la repubblica

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TOCCANTE
Nella foto Antony
Hegarthy e il
videoartista
Charles Atlas,
regista di
"Turning". 11 film
mescola immagini
live di Antony e la
narrazione delle
vite delle 13
performer
"Queste canzoni sono un viaggio nell' identità sessuale"
FULVIO PALOSCIA
RIMA era uno spettacoì lo. Poi è diventato un
film. Turning. Le canzoni di Antony and the
Johnsons. L'immaginariovisivo di CharlesAtlas, videoartista che ha lavorato, tra gli altri,
con Merce Cunningham, Michael
Clark, Leigh Bowery. L'idea della
performance- applaudita anche
all'Auditorium di Roma, dove in
parte il film è registrato- era semplicissima: 13 tra donne omosessuali e transgender-viaggiatrici
dal maschile al femminile (tra le
altre l'artista punk Kembra Pfahler, leader della band The Voluptuous Horror of Karen Black), salivano su un piedistallo rotante disposto in un angolo del palcoscenico, mentre una videocamera riprendeva i loro volti proiettandoli
sul fondale. Da qui il titolo, che allude anche all'itinerario sessuale,
alla svolta legata alla decisione di
viverenonilgenere chelanaturaci
ha dato, ma quello che sentiamo
dentro. Al mixervideo, Atlas interveniva - modificandole - sulle
immagini in presa diretta, in giochi di sovrapposizioni e
morphing. Un viaggio «nella bellezza più iconica», ha detto Antony Hegarthy, ma che nel film domani sera al Queer Festival, all'Odeon, alle 22.45 - diventa
qualcosa di più: una toccante immersione in tredici esistenze coraggiose, persino estreme, raccontate fuori scena dalle stesse
«modelle» con commovente candore e sincerità. C'è chi ricorda co me, da piccola, credeva di essere
l'unica ragazza al mondo attratta
da donne; chi spiega la sofferenza
e la meraviglia di aver trovato un
posto nel mondo, dopo essere stata pertroppi anni maschio; unafashion designergiapponese si scioglie in lacrime mentre racconta la
morte di tutti i suoi amici artisti
connazionali nellaNewYorkdegli
anni Ottanta, piagata dall'Aids.
«Nelfilmnonho fatto altro chetrovare una corrispondenza trai contenuti delle canzoni diAntony, che
riflettono sull'identità di genere e
sul femminile, e le storie delle
performer» spiega CharlesAtlas.
Turningè un ibrido : documentario, spettacolo, backstage.
«Nel tour andavamo raccogliendo così tanto materiale video
relativo al concerto, che ad un certo punto abbiamo pensato di documentare questo strano percorso anche attraverso ilvissuto di chi
ne prendeva parte. Ci piaceva l'idea di alternare l'immobilità richiesta alle 13 performer sul palcoscenico alla quotidianità del lorovissuto, al racconto delle loro vite emerso da interviste date daAntony stesso o alla fibrillazione immediatamente precedente al loro
intervento sul palco, nei camerini.
Credo che nevenga fuori un'alternanzatrafisicità e spiritualitàmolto interessante».
L' idea di porle su un piedistallo
rotante sotto lo sguardo «indiscreto» di una videocamera vi ha
fatto correre il rischio di un'accusa. Quella di guardare a queste
performer come oggetti di curiosità.
«Invece volevamo esaltarne la
purezza. Alle performer abbiamo
chiesto di essere il più possibile loro stesse, nell'abito, nel trucco, nel
modo di calcare quel piedistallo:
di non recitare una parte, di non
assumere una particolare posa,
ma di pensare alla loro essenza. I
primi piani sono riusciti a cogliere
ciò che si nasconde nel profondo
di ognuna delle 13 protagoniste.
Ogni sera venivano fuori aspetti
nuovi, diversi, visto che i miei interventi sui video eran o frutto dell'improvvisazione: è stato difficile
scegliere quali immagini mettere
nel film, sapendo che quest'ultimo avrebbe in qualche modo amplificato, ingigantito quanto il
pubblico aveva visto a teatro. Un
gioco di specchi, di collegamenti e
di rimandi in un lavoro cinemato grafico fatto di dualismi. E' interessante, ad esempio, il contrasto
tra la gestualità teatrale di Antony
e l'immobilità delle modelle che
trovano la loro reale espressività
nelle parole, quindi non nell'esteriorità, ma nell'espressione del
profondo».
C'è chi sostiene che Turningsia
un manifesto transessuale.
«Sia io che Antony abbiamo
presole distanze da questa definizione. Prima di tutto perché nel
film sono raccontati anche modi
di vivere il proprio genere sessuale diversi dalla transessualità. E
poi il termine "manifesto" ha un
significato troppo definitivo: questo film non asserisce niente, ma
documenta un'esperienza artistica, e tredici vite. Antony è molto
spesso politico in quello che dice
riguardo al femminile, ma non in
questo caso. Qui, è stato un grande artista. E basta».
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Tredici ospiti sui palco
Sono donne omosessuali
o transgender. Ognuna di
loro stava su unpiedistallo
durante il concerto e io le
filmavo
Quest'opera è aa Ibrido
Documentario, spettacolo
backstage. Abbiamo raccolto
tantissimo materiale. E
proposto un'alternanza tra
fisicità e spiritualità
Incontriamo
Charles Atlas
regista di
"Turning" che sarà
domani all'Odeon
per il Queer fest
Fra musica e
performance