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Scaricare il out look Energia
UBS outlook
Impulsi per la gestione aziendale
2013
Energia
Risorse in mutamento
Analisi
L’energia si fa più cara
Prospettive
Vento, clima
ed energie fossili
Soluzioni
Efficienza energetica
come opportunità
Contenuto
Editoriale ........................................................................................................................3
In sintesi .........................................................................................................................4
Parte 1 – Analisi
L’energia si fa più cara
Il panorama energetico svizzero ......................................................................................6
Mutamenti del mercato svizzero dell’elettricità ................................................................9
Parte 2 – Prospettive
Vento, clima ed energie fossili
La svolta pilotata delle fonti di energia primarie.............................................................14
Energie rinnovabili: le fonti energetiche del futuro ........................................................21
Parte 3 – Soluzioni
Efficienza energetica come opportunità
Efficienza energetica: la migliore fonte di energia alternativa .........................................28
Efficienza energetica conviene ......................................................................................36
Illustrazione di copertina: www.gettyimages.com
www.ubs.com/outlook
No SAP
83418D-1301
83418F-1301
83418I-1301
Il presente opuscolo è una pubblicazione di marketing che non soggiace alle disposizioni legali in materia
di indipendenza dell’analisi finanziaria.
2
UBS outlook
Editoriale
Energia: cambiamento
in meglio?
Cara lettrice, caro lettore,
il governo elvetico è convinto che la Svizzera possa e debba soddisfare e soddisferà il suo fabbisogno energetico a medio termine senza centrali atomiche. Almeno questo è ciò che prevede
la Strategia energetica 2050 per la Svizzera. Quando, come e con cosa si dovrà sostituire l’energia
atomica verrà deciso nel corso della consultazione.
Certo è che sarà necessario ridurre i consumi energetici. Entro il 2050 il Consiglio federale vuole
praticamente dimezzare i consumi medi per persona e anno rispetto ai consumi del 2000. Ed è
altrettanto certo che bisognerà aumentare notevolmente l’efficienza energetica: stando a quanto
affermato dal Consiglio federale, nell’industria, nel commercio e nel settore dei servizi vi è ancora un notevole potenziale di risparmio. Per sfruttarlo appieno sarebbe opportuno, ad esempio,
fissare degli obiettivi di efficienza vincolanti con le aziende.
UBS realizza fin da subito questo obiettivo. Fra le altre cose abbiamo avviato un parteneriato con
l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) e promuoviamo il suo modello PMI. Ai nostri
clienti PMI rimborsiamo la metà del contributo del primo anno e ricompensiamo le misure sostenibili con il bonus UBS di efficienza energetica; a pagina 37 trovate ulteriori informazioni sul
nostro impegno. (A proposito di impegno: in qualità di azienda operante a livello internazionale,
siamo consapevoli della nostra responsabilità e agiamo di conseguenza. Per questo, in sei anni
abbiamo ridotto del 40% le emissioni di CO2 del nostro Gruppo rispetto al 2004.)
Una svolta esplosiva
Il nuovo orientamento strategico della politica energetica svizzera rende l’approvvigionamento
energetico del Paese un tema estremamente scottante. Sia a livello tecnologico, che economico
o politico, la svolta energetica pone enormi sfide sotto ogni punto di vista.
Anche per l’economia svizzera: cosa può fare per rimanere competitiva, nonostante il probabile
aumento dei prezzi energetici e gli investimenti – presumibilmente elevati – necessari per incrementare l’efficienza energetica?
In quest’edizione di UBS outlook dedicata all’energia, i nostri esperti analizzano il tema
sotto diversi punti di vista e delineano possibili scenari. Con queste informazioni, auspichiamo
di poterle fornire degli elementi utili per prendere le sue decisioni.
Le auguriamo una piacevole lettura
Christine Novakovic, Responsabile Corporate & Institutional Clients
UBS outlook
3
In sintesi
Parte 1 – Analisi:
Parte 2 – Prospettive:
Parte 3 – Soluzioni:
L’energia si fa più cara
Vento, clima ed energie fossili
Efficienza energetica come
opportunità
Il panorama energetico
svizzero
L’energia è il motore pulsante della
nostra società. Senza energia non
ci sono luce, calore, mobilità né
benessere. Uno sguardo al panorama energetico svizzero.
Pagina 6
Fonti di energia primarie
nella svolta pilotata
La svolta energetica è determinata
da forze di mercato e politica energetica. Quali tendenze si profilano,
cosa condiziona il mix delle fonti
di energia primarie e come questo
mix evolverà nei prossimi anni.
Pagina 14
Efficienza energetica:
la migliore fonte di energia
alternativa
L’efficienza energetica consente
di risparmiare energia e ridurre
le emissioni di CO2. L’aumento
dei prezzi energetici stimola gli
investimenti su questo fronte. Il
vero impulso proviene però da una
normativa più rigida per tutelare
l’ambiente e garantire l’approvvigionamento energetico.
Pagina 28
Mutamenti del mercato
svizzero dell’elettricità
La domanda è in aumento. Inoltre,
un’elevata sicurezza dell’approvvigionamento, l’uscita dal nucleare
e la creazione di nuove capacità
produttive non si ottengono a
costo zero.
Pagina 9
4
UBS outlook
Le fonti energetiche del futuro
sono rinnovabili
Che si tratti di energia idrica, da
biomassa, solare, eolica, mareomotrice o geotermica: in futuro
le energie rinnovabili diverranno
sempre più importanti. In particolare la quota di energia eolica e solare evidenzierà una forte crescita.
Pagina 21
L’efficienza energetica
conviene
Nel quadro della partnership realizzata con l’Agenzia dell’energia per
l’economia (AEnEC), UBS sostiene
finanziariamente i clienti aziendali che adottano il modello PMI
dell’AEnEC e migliorano la propria
efficienza energetica.
Pagina 36
Energie wird kostbarer Thema
Analisi
L’energia si fa
più cara
Finora, in Svizzera l’energia
era relativamente conveniente.
L’auspicato abbandono dell’energia atomica, il crescente
consumo energetico e le quantità di petrolio estratto ormai
prossime al limite, comporteranno tuttavia a lungo termine
uno spostamento verso forme
di energia rinnovabili. In Svizzera, l’elettricità sembra avviata
verso un ulteriore rincaro: un
approvvigionamento sicuro di
energia a impatto zero ha il
suo prezzo.
UBS outlook
5
Analisi L’energia si fa più cara
Il panorama energetico svizzero
In Svizzera il consumo lordo di energia pro
capite, intorno ai 40 000 kilowattora (kWh)
all’anno, è coperto per circa il 70% da
fonti che nei prossimi decenni dovranno
essere sostituite, facendo lievitare i prezzi.
Il consumo lordo di energia totale degli
svizzeri dovrebbe ormai aver raggiunto
il suo apice.
Il consumo energetico della Svizzera
Nel 2011 il consumo lordo di energia della Svizzera ammontava a circa 1130 000 terajoule
(TJ) ovvero 314 terawattora (TWh) che, convertiti, danno una cifra pro capite di circa 40 000
kWh, pari a 3,5 tonnellate di gasolio. Le spese
dei consumatori finali per l’energia hanno
raggiunto 31,2 miliardi di franchi (5,3% del PIL),
vale a dire circa 3900 franchi pro capite.
L’energia è il motore pulsante della nostra
A parte l’energia idroelettrica e il legno, la SvizSibille Duss
società. Si cela nei prodotti che consumiamo
zera è praticamente sprovvista di fonti enerEconoma, UBS SA
ogni giorno e fa girare l’economia. Senza
getiche. Quindi, approssimativamente l’80% del
energia non c’è luce, calore o mobilità. Essendo consumo di energia è coperto da importazioni
relativamente poco costosa, finora l’energia
di petrolio, prodotti petroliferi e combustibili
ha dato pochi grattacapi all’economia. La situa- nucleari. La Svizzera ha speso circa 17,5 miliardi
zione però è destinata a cambiare: la crescita
nel 2012 per le importazioni energetiche e
dei consumi a livello globale, la quantità di pe- nello stesso periodo ha esportato elettricità per
trolio estratto ormai quasi al limite e l’uscita
un valore di circa 6,5 miliardi di franchi. Al
dal nucleare perseguita da molti Paesi a lungo netto quindi circa 11 miliardi di franchi, pari
termine provocheranno un massiccio spostaall’1,9% del PIL, sono andati all’estero per comento verso forme di energia sostenibili. Nel
prire il fabbisogno energetico del Paese.
prossimo futuro, in assenza di innovazioni
tecniche eccezionali, ciò comporterà probabilCaesar Lack
mente un aumento dei prezzi.
Economo, UBS SA
Figura 1
Consumo energetico lordo della Svizzera
In migliaia di terajoule
1300
1100
900
700
500
300
100
–100
1930
1940
1950
1970
1980
Importazioni nette di elettricità
Legno
Scorie
Prodotti petroliferi
Gas
Energia idroelettrica
Altre energie rinnovabili
Consumo lordo totale
Fonte: Ufficio federale dell’energia UFE, UBS
6
1960
UBS outlook
1990
2000
2010
Carbone
Combustibili nucleari
L’energia si fa più cara Analisi
«Tendenzialmente, un aumento dei prezzi dell’energia
dovrebbe far sì che il consumo energetico totale
della Svizzera perlomeno non cresca ulteriormente.»
La fonte di energia di gran lunga più importante
per la Svizzera, con una quota del 44%, è
rappresentata dai prodotti petroliferi, seguiti dai
combustibili nucleari con il 25%, dall’energia
idroelettrica con l’11% e dal gas con il 10%. Il
legno e le altre energie rinnovabili raggiungono
il 5% (cfr. figura 1).
Fabbisogno complessivo stagnante,
intensità energetica in calo
Dal 1950, in Svizzera il consumo di energia
è aumentato in media del 3% annuo. La crescita demografica ed economica stimola la
domanda, il progresso tecnico e gli sforzi di incentivazione dell’efficienza energetica hanno
invece effetti di riduzione dei consumi. La curva
ha registrato un netto appiattimento negli
anni passati, imputabile alla flessione dell’intensità energetica del PIL (consumo di energia
per ogni franco di PIL prodotto al netto dell’inflazione). L’intensità energetica, in calo dalla
metà degli anni Ottanta, è scesa da 0,75 kWh
a 0,58 kWh per franco di PIL, per effetto di incrementi di efficienza e misure di risparmio
(cfr. figura 2). Negli ultimi anni, l’abbassamento
dell’intensità energetica ha addirittura segnato
una netta accelerazione ed ora scende con una
tale rapidità da controbilanciare la crescita
economica. Ciò si manifesta nella stagnazione
dei consumi energetici totali degli ultimi anni.
Nel 2011 si è persino osservato un forte calo del
consumo totale. Il 2010 ha probabilmente rappresentato il punto di svolta. Tendenzialmente,
un aumento dei prezzi dovrebbe produrre
un’ulteriore flessione dell’intensità energetica,
con la conseguenza che il consumo energetico totale della Svizzera perlomeno non crescerebbe ulteriormente.
varie fonti di energia hanno impieghi diversi a
seconda del ramo economico. Ad esempio,
il carbone, i rifiuti industriali e la nafta pesante
vengono utilizzati esclusivamente nel settore
industriale, a forte intensità energetica, mentre
nel comparto dei servizi si usa quasi esclusivamente olio combustibile leggero. Tuttavia, in
sostanza nel 2011 il consumo di prodotti petroliferi è diminuito per tutte le utenze. Il maggior calo si è registrato nelle famiglie, con
–21,9%, seguite dai servizi con circa il 20%.
Figura 2
Intensità energetica del PIL
In kWh per franco di PIL al netto dell’inflazione ai prezzi del 2005
0,8
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
I trasporti, la principale causa
del consumo energetico
Nel 2011 i settori economici dell’industria e dei
servizi hanno consumato rispettivamente il
19,2% e il 15,6% dell’energia; con una quota
del 36,5% i trasporti si collocano al primo
posto, seguiti dalle famiglie con il 27,2%. Le
0
50
55
60
65
70
75
80
85
90
95
00
05
10
Totale
Energia
Petrolio
Fonte: Seco, Ufficio federale dell’energia UFE, UBS
UBS outlook
7
Minor fabbisogno totale nel settore
dei servizi
Il consumo energetico è fortemente correlato
all’attività (cfr. figura 3). Nell’industria, che
presenta una notevole intensità energetica, segnano di gran lunga i maggiori consumi i produttori di cemento e calcestruzzo. A confronto,
il comparto metalli e ferro ne utilizza meno
di un decimo, un consumo comunque molto al
di sopra della media di 1327 TJ per posto di
lavoro a tempo pieno, riscontrata nei rami industriali esaminati.
Il terziario mostra tendenzialmente un consumo energetico relativamente basso. Al suo
interno, l’istruzione si colloca al primo posto
mentre nel 2009 il minor consumo di energia
si è osservato nel settore credito e assicurazioni, con soli 38 TJ per posto di lavoro a tempo
pieno.
prezzi. Questi sviluppi racchiudono opportunità, ma anche
rischi per l’economia svizzera e gli investitori, che approfondiremo nei seguenti articoli.
Figura 3
Consumo energetico totale dei diversi settori
In terajoule per posto di lavoro a tempo pieno
10 000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
8 000
6 000
4 000
2 000
Scala a sinistra
Scala a destra
Fonte: Ufficio federale dell’energia UFE, UBS
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UBS outlook
Edilizia
Crediti/assicurazione
Amministrazione
Macchinari
Commercio
Metalli/apparecchi
Sanità/socialità
Istruzione
Industria alberghiera
Tessili/pelle
Alimentari
Carta/stampa
Metalli non ferrosi
Chimica/farmaceutica
Metallo/ferro
Cemento/calcestruzzo
0
Atteso un aumento dei prezzi energetici
La produzione globale di petrolio è prossima
al suo apice e, secondo la strategia energetica
della Confederazione, tra qualche decennio
anche l’energia atomica apparterrà al passato.
Questo mette in discussione il 70% delle
fonti attuali. L’odierno 15% delle energie rinnovabili dovrà quindi aumentare in misura
consistente, con un probabile incremento dei
L’energia si fa più cara Analisi
Mutamenti
del mercato svizzero dell’elettricità
Il mercato svizzero dell’elettricità attraversa una fase di mutamento. L’uscita dal
nucleare e la creazione di nuove capacità
produttive non si ottengono a costo zero.
Inoltre, la domanda cresce.
La fornitura di energia a imprese e famiglie
è in tutto il mondo una delle maggiori sfide del
nostro tempo. La domanda è destinata ad
aumentare nei prossimi decenni, non solo nelle
economie in forte crescita dei paesi emergenti, ma anche nei paesi avanzati. In Svizzera,
il Consiglio federale ritiene che, in assenza di
misure di risparmio, la domanda potrebbe passare dagli attuali circa 60 TWh a circa 90 TWh
nel 2050. Le cause vanno ricercate soprattutto
nella prevista espansione demografica, nel
maggior numero di apparecchi elettrici e nella
crescente elettrificazione dei trasporti. Inoltre è
stata annunciata l’uscita dal nucleare. Tutto ciò
trasformerà il mercato svizzero dell’elettricità.
La strategia energetica della Svizzera
di fronte a radicali trasformazioni
A maggio 2011, nel quadro della nuova strategia energetica, il Consiglio federale ha pubblicato le «Prospettive energetiche 2050».
Gli adeguamenti strategici riguardano sia il
fronte dell’offerta, cioè il parco di centrali
elettriche («ampliare l’offerta di energia elettrica») sia quello della domanda («ridurre il
consumo di energia elettrica»). Occorre inoltre
continuare ad importare energia elettrica,
ampliare e modernizzare le reti di distribuzione
e incentivare la ricerca in campo energetico.
A seguito della decisione di non sostituire più
le centrali atomiche giunte al termine e di
abbandonare questa controversa tecnologia, è
necessario procedere a una graduale conversione del sistema svizzero di approvvigionamento. Le cinque centrali nucleari esistenti
dovranno essere disattivate alla fine del loro ciclo di vita, tra il 2019 e il 2034. La lacuna che
prevedibilmente si verrà a creare dovrà essere
colmata innanzitutto con il potenziamento
delle centrali idroelettriche e delle energie rinnovabili, come vento e sole. Si sta valutando
anche un aumento della produzione di energia
elettrica da combustibili fossili (impianti di cogenerazione, centrali a gas a ciclo combinato).
Nel 2011, in Svizzera l’elettricità è stata generata per il 53,7% dalle centrali idroelettriche,
per il 40,7% dal nucleare e per il 5,6% da
impianti alimentati da combustibili fossili e altro,
percentuali che soprattutto a partire dalla fine
di questo decennio subiranno forti variazioni.
Carsten Schlufter
Analista, UBS SA
Un importante pilastro di questa strategia
energetica riguarda inoltre la domanda. Si tratta
di provvedimenti volti a ridurre sensibilmente
l’atteso incremento della domanda di energia
elettrica grazie a una maggiore efficienza.
I principali interventi riguardano il settore delle
costruzioni. È inoltre previsto lo sviluppo
delle reti di distribuzione fino alla realizzazione
di «smart grid» (reti intelligenti).
Il legislatore decide direttamente la
politica energetica, influenzando
così indirettamente gli investimenti
Una politica energetica efficace si articola
intorno a tre obiettivi. In primo luogo deve garantire la sicurezza degli approvvigionamenti,
cioè l’energia elettrica deve essere disponibile
in qualsiasi momento, poiché i blackout provocano generalmente gravi conseguenze a famiglie e imprese, oltre a danni per miliardi
all’economia. In secondo luogo, l’energia elettrica deve avere un costo accessibile, sia
in termini di tariffe assolute che in rapporto ad
altri Paesi. Prezzi elevati possono essere all’origine di svantaggi comparativi, soprattutto per
i settori ad alta intensità energetica. In terzo
luogo, occorre contenere gli effetti negativi
sull’ambiente della produzione di energia elettrica. Questo obiettivo è tuttavia difficile da
valutare. Ad esempio, le centrali nucleari praticamente non rilasciano CO2, ma non per questo
vantano un bilancio ecologico ineccepibile,
se si tiene conto dello smaltimento delle scorie
o degli effetti dei possibili incidenti.
UBS outlook
9
Analisi L’energia si fa più cara
Il mix di generazione elettrica, cioè le fonti da
cui si ricava l’energia (fossili, nucleari o rinnovabili), dipende dal quadro legislativo, che influisce in misura determinante sulle decisioni d’investimento delle imprese approvvigionatrici,
in quanto la costruzione delle centrali elettriche
richiede capitali ingenti e un orizzonte d’investimento estremamente lungo (30 anni e oltre).
Le modifiche delle leggi in materia energetica possono avere ricadute negative sui margini
della produzione di elettricità e inoltre, una
volta creato un mix, non è semplice cambiarlo.
La realizzazione di nuove centrali e la sostituzione delle vecchie è legata a investimenti miliardi. Sia gli organi politici che gli investitori
hanno quindi interesse a conciliare le rispettive
posizioni, oltre che a una politica energetica
affidabile e di lunga durata. Il Consiglio federale,
con questo mutamento della sua strategia,
ha formulato le condizioni a lungo termine che
determineranno gli investimenti dei produttori.
gradualmente salito sino a raggiungere circa
EUR 85/MWh nell’estate del 2008. La successiva recessione e le misure di potenziamento
dell’efficienza energetica hanno però generato
un calo della domanda, mentre l’espansione
della capacità produttiva, soprattutto nel campo
delle energie rinnovabili, ha incrementato
l’offerta, facendo scendere i prezzi a circa EUR
40/MWh (situazione a fine gennaio 2013).
Pur avendo indubbiamente centrato l’obiettivo
della sicurezza degli approvvigionamenti, la
liberalizzazione ha anche dato vita a maggiori
fluttuazioni dei prezzi. Impossibile tuttavia sapere se con un mercato regolamentato i prezzi
sarebbero più o meno aumentati. L’incentivazione delle energie rinnovabili da parte dello
Stato ha inoltre provocato distorsioni del mercato e ne ha notevolmente influenzato il
modello. Nella sola Germania, la capacità delle
centrali eoliche è cresciuta di circa 2 GW
all’anno e quella dell’energia solare di 5, fino a
Liberalizzazione del mercato nell’UE:
raggiungere gli 8 GW. A fine 2012, il totale
un quadro eterogeneo
della capacità in termini sia di energia eolica che
Nella maggior parte dei Paesi, compresa la
di fotovoltaico superava i 30 GW, attestanSvizzera, il prezzo per l’utilizzo della rete è re- dosi quindi a un livello 20 volte maggiore della
golamentato, essendo le reti di trasmissione
capacità installata delle centrali nucleari svize distribuzione dell’elettricità un esempio di mo- zere, attualmente di 3,4 GW, seppure occorra
nopolio. Per la produzione si distingue invece
distinguere tra la capacità degli impianti
tra un modello di prezzo regolamentato e uno e l’effettiva produzione di energia elettrica.
di mercato liberalizzato. Nel primo caso, le
Attualmente, in molti Paesi europei è in corso
tariffe sono stabilite da un’autorità di regolaun dibattito sul ritorno a un modello di prezzo
mentazione statale, mentre nel secondo il
prezzo si basa essenzialmente sulla domanda e misto o regolamentato. Sia le imprese che gli
organi politici propendono sempre più per un
l’offerta. In alcuni Paesi esistono forme miste,
come accade negli Stati Uniti, dove vi sono cen- allontanamento dal modello liberalizzato. Per
le imprese approvvigionatrici infatti gli attuali
trali interamente regolamentate ed altre soggette ai prezzi di mercato. L’UE ha avviato sin prezzi di produzione, in virtù dell’eccesso di capacità, sono troppo bassi per costruire ad
dagli anni ’90 la completa liberalizzazione dei
mercati dell’elettricità, ormai in larga parte rea- esempio nuove centrali a gas, come auspicato
lizzata, seppure ancor oggi la Francia ad esem- invece dalla politica in Germania al fine di
pio si oppone a una totale apertura del mercato. compensare le oscillazioni della produzione di
energia eolica e solare. I gestori delle cenA nostro parere, le esperienze di liberalizzazione trali stanno anche riflettendo sull’opportunità
fatte all’interno dell’UE forniscono un quadro
di chiudere permanentemente gli impianti
eterogeneo. Subito dopo l’apertura del mercato, non redditizi. Tutto ciò va a scapito della sicui prezzi sono crollati. Tuttavia, sulla scia del pro- rezza degli approvvigionamenti. In Gran
gressivo assottigliamento delle capacità delle
Bretagna, il governo porta avanti i suoi piani di
centrali, di un aumento della domanda di ener- costruzione di nuove centrali atomiche. Al
gia elettrica, di un forte rialzo dei prezzi delle
momento si delinea tuttavia una situazione in
materie prime (carbone e gas), nonché dell’in- cui i potenziali investitori sarebbero disposti
troduzione dello scambio di quote di emissioni
eventualmente a realizzare nuovi impianti solo
di CO2, nell’Europa centrale il livello dei prezzi è a prezzi garantiti a lungo termine, pari a oltre
10
UBS outlook
L’energia si fa più cara Analisi
il doppio degli attuali prezzi di mercato. Appare nabili al nostro, i costi per il trasporto dalla
quindi sempre più chiaro che il modello di
centrale al consumatore (tariffa per l’utilizzo
mercato europeo non funziona come previsto. della rete) sono più alti.
Positivo bilancio intermedio della politica
energetica svizzera
Se si considera il raggiungimento degli obiettivi di politica energetica, la Svizzera presenta
un posizionamento relativamente buono, con
un’elevata sicurezza degli approvvigionamenti,
un basso livello di emissioni di CO2 e prezzi per
il cliente finale competitivi. Dal 2009 il mercato
svizzero dell’energia elettrica è parzialmente
liberalizzato. I grandi clienti con consumi superiori a 100 MWh all’anno possono scegliere i
propri fornitori e dal 2014 è prevista l’estensione
di questa libertà di scelta a tutti i clienti. Finora
tuttavia sono pochi gli utenti che hanno usufruito di questa possibilità. Nel 2013 la società
Swissgrid ha acquisito la proprietà della rete
di trasmissione svizzera ed è ora responsabile
non solo della sua gestione, ma anche del
suo rinnovamento e potenziamento.
Il futuro del mercato svizzero dell’elettricità
Come accennato, le esperienze fatte in Europa
con la liberalizzazione del prezzo sono eterogenee. Per la Svizzera, un vasto modello di mercato resta un’alternativa valida; riteniamo altresì
probabile un’intensificazione dei legami con
la rete europea. Il mercato europeo dell’energia
elettrica offre infatti il vantaggio di essere sufficientemente grande per compensare le eventuali oscillazioni della domanda. Si può quindi
presupporre un miglioramento della sicurezza
degli approvvigionamenti. Il legislatore potrebbe comunque regolamentare il prezzo per le
forme di produzione più convenienti, come
ad esempio le centrali idroelettriche, limitando
gli aumenti per i consumatori. D’altro canto,
un sistema di prezzi regolamentato consente di
creare incentivi per la costruzione di nuove
centrali. Negli Stati Uniti ad esempio, la regolamentazione delle centrali è ampiamente diffusa
In Svizzera, l’apertura del mercato ha avuto una
scarsa incidenza sui prezzi dell’elettricità. Secondo Elcom, nel 2013 i prezzi per i privati e le
aziende sono scesi di circa l’1%, raggiungendo
in media rispettivamente 19,4 e 19,3 centesimi
per kWh. Gli abbassamenti dei prezzi sono stati
motivati in particolare con la riduzione delle
tariffe per l’utilizzo delle reti, mentre le imposte
e le prestazioni a favore degli enti pubblici sono
aumentate del 6–7%.
Da un confronto con altri Paesi europei emerge
che i prezzi dell’elettricità in Svizzera sono
senz’altro competitivi, con tariffe spesso nettamente inferiori a Germania, Italia e Austria.
I prezzi praticati in Germania alle famiglie sono
i più alti d’Europa e superano le tariffe medie
svizzere di quasi il 50%. Il motivo va ricercato
innanzitutto nelle tasse e imposte notevolmente più elevate, con cui in Germania viene
finanziato il potenziamento delle energie rinnovabili. In Svizzera i prezzi per le utenze private
sono comunque più alti che in Francia e Finlandia, che presentano una quota altrettanto
elevata di energia nucleare e idroelettrica
nell’ambito del mix di generazione elettrica e di
conseguenza bassi costi di produzione. Tuttavia, mentre in Svizzera le tasse e le imposte sono
inferiori a quelle di altri Paesi europei paragoUBS outlook
11
Analisi L’energia si fa più cara
e garantisce la sicurezza degli approvvigionamenti a prezzi concorrenziali.
Il mix di generazione elettrica adatto alla Svizzera dovrebbe tenere presenti i tre obiettivi
della politica energetica: prezzo, sicurezza degli
approvvigionamenti e ambiente. Data la sua
struttura topografica, la Svizzera si trova nella
fortunata condizione di poter produrre 35 TWh,
vale a dire una quota elevata di elettricità,
sfruttando l’energia idroelettrica, una tecnologia che a nostro parere in Svizzera è possibile
e opportuno potenziare. L’energia idroelettrica,
oltre ad essere sostenibile ed ecologica, garantisce prezzi convenienti e sicurezza degli approvvigionamenti. Alla luce soprattutto delle possibili sovvenzioni (incrociate) e dell’aumento delle
tasse, consideriamo invece critica l’eventuale
intensificazione dell’energia eolica e in una certa
misura anche dell’energia solare. Come mostra
l’esempio della Germania, le nuove energie
rinnovabili possono contribuire notevolmente
alla produzione di energia elettrica, ma l’incremento di tasse e imposte ad esse associato
costituisce uno svantaggio competitivo non trascurabile. Si aggiunga poi che la posizione
geografica della Svizzera va giudicata negativamente ai fini di uno sfruttamento efficace
dell’energia eolica. Lo stesso dicasi del fotovoltaico, benché in questo caso il potenziale di
incremento appaia maggiore.
La costruzione di nuove centrali atomiche ha
subito un costante rincaro negli ultimi anni,
dovuto a progressi tecnologici e maggiori requisiti di sicurezza. In Finlandia il prezzo di
un reattore da 1,6 GW nel 2005, all’inizio della
costruzione, era stato calcolato in EUR 3 miliardi. Ora la messa in esercizio è prevista per il
2016 e il totale dei costi ha raggiunto EUR 8,5
miliardi, quasi il triplo. Data l’incerta redditività,
giudichiamo improbabile la costruzione di
nuove centrali nucleari in Svizzera. Per contro
un ampliamento delle centrali alimentate da
combustibili fossili (carbone o gas) sarebbe più
conveniente, ma determinerebbe un maggiore
impatto sull’ambiente. Attualmente, molti
Paesi puntano sulle centrali a gas, che presentano una flessibilità e possibilità di programmazione elevate ed emissioni di CO2 dimezzate
rispetto alle centrali a carbone.
12
UBS outlook
Conclusioni riguardo ai mutamenti del
mercato svizzero dell’energia elettrica
Il mercato svizzero dell’energia elettrica si trova
di fronte a un profondo mutamento. Nei prossimi anni, la politica e gli investitori, ma anche
le imprese approvvigionatrici dovranno prendere decisioni che avranno ricadute intense e a
lungo termine sui prezzi dell’elettricità e sulla
sicurezza degli approvvigionamenti. Noi prevediamo i seguenti sviluppi:
1. tutte le attuali tecnologie di produzione evidenziano pro e contro. Se le centrali atomiche e
a carbone non si possono realizzare senza un
sostegno politico, per varie ragioni diamo una
valutazione critica degli impianti eolici in Svizzera. A nostro avviso, le alternative più probabili
sono un potenziamento dell’energia idroelettrica e di altre energie rinnovabili (fotovoltaico,
biomassa), nonché la costruzione di nuove
centrali a gas;
2. una buona società di gestione può contribuire a migliorare l’efficienza delle reti energetiche, a ridurre i prezzi dell’elettricità e a mantenere alta la sicurezza degli approvvigionamenti.
In Paesi come Gran Bretagna, Spagna e Italia,
le società di gestione delle reti sono da lungo
tempo un fattore di successo. Grazie alla loro
struttura privata contribuiscono a generare investimenti in moderne reti elettriche; la regolamentazione della loro attività consente una
gestione più efficiente delle aziende e una riduzione delle tariffe per l’utilizzo delle reti, mentre
per gli investitori rappresentano allettanti
opportunità d’investimento in un settore con
ricavi stabili e rendimenti interessanti;
3. le misure di efficienza energetica hanno
un’elevata priorità nell’ambito della strategia
nazionale; è quindi auspicabile portarle avanti
e incentivarle. Con una migliore efficienza energetica gli utenti possono ridurre il fabbisogno
alla fonte, con una conseguente minore necessità di nuove centrali. In effetti, l’efficienza
energetica è spesso definita il «miglior combustibile alternativo». I provvedimenti finalizzati
all’efficienza energetica possono dunque contribuire a ridurre i prezzi e le fatture per
l’elettricità;
4. l’uscita dal nucleare, che con circa 25 TWh
produce una grossa parte dell’energia elettrica,
e il rinnovamento del parco di centrali richiedono denaro. Nel lungo periodo prevediamo
pertanto un incremento dei prezzi dell’energia
elettrica per i consumatori.
Energie wird kostbarer Thema
Prospettive
Vento, clima
ed energie fossili
A medio-lungo termine, l’energia eolica e il fotovoltaico
assumeranno un ruolo chiave
nell’approvvigionamento
energetico. Un’analisi obiettiva
non lascia però dubbi: con ogni
probabilità, anche tra 20 anni
la loro quota nel mix di energie
primarie sarà relativamente
contenuta. Anche nel 2030
l’offerta energetica sarà presumibilmente guidata da gas
naturale e carbone.
UBS outlook
13
Prospettive Vento, clima ed energie fossili
La svolta pilotata delle fonti
di energia primarie
Forze di mercato e politica energetica
decretano la svolta energetica. Per gli investitori è interessante capire quali tendenze si profilano, cosa condiziona il mix
delle fonti di energia primarie e come
questo mix evolverà nei prossimi anni.
Carbone e gas sono indispensabili
per la produzione elettrica
Mix di generazione elettrica per fonti di energia
3% 6%
Petrolio
Carbone
16%
La combinazione di fonti globali di energia
primarie (il mix di energie primarie) di regola
muta molto lentamente. Questo perché nel
settore Energia gli investimenti hanno orizzonti
molto ampi e l’infrastruttura lunghi cicli di
vita. Tra il 1980 e il 2009 la quota del carbone
nel mix di energie primarie è salita di poco
(dal 25 al 27%), così come le quote di energia
idrica e da biomassa. I veri cambiamenti si
sono visti invece su petrolio e gas naturale. La
quota di petrolio si è contratta da quasi il
43 al 33%, mentre quella di gas naturale è passata dal 17 al 21%. È nettamente aumentata
anche la quota di energia atomica ed energie
rinnovabili, anche se resta marginale in termini
assoluti.
L’industria elettrica è il settore economico a
maggior consumo di energia primaria, dove è
Figura 4
Ruolo particolare dell’industria
elettrica come maggiore consumatore
Consumo di energia primaria per settori economici
Generazione di
corrente elettrica
7%
16%
37%
Carsten Schlufter
Analista, UBS SA
Figura 5
Gas
Energia atomica
41%
13%
Potenza idraulica
Altre (incl. energie
rinnovabili)
21%
Fonte: International Energy Agency – Key World Energy Statistics 2010
di particolare importanza (cfr. figura 4). Negli
ultimi quarant’anni, la domanda globale di corrente elettrica è triplicata, evidenziando quindi
una crescita notevolmente superiore al consumo
energetico in generale, che invece è «solo»
raddoppiato. Poiché l’elettricità si ottiene solo
tramite trasformazione di energia primaria,
parliamo in questo caso di energia secondaria.
Il mix di generazione elettrica, ossia la fonte
da cui si produce elettricità, è cambiato negli
ultimi anni (cfr. figura 5). Il carbone è la fonte
principale con una quota del 41%. Ma anche
gas naturale, forza idraulica ed energia nucleare giocano un ruolo notevole nella generazione elettrica e il loro impiego è molto aumentato negli ultimi decenni. Si sono imposte
anche le energie rinnovabili, benché la loro
quota globale resti relativamente esigua.
Altri settori
dell’Energia
Industria
Trasporti
Edilizia
19%
Altri
13%
8%
Fonte: International Energy Agency – Key World Energy Statistics 2010
14
UBS outlook
Inoltre si fanno ipotesi sulla crescita economica, sull’andamento
demografico e sul progresso tecnico. La grande incertezza
soprattutto nei presupposti politici significa che i risultati non
vanno interpretati come previsioni ma piuttosto come proiezioni
in grado di dare un’idea degli sviluppi, purché si verifichino
determinate ipotesi.
1
Vento, clima ed energie fossili Prospettive
«Tutti gli scenari prevedono un incremento della domanda di energia
fino al 2035 – a seconda dello scenario tra il 23 e il 50%.»
Scenari del mix di energie primarie
L’orientamento politico in materia energetica
nei vari Paesi è la vera incognita quando si tenta
di proiettare il mix di energie primarie nel futuro.1 Ecco perché vengono definiti vari scenari
a seconda del grado di determinazione nell’attuare gli obiettivi di politica ambientale. Nel
suo scenario di base (maggiore probabilità di
verificarsi) l’Agenzia Internazionale dell’Energia
(AIE), alle cui stime più recenti ci riferiamo in
questo capitolo, prevede che gli attuali orientamenti, obiettivi e programmi politici vengano
perseguiti anche in futuro. Lo scenario di riferimento adotta la poco probabile ipotesi che
non vi saranno ulteriori misure di influenza
politica e che quindi gli attuali obiettivi verranno
abbandonati in futuro. Il terzo scenario prevede l’attuazione di obiettivi ambientali particolarmente rigidi, soprattutto per quanto attiene
alla protezione del clima.2
Secondo lo scenario di base, l’incremento della
domanda energetica mondiale salirà di circa il
40% entro il 2035. Nello scenario di riferimento
la domanda aumenterà di oltre il 50% mentre
nel rigido scenario di tutela del clima la crescita
si fermerà al 23%. Tutti gli scenari prevedono
comunque un incremento della domanda. La
quota di fonti energetiche fossili scenderà solo
leggermente, dall’81 all’80% nello scenario di
riferimento, al 75% nello scenario di base e al
62% in quello di protezione del clima. Le fonti
fossili si confermano in tutti e tre gli scenari le
principali risorse energetiche anche nel 2035.3
La AIE definisce questo scenario di protezione del clima anche
come scenario 450 perché sottintende la volontà politica di
limitare la concentrazione di gas serra a 450 parti per milione
di CO2 equivalente.
3
Altri istituti di energia e gruppi energetici giungono a simili
risultati nei propri studi.
2
Composizione del mix di energie primarie
Attualmente il petrolio occupa la quota maggiore nel mix
di energie primarie e aumenterà ancora in termini assoluti. Ma la quota di petrolio è continuamente diminuita
negli ultimi 40 anni e continuerà a farlo.
Il gas naturale è l’unica materia prima capace di incrementare la propria quota sia relativa che assoluta. La
domanda di gas dovrebbe aumentare a una velocità
doppia rispetto a carbone e petrolio.
Il carbone è al secondo posto nel mix di energie globale
e nei prossimi anni aumenterà in misura superiore alla
media in termini assoluti, fino al 2020, quando la quota
relativa dovrebbe iniziare a calare.
Le energie rinnovabili aumenteranno in termini assoluti
nei prossimi anni ma la loro quota risulterà solo leggermente potenziata. Le fonti energetiche fossili continueranno così a dominare.
Dominano le fonti energetiche fossili (petrolio,
carbone, gas)
Sviluppo previsto del mix di energia globale
Attuale mix di energia primaria globale
1%
2%
Petrolio
10%
Carbone
6%
33%
Gas
Energia atomica
Potenza idraulica
Biomassa
21%
Energie rinnovabili
27%
Fonte: International Energy Agency – World Energy Outlook 2011
International Energy Agency – Key World Energy Statistics 2010
Gas naturale ed energie rinnovabili conquistano quote
18 000
16 000
14 000
12 000
10 000
8 000
6 000
4 000
2 000
0
1980
Petrolio
Carbone
2009
Gas
Energia atomica
2015
2020
Potenza idraulica
Biomassa
2030
2035
Energie rinnovabili
Fonte: International Energy Agency – World Energy Outlook 2011
International Energy Agency – Key World Energy Statistics 2010
UBS outlook
15
Prospettive Vento, clima ed energie fossili
«Nella generazione elettrica e nell’industria, in futuro il petrolio dovrebbe
venir sostituito da alternative più convenienti come il gas naturale.»
Petrolio: perde sempre più quota nel
mix di energie primarie
Il petrolio registrerà il tasso di crescita di gran
lunga più basso tra tutte le principali fonti
di energia. Il petrolio è utilizzato soprattutto nei
trasporti. In altri settori, come la generazione
elettrica e l’industria, dovrebbe venire sostituito
da alternative più convenienti, come il gas
naturale.
La domanda di petrolio, solo moderatamente
in aumento a livello globale, è sostenuta
dal ripido incremento della domanda dai Paesi
emergenti (Cina, India e Medio Oriente su
tutti), dove le stime dell’OCSE indicano che il
numero di persone del ceto medio e quindi
di potenziali acquirenti di automobili salirà di
circa tre miliardi nei prossimi 20 anni.4 Nei
Paesi OCSE è previsto invece un continuo calo
della domanda di petrolio. Questa flessione
nei Paesi industrializzati è legata alla migliorata
efficienza delle tecnologie motoristiche. Inoltre,
alcuni Paesi avanzati intendono ridurre la
propria dipendenza dalle importazioni di petrolio puntando su una diversificazione del proprio
mix nazionale di energie. Queste preoccupazioni sono condivise anche dai Paesi emergenti,
come Cina e India. Poiché finora nei trasporti
nessuna fonte energetica è riuscita a sostituire
degnamente il petrolio per la sua convenienza
e facilità d’uso, non esistono alternative, almeno
sul fronte dei veicoli privati.
16
UBS outlook
Tendenze nel settore petrolifero
La crescente attività estrattiva di olio di scisto
e le varie riserve di olio non convenzionali,
come sabbie bituminose o asfaltene: scisti bituminosi sono rocce che contengono bitume
od oli flussanti, utilizzati soprattutto negli Stati
Uniti. La sabbia bituminosa è uno stadio preliminare del petrolio, composta da una miscela
di argilla, silicati, acqua, greggio e altre sostanze; i maggiori giacimenti di sabbia bituminosa si trovano in Canada e Venezuela. La
AIE prevede una produzione in netta crescita. Le
nuove tecnologie hanno permesso di sfruttare
questi giacimenti e l’elevato prezzo del petrolio
li ha resi economicamente redditizi. L’estrazione
di olio di scisto in America del Nord conviene
solo a partire da un prezzo del petrolio di circa
50 dollari USA/barile. Con l’estrazione, le
quantità di produzione da nuovi giacimenti di
olio di scisto diminuiscono rapidamente dopo
la prima perforazione. L’infrastruttura negli Stati
Uniti non ha poi saputo stare al passo con
questi sviluppi, e quindi sono necessari nuovi
investimenti. I giacimenti di olio di scisto in
Nord America non rivestono ancora un ruolo
significativo per il mix di energie globale;
bisognerebbe estrarre olio di scisto in tutto il
mondo. Questo olio è presente anche in molti
4
Kharas, Homi, «The emerging middle class in developing
countries», OECD Development Centre, Working Paper
No. 285, gennaio 2010
Vento, clima ed energie fossili Prospettive
altri posti al mondo (ad esempio nei bacini parigini) e potrebbe diventare determinante per la
sicurezza dell’approvvigionamento. I metodi di
estrazione (soprattutto il fracturing, che immette
grandi quantità di acqua e sostanze chimiche
nel terreno) sono ancora controversi e quindi lo
sviluppo subisce spesso battute d’arresto sulla
scorta dei dubbi per la sostenibilità ambientale.
Sviluppo di giacimenti petroliferi in acque
profonde dell’Atlantico al largo delle coste brasiliane: nel 2006 furono individuati grandi
giacimenti petroliferi davanti alle coste del Brasile. Le stime sulle quantità di petrolio estraibili divergono molto. La cosa certa è che queste
riserve potrebbero rendere il Paese uno dei
maggiori produttori di petrolio al mondo. Trovandosi in acque profonde e in parte sotto
due chilometri di spessi strati salini, l’estrazione
dai giacimenti è tecnicamente molto difficile
e richiede ingenti investimenti nei prossimi anni.
Secondo i piani dell’azienda petrolifera statale,
Petrobras, entro il 2016 si investiranno circa
142 miliardi di dollari USA nello sviluppo di
queste riserve.
Carbone: i Paesi emergenti
trascinano la crescita
La domanda di carbone è sostenuta soprattutto
dalla produzione di energia elettrica, che rappresenta circa due terzi della domanda. Nella
generazione elettrica il carbone è di gran lunga
la fonte principale, con una quota del 41%.
In Cina l’attuale quota di carbone raggiunge
persino circa l’80% e in India il 70%.
Negli ultimi anni la domanda di carbone dai
Paesi emergenti è addirittura esplosa. Questa
regione si conferma il principale mercato di
sbocco anche per il futuro. Cina, India e Indonesia fanno insieme quasi il 90% della crescita futura della domanda di carbone dai Paesi
non OCSE. La quota cinese sulla domanda
globale di carbone dovrebbe superare in pochi
anni il 50%.
problema serio nei Paesi emergenti asiatici. Con
una politica più rigorosa (scenario di tutela
ambientale), secondo l’AIE la quota di carbone
nel mix di energie dovrebbe scendere al solo
16% entro il 2035. Il carbone ha però importanti vantaggi dal punto di vista della politica
energetica. È relativamente conveniente e offre
a molti Paesi un buon grado di sicurezza nell’approvvigionamento. Le riserve carbonifere baNelle nazioni industriali avanzate il carbone
sterebbero ancora per quasi 150 anni agli attuali
tende ad essere sostituito da gas ed energie rin- livelli di sfruttamento. Diversamente dal petronovabili, e quindi la sua domanda si contrae.
lio, le riserve di carbone sono geograficamente
Questo perché la combustione di carbone e le meglio distribuite.
relative emissioni di anidride carbonica sono
dannose per il clima. L’inquinamento da combustione del carbone diventa sempre più un
UBS outlook
17
Prospettive Vento, clima ed energie fossili
«In un rapporto uscito nell’estate 2011 l’Agenzia internazionale
dell’energia parla di unimminente ‹periodo d’oro del gas›.»
Tendenze nel settore del carbone
Sviluppo di tecnologie che consentono una combustione più eco-sostenibile: il punto debole
del carbone come fonte energetica sta nelle elevate emissioni prodotte in fase di combustione
e trasformazione in elettricità. La tecnologia carbondioxide capture and storage (CCS) permette di separare e raccogliere nel sottosuolo
i gas di CO2 dannosi evitando che finiscano
nell’atmosfera. Finora queste tecnologie CCS
non hanno avuto successo visto che sono
costose e l’infrastruttura è assente. L’impiego di
tecnologie CCS in centrali elettriche solitamente
viene sovvenzionato dalla mano pubblica. Un
ulteriore fattore di incertezza sta nella tendenza
verso un maggiore impiego di gas non convenzionale, che abbassa il prezzo del gas naturale rendendolo quindi più competitivo. Resta
ancora da capire fino a che punto la tecnologia
CCS saprà affermarsi.
Dai Paesi non OCSE deriva oltre l’80% della
crescita della domanda e, proprio come per petrolio e carbone, anche qui gioca un ruolo
determinante la domanda dalla Cina. Secondo
lo scenario di base, nei Paesi non OCSE la
domanda dovrebbe aumentare di circa il 2,4%
all’anno portando la quota sul mix di energie
primarie dal 14 al 19% entro il 2035. Anche nei
Paesi OCSE la domanda di gas continuerà
ad aumentare (0,7% all’anno).
In un rapporto uscito nell’estate 2011 la AIE
parla di un’imminente «era d’oro del gas». Gli
autori rimandano ai vantaggi del gas sul fronte
della domanda: l’utilizzo flessibile, la relativa
sicurezza tecnica e il miglior bilancio ambientale
rispetto ad altri combustibili fossili. In più si
aggiungono vantaggi sul lato dell’offerta in termini di sicurezza nell’approvvigionamento:
la dimensione delle riserve di gas conosciute e
l’ampia distribuzione geografica di questi giaTrasformazione e gassificazione del carbone: la cimenti. Nell’ottica dei tre obiettivi primari della
gassificazione sotterranea del carbone (underpolitica energetica, redditività economica, sicuground coal gasification, UCG) è una soluzione rezza dell’approvvigionamento ed eco-compatiinteressante soprattutto per Paesi con riserve
bilità, il gas naturale dovrebbe essere valutato
carbonifere che consentono solo un ridotto
positivamente in quasi tutte le regioni.
grado di sfruttamento. La gassificazione rende
Tendenze nel settore del gas naturale
utilizzabili giacimenti carboniferi inadatti a
un’estrazione diretta di carbone. La liquefazione Sfruttamento ed estrazione mondiale di riserve
del gas così prodotto è fattibile solo a un prezzo di gas non convenzionali: sono di particolare importanza i giacimenti di gas di scisto negli
del petrolio relativamente elevato. Ma per ridurre la dipendenza dalle importazioni di petro- Stati Uniti. Si tratta di gas naturale legato in
rocce sedimentarie scistose. Le riserve di gas di
lio si procede anche alla liquefazione del carbone, un procedimento impiegato con successo scisto sono enormi e potrebbero soddisfare il
consumo nordamericano per decenni. Queste
in Cina, Sudafrica e Stati Uniti.
riserve di gas sono importanti anche per l’indipendenza dalle importazioni. Negli Stati Uniti
Gas naturale: grandi opportunità nei
la quota di gas di scisto sull’intera produzione
prossimi decenni
La domanda di gas è sostenuta soprattutto dal di gas nazionale è salita dal 1% nel 2000 all’attuale circa 25%, comportando il crollo del
settore della generazione elettrica e la sua
quota nel mix di elettricità salirà ancora fino al prezzo di gas naturale nel Paese. Anche se la
2035, questo perché il gas ha emissioni di CO2 questione è ancora politicamente dibattuta,
nettamente inferiori rispetto al carbone, effinel prossimo futuro gli Stati Uniti potrebbero adcienza termica e flessibilità operativa maggiori, dirittura esportare se continuassero ad increnecessità di investimento minori e tempi di
mentare in modo costante la produzione di gas
costruzione inferiori. Il settore edilizio (riscalda- metano. Le riserve di gas non convenzionali
mento e acqua sanitaria) è la seconda fonte
sono ben distribuite a livello geografico, e la AIE
di domanda di gas, anche se si prevede una cre- ritiene che tutte le regioni del mondo disponscita alquanto ridotta. Nell’industria e nei
gano di risorse di gas estraibili che, tenendo
trasporti risiede invece un maggiore potenziale fermo l’attuale tasso di consumo, potrebbero
di crescita.
bastare per almeno 75 anni. A livello globale
18
UBS outlook
la quota di gas non convenzionali sull’intera
produzione di gas è del 13%, ma nel 2023 potrebbe salire al 22%. In Europa la Polonia è
in prima linea nello sviluppo di giacimenti di gas
non convenzionale. Affinché questo sviluppo
possa continuare sono necessari ingenti investimenti in infrastrutture, come la realizzazione
di condutture e la costruzione di terminali GNL
(liquefied natural gas, raffreddato e portato
allo stato liquido per la riduzione del volume).
Come per il scisto bituminoso, anche qui sono
forti i dubbi in materia di eco-compatibilità dei
processi estrattivi. A ogni perforazione occorre
pompare da circa 7500 a 20 000 metri cubi
di acqua (e sostanze chimiche). La preoccupazione riguarda soprattutto l’elevato consumo
idrico e il rischio di contaminazione delle falde
acquifere.
Il gas naturale liquefatto (GNL) rafforza il commercio internazionale di gas: la tecnica di raffreddare il gas naturale a meno 163 °C, di liquefarlo riducendo quindi notevolmente il suo
volume, viene impiegata già da diversi decenni.
Negli ultimi dieci anni la sua diffusione è aumentata, consentendo l’apertura di nuovi centri
di estrazione. Il gas naturale può quindi anche
essere estratto in territori remoti e trasportato ai
mercati al consumo ovunque nel mondo.
Questo sviluppo condurrà nel tempo a una globalizzazione dei mercati regionali del gas. Le
regioni potrebbero aumentare lo scambio reciproco di volumi e i prezzi del gas, oggi ancora
geograficamente molto divergenti, potrebbero
trovare un equilibrio.
Energia atomica: futuro incerto
L’energia atomica ha vissuto una sorta di piccola
rinascita negli ultimi anni visto che non produce emissioni di CO2, ma comporta un grande
problema di smaltimento. Dopo l’incidente
nucleare di Fukushima l’opinione pubblica in alcuni Paesi è cambiata rispetto alla sicurezza
dell’energia nucleare.
Attualmente sono attivi 433 reattori atomici con
una capacità totale di circa 372 gigawatt;
concentrati soprattutto in Stati avanzati e Paesi
dell’ex Unione Sovietica. 63 centrali sono in
corso d’opera e 160 in fase di ordinazione o già
progettate, la maggior parte di queste nei
Paesi emergenti, soprattutto in Cina e India. Ciò
riflette il fatto che la crescita della domanda
sarà sostenuta principalmente (circa l’80%) dai
Paesi non OCSE. L’AIE prevede un tasso di crescita annua del 5,6% in questi Paesi, ma ritiene
che, nei prossimi decenni, anche nelle nazioni
industrializzate avanzate si annunci un leggero
incremento dell’offerta di energia atomica.
Dal nostro punto di vista, gli elevati costi d’investimento potrebbero tuttavia frenare il progetto. Tra i vantaggi del nucleare si conta l’elevata disponibilità degli impianti, che riescono
così a soddisfare l’esigenza di sicurezza dell’approvvigionamento e di diversificazione. Inoltre,
l’energia atomica non genera praticamente gas
UBS outlook
19
Prospettive Vento, clima ed energie fossili
«Grazie all’elevata disponibilità degli impianti l’energia atomica riesce
a soddisfare l’esigenza di sicurezza dell’approvvigionamento.»
dannosi per il clima e quest’ultimo argomento
ha assunto un’importanza notevole proprio
a fronte del grande dibattito sul clima degli ultimi anni. Ma ci sono anche svantaggi. Da
un lato serpeggiano i timori, rafforzati dall’incidente di Fukushima, sulla sicurezza tecnica
degli impianti nucleari. Dall’altro i dubbi a proposito di uno smaltimento e uno stoccaggio
sicuro e durevole delle scorie radioattive e
dell’abbattimento delle centrali più obsolete
non sono ancora stati completamente fugati.
Europa sono in fase di costruzione nuovi impianti in Finlandia e Francia. A causa dell’irrigidimento dei requisiti di sicurezza e dei maggiori costi di costruzione nonché della ridotta
redditività e dei maggiori rischi di pianificazione non ci aspettiamo però un vero potenziamento dell’energia atomica negli Stati Uniti e
in Europa. Anzi: in seguito all’incidente in Giappone, la Germania ha comunicato la chiusura
di tutte le sue centrali entro il 2022. Svizzera e
Italia hanno annunciato, diversamente dai
precedenti piani, di non avere intenzione di reaTendenze nel settore dell’energia atomica lizzare nuovi impianti. Tuttavia, ciò comporta
Diverse preferenze nei singoli Paesi: anche
ulteriori investimenti in ambito di sicurezza, main futuro confluiranno investimenti nell’energia nutenzione, smaltimento e abbattimento. La
atomica. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno
nuova costruzione di reattori continua comunrecentemente avviato la costruzione di un reat- que soprattutto in Cina, Russia, India e Corea
tore nello Stato federale della Georgia. In
del Sud.
20
UBS outlook
Vento, clima ed energie fossili Prospettive
Energie rinnovabili:
le fonti energetiche del futuro
Tra le energie rinnovabili figurano quella
idrica, da biomassa (legno, torba), solare,
eolica, geotermica e mareomotrice. La
quota di energia eolica e solare nel mix
di elettricità aumenterà notevolmente
dall’attuale 3% circa.
Energia eolica
L’elettricità ottenuta dal vento ha già conquistato un posto fisso nel mercato energetico globale e la sua quota nel mix elettrico aumenterà
sensibilmente in futuro. Le nuove installazioni da 40–50 gigawatt l’anno – approssimativamente pari alla capacità di 40–50 centrali
nucleari – e l’ulteriore crescita negli anni a venire
non lasciano dubbi (cfr. figura 6).
Nonostante l’evoluzione positiva del mercato,
i produttori e la maggior parte dei fornitori europei e statunitensi hanno affrontato anni difficili. Sulla scia della crisi dei mercati finanziari,
i parchi eolici hanno avuto un accesso limitato
ai mezzi di finanziamento, con pesanti ripercus-
sioni sulla domanda. Al contempo si è assistito
a un massiccio crollo del prezzo del gas negli
Stati Uniti (cfr. figura 7), che – almeno oltreoceano – mette in dubbio la competitività dell’energia eolica. Mentre la maggior parte dei
Paesi europei eroga incentivi fissi per i nuovi
impianti, negli Stati Uniti si verifica il cosiddetto
effetto «yo-yo»: poiché gli incentivi tendono
ad avere una durata limitata di 12 mesi, in alcuni
anni si è instaurato un ciclo «boom-bust»,
Alexander Stiehler
quando progetti privi di incentivi si trovano in Analista, UBS SA
concorrenza diretta con fonti energetiche fossili
(in primis gas), attualmente più redditizie. A
causa dell’effetto combinato della normativa incerta e della flessione dei prezzi del gas, negli
Stati Uniti la domanda è stata soggetta a forti
oscillazioni che hanno inciso negativamente
sull’intera catena di creazione del valore (calo
dello sfruttamento delle capacità e pressioni
sui prezzi).
Figura 6
Domanda globale di turbine eoliche
Nuove installazioni all’anno in megawatt
60000
Stime
50000
40000
30000
20000
10000
0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
America
Europa
Asia
Resto del mondo
Fonte: dati di mercato, stime UBS
UBS outlook
21
Prospettive Vento, clima ed energie fossili
«Nell’energia eolica riteniamo che l’attività offshore
agirà da motore della domanda nei prossimi anni.»
Figura 7
Il boom del gas non convenzionale
(shale gas) induce il crollo del prezzo del gas
negli Stati Uniti
Prezzo del gas in USD/MMBtu
16
14
12
10
8
6
4
2
0
92
94
96
98
00
02
04
06
08
10
12
Fonte: Bloomberg
Negli ultimi anni la domanda si è mantenuta
su livelli costantemente elevati solamente in
Cina, peraltro fortemente dominata da imprese
locali. Nel 2013 prevediamo per questo mercato
una modesta crescita a due cifre. Lo sviluppo
di nuovi mercati di nicchia è inarrestabile: attualmente, soprattutto il Sudafrica e l’America
Latina investono nel potenziamento dell’energia
eolica. Negli ultimi anni, il panorama europeo
è stato teatro di due dinamiche. Da un lato assistiamo al costante ampliamento delle capacità
in alto mare (offshore), sebbene anche qui
l’euforia iniziale si sia smorzata. Via via confrontate con gli ostacoli posti dall’allestimento e
dal collegamento delle reti, alcune imprese sono
infatti già rimaste scottate da spese difficili da
arginare e ritardi dei progetti, che a nostro avviso non dovrebbero tuttavia impedire alle attività offshore di agire da motore della domanda
nei prossimi anni. Dall’altro lato si sono fatti
sentire gli effetti della crisi dei mercati finanziari,
che in alcuni Paesi (come ad esempio la Spagna) ha comportato drastici tagli agli incentivi
penalizzando di conseguenza la domanda.
22
UBS outlook
Vento, clima ed energie fossili Prospettive
Energia solare (fotovoltaico)
La Germania è considerata la culla dell’utilizzo
commerciale dell’energia solare, avviato nel
1990 con il programma nazionale «1000 tetti
al fotovoltaico», a cui tra il 1999 e il 2003 è
subentrato il programma «100 000 tetti al fotovoltaico». Da allora, la domanda globale è
tuttavia trainata dai consumatori tedeschi (cfr.
figura 8), che anche nel 2012 vi hanno contribuito per il 25%. Ciò rappresenta un serio rischio di concentrazione per tutti i produttori,
in quanto il mercato è fortemente vincolato alle
normative di singoli Paesi. Per gli anni a venire
prevediamo un netto indebolimento del predominio tedesco e, pertanto, una più sana ripartizione della domanda tra i Paesi. Anche la dipendenza dalla domanda di singoli mercati si
sta allentando. Gli esempi negativi come quello
della Spagna nel 2008 (crollo del mercato nel
2009) o, in tempi più recenti, del boom in Italia
(crollo nel 2012/13) non dovrebbero più scuotere il mercato nel suo complesso.
in misura illimitata chiunque dichiari un impianto fotovoltaico. Per effetto del meccanismo
di incentivazione elvetico, il mercato interno
ha mantenuto dimensioni relativamente contenute. Nel 2012 sono ad esempio stati installati solamente 150–170 MW (pari circa allo
0,5% del mercato mondiale), di cui stando a
quanto comunicatoci da Swisssolar in occasione di alcuni colloqui, solo circa 50 MW sono
stati sovvenzionati con il fondo. I restanti incentivi sono stati forniti dai cantoni e da investitori che confidano in future sovvenzioni. La
domanda eccede di gran lunga il budget del
fondo di incentivi.
Attualmente si vaglia l’opportunità di rivedere
il meccanismo di incentivazione. Tra le proposte
avanzate figura quella di una sovvenzione diretta per la realizzazione di impianti fotovoltaici
su tetto di piccole dimensioni (ad esempio
sotto forma di un rimborso del 30% dei costi di
investimento tramite sovvenzioni senza successivi indennizzi). Grazie all’efficiente infrastruttura
In Svizzera è stato stanziato un fondo di incen- elvetica, l’introduzione di nuovi meccanismi
tivi con un budget fisso da destinare tra l’altro
di incentivazione potrebbe imprimere notevole
all’energia solare. La situazione è diversa rispetto slancio al mercato nell’arco di pochi trimestri.
ad altri Paesi europei (come ad esempio la Ger- Complessivamente, in Svizzera si contano circa
mania), che mettono a disposizione un incen350 MW di potenza fotovoltaica installata.
tivo fisso a cui in linea di principio può accedere Nonostante le dimensioni finora relativamente
Figura 8
Domanda globale di moduli solari (fotovoltaico)
Nuove installazioni all’anno in megawatt
45000
Stime
40000
35000
30000
25000
20000
15000
10000
5000
0
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Grecia
Francia
Italia
Spagna
Portogallo
Resto dell’Europa
USA
Canada
Cina
India
Australia
Giappone
Corea
Resto del mondo
Germania
2014
Fonte: dati di mercato, stime UBS
UBS outlook
23
Prospettive Vento, clima ed energie fossili
«Non appena nei Paesi soleggiati verrà raggiunta la parità di rete,
il mercato dei moduli solari dovrebbe espandersi a prescindere dal
contesto normativo.»
contenute del mercato interno, le imprese
attive nel settore offrono circa 10 000 posti di
lavoro locali (situazione al 2011), sebbene il
90% dei prodotti fotovoltaici svizzeri sia destinato all’export.
Per il 2013 e gli anni successivi vediamo un
notevole potenziale di crescita in Nord America
(Stati Uniti in testa) e Asia (soprattutto Cina,
India e Giappone). Il governo di Pechino ha recentemente reso nota l’intenzione di raddoppiare abbondantemente le nuove installazioni a
10 GW nel 2013. Già oggi la maggior parte
dei moduli solari proviene dalla Cina (quote di
mercato della produzione di moduli: Cina ca.
71%, Europa 9%, Giappone e Stati Uniti 7%
ciascuno, resto del mondo 6%).
Poiché al giorno d’oggi i moduli dei marchi affermati non presentano pressoché alcuna differenza in termini di qualità, i produttori europei
riescono ormai difficilmente a ottenere premi di
prezzo per i propri prodotti. La pressione sui
prezzi esercitata dall’Asia alimenta pertanto un
consolidamento all’interno del settore a causa
della ridotta base dei costi (cfr. figura 9). In
un’ottica europea riteniamo che le opportunità
migliori si presentino alle aziende attive nel
Figura 9
Fase shake-out dell’industria solare
Il calo dei prezzi e la pressione competitiva dall’Asia garantiscono
consolidamento
Prezzo/watt
Tempo
Innovazione Poca maturità di
Adeguamento del
mercato/espansione mercato (Shake-out)
Dimensioni del settore
Entrata/uscita della concorrenza
Fonte: Citi Group, UBS
24
UBS outlook
Maturità
di mercato
Situazione attuale
Costi del modulo solare
Figura 10
Difficile pronosticare l'offerta di energie rinnovabili
Profilo 24 ore in megawatt, produzione di energia in un giorno di sole in Germania
(19.6.2012)
70 000
60 000
50 000
40 000
30 000
20 000
10 000
0
24 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23
Nucleare
Lignite
Idrica, petrolio, altro
Carbon fossile
Gas
Vento
Nota: splende molto sole ma il vento soffia appena.
Fonte: European Energy Exchange, UBS
campo delle attrezzature fotovoltaiche e agli
installatori che operano nella parte inferiore
della catena del valore.
Siamo dell’avviso che la concorrenza asiatica
possa offuscare le prospettive a lungo termine
per la produzione di celle, wafer e moduli
in Europa. Da agosto 2011 sono usciti di scena
ben 25 rinomati produttori statunitensi ed
europei (pari circa al 10–15% della capacità di
mercato). Non appena nei Paesi soleggiati verrà
raggiunta la cosiddetta parità di rete – quando
cioè il fotovoltaico costerà quanto l’elettricità ottenuta da fonti convenzionali – il mercato dei
moduli solari dovrebbe espandersi a prescindere
dal contesto normativo. Ipotizzando ulteriori
rincari dell’energia, molti Stati dell’Europa meridionale e centrale potrebbero tagliare questo
traguardo nei prossimi anni. Già oggi, in alcuni
Paesi le famiglie pagano per la corrente tradizionale importi superiori agli incentivi percepiti
per i propri moduli solari. In Germania, ad
esempio, i prezzi dell’energia applicati ai consumatori finali eccedono le sovvenzioni per il
fotovoltaico. Il problema risiede tuttavia nell’assenza di accumulo di elettricità: la produzione
di energia tocca infatti il picco massimo quando
le famiglie ne hanno meno bisogno (cfr.
figura 10).
Solare
Vento, clima ed energie fossili Prospettive
Conclusioni: cresce l’importanza
del gas naturale
Anche tra vent’anni le fonti energetiche
fossili, soprattutto gas naturale e carbone, saranno le principali risorse primarie. Malgrado il forte incremento, anche
nel 2030 le energie rinnovabili deterranno
solo una piccola quota del mix di energie
primarie.
Anche nel 2030 le fonti energetiche fossili
domineranno l’offerta. Probabilmente il gas naturale prenderà sempre più piede nei prossimi
due decenni. La sua eco-compatibilità, l’elevata
disponibilità e le infrastrutture migliorate, unite
a prezzi convenienti, spingeranno la domanda
di gas naturale. Verranno sensibilmente potenziate in particolare le sue capacità di generazione di corrente elettrica, visto che il gas naturale, rispetto al carbone, emette solo la metà
di CO2. Altri vantaggi sono l’elevata efficienza, i
minori costi di capitale e i tempi di costruzione
più brevi. Prevediamo che sarà l’unica fonte fossile la cui quota di mix energetico nel 2030
presenterà una crescita rispetto a oggi. In pochi
decenni il gas naturale salirà al primo posto
tra le fonti di energia primaria. La quota di gas
naturale nel mix di generazione elettrica è
già oggi molto significativa in molti paesi (cfr.
figura 11). La sua quota dovrebbe allargarsi
visibilmente nei prossimi 10–20 anni in quasi
tutti i paesi con un elevato consumo energetico
in particolare negli Stati Uniti, in Cina e India.
Il carbone gioca un ruolo centrale. Sull’onda
della necessità di nuove centrali per la generazione di elettricità, Cina e India registreranno
la maggiore crescita nella domanda di carbone.
Potranno contare sui propri giacimenti carboniferi, che giustificano la realizzazione di centrali a carbone. Entrambi i paesi influenzeranno
in modo determinante il mercato del carbone
prima che la crescita rallenti a partire dal 2020.
Questo rallentamento si basa sul presupposto
che gli aspetti ambientali conquistino un interesse maggiore da parte della politica energetica. Al contrario, il petrolio potrebbe continuare
a perdere quote di mercato. Come già emerso
Figura 11
Il ruolo del gas naturale dovrebbe aumentare
Mix di generazione elettrica in vari Paesi
100%
80%
60%
40%
20%
0%
2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030
USA
Carbone
Germania
Gas
GB
Francia
Petrolio
Italia
Spagna
Potenza idraulica
Giappone
Energia atomica
Cina
India
Russia
Brasile
Energie rinnovabili
Fonte: UBS
UBS outlook
25
Prospettive Vento, clima ed energie fossili
«Le energie rinnovabili assumeranno un ruolo chiave, il loro
contributo dovrebbe però restare marginale nel prossimo futuro.»
negli ultimi anni e testimoniato dall’aumenmulazione ci sono poi ancora grandi ostacoli
tato prezzo, il dispendio e i costi per l’estrazione da superare. Spesso non conviene investire
cresceranno ancora.
in energie rinnovabili alle condizioni di mercato;
un investitore che opera solo guidato da conNella svolta energetica pilotata, le energie rinno- siderazioni economiche eviterebbe in molti casi
vabili assumeranno un ruolo chiave: il loro
di investire sia nell’eolico sia nel fotovoltaico.
contributo dovrebbe però restare marginale nel Inoltre, un mercato sostenuto in modo puraprossimo futuro. Il grande vantaggio è che
mente artificioso con sovvenzioni, proprio in un
non rilasciano gas dannosi per il clima e soddi- contesto in cui gli Stati devono risparmiare,
sfano così i requisiti della politica ambientale.
rischia di restare presto vittima di manovre di riRicevono quindi il sostegno politico in molti
sparmio, come è accaduto di recente al solare
paesi. Ma il loro grande difetto sta in una pro- in Europa. Nonostante la forte crescita, le enerduzione di energia soggetta a grandi oscillazioni gie rinnovabili rappresenteranno solo una pic(il vento non sempre soffia a dovere e anche
cola quota del mix di energie primarie anche fra
il sole non splende ogni giorno) e nella mancata 20 anni.
competitività a livello di costi. In tema di accu-
26
UBS outlook
Soluzioni
Efficienza
energetica come
opportunità
A prescindere dal fatto che in
futuro l’energia venga ottenuta
da fonti fossili o rinnovabili, la
risposta alla scarsità energetica
e al cambiamento climatico
è la stessa: si tratta di utilizzare
l’energia con la massima efficienza. Anche a lungo termine,
l’efficienza energetica è la strategia più conveniente e offre
enormi opportunità all’economia svizzera.
6
solarserver, Februar 2012
UBS outlook
27
Efficienza energetica: la migliore
fonte di energia alternativa
L’efficienza energetica consente di risparmiare energia e ridurre le emissioni di CO2.
L’aumento dei prezzi energetici stimola
gli investimenti su questo fronte. Il vero
impulso proviene però da una normativa
più rigida per tutelare l’ambiente e garantire l’approvvigionamento energetico.
Quello dell’efficienza energetica non è un tema Alexander Stiehler
Analista, UBS SA
nuovo, visto che già nel periodo dal 1974 al
1990 ha generato vantaggi medi annui globali
di circa l’1,9%. Dal 1990, il calo dei prezzi
energetici e l’assenza di stimoli per l’argomento
hanno tuttavia riportato il valore a circa l’1%
annuo. Negli ultimi anni si è nuovamente delineata una controtendenza. L’AIE (Agenzia Inter«Less is more» potrebbe recitare il motto per i
nazionale per l’Energia) confida che entro il
prossimi decenni. Oltre alle energie rinnovabili, 2030/35 i risparmi energetici torneranno al 2%
l’efficienza energetica è la risposta a domande annuo. Secondo lo scenario di tutela ambiencome l’auspicata riduzione del consumo di fonti tale tracciato dall’AIE, che prevede un percorso
fossili. Risparmiando energia direttamente alla
verso una «crescita verde», entro il 2030/35
fonte è possibile abbassare i costi, preservare le circa il 50% della riduzione di CO2 deriverà da
misure di efficienza energetica.
risorse e contenere le emissioni. A imporre
l’esigenza di edifici e apparecchiature efficienti
Dal punto di vista economico vale la regola che
è soprattutto la crescente urbanizzazione in
atto nei Paesi in via di sviluppo. Già nel 2010 il per ogni dollaro USA investito nell’efficienza
energetica si possono risparmiare circa due dol50% della popolazione mondiale viveva in
città, consumava il 75% dell’energia e produ- lari di investimenti in elettricità e fino a quattro
dollari in costi elettrici nel ciclo di vita di un
ceva l’80% delle emissioni di gas serra.
prodotto.1 Uno studio condotto su incarico di
ABB rivela che l’88% delle società attive nel
28
UBS outlook
Efficienza energetica come opportunità Soluzioni
«I politici hanno compreso da tempo che l’efficienza energetica
è la soluzione più conveniente per far fronte alle sfide.»
Strumenti di illuminazione e frigoriferi
Circa un quinto dell’elettricità globale prodotta è destinato
all’illuminazione. La società Osram rivela che quasi il 70%
delle risorse viene consumato da strumenti di illuminazione
per i quali già oggi esistono alternative migliori. A seconda
della tecnologia (tipo di lampadina) è possibile risparmiare dal
30 all’80% di energia. Il periodo di ammortamento per la
sostituzione di lampadine a 60 watt con una lampada a LED
è inferiore a un anno negli edifici commerciali e va da uno
a tre anni negli immobili residenziali. Attualmente, la penetrazione del mercato delle lampade a LED è inferiore al 2%.
L’efficienza energetica dei frigoriferi è stata notevolmente
potenziata nel corso degli anni. Se nel 1973 il consumo era
in media ancora superiore a 2000 kWh per anno3, i modelli
moderni consumano solamente tra 80 e 550 kWh all’anno
(a seconda delle dimensioni e della dotazione con o senza
congelatore).4 Rapportando questi dati con il consumo di
elettricità medio di una famiglia di tre persone in Germania
(3908 kWh all’anno) 5, i frigoriferi moderni rappresentano
mediamente solo circa il 7% della domanda di elettricità
annua di un’economia domestica. Un modello degli anni 70
consumava in un anno una quantità di corrente pari a
quella che oggi consuma in sei mesi un nucleo familiare di
tre persone con tutti gli apparecchi elettrici.
Nahal S., et al., 2012
www.stromverbrauchinfo.de
5
Ufficio federale dell’energia, Svizzera
3
4
settore industriale riconosce l’efficienza energetica come fattore chiave per il proprio successo
nei prossimi due decenni.2 Le imprese con
elevati consumi energetici sembrano particolarmente attente al tema della competitività
anche in Svizzera.
In Svizzera è attualmente in corso il processo
politico di definizione della strategia energetica
fino al 2050, che prevede una serie di misure.
Sotto il profilo quantitativo, il Consiglio federale
si è prefisso l’obiettivo di ridurre entro il 2035 il
consumo energetico medio annuo pro capite
del 35% rispetto al livello del 2000. Sul versante
Un’infrastruttura che invecchia e l’aumento
del miglioramento dell’efficienza, i principali
dei prezzi energetici, senza dimenticare la poli- interventi interesseranno il settore edilizio (inatica, stimolano a investire nel mercato dell’effi- sprimento delle norme per edifici di vecchia
cienza energetica. I politici hanno compreso
e nuova costruzione). Alla diffusione delle enerda tempo che questa è la soluzione più conve- gie rinnovabili si accompagneranno inoltre
niente per far fronte alle sfide poste dalla
la modernizzazione e l’ampliamento delle reti
scarsità di energia e dal cambiamento climatico. elettriche.
L’UE punta a una riduzione del 20% delle
emissioni di CO2 entro il 2020 rispetto al livello Anche gli Stati Uniti hanno introdotto diverse
del 1990 e a un contestuale potenziamento
iniziative già dal 2003. A fronte dell’elevato condell’efficienza energetica.
sumo energetico interno, mediamente superiore del 60% rispetto alla media OCSE, il Paese
non può fare a meno di misure volte a pro1
Nahal, S., Lucas-Lecin, V., Dolle, J., King, J., «Less is more –
muovere l’efficienza energetica. Il problema non
Global Energy Efficiency», Bank of America Merrill Lynch,
riguarda tuttavia solo i Paesi avanzati. Secondo
marzo 2012
2
ABB, «ABB Review – Technology matters», 3/2011
le stime dell’AIE, nei prossimi decenni le emisUBS outlook
29
Soluzioni Efficienza energetica come opportunità
Figura 12
gas serra di quasi il 40% entro il 2020. L’intensità energetica in Russia è tre volte superiore
alla media OCSE a causa della forte presenza di
industria pesante. Uno degli obiettivi prioritari
del Paese è quindi quello di raggiungere una
migliore efficienza dell’industria entro il 2030,
quando l’intensità energetica dovrebbe scendere del 56% rispetto al 2005 e l’efficienza
degli edifici salire del 50%.6
Emissioni globali di CO2
In miliardi di tonnellate
45
Stima
35
25
15
5
0
2005
2006
2007
2015
2020
Paesi OCSE
Paesi non OCSE
Fonte: US Energy Information Administration (EIA)
2025
2030
2035
L’offerta di milioni di apparecchi diversi rende
il mercato dell’efficienza energetica estremamente frammentato in termini di prodotti e modelli operativi. Il consumo di energia primaria
complessivo mondiale può essere suddiviso in
tre segmenti: edifici (circa 40% del fabbisogno),
industria e trasporti (circa 30% ciascuno).
sioni di CO2 aumenteranno sensibilmente anche Un’illuminazione più efficiente (LED), un minei Paesi emergenti e in via di sviluppo (cfr.
gliore isolamento degli edifici, climatizzatori più
figura 12).
efficienti, processi e impianti produttivi più
efficaci o pneumatici che riducono l’attrito dei
La questione dell’efficienza energetica gioca
veicoli sono esempi di come produttori e conun ruolo di primo piano soprattutto nella
sumatori possono utilizzare meglio l’energia. I
costruzione di nuove infrastrutture. I quattro
megatrend come il cloud computing aumengrandi Paesi emergenti Brasile, Cina, India
tano notevolmente la scarsa efficienza dei centri
e Russia puntano a ridurre le emissioni di CO2
di calcolo, che attualmente operano con una
e ad aumentare l’efficienza energetica.
capacità media pari appena al 20–25%.
Entro il 2020, l’intensità di CO2 per unità di
prodotto interno lordo rispetto al 2005 dovrebbe ridursi del 40–45% in Cina, mentre l’India punta a un calo del 20–25%. Il Brasile
ha avviato diverse misure, tra le quali il National
Climate Change Plan per aumentare l’efficienza
energetica in vari settori o il National Energy
Efficiency Action Plan per abbassare il consumo
elettrico del 10% entro il 2030 (ad esempio
sostituendo dieci milioni di vecchi frigoriferi, costruendo e rinnovando le reti elettriche e migliorando l’efficienza degli edifici). Anche il Brasile ha comunicato nel 2009 di voler ridurre i
Nahal, S., Lucas-Lecin, V., Dolle, J., King, J., «Less is more –
Global Energy Efficiency», Bank of America Merrill Lynch,
marzo 2012
6
30
UBS outlook
Efficienza energetica come opportunità Soluzioni
«I megatrend come il cloud computing aumentano notevolmente
l’efficienza dei centri di calcolo, che attualmente operano in modo
molto inefficace.»
Gli edifici sono miniere d’oro in termini
di potenziale di risparmio
Il segmento degli edifici genera il 40% della
domanda di energia e offre il migliore potenziale di risparmio sui consumi. Secondo l’AIE,
tra il 2030 e il 2050 sarà possibile risparmiare
dal 30 al 50% di energia. L’efficienza energetica offre quindi una semplice opportunità per
ridurre i costi di manutenzione. A stimolarla
sono elevati prezzi energetici, norme più severe
e la disponibilità di tecnologie comprovate a
prezzi accettabili. La forza trainante consiste a
nostro avviso in una normativa più rigida per
gli edifici di vecchia e nuova costruzione. Poiché
molti Paesi hanno riconosciuto il vantaggio
degli investimenti nel risparmio energetico, la
domanda di misure che incrementino l’efficienza degli edifici è sensibilmente aumentata
negli ultimi anni. Diversi Paesi hanno già in-
trodotto standard di costruzione e strumenti di
classificazione per migliorare le informazioni
sulla sostenibilità degli stabili esistenti. In questo
modo possono appurare con esattezza lo stato
generale dei propri immobili e riconoscere la
necessità di interventi politici con l’aiuto di strumenti di governo. La figura 13 mostra i principali strumenti di classificazione della sostenibilità e degli standard per Paese nonché i più
importanti criteri di valutazione.
Figura 13
Normative legali di efficienza energetica per gli edifici residenziali nei Paesi europei
per nuovi edifici
Paese
Finlandia
Norvegia
Svezia
Polonia
Ungheria
Germania
Italia
Svizzera
Gran Bretagna
Slovacchia
Francia
Belgio
Austria
Paesi Bassi
Danimarca
Spagna
Repubblica Ceca
Portogallo
Irlanda
per costruzioni esistenti
in generale
specialmente per
l’aerazione
Utilizzo di
energie
rinnovabili
Certificati
energetici
Certificati
energetici
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
no
sì
sì
sì
no
sì
no
no
sì
no
sì
sì
no
sì
no
no
sì
no
sì
no
no
sì
sì
no
no
no
no
sì
sì
no
sì
no
no
no
sì
no
no
sì
sì
no
sì
sì
no
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
no
sì
sì
no
no
sì
no
sì
sì
sì
no
no
no
no
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
no
sì
sì
sì
sì
no
Incentivi per
lavori di
efficienza
energetica
sì
no
no
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
sì
Fonte: 70. Euroconstruct Summary Book, dicembre 2010, UBS
UBS outlook
31
Soluzioni Efficienza energetica come opportunità
«Raffreddamento, riscaldamento e illuminazione sono le principali
fonti di consumo e offrono il maggiore potenziale di risparmio.»
Gli standard e le classificazioni presentano tut- Figura 14
tavia notevoli differenze e non tutti perseguono La Svizzera ha direttive molto più rigide
lo stesso obiettivo, il che rende impossibile un
sugli edifici
confronto universalmente valido. Nella maggior In kilowattora per metro quadrato per anno
parte dei Paesi europei vigono disposizioni
350
di legge molto più severe rispetto, ad esempio, 300
agli Stati Uniti. Lo standard Minergie-P adottato 250
200
in Svizzera prescrive un’efficienza energetica
che in parte supera anche dell’85% le direttive 150
100
USA (ad esempio il Minnesota Energy Code
50
per gli edifici scolastici, cfr. figura 14). Con lo
0
standard Minergie-A viene addirittura azzerato
Legge energetica
LEED
Legge svizzera
Standard
USA/Minnesota
Platino
vincolante
Minergie-P
il consumo energetico per impianti di riscalSvizzera
USA
damento e meccanici.
La parola magica nel settore edilizio è smart
building (edifici intelligenti). Questi impiegano
prodotti di illuminazione più efficienti (ad
esempio LED), impianti di riscaldamento, aerazione e climatizzazione moderni, un migliore
isolamento e una moderna gestione energetica
(controllo computerizzato). La figura 15 illustra
diverse possibilità per risparmiare energia.
Raffreddamento, riscaldamento e illuminazione
sono le principali fonti di consumo e offrono
il maggiore potenziale di risparmio.
Fonte: INTEP Example, State of Minnesota, Educational Building,
swiss cleantech Association
Figura 15
Consumo di energia nei nuclei familiari e negli immobili commerciali USA
Suddivisione secondo lo scopo di utilizzo
Famiglie
Immobili commerciali
Adeguamento energetico
4%
Altro 4%
Illuminazione16%
Pulizia bagnata 7%
Cucina 5%
Riscaldamento
9%
Computer 4%
Adeguamento
energetico 3%
Altro 13%
Illuminazione
28%
Computer 5%
Elettronica 5%
Acqua calda 2%
Elettronica 11%
Impianto di
climatizzazione
20%
Acqua calda 10%
Frigoroferi
10%
Frigoroferi 9%
Aerazione 12%
Fonte: Energy Information Administration, Annual Energy Outlook 2011 & JMP Securities, LLC, UBS
32
UBS outlook
Riscaldamento
6%
Impianto di
climatizzazione
17%
Efficienza energetica come opportunità Soluzioni
Nei Paesi emergenti la continua urbanizzazione,
unita all’aumento del reddito e a un migliore
accesso alla tecnologia, dovrebbe alimentare la
domanda di edifici a efficienza energetica. Per
contro, la sfida principale nei Paesi industrializzati consiste nell’elevato numero di edifici obsoleti. Se si osserva la sostanza edile negli Stati
Uniti fino al 2000, ad esempiosi nota che il
45% delle case plurifamiliari è stato realizzato
prima del 1970 e che solo nel 14% dei casi si
è cercato di migliorare l’efficienza con dotazioni
più moderne dopo il 1990 (cfr. figura 16).
I processi industriali celano un enorme
potenziale di risparmio
Considerata la molteplicità di applicazioni, il settore industriale dispone di svariate possibilità
per aumentare la propria efficienza. Prendiamo
ad esempio il motore elettrico. Circa due terzi
dell’elettricità utilizzata nei processi industriali
globali azionano motori elettrici come ventilatori, pompe o compressori. Sorprende notare
che solo il 10% circa dei motori è dotato di
un sistema di controllo del numero di giri: nove
motori su dieci continuano a girare a pieno
regime, indipendentemente dal fabbisogno
A seguito dell’inasprimento delle leggi e del
energetico. Secondo ABB, un controllo riduce il
rincaro dei prezzi dell’energia, in Francia gli edi- consumo energetico anche del 50%. Un’altra
fici di nuova costruzione possono emettere
possibilità per ridurre i consumi consiste nell’imannualmente solo 10 chilogrammi di CO2 per
piego di robot per la produzione, che migliometro quadrato (dati aggiornati al 2012), a
rano la qualità di realizzazione, riducono i tempi
fronte di un consumo medio di 60 chilogrammi morti e abbassano notevolmente il consumo
dal 1950 al 1975. Entro il 2020 l’obiettivo
energetico. Il robot per la verniciatura «Flexè quello di arrivare a soli 2 chilogrammi di CO2 Painter» di ABB, ad esempio, ha contribuito a
per metro quadrato all’anno.7 Nonostante
dimezzare il consumo energetico mondiale per
questa tendenza, l’AIE prevede un incremento la verniciatura di automobili. Oltre alle applicaglobale della domanda di energia per edifici
zioni summenzionate, sono disponibili sviluppi
e di emissioni di CO2 (aumento del 60% entro improntati all’incremento dell’efficienza per
il 2050), provocato dall’espansione demogramolti altri settori. In particolare, l’impiego di sefica e dalla crescente domanda di immobili (au- miconduttori (applicazioni IT) ha influito in
mento del 30–40% dal 2008 al 2035). Questa
modo sostenibile sul controllo dei macchinari
tendenza fa a sua volta lievitare la domanda di riducendone costantemente i consumi.
fonti fossili.
Nei trasporti le potenzialità si trovano
nei veicoli a gas ed elettrici
7
Fonte: Eurima 2004
Il settore dei trasporti si contraddistingue per
un’elevata capacità innovativa e per la costante
riduzione dei consumi per chilometro, tuttavia
l’aumento del consumo energetico e delle emisFigura 16
sioni di CO2 dovuto al massiccio incremento
della domanda nei Paesi in via di sviluppo supera
Patrimonio edile obsoleto negli USA
i vantaggi derivanti dall’efficienza (in particoAnno di costruzione delle case plurifamiliari
lare per via della forte crescita economica e de1990–2000
mografica).
1980–1989
14%
1970–1979
30%
1960–1969
19%
Prima del
1960
15%
22%
Fonte: Energy Efficiency in Buildings. Transforming the Market, aprile 2009
(World Business Council for Sustainable Development)
UBS outlook
33
Soluzioni Efficienza energetica come opportunità
Il grande dilemma è capire in che direzione
si sviluppa il trend dopo l’«era del petrolio». A
lungo termine, si sta imboccando la strada
delle auto elettriche. Elevati costi per le batterie,
autonomia ridotta e infrastrutture carenti
hanno tuttavia impedito finora una forte penetrazione del mercato. Inoltre, in molti Paesi
dell’America Latina e dell’Asia la preferenza va
ai veicoli a gas (cfr. figura 17). Già oggi in
Argentina il 15,3% del totale dei veicoli è alimentato a gas, in Bolivia il dato si attesta al
20,5%, in Colombia al 6,9%, in Perù al 6,6%
e in Brasile al 3,4%. Il primato in assoluto
spetta al Pakistan con il 61,1%. L’andamento
dei prezzi del gas negli Stati Uniti potrebbe
condurre a una sua riconsiderazione anche
nelle nazioni industrializzate, visto che i veicoli
a gas comportano anche risparmi economici.
In Brasile, il costo supplementare di un veicolo
a gas viene ammortizzato in soli 8 mesi e in
Argentina in 16 mesi. Durante il ciclo di vita di
un’automobile (in media dieci anni), in questi
Paesi è quindi possibile risparmiare da 7000 a
17 000 dollari USA. Inoltre, stando ad alcuni
studi, un veicolo a gas emette circa il 25% di
CO2 in meno rispetto allo stesso veicolo alimentato a benzina o diesel.8
A prescindere da quali risorse si imporranno
nelle singole regioni, nei prossimi anni vi saranno opportunità di ogni tipo per aumentare
l’efficienza. Il grande tema nel settore automobilistico è il downsizing (cfr. figura 18), ossia
il ridimensionamento della cilindrata dei motori
8
Figura 17
Tendenza dei veicoli a gas in Asia/Pacifico e Sud America
Numero veicoli dal 1999 al 2015
14 000 000
Stima
12 000 000
10 000 000
8 000 000
6 000 000
4 000 000
2 000 000
0
99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15
Asia/Pacifico
Europa
Nord America
Sud America
Africa
Fonte: dati storici di NGV Global, stime Macquarie Capital (US) 2012
grazie a incrementi di efficienza (ad esempio
il miglioramento del controllo del motore, l’utilizzo di turbocompressori, la riduzione dell’attrito interno con l’utilizzo di materiali più lisci e
la riduzione della massa trasportata).
Vi sono inoltre altre possibilità, come pneumatici che riducono l’attrito con il terreno (a bassa
velocità fino al 10%, a velocità superiori del
5%) o la tecnologia start-stop, che riduce i costi
della benzina fino al 25% a seconda del traffico (nella media cittadina/interurbana il risparmio dovrebbe essere del 5–10%). Per i prossimi
anni, i docenti del Politecnico di Zurigo si aspettano un incremento dei veicoli ibridi, ma solo
nelle regioni economicamente solide. Le alter-
Fonte: Blair M., 2012
Figura 18
Downsizing per i veicoli – maggiore potenza e coppia nonostante la cilindrata inferiore
(esempio VW Passat)
Quarta generazione
1998–2005
Modello
Passat 2.0
Cilindrata
cm3
Sauger/Turbo
Consumo
Passat V5 Passat 4motion
Sesta generazione
2011–
Comfortline
Sportsline
2000
2400
2800
1800
2000
V6 4motion TSI Comfortline
3200
1400
TSI Highline
1400
Sauger
Sauger
Sauger
Turbo
Turbo
Sauger
Turbo
Turbo
l/100 km
8,6
10,3
10,5
7,6
7,9
9,8
6,6
6,6
Potenza
CV
116
170
193
160
200
250
122
122
Coppia
Nm
172
220
280
250
280
330
200
200
Fonte: Dati aziendali, UBS
34
Quinta generazione
2006–2009
UBS outlook
Efficienza energetica come opportunità Soluzioni
«In un mondo dalle risorse limitate, la domanda
deve adeguarsi all’offerta ridotta.»
Figura 19
native quali le auto completamente elettriche
dovrebbero rimanere prodotti di nicchia nel
Senza misure di efficienza il consumo sarebbe
breve termine a causa degli svantaggi tecnici ed superiore del 63%
economici, mentre si diffonderanno i più eco- In exajoule (1 Exajoule ≈ 278 terawattora), dal 1973 al 2006
nomici motori Otto e diesel. Se le condizioni
180
quadro resteranno favorevoli (ad esempio bassi 160
140
prezzi del gas nelle regioni ad alta domanda
120
e ampliamento delle reti di stazioni di riforni- 100
80
mento), la quota di veicoli alimentati a gas
60
naturale dovrebbe aumentare notevolmente.9
40
Conclusioni: la risposta è efficienza
energetica
L’energia è il motore pulsante della nostra società. Si cela nei prodotti che consumiamo ogni
giorno e trascina la nostra economia. In un
mondo dalle risorse limitate, la domanda deve
adeguarsi all’offerta ridotta. In questo contesto, la risposta è data dall’efficienza energetica
e dalle energie rinnovabili. Secondo i dati AIE,
uno sguardo al 1973 rivela che senza misure di
efficienza energetica negli edifici, nei trasporti,
nelle centrali e nelle applicazioni industriali,
l’attuale consumo energetico sarebbe superiore
di almeno il 63% (cfr. figura 19). Il tema dell’efficienza energetica ci accompagnerà indubbiamente anche in futuro. Una maggiore efficienza a livello di consumatore finale offre
un enorme potenziale per ridurre le emissioni
di CO2 e preservare le risorse fossili.10
9
10
20
0
1973
1980
1990
2000
63%
2006
Consumo energetico effettivo
Risparmi energetici grazie a una migliore efficienza
Domanda teorica di energia senza miglioramenti in termini di efficienza energetica
* In base a dati dell’EA 11, un gruppo di 11 paesi per i quali sono disponibili dati sugli ultimi 40 anni.
Questi paesi rappresentano circa l'80% della domanda energetica secondo la AIE.
Fonte: BofA Merrill Lynch, AIE
Fonte: Guzzella L., 2011
Fonte: Scenario della tutela ambientale AIE
UBS outlook
35
Soluzioni L’efficienza energetica conviene
L’efficienza energetica conviene
Per ridurre i costi di esercizio e rimanere
competitive, in futuro le aziende dovranno
attuare un consumo notevolmente più
efficiente dell’energia. Nell’ambito del
suo partenariato con l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC), UBS sostiene
finanziariamente la clientela aziendale
che sceglie il modello PMI dell’AEnEC.
La svolta energetica causerà un rincaro dei
prezzi dell’energia (ved. anche pagina 9). Un
aumento dei costi energetici, per le aziende
significa maggiori costi d’esercizio, che ridurranno a loro volta la redditività e la competitività delle aziende stesse. Per rimanere competitive esse non potranno pertanto far altro
che risparmiare energia. Tuttavia, ciò sarebbe
riduttivo: «Chi vuol sempre risparmiare, è
perduto» ammoniva già Theodor Fontane
(1819–1898). Perché chi si limita a consumare
meno elettricità, produce anche meno. La
chiave del successo risiede dunque in una maggiore efficienza energetica. Le aziende devono
imparare a produrre di più con molta meno
energia. Per questo ci impegniamo fin d’oggi
per l’aumento dell’efficienza energetica presso
la nostra clientela aziendale. A questo scopo,
36
UBS outlook
abbiamo avviato un partenariato con l’Agenzia
dell’energia per l’economia (AEnEC). Con il
denaro del rimborso della tassa d’incentivazione
sul CO2 promuoviamo il modello PMI dell’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC).
Redditizio per principio
Una maggiore efficienza energetica non si
ottiene gratuitamente. Gli investimenti volti ad
aumentare l’efficienza energetica convengono
solo se permettono alle azienda di realizzare un
Return on Investment (ROI) in tempo utile.
L’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC)
raccomanda pertanto di norma solo misure
d’efficienza sensate dal punto di vista economico e ammortizzabili in quattro anni (otto
anni per le misure sull’impiantistica e l’involucro
edilizio).
Check-up energetico e accordo sugli
obiettivi
Il modello PMI dell’Agenzia dell’energia per
l’economia (AEnEC) comincia con il check-up
energetico: il consulente AEnEC valuta l’azienda
in occasione di una visita sul posto, analizzandone il potenziale di aumento dell’efficienza
energetica. Durante la visita esamina i processi
L’efficienza energetica conviene Soluzioni
«Gli investimenti nell’efficienza energetica sono interessanti per
le aziende soltanto se consentono di generare un Return on Investment
(ROI) in tempo utile.»
produttivi e l’impiantistica o l’involucro edilizio.
Sulla base della visita allo stabilimento, il consulente AEnEC stila quindi una lista di misure
concrete. Dopodiché la direzione e il consulente
AEnEC stabiliscono quali misure attuare e
quanta energia e CO2 risparmiare. Un accordo
sugli obiettivi congiunto definisce gli obiettivi
di efficienza per i dieci anni successivi. In questo
periodo l’azienda attua le misure nel modo
concordato e rileva annualmente i dati sui consumi effettivi con uno strumento online.
Grazie a questo reporting l’azienda ed AEnEC
vedono se l’efficienza energetica aumenta
come atteso oppure se sono necessarie altre misure. Siamo convinti di questo modus operandi e sosteniamo finanziariamente la clientela
aziendale UBS se sceglie il modello PMI di
AEnEC: da un lato paghiamo noi la metà della
prima quota annua per il modello PMI (che
copre il check-up energetico e lo sviluppo delle
misure; il rimborso dell’altra metà può ad
esempio essere richiesto agli altri partner regionali di AEnEC), dall’altro premiamo le misure
sostenibili con il bonus UBS di efficienza energetica.
Maggiori informazioni sul modello PMI sono
disponibili sul sito www.ubs.com/pmi-energia
Dare il buon esempio
UBS si impegna per la tutela ambientale in
tutti i processi aziendali. La nostra politica ambientale è orientata alla sostenibilità e deve creare valori a lungo termine.
Ci adoperiamo al fine di contenere il più
possibile gli effetti della nostra attività
sull’ambiente. Ad esempio dal 2000 ad
oggi abbiamo incrementato di oltre il 30%
la nostra efficienza energetica in Svizzera.
Tra il 2004 e il 2012 abbiamo ridotto le
emissioni di CO2 della nostra azienda del
40%. Ed entro il 2016 intendiamo dimezzare l’impronta ecologica (emissioni di CO2)
del Gruppo rispetto ai valori del 2004.
* Partecipiamo ai costi del check-up energetico e corrispondiamo
il bonus UBS di efficienza energetica fino ad esaurimento degli
incentivi da noi stanziati per questa iniziativa (presumibilmente
fino al 2014).
UBS outlook
37
Nella serie UBS outlook sono anche stati pubblicati:
Industria metalmeccanica ed elettrica
(disponibile in tedesco e francese)
Numero di ordinazione SAP 83418D, 83418F
Commercio all’ingrosso
(disponibile in tedesco e francese)
Numero di ordinazione SAP 80711D, 80711F
Commercio di materie prime (commodity trading)
(disponibile in inglese)
Numero di ordinazione SAP 83193E
Successione aziendale
(disponibile in tedesco e francese)
Numero di ordinazione SAP 81976D, 81976F
La pubblicazione trimestrale vi tiene aggiornati sugli
sviluppi riguardanti economia mondiale, congiuntura,
franco e mercato immobiliare svizzero
UBS outlook Svizzera.
Editore
UBS SA, Marketing Svizzera
Casella postale, 8098 Zurigo
in collaborazione con
UBS SA, CIO WM Research
Casella postale, 8098 Zurigo
Redazione
Kathrin Wolff Schmandt
Autori
Sibille Duss, Caesar Lack, Carsten Schlufter,
Alexander Stiehler, Christian Rintelen
Layout
CIO Digital & Print Publishing
Indirizzo di contatto
[email protected]
Stampa
Multicolor Print AG, Baar
Indirizzo di ordinazione
UBS SA
Printed and Branded Products
Casella postale, 8098 Zurigo
Gestione della produzione
Barbara Litschi
Materiale fotografico
Getty Images, iStockphoto, Dreamstime,
Franz Rindlisbacher
[email protected]
www.ubs.com/outlook
Numero di ordinazione SAP
83418D-1301
83418F-1301
83418I-1301
Stampato nel marzo 2013
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UBS outlook
Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono state oggetto di accurata ricerca. Non è possibile tuttavia fornire alcuna
garanzia in merito alla loro correttezza. Le valutazioni e le opinioni espresse possono differire da quelle ufficiali di UBS SA. Per facilitare
la lettura del testo ci permettiamo di utilizzare unicamente la forma maschile.
Edito in italiano, francese e tedesco. Stampato in Svizzera nel marzo 2013.
© UBS 2013. Il simbolo delle chiavi e UBS sono fra i marchi protetti di UBS. Tutti i diritti riservati.
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Casella postale, CH-8098 Zurigo
www.ubs.com