
IL CIBO PER CANI
HA CAMBIATO LA SUA VITA
Non è mai troppo tardi per giungere al
villaggio dei bambini SOS: lo dimostra il
caso di Bakollo, nel Togo. È stato accolto al
villaggio SOS di Kara all’età di 15 anni e oggi
dirige un’impresa ben funzionante.
«Sono cresciuto in condizioni difficili. Non ho
potuto andare a scuola perché non c’erano i soldi
per pagare la retta. Abitavamo poco lontano dal
villaggio dei bambini SOS di Kara e molti miei
amici vivevano là. Andavo regolarmente a tro­
varli al villaggio dei bambini, giocavamo e man­
giavamo insieme. Grazie a queste visite ricevevo
ogni giorno qualcosa da mangiare, perché mia
madre era così povera che spesso eravamo senza
cibo per due o tre giorni.
«Non sono ricco, ma
grazie a SOS Villaggi dei
Bambini vivo bene.»
Un giorno andai a trovare il mio amico e trovai
un piatto con del cibo davanti alla sua casa. Non
vedendo nessuno in giro, cominciai a mangiare
dal piatto. Quando i miei amici arrivarono e mi
videro mangiare, rimasero allibiti: il cibo era per
il cane. La direttrice del villaggio ebbe notizia del
mio caso e contattò le autorità, dopodiché sono
stato accolto al villaggio dei bambini SOS e in
seguito nella casa per la gioventù.
© Catherine Flore Ngo
Sono rimasto tre anni nella casa per la gioventù
ed ho seguito una formazione di falegname. Nella
Bakollo vernicia un comò nella sua officina di falegnameria ben funzionante.
casa eravamo nove ragazzi e avevamo tutto il
necessario per vivere: cibo, indumenti, soldi per la
scuola e medicinali. La nostra formazione presso
l’istituzione per la gioventù aveva per scopo di
insegnarci a gestire la nostra vita in una comunità:
abbiamo imparato a far bastare le scorte, a
prendere decisioni e a diventare responsabili
e indipendenti. Dopo aver terminato la mia
formazione professionale mi sono trasferito in un
appartamento con assistenza sociale nel centro
città e ho iniziato a cercare lavoro.
CORAGGIO DELL’INIZIATIVA
Il primo anno non è stato facile per niente. Avevo
l’impressione di essere abbandonato al mio
destino e avevo un cattivo presentimento, dopo
tutto quello che avevo vissuto da bambino. Sono
andato dalla direttrice del villaggio e le ho chiesto
se poteva procurarmi un lavoro al villaggio dei
bambini SOS. Lei mi ha incoraggiato ad avere
più iniziativa personale e ad avviare un’attività
in proprio. SOS Villaggi dei Bambini mi ha
sostenuto con un prestito per aprire un’officina di
falegnameria.
Il primo tavolo con sedie che ho fabbricato
è stato venduto subito. Con i soldi guadagnati
grazie a questa vendita ho fabbricato un letto.
Il proprietario di un albergo l’ha visto e ne
ha ordinati altri 50. Adesso avevo una base
su cui costruire. Oggi sono padre di quattro
figli e gestisco una grande falegnameria con
dodici dipendenti, diversi stagisti e più di dieci
apprendisti. Ogni mese realizzo una cifra d’affari
equivalente a 5500 franchi.
I miei rapporti con il villaggio dei bambini non sono
cambiati. Tutti mi conoscono e mi apprezzano.
Non sono ricco, ma grazie a SOS Villaggi dei
Bambini vivo bene. Alla mia famiglia non manca
nulla. Aiuto i miei fratelli e sorelle e anche altre
persone che hanno bisogno del mio aiuto. So che
non potrò mai rendere a SOS Villaggi dei Bambini
quello che ha fatto per me, ma cerco di aiutare gli
altri come posso. In questo modo esprimo la mia
riconoscenza.» (kra)
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RACCOLTA FONDI DI SWISS
MONETINE PER DONARE UN SORRISO
AI BAMBINI
Nel 2013 i passeggeri in transito dei voli Swiss
e negli aeroporti di Zurigo, Basilea e Ginevra
hanno donato in tutto 150 900 franchi per i
bambini bisognosi.
Il volo LX 181 Bangkok-Zurigo sta per iniziare la
discesa verso l’aeroporto. I passeggeri in viaggio
per motivi di lavoro o turismo infilano i pochi
spicci di Baht rimasti che ormai non servono più
nelle apposite buste per la raccolta e le consegnano
al personale di volo.
Una famiglia in partenza per le vacanze ha appena
fatto il check-in all’aeroporto di Zurigo e la loro
bambina scopre il grande contenitore, a forma di
globo, per le offerte a SOS Villaggi dei Bambini.
Con un’allegra risata la piccola versa nel globo
alcune monetine che le ha dato sua mamma.
Presi separatamente, gli importi donati di solito
sono minuscoli. Però, se moltiplichiamo per oltre
400 voli Swiss ogni giorno da e per 84 destinazioni
risulta una montagna di monetine e banconote
nelle più svariate valute.
Il denaro viene smistato e contato da personale
ausiliario che lavora su base volontaria. Quaranta
valute correnti si possono cambiare in diverse
banche svizzere ed estere, mentre le valute non
più correnti o esotiche devono essere cambiate in
franchi in altro modo o alle borse di numismatica.
Una banconota da 100 franchi belgi degli anni
’80, per esempio, è stata acquistata per alcune
centinaia di franchi da un collezionista. Non
esistono spiccioli che non possano essere
trasformati in qualche modo in offerta per SOS
Villaggi dei Bambini.
Con incassi annuali che superano i 100 000 franchi
SOS Villaggi dei Bambini ha già realizzato molti
bei progetti: con il ricavato delle monetine sono
già state costruite sei case familiari nei villaggi
dei bambini SOS di vari Paesi. Ma non è tutto: la
fondazione per l’infanzia di Swiss, che si finanzia
con offerte spontanee del personale di Swiss,
© Karl Laasner
OGNI SPICCIOLO CONTA
Volontari contano e smistano gli spiccioli rimasti al termine delle vacanze.
provvede al sostentamento a lungo termine e
ad un futuro sicuro dei bambini nelle loro case
familiari.
OFFERTE PER BAWANA
Con la raccolta negli aeroporti, Swiss offre a SOS
Villaggi dei Bambini già fin dalla nascita della
compagnia di volo una piattaforma eccezionale.
Inoltre, Swiss sostiene generosamente SOS
Villaggi dei Bambini con numerose offerte
supplementari come, per esempio, il ricavato dalla
svendita dei bagagli smarriti e, molto importanti,
voli gratuiti per viaggi legati a progetti.
Le offerte raccolte quest’anno confluiscono nel
villaggio dei bambini SOS di Bawana, in India,
dove 120 bambini ricevono l’amore di una famiglia
grazie a Swiss e ai suoi passeggeri. (hf)
Vi restano delle
monetine delle ultime
vacanze o vecchie
monete e banconote di paesi passati
all’euro? Potete usarle
per aiutare i bambini
bisognosi. Spedite
questi soldi, imballati
con cura, al nostro
recapito postale.
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© Hervé LeCunff/Schweizer Illustrierte
NEWS DELLA SVIZZERA
LINDA FÄH DIVENTA AMBASCIATRICE
Già durante il suo anno da Miss Svizzera, Linda
Fäh si è recata in visita al villaggio dei bambini
SOS di Città del Capo, in Sudafrica. Questa visita
è stata un evento che ha marcato il suo anno da
Miss: «Il lavoro di SOS Villaggi dei Bambini mi
ha colpita molto. È bello vedere come nei villaggi
SOS i bambini abbandonati trovino di nuovo il
calore di una famiglia.» Per questa ragione ha
deciso di sottoscrivere un padrinato per il villaggio
dei bambini SOS di Città del Capo.
E poi, lo scorso mese di novembre, l’esperienza si
è ripetuta. Con la rivista «Schweizer Illustrierte»
Linda Fäh ha di nuovo visitato il villaggio dei
bambini SOS di Città del Capo e nello stesso
tempo è stata nominata ambasciatrice di SOS
Villaggi dei Bambini. «È un grande onore
per me e sono felice di essere portatrice del
messaggio di SOS Villaggi dei Bambini, ossia
che ogni bambino ha bisogno dell'amore di una
famiglia.»
50 ANNI NELLA SVIZZERA
La fondazione SOS Villaggio dei Bambini
Svizzera opera da 50 anni. Nel 1964 è stata fondata
l’associazione Amici svizzeri dei villaggi di bambini
SOS. La quota di «membro» dell’Associazione era
di tre franchi per trimestre. Così è stata finanziata la
prima casa «svizzera» al villaggio dei bambini SOS
di Daegu, nella Corea del sud.
Dal 1965 in poi, grazie alle generose offerte, SOS
Villaggio dei Bambini Svizzera ha finanziato
regolarmente case, centri per apprendisti, scuole,
asili e interi villaggi. In occasione dei 25 anni dalla
sua costituzione, ha finanziato la realizzazione
di tre villaggi: Tehuacan, in Messico, Itahari, in
Nepal e Bangui, nella Repubblica Centrafricana.
Nel 2010 a Quthing, nel Lesotho, è stato costruito
un nuovo villaggio dei bambini con le offerte
svizzere.
SOS Villaggio dei Bambini Svizzera, che nel 2006
è diventata una fondazione, dalla sua costituzione
ha investito 355 milioni di franchi nella costruzione
e nella gestione dei villaggi SOS e delle istituzioni
complementari. (kra)
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PIÙ OFFERTE NEL 2013
Tutti i bambini devono poter crescere in una
famiglia – amati, rispettati e protetti. Per realizzare questa visione la fondazione SOS Villaggio
dei Bambini Svizzera l'anno scorso ha investito
circa 15,4 milioni nei nostri progetti a favore
dei bambini bisognosi. Questo ha permesso di
finanziare villaggi dei bambini SOS, asili, scuole,
centri di formazione, centri medici, programmi
di rafforzamento familiare e programmi d’aiuti
d’urgenza in 105 paesi del mondo.
Grazie al generoso contributo di sostenitori,
padrini, ditte, fondazioni e altri donatori, la fonda­
zione SOS Villaggio dei Bambini Svizzera nel
2013 ha incassato offerte per un totale di 19,4
milioni. Ciò equivale a un aumento pari a mezzo
milione rispetto all’esercizio precedente.
Il bilancio e il conto d’esercizio nonché ulteriori
informazioni, come il resoconto dettagliato del
denaro confluito nei nostri progetti a livello
mondiale, sono illustrati nel nostro Rapporto
annuale 2013 (in lingua tedesca) che potete
ordinare presso la nostra segreteria o scaricare in
formato pdf dal nostro sito Internet
www.sosvillaggidibambini.ch/jahresbericht. (mb)
APERTURA DELLE OFFERTE PER L’INDIA
COLOPHON
© Raul André Surace
Zoom SOS, maggio 2014
Editrice:
Fondazione SOS Villaggio dei Bambini
Svizzera
Schwarztorstrasse 56
Casella postale 610
CH-3000 Berna 14
T 031 979 60 60, F 031 979 60 61
[email protected]
A fine febbraio si è tenuta, allo Swissôtel di Zurigo,
la «Serata per l’India» di SOS Villaggi dei Bambini,
a cui hanno partecipato numerosi fedeli donatori e
donatrici. «Diamo una famiglia ai bambini.» Con
queste semplici parole la direttrice del villaggio dei
bambini SOS di Faridabad, Tsewang Paldon, ha
descritto ai presenti il lavoro a favore dei bambini
bisognosi durante il colloquio con il moderatore Kurt
Aeschbacher.
Hussain Waseem, esperto della storia dell’India,
ha fornito uno spaccato interessante nella sua
relazione sulle contraddizioni dell’India moderna,
dove il boom economico si scontra con il mondo
della fede e spiritualità e con l’estrema povertà.
In questo contesto ha pure spiegato perché è
necessario l’aiuto di SOS Villaggi dei Bambini.
Lo Swissôtel è stato avvolto dall’atmosfera
indiana grazie a due ballerini della Nateschwara
Dance Company che hanno intrattenuto il pubblico
con la tradizionale danza dei templi indiani. La
discussione si è conclusa sul palco con le parole
dell’ambasciatrice di SOS Villaggi dei Bambini
Francine Jordi, che ha riferito della sua recente
visita al villaggio dei bambini SOS di Faridabad.
Durante la «Serata per l’India» sono stati raccolti
più di 30 000 franchi per i bambini bisognosi dei
sei villaggi SOS in India finanziati dalla Svizzera.
www.sosvillaggidibambini.ch/India
Presidente: Rita Fischer Hofstetter
Direttore: Christian Hosmann
CP: 30-31935-2
Affiliata di SOS-Kinderdorf
International,
riconosciuta dalla ZEWO
Redazione e progetto grafico:
Fondazione SOS Villaggio dei
Bambini Svizzera
Testi: Karin Reber Ammann (kra),
Marc Bächler (mb) , Hans Frauchiger
(hf), Christian Hosmann (cho)
Foto di copertina: Joris Lugtigheid
Tiratura: t 55000, f 13 000, i 6500
A tutela dei bambini dei villaggi SOS,
tutti i nomi sono stati modificati.
www.sosvillaggideibambini.ch
myclimate.org / natureOffice.ch / CH-152-325193
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© SOS-Kinderdorf
TUTTI I BAMBINI
MERITANO
UNA FAMIGLIA
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Il modulo d'iscrizione per padrinati e una cedola di versamento si trova nella
rivista.
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