La convivialità e l`amore per le tradizioni valdostane
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La convivialità e l`amore per le tradizioni valdostane
IL COMITE E LA PARROCCHIA DI SAINT MARTIN. Quando sono arrivato come Parroco a St. Martin de Corléans, il 28 ottobre 2007, uno dei primi gruppi che è venuto a salutarmi è stato quello del Comite di Soque de Sen Marteun et Tsesallet. Si era, infatti, in prossimità della Festa Patronale dell’11 novembre e nel quartiere già fervevano i preparativi. Sono rimasto subito colpito dallo stile gioioso di questo gruppo, di cui quest’anno ricorre il 30° anniversario della nascita. Mi sono informato sulla sua storia e sulle sue attività e desidero ringraziarlo per aver contribuito alla salvaguardia e alla diffusione del ricco patrimonio delle tradizioni popolari della Valle d’Aosta in tutti questi anni. Un grazie per la dimensione sociale e di forte aggregazione, che ha caratterizzato e continua a caratterizzare La Zona, protagonista di numerosi eventi e feste del quartiere nord-occidentale di Aosta, cui appartiene anche la nostra Parrocchia, e non solo… Questo non può che avere un risvolto positivo, per l’arricchimento apportato nella crescita della dimensione comunitaria, di cui oggi maggiormente si sente il bisogno, visti l’individualismo e l’egocentrismo imperanti, ma anche nell’attaccamento alle sane tradizioni dei loro padri e nel desiderio di diffonderle e tramandarle, a propria volta, alle future generazioni. Un grazie di cuore, quindi, al Comite di Soque de Sen Marteun et Tsesallet, per tutto quello che finora ha realizzato e per quanto in futuro continuerà a fare, per il bene della nostra Parrocchia, del nostro quartiere e di tutta la nostra Valle. Don Albino Linty-Blanchet Parroco di St. Martin de Corléans in Aosta Le origini del “Comité di Soque” Da dove veniamo… « Mes amis. Vous êtes comme moi Valdôtains et comme moi, vous aimez votre Vallée du même amour admiratif et filial. D’ailleurs, jamais admiration ni amour n’ont été plus légitimes. La Vallée d’Aoste n’est elle pas notre petite Patrie? Ne sentons-nous pas que d’aussi belles et douces choses qu’auréolent les grands souvenirs de notre Histoire Valdôtaine – hélas trop oubliée par nous – et les glorieuses traditions de foi, de travail, de sobriété, de fidélité que nous ont léguées nos pères, forment l’ambiance, l’atmosphère que nous respirons par tous nos prés, qui nous enveloppe et nous accompagne et que nous appelons du doux nom de Pays et de Chez-nous ? N’est-ce pas que vous l’aimez profondément? Mais pour l’aimer véritablement il faut que nous travaillons tous mieux que par le passé et avec une énergie et une union d’âmes incomparablement plus grande, à son bonheur et à sa prospérité ». Messager Valdôtain, 1920 Ho riportato questa frase perché ritengo che mantenere tradizioni e cultura del nostro paese sia un dovere, oggi forse con difficoltà anche un dritto. Non si costruisce il futuro senza la memoria del passato. Non credo di peccare di presunzione nel dire che se non ci fosse stato, se non ci fosse oggi “Le Comité di Soque” Saint-Martin sarebbe Via Saint-Martin, non quella parte importante di Aosta che comprende collina e piana ad est della Città. Crou, Brenlo, Pont d’Avisod, Duvet, Pléod, Bioula, Conte Crotti, Quartiere Europa e Rionda sono il tessuto che compone il rione di Saint-Martin. Una zona che da sempre ha saputo esprimere aggregazioni che hanno dato vita ad associazioni culturali capaci di farsi interpreti e testimoni delle tradizioni valdostane. Tradizioni di amore per il territorio, ma anche momenti di socializzazione e collante tra diverse popolazioni di varia provenienza. La Parrocchia di Saint-Martin punto focale, cuore del quartiere, è da sempre, con i suoi Parroci, il punto di riferimento. “La Clicca” che festeggia nel 2008 i suoi cinquant’anni non solo ha fatto onore a Saint-Martin nei vari paesi d’Italia e d’Europa, ma soprattutto continua ad incrementare la sua presenza nel quartiere con manifestazioni di alto livello. L’attività della “Clicca” è così viva che riesce a richiamare continuamente giovani nelle sue file, non correndo così il rischio di invecchiare troppo. “Les Sapeurs-Pompiers” gruppo pronto e preparato nel risolvere le emergenze legate agli incendi o alle calamità naturali e anche disponibile a collaborare in ogni manifestazione che coinvolga SaintMartin. Il Gruppo ANA di Saint-Martin, sempre partecipe, con la sua esperienza e con il dinamismo che lo contraddistingue, in tutte le iniziative del quartiere. Ed infine il Gruppo “Progetto Giovani”, che partecipa attivamente alla vita sociale e culturale del rione. Ho voluto fare questa lunga premessa prima di parlare della nascita del Comité, perché ho la presunzione di farvi capire che Saint-Martin è un quartiere VIVO, con le sue diverse realtà così articolate. Un quartiere che ha bisogno continuamente di trovarsi, di parlare, di confrontarsi, di divertirsi nel rispetto della cultura, e della tradizione che ci è propria. Con chi e come realizzare tutto questo? Con le associazioni e con i gruppi che ho menzionato. Nel 1974, con alcuni amici, Emile Danna, Raimondo Pennazio, Vigo Desaymonet, Silvio Desaymonet, Sergio Comé e Sergio Rigollet, decidemmo di organizzare una manifestazione che riuscisse a ricollegare, almeno nelle nostre intenzioni, Porossan, Signayes, Arpuilles, Chesallet, Saint-Martin de Corléans, sulla scia della canzone che recita “Viva viva la famille de Saint-Martin, Porossan, Signayes, Arpuilles…”. Si decise così di formare un comitato chiamandolo “Comité di Socque” e organizzammo una manifestazione podistica che mirava a coinvolgere i paesi sopra menzionati, che si articolava su tre domeniche, con una percorrenza di 100 km (33 km ogni domenica). Una bella gara, un buon successo di pubblico, una perfetta organizzazione grazie alla collaborazione dei “Sapeurs-Pompiers”, del gruppo ANA e di tanti volontari di Saint-Martin, ma… un “disastro economico” per il gruppo di organizzatori che ironicamente si chiamò per un periodo il “Comité di Soque d’or”. Quelle sette paia di zoccoli ci costarono infatti 300 mila lire la coppia! Comunque, la voglia di continuare a divertirci e a far divertire, e soprattutto continuare con le tradizioni che erano della gente di Saint-Martin, carnevale e festa patronale, ci portarono nel 1978 a formalizzare approvandone lo statuto, il Comité di Soque che diventò “Comité di Soque de SaintMartin e Tsesallet”. La mente e il motore fu allora il carissimo e compianto Bruno Salvatori: uomo che amava il nostro rione, ma soprattutto aveva intuito la necessità di dare alla zona uno strumento che riuscisse veramente ad aggregare le varie realtà in continua crescita. Lo strumento individuato fu il Comité. Una delle principali attività del Comité fu l’organizzazione del carnevale, che si articolò in due momenti: il gruppo storico e il tradizionale gruppo mascherato. Si fecero delle ricerche per individuare i personaggi storici: Conte e Contessa di Pléod e il rappresentante dei contadini “Batiteun de la Bioula”. Per il gruppo mascherato si studiò un costume che avesse attinenza al gruppo storico, che non ricalcasse i canoni estetici della “Coumba Freida”. La festa Patronale, che era ed è ancora un momento di grande importanza nella nostra regione, fu pensata come momento conviviale, un pranzo aperto a tutte le famiglie del quartiere. Si allestì un capannone e si organizzarono numerosi eventi collaterali: con musica, con premi per anziani del quartiere, con un concorso per scegliere la torta più buona e più bella, con un mercatino dell’usato e con un’esposizione di vini della collina. Il Comité iniziò così ad operare con successo grazie alla collaborazione degli iscritti, dei gruppi esistenti sul territorio, della gente di Saint-Martin, ma soprattutto del Parroco don Luigi Maquignaz, persona lungimirante, che considerava importante offrire agli abitanti di Saint-Martin motivi per trovarsi, dialogare, divertirsi. Concludo facendo i miei sinceri complimenti all’ex Presidente Wilder Pennazio per aver saputo sviluppare l’attività del Comité, pur nelle sempre crescenti difficoltà sia nell’affrontare il lavoro organizzativo sia gli ostacoli economici e burocratici. Un plauso all’attuale Presidente che affronta con entusiasmo le stesse difficoltà ed un ringraziamento particolare per aver saputo e voluto dare testimonianza all’attività del Comité de Soque con questa importante pubblicazione. Permettetemi ancora un ringraziamento a tutti coloro che sempre validamente hanno lavorato per il Comité ed in particolare agli amici Don Luigi Maquignaz, Aldo Follien, Enrica Follien. Ho la speranza, anzi la ferma convinzione, che l’attività del Comité proseguirà valorizzando sempre più il nostro amato Saint-Martin. Fidèle Borre Presidente del Comité di Soques dal 1978 al 1990 30 ANNI DI COMITE Come abbiamo potuto “crescere” negli anni Quando la voglia di aggregazione è tanta, le persone si cercano, s’incontrano, parlano, fanno progetti e cercano di mettere in moto una macchina che porti loro delle emozioni, vere, forti, intense. Nacque così, nel 1978, il Comité di Soque, dall’ entusiasmo e dal desiderio di mantenere e fare rivivere le nostre tradizioni che, rimaste assopite, aspettavano solo di essere rilanciate. Così è stato. Il Comité ha sempre mantenuto il passo con i tempi, continuando a migliorarsi in prospettiva di un proficuo futuro. Ci sono stati anni di grandi entusiasmi e soddisfazioni e anni di passi più incerti, tutti comunque vissuti con grande passione e sostenuti da una grande forza di volontà. Quando venni eletto presidente per la prima volta avevo la consapevolezza che non sarebbe stato facile, ma nutrivo anche la certezza che ogni persona del nostro gruppo di amici sarebbe stata pronta a sostenere dei sacrifici per arrivare vincenti all’obiettivo finale. Avevamo tante idee e grande entusiasmo, nonostante il lavoro da portare a termine fosse lungo e pesante e sempre da svolgere la sera, dopo una giornata di lavoro, e sovente al freddo. Tuttavia eravamo sempre uniti e felici e questo ci permetteva di far crescere le nostre idee e di trasformarle in risultati concreti. Il Carnevale è sempre stato il nostro fiore all’occhiello e negli anni abbiamo raccolto molti consensi e ottime critiche. Naturalmente non sempre c’è un rapporto equivalente tra lavoro e risultato finale, anche se siamo riusciti a differenziarci da altri carnevali per la particolarità dei nostri grandi carri allegorici, decisamente sgargianti nei loro colori vivaci, sempre ottimamente rifiniti e pieni di personaggi buffi che diffondevano il buonumore tra il numeroso pubblico accorso ad ammirarci e gratificarci con tanti applausi. Il successo e la soddisfazione ci caricava e ci faceva dimenticare le fatiche di mesi di preparazione, tanto che finita una sfilata pensavamo già a come realizzare quella dell’anno successivo. Costruire e allestire un carro di carnevale comporta sempre un grande dispendio, non solo di energie, ma anche di denaro e non sempre si può fare quello che si vuole. A volte ci si deve accontentare del poco che si ha e cercare, con la fantasia e la creatività, di dare una buona visibilità a tutto e fortunatamente ci siamo riusciti molte volte. Da un po’ di anni l’Amministrazione comunale, visti gli ottimi risultati, ci ha aiutato finanziariamente, permettendoci di portare avanti i nostri progetti. Ancora a distanza di anni i gruppi venuti da fuori Valle ricordano con nostalgia le nostre sfilate e dicono che a Sen Marteun si vive una giornata ricca di emozioni, impossibile da dimenticare. La forza motrice di tutto sono i giovani, come quelli che indossano l’allegro costume del gruppo mascherato. Esso ricorda il giullare di corte, per i suoi colori sgargianti e per il tintinnio di migliaia di sonagli di svariate dimensioni. Ma anche i personaggi storici come il conte e la contessa di Pléod con il loro seguito, abbigliati con sontuosi costumi che ci ricordano gli antichi sfarzi dei nobili dell’ottocento; Batiteun e Batitine, i contadini rappresentanti del popolo e spina nel fianco dei nobili; le splendide damigelle dai costumi rossi e neri che portano gagliardetti, gonfaloni e bandiere; la guida che, con il suo procedere cadenzato, avanza a suon di musica davanti a tutto il gruppo mascherato, sventolando la bandiera con movimenti alteri e veloci, accompagnata da musicisti estrosi nell’intonare melodie che coinvolgono tutti, grandi e piccini. Non si può certo dimenticare San Martino a cavallo, con il suo grande mantello rosso e l’elmo luccicante, mentre avanza con il suo seguito di soldati romani e i Salassi, i primi abitanti di Sen Marteun, tutti vestiti di pelli e stracci, conquistati e incatenati dai Romani che hanno vinto i loro corpi, ma non hanno domato le loro anime libere. Molto belli e caratteristici sono i carri allegorici, quelli di carattere politico che, con la loro satira, non perdono l’occasione per mettere alla gogna gli amministratori, e i carri della tradizione con la “veillà”, dove i personaggi si divertono coinvolgendo il pubblico. Altri protagonisti della sfilata sono i gruppi invitati dai carnevali della “Coumba freide”, quelli storici valdostani e non, le majorettes e gli altri numerosi gruppi e carri provenienti da ogni parte. In tanti anni di carnevale ho avuto l’occasione di indossare tanti costumi, da quelli più sontuosi dei nobili a quelli più ridicoli dei vari personaggi che ho interpretato, tutti confezionati con grande passione da mia moglie Cesira, che mi ha sempre spronato ad andare avanti anche nei momenti meno esaltanti. Purtroppo, negli anni parecchi amici e collaboratori ci hanno lasciato e, perdendo loro, il Comité di Soque e tutta Sen Marteun hanno perso dei validi uomini, sempre pronti a dare il loro contributo. Ci riteniamo comunque fortunati, visto che il vivaio dei giovani è ricco e che i vari gruppi e associazioni del territorio come i Vigili del fuoco volontari, gli Alpini e il gruppo folkloristico “La Clicca” contribuiscono, con la loro preziosa collaborazione, ai nostri successi. L’apporto del loro lavoro, non solo nel carnevale, ma anche nella festa patronale, nella castagnata e, per molti anni, nel presepe vivente è stato basilare per il successo finale. Sin dalla prima festa per il “Patron” decidemmo di scegliere l’11 novembre come giorno per festeggiare tutti insieme, decisione che ha raccolto sin da subito il consenso generale di tutta la popolazione. Ogni anno, la festa inizia una settimana prima con la “Badoche”; il gruppo dei badochys, ragazzi e ragazze non sposati, passano, reggendo il bastone tradizionale addobbato con fiocchi multicolori, presso tutte le frazioni della collina ad annunciare, a suon di musica, l’imminente inizio della festa patronale. Gli abitanti del quartiere attendono con entusiasmo che i badochys passino a visitarli per offrire loro dell’ottimo cibo e del buon vino e per divertirsi con canti e balli. Le giovani ragazze, con un grande piatto di legno pieno di dolcetti da offrire, appuntano sulle giacche degli uomini un fiocchetto rosso e nero e ringraziano tutti coloro che donano un piccolo contributo in denaro, utile per organizzare la grande festa dell’11 novembre. Il giorno di San Martino, già dal mattino presto, tutti si danno da fare per gli ultimi ritocchi. Prima si assiste alla messa per santificare la giornata quindi, a fine mattinata, davanti alla chiesetta di Sen Marteun, ci si ferma al banco dell’enchère per offrire qualcosa da mettere all’incanto. Il ricavato dell’asta viene consegnato al parroco per il mantenimento della chiesa e per la beneficenza. Giunta l’ora di pranzo, le famiglie con i loro invitati si avviano verso il grande salone, dove tutti i tavoli sono imbanditi e le cameriere volontarie aspettano per iniziare a servire il banchetto. Il parroco recita la preghiera di ringraziamento e il pranzo comincia. Ad ogni pausa per il cambio di portata, il presentatore di turno prende il microfono e mette all’incanto qualche bottiglia di buon vino di Ivo o Stefano, con etichette fatte a mano dall’amico Oreste, e premia gli ottantenni che ancora partecipano con grande entusiasmo alla festa. Non mancano i musicisti che intonano canti e balli. A metà pomeriggio, quando tutti sono sazi e allegri, entrano in scena i badochys con le loro musiche e mettono all’asta tre balli. Chi se li aggiudica, oltre al piacere di ballare con una delle belle ragazze o uno dei baldi ragazzi della Badoche, riceve in dono delle grolle di noce finemente lavorate. Essendo il primo ballo il più ambito si assiste ad una gara tra i commensali nel puntare l’imbonitore, che deve prestare molta attenzione per poter aggiudicare la puntata alla persona giusta. Man mano che la cifra si fa alta i puntatori diminuiscono, fino a che risulta vincitore la persona che aveva puntato di più. Mentre nei primi anni erano per lo più gli uomini a puntare, ora sono le donne le più agguerrite, tanto da dare filo da torcere agli uomini. Per tanti anni, e ancora oggi, il Comité di Soque non solo si è occupato dell’organizzazione della Festa patronale, ma ha anche allestito mostre molto belle ed anno dopo anno si è arrivati a costruire una struttura sempre più grande dove far rivivere vecchi mestieri ed antiche tradizioni. Un altro fiore all’occhiello è stata l’ideazione del mercatino dei prodotti tipici, dell’artigianato e di oggetti di antiquariato di Sen Marteun. Nato come una festa da abbinare alla castagnata, ora, dopo i prima successi, il mercatino denominato “Un dzor de martzà et de fëta avoué cice de Sen Marteun”, è diventato un vero e proprio evento, molto visitato e gradito, tanto che il comune di Aosta l’ha inserito nell’elenco delle sue manifestazioni. I componenti del gruppo “La Clicca”, nostri grandi amici e collaboratori in tutte le manifestazioni svolte in cinquant’anni nel quartiere, insieme ad altri gruppi folkloristici, allietano il pubblico lungo le vie del quartiere, mentre il gruppo “Musiques et dances traditionelles” diverte gli spettatori con le musiche e i balli del passato. In conclusione, posso affermare di essere fiero di aver rivestito il ruolo di presidente del Comité di Soque per quasi vent’anni. Resta il rimpianto di non aver fatto e dato di più, di non aver potuto portare a termine tante idee. Credo comunque che potrò continuare ad essere d’aiuto, offrendo con umiltà la mia esperienza per metterla al servizio dei giovani che continueranno questo lungo cammino. Auspico a David di avere, negli anni a venire, le stesse soddisfazioni che ho potuto vivere in passato, grazie ad un collettivo di grandi amici, uniti nella passione e nella volontà di portare avanti e conservare le nostre tradizioni. Wilder Pennazio Presidente del Comité di Soques dal 1990 al 2007 Le “Comité di Soque”: quel avenir? Regarder au futur, sans oublier nos racines Quando arriva il giorno del compleanno è inevitabile festeggiare, per ricordare il tempo passato e per godere qualche momento con le persone a noi più care e questo abbiamo voluto fare come Associazione, realizzando questo piccolo volume, interamente scritto da noi, con l’aiuto di alcuni amici, per ricordare e per fare un piccolo consuntivo sulle nostre attività, dalla fondazione ad oggi. Quando si parla di “futuro” si affronta sempre un qualcosa che non si conosce, e si rischia spesso di pensare troppo in grande e di fare progetti che non si potranno realizzare. Noi crediamo invece che sia essenziale mantenere i piedi per terra e chiederci chi siamo e cosa vogliamo essere e su questo abbiamo le idee chiare: semplicemente un gruppo di amici, sparsi tra SEN MARTEUN ET TSESALLET, che vuole continuare a mantenere vive le tradizioni che ci caratterizzano, utilizzando tutte le nostre energie per conservare e sviluppare le due manifestazioni che ci hanno distinto in questi decenni e cioè la festa patronale di Saint-Martin ed il Carnevale. Conservare, vuole dire seguire il solco lasciato da coloro che hanno creato e gestito queste feste, credendo profondamente in tradizioni come la Badoche e l’enchère per quanto è della festa patronale, e continuare con il nostro gruppo mascherato ed i nostri carri allegorici; tutto questo non significa chiudersi su se stessi, ma al contrario essere aperti anche a nuove iniziative e collaborazioni con nuovi eventuali soggetti, cercando di attirare sempre più gente del nostro quartiere, ma anche di Chesallet di Sarre, senza dimenticare che soprattutto il nostro Carnevale è molto legato anche a quella zona. Nei prossimi anni ci saranno sicuramente momenti difficili, dovuti al fatto che gli enti pubblici hanno sempre meno fondi da destinare alle manifestazioni e agli eventi territoriali. Oltretutto, è verosimile pensare che l’annunciata crisi economica assottiglierà ciò che si potrà raccogliere come donazioni da privati e da raccolta di fondi, ma in ogni caso credo che si debba essere comunque ottimisti, poiché quando vi sono impegno ed entusiasmo il tutto si supera, visto e considerato che la nostra è una associazione che gode di buona salute, con quasi 100 iscritti, tra i quali molti giovani, feste popolari che raccolgono l’apprezzamento del pubblico, ottimi rapporti con tutte le altre associazioni della zona (Alpini, Vigili del fuoco, “La Clicca”, Progetto Giovani, ecc.) con cui si collabora e si coordina regolarmente, e per ultimo ma non per importanza, l’appoggio che non è mai mancato da parte dell’Amministrazione Comunale di Aosta, ricambiata dal nostro impegno a lavorare per tutta la comunità, e del Comune di Sarre che negli ultimi anni ha dimostrato apertura verso le nostre iniziative per il Carnevale a Chesallet. Après trente ans, je crois important de remercier tout les personnes qui ont aidé notre association à grandir et à devenir telle que elle est, c’est-à-dire un petit flambeau pour les traditions Valdôtaines à Aoste, dans une zone de notre ville où elles sont encore très fortes et présentes dans toutes les formes possibles; je crois que le secret pour continuer à grandir est celui de travailler en harmonie et dans l’unité, pour passer des moments de divertissement et de sérénité. En conclusion, je crois important de remercier tous les membres des différents Comités de direction qui se sont engagés dans ces trente ans, et surtout à Fidèle, notre mémoire historique, et à Wilder, qui m’a laissé ce défi après avoir accompli un travail extraordinaire. Un grand Merci pour les conseils que vous m’avez donné et qui resteront dans mon cœur. Maintenant, pour moi, est venu le moment de travailler avec joie, puisque je suis entouré par un groupe intéressant, composé par des personnes qui apportent de l’expérience, mais surtout par des jeunes filles et garçons qui travaillent avec enthousiasme. La contribution des plus jeunes est fondamentale afin de ne pas perdre le contact avec l’évolution de la société, pour grandir dans l’innovation, mais surtout alimenter notre monde, qui est celui du bénévolat. Terminando, spero che questo piccolo bollettino sia apprezzato da tutti coloro che lo riceveranno e che al prossimo appuntamento importante, ad esempio il cinquantennale, ci si possa ritrovare ancora tutti insieme con l’entusiasmo del 2008, per fare un’altra volta un consuntivo dell’attività e dei risultati raggiunti, tutti insieme giovani con i meno giovani, uniti dal semplice obiettivo di conservare e sviluppare le nostre splendide tradizioni. David Follien Presidente del Comité di Soques dal 2007 al 2013 Il Comité di Soque e “La Clicca de Saint-Martin-de-Corléans” Una collaborazione vincente Il poeta Venance Bernin di Chesallet era un grande sostenitore delle tradizioni valdostane e del quartiere di Saint Martin. Non è un caso che sia stato lui, nel 1966, a ripristinare la figura della “Badoche de Sen Marteun e Chesallet”. Si può dire che da quel momento nasce una grande collaborazione tra il “Comité di Soques” e il “Gruppo folklorico La Clicca”, da lui fondata nel 1958. Molti componenti del gruppo diventano, infatti, parte attiva del Comité. Ciò che accomuna le due associazioni è sicuramente la voglia di salvaguardare e divulgare le tradizioni del quartiere, proponendo manifestazioni che coinvolgono tutti i residenti. Il primo evento, anche in ordine di tempo, è la festa patronale, che si celebra l’11 novembre in onore di San Martino. La giornata inizia con la santa messa e si conclude con l’arrivo in Piazza Salvadori della Badoche. Quest’ultima si prodiga per tutto il giorno nel quartiere, con lo scopo di festeggiare, insieme a tutti gli abitanti la grande ricorrenza; si raccolgono anche libere offerte, che saranno poi impiegate nell’organizzazione dell’evento. Quasi in contemporanea con la nascita del gruppo degli “enfants”, avvenuta nel 1989, il gruppo della “Clicca” crea la “Badoche dei piccoli”, per aiutare il Comité a sensibilizzare il maggior numero di persone. Si instaura, in questo modo, una divisione di compiti: i più grandi girano di casa in casa la collina, mentre i più piccoli allietano la parte bassa, con musiche e danze tradizionali. Ormai la festa di Saint-Martin è consolidata e, così come gli abitanti della collina, anche gli stessi commercianti aspettano questo momento per ospitare i piccoli nei negozi, offrendo loro, il più delle volte, delizie gastronomiche. Ultimamente, “La Clicca”, in occasione della festa patronale, oltre al suo spettacolo propone, grazie al sostegno della “Consulta comunale”, anche quello di un altro gruppo folkloristico che può essere nazionale o straniero; questo rappresenta un’ulteriore impulso per la riuscita della festa. Chiaramente il rapporto tra i due enti continua anche nel nuovo anno, infatti tra gennaio e febbraio il Comité organizza il carnevale di Saint-Martin, un appuntamento importante per le “Maschere de Sen Marteun e Chesallet”, di cui fanno parte molti ragazzi della Clicca. E’ doveroso anche evidenziare il ruolo dei loro genitori che, oltre ad accompagnare i figli a queste manifestazioni, in certi casi diventano parte integrante della festa, ricoprendo, a volte, il ruolo di “Conte e Contessa di Pléod”, del loro seguito o delle maschere. E’ evidente come le associazioni del quartiere si integrino una con l’altra per riuscire a sostenersi a vicenda, evitando così di perdere momenti di festa e di allegria, che si sono tramandati nel tempo e che quindi fanno parte della comunità di Saint-Marteun. VIGNA MARCO Saint-Martin, una storia di amicizia e di volontariato: il fondamentale ruolo degli alpini e dei pompieri volontari. La voglia di stare insieme e l’amore per le tradizioni valdostane sono da sempre caratteristiche che contraddistinguono il quartiere di Saint-Martin de Corléans, rispetto al resto della città. Fu anche grazie a tutto ciò che, verso la fine degli anni settanta, un gruppo di amici fondò il “Comité di Soque”; l’intento era quello di recuperare e rinvigorire delle manifestazioni legate al nostro patrimonio tradizionale che stavano via via scomparendo ed, eventualmente, proporne altre. Nel quartiere associazionismo e volontariato erano di casa: dal 1958 era presente sul territorio il gruppo folcloristico “La Clicca de Saint-Martin de Corléans” e da parecchi anni i Vigili del fuoco volontari garantivano aiuto alla popolazione in caso di bisogno. Fin dalla prima edizione del “Carnaval de Sen Marteun”, il Comité avvertì la necessità di collaborare con le altre associazioni presenti sul territorio; il lavoro da fare era parecchio e la manodopera mai abbastanza. Qualche anno dopo, nel 1980, nacque il gruppo Alpini di Saint-Martin de Corléans, che si inserì da subito in quella sinergia creatasi inevitabilmente tra le associazioni. Il rapporto tra il gruppo folcloristico “La Clicca” e il Comité, già descritto nell’articolo precedente, è da sempre fondamentale per l’ottima riuscita delle nostre iniziative. Differente, ma altrettanto importante, l’aiuto offerto al Comité da Alpini e Vigili del fuoco volontari: una collaborazione operativa sulla quale abbiamo sempre potuto contare. La festa patronale, il Carnevale e il Presepe vivente (rappresentato fino a qualche anno fa) sono le tre principali manifestazioni organizzate dal Comité e in ciascuna di esse è palpabile la presenza dei nostri “amici in divisa”. La domenica che precede l’11 novembre, giorno di Saint-Martin, si svolgono nel quartiere la castagnata e il mercatino, appuntamenti ormai imperdibili per tutti i cittadini di Aosta, e non solo. In quest’occasione, una trentina di volontari delle diverse associazioni si adoperano affinché tutto riesca ottimamente. Alpini e Vigili del fuoco volontari contribuiscono, inoltre, alla perfetta riuscita del Carnevale, non solo preparando lo storico minestrone, ma anche rendendosi disponibili per la costruzione dei carri e nella difficile gestione del traffico automobilistico durante la sfilata. La notte di Natale, invece, dopo la rappresentazione del presepe vivente, il gruppo ANA offriva a tutti i convenuti un bicchiere di vin brûlé, molto apprezzato nella fredda notte natalizia. Sono solo alcuni di tutti i bei momenti passati insieme lavorando, ma anche divertendosi; una collaborazione tra quattro associazioni che, con il passare del tempo, va via via rinforzandosi, grazie anche a quell’aria di paese che da sempre si respira a Saint-Martin de Corléans. Poche righe per raccontare quest’amicizia, che ci ha permesso di organizzare ed ampliare le nostre manifestazioni, occasioni di festa ed incontro per tutta la comunità del quartiere. Un sincero ringraziamento, quindi, a tutti coloro che ci hanno aiutato e che, speriamo, tanto ci aiuteranno ancora, per far vivere all’infinito queste belle tradizioni, alle quali tutti noi siamo molto legati. SAPINET DAVIDE