La Bussola del Ciclope - Scuola media Camignolo

Transcript

La Bussola del Ciclope - Scuola media Camignolo
Anno scolastico 1415
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La Bussola del Ciclope
Secondo numero
Faccia a faccia con…
Il Raccontastorie
Intervista a
Continuazione di “Alla ricerca del nido
Nicoletta Todesco per
conoscere meglio il nostro cervello e la
della fenice”
nostra memoria
Il mondo in un piatto
Navigare sicuri nel mare della rete
Ricetta
di
un
piatto
Come sopravvivere ai Social Network
tradizione valenciana: la Paella
Lo scaffale del lettore
Non sapete cosa leggere?
Zoé suggerisce…
E tanto altro ancora…
tipico
della
Anno scolastico 1415
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L’editoriale
Cari lettori,
l’abbiamo rifatto. Le reazioni alla prima uscita del giornalino scolastico
sono state molto positive, così… eccoci qua, con un altro numero di La Bussola del
Ciclope !
L’obiettivo della nostra redazione rimane sempre lo stesso: arricchire la vostra
mente attraverso curiosità da scoprire, consigli da donare, informazioni da custodire.
Per riuscire nell’intento, abbiamo sudato sette camicie e speriamo ne sia valsa la pena.
In questo secondo numero vi proponiamo alcune novità interessanti: da un
particolare incontro con la psicologa Nicoletta Todesco, al cruciverba di Virginia;
dall’approfondimento sulla turbolenta vita di Robin Williams all’articolo sui Social
Network; e, naturalmente, tanto altro ancora.
Ringraziamo la direzione e tutti coloro che si sono messi a disposizione per
permettere la seconda uscita di La Bussola del Ciclope.
BUONA LETTURA!!!
La redazione
Anno scolastico 1415
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La redazione
Zoé
Virginia
Nicolò
Giada
Chiara
Guja
Noelia
Caricature eseguite da Zoé Ferrari
Anno scolastico 1415
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Faccia a faccia con…
Nicoletta Todesco
Buongiorno Nicoletta e grazie. Lei si è laureata in psicologia, ma si è
specializzata in più ambiti. La domanda può sembrare scontata: qual è il suo
mestiere?
Mi sono laureata in psicologia: era il percorso che mi aveva affascinato fin da piccola,
questo perché credo da sempre che più conoscenze e competenze ci sono, più si ha la
possibilità di essere strumento di crescita e di formazione.
Io mi occupo da ventuno anni di formazione, seguendo principalmente tre aree:
quella rivolta ad un pubblico privato con svariati corsi, dall'apprendimento rapido
all'autostima, dall'equilibrio emozionale alla gestione del tempo e dello stress; l'area
della consulenza e formazione aziendale, con i corsi e i percorsi formativi all'interno
delle aziende; l'area relativa al coaching personale, attraverso incontri individuali a tu
per tu. Per riassumere il mio mestiere è poter trasmettere alle persone strategie,
metodologie, tecniche, perché utilizzino al meglio le loro risorse.
Quando studiava faceva anche lei fatica a ricordare le nozioni che memorizzava?
Sì, facevo fatica anch’io. Ti racconto perché mi sono iscritta al corso di memoria e
lettura veloce. Primo anno di università, mese di luglio. Mi sentivo in crisi totale, quasi
decisa ad abbandonare l'università e pensare di passare tutta l'estate sui libri mi
generava uno stato d’animo di angoscia. Hai presente quando qualsiasi decisione presa
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sembra sbagliata? Quando studiavo non vivevo mai il presente, mai. In prossimità degli
esami, accadeva questo: se decidevo di uscire con gli amici, mi sentivo in colpa perché
non stavo a studiare e vivevo male l'uscita. Se stavo a casa a studiare, mi sentivo male
perché pensavo a quello che stavano facendo i miei amici e non riuscivo a combinare
nulla.
Il primo anno di università ho sostenuto quattro esami nutrendomi di pane e libri,
rinunciando a molto. Durante il secondo anno, subito dopo aver frequentato il corso, ho
fatto undici esami con le tecniche di memoria, iniziando anche a lavorare.
Essendo una persona molto eclettica, dedicarmi solo allo studio era diventato una
sofferenza unica. Pensa che, dopo il corso, ho iniziato a lavorare. Uscivo di più con gli
amici e ho ripreso in mano tutto ciò che prima non facevo. Quindi davvero può essere
quel mattone dopo mattone che ti serve per tutta la vita.
Cos’è la memoria?
Sono personalmente solita definire la memoria come un archivio, un magazzino, dove
quotidianamente depositiamo dati, informazioni, vissuti.
Essa di base è perfetta, mentre non è perfetta la strategia che utilizziamo. Accade
che quando immagazziniamo i dati, lo facciamo in modo casuale, disordinato.
Come possiamo pretendere di recuperare le informazioni se sono state depositate
senza ordine? Sarebbe come pretendere velocità nel trovare il significato di una
parola all’interno di un vocabolario cartaceo che non ha un ordine alfabetico.
La memoria registra tutte le informazioni, e in questa fase è perfetta, non è invece
perfetta nella fase di recupero, perché le “archiviamo” appunto alla rinfusa.
Per utilizzarla al meglio, sarebbe utile creare dei veri e propri archivi mentali, come
facevano gli antichi.
È vero che quando si invecchia la memoria diminuisce?
È un po’ come i muscoli che si indeboliscono. Le tecniche di memoria aiutano in tal
senso perché permettono di utilizzare delle aree del cervello che non sono solitamente
utilizzate.
Sappiamo che le piacciono molto gli aforismi: qual è il suo preferito?
“Impara dal passato, vivi il presente, progetta il futuro”. Credo sia importante
imparare dai propri vissuti, rimanendo centrati sul proprio presente, con un occhio al
futuro.
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I consigli di Nicoletta
Ecco alcuni consigli tratti dal libro di Nicoletta Todesco per imparare a memorizzare
meglio. Per riuscirci è importante:
 crederci;
 avere gli strumenti;
 sentire di meritare il risultato.
La memoria è un processo mentale composto da tre fasi:
 registrazione: fase in cui riceviamo l’informazione;
 archiviazione: fase in cui immagazziniamo l’informazione;
 recupero: capacità di estrarre l’informazione immagazzinata.
Alcune volte non riusciamo a ricordarci le informazioni, pur essendo sicuri che sono
entrate nella mente, perché non conosciamo le strategie per richiamarle. Questo è
dovuto al fatto che i dati registrati vengono depositati in ordine casuale nella mente,
di conseguenza per il cervello risulta difficile richiamarli.
Per apprendere nozioni utilizziamo la memoria uditiva, anche se la più efficace è quella
visiva. La memoria uditiva costituisce circa il 18% delle capacità mnemoniche, quella
visiva il restante 82%.
La memoria uditiva
Questo tipo di memoria utilizza una piccola parte delle capacità dell’essere umano.
L’ingrediente principale del suo utilizzo è la ripetizione, che risulta faticosa e poco
efficace.
Apprendere ripetendo comporta fatica e il ricordo rimane solitamente per
un breve tempo.
La ripetizione mentale è fragile: basta qualche distrazione per rompere lo
schema e creare difficoltà.
La memoria visiva
La memoria visiva è molto più incisiva, perché la corteccia visiva è una parte molto
sviluppata del cervello. La memoria visiva per immagazzinare e rafforzare i ricordi
va al di là della ripetizione, utilizzando tre strumenti più particolari:
immagini: il linguaggio maggiormente riconosciuto dal cervello è quello delle
immagini e il loro linguaggio è universale. Per esempio l’immagine di un cane è
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comprensibile per chiunque, mentre a livello verbale il concetto viene
espresso in diverse lingue. Più l’immagine è chiara e ricca di particolari più si
ricorda nel dettaglio e a lungo.
associazioni: la memoria si sviluppa man mano attraverso una rete di
connessioni neuronali multiple; un ricordo sarà più facile da ripescare se
associato ad altre informazioni che già conosciamo.
emozioni: condizionano la conservazione delle immagini e determinano la
forza nell’impressione del ricordo. Si ricorda meglio ciò che ci ha procurato
una forte sensazione, positiva o negativa.
E’ fondamentale che memoria uditiva e visiva si completino l’un l’altra in modo da
sfruttare il 100% delle capacità mnemoniche, utilizzando entrambe le componenti.
Durante le onde alfa la mente si concentra su livelli di consapevolezza più intimi, là
dove hanno origine:
 intuizione
Onde alpha: si manifestano in condizioni di
 ispirazione
profonda concentrazione, scarsi stimoli visivi,
attraverso un senso di pace e di rilassamento.
 creatività.
generale.
Che legame ha tutto ciò con la memoria
L’abilità di portarsi al livello alpha è una delle chiavi per aumentare il controllo
volontario sugli eventi che ci coinvolgono: ciò è dimostrato dal fatto che tutti coloro
che usano correttamente e in modo regolare tali livelli cerebrali, riescono ad avere
un’attitudine migliore nell’apprendimento, imparando più velocemente e con più
efficacia.
Alcuni sistemi per passare alle onde alpha
 La tecnica dell’arcobaleno
Per il rilassamento mentale, visualizza mentalmente uno schermo completamente
bianco, come fosse uno schermo cinematografico enorme. Ora pensa che vi vengano
proiettati i colori dell’arcobaleno, uno dopo l’altro in ordine lento.
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Ti consiglio di visualizzare degli oggetti del colore desiderato, risulterà più semplice.
-
ROSSO (fragole, Ferrari, sangue)
ARANCIONE (arancia)
GIALLO (limone, canarino)
VERDE (marziano, prato)
BLU (puffo, mare, cielo)
INDACO (melanzana)
VIOLA (fiore).
Al viola la mente si troverà in uno stato di rilassamento quasi totale, raggiungendo le
onde alfa. A questo punto visualizza una scena rilassante, un luogo o uno scenario a cui
attribuisci un senso di pace, di rilassamento profondo e di tranquillità. Può essere un
paesaggio della natura o un luogo a cui sei affezionato.
Lo scopo è rimanere per un momento nella fase alfa godendo appieno dello stato di
rilassamento. Il rilassamento è utile per preparare il terreno e aumentare la
concentrazione prima di iniziare ogni strategia di memorizzazione.
 La tecnica dello switch
Secondo la medicina cinese, alcuni punti dei palmi delle
mani sono connessi con parti del nostro organismo. Ai
due emisferi celebrali, il destro e il sinistro,
corrisponde il punto karate delle mani (vedi immagine a
lato). Se stimolato si attiveranno gran parte delle
sinapsi cerebrali predisponendo la mente ad un
rendimento intenso ed efficace. La tecnica per
stimolare i punti karate delle mani è chiamata switch,
che consiste nel picchiettare il punto karate di una mano
sul palmo dell'altra e viceversa.
E’ possibile utilizzare questa particolare tecnica:
dopo il rilassamento mentale, prima di effettuare la memorizzazione;
per fissare ulteriormente le informazioni memorizzate;
per "sgranchire" i neuroni e far sì che la mente si attivi e riattivi;
per recuperare energia prima di una prestazione importante (ad esempio
sportiva);
per far raggiungere la massima concentrazione.
Giada
Anno scolastico 1415
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Lo scaffale del lettore
Jack, il diavolo a molla
Tre fratelli orfani di nome Lily, Rose e Ned e il loro
cane Macchia. Un misterioso personaggio chiamato
Jack, il diavolo a molla. Il malvagio re del Crimine
Mack Coltello. Questi strampalati personaggi sono i
protagonisti della storia. Quando i tre orfani
scappano dall’orfanotrofio, e il piccolo Ned assieme al
cagnolino Macchia vengono rapiti da Mack Coltello,
Lily e Rose dovranno raccogliere tutto il loro
coraggio per salvare il fratellino, chiedendo aiuto a
Jack. Il libro in questione è stato scritto da Philip
Pullman, il celebre autore di La Bussola d’oro,
vincitore del premio Astrid Lindgren Memorial 2005.
Nato in Inghilterra nel 1946, l’autore ha riscosso un
enorme successo in tutto il mondo.
Jack, il diavolo a molla è un romanzo che mi ha colpito tantissimo, anche a causa del
suo strano titolo. Il libro presenta una struttura molto particolare, infatti, all’inizio di
ogni capitolo, vi è una frase tratta da libri famosi e il capitolo della storia inizia allo
stesso modo. Non meno importante è l’aspetto grafico che costituisce una buona parte
dell’opera: ad ogni pagina è presente una vignetta umoristica, che regala un valore
aggiunto al libro. Consiglio questa lettura a tutti quelli che, oltre a voler leggere una
bellissima storia dai toni avventurosi/gialli, ma mai superficiali, apprezzano anche il
lato grafico di un’opera letteraria.
In epoca vittoriana, prima che si sentisse parlare di Batman e Superman, c'era un altro eroe che
salvava la gente e catturava i criminali. Era Jack il Diavolo a molla. Nessuno conosceva il suo vero
nome; di lui si sapeva solo che si vestiva come il diavolo, che poteva saltare sopra le case grazie ai
suoi stivali a molla, e che se un malvagio lo incontrava faceva una brutta fine. Naturalmente, un
personaggio misterioso come Jack era al centro di un sacco di storie. E quando girava voce che
fosse nei paraggi, la gente si chiudeva in casa e non guardava fuori dalle finestre. Perché forse
era un essere umano, forse no. (pag. 3)
Zoé
Anno scolastico 1415
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di Zoé
Anno scolastico 1415
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Il Raccontastorie
Alla ricerca del nido della fenice – parte seconda
Travis si girò verso Cerbero con aria spaventata.
Egli, vedendo il futuro re sconvolto, chinò la testa e disse:
“È giusto che tu sappia una cosa.”
I guerrieri leopardo si avvicinarono al trono e, con molta fatica, lo spostarono. Sotto
di esso si trovava uno scrigno nero ricoperto di spine d’argento e da catene incantate
di color oro che rendevano impossibile aprirlo. La cosa che più si notava, tuttavia, era
un piccolissimo lucchetto fatto con la pelle del leone Nemeo. Di questi ne esistevano
veramente pochi e rendevano impossibile aprire qualunque cosa chiudessero, a meno
che, ad aprirlo, non fosse una creatura mitologica prestabilita. Cerbero, con passo
lento e spaventato, si avvicinò allo scrigno. Una volta davanti ad esso, con l’unghia si
aprì un taglio nella zampa e versò una goccia del suo sangue sul lucchetto, che si aprì
cadendo a terra.
Lo scrigno si spalancò e all’interno si trovavano solo un piccolo libro foderato con pelle
viola di licantropo e un piccolo anello con una pietra nera.
Cerbero aprì il libro e sfogliò le pagine fino ad arrivare a quella che cercava. A quel
punto cominciò a leggere:
Io, Deran, secondo re delle creature, ho fatto una scoperta
sconcertante che scriverò su queste pagine: dopo anni di
ricerche sono riuscito a trovare le due uova da cui è nato
Tifone, ultimo dei Titani. Solo dopo aver dissotterrato il
primo, tuttavia, mi sono accorto che il secondo era ancora
intatto. Ho deciso così di portare l’uovo nel nido dell’ultima
Fenice, per riscaldarlo. Ciò che ne è uscito, però, ha corrotto
quella povera creatura e preso il controllo del Monte Piuma,
dove dimorava la creatura delle fiamme. Ora nasconderò il
Libro delle leggende e dei riti oscuri lasciando la sua custodia
al nuovo cerbero.
Anno scolastico 1415
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“Queste furono le sue ultime scritture. Due giorni dopo, “Seraton il Freddo” ha
trafitto Deran con una spada coperta di ghiaccio” disse Cerbero, tremando
dall’angoscia.
Travis guardò Cerbero sbalordito e disse: “E perché mai dovrebbe riguardarmi?”
“Ogni volta che un re delle creature muore, Seraton si addormenta in un sonno di
ghiaccio. Poi, quando un nuovo Re appare, lui si sveglia e si prepara ad ucciderlo. Egli ha
l’incredibile capacità di vedere ciò a cui teniamo e terremo in futuro. È per questo che
ha rapito quella ragazza.”
“Ma io non so nemmeno chi sia quella ragazza.”
“No, ti sbagli! Tu non lo sai ancora, ma lo scoprirai presto.”
Il ragazzo, con uno sguardo stupito, squadrò Cerbero.
Il giorno dopo, il cane infernale entrò nelle stanze del re, indossando un’armatura
d’oro con tre elmi imponenti. Solo allora notò che il re non si trovava nelle sue stanze.
Travis, infatti, si stava avviando da solo verso il mare di Seraioner, indossando l’anello
trovato nello scrigno e portando con sé il libro che, il giorno prima, Cerbero gli aveva
mostrato. Sul libro era scritto che, per sconfiggere il Signore dei ghiacci, era
necessario ridare la vita a cinque creature, che erano state spodestate da un unico
eroe. Queste cinque creature erano l’Idra, il leone Meneo, il primo Cerbero, il
cinghiale di Erimanto e gli uccelli del lago Stingolo.
Sfogliando le pagine, una busta cadde dal libro. Il giovane si chinò a raccoglierla, la
aprì e lesse ad alta voce:
Ormai sono in pericolo. Ma sono riuscito a scoprire un modo per
donare la vista panterica a chi desidero. Per fare questo, bisogna
far bere il sangue di una creatura leggendaria, narrata nelle
mitologie di Eracle. Queste creature si trovano
ne… la… gr…tt… di so…cu…su… mo…nt… for…nell… …or…sta di
cri…tal…o nel…a fo…sa in…ini…a…e so…to il c…on…rolo di…
Il resto della lettera era illeggibile.
Il ragazzo, dopo ore di cammino, si rifugiò in una grotta e si appoggiò ad una roccia
per poi addormentarsi.
Nel pieno della notte un’intensa luce lo svegliò. Davanti a lui, si ergeva un giovane
leone, che attendeva.
Nicolò
Anno scolastico 1415
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Storie d’inchiostro
Breve viaggio nel mondo del fumetto
Un po’ di storia
Il primo fumetto della storia è stato scritto tra il 1894 ed il
1895
da
Richard
Felton
Outcault,
un
fumettista
e
illustratore statunitense. Il personaggio principale dei suoi
fumetti era un bimbo chiamato Yellow Kid, caratterizzato
da una grossa camicia gialla sulla quale venivano scritte le
battute che pronunciava. Apparve per la prima volta
occasionalmente sulla rivista Truth, in bianco e nero, ma
ottenne un gran successo nel 1895 quando, il 5 maggio,
debuttò sul supplemento domenicale a colori del New York
World di Joseph
Pulitzer.
la
prima
Durante
Guerra
Mondiale, nasce il comic book, che acquisisce
subito un grande successo per via della
possibilità
di
acquistare
interamente a fumetti.
qualcosa
Negli anni Trenta
nascono in Italia riviste che accolgono le
uscite d'oltreoceano, ma che ospitano anche i talenti nostrani, in un periodo di grande
sperimentazione (con personaggi quali Kit Carson di Rino Albertarelli, pioniere del
genere western, le avventure di Dick Fulmine o le imprese fantascientifiche di
Saturno contro la Terra). Sperimentazione che si riaccende nel secondo dopoguerra,
per portare agli albi a strisce e poi agli albi odierni, dal formato Bonelli (ormai
formato standard dell'avventura nelle sue più varie declinazioni) a quello di Diabolik
(tipico dei gialli), e generando una
delle più appassionate e interessanti
letterature
Novecento.
fumettistiche
del
Anno scolastico 1415
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Le caratteristiche del fumetto
Il fumetto è un linguaggio composto da testo,
immagini e altre figure che creano delle
sequenze. Il fumetto utilizza dei disegni
disposti in strisce orizzontali (strips) che si
leggono da sinistra a destra (mentre quello
giapponese o "manga" si legge da sinistra
verso destra). Le immagini sono solitamente
contenute in vignette a "quadretti" separati,
benché questa non sia una caratteristica
indispensabile.
I discorsi dei personaggi compaiono
dentro piccoli quadretti o nuvolette
(baloons), ma è anche possibile che il
testo possa mancare del tutto, oppure
essere sotto l'immagine (lettering).
Nel
fumetto
visivamente
onomatopee,
esprimono
inoltre
vari
si
suoni
mentre
altri
elementi
rappresentano
tramite
alcuni
delle
simboli
narrativi
(ad
esempio i movimenti). Il mezzo di diffusione
dei fumetti è la stampa, attraverso i
periodici
specializzati,
albi,
riviste,
quotidiani - spesso con sezioni apposite - e
libri. La struttura narrativa di un fumetto
varia dalla semplice "striscia" alle più
complesse tavole sviluppate su un'intera
pagina di albi o giornali.
Giada e Zoé
Anno scolastico 1415
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Le parole non servono
Vita e morte
di Viginia Rossi
Anno scolastico 1415
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Dietro le quinte
Il clown triste che faceva ridere grandi e piccini
Comico, divertente, formidabile. Così veniva definito uno degli uomini e attori più buffi
e burloni del mondo. Ma dietro alla sua maschera, in realtà, si nascondeva un’infelicità
lacerante.
Robin McLaurim Williams, il comico
Laura McLaurin Smith, di lontane origini
triste che ha fatto ridere, e piangere,
francesi,
generazioni intere, nasce il 21 luglio
Jackson, Mississippi. Fu proprio lei la
1951 a Chicago, nell'Illinois, in una
prima a introdurlo sin da piccolo nel
famiglia benestante.
mondo dell'intrattenimento.
Il padre, Robert Fitzgerald Williams,
Malgrado
d’origini inglesi, era un dirigente della
estroversa, simpaticissima e brillante
Ford Motors del Midwest e la madre,
che conosciamo grazie ai film che ha in-
era
una
modella
l'immagine
di
nata
a
persona
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terpretato, Robin è fin da ragazzo
serie
solitario e riservato.
Nel 1995, Christopher Reeve, il grande
A ventidue anni lascia gli studi e viene
amico di Williams, ha un incidente a
ammesso alla Julliard School di New
cavallo che lo rende tetraplegico. Robin
York, una delle più prestigiose scuole di
contribuisce economicamente, pagando
arte
Qui
l'assistenza medica e finanziando le
incontra colui che diverrà il suo migliore
ricerche sulla disabilità. Christopher
amico,
muore d'infarto il 10 ottobre 2004, a
e
spettacolo
l'attore
al
mondo.
Christopher
Reeve.
di
videogiochi)
e
Cody.
Si distingue come mimo, talento che
52 anni.
mette a frutto per guadagnarsi i primi
Nel
soldi.
annunciano di non essere più sposati.
Dopo essersi diplomato, Williams torna
Qualche anno dopo si risposa per la
a San Francisco e inizia la sua carriera
terza volta con Susan Schneider, una
da
graphic designer.
attore
comico
nei
teatri.
2008,
Williams
e
Marsha
Immediatamente si fa conoscere e
Robin Williams è diventato oramai una
apprezzare
molto
sorta di “giullare” del cinema americano,
sfrontato e irrispettoso, senza essere
ma in fondo è un uomo fragile, in netto
tuttavia
volgare.
contrasto con l’allegria che emanano i
Robin, nonostante l’importante carriera
suoi personaggi. La depressione e la
nascente,
tristezza aumentano quando scopre di
Attorno
per
mai
il
suo
stile
esagerato
ha
più
agli
di
anni
un
o
problema.
Ottanta
viene
essere affetto dal morbo di Parkinson.
sospettato di uso di cocaina ed è
Così, l’ 11 agosto 2014, a 63 anni, nella
presente alla tragica serata in cui John
sua casa di Tiburon, in California, si
Belushi, suo grande amico, perde la vita
toglie la vita.
ucciso da un'overdose.
La storia di Robin Williams è un
Nel 1988 la relazione amorosa con
continuo alternarsi fra poesia, gag e
Marsha Graces, la baby sitter del figlio,
situazioni dalle quali emerge anche una
fa scalpore e, dopo dieci anni di
certa anima nera. Istrionico e ilare, a
matrimonio,
volte
divorzia
dalla
moglie
strabordante
e
sentimentale,
Valerie, dalla quale aveva avuto un
Williams era considerato il pagliaccio
figlio: Zachary.
ribelle di Hollywood.
L’anno successivo sposa Marsha, con la
Con la sua ironia e la sua apparente gioia
quale
di
di vivere, ha messo di buon umore tutti
produzione chiamata Blue Wolf e da cui
coloro che avevano a che fare con lui:
ha due figli: Zelda (l’attore si è ispirato
dall’amico più stretto al fan di un suo
al nome della famosa principessa della
qualsiasi film.
crea
una
propria
casa
Anno scolastico 1415
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Robin Williams è stato un portento
avrò riso sopra avrò cacciato il demone
multiforme, un mago capace di mutare
e potrò affrontarla davvero. Questo è
la sua voce, il suo volto e il suo corpo
quello che cerco di fare quando faccio il
per diventare qualcosa che offrisse al
comico».
pubblico un sorriso in più, una sana
Robin Williams continua ad essere “vivo”
risata. Tutt'altro che bello e aitante,
nel ricordo dei fan e delle persone che
l'attore ha dimostrato nel corso della
lo hanno conosciuto. Non passa un solo
sua carriera di essere straordinario nei
giorno in cui il suo carisma e la sua
ruoli più differenti, riuscendo, il più
straordinaria
delle volte, ad essere travolgente come
ricordati.
una vera e propria forza della natura.
Robin
Una volta raccontò del suo lavoro:
persone
«Guardo il mondo, vedo quanto possa
spensierate
essere spaventoso, a volte, e comunque
nascondere un lato di tristezza a volte
cerco
insanabile,
di
affrontare
la
paura.
La
ci
carriera
dimostra
più
e
senza
Per
non
anche
vengano
come
le
apparentemente
allegre
che
noi
ce
ne
comicità può aiutare ad affrontare la
accorgiamo.
paura, senza paralizzarti ma anche
renderci conto che tutte le persone che
senza dirti che tutto il male sparirà. È
incontriamo
come se dicessi: ok, posso scegliere di
combattendo una battaglia di cui noi
ridere di questa cosa, e una volta che ci
non sappiamo nulla. Sii gentile, sempre.
per
questo
possano
strada
dobbiamo
stanno
Titoli di alcuni dei suoi film più importanti
Good Morning Vietnam, di Barry Levinson, 1980, drammatico
L’attimo fuggente, di Peter Weir, 1989, drammatico
La leggenda del Re pescatore, di Terry Gilliam, 1991, drammatico
Mrs. Doubtfire, di Chris Columbus, 1993, commedia
Jumanji, di Joe Johnston, 1995, avventura - fantasy
Will Hunting – Genio Ribelle, di Gus Van Sant, 1997, drammatico
Patch Adams, di Tom Shadyac, 1998, biografico – drammatico
Virginia e Guja
Anno scolastico 1415
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Il mondo in un piatto
BUEN PROVECHO!
Alla scoperta di un tipico piatto valenciano: la Paella!
La Paella è un piatto tradizionale
della cucina valenciana in Spagna,
diffusosi
in
Mediterraneo
Latina.
In
tutto
e
origine
il
Mar
nell'America
il
termine
indicava una padella larga e poco
profonda in ferro, munita di due
impugnature opposte, che veniva
utilizzata
nella
comunità
valenciana per cucinare vari piatti a
base
di
riso.
Per
evitare
fraintendimenti, quindi, scriveremo
Paella con la P maiuscola quando ci
riferiamo al piatto; con la minuscola
quando intendiamo la padella.
L’origine della Paella, come di tutti i
piatti della cucina popolare di una specifica zona, non è altro che l’unione degli
elementi di cui ciascun paese disponeva nei propri dintorni. Nell’area di Valencia c’era
(e c’è tuttora) una ricca zona di orti da irrigazione che forniva verdure fresche ai suoi
abitanti. Era inoltre comune allevare polli e conigli per il consumo familiare; i dintorni
dell’Albufera e le limitrofi risaie fornivano il riso; le zone costiere aggiungevano pesci
e frutti di mare, mentre l’area mediterranea utilizzava l’olio d’oliva. Ancora oggi,
chiunque si cimenti nell’arte culinaria, si serve di questa meravigliosa dispensa per
preparare questo piatto molto succulento. Altre due curiosità. Primo: tradizionalmente
la Paella si cucinava sul fuoco a legna e si mangiava principalmente nei giorni di festa.
Secondo: era abitudine cibarsi direttamente dalla padella con un cucchiaio di legno.
Anno scolastico 1415
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La ricetta che vi presentiamo noi è
quella della Paella mista, dove il pollo
e il pesce sono, con il riso, gli
ingredienti principali.
La gentile signora Marypaz Elgueta
Perez ci ha invitato a pranzo nella
sua accoglientissima casa e ci ha
svelato dei trucchi per cucinare una
Paella strepitosa.
A questo punto, una premessa è
doverosa. Senza la paella, cioè una
padella abbastanza ampia (dipende
dal numero dei commensali) e poco
profonda (diciamo massimo cinquesei centimetri), tutto è inutile: no
paella, no party.
Ce l’avete? Bene
allora, bando alle ciance!
Nel
carrello
della
spesa
sono
necessari (per questa variante) i seguenti ingredienti:
Olio d’oliva, cipolla, aglio, riso (cinque tazze formato cappuccino) , pomodori e peperoni
tagliati a pezzettini, piselli, pollo, pesce (gamberi, cozze, calamari) e zafferano.
Per 6 persone, calcolate ca. 5 tazzine (formato cappuccino) di riso e 10 di brodo.
Ora che la materia prima è al nostro servizio, dobbiamo accendere i fornelli e
sporcarci le mani.
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Mettete dell’olio d’oliva in una padella molto larga e bassa. Quando l’olio è caldo,
fate rosolare il pollo fino a indorarlo;
-
una volta indorato, toglietelo e, nella stessa pentola, aggiungete il pesce e tutte
le verdure: aglio e cipolla (soprattutto), piselli, pomodori e peperoni tagliati a
pezzettini;
-
nel frattempo preparate, in un’altra pentola, un brodo di pesce (o di carne) che
successivamente vi servirà per cuocere e dare sapore al riso;
Anno scolastico 1415
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una volta che tutto è rosolato nella paella, aggiungete il riso e il brodo di pesce.
Mescolate costantemente per combinare gli ingredienti in modo uniforme.
Aggiungete lo zafferano e continuate a mescolare.
-
Ora arriva il punto interessante, massima attenzione! Dopo aver aggiunto il riso,
il brodo e lo zafferano è fondamentale non muovere più la pentola, lasciando
così assorbire tutto il liquido. Questa caratteristica è legata al vero segreto
della Paella, cioè il Socarrat. La Paella non è originale se non ce l’ha. Cos’ è? È il
fondo di riso tostato che si deve ottenere per conferire al piatto il sapore vero
di Spagna. Certamente capire la giusta cottura non è cosa da poco per chi è
ancora un principiante: l'esperienza insegna che è pronta quando tutti i liquidi
presenti nel piatto sono stati assorbiti dal riso e soprattutto è fondamentale
che al fondo della paella si sia formato una strato di riso "attaccato", qualche
attimo prima che dalla tostatura si passi alla bruciatura.
A questo punto, non possiamo fare altro che gustarci il piatto e augurarvi…
BUON APPETITO!
Grazie di cuore per l’invito Marypaz!
Noelia
Anno scolastico 1415
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La merenda per il cervello
Virgi’s quiz
Anno scolastico 1415
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Orizzontali
Verticali
1. DiCaprio ne vorrebbe uno
5. Un frutto multinazionale (in inglese)
che vale miliardi
8. La prima nota
9. Abitante di Medeglia
14. Marca di Polo
15. Periodo geologico
16. Chiacchiere sul web
18. Fratello di tuo padre
20. Lavagna Interattiva Multimediale
22. Un gatto troppo grande
24. Spettro
25. Ha battuto tutti
26. Lo era Circe
28. Gruppo di attori
2. Venivano bruciate sul rogo
3. Quello di cuori non ha i baffi
4. Vengono da Venere
6. Il Guglielmo eroe
7. Scuola Media
8. Quella Cara modella
10. Oriente
11. All’entrata vi sono modelli con cui
fare fotografie
12. Nome di un tennista svizzero
13. Autore di “Happy”
15. Faccine su Internet
17. Precede il buio della notte
19. Lo sono il cinema e la moda
21. Premio a forma di grammofono
23. Tra bi e di
27. Grand Theft Auto
Anno scolastico 1415
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o una poesia? Non devi fare altro che inviare il materiale a [email protected] o
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Nel prossimo numero…
Navigare sicuri nel mare della rete
Come sopravvivere ai Social Network
Breve storia del British rock
Cantanti e band che hanno fatto la storia di questo genere musicale
La giornata della redazione
Resoconto di una splendida gita
E molto altro ancora…