Catalogo del progetto_ 2012

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Catalogo del progetto_ 2012
CONSOLATO GENERALE
Ambasciata d’Italia
Belgrado
DELL A REPUBBLICA DI SERBIA
RAPPORTO SULLE
CONSULTAZIONI
DEI TAVOLI DI LAVORO 2011
Direzione Interregionale per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia
Confindustria
Gorizia
CONFINDUSTRIA
Friuli Venezia Giulia
Unione Industriali
Pordenone
CONFINDUSTRIA
UDINE
Ambasciata d’Italia
Belgrado
CONSOLATO GENERALE
DEL LA REPUBBLICA DI SERBIA
RAPPORTO SULLE
CONSULTAZIONI
DEI TAVOLI DI LAVORO 2011
Destinazione Kragujevac
In veste di Presidente di Finest S.p.A., ho l’onore di illustrare l’importanza del lavoro svolto
dalla Nostra Società quale promotrice e capofila di un progetto, “Destinazione Kragujevac”, che attraverso la collaborazione e il sostegno pubblico-privato, delle associazioni di categoria come delle
istituzioni e degli enti regionali, del sistema creditizio come delle società di promozione degli investimenti partecipate dal Ministero dello Sviluppo Economico, intende offrire una corsia privilegiata
alle aziende che decidano di internazionalizzarsi ed intercettare nuove opportunità di sviluppo in
Serbia. Si tratta infatti di un’iniziativa il cui valore va crescendo nel tempo e che viene riconosciuta
da più parti come significativa ed efficace nei contenuti e nel metodo.
In questi mesi abbiamo dato vita ad un sistema articolato, dove protagoniste sono le imprese,
e dove domanda ed offerta di servizi sul fronte dell’internazionalizzazione si sono incontrate e riunite, fisicamente, attorno ad un tavolo che, settore dopo settore, ha dato vita ad un confronto foriero di proposte inedite, che sono ora riassunte nel presente Catalogo e che segneranno l’avvio della
seconda fase di sviluppo di “Destinazione Kragujevac” prevista per l’anno 2012.
L’iniziativa punta infatti a diventare autonoma, grazie alla risposta molto favorevole degli
operatori e del mercato ed all’avvio operativo dell’Info Point di Kragujevac, inaugurato lo scorso dicembre. Detto ufficio è già attivo come punto di contatto in loco a carattere informativo e promozionale, dotato di uno staff bilingue, e come vetrina potenziale delle produzioni industriali italiane
sul territorio serbo.
Il principio adottato è quello della creazione di un sistema che operi per il mercato in una logica di mercato, e che abbia a tale scopo un sicuro appeal ed un contenuto marcatamente innovativo per le aziende del Nord Est, in larga parte piccole e medie. Inoltre l’esperienza fino ad ora
maturata non intende esaurirsi qui, ma essere lo spunto di riflessioni più ampie su strumenti e servizi per l’internazionalizzazione, nell’ambito delle quali Finest SpA vuole giocare un ruolo rilevante.
Ringrazio allora chi, come la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Ambasciata d’Italia a Belgrado e
l’Ambasciata di Serbia a Roma, nonché altri Enti e soggetti privati, ha dato contenuto e forma al
progetto, facendone un autentico “sistema per l’internazionalizzazione”; costoro hanno infatti compreso la portata del nostro impegno qualificando “Destinazione Kragujevac” come progetto “di rilievo strategico”,“degno di particolare attenzione”, e progetto “modello” in una fase di rapido sviluppo
nei rapporti bilaterali italo – serbi; e concludo altresì sottolineando che, grazie a simili sforzi, il risultato raggiunto è stato quello di fare dell’esperienza dell’internazionalizzazione, così come testimoniata e vissuta dalle aziende del Nord Est, il motore primo d’ogni sviluppo e prospettiva di
collaborazione avviata da Finest sul territorio, in Italia ed in Serbia.
Presidente Finest SpA
Ing. Renato Pujatti
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La Regione Friuli Venezia Giulia, sotto la guida del Presidente Renzo Tondo, ha da subito guardato con grande interesse all’ex area Balcanica quale possibile zona per lo sviluppo del nostro mercato regionale. In particolare la Serbia rappresenta la porta di ingresso verso il grande bacino dell’Est
Europa, un’area in forte espansione dove indirizzare la nostra azione imprenditoriale. Compito dell’assessorato alle Relazioni Internazionali è quello di intavolare negoziati a livello diplomatico, per
aprire canali di collaborazione che possano poi sfociare in opportunità economiche tanto per la
nostra regione quanto per i partners stranieri.
Con la Serbia si è instaurato sin da subito un ottimo rapporto. Va detto che merito di questa
sintonia va data anche all’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini, il quale ha ben interpretato le esigenze del Friuli Venezia Giulia, terra di confine e di cerniera di una nuova Europa che ha spostato
sempre più a Sud il suo baricentro facendo diventare la nostra regione un crocevia internazionale.
Grazie alla delega che il rappresentante dell’esecutivo nazionale ha dato al presidente Tondo, consentendo al nostro territorio di dialogare e stringere accordi di collaborazioni in modo diretto con i
Governi dei Paesi a noi confinanti, si sono avviati da subito rapporti di collaborazione molto stretti.
Il tutto tenendo presente sempre che l’attività si deve muovere nei binari dell’internazionalizzazione
delle imprese e non certo in quelli che invece puntano alla delocalizzazione.
In quest’ottica si è sviluppato il progetto “Destinazione Kragujevac” che nel campo dell’automotive ha visto il Friuli Venezia Giulia giocare un ruolo di protagonista in Serbia. Dopo alcuni contatti a carattere tecnico-commerciale, fra cui a livello camerale la partecipazione della CCIAA di
Pordenone e delle aziende del territorio alla Fiera dedicata alla componentistica per auto in Serbia,
con il tempo sono stati compiuti ulteriori passi in avanti nell’ottica della collaborazione bilaterale in
questo settore, che é strategico per l’export e l’internazionalizzazione Made in Italy, fino all’apertura
di un Infopoint gestito da Finest e Siepa in loco. A ciò si aggiungono le molteplici missioni e contatti
promossi da Finest SpA sempre in questa zona della Serbia, così da costituire una rete di servizi di riferimento dedicati per l’imprenditoria locale. L’ampliamento di fatto ad altri ambiti di cooperazione
economica, ha esteso la portata dell’azione messa in campo, che oggi tocca settori diversi. Tutto ciò
fa pensare quindi che ci siano i presupposti per continuare ed implementare il progetto “Destinazione Kragujevac” trovando ulteriori partners che possano dare maggiore peso alla presenza del
Friuli Venezia Giulia in questa zona della Serbia. La Regione, dal canto suo, attraverso i suoi bracci
operativi, ci crede e investe in queste attività, convinta che oltre all’automotive in questo Paese ci
possano essere molte altre possibilità di partnership economica.
Assessore alle Relazioni Internazionali e Comunitarie
della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Dott. Elio De Anna
Le relazioni tra Italia e Serbia vivono, in ambito economico-commerciale come in altre dimensioni, una fase di prosperità e dinamismo senza precedenti.
Il numero di aziende a partecipazione italiana presenti in Serbia ha superato le 500 unità con
un giro d’affari oltre i 2.5 Miliardi di Euro. I lavoratori serbi impiegati da aziende italiane sono più di
20.000. L’interscambio bilaterale è stato nel 2011 superiore ai 2.2 Miliardi di Euro.
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Questi dati rafforzano la percezione, che il Governo italiano ha voluto affermare con forza in
questi anni, della Serbia come Paese ricco di opportunità: per i costi contenuti, il quadro istituzionale
favorevole, il sostegno finanziario internazionale, la proiezione commerciale su mercati emergenti.
Questa percezione è ben radicata nella realtà rappresentata da Finest: quel Nord-Est che per
ragioni di naturale proiezione geografica ma anche di particolare dinamicità economica e culturale
ha saputo individuare con efficacia i vantaggi competitivi della Serbia, e accompagnarne attivamente in questi anni l’evoluzione verso quello che è oggi uno dei terreni privilegiati per l’internazionalizzazione e la crescita del Sistema Italia. A Finest va in particolare il merito di aver colto con
tempismo le tendenze più significative di sviluppo e di aver da subito investito in esse le proprie energie e quelle dei propri partner, a partire dalla Regione Friuli Venezia Giulia che non ha mai cessato
di dedicare grande attenzione a questo territorio. La città di Kragujevac, dove si sta affermando
un’area produttiva centrata sul settore automotive che non ha eguali per importanza economica e
tecnologica in quest’area negli ultimi 20 anni, è l’esempio di queste virtuose sinergie all’opera e rappresenta ormai un polo di rilievo globale per l’internazionalizzazione dell’industria italiana.
A tutte le entità impegnate nel progetto “Destinazione Kragujevac” vanno i miei rallegramenti
per il lavoro così avviato, l’assicurazione della piena continuità nel sostegno istituzionale italiano e
l’auspicio di una fruttuosa prosecuzione del vostro operato nel segno dello sviluppo ulteriore dei
rapporti italo-serbi e del supporto alla presenza imprenditoriale italiana in quest’area per noi strategica.
Ambasciatore d’Italia in Serbia
S.E. Armando Varricchio
Gentili Signore, Egregi Signori,
è un grande piacere e se mi è permesso dire un privilegio oggigiorno parlare dei rapporti bilaterali tra la Serbia e l’Italia. Siamo testimoni che le nostre relazioni, saldamente radicate nella storia da oltre 130 anni dall’instaurazione dei rapporti diplomatici, hanno vissuto nell’ultimo decennio
un nuovo slancio, coronato con la firma del partenariato strategico tra i due Paesi a Roma nel novembre 2009. In quell’occasione sono stati firmati diversi accordi inerenti la collaborazione economica, il settore energetico, l’agroindustriale, il settore ambientale, la difesa, la cultura e diversi altri,
oltre agli accordi di collaborazione tra la Serbia e le Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia.
Nella stessa occasione è stata predisposta, dalle più alte cariche dei due Stati una cornice istituzionale che poneva le basi per un’intensa cooperazione bilaterale a tutto campo. Con soddisfazione posso affermare che questi accordi non sono rimasti un’espressione politica ma sono stati
d’ausilio per diversi progetti di interesse comune, tra cui il progetto Destinazione Kragujevac, ideato
e promosso da FINEST e dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Allo stato attuale il governo della Serbia, democratico, filoeuropeo, vede nell’Italia uno dei
più grandi amici e partner nella EU. L’Italia è uno dei maggiori sostenitori della Serbia nella EU. No-
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nostante l’Italia abbia riconosciuto il Kosovo, essa non ha chiesto uguale riconoscimento di questa
così detta “indipendenza” del Kosovo da parte della Serbia e nemmeno ha collegato la futura euro
integrazione della Serbia a detto riconoscimento. L’Italia é stata anche tra i paesi dell’EU che più
hanno lottato per l’abolizione dei visti e per la liberalizzazione degli spostamenti per i cittadini dei
paesi dei Balcani Occidentali, ed in particolare, per i cittadini della Serbia. Il vostro Paese era anche
lo spiritus movens per la firma dell’ASA (accordo di stabilizzazione e associazione), uno dei primi
paesi dell’EU che ha ratificato detto accordo e che oggi appoggia e promuove la candidatura per
l’adesione della Serbia all’EU.
Noi speriamo che la Serbia, grazie anche a questo appoggio, riuscirà ad ottenere lo status di
candidato per l’adesione all’EU nei prossimi mesi.
Oggi l’Italia é uno dei più importanti partner commerciali della Serbia. Essa rappresenta il
mercato dove la Serbia, in termini assoluti, esporta di più ed il terzo mercato da dove importa. Il nostro scambio totale, fondato su basi solide ed equilibrate, cresce di anno in anno. Nonostante oggi
viviamo in un momento particolare per la congiuntura europea e ci troviamo davanti nuove, un
tempo inimmaginabili, sfide di natura economica, la nostra collaborazione economica non ha subito per adesso rallentamenti. Anzi siamo testimoni di un crescente interesse delle aziende italiane
che hanno riconosciuto la Serbia, e le condizione specifiche che essa offre agli investitori (sicurezza
degli investimenti, incentivi fiscali ed a fondo perduto, possibilità di esportare verso importanti Paesi
dell’est tra cui la Federazione Russa, la Turchia, il Kazakistan, La Bielorussia ecc. senza pagare i dazi
doganali, bassi costi di produzione) come un possibile veicolo che li potrebbe aiutare ad affrontare
e superare questo delicato momento.
In proposito é importante chiarire che quando si parla di investimenti in Serbia sempre, ed
esclusivamente, si pensa alla internazionalizzazione aziendale piuttosto che alla delocalizzazione.
In quest’ottica la città di Kragujevac é percepita, in considerazione dell’ importante investimento
della FIAT in questa città, come un posto di particolare l’interesse per il settore industriale Italiano e
dei relativi target. Vi sono in corso di realizzazione diverse iniziative imprenditoriali, culturali nonché
formative e pian piano Kragujevac sta diventando parte integrante del Sistema Italia, già presente
nel nostro Paese.
Sono sicura che questo opuscolo, dedicato a tutti coloro che sono interessati alla collaborazione economica e commerciale tra l’Italia e la Serbia, ed in particolare con la città di Kragujevac, aiuterà a sviluppare ulteriormente le nostre relazioni ed innescherà nuove iniziative che porteranno
sicuro beneficio ad entrambe le economie. Ringraziando le istituzioni, sia italiane che serbe, e tutte
le persone che, con loro dedizione e impegno personale, hanno reso possibile la realizzazione di questo documento, invito tutti gli interessati ad utilizzare i servizi e le informazioni in esso contenute.
Ambasciatore di Serbia in Italia
S.E. Ana Hrustanovic
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Catalogo Kragujevac
Il “Catalogo Kragujevac” vuole essere uno strumento agile, di consultazione e reperimento
delle informazioni utili agli operatori italiani in Serbia. Il lavoro fatto muove “dal basso”, dalle attività e dagli incontri effettuati, dai tavoli e dal dibattito, che hanno fatto emergere nodi problematici e proposte, sviluppatisi nel corso del primo anno di vita dell’iniziativa. Per preservare
dunque quanto più possibile l’anima originaria dell’attività in corso, la pubblicazione ha assunto una veste grafica snella ed intuitiva. Si segnalano al riguardo, in particolare:
a. la suddivisione del materiale in sezioni corrispondenti ai cinque tavoli di lavoro avviati nel
2011, ciascuna contraddistinta da una differente scelta cromatica, che richiama lo stesso
logo di “Destinazione Kragujevac”;
b. la presenza di due classi di indicatori:
1. nel testo vengono evidenziati i passaggi di rilievo, e le conclusioni inerenti ai singoli tavoli ed agli approfondimenti;
2.
un simbolo di “lavori in corso” segnala eventuali sviluppi e scadenze già prefigurati;
c. l’inserimento di schede di contatto per il lettore con le quali potranno essere inviate richieste di aggiornamento in merito ai contenuti del Catalogo stesso oltre ad ogni altro quesito
attinente all’iniziativa ed all’operatività di Finest.
Metodologia e fonti
Dal punto di vista metodologico, le fonti utilizzate sono state principalmente fonti locali
e nazionali. In particolare i dati disaggregati per singole municipalità forniti dall’Ufficio Statistico della Repubblica di Serbia di sono rivelati molto preziosi nel dare un quadro complessivo
e settoriale della situazione economico-sociale della Città di Kragujevac e del Distretto di Šumadija. Anche le informazioni fornite dalla Municipalità di Kragujevac sono state molto utili, soprattutto quelle relative ai piani di sviluppo della Città in fase di attuazione.
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Indice
1 IL QUADRO ECONOMICO DELLA CITTA’ DI KRAGUJEVAC
E DEL DISTRETTO DI ŠUMADIJA
1.1 – Dati generali
1.2 – Il quadro sociale
1.3 – Il sistema industriale
2 TAVOLO TRASPORTI E LOGISTICA
2.1 – Introduzione
2.2 – Lo sguardo di un imprenditore: problematiche ed opportunità
nel settore dei trasporti in Serbia
2.3 – Il quadro settoriale a Kragujevac
2.4 – Interventi degli attori pubblici e privati
2.5 – Considerazioni conclusive
3 TAVOLO EDILIZIA
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3.1 – Introduzione
3.2 – Il quadro settoriale a Kragujevac
3.3 – Interventi degli attori pubblici e privati
3.4 – Considerazioni conclusive
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4 TAVOLO FORMAZIONE E RISORSE UMANE
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4.1 – Introduzione
4.2 – Il quadro settoriale a Kragujevac
4.3 – Interventi degli attori pubblici e privati
4.4 – Considerazioni conclusive
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5 TAVOLO BUSINESS DELLE AZIENDE
5.1 – Introduzione
5.2 – Il quadro settoriale a Kragujevac
5.3 – Interventi degli attori pubblici e privati
5.4 – Considerazioni conclusive
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6 TAVOLO FINANZA
6.1 – Introduzione
6.2 – Il quadro nazionale di riferimento
6.3 – Interventi degli attori pubblici e privati
6.4 – Considerazioni conclusive
7 INCENTIVI E FORME AGEVOLATIVE
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84
84
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7.1 – Strumenti di diritto serbo e locale
7.2 – Strumenti di diritto della regione FVG e nazionali
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8 L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI IN SERBIA
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8.1 – Nuove prospettive per l’internazionalizzazione delle PMI
8.2 – Internazionalizzazione, innovazione ed il problema del modello economico
da perseguire: valorizzare un tessuto di medie e piccole imprese od agire
sul fronte della scala aziendale, cercando di accrescerne la dimensione
8.3 – Come muta la logica e la natura del supporto all’azienda. Il caso Finest:
stato dell’arte e proposte
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1. IL QUADRO ECONOMICO
DELLA CITTÀ DI KRAGUJEVAC
E DEL DISTRETTO DI ŠUMADIJA
1.1
Informazioni generali
La Città di Kragujevac è il capoluogo nonché centro amministrativo economico, sanitario e culturale del Distretto di Šumadija nella Serbia Centrale a circa 140 km a Sud di Belgrado
ed è la quarta città della Serbia per numero di abitanti. Kragujevac è situata lungo le sponde del
fiume Lepenica e comprende parte dei rilievi montuosi del Distretto di Šumadija (Rudnik, Crni
Vrh and Gledic). A livello amministrativo la Città è suddivisa in 5 Municipalità – Stari Grad (Città
Vecchia), Aerodrom, Pivara, Stanovo e Stragari) - a loro volta suddivise in 57 frazioni. Kragujevac si estende su un’area di 835 km², di cui il 65,2% costituito da terreni agricoli, ed è abitata da
177.468 (risultati preliminari del censimento 2011, 175.802 secondo il censimento del 20021)
con una densità di 213 abitanti per km². La popolazione residente, costituita per il 96% da persone di etnia serba, è in progressivo aumento per effetto dell’inurbamento, sebbene a fronte di
un saldo demografico negativo. La popolazione attiva è di 83.626 unità di cui 61.771 effettivamente occupata.
Tab. 1: Dati generali
(Censimento 2002)
Zona urbana
Zona rurale
Municipalità di
Kragujevac
Distretto di Šumadija
Rep. di Serbia
Area
(km²)
301
534
835
2.387
88.361
Quota %
Municipalità Distretto
36,1
12,6
63,9
22,4
100
35,0
-
100
-
Serbia
0,3
0,6
0,9
2,7
100
Popolazione
166.309
9.490
175.779
298.001
7.498.001
Quota %
Municipalità Distretto
94,6
55,8
5,4
3,2
100
59,0
-
100
-
Serbia
2,2
0,1
2,3
4,0
100
FONTE: Community profile – City of Kragujevac
1.2
Il quadro sociale
La situazione sociale a Kragujevac risente delle conseguenze negative della transizione
da un’economia centralizzata ad un’economia di mercato sui ceti più deboli e Kragujevac ha subito i bombardamenti NATO del 9 e dell’11 aprile 1999, che hanno distrutto la fabbrica Zastava
e danneggiato altri stabilimenti, scuole, centri sanitari ed abitazioni civili. La Città si è vista così
privare di una delle principali fonti di reddito della sua popolazione, con pesanti ripercussioni
anche sul relativo indotto. In tal senso, i dati dell’Ufficio Statistico relativi il 2002 sono significativi: su un totale di 175.802 abitanti solo il 73,9% delle persone economicamente attive risultava
effettivamente occupata, mentre il 34,0% risultava non-autosufficiente ed il 18,2% percepiva
sussidi a vario titolo. Inoltre, il fenomeno della disoccupazione ha continuato a colpire la città
di Kragujevac e, secondo l’Ufficio Statistico, a fine dicembre del 2009 il tasso di disoccupazione
a Kragujevac e nel Distretto di Šumadija è stato rispettivamente del 28,0% e del 25,4%, rispetto
al 21,5% del totale medio della Serbia e al 12,9% di quello di Belgrado.
1
Le prime 3 maggiori città della Serbia sono: la capitale Belgrado con 1,57 mln. di abitanti, il capoluogo della Provincia Autonoma
della Vojvodina Novi Sad, (299mila ab.) e il capoluogo del Distretto di Nišava (Serbia Centrale), Niš (250mila ab.).
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Tab. 2: I salari medi mensili netti
(Dati in RSD, tra parentesi in €)
2007
2008
2009
Repubblica di Serbia
27.759
(289,49)
32.746
(369,59)
31.753
(400,74)
Città di Belgrado
34.620
(361,04)
40.089
(452,47)
39.862
(503,08)
Distretto di Šumadija
22.888
(238,69)
28.324
(319,68)
28.644
(361,50)
Citta di Kragujevac
23.978
(250.06)
30.530
(344,58)
30.201
(381,15)
Dati in € in base del tasso di cambio della Banca Nazionale per anno di riferimento
Fonte: Ufficio Statistico della Repubblica di Serbia
Nel 2009 il salario medio mensile netto erogato nella Città di Kragujevac era di 30.201
Dinari serbi -RSD (circa 381 €), ovvero superiore del 5,4% rispetto a quello percepito in media
nel Distretto, ma inferiore del 24,2% rispetto a Belgrado e del 4,9% rispetto alla media nazionale.
A livello settoriale i salari maggiori venivano percepiti nell’intermediazione finanziaria (55.810
RSD, pari a circa 582 €) e nella fornitura di elettricità, gas e acqua (43.272 RSD, pari a circa 451
€), mentre quelli più bassi nel commercio all’ingrosso, al dettaglio e nelle riparazioni (19.649
RSD, 205€) e nell’alberghiero/ristorazione (16.640 RSD, 176 €).
1.3
Il sistema industriale
Al di là della sua radicata tradizione industriale nel settore automobilistico e degli armamenti, l’area di Kragujevac ha un buon potenziale nella produzione agricola e nell’industria alimentare (prodotti farinacei, lattiero-caseari, carne, ortofrutta, bevande). In particolare, il
sub-comparto dei prodotti farinacei ha una capacità produttiva annua di oltre 20mila tonn. di
frumento e di oltre 11mila tonn. di suoi derivati, quello lattiero-caseario ha una capacità di quasi
37mila tonn. di latte pastorizzato e latticini, mentre quello delle bevande di circa 420mila hl. di
bevande alcoliche e 4mila tonn. di succhi di frutta. L’apparato agricolo di Kragujevac paga in
parte le ripercussioni negative della mancanza di una strategia nazionale di sviluppo agricolo
a lungo termine, con la conseguenza che il settore continua ad essere considerato di priorità secondaria. Inoltre, esso è caratterizzato dall’eccessiva frammentazione delle aziende agricole, il
70% delle quali non supera i 3 ha di estensione, mentre ulteriori elementi di cui tenere conto
sono il basso livello tecnologico delle aziende, la carenza di infrastrutture nelle aree rurali, la
mancanza di incentivi e la difficoltà di accesso al credito agevolato.
Per quanto concerne invece il settore industriale tra il 1990 ed il 2000 il comparto di Kragujevac ha subìto dei cali produttivi a causa di alcuni fattori negativi. Fra questi, la forte dipendenza dell’economia dal settore automobilistico (65% della produzione totale dell’industria
cittadina) ha fatto sì che con la dissoluzione della Federazione Iugoslava, Kragujevac perdesse
i suoi mercati tradizionali, così come l’indotto e l’industria del tessile/abbigliamento che, a sua
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volta, dipendeva dai fabbisogni dell’esercito dell’ex Federazione. In particolare, secondo le stime
più aggiornate contenute nel Piano Strategico della Città di Kragujevac realizzato a fine 2006
con il supporto dell’USAID,i cali produttivi più marcati si sono registrati:
❏ nella produzione di autoveicoli (da 213.862 unità nel 1990 a 12.264 nel 2000 – 8.208 unità
nei primi 9 mesi del 2006);
❏ nella produzione di camion (da 6.500 unità nel 1989 a 605 nel 2000 – 255 unità nei primi 9
mesi del 2006:
❏ nei componenti dell’automotive in materie plastiche (da 5.192 tonn. nel 1989 a 380 tonn. nel
2000 – 265 tonn. nei primi 9 mesi del 2006);
❏ nei componenti dell’automotive in metallo.
Tuttavia, nel periodo 2003-2007 la Città di Kragujevac ha conosciuto un periodo di rilancio della sua economia, grazie agli incentivi allestiti dallo Stato e dall’Amministrazione locale e
agli ingenti investimenti da parte privata, sia nazionale che estera, che hanno raggiunto i 300
mln. € creando circa 11.700 nuovi posti di lavoro. Il trend in crescita degli investimenti esteri a
Kragujevac segue quello registrato a livello nazionale grazie anche all’ottima attività promozionale allestita dal Governo serbo che ha ottenuto premi internazionali per la professionalità
delle proprie misure di sostegno dello sviluppo e della presenza estera nel Paese.
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Schema di sintesi delle principali condizioni vantaggiose per gli investimenti
❏ Imposta sugli utili societari del 10%, ovvero tra le più basse d’Europa (ad es. Ungheria 20%,
Croazia e Romania 19%, Bulgaria 16%).
❏ Imposta sul reddito da lavoro dipendente del 12% (Ungheria 20%, Bulgaria, 20%, Romania
16%)
❏ Aliquote IVA ordinaria del 18% e ridotta dell’8% (ordinaria in Ungheria 25%, in Romania
24%, in Croazia 23%)
❏ Salario medio mensile lordo pari a 461 € (Croazia 1.053 €, Ungheria 741 €, Bosnia-Erzegovina 621 €)
❏ 10 anni di esenzione fiscale per grandi investimenti
❏ Esenzione fiscale per la creazione di nuovi posti di lavoro
❏ Zona di libero scambio con il Sud-Est Europa e la Russia
In particolare, secondo i rilevamenti dell’Agenzia Serba per la Promozione degli Investimenti e delle Esportazioni (SIEPA) tra il 2006 e il 2010 in Serbia solo affluiti oltre 16,4 Mld. € di
investimenti dall’estero, provenienti per il 70% circa da paesi dell’UE. In particolare, I maggiori
paesi investitori sono stati nell’ordine: l’Austria (circa 2,7 Mld. $), la Norvegia ( 1,6 Mld.$), la Grecia (1,4 Mld. $), la Germania ( 1,2 Mld. $) e l’Italia ( 1 Mld. $). A livello settoriale il maggiore afflusso di capitali si è registrato nel settore bancario e assicurativo (5,8 Mld. $) dove emerge una
forte presenza italiana (Unicredit, Intesa S. Paolo, Assicurazioni Generali, Fondiaria SAI, FINDOMESTIC). Seguono l’industria manifatturiera (3,9 Mld. $) con gli investimenti italiani nel settore
dei veicoli a motore e del suo variegato indotto, peraltro concentrato nell’area di Kragujevac
(FIAT, IVECO, Magneti Marelli, Gruppo PROMA, Sigit, Dytech), nell’abbigliamento (Benetton, Calzedonia, Pompea, Golden Lady) e nella metallurgia (Gruppo STG e Fantini). Altre grosse aziende
italiane presenti in Serbia sono: SECI ed EDISON Energia nell’idroelettrico, Italferr e Gruppo Taddei nelle grandi opere infrastrutturali, Progetti AD nel calzaturiero, STG nell’acciaio, Fantoni nel
Tab. 3: Principali investimenti privati nella citta di Kragujevac
Azienda/Settore
PREDUZEĆE ZA PUTEVE
(Grandi opere – strade)
GLOBAL GOLD KOLONI
(Fondi d’investimento)
UNIOR COMPONENTS
(Automotive - Componenti in metallo)
ZASTAVA KOVAČNICA
(Metallurgia)
RAPP ZASTAVA
(Apparecchi in metallo per la nautica)
PLAZA CENTER
(Grande distribuzione)
SUPER NOVA
(Grande distribuzione)
Paese
d’origine
Anno e tipo
d’investimento
Importo
dell’investimento
N. di nuovi
posti di lavoro
Serbia
2005 (Privatizzazione)
9.849.000
463
Grecia
2009 (Greenfield)
5.640.000
150
Slovenia
2005 (Brownfield)
4.916.000
390
Bulgaria
2005 (Brownfield)
4.803.000
409
Norvegia
2006 (Brownfield)
4.529.000
161
Israele
2009 (Greenfield)
4.000.000
800
Austria
2009 (Greenfield)
3.431.000
300
15
legno-arredamento, Decotra e AcegasAPS nelle multiutilities, Fantini e Ferrariplast nelle costruzioni e prodotti per l’edilizia, Amadori nell’agro-industria, Applicazioni Elettriche Generali
nell’elettromeccanica, Mondadori e Giunti nell’editoria, Adige Bitumi nel settore stradale (asfalti,
bitumi e inerti), FINTEL nelle rinnovabili.
Nel settembre 2008 è stato firmato a Belgrado l’accordo tra FIAT e Zastava2 per uno dei
più importanti investimenti stranieri in Serbia con la creazione di una società mista italo-serba
(70% Fiat e 30% Stato serbo) per la realizzazione di un polo automobilistico a Kragujevac, nell’area degli storici impianti Zastava, con un investimento complessivo a carico della FIAT di circa
800 mln. €. Il Governo serbo contribuirà con un capitale iniziale di 50 mln. € e con circa 150
mln. € in incentivi/sussidi, quali contributi diretti (circa 3-5mila € per ogni assunto), esenzioni
fiscali (viene creata una zona franca valida anche per i subfornitori, dove potranno essere importati materie prime e semilavorati senza dazi) e altre agevolazioni. Agli incentivi statali si affiancano agevolazioni a livello locale, previste in un memorandum firmato con il Comune di
Kragujevac il 6 maggio 2008, che prevede l’esenzione per la Fiat dai dazi e dalle tasse locali per
un periodo di dieci anni. La città, inoltre, concederà gratuitamente i terreni per gli eventuali ampliamenti. Nell’ottobre 2011 è iniziata la prima prova di produzione del nuovo modello della
monovolume Fiat finora indicato come “L Zero”, ed i primi cento veicoli sono usciti dallo stabilimento FIAT il 13 dicembre 2011, mentre la produzione in serie vera e propria avrà inizio secondo i piani stabiliti, entro il maggio 2012. A regime la società impiegherà oltre 2800 addetti
ma, nell’immediato, solo 1300-1400 degli attuali 3800 dipendenti dell’azienda di Kragujevac
verrebbero mantenuti in servizio. In proposito, è stato siglato un protocollo tra il Governo e i sindacati della Zastava, che dovrebbe permettere un’ordinata gestione degli esuberi di personale
con il mantenimento per 5 anni dei livelli occupazionali, incentivi al pensionamento volontario,
distribuzione ai lavoratori dei dividendi che lo Stato incasserà sulla propria quota di capitale.
2
La collaborazione tra FIAT e Zastava risale agli anni ‘50 con la concessione all’azienda serba della licenza per la produzione dei
modelli 600, 1300 e 128. A questi si aggiunsero nel corso degli anni modelli sviluppati in Serbia quali Florida e Koral, quest’ultima
esportata verso l’Italia con il marchio Innocenti. Alla fine degli anni ‘80, la fabbrica Zastava di Kragujevac raggiunse la produzione
di 220mila auto all’anno esportando, con il marchio Yugo, anche negli Stati Uniti. Nel 2007 l’impianto ha prodotto 100mila autoveicoli
ed è iniziata la produzione della Punto, ribattezzata Zastava 10, assemblata con componenti importati dall’Italia. L’intesa prevede
anche l’esportazione del modello nei Paesi balcanici e in Russia. Fiat, inoltre, detiene tramite il marchio Iveco il 35% della Zastava
Kamioni.
16
Tab. 4: Analisi SWOT della Città di Kragujevac
Punti di forza (Strengths)
Risorse naturali:
❏ Posizione geografica
❏ Disponibilità di materie prime
❏ Disponibilità di terreni agricoli
Risorse umane:
❏ Livello d’istruzione superiore alla media
nazionale
❏ Presenza del polo universitario
❏ Cooperazione internazionale tra atenei (inclusi quelli del FVG)
❏ Presenza di enti per lo sviluppo delle risorse umane
Risorse economiche:
❏ Tradizione industriale
❏ Centro di importanza macro-regionale
❏ Disponibilità di siti per investimenti Greenfield e Brownfield
❏ Presenza di enti di supporto alle imprese
(ad es. Camera Regionale per il Commercio
e l’Industria di Kragujevac), zone industriali
e parco tecnologico
❏ Esistenza di un Piano Municipale per lo Sviluppo
❏ Crescita delle PMI
❏ Presenza di incentivi per attrarre IDE
Opportunità (Opportunities)
Modernizzazione di tecnologica:
❏ Sviluppo dell’ICT
❏ Sviluppo di parchi scientifici e tecnologici
Punti di debolezza (Weaknesses)
❏ Carenza di infrastrutture nelle zone industriali
di nuova costituzione
❏ Scarso riorientamento produttivo delle imprese
❏ Scarsa qualità dei servizi offerti dalla Pubblica
Amministrazione
❏ Scarsa cooperazione tra il mondo delle imprese e quello accademico
❏ Formazione, disoccupazione, e reimpiego forza
lavoro in età avanzata
❏ Ritardo nelle privatizzazioni
❏ Debolezza del settore delle PMI, nonostante la
loro crescita
Minacce (Threats)
❏
❏
Accesso a nuovi mercati:
❏
❏ Accesso al mercato comunitario e futura ❏
disponibilità di Fondi Strutturali
❏ Sviluppo del turismo
❏ Sviluppo dell’agroindustria e in particolare ❏
del settore della trasformazione dei pro- ❏
dotti
Emigrazione dei giovani
Invecchiamento della forza lavoro
Inquinamento ambientale
Registri catastali non aggiornati, ed altre inefficienze nella pubblica amministrazione
Presenza dello Stato nell’economia
Economia sommersa
Partenariato Pubblico-Privato:
❏ Crescita dell’istruzione, ricerca e sviluppo
Accelerazione delle privatizzazioni e delle ristrutturazioni del comparto industriale
17
2. TAVOLO TRASPORTI
E LOGISTICA
Direzione Interregionale per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia
2.1
Introduzione
Il primo dei temi trattati nel corso dei tavoli tecnici è costituito dalle infrastrutture e dai
trasporti. Il tavolo sui trasporti e la logistica ha avuto luogo il nove giugno 2011 a Pordenone, e
ad esso ha preso parte un numero variegato di attori pubblici e privati in grado, nelle attese di
FINEST S.p.A. capofila del progetto e incaricata dell’allestimento degli incontri, di fornire un quadro puntuale degli elementi di rilievo in tema di logistica in Serbia e di formulare proposte altrettanto circoscritte e centrate sulla dinamica di intervento “di sistema” che sottende a
“Destinazione Kragujevac”. Sono dunque intervenuti al tavolo:
❏ La Regione Friuli Venezia Giulia, con la propria Direzione Cultura, Sport e Relazioni Internazionali e Comunitarie
❏ L’Agenzia delle Dogane
❏ Il consorzio di autotrasportatori “Serbia Transport”
❏ L’Interporto di Pordenone
❏ Imprese del settore, come “Rimorchi Bertoja S.p.A.” e “Castelletti Autotrasporti S.a.s.”
❏ Informest
❏ Gruppo Obiettivo Lavoro
❏ Autotrasportatori di Pordenone
Coordinatore del Tavolo Trasporti e Logistica: Dott. Paolo Perin
Prima di procedere ad una sintesi di quanto emerso nel corso della discussione, si riporta
in breve l’analisi introduttiva a cura di Lidia Komjanc, esperta sul fronte della logistica e trasporti
con riferimento a Balcani ed Est Europa, che da anni collabora con FINEST S.p.A. alla definizione
e messa in atto di progetti di internazionalizzazione e cooperazione, ed è attiva con la propria
azienda nel medesimo settore.
2.2
Lo sguardo di un imprenditore: problematiche ed opportunità nel settore
dei trasporti in Serbia
(a cura di Lidia Komjanc)
In Europa ci sono più di 350 terminali, di cui in Germania 250, e fra questi 44 sono di rilevanza europea o regionale. In Francia ce ne sono 20, 17 in Austria, in Ungheria 10, ed in Romania 13, che sono peraltro anche centri intermodali. Con un ritardo significativo rispetto
all’Europa, la Serbia dovrebbe realizzare nei prossimi anni il primo moderno centro intermodale. La Serbia infatti è uno dei pochi paesi che non hanno attualmente nemmeno un terminale
intermodale di trasporto. Il primo centro intermodale localizzato in Batajnica, vicino a Belgrado,
è ancora in fase progettuale e dovrebbe essere completato nel marzo 2012. La Serbia avrebbe
anche diritto a chiedere fondi IPA, e sulla base della documentazione di progetto, tale opera
sarà finanziata dalla UE nel suo complesso, con due milioni di euro; si chiama “Realizzazione di
un centro intermodale in Serbia”. Il terminale sarà situato fra il by-pass stradale e ferroviario, legato alla stazione ferroviaria di Batajnica, ed una strada sarà collegata da uno svincolo che è
ora in fase di costruzione, sempre in Batajnica. Il lato destro sarà collegato all’autostrada che
20
porta verso il confine con l’Ungheria (E75), nonché con l’autostrada verso il confine con la Croazia (E70). Il centro logistico con terminale sarà completato e aperto al pubblico, e verranno stabiliti meccanismi di partenariato pubblico-privato in modo da attirare imprese private
interessate al terminale ed a far parte del centro logistico.
La Serbia ha fatto importanti investimenti per il miglioramento delle infrastrutture di trasporto, il Corridoio 10 con le sue diramazioni a nord e a sud, la circonvallazione attorno a Belgrado e per la navigazione, il Corridoio 7 (lungo il Danubio). Menzioniamo inoltre la vicinanza
del Corridoio 8 (dall’Italia attraverso il porto di Durazzo, Skopje e per i porti di Burgas e Varna),
così come il Corridoio 4, che muove da Salonicco in direzione della Romania. L’UE promuove una
politica comune dei trasporti avente come obiettivo la competitività economica europea, l’apertura dei mercati e la riduzione dei costi, ed in Serbia è chiamata a svolgere attività di monitoraggio delle tendenze circa tale attività.
Oltre al traffico stradale, che è dominante in Serbia, quello ferroviario è di fondamentale
importanza anche per il trasporto multimodale. Sono in corso delle riforme nel settore del trasporto ferroviario, e la costruzione di infrastrutture che sono un prerequisito per il traffico intermodale. Prima di tutto i lavori di ammodernamento della ferrovia del Corridoio 10, al fine di
consentire una velocità di almeno 160 chilometri all’ora. Si tratta di un doppio binario elettrificato di linee ferroviarie. Le Ferrovie dello Stato sono una società per azioni pubblica, con quattro filiali: una società di gestione delle infrastrutture, una società per il trasporto merci, una per
il trasporto passeggeri e quella per la gestione delle risorse aziendali e di gestione del debito.
Le Ferrovie in Serbia hanno conosciuto una crescita significativa, a livello internazionale, del trasporto intermodale nel periodo compreso fra il 2005 ed il 2007. Tuttavia, in concomitanza con
la crisi economica mondiale c’è stato un calo nel 2008 e nel 2009. Il 2010 ha visto un recupero
di circa il 20% dei volumi di trasporto precedenti. Nei primi 4 mesi del 2011 la crescita é ripresa,
ad un tasso valutabile tra il 15 ed il 20%, e nel 2011 si dovrebbe raggiungere il volume del trasporto intermodale raggiunto nel 2007.
Il trasporto stradale è predominante (80%) ma l’economia serba ha un potenziale sufficiente per formare un blocco di treni su determinate rotte. Per garantire una partecipazione significativa del trasporto ferroviario è necessario saturare la formazione di treni, pertanto non
esiste attualmente alcuna necessità di ricorrere a container, anche per via della mancanza di
terminal. Il trasporto è effettuato in gruppi o in singoli elementi. La base tecnica della ferrovia
è costituita da carrozze a due e quattro camere per il trasporto, e sono incluse 135 vetture molto
moderne SGNSS; vi sono più di 300 carri di quattro stanze per il trasporto di container e poco
più di 200 con due camere trasporto, utilizzabili per contenitori di trasporto di minor peso. Il
problema principale è l’esistenza di un unico terminale “Zit” di Belgrado.
Per quanto concerne il traffico aereo, l’aeroporto di Belgrado ha una capacità di trasporto
merci di 5.500 metri quadrati di spazio per immagazzinamento e 2.500 metri quadrati per ospitare tutti i servizi amministrativi. La capacità annuale è di circa 35.000 tonnellate. L’aeroporto é
dotato di nuove attrezzature per facilitare il carico delle merci sugli aerei, per lavorare con i pallet, contenitori e deposito di merci. Ci sono anche strumenti di controllo a raggi X utilizzati per
verificare il contenuto delle spedizioni. L’aeroporto ha un piano di investimenti per i prossimi
quattro anni di 55.000.000 di euro di fondi propri. Inoltre ha abbassato i prezzi dei propri servizi
di volo ed è prevista la riduzione del prezzo per gli sbarchi e l’uso delle infrastrutture di servizio.
Venendo al settore marittimo, è cominciata la costruzione del terminal portuale a Sremska Mitrovica per accrescere i flussi dal porto di Rijeka, ed il porto di Bar ha già una capacità suf-
21
ficiente e collegamenti stradali di alta qualità con la Serbia. Sono presenti anche collegamenti
ferroviari per i quali il governo della Serbia ha già pianificato opere di potenziamento e modernizzazione (lo studio di fatibilità e i necessari investimenti per la tratta ferroviaria Bar-Belgrado sono stati finanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico Italiano ed eseguiti da
ITALFER). Il volume del traffico stradale resta però poco equilibrato, ed un grande numero di
veicoli ritornano vuoti in Serbia dal Montenegro (circa 40.000 unità l’anno), il che configura
una grande opportunità da cogliere, e significativi margini di riduzione dei costi di trasporto. La
Repubblica di Serbia e molte aziende serbe sono interessate alla collaborazione con il porto di
Bar, che ha dimostrato a sua volta apertamente di voler cooperare al fine di consolidare le operazioni di collegamento. La Serbia grazie alla sua posizione geografica ha la possibilità di essere
un centro logistico per la regione. Se si tiene conto del trasporto eurasiatico futuro, Belgrado avrà
un ruolo chiave nella regione per i collegamenti da e per l’Est.
Il costo dei trasporti non dipende del resto solo dal miglioramento delle infrastrutture fisiche, ma anche dall’eliminazione delle barriere commerciali, delle restrizioni e dei costi inutili.
L’esistenza di infrastrutture e terminali è importante, ma è necessario al tempo stesso ottimizzare i flussi delle merce. Assistiamo ad un trend continuo di aumento dei prezzi dei trasporti ed
è difficile prevedere quando questo trend si fermerà, e questo può rappresentare un grosso
problema, senza contare come il prezzo del petrolio abbia un’incidenza del 25% sul costo complessivo della movimentazione.
L’interesse di ogni azienda è la riduzione dei costi e dinamiche di trasporto delle merci ottimali. Le statistiche mostrano che il 35% - 40% degli autocarri ritornano vuoti. Le soluzioni
quindi esistono ma si deve pianificare e agire in modo strategico. La globalizzazione, la forte
concorrenza ed il focus sugli utili, sottolineano la necessità di miglioramento nella catena di fornitura, che può aumentare la liquidità delle società, migliorare il flusso delle merci e delle informazioni ed i livelli di servizio, con una contestuale riduzione dei costi per tutti.
2.3
Il quadro settoriale a Kragujevac
Data la sua posizione geografica al centro della Repubblica di Serbia la città di Kragujevac è relativamente ben servita dal punto di vista infrastrutturale. Infatti, oltre ad essere situata
a soli 137 km a sud di Belgrado (percorribili in 1 h. e 40 min. di guida), Kragujevac è distante da:
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
Novi Sad (Vojvodina): 225 km percorribili in 2 h. e 45 min. circa
Niš: 152 km percorribili in 2 h. circa
Confine bosniaco: 127 km lineari (Sarajevo: 193 km lineari)
Confine montenegrino: 193 km (Podgorica: 387 km percorribili in 6 h. e 30 min. circa)
Confine rumeno: 216 km (Bucarest: 507 km percorribili in 7 h. e 30 min. circa)
Confine bulgaro: 246 km (Sofia: 310 km percorribili in 4 h. e 45 min. circa)
Confine croato: 264 km (Zagabria: 529 km percorribili in 5 h e 30 min. circa)
Confine albanese: 264 km (Tirana: 495 km percorribili in 8 h. e 30 min. circa)
Confine ungherese: 268 km (Budapest: 507 km percorribili in 6 h. circa)
Confine macedone: 285 km (Skopje: 362 km percorribili in 3 h. e 10 min. circa)
In particolare i più importanti collegamenti stradali che si diramano dalla Città sono:
❏ Il raccordo di 27 km ad Est (M 1/11) che collega Kragujevac con l’autostrada E 75 (Belgrado);
22
❏ Strada nazionale (M 23) Kragujevac – Topola – Belgrado;
❏ Strade regionali in direzione: Sud – Est (Jagodina, Kruševac - R 212), Ovest (Gornji Milanovac - R 212).
Per quanto concerne la tipologia della rete stradale della Città di Kragujevac e del Distretto di Šumadija emerge il quadro seguente:
Tab. 5: la rete stradale della Città di Kragujevac e del distretto di Šumadija
Città di Kragujevac
(in km)
Distretto di Šumadija
(in km)
Quota %
Kragujevac/ Šumadija
Lunghezza totale:
Strade nazionali
440
74
1.563
223
28,2
33,2
Strade regionali
Strade locali:
Di cui asfaltate
52
314
183
285
1.055
647
18,3
29,8
28,3
Fonte: Community profile – City of Kragujevac
La rete stradale e ferroviaria di Kragujevac
23
Riguardo invece i lavori in corso o da realizzarsi nel breve termine nell’area di Kragujevac,
il Piano Nazionale degli Investimenti comprende la realizzazione di:
❏ Circonvallazione Nord di 17 km
❏ Circonvallazione Sud di 4,5 km con 1,2 km di galleria (previsione termine lavori: n.d.)
❏ Tratto autostradale di 28 km Kragujevac-Batocina e connessione all’autostrada E 75
Inoltre, tra i progetti predisposti dal Consiglio Cittadino per gli Investimenti e lo Sviluppo
è previsto il trasferimento della Stazione Autocorriere in un nuovo sito a nord-est del centro
cittadino per servire al meglio l’utenza delle linee di pullman in direzione e in arrivo per/da Belgrado, Niš, Topola e Mladenovac, lungo la statale M 23 e l’autostrada E 75. All’interno della struttura è prevista anche la costruzione di un Terminal Servizi di assistenza e manutenzione dei
mezzi di trasporto di 4,3 ha di estensione. La realizzazione di questo progetto dovrebbe avvenire tramite la costituzione di un’impresa mista nella quale la Città di Kragujevac deterrebbe il
30% delle quote (si veda in particolare nella sezione “Incentivi” le linee-guida della “Decisione Sul
partenariato tra settore pubblico e privato” adottato dall’Assemblea della Città di Kragujevac nell’aprile 2009). L’altro importante progetto nel settore della logistica è il Terminal Autoarticolati
che verrà costruito su un’area di 6 ha all’inizio della statale Kragujevac-Batocina nei pressi di
aree industriali e commerciali già esistenti.
Kragujevac e il Distretto di Šumadija sono attraversati dalla linea ferroviaria Bar-Belgrado
che collega il porto marittimo di Bar (Mare Adriatico) con Vršac (Vojvodina, sul confine con la Romania), via Užice – Valjevo, e Belgrado. La Città è dotata di 4 stazioni ferroviarie (13 in tutto il Distretto di Šumadija).
Riguardo invece il trasporto aereo Kragujevac non dispone di uno scalo, tuttavia la Città
non è lontana dai seguenti aeroporti nazionali:
❏ Aeroporto internazionale “Nikola Tesla” di Belgrado - 140 km;
❏ Aeroporto internazionale “Konstantin Veliki” di Niš – 160 km;
❏ Aeroporto regionale “Ladjevci” di Kraljevo – 39 km.
Per quanto concerne le imprese del settore “trasporti, magazzinaggio e comunicazioni”,
nel 2008 nella Città di Kragujevac erano attive 88 aziende, di cui 79 di piccole dimensioni e solo
2 di grandi dimensioni.
2.4
Interventi degli attori pubblici e privati
Tenendo conto dei dati di riferimento messi in luce sul fronte della logistica e del trasporto nella relazione introduttiva ad opera di Lidia Komjanc sopra riportata, il tavolo ha mirato a costituire un primo momento di analisi e confronto per procedere alla configurazione di
un gruppo di lavoro solido e compatto. Le competenze e le professionalità messe in campo
sono apparse infatti da subito varie e diversificate.
Dopo un intervento preliminare da parte dell’Arch. Pozzecco, teso a sottolineare l’attenzione mostrata dal governo regionale per l’iniziativa in oggetto e l’impegno a sostenere tale
filo di collegamento istituzionale ed economico, il primo intervento, a carattere tecnico, è stato
svolto dall’Agenzia delle Dogane, nella persona del Direttore interregionale per il Veneto e il
Friuli Venezia Giulia, Paolo Di Roma. Il Dott. Di Roma ha delineato un complesso di accordi e ca-
24
nali di collaborazione con la Serbia ripartito in tre ambiti: nazionale, per quanto concerne la pianificazione e direzione strategica dell’Agenzia in rapporto agli omologhi serbi; locale con riferimento alla cooperazione e promozione di standard di servizio in linea con quanto prescritto
dall’UE; distrettuale, a mezzo della promozione del gemellaggio fra la Direzione interregionale
per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia da un lato, ed il distretto doganale di Kragujevac dall’altro.
L’obiettivo principale, ha sottolineato Di Roma, é stato quello di semplificare gli aspetti procedurali, riuscendo al contempo a salvaguardare l’attività propria dell’agenzia, ossia tracciare in
modo esatto il flusso delle merci e così ridurre l’elemento di rischio insito nella movimentazione. È stata infatti superata la logica tradizionale del controllo doganale come variabile indipendente rispetto al traffico commerciale ed agli investimenti, favorendo una tipologia diversa
di servizio, volta a tradurre l’operato dell’Agenzia, da fattore di appesantimento e complicazione degli scambi, in leva di crescita e promozione degli stessi pur salvaguardando l’Erario nazionale e comunitario.
Come rilevato dal Dott. Perin, Responsabile Marketing Finest, le aziende italiane in Serbia
possono pertanto disporre, grazie agli accordi doganali in essere, di una struttura già del tutto
operativa, alla quale fare riferimento nell’area di Kragujevac, mentre per ciò che attiene allo sviluppo della mobilità dall’Italia verso l’estero, il Presidente dell’Interporto di Pordenone, Giuseppe Bortolussi, ha voluto sottolineare quanto strategico sia, dinanzi ai processi di integrazione
regionale in atto, lo sviluppo della logistica nel Nord Est d’Italia. A questo riguardo la struttura
da egli presieduta, che si qualifica come centro intermodale completo, offre una gamma di servizi e vantaggi degni di nota. Fra questi:
❏ la facoltà di disporre di un ufficio doganale al proprio interno;
❏ la realizzazione, ormai prossima, di un terzo binario, in grado di concentrare molte attività e
di agire da snodo per i flussi locali, assicurando tutti i benefici dell’intermodalità;
❏ la centralità territoriale, ulteriormente accresciuta dalla perdita di rilievo politico ed economico delle aree contigue al confine orientale, e dalla saturazione in parallelo delle reti di trasporto nel Nord Ovest, laddove la Statale Treviso – Tarvisio rappresenta oggi l’unica direttrice
con capacità residua, in grado di attrarre nel Nord Adriatico alcuni degli operatori nazionali.
La scelta di valorizzare simili atout, che incontrano le richieste delle aziende chiamate ad
internazionalizzare e ad accrescere il proprio profilo competitivo sul mercato globale, comporta
peraltro la volontà di fare della logistica un settore economico primario, al pari di quanto accade
in Germania, ed il Prof. Borruso, a capo dell’I.S.T.I.E.E. di Trieste, ha citato a sostegno di tale prospettiva i contatti e le collaborazioni intrapresi fra l’istituto universitario che rappresenta e
l’Agenzia nazionale serba per la sicurezza sul traffico, ed il lavoro di studio relativo al ripristino
della linea ferroviaria che da Bar in Montenegro arriva a Belgrado, condotto in partnership con
le autorità serbe.
A tali indicazioni, in tema di trasferimento di know-how e cooperazione tecnico-scientifica sul fronte dei servizi, hanno fatto seguito gli interventi di operatori del settore, come i Presidenti di Rimorchi Bertoja S.p.A. e Castelletti Autotrasporti S.a.s., che hanno puntualizzato alcuni
nodi in essere, con riferimento al mercato serbo, quali:
❏ l’adozione di un sistema di omologazione in contrasto con gli standard produttivi italiani,
che ha per effetto l’esclusione dei nostri operatori, ai quali viene preclusa la vendita dei propri mezzi, componenti e ricambi in Serbia;
25
❏ la forte competizione, per quanto attiene ai costi, messa in atto dai trasportatori serbi oltreconfine, che colpisce in modo particolare le aziende italiane del settore.
Fra le proposte, volte a contrastare pratiche scorrette ed a sostenere l’azione delle imprese italiane in Serbia, spicca del resto l’ipotesi di sviluppo di aggregazioni con società serbe,
di joint venture dove i contributi e le aree di competenza di ogni partner possano risultare complementari e sinergici, così da accrescere i profitti complessivi.
Per ciò che concerne i settori ferroviario ed aereo, oltre quanto illustrato dall’analisi d’insieme sopra riportata, è emersa dal dibattito la domanda di potenziamento e, se possibile, di customizzazione dei servizi di trasporto che, nell’uno e nell’altro caso, si troveranno al centro del
flusso di scambi ed investimenti delle PMI italiane in Serbia. Su suggerimento di Goran Aleksic,
inviato del Consorzio “Serbia Transport”, qualsiasi iniziativa riferita alla logistica su rotaia e per via
aerea dovrà muovere:
❏ dall’esame del fabbisogno di collegamenti e scambi, di natura molteplice, nell’area dove si
intende operare;
❏ dal contesto industriale, di distretto e di regione, e relativa disponibilità di canali di finanziamento e sostegno istituzionale;
❏ dalla definizione di un eventuale piano di interventi infrastrutturali.
Tutti questi elementi avranno nella dimensione e tipologia di business delle imprese italiane il proprio punto di partenza, laddove è volontà comune quella di assicurare un accesso privilegiato in un territorio, che nel suo complesso, configura già di per sé un “hub”
per i traffici continentali fra Europa, Asia minore e Russia. Su tali premesse, il Dott. Scarponi,
esperto dell’economia serba chiamato da FINEST S.p.A. a collaborare all’iniziativa, ha concordato, con il consenso degli altri partner intervenuti, l’organizzazione di una visita all’area di Kragujevac, mentre spetterà allo stesso Dott. Scarponi, a Lidia Komjanc ed a
FINEST procedere all’ organizzazione di un nuovo incontro al quale parteciperanno delle
controparti serbe, chiamate ad intervenire in relazione a ciascuno dei settori toccati.
AGENZIA DELLE DOGANE
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L’Agenzia delle dogane è una delle quattro agenzie che coadiuvano il Ministero delle Finanze sul territorio nazionale, ed ha l’obiettivo di assicurare la gestione del sistema doganale italiano. Istituita con decreto ministeriale del 28/12/2000, l’Agenzia opera dal 1° gennaio 2001 ed
ha via via adottato, tra i propri indirizzi d’azione:
26
❏ il ricorso all’informatizzazione ed automatizzazione delle procedure;
❏ il decentramento delle funzioni;
❏ in modo da agevolare e razionalizzare l’accesso ai propri servizi.
a) Nel 2009, le dichiarazioni doganali inviate per via telematica hanno rappresentato il
92% del totale, rispetto al 10% dell’anno 2000. L’assistenza agli utenti si basa del resto sui
principi di interazione e di diversificazione dei canali di ascolto, ed i servizi di base attengono a:
❏ assistenza telefonica per la diffusione delle informazioni sui servizi offerti dall’Agenzia;
❏ assistenza on-line, che consente l’accesso e la consultazione di informazioni a moduli tramite connessione Internet;
❏ URP telematico, ossia la messa a disposizione di informazioni e chiarimenti disponibili
sul sito dell’Agenzia a mezzo della compilazione di un’apposita scheda.
Dal 2003 è stato altresì adottato il servizio telematico doganale (E.D.I.) per lo svolgimento
di alcune fra le principali attività dell’Agenzia tramite l’invio di diversi tipi di dichiarazioni e richieste.
Ulteriori benefici derivano poi all’utente dall’acquisizione dei certificati attestanti lo status di Operatore Economico Autorizzato (AEO, secondo la dicitura in inglese), i cui vantaggi principali si traducono nel più rapido svolgimento delle operazioni di spedizione e nell’aumento
della sicurezza.
Infine, iniziative di particolare rilievo sul fronte dell’ e-government avviate e progettate entrambe dal 2004, sono il progetto F.A.L.S.T.A.F.F. in tema di lotta alla contraffazione, e lo Sportello
Unico Doganale in grado di consentire agli utenti doganali di completare un’operazione senza
dover presentare specifiche istanze a ciascuna delle amministrazioni coinvolte in un determinato procedimento.
b) Ad oggi l’Agenzia è articolata in un insieme di Direzioni interregionali, regionali e provinciali
ed una rete di 271 uffici operativi e direttivi, e laboratori di supporto tecnico-scientifico.
Nell’ambito della struttura centrale dell’Agenzia delle Dogane, alla quale spetta la programmazione, il coordinamento ed il controllo, nonché la definizione delle strategie operative e delle metodologie d’azione, opera anche il Servizio Autonomo Interventi Settore
Agricolo (S.A.I.S.A.), connesso con le operazioni di esportazione dei prodotti agricoli regolamentati in sede UE (Politica Agricola Comune). Più in generale, i servizi offerti ai vari livelli dell’organizzazione comprendono:
❏ formazione di base, specialistica e manageriale;
❏ operazioni di importazione ed esportazione (temporanea e definitiva);
❏ attività di verifica nel settore doganale (maggiori diritti accertati, sanzioni, sequestri, controlli
sugli scambi extracomunitari, controlli sugli scambi intracomunitari);
❏ attività di verifica nel settore accise;
❏ attività di carattere internazionale.
L’Agenzia delle Dogane in Serbia: la Serbia configura un prototipo dello sviluppo atteso
nei servizi doganali, sempre più innovativi e smart, laddove la cooperazione con le autorità
27
serbe già intrapresa in campo comunitario, sul fronte del capacity building, ha consentito di operare in Serbia prima e meglio che in altri contesti nazionali. I canali di collaborazione e di dialogo
oggi sono principalmente tre e riguardano:
❏ confronto e concorso di proposte fra i vertici (Direzioni generali) delle amministrazioni doganali serba ed italiana per quanto attiene ad indirizzi strategici e campi d’intervento;
❏ programma regionale di gestione integrata, per offrire sostegno alla crescita dell’amministrazione doganale locale ed assicurare servizi alle aziende italiane che intendano operare
in loco;
❏ gemellaggio fra i Distretti di Venezia (Veneto e Friuli Venezia Giulia) da un lato, e Kragujevac
dall’altro con l’obiettivo di condividere, su base reciproca, informazioni e dati per rendere i
controlli doganali celeri, efficaci e sicuri.
Con riferimento a quest’ultimo aspetto va aggiunto che un funzionario della Direzione interregionale per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, istituita a gennaio 2011, opera a Belgrado
dallo scorso settembre per seguire il gemellaggio con l’Autorità doganale Serba.
Tali progettualità e relativa ripartizione geografica, non mancheranno di avere ricadute
positive anche sul fronte del commercio e degli investimenti con l’Italia, potendo le
aziende disporre di una struttura italiana impegnata sul posto ed in contatto diretto con
gli interlocutori pubblici e privati serbi.
Si è tenuta a Belgrado il 28 novembre 2011 la cerimonia ufficiale di presentazione del gemellaggio con la Serbia in materia di rafforzamento delle capacità amministrative ed operative
delle Amministrazioni doganale e fiscale.
Alla cerimonia hanno preso parte i Direttori delle rispettive Agenzie che hanno sottolineato
l’eccellente cooperazione instaurata tra le due Amministrazioni, anche nell’ambito dei progetti regionali SEED e Iniziativa di Venezia, mentre le presentazioni tecniche del gemellaggio hanno meglio
definito gli obiettivi, il piano di lavoro e la metodologia della collaborazione, incluse le modalità di
monitoraggio e valutazione “in itinere”. Si sottolinea infine la partecipazione dell’Ambasciatore d’Italia in Serbia e dell’Ambasciatore della Delegazione dell’Unione Europea all’evento.
Interporto - Centro Ingrosso di Pordenone S.p.A.
Contatti: Interporto Centro Ingrosso Settore F Numero 1
33170 Pordenone (PN) - Italy
telefono +39 0434 57314
4 fax +39 0434 573232
e-mail: [email protected]
La Società Interporto, detenuta per la maggior quota del capitale sociale da Camera di
Commercio, Comune, Provincia di Pordenone e le associazioni di categoria, è un sistema integrato di infrastrutture che fornisce supporto logistico alle imprese e al territorio per il trasporto
delle merci ed il commercio all’ingrosso. Inoltre offre assistenza e supporto tecnico-amministrativo alle aziende e promuove l’integrazione tra le diverse modalità di trasporto. L’area del-
28
l’interporto si estende su di una superficie totale di 737.500 e le aree funzionali nelle quali si articola sono le seguenti.
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
magazzini coperti ad uso logistico 137.000 mq;
uffici e servizi 3.000 mq;
viabilità e parcheggi 157.900 mq;
terminal intermodale 30.000 mq;
commercio all’ingrosso 227.900 mq;
aree disponibili 111.700 mq;
verde pubblico 70.000 mq.
Interporto è ubicato in un posizione di vantaggio, essendo collegato direttamente alla
rete ferroviaria Udine - Venezia ed alla grande viabilità nazionale (Autostrada A28 Portogruaro
- Conegliano Veneto - Venezia e Pordenone - Portogruaro - Palmanova - Udine con diramazione
Trieste - Lubiana). È quindi uno snodo logistico ideale per i flussi di merci tra l’Italia ed i Paesi
del Centro Est Europa, ma anche un punto ideale dove posizionarsi per imprese di distribuzione
e per operatori logistici che vogliano organizzare la distribuzione/smistamento di prodotti nel
Friuli Venezia Giulia e nelle aree contermini.
Servizi particolari alle imprese: disponendo di un vasto centro di servizi logistici contraddistinti dall’intermodalità, l’interporto è in grado di offrire agli operatori cui si rivolge i molteplici vantaggi legati alla presenza e disponibilità in un unico punto di numerose e differenti
funzioni specializzate come: Cross Docking, Transit Point e Inland Terminal, nei collegamenti intermodali da e per i porti. Costituiscono il centro servizi logistici:
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
Centro direzionale per servizi generali, assistenza e progettazione infrastrutture;
Area di sosta e parcheggio per autotrasportatori;
Scalo merci e magazzini raccordati gomma-ferro;
Servizi distribuzione nazionale;
Servizi distribuzione internazionale;
Servizi merci a carico completo e a vagone singolo;
Trasporto carichi eccezionali;
Officina per automezzi;
Logistica del farmaco.
Per effetto dell’interesse crescente del mercato verso la Serbia, la Società Interporto ha incentivato l’offerta di servizi di groupage camionistico da e verso tale paese. Vi è disponibilità di
camion in partenza ogni settimana e tempi di percorrenza più rapidi, che rendono l’offerta più
conveniente, e grazie alla collaborazione con i migliori vettori, è possibile praticare prezzi vantaggiosi a clienti che hanno traffici voluminosi in questo paese.
I punti di forza di Interporto
❏ Impianto polivalente, sia logistica che centro ingrosso;
❏ Posizionamento baricentrico rispetto a vincoli ed esigenze del territorio, in una zona fortemente industrializzata con molte PMI;
❏ Presenza di un terminal intermodale (unica struttura sulla linea Venezia - Tarvisio);
29
❏ Interconnessione diretta con lo scalo merci;
❏ Collegamenti con i porti di Trieste e Venezia e con la rete aeroportuale;
❏ Possibilità di avere sub-unità (blindate, a temperatura controllata) e disponibilità di magazzini misti raccordati alla ferrovia;
❏ Sicurezza e sistemi antincendio adeguati e qualità nella gestione e nel trattamento delle
merci;
❏ Presenza di qualificati operatori del settore trasporti, spedizione e logistica;
❏ Presenza di dogana interna che opera con procedura semplificata;
❏ Servizio alle industrie locali ed alle grandi reti logistiche internazionali (filiale “locale”);
❏ Più soluzioni possibili con riguardo alla propria presenza nell’Interporto (costruzione, locazione e gestione);
❏ Spazi “su misura” adeguabili alle esigenze degli operatori con possibilità di stoccare in altezza
nei magazzini (9 metri sottotrave).
Da segnalare, fra i punti di forza dell’organizzazione di Interporto-Centro Ingrosso, è l’allestimento della sede dirigenziale dell’ufficio delle Dogane di Pordenone, con competenze non
solo nel settore doganale, quindi riguardo le operazioni di sdoganamento merci, importazione
ed esportazione (incluso il transito) che avvengono ormai quasi tutte con procedura informatizzata, ma anche nel settore delle accise.
2.5
Considerazioni conclusive
Dagli interventi dei partecipanti al Tavolo sono emersi alcuni importanti elementi di riflessione. Innanzitutto, si registra una generale carenza di strutture logistiche in quanto al momento è in fase progettuale solo il centro Intermodale di Batajnica, nella Municipalità di Zemun
che costituisce una delle 17 Municipalità in cui è suddivisa la Città di Belgrado. Il ritardo nella dotazione dovrebbe tuttavia essere colmato nel medio termine in quanto nel paese sono stati
fatti ingenti investimenti per l’adeguamento delle infrastrutture rientranti in alcuni Corridoi Paneuropei (il Corridoio X – Asse Nord-Sud e le sue diramazioni per il trasporto terrestre e il Corridoio VII –Asse Est-Ovest lungo il Danubio). In quest’ottica va considerata l’importanza del
collegamento autostradale Kragujevac-Batocina con l’autostrada E75 che dovrebbe fungere
da volano per la creazione di centri logistici d’avanguardia a Kragujevac e in tutto il Distretto di
Šumadija. Considerazioni analoghe sono valide anche per il trasporto su rotaia in quanto l’attuale squilibrio a vantaggio del trasporto su gomma potrebbe essere almeno in parte invertito
con l’ammodernamento delle infrastrutture, la creazione di centri multimodali e l’allestimento
di convogli ferroviari per il trasporto di autoarticolati. Oltre alla realizzazione e all’adeguamento
delle infrastrutture, la Serbia sta compiendo notevoli progressi anche nella trasposizione del
diritto comunitario nella sua legislazione nazionale: infatti, secondo il parere della Commissione
UE sulla sua domanda di adesione dell’ottobre 2011, nel settore dei trasporti la Serbia ha già predisposto la normativa-quadro concernente il trasporto su strada e sulle vie navigabili interne,
mentre a breve adotterà quella relativa al trasporto marittimo e all’apertura del mercato ferroviario, mentre è in ritardo solo l’adozione della normativa sulla sicurezza nel trasporto ferroviario.
30
NOTE
31
3. TAVOLO EDILIZIA
CONSOLATO GENERALE
DELLA REPUBBLICA DI SERBIA
3.1
Introduzione
Il tavolo sull’edilizia, allestito presso la sede di FINEST SpA nel giugno 2011 ha avuto ad
oggetto le prospettive di investimento nel campo delle costruzioni in Serbia nel breve e medio
periodo, alla luce:
❏ di fattori macroeconomici come la crescita in atto nel paese e l’evoluzione del mercato immobiliare per effetto dell’internazionalizzazione, e di processi connessi allo sviluppo economico, quali l’urbanizzazione e riassetto del territorio;
❏ della domanda di alloggi che nel corso dei prossimi mesi, con la messa a regime dello stabilimento FIAT a Kragujevac, investirà il mercato locale e per la quale è lecito prevedere un
ruolo non secondario per le aziende del settore edile in Italia.
Al tavolo sono intervenuti diversi attori partner di “Destinazione Kragujevac”, sia pubblici
sia privati, al fine di garantire un esame compiuto degli aspetti di maggiore rilievo connessi al
progetto e porre autentiche basi di sviluppo dell’azione di sistema a favore delle aziende italiane
in Serbia, a Kragujevac. Gli interlocutori di FINEST S.p.A. in tale occasione sono stati dunque:
❏ La Regione Friuli Venezia Giulia, con la propria Direzione Cultura, Sport e Relazioni Internazionali e Comunitarie
❏ Il Console serbo a Milano, Bojan Stevanovic
❏ La Facoltà di Architettura dell’Università di Trieste
❏ ANCE provinciale (Pordenone)
❏ CCIAA di Udine
❏ Gruppo Obiettivo Lavoro
❏ INFORMEST.
Coordinatore del Tavolo Edilizia: Arch. Luciano Pozzecco – Direttore di Servizio presso la
Direzione Centrale Cultura, Sport, Relazioni Internazionali e Comunitarie
3.2
Il quadro settoriale a Kragujevac
All’interno del quadro generale nazionale e di quello relativo agli altri maggiori centri urbani, la Città di Kragujevac si colloca in una buona posizione in quanto, oltre alla richiesta di
nuovi alloggi sospinta dal rilancio del settore automobilistico locale, il Consiglio Cittadino per
gli Investimenti e lo Sviluppo ha predisposto un piano per la costruzione di strutture a favore
delle imprese e della collettività, dove è prevista anche la partecipazione di soggetti privati stranieri (si veda in particolare il capitolo n. 7 sugli incentivi locali).
In particolare, nel corso del 2009 (ultimi dati disponibili) nella Città di Kragujevac sono
stati effettuati investimenti in capitale fisso per circa 44,1 mln. € di cui 20,8 in nuove strutture
e 17,2 in ammodernamenti ed estensioni di strutture già esistenti. A livello settoriale, nell’industria manifatturiera e nelle infrastrutture per la fornitura di elettricità, gas e acqua è confluito il
41,8% del totale degli investimenti in capitale fisso anche se in netto calo rispetto al 2008 a
causa degli effetti della crisi finanziaria internazionale.
34
Tab. 5 - Investimenti in capitale fisso nella Citta di Kragujevac
(Dati in .000 €)
2007
(Dati in .000 €)
2007
TOTALE
60.827
Industria manifatturiera
14.983
TOTALE
60.827
Fornitura
elettricità,
gas
e
acqua
1.978
Industria manifatturiera
14.983
Costruzioni
2.383
Fornitura
elettricità, gas e acqua
1.978
Commercio e riparazioni
8.364
Costruzioni
2.383
Alberghieroe eriparazioni
ristorazione
105
Commercio
8.364
Trasporti, logistica
e comunicazioni 19.999
Alberghiero
e ristorazione
105
Intermediazione
1.881
Trasporti,
logisticafinanziaria
e comunicazioni 19.999
Immobiliare e servizi
di consulenza 1.881
332
Intermediazione
finanziaria
Pubblica
amministrazione
652
Immobiliare e servizi di consulenza 332
Istruzione
1.332
Pubblica
amministrazione
652
Sanità e welfare
7.087
Istruzione
1.332
Altri servizi
comunali sociali
1.703
Sanità
e welfare
7.087
Altri servizi comunali sociali
1.703
2008
2008
86.571
26.329
86.571
5.286
26.329
2.307
5.286
10.303
2.307
114
10.303
1.468
114
2.871
1.468
21.718
2.871
7.091
21.718
2.432
7.091
5.910
2.432
687
5.910
687
Quota % 2009
Var. %
2009
su
tot.
Šumadija
2009/2008
Quota % 2009
Var. %
2009
44.083 su tot. Šumadija
56,7
- 44,9
2009/2008
9.160
52,1
62,3
44.083
56,7
- -44,9
9.251
91,8
+
83,4
9.160
52,1
- 62,3
154
17,4
92,8
9.251
91,8
+-83,4
4.435
50,5
53,4
154
17,4
- -92,8
191
11,0
80,8
4.435
50,5
-+
53,4
694
92,5
48,8
191
11,0
+-80,8
1.596
90,7
- 39,8
694
92,5
- 48,8
6.268
81,6
68,7
1.596
90,7
- -39,8
4.993
34,2
23,8
6.268
81,6
- 68,7
1.188
96,1
47,1
4.993
34,2
- -23,8
5.648
95,3
+ 3,4
1.188
96,1
- 47,1
505
82,4
20,4
5.648
95,3
+- 3,4
505
82,4
- 20,4
Fonte: Ufficio Statistico della Repubblica di Serbia
Nel 2009 nella sola città di Kragujevac sono stati eseguiti lavori di nuove costruzioni per
un valore di circa 50,6 mln. € di cui il 35,3% costituiti da lavori di edilizia residenziale ed il 31,7%
realizzati da imprese private. In particolare, per quanto concerne l’edilizia residenziale sono stati
costruiti 576 nuovi alloggi per un totale di 29.200 m², tutti realizzati da privati.
Tab. 6 – Disponibilità di alloggi – Dati comparati
1971
1981
1991
2002
1971
N. alloggi
36.466 1981
51.847 1991
60.038 2002
62.932
Città di
N.
alloggi
36.466
51.847
60.038
62.932
N. alloggi x 100 ab.
27,9
31,5
33,3
34,8
Città di
Kragujevac
N. alloggi
x 100 ab.
31,5
Var.
% su periodo
prec. 27,9+ 42,2 33,3
+ 15,8 34,8
+ 4,8
Kragujevac
Var.N.
%alloggi
su periodo
prec.
+
42,2
+
15,8
+
4,8
x 100 ab.
26,9
31,3
33,2
35,0
Distretto di
N. alloggi
x 100 ab.
31,3
Distretto
di
Šumadija
+ 9,9 33,2
+ 4,8 35,0
+ 52,3
Var.
% su periodo
prec. 26,9Šumadija
Var.N.
%alloggi
su periodo
x 100prec.
ab.
26,6
Rep. di Serbia
N. alloggi
x 100 ab.
Var.
% su periodo
prec. 26,6
+ 22,8
Rep. di Serbia
Var. % su periodo prec. + 22,8
Fonte: Community profile – City of Kragujevac
+ 30,4
9,9
+ 32,7
4,8
+ 52,3
34,8
30,4
+ 8,7
+ 8,7
32,7
+ 7,4
+ 7,4
34,8
+ 43,3
+ 43,3
Purtroppo, non essendo ancora disponibili i dati definitivi del censimento del 2011, occorre appoggiarsi a quelli relativi i censimenti precedenti, dai quali emerge comunque un quadro abbastanza dinamico dell’edilizia residenziale. Infatti, considerando il periodo 1991-2002, il
numero di alloggi disponibili nella città di Kragujevac è cresciuto del 4,8% (52,3% del Distretto
35
di Šumadija), arrivando ad una densità di 34,8 alloggi ogni 100 abitanti. Il parco-alloggi di Kragujevac è costituito per il 18,7% alloggi costruiti tra il 1961 ed il 1970 (media di 53,2 m² di superficie per alloggio) ed il 28,3% tra il 1971 ed il 1980 (media di 63,6 m²), mentre solo il 4,7% è
stato costruito tra il 1996 e il 2002 (media di 65,7 m²). In altri termini, da queste cifre emerge che
la maggior parte degli alloggi di Kragujevac è costituita da tipologie abitative tipiche dell’edilizia abitativa “socialista” destinata per lo più ai nuclei familiari dei dipendenti degli stabilimenti
della Zastava che ha iniziato ad operare a pieno regime nella seconda metà degli anni Cinquanta. In generale, si tratta di edifici che avrebbero bisogno di radicali ristrutturazioni e adeguamenti dell’impiantistica, tuttavia il Piano Regolatore della Città prevede anche nuove
costruzioni ad uso residenziale. In particolare, nell’area di 40 ha denominata “Monte Metino”
(Metino Brdo) a sud del centro cittadino è prevista la costruzione di edifici con destinazione
d’uso residenziale e commerciale. In un’area di 2,4 ha ad est dal centro cittadino è invece prevista la costruzione del residence di 6 piani “Kolonija”. Gli altri progetti del Piano che includono
anche spazi commerciali, uffici, nonché aree industriali sono:
❏ Il complesso “Desna strana Šukine” che sorgerà su un’area di 45 ha nelle immediate vicinanze a nord del centro-città e che sarà destinato a residence e spazi commerciali;
❏ Il Campus Universitario che sorgerà su un’area di 3 ha nelle immediate vicinanze della Facoltà di Scienze Sociali e che sarà in grado di ospitare fino a 5mila studenti;
❏ Il terzo lotto dell’ampliamento della Fiera di Kragujevac;
❏ Il complesso “Monte Denino” (Denino Brdo), una zona di 14 ha a nord del centro cittadino
destinata all’insediamento di PMI;
❏ Il “Magazzino 2”, su un’area 5 ha a nord-est della città lungo il raccordo Kragujevac – Bato ina, destinata agli insediamenti industriali;
❏ Il complesso di “Cvetojevac”, un sito di 11,5 ha a nord-est della città destinata agli insediamenti industriali,
❏ Complesso militare “Divostin” con una superficie di oltre 150 ha a nord-ovest della città;
❏ Complesso militare “Grošnica” con 19 ha di superficie ad est della città;
❏ Zona industriale “Kormansko polje” con 75 ha di superficie a nord-ovest della città;
❏ “Officina 3” con 40 ha di estensione a nord-ovest della città.
Va peraltro sottolineato come il Piano regolatore di Kragujevac sia stato messo a disposizione dal Comune di Kragujevac presso la sede di Finest SpA, in vista dello sviluppo di
eventuali iniziative nell’area.
3.3
Interventi degli attori pubblici e privati
Muovendo ora dalle considerazioni riportate, vale formulare una breve premessa al mercato serbo delle costruzioni. Tale settore figura infatti fra i rami strategici dell’economia serba
oggi, come sottolineato dall’Agenzia di promozione degli investimenti in Serbia, o SIEPA. Uno
studio condotto lo scorso anno da Danos and Associates – International Property Consultants
and Valuers per conto di BNP Paribas Real Estate, ha messo in rilievo come il settore edile conti
in Serbia oltre 550 aziende ed un volume di occupati di circa 20.000 persone. La domanda sul
fronte degli edifici residenziali, uffici e spazi commerciali è aumentata nel 2010 rispetto al 2009
36
del 19%. Con riferimento alle abitazioni si tratta dell’effetto combinato dell’aumento medio dei
salari e delle agevolazioni introdotte per l’accesso ai mutui, mentre con riguardo ad uffici e spazi
commerciali si tratta di dinamiche dovute al trend positivo dell’economia, con particolare riguardo all’espansione dei servizi, che nel caso degli shopping center rimanda ancora in larga
parte ad investimenti stranieri in Serbia. A fine 2010 i progetti edilizi a Belgrado ammontavano
ad un valore pari a due miliardi di dollari.
Sul fronte dei materiali da costruzione, la crescita media negli ultimi cinque anni è stata
significativa, pari al 32% nel solo 2006, mentre l’export è salito moderatamente nello stesso periodo, anche se numerose società di costruzioni serbe sono attive all’estero, in particolare in
Russia, Turchia e Bielorussia, dove beneficiano di un accordo di libero scambio che consente
loro di esportare a dazio zero.
I salari sono rimasti inferiori alla media degli Stati dell’area dei Balcani e molte materie
prime, fatti salvi materiali plastici, non ferrosi e taluni additivi chimici, possono ancora essere
reperite sul territorio serbo. Il settore appare dunque competitivo sotto il profilo del costo dei
fattori produttivi sebbene il trasporto delle materie prime che mancano risulti particolarmente
oneroso, a causa del gap infrastrutturale, con ovvie ricadute sulla filiera produttiva. La crisi ha inciso a sua volta sul quadro di riferimento nazionale, con una caduta del 15% su base annuale del
giro d’affari ed una riduzione del 23% per quanto concerne il completamento delle opere in cantiere, così come registrata dall’Ufficio Statistico della Repubblica di Serbia. A fronte di questo, il
costo del denaro è ancora piuttosto elevato a causa del rischio associato alle operazioni finanziarie in Serbia, pertanto gli investitori esitano a ricorrere al sistema del credito per sostenere lo
sviluppo del business, e mancano a tutt’ora progetti infrastrutturali e commerciali di grandi dimensioni.
Alla luce di simile evoluzione, oltre ad adottare misure di semplificazione a favore delle
aziende di costruzioni che vogliano insediarsi in Serbia, la strategia perseguita appare concentrata:
❏ nel marketing e nelle vendite con la messa in rete fra l’altro, nel quadro di un progetto per
lo sviluppo competitivo della nazione sostenuto dall’agenzia USAID, del portale www.serbiaconstruction.com (online dal 2010), al fine di consentire un accesso agevolato ai dati e monitorare il settore delle costruzioni serbo a beneficio di investitori ed operatori stranieri;
❏ nel miglioramento degli standard professionali sul fronte della gestione manageriale con
particolare riferimento ai quadri intermedi; punto quest’ultimo che è emerso nel corso dello
stesso tavolo sull’edilizia laddove il Console serbo a Milano, Dott. Stevanovic, ha sottolineato
come l’industria delle costruzioni nazionale appaia oggi ancora vitale sul fronte tecnico, e
della progettazione, soffrendo tuttavia di gravi lacune sotto il profilo della gestione e del
management, cosicché in molti casi l’azienda serba non è in grado di allestire un business
plan efficace;
❏ sul fronte della certificazione e relativa acquisizione di adeguati standard qualitativi, in ambito locale ed internazionale, con particolare riguardo alla normativa europea ed ai mercati
target di riferimento. Il nodo della certificazione investe peraltro anche sottosettori quali
quelli dei materiali da costruzione come il metallo ed il legno, dell’equipaggiamento elettrico, del sistema di riscaldamento e così via.
Il tavolo ha dunque preso in esame dapprima l’assetto organizzativo ed il sistema di governo locale, a Kragujevac, per quanto attiene ad urbanistica e gestione del territorio, e dopo una
37
breve introduzione da parte dell’Arch. Pozzecco, Direttore di servizio presso la Direzione Centrale Cultura, Sport e Relazioni Internazionali e Comunitarie della Regione Friuli Venezia Giulia,
il Console serbo a Milano, Dott. Stevanovic , ha illustrato alcune caratteristiche della città di Kragujevac, oggi quarto centro della Serbia, con 180.000 abitanti, situato a 150 km da Belgrado, a
vocazione propriamente industriale e destinato a beneficiare del flusso di persone, beni e servizi atteso lungo il Corridoio europeo numero 10.
A Kragujevac, ha rimarcato il Dott. Stevanovic, si è realizzato l’intervento FIAT al quale il governo serbo ha tenuto molto ed oggi, sotto il profilo istituzionale la città è retta dal vicesindaco
con delega per quanto attiene la gestione delle zone d’investimento, che si identificano con il
sito FIAT e con altri insediamenti, da verificare per caratteristiche e posizione, in loco. Alcune
porzioni di spazio sono previste specificamente per le PMI alle quali vengono altresì offerti servizi ed agevolazioni.
Sulla base di tali premesse, la natura degli interventi ipotizzati dal Dott. Scarponi, esperto
dell’economia serba chiamato da FINEST SpA a collaborare all’iniziativa, e per alcuni decenni impegnato a Kragujevac al vertice dello stabilimento FIAT – Zastava, unitamente alle riflessioni
formulate dai vertici dell’ANCE di Pordenone, hanno riguardato principalmente:
❏ l’edilizia con contenuti innovativi (specie in relazione al green building che conosce oggi sviluppi interessanti in Serbia) dal momento che i serbi sono da decenni attivi nel settore delle
costruzioni a livello internazionale, e con una fase di marcata espansione oltreconfine negli
anni ottanta e novanta, e dunque necessitano di partnership professionali e tecniche di livello;
❏ la concessione di licenze per progettazione e costruzione con riferimento alle quali l’apporto delle aziende italiane potrebbe eventualmente riguardare un contributo progettuale
al miglioramento degli standard qualitativi e dunque l’affiancamento delle aziende serbe
nella partecipazione a gare d’appalto nel territorio dell’Unione e fuori da esso, dove i requisiti in termini di certificazioni internazionali rendano necessario associarsi.
Di seguito, l’intervento del Preside della Facoltà di Architettura di Trieste. Prof. Fraziano,
ha riguardato quanto già fatto dall’Università in tema di progettazione e, come sottolineato dal
professore, simulazione, in rapporto ad interventi di edilizia destinati ad incidere sull’assetto urbanistico del territorio e dunque in grado di mobilitare gli interessi di diversi stakeholders. Il
Prof. Fraziano ha così offerto il proprio contributo alla definizione di una proposta da parte delle
aziende italiane che intendessero operare a Kragujevac ed altrove in Serbia.
Dal canto loro, i costruttori hanno indicato quali condizioni preliminari ad ogni ulteriore
sviluppo ed interessamento all’area, l’acquisizione di dati di rilievo che nello specifico consistono in:
❏ quadro normativo di riferimento;
❏ piano delle opere previste dal Comune di Kragujevac;
❏ canali e strumenti eventuali di finanziamento delle opere.
Sul punto il Dott. Scarponi ha offerto il proprio sostegno, portando all’attenzione degli intervenuti al tavolo il piano urbanistico del quale disponeva con la segnalazione delle aree di
interesse, e sottolineando alcune delle misure di incentivo previste dalle autorità locali, fra le
quali la concessione a titolo gratuito di alcuni terreni in cambio della realizzazione di talune
opere infrastrutturali. Il Dott. Scarponi ha previsto di intensificare i contatti al riguardo con le
controparti serbe in modo da ottenere maggiori indicazioni.
38
Sul fronte finanziario invece sono emerse dal dibattito informazioni relative ad un fondo
rotativo rinnovato dal Ministero dello Sviluppo Economico al fine di consentire alle PMI serbe
l’acquisizione di know-how e dotazione tecnica dall’Italia, ed INFORMEST, l’Agenzia per lo sviluppo e la cooperazione economica della Regione che opera in Serbia dal 2001 ed ha gestito
progetti per un ammontare complessivo di 20 milioni di Euro nel paese, ha assunto l’impegno,
come suggerito dall’Arch. Pozzecco per conto della Direzione Relazioni Internazionali, di mobilitare risorse e partnership in campo nazionale ed europeo al fine di sostenere fattivamente
l’azione dei partner.
Il progetto infatti ha nel volano rappresentato dall’insediamento di FIAT un’occasione
primaria di business ma, nell’intento di quanti vi hanno aderito, dovrà procedere in seguito in modo autonomo prevedendo a tale scopo un’eventuale riconversione degli alloggi oggi realizzati per lo staff di tecnici FIAT che affluirà nel corso del prossimo anno in
Serbia, per un pubblico di acquirenti più vasto. Tali abitazioni potranno essere dunque
destinate, in un prossimo futuro, al mercato locale serbo.
ANCE Friuli Venezia Giulia
Contatti: Piazza Casali n.1
34134 TRIESTE
tel. 040/364020
fax 040/365560
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ANCE Friuli Venezia Giulia – Associazione Regionale dei Costruttori Edili del Friuli Venezia Giulia è l’Organismo di rappresentanza degli imprenditori edili privati di ogni dimensione e
forma giuridica, operanti nei settori delle opere pubbliche, dell`edilizia abitativa, commerciale,
direzionale e industriale. Costituito dalle associazioni provinciali operanti nella regione, ANCE
Friuli Venezia Giulia:
rappresenta e tutela gli interessi professionali della categoria nei rapporti con le istituzioni
e le amministrazioni regionali, con le organizzazioni politiche, economiche, sindacali e sociali;
promuove, coordina e attua iniziative associative in relazione a tutti gli aspetti di interesse per il settore delle costruzioni: dalla normativa regionale di settore agli appalti pubblici,
dalla pianificazione territoriale all’urbanistica ed edilizia, dall’ambiente e sicurezza alle relazioni
sindacali;
affronta tutte le problematiche inerenti il settore delle costruzioni – tecniche, amministrative, giuridiche, fiscali, finanziarie, sindacali, formative – divulgando prontamente l’evoluzione legislativa e le novità di interesse.
ANCE Friuli Venezia Giulia fa capo al sistema ANCE – Associazione Nazionale dei Costruttori Edili che, organizzato in modo capillare su tutto il territorio nazionale, è costituito da 102 Associazioni territoriali e da 20 Organismi associativi regionali a cui aderiscono complessivamente
circa 20.000 imprese.
ANCE quindi, unitamente alle Associazioni territoriali provinciali e agli Organismi associativi regionali di categoria, realizza un sistema a rete in grado di rappresentare gli interessi
della categoria nei confronti delle Istituzioni, e di tutti gli operatori economici interessati al settore delle costruzioni quali banche, assicurazioni, fornitori.
39
ANCE aderisce a Confindustria e in questa prospettiva l`azione associativa è diretta alla
promozione ed al rafforzamento dei valori imprenditoriali e del lavoro dell`industria edile e del
suo indotto e concorre al perseguimento degli interessi generali del Paese. A livello internazionale inoltre ANCE aderisce a:
❏
❏
❏
❏
FIEC –European Construction Industry Federation
EIC – European International Contractors
UNICE – Union of Industrial and Employers’ Confederations of Europe
UEPC – Union Européenne des Promoteurs-Constructeurs.
CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI UDINE
Contatti: via Morpurgo, 4 Udine
Tel. 0432 273111
e-mail: [email protected]
e-mail certificata: [email protected]
La Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Udine è un ente autonomo di diritto pubblico che svolge - nell’ambito della circoscrizione territoriale di competenza,
funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese.
Nell’ambito dell’attività camerale è opportuno distinguere tra le attività istituzionali e le
attività promozionali. Tra le prime, previste da precise norme legislative, ci sono la tenuta del
Registro delle imprese, la gestione di albi ed elenchi; la pubblicazione di listini prezzi; il rilascio
di certificazioni, licenze e autorizzazioni per attività economiche in Italia e all’estero, la pubblicazione degli elenchi dei protesti cambiari. Tra le attività promozionali e di supporto alla realtà
imprenditoriale figurano vari servizi, fra cui quello per la nuova impresa, l’ufficio internazionalizzazione e quello “promozione e marketing”, volti a valorizzare il sistema produttivo provinciale e ad accompagnarlo all’estero, aiutandolo nei rapporti con le controparti presso i mercati
stranieri. Queste attività comprendono anche l’assistenza a varie categorie di operatori economici, i servizi di informazione, di formazione, di studi e ricerche di settore e in generale le iniziative che tendono a stimolare e sostenere la crescita economica e sociale della provincia.
La Camera di Commercio, inoltre, è canale privilegiato di dialogo nei rapporti tra diverse
Istituzioni, Enti e Associazioni, promuovendo un’azione di collaborazione e coordinamento, per
favorire la crescita generale del territorio.
Internazionalizzazione e sistema camerale: il Friuli Venezia Giulia, grazie alla sua posizione
strategica tra la nuova e la vecchia Europa, rappresenta un interlocutore commerciale privilegiato per i Paesi dell’Est europeo, i quali si caratterizzano come economie giovani e molto dinamiche, in cui si registrano alti tassi di crescita, 4-5% in media, decisamente superiori al resto
del continente ed all’Eurozona. Poiché in un’economia globalizzata l’evoluzione del quadro all’interno del quale si muovono le imprese è rapidissima, altrettanto rapida deve essere la risposta delle principali realtà che supportano le imprese interessate ai mercati esteri. A tal fine,
la Camera di Commercio di Udine offre un servizio di informazione sulle opportunità di affari e
di approfondimento sulle tecniche di commercio con l’estero, ma si possono trovare anche in-
40
dicazioni in materia di fiscalità, dogane, trasporti, contrattualistica, pagamenti, marchi e brevetti,
strumenti assicurativi e finanziari.
Il sistema camerale regionale nel suo complesso si è dimostrato a sua volta attento a tali
temi, così il Centro Regionale della Subfornitura del Friuli Venezia Giulia, ufficio di ConCentro
Azienda Speciale della Camera di Commercio di Pordenone, finanziato dalla L.R. 1/05 in collaborazione con la Camera di Commercio di Gorizia ed il resto delle CCIAA regionali supportano
progetti di investimento in aree dell’Europa dell’Est, alcuni dei quali sono rivolti alla Serbia. Diversi attori economici hanno intuito i possibili vantaggi di una collaborazione tra il tessuto imprenditoriale serbo e quello italiano, e lo hanno manifestato ad esempio nella recente
organizzazione dell’incoming per incontri B2B con operatori serbi attivi nel campo della subfornitura meccanica, elettromeccanica, elettronica, plastica e gomma. Appare allora importante,
come sottolineato nel corso del Tavolo, guardare a quanto già in essere sul territorio al fine di
maturare un approccio integrato, univoco, che coinvolga tutti i livelli del governo regionale ed
i principali attori sul campo, e accomuni sotto la stessa voce le linee di politica internazionale
da attuare. È di fondamentale importanza infatti la definizione delle richieste che provengono
dalle controparti locali in materia di infrastrutture, sia pure ponderate alla luce del know-how e
dell’esperienza locali. La CCIAA di Udine si fa in tal senso portatrice di un modello di collaborazione aperta, di “scienza e conoscenza” (Dott. Tilatti).
3.4
Considerazioni conclusive
Dagli interventi dei partecipanti è emerso un quadro del settore edilizia/costruzioni in
continua evoluzione in quanto in Serbia il mercato immobiliare è sospinto da alcuni fattori quali
la domanda di alloggi, uffici e spazi commerciali, l’urbanizzazione e il riassetto del territorio. A
questa dinamica positiva si affianca la competitività sotto il profilo dei costi dei fattori produttivi e una lunga tradizione del settore all’interno dell’economia nazionale. Tuttavia, esistono
anche alcuni elementi frenanti tipici di un paese che solo a partire dal 2000 ha avviato le riforme necessarie per il suo concreto sviluppo. Infatti, in Serbia permane un grave gap infrastrutturale con le conseguenti ricadute sui costi a carico della filiera produttiva, manca ancora
un sistema di certificazione e di adozione di standard qualitativi a livello europeo e il sistema creditizio, soprattutto riguardo i grandi progetti, risulta ancora carente. Nonostante questi aspetti,
nella Città di Kragujevac il potenziale offerto dal settore dell’edilizia rimane molto interessante
in quanto in continua evoluzione, soprattutto per quanto concerne il comparto dell’edilizia innovativa. Infatti, dalle sezioni precedenti è emerso il fabbisogno di nuovi edifici ad uso residenziale, commerciale, ecc. sia in sostituzione di strutture costruite nei decenni passati sia in
nuovi insediamenti in aree decentrate della Città, sinora poco urbanizzate. In tal senso, il Piano
Regolatore di Kragujevac offre delle buone opportunità di investimento, tenuto anche conto del
fatto che la normativa locale prevede interessanti forme di partenariato pubblico-privato, sia nazionale sia estero.
41
4. TAVOLO FORMAZIONE
E RISORSE UMANE
4.1
Introduzione
La forza lavoro in Serbia presenta una combinazione unica di alta qualità, competitività
sul fronte dei costi e flessibilità d’impiego, rappresentando uno dei fattori chiave in grado di attrarre investimenti nel paese. Secondo le stime ICE la retribuzione nominale netta a dicembre
2010 è stata di circa 340 €, in crescita del 7,6% rispetto al 2009 sebbene ancora frenata dalla crisi.
Al tempo stesso, per decenni la Serbia ha sviluppato rapporti economici crescenti con le economie occidentali, ed alcune delle società che hanno operato ed operano in Serbia figurano
fra le maggiori al mondo: Siemens, Alcatel, FIAT, IKEA e diverse altre. Tale cooperazione di lunga
data ha permesso ai lavoratori serbi di acquisire know-how specialistico, oltre a rigorosi standard
di controllo qualitativo del proprio lavoro. Disponendo pertanto di un’esperienza significativa
sia sotto il profilo più propriamente operativo che nella gestione delle unità produttive, lo staff
locale necessita sovente di una formazione ridotta, quanto a tempi e costi, per poter operare con
tecnologie e processi all’avanguardia.
Accanto alla tradizione industriale locale va poi annoverato l’accesso via via maggiore alla
formazione superiore, laddove negli ultimi anni si è registrato un aumento complessivo del 14%
dei laureati, fra i quali il 33% proviene da facoltà tecniche, prima fra tutte ingegneria. Le ricadute
sul settore industriale, con particolare riguardo a profili tecnici in possesso di una formazione
scientifica che rappresentano un terzo del totale dei diplomati su base annua, hanno comportato fra il 2004 ed il 2008 una crescita nella produttività industriale dell’11% circa.
Ciò nondimeno la formazione e le risorse umane restano al centro della promozione degli
scambi e degli investimenti stranieri in Serbia dal momento che le aziende, italiane e non, che
affrontano i mercati esteri incontrano difficoltà nell’individuare figure professionali adeguate
alle proprie esigenze sul territorio d’insediamento. Con questo tavolo si è inteso dunque mettere in luce le principali metodologie e soluzioni utili per pianificare al meglio la propria struttura produttiva a livello internazionale, cercando di unire all’offerta di servizi dei partners
presenti al tavolo una visione d’insieme riferita all’area ed alle prospettive di sviluppo della cooperazione bilaterale italo - serba. A tale scopo sono emerse proposte di lavoro in tema di formazione e riqualificazione delle risorse umane in Serbia e la volontà delle parti di coordinarsi
per giungere ad una progettazione condivisa, ed usufruire così dei canali di finanziamento a livello nazionale, in Italia ed in Serbia, ed europeo, messi a disposizione per favorire lo sviluppo
dell’economia serba, anche in vista della candidatura di Belgrado all’ingresso nell’Unione.
Il tavolo si è tenuto presso la sede di Finest SpA, ed ha visto la partecipazione di numerosi attori impegnati su fronti diversi:
selezione e recruiting della forza lavoro;
politiche attive del lavoro;
ricerca e sviluppo analisi e raccolta dati riferiti al mercato del lavoro;
cooperazione internazionale a supporto della qualificazione e riqualificazione delle risorse
umane, nella cornice rappresentata dalla Strategia di Lisbona;
❏ strumenti e linee d’azione in tema di lavoro degli stranieri;
❏ e così via.
❏
❏
❏
❏
Sono intervenuti dunque all’incontro:
❏ la Regione Friuli Venezia Giulia, con la propria Direzione Cultura, Sport e Relazioni Internazionali e Comunitarie, e la Direzione Lavoro, Formazione, Commercio e Pari Opportunità
44
IAL Friuli Venezia Giulia
Gruppo Obiettivo Lavoro
Centro Rapporti Internazionali dell’Università degli Studi di Udine
Istituto I.S.T.I.E.E. presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trieste
TECLA Consulting S.r.l.
Agenzia regionale del lavoro
INFORMEST.
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
Coordinatore del Tavolo Formazione e Risorse Umane: Dott. Paolo Perin
4.2
Il quadro settoriale a Kragujevac
Dal punto di vista del grado d’istruzione della popolazione di Kragujevac, secondo i risultati del censimento 2002 (non sono ancora disponibili i dati disaggregati del censimento
2011) il 47,7% delle persone con almeno 15 anni di età, possiede un diploma di istruzione secondaria, il 22,0% di scuola primaria, mentre la popolazione con l’istruzione superiore rappresenta il 5.0% e le persone laureate il 7.0% del totale. Dai dati della tabella che segue è
interessante sottolineare come le percentuali di persone con un livello d’istruzione più elevato
siano maggiori rispetto e quelle riferite al Distretto di Šumadija e della Serbia in generale. Il sistema scolastico di Kragujevac è organizzato in 22 scuole elementari e medie e 8 istituti per
l’istruzione superiore (Primo e Secondo liceo di Kragujevac, Istituto di Economia, Istituto di Medicina, Primo e Secondo Istituto tecnico, Scuola commerciale – alberghiera, Istituto di Musica).
Tab. – Struttura della popolazione della Città di Kragujevac per livello d’istruzione
Numero
Quota %
Quota %
Šumadija
148.968
100
100
100
Analfabeta
5.992
4,0
4,5
5,7
Scuola primaria (grado 1-3)
2.161
1,5
2,2
2,0
Scuola primaria (grado 4-7)
14.851
10,0
15,4
14,2
Istruzione primaria
32.779
22,0
23,2
23,9
Istruzione secondaria
71.058
47,7
43,1
41,1
Istruzione superiore
7.450
5,0
4,3
4,5
Istruzione universitaria
10.390
7,0
5,2
6,5
Non definita
4.287
2,9
2,2
2,2
(Dati Censimento 2002)
Popolazione totale (> 15 anni)
Città di Kragujevac
Quota %
Serbia
FONTE: Municipalities of Serbia 2010 - Ufficio Statistico della Repubblica di Serbia
L’Università di Kragujevac è invece costituita da 11 Facoltà di cui 6 con sede nella città
stessa (Economia, Ingegneria Meccanica, Medicina, Giurisprudenza, Scienze Naturali e Matematica, Filologia e Arti) e 5 in sedi distaccate (Ingegneria Meccanica a Kraljevo, Agronomia e
45
Scienze Tecniche a a ak, Pedagogia a Jagodina e Scienze della Formazione a Užice). In media,
agni anno l’ateneo è frequentato da circa 14mila studenti provenienti anche da altri paesi dell’ex Iugoslavia e ha uno staff di circa 1.000 persone.
Per quanto concerne invece il mercato del lavoro, secondo i dati dell’Ufficio statistico
della Repubblica di Serbia nel 2009 nella Città di Kragujevac erano impiegate 32.073 persone3.
Tra queste il 26,8% era occupato nell’industria manifatturiera (non sono disponibili dati disaggregati per settore), il 16,1% nella sanità e nel lavoro sociale, l’11,7% nella distribuzione all’ingrosso/dettaglio e nelle riparazioni di veicoli e l’11,6% nell’istruzione. Le persone disoccupate
erano invece pari a 23.445 unità, di cui il 57,4 costituito da donne, il 36,4% da persone alla ricerca
del primo impiego ed il 31,4% da persone senza qualifiche. Una nota positiva è data dal fatto
che tra il 2007 ed il 2009 il numero di disoccupati è calato del 6,3% grazie soprattutto al concomitante avvio dell’attività di alcune grandi strutture, principalmente nel settore della distribuzione e del suo indotto. A livello di disaggregazione per titolo di studio emerge invece che i
titolari di un diploma di istruzione secondaria costituiscono il 56,2% dei disoccupati, seguiti
dalle persone prive di alcun diploma (22,6%). Considerando la struttura per età emerge invece
che la classe d’età con 50 anni ed oltre costituisce il 27,5% dei disoccupati, seguita dalla classe
compresa tra 30-40 anni (23,1%) e da quella tra 40-50 anni (22,3%). Riguardo infine la durata per
l’attesa di un impiego risulta che il 27,8% dei disoccupati attende fino ad 1 anno per trovare
un’occupazione, il 15,8% fino a 2 anni ed il 14,1% fino a 3 anni.
4.3
Interventi degli attori pubblici e privati
Ad avviare il tavolo tecnico sono stati gli interventi del Direttore di servizio presso la Direzione Centrale Cultura, Sport e Relazioni Internazionali e Comunitarie della Regione Friuli Venezia Giulia, Arch. Pozzecco, e della Dott.ssa Delbianco quale portavoce della Direzione Lavoro,
Formazione, Commercio e Pari Opportunità della stessa Regione Friuli Venezia Giulia. Se l’Arch.
Pozzecco ha offerto un quadro dell’azione svolta dalla Regione sotto il profilo istituzionale con
riguardo allo sviluppo di rapporti e canali di cooperazione con Belgrado, riaffermando l’impegno
regionale a sostegno del progetto e precisando i prossimi passi da compiere per via diplomatica
al fine di consentire alla Regione di interloquire maggiormente con le autorità locali serbe, la
Dott.ssa Delbianco ha presentato il “Sistema regionale per l’impiego” così come delineato a partire dal 2005, che risulta oggi articolato fra l’ente Regione, investito della regia e pianificazione
delle politiche regionali relative al mercato del lavoro, e le Provincie chiamate a gestire l’offerta
di servizi messa in campo, con il supporto di strutture e procedure di filtro e coordinamento dell’azione quali, da un lato, un’agenzia tecnica di raccolta ed analisi dei dati ed un osservatorio, e
dall’altro meccanismi di autorizzazione ed accreditamento delle organizzazioni che sul territorio operano nel quadro degli interventi previsti dal decisore pubblico. Muovendo da tale cornice
di riferimento la Dott.ssa Delbianco ha quindi introdotto il tema all’ordine del giorno, ossia la
formazione delle risorse umane straniere in Italia ed all’estero, soffermandosi sulla prospettiva regionale e nazionale, per la quale si rinvia alla scheda di approfondimento sull’attività in essere da
parte della Direzione Lavoro, Formazione, Commercio e Pari Opportunità.
3
46
Vengono considerati gli impiegati nelle istituzioni, cooperative e nelle imprese fino a 50 addetti.
Di seguito è intervenuto il Dott. Manganaro che per conto del Gruppo Obiettivo Lavoro
(OL) ha illustrato alcuni tratti di fondo del mercato serbo alla luce dell’azione che OL svolge da
diversi anni all’estero in particolare nell’Est Europa e nei Balcani, dove è altresì prevista una riorganizzazione della società con la prospettiva di un ampliamento dell’investimento di staff e risorse per affiancare le aziende italiane sul posto. Dall’intervento del Dott. Manganaro e, dopo
di lui, del Dott. Moro per IAL FVG e del Dott. Ricciardelli, socio fondatore di TECLA Consulting Srl,
società che collabora in Serbia con FIAT Manufacturing Training Unit, sono scaturiti, quali elementi di riflessione, la suddivisione del mercato del lavoro serbo in due diversi ambiti e relativi
fronti di intervento, ed il ruolo che le aziende italiane possono svolgere al riguardo.
Con riferimento al primo punto, due appaiono i target da considerare:
❏ riqualificazione della generazione di lavoratori attivi fino al crollo del sistema produttivo titino, da conseguirsi trasferendo cultura del lavoro in Serbia e trasmettendo know-how e
best practices in loco;
❏ formazione e miglioramento degli standard professionali, in linea con le direttrici di sviluppo europee, delle generazioni di età compresa fra 20 e 40 anni, che difettano di una preparazione adeguata in termini di organizzazione, condotta ed approccio alla fabbrica, specie
sotto il profilo dei servizi, e scontano il ritardo della propria nazione nella formazione, ricerca e selezione del personale.
Muovendo da questo dato di fondo sono affiorati alcuni spunti di riflessione e ricadute
operative per quanto concerne le risposte da dare a tali problematiche. In primo luogo è apparso chiaro come sia il mercato del lavoro italiano sia il mercato del lavoro serbo soffrano di una
crisi competitiva, strutturale quanto di breve periodo, per risolvere la quale è lecito puntare a
delle sinergie che possono consistere:
a) nell’impiego di forza lavoro matura, che in Italia è uscita dal mercato del lavoro ma che in
Serbia potrebbe essere impiegata nella formazione professionale;
b) nell’attrazione di forza lavoro ed imprenditoria giovane serba alla quale offrire una preparazione tecnica e manageriale, che possa favorire la crescita in Serbia del settore privato
così come il networking e le partnership con gli operatori italiani, soddisfacendo al contempo
le linee guida in materia di investimenti varate dal Governo di Belgrado.
Simili dinamiche possono infatti sostituire alla competizione sleale oggi in corso, che colpisce i lavoratori e priva il mercato di ogni tutela economica e sociale, un modello diverso improntato al dialogo e ad un insieme di interessi condivisi, allargando ed integrando al contempo
i rispettivi bacini di capitale umano. Ciò presuppone un approccio propriamente qualitativo e
non quantitativo al lavoro, a sostegno del quale, sul territorio regionale, opera da anni il settore
dell’educazione e della ricerca. A testimoniare tale impegno diretto sono stati allora chiamati la
Dott.ssa Vecchio, del Centro Rapporti Internazionali dell’Università degli Studi di Udine ed il
Prof. Borruso, che presiede l’ISTIEE o Istituto per lo Studio dei Trasporti, protagonista a fine maggio di un importante accordo di collaborazione con l’Agenzia nazionale serba per la sicurezza
sul traffico. La Dott.ssa Vecchio ha riassunto quanto fatto dall’Università di Udine nel corso degli
ultimi sei anni, laddove, avvalendosi dei fondi europei erogati nel quadro di progetti Tempus, le
Facoltà di Medicina, Economia, Ingegneria e Fisica hanno ristrutturato le tipologie di insegnamento, ridefinito i curricula ed i percorsi formativi, introdotto sistemi di controllo della qualità,
allestito master e dottorati e sviluppato strumenti e metodi di ricerca presso tutti i maggiori
47
poli universitari della nazione, favorendo altresì la circolazione di studenti, ricercatori e professori serbi ed italiani a livello bilaterale. Il Prof. Borruso ha sottolineato a sua volta le prospettive
di collaborazione in essere, e gli effetti indubbi del ciclo virtuoso fra università ed azienda, anche
con riferimento all’internazionalizzazione delle PMI italiane all’estero.
Su entrambi gli elementi messi in rilievo: diversificazione del mercato del lavoro serbo e
peso della formazione in esso, i partner al progetto hanno infatti rimarcato come, al di là dell’investimento FIAT in Serbia, sia necessario modulare un sistema ed un progetto “su misura”,
ampiamente condiviso e che abbia quali destinatarie prime il complesso delle piccole e medie
imprese, che costituiscono il tessuto produttivo italiano e che potranno decidere a breve di internazionalizzare la propria produzione di beni e servizi nei Balcani. In particolare, il Dott. Scarponi, esperto dell’economia serba chiamato da FINEST SpA a collaborare all’iniziativa, per alcuni
decenni impegnato a Kragujevac al vertice dello stabilimento FIAT-Zastava, ha delineato i termini della proposta progettuale che dovrà beneficiare del sostegno della Regione e delle controparti serbe e muovere idealmente dal basso, ossia prendere le mosse da una ricognizione
attenta del fabbisogno di manodopera e quadri in Serbia, nell’area di Kragujevac.
È stata ipotizzata una prima fase di raccolta e studio dei dati forniti dalle autorità ed agenzie di promozione degli investimenti serbe, al fine di accertare le caratteristiche del sistema economico locale sul fronte del lavoro e procedere ad una definizione maggiormente puntuale
della domanda di servizi effettiva. Inoltre, con l’accordo di altri partner come IAL FVG e soprattutto INFORMEST, si è richiamata l’attenzione sugli aspetti finanziari di un progetto formazione
per Kragujevac, che data la natura dell’intervento, volto ad abbracciare una nozione di lavoro del
tutto consona alla normativa comunitaria, potrà fare concreto affidamento sul sostegno dell’Unione Europea, con il concorso ed avallo della Regione. INFORMEST ha così assunto l’impegno di redigere insieme a FINEST SpA, capofila di tutto il progetto, un piano da sottoporre alle
autorità comunitarie e per il quale richiedere i fondi dell’Unione.
Lo schema di azione che ne è scaturito prevede la fissazione di un incontro a Bruxelles o
a Kragujevac con una delegazione dell’UE e l’illustrazione dell’azione di sistema così concepita, e provvista dei requisiti necessari ovvero di un programma operativo, misure ed
azioni. Su tale ipotesi di lavoro è stato raggiunto il consenso di tutti, e verrà definito un calendario operativo per obiettivi e termini.
Direzione centrale Lavoro, Formazione, Commercio e Pari opportunità
Servizio Lavoro e Pari Opportunità
Struttura stabile per la gestione degli ingressi dei lavoratori stranieri
Contatti: Dott.ssa Miriam Delbianco
via S. Francesco 37
34133 Trieste
tel + 39 040 377 5134
fax + 39 040 377 5013
La Direzione centrale opera sul fronte immigrazione, lavoro e formazione con una propria
struttura interna impegnata nel dialogo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il
quadro normativo di riferimento e l’esperienza regionale ad esso collegata sono in continua
evoluzione.
48
Esse nondimeno muovono da:
a) dall’art. 23 della L. 189/2002 che disciplina caratteristiche e modalità di attuazione dei programmi di formazione della forza lavoro straniera;
b) dal decreto interministeriale del 22 marzo 2006 che fissa la predisposizione e lo svolgimento
dei suddetti programmi stabilendone altresì i criteri di valutazione.
La logica che sovrintende a tale impianto legislativo mira, secondo gli indirizzi in materia adottati in ambito europeo, a favorire un’ottica di mobilità nel rispetto della persona sulla
base della quale ad essere promossa è una formazione di tipo circolare. Emerge, altrimenti detto,
una dinamica individuale ovvero un soggetto che compie un’attività e realizza al contempo un
proprio progetto di vita che si snoda fra l’Italia e la sua nazione di partenza.
Alla luce di questo, e della scelta di avviare in tal senso una collaborazione fra Governo
centrale e Regioni, si è proceduto alla realizzazione di alcuni progetti pilota incentrati sulla formazione linguistica e professionale negli Stati d’origine, il successo dei quali ha portato ad estendere la sperimentazione a tutto il territorio nazionale coinvolgendo Regioni e Province
autonome. È stato così assegnato un finanziamento nella primavera del 2005 pari a 5 milioni di
Euro alle Regioni e Province autonome, prevedendo per ciascuna Amministrazione due quote,
una fissa ed una variabile, con un cofinanziamento aggiuntivo pari al 15% dell’importo statale
assegnato. In simile cornice, l’esperienza maturata dal Friuli Venezia Giulia è consistita nel lancio di quattro programmi di formazione mirati all’inserimento lavorativo, da effettuarsi negli
Stati d’origine, di cittadine e cittadini stranieri. Sono state individuate a tale scopo una serie di
Nazioni d’intervento e settori produttivi interessati. Fra questi la Moldova, la Repubblica di Serbia, la Federazione di Bosnia – Herzegovina e la Repubblica di Romania. Con riguardo, specificamente, alla Serbia:
attuatori
(per i quali sussiste l’obbligo di stipula
di un accordo di collaborazione con
enti pubblici del settore lavoro e formazione nello stato straniero, istituti
italiani di cultura all’estero…)
Enti di formazione, titolari di sedi operative accreditate dalla
Regione a svolgere per i soggetti svantaggiati attività formative nel recupero linguistico, culturale ed orientativo per stranieri migranti
destinatari
Cittadini e cittadine degli Stati interessati dall’intervento, che
risiedono nello Stato estero, hanno fra 18 e 40 anni e dispongono della qualifica professionale richiesta. Una volta completata la formazione tali soggetti vengono inseriti in una lista
ad hoc stilata dal Ministero e composta di persone formate
all’estero e dunque con diritto di prelazione nel momento in
cui si presenti il bisogno di forza lavoro in quel settore
formazione
Modulo di formazione per l’apprendimento della lingua italiana – livello di certificazione europea A2; modulo sulla sicurezza sul lavoro e sull’educazione civica, sui contratti di
settore e sul codice della strada
49
progetto nella repubblica di serbia
Promosso dalla scuola edile di Trieste, Edilmaster, ha visto la
firma di un accordo con Formedil regionale, IAL FVG, Obiettivo lavoro, associazioni datoriali del settore, organizzazioni
sindacali di categoria ed il Servizio all’impiego lavorativo del
Ministero del lavoro serbo, oltre al concorso del sindacato
serbo UGS.
L’obiettivo del progetto è la formazione e l’ingresso nel mercato del lavoro con riferimento al settore dell’edilizia, e l’iniziativa è ancora in corso sebbene difficoltà siano emerse in
ordine ai rapporti istituzionali, dato il contesto politico incerto
prima del 2008, ed al matching fra legislazioni nazionali in materia di lavoro.
Nell’ambito del progetto di formazione all’estero con la Repubblica di Serbia è stato inoltre firmato un accordo, in occasione della visita istituzionale di una delegazione serba a febbraio 2008 organizzata su impulso dell’Assessorato alle Relazioni Internazionali, con il
responsabile dell’ufficio di collocamento della città di Kragujevac, con il preside della locale
scuola professionale edile e con il rappresentante del comune cittadino, in ragione della lunga
tradizione del settore dell’edilizia che contraddistingue l’area in oggetto.
Ad oggi, oltre quanto fatto fino ad ora, e sulla base di un meccanismo di finanziamento
diverso rispetto al cofinanziamento previsto in fase sperimentale, continua ad essere promossa
un’internazionalizzazione del mercato del lavoro stesso e non di sue singole componenti, con
effetti evidenti sulla sostenibilità sociale e sulla promozione dello sviluppo a livello internazionale, che è al centro delle strategie così concepite.
A tale fine, nel rispetto delle quote su base annuale e regionale fissate dal Ministero del
Lavoro, e delle risorse messe a disposizione con il contributo degli Enti locali, è possibile elaborare un progetto all’estero e sottoporlo all’autorità regionale, che offrirà il suo parere e comunque invierà la documentazione al Ministero competente per una valutazione definitiva e
l’erogazione delle quote d’ingressi necessarie.
Oltre la formazione all’estero, permangono poi gli istituti del tirocinio internazionale e
del distacco formativo, così come previsti all’art. 23 della L. 189/2002. Con riguardo al tirocinio,
si tratta di un aspetto importante per il servizio lavoro e l’ottica di mobilità delle conoscenze perché si sostiene un progetto, sempre individuale e transnazionale, che valorizza la persona ed il
lavoratore. Attualmente questo fronte è stato rinnovato per ciò che concerne il regolamento
sui tirocini estivi ed internazionali con la volontà di favorire un’apertura anche alle università ed
enti di formazione stranieri, ed ulteriori evoluzioni si registrano per effetto dell’ultima Circolare
del MLPS datata settembre 2011. Si prevede in ogni caso una sinergia con gli enti di formazione
italiani regionali, e trattandosi di uno strumento di orientamento al lavoro che prende avvio a
seguito di un progetto formativo, esso viene collocato sempre al di fuori del sistema delle quote.
Per ciò che concerne invece il distacco formativo, nelle due accezioni della L. 189/2002, di studio ed orientamento da un lato e formazione continua dall’altro, si richiede il nulla osta sulla
base dell’approvazione del progetto relativo da parte del Ministero degli Affari Esteri e dell’Ambasciata, fino all’intervento delle Province autonome alle quali spetta di autorizzare l’arrivo del lavoratore estero.
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IAL FVG
Contatti: via Oberdan, 22/a
33170 PORDENONE
tel. 0434 505511
fax. 0434 554396
cell. +39 335-5893512
www.ialweb.it
rif. Luciano Moro
[email protected]
Lo IAL, Innovazione Apprendimento Lavoro FVG, è un’agenzia formativa no profit che ha
recentemente modificato la propria natura giuridica in “Impresa Sociale”, in forma di Srl. Accreditato per l’erogazione di servizi formativi, lo IAL FVG è certificato secondo la norma UNI EN ISO
9001:2008 su “Progettazione ed erogazione di servizi di orientamento, formazione professionale e manageriale, formazione a distanza con strumenti multimediali”. Inoltre ha ottenuto la certificazione europea per l’erogazione del bilancio di competenze: le sedi IAL sono diventate
Centri Interistituzionali di Bilancio delle Competenze Qualità Assured Service. Con undici sedi
formative stabili dislocate su tutto il territorio regionale, lo IAL FVG svolge da oltre cinquant’anni un ruolo di primo piano nello sviluppo economico e culturale della regione. IAL Friuli Venezia Giulia progetta e organizza attività formative nelle sedi di Pordenone, Trieste, Gorizia,
Udine, Monfalcone, Gemona del Friuli, Palmanova, Codroipo e nei centri alberghieri di Magnano
in Riviera, Monfalcone, Muggia e Aviano. L’Ente nell’ultimo anno formativo ha realizzato quasi
1.000 corsi rivolti a oltre 14.000 allievi per oltre 160.000 ore di formazione. L’attività è stata svolta
su tutto il territorio regionale e all’estero, anche in alleanza con diversi partners, rispetto alle seguenti tipologie (secondo la normativa di accreditamento regionale):
❏ Macrotipologia A (Obbligo formativo): oltre 240 corsi per oltre 120.000 ore formative;
❏ Macrotipologia B (Formazione superiore): 26 corsi per oltre 1.700 ore corso;
❏ Macrotipologia C (Formazione continua e permanente): oltre 700 corsi per oltre 38.000 ore.
Oltre a ciò sono stati realizzati più di 228 percorsi individuali (tirocini, work experience, formazione individuale per occupati…) per totali 165.000 ore di formazione. Dell’attività indicata
sono stati attivati a beneficio di imprese e occupati (fondi interprofessionali, L. 236/93, FSE azione
26, L. 53,…) oltre 300 corsi per quasi 8.000 ore formative.
Attività specifiche di sevizio alle imprese: oltre alle attività riportate sopra, nei confronti
delle imprese del territorio lo IAL Friuli Venezia Giulia eroga servizi non formativi.
❏ Servizio di mappatura e gestione delle competenze organizzative aziendali attraverso da un
lato la fase di codifica dell’organizzazione (competenze richieste di processo, livelli di criticità, competenze di ruolo) e dall’altro nella fase di rilevazione delle competenze possedute
dai collaboratori (mediante assessment);
❏ Consulenza per lo sviluppo delle risorse umane e dell’organizzazione attraverso la predisposizione del piano formativo aziendale, strumento per l’individuazione dei fabbisogni
formativi e per la pianificazione della formazione;
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❏ Progettazione, pianificazione e organizzazione di convegni e seminari su specifiche tematiche (negli ambiti dell’innovazione, internazionalizzazione, leggi e contributi, formazione
ecc.) anche con registrazione ed erogazione web;
❏ Progettazione e produzione di contenuti on-line su misura realizzati in base a una specifica
esigenza formativa del cliente.
Servizio di orientamento: il Servizio di Orientamento dello IAL Friuli Venezia Giulia si propone di rendere l’utente sempre più autonomo ed indipendente nella definizione della propria vita professionale e nell’acquisizione di tutte le informazioni che possono aiutarlo a
migliorare e/o a modificare il suo percorso. L’obiettivo è quello di rendere l’individuo autonomo
e consapevole nelle scelte che sta facendo, alla luce dei continui cambiamenti che coinvolgono
il mercato occupazionale.
Lo IAL Friuli Venezia Giulia ha ottenuto la Certificazione Europea Qualità per il Bilancio
delle Competenze e l’Orientamento Professionale rilasciata dalla Federazione dei CIBC. Ad oggi
il Servizio di Orientamento dello IAL persegue le seguenti finalità: favorire l’inserimento lavorativo; favorire il mantenimento ed il miglioramento della posizione professionale; supportare
l’utente nelle fasi di individuazione e di scelta del percorso scolastico, formativo o professionale più adatto alla realizzazione del proprio progetto di vita; supportare l’utente nelle diverse
fasi del percorso formativo o lavorativo intrapreso; supportare l’utente nell’individuazione e valorizzazione delle sue risorse generali; accompagnare l’utente nelle transizioni istruzione - formazione - mondo del lavoro e nella transizione/mobilità all’interno di diversi contesti
professionali. Gli interventi di orientamento si rivolgono a tutti coloro che ne fanno richiesta, indipendentemente dal fatto che frequentino o intendano frequentare un corso presso lo IAL. I
servizi di orientamento offerti sono i seguenti: Orientamento Informativo (Servizio di prima accoglienza e di informazione personalizzata); Orientamento Formativo (Supporto Metodologico);
Orientamento Consulenziale (Counselling di orientamento scolastico e professionale - Assistenza al Placement e Assistenza allo Start up d’impresa - Bilancio delle Competenze).
IAL FVG in Serbia: in Serbia IAL FVG è presente dal 2001. In tale anno ha infatti collaborato,
attraverso il programma EuropeAid, alla riorganizzazione dei centri per l’impiego e alla formazione delle risorse umane per favorirne l’inserimento lavorativo. Le azioni dello IAL FVG si sono
sviluppate poi, ponendo al centro delle attività lo sviluppo locale, in una logica di cooperazione
internazionale, con un ruolo strategico delle piccole e medie imprese e con particolare attenzione allo sviluppo delle risorse umane in ambito locale. Al centro delle attività in Serbia è sempre stato posto l’ente locale, Municipalità o Contea, in quanto più vicino ai cittadini e ai bisogni
del territorio. Senza la collaborazione dell’ente locale le attività di internazionalizzazione sul territorio sono molto difficili, basti pensare al solo tema dei piani regolatori e di insediamento delle
industrie. Tutti i progetti sviluppati in quest’area, infatti, hanno avuto come oggetto di intervento l’impresa, l’ente locale, l’internazionalizzazione. Tra questi:
1) nel 2003-2006 il Progetto TESEO, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri italiano in base
alla Legge 212/92, ha avuto come obiettivo quello di instaurare percorsi di collaborazione
e partenariato permanenti fra enti, istituzioni e imprese italiane e serbe al fine di sostenere
lo sviluppo e la crescita socio-economica della Serbia, in particolare della Regione Sumadija
(Kragujevac), attraverso:
❏ la valorizzazione e qualificazione delle risorse umane e il miglioramento della loro occupabilità;
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❏ la creazione e il sostegno della cooperazione, contatto e scambio fra le imprese serbe e
del Nord-est d’Italia.
Si è quindi stabilizzato un network territoriale locale tra tutti gli attori dello sviluppo socioeconomico; si è avuta la formazione di 13 Manager dello Sviluppo Locale per l’utilizzo degli
strumenti di internazionalizzazione, al fine di favorire l’avvio di attività imprenditoriali nei diversi settori ed assistere le PMI. E’ stato quindi creato un servizio di Assistenza Tecnica e
Start Up a favore di imprese italiane e serbe. Secondo le linee di sviluppo della cooperazione Italia – Serbia è stato privilegiato il rapporto con le PMI per realizzare lo sviluppo delle
risorse umane, l’avvio di joint venture e nuove imprese e realizzare trasferimenti di tecnologia e know-how, accordi commerciali e accordi di collaborazione.
2) dal 2004 al 2011 (e per altri due anni) l’iniziativa promossa dalla Regione FVG, sulla base
della L.R. 19/2000, al fine di assicurare una formazione di base nel paese e di ”institutional
building”, rivolta alle Amministrazioni locali interessate al processo di avvicinamento all’Unione Europea, procedendo di fatto al trasferimento di informazioni, competenze e opportunità utili alla promozione, progettazione e implementazione di progetti di sviluppo
locale, di cooperazione e di interscambio economico con l’Europa.
Le risorse umane sono centrali per il perseguimento di detti obiettivi, come anche nel
quadro delle dinamiche di internazionalizzazione delle PMI italiane, ed a questo proposito IAL
FVG ha rilevato come la tipologia di servizi per la formazione in Serbia vada adeguatamente
declinata, secondo due target di età e relativi bisogni:
❏ risorse di età inferiore ai 40 anni alle quali offrire una preparazione di base professionalizzante;
❏ risorse di età superiore ai 40 anni, per le quali prevedere un aggiornamento ed una formazione propedeutica al rientro nel mercato del lavoro.
IAL è quindi in grado di accompagnare le imprese interessate nel percorso di internazionalizzazione per l’importante aspetto riguardante le risorse umane. In questo senso IAL FVG
mette a disposizione l’esperienza e la rete di relazioni conseguite nel paese in anni di attività,
con riguardo in particolare alla città di Kragujevac.
OBIETTIVO LAVORO
Contatti: via Palmanova, 67
20132 MILANO
tel. 02/281751
fax. 02/28175202
www.obiettivolavoro.it
Il Gruppo Obiettivo Lavoro, OL, S.p.A. con sede legale a Milano, è fra i principali player nel
campo del recruiting in Italia. Nasce all’epoca dei provvedimenti in tema di lavoro a firma Treu
e Biagi (legge 30 e d.lgs. 276 del 2003) ed opera su di una rete in continuo sviluppo, con uno staff
di 800 persone, 160 filiali in Italia e 12 filiali all’estero, in Europa e Sud America, riuscendo ad occupare circa 15.000 persone. Il Gruppo identifica quale propria caratteristica centrale l’attitudine a “fare insieme”:
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alle persone;
alle imprese;
alle comunità ed istituzioni;
ispirando la propria azione ai grandi soggetti dell’economia sociale in Italia: il mondo delle
cooperative, le grandi opere e così via, e collegando al contempo, in modo efficiente, domanda ed offerta di lavoro. I valori guida, ripresi dalle convenzioni e raccomandazioni internazionali emanate dall’ILO e fatti propri anche con la certificazione sociale etica SA8000,
si identificano con l’ascolto, la collaborazione, la valorizzazione, ed una condotta equa, trasparente e coerente, secondo una prospettiva che ruota attorno al rispetto dei diritti e della
dignità dei lavoratori, specie in condizioni di difficoltà quali quelle che la mobilità internazionale concorre a volte a creare.
Sul fronte internazionale OL opera con proprie società e a mezzo di accordi che consentono di garantire la propria presenza in loco. Collabora con numerosi soggetti istituzionali quali
ambasciate, consolati, governi, università ed istituti di ricerca, ONG, mentre non viene mantenuto
alcun rapporto funzionale con operatori privati locali. L’attività svolta oltreconfine attiene a tre
distinte filiere di servizio:
1) servizi per le imprese italiane che investono all’estero, a mezzo del sostegno alle loro startup ed alla collaborazione nella gestione corrente degli insediamenti produttivi;
2) servizi per le imprese locali nella loro attività di business nel proprio paese;
3) servizi in grado di assicurare e favorire un flusso di lavoratori conforme alla domanda che
emerge sul mercato italiano, presidiando tutte le fasi del processo: reclutamento all’estero,
selezione, formazione (anche linguistica), viaggio verso l’Italia, alloggio, iniziative di integrazione a supporto della vita quotidiana.
Nel complesso il Gruppo ha maturato un’esperienza significativa in diversi settori produttivi, così come in riferimento alla natura stessa dei servizi, che è ampia e variegata. Per
quanto attiene al primo punto si sottolinea come spesso i profili professionali necessari siano
difficili da rintracciare sul territorio nazionale richiedendo un processo particolare di ricerca, selezione e formazione. A tale proposito sono stati allora creati in seno alla società dei settori specializzati, formati da advisor che seguono l’intera commessa del cliente in diretta collaborazione,
qualora si renda opportuno, con gli uffici OL all’estero. Ad oggi si contano 11 settori attivi: metalmeccanica, edilizia e grandi opere, grande distribuzione, assistenza domiciliare, sanità pubblica e privata, turismo e ristorazione, attività portuale logistica, ICT, banche ed assicurazioni e
pubblica amministrazione.
Per ciò che concerne invece le tipologie d’intervento previste, esse ricomprendono:
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somministrazione;
politiche attive e ricollocazione;
temporary management;
ricerca e selezione;
competenze formazione e canali formativi;
consulenza in materia di contrattualistica applicata alla flessibilità;
outplacement privato;
gestione servizi temporanei a risultato;
❏ assistenza tecnica alla P.A.
Obiettivo Lavoro in Serbia: prospettive e modalità di supporto alle aziende.
La presenza di OL all’estero origina nell’Est Europa, area che è oggetto in questo periodo
di una rimodulazione del Gruppo, allo scopo di accrescere il proprio peso in alcuni contesti nazionali fra i quali la Serbia. Con riguardo a detto paese, la società intende infatti assicurare i propri servizi:
1) con particolare attenzione ai bisogni delle PMI all’estero;
2) cercando di non ridurre le risorse umane alla sola formazione, bensì allargando l’orizzonte
fino a ricomprendere tutto l’insieme dei servizi ad esse connessi;
3) guardando alla Serbia non già come ad un mercato dove il costo del lavoro è inferiore, ma
come ad un mercato che presenta vantaggi molteplici: collocazione geografica baricentrica
ed appartenenza al CEFTA, grande tradizione industriale e professionalità.
Altrimenti detto, OL privilegia una visione articolata del mercato che mira a verificare
quanto del patrimonio di conoscenze diffuso sul territorio possa essere recuperato e quali e
quante siano le sinergie potenziali con l’Italia. Secondo l’analisi del mercato del lavoro locale
svolta da OL, dal momento che la Serbia ha conosciuto l’isolamento culturale ed economico ed
una paralisi di fatto della propria economia per effetto della guerra e della dittatura di Milosevic, la generazione di uomini e donne di età compresa fra i 20-25 ed i 40 anni non conosce l’organizzazione del lavoro:
❏ nel comportamento;
❏ nell’approccio alla fabbrica;
❏ nei servizi sopra tutto.
Ciò conduce pertanto ad identificare almeno due ambiti d’azione fra loro correlati:
a) recupero delle competenze delle generazioni precedenti, da conseguirsi trasferendo cultura del lavoro in Serbia. Questo piano d’intervento può consistere nel ricorso alla forza lavoro locale per trasmettere know-how e pratiche di lavoro, oppure nella scelta di avvalersi
di lavoratori italiani con esperienza, consentendo a questi ultimi di reinserirsi nel mercato e
mettere a disposizione conoscenze delle quali il sistema economico locale è carente;
b) crescita di figure professionali funzionali al sistema d’impresa, al di là della classica distinzione fra blue collar e white collar. Ciò che serve a questo proposito è molto simile a quanto
fatto in Italia a seguito della crisi economica degli ultimi tre anni, ossia procedere alla messa
in atto di misure per la riqualificazione e la predisposizione di una diversa, maggiormente
consapevole e socialmente sostenibile, mobilità lavorativa. Un simile compito richiede del
resto la collaborazione fattiva delle autorità locali poiché trattasi di un progetto oneroso,
ed un’ iniziativa come “Destinazione Kragujevac” può puntare a questo: alimentare sinergie
a sostegno di un sistema d’intervento articolato, ma necessario ed efficace, alla luce delle caratteristiche del mercato serbo e dei bisogni degli operatori italiani che in tale mercato agiscono.
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UNIVERSITÀ DI UDINE
Contatti: Centro Rapporti Internazionali (CRIN)
punto informativo presso via Palladio, 2
33100 Udine
tel. +39 0432 556218/556497
fax. +39 0432 556496
e-mail [email protected]
L’Università di Udine, fondata nel 1978, conta dieci facoltà, fra cui Medicina, Lingue e Letterature Straniere ed Ingegneria sono annoverate fra le migliori in Italia secondo la classifica
CENSIS. Nel complesso vi sono 35 corsi di laurea triennale e magistrale e circa 17.000 studenti
iscritti. Sotto il profilo della ricerca e degli spin off imprenditoriali, 60 sono stati i brevetti registrati nel 2009, dei quali la metà commercializzati, e 24 le imprese costituite.
Per quanto concerne l’internazionalizzazione del polo universitario, i dati a disposizione
per l’anno accademico 2008-2009 registrano circa 350 studenti in uscita (Socrates/Erasmus ed
altri programmi) e 230 in entrata (Socrates/Erasmus ed altri programmi) oltre a cinque corsi di
studio con titolo congiunto. L’Università di Udine è attivamente coinvolta in progetti di scambio sia a livello di studenti che di personale docente con diverse università all’interno dell’Unione Europea ed ha avviato collaborazioni strette con numerose università dell’Europa
centro-orientale e di altri paesi non UE. Inoltre partecipa a molti progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale. I servizi attengono dunque nel complesso a:
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mobilità internazionale di docenti e studenti ed International Student Service
rapporti convenzionati con Università straniere
programmi Erasmus LLP (studio e placement)
programmi Leonardo, Tempus, convenzioni bilaterali, Alpe Adria
corsi di lingua e cultura italiana.
L’Università di Udine in Serbia: l’Università di Udine ha maturato nel tempo un forte interesse ed un complesso di rapporti con l’Europa centro-orientale, dettati dalla propria posizione geografica e dalla collocazione in una regione, qual è il Friuli Venezia Giulia, con forte
vocazione “di frontiera”.Tale proiezione ad Est ha dato vita fra l’altro a collaborazioni bilaterali ed
all’adesione al CEEUN o Central Eastern European University Network, nell’ambito del quale
l’Università ha allestito un Osservatorio, sui sistemi finanziari e sulle imprese, presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (DISES) che mira ad approfondire la conoscenza
del funzionamento e delle caratteristiche dei mercati finanziari, delle relative istituzioni e delle
imprese dei Paesi appartenenti all’area Euro o di prossima adesione. Al contempo, a livello regionale l’Università si è affiancata all’amministrazione pubblica nel monitoraggio e nell’analisi
dei processi di internazionalizzazione ed innovazione, a mezzo dell’attività svolta dal Centro
Studi e ricerche SPRINT, dal Consorzio Friuli Formazione, e di Friuli Innovazione, centro di ricerca e trasferimento tecnologico.
Con riferimento alla Serbia va sottolineato innanzitutto come l’internazionalizzazione del
sistema universitario nazionale sia già stata avviata con successo. Ad oggi la Serbia dispone di
istituti di fama internazionale come la Scuola d’Ingegneria elettrica e la Scuola di Ingegneria
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meccanica di Belgrado, oltre che di accordi con business school quali l’HEC di Parigi, la Sheffield
University e la Herriott Watt University in Gran Bretagna. In simile scenario, dove forte è la volontà delle controparti serbe di favorire contatti e collaborazioni qualitativamente proficue con
l’estero, l’Università di Udine ha iniziato a sua volta ad operare dal 2005 con i progetti Tempus
previsti in ambito comunitario, che hanno come obiettivo la creazione di un’area di cooperazione riferita alle politiche di vicinato varate dall’Unione, allo scopo di favorire lo sviluppo di un
moderno sistema d’istruzione in 27 nazioni, situate nei Balcani, Europa orientale ed Asia centrale,
Nord Africa e Medio Oriente.
Iniziative comunitarie di tale natura sono previste dal 1990 e presumono, quali propri canali d’intervento, due tipologie di lavoro:
a) progetti congiunti, ossia partnership fra istituti di formazione superiore nell’UE ed omologhi
in altre nazioni, in grado di modernizzare e promuovere nuove metodologie di insegnamento, materiali di supporto alla didattica e curricula accademici, favorendo il raggiungimento di standard qualitativi elevati ed una gestione più efficiente nel settore
dell’educazione;
b) misure strutturali, ossia attività destinate alla riforma ed allo sviluppo degli istituti di formazione superiore nelle nazioni partner, attraverso un incremento della qualità, ed una convergenza con le linee guida ed i requisiti istituiti dall’Unione;
in concreto, l’Università di Udine, dando corso alla prima tipologia di intervento Tempus, ha
preso parte in tutto a 6 progetti, dei quali due a partire dal 2005, e quattro dal 2007. Fra
questi possono essere citati, in quanto riferiti all’area di Kragujevac:
a) Restructuring Teaching at Serbian Medical Faculties
Obiettivi: ristrutturare l’insegnamento della Medicina nelle Facoltà mediche della Serbia;;
riformare i curricula attuali e sviluppare nuovi e innovativi metodi di insegnamento della
Medicina; adottare ed implementare sistemi di controllo della qualità. Università partner serbe: Università di Niš e Kragujevac
b) Reorganization of Economics Study in Serbia
Obiettivi: contribuire alla riorganizzazione dell’educazione dell’economia in Serbia secondo le riforme socioeconomiche attuali e le linee guida europee; ristrutturare i programmi di studio triennali per i corsi esistenti di Economics and Management. Università
partner serbe: Università di Belgrado, Kragujevac e Nis
c) Economics in Serbia
Obiettivi: attivare un master post laurea in Economia e Business management presso le
Università partner. Università partner serbe: Università di Belgrado, Nis e Kragujevac.
Una proposta progettuale di collaborazione e trasferimento di know-how e best practices é stata sottoposta anche per il 2011, mentre in virtù delle collaborazioni condotte negli ultimi sei anni sono frequenti i contatti con gli atenei serbi, le visite del personale docente, e
numerosi gli studenti che da tali Università hanno raggiunto Udine per effettuare periodi di
studio ed apprendimento della lingua italiana.
Il networking, la conoscenza della realtà educativa locale e le risorse umane di livello formate nel quadro delle partnership in essere, fanno dunque dell’Università di Udine un interlocutore importante sotto il profilo della formazione a sostegno delle dinamiche di
internazionalizzazione delle aziende italiane in Serbia.
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UNIVERSITÀ DI TRIESTE
Contatti: Piazzale Europa,1
34127 Trieste, Italia
tel. +39 040.558.7111
www.univ.trieste.it
Fondata nel 1924, come Regia Università degli Studi Economici e Commerciali, sulle fondamenta della Scuola Superiore di commercio, Fondazione Revoltella, istituita a sua volta per
donazione privata, nel 1877, l’Università di Trieste conta oggi dodici facoltà e circa 20.000 studenti. Nel 2009, secondo la classifica redatta da Il Sole 24 Ore, risulta la seconda università migliore in Italia, e nel 2010 l’ateneo è fra i primi in Italia secondo la classifica delle migliori
università del mondo, stilata dal Times Higher Education.
Sul fronte dell’internazionalizzazione e della ricerca, l’Università beneficia della compresenza in ambito cittadino di centri di eccellenza internazionali come la S.I.S.S.A., di consorzi per
il trasferimento tecnologico a livello internazionale come Area Science Park, e della Scuola Interpreti e Traduttori, ad alto livello di specializzazione nella formazione accademica sul fronte
linguistico.
A fronte di una crescita significativa della mobilità studentesca in ambito internazionale
in particolare nell’ultimo biennio, numerose sono le iniziative e gli accordi varati dall’ateneo,
con particolare riguardo ad Est Europa e Balcani. Nell’ambito dell’INCE, Iniziativa Centro Europea, l’Università di Trieste detiene la presidenza permanente del CEI University Network. Si tratta
di una rete di atenei dell’area centro-europea che s’impegnano a realizzare principalmente programmi di studio e di ricerca comuni. I settori prescelti per corsi a livello di Master e Dottorati
di ricerca sono i seguenti: economia, infrastrutture e trasporti, sviluppo regionale e pianificazione urbana, pubblica amministrazione e modelli di governance, ICT e ambiente. Inoltre l’Università ha partecipato nel 2009 ai primi bandi del Programma per la cooperazione
transfrontaliera Italia – Slovenia 2007 – 2013, relativi sia ai progetti strategici che ai progetti
standard. Più in generale, con riferimento alle dinamiche di internazionalizzazione della ricerca,
l’Università di Trieste è impegnata a:
❏ promuovere il partenariato internazionale dei progetti di ricerca e incrementare i contratti
ottenuti in sede internazionale, soprattutto europea;
❏ sostenere i programmi di collaborazione internazionale;
❏ favorire gli scambi di ricercatori;
❏ sostenere la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo;
❏ valorizzare la proprietà intellettuale (brevetti e commercializzazione);
❏ sostenere le collaborazioni internazionali conto terzi (consulenze, test, ecc.).
L’Università di Trieste in Serbia: nel caso della Serbia, tali linee d’azione hanno condotto
all’importante firma della convenzione fra l’I.S.T.I.E.E., presieduto dal Prof. Borruso, e l’Agenzia nazionale serba della sicurezza del traffico, nel maggio 2011. L’Istituto per lo Studio dei Trasporti
nell’Integrazione Economica Europea (ISTIEE) è stato costituito nel 1959 per iniziativa dell’Università degli Studi di Trieste ed in seguito definito dalla Regione Friuli “organo di supporto tecnico, giuridico e scientifico per incrementare lo sviluppo degli studi relativi ai trasporti”. L’Agenzia
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serba del traffico, cui spetta l’analisi, il monitoraggio e il miglioramento dei sistemi di sicurezza
del traffico stradale ha individuato allora in I.S.T.I.E.E. un partner strategico per realizzare i propri obiettivi di adeguamento agli standard europei. Inoltre, sempre con il supporto dell’Istituto
triestino, sono stati avviati dal Governo serbo studi su un possibile collegamento veloce fra il
porto di Bar, in Montenegro, e la capitale serba Belgrado, mentre sul fronte urbanistico e dell’edilizia sostenibile, la Facoltà di Architettura dell’Università di Trieste ha preso contatti con
aziende italiane che intendono partecipare a gare d’appalto sul territorio serbo, al fine di affiancare gli operatori economici nella fase di progettazione e simulazione, come già fatto del
resto in alcuni significativi interventi in Italia. Sono dunque diversi i campi d’azione dell’Università sul fronte del sostegno all’internazionalizzazione, nel senso di promozione e condivisione delle conoscenze, e diffusione di know-how, nel quadro di opportunità di business
all’estero, di cui le aziende possono beneficiare anche in Serbia.
TECLA CONSULTING
IN ITALIA
Contatti: via Nocelleto, 52
84084 Fisciano (SA) - Italy
+39.392.920.9248
+39.393.999.4300
www.teclaconsulting.net
[email protected]
IN SERBIA
Contatti: Reljina, 4/3
11 000 Belgrade - Serbia
+381.65.999.4300
+381.65.999.4304
TECLA Consulting nasce nel 2006 come società di consulenza con sede a Salerno ed operativa su tutto il territorio nazionale ed all’estero, specializzata nel supporto ai processi di miglioramento aziendale in termini di servizi di:
❏ engineering (re-engineering di prodotto in ottica lean, re-engineering di processo in ottica
lean)
❏ training (corsi di formazione customizzati sui temi del miglioramento continuo e delle operations)
❏ consulting (World class Manufacturing, Cost Deployment, Lean Management)
❏ che compongono il cosiddetto “Tomato Way”, rielaborazione del più celebre “Toyota Way”,
ossia un metodo di intervento fondato sui bisogni del cliente, dal momento che il sistema
non dà frutti se viene semplicemente “copiato” all’interno della propria realtà aziendale.
Compito della società è dunque quello di tradurre in risultati pratici l’applicazione delle metodologie di miglioramento organizzativo oggi maggiormente impiegate nel mondo, con
particolare riferimento al lean management. Ad oggi nel portafoglio di TECLA vi sono
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aziende del settore manifatturiero e dei servizi: automotive, food and beverage, logistica e
trasporti principalmente.
TECLA Consulting in Serbia: nel marzo 2011 TECLA Consulting ha costituito la Tecla Consulting Doo con sede legale a Belgrado e base operativa nella città di Kragujevac, e nell’ambito
di tale mercato la società mette a disposizione degli operatori italiani ed esteri l’esperienza maturata fino ad ora in diversi contesti. Le aziende italiane che investono in Serbia hanno necessità di essere supportate nella selezione, formazione iniziale e continua, e ricerca di
finanziamenti per la formazione del personale. Vi è infatti la necessità di focalizzare l’attenzione
sulle risorse umane, con riferimento a tre fronti almeno:
❏ recupero delle competenze nelle vecchie generazioni di lavoratori
❏ trasmissione di una cultura di fabbrica alle nuove generazioni
❏ sviluppo di una cultura manageriale per i neo – imprenditori, di seconda generazione, formati all’estero e rientrati in patria.
Allo stato attuale TECLA Consulting è impegnata in due iniziative di rilievo per gli operatori italiani in Serbia. Sul fronte degli interventi di sistema, diretti al complesso delle PMI interessate all’area, la società ha aderito al RISE, acronimo per Re-Imagine Serbian Excellence, un
programma modulare di attività formative, consulenziali e di coaching imprenditoriale con
l’obiettivo di mettere in grado le aziende di implementare un percorso autonomo di sviluppo
delle proprie performance. Nel corso del programma esse ricevono le linee guida dopo avere effettuato un audit specifico, e vengono di seguito supportate nella stesura di un piano formativo modulare e strutturato sulle reali necessità dell’organizzazione aziendale, attraverso
l’adozione di moduli preventivamente definiti da un Comitato Guida del Programma con il concorso di formatori e consulenti scelti e certificati dal Comitato stesso. Al primo audit ne seguono
altri, periodici, mentre prosegue il lavoro di supporto all’impresa.
Oltre a ciò, TECLA ha in essere una collaborazione con FIAT MTU (Manufacturing Training
Unit) a Kragujevac, e partecipa alle attività di formazione dei quadri dirigenziali del sito produttivo FIAT. Sull’esperienza di World Class Management (WCM) in FIAT, che risulta essere uno fra
i casi più importanti di applicazione del lean management in territorio serbo oggi, si è tenuto un
seminario nell’estate del 2011 a Kragujevac, al quale hanno aderito oltre alla società di consulenza il Lean Enterprise Center italiano ed altre realtà imprenditoriali che hanno adottato il modello lean con successo.
Lo staff TECLA è impegnato sui pilastri del WCM per quanto concerne principalmente i sistemi di sicurezza, l’organizzazione del lavoro all’interno dell’azienda, la logistica, ed il controllo
di qualità, e sebbene il piano, iniziato nel mese di maggio, abbia avuto termine a settembre
2011, è nelle intenzioni della società mettere a servizio delle PMI, ricalibrandole, alcune delle
pratiche adottate con successo nel contesto di una multinazionale qual è FIAT. L’esperienza in
FIAT ha condotto a trasformare un’azienda fatta di diversi settori, ripartiti in aree e strutture organizzativamente e fisicamente distinte, che allestivano percorsi autonomi anche con riferimento alla formazione, in una sintesi maggiormente funzionale e flessibile. Tale sforzo di
razionalizzazione e sviluppo per favorire una maggiore competitività ed innovazione, è ampiamente condiviso e può trovare applicazione anche in realtà di dimensioni ridotte, quale può
essere il caso delle PMI italiane che operano in Serbia.
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AGENZIA REGIONALE DEL LAVORO
Contatti: via san Francesco 37
34133 Trieste
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È un ente funzionale della Regione Friuli Venezia Giulia dotato di personalità giuridica di
diritto pubblico, di autonomia organizzativa, amministrativa, contabile e patrimoniale. La sua
attività è regolata al Capo II del Titolo I della L.R. n. 18 del 9 agosto 2005, e prevede lo svolgimento delle seguenti funzioni: assistenza tecnica all’Assessore e alla Direzione centrale competenti in materia di lavoro a supporto dello svolgimento delle funzioni e compiti in materia di
programmazione regionale e gestione delle politiche regionali del lavoro e dell’esercizio delle
funzioni e compiti previsti dalla legge regionale 18/2005; monitoraggio e supporto alla valutazione dell’efficacia delle politiche in materia di lavoro, promuovendo l’innovazione nei due settori; osservazione e analisi del mercato del lavoro, monitoraggio delle attività svolte dalla
Regione e dalle Province e predisposizione del rapporto annuale sull’occupazione nel territorio regionale; assistenza tecnica alle Province, nell’ambito delle materie di propria competenza,
nel campo delle politiche del lavoro; attività di supporto nella realizzazione e gestione di progetti complessi a livello regionale e interprovinciale, in attuazione della legge regionale 18/2005,
da realizzarsi anche in collaborazione con altre Regioni o Stati e ogni altra funzione attribuita
dalla legge o delegata dalla Giunta regionale. I risultati delle analisi condotte sono reperibili sul
sito internet: www.agenzialavoro.regione.fvg.it
Internazionalizzazione: Considerate le competenze sopra richiamate e previa autorizzazione da parte dell’Amministrazione regionale, l’Agenzia regionale del lavoro partecipa all’intervento ipotizzando un contributo che potrebbe riguardare le seguenti attività:
❏ un’analisi esplorativa per conoscere le caratteristiche del mercato del lavoro locale serbo e
dei soggetti che vi operano (sia pubblici, sia privati)
❏ approfondimento delle caratteristiche della domanda e dell’offerta, anche in riferimento al
segmento dell’automotive;
❏ caratteristiche della regolamentazione del mercato del lavoro, ruolo delle parti sociali e caratteristiche della contrattualistica;
❏ supporto metodologico alla costruzione di strumenti per la realizzazione di indagini/rilevazioni per conoscere il mercato del lavoro locale, i fabbisogni professionali e formativi.
4.4
Considerazioni conclusive
Da quanto detto nel corso del Tavolo, sono emersi degli aspetti interessanti. Innanzitutto,
che la forza lavoro in Serbia è molto qualificata e competitiva sul fronte dei costi e non è un
caso che alcune tra le maggiori grosse aziende di tutti i settori si siano delocalizzate in diverse
aree di questo paese, fornendo anche un know-how d’avanguardia. Tuttavia, a tutt’oggi la
61
aziende incontrano ancora difficoltà nell’individuare profili professionali idonei alle proprie esigenze sul territorio d’insediamento. In particolare, c’è la necessità di riqualificare la generazione
di lavoratori attivi fino alla dissoluzione della Iugoslavia e alla conseguente crisi del sistema produttivo del periodo socialista, nonché di stimolare la formazione e il miglioramento degli standard professionali delle generazioni successive (fascia d’età compresa 20- 40 anni), che pagano
il ritardo della propria nazione nella formazione, ricerca e selezione del personale. Nel caso della
Città di Kragujevac queste esigenze sembrano particolarmente attuali in quanto sul suo territorio sono presenti realtà industriali ancora in fase di riconversione, sia realtà imprenditoriali innovative.
Si è di conseguenza deciso di rafforzare i rapporti di collaborazione fra Università di Kragujevac ed atenei regionali, a Trieste ed Udine.
Sul fronte del lavoro, formazione e risorse umane si segnala la proposta progettuale
“MECOM – Meccanica e componentistica a Kragujevac” presentata a fine 2011 dal Polo Tecnologico di Pordenone in collaborazione con INFORMEST, l’Università di Kragujevac, la Camera di
Commercio di Kragujevac e una società italiana attiva in Serbia. Il progetto prevede due linee di
intervento:
1) sviluppo di partnership al servizio della aziende del settore tecnologico e della meccanicacomponentistica-elettromeccanica in Serbia;
2) trasferimento know-how per la costituzionea a Kragujevac di un parco tecnologico.
Un ruolo di rilievo verrà svolto, in tale cornice, dal team Finest attivo presso l’Info Point
di Kragujevac.
NOTE
62
63
5. TAVOLO BUSINESS
DELLE AZIENDE
5.1
Introduzione
Per sviluppare il proprio business a Kragujevac le imprese regionali possono trovare supporto presso vari enti, a partire dalla municipalità stessa e da SIEPA in Serbia, per continuare
con le Camere di Commercio regionali, la Camera di Commercio italo-serba e la Camera di commercio serba in Italia.
Il tavolo “Sviluppare il proprio business nell’area di Kragujevac e nel resto della Serbia”, tenutosi il 15 settembre 2011 presso Assindustria di Pordenone, ha permesso agli enti già impegnati in questa zona di presentare le possibilità di collaborazione tra le due realtà, quella della
regione FVG e quella di Kragujevac. In particolare sono intervenuti:
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
Assessore allo Sport, Cultura, Relazioni Internazionali e Comunitarie, Dott. Elio De Anna
Ambasciatrice della Repubblica di Serbia in Italia, Ana Hrustanovic
Direttrice CCIAA di Pordenone
Azienda Speciale ConCentro CCIAA di Pordenone
SIEPA (Serbia Investment and Export Promotion Agency)
CCIAA di Udine
Camera di Commercio italo – serba di Belgrado
Camera di Commercio della Serbia in Italia (Milano)
IC&Partners Group (Udine)
Coordinatore del Tavolo Business: Dott. Paolo Perin
5.2
Il quadro settoriale a Kragujevac
Secondo i dati forniti dalla Municipalità di Kragujevac nel 2008 erano attive 1.218 imprese, costituite per il 93,6% da imprese di piccole dimensioni (fino a 50 dipendenti). In particolare, il 61,4% è formato da aziende che impiegano da 1 a 10 dipendenti, il 21,6% da aziende
a titolare unico e l’11,8% da aziende con 11-50 addetti. La disaggregazione settoriale fa emergere che oltre il 40% delle imprese è attivo nella distribuzione commerciale all’ingrosso, al dettaglio e nelle riparazioni di veicoli, motocicli e beni personali/della casa, quasi l’11,0% nelle
attività immobiliari, leasing, noleggio, servizi informatici/servizi di consulenza alle imprese, ed il
7,2% nei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni. In media, in questi 3 macro-settori il 94,3%
delle imprese è costituito da aziende di piccole dimensioni.
Anche nel settore delle costruzioni emerge una forte concentrazione di imprese di piccole dimensioni, mentre nella produzione di veicoli a motore, nella metallurgia e nella produzione e distribuzione di elettricità, gas e acqua prevale la presenza di aziende di grandi
dimensioni. Per quanto concerne invece la proprietà delle imprese risulta che quasi l’89% di
esse è di proprietà privata, il 4,3% è costituito da cooperative, il 3,5% da imprese sociali, l’1,9%
da imprese a proprietà mista e l’1,5% da imprese di proprietà statale.
66
Tab. – Struttura delle imprese per dimensione e principali settori
Agricoltura e caccia
Minerario
Alimentari, bevande e tabacco
Tessile e prodotti tessili
Pelle e prodotti in pelle
Legno e prodotti in legno
Cellulosa, carte ed editoria
Prodotti chimici e fibre sintetiche
Prodotti in gomma e plastica
Minerali non metalliferi
Metallo e prodotti in metallo
Macchinari ed equipaggiamenti
Apparecchi elettrici ed ottici
Veicoli a motore
Produzione e distribuzione di elettricità,
gas e acqua
Costruzioni
Commercio all’ingrosso, al dettaglio e
riparazioni di veicoli
Alberghiero e ristorazione
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
Attività finanziarie
Immobiliare, leasing e servizi alle imprese
TOTALE (*)
Grandi
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
4
1
0
5
N. di imprese
Medie Piccole
0
46
0
5
4
36
2
19
1
4
0
22
0
28
1
8
0
22
1
7
2
33
4
25
1
21
2
13
TOTALE
46
5
40
21
5
22
28
9
22
8
39
30
22
20
Grandi
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
10,3
3,3
0,0
25,0
Quota %
Medie Piccole
0,0
100,0
0,0
100,0
10,0
90,0
9,5
90,5
20,0
80,0
0,0
100,0
0,0
100,0
11,1
88,9
0,0
100,0
12,5
87,5
5,1
84,6
13,3
83,3
4,6
95,4
10,0
65,0
TOTALE
3,8
0,4
3,3
1,7
0,4
1,8
2,3
0,7
1,8
0,7
3,2
2,5
1,8
1,6
3
0
2
5
60,0
0,0
0,0
0,4
1
6
67
74
1,4
8,1
90,5
6,1
3
14
476
493
0,6
2,8
96,6
40,5
0
2
0
0
21
2
7
1
4
57
20
79
4
127
1.140
22
88
5
131
1.218
0,0
2,3
0,0
0,0
1,7
9,1
8,0
20,0
3,1
4,7
90,9
89,8
80,0
96,6
93,6
1,8
7,2
0,4
10,8
100,0
(*) – Inclusi altri settori minori, pubblica amministrazione e servizi alla collettività
FONTE: Community profile – City of Kragujevac
5.3
Interventi degli attori pubblici e privati
Dopo una breve introduzione da parte dell’Assessore Regionale alla Cultura, Sport, Relazioni Internazionali e Comunitarie, Elio De Anna, che ha evidenziato il sistema regionale come
“sistema dalle tre I: Inquieto, Innovativo e Internazionale”, S.E. l’Ambasciatrice serba in Italia, Ana
Hrustanovic4, ha sottolineato i 130 anni di relazioni diplomatiche intercorse fra Italia – Serbia,
che sono state contraddistinte da una condivisione forte di valori, idee e convinzioni fra le due
nazioni. Ha quindi ricordato che ora l’Italia è uno dei più grandi sostenitori della Serbia e che è
stato tra i primi Stati ad appoggiare l’abolizione del regime dei visti per Belgrado.
Oltre alla Russia, anche l’Italia si trova al primo posto come gradimento da parte del popolo serbo, mentre dal punto di vista economico l’Italia è da sempre uno dei più grandi partner
commerciali per la Serbia e simile rapporto registra una continua crescita anche grazie alla nascita di joint venture italo - serbe.
4
Si rinvia all’intervento di S.E. l’Ambasciatore serbo in Italia in apertura del presente Catalogo.
67
L’ambasciatrice ha sottolineato le agevolazioni che lo stato serbo ha attivato per gli operatori stranieri, le quali si sommano alla possibilità di ampliare il proprio mercato di approdo in
virtù del fatto che non vi sono dazi doganali con Russia, Turchia e Kazakistan, tranne per un numero di prodotti ancora fuori regime di libero scambio.
Per incentivare l’internazionalizzazione la Serbia si impegna così ad offrire:
❏ sicurezza di investimenti;
❏ presenza italiana “di sistema” (il 30% delle banche è italiano, vi sono assicurazioni italiane, ed
organizzazioni come INSIEL, INFORMEST, FINEST, SACE, SIMEST, SIBC che possono dar luogo
a progettualità condivise);
❏ incentivi per gli investimenti a fondo perduto e incentivi di natura fiscale;
❏ accesso a nuovi mercati.
Ha evidenziato inoltre il fatto che il FVG rappresenta un ponte per la Serbia verso l’UE, e
che la Serbia può rappresentare un ponte per il FVG verso un mercato di circa 800.000.000 di
persone, ricordando fra l’altro l’importanza che avrà l’apertura di un Info Point a Kragujevac per
il settore metalmeccanico in Serbia.
Il 14 settembre 2011 si è avuto un incontro fra l’Ambasciatrice Hrustanovic ed il Presidente
della Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo a Trieste, nella sede della Presidenza. Nel corso
dell’incontro, che ha visto anche la partecipazione dell’Assessore alle Relazioni Internazionali
della Regione Friuli Venezia Giulia, sono stati sottolineati i profondi legami tra la Serbia e Trieste,
ed il contributo determinante fornito da alcune eminenti famiglie di origine serba allo sviluppo
cittadino in ambito economico e commerciale. Il Presidente Tondo ha a sua volta ricordato i cordiali rapporti con il Presidente della Repubblica Boris Tadic ed ha osservato come Trieste sia sempre stata per la Serbi, una “porta d’ingresso” verso l’Europa occidentale.
Anche oggi del resto il ruolo del Friuli Venezia Giulia appare significativo, come testimoniato dalla firma del Memorandum d’intesa sottoscritto da Regione e Repubblica di Serbia nel novembre del 2009 a Roma, in occasione del vertice intergovernativo italo-serbo, e dall’offerta di
un nuovo accordo per il rafforzamento ulteriore di tale intesa.
Permane inoltre un forte interesse da parte dei rispettivi sistemi produttivi allo sviluppo di
rapporti economici su base bilaterale, con il sostegno di istituti bancari ed assicurativi italiani.
L’Assessore De Anna ha avanzato al riguardo la proposta di un collegamento aereo diretto tra
l’aeroporto regionale e Belgrado ed ha richiamato anche l’importanza del dialogo culturale, in
occasione della presenza dell’Ambasciatrice Hrustanovic all’inaugurazione della rassegna letteraria “Pordenonelegge”.
I lavori del tavolo sono quindi cominciati con l’ esposizione dei servizi offerti da parte dei
rappresentanti delle Camere di commercio e degli uffici adibiti al sostegno delle imprese nello
sviluppo del proprio business.
Le Camere di commercio regionali hanno da anni individuato nella Serbia uno dei Paesi
maggiormente importanti con cui sviluppare relazioni. Fra i diversi e numerosi interventi realizzati per promuovere le relazioni economiche fra le imprese della nostra Regione e le imprese
serbe si può citare la serie di progetti condotti dal sistema camerale regionale fin dal 2006 con
il sostegno anche dell’Amministrazione regionale nell’ambito della LR 1/2005 e coordinati pro-
68
prio dalla Camera di Commercio di Pordenone. Particolari azioni sono state fatte nei settori del
mobile-arredo, dell’agroalimentare e della meccanica focalizzandosi di volta in volta su specifiche regioni serbe oltre alla capitale, ed in partenariato con le Amministrazioni locali e le Camere
di Commercio serba e italo-serba.
Per quanto concerne la regione di Sumadjia e la città di Kragujevac, è da evidenziare l’importante partecipazione alla prima edizione della fiera SEE AUTO COMPO NET svoltasi a Kragujevac nel 2010, e dedicata al settore automobilistico, partecipazione coordinata dalla Camera
di Commercio di Pordenone attraverso la sua Azienda Speciale ConCentro e il suo Centro regionale della Subfornitura del Friuli Venezia Giulia in partenariato con Confindustria Udine. Questa partecipazione è stata l’unica rappresentanza italiana ufficiale alla Fiera con una collettiva
di imprese della subfornitura meccanica e per l’automotive. Alla luce del successo dell’iniziativa
è stata quindi organizzata la partecipazione anche alla seconda edizione della Fiera, sempre
con una collettiva di imprese della subfornitura regionale, alla quale ha fatto seguito un incoming di imprese della meccanica serba con relativa agenda di incontri con le nostre realtà imprenditoriali. Tali iniziative continueranno anche nel 2012.
Le relazioni economiche sono state peraltro affiancate e integrate ad azioni in ambito
culturale. In questo senso è stata importante la presenza dell’Ambasciatrice serba all’inaugurazione di “Pordenone legge” come inizio di un rapporto che potrebbe portare alla presenza del
FVG alla Fiera del libro di Belgrado (una delle più importanti dei Balcani).
Per permettere una maggiore contestualizzazione delle proposte emergenti dal tavolo,
l’intervento molto esauriente di Aleksandar Milosevic, Capo di Gabinetto del Sindaco di Kragujevac, ha consentito di presentare la Municipalità, sottolineando l’indotto portato dalla FIAT e
le opportunità di investimento ancora aperte e in continua espansione. Opportunità che hanno
fatto di Kragujevac la terza città per importanza produttiva in tutta la Serbia.
Al suo intervento ha fatto seguito l’esposizione del signor Jankovic, Capo reparto per lo
sviluppo e la pianificazione delle imprese, che ha ricordato come Kragujevac sia la prima città
ad aver ottenuto un riconoscimento come meta privilegiata di investimenti. E’ seguita poi una
descrizione di quelle che sono le principali caratteristiche del luogo, per la conoscenza delle
quali si rimanda alla prima sezione del catalogo.
A seguire, la Dott.ssa Paola Coccolo, Direttore di servizio presso la Direzione Centrale Attività Produttive – Servizio marketing territoriale e promozione internazionale dell’Assessorato
Regionale alle Attività Produttive, ha portato il saluto dell’Assessore Federica Seganti, ed ha ricordato come la legge regionale n. 4 del 2005 preveda il finanziamento a fondo perduto di progetti di investimento da parte delle imprese friulane. Del resto, mentre fino a giugno 2010 il
FVG trasferiva fondi senza poterne seguire poi l’utilizzo in modo puntuale, si è affermata ora la
proposta di una strategia sul fronte della promozione della internazionalizzazione delle imprese, con conseguente articolazione degli interventi ed attività di indirizzo e supporto delle
aziende che vogliano operare oltreconfine. Per questo è stato creato nell’ambito dello Sportello SPRINT – Sportello regionale per l’internazionalizzazione, un Comitato di coordinamento
tecnico incaricato della valutazione di progetti di internazionalizzazione ai fini del trasferimento
di fondi da parte della Regione alle sole iniziative che abbiano una ricaduta effettiva sul territorio, e per tale strumento, volto a riconcepire in senso “strategico” le misure a sostegno dell’internazionalizzazione in Regione, si rimanda alla scheda relativa allo SPRINT – Sportello
regionale per l’internazionalizzazione.
A seguire è intervenuto il Dott. Luca Penna, Direttore dell’ Azienda Speciale ConCentro di
Pordenone, che ha offerto una panoramica di quanto riscontrato in questi anni di collaborazione
69
stretta con la Serbia. Per quanto riguarda le esportazioni regionali verso la Serbia, ha osservato
il Dott. Penna, si è verificato un crollo del 40% nel periodo di crisi 2008-2010, mentre nel primo
semestre del 2011 c’è stata un’interessante ripresa del 10% rispetto al primo semestre 2010 trainata proprio dalla produzione di componenti in metallo, plastica, ecc.. Mentre di rilievo è il dato
delle importazioni regionali dalla Serbia che sempre nel primo semestre dell’anno hanno registrato un incremento di ben il 28%, dimostrando dinamicità dell’interscambio su base reciproca.
A livello regionale, il 20% delle esportazioni verso la Serbia ha origine nella Provincia di
Pordenone, come anche il 26% delle importazioni da questo Paese, mentre Udine è la provincia che traina l’interscambio regionale con il 36% delle esportazioni e il 50% delle importazioni.
Soffermandosi in particolare sulla Provincia di Pordenone, prioritari, come sopra indicato, sono
i prodotti della componentistica, che poi vengono trasformati e rifiniti in Italia alimentando in
misura significativa il comparto della subfornitura (import nel settore della meccanica). Sensibili opportunità di sviluppo potenziale sono riscontrabili anche nel settore del mobile in quanto
ci sono ottime prospettive per le esportazioni di mobili finiti dai distretti friulani della sedia ad
esempio, verso la Serbia, che si accompagnano all’ importazione di semilavorati da questo Paese.
Un elemento di interesse è offerto infine da un settore particolare, quello della viticoltura, per la presenza nel pordenonese di alcune imprese leader a livello mondiale nella produzione di barbatelle. Pordenone infatti esporta in Serbia ogni anno 500mila Euro di barbatelle, che
contribuiscono fortemente allo sviluppo del settore enologico serbo. E qui emergono importanti possibilità di cooperazione con tutta la filiera vitivinicola attraverso la collaborazione con
le nostre imprese regionali che producono attrezzature per la vivaistica, macchinari per la trasformazione e imbottigliamento dei vini, cavatappi e coltelli del distretto di Maniago: una cooperazione che non è solo economica, ma anche culturale, vista l’importanza che in entrambi i
territori riveste la cultura enogastronomica.
Un intervento di certo rilevante è stato fatto dai consulenti per gli Investimenti Diretti
esteri di SIEPA – Serbia Investment and Export Promotion Agency, una realtà che in Serbia ha
l’obiettivo di affiancare gli imprenditori stranieri. SIEPA infatti è un’agenzia specializzata, sorta
come agenzia governativa nel 2001, con lo scopo di:
❏ attrarre gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) ed assistere gli investitori stranieri in sede di realizzazione dei loro progetti in Serbia;
❏ promuovere le esportazioni dalla Serbia e sostenere l’attività degli esportatori serbi sui mercati esteri;
❏ promuovere la Repubblica di Serbia in ambito internazionale.
Per quanto riguarda il settore della promozione dell’export, SIEPA provvede, fra l’altro, alle
analisi ed alla divulgazione delle informazioni sui mercati esteri, al match-making con potenziali
partner esteri, all’organizzazione di partecipazioni alle fiere internazionali o a seminari all’estero
per le imprese serbe, all’organizzazione di incontri B2B tra le società locali ed estere in Serbia o
all’estero, all’organizzazione di seminari e corsi di formazione per imprese locali.
Per quanto riguarda il settore per la promozione degli investimenti in Serbia, l’Agenzia si
occupa della promozione degli IDE, della raccolta di dati per gli investitori interessati, della ricerca di possibili località d’investimento e dell’organizzazione di visite; provvede altresì al collegamento e coordinamento con altre istituzioni statali o locali competenti, all’assistenza nella
gestione del progetto d’investimento ed al servizio ”aftercare” relativo alle attività intraprese.
Gli accordi di libero scambio con UE, EFTA, Russia, Kazakistan, CEFTA, Turchia, Bielorussia, ai
quali va sommato l’accordo in preparazione con l’Ucraina, rappresentano uno fra i maggiori van-
70
taggi dell’investimento in Serbia. La Serbia inoltre beneficia dello status di partner commerciale
preferenziale negli scambi con gli Stati Uniti. Questi accordi permettono l’esportazione di prodotti “Made in Serbia” senza obbligo del dazio doganale verso un mercato da un 1 miliardo di
consumatori, che ha ripreso a crescere in misura più marcata nell’ultima parte dell’anno.
Inoltre, il Governo serbo ha previsto tutta una serie di incentivi e di benefici fiscali e finanziari, che variano in base alla zona della Serbia in cui avviene l’investimento, quali ad esempio: esenzione dal pagamento di imposta sugli utili aziendali per un periodo di 10 anni per i
grandi investimenti; esenzione IVA ed esenzione dal pagamento del dazio doganale per attività
produttive svolte nelle Zone Franche; aliquote fiscali più basse a livello regionale ed ulteriori
agevolazioni in sede di assunzione del personale; riduzione o abolizione di imposte attuate dal
governo locale, e così via. Uno degli strumenti maggiormente conosciuti è dato dagli incentivi
a fondo perduto, offerti dal Governo Serbo ed amministrati da SIEPA, i quali mirano a favorire la
creazione di nuovi posti di lavoro. Il valore degli incentivi varia da Euro 2.000 a 10.000, in ragione della zona nella quale ha luogo l’investimento.
Per grandi progetti e per progetti di interesse speciale, sono altresì previsti degli incentivi fino al 20% ad valorem dell’investimento. A seconda del settore industriale in cui si investe,
il numero di posti di lavoro creati che danno diritto alle agevolazioni ed ai fondi stanziati dal Governo serbo varia da un minimo di 10 (per il settore dei servizi destinati all’esportazione) ad un
massimo di 50 nuovi posti di lavoro in tutti gli altri settori eleggibili. Il valore soglia minimo di
investimento varia da 500.000 Euro nelle zone depresse o nelle zone di interesse speciale ad 1
milione di Euro in tutte le altre zone.
Nella regione in cui si trova Kragujevac sono previsti incentivi il cui valore è compreso fra
Euro 2.000 a 5.000 per ogni nuovo posto di lavoro creato. Kragujevac ospita inoltre una delle 8
Zone franche della Serbia, che godono di:
❏ benefici fiscali, quali assenza di dazi doganali per l’importazione di: impianti, materie prime
o materiale per la produzione destinata all’esportazione, materiale per la costruzione di infrastrutture nella zona franca;
❏ benefici finanziari come il libero trasferimento di capitali, profitto e dividendi all’estero;
❏ amministrazione unificata ed efficace all’interno della Zona franca (one-stop-shop), procedure
doganali semplificate (a carico degli uffici doganali situati dentro le zone) ed altro ancora;
Altre zone franche si trovano nelle città di Subotica, Novi Sad, Zrenjanin, Šabac, Užice, Niš
e Pirot.
Durante il Tavolo è peraltro emersa una problematica in merito al mancato rispetto in Serbia di standard qualitativi necessari per le produzioni industriali italiane. Il tema, sollevato da un
imprenditore intervenuto nel corso della discussione, ha suscitato la proposta di attrarre in Serbia prodotti, oltre che aziende. Questo avverrebbe al fine di agevolare un’impresa che decida di
investire in Serbia tramite la possibilità di realizzare tutta la filiera in loco, in virtù dell’appoggio
offerto da altre imprese serbe o da altri investitori stranieri appartenenti alla stessa filiera, i quali
potrebbero allora agire in gruppo nell’investimento comune. Sarebbe utile infatti sia per la parte
serba che per gli investitori favorire la crescita di un substrato d’appoggio per le imprese.
Da sottolineare infine che, per quanto riguarda la capacità di acquisto interna, la SIEPA
conferma come in Serbia sia in atto un trend positivo grazie all’aumento della produzione a livello nazionale.
Di seguito, il Dott. Bruseschi, al vertice di Confindustria Udine, ha portato il suo contributo sottolineando con piacere l’intensificazione del supporto da parte della regione FVG nel-
71
l’ambito dell’internazionalizzazione delle imprese italiane in Serbia, attraverso vari progetti sostenuti dalla legge regionale 19/2000, che mirano alla valorizzazione delle potenzialità operative in Serbia, non da ultimo attraverso il sostegno all’allestimento di incontri B2B.
È altresì importante ricordare che la Cooperazione italiana favorisce la promozione e lo
sviluppo delle piccole e medie imprese attraverso una linea di credito che ha permesso in particolare alle PMI locali di accedere a prestiti agevolati, erogati da cinque istituti di credito italiani
operanti in Serbia. La prima linea di credito messa a disposizione del Governo serbo, dell’importo
di circa 33 milioni di euro, è stata assorbita in 3 anni. A seguito degli ottimi risultati conseguiti, il
Governo italiano ha approvato nel marzo 2008, con avvio operativo previsto per il 2012, la seconda linea di credito, di circa 30 milioni di Euro i cui benefici, questa volta, sono stati estesi anche
alle aziende pubbliche municipalizzate, che possono investire nel miglioramento e potenziamento della rete dei servizi comunali, attraverso prestiti a tassi d’interesse estremamente favorevoli. L’impegno italiano si concretizza anche nella formazione del personale tecnico delle
municipalizzate ed in una campagna di informazione e di accompagnamento che spiega ai potenziali beneficiari dei crediti le modalità di utilizzo delle risorse messe a disposizione.
Una fra le maggiori criticità che possono emergere durante il processo di internazionalizzazione in Serbia riguarda soprattutto la comprensione delle procedure per l’ottenimento dei
permessi e per la tassazione e gli oneri doganali, che non sempre risultano in linea con gli accordi
firmati. Di contro, un punto di forza è dato dalla comprovata disponibilità degli attori locali. All’interno di questo sistema di cooperazione e di rapporti Italia-Serbia, un ruolo fondamentale è
giocato dalla Camera di Commercio italo-serba, di cui l’ex Segretario Generale, il Dott. Vacchiano,
ha fatto una breve presentazione sottolineando quelli che sono i principali servizi offerti agli imprenditori che decidono di investire in Serbia. La Camera di Commercio Italo-Serba è un’organizzazione apolitica e senza scopo di lucro che nasce per rispondere alle esigenze economiche
degli imprenditori serbi ed italiani. La Camera promuove lo scambio delle informazioni e dell’esperienza degli investitori nei mercati serbo ed italiano, cura e sviluppa la rete commerciale così
come l’intenso scambio economico tra questi due Paesi. Riconosciuta dal Governo Italiano ex
legge 518/70 e Membro del network mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero
(Assocamerestero – 74 CCIE riconosciute, presenti in 49 Paesi, con 140 Uffici e oltre 24.000 imprese
Associate, di cui il 70% sono aziende locali), rappresenta una realtà consolidata sul territorio serbo,
un punto di partenza ed un partner di fiducia, per gli imprenditori italiani e serbi.
Anche al fine di favorire la collaborazione in loco offerta dall’Ambasciata d’Italia in Serbia,
e dall’Ufficio ICE di Belgrado le cui prospettive si definiranno in questi mesi, la sede camerale si
trova presso le strutture di Palazzo Italia (che ospita anche l’Istituto Italiano di Cultura, l’Unità Tecnica Locale/Uffici della Cooperazione dell’Ambasciata d’Italia e la rappresentanza del Ministero
italiano per l’Ambiente in Serbia).
In chiusura lavori del tavolo è intervenuto Goran Ilic, Direttore dell’Ufficio di Rappresentanza della Camera di Commercio della Serbia in Italia, ricordando che l’ente per cui lavora ha
una storia di 150 anni, comprende 18 camere di commercio provinciali ed ha una sede anche a
Milano. Con l’Italia ha già stipulato oltre 70 accordi e negli ultimi anni ha acquisito molta esperienza anche nell’ambito della programmazione europea.
Per quanto riguarda l’import/export Italia/Serbia vale notare, su indicazione del Dott. Ilic,
come la quota maggiore delle esportazioni riguardi i settori siderurgico, del ferro e acciaio, l’abbigliamento, i metalli non ferrosi e le calzature, e va peraltro considerato che una componente
rilevante delle esportazioni serbe verso l’Italia è rappresentata da lavorazioni in conto terzi commissionate da imprese italiane, soprattutto nei settori delle calzature, del tessile – abbigliamento,
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del legno/arredamento e delle produzioni effettuate dalle numerose aziende italiane che hanno
investito nel Paese. Di contro i settori merceologici più rilevanti a luglio 2011, per quanto riguarda le importazioni serbe dall’Italia, erano: filati, tessuti e altri prodotti tessili, macchine d’impiego generale per l’industria, pelle e pelletteria, abbigliamento.
La Camera di Commercio Serba a Milano è uno dei referenti per le linee di credito lanciate
dalla Cooperazione Italiana in Serbia, che prevedono la concessione di un credito nel caso in cui
una ditta serba acquisti macchinari italiani. La Camera di commercio quindi offre alle ditte serbe
contatti, preventivi ed opportunità messi a disposizione dalle ditte italiane.
Questa linea di credito di 30 milioni di Euro (la prima é stata esaurita nel 2009) in favore
delle PMI e società pubbliche serbe per l’acquisto di beni e servizi di origine italiana (apparecchiature, parti di ricambio, tecnologie e relativi servizi di assistenza, licenze industriali) verrà rinnovata nel 2012, e le banche partecipanti sono: Banca Intesa, Unicredit, e “Komercijalna Banka”.
L’ammontare minimo del credito richiedibile é di 100.000 Euro, mentre il massimo é di 2.000.000
Euro. Il tasso di interesse annuo non sarà superiore al 5% mentre la durata del credito è prevista fino ad un massimo di 8 anni, di cui 2 quale periodo di grazia, se richiesto.
SPORTELLO SPRINT - Sportello Regionale per l’Internazionalizzazione
del Friuli Venezia Giulia
Contatti: via dei Molini 4, 33170 Pordenone
tel. 0434 229811
fax 0434 20704
www.sprintfvg.it
[email protected]
Lo Sportello Regionale per l’Internazionalizzazione del Friuli Venezia Giulia è uno strumento nazionale, declinato su base regionale, che persegue la finalità di “rendere massima la
sinergia tra l’azione nazionale e quella regionale nel settore promozionale dei prodotti, delle tecnologie e dei servizi per migliorare l’efficacia dell’intervento pubblico in favore del sistema produttivo regionale ed, in particolare, nel processo di internazionalizzazione delle imprese.“(art. 1)
A tale scopo ogni Regione ha fatto ricorso a propri strumenti finanziari ed amministrativi, che
nel caso della Regione Friuli Venezia Giulia hanno visto, nel quadro dell’Accordo di programma
concluso fra Ministero del Commercio e Regione FVG nel 1999, l’assegnazione alla società Finest
SpA delle funzioni di promozione e coordinamento dello Sportello, in collaborazione con:
❏ ICE – Istituto Nazionale per il Commercio Estero, il cui assetto è ora in via di ridefinizione
con la costituzione dell’ACE5
❏ Unioncamere Friuli Venezia Giulia
❏ SACE – Istituto per i Servizi Assicurativi del Commercio Estero
❏ SIMEST – Società italiana per le Imprese all’Estero
❏ FRIULIA SpA
❏ INFORMEST
Decreto del 6 dicembre 2011 n.201, di seguito convertito con modifiche in Legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2011
5
73
Ad oggi lo Sportello, che inizia la propria attività a seguito della firma del Protocollo operativo del nove ottobre del 2001, gestisce lo SPRINT FVG e il relativo Fondo speciale a contabilità separata sulla base della Convenzione FINEST – REGIONE FVG conclusa nel 2002, con
l’istituzione di fatto di due direttrici d’azione: sviluppo del processo d’internazionalizzazione facente capo alla Regione Friuli Venezia Giulia ed offerta di supporto, attraverso servizi informativi, promozionali e di networking, al sistema imprenditoriale locale interessato o già attivo
all’estero:
1. sviluppo del processo d’internazionalizzazione
a tale fine Sprint FVG interviene a livelli diversi. Lo Sportello partecipa infatti ad investimenti
in società strumentali della Regione, nel rispetto delle norme in vigore in materia, ed utilizza i fondi disponibili per costituire Antenne regionali all’estero volte a promuovere od assistere imprese regionali. Inoltre, esso finanzia ulteriori attività d’interesse della Regione
all’estero con studi di fattibilità e progetti di assistenza tecnica ed offre supporto alla Regione nella definizione del proprio programma di attività internazionali, denominato PRINT.
2. supporto informativo, promozionale e di networking al sistema imprenditoriale che voglia
internazionalizzarsi
lo Sprint si propone quale one-stop-shop per l’internazionalizzazione, con l’offerta di quattro tipologie di servizi. Oltre il sostegno offerto all’azione regionale in tale campo, lo Sportello opera in veste di desk informativo in grado di supportare l’azienda a livello globale
tramite la rete dei partner, offrendo al contempo informazioni sugli strumenti finanziari a disposizione e le modalità di accesso al credito. Inoltre svolge attività promozionale tramite il
ricorso a seminari, missioni ed altri eventi.
Lo sportello oggi: nuove prospettive e metodologie d’intervento
Nel campo delle politiche di internazionalizzazione per le medie e piccole imprese, artigiane e non, la Regione Friuli Venezia Giulia ha attuato una strategia sostanzialmente “ricettiva”,
volta a recepire le azioni e le iniziative espresse dal territorio, a sostenere ed accompagnare
quanto attuato con il concorso di altri attori. Tale prospettiva permane tutt’ora, in linea con la
condotta di un’altra Regione del Nord Est, ossia il Veneto.
Nondimeno, simile scenario ha assunto forme e caratteri diversi in relazione alla congiuntura economica internazionale ed alla difficile fase di sviluppo che interessa l’economia
nazionale. A questo proposito, e tenendo conto dei sei “geni” propri del tessuto economico del
Triveneto, come individuati nell’ultimo rapporto della Fondazione Nord Est (Fondazione Nord
Est, 2011), la Regione ha deciso di assecondare il fenomeno di “addensamento” del tessuto produttivo locale, già indotto dalla crisi, e di favorire la proiezione di tale tessuto verso l’estero razionalizzando e coordinando maggiormente gli strumenti a disposizione nel pubblico ed
instaurando forme di dialogo costruttivo con il privato.
Questa duplice direttrice di intervento che mira ad orientare, accrescendone in questo
modo l’efficacia ed i profili qualitativi dei processi in atto, la cosiddetta internazionalizzazione
“spontanea” delle PMI friulane nel presidio dei mercati e nell’offerta di servizi di consulenza ed
assistenza, si ritrova in due iniziative avviate nel 2011 e facenti capo, rispettivamente, all’Assessorato allo Sport, Cultura, Relazioni Internazionali e Comunitarie per un verso ed all’Assessorato
alle Attività Produttive per l’altro.
Con riferimento al primo si osserva la volontà di proporre un coordinamento maggiore
fra funzione di “diplomazia istituzionale” in capo allo staff ed ai vertici regionali da un lato, e “Sistema Friuli Venezia Giulia” dall’altro, composto da tre bracci operativi quali Finest, Insiel ed
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INFORMEST oltre che dal network della formazione e ricerca, dalle associazioni di categoria, sistema del credito, rete camerale, operatori privati e così via. Tale team di competenze verrebbe
attivato su specifici contesti nazionali, avviando partnership ad un tempo verticali ed orizzontali con interi settori dell’economia di regioni estere al fine di consentire alle aziende friulane di
operare avvalendosi di contatti e canali di collaborazione fitti e fra loro sinergici, non privi di
una presenza concreta, consistente in un’Antenna o desk informativo e promozionale, nell’area
d’interesse. Le destinazioni selezionate al fine di costituire altrettante piattaforme per l’internazionalizzazione di sistema, sono, anche alla luce dell’evoluzione delle relazioni economiche
ed internazionali regionali degli ultimi anni: Federazione russa, Armenia, Albania e Serbia. Il modello avanzato di tale cornice operativa, è rappresentato proprio da “Destinazione Kragujevac”.
Un secondo intervento è quello che mira alla costituzione di un fondo strategico di supporto alle iniziative di enti pubblici che avviino progetti per l’internazionalizzazione (L.R.
11/2011), con riguardo nello specifico alla promozione dell’export, fissando sia un framework
temporale sia una graduatoria di obiettivi da perseguire a breve e medio termine. Detto fondo
viene assegnato tramite bando con valutazione dei progetti ad opera di un Comitato tecnico
di indirizzo presieduto dall’Assessorato alle Attività Produttive. Si tratta di raggiungere, nelle intenzioni dell’Assessorato, il 16% di PMI che ad oggi derivano meno del 2% del proprio fatturato dall’estero, e quante si trovano sprovviste della dimensione e dell’impostazione culturale
necessarie ad espandere il proprio business oltreconfine. Per tali destinatari, che possono essere
suddivisi fra imprese esportatrici e potenziali, gli assi di intervento si articolano allora in:
❏ consolidamento della posizione all’estero per PMI esportatrici ed affiancamento ed agevolazioni presso il mercato di approdo e potenziale;
❏ interventi in grado di favorire un aumento della percentuale di imprese e della capacità
d’internazionalizzazione delle imprese stesse, singolarmente ed in gruppo;
❏ sostegno ai processi di aggregazione e di messa in rete delle imprese con progetti di internazionalizzazione;
❏ creazione di poli settoriali per l’internazionalizzazione.
Il complesso di interventi così prefigurati, si inserisce in un’azione più ampia, di riordino
e ridefinizione delle varie linee di finanziamento regionale e nella richiesta agli enti che se ne
occupano, di presentare progetti congruenti con il piano strategico e corrispondenti a quanto
effettivamente richiesto dalle aziende. Da rilevare come tale azione sia stata inserita da subito
fra le attività ed i compiti dello Sportello, ottenendo il concorso, per quanto concerne proposte
e relativa offerta di servizi, di tutti i partner dello Sprint.
CCIAA di Pordenone
Contatti: Giovanni Pavan, Presidente
Corso Vittorio Emanuele II n. 47, 33170 Pordenone
Telefono 04343811
Fax 043427263
http://www.pn.camcom.it/
[email protected]
E-Mail certificata: (PEC) [email protected]
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Azienda Speciale ConCentro Pordenone
Contatti: Luca Penna, Direttore
Sede Corso Vittorio Emanuele II, 56 Palazzo Montereale Mantica
Tel 0434 381600; 0434 381600
Fax 0434 381635
E-Mail [email protected]
PEC: [email protected]
[email protected]
I servizi promozionali a supporto dell’internazionalizzazione, che la Camera di Commercio
di Pordenone rivolge alle proprie aziende, sono finalizzati a sostenere la competitività del sistema
imprenditoriale locale, nella convinzione che il rafforzamento e la crescita delle imprese possano
trovare un valido sostegno a livello istituzionale, per affrontare le sfide del mercato globale.
A tal fine la Camera di Commercio di Pordenone, attraverso la propria azienda speciale
ConCentro (Ufficio Internazionalizzazione, Centro Regionale della Subfornitura del Friuli Venezia Giulia) sostiene la promozione delle imprese, con le seguenti attività:
❏ missioni economiche e workshop all’estero;
❏ partecipazioni e coordinamento delle partecipazioni collettive e non a fiere in Italia e all’estero;
❏ organizzazione di workshop internazionali;
❏ accoglimento di delegazioni estere, finalizzate alla creazione di una rete di networking e a
contatti con il mondo imprenditoriale locale;
❏ partecipazione a progetti regionali, nazionali e comunitari, a supporto dell’internazionalizzazione delle PMI;
❏ stipulazione di accordi, convenzioni e rapporti di collaborazione, con Camere di Commercio estere, enti ed istituzioni estere;
❏ organizzazione di seminari e convegni e tavole rotonde, sulle principali tematiche dell’internazionalizzazione e sui mercati di particolare interesse per le imprese;
❏ assistenza di primo orientamento attraverso le proprie strutture camerali;
❏ servizi di consulenza specialistica a sportello e on-line;
❏ partecipazione a strutture regionali, nazionali e comunitarie (sportelli regionali, comunità di
lavoro, partenariati organismi per la promozione e lo sviluppo facenti parte del sistema camerale nazionale ecc.);
❏ realizzazione di studi, ricerche, analisi su aspetti connessi all’internazionalizzazione.
A Partire dal 2008, l’Azienda speciale della Camera di Commercio di Pordenone, ConCentro, fa parte della neo-costituita Enterprise European Network, la rete ufficiale della Commissione Europea a sostegno delle imprese e dell’innovazione, in sostituzione del network degli
Euro Info Centre e Innovation Relais Centre.
Contatti Internazionalizzazione:
Sede: Corso Vittorio Emanuele II, 56 – 33170 Pordenone, secondo piano
Telefono: 0434.381250 0434.381609
Fax: 0434.381637
E-mail: [email protected]
Responsabile: Simonetta De Piccoli
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Contatti Centro Regionale della Subfornitura del F.V.G.:
Sede: Corso Vittorio Emanuele II, 56 – 33170 Pordenone, secondo piano
Telefono: 0434.381693
Fax: 0434.381637
E-mail: [email protected]
Responsabile: Simonetta De Piccoli
SIEPA (Serbia Investment and Export Promotion Agency)
Contatti: Vesna Staji , Senior FDI Advisor
Jelena Spasic, FDI Advisor
Jelena Akovi , Legal Advisor
Vlajkoviceva St. 3, 5th floor
11000 Belgrado, Serbia
Tel: +381 11 3398 550
Fax: +381 11 3398 814
www.siepa.gov.rs
[email protected]
Creata come one-stop-shop, la SIEPA agisce come partner affidabile alle società internazionali, assicurando i risultati migliori per i loro progetti. Gli acquirenti esteri, dedicati alla qualità più
alta, possono contare sulle nostre conoscenze e competenze nella ricerca dei fornitori migliori.
I principali servizi SIEPA per gli investitori esistenti e futuri:
Servizi prima dell’investimento
❏ Informazioni sulla legislazione vigente in materia di investimenti esteri;
❏ Dati macroeconomici e profili per le industrie di interesse;
❏ Analisi dei costi delle operazioni;
❏ Presentazione delle opportunità di business;
❏ Altre informazioni specifiche su richiesta.
Servizi in sede di investimento
❏ Assistenza in sede di costituzione (registrazione, permessi di lavoro, uffici etc.);
❏ Identificazione delle località per gli investimenti greenfield;
❏ Reperimento del sito esistente per l’investimento brownfield;
❏ Organizzazione di visite ai siti;
❏ Matchmaking con i Joint-Venture partner;
❏ Facilitazione nei contatti con le autorità locali e nazionali.
Servizi post-investimento
❏ Assistenza nei rapporti con le amministrazioni a livello nazionale e locale;
❏ Consigli riguardanti i fornitori di vari servizi (banche, società di leasing, società di consulenza, studi legali, agenzie immobiliari etc.);
❏ Collegamento con i fornitori locali.
Allo scopo di aiutare l’investitore nel completamento del progetto, SIEPA lavora in collaborazione con tutti gli enti pubblici e privati operanti nel settore di investimenti, quali i ministeri
e gli altri enti governativi, le autorità municipali e le autonomie locali, le agenzie statali per i ter-
77
reni edificabili, le autorità fiscali e doganali, l’Istituto di Statistica, le camere di commercio a livello statale e regionale e la Banca Nazionale della Serbia.
Servizi riguardanti le esportazioni
❏ Lo scopo principale è la promozione sui mercati esteri dei beni e servizi prodotti in Serbia.
Questo compito viene svolto tramite:
❏ produzione di analisi e studi settoriali;
❏ assistenza agli esportatori serbi nei mercati internazionali;
❏ assistenza alla promozione di prodotti serbi nelle fiere internazionali;
❏ programma di sovvenzionamento e di distribuzione dei costi allo scopo di aumentare efficacemente la competitività delle imprese serbe.
Vi invitiamo a contattare il personale specializzato della SIEPA, pronto ad assistervi nei
vostri interessi economici. Pacchetti di informazioni personalizzati, relativi alla legislazione, all’industria, ai vari settori di produzione, e più in generale su fare affari in Serbia, possono essere
richiesti in base alle esigenze della vostra società. Nel caso in cui vorreste avere una conoscenza
più approfondita delle opportunità offerte, non esitate a contattare esperti della SIEPA.
Nel maggio del 2011 è stata firmata una convenzione tra Finest, Simest e Siepa al fine di
offrire un pacchetto completo di servizi finanziari e informativi per le imprese. La collaborazione
con Siepa implica la disponibilità di un attore locale per finanziamenti e agevolazioni fornite dal
Governo serbo.
A fine 2011 è stato così inaugurato l’Info Point di Sistema a Kragujevac, accessibile a tutti
i Partners del progetto, all’interno del Business center cittadino. L’ufficio, gestito da un team di
esperti locali, sarà presidiato da personale formato dai Partners stessi e arredato da produttori italiani, al fine di farne una vetrina del Sistema Italia. Esso mira ad offrire servizi di coordinamento
e supporto alle attività generate dai 5 tavoli operativi avviati nel 2011 a mezzo dell’ offerta di assistenza tecnica necessaria alle aziende per attivare i loro progetti, e facendo leva sulle sinergie
di Sistema createsi con Destinazione Kragujevac.
Camera di Commercio italo - serba
Contatti: Oliver Lepori, Segretario Generale
Kneza Miloša 56 - 11000 Beograd
Tel: +381(0)11/362-2773
Fax:+381(0)11/ 362-2772
www.camera-italo-serba.rs
[email protected]
La maggior parte dei servizi camerali, riportati qui di seguito, viene attivata per i soci al
momento del ricevimento della quota associativa:
❏
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❏
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Assistenza in loco;
Ricerca partner commerciali;
Informazioni su aziende locali;
Traduzione / interpretariato;
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❏
❏
Organizzazione missioni operatori italiani in Serbia e serbi in Italia;
Workshop, incontri b2b, assistenze fiere;
Ricerche di mercato;
Formazione e ricerca personale;
Informazioni di base e di primo orientamento;
Attività di assistenza presso Enti ed Istituzioni locali;
Agevolazioni su servizi/prodotti offerti e possibilità di promuovere i propri prodotti/servizi
su scala mondiale tramite il network di Assocamerestero;
Diritto di precedenza in occasione di:
– missioni imprenditoriali organizzate dalla Camera;
– partecipazioni collettive a manifestazioni fieristiche organizzate dalla Camera;
– partecipazioni agli eventi sociali camerali;
Promozione gratuita dell’azienda, tramite inserimento della stessa in liste settoriali;
Informazioni dettagliate sulle manifestazioni fieristiche nei due Paesi;
Prenotazioni a tariffe ridotte presso i più significativi alberghi di Belgrado;
Servizio di transfer con autista a prezzi convenzionati;
Servizio di interpretariato e traduzione, anche giurata, a tariffe convenzionate;
Indirizzario di aziende in settori d’interesse (sconto Soci 50%);
Organizzazione di incontri con operatori o istituzioni (sconto Soci 50%);
Redazione ricerche di mercato (sconto Soci 50%) / Campagne pubblicitarie;
Informazioni doganali / Assistenza legale e fiscale;
Servizi di domiciliazione e segretariato permanente;
Tenuta contabilità e controllo di gestione / Assistenza nelle procedure di privatizzazione;
Locazione di depositi in zona franca e non;
Progettazione, costruzione, ristrutturazione di immobili industriali e civili;
Assistenza in materia di leasing e finanziamenti agevolati;
Assistenza medica;
Servizio di ricerca personale / Formazione del personale dipendente tramite corsi ad hoc.
Camera di Commercio della Serbia in Italia
Contatti: Goran Ilic, Direttore dell’Ufficio di Rappresentanza
Promos Via Camperio 1/II, 20124 Milano
Tel: +3902 85 155 366
Fax: +3902 85 155 394
www.pks.rs/it
[email protected]
La Camera di Commercio della Serbia sovrintende al processo, avviato da alcuni decenni,
di apertura e sviluppo degli Uffici di Rappresentanza della Camera di Commercio Serba all’estero. Tali Uffici di Rappresentanza hanno come obiettivo quello di assicurare un’efficace presentazione dell’economia serba sul mercato internazionale, ed un target ulteriore é
rappresentato dallo sviluppo delle attività d’esportazione e dall’attrazione di investimenti diretti
esteri nell’economia serba.
79
Al momento gli Uffici di Rappresentanza della Camera di Commercio della Serbia all’estero si occupano di:
raccolta e diffusione informazioni legate ai movimenti economici nel Paese ospitante;
promozione economica della Repubblica di Serbia;
contatti d’affari e preparazione logistica necessaria per le visite degli imprenditori serbi;
organizzazione delle presenze ai simposi, seminari e a tutte le manifestazioni economiche
che si tengono nel Paese ospitante;
❏ preparazione dei soggiorni delle delegazioni economiche e dei singoli imprenditori nel
Paese ospitante;
❏ servizi ad hoc, su richiesta di singoli soggetti economici.
❏
❏
❏
❏
Il traguardo principale fino ad ora raggiunto grazie al lavoro intrapreso dalla Camera di
Commercio della Serbia è nel collegamento diretto degli Uffici di Rappresentanza con le aziende
serbe. Non a caso nel corso dell’anno 2008 sono previste varie visite dei Direttori degli Uffici di
Rappresentanza nelle diverse aree e regioni economiche della Serbia. Nel mondo degli affari,
l’informazione di qualità e il contatto diretto sono leve primarie di successo e tutto ciò può essere offerto dagli Uffici di Rappresentanza della Camera di Commercio Serba all’estero.
IC&PARTNERS GROUP
Contatti: Roberto Corciulo, Presidente
Via Roma, 43 - int. 11/D – 33100 Udine – Italia
Tel. +39 0432 501591
Fax +39 0432 228252
www.icpartnersgroup.net
[email protected]
IC&Partners Belgrade è stato uno fra i primi studi di consulenza italiani ad insediarsi in Serbia nel 2001 con l’obiettivo di supportare gli imprenditori italiani in un mercato che si apriva
dopo anni di sconvolgimenti bellici e sociali.
Nelle sedi di Belgrado e Niš i servizi professionali forniti comprendono:
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
consulenza societaria e fiscale;
assistenza nei processi di privatizzazione;
gestione contabile e amministrativa;
attività di budgeting, reporting e controllo di gestione;
risorse umane ed assistenza expat;
transfer pricing;
sistemi di controllo interno e internal audit.
IC&Partners Belgrade è membro di IC&Partners Group, (www.icpartnersgroup.net)
gruppo specializzato nella consulenza e assistenza operativa alle imprese che intendono sviluppare progetti di internazionalizzazione, che da anni rappresenta un osservatorio privilegiato
sull’area dell’Europa Centro Orientale, Federazione Russa e Cina.
Con oltre 1.000 aziende stabilmente supportate all’estero, 300 persone operative di cui
200 professionisti e 21 uffici diretti in 13 Paesi, IC&Partners Group non ha eguali a livello nazio-
80
nale per struttura, professionalità e presenza capillare sui mercati internazionali. Il Gruppo, infatti, mette gli imprenditori italiani nelle migliori condizioni per fare business all’estero orientandosi a garantire loro un’assistenza su scala globale e consentendogli di sviluppare il proprio
progetto sui mercati internazionali senza dover sostenere in autonomia lo sforzo organizzativo
dell’apertura e gestione di una struttura all’estero, soprattutto nello stadio iniziale di ‘perlustrazione del mercato’, che rappresenta una fase cruciale del progetto di internazionalizzazione.
Nell’ambito del progetto “Destinazione Kragujevac” IC&Partners ha partecipato al tavolo
tecnico relativo ai servizi al business organizzato da Finest e ha collaborato con Confindustria
Udine nella realizzazione del seminario “Obiettivo Kragujevac: opportunità di collaborazione
ed investimenti per le aziende del settore metalmeccanico e dell’indotto” svolgendo attività di
supporto per le associate di Confindustria Udine nell’approccio al mercato serbo.
Nell’arco di un decennio IC&Partners Belgrade ha assistito professionalmente nei loro
progetti di espansione in Serbia innumerevoli PMI fungendo da necessario interlocutore per la
comprensione delle regole e delle norme che governano il Paese, ed accreditandosi presso gli
enti e le istituzioni sia italiane che serbe.
La sede di IC&Partners Belgrade si trova in Bulevar despota Stefana 12 nel cuore di Belgrado in un prestigioso edificio che ospita il FIAT centar e a pochi passi dalle principali istituzioni
e Ministeri. IC&Partners Belgrade ha inoltre aperto una filiale a Niš, terza città per grandezza
della Serbia e principale città del sud del Paese, all’incrocio delle direttrici di comunicazione
verso Grecia e Bulgaria. Si tratta di un centro che detiene un’importante tradizione industriale
nel tessile, meccanica, elettronica ed agroalimentare, e dotato di incentivi per gli investimenti,
zone industriali e risorse umane qualificate.
5.4
Considerazioni conclusive
Le relazioni istituzionali ed imprenditoriali tra la Serbia e l’Italia sono di lunga data e destinate a consolidarsi ulteriormente in quanto l’Italia, oltre ad essere uno degli Stati membri
dell’UE che più appoggiano il processo di adesione della Serbia, è anche uno dei principali partner commerciali ed uno dei maggiori paesi investitori in questo paese. In questo contesto la Regione Friuli Venezia Giulia, tramite diversi enti pubblici e privati dislocati sul suo territorio, ricopre
un ruolo importante, come dimostrato dalle recenti partecipazioni ad iniziative congiunte nella
stessa Kragujevac e dalla presenza diretta in altre città della Serbia. Il sistema-impresa di Kragujevac è caratterizzato da una folta presenza di imprese di piccole dimensioni, attive soprattutto nel settore dei servizi e dell’indotto del comparto metallurgico ed automobilistico, ed il
recente rilancio dell’economia della Città, sospinto anche da un interessante sistema agevolativo, costituisce una base per nuove forme di cooperazione tra il sistema-impresa del Friuli Venezia Giulia e quello della Città di Kragujevac. Per raggiungere questo obiettivo è quindi
auspicabile che l’azione già perseguita con successo dai partecipanti al tavolo business del progetto “Destinazione Kragujevac” nel supporto all’imprenditoria regionale presente in Serbia,
prosegua in modo ancora più incisivo.
81
6. TAVOLO FINANZA
6.1
Introduzione
Il Tavolo Finanza si è tenuto presso la sede di Finest SpA ed ha visto la partecipazione di:
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
❏
Finest SpA
Friulia SpA
Simest SpA
Sace SpA
Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo
Banca Intesa Sanpaolo
Banca Unicredit
Raiffeisen Bank
Banca Friuladria – Crédit Agricole
Banca di Cividale.
Obiettivo del Tavolo è stata l’illustrazione dei principali servizi finanziari a disposizine delle
aziende italiane in Serbia, con particolare riferimento alle PMI, nonché dell’operatività presente
e futura di alcuni fra i maggiori soggetti nazionali ed internazionali attivi nel settore del credito
ed interessati a promuovere lo sviluppo ed il consolidamento del sistema finanziario serbo.
Coordinatore del Tavolo Finanza: Dott. Paolo Perin
6.2
Il quadro nazionale serbo
Gli strumenti finanziari internazionali e comunitari
L’accesso agli strumenti di assistenza e preadesione é stato ottenuto dalla Serbia nel 2007
e tale sostegno si é combinato a programmi istituzionali di sostegno ed aiuto ad hoc, per un ammontare totale di 2,1 miliardi di Euro fra il 1998 e 2006. Per il periodo che va dal 2007 al 2010,
l’ammontare previsto dal programma IPA è stato di 572 milioni di Euro.
La strategia e gli obiettivi dei finanziamenti comunitari ha riguardato sul fronte della ricostruzione e riforma del sistema economico e politico, la stabilizzazione macroeconomica e le
riforme strutturali, privatizzazione e sviluppo economico, riduzione della povertà, sviluppo delle
capacità amministrative, riforma del servizio civile e messa a nuovo del quadro legale di riferimento, tenendo conto dell’Acquis Communautaire. A loro volta, i fondi IPA hanno riguardato i
requisiti politici e socio-economici, e la convergenza europea delle politiche strutturali. Va peraltro notato come fra 2007 e 2008 talune decisioni cruciali in merito allo sviluppo futuro del
Paese siano state ritardate da due elezioni anticipate successive, mentre ancora oggi il quadro
politico appare non del tutto univoco, con effetti manifesti sul processo che segue alla stabilizzazione ed associazione con l’UE e che dovrebbe portare alla candidatura serba a membro dell’Unione. Nondimeno altre organizzazioni hanno nel frattempo avviato la propria presenza in
Serbia come Banca Mondiale, BERS, OCSE, e le Agenzie delle Nazioni Unite; ed organismi di cooperazione bilaterale (USAID; DFID; SIDA; GTZ, KfW, NPA e SDC) hanno a loro volta apportato finanziamenti così come buone pratiche e know-how.
84
Al di là della gamma di aiuti fiscali e sovvenzioni, esistono poi strumenti finanziari locali
a disposizione delle imprese:
1) fondo di sviluppo serbo
I crediti erogati dal fondo di sviluppo serbo offrono condizioni interessanti alle imprese (i
tassi di interesse indicizzati in Euro si attestavano nel 2010 a valori compresi fra 3% e 5%
annuale, a seconda della qualità della garanzia fornita) prevedendo ulteriori benefici qualora tali imprese siano localizzate in zone sfavorite, soprattutto nel Sudest del Paese;
2) SIEPA
SIEPA, Agenzia di promozione degli investimenti e dell’export, ed il suo omologo nella Provincia Autonoma della Vojvodina, il VIP Fund o Fondo di promozione degli investimenti in
Vojvodina, offrono sovvenzioni agli investitori la cui attività in Serbia favorisca in modo particolare l’impiego della forza lavoro e l’export. Oltre ai finanziamenti, SIEPA e VIP Fund offrono aiuto e supporto logistico sul posto;
3) AOFI
AOFI, Agenzia per l’assicurazione ed il finanziamento dell’export, costituisce la piattaforma
governativa di supporto agli esportatori;
4) fondi di garanzia
I fondi di garanzia, ed il loro equivalente per la Provincia Autonoma della Vojvodina, sostengono le attività delle PMI attraverso cauzioni fornite alle banche commerciali e destinate
ad agevolare l’accesso delle PMI al credito riducendone i costi.
Sistema bancario e finanziario locale
Il settore finanziario ed in particolare quello bancario, sono stati oggetto della più vasta
azione di ristrutturazione messa in campo dal Governo serbo nel corso dell’ultimo decennio.
Secondo i dati del 2010 circa 34 banche operano in Serbia con licenza della Banca nazionale
serba, e tale assetto è il risultato della decisione presa fra 2001 e 2002 di mettere in liquidazione
le quattro principali banche pubbliche serbe, ritenute responsabili del caos macroeconomico
degli anni Novanta e della scelta di adottare come obiettivo primario del programma di Governo la liberalizzazione del settore bancario e la sua apertura ai maggiori istituti di credito europei, con significative ripercussioni sulla qualità dei servizi finanziari offerti.
Se la prima banca a capitale straniero ad operare a Belgrado è stata la francese Société
Générale nel 2001, oggi 21 dei 34 istituti sopra citati sono filiali di gruppi europei (senza contare
ad esempio, le partecipazioni di istituzioni come la BERS in banche locali) a testimoniare una
presenza estera significativa che ha comportato anche un trasferimento di competenze e l’affermazione di un sistema competitivo in linea con quanto avviene in altre nazioni. Fra le banche
universali affermatisi nel contesto serbo vanno poi annoverate: Banca Intesa Sanpaolo, Raiffeisen
Bank, Unicredit, Volksbank, Erste Bank, Meridian Bank, Crédit Agricole Group e KBK Bank.
Con riguardo ad alcuni aspetti tecnici riferibili al sistema bancario locale e nazionale serbo,
colpisce la ricostruzione ex nihilo di tale sistema a seguito della riforma radicale del 2001 – 2002,
il totale degli attivi bancari e dei depositi essendo quasi nullo all’epoca. Nel 2010, viceversa, la
somma degli attivi si è attestata a 21,5 miliardi di Euro a fronte di 13, 4 miliardi di depositi e dell’impiego nel settore di circa 20.000 persone.
La fiducia nel dinaro è peraltro ancora parziale, nonostante gli sforzi della Banca nazionale
serba ed una relativa stabilità monetaria, cosicché l’80% circa dei crediti comporta una clausola
85
di indicizzazione al valore dell’Euro (90% per il credito ai privati). Come in molte economie emergenti al fine di contenere l’inflazione ed il deficit delle partite correnti, la Banca nazionale ha introdotto un sistema di riserve obbligatorie o depositi, calcolati sulla base dell’ammontare delle
risorse bancarie in divisa straniera ed in dinari. Tali riserve obbligatorie sono pari al 45% in valuta straniera ed al 10% in valuta nazionale, e vengono depositate presso la Banca nazionale
senza essere remunerate; hanno avuto un impatto negativo sui tassi di interesse per i privati e
le aziende, specie con riferimento ai crediti su base locale denominati in valuta straniera, anche
se è ammesso per le aziende il ricorso a crediti delocalizzati.
Detti crediti, offerti dalle banche internazionali, vengono erogati dalle case madri senza
risentire di fatto delle riserve obbligatorie previste per il sistema creditizio nazionale. Viceversa
devono rispettare dei vincoli previsti dalla Banca centrale serba con riguardo alla durata.
Offerta di credito alle aziende: oltre agli strumenti finanziari delocalizzati, una gamma
completa di mezzi di finanziamento fa capo agli istituti serbi e prevede tassi fra il 9 ed il 12% annuale, in relazione ai crediti di compensazione in Euro a breve e medio periodo, mentre i tassi
dei finanziamenti in dinari variano fra il 17,5 ed il 22% annuale.
Offerta di credito ai privati: durante i primi anni del processo di ristrutturazione e riforma
del sistema finanziario, il credito al consumo ha conosciuto un forte incremento, sebbene mantenendosi in una cornice di regole piuttosto restrittiva. Nondimeno, allo scopo di contrastare simile dinamica espansiva con effetti potenzialmente pericolosi, ridurre l’indebitamento serbo
verso l’estero, e controllare l’inflazione, la Banca nazionale ha limitato nel 2007 la durata massima dei crediti al consumo ad un periodo di due anni, con l’effetto di ridurne sensibilmente la
domanda. Il credito nel settore immobiliare, a seguito della costituzione nel 2004 dell’Agenzia
nazionale per l’assicurazione del credito immobiliare (NKOSK) ha viceversa conosciuto una forte
crescita. Il credito immobiliare può avere una durata massima di 30 anni, il più delle volte è denominato in Euro o Franchi svizzeri e può essere a tasso fisso o variabile.
Gli altri attori del sistema finanziario comprendono le compagnie d’assicurazione, le società di leasing, il mercato finanziario, i fondi di investimento ed i fondi pensionistici volontari.
Con riguardo al settore assicurativo, alla vigilia della crisi, nel 2008, erano 22 gli operatori
con licenza della Banca centrale serba, 19 impegnati nelle assicurazioni e 3 nelle riassicurazioni.
La Serbia è del resto, nel campo delle assicurazioni, il mercato con la più rapida espansione
nella regione (a tassi di crescita del 19,4% fra 2007 e 2008) sebbene il totale dei premi fosse ancora nel 2008 relativamente ridotto rispetto ai valori registrati in Croazia ed in Slovenia. Le filiali
locali di compagnie di assicurazione europee contavano nel 2008 per il 92, 6% del totale con Generali, Fondiaria, Wiener Stadtische e Grawe fra i principali attori.
Il fronte del leasing conta circa venti soggetti con riguardo al leasing finanziario, tutti legati,
fatta salva qualche eccezione, ad operatori bancari. Le società di leasing finanziario, secondo la
legge serba, non possono finanziarie il settore immobiliare e dunque i finanziamenti risultano
concentrati nei trasporti e nella dotazione (macchinari, impianti, beni strumentali) produttiva.
Facendo riferimento alla Borsa, quella di Belgrado contava circa 1.800 imprese quotate in
Serbia, con una capitalizzazione di 15,8 miliardi di Euro a settembre 2008. Malgrado le dimensioni ridotte del mercato finanziario nazionale in Serbia, le prospettive di sviluppo dell’attività
restano elevate, con la creazione di alcuni fondi di investimento già a partire dal 2006. Sempre
nel 2006 infine, una nuova legge sul sistema previdenziale ha permesso la creazione di fondi
pensione destinati al versamento volontario, che nel 2008 erano già nove in tutto per un valore
complessivo di 200.000 sottoscrittori e 47 milioni di Euro di capitale in gestione.
86
Meccanismi di garanzia per l’accesso al credito
È possibile al riguardo fare riferimento all’ipoteca, pegno, garanzia bancaria della casamadre e titolo di credito:
a. il ricorso all’ipoteca è diffuso in Serbia e può riguardare tutti i beni immobili, ed i terreni
agricoli, laddove dal punto di vista giuridico esso si basa sulla licenza d’uso, sulla licenza di costruzione, e sulla documentazione catastale riferibile al terreno agricolo in questione. Le banche operanti in Serbia chiedono di norma una ratio minima del 120% fra il valore stimato del
bene ipotecato ed il credito ad esso associato, ma tale ratio può di fatto variare in ragione della
localizzazione e dell’uso che ne viene fatto. Va rilevato come l’ipoteca negativa non sia riconosciuta dalla legge locale essendo dunque inesigibile dalle banche, fino a quando ipoteche di
grado successivo non siano state autorizzate;
b. il pegno contratto su beni mobili, beni commerciali o materie prime è pratica diffusa
in Serbia, di norma a seguito della stima e verifica di un esperto accreditato. Anche il pegno che
grava su parti della società è egualmente ammesso;
c. il ricorso alle garanzie bancarie non differisce da quanto è osservabile negli Stati dell’Europa occidentale, venendo lasciata alla singola banca locale la decisione in merito all’accettazione o meno della garanzia rilasciata da istituto straniero;
d. il titolo di credito nella forma assunta a livello locale in Serbia è uno strumento particolare, utilizzato come garanzia più che come mezzo di pagamento. A questo proposito, in caso
di mancato rimborso del credito così garantito, il titolo di credito può essere fatto valere presso
la Banca nazionale serba che provvederà alla confisca dei fondi disponibili su tutti i conti intestati all’emettitore del titolo di credito. A fini di maggiore sicurezza il titolo di credito potrà anche
essere convalidato da una banca locale, le tariffe per tale servizio essendo comparabili a quelle
connesse all’emissione di garanzia bancaria.
Convertibilità e controllo del cambio
Il dinaro serbo è liberamente convertibile dal 2001. A partire da tale data la valuta nazionale ha conosciuto una fase di deprezzamento fino a metà 2006 e di seguito una crescita in rapporto all’Euro, che ha registrato un rallentamento dal 2008.
Con riferimento alle operazioni di apporto e rimpatrio di capitali esteri in Serbia, esse
sono regolate dalla legge sugli investimenti stranieri e dalla legge sugli scambi internazionali.
Si rimanda dunque, per un primo approfondimento, a quanto riportato in:
Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio 2003, rif. SCG 1/03
Gazzetta Ufficiale del 19 giugno 2006, rif. RS62/06.
Cenni ai metodi di pagamento e regolamentazione commerciale
I mezzi di pagamento e di gestione dei conti bancari in Serbia presentano caratteristiche
simili a quanto avviene nell’UE. Vi è un ricorso maggiore allo strumento delle carte di credito rispetto agli assegni bancari e per le aziende sono stati messi a disposizione servizi di e-banking
relativamente flessibili ed affidabili. Il regolamento delle operazioni commerciali si effettua quasi
esclusivamente per trasferimento, l’assegno non venendo utilizzato a tale scopo ed il titolo di
credito rappresentando uno strumento prevalentemente di garanzia.
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Nell’ambito degli scambi internazionali, oltre i vincoli fissati dalla legge sulle operazioni
commerciali in valuta straniera la quale impone che ogni trasferimento sia accompagnato da
documentazione giustificativa, non si riscontrano particolari difficoltà con riferimento al mercato monetario ed alle operazioni di cambio connesse ad una transazione commerciale in ingresso ed in uscita.
6.3
Interventi degli attori pubblici e privati
Finest S.p.A.
Contatti: via dei Molini, 4
33170 Pordenone
tel: 0434 229811
fax 0434 20704
www.finest.it
Finest è la finanziaria che promuove la cooperazione economica tra le imprese italiane del
Nord Est e i Paesi dell’Est Europeo ed ex-Unione Sovietica, fornendo sostegno finanziario, knowhow e consulenza di alto livello (L. 19/1991).
E’ una Società per azioni partecipata da Friulia S.p.A., Veneto Sviluppo S.p.A., Provincia
Autonoma di Trento, Simest e da alcune banche, a livello locale e nazionale, e si configura come
un vero e proprio partner per le aziende del territorio, condividendo il loro progetto ed affiancandolo con una strategia finanziaria a medio - lungo periodo che consente di affrontare con
maggiore serenità l’avvio di una attività oltre confine.
Finest non si limita infatti a fornire gli strumenti finanziari a supporto dell’investimento,
ma delinea il proprio intervento sulla base delle specifiche strategie aziendali poste in essere dal
partner, così da rafforzarne l’efficacia e la sostenibilità.
Quanto ora indicato avviene attraverso il ricorso a due leve finanziarie fondamentali:
❏ la partecipazione al capitale sociale di Società di diritto estero. Finest può assumere, di
norma, partecipazioni fino ad un massimo del 25% del capitale sociale della società estera
per una durata massima di 8 anni, al termine dei quali il partner procede al riacquisto delle
azioni.
❏ il finanziamento, con il quale la Società é grado di potenziare, se necessario, il sostegno economico offerto dalla partecipazione, che rappresenta comunque il core business di Finest.
Inoltre la Società Italiana del Nord Est, grazie all’intervento di Finest potrà accedere alle
agevolazioni previste dalla Legge 100/’90 per i Paesi extra-UE, ottenendo dalla propria banca un
finanziamento che gode di un importante contributo in conto interessi a fondo perduto.
Oltre tali strumenti operativi, Finest è in grado di offrire una serie di servizi integrativi che
si riassumono nel concetto di advisorship, in virtù del quale la Società si fa porta d’accesso privilegiata verso gli strumenti del Sistema Italia a favore dell’internazionalizzazione delle imprese.
Dalle coperture assicurative tramite un partner consolidato come Sace, agli strumenti finanziari worldwide di Simest, fino all’accesso a specifici Fondi di Venture Capital messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Italiano: Finest potrà costruire un pacchetto di servizi
88
completo orientato alle esigenze dell’impresa, con un effetto moltiplicatore sulle potenzialità
del suo progetto.
Inoltre, la consulenza si amplia per il tramite dello Sportello SPRINT FVG, gestito da Finest
per conto della Regione Friuli Venezia Giulia che agisce a supporto di progetti di internazionalizzazione d’impresa in tutto il mondo. Finest garantirà così la necessaria visibilità presso i più
importanti player istituzionali, economici, finanziari e consulenziali esteri (rete diplomatica e consolare, Agenzie per l’attrazione degli investimenti, consulenti legali e amministrativi, Ministeri).
L’orizzonte operativo di Finest SpA ed il Progetto “Destinazione Kragujevac”
Negli scorsi mesi l’ambito di lavoro della Società è evoluto ancora, a dimostrazione della
propria capacità di adattamento ai rapidi mutamenti prodottisi nei mercati internazionali, che
è chiave di successo nel business oggi. Così nel corso del 2011 si è profilata l’opportunità e facoltà per Finest di mettere in relazione tra loro le aziende del territorio, costruendo reti di impresa modulate su di un progetto da esportare, per l’ottimizzazione dei costi e delle risorse, e
facendo massa critica sia in Italia che nel Paese di insediamento.
Tale impulso si accompagna del resto ad un’idea di servizio all’internazionalizzazione che
vuole aggregare molteplici competenze, sul fronte dell’intervento pubblico come privato, su
quello della domanda esplicita, implicita e potenziale di servizi, della segmentazione di mercato e della ricerca di valore aggiunto, della progettazione congiunta all’atto dell’erogazione
di detti servizi, e della logica “dal basso verso l’alto” che passa attraverso il coinvolgimento del
destinatario, ovverosia dell’impresa che intende internazionalizzarsi.
Tutto ciò ha dato luogo a “Destinazione Kragujevac”, quale piattaforma geografica e virtuale di supporto all’internazionalizzazione. Si è cercato infatti di fare dialogare fra loro i soggetti
“della filiera”, impegnati a sostenere le aziende italiane in Serbia e quanti possono concorrere a
tale supporto, ottenendo risultati importanti in termini di adesioni e linee d’azione, in uno scambio quanto mai proficuo di conoscenze, problematiche e proposte.
Ad ogni Tavolo si è accompagnata la stesura di un documento di sintesi, verbale dei contenuti emersi e al tempo stesso agenda degli impegni presi e delle scadenze in divenire. Inoltre Finest SpA ha allestito missioni a carattere tecnico-operativo ed istituzionale per raggiungere
gli interlocutori in territorio serbo e promuovere la propria attività a tutti i livelli della cooperazione economica. Il risultato è stato quello di raccogliere ulteriori impressioni e suggerimenti
facendo dell’esperienza dell’internazionalizzazione così come testimoniata e vissuta dalle
aziende del Nord Est, in larga parte PMI, il motore primo d’ogni sviluppo ed intesa ulteriore.
L’interesse così suscitato ha condotto ad una progressiva legittimazione del progetto ideato da
Finest da parte di attori di peso come la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’Ambasciata
d’Italia e Belgrado e l’Ambasciata di Serbia a Roma.
L’ultima evoluzione registrata si è avuta con la fine di dicembre 2011 e l’inaugurazione formale di un Info Point – Antenna FVG in Serbia, che opera in qualità di desk promozionale
ed informativo e vetrina potenziale delle produzioni italiane in Serbia, ed a cui si è dato
vita tramite accordi formali, con il Centro per l’innovazione del business di Kragujevac e
con un team di esperti locali impegnati nella gestione della struttura e nel coordinamento
delle attività in essere nell’area. L’Info Point ha beneficiato anche di un’investitura regionale
come ufficio di appoggio delle iniziative regionali nel campo dell’internazionalizzazione,
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con l’apertura di un’Antenna Serbia in grado di offrire uno sbocco ed orientare in loco
anche le aziende di dimensioni minori, fra i maggiori target di Finest oggi.
Il Fondo Balcani è uno strumento, affidato in gestione a Finest SpA, istituito con Legge n. 84 del 21
marzo 2001, D.M. n. 433 del 5 dicembre 2003, che presenta le seguenti caratteristiche:
Natura del Fondo: E’ un fondo rotativo finalizzato a sostenere gli investimenti delle imprese italiane in Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Romania, Serbia e Montenegro, attraverso l’acquisizione da parte di FINEST di quote del capitale di rischio in imprese da
costituire o già costituite nei Paesi citati. Tali quote devono essere aggiuntive rispetto a quelle acquisite da FINEST ai sensi della legge 19/91.
Ammontare: 8,3 milioni di Euro.
Tipologia d’intervento: La quota acquisita da FINEST, a valere sul Fondo, non può superare il 40%
del capitale sociale dell’impresa partecipata e l’importo di € 516.456.
L’intervento aggiuntivo del Fondo deve inoltre essere:
❏ di importo non superiore al doppio della partecipazione acquisita da FINEST ai sensi della
legge 19/91;
❏ tale che la partecipazione complessiva di FINEST nel capitale di rischio dell’impresa estera
non superi il totale delle quote di partecipazione detenute da imprese italiane e il 49% del capitale sociale dell’impresa estera. Le partecipazioni acquisite a valere sulle disponibilità del
Fondo devono essere cedute entro un massimo di otto anni dall’acquisizione della partecipazione stessa, e comunque, non oltre i termini convenuti nei contratti relativi all’intervento
di FINEST. Il riacquisto da parte delle imprese italiane non è soggetto a garanzie.
L’impresa deve corrispondere al Fondo, sulla partecipazione acquisita a valere sul Fondo medesimo, un corrispettivo fisso quale remunerazione forfetaria a fronte della cessione, da parte del
Fondo, dei diritti di godimento delle azioni o quote. Il corrispettivo è pari al tasso ufficiale di riferimento della BCE, vigente alla data della delibera, maggiorato al momento di un punto percentuale. L’agevolazione descritta non si applica ai progetti delle imprese che, investendo all’estero,
non prevedano il mantenimento sul territorio nazionale delle attività di ricerca, sviluppo, direzione commerciale, nonché di una parte sostanziale delle attività produttive.
Procedura e tempi: L’operatore presenta direttamente a FINEST il progetto di società estera, corredato da documentazione e da informazioni di carattere tecnico, industriale, economico e finanziario.
FRIULIA SpA
Contatti: via Locchi, 19
34123 Trieste
tel: 040 31971
fax 040 3197400
www.friulia.it
90
FRIULIA è la finanziaria della Regione Friuli Venezia Giulia costituita nel 1967 con una
compagine azionaria suddivisa fra la Regione FVG, al 79,3%, ed istituti bancari locali e nazionali,
enti ed assicurazioni, al 20,7%.
Il capitale sociale di FRIULIA è di 278 milioni di Euro, mentre i mezzi propri complessivi ammontano a oltre 800 milioni di Euro. Secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio della Fondazione Rosselli sugli strumenti di finanza pubblica per l’intervento sul territorio, il modello
operativo di FRIULIA appare relativamente unico nel contesto nazionale e regionale, e viene assimilato a quello di una vera e propria merchant bank: FRIULIA infatti “agendo in una logica di
mercato, investe direttamente in equity, assumendo quote di minoranza in società di varie dimensioni e in varie fasi del ciclo di vita, dalle microimprese alle start up alle PMI alle grandi imprese già sviluppate, con operazioni di management buy in e management buy out, e partecipa
alla vita aziendale pretendendo informazione e condivisione e finanziando i piani di crescita
dell’azienda partecipata, senza intervenire operativamente”.
Il Gruppo si presenta quale eccellenza a livello nazionale, nel contesto delle dodici finanziarie regionali e quattro finanziarie nazionali oggi operanti in Italia, ed i suoi elementi distintivi sono: a. l’elevata capitalizzazione, da cui deriva una significativa disponibilità di fondi
per gli investimenti; b. la diversificazione dei settori di intervento; c. il portafoglio prodotti a disposizione delle imprese destinatarie dell’azione messa in campo da FRIULIA; d. l’elevato numero di investimenti effettuati; e. l’elevata produttività e professionalità del personale del
Gruppo.
Oltre la missione indicata ovvero l’attività core del Gruppo, FRIULIA ha sviluppato altresì
un’operatività a supporto delle imprese e delle aggregazioni di impresa.
91
L’attività di FRIULIA risulta così focalizzata su tre maggiori aree operative. Gli interventi di
private equity, il ruolo di agenzia di sviluppo regionale, e la veste di holding di partecipazione
della Regione FVG.
FRIULIA
ATTIVITÀ D’INVESTIMENTO
Private equity ed agenzia di sviluppo
FRIULIA assume partecipazioni di minoranza nel capitale di rischio di imprese regionali,
fornisce assistenza e consulenza alle partecipate, e più in generale partecipa alle imprese che
producano un interesse economico per la Regione.
La sua attività di investimento riguarda tutto il ciclo di vita dell’impresa, dallo start-up al
consolidamento, alle operazioni di MBI/MBO, successione ed internazionalizzazione.
Infine, nel portafoglio della Finanziaria sono presenti società regionali di diversi settori,
dai più tradizionali alle nuove tecnologie, dal manifatturiero alla distribuzione organizzata, dal
terziario avanzato al turistico - alberghiero. Quanto a strumenti e caratteristiche, nonché focus
di investimento riferibile al complesso delle azioni messe in campo, essi appaiono come segue:
92
Strumento
Taglio
investimenti
Focus
way Formula
out way out
Strategia
microimprese
fino a
€ 250.000
Piccole imprese,
Seed, Start up, primo
sviluppo
3-5 Riacquisto e/o a
anni mercato
Favorire accesso al
mercato ed al sistema finanziario
sviluppo
tradizionale
da € 250.000 PMI già attive ed in
a € 5 Mio
fase di crescita
5-6 Riacquisto a
anni P/C option
Crescita aziendale
nella continuità del
controllo imprenditoriale
“Piano pmi”
da € 250.000 Fatturato fino
a € 2 Mio
a € 10 Mio
Consolidamento
4-5 Riacquisto a P/C
oggi per sviluppo
anni Valutazione a PN
domani
PMI in fase di crescia
e/o con solida presenza sul mercato
(buyout, development e replacement
capital)
Mercato (quotazione, trade sale,
3-6
buyout) o foranni
mule miste (mercato - P/C)
Crescita aziendale
con eventuale diversificazione azionaria,
ingresso/uscita
nuovi soci
Fino a
€ 5 Mio
Imprese logistiche
5-6 Riacquisto e/o
anni merc.
Start up,
Sviluppo
Fino a
€ 12 Mio
Progetti
infrastrutturali
5-10 Riacquisto e/o
anni merc.
Sviluppo
infrastrutturale
Investimenti a Fino a
€ 12 Mio
mercato
Logistica e
trasporto
Project
financing
In relazione
al progetto e Progetti
all’apporto infrastrutturali
dei privati
5-10 Riacquisto e/o
anni mercato e/o CF
Consulting,
Advisor,
Arranger,
Coinvestotre
Venture
capital fondo
aladinn
da € 250.000 Early Stage
e sviluppo
a € 3 Mio
3-5
Mercato
anni
Tecnologie e/o
prodotti innovativi
Le linee guida operative riguardano rispettivamente l’area produttiva/territoriale con il
coordinamento di iniziative ed interventi di sviluppo territoriale, l’area portafoglio partecipazioni a mezzo della valorizzazione degli impatti dei propri interventi sulla posizione competitiva delle partecipate, e l’area finanziaria attraverso il raccordo delle iniziative e ruoli degli
operatori pubblici e privati nei processi di valorizzazione e ristrutturazione finanziaria.
I principali vantaggi insiti nell’intervento di FRIULIA vanno individuati in:
❏ acquisizione di una partecipazione di minoranza e, al termine del previsto periodo di intervento, cessione della stessa nei tempi e nei modi pattuiti;
❏ FRIULIA lascia la gestione dell’azienda agli imprenditori, fornendo però un check-up continuo del raggiungimento degli obiettivi prefissati nel business plan assieme a consulenza e
assistenza tecnica e riservandosi il diritto di intervento mediante adeguati patti parasociali;
❏ i collegamenti della Finanziaria con banche ed altri investitori istituzionali e privati, con associazioni ed enti, con grandi gruppi industriali e la messa in rete di tali relazioni a disposizione dell’azienda per ricercare contatti, sinergie e vantaggi che ne favoriscano lo sviluppo
ed il consolidamento;
❏ l’apporto, con il concorso di FRIULIA in qualità di socio, di visibilità e standing sia per il sistema bancario, sia per i clienti e fornitori e più in generale per tutti i così detti stakeholder.
È del resto degli ultimi mesi la configurazione della nuova missione per la Holding, quella
di “architetto” oltre che “pompiere della crisi”, ovvero l’impegno a diventare il centro di competenza e l’aggregatore proattivo delle iniziative delle altre realtà regionali complementari per
mettere in rete le rispettive eccellenze con un approccio visibile, flessibile ed integrato a supporto dei processi di rilancio ed innovazione delle imprese e delle filiere industriali.
FRIULIA assume al riguardo una veste rinnovata che, valorizzando le competenze e strutture esistenti nel Gruppo, possa assumere un ruolo di catalizzatore di progettualità integrate per
lo sviluppo del territorio regionale. In sintesi dovrà rafforzare il ruolo di motore dello sviluppo
economico regionale, perseguendo simile obiettivo nell’ambito di un equilibrio economico e
patrimoniale che autoalimenti nel tempo la capacità della Finanziaria e delle Società del Gruppo
di impattare sul territorio, negli interessi di azionisti e stakeholders.
Va nondimeno precisato che FRIULIA investe unicamente in:
❏ società di capitali esistenti o da costituirsi;
❏ con organizzazione operativa in FVG;
❏ in imprese localizzate al di fuori della regione purché tali interventi favoriscano lo sviluppo
di iniziative economiche nel territorio regionale.
L’azienda oggetto d’intervento deve anche disporre di:
❏ un progetto industriale ben definito;
❏ relativo business plan;
❏ come scopo la generazione di valore in tutti i suoi aspetti;
❏ l’innovazione tecnologica e lo sviluppo industriale;
❏ … una storia dunque, ma anche un presente ed un ragionevole futuro.
Un ulteriore elemento sul quale soffermarsi è rappresentato dalla tipologia di sostegno offerto
alle dinamiche di aggregazioni fra PMI, tali da assicurare al contempo:
❏ mantenimento dell’indipendenza e della propria entità da parte delle imprese coinvolte;
❏ superamento dei vincoli dimensionali;
93
❏ adesione ed osservanza della contrattualistica, oltre all’accesso ad agevolazioni fiscali e semplificazioni normative.
Su questo nuovo fronte, FRIULIA può potenziare il proprio ruolo offrendo:
❏ strumenti finanziari dedicati;
❏ servizi di consulenza che soddisfino i bisogni di circolante e di investimento delle Reti di
Impresa;
❏ la propria veste di catalizzatore tra Rete di Impresa e sistema creditizio, attraverso la misurazione del valore aggiunto di FRIULIA in materia secondo il criterio per il quale ogni Euro
investito da FRIULIA (equity/finanziamento) corrisponde ad un coinvestimento e mobilitazione del sistema creditizio/bancario nel medesimo progetto/Rete (misurazione adottata in
proposito da IGO/Banche per lo Sviluppo Internazionali);
❏ effetto moltiplicatore delle risorse a disposizione delle PMI/Reti di Impresa.
SIMEST SpA
Contatti: Gian Carlo Bertoni, Responsabile Dipartimento Promozione e
Marketing
Corso Vittorio Emanuele II, 323
00186 Roma
tel. +39 0668635376
fax +39 0668635404
SIMEST SpA è la finanziaria del Ministero dello Sviluppo Economico, partecipata dalle
principali banche italiane e dal sistema confindustriale, incaricata della gestione degli strumenti
finanziari e dei servizi reali per l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
SIMEST nasce nel 1990 divenendo operativa un anno dopo, ed occupandosi dal 1999
anche della gestione degli strumenti finanziari pubblici a sostegno dell’internazionalizzazione.
A partire dal 2000 la società avvia il potenziamento della propria attività di servizi e consulenza,
dando inizio fra l’altro alla sua partecipazione al sistema degli Sprint, o Sportelli per l’internazionalizzazione regionali. Dal 2004 gestisce inoltre il Fondo di Venture Capital del Ministero
dello Sviluppo Economico. Dal 2007 la certificazione di Qualità – ISO 9001-2000, è estesa a tutti
i processi operativi, e dal 2010 viene lanciato lo strumento per la patrimonializzazione delle PMI
esportatrici.
SIMEST guarda all’internazionalizzazione come ad un processo dinamico che evolve rapidamente e che richiede risposte flessibili e su misura. Si tratta concretamente di esplorare, valutare ed infine realizzare un progetto insieme alle imprese partner ed agli altri soggetti attori
dell’internazionalizzazione. A tale fine la società sceglie di affiancare l’impresa italiana in tutte le
sue fasi di sviluppo all’estero, supportandola in ogni fase del progetto mettendo a disposizione
gli interventi più idonei alle sue necessità. Lo scenario operativo si presenta allora come segue:
❏
❏
❏
❏
❏
94
Investimenti in imprese estere extra U.E.;
Investimenti in imprese in ambito U.E.;
Individuazione di opportunità di business;
Advisory ed assistenza al funding;
Analisi dei mercati esteri;
❏
❏
❏
❏
Sviluppo commerciale in paesi extra U.E.;
Studi di fattibilità e assistenza tecnica per gli investimenti;
Consolidamento finanziario delle imprese esportatrici;
Esportazione di beni strumentali.
A ciascuno di tali passaggi corrisponde un’azione messa in campo da SIMEST:
❏ finanziamento per il miglioramento della solidità patrimoniale;
❏ finanziamento di studi di fattibilità e programmi di assistenza tecnica;
❏ finanziamento di programmi, con caratteristiche di investimento, per l’inserimento sui mercati esteri;
❏ stabilizzazione dei tassi su finanziamenti per l’export di beni d’investimento;
❏ business scouting e match making;
❏ partecipazione da parte di SIMEST al capitale sociale di società estere, con erogazione di
Fondo Venture Capital (per focus extra UE), e riduzione degli interessi sul finanziamento
della quota dell’azienda italiana (per investimenti extra UE).
Finanziamenti agevolati per il miglioramento e la salvaguardia della solidità patrimoniale delle pmi
Soggetti
beneficiari
Società di capitali italiane appartenenti alla categoria delle PMI che abbiano realizzato nei tre esercizi antecedenti la richiesta di finanziamento, un fatturato estero
almeno pari al 20% del fatturato totale. Al momento dell’erogazione i beneficiari
devono essere sottoforma di SpA
Finalità
Consentire alle imprese di raggiungere e/o mantenere un rapporto (ultimo bilancio) Patrimonio netto/Immobilizzazioni nette pari o superiore a 0,65 (livello d’ingresso). Le imprese possono presentare domanda qualunque sia il valore del loro
rapporto PN/Imm. Nette
Importo massimo
del finanziamento
Pari al 25% del Patrimonio netto della richiedente e comunque non superiore ad
Euro 500.000. Lo strumento è sottoposto al Regolamento Comunitario “de minimis”
Fasi del
finanziamento
Sono previste due fasi: a. erogazione del 100% del finanziamento e due anni di
pre-ammortamento; b. rimborso del capitale
Rimborso
condizioni del finanziamento
Ipotesi A:
In 5 anni al 15% del tasso di riferimento (ma non inferiore al 0,50%) per le imprese
che al termine della prima fase hanno migliorato o mantenuto il livello di solidità
patrimoniale
Ipotesi B:
In unica soluzione al tasso di riferimento per le imprese che al termine della prima
fase hanno raggiunto il livello soglia o hanno registrato una flessione pur rispettando il livello soglia (0,65%). Nel caso in cui la flessione sia nel limite del 5% rispettando il livello soglia, è previsto il prolungamento di un anno del
pre-ammortamento per raggiungere nuovamente il livello di ingresso
Durata
La durata è 7 od 8 anni compreso un pre-ammortamento di 2 o 3 anni a seconda
delle ipotesi (A) o (B)
95
Finanziamenti agevolati per la realizzazione di studi di pre – fattibilità ed assistenza tecnica
Soggetti
beneficiari
Imprese italiane in ogni loro forma
Iniziative
agevolabili
Possono essere agevolati studi di prefattibilità e fattibilità collegati ad investimenti italiani all’estero, e programmi di assistenza tecnica collegati ad investimenti italiani all’estero
Tipologia della
agevolazione
Finanziamento agevolato dei costi previsti per la realizzazione dello studio di
fattibilità o del programma di assistenza tecnica
Importo massimo del
finanziamento
agevolato
Studi di fattibilità collegati ad investimenti commerciali: 100% del totale delle
spese per un massimo di 100.000 Euro
Studi di fattibilità collegati ad investimenti produttivi: 100% del totale complessivo
delle spese per un massimo di 200.000 Euro
Programmi di assistenza tecnica ad investimenti: 100% del totale complessivo
delle spese per un massimo di 300.000 Euro;
Lo strumento è sottoposto al Regolamento Comunitario “de minimis”
Durata del
finanziamento
Cinque anni dalla stipula del contratto di finanziamento, comprensivi di un preammortamento di 2 anni dalla stipula del contratto di finanziamento
Tasso d’interesse
Fisso per tutta la durata del finanziamento e pari al 15% del tasso di riferimento
vigente alla data di delibera di concessione del finanziamento ma non inferiore
allo 0,50%
Finanziamenti agevolati per programmi di inserimento sui mercati esteri
96
Soggetti
beneficiari
Imprese italiane in ogni loro forma
Caratteristiche
Finanziamenti a tasso agevolato per programmi aventi natura d’investimento,
destinati a favorire la presenza stabile e duratura di imprese italiane in paesi
extra-UE
Condizioni di
finanziamento
Il finanziamento copre al massimo l’85% delle spese previste dal programma, per
un importo non superiore al 25% della media dei fatturati degli ultimi tre anni.
Lo strumento è sottoposto al Regolamento Comunitario “de minimis”
Tasso
Fisso per tutta la durata del finanziamento e pari al 15% del tasso di riferimento
vigente alla data di delibera di concessione del finanziamento ma non inferiore
allo 0,50%
Durata
La durata massima è di 7 anni, compreso un pre-ammortamento di 2 anni
Anticipo
Fino al 30% del finanziamento
Modalità di
realizzazione
del programma
L’impresa italiana potrà realizzare il programma avente natura d’investimento tramite:
Una società partecipata locale
Un soggetto locale non partecipato con cui l’impresa italiana stipuli un contratto
di collaborazione
Una filiale diretta o ufficio di rappresentanza
Sostegno dei crediti all’export
Caratteristiche
Contributi agli interessi ed interventi di stabilizzazione per consentire alle imprese
italiane di offrire agli acquirenti esteri di:
Macchinari
Impianti e relativi servizi
Dilazioni di pagamento a condizioni competitive (credito fornitore, forfaiting, credito acquirente).
Condizioni di pagamento a tassi allineati con quelli offerti dagli altri esportatori
UE ed OCSE
Iniziative
agevolabili
Export di macchinari, impianti e relativi servizi in tutti i Paesi
Importo
finanziabile
Massimo:85% della fornitura (15% in contanti); non superiore al 100% del valore
delle merci italiane
Partecipazione al capitale di imprese all’estero
Finalità ed
obiettivi
Promuovere la partecipazione di imprese italiane in società od imprese all’estero
Modalità
d’intervento
Partecipazione della Simest di norma fino al 49% del capitale sociale delle imprese
estere per una durata massima di 8 anni; l’acquisizione di quote di capitale di rischio può riguardare aziende di nuova costituzione, aumenti di capitale in società
già costituite o l’acquisto di quote di società preesistenti
Fondo di venture capital (paesi focus extra UE)
Obiettivo
generale
Il concorso dell’intervento di Simest con il FVC giunge fino al 49% del capitale sociale della società estera e non risulta essere comunque superiore al totale delle
quote detenute dai soci italiani
Durata
dell’intervento
La durata massima prevista è di 8 anni, con il limite rappresentato dai termini
contenuti nel contratto relativo all’intervento Simest (L. 100/90)
Garanzie
Per l’impegno al riacquisto delle quote di partecipazione del fondo non è richiesta l’assistenza di garanzie.
L’intervento del fondo prevede una remunerazione pari al tasso BCE, superiore
in ogni caso allo 0,50%
97
Agevolazioni per gli investimenti
Soggetti
beneficiari
Tipologia di
agevolazione
Imprese italiane che acquisiscono quote di capitale di rischio in società o imprese
all’estero in paesi diversi da quelli dell’UE, partecipate dalla Simest
Contributo agli interessi a fronte di un finanziamento bancario concesso all’impresa italiana da una banca operante in Italia
Contributo agli
interessi
Corrisposto direttamente alle imprese, pari al 50% del tasso di riferimento per il
settore industriale (il tasso, aggiornato al mese di dicembre 2011, è pari al
3,215%)
Durata del
finanziamento
La durata massima è di 8 anni, incluso un periodo di pre-ammortamento della
durata massima di 36 mesi
Importo
agevolabile del
finanziamento
Copre il 90% della quota di partecipazione dell’impresa italiana fino al 51% del
capitale dell’impresa estera (extra UE)
Partecipazione al capitale di imprese in ambito UE
La modalità di intervento prevede la partecipazione di minoranza (fino al 49%) nel capitale sociale di società italiane e/o loro controllate nell’UE, compresa l’Italia, a condizioni di mercato, al fine di:
❏ sviluppare investimenti produttivi;
❏ sostenere programmi di sviluppo tecnologico nelle aziende che investono in ricerca ed innovazione.
In generale, con riferimento all’iter previsto per la costruzione di ogni progetto che benefici del supporto Simest, si possono distinguere quattro fasi:
1) fase esplorativa, di definizione del progetto;
2) fase di strutturazione finanziaria del progetto;
3) erogazione del capitale di rischio;
4) attuazione di programmi di formazione del personale locale.
1) La fase esplorativa conduce al finanziamento agevolato di studi di fattibilità con importo
massimo previsto di 200.000 Euro, durata di 5 anni e tasso allo 0,50% (secondo i valori aggiornati a dicembre 2011). Oltre a ciò, possono essere offerti servizi di assistenza e consulenza finanziaria, quali assistenza tecnica/legale, impostazione e montaggio del progetto
d’investimento, analisi economico-finanziaria;
2) la fase due consiste di servizi di assistenza al reperimento dei fondi necessari all’attuazione
del progetto;
3) la terza fase si articola in: partecipazione Simest secondo le disposizioni contenute nella
legge 100 del 1990; partecipazione del Fondo Venture Capital; riduzione degli interessi sul
finanziamento per la quota spettante ai soci italiani;
4) infine è possibile richiedere il finanziamento agevolato per la formazione che può raggiungere la soglia massima di 300.000 Euro, la durata di 5 anni, ed avviene ad un tasso minimo dello 0,50%.
98
SACE SpA
Contatti: SACE SpA Venezia
Viale Ancona, 26
30172 Venezia
tel. 041 2905111
fax 041 2905103
e-mail: [email protected]
SACE SpA,“Servizi Assicurativi del Commercio Estero”, è la società, posta sotto il controllo
del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che agisce da Export Credit Agency italiana e sostiene l’internazionalizzazione delle imprese nazionali sul fronte assicurativo e creditizio.
SACE in Serbia
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi SACE il 2012 sarà per la Serbia l’anno del recupero dei
tassi di crescita registrati fino a 2008, pari a cinque punti percentuali su base annua. L’Italia rappresenta oggi il terzo partner commerciale di Belgrado ed il quinto stato estero investitore e
sono 200 le aziende italiane presenti sul territorio serbo, per un giro di affari di 2,7 miliardi di
Euro e circa 18.000 addetti. I settori merceologici di rilievo per le aziende italiane sono il tessileabbigliamento e la meccanica, in linea con la vocazione produttiva dell’industria nazionale.
Fra il 2006 e il 2010 sono triplicate le imprese che dall’Italia hanno scelto di internazionalizzare in Serbia.
Le condizioni di assicurabilità SACE in Serbia prevedono (Categoria OCSE 6/7)
❏ rischio sovrano: con condizioni
❏ rischio bancario: senza condizioni
❏ rischio privato: senza condizioni
Le garanzie deliberate alla fine di marzo del 2011 ammontavano a 155 milioni di Euro.
Il Rating del Paese per S&P e Fitch è pari a BB- con una maggiore attenzione al rischio politico, e le lista delle primarie banche assicurabili vede fra le altre Banca Intesa a Belgrado, Unicredit Bank Serbia JSC, Raiffeisen Bank a Belgrado, Hypo Alpe-Adria-Bank a Belgrado, Société
Générale Banka Srbija AD, Procredit Bank a Belgrado, Procredit Bank Kosova e Komercijalna
Banka a Belgrado.
Sul fronte consulenza e formazione SACE assiste le imprese che intendono avviare iniziative e cercare opportunità all’estero, ed allestisce programmi per operatori internazionali
coinvolti nel processo di internazionalizzazione. È stata altresì lanciata una piattaforma web per
lo svolgimento di corsi online.
Infine, con specifico riguardo all’Est Europa, si segnala il Programma Balcani che ha
l’obiettivo di favorire un atteggiamento di maggiore apertura, commisurata ai progressi ed agli
elementi che emergono dagli scenari politici ed economici di riferimento, per agevolare le imprese e le banche nell’investimento in sicurezza in questa regione.
È del 29 novembre 2011 la firma di un accordo di collaborazione fra SACE e Finest volto all’avvio di attività congiunte sul fronte commerciale, come della formazione e promozione dei
prodotti delle due Società nel territorio del Nord Est. Tale collaborazione potrà avere nel progetto
“Destinazione Kragujevac” un ulteriore ambito di lavoro comune.
99
CREDITO FORNITORE
POLIZZA LAVORI
CREDITO ACQUIRENTE
Beneficiari
Imprese italiane o controllate/collegate estere,
che esportano merci, erogano servizi o realizzano
studi e progettazioni all’estero.
Imprese italiane o controllate/collegate estere,
che eseguono lavori o
forniscono impianti “chiavi in mano” all‘estero, con
pagamenti regolati a SAL
o milestone.
Banche italiane o estere
che concedono finanziamenti a controparti estere
di imprese italiane o controllate/collegate estere,
relativi ad esportazioni di
merci/servizi o lavori civili
da eseguire all’estero.
Finalità
Assicurare le esportazioni contro il rischio di
mancato pagamento del
credito (oltre ai rischi accessori1, che saranno assicurati autonomamente
o meno dal rischio di credito), per eventi di natura
politica e/o commerciale.
In presenza di effetti
cambiari, la polizza agevola lo smobilizzo pro
soluto dei crediti assicurati a seguito del trasferimento (voltura) della
polizza stessa alla banca
scontante. Per contratti
d’importo non superiore
a € 5 milioni la polizza
può essere richiesta e gestita tramite piattaforma
informatica (Polizze”Plus
One” e “Basic”).
Assicurare l’impresa che
esegue lavori civili o forniture con posa in opera
all’estero, contro i rischi
di revoca commessa,
mancato pagamento, indebita escussione di fidejussioni,
distruzione/
danneggiamento e requisizione/ confisca di beni
esportati in temporanea,
per eventi di natura politica e/o commerciale. La
copertura revoca commessa e credito viene
concessa in forma abbinata, entro il limite di un
massimale indennizzato
“a primo rischio assoluto”.
Assicurare i finanziamenti concessi dal sistema bancario a favore
di controparti estere, relativamente ad esportazioni di merci/servizi o
lavori civili realizzati da
imprese italiane (o controllate/ collegate estere).
Tale polizza assicura la
banca finanziatrice contro il rischio di mancato
pagamento del credito a
causa di eventi di natura
politica e/o commerciale.
Durate
Nel rispetto della norma- In funzione delle carattetiva internazionale in ma- ristiche dell’operazione.
teria, le durate possono
arrivare fino a 10 anni.2
Nel rispetto della normativa internazionale in materia, le durate possono
arrivare fino a 10 anni.
Importi e tassi
di premio
In funzione delle caratteristiche dell’operazione.3
In funzione delle caratte- In funzione delle caratteristiche dell’operazione.4 ristiche dell’operazione.3
1
Rischi di revoca commessa, indebita escussione di fidejussioni, distruzione /danneggiamento, requisizione/confisca di beni temporaneamente esportati.
2
Dilazioni di pagamento ≥ 2 anni per operazioni su Paesi UE e taluni Paesi OCSE cat. 0.
3
limiti di importo fissati in funzione della durata della dilazione (importo minimo di USD 100.000 per dilazioni a 3 anni, USD 200.000
per dilazioni a 4 anni e USD 400.000 per dilazioni a 5 anni); tassi di premio applicati in funzione di a) merito creditizio controparte
estera, b) rischio paese, c) durata dilazione e d) percentuale di copertura concessa.
4
tassi di premio applicati in funzione di a) merito creditizio controparte estera, b) rischio paese, c) durata dilazione e d) percentuale
di copertura concessa.
100
CONFERME DI CREDITO
DOCUMENTARIO
POLITICAL RISK
INSURANCE
GARANZIE FINANZIARIE
Beneficiari
Banche italiane che confermano Lettere di Credito emesse da banche
estere, relativamente ad
esportazioni di merci/servizi o lavori civili realizzati
da imprese italiane (o
controllate/ collegate
estere).
Imprese italiane o ban- Imprese italiane (o conche (o collegate/control- trollate/collegate estere).
late
estere)
che
costituiscono o partecipano al capitale di società
estere
e/o
effettuano prestiti alle
loro partecipate estere.
Finalità
Assicurare le banche
italiane per le conferme
di crediti documentari
emessi da banche
estere, relativamente ad
esportazioni di merci/servizi o lavori civili realizzati da imprese italiane (o
controllate/collegate
estere). Tale polizza assicura la banca confermante contro il rischio di
mancato pagamento del
credito a causa di eventi
di natura politica e/o
commerciale.
Proteggere gli apporti
di capitale all’estero (o i
finanziamenti/ garanzie
prestate a favore di controllate/ collegate estere)
contro i rischi politici (es.
nazionalizzazione, guerre
e disordini civili, limitazioni ai trasferimenti valutari) che possano
causare perdite al capitale investito.
Durate
Per la normativa interna- Fino a 15 anni.
zionale in materia, le durate possono arrivare fino
a 10anni. 3
In funzione delle caratteristiche dell’operazione
(fino a 8 anni in regime di
convenzioni bancarie).
Importi e tassi
di premio
In funzione delle caratteristiche dell’operazione,
fermo restando quanto di
seguito indicato:
- limiti di importo fissati
in funzione della durata
della dilazione.5
Finanziamenti da 50.000
€ a 5.000.000 €.
Tassi predeterminati d’intesa tra SACE e le banche
convenzionate, in funzione del merito di credito
dell’impresa finanziata.
In funzione delle caratteristiche dell’operazione
Tassi di premio applicati
in funzione di a) rischio
paese, b) durata e c) tipologia di investimento.
Sostenere la competitività delle imprese italiane, garantendo fino
all’80% i finanziamenti
erogati dal sistema bancario per sostenere attività direttamente e/o
indirettamente connesse
a progetti di internazionalizzazione, non intaccando (per la parte
garantita da SACE) le
linee di fido complessivamente concesse all’azienda dal sistema
bancario. L’intervento
SACE avviene generalmente in base a specifiche convenzioni stipulate
con singole banche.
5
(importo minimo di USD 100.000 per dilazioni a 3 anni, USD 200.000 per dilazioni a 4 anni e USD 400.000 per dilazioni a 5 anni). Tassi di premio applicati in funzione di a) merito creditizio controparte estera, b) rischio paese, c) durata dilazione e d) percentuale di copertura concessa.
101
GARANZIE PRESHIPMENT
CAUZIONI
Beneficiari
Imprese italiane (o controllate/collegate estere) che esportano merci, erogano servizi o realizzano studi e
progettazioni all’estero.
Imprese italiane (o controllate/collegate estere) che esportano merci, erogano servizi o realizzano studi e
progettazioni all’estero, ovvero che eseguono lavori o forniscono impianti
“chiavi in mano” all’estero.
Finalità
Sostenere la competitività delle imprese italiane, garantendo fino all’80%
i finanziamenti erogati da qualsiasi
banca per l’approntamento di forniture
destinate all’esportazione o per l’esecuzione di lavori all’estero, non intaccando (per la parte garantita da SACE)
le linee di fido complessivamente concesse all’azienda dal sistema bancario.
Sostenere la competitività delle imprese italiane, procedendo all’emissione diretta o alla controgaranzia a
favore della banca emittente di fidejussioni6, non intaccando (per l’intero importo in caso di emissione diretta,
ovvero per la parte garantita da SACE in
caso di controgaranzia) le linee di fido
complessivamente concesse all’azienda
dal sistema bancario.
Durate
Fino a 18 mesi.
In funzione delle caratteristiche dell’operazione.
Importi e tassi
di premio
In funzione delle caratteristiche del- Nessun limite di importo. Tassi in funl’operazione. Tassi determinati d’intesa zione del merito di credito dell’impresa
tra SACE e la banca finanziatrice (op- e senza costi aggiuntivi.
pure predeterminati d’intesa tra SACE e
le banche che abbiano stipulato un’apposita convenzione per finanziamenti
preshipment), in funzione del merito di
credito dell’impresa finanziata.
POLIZZA MULTIEXPORT
6
102
POLIZZA MULTIMARKET
Beneficiari
Imprese italiane o comunitarie che ef- Imprese italiane o comunitarie che vofettuano transazioni ripetute verso uno gliono assicurare l’intero fatturato dilao più acquirenti esteri.
zionato, o suoi segmenti omogenei,
relativamente ad operazioni con controparti italiane e/o estere.
Iniziative
Assicurare transazioni ripetute verso
uno o più clienti/debitori esteri (fino
a dieci) con dilazioni di pagamento
inferiori a 12 mesi. La copertura, fino
al 90%, assicura contro il rischio di mancato pagamento dei crediti connesso al
rischio commerciale (abbinato o meno
al rischio politico), fino ad un massimo
di 10 nominativi esteri.
Assicurare tutti i crediti in portafoglio vs clienti italiani od esteri dal rischio di mancato pagamento per
eventi di natura politica e commerciale,
con copertura fino al 90%.
(es Bid Bond, Advance Payment Bond, Performance Bond, Warranty Bond, Retention Money Bond)
GARANZIE PER RIMBORSI
D’IMPOSTA
GARANZIE PER RISCHI
DELLA COSTRUZIONE
Beneficiari
Operatori economici soggetti a crediti Imprese italiane o comunitarie (per lo
IVA.
più edili) che desiderano tutelarsi contro i rischi derivanti dalla costruzione.
Iniziative
Ottenere le fidejussioni necessarie per
chiedere all’Amministrazione finanziaria il rimborso anticipato dell’IVA,
consentendo così alle imprese di ottimizzare la gestione finanziaria, svincolando risorse economiche altrimenti
immobilizzate.
Ottenere coperture assicurative contro:
danni materiali e diretti alle opere in
corso di realizzazione o preesistenti, sia
in Italia che all’estero (Polizza CAR);
danni materiali e diretti derivanti da difetto di costruzione nel caso di rovina
totale o parziale dell’opera o gravi difetti costruttivi che compromettono la
stabilità dell’opera (Polizza postuma
decennale); rischi connessi alla costruzione e installazione di macchinari, impianti e costruzioni in acciaio.
Le durate e gli Importi e i tassi di premio di questi quattro servizi verranno calcolati in funzione delle
caratteristiche dell’operazione.
REVERSE FACTORING
REVERSE FACTORING PA
CORPORATE
(Maturity con Dilazione)
Beneficiari
Enti e Pubbliche Ammini- Grandi Debitori Corpostra-zioni (PA) che desi- rate
derano rego-larizzare la
tempistica dei pa-gamenti ai fornitori
Iniziative
Regolarizzare ed agevolare il sistema dei pagamenti tra la PA e le
imprese fornitrici, attraverso la cessione pro-soluto dei crediti vantati nei
confronti della Pubblica
Amministrazione
dall’azienda fornitrice a
SACE FCT (la quale provvederà a pagare l’azienda
fornitrice nei termini contrattuali e ricevere in un
secondo momento il rimborso da parte dalla PA).
Regolarizzare ed agevolare l’accesso al credito
delle PMI, attraverso la
cessione pro-soluto a
SACE Fct dei crediti vantati nei confronti del
grande Debitore Corporate (SACE Fct provvederà
ad anticipare / pagare a
scadenza l’azienda fornitrice nei termini contrattuali e contestualmente
concederà una dilazione
al Grande Debitore).
FACTORING
“TRADIZIONALE” :
PROSOLUTO
& PROSOLVENDO
Imprese italiane
Smobilizzo dei crediti
vantati dall’impresa verso
uno o più debitori attraverso i tradizionali prodotti di factoring (pro
soluto, pro solvendo e
maturity).
Le durate e gli Importi e i tassi di premio di questi servizi verranno calcolati in funzione delle caratteristiche dell’operazione.
103
Raiffeisen Bank International AG, Vienna
Contatti: Dott.ssa Miriam Korsic
Via Andrea Costa, 20131 Milano
tel. 02 28040646
fax. 02 28040658
http://www.rzb.it/
Servizi offerti
I servizi offerti da Raffeisen Bank International al mondo delle imprese e ai mercati finanziari sono: attività di corporate e retail banking, soluzioni finanziarie per l’export, cash management, reperimento e gestione della liquidità sui mercati finanziari internazionali, investment
banking.
Chi siamo
Raiffeisen Bank International AG (RBI) è tra le banche leader in Austria e nel centro est
Europa (CEE), dove opera attraverso una rete di banche controllate, società di leasing e offre
altri servizi finanziari in 17 tra i principali mercati. Il gruppo ha 56000 dipendenti e 3000 filiali attive nella regione, RBI serve circa 15 milioni di clienti. RBI è parte del Raiffeisen Banking Group,
il principale gruppo bancario in Austria.
La nostra storia
Friedrich Wilhelm Raiffeisen (1818-1888), fondò nel 1862 la prima associazione di banche di credito cooperativo, che fece la sua prima apparizione anche in Austria nel 1886.
Con il passare degli anni queste casse cooperative iniziarono a federarsi, prima a livello
locale e poi nazionale, giungendo nel 1927 alla creazione della Genossenschaftliche Zentralbank (GZB), che nel 1989 assunse il nome di Raiffeisen Zentralbank Österreich AG (RZB). RZB è
stata la prima banca occidentale ad operare nel Centro Est Europa.
Nell’Ottobre 2010 il merger tra le principali attività di Raiffeisen Zentralbank Österreich
(RZB) e Raiffeisen International (holding finanziaria del Gruppo RZB) ha permesso l’inizio dell’attività di Raiffeisen Bank International AG – RBI.
Raiffeisen Bank International AG ed il mercato serbo
Il gruppo bancario austriaco Raiffeisen opera in Serbia dal 2001: “Raiffeisen Banka” è stata
la prima banca estera a operare in questo paese.
Raiffeisen é una banca universale e opera nei segmenti:
❏ Corporate – serve le imprese: grandi, medie e piccole;
❏ Retail – serve le persone fisiche e le imprese individuali;
❏ Treasury & Investment Banking.
Inoltre, il gruppo Raiffeisen in Serbia offre i seguenti servizi:
❏ Leasing - dal 2003 opera con Raiffeisen Leasing;
❏ Noleggio veicoli - dal 2006 opera con Raiffeisen Rent;
❏ Prodotti assicurativi e di investimento – con Raiffeisen Future e Raiffeisen Invest.
104
Con sede a Belgrado, Raiffeisen è presente in tutte le regioni della Serbia, con 93 filiali e
più di 40 centri nel territorio specializzati nei servizi alle imprese. L’ultimo riconoscimento ottenuto dalla banca è “Best foreign brand in Serbia” - miglior marchio estero in Serbia - nel 2010.
Raiffeisen Banka è la seconda banca del Paese per capitale netto, conta circa 500 mila
clienti e opera attraverso 93 filiali con oltre 1.800 dipendenti. Raiffeisen Bank Serbia ha un totale attivo di oltre 2 miliardi di Euro e ha erogato crediti ed anticipi per un valore che supera 1,2
miliardi di Euro. Il suo capitale netto al 31.12.2010 era pari a 474,2 milioni di Euro, mentre gli
utili prodotti dalla banca ammontavano a 27 milioni di Euro.
Servizi per le imprese e gli investitori esteri:
1. Corporate, Treasury & Investment banking, divisione creata per servire gli investitori esteri
e le imprese locali. Attualmente il Gruppo Raiffeisen è uno dei creditori principali in Serbia
con 855 milioni di finanziamenti erogati (portafoglio crediti): 70 delle 100 maggiori società
operanti in Serbia sono clienti di Raiffeisen Banka. L’81% dei maggiori investitori esteri sono
clienti Raiffeisen: a fine 2010 la banca aveva più di 5 mila clienti-imprese.
2. Raiffeisen è anche una delle banche leader in Serbia nel segmento consumer, nel quale
serve quasi mezzo milione di clienti. E’ leader nel segmento delle carte di credito con una
quota di mercato di circa il 10% (per numero di transazioni) ed occupa un ruolo di leadership nel segmento dei depositi in valuta.
Per quanto riguarda i servizi alle microimprese e alle ditte individuali, Raiffeisen Banka
serve più di 16 mila clienti con un portafoglio di crediti erogati di oltre 31 milioni di Euro e depositi per più di 28 milioni.
Con il 14% della quota del mercato dei cambi, Raiffeisen è l’istituto finanziario leader nel
Paese ed ha ricevuto diversi riconoscimenti per i servizi di custodia.
Anche le ricerche economiche e le analisi finanziarie di Raiffeisen Research sono sempre
più conosciute.
Leasing: Il servizio leasing viene offerto per locazioni di automobili, veicoli e altri beni strumentali. La società di leasing con sede a Belgrado opera anche nelle 5 principali città della Serbia, ed è tra i leader nel mercato locale con quasi 18 mila contratti e 144 milioni di Euro di beni
locati.
Prodotti assicurativi e di investimento: Raiffeisen Future è un fondo pensione volontario
con ottimi risultati e un totale gestito di un miliardo di dinari (10% della quota di mercato) che
rappresenta la maggior crescita del settore e conta più di 15mila membri. Mentre Raiffeisen Invest gestisce due fondi aperti: Raiffeisen Cash e Raiffeisen World (money market il primo, equity
il secondo).
Il gruppo Raiffeisen, ove opera, conferma una distinta attenzione agli aspetti sociali, in
particolare nell’area della salute, della cultura e dello sport come strumenti di miglioramento del
livello di vita sociale.
In Serbia sono stati realizzati tre progetti Telethon (equipaggiamento fornito a centri di
pediatria e neonatologia), palestre scolastiche e centri per bambini con problemi di sviluppo.
Sono inoltre stati realizzati 28 “parchi gioco gialli” e 10 campi di pallacanestro.
105
Oltre alla Serbia, Raiffeisen Bank opera nei seguenti Paesi:
Albania (Tirana)
Bielorussia (Minsk)
Bosnia (Sarajevo)
Raiffeisen bank Sh.a
Priorbank JSC
Raiffeisen BANK d.d.
Bosna i Hercegovina
Bulgaria (Sofia)
Raiffeisenbank (Bulgaria) EAD
Croazia (Zagabria)
Raiffeisenbank Austria d.d.
Kosovo (Pristina)
Raiffeisen Bank Kosovo J.s.C.
Polonia (Varsavia)
Raiffeisen Bank Polska S.A.
Repubblica Ceca (Praga) Raiffeisenbank a.s.
Romania (Bucarest)
Raiffeisen Bank S.a.
Russia (Mosca)
ZAO Raiffeisenbank
Serbia (Belgrado
Raiffeisen banka a.d.
Slovacchia (Bratislava)
Tatra banka, a.s.
Slovenia (Maribor)
Raiffeisen Banka d.d.
Ucraina (Kiev)
Raiffeisen Bank JSC
Ungheria (Budapest)
n. filiali 105
www.raiffeisen.al
n. filiali 96
www.priorbank.by
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
n. filiali
www.raiffeisenbank.ba
www.rbb.bg
www.rba.hr
www.raiffeisen-kosovo.com
www.raiffeisen.pl
www.rb.cz
www.raiffeisen.ro
www.raiffeisen.ru
www.raiffeisenbank.rs
www.tatrabanka.sk
www.raiffeisen.si
www.aval.ua
98
190
84
52
123
112
543
198
95
159
17
931
BANCA INTESA SAN PAOLO
In Serbia
Bojana Savovi , Italian desk BANCA INTESA AD BEOGRAD
Milentija Popovi a 7b, 11070 Beograd
Tel: +381.11.201.14.77
E-Mail: [email protected]
In Italia
Servizio Internazionalizzazione Imprese, Desk Est Europa
Daniele Bordina
Tel: +39 049 6539758; E-Mail: [email protected]
Alessandra Barbetti
Tel: +39 049 6539769; E-Mail: [email protected]
Roberto Gallo
Tel: +39 049 6539764; E-Mail: [email protected]
La rete internazionale di Intesa Sanpaolo e la presenza in Serbia
La rete internazionale e gli specialisti a servizio delle imprese italiane
Il Gruppo Intesa Sanpaolo può contare su:
❏ una selettiva presenza nel retail banking nei Paesi del Centro-Est Europa e nel Medio Oriente
e Nord Africa, con 8,3 milioni di clienti e oltre 1.700 filiali in 12 paesi;
❏ una rete internazionale con presenza in 29 Paesi per sostenere le attività della clientela corporate all’estero;
❏ 4 filiali hub: Dubai, Hong Kong, Londra e New York.
106
Per massimizzare i vantaggi di un contesto internazionale sempre più caratterizzato da
fattori di discontinuità e da complesse dinamiche competitive, diventa determinante poter accedere a competenze, risorse, capitali esterni e a network di professionisti che operano su scala
globale. A questa esigenza il Gruppo Intesa Sanpaolo risponde proponendosi quale partner di
riferimento per le imprese interessate a individuare nuove opportunità di crescita all’estero e/o
consolidarsi al di fuori dei confini nazionali. In ogni fase del processo di internazionalizzazione,
viene offerta a ciascuna azienda un’assistenza completa e personalizzata, in base alle sue caratteristiche e alle sue particolarità, volta a definire le soluzioni più adatte per realizzare attività
e piani di sviluppo sostenibili in un’ottica di medio lungo termine.
Gli elementi distintivi dei servizi offerti da Intesa Sanpaolo sono:
❏ un network internazionale presente in oltre 40 Paesi, con l’obiettivo di un ulteriore espansione in quelle aree del mondo dove più concreta è la possibilità di crescita;
❏ la presenza di un Italian Desk in ogni punto operativo all’estero - sia esso Banca, Filiale o Ufficio di Rappresentanza - dove l’imprenditore trova interlocutori che, oltre ad essere adeguatamente introdotti nei mercati locali, operano in forte integrazione con le strutture della
banca in Italia con cui condividono metodi e modalità di lavoro;
❏ l’esperienza a fianco delle imprese in Italia e all’estero e un’approfondita conoscenza delle
strategie aziendali, che hanno consentito lo sviluppo di una piattaforma innovativa di prodotti e servizi appositamente studiati e in continua evoluzione.
In quest’ottica, Intesa Sanpaolo, anticipando il mercato, ha costituito da tempo e sta progressivamente rafforzando una struttura specializzata nell’assistenza della clientela che desidera intraprendere un processo di internazionalizzazione.
Basato a Padova ma presente su tutto il suolo nazionale, il Servizio Internazionalizzazione Imprese (SII) è un team formato da professionisti che, garantendo una stretta integrazione tra le strutture del Gruppo in Italia e all’estero, seguono tutte le fasi del processo di
internazionalizzazione e supportano i gestori della relazione e le aziende clienti del Gruppo, sia
nell’operatività ordinaria sia nelle decisioni strategiche e “straordinarie”. La struttura opera con
cinque desk geografici specialistici (Cina, Americhe, Asia, EMEA, Est Europa) e un desk dedicato
ai rapporti con le istituzioni e il territorio (Associazioni di Categoria e altri Organismi Istituzionali) ed è organizzato con una serie di presidi territoriali che coprono il territorio nazionale.
Banca Intesa, banca leader in Serbia: Intesa Sanpaolo è presente in Serbia con Banca Intesa Beograd (BIB), prima banca del paese per (dati al 30.9.2011):
❏ totale attivo con una quota di mercato del 16,0%
❏ totale crediti alla clientela con una quota di mercato del 16,2%
❏ totale depositi da clientela con una quota di mercato del 17,8%
Inoltre BIB è leader nel:
❏ corporate con oltre 120 mila clienti;
❏ retail con quasi 1,5 milioni di clienti;
❏ settore pubblico (con una quota di mercato del 60% sul totale degli impieghi al settore);
❏ carte di pagamento con più di 1.000.000 carte rilasciate e la più estesa rete POS e ATM;
❏ operazioni di pagamento locali ed estere con una penetrazione rilevante anche nell’e-banking.
107
BIB con oltre 3.000 dipendenti e una
rete di 207 filiali copre tutte le principali città
della Serbia.
Per la clientela italiana BIB assicura una
selezione completa di servizi bancari, fornendo inoltre consulenza legislativa e fiscale
tramite un desk dedicato, dove personale italiano e/o locale che parla italiano è in grado di
suggerire agli investitori le migliori soluzioni
per lo sviluppo del business.
In particolare, alle aziende italiane BIB
offre:
❏ prodotti e servizi quali conti correnti (residenti e non), operatività in cambi, linee
di credito anche provenienti da Fondi internazionali (BEI, BERS, CEB, Governo Italiano), depositi, pagamenti, crediti
documentari, garanzie bancarie, assistenza nei processi di privatizzazione,
WorldWide account (apertura conti dall’Italia);
❏ assistenza e consulenza in ogni fase dell’investimento: costituzione società, apertura conto corrente, ed altro ancora.
UniCredit S.p.A.
Contatti: Piazza Cordusio 20123 Milano
tel.: +39 02 88 621
[email protected]
Per maggiori informazioni: [email protected]
UniCredit è uno dei principali gruppi finanziari Europei con una forte presenza in 22 paesi
e una rete internazionale complessiva distribuita in circa 50 mercati, oltre 9.500 sportelli e
160.000 dipendenti al 30 giugno 2011.
Opera attraverso la più estesa rete di banche nell’area dell’ Europa centro-orientale con
quasi 3.900 filiali e sportelli.
Il Gruppo è attivo nei seguenti paesi: Austria, Azerbaijan, Bosnia-Herzegovina, Bulgaria,
Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Italia, Kazakistan, Kirghistan, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Turchia, Ucraina e Ungheria.
UniCredit Bank Serbia, costituita come start-up nel 2001, è controllata al 100% da UniCredit SpA tramite la holding UniCredit Bank Austria. E’ la quarta banca della Repubblica Serba
108
per assets, ha realizzato nel 2010 un utile netto di Euro 33,8 milioni (+ 24% rispetto al 2009). La
banca conta 71 filiali in tutto il Paese.
Dal 2008 UniCredit Bank Serbia è uno dei principali player del mercato:
Al 30.06.2011
(dati provvisori)
EUR milioni
Quota di mercato
Ranking
Totale attivo
1.623
6.7%
4
Prestiti alla clientela
1.089
6.8%
3
Depositi della clientela
1.226
7.1%
3
30
17.4%
2
0,03
n.a.
1
Utile netto
Utile per dipendente
C/I ratio
Numero filiali
Dipendenti
33.5%
71
940
Facendo leva sul network internazionale del gruppo, UniCredit Bank Serbia è in grado di
offrire un livello di servizio molto alto alle imprese. Grazie alla solidità finanziaria del Gruppo, la
banca è il punto di riferimento per i gruppi internazionali operanti in Serbia, ma anche per le piccole e medie imprese italiane.
Al 30.06.2011
Numero di clienti corporate
3.003
di cui grandi e multinazionali
899
Impieghi corporate (EUR million)
817
Depositi corporate (EUR million)
313
La vera forza di UniCredit è un modello distintivo unico che si basa sulla presenza di un
International Desk in ogni Banca Estera del Gruppo, che conosce le caratteristiche e le esigenze
di business del sistema imprenditoriale nazionale e fornisce, in lingua italiana, suggerimenti e
indicazioni all’imprenditore riguardo il contesto locale.
Gli International Desks analizzano le esigenze delle imprese cross border ed offrono assistenza dedicata, adatta alle esigenze locali, compreso l’accesso a tutta la rete di filiali e società
prodotto (quali il leasing, il factoring, l’investment banking, etc.), introducono l’azienda presso
l’establishment produttivo locale favorendo la ricerca di partner commerciali; accompagnano
l’azienda presso le istituzioni italiane presenti nel Paese ed offrono accesso alla rete di consulenti legali ed amministrativi, al fine di sostenere la creazione di iniziative cross border.
109
Gli International Desks sono interfacciati in Italia da Cross Border Business Management
Italy, una rete di Managers presenti sul territorio che agisce da facilitatore tra le diverse normative locali e le differenze culturali e linguistiche, per supportare la rete italiana – sia Corporate
che PMI - operante nei mercati internazionali.
La struttura Cross Border Business Management Italy garantisce un supporto costante
ed efficace in stretta sinergia con la rete estera UniCredit, per migliorare la qualità del servizio
e dei prodotti, in modo da soddisfare al meglio le necessità dei clienti orientati all’internazionalizzazione. Detta struttura assicura altresì assistenza e consulenza, promuovendo le attività di
internazionalizzazione al fine di far cogliere alla Clientela tutte le opportunità di business.
BERS – European Bank for Reconstruction and Development
Contatti: Mr. Dragan Tepic, Responsabile della Banca Europea
per la Ricostruzione e lo Sviluppo
Ufficio permanente nella Repubblica di Serbia
Bulevar Dr Zorana Djindjica 64a, Belgrado
Tel: +381 11 212 0529 / Tel. diretto +381 11 212 0635
Cell.+381 63 304 821
Fax:+381 11 212 0534
www.ebrd.com
E-Mail: [email protected]
La BERS o Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, fondata nel 1991 con il concorso di 61 Stati e due istituzioni internazionali, e che beneficia del sostegno della Comunità Europea e della Banca Europea degli Investimenti, ha come proprio obiettivo la promozione della
democrazia e dell’economia di mercato in circa trenta nazioni che si estendono geograficamente dall’Europa Centrale all’Asia.
Storicamente la BERS ha risposto all’esigenza di favorire la transizione negli Stati membri dell’ex blocco comunista, accompagnando la creazione ed il consolidamento del settore privato nelle rispettive cornici nazionali. La sede principale della Banca è a Londra, e fra i destinatari
degli interventi figurano: Albania, Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Estonia, Georgia, Ungheria, Kazakistan, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Macedonia,
Moldova, Mongolia, Montenegro, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Tajikistan, Turchia, Turkmenistan, Ucraina ed Uzbekistan. La Banca ha esteso nel tempo la propria
area di intervento e registrato un’evoluzione negli scenari operativi. Dal 2011 ha iniziato ad allargare il suo raggio d’azione ai paesi nel Sud Est del Mediterraneo impegnati in riforme democratiche, quali Egitto, Marocco, Tunisia e Giordania.
Sul fronte operativo la Banca mostra un grado di flessibilità ed un’ampiezza nel proprio
raggio d’azione che consentono di operare a livelli ed in contesti diversi. Più concretamente,
BERS finanzia il settore del credito, l’industria e gli affari sostenendo l’avvio di attività oppure intervenendo in aziende già attive. Lavora a fianco di compagnie nazionali per favorirne il processo di privatizzazione, la ristrutturazione e l’incremento negli standard qualitativi e nel profilo
competitivo. Lo statuto della Banca limita gli interventi alle nazioni che siano impegnate a favore dei principi democratici e la stessa BERS ha contemplato nel suo accordo istitutivo una vo-
110
cazione particolare alla promozione di un modello di sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale.
Ad oggi la Banca ha impegnato 67,5 miliardi di Euro in circa 3.295 progetti, con un’erogazione di 9 miliardi per 350 progetti nel corso del 2011. I criteri di eleggibilità per ottenere i
fondi messi a disposizione da BERS sono:
❏ localizzazione in uno fra gli Stati nei quali BERS opera;
❏ fondate e significative prospettive commerciali;
❏ contributo di rilievo nella partecipazione da parte del sostenitore del progetto finanziato;
❏ ricadute sull’economia locale e sullo sviluppo del settore privato;
❏ soddisfacimento dei criteri di bancabilità ed ambientali;
❏ rispetto del limite massimo, previsto per ogni intervento BERS, pari al 35% - 50 % dei costi
totali;
❏ ulteriore concorso, sotto il profilo finanziario, da parte degli sponsor del progetto, di altri
co-finanziatori o attraverso i programmi BERS di prestito consorziale o in pool.
L’intervento di BERS comporta vantaggi molteplici, se si considera come la Banca operi
da oltre venti anni con successo nella propria area di riferimento, disponga di strumenti di intervento molteplici e flessibili, quali:
❏ partecipazioni;
❏ quasi - partecipazioni e garanzie secondo combinazioni diverse;
❏ finanziamenti;
benefici di rapporti diretti e di uno status di creditore preferenziale in tutte le nazioni di
intervento, abbia un rating a tripla A ed una presenza locale articolata, pervasiva e forte che
consente il rispetto delle pratiche di business locali ed una migliore operatività. Infine la Banca
agisce da catalizzatore per ulteriori interventi partecipativi, per l’accesso al credito ed il sostegno finanziario all’export.
Con riferimento più specifico ai prodotti BERS, si hanno principalmente:
Finanziamenti
Elementi costitutivi:
1. patto, come parte del pacchetto finanziamento e secondo il modello dei patti propri della
finanza di progetto, è volto a definire i termini dell’intervento;
2. rimborso del prestito, di norma in rate semestrali di eguale importo, può prevedere variazioni nell’estensione temporale delle singole rate e nell’importo delle stesse, secondo una
negoziazione ad hoc;
3. possibilità di copertura del rischio, laddove BERS può assistere nella gestione dei profili di
rischio associati all’attivo ed al passivo del progetto (rischio cambio, rischio interessi, rischio
commodities); gli strumenti al riguardo sono diversi: currency swaps, interest rate swaps, caps,
collars, commodity swaps…
Vantaggi:
1. importo minimo di intervento di 5 milioni di Euro, che nel caso della Serbia possono arrivare
ad uno;
2. facoltà di opzione fra tasso fisso e variabile, con un costo del denaro competitivo e parametrato ai valori correnti di mercato ;
3. facoltà di ricorrere a numerose tipologie di debito: senior, subordinato, mezzanino e convertibile;
111
4. denominazione del debito nelle principali valute internazionali ed in alcune locali;
5. possibilità di estendere i termini di scadenza delle rate di rimborso dal breve al lungo periodo (da 1 a 15 anni);
6. periodo di grazia variabile in relazione al singolo progetto considerato, laddove necessario;
più in generale sussiste la facoltà di determinare molti dei dettagli riferibili all’intervento
BERS con il concorso degli sponsor del progetto da finanziare.
Ulteriori modalità di intervento:
❏ attengono alla facoltà per BERS di agire non solo da finanziatore ma da vero e proprio moltiplicatore, attraverso un’azione di promozione degli interventi di supporto ad iniziative
progettuali; dei canali di finanziamento a disposizione dei fautori di una data iniziativa. A
questo riguardo la Banca può agire da iniziatore del finanziamento oppure da finanziatore
parallelo rispetto ad altri istituti di credito ed enti (Agenzie di credito all’export) che scelgano di concorrere nell’operazione di finanziamento.
Partecipazioni
Gi strumenti per l’intervento partecipativo da parte della Banca, che assumerà una posizione di minoranza nel capitale fino ad una soglia massima del 35% del totale, includono la partecipazione e la quasi - partecipazione con: quote ordinarie quotate o non quotate in borsa;
finanziamenti convertibili e non; azioni privilegiate redimibili; la sottoscrizione di azioni emesse
da imprese pubbliche e private. Ogni altra forma di finanziamento potrà essere discussa dallo
staff BERS.
L’uscita da parte della Banca dal capitale avverrà in un periodo compreso fra quattro ed
otto anni, dall’inizio dell’investimento, a seconda del progetto, e l’exit strategy comporterà la
cessione della quota di partecipazione agli sponsor del progetto o tramite un’offerta pubblica.
La BERS aderisce anche a fondi equity che abbiano un focus geografico regionale o nazionale, od una specializzazione settoriale.
Con riguardo alla remunerazione dell’investimento BERS, essa appare correlata al rischio
sostenuto e a sua volta viene a dipendere da un complesso di fattori fra i quali l’azienda destinataria dell’intervento, la tipologia di progetto, il settore di riferimento, lo sviluppo del progetto,
il rischio Paese … e così via.
Sopra viene schematizzata l’articolazione in fasi della procedura e successiva durata dell’intervento partecipativo BERS.
112
Un’ulteriore prospettiva è rappresentata dall’intervento quasi-equity che si ha qualora lo
sponsor del progetto non sia propenso all’acquisto di partecipazioni da parte di investitori terzi,
o laddove la partecipazione non sia comunque fra le opzioni disponibili ma la banca voglia condividere qualche investimento con rendimento probabile. Fra gli strumenti della quasi-equity vi
sono il finanziamento convertibile ed il finanziamento senior o subordinato con incentivo da
partecipazione.
BERS in Serbia
BERS ha reagito alla crisi cercando di preservare la propria operatività grazie ad un’attenta pianificazione degli interventi ed al ricorso al sostegno di banche partner. Ha istituito un
fondo specifico per l’industria denominato Corporate Support Facility, che consiste di un capitale di 250 milioni di Euro, ed ha come proprio focus di settore l’energia e le infrastrutture. Ha
incrementato la collaborazione ed il dialogo con le istituzioni finanziarie internazionali e varato
un programma mirante all’espansione del credito per il commercio e di altri strumenti agevolativi degli scambi.
In simile scenario la Serbia è nazione di intervento dal 2001 e la presenza è assicurata da
un Ufficio permanente. Gli interventi nel Paese al 30 settembre 2011 ammontavano a 2.713 milioni di Euro per un totale di 124 progetti diretti e 37 regionali. La ratio fra settore privato e pubblico è di 51,3% degli interventi nel settore privato e 48,7% nel pubblico, mentre il rapporto fra
finanziamenti e partecipazioni vede un maggiore ricorso ai primi. Le iniziative con riguardo al
settore pubblico si concentrano su infrastrutture ed energia mentre nel privato attengono ad
istituzioni finanziarie locali, industria, commercio ed agribusiness.
Ipotizzando un investimento da parte di un’azienda italiana in Serbia che sia eleggibile
per l’intervento della Banca, le collaborazioni in essere e gli strumenti a disposizione oggi sono
i seguenti:
Investimento BERS a favore di operatori italiani: punti di forza
Trade Facilitation
Programme (TFP)
64 istituti di credito italiani hanno aderito al programma di agevolazione degli
scambi e l’Italia ne è stata fra i maggiori sostenitori dal 1992 ad oggi, contribuendovi con circa 100 milioni di Euro complessivi. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano ha anche aderito all’Iniziativa Centro-europea, e nel maggio 2006
Governo italiano e BERS hanno costituito il Western Balkans Local Enterprise Facility destinandovi circa 170 milioni di Euro per il sostegno degli interventi partecipativi della Banca con imprese locali attive nella regione
Opportunità sul
fronte della
fornitura per
operatori italiani
Gli operatori italiani hanno preso parte a circa 591 gare d’appalto in territorio
serbo per un totale di 3.313 opportunità d’affari nel settore pubblico. Ad oggi i
contratti stipulati con operatori italiani sono 126 ed ammontano a 821,1 milioni
di Euro
Offerta italiana
nel settore della
consulenza
I consulenti italiani si posizionano fra i primi dieci nella classifica di consulenti internazionali operanti in Serbia, che si basa sul volume di affari generato. Le aree
di expertise della consulenza in Serbia comprendono agribusiness, commercio,
finanza, riforma del sistema legislativo, infrastrutture a livello locale, sfruttamento delle risorse naturali, energia, PMI e trasporti
113
FriulAdria – Gruppo Crédit Agricole
Contatti:
in Italia
FriulAdria
Credit Agricole Group
Ufficio Sviluppo Estero
Tel. +39 0434 233540/0434 233779/040 3788933
fax +39 0434 233471
[email protected]
in Serbia
Jelena Pavlovic e suo staff
Gestione contatti internazionali
[email protected]
Crédit Agricole e FriulAdria
Crédit Agricole S.A. è la prima banca mutualistica in Europa ed in Francia, é il terzo istituto
di credito francese per capitalizzazione. Il gruppo Crédit Agricole effettua il proprio ingresso in
Italia nel 2005, con la costituzione di una joint-venture insieme a Banca Intesa e di seguito acquisisce il controllo delle banche al dettaglio Cariparma e di Banca Popolare Friuladria, per un
totale di circa 654 sportelli attivi sul territorio.
Banca Popolare FriulAdria opera sul territorio friulano e veneto dal 1911 con l’obiettivo
di favorirne la crescita e sviluppare l’economia delle comunità locali e svolge un ruolo determinante quale partner strategico delle istituzioni territoriali concorrendo a programmi di sviluppo economico per la promozione del tessuto imprenditoriale.
Dopo la stagione di sviluppo all’interno del Gruppo Intesa, che ha visto la banca diventare un istituto leader in Friuli Venezia Giulia, dal 2007 FriulAdria entra a far parte del nuovo
gruppo bancario italiano guidato da Cariparma e controllato da Crédit Agricole con l’obiettivo
di espandere il proprio presidio territoriale a tutto il Triveneto.
Crédit Agricole Srbija: ad oggi Banca Popolare Friuladria può contare dunque, fra l’altro,
sulla presenza di Crédit Agricole in Serbia e sui servizi che la struttura serba, Crédit Agricole Serbia (CA Srbija), offre agli imprenditori in loco.
Più specificamente CA Srbija ha ad oggi più di 153.000 clienti ed 83 succursali su tutto il
territorio serbo, impegnate nell’offerta di servizi finanziari e nell’ampliamento del portafoglio
di attività per il segmento Corporate & International Market.
I settori interessati dall’operatività di CA Srbija comprendono una divisione per le aziende,
una divisione retail e l’attività delle controllate Meridian Invest e Credit Agricole Leasing. Vale altresì sottolineare come Crédit Agricole abbia previsto al suo interno una divisione dedicata al
settore agricolo, di particolare importanza in Serbia, se si considera l’economia di regioni come
la Vojvodina.
Per quanto attiene alle prime due divisioni, si ha poi un’articolazione ulteriore fra servizi
alle imprese agricole ed alle imprese industriali a loro volta ripartite secondo un criterio dimensionale, in grandi aziende di rilievo internazionale e PMI. La divisione retail si affida a sua
volta ad un network di 82 sportelli in tutto.
114
Concentrando quindi l’attenzione sul fronte dei servizi finanziari alle imprese, sulla base
della separazione fra grandi imprese di rilievo internazionale e PMI, il team a disposizione si
suddivide per le grandi imprese in dieci professionisti a Belgrado oltre a figure di contatto diretto e gestione della clientela, i Relationship Manager, e lo staff di supporto, mentre per le PMI,
a fronte di tre sedi in tutto, a Belgrado, Novi Sad e Nis, il numero di figure di contatto è accresciuto per assicurare una migliore relazione con gli operatori. In totale, il numero di clienti corporate ammonta oggi a circa 600. L’organizzazione è incentrata sulla soddisfazione del cliente,
alla cui attenzione il Relationship Manager porta un’offerta molto articolata di prodotti, secondo
lo schema seguente:
CREDITO
ALL’IMPRESA
TRADE FINANCE
OPERAZIONI
SINERGIE CON IL
GRUPPO CREDIT
AGRICOLE
SERVIZI
MISURA
LEASING
BROKERAGGIO
TRADE FINANCE
CREDITO ALL’IMPRESA
UFFICIO CAMBI
lettere di garanzia;
lettere di credito;
conferimenti
concessione crediti
a breve/lungo termine;
crediti agevolati;
cambio valute spot;
derivati
prodotti di deposito
SERVIZI SU MISURA
SINERGIE CON IL GRUPPO
CRÉDIT AGRICOLE
dall’agro business
all’accordo tripartito;
Programma Corporate Employee; Programma Fedeltà;
Sistema Private Label Card;
pagamenti via cellulare
appalti internazionali;
approccio congiunto al cliente
con lo staff senior – CA CIB;
attività in collaborazione con
CA CIB, BDI ed altri componenti
del Gruppo CA
CASH MANAGEMENT
BROKERAGGIO
LEASING
leasing finanziario;
affitto (tramite partnership)
115
Banca di Cividale Società per Azioni
Contatti: Piazza Duomo n.8; 33043 Cividale del Friuli UD
tel. 0432.707111
fax 0432.730370
La Banca di Cividale è una banca locale che opera sul territorio a sostegno delle famiglie,
delle piccole e medie imprese e dell’intera collettività. È un istituto attivo in Friuli Venezia Giulia e nel Veneto orientale fondato nel 1886 come Banca Cooperativa di Cividale e in seguito diventato Banca Popolare nel 1949.
Costituitasi in Gruppo bancario, con il nome di Gruppo Banca Popolare di Cividale, nel
2002, a seguito di una politica di alleanze e accordi di partnership con realtà in grado di offrire
a una banca locale autonoma una serie di servizi adeguati alle nuove sfide e dimensioni del
mercato globale, oggi si configura come realtà regionale in continua crescita capace di guardare
oltre frontiera verso Paesi confinanti con il territorio regionale.
MISSION Creare valore nel tempo per i soci, i clienti, i dipendenti,i fornitori, gli enti locali
e l’intera collettività.
VISION Essere punto di riferimento per le famiglie, gli enti e gli operatori economici della
Regione Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale per promuovere la crescita sociale, economica e culturale del territorio in cui operiamo.
VALORI Essere protagonista del cambiamento: vogliamo interrogarci continuamente
sulla nostra funzione e porci sempre in maniera innovativa ed efficace, scegliendo strategie imprenditoriali coerenti con il nostro ruolo di banca locale.
La Banca di Cividale è stata protagonista a giugno 2011 dell’accordo, siglato con la Banca
Europea per gli Investimenti, BEI, volto a mettere a disposizione una prima tranche di 30 milioni di euro da destinare alle PMI locali per progetti di investimento. Tale somma potrà essere
erogata alle imprese richiedenti attraverso le sue controllate (Banca di Cividale, Civileasing e
Nordest Banca).
Si tratta del rinnovo della collaborazione tra i due enti finanziari iniziata due anni fa e divenuta funzionale per sostenere l’economia locale, soprattutto in una fase congiunturale critica
come l’attuale.
I beneficiari di tali finanziamenti sono le piccole e medie imprese promotrici di iniziative
di sviluppo, nonché altri soggetti operanti nei settori della green economy. Per la Banca Popolare di Cividale tale accordo rappresenta un’opportunità per la messa a disposizione di
nuova liquidità che si affianca alla già intensa azione di sostegno alle imprese del territorio.
6.4
Considerazioni conclusive
Le maggiori sfide del settore del credito in Serbia sono rappresentate dalla crisi di liquidità odierna e dalla formulazione di servizi finanziari per il sostegno allo sviluppo dell’economia,
sia esso da identificarsi con la copertura di grandi iniziative per la realizzazione di infrastrutture
quali attengono al settore dei trasporti e dell’energia ad esempio, in ragione delle dimensioni
degli interventi richiesti così come del ricorso a tecnologie innovative, sia in rapporto all’affermarsi di un sistema produttivo autoctono che necessita degli opportuni strumenti di sostegno.
116
Queste sono anche le coordinate degli interventi messi in atto in territorio serbo da soggetti
quali la BERS, che ha investito nell’ultimo periodo circa 167 milioni di Euro nel settore bancario
al fine di provvedere all’assicurazione del credito di lungo periodo alle PMI e per sostenere settori specifici che presentano potenzialità notevoli come l’agricoltura e l’edilizia, senza trascurare
la microfinanza e lo sviluppo di un mercato di bond serbi emessi in dinari e più in generale di
una cornice legislativa e di buone pratiche per la crescita del mercato nazionale dei capitali. A
livello privato, molteplici operatori finanziari assicurano i servizi atti a favorire ed accompagnare
la presenza crescente di investitori esteri sul territorio serbo. Ciò avviene con il project financing,
con i servizi di intermediazione connessi al cambio in valuta straniera, al leasing, al finanziamento di start-up, al trade finance, fino al factoring ed alle garanzie di tipo assicurativo necessarie ad intraprendere un’attività di business in tale nazione.
Strumenti ad hoc possono essere altresì offerti sul fronte della consulenza e della gestione degli asset, in virtù della disponibilità di staff locale plurilingue e della scelta di costituire
una propria presenza, a volte diffusa, sul posto come avviene nel caso di gruppi italiani quali Unicredit ed Intesa San Paolo a seguito dell’investimento FIAT avviato dal 2008. Tale scenario nel
caso delle relazioni fra Italia e Serbia si rafforza per effetto del ruolo del nostro Paese quale “partner economico di riferimento” per Belgrado (Ministero degli Affari Esteri, 2010) in grado di esercitare una “leadership economica in via di affermazione” (ICE, 2010). L’Italia nel 2010 diventava
il terzo partner commerciale della Serbia, con un interscambio pari a 1.207 milioni di euro, secondo solo a Germania e Russia e primo con riguardo all’acquisto di export serbi, facendo rilevare inoltre una forte crescita su base annuale (+42,5%), e già nel 2010 oltre 200 aziende italiane
operavano in Serbia, per un giro d’affari stimato a 2,4 miliardi di euro e un livello occupazionale
di circa 18.000 addetti.
Ad oggi il profilo internazionale del Paese, anche per quanto concerne il settore creditizio, mantiene le premesse di ambiguità proprie della regione balcanica e risente degli effetti, già
citati, del credit crunch globale, come indicato dalle trattative con il FMI avviate a fine 2011 per
la concessione di un prestito precauzionale di importo superiore al miliardo di Euro. Ma di contro, i rapporti italo-serbi si sono fatti via via stretti e come tali promettono di beneficiare ampiamente scambi ed investimenti bilaterali, alimentando e concorrendo ad un adeguamento e
consolidamento progressivo del sistema finanziario serbo.
117
7. INCENTIVI E
FORME AGEVOLATE
7.1
Strumenti di diritto serbo e locale
Per quanto concerne il regime agevolativo di fonte giuridica nazionale il quadro di riferimento
fondamentale è costituito dal “Decreto sulle condizioni e i modi per attrarre gli investimenti diretti” adottato nel 2010 e valido per tutto il 2012, nonché da altre fonti di diritto ordinario. In particolare, il Decreto stabilisce che all’interno del Budget della Repubblica di Serbia siano previsti
fondi per l’attrazione degli investimenti diretti (di seguito “i Fondi”) che possono essere utilizzati per il finanziamento di progetti d’investimento nel settore della produzione, nel settore dei
servizi che potrebbero essere oggetto di commercio internazionale o di progetti strategici nel
settore del turismo (sono esclusi i settori dell’agricoltura, della ristorazione, commercio di prodotti, e della produzione di filati sintetici e di carbone). L’importo complessivo dei Fondi viene
definito in base al numero di nuovi posti di lavoro creati ed alla natura dell’investimento, località d’investimento e adempimento delle seguenti condizioni:
1) per gli investimenti nel settore della produzione, per ogni nuovo posto di lavoro creato sono
previsti i seguenti importi:
a) da 4.000 € a 10.000 € per gli investimenti nelle regioni depresse6 e regioni d’interesse
speciale7;
b) da 5.000 € a 10.000 € per gli investimenti del settore automotive, elettronico o settore
delle tecnologie informatiche o telecomunicazioni nelle regioni d’interesse speciale;
c) da 2.000 € a 5.000 € per gli investimenti in altre regioni della Repubblica di Serbia.
2) per gli investimenti nel settore dei servizi che possono essere oggetto di commercio internazionale, da 2.000 € a 10.000 € per ogni nuovo posto di lavoro creato;
3) per gli investimenti nei progetti strategici nel settore del turismo, da 2.000 € a 10.000 € per
ogni nuovo posto di lavoro creato.
Eccezionalmente, per gli investimenti di interesse speciale e grandi progetti l’importo
totale di incentivi assegnati viene determinato in proporzione al valore totale di investimento,
non potendo tuttavia superare il 20% del valore complessivo. Per accedere ai fondi l’investitore
deve presentare la proposta di progetto infrastrutturale al Ministero per l’Economia e lo Sviluppo Regionale.
La proposta deve contenere: progetto generale, valore stimato del progetto infrastrutturale, valore dell’investimento, numero di nuovi posti di lavoro creati, documentazione comprovante il fatto che l’attività sociale viene svolta nella località la cui la destinazione sia attività
commerciale, prova scritta,emessa dall’organo competente dell’amministrazione locale autonoma, che l’infrastruttura necessaria non esiste e che la sua costruzione non è stata programmata.
I Fondi vengono assegnati a seconda del settore industriale e della località dell’investimento per:
1) gli investimenti nel settore produttivo dal valore minimo di 1 mln. € e con i quali vengano
creati almeno 50 nuovi posti di lavoro;
Le regioni depresse sono le unità autonome locali in cui il livello dello sviluppo è sotto del 50% rispetto al livello medio di sviluppo
nella Repubblica di Serbia. Nel Distretto di Šumadija solo i Comuni di Kni e Ra a rientrano in questa categoria.
6
Le regioni d’interesse speciale sono le città e le municipalità con oltre 500mila ab. ed un tasso di disoccupazione superiore al 20%,
tranne le città e le municipalità sul cui territorio sia stata costituita una Zona franca, in conformità alla legislazione con la quale
viene definita la materia relativa alle zone franche.
7
120
2) gli investimenti nel settore produttivo
nelle regioni depresse o regioni d’interesse speciale il cui valore minimo sia di
500mila € e con i quali vengano creati almeno 50 nuovi posti di lavoro;
3) gli investimenti nel settore dei servizi che
potrebbero essere oggetto di commercio
internazionale, dal valore minimo di
500mila € e con i quali vengano creati almeno 10 nuovi posti di lavoro, o progetti
strategici nel settore del turismo aventi
valore minimo di 5 mln. € e con i quali
vengano creati almeno 50 nuovi posti di
lavoro;
4) i grandi progetti di investimento, laddove
almeno il 20% del valore totale dell’investimento sia realizzato entro un anno dal
giorno dalla stipula del contratto.
I Fondi possono essere assegnati solo dietro le seguenti condizioni:
1) che il patrimonio generato con l’investimento viene utilizzato esclusivamente da parte del
beneficiario di fondi;
2) che il numero di nuovi posti di lavoro presso il beneficiario di fondi, dopo la realizzazione del
progetto d’investimento, ossia dopo l’esborso dell’ultima tranche dei fondi assegnati non
viene ridotto in periodo di 3 anni successivi;
3) nel caso di affitto di locali, il contratto di affitto deve continuare almeno 3 anni dopo la data
prevista per il completamento del progetto d’investimento.
I criteri per l’assegnazione dei Fondi sono:
1) Referenze dell’Investitore;
2) la quota di fornitori locali e l’effetto che l’investimento potrebbe avere sulla produttività
delle altre società o persone giuridiche locali del settore;
3) sostenibilità dell’investimento / durata dell’attività in oggetto;
4) nuove tecnologie e trasferibilità di conoscenze e capacità ai fornitori locali;
5) gli effetti dell’investimento sulle risorse umane;
6) valutazione degli effetti dell’investimento sull’ambiente;
7) volume delle esportazioni;
8) sostituzione delle importazioni;
9) effetti dell’investimento sullo sviluppo delle municipalità, ossia delle città e regioni dove
si investe.
L’assegnazione di Fondi é realizzata con un annuncio pubblico. Detto annuncio viene
preparato e pubblicato dall’Agenzia serba per gli investimenti esteri e la promozione delle
esportazioni - SIEPA (di seguito Agenzia) su di in un quotidiano distribuito su tutto il territorio della Repubblica di Serbia e sul sito internet dell’Agenzia. La richiesta di partecipazione al
processo di assegnazione dei Fondi (di seguito la Richiesta) viene presentata all’Agenzia nei
121
termini previsti con annuncio pubblico. La Richiesta viene presentata in lingua serba e deve
contenere:
1) i dati generali della società richiedente;
2) i dati sul progetto d’investimento;
3) i dati generali sull’investitore (visione, scopi, i dati sui prodotti e sui servizi, i dati sulle vendite e sui principali mercati di esportazione);
4) i dati generali sulla persona giuridica registrata sul territorio della Repubblica di Serbia, nel
caso che la parte richiedente/investitore sia uno straniero.
Insieme alla Richiesta vengono presentati altresì:
1) il progetto dell’investimento/business plan, per la realizzazione del quale vengono richiesti
i Fondi;
2) originale o copia conforme autenticata dello stato patrimoniale e del conto economico per
i tre anni precedenti d’attività, con l’opinione del revisore autorizzato (nel caso in cui esista
l’obbligo di legge della revisione), e per la persona giuridica straniera l’originale o la copia
autentica della medesima documentazione con la traduzione giurata in lingua serba;
3) pianificazione dello stato patrimoniale e del conto economico, oltre al rapporto sul cashflow per i tre anni successivi dell’investimento decorrenti dal giorno della presentazione
della Richiesta;
4) l’originale o la copia conforme autenticata dell’estratto fornito dall’Agenzia dei Registri Economici (Registro Imprese) per gli investitori dalla Repubblica di Serbia, o visura camerale
fornita con il timbro dell’ente competente per l’emissione della visura e la traduzione autenticata della visura per le persone giuridiche straniere, non più vecchi di tre mesi;
5) dichiarazione scritta se per la realizzazione dello stesso progetto di investimento siano già
stati assegnati, precisando secondo quale criterio, i fondi dal budget della Repubblica di
Serbia.
L’adempimento delle condizioni e dei criteri per l’assegnamento di Fondi viene controllato dalla Commissione per la valutazione delle Richieste (in seguito la Commissione), costituita con delibera da parte del Ministro su proposta del Ministro competente per le finanze
e dell’Agenzia. I progetti d’investimento vengono valutati da parte della Commissione in base
alle condizioni, alla località d’investimento e in base ai criteri stabiliti. A tutti i partecipanti all’assegnazione dei Fondi, l’Agenzia invierà comunicazione sulla motivazione dei risultati della
valutazione delle Richieste, cioè dei progetti d’investimento, entro 30 giorni dalla chiusura del
processo, ossia dal giorno della delibera di assegnazione dei Fondi. I Fondi assegnati vengono
erogati in quattro rate di pari importo corrispondenti al 25% del totale dei Fondi assegnati dopo
l’adempimento di ogni condizione, così come riportata di seguito:
1) a stipula avvenuta del contratto di acquisto dell’ edificio o del terreno, o del contratto d’affitto del terreno o dell’edificio, cioè con la presentazione dell’estratto catastale, ossia dei
libri catastali;
2) una volta ottenuto il permesso edile per la costruzione, o permesso per la ristrutturazione
e/o adattamento degli edifici, il quale non può essere più vecchio di 3 anni rispetto al
giorno della presentazione della richiesta di erogazione;
122
3) dopo l’ottenimento del permesso di utilizzo dell’ edificio o degli edifici la cui costruzione,
ricostruzione o adattamento sono stati previsti con il progetto d’investimento;
4) dopo il raggiungimento della piena occupazione/assunzione prevista con il progetto.
Il beneficiario dei Fondi è obbligato a consegnare la garanzia bancaria pagabile su prima
richiesta in favore della Repubblica di Serbia. La garanzia bancaria pagabile su prima richiesta
viene rilasciata da una banca commerciale della Serbia, con durata di tre anni per le prime tre
tranche di Fondi erogati, ossia con durata di 3 anni e 6 mesi per la quarta tranche erogata. I beneficiari dei Fondi devono consegnare all’Agenzia un rapporto semestrale sulla realizzazione del
progetto d’investimento per il quale i Fondi sono stati assegnati.
I beneficiari dei Fondi, al termine di ogni anno, devono consegnare il rapporto del revisore indipendente sull’operato sociale. L’Agenzia nazionale di collocamento è competente per il controllo del numero di dipendenti assunti da parte del beneficiario di Fondi nel periodo di tre anni
che trascorre dopo il completamento del progetto. Il rapporto sul controllo va consegnato all’Agenzia.
Oltre alle disposizioni del suddetto decreto, il diritto ordinario serbo prevede le seguenti ulteriori agevolazioni:
1) Esenzione dall’imposta sugli utili aziendali: le aziende sono esenti dalla tassa sugli utili per
un periodo di 10 anni a partire dal primo anno in cui dichiarano un utile imponibile d’esercizio, nel caso in cui l’investimento nelle immobilizzazioni materiali sia superiore a 8 mln. €
e se durante il periodo dell’investimento vengono assunti almeno 100 nuovi ulteriori dipendenti.
2) Credito d’imposta sugli utili: l’importo delle tasse può essere ridotto dal 20% all’80% dell’importo degli investimenti nelle immobilizzazioni realizzati nell’anno d’esercizio. Tale riduzione, però, non può superare il 50% del debito fiscale totale per un solo anno d’esercizio.
Se non viene utilizzato interamente nel corso di un anno, tale credito d’imposta può essere
riportato per un periodo massimo di 5 anni.
3) Esenzione temporanea dall’imposta sugli utili per le concessioni: per gli investimenti nelle
concessioni, vengono garantiti 5 anni senza pagare l’imposta sull’utile d’esercizio a partire
dal giorno in cui l’investimento è stato portato a termine. Nessuna imposta è dovuta se il reddito è stato creato prima del completamento del progetto d’investimento in concessione.
4) Riporto delle perdite: la perdita fiscale dichiarata può essere riportata e compensata con
l’utile futuro durante un periodo massimo di 5 anni.
5) Esenzione dal pagamento dell’imposta sugli stipendi e sui contributi a carico del datore di
lavoro: il datore di lavoro che assume alcune categorie di lavoratori a tempo indeterminato
è esente dalle tasse sugli stipendi durante un periodo che varia da 3 a 2 anni. Il datore di lavoro ha il diritto all’esenzione dal pagamento dei contributi a proprio carico per un periodo
di 3 o 2 anni, a seconda della categoria cui appartiene l’impiegato.
6) Deduzione dell’imposta sui redditi annuali: per i cittadini non-serbi il reddito annuale è soggetto a tassazione solo se eccede l’ammontare rappresentato dalla soglia media dei salari
in Serbia. L’aliquota dell’imposta è del 10% per il reddito annuo inferiore di 6 volte allo stipendio annuo medio. Mentre per i redditi annuali che superano di 6 volte lo stipendio medio
annuo nella Repubblica di Serbia l’aliquota di imposta è del 15%. Il reddito imponibile è ul-
123
teriormente ridotto del 40% dello stipendio medio annuo per il singolo contribuente e, ancora, del 15% dello stipendio medio annuo per ciascun membro della famiglia non percettore di reddito. L’importo totale delle detrazioni non può superare il 50% del reddito
imponibile.
7) Esenzioni dall’IVA per le Zone Franche: l’esenzione dall’IVA ed agevolazioni fiscali varie sono
disponibili per le società operanti nelle Zone Franche. Ci sono sei zone franche attualmente
nel paese: Subotica, Novi Sad, Zrenjanin, Šabac, Kragujevac, e Pirot. Tre nuove zone si stanno
preparando nella città di Niš, Smederevo e Užice. Ciò permette alle imprese straniere di stabilirsi nelle Zone Franche in conformità al regolamento governativo.
8) Importazioni senza pagamento del dazio doganale per le materie prime ed i semilavorati:
gli investitori stranieri in Serbia possono godere del beneficio della libera importazione di
materie prime e di semilavorati per la produzione destinata all’esportazione. Questo beneficio può essere utilizzato operando in una delle zone franche in Serbia, oppure ottenendo
il permesso dalla Direzione delle Dogane serbe per la trasformazione di beni destinati all’esportazione. In entrambi i casi i prodotti finiti devono essere al 100% destinati all’estero.
9) Importazioni di macchinari ed attrezzature senza il pagamento del dazio doganale: gli investitori stranieri sono esenti dal pagamento di dazi doganali sulle importazioni di attrezzature e macchinari, i quali vengono apportati in conto capitale della società.
Inoltre, in Serbia è prevista una serie di incentivi a livello locale. Essi variano per tipologia
ed importo in base a ciascun ente territoriale, tuttavia in linea di massima consistono in:
❏ esenzione o riduzione delle imposte per l’utilizzo dei terreni edificabili, compresa la possibilità di pagare a rate, previo consenso del governo serbo;
❏ riduzione della tassa per lo sviluppo del terreno edificabile, sotto forma di esenzione completa o sconto per il pagamento del debito totale in un’unica soluzione;
❏ altre esenzioni o riduzioni delle tasse locali (ad esempio, l’imposta per la tassa comunale).
Con riferimento in particolare alla Città di Kragujevac è invece previsto che con l’affitto
del terreno (concessione a 99 anni) per la costruzione di strutture produttive, residenziali o
miste, sia concessa una riduzione del prezzo commerciale in riferimento al numero dei dipendenti:
❏
❏
❏
❏
❏
da 20 a 50 addetti – 2.500 € per dipendente;
da 51 a 200 addetti – 5.000 € per dipendente;
oltre 200 addetti – 7.000 € per dipendenti;
oltre 1.000 addetti – viene stipulato uno specifico accordo tra le parti;
nel settore dell’ICT e della produzione di software: oltre 20 addetti -15.000 €.
Viene inoltre garantito un prezzo “tutelato” del terreno pari a 1 €/m2 (1 ha = 10.000 €),
ma solo nel caso in cui la superficie non sia superiore a 1 ha e che vengano creati almeno 20
posti di lavoro. La Città di Kragujevac concede due forme di incentivi sull’imposta per l’arredo
urbano del terreno edile, ovvero:
❏ per l’investitore che decide di pagare subito l’importo intero dell’arredo urbano è previsto
lo sconto del 30%
❏ per l’investitore che decide di effettuare il pagamento ratealmente, l’incentivo consiste nel
124
versamento della prima rata dell’affitto pari al 20% del valore totale alla firma del contratto
d’affitto, mentre il versamento della parte rimanente avviene con una dilazione fino a 3
anni.
L’importo della tassa per l’arredo del terreno dipende dall’area dove viene costruita
la struttura e varia da 36 URO/m2 per la “zona extra” fino a 9 EURO/m2 per la “zona III”.
Inoltre, si ricorda che Il 5 novembre 2009 la Città di Kragujevac e il gruppo FIAT hanno
costituito la Zona Franca di Kragujevac con 157 ha di estensione e 200 parcelle destinate agli
insediamenti di aziende della subfornitura. All’interno della Zona Franca gli investitori godono
di un regime fiscale favorevole che prevede l’esenzione dall’IVA e dal pagamento di dazi doganali per l’importazione di materie prime usate nella produzione delle merci destinate all’esportazione, ma anche per macchinari, attrezzature e materiali per la costruzione.
Ai sensi della “Decisione Sul partenariato tra settore pubblico e privato” adottato dall’Assemblea della Città di Kragujevac nell’aprile 2009, la Città di Kragujevac (di seguito “Città”) può
costituire imprese miste con soggetti privati ed esteri nelle quali detiene una quota non inferiore al 30% del capitale sociale (35% nel caso la Città apporti anche il proprio know-how) che
comprende il valore dei terreni e i fondi minimi necessari per la costituzione della società. Il partner privato (sia serbo sia estero) viene selezionato con la procedura dell’offerta pubblica indetta dal Consiglio Cittadino e per parteciparvi deve fornire una garanzia bancaria di 1 mln. €.
Nel caso in cui il partner prescelto si rifiuti di firmare l’accordo sui mutui obblighi e diritti o se
non li rispetta o se non avvia l’inizio dell’attività per la quale l’impresa mista è stata costituita,
la Città gli addebita la garanzia bancaria. L’apporto di capitale del socio privato non deve essere
inferiore ai 5 mln. € e il management della società viene determinato proporzionalmente alle
quote societarie. La Città si riserva il diritto della “Gold Card”, ovvero decide sulla distribuzione
dei profitti nei limiti della sua quota, sull’ammissione di nuovi partner nella società e sulle attività d’investimento della stessa.
7.2
strumenti di diritto della regione FVG e nazionali
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia è dotata di due principali tipologie d’intervento: il Programma Regionale per la cooperazione allo sviluppo, e l’attività di Partenariato internazionale 2010-2013 che trova il suo fondamento nella Legge Regionale 19/2000 ed in altre
Leggi regionali.
In particolare, la Legge 19/2000 contempla due modalità di accesso ai finanziamenti: interventi di cooperazione internazionale, ovvero iniziative gestite direttamente dall’Amministrazione Regionale; finanziamento di progetti presentati a sportello entro il 30 ottobre di ogni
anno, e interventi di cooperazione allo sviluppo, ovvero finanziamento di progetti a bando con
cadenza annuale. Nella prima tipologia di azioni sono previste due diverse fattispecie di finanziamento: la promozione e/o il sostegno a progetti volti a implementare il processo di internazionalizzazione del sistema regionale di particolare interesse per l’Amministrazione Regionale
e la compartecipazione a programmi di natura nazionale, comunitaria o di organismi internazionali. Le aree prioritarie d’intervento sono molteplici, inclusi Paesi dei Balcani Occidentali. In
merito agli interventi di cooperazione allo sviluppo si sono identificate due modalità: bando
per progetti quadro e bando per micro progetti. La domanda deve essere presentata in busta
125
chiusa, recante la dicitura “LR 19/2000. La domanda di contributo per iniziative e progetti di
cooperazione internazionale, va inviata al seguente indirizzo:
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Direzione Centrale Cultura, Sport, Relazioni Internazionali e Comunitarie
Servizio integrazione europea, rapporti internazionali e gestione finanziaria
Via Udine, 9
34132 – Trieste
Possono essere i soggetti proponenti e i soggetti beneficiari del progetto:
❏ Agenzie di sviluppo;
❏ Associazioni degli imprenditori;
❏ Sistema camerale;
❏ Università e loro Consorzi;
❏ Parchi scientifici e tecnologici;
❏ Enti locali;
❏ Società civile organizzata (organizzazioni sociali, ONG, associazioni di produttori, ecc.).
Le aree tematiche prioritarie di intervento sono invece:
❏ Sostegno al dialogo politico e sociale, al decentramento politico e amministrativo;
❏ Governo del territorio, inclusa la pianificazione e gestione dei servizi al territorio e la promozione dei processi di democrazia partecipativa;
❏ Sostegno alle iniziative di sviluppo locale finalizzate alla coesione sociale, alla creazione di
ambienti favorevoli alla crescita di forme associative di tipo cooperativistico e di micro, piccole e medie imprese ed alla promozione di sistemi creditizi equi e sostenibili oltre al rafforzamento delle Agenzie di sviluppo e dei parchi tecnologici;
❏ Sostegno alle politiche di tutela del patrimonio ambientale e culturale;
❏ Creazione di centri di formazione professionale e specialistica per la crescita dell’occupazione.
Per quanto concerne invece gli altri strumenti regionali rivolti più direttamente alle imprese si ricordano: la L. R. n. 2/19928 sulla Disciplina della programmazione della politica industriale, con la quale l’Amministrazione regionale eroga alle CCIAA del FVG fondi per finanziare
programmi pluriennali di promozione all’estero, di durata non inferiore a 2 anni, che comprendono iniziative dirette all’inserimento o al consolidamento della presenza sui mercati esteri di
micro e PMI che svolgono attività di servizio o attività estrattiva, di trasformazione o produzione di beni e delle costruzioni. Le domande vanno presentate alla CCIAA competente per territorio prima dell’avvio dell’iniziativa cui si riferiscono e, comunque, entro il 31 gennaio di ogni
anno. La spese ammissibili sono: a) spese attinenti la partecipazione a mostre, rassegne, fiere ed
esposizioni; b) consulenze per analisi di mercato concernenti i Paesi nei quali si intende svolgere il programma di promozione; c) consulenze per il lancio di prodotti sui mercati esteri.
Legge regionale 20 gennaio 1992, n. 2 sulla Disciplina della programmazione della politica industriale. Nuove norme e provvedimenti
di modifica ed integrazione degli strumenti di intervento, capo VIII “Incentivi alle PMI per programmi pluriennali di promozione all’estero“,
sostituito dall’articolo 5 L.R. 18/2003.
8
9
Legge regionale 2 febbraio 2005, n. 1 sulle Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (legge finanziaria 2005), articolo 6, commi 100-101 e successive modifiche.
126
In base alla L.R. n. 1/20059 l’Amministrazione regionale concede annualmente contributi
per l’attuazione di specifiche iniziative, finalizzate a sostenere la promozione commerciale, svolgere azioni di marketing territoriale all’estero, ed a favorire il processo di internazionalizzazione
delle imprese. I contributi possono essere concessi alle CCIAA del FVG, all’Agenzia TurismoFVG
e ad altri soggetti pubblici e privati.
Con la L.R. n. 4/199910 la Regione Autonoma FVG stipula convenzioni annuali con l’ICE
(Istituto nazionale per il Commercio Estero, oggi in via di ridefinizione sotto la denominazione
di Agenzia per il Commercio Estero), al fine di realizzare una serie di iniziative promozionali per
supportare lo sviluppo economico e la crescita, sotto il profilo dell’internazionalizzazione e della
promozione delle esportazioni, delle aziende regionali. Per la realizzazione delle azioni di propria competenza la Regione si avvale delle CCIAA locali.
La L.R. n. 18/200311, articolo 6, prevede l’erogazione di contributi in conto capitale per la
promozione all’estero di specifici comparti produttivi caratterizzati da elevati livelli qualitativi.
Le iniziative possono essere singole o coordinate in un programma di durata non inferiore ad
un anno e da concludersi entro l’anno successivo a quello di presentazione della domanda. I beneficiari (con dimensione di PMI secondo le definizioni previste dal decreto del Presidente della
Regione 463/2005) sono i consorzi e le società consortili che non svolgono attività commerciale e non hanno fini di lucro, costituiti in maggioranza da imprese industriali aventi stabile
sede nel territorio regionale. Le spese ammissibili sono quelle relative a: a) partecipazione (limitatamente alla prima partecipazione) a mostre, rassegne, fiere ed esposizioni nei Paesi UE,
nei Paesi EFTA e nei Paesi candidati all’adesione; b) analisi di mercato; c) pubblicità concernente
il programma di promozione; d) workshop ed incontri promozionali con operatori esteri.
Ai sensi della L. . 49 del 26 febbraio 1987, la Cooperazione Italiana favorisce la promozione e lo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese serbe attraverso il progetto Linea di Credito,
I e II. In particolare, questo intervento facilita l’interazione tra il settore bancario privato e il sistema delle PMI locali, che hanno la possibilità di accedere a prestiti agevolati, erogati da cinque banche agenti. La prima linea di credito messa a disposizione del Governo serbo,
dell’importo di circa 33 milioni di euro, è stata assorbita in soli 3 anni. A seguito del grande successo e degli ottimi risultati conseguiti dalla prima Linea di Credito il Governo italiano ha approvato nel marzo del 2008 la seconda linea di credito, di circa 30 milioni di euro i cui benefici,
questa volta, sono estesi anche alle Aziende pubbliche Municipalizzate, che possono investire
nel miglioramento e potenziamento della rete dei servizi comunali, in quanto potranno accedere a prestiti dal tasso d’interesse estremamente favorevole. L’impegno italiano si concretizza
anche nella formazione del personale tecnico delle Municipalizzate e in una campagna di informazione di accompagnamento che spiega ai potenziali beneficiari dei crediti le modalità di
utilizzo della seconda Linea di Credito.
Il “Fondo Balcani”, istituito con il DM n. 433 del 5 dicembre 2003 è un fondo rotativo di
circa 8,2 mln. € finalizzato al finanziamento di interventi aggiuntivi della Finest SpA per favorire la costituzione di imprese (costituzione di nuova impresa, sottoscrizione di aumento di ca-
10
Legge regionale 15 febbraio 1999, n. 4, art. 8, c. 25 Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione
(Legge finanziaria 1999) e successive modifiche.
Legge regionale 5 dicembre 2003, n. 18, articolo 6 Interventi urgenti nei settori dell’industria, dell’artigianato, della cooperazione, del
commercio e del turismo, in materia di sicurezza sul lavoro, asili nido nei luoghi di lavoro, nonché a favore delle imprese danneggiate da
eventi calamitosi e successive modifiche.
11
127
pitale sociale in impresa già costituita o acquisto da terzi di azioni o quote di impresa già costituita) in Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Romania, Stato di Serbia-Montenegro. I beneficiari sono le PMI italiane, rientranti nei parametri fissati
dalle norme C.E. in vigore, che acquisiscono, anche in associazione con altre imprese nazionali,
quote di capitale di rischio in società costituite o da costituire nei suddetti paesi. La condizione
per usufruire dell’intervento del Fondo è che venga ottenuta anche la partecipazione della FINEST SpA. Le quote acquisite dalla FINEST Spa a valere sul Fondo, possono arrivare fino al
40% del capitale di rischio dell’investimento per un importo non superiore a 516.456 €. I
beneficiari devono presentare alla FINEST la richiesta di intervento del Fondo mediante domanda scritta completa delle dichiarazioni e dei documenti richiesti.
128
8. L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
DELLE PMI IN SERBIA
8.1
Nuove prospettive per l’internazionalizzazione della PMI
Il sistema italiano di promozione degli scambi ed investimenti con l’estero registra nel
corso degli ultimi anni una fase di mutamenti potenzialmente significativi.
Detta situazione ha subito un’accelerazione ed un’evoluzione particolari per effetto della
crisi economica che ha condotto nel luglio del 2011 ad una prima azione di rilievo in tale senso,
ossia la soppressione dell’Istituto per il Commercio con l’Estero. A seguito di tale intervento è
stata avviata una cabina di regia a livello ministeriale con il concorso delle due aree di riferimento, rappresentate dagli Affari Esteri e dallo Sviluppo Economico, per quanto attiene alle politiche di:
❏ cooperazione economica;
❏ sostegno all’internazionalizzazione;
❏ sostegno allo sviluppo del modello della PMI;
e tale gestione, per il momento congiunta, della materia è stata affiancata a sua volta da
tavoli di settore nell’ambito dello sviluppo economico che fanno capo ad alcune aziende leader
nei rispettivi comparti, mentre viene tutt’ora mantenuta la prospettiva di un cambiamento e diverso orientamento delle strutture operative che promuovono l’internazionalizzazione, quali:
❏ SIMEST
❏ SACE
❏ FINEST
Fatte salve le ultime evoluzioni contenute nella Legge cosiddetta “Salva Italia”12, il tema
della promozione del Sistema Italia, e relativi strumenti e metodi, ha sollevato diverse richieste
da parte delle imprese dall’estate del 2011 circa la necessità di avere un supporto dallo Stato su
detto fronte. Si sono così registrate prese di posizione da parte dell’Associazione industriali,
delle CCIAA e del sistema economico nel suo complesso, e con riferimento alle vicende libiche,
ad esempio, le PMI hanno lamentato il mancato sostegno politico del Governo affinché le commesse ed i contratti in essere siano fatti valere anche all’indomani del regime change, laddove
emergerebbe viceversa un trattamento migliore riservato ai colossi nazionali rispetto agli operatori di dimensioni ridotte.
In simile contesto vale sottolineare come due fra le principali direttrici d’azione destinate
ad emergere siano:
❏ l’articolazione del quadro economico, e territoriale italiano;
❏ la storia e le caratteristiche degli strumenti messi in campo dal Governo al fine di promuovere la crescita dell’economia nazionale oltre confine.
Si va, altrimenti detto, verso una diversificazione ed un nuovo equilibro interno al Sistema
Italia, anche in ragione di una congiuntura economica che se da un lato rende più necessario
Si tratta del Decretto legislativo approvato il 6 dicembre 2011, n. 201 e convertito con modifiche in Legge dal Parlamento pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 2011. Per la visione del testo si rinvia a http://www.governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/dettaglio.asp?d=65689
12
130
che mai agire per la penetrazione economica italiana all’estero, dall’altro impone criteri di gestione della spesa efficienti e comunque fortemente connessi all’uso degli strumenti in essere
ed alla logica ad essi sottesa, secondo un principio di responsabilità e sussidiarietà nella formulazione ed attuazione di tali politiche.
8.2
Internazionalizzazione ed innovazione ed il problema del modello economico da
perseguire: valorizzare un tessuto di medie e piccole imprese od agire sul fronte
della scala aziendale, cercando di accrescerne la dimensione?
Dalle analisi condotte emerge come per tutte le aziende sia vitale disporre di una proiezione internazionale del proprio business tanto in prospettiva, per favorire una maggiore scala,
quanto, una volta che la dimensione sia cresciuta, in relazione alla prosecuzione del ciclo produttivo e conquista e presidio di nuovi mercati.
Il problema dimensionale può dirsi allora declinato in due forme e foriero di soluzioni diverse, fra le quali vi sono, non ultime, le reti. Di certo l’internazionalizzazione é traguardo primario dell’azienda, marcando essa di fatto:
a) la sua crescita, preliminare all’uscita dai propri confini, per cui esiste una dimensione soglia
da assicurare e favorire per condurre l’azienda all’estero;
b) il suo sviluppo, che fa seguito all’operatività estera.
Seguendo un breve excursus storico, la dinamica che ha condotto le imprese del Nord Est
ad operare oltreconfine ha subito essa stessa una trasformazione nel corso degli ultimi anni,
laddove dalla fase di mera delocalizzazione dei processi produttivi occorsa negli anni ‘90,
quando l’impresa del Triveneto cercava solo l’utile derivato da una riduzione dei costi produttivi, si è di seguito passati alla cosiddetta internazionalizzazione.
Quest’ultima si è a sua volta articolata in una prima ed una seconda internazionalizzazione. Nel corso della prima fase l’azienda trovava, producendo all’estero, uno sbocco di crescita principalmente se non esclusivamente in Italia, mentre appartiene alla seconda fase la
ricerca di un approdo sul mercato locale estero.
Ad oggi nondimeno, tutto questo sembra lasciare progressivamente il posto ad una terza
fase segnata dalla ricerca di opportunità sui mercati limitrofi al mercato estero di approdo, quale
punto di partenza per un’ulteriore sfida imprenditoriale.
L’esempio in tal senso è fornito, nel quadro delle attività e progettualità odierne di Finest,
dalla prospettiva del “passaggio” produttivo in Serbia, per poi confrontarsi, azienda locale ed
azienda italiana in partnership, con i competitor sul mercato russo o turco, od in altre regioni a
forte crescita economica ma dalle elevate barriere all’ingresso.
E’ nostra convinzione dunque che l’internazionalizzazione debba subire oramai un’ulteriore trasformazione per potere affrontare con successo la crisi.
La prospettiva di fare sistema così come prospettato in “Destinazione di Kragujevac”, dà
luogo ad una nuova filosofia di internazionalizzazione d’impresa, con la necessità oramai manifesta per i singoli sistemi nazionali di operare insieme sui mercati terzi, condividendo una
politica comune di progetto e prodotto e di conseguenza la facoltà di presentarsi sul mercato
non più come singola entità nazionale ma come rete sovranazionale, con adeguata massa cri-
131
tica e dotazione di risorse. Gli strumenti che possono allora orientare tale trasformazione sono
le leve di aggregazione territoriale e produttiva già delineate ed in fase di sviluppo, quali, tipicamente, i distretti e le reti d’impresa, che manifestando un certo grado di flessibilità potranno
consentire una diversa e migliore modulazione del piano di business, secondo le necessità, gli
obiettivi ed il percorso intrapreso dall’azienda.
8.3
Come muta la logica e la natura del supporto all’azienda. Il caso Finest: stato
dell’arte e proposte
Alla luce di tali orientamenti anche gli organismi operativi concepiti per il sostegno delle
imprese all’estero hanno registrato in parallelo un’evoluzione, compiuta e di là da venire.
SACE ha assunto veste privatistica ed insieme a SIMEST continua ad agire con ottimo riscontro presso le aziende; FINEST invece appare, in questo contesto, peculiare. Ciò in ragione di
alcuni fattori:
❏ in quanto FINEST presenta un carattere territorialmente circoscritto in Italia, con una scala
inedita, corrispondente all’area del Nordest (né Regione né Stato, ma area socio-economica
legata alla nozione di PMI, ed alla “Terza Italia” secondo la definizione originaria di Beccattini);
❏ in quanto FINEST è l’emanazione di una finanziaria regionale, nell’ambito della quale esercita un ruolo funzionale alla diversificazione dei servizi offerti dalla finanziaria medesima
(portafoglio definito “completo” di servizi finanziari e di supporto all’economia regionale);
❏ in quanto FINEST risponde ad un’esigenza d’internazionalizzazione storicamente determinata e come tale sottoposta a rapidi mutamenti di scenario (apertura del blocco comunista,
catching up delle economie emergenti ad Est rispetto al nucleo occidentale dell’Unione Europea);
ad oggi risulta così chiaro che alcune fra le condizioni che hanno portato alla costituzione della Società stanno mutando e si impone la ricerca di una vocazione e di spazi d’intervento nuovi. Pertanto la Società sta ampliando, nel rispetto di quanto previsto dalla legge
istitutiva, i suoi orizzonti, ed opera laddove consentito per acquisire nuove leve d’intervento ed
essere di supporto reale ed “attuale” all’economia del Nord Est.
Simili profili di espansione del campo d’azione Finest vengono fino ad ora individuati:
❏ in un’azione più favorevole alle piccole ma anche, in misura via via rilevante, micro imprese,
facendo ricorso alle reti, promosse da Finest stessa;
❏ nell’esercizio di una funzione maggiormente orientata al coordinamento in ambito regionale, tale da rendere Finest strumento di policy, di definizione e selezione di strategie che
uniscono ed integrano i rami dell’amministrazione e di territori ad essi sottostanti (ipotesi
questa che si vorrebbe applicare oltre i confini della Regione), fine che va perseguito accrescendo il contenuto informativo, d’avanguardia e di servizio della Società;
❏ nel tentativo di avviare in prima persona una prospettiva nuova d’internazionalizzazione,
che faccia della prima fascia di mercati di’intervento della Società (più prossimi geograficamente, più avanzati o con maggiori legami economici e sociali, in ragione della dimensione e delle caratteristiche dell’economia) altrettante piattaforme di servizi e network per
132
penetrare in aree più lontane e meno favorevoli alla presenza italiana, per scala, cultura,
grado di sviluppo.
Il caso della Serbia, con il progetto “Destinazione Kragujevac” può essere inteso come il
prototipo della nuova strategia FINEST perché:
a. l’obiettivo è fare della Serbia un’area di riferimento per l’avvio di collaborazioni internazionali in grado di supportare, a livello privato e pubblico, le aziende del Nord Est in altri mercati, in particolare russo e turco;
b. nel fare ciò il Friuli vuole essere polo di attrazione di una rosa di settori, prodotti e servizi
estesa a tutta Italia, secondo una dinamica non ancora sperimentata, o non compiutamente,
a livello italiano, che muove dalla periferia verso le altre periferie, sotto investitura del centro. Ed in ciò è indubbiamente favorito dalla posizione geografica, dalle deleghe già concesse da parte del Governo, e dalla logistica, con la realizzazione dei nuovi corridoi europei
ad Est, uno dei quali toccherà la Regione;
c. ciò si accompagna alla volontà parallela di estendere la platea dei beneficiari sul territorio,
ricomprendendo le piccole e micro imprese, in particolare artigiane con il coinvolgimento
del sistema del credito anche cooperativo ed il supporto di enti quali le CCIAA che si relazionano, in presa diretta, sul territorio. Non occorre sottolineare quanto ciò rappresenti un
aspetto sensibile a fronte della restrizione dell’offerta di capitali e dello scarto fra impresa
e credito in Italia.
Da ciò deriva dunque l’opportunità, molto importante per FINEST, di vedersi affidato in gestione il Fondo rotativo per le PMI serbe, come strumento di penetrazione commerciale per
le PMI italiane.
Il Fondo ha le seguenti caratteristiche, indicate sul sito dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado
in occasione del suo rinnovo nel corso del 2011:
❏ esso mira a promuovere lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle PMI serbe;
❏ interviene con strumenti di credito agevolato per l’acquisto di macchinari e beni strumentali da operatori italiani;
❏ per fare ciò si appoggia al circuito creditizio maggiore (Banca Intesa ed Unicredit Group)
ed alla rete delle affiliate e partner estere.
Ad oggi il Fondo, che ha riscosso successo presso le imprese serbe ed italiane, fa capo ad
un ufficio del Ministero degli Esteri. Tuttavia Finest potrebbe esercitare, qualora ne divenisse
gestore, un ruolo di supporto al Ministero stesso:
❏ garantendo supervisione tecnica e mappatura delle relazioni economiche in essere, con un
sovrappiù di capacità di analisi dei progetti e dunque delle dinamiche che interessano i partner d’affari italiano e serbo, tale da non escludere in un breve futuro altre forme di cooperazione economica orientate all’investimento estero ed alla partnership commerciale ed
industriale ad un livello ulteriore;
❏ favorendo l’ingresso nel circuito di operatori, per la parte italiana, di dimensioni ridotte e
che appartengono al mondo artigiano e cooperativo, in parte fino ad ora penalizzato nell’accesso al flusso di finanziamenti agevolati, anche in ragione del fatto che in Finest con-
133
vive una vocazione allo sviluppo del territorio che è sostenibile, votata all’interesse collettivo, ed in grado di accrescere e rafforzare la stessa logica a supporto dell’internazionalizzazione delle PMI;
❏ accreditando il ruolo di Finest e della sua progettualità in fatto di internazionalizzazione in
Serbia attraverso un autentico volano politico, a costo zero, tale da favorire uno dei soggetti
di riferimento del sistema dell’internazionalizzazione italiano, qual è appunto la Società;
senza contare come la collaborazione fra Finest, il Governo serbo e l’Agenzia di Promozione degli Investimenti in Serbia, SIEPA, possa offrire alla Società ed alle imprese con accesso
al Fondo interlocutori istituzionali di primo piano, visibilità oltreconfine ed una prospettiva di
dialogo fra sistemi economici e territori oggi necessaria, specie laddove si voglia spingere oltre
la “catena di collaborazione” fino ai mercati BRIC come quello russo, traendo vantaggio dall’
unione doganale fra Mosca e Belgrado e dal libero traffico delle merci in vigore già oggi.
134
SCHEDA DI CONTATTO – Progetto “Destinazione Kragujevac”
Spett. le Finest S.p.A.
Via dei Molini, 4
33170 Pordenone – Italia
tel. 0434 229811
fax 0434 20704
e-mail [email protected]
Richiesta di aggiornamento con riguardo a:
Tavolo infrastrutture e logistica
Tavolo edilizia
Tavolo formazione e risorse umane
Tavolo business
Tavolo finanza
Ulteriori quesiti e richieste
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