analisi: "cani perduti senza collare" - Sacro Cuore
Transcript
analisi: "cani perduti senza collare" - Sacro Cuore
ANALISI: "CANI PERDUTI SENZA COLLARE" Riassunto Il libro di Cesbron affronta il tema dei ragazzi abbandonati, senza genitori, soli, dimenticati dalla società, costretti a vivere senza amore, allo sbando in istituti di assistenza freddi e ostili. Cesbron descrive l’esistenza di alcuni giovani in un istituto di correzione, le loro passioni, i discorsi, la ricerca di identificazione e d’affetto. Tra loro un ragazzo undicenne Robert Alain, che indossa abiti troppo lunghi per lui, viene a sapere che nei sotterranei si trova un cane, chiuso in una gabbia, per essere sottoposto a dolorosi esperimenti medici. In un moto di ribellione e di pietà, il giovane lo libera e fugge con l’animale sofferente e ferito, di cui non conosce neppure il nome, per andare alla ricerca, nelle strade di Parigi, dei suoi sconosciuti genitori. Fermato dalla polizia, Alain incontra il giudice dei minorenni Lamy, la figura chiave del romanzo, un uomo, da poco rimasto vedovo, convinto che bisogna comprendere e aiutare i ragazzi abbandonati. Lamy è spinto da una coscienza religiosa che lo rende capace di uno sguardo amoroso sulle persone e sulle vicende del mondo, capace di portarvi un Amore che non è suo, ma gli è donato. Analisi personaggi LAMY: il giudice del Tribunale dei minorenni è il punto di riferimento del libro. Entra in contatto con le situazioni disperate di ragazzi abbandonati, orfani o delinquenti e deve prendere decisioni importanti circa il loro destino. Ciò che lo muove non è l'applicazione delle regole, ma uno sguardo umano ai ragazzi del "suo cuore", portati davanti a lui a causa di un loro errore o dalla dimenticanza della società. Lamy entra in rapporto con ognuno di loro perché li guarda per quello che ciascuno effettivamente è, scruta nei loro occhi il desiderio di vivere che li rende migliori delle loro azioni. Infatti, lui non ha mai guardato i volti con un "occhio freddo". Lamy sente ogni ragazzo appartenente a sè e lo considera per quello che ha fatto, quindi rende il giudizio un atto che ha come scopo la salvezza e non la condanna (paternità). Questa sua umanità è racchiusa nella parola Amore, cioè Cristo ( parlando della Sainte-Chapelle di Parigi, dove è racchiusa la Corona di Spine, dice che è accanto a noi per gridare che non c'è Giustizia senza Amore). Dio è la decima probabilità di fronte allo scetticismo lui dà la Speranza e la Grazia. Lamy, il giudice che per dieci anni ha giocato nel mondo della gioventù abbandonata, grazie alla capacità di dar fiducia all'altro, mettendo così in azione la sua responsabilità ( Robert Alain, in arresto perché colpevole, lo la lascia uscire da solo dai locali della Polizia Giudiziaria per mandarlo a prendergli il giornale). Lamy sa vedere il bene in chi ha sbagliato, sa valorizzarlo, offrendogli le condizioni di rapporto affinché tutte le energie positive, presenti in lui, vengano liberate nella realtà. Però Lamy è troppo "preso" da questi ragazzi che non si accorge del figlio Gerardo che soffre perché spesso il padre lo abbandona. Anche se alla fine del romanzo Gerardo chiama i ragazzi "salvati" perché appartenenti all'umile vita del padre. ROBERT ALAIN: rappresenta la ricerca delle sue origini, della famiglia che non ha: il suo è un desiderio insopprimibile verso la libertà. Un desiderio implacabile lo muove in ogni angolo dell'esistenza e lo conduce, attraverso avventure e insuccessi, alla scoperta che di libertà si può vivere solo nell'amicizia di coloro che gli vogliono bene. MARCO: è il giovane ladro, che ha famiglia, eppure è come se non l'avesse. É stata abbandonato da alcuni adulti, ma ne incontra altri che lo salvano attraverso uno sguardo di simpatia umana del tutto gratuito. Grazie all'amore che gli altri gli danno, in lui vi sono dei piccoli miracoli: - capace di un giudizio su di sé, dopo un lungo cammino in cui ha fatto suo lo sguardo che adulti autorevoli hanno su di lui (decide davanti a tutti e da solo la pena che deve scontare). - restituzione di Marco alla sua famiglia TERNERAY: la casa di correzione, il luogo dove i ragazzi abbandonati vengono trattenuti. Nel corso della narrazione questo ambito diventa sempre più uno spazio di amicizia dove i ragazzi perduti sono sempre meno perduti perché tratti dentro un rapporto umano. Messaggio dell'autore L'Amore e la giustizia non sono l'esito di un impegno umano perché la stanchezza e la demoralizzazione prenderanno il sopravvento. Ma la realtà impone all'uomo il riconoscimento della fragilità che lo costituisce. L'uomo trova questa fragilità prima che negli altri in se stesso: da questa coscienza del limite nasce la fonte di uno sguardo più aperto e comprensivo su tutti gli uomini, che diventa capacità di accompagnare chi ha sbagliato o chi è stato abbandonato sulla strada del ritorno a se stesso. Solo la credenza dell'unico Amore Redentore lega gli uomini tra loro e li rende disponibili l'uno all'altro. E' provocatorio nei confronti della giustizia: il compito dei giudici non è solo quello di applicare leggi, ma anche quello di creare le condizioni perché un ragazzo possa vivere la sua condizione umana al meglio. Ma oggi la società si sta costruendo sul mito di una giustizia perfetta che non ha a cuore la sorte delle persone. E' provocatorio nei confronti di tutti gli ambiti di assistenza perché invita a rivedere i criteri con cui sono organizzati: voler il bene dei ragazzi abbandonati significa offrire loro ambiti di amicizia e di valorizzazione dell'umano e non prigioni dove rinchiudere persone che non rispettano le regole. La parola chiave di questo romanzo è la Speranza, la speranza di chi vince l'abbandono attraverso l'amore, non il suo, ma quello di un Altro. Commento Questo libro è stato una dei più belli che abbia mai letto perché è scritto in maniera scorrevole, semplice, anche se molto profondo. In questo commento vorrei soffermarmi principalmente sulle forti parole del romanzo che poi sono quelle emozioni che muovono i personaggi. I protagonisti che stimo maggiormente sono i ragazzi perché nel corso della vicenda riescono a cambiare opinione su stessi e questo non è affatto semplice: è il frutto di un arduo lavoro realizzatosi per merito di Lamy. Un esempio è proprio una mia compagna di classe che all'inizio dell'anno scolastico prendeva brutti voti, ma non perché non si impegnasse, ma perché si imbarazzava davanti agli altri, era frenata dalla paura, ma grazie ad alcuni compagni che le sono stati vicini è migliorata perché l'hanno aiutata ad avere fiducia in se stessa e nei proprio mezzi. Ovviamente è ancora insicura di sé, deve ancora crescere in questo aspetto, ma con il nostro aiuto sono sicura che ce la farà. Ma questo radicale cambiamento è il frutto di che cosa? Di uno sguardo d'amore, d'amicizia che noi le davamo e gli diamo che la fanno sentire protetta e le permettono di "sciogliersi" . È pazzesco come la nostra opinione su noi stessi cambi in base agli altri così come la nostra personalità. Quindi è proprio vero ciò che noi abbiamo studiato: l'uomo ha bisogno di amare e di essere amato e solo così si sente realizzato e libero. Anch'io ho riflettuto molto a questa domanda: "Ma quando sono veramente libera?". Sono arrivata alla stessa conclusione di Robert, quando sto con le persone che veramente mi voglio bene perché con loro posso scherzare, piangere, confidarmi perché non mi giudicano ma mi accettano per quello che realmente sono: quella persona con pregi e con difetti. Un'altra persona che va stimata è proprio Lamy perché riesce "a farsi suoi" i ragazzi, questo perché? Perché li guarda per quello che sono, dà loro fiducia che li permette di crescere e di responsabilizzarsi. Anche qui ritorna la parola "sguardo", sì Lamy riesce a guardare i ragazzi con amore, questo sguardo d'Amore che nasce da Dio, cioè il giudice è consapevole che al mondo c'è una persona che non lo tradirà mai e questa è proprio Dio, l'uomo che lo "muove" e che gli fa compiere questi atti di bontà. Infatti, Dio ama tutti gli uomini allo stesso modo e non gli importa se seguono la sua parola. Ma il credente, come Lamy, ha un vantaggio: è portato a imitare il suo esempio, cioè a volere bene a tutti gli uomini. Anche se il vocabolo più bello di questo romanzo è proprio la Speranza che nasce proprio da Dio. La speranza vi è ovunque sia nelle minime cose come cucinare (speriamo che il cibo non bruci), ma sia nelle cose più grandi ( per la teologia cattolica consiste nell'attesa della beatitudine eterna). Quindi, nella vita bisogna avere sempre una minima Speranza, guardare il positivo, per ottenere dei risultati. La speranza per arrivare alla libertà la si ottiene, però, seguendo lo sguardo di Dio. (vediamo così come tutte le parole analizzate sono legate tra loro).