Dalla Subalpina a Girmi. Il catalogo è questo

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Dalla Subalpina a Girmi. Il catalogo è questo
Dalla Subalpina a Girmi: Il catalogo è questo
Di Archivio Iconografico del Verbano Cusio Ossola
Spruzza cipria, lancia profumi, raschia magnesia, tutti in ottone nichelato. Sono
soltanto alcuni tra i prodotti speciali per parrucchieri offerti da La Subalpina, torneria
e fonderia in metalli di Omegna. Un curioso repertorio di oggetti caduti in disuso, a
causa della grande diffusione di rasoi meccanici ed elettrici, e che si potrebbero
forse trovare sui banchi di qualche mercatino. Nei primi anni del Novecento erano
invece indispensabili strumenti di lavoro di ogni barbiere.
Fondata nel 1919 da sei soci, la Cooperativa La Subalpina si era specializzata nella
produzione di casalinghi, articoli per profumerie e saloni di bellezza. L’Archivio
Iconografico del Verbano Cusio Ossola propone ai suoi lettori il “catalogo
generale”, stampato negli anni Trenta dalla Tipografia Giroldini e Figli di Suna.
Nel 1940 uno dei soci fondatori, il Signor Mario Caldi, acquistò la Cooperativa.
Allora l’azienda contava quaranta operai e cinque impiegati. Nel 1949 il figlio Carlo,
secondo di due figli maschi, classe 1917, formazione al Collegio De Filippi di Arona,
si sposò con la parigina Françoise Marolleau e partì per un viaggio di nozze negli
Stati Uniti, dove acquistò alcuni miscelatori elettrici.
“Carlito”, così soprannominato dalla mamma Adele Balestretto, nata in Argentina da
una famiglia di emigrati, al ritorno dall’America entrò nella direzione de La Subalpina,
dove immediatamente si dedicò allo sviluppo di una nuova linea e ai prototipi. Il
primo frullatore nazionale, battezzato il Frullo arrivò nei negozi di casalinghi nel 1954.
Due anni dopo nacque il macinacaffé Mokaro. Nel 1957 il successo del nuovo
frullatore Girmi (da GIra e MIscela) convinse Caldi a rinominare l’azienda con il nome
Girmi-La Subalpina S.p.A., che nel 1971 divenne semplicemente Girmi S.p.A. Nei primi
anni Sessanta l'imprenditore acquistò nella frazione di Cireggio, il paese sopra
Omegna, 60.000 metri di terreno per edificare la sua fabbrica, uno stabilimento di
7.500 metri, coperto da un tetto speciale brevettato in America di colore rosso, che
si appoggiava sulla sola campata centrale, senza bisogno di colonne. La Girmi si
specializzò nella produzione di piccoli elettrodomestici, come ferri da stiro, forni
elettrici, gelatiere, macchine da caffè e tostapane, con prezzo competitivo rispetto
alle marche straniere, diventando leader nel settore.
Nella fabbrica lavoravano, oltre agli operai, quindici designer ed era dotata di spaccio
e di officina di riparazione. Caldi introdusse tecniche di lavoro moderne e
innovative. Tutti i modelli erano fatti in Italia, dal motore alle parti in plastica. Una
passerella attraversava l’edificio e rendeva possibile controllare tutte le fasi di
produzione. La comunicazione fu affidata all’agenzia Orsini che creò slogan,
campagne per la stampa e réclame per la tivù.
Oltre all’attività industriale Caldi, che era appassionato di sci, tennis e golf e di tiro al
piattello, comprò nel 1965 dei fondi in località Belvedere, dove costruì un lussuoso
albergo che prese il nome del luogo. Negli anni Ottanta la Girmi arrivò ad avere ben
440 dipendenti, grazie alla creatività dell’architetto milanese Luca Meda, che lavorò
come art director dal 1984 fino alla morte.
Meda, che parlava con la matita, faceva bellissimi disegni, a volte ambientati proprio
sul Lago d’Orta, spesso su carta velina, colorati con matite, penne, pennarelli o
acquarelli. Un autentico perfezionista, lavorava con il modellista Giovanni Sacchi che
lo aveva soprannominato “nivola” perché quando entrava nel suo laboratorio di via
Sirtori a Milano alzando molta segatura, creava una nuvola! Meda fu autore per la
Girmi di diversi progetti di successo, come la caffettiera elettrica Cafféconcerto,
costruita come un palcoscenico in cui la tazzina è protagonista.
Nella seconda metà degli anni Ottanta la Girmi fu venduta alla ditta americana
Allegheny Technologies e nel 1989 venne acquistata dalla Moulinex. Dopo un altro
passaggio di proprietà, è stata rilevata dalla Gruppo Bialetti, la fabbrica della famosa
moka casalinga contraddistinta dall'omino con i baffi. La Girmi si è trasformata in un
semplice ufficio destinato alla distribuzione di prodotti con quel marchio, da tempo
fabbricati all’estero.
Carlo Caldi, dopo la vendita dell’azienda, si dedicò alla beneficenza, contribuendo
alla realizzazione di un reparto per i malati di Alzheimer nella casa di riposo di
Omegna, intitolata a Massimo Lagostina. Lo storico stabilimento cusiano, un tempo
circondato da un parco di daini voluti dallo stesso Caldi, giace in uno stato di
abbandono, assalito da un groviglio di piante e rovi; anche l’albergo Belvedere ha
avuto il medesimo destino. “Carlito” Caldi, che era molto dispiaciuto di vedere la
sua fabbrica sul viale del tramonto, è scomparso il 9 Gennaio 2012 a 94 anni.
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Bibliografia: D. Crippa e B. Di Prete, Catalogo Collezione Permanente del Museo Arti e
Industrie, Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone.
Link: Alla Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna, sono in mostra, nella
Collezione Permanente, i casalinghi provenienti dalle aziende cusiane, come Alessi,
Calderoni, Girmi, Lagostina, La Nuova Faro e Piazza. Il Museo è aperto da martedì a
venerdì dalle 10 alle 17, si trova nel Parco Pasquale Maulini, il telefono è 032386614.