Tutti sanno cosa sia un messaggio e

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Tutti sanno cosa sia un messaggio e
Antispam
Tutti sanno cosa sia un messaggio e-mail, come si faccia a mandarlo e come si possa ricevere.
Eppure solo una piccola parte degli utenti internet conosce davvero cosa succede "dietro le
quinte" quando si invia o si riceve posta elettronica. Del resto i moderni programmi di posta
elettronica (Thunderbird, Outlook Express, Outlook, Eudora, The Bat! ecc..) svolgono
silenziosamente il "vero" lavoro di comunicazione e trasmissione dei nostri messaggi: tutto
quello che ci è richiesto è di impostare correttamente alcuni parametri iniziali (server
POP/IMAP, server SMTP ecc) e poi siamo pronti ad inserire un indirizzo email, compilare un
oggetto, digitare un po' di testo nel corpo del messaggio e …voilà, dopo un clic su Invia il
messaggio viene recapitato.
Ma cosa avviene in realtà ?
Per semplificare possiamo tranquillamente equiparare il servizio di posta elettronica ad un
normale servizio di posta cartacea (le normali buste che mettiamo nella buca delle lettere): la
logica è la stessa anche se, ovviamente, la tecnica è molto differente. Con la normale posta
cartacea (detta anche posta di superficie) mettiamo il nostro foglio dentro una busta, scriviamo
sulla busta l'indirizzo del destinatario ed anche il nostro indirizzo (mittente) in modo che, ove
non sia possibile raggiungere il destinatario, la busta ci venga restituita, ed infine mettiamo la
busta in una buca per le lettere o la portiamo direttamente all'ufficio postale per essere spedita.
Supponendo di mandare una lettera da Milano a Roma, il servizio postale di Milano manderà la
nostra busta al centro postale di Roma dove un postino provvederà a portarla nella cassetta
della posta del destinatario. Se per qualche motivo il destinatario è stato indicato con un
indirizzo sbagliato, o ha cambiato residenza, il postino riporterà la busta al centro di Roma che
la rispedirà a Milano per essere recapitata al mittente.
Tutto chiaro no ? Bene: con la posta elettronica la logica è esattamente la stessa.
Quando siamo pronti ad inviare il nostro messaggio di posta elettronica succede questo: il
nostro client (per esempio Outlook) prepara una "busta elettronica" nella quale indica i dati del
destinatario e del mittente (gli indirizzi email di chi deve ricevere il messaggio e di chi lo
manda), ci inserisce il testo che abbiamo scritto e gli eventuali allegati (foto, documenti ecc) e
consegna il tutto all'ufficio postale che è incaricato della consegna ovvero il server SMTP che,
generalmente, ci è stato indicato dal nostro provider di connettività o che gira sui nostri servers
aziendali. A questo punto il server SMTP (che possiamo assimilare al centro postale di Milano)
trasmette il messaggio al server SMTP che è autorizzato a ricevere le email per il destinatario
che abbiamo indicato (come fosse ad esempio il centro postale di Roma): quest'ultimo verifica
se il destinatario esiste nei propri archivi (ovvero se esiste una casella postale con
quell'indirizzo) e, in caso affermativo, deposita il messaggio nell'opportuna casella postale,
mentre in caso negativo, risponde al server che gli sta inoltrando il messaggio chiedendo di
informare il mittente che il destinatario non è
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raggiungibile.Ma cosa è un server SMTP ? O meglio …cosa è SMTP ? Come la stragrande
maggioranza delle sigle che si incontrano nel mondo dei computer, SMTP è l'acronimo inglese
di Simple Mail Transfer Protocol ovvero il protocollo per la trasmissione internet di messaggi
mail.
I server che implementano questo protocollo si chiamano MTA (Mail Transfer Agent ovvero
Agenti di Trasporto e Consegna delle mail) e sono quei server che dobbiamo indicare nella
configurazione del nostro client di posta elettronica alla voce server SMTP. Il protocollo SMTP è
un protocollo relativamente semplice, fondamentalmente testuale in codifica ASCII (quindi
"leggibile" da un umano), apparso agli inizi degli anni 80 e da allora rimasto sostanzialmente
immutato. La sua semplicità è sicuramente punto di forza per la facilità di implementazione e
per l'indubbia efficacia, ma è anche gravata da un notevole peso: la mancanza di sicurezza.
Il maggiore punto debole di SMTP sta nel fatto che non è in grado di verificare l'autenticità del
mittente. Esattamente come un uomo può inviare una busta affrancata indicando come mittente
un nome/indirizzo di fantasia (che può esistere o meno), così nelle email il protocollo SMTP non
offre nessuna garanzia che il mittente di un messaggio sia effettivamente quello indicato.
Iniziate a capire vero ? Questa mancanza di autenticazione del mittente apre la stura ad una
serie di problemi : in primo luogo lo SPAM ed in secondo luogo l'attendibilità della fonte da cui
arrivano le informazioni che leggiamo nel
messaggio.
Ed ecco che appare chiara la risposta ad alcune domande molto ricorrenti : "Come mai mi
arriva tutto questo SPAM ? Come fanno a sapere il mio indirizzo email ? Come mai a volte lo
SPAM arriva dal mio stesso indirizzo ?" Semplicemente perchè il servizio postale elettronico
non si cura di verificare che chi ha inviato un tale messaggio abbia indicato in modo corretto il
mittente e sia veramente lui: l'unica cosa di cui si occupa l'MTA (ovvero il server di posta
elettronica) è quella di tentare di recapitare il messaggio al destinatario indicato e, in caso di
fallimento, di ritornare al mittente un avviso (bounce). E qui si apre un altro problema : quello
che si chiama il backscattering. Un esempio può aiutare più di mille parole: Mario (il nostro
buontempone) invia una busta a Giovanni indicando come mittente Gianluca. Se il postino non
riesce a consegnare la busta a Giovanni, cosa farà ? Semplice ritornerà la busta al mittente
indicato sulla busta stessa ovvero a Gianluca. Ed ecco che Gianluca si vede, incolpevolmente,
coinvolto in un giro di SPAM. Già, perchè gli spammers hanno capito che i "bouncemessages"
(ovvero i messaggi di ritorno per mancata consegna) godono di una sorta di "privilegio" nella
consegna ed è più facile che eludano i sistemi antispam tradizionali. Così, volutamente,
confezionano dei messaggi destinati ad indirizzi inesistenti indicando come "mittente" il loro
vero obiettivo: in questo modo il bersaglio dello SPAM riceverà il messaggio non desiderato
sottoforma di errore di recapito, spesso non capacitandosi del perchè si sia verificata questa
situazione ("Ma io non ho mandato mai questo messaggio a questo indirizzo !!"). Ma mentre è
piuttosto raro trovare "buontemponi" che si divertano ad imbucare lettere fasulle mandate ad
indirizzi a caso (e da indirizzi fasulli) prevalentemente per motivi di costo (il francobollo),
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l'economicità e la velocità (oltre all'indubbio anonimato) offerte dalla tecnica di trasmissione
email valgono oro per gli SPAMMERS. Per un computer generare milioni di indirizzi casuali è
un gioco da ragazzi: che importa poi se su qualche milione di email inviate solo poche migliaia
raggiungono veramente dei destinatari reali ? Che importa se i server SMTP cercano di inviare
ricevute di mancato recapito ad indirizzi inesistenti ? Gli SPAMMER raggiungono comunque i
loro obiettivi: che siano economici (come le pubblicità dei prodotti per la virilità o i tentativi di
rubarvi le credenziali per l'accesso al vostro conto corrente bancario – phishing) o più sofisticati
(come per esempio quello di recapitare sul vostro computer tramite l'email dei programmi
malevoli) anche se i tassi di ritorno sono bassi, è talmente alta la quantità dei messaggi inviati
che i valori assoluti sono comunque rilevanti. Basti pensare che numerosi studi attestano
mediamente tra il 90% ed il 97% la percentuale dei messaggi NON RICHIESTI inviati
quotidianamente.
Ma come ci si può proteggere da tutto questo ? Una cosa è certa : non è possibile combattere e
prevenire lo SPAM basandosi solo sulle caratteristiche di SMTP. E’necessario chiamare alle
armi altri strumenti, altri protocolli, altri software per cercare almeno di ridurre il fenomeno.
Ma è anche importante distinguere due campi di battaglia molto diversi: la protezione personale
contro lo spam ovvero il micro campo di battaglia nel quale io stesso cerco di difendere il mio
fortino costituito dalla mia casella postale e, su un piano totalmente diverso, la protezione
globale che ha come obiettivo quello di ridurre il traffico email SPAM (che impegna banda,
risorse di memoria e spazio su centinaia di migliaia di server) per poter garantire servizi internet
più efficienti e veloci.
Le tecniche possono essere simili per entrambi gli ambiti, ma vanno applicate con cure ed
accortezze molto diverse: se per esempio a livello di protezione personale decido che tutte le
email che contengono la parola “Viagra” vadano automaticamente cestinate o messe nella
Posta Indesiderata, il gestore di un server di posta per diversi domini non potrà permettersi lo
stesso “lusso”perchè potrebbe esserci il caso in cui uno dei suoi clienti sia un medico e che
come tale vuole ricevere informazioni mediche sul famoso prodotto della Pfeizer. Anche
l’implementazione di tecniche antispam a livello di server aziendali non deve essere presa alla
leggera: i contatti via email sono un canale essenziale di comunicazione con la clientela e
perdere messaggi magari importanti per errate impostazioni dei filtri può essere un
danno per l’azienda.
In questo contesto entra in scena Mediaspot Anti_SPAM, un software ad alte prestazioni,
multi-piattaforma (è integrabile in qualsiasi server di posta e in qualsiasi sistema operativo),
efficiente ed efficace contro l'inarrestabile fenomeno dello SPAM.
Con Mediaspot Anti_SPAM potrete facilmente rafforzare la vostra barriera di controllo
ampliando lo spettro dei test a disposizione. Controlli sulla presenza dell’IP mittente nelle più
utilizzate blacklist, verifica dell’”insistenza”con cui un determinato IP cerca di connettersi, ban
degli IP che tentano di consegnare posta a troppi indirizzi inesistenti, verifica delle forme
corrette negli HELO, controllo sulla corretta sequenza degli header, degli ID di messaggio,
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verifiche dei record MX/A nei domini mittenti ecc. Il tutto sintetizzato in uno schema di punteggi
a soglia, superata la quale, le connessioni da determinate sorgenti di SPAM vengono subito
bloccate prima ancora di ricevere i primi dati. Ovviamente è sempre possibile integrare i
controlli con whitelist ad apprendimento automatico e, infine, effettuare controlli bayesiani
che , tramite un sofisticato algoritmo matematico, “imparano”dal corpo dai messaggi che gli si
danno “in pasto”quali sono le email “buone”e quali sono SPAM. Per rendere funzionante questo
filtro è necessario un periodo di apprendimento, che di solito dura una settimana dopo
l'installazione, e di costanti correzioni mensili da parte dell'utente che , tramite un comodo
plugin di Outlook, possono correggere eventuali errori nell'assegnamento del
punteggio.
Il client Mediaspot Anti_SPAM Toolbar per Outlook abilita l'utente ad istruire l'algoritmo di
filtraggio, permettendo la collaborazione aziendale nell'istruzione. Mediaspot Anti_SPAM
Toolbar è integrabile su Active Directory, ed è quindi installabile e configurabile sui client
direttamente dal proprio server, garantendo una gestione del software centralizzata. Con
impostazioni discretamente aggressive, su un server dedicato a questo scopo, dei circa 95mila
tentativi di consegna di posta al giorno, ne blocchiamo sul nascere oltre il 94%. I benefici in
termini di banda risparmiata sono notevoli: non solo limitiamo i consumi in ingresso, ma
riduciamo anche quelli in uscita in quanto i clienti che scaricano la posta in POP si trovano un
numero molto minore di dati da scaricare.
Purtroppo anche moltissime email legittime però non riescono a superare i ferrei controlli che il
rispetto delle regole RFC imporrebbero. Improvvisati sistemisti configurano server di posta
interni per piccole lan locali dimenticandosi di configurare in modo opportuno i DNS, di
richiedere l’iscrizione di un corretto PTR, oppure abusano delle loro connessioni per mandare in
giro newsletter, o lasciano i relay aperti (cosa che immediatamente li fa entrare nelle blacklist
tipo spamhaus), o, ancora, utilizzano word come editor html dei messaggi per il loro Outlook (il
che genera un tale casino nel testo del messaggio che è impossibile classificarlo come legittimo
per parole chiave). E mille altri casi.
Mediaspot Anti_SPAM però aiuta nella eliminazione di questo pericolo. L’iscrizione di
determinati indirizzi (o interi domini) negli elenchi degli SPAMLOVERS permette di far
comunque arrivare (opzionalmente taggati) tutti i messaggi a loro destinati, o, in alternativa, è
possibile far generare ad Mediaspot Anti_SPAM un rapporto dettagliato delle email bloccate in
modo che il proprietario della casella “protetta”possa richiedere l’iscrizione in white-list dei
corrispondenti che gli interessano. In alcuni casi è anche possibile chiedere che venga forzato il
recapito del messaggio bloccato.
Mediaspot Anti_SPAM, inoltre, dispone anche di un filtro antivirus, basato sul motore del
blasonato ClamAV, garantendo una protezione efficace contro qualsiasi minaccia per la rete
aziendale.
Mediaspot Anti_SPAM è davvero un coltellino svizzero; una perfetta soluzione per le vostre
esigenze antispam a livello di server di posta ad un costo accessibile, nonostante le sue
capacità lo attestino in linea con le soluzioni antispam più blasonate dai costi elevatissimi.
Mediaspot Anti_SPAM registra ogni attività su un database locale, accessibile tramite una
comoda interfaccia grafica via Web, dove genera report giornalieri mensili e
annuali riguardanti il flusso di SPAM bloccato, il carico del server, il numero di VIRUS bloccati e
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i registri (log) nei quali vengono segnalate ogni mail transitata nel server di posta e il motivo per
cui sono state bloccate.
Clicca qui per ottenere una consulenza su questo argomento.
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