LA RUBRICA DELLA TILLY Ragazze da marito

Transcript

LA RUBRICA DELLA TILLY Ragazze da marito
118
LA RUBRICA DELLA TILLY
Ragazze da marito, uniamoci: i tempi sono duri. La crisi ha investito tutti i settori, compreso
quello dei polli da spennare. Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, è inutile negarlo: la ricerca di fidanzati danarosi si fa ogni giorno più difficile. Un tempo si trovavano banchieri e dentisti, notai e artisti dernier cri. Oggi, con ’sti chiari di luna, è già tanto se al posto del petroliere
riesci a raccattare un benzinaio. Se, anziché un primario di urologia, ti becchi un piazzista di
pannoloni. E lo dico con licenza. Senza nessun razzismo, figuriamoci… Però…
Eh, sì, i tempi sono duri. Ma non bisogna demordere. Sarà che, essendo milanese, sono abituata a tenere duro e a tirarmi su le maniche. Il lavoro è la migliore ricetta contro la crisi. Ma non
basta lavorare come orbi: ci vogliono anche le idee buone. Le genialiate che gli altri non hanno
ancora avuto. Altrimenti non si va da nessuna parte. Io per esempio, modestamente, di botta di
genio ne avrei avuta un’altra, anche questo mese. Ve la comunico subito, perché sono una generosa di natura. Non me le faccio
neanche pagare, io, le mie idee brillanti.
Allora. Cominciamo. Si parla da tutte le parti di concertazione. Io lì per lì, la prima volta che ne ho sentito parlare, credevo che
c’entrassero i professori d’orchestra della Scala. Ma va là, mi ha detto l’Erminia, come al solito vivi sul pero e non sai nulla della
vita di oggi. Concertazione significa più o meno, mi ha spiegato la mia amica, che i padroni delle fabbriche si mettono d’accordo con gli operai, che il pubblico e il privato cercano di agire in stretta unione, che quelli che una volta erano avversari adesso
vanno a cena insieme: insomma, tutti quanti si danno da fare per trovare un’armonia sociale. E così sperano di ricominciare a suonare quanto prima la sinfonia con le note giuste.
Allora. Io mi chiedo. Se tutti devono andare d’amore e d’accordo, è mai possibile che questo non possa accadere anche nel campo
della moda? Invece di stare lì a inventare abiti e pettinature che tanto nessuna donna sana di mente indosserà mai, perché i grandi
creatori non si aprono verso nuovi orizzonti? E qui veniamo alla seconda parte del discorso: io il nuovo orizzonte l’avrei già bell’e
pronto. Vualà: cari signori stilisti, piantatela lì di pensare soltanto a modelle e modelli anoressici e cominciate a interessarvi anche al
miglior amico dell’uomo. Sì, avete letto bene: il miglior amico dell’uomo, ovvero il cane. È ora che sarti e coiffeur per esseri umani
si mettano d’accordo con sarti e coiffeur per cani e si coordinino. Che comincino a concertare anche loro. Insomma: ve la vedete una
sciura elegantissima passeggiare in San Babila (ma anche a Porto Cervo, Positano o Cortina) accompagnata da un barboncino con
la stessa pettinatura? Magari con lo stesso spolverino? Stesse tinte, stesse forme, stesso look. Che figata, eh?
Ebbene: ne ho parlato con il Manlio, il mio stilista. Credevo saltasse dalla gioia e mi ringraziasse. Altroché: non l’avessi mai fatto!
Secondo me stava per venirgli un infarto. Ha cominciato a tuonare dicendo che lui aveva la sua dignità, che tanti anni di professionalità non si buttano via così, che con i cani non vuole avere niente a che fare e tante altre scemenze che a un certo punto ho
chiuso l’audio. Ho provato con la Rita, la mia sarta: stessa reazione, ancora un po’ e mi cacciava in mezzo alla strada con addosso solo l’abito appena imbastito… Mah. C’è la crisi, ma secondo me un po’ ce la meritiamo. Io credo che si aprirebbe una bella
fetta di mercato se saltasse fuori ’sta nuova moda, con padrone e cani conciati nello stesso modo. E pensate che bello, cambiare
entrambi il look per una prima alla Scala, un cocktail al pomeriggio, un giretto di shopping. Quante cose nuove si potrebbero
escogitare, se non ci si chiudesse a riccio in se stessi!
Siccome con parrucchieri e sarti per umani non ho combinato nulla, adesso propongo l’idea su questa bella rivistina qui: magari qualcuno un po’ meno ottuso, tra quelli che si occupano di bestie, si riesce a trovare. Ma bisogna svegliarsi, inventare accessori, tinte e permanenti per quadrupedi (e anche colpi di sole, cotonature, punte punk eccetera eccetera) prima che arrivino i soliti americani o gli immancabili giapponesi. Poi non dite che non ve l’avevo detto.
Adesso scappo: devo andare in palestra a fare tone up. C’è un istruttore in calzamaglia che è la fine del mondo.
A presto miei cari. Vostra Tilly
portafinestra che dà sul giardino, con il naso incollato al vetro. Se, all’arrivo del vecchio babbione, si permette di scodinzolare allegro e cerca un po’ di confidenza, viene allontanato con un gesto brusco, senza una parola. Il giorno che
è riuscito a leccargli la mano ho sentito il mio cuore fare crack e ho pensato che fosse arrivata la mia ora.
SOCIALIZZAZIONI FORZATE. Vi lascio immaginare la nostra reazione quando abbiamo scoperto che una simile creatura
possedeva anche una sorella che, per giunta, aveva manifestato molta curiosità nei nostri confronti. Armandina Carlotta Artemisia, questo il complicato nome della nobile sorella, voleva venire a farci visita. “Pure lei, come voi”, aveva
detto Egberto carico di sovrano disprezzo, “ama molto gli animali. Mi sa che socializzerete”, aveva concluso regalandoci lo sguardo che di solito si rivolge al cadavere di un lombrico.
Nessuno di noi aveva la minima voglia di socializzare con la megera, probabilmente boriosa e altolocata: ma rifiutarci
era impossibile, visto il dolce sentimento che legava Tilly al citrullo danaroso. Perciò, consci della gravità della situazione, accettammo.
Il primo oggetto delle nostre cure fu proprio l’amico Brick: siccome sicuramente Armandina Eccetera Eccetera avrebbe
voluto vederlo, cominciammo con una radicale operazione di educazione e di rinnovamento estetico. Fu cacciato,
senza tanti complimenti, nella vasca da bagno e lavato a fondo; poi fu pettinato, cotonato, acconciato secondo gli
ultimi dettami della moda di Parigi.
Chiara ed Elisabetta si impegnarono a insegnargli almeno l’abc del galateo canino in pochi giorni: doveva mangiare