Storia Stabilimento di Charleroi -

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Storia Stabilimento di Charleroi -
Forges et Founderies
de Thy le Chàteau
Thy Marchinelle
Thy le Chàteau
FORNI ELETTRICI
La storia
Nella regione di Charleroi, verso la metà
del 1700, vennero scoperti giacimenti di
minerale di ferro e nel 1763 fu costruito a
Thy le Chàteau, a 20 km dal capoluogo, un
altoforno alimentato da carbone di legna
ricavato dai boschi della regione. La forza
motrice era fornita dal fiume Thyria.
Nel 1888 le Forges et Fonderies de Thy
le Chàteau si fusero con le Usines du Midi
di Marcinelle, dando origine alla Hauts
Fourneaux, Forges et Aciéries de Thy le
Chàteau et Marcinelle; prima della fine del
secolo, tutti gli impianti furono concentrati a
Marcinelle.
Questi ultimi erano prodotti dal
modernissimo treno di laminazione n.3,
inaugurato nel 1971, un impianto multilinea,
polivalente, composto da 27 gabbie
complessive in grado di produrre tondo
per cemento armato, laminati mercantili e
vergella.
Nasceva così la Forges et Fonderies de Thy
Ie Chàteau. Dopo che nel 1845 la Forges fu
rilevata dalla società Eugène Riche & Cie,
concessionaria della ferrovia che collegava
Charleroi a Vireux, furono costruiti due
altoforni a coke, cinque forni di riscaldo e
un laminatoio, che consentivano di produrre
10.000 t annue di rotaie e ferri mercantili.
Durante le due guerre mondiali l’impresa subì
gravi danni ma fu sempre ricostruita.
Le due linee del laminatoio lavoravano in
parallelo o in serie, secondo la necessità, con
estrema flessibilità: si poteva così passare
senza interruzione da un programma di
produzione all’altro con tempi di attrezzaggio
molto ridotti, secondo le esigenze di
programmazione, e fronteggiare eventuali
inconvenienti senza interrompere la marcia.
Nel 1988 la Cockerill Sambre decise di
abbandonare la produzione di prodotti lunghi,
concentrando la propria attività nel settore
dei laminati piani.
Nel corso della seconda metà dell’Ottocento,
la fabbricazione del ferro mediante il
“puddellaggio” venne sostituita dalla
fabbricazione dell’acciaio con il processo
Bessemer e, successivamente, dal processo
Thomas, quest’ultimo messo a punto per
poter affinare ghise provenienti da minerali
ad alto contenuto di fosforo.
Anzi, fu proprio nel 1878 a Thy le Chàteau
che Thomas riuscì a ottenere uno dei primi
successi industriali.
La disponibilità di giacimenti di carbone
nella zona e di una via d’acqua navigabile
per il trasporto di materie prime consigliò
la costruzione di una cokeria a Marci nel le
Wez St.Martin, dove fra il 1863 e il 1872
entrarono in funzione anche due altoforni a
coke.
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Nel 1962 assunse la denominazione Thy
Marcinelle e nel 1966 si fuse con le Aciéries
et Minières de la Sambre, diventando Thy
Marcinelle et Monceau (TMM).
Nel 1980 la TMM fu assorbita dalla Hainaut
Sambre, che nel 1981 si fuse a sua volta
con la Cockerill dando origine alla CockerillSambre.
L’impianto a ciclo integrale di Marcinelle
produceva circa 2 milioni di t/anno di acciaio,
per il 65% destinate alla produzione di coils e
per il resto ai laminati lunghi.
Il gruppo Riva si offrì di rilevare il laminatoio
n.3, che era fisicamente separato dal resto
dello stabilimento dal fiume Sambre, e
decise di costruire una nuova acciaieria per
alimentarlo, con un investimento di circa 4
miliardi di franchi belgi.
Fu così evitato lo smantellamento di un
impianto ancora valido che, restituito a
condizioni competitive, permise di salvare
circa 200 posti di lavoro.
Anni ‘90
Lo stabilimento della società Thy Marcinelle
produce principalmente vergella con
diametro fino a 16 mm in acciaio con basso
tenore di carbonio, oltre a tondo per cemento
armato in rotolo ad aderenza migliorata e, in
limitate quantità, tondo per cemento armato
in barre.
I clienti sono produttori di rete elettrosaldata,
trafilati, elettrodi (elettrodi rivestiti e filo per
saldatura), lana d’acciaio, laminati a freddo e
di altri prodotti ottenibili dal filo trafilato.
Lo stabilimento dispone di un parco rottame
in grado di essere rifornito per ferrovia, a
mezzo camion e per via fluviale.
I semiprodotti che alimentano il treno di
laminazione sono in prevalenza fabbricati in
loco e solo una quota minore, proveniente
dal ciclo integrale, viene acquistata. Si lamina
solo su ordine, con una rotazione rapida del
programma in modo da diminuire lo stock.
La nuova acciaieria comprende un
recentissimo forno elettrico da 160 t,
montato all’interno di una dog-house, un
forno-siviera, una colata continua a otto
linee, un impianto di filtraggio dei fumi e
di pellettizzazione delle polveri raccolte,
un impianto di trattamento delle acque di
acciaieria e dei laminatoi che consente di
lavorare a circuito chiuso.
L’area di laminazione è dotata di un treno di
laminazione per barre e vergella.
Il tondo per cemento armato è omologato in
Belgio, Germania, Francia, Olanda, Svizzera e
Svezia. Vengono serviti i mercati dell’Europa,
dell’America del nord e del sud, dell’Africa, del
Medio Oriente, della Cina e dell’Oceania.
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Dopo un forno a spinta da 150 t/h e un treno
sbozzatore a nove gabbie, sono installate
due linee distinte, ciascuna comprendente
un treno intermedio da cinque gabbie, un
treno finitore da quattro gabbie, una placca
di raffreddamento a barre, un impianto per
il taglio a misura e la legatura automatica,
un blocco finitore per vergella “no twist” di
dieci passaggi, un tappeto di raffreddamento
controllato.
Tre capannoni di stoccaggio del prodotto
finito consentono il carico su chiatte, vagoni
e autotreni.
Un laboratorio di prove meccaniche e
metallografiche consente di eseguire gli
opportuni controlli sul prodotto finito; inoltre
l’acciaieria dispone di due spettrometri per
i controlli analitici in fase di fabbricazione.
Capannoni di stoccaggio del prodotto finito
consentono il carico su chiatte, vagoni e
autotreni.
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