RACCONTO - “La storia di un lui e di una lei”

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RACCONTO - “La storia di un lui e di una lei”
RACCONTO - “La storia di un lui e di una lei”
di Fabrizio Bordignon
La storia che vi voglio raccontare inizia al quinto piano, nella stanza cinquecentosei, di un ospedale
in una città qualsiasi.
E’ sera, seduto su una sedia ai piedi del letto c’è un uomo, sta li seduto da ore a vegliare il sonno
della sua donna. Lei è stesa nel letto, attaccata alla flebo che riposa tranquilla, lui ogni tanto alza lo
sguardo e la osserva, sta scrivendo su un quaderno rosso a quadretti con la classica penna a sfera
Cristal prodotta dalla Bic. Sta scrivendo quello che io vi sto raccontando e che voi ora state
leggendo, la storia di un lui e di una lei. Loro sono due perfetti sconosciuti, con un passato oscuro
per ora, un presente che state leggendo e con un futuro ancora tutto da scoprire. Allora iniziamo con
l’ipotizzare un passato per questi due esseri umani qualunque, potrebbero essere due rapinatori che
si stanno nascondendo in questo ospedale sotto mentite spoglie dopo una fuga rocambolesca. Lei, la
sua donna, è rimasta ferita durante la fuga da un posto di blocco della polizia. Qualche giorno prima
dopo aver rapinato un centro commerciale, si stavano allontanando con due ostaggi a bordo di un
auto rubata, una Ford passat giallo canarino. Lui guidava abbastanza agitato, lei sul sedile accanto
girata all’indietro teneva puntata la pistola su una vecchia rincoglionita e su una bambina
piagnucolosa. Per garantirsi una fuga tranquilla avevano deciso di comune accordo di portarsi dietro
queste due persone scelte a caso fra i clienti impauriti del centro commerciale. Chissà come gli era
venuto in mente, non lo avevano mai fatto prima e nelle loro frequenti rapine a supermercati,
discount e centri commerciali era sempre tutto filato liscio come l’olio. Ma stavolta non si sentivano
per niente tranquilli, così la decisione di prendere queste due persone come salva condotto.
Soprattutto lei non si sentiva proprio per niente tranquilla, infatti già dalla mattina aveva cercato in
tutte le maniere di dissuadere il suo compagno, aveva un brutto presentimento, ma lui non aveva
voluto darle retta. E infatti non appena imboccano la tangenziale per allontanarsi dal luogo del
misfatto, con i due ostaggi e con il bottino un po’ micragnoso della rapina intravedono in
lontananza un posto di blocco della polizia, attimi di panico. Non possono tornare in dietro, non
possono evitarli, gli finiranno in bocca, sono in trappola. La vecchia sembra svenuta, la bambina
continua a frignare facendo Gneeee Gneeeee come un neonato col culo lercio, loro si scambiano
uno sguardo di intesa, poi lui preme il piede sul pedale dell’acceleratore e vanno spediti verso le
forze dell’ordine. Lei abbassa il finestrino e comincia a sparare all’impazzata, non si fermano
naturalmente all’alt e la polizia si lancia al loro inseguimento rispondendo al fuoco. La corsa folle
dei due va avanti per un bel po’ per le strade semideserte, poi appena riescono a distanziare le
guardie, alla prima curva lei apre lo sportello posteriore e getta sull’asfalto la vecchia e la bambina
dicendo:” Così te la smetterai di piangere una volta per tutte!”. I poliziotti giungono poco dopo e
vedono i due corpi a terra e non possono fare altro che fermarsi e soccorrerle. Loro hanno cosi il
tempo di fuggire e far perdere le loro tracce. Poco dopo li ritroviamo in una strada di campagna, la
macchina è accostata sotto una frasca lui tira un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo poi si
volta e vede lei che si tiene il fianco, perde sangue copiosamente, è stata ferita da quei bastardi. Lui
imprecando apre lo sportello e scende dalla macchina, pistola alla mano, passeggia nervosamente
non sa cosa fare. Si ricorda di un casolare abbandonato poco distante da li e decide di andarci giusto
il tempo di capire le condizioni di lei e per riordinare le idea, sale in macchina e riparte. Stanno
nascosti li due notti, ma lei peggiora sempre più, temendo per la sua vita alla fine, lui non può fare
altro che portarla in ospedale. Ed eccoci di nuovo nella stanza, nel reparto di chirurgia, potrebbe
essere plausibile come loro passato ma forse le cose non stanno esattamente cosi ed invece loro
sono una coppia sposata da diversi anni, senza figli, con un lavoro normale, con una vita fin troppo
banale segnata da una routine stancante. Ed un maledetto giorno lui l’accoltellata per futili motivi
poi pentito la portata in ospedale. Una mattina di qualche giorno prima, lui e lei sono nel loro letto,
nella loro casa che dormono. D’improvviso lei si sveglia, ha fatto un brutto sogno, cerca di non
pensarci e prova a riaddormentarsi, ma non ci riesce allora vista l’ora, da li a breve tanto suonerà la
sveglia, decide di andare in cucina per preparare la colazione. Poco dopo puntuale suona la sveglia e
anche il marito si sveglia e la raggiunge in cucina, la bacia sul collo come tutte le mattine ma
vedendola molto turbata le chiede cosa sia accaduto, le gli dice che ha fatto un brutto sogno ma non
ne vuole parlare, lui prova ad insistere ma niente lei non ha nessuna intenzione di raccontaglielo. Il
marito non capisce l’atteggiamento di sua moglie ma cerca di non dargli peso e si siede al tavolo per
fare colazione. Si versa il caffè e lo sorseggia con calma, poi spalma un po’ di marmellata con un
coltello sulle fette biscottate Gentilini, il colore dorato, lo spessore di ogni singola fetta, il profumo
meraviglioso, la friabilità e la croccantezza, le rendono davvero uniche. Tutto questo avviene sotto
lo sguardo visibilmente turbato di sua moglie. Lui continua a non capire, ma sentendosi osservato le
domanda se ha fatto qualcosa di male ma lei non risponde lo guarda solo sconsolata, sconcertata e
anche un po’ rassegnata. Lui si innervosisce, i due iniziano a litigare, volano parole grosse e presto
la discussione degenera, lui alla fine esasperato prende il coltello senza riflettere, con cui aveva
spalmato la marmellata e gli e lo pianta in pancia. Lei crolla a terra, lui la osserva senza rendersi
conto di quello che ha fatto. Poi come se nulla fosse accaduto l’uomo va in bagno si rade con calma,
si prepara molto meticolosamente e solo quando torna in cucina come svegliandosi di colpo da uno
stato di trance si rende conto di ciò che ha fatto. Paura, panico, lei è ferma immobile in un lago di
sangue sembra morta, deve aiutarla, deve fare qualcosa, ma cosa ? Alla fine si decide chiama il
centotredici dicendo ho accoltellato mia mogli, non volevo, aiutatemi vi prego. Ed eccoci ancora
una volta nella stanza dove la nostra storia è iniziata, anche questo potrebbe essere plausibile come
loro passato, ma proviamo a fare un’altra supposizione. Questi due potrebbero essere due persone
che neanche si conoscevano prima del malaugurato caso che poi li ha portati in questo luogo.
Perché no, potrebbe essere, vediamo come potrebbe essere andata, allora…Sempre qualche giorno
prima il nostro uomo passeggiava per le vie del centro guardando le vetrine dei negozi, quando
intravide all’interno di uno di essi una bella donna parlare animatamente con una commessa, poi
d’improvviso la vide uscire dal negozio e si allontanarsi veloce, la commessa la seguì fino a fuori e
le urla contro: “Non si faccia più vedere, ha capito ?”. L’uomo osservato tutta la scena, decise di
seguire la donna non capendo cosa sia successo, ed essendo un tipo curioso, voleva capirci di più e
poi non l’aveva vista in viso e questo non gli andava proprio giù. Lei sta camminando per la strada
semi deserta borbottando tra se, lui la segue a breve distanza. Lei percorre un paio di chilometri tra
le vie del centro con passo deciso. L’uomo sempre più incuriosito la segue fin dentro un portone, la
donna sale le scale di corsa, lui aspetta un poco poi sale anche lui su per le scale. La donna arriva
davanti ad una porta e suona il campanello decisa, poco dopo la porta si apre e su l’uscio compare
un uomo anziano che alla vista della giovane donna si fa scuro in volto. Il vecchio esclama : “Che ci
fai qui ?” Lei comincia ad urlare. “Come che ci faccio qui, mi hai fatto fare una figura di merda in
un negozio poco fa. La carta, la tua fottutissima carta è vuota, vuota. Il vecchio non ha capito ha
cosa si riferisce la donna o forse ha capito perfettamente e sta tentando di fingere sorpresa, sta di
fatto che vuole solo che la smetta di urlare. Le dice: “Smettila di urlare, ti chiamo dopo, non posso
parlare ora, c’è mia moglie di là…E’ molto malata, cerca di capire”. Si sente dall’interno della casa
venire la voce flebile di una donna che domanda chi è alla porta, il vecchio risponde : “Nessuno,
arrivo subito amore mio, non ti alzare”. Il nostro uomo assiste alla scena dalle scale ed è sempre più
incuriosito, ma pensa che forse è il caso di farsi gli affari suoi e sta per andarsene ma poi ci ripensa
e si ferma. La donna urla ancora più forte: “Ah, cosi non sarei nessuno io, brutto stronzo che non sei
altro, fammi entrare così le spiego un po’ di cose alla tua mogliettina malata”. Il vecchio sempre più
allarmato cerca di chiudere la porta, ma la donna mette il suo piede in mezzo e glielo impedisce. Il
vecchio disperato le dice che va un attimo dalla moglie, lei dice una scusa qualsiasi e la raggiunge
subito al bar all’angolo della strada : “Aspettami li, ti prego, arrivo subito”. La donna accetta di
mala voglia, toglie il piede e dice al vecchio decisa : “Non fare scherzi, sai che sono capace di tutto,
io ti sputtano col mondo”. Poi sempre decisa si volta e scende le scale di corsa senza neanche
accorgersi del nostro uomo rannicchiato in un angolo. Lui la segue fino al bar dove lei entra e si
siede ad un tavolo ad aspettare, ordina un caffè d’orzo, è una bevanda deliziosa ottenuta dalla
macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali, anche lui entra e si siede in un altro
tavolo alle sue spalle e non ordina nulla, il cameriere lo guarda male, ma lui se ne frega ormai deve
sapere come finisce questa storia e vuole vederla in volto almeno una volta. Poco dopo giunge il
vecchio che si siede al tavolo e i due cominciano a parlare. Il nostro uomo li osserva senza capire
cosa si dicono, perché coperti dal frastuono del bar. Passa un po’ di tempo, lui non gli toglie gli
occhi di dosso loro continuano a parlare, poi il vecchio si avvicina a lei le sussurra qualcosa
all’orecchio, lei ha come un fremito, poi lui si alza e si allontana con passo deciso, lei resta
immobile sulla sedia. Il nostro uomo non capisce cosa sia successo, ma è deciso vuole vederla in
faccia si alza e le si avvicina. E’ a pochi passi da lei, sta per dirle qualcosa ma lei caracolla a terra.
Lui subito la soccorre e finalmente riesce a guardarle il volto, è bellissimo un'unica cosa rovina un
ovale così perfetto un rivolo di sangue che le esce dalla bocca. L’uomo chiama aiuto, poco dopo
arriva un ambulanza. Ed
eccoci ancora nella stanza di questo ospedale sempre nella stanza
cinquecentosei, lui incuriosito da questa lei l’ha seguita e poi soccorsa in tempo, il vecchio, un ex
medico specialista aveva tentato di liberarsi dell’amante con una piccola iniezione sotto cutanea,
sarebbe sembrato un infarto se non fosse intervenuto in tempo lui, che ora la osserva dormire
tranquilla e fuori pericolo. Plausibile anche questo come passato, ed ora diamo un occhiata al loro
futuro per capire qualcosa del loro passato. Lei si sveglia nella stanza è ancora stordita
dall’anestesia, vede lui seduto hai piedi del letto intento a scrivere e con un filo di voce lo chiama a
se, lui si alza subito dalla sedia e le si avvicina. “Ti sei svegliata, meno male, perdonami se puoi,
non volevo farti del male”. Lei lo guarda e gli dice : “Sai cosa avevo sognato ? Che mi davi una
coltellata mentre facevamo colazione, questo avevo sognato”. Entra il dottore che l’ha operata nella
stanza, si avvicina al letto l’uomo si fa da parte. Il medico le dice: “Come si sente ? Ha subito un
intervento complicato, l’abbiamo ripresa per i capelli”. Poco dopo entrano due carabinieri in divisa
nella camera e dicendo: “Ora dobbiamo proprio andare, ci segua senza storie”, si portano via lui, lei
lo guarda allontanarsi.