La convivialità e l`amore per le tradizioni valdostane

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La convivialità e l`amore per le tradizioni valdostane
IL COMITE E LA PARROCCHIA DI SAINT MARTIN.
Quando sono arrivato come Parroco a St. Martin de Corléans, il 28 ottobre 2007, uno dei primi
gruppi che è venuto a salutarmi è stato quello del Comite di Soque de Sen Marteun et Tsesallet.
Si era, infatti, in prossimità della Festa Patronale dell’11 novembre e nel quartiere già fervevano i
preparativi.
Sono rimasto subito colpito dallo stile gioioso di questo gruppo, di cui quest’anno ricorre il 30°
anniversario della nascita.
Mi sono informato sulla sua storia e sulle sue attività e desidero ringraziarlo per aver contribuito
alla salvaguardia e alla diffusione del ricco patrimonio delle tradizioni popolari della Valle d’Aosta
in tutti questi anni.
Un grazie per la dimensione sociale e di forte aggregazione, che ha caratterizzato e continua a
caratterizzare La Zona, protagonista di numerosi eventi e feste del quartiere nord-occidentale di
Aosta, cui appartiene anche la nostra Parrocchia, e non solo…
Questo non può che avere un risvolto positivo, per l’arricchimento apportato nella crescita della
dimensione comunitaria, di cui oggi maggiormente si sente il bisogno, visti l’individualismo e
l’egocentrismo imperanti, ma anche nell’attaccamento alle sane tradizioni dei loro padri e nel
desiderio di diffonderle e tramandarle, a propria volta, alle future generazioni.
Un grazie di cuore, quindi, al Comite di Soque de Sen Marteun et Tsesallet, per tutto quello che
finora ha realizzato e per quanto in futuro continuerà a fare, per il bene della nostra Parrocchia, del
nostro quartiere e di tutta la nostra Valle.
Don Albino Linty-Blanchet
Parroco di St. Martin de Corléans in Aosta
Le origini del “Comité di Soque”
Da dove veniamo…
« Mes amis. Vous êtes comme moi Valdôtains et comme moi, vous aimez votre Vallée du même
amour admiratif et filial. D’ailleurs, jamais admiration ni amour n’ont été plus légitimes. La Vallée
d’Aoste n’est elle pas notre petite Patrie? Ne sentons-nous pas que d’aussi belles et douces choses
qu’auréolent les grands souvenirs de notre Histoire Valdôtaine – hélas trop oubliée par nous – et
les glorieuses traditions de foi, de travail, de sobriété, de fidélité que nous ont léguées nos pères,
forment l’ambiance, l’atmosphère que nous respirons par tous nos prés, qui nous enveloppe et nous
accompagne et que nous appelons du doux nom de Pays et de Chez-nous ? N’est-ce pas que vous
l’aimez profondément? Mais pour l’aimer véritablement il faut que nous travaillons tous mieux que
par le passé et avec une énergie et une union d’âmes incomparablement plus grande, à son bonheur
et à sa prospérité ».
Messager Valdôtain, 1920
Ho riportato questa frase perché ritengo che mantenere tradizioni e cultura del nostro paese sia un
dovere, oggi forse con difficoltà anche un dritto. Non si costruisce il futuro senza la memoria del
passato.
Non credo di peccare di presunzione nel dire che se non ci fosse stato, se non ci fosse oggi “Le
Comité di Soque” Saint-Martin sarebbe Via Saint-Martin, non quella parte importante di Aosta che
comprende collina e piana ad est della Città.
Crou, Brenlo, Pont d’Avisod, Duvet, Pléod, Bioula, Conte Crotti, Quartiere Europa e Rionda sono il
tessuto che compone il rione di Saint-Martin. Una zona che da sempre ha saputo esprimere
aggregazioni che hanno dato vita ad associazioni culturali capaci di farsi interpreti e testimoni delle
tradizioni valdostane. Tradizioni di amore per il territorio, ma anche momenti di socializzazione e
collante tra diverse popolazioni di varia provenienza.
La Parrocchia di Saint-Martin punto focale, cuore del quartiere, è da sempre, con i suoi Parroci, il
punto di riferimento.
“La Clicca” che festeggia nel 2008 i suoi cinquant’anni non solo ha fatto onore a Saint-Martin nei
vari paesi d’Italia e d’Europa, ma soprattutto continua ad incrementare la sua presenza nel quartiere
con manifestazioni di alto livello. L’attività della “Clicca” è così viva che riesce a richiamare
continuamente giovani nelle sue file, non correndo così il rischio di invecchiare troppo.
“Les Sapeurs-Pompiers” gruppo pronto e preparato nel risolvere le emergenze legate agli incendi o
alle calamità naturali e anche disponibile a collaborare in ogni manifestazione che coinvolga SaintMartin.
Il Gruppo ANA di Saint-Martin, sempre partecipe, con la sua esperienza e con il dinamismo che lo
contraddistingue, in tutte le iniziative del quartiere.
Ed infine il Gruppo “Progetto Giovani”, che partecipa attivamente alla vita sociale e culturale del
rione.
Ho voluto fare questa lunga premessa prima di parlare della nascita del Comité, perché ho la
presunzione di farvi capire che Saint-Martin è un quartiere VIVO, con le sue diverse realtà così
articolate.
Un quartiere che ha bisogno continuamente di trovarsi, di parlare, di confrontarsi, di divertirsi nel
rispetto della cultura, e della tradizione che ci è propria.
Con chi e come realizzare tutto questo? Con le associazioni e con i gruppi che ho menzionato.
Nel 1974, con alcuni amici, Emile Danna, Raimondo Pennazio, Vigo Desaymonet, Silvio
Desaymonet, Sergio Comé e Sergio Rigollet, decidemmo di organizzare una manifestazione che
riuscisse a ricollegare, almeno nelle nostre intenzioni, Porossan, Signayes, Arpuilles, Chesallet,
Saint-Martin de Corléans, sulla scia della canzone che recita “Viva viva la famille de Saint-Martin,
Porossan, Signayes, Arpuilles…”. Si decise così di formare un comitato chiamandolo “Comité di
Socque” e organizzammo una manifestazione podistica che mirava a coinvolgere i paesi sopra
menzionati, che si articolava su tre domeniche, con una percorrenza di 100 km (33 km ogni
domenica).
Una bella gara, un buon successo di pubblico, una perfetta organizzazione grazie alla
collaborazione dei “Sapeurs-Pompiers”, del gruppo ANA e di tanti volontari di Saint-Martin, ma…
un “disastro economico” per il gruppo di organizzatori che ironicamente si chiamò per un periodo il
“Comité di Soque d’or”. Quelle sette paia di zoccoli ci costarono infatti 300 mila lire la coppia!
Comunque, la voglia di continuare a divertirci e a far divertire, e soprattutto continuare con le
tradizioni che erano della gente di Saint-Martin, carnevale e festa patronale, ci portarono nel 1978 a
formalizzare approvandone lo statuto, il Comité di Soque che diventò “Comité di Soque de SaintMartin e Tsesallet”. La mente e il motore fu allora il carissimo e compianto Bruno Salvatori: uomo
che amava il nostro rione, ma soprattutto aveva intuito la necessità di dare alla zona uno strumento
che riuscisse veramente ad aggregare le varie realtà in continua crescita.
Lo strumento individuato fu il Comité. Una delle principali attività del Comité fu l’organizzazione
del carnevale, che si articolò in due momenti: il gruppo storico e il tradizionale gruppo mascherato.
Si fecero delle ricerche per individuare i personaggi storici: Conte e Contessa di Pléod e il
rappresentante dei contadini “Batiteun de la Bioula”. Per il gruppo mascherato si studiò un costume
che avesse attinenza al gruppo storico, che non ricalcasse i canoni estetici della “Coumba Freida”.
La festa Patronale, che era ed è ancora un momento di grande importanza nella nostra regione, fu
pensata come momento conviviale, un pranzo aperto a tutte le famiglie del quartiere. Si allestì un
capannone e si organizzarono numerosi eventi collaterali: con musica, con premi per anziani del
quartiere, con un concorso per scegliere la torta più buona e più bella, con un mercatino dell’usato e
con un’esposizione di vini della collina.
Il Comité iniziò così ad operare con successo grazie alla collaborazione degli iscritti, dei gruppi
esistenti sul territorio, della gente di Saint-Martin, ma soprattutto del Parroco don Luigi Maquignaz,
persona lungimirante, che considerava importante offrire agli abitanti di Saint-Martin motivi per
trovarsi, dialogare, divertirsi.
Concludo facendo i miei sinceri complimenti all’ex Presidente Wilder Pennazio per aver saputo
sviluppare l’attività del Comité, pur nelle sempre crescenti difficoltà sia nell’affrontare il lavoro
organizzativo sia gli ostacoli economici e burocratici.
Un plauso all’attuale Presidente che affronta con entusiasmo le stesse difficoltà ed un
ringraziamento particolare per aver saputo e voluto dare testimonianza all’attività del Comité de
Soque con questa importante pubblicazione.
Permettetemi ancora un ringraziamento a tutti coloro che sempre validamente hanno lavorato per il
Comité ed in particolare agli amici Don Luigi Maquignaz, Aldo Follien, Enrica Follien.
Ho la speranza, anzi la ferma convinzione, che l’attività del Comité proseguirà valorizzando sempre
più il nostro amato Saint-Martin.
Fidèle Borre
Presidente del Comité di Soques dal 1978 al 1990
30 ANNI DI COMITE
Come abbiamo potuto “crescere” negli anni
Quando la voglia di aggregazione è tanta, le persone si cercano, s’incontrano, parlano, fanno
progetti e cercano di mettere in moto una macchina che porti loro delle emozioni, vere, forti,
intense.
Nacque così, nel 1978, il Comité di Soque, dall’ entusiasmo e dal desiderio di mantenere e fare
rivivere le nostre tradizioni che, rimaste assopite, aspettavano solo di essere rilanciate. Così è stato.
Il Comité ha sempre mantenuto il passo con i tempi, continuando a migliorarsi in prospettiva di un
proficuo futuro.
Ci sono stati anni di grandi entusiasmi e soddisfazioni e anni di passi più incerti, tutti comunque
vissuti con grande passione e sostenuti da una grande forza di volontà.
Quando venni eletto presidente per la prima volta avevo la consapevolezza che non sarebbe stato
facile, ma nutrivo anche la certezza che ogni persona del nostro gruppo di amici sarebbe stata
pronta a sostenere dei sacrifici per arrivare vincenti all’obiettivo finale.
Avevamo tante idee e grande entusiasmo, nonostante il lavoro da portare a termine fosse lungo e
pesante e sempre da svolgere la sera, dopo una giornata di lavoro, e sovente al freddo. Tuttavia
eravamo sempre uniti e felici e questo ci permetteva di far crescere le nostre idee e di trasformarle
in risultati concreti.
Il Carnevale è sempre stato il nostro fiore all’occhiello e negli anni abbiamo raccolto molti consensi
e ottime critiche. Naturalmente non sempre c’è un rapporto equivalente tra lavoro e risultato finale,
anche se siamo riusciti a differenziarci da altri carnevali per la particolarità dei nostri grandi carri
allegorici, decisamente sgargianti nei loro colori vivaci, sempre ottimamente rifiniti e pieni di
personaggi buffi che diffondevano il buonumore tra il numeroso pubblico accorso ad ammirarci e
gratificarci con tanti applausi.
Il successo e la soddisfazione ci caricava e ci faceva dimenticare le fatiche di mesi di preparazione,
tanto che finita una sfilata pensavamo già a come realizzare quella dell’anno successivo.
Costruire e allestire un carro di carnevale comporta sempre un grande dispendio, non solo di
energie, ma anche di denaro e non sempre si può fare quello che si vuole. A volte ci si deve
accontentare del poco che si ha e cercare, con la fantasia e la creatività, di dare una buona visibilità
a tutto e fortunatamente ci siamo riusciti molte volte.
Da un po’ di anni l’Amministrazione comunale, visti gli ottimi risultati, ci ha aiutato
finanziariamente, permettendoci di portare avanti i nostri progetti.
Ancora a distanza di anni i gruppi venuti da fuori Valle ricordano con nostalgia le nostre sfilate e
dicono che a Sen Marteun si vive una giornata ricca di emozioni, impossibile da dimenticare.
La forza motrice di tutto sono i giovani, come quelli che indossano l’allegro costume del gruppo
mascherato. Esso ricorda il giullare di corte, per i suoi colori sgargianti e per il tintinnio di migliaia
di sonagli di svariate dimensioni. Ma anche i personaggi storici come il conte e la contessa di Pléod
con il loro seguito, abbigliati con sontuosi costumi che ci ricordano gli antichi sfarzi dei nobili
dell’ottocento; Batiteun e Batitine, i contadini rappresentanti del popolo e spina nel fianco dei
nobili; le splendide damigelle dai costumi rossi e neri che portano gagliardetti, gonfaloni e bandiere;
la guida che, con il suo procedere cadenzato, avanza a suon di musica davanti a tutto il gruppo
mascherato, sventolando la bandiera con movimenti alteri e veloci, accompagnata da musicisti
estrosi nell’intonare melodie che coinvolgono tutti, grandi e piccini.
Non si può certo dimenticare San Martino a cavallo, con il suo grande mantello rosso e l’elmo
luccicante, mentre avanza con il suo seguito di soldati romani e i Salassi, i primi abitanti di Sen
Marteun, tutti vestiti di pelli e stracci, conquistati e incatenati dai Romani che hanno vinto i loro
corpi, ma non hanno domato le loro anime libere.
Molto belli e caratteristici sono i carri allegorici, quelli di carattere politico che, con la loro satira,
non perdono l’occasione per mettere alla gogna gli amministratori, e i carri della tradizione con la
“veillà”, dove i personaggi si divertono coinvolgendo il pubblico. Altri protagonisti della sfilata
sono i gruppi invitati dai carnevali della “Coumba freide”, quelli storici valdostani e non, le
majorettes e gli altri numerosi gruppi e carri provenienti da ogni parte.
In tanti anni di carnevale ho avuto l’occasione di indossare tanti costumi, da quelli più sontuosi dei
nobili a quelli più ridicoli dei vari personaggi che ho interpretato, tutti confezionati con grande
passione da mia moglie Cesira, che mi ha sempre spronato ad andare avanti anche nei momenti
meno esaltanti.
Purtroppo, negli anni parecchi amici e collaboratori ci hanno lasciato e, perdendo loro, il Comité di
Soque e tutta Sen Marteun hanno perso dei validi uomini, sempre pronti a dare il loro contributo.
Ci riteniamo comunque fortunati, visto che il vivaio dei giovani è ricco e che i vari gruppi e
associazioni del territorio come i Vigili del fuoco volontari, gli Alpini e il gruppo folkloristico “La
Clicca” contribuiscono, con la loro preziosa collaborazione, ai nostri successi.
L’apporto del loro lavoro, non solo nel carnevale, ma anche nella festa patronale, nella castagnata e,
per molti anni, nel presepe vivente è stato basilare per il successo finale.
Sin dalla prima festa per il “Patron” decidemmo di scegliere l’11 novembre come giorno per
festeggiare tutti insieme, decisione che ha raccolto sin da subito il consenso generale di tutta la
popolazione.
Ogni anno, la festa inizia una settimana prima con la “Badoche”; il gruppo dei badochys, ragazzi e
ragazze non sposati, passano, reggendo il bastone tradizionale addobbato con fiocchi multicolori,
presso tutte le frazioni della collina ad annunciare, a suon di musica, l’imminente inizio della festa
patronale.
Gli abitanti del quartiere attendono con entusiasmo che i badochys passino a visitarli per offrire loro
dell’ottimo cibo e del buon vino e per divertirsi con canti e balli.
Le giovani ragazze, con un grande piatto di legno pieno di dolcetti da offrire, appuntano sulle
giacche degli uomini un fiocchetto rosso e nero e ringraziano tutti coloro che donano un piccolo
contributo in denaro, utile per organizzare la grande festa dell’11 novembre.
Il giorno di San Martino, già dal mattino presto, tutti si danno da fare per gli ultimi ritocchi. Prima
si assiste alla messa per santificare la giornata quindi, a fine mattinata, davanti alla chiesetta di Sen
Marteun, ci si ferma al banco dell’enchère per offrire qualcosa da mettere all’incanto. Il ricavato
dell’asta viene consegnato al parroco per il mantenimento della chiesa e per la beneficenza.
Giunta l’ora di pranzo, le famiglie con i loro invitati si avviano verso il grande salone, dove tutti i
tavoli sono imbanditi e le cameriere volontarie aspettano per iniziare a servire il banchetto.
Il parroco recita la preghiera di ringraziamento e il pranzo comincia.
Ad ogni pausa per il cambio di portata, il presentatore di turno prende il microfono e mette
all’incanto qualche bottiglia di buon vino di Ivo o Stefano, con etichette fatte a mano dall’amico
Oreste, e premia gli ottantenni che ancora partecipano con grande entusiasmo alla festa.
Non mancano i musicisti che intonano canti e balli.
A metà pomeriggio, quando tutti sono sazi e allegri, entrano in scena i badochys con le loro
musiche e mettono all’asta tre balli. Chi se li aggiudica, oltre al piacere di ballare con una delle
belle ragazze o uno dei baldi ragazzi della Badoche, riceve in dono delle grolle di noce finemente
lavorate.
Essendo il primo ballo il più ambito si assiste ad una gara tra i commensali nel puntare l’imbonitore,
che deve prestare molta attenzione per poter aggiudicare la puntata alla persona giusta. Man mano
che la cifra si fa alta i puntatori diminuiscono, fino a che risulta vincitore la persona che aveva
puntato di più. Mentre nei primi anni erano per lo più gli uomini a puntare, ora sono le donne le più
agguerrite, tanto da dare filo da torcere agli uomini.
Per tanti anni, e ancora oggi, il Comité di Soque non solo si è occupato dell’organizzazione della
Festa patronale, ma ha anche allestito mostre molto belle ed anno dopo anno si è arrivati a costruire
una struttura sempre più grande dove far rivivere vecchi mestieri ed antiche tradizioni.
Un altro fiore all’occhiello è stata l’ideazione del mercatino dei prodotti tipici, dell’artigianato e di
oggetti di antiquariato di Sen Marteun. Nato come una festa da abbinare alla castagnata, ora, dopo i
prima successi, il mercatino denominato “Un dzor de martzà et de fëta avoué cice de Sen Marteun”,
è diventato un vero e proprio evento, molto visitato e gradito, tanto che il comune di Aosta l’ha
inserito nell’elenco delle sue manifestazioni.
I componenti del gruppo “La Clicca”, nostri grandi amici e collaboratori in tutte le manifestazioni
svolte in cinquant’anni nel quartiere, insieme ad altri gruppi folkloristici, allietano il pubblico lungo
le vie del quartiere, mentre il gruppo “Musiques et dances traditionelles” diverte gli spettatori con le
musiche e i balli del passato.
In conclusione, posso affermare di essere fiero di aver rivestito il ruolo di presidente del Comité di
Soque per quasi vent’anni. Resta il rimpianto di non aver fatto e dato di più, di non aver potuto
portare a termine tante idee. Credo comunque che potrò continuare ad essere d’aiuto, offrendo con
umiltà la mia esperienza per metterla al servizio dei giovani che continueranno questo lungo
cammino.
Auspico a David di avere, negli anni a venire, le stesse soddisfazioni che ho potuto vivere in
passato, grazie ad un collettivo di grandi amici, uniti nella passione e nella volontà di portare avanti
e conservare le nostre tradizioni.
Wilder Pennazio
Presidente del Comité di Soques dal 1990 al 2007
Le “Comité di Soque”: quel avenir?
Regarder au futur, sans oublier nos racines
Quando arriva il giorno del compleanno è inevitabile festeggiare, per ricordare il tempo passato e
per godere qualche momento con le persone a noi più care e questo abbiamo voluto fare come
Associazione, realizzando questo piccolo volume, interamente scritto da noi, con l’aiuto di alcuni
amici, per ricordare e per fare un piccolo consuntivo sulle nostre attività, dalla fondazione ad oggi.
Quando si parla di “futuro” si affronta sempre un qualcosa che non si conosce, e si rischia spesso di
pensare troppo in grande e di fare progetti che non si potranno realizzare. Noi crediamo invece che
sia essenziale mantenere i piedi per terra e chiederci chi siamo e cosa vogliamo essere e su questo
abbiamo le idee chiare: semplicemente un gruppo di amici, sparsi tra SEN MARTEUN ET
TSESALLET, che vuole continuare a mantenere vive le tradizioni che ci caratterizzano,
utilizzando tutte le nostre energie per conservare e sviluppare le due manifestazioni che ci hanno
distinto in questi decenni e cioè la festa patronale di Saint-Martin ed il Carnevale.
Conservare, vuole dire seguire il solco lasciato da coloro che hanno creato e gestito queste feste,
credendo profondamente in tradizioni come la Badoche e l’enchère per quanto è della festa
patronale, e continuare con il nostro gruppo mascherato ed i nostri carri allegorici; tutto questo non
significa chiudersi su se stessi, ma al contrario essere aperti anche a nuove iniziative e
collaborazioni con nuovi eventuali soggetti, cercando di attirare sempre più gente del nostro
quartiere, ma anche di Chesallet di Sarre, senza dimenticare che soprattutto il nostro Carnevale è
molto legato anche a quella zona.
Nei prossimi anni ci saranno sicuramente momenti difficili, dovuti al fatto che gli enti pubblici
hanno sempre meno fondi da destinare alle manifestazioni e agli eventi territoriali. Oltretutto, è
verosimile pensare che l’annunciata crisi economica assottiglierà ciò che si potrà raccogliere come
donazioni da privati e da raccolta di fondi, ma in ogni caso credo che si debba essere comunque
ottimisti, poiché quando vi sono impegno ed entusiasmo il tutto si supera, visto e considerato che la
nostra è una associazione che gode di buona salute, con quasi 100 iscritti, tra i quali molti giovani,
feste popolari che raccolgono l’apprezzamento del pubblico, ottimi rapporti con tutte le altre
associazioni della zona (Alpini, Vigili del fuoco, “La Clicca”, Progetto Giovani, ecc.) con cui si
collabora e si coordina regolarmente, e per ultimo ma non per importanza, l’appoggio che non è mai
mancato da parte dell’Amministrazione Comunale di Aosta, ricambiata dal nostro impegno a
lavorare per tutta la comunità, e del Comune di Sarre che negli ultimi anni ha dimostrato apertura
verso le nostre iniziative per il Carnevale a Chesallet.
Après trente ans, je crois important de remercier tout les personnes qui ont aidé notre association à
grandir et à devenir telle que elle est, c’est-à-dire un petit flambeau pour les traditions Valdôtaines à
Aoste, dans une zone de notre ville où elles sont encore très fortes et présentes dans toutes les
formes possibles; je crois que le secret pour continuer à grandir est celui de travailler en harmonie et
dans l’unité, pour passer des moments de divertissement et de sérénité.
En conclusion, je crois important de remercier tous les membres des différents Comités de direction
qui se sont engagés dans ces trente ans, et surtout à Fidèle, notre mémoire historique, et à Wilder,
qui m’a laissé ce défi après avoir accompli un travail extraordinaire. Un grand Merci pour les
conseils que vous m’avez donné et qui resteront dans mon cœur.
Maintenant, pour moi, est venu le moment de travailler avec joie, puisque je suis entouré par un
groupe intéressant, composé par des personnes qui apportent de l’expérience, mais surtout par des
jeunes filles et garçons qui travaillent avec enthousiasme. La contribution des plus jeunes est
fondamentale afin de ne pas perdre le contact avec l’évolution de la société, pour grandir dans
l’innovation, mais surtout alimenter notre monde, qui est celui du bénévolat.
Terminando, spero che questo piccolo bollettino sia apprezzato da tutti coloro che lo riceveranno e
che al prossimo appuntamento importante, ad esempio il cinquantennale, ci si possa ritrovare ancora
tutti insieme con l’entusiasmo del 2008, per fare un’altra volta un consuntivo dell’attività e dei
risultati raggiunti, tutti insieme giovani con i meno giovani, uniti dal semplice obiettivo di
conservare e sviluppare le nostre splendide tradizioni.
David Follien
Presidente del Comité di Soques dal 2007 al 2013
Il Comité di Soque e “La Clicca de Saint-Martin-de-Corléans”
Una collaborazione vincente
Il poeta Venance Bernin di Chesallet era un grande sostenitore delle tradizioni valdostane e del
quartiere di Saint Martin. Non è un caso che sia stato lui, nel 1966, a ripristinare la figura della
“Badoche de Sen Marteun e Chesallet”. Si può dire che da quel momento nasce una grande
collaborazione tra il “Comité di Soques” e il “Gruppo folklorico La Clicca”, da lui fondata nel
1958. Molti componenti del gruppo diventano, infatti, parte attiva del Comité.
Ciò che accomuna le due associazioni è sicuramente la voglia di salvaguardare e divulgare le
tradizioni del quartiere, proponendo manifestazioni che coinvolgono tutti i residenti.
Il primo evento, anche in ordine di tempo, è la festa patronale, che si celebra l’11 novembre in
onore di San Martino. La giornata inizia con la santa messa e si conclude con l’arrivo in Piazza
Salvadori della Badoche.
Quest’ultima si prodiga per tutto il giorno nel quartiere, con lo scopo di festeggiare, insieme a tutti
gli abitanti la grande ricorrenza; si raccolgono anche libere offerte, che saranno poi impiegate
nell’organizzazione dell’evento.
Quasi in contemporanea con la nascita del gruppo degli “enfants”, avvenuta nel 1989, il gruppo
della “Clicca” crea la “Badoche dei piccoli”, per aiutare il Comité a sensibilizzare il maggior
numero di persone. Si instaura, in questo modo, una divisione di compiti: i più grandi girano di casa
in casa la collina, mentre i più piccoli allietano la parte bassa, con musiche e danze tradizionali.
Ormai la festa di Saint-Martin è consolidata e, così come gli abitanti della collina, anche gli stessi
commercianti aspettano questo momento per ospitare i piccoli nei negozi, offrendo loro, il più delle
volte, delizie gastronomiche.
Ultimamente, “La Clicca”, in occasione della festa patronale, oltre al suo spettacolo propone, grazie
al sostegno della “Consulta comunale”, anche quello di un altro gruppo folkloristico che può essere
nazionale o straniero; questo rappresenta un’ulteriore impulso per la riuscita della festa.
Chiaramente il rapporto tra i due enti continua anche nel nuovo anno, infatti tra gennaio e febbraio
il Comité organizza il carnevale di Saint-Martin, un appuntamento importante per le “Maschere de
Sen Marteun e Chesallet”, di cui fanno parte molti ragazzi della Clicca.
E’ doveroso anche evidenziare il ruolo dei loro genitori che, oltre ad accompagnare i figli a queste
manifestazioni, in certi casi diventano parte integrante della festa, ricoprendo, a volte, il ruolo di
“Conte e Contessa di Pléod”, del loro seguito o delle maschere.
E’ evidente come le associazioni del quartiere si integrino una con l’altra per riuscire a sostenersi a
vicenda, evitando così di perdere momenti di festa e di allegria, che si sono tramandati nel tempo e
che quindi fanno parte della comunità di Saint-Marteun.
VIGNA MARCO
Saint-Martin, una storia di amicizia e di volontariato:
il fondamentale ruolo degli alpini e dei pompieri volontari.
La voglia di stare insieme e l’amore per le tradizioni valdostane sono da sempre caratteristiche che
contraddistinguono il quartiere di Saint-Martin de Corléans, rispetto al resto della città. Fu anche
grazie a tutto ciò che, verso la fine degli anni settanta, un gruppo di amici fondò il “Comité di
Soque”; l’intento era quello di recuperare e rinvigorire delle manifestazioni legate al nostro
patrimonio tradizionale che stavano via via scomparendo ed, eventualmente, proporne altre. Nel
quartiere associazionismo e volontariato erano di casa: dal 1958 era presente sul territorio il gruppo
folcloristico “La Clicca de Saint-Martin de Corléans” e da parecchi anni i Vigili del fuoco volontari
garantivano aiuto alla popolazione in caso di bisogno.
Fin dalla prima edizione del “Carnaval de Sen Marteun”, il Comité avvertì la necessità di
collaborare con le altre associazioni presenti sul territorio; il lavoro da fare era parecchio e la
manodopera mai abbastanza. Qualche anno dopo, nel 1980, nacque il gruppo Alpini di Saint-Martin
de Corléans, che si inserì da subito in quella sinergia creatasi inevitabilmente tra le associazioni. Il
rapporto tra il gruppo folcloristico “La Clicca” e il Comité, già descritto nell’articolo precedente, è
da sempre fondamentale per l’ottima riuscita delle nostre iniziative.
Differente, ma altrettanto importante, l’aiuto offerto al Comité da Alpini e Vigili del fuoco
volontari: una collaborazione operativa sulla quale abbiamo sempre potuto contare. La festa
patronale, il Carnevale e il Presepe vivente (rappresentato fino a qualche anno fa) sono le tre
principali manifestazioni organizzate dal Comité e in ciascuna di esse è palpabile la presenza dei
nostri “amici in divisa”. La domenica che precede l’11 novembre, giorno di Saint-Martin, si
svolgono nel quartiere la castagnata e il mercatino, appuntamenti ormai imperdibili per tutti i
cittadini di Aosta, e non solo. In quest’occasione, una trentina di volontari delle diverse associazioni
si adoperano affinché tutto riesca ottimamente. Alpini e Vigili del fuoco volontari contribuiscono,
inoltre, alla perfetta riuscita del Carnevale, non solo preparando lo storico minestrone, ma anche
rendendosi disponibili per la costruzione dei carri e nella difficile gestione del traffico
automobilistico durante la sfilata. La notte di Natale, invece, dopo la rappresentazione del presepe
vivente, il gruppo ANA offriva a tutti i convenuti un bicchiere di vin brûlé, molto apprezzato nella
fredda notte natalizia.
Sono solo alcuni di tutti i bei momenti passati insieme lavorando, ma anche divertendosi; una
collaborazione tra quattro associazioni che, con il passare del tempo, va via via rinforzandosi, grazie
anche a quell’aria di paese che da sempre si respira a Saint-Martin de Corléans.
Poche righe per raccontare quest’amicizia, che ci ha permesso di organizzare ed ampliare le nostre
manifestazioni, occasioni di festa ed incontro per tutta la comunità del quartiere. Un sincero
ringraziamento, quindi, a tutti coloro che ci hanno aiutato e che, speriamo, tanto ci aiuteranno
ancora, per far vivere all’infinito queste belle tradizioni, alle quali tutti noi siamo molto legati.
SAPINET DAVIDE