Match Analysis Differenze nelle categorie Giovanili
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Match Analysis Differenze nelle categorie Giovanili
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA “TOR VERGATA” FACOLTA’ di MEDICINA e CHIRURGIA CORSO di LAUREA in SCIENZE MOTORIE Presidente Prof. Antonio Lombardo Tesi di Laurea: “Match Analysis cinematica nel calcio giovanile: affinità e differenze nelle categorie “Giovanissimi”, ”Allievi”, ”Juniores” relative al sistema di gioco 3-5-2” Relatore: Correlatore: Prof. Stefano D’Ottavio Gianluca Briotti Candidato: Emanuele Marra 1 CAPITOLO 1: Introduzione 1.1 Scopo della ricerca……………………………………... CAPITOLO 2: Revisione letteratura 2.1. La Match Analysis …………………………………….. 2.2. Il modello di prestazione del giovane calciatore………. CAPITOLO 3: Match Analysis cinematica per mezzo di sistema GPS 3.1 Metodi…………………………………………………… 3.2 Materiali…………………………………………………. 3.3 Procedure………………………………………………… 3.4 Risultati………………………………………………….. 3.4.1 Giovanissimi…………………………………………… 3.4.2 Allievi………………………………………………….. 3.4.3 Juniores………………………………………………… 3.5 Affinità e differenze tra le categorie……………………… CAPITOLO 4: Elaborazione di una metodica specifica di allenamento in funzione della categoria di riferimento 4.1 Elaborazione di una metodica specifica di allenamento per la potenza aerobica……………………… CAPITOLO 5: Discussioni e Conclusioni 5.1 Discussioni…………………………………………………………………… 5.2 Conclusioni……………………… Ringraziamenti Bibliografia 2 Capitolo 1: Introduzione L’Allenamento per il gioco del calcio è caratterizzato dalla riproposizione nel tempo di esercitazioni idonee a determinare negli atleti la possibilità di esprimere le proprie migliori qualità tecniche e tattiche durante tutto il corso della partita. Che la partita impegni la capacità di “resistere” è dimostrato da numerose ricerche,nelle quali si evince che la media di percorrenza in 90 minuti può variare dai 9 ai 12 km (Bangsbo et al., 1991; D’Ottavio 2001; Mohr et al., 2003; Krustrup et al., 2009) svolti alternando diverse andature (passo, corsa lenta , corsa veloce, sprint, corsa indietro, laterale, etc.). A questo proposito anche se l’impegno dei giocatori “dura a lungo”, non siamo certamente di fronte ad una prestazione di “lunga durata”, così come la si intende in maniera classica nell’atletica leggera. Durante la partita di calcio,al contrario, ogni giocatore alterna numerosi momenti di attività senza palla trascorsi a vari ritmi di corsa, a brevissimi altri periodi in cui ne detiene il possesso. (R.Capanna,1997). Negli ultimi anni,con l’avvento di nuove tecnologie applicate al gioco del calcio,si è passati dalla semplicistica concezione di “sport aerobico-anaerobico alternato” (Dal Monte, Faina,1999) a quella fornita dagli studiosi della proZone system: “Il calcio è caratterizzato da una attività intermittente con gli sforzi anaerobici ad alta intensità sovrapposti ad una bassa attività aerobica”. Si è quindi spostato l’obiettivo dal miglioramento di capacità aerobiche e lattacide verso un aumento della capacità di effettuare sprint ad alta intensità per tutta la durata della gara. Essere a conoscenza del preciso modello di prestazione consente di ottimizzare al meglio il poco tempo che il preparatore fisico ha a disposizione durante la seduta di allenamento per migliorare e mantenere un buono stato di forma del calciatore. In particolare bisogna sottolineare come l’avvento della tecnologia a rilievo satellitare della posizione (Global Position System GPS) abbia rappresentato un punto di svolta garantendo l’analisi della prestazione di gara e di allenamento negli sport di squadra. L’ulteriore progresso della tecnologia GPS ha consentito lo sviluppo di sistemi portatili utilizzabili anche per la monitorizzazione temporale (time-motion analysis) della prestazione degli sport di squadra, risolvendo le problematiche metodologiche a questa inerenti. Nella mia ricerca come in molte altre che mi hanno preceduto, il pensiero comune è quello che l’utilizzo di queste apparecchiature GPS possa fornire un insieme di dati e di informazioni utili nel definire oltre che la prestazione anche e soprattutto l’ottimizzazione dell’allenamento fisico specifico dei giovani calciatori. 3 1.1 Scopo della ricerca Trovandomi a lavorare di fronte un intero settore giovanile calcistico, con ragazzi che presentavano fasce di età che andavano dai 12 ai 18 anni, mi chiesi quale potesse essere per ognuno di loro il carico più adatto, convinto del fatto che gli stimoli allenanti proposti non potevano differenziarsi solo per la diversa quantità proposta durante la settimana. Utilizzando quindi un apparecchiatura GPS (Spi-elite) ho cercato di esaminare la prestazione di giovani calciatori con lo scopo di verificare eventuali differenze e affinità (tra giocatori della stessa categoria che ricoprivano ruoli differenti e giocatori di categorie differenti) all’interno del contenitore che deve essere la base da cui partire: la gara. Esaminando così attentamente il modello prestativo possiamo creare un lavoro adeguato e cercare, se non altro, di sbagliare il meno possibile nella somministrazione del carico allenante. Capitolo 2: Revisione letteratura 2.1: La Match Analysis La match analysis è la metodica di rilevamento dati che, attraverso l’indagine scientifica e statistica, consente di valutare, in modo oggettivo, il rendimento fisico e tecnico-tattico del singolo atleta e dell’intera squadra. Potrebbe quindi essere definita come il mezzo che trasforma il modello di prestazione in un dato matematico per poter analizzare meglio il modello stesso e migliorarlo attraverso l’allenamento. La diagnosi della prestazione è fondamentale per scegliere, classificare e stabilire i contenuti concreti del gioco, permettendo così allo staff tecnico di sviluppare forme e metodi di allenamento più economici ed efficaci. 4 Grazie alla match analysis è pertanto possibile definire il modello di prestazione del calciatore, evidenziando le differenze che esistono tra i vari ruoli, sia dal punto di vista fisico che delle ricerche fisiologiche, consentendo al preparatore fisico di sapere, in modo chiaro, “cosa” allenare. Il calcio, come la maggior parte degli sport di squadra, sono caratterizzati durante il gioco da azioni di corsa che prevedono variazioni di velocità e di direzione. Tali espressioni della prestazione rappresentano sostanzialmente la risposta fisica e tecnica, con o senza palla, alle richieste tattiche della situazione di gioco. Il punto chiave, che tuttavia denota l‘attuale stallo della match analysis, riguarda il ruolo decisivo delle accelerazioni e delle decelerazioni, che nessuno valuta nella sua sostanza. Vediamo di analizzare meglio queste fasi fondamentali della gara grazie allo studio presentato dal Professor S. D’Ottavio sulle “capacità di accelerazione nel calcio” nel quale gli spostamenti veloci che l’atleta compie nel corso della gara possono essere rappresentati da tre tipi di attività che meglio caratterizzino le possibilità e le risorse bioenergetiche neuromuscolari dell’atleta. Si possono considerare accelerazioni tutte quelle attività di spostamento che hanno come velocità di partenza approssimativamente Vi = 0 ms, accelerazione > 1 m/s2 e non superano i 10 m di distanza (dove con Vi si intende la velocità iniziale o di partenza). Si possono considerare accelerazioni sprint tutte le attività di spostamento con velocità di partenza approssimativamente eguale a zero e che raggiungano velocità finali vicine al 70% della velocità massima del soggetto (ipoteticamente in un arco tra 6 e 7 m/s per giocatori adulti). Si possono considerare sprint tutte le attività di spostamento con velocità di partenza Vi fra il 50 e 70% della velocità massima e che si caratterizzino per una accelerazione > 1 m/s2 (fino alla massima consentita) per tratti di almeno 10 m e oltre. In pratica, con quest’ultima categoria s’intendono gli sprint che hanno una velocità di entrata di media intensità. Nel calcio, quindi, dato che i tratti percorsi ad alta intensità durante una partita sono in media di 15-18 m e si ripetono per centinaia di volte nel corso della gara, accelerazioni e decelerazioni risultano essere una componente importante della prestazione, sia evidentemente sul piano quantitativo che su quello qualitativo (caratteristiche biomeccaniche). 5 2.2: Il modello di prestazione del giovane calciatore Come precedentemente spiegato la match analysis consente di quantificare la prestazione dell’atleta in gara. Attraverso la revisione della letteratura e riportando i dati presenti grazie alle diverse ricerche scientifiche, cercheremo di fornire un quadro quantitativo e qualitativo della prestazione tecnica del calciatore. La durata di una partita di calcio è pari a 90 minuti, “secondo le osservazioni di korcek il tempo utile di gioco è pari a 60-65 minuti” (Talaga, 1984). I risultati ottenuti dai lavori di ricerca scientifica (Talaga, 1984) riferiscono che circa la metà della prestazione del calciatore riguarda movimenti senza palla: azioni senza palla 57.6%; azioni con la palla 49.4%. La casistica delle azioni svolte in possesso palla prevede: passaggi 19.3%; ricezione del pallone 12.5%; palleggio 6.1%; intercettazione 3.4%; finte 1.7%; tiri in porta 1.6%; rimesse laterali 1.7%; altre azioni 3.7%. E’ inoltre interessante quantificare i tempi di contatto tra singolo giocatore e pallone. Sempre secondo Talaga (1984) “nell’intero arco di tempo regolamentare i giocatori di classe entrano in contatto con la palla da 60 a 65 volte, e la durata totale di questi contatti è di 125-130 secondi. “E’ stato calcolato (Lukscinov, Palfay, Korcek, Reilly, Thomas ) che negli scatti gli atleti esaminati coprivano distanze da 3-4 fino a 25-30 metri. La distanza di impegno più frequente risultava essere di 10-15 metri. I tratti più frequenti vengono ripetuti da 30 a 60 volte durante la partita” (Talaga 1984) Uno studio effettuato da Bordon e Colli nel 2002 evidenziò come ogni calciatore, qualunque sia il suo ruolo, effettua circa1000 variazioni di velocità in 95’; intendendo per variazione ogni passaggio di categoria di velocità (da velocità di soglia a corsa intensa, da blanda a sprint…) Da ciò si ottiene una media di 10 variazioni di velocità al minuto. Un fattore determinante per l’analisi della prestazione è il ruolo che ricopre il calciatore all’interno del sistema di gioco adottato. Negli ultimi decenni l’evoluzione tecnico-tattica ha portato differenze significative sul comportamento motorio dell’atleta, basti pensare che dal 1962 ad oggi la distanza percorsa da un giocatore è aumentata del 100%. 6 Le differenze riscontrate nei giocatori nei diversi ruoli non sono legate soltanto alle distanze percorse, alla durata di un comportamento motorio e alle variazioni di velocità, ma al tempo che intercorre tra un azione ad alta intensità e la successiva e cosa avviene durante questo intervallo di tempo. La frequenza degli sprint, per un esterno ed una punta, avviene ogni 80’’mentre per i centrocampisti ogni 2’. “Per le punte e gli esterni abbiamo 12 azioni di varie velocità prima di fare uno sprint (di queste solo 4 di passo blando), mentre per il centrocampista avvengono oltre 22 azioni tra uno sprint e l’altro, di cui 8 a corsa blanda, ma anche 12 a corsa di soglia e intensa” (Bordon, Colli, 2002) Secondo D’Ottavio e Castagna (studio del 2001) durante un incontro di calcio un giocatore ricopre in media una distanza pari a 11.5km, in un range che va da 9 a 14km. Il 16-17% di questa distanza è rappresentata da corsa ad alta intensità (velocità >15-18km/h). Lo stesso studio dimostrò la riduzione del 4% della distanza totale percorsa tra primo e secondo tempo. I risultati degli studi condotti da Barbero Alvarez J.C., Granda Vera J., D’Ottavio S., Castagna C., dimostrano che la distanza media percorsa nel corso di 40 minuti di gioco è stata pari a 3986,6 ±170,5 m (3385 – 4482,8m). Se si considera che in questi campionati di categoria la partita solitamente prevede due tempi, ciascuno della durata di 30 minuti, possiamo dire che nel corso dei primi 30 minuti di gioco percorsero 3012 ±259m (2622 – 3503m), risultato assolutamente sovrapponibile a quello rilevato da Castagna e coll., pur impiegando una diversa tipologia di rilevazione. I nostri risultati ci indicano che la velocità media di gioco è stata di 6 ±0,3 km/h-1 (5,1 – 6,7 km/h-1 ) e quindi in linea con i 5,9 km/h-1 rilevati da Castagna e coll. Alla luce di questi risultati possiamo affermare che il giovane calciatore percorre approssimativamente 100m per ogni minuto di gioco, con oscillazioni che vanno dagli 85m ai 112m. La fatica viene solitamente definita come una diminuzione del rendimento dovuto alla necessità di ripetere sforzi. Nel calcio questo può manifestarsi mediante il deterioramento dell’intensità profusa nel corso di finale di partita. Gli studi che si sono interessati alla prestazione di calciatori adulti, mettendo a confronto la prestazione profusa nel corso del primo e del secondo tempo, hanno evidenziato una 7 comparsa della fatica. Castagna e coll., osservando giocatori di età simile a quelli realizzati nello studio condotto dai sopracitati Autori, rilevarono un calo non significativo (pari al 5,53%) della distanza totale percorsa durante il secondo tempo. Nello studio condotto da Barbero Alvarez J.C., Granda Vera J., D’Ottavio S., Castagna C., nonostante non sia stato eseguito il modello classico a due tempi da 30 minuti di gioco, è stato possibile verificare come i giocatori abbiano evidenziato una diminuzione significativa della prestazione fisica in termini sia di velocità che di distanza percorsa, mano a mano che si procedeva nel gioco. Questa diminuzione lineare del rendimento, che ha determinato un deterioramento complessivo pari al 33,2% nel finale della partita, iniziando a manifestarsi dal 10° minuto di gioco (6,8%), potrebbe essere attribuito alla scarsa forma fisica dei giocatori, dato che questi si allenavano solamente due volte alla settimana. Tenendo conto del calo di rendimento osservato, se estrapoliamo i dati raccolti nel nostro studio alla durata di gioco prevista per il calcio adulto (circa 90 minuti), si osserva una percorrenza pari a 8323m un valore del 5,4% inferiore ai 8800m stimati da Castagna e coll. Le differenze tra i due studi potrebbero essere ascrivibili alle differenti tecnologie impiegati e/o al differente livello di condizionamento fisico dei due campioni di giovani calciatori. Il rapporto sforza recupero in questo studio è stato pari a 1:3,5 , ciò sta ad indicare che a ciascun minuto svolto con intensità superiore agli 8 km/h-1 corrispondono circa 3.30 (min:sec) di recupero, condotti correndo a bassa intensità, camminando o stando fermi. Questi dati indicano che approssimativamente ¼ del tempo totale di gioco richiede attività svolte ad intensità medio alta, condizioni queste che spesso si realizzano in corrispondenza dei momenti più importanti per il risultato finale dell’incontro. Il verificarsi di lunghi periodi di recupero dopo fasi condotte ad alta intensità potrebbe essere messo in relazione alla necessità, da parte dei giovani calciatori, di mantenere per tutto il periodo di gioco un costante rendimento nelle fasi intense. Nel caso studiato da Barbero Alvarez J.C., Granda Vera J., D’Ottavio S., Castagna C., il dimostrato decadimento prestativo registrato nel corso della partita, potrebbe essere attribuibile alla scarsa forma fisica dei calciatori che hanno preso parte alla sperimentazione o il fatto che, in generale, per questa fascia di età un rapporto di 1:3,5 non sia sufficiente per recuperare in maniera ottimale. Per far luce su queste speculazioni risultano necessarie ulteriori ricerche che tengano in debita considerazione lo status condizionale dei giovani calciatori. 8 Capranica e coll. (2001), adottando una classificazione più generica delle attività di quella impiegata nella ricerca condotta da Alvarez J.C., Granda Vera J., D’Ottavio S., Castagna C., rilevarono dati molto differenti rispetto a quelli rilevati in quello studio. Infatti, Capranica e coll., riportarono che un giovane calciatore nel corso di un incontro effettua circa il 38% del tempo totale camminando, mentre la fase condotta correndo corrispondeva a circa il 55%. I dati raccolti da Barbero Alvarez J.C., Granda Vera J., D’Ottavio S., Castagna C. risultano invece molto simili a quelli riportati da Castagna e coll. Per i quali si è adottata la stessa metodologia di categorizzazione. A tal riguardo è stato rilevato, rispetto al lavoro di Castagna e coll., una maggiore percentuale di attività svolta ad alta intensità (>13 km/h-1 ) e una minore percentuale di attività svolte a bassa intensità (< 8 km/h-1 ), nonostante la velocità media di gioco sia risultata di fatto uguale (5,9 vs 6 km/h-1 ). Nel calcio adulto Reilly e Thomas riportarono una percorrenza totale di gioco compresa tra gli 8 e gli 11km, di cui il 25% camminando, il 37% correndo a bassa intensità, il 20% correndo ad alta intensità e l’11% sprintando, mentre la corsa all’indietro era pari a circa il 7%. Ohoashi e coll. Confermarono questi risultati indicando che il 70% della distanza totale viene effettuato a 4m/s-1 o a 14,4km-1 e che il restante 30% viene percorso ad alta intensità o sprintando. Questi valori, pur non essendo minimamente raffrontabili con i risultati dello studio condotto da Barbero Alvarez J.C., Granda Vera J., D’Ottavio S., Castagna C., in quanto sono state impiegate metodologie e categorie di lavoro differenti, risultano comunque interessanti per avere un’idea generale delle differenze tra le varie categorie di età e di gioco. Per questo motivo, sarebbe auspicabile che l’analisi di gioco venisse estesa a tutte le differenti categorie di gioco al fine di comprendere la prestazione calcistica nella sua interezza. In questo caso l’implementazione di studi trasversali ben progettati potrebbe essere di grande aiuto per lo sviluppo della prestazione fisica nel calcio. E’ interessante notare come le differenze tra l’attività svolta negli incontri (CV=5,4%) siano in parte ascrivibili al livello degli avversari incontrati. Infatti, quando la squadra ha incontrato avversari di maggiore età subendo una sconfitta accentuata, i giocatori percorsero una minor distanza ad alta velocità (p<0,01); al contrario nel corso delle partite effettuate con squadre di pari livello agonistico e quindi in presenza di una maggiore rivalità tra le squadre, con un esito più equilibrato dal punto di vista del risultato, i giocatori percorsero un 9 maggior numero di metri (7,6% e 6,3%), anche se le differenze non risultarono significative dal punto di vista statistico. In conclusione i risultati riportati dallo studio di Barbero Alvarez J.C., Granda Vera J., D’Ottavio S., Castagna C. dimostrano che il modello delle attività di gioco nel calcio giovanile è di natura intermittente con un rapporto lavoro-recupero pari a 1:3,5 e con una distanza percorsa per minuto di gioco pari a circa 100m. Ciò nonostante la distanza percorsa diminuisce in maniera lineare nel corso dello svolgersi dell’incontro, evidenziando differenze significative tra le parti iniziali e finali della partita, ascrivibili verosimilmente ad affaticamento. Gli sforzi condotti ad alta intensità implicano il 6,1% del tempo di gioco, corrispondenti al 16,3% della distanza totale percorsa con uno sprint di 10-15m profuso circa ogni 141s. Capitolo 3: Match Analysis cinematica per mezzo di sistema GPS 3.1: Metodi Alla sperimentazione hanno preso parte nove giovani calciatori, tre per ogni categoria agonistica di appertenenza. I soggetti fanno parte della società dilettantistica U.S.D. Tor di Quinto (Roma, Italia) che partecipa al campionato Federale per le categorie Giovanissimi Regionali Elite (di età media pari a 15,1anni, altezza 175,7 cm e massa corporea pari a 65,6 kg), Allievi Regionali Elite (di età media pari a 16,9 anni, altezza 176,3 cm e massa corporea pari a 70,6 kg) e Juniores Regionale Elite (di età media pari a 17,8 anni, altezza 177,1 cm e massa corporea pari a 71,4 kg) in seguito laureatasi Campione d’Italia. Ciascuno dei giocatori al momento della sperimentazione aveva una esperienza di gioco di almeno quattro anni con una frequenza di allenamenti settimanale di tre volte con un incontro nel week-end. 10 Nel corso della sperimentazione sono state analizzate 4 partite della competizione ufficiale di ogni categoria. Gli incontri consistevano di due tempi regolamentari di 35’ ciascuno per la categoria “Giovanissimi”, 40’ per la categoria “Allievi” e 45’ per la categoira Juniores,con dimensioni del campo da gioco di 110m x 57m. In ogni partita sono stati presi in esame tre giocatori (per un totale di 36 rilevazioni).Nel corso della sperimentazione i giocatori monitorati sono stati sempre gli stessi, cioè un difensore marcatore, un esterno di centrocampo e un attaccante; va inoltre sottolineato come le tre categorie prese in esame utilizzassero il medesimo sistema di gioco: il 3-5-2. Per la determinazione del modello di gioco si è presa in considerazione la classificazione delle attività utilizzata nello studio pilota su giovani calciatori da D’Ottavio S. e Castagna C.che presentava i seguenti range di velocità: • Stazionamento (velocità compresa tra 0 e 0,4 km/h-1 ) • Cammino (velocità compresa tra 0,4 e 3 km/h-1 ) • Corsa a bassa intensità (velocità compresa tra 3 e 8 km/h-1 ) • Corsa a media intensità (velocità compresa tra 8 e 13 km/h-1 ) • Corsa ad alta intensità (velocità compresa tra 13 e 18 km/h-1 ) • Corsa a massima intensità (velocità > 18 km/h-1 ) Per ogni giocatore è stata calcolata la distanza totale percorsa, il tempo e la distanza realizzata in ciascuna categoria di velocità. Inoltre, tramite l’applicazione di cardiofrequenzimetri Polar®, è stata possibile la rilevazione delle frequenze cardiache. Il sistema ha consentito inoltre di calcolare il numero di sprint tenendo conto non solo della velocità ma soprattutto dell’accelerazione per la loro classificazione. 3.2: Materiali Per poter localizzare un oggetto, un ricevitore GPS deve ricevere un segnale da almeno 3 dei 27 satelliti che emettono in maniera continua segnali codificati (Larsson, P., 2003). In queste condizioni una unità di ricezione è in grado di calcolare e registrare informazioni relative alla posizione, al tempo e alla velocità dell’oggetto (Larsson, P., 2003). Per questa 11 sperimentazione è stato utilizzato il sistema SPI ELITE (GPSports Systems®, Pty. Ltd. 2003, Australia) che consente il rilievo dei parametri sopra specificati utilizzando un ricevitore del peso di 110 grammi. Questo dispositivo lavora con una frequenza di campionamento di 1 Hz (un dato al secondo) e misura tempo, posizione, velocità, distanza, altitudine e direzione. E’ stato inoltre possibile con il sistema SPI ELITE rilevare la frequenza cardiaca del soggetto durante l’attività fisica, munendolo di una banda toracica di trasmissione (Polar®, Electro Oy, Finland). L’analisi dei dati raccolti con il sistema SPI ELITE è stata quindi realizzata mediante un software dedicato (TEAM AMS, GPSports, Australia) che per l’occasione è stato tarato per le soglie di velocità prima indicate. I dati, una volta raccolti e analizzati con il software TEAM AMS sono stati esportati su un foglio di lavoro elettronico (Microsoft® Excel®) per il loro trattamento statistico. 3.3: Procedure Prima dell’inizio di ogni incontro a ciascun giocatore che ha preso parte alla sperimentazione è stato applicato sul dorso, mediante una opportuna bretella posta all’altezza dell’intersezione linea delle spalle – collo, un ricevitore del sistema SPI ELITE. Il sistema di collocazione è stato studiato in maniera tale che, nel corso dell’incontro, il ricevitore non arrechi inconvenienti al giocatore. Ciascun giocatore è stato altresì munito di un cardiofrequenzimetro applicato tramite banda toracica. Alla fine degli incontri, il ricevitore veniva tolto dalla schiena dei giocatori è i dati immediatamente scaricati e salvati nell’hard disk di un computer portatile per la successiva analisi. 12 3.4: Risultati L’analisi dei profili delle attività ha messo in luce, confermando i precedenti studi effettuati dal prof. S. D’Ottavio, come il calcio giovanile sia di natura intermittente; momenti condotti ad alta intensità sono intercalati da azioni effettuate a bassa intensità o stando fermi. Nella figura 1 vengono presentati i dati relativi alla distanza media percorsa negli incontri rilevati (36), senza distinzione di categoria. Sono state analizzate 4 partite per categoria. Ricordiamo che ad ogni match venivano presi in esame i tre giocatori che ricoprivano i seguenti ruoli di gioco: i “difensori marcatori” che hanno percorso in media una distanza di 7814 m ± 1033, gli “esterni di centrocampo” che hanno percorso in media 8744 m ± 1202 e gli “attaccanti”con una percorrenza di 7570 m ± 1456. Figura 1. Distanza media percorsa nel settore giovanile senza distinzione di categoria_Incontri ufficiali. 13 Il modello delle attività, realizzato secondo i tempi di permanenza nelle varie categorie considerate, viene presentato in figura 2. I giovani calciatori che hanno preso parte alla sperimentazione hanno percorso camminando o stando fermi (0-0,4 km/h) il 6,1% del tempo di gioco; hanno percorso camminando (0,4-3 km/h) il 20,5%, a bassa intensità (3-8 km/h) il 49,2 %, ad andature a media intensità (8-13 km/h) il 14,7% , ad alta intensità (13-18 km/h) il 7,3% , mentre a massima intensità (18 km/h over) il 2,1 % del tempo di gioco. Ricordiamo che i risultati presentati rappresentano l’insieme dei rilevamenti effettuati nelle tre categorie principali prese in esame in questa ricerca. Figura 2. % del tempo nei range di velocità senza distinzione di categoria_Incontri ufficiali. La figura 3 mostra in base al ruolo, la media di eventi ad alta intensità in partita registrati durante le 36 rilevazoini, distinguendoli in accelerazione, accelerazione-sprint e sprint, 14 prendendo spunto dallo studio presentato dal professor S. D’Ottavio in cui riconosciamo come accelerazioni tutte quelle attività di spostamento che hanno come velocità di partenza approssimativamente Vi = 0 ms, accelerazione > 1 m/s2 e non superano i 10 m di distanza (dove con Vi si intende la velocità iniziale o di partenza). Si possono considerare accelerazioni sprint tutte le attività di spostamento con velocità di partenza approssimativamente eguale a zero e che raggiungano velocità finali vicine al 70% della velocità massima del soggetto. Si possono considerare sprint tutte le attività di spostamento con velocità di partenza Vi fra il 50 e 70% della velocità massima e che si caratterizzino per una accelerazione > 1 m/s2 (fino alla massima consentita) per tratti di almeno 10 m e oltre. Figura 3. Eventi ad alta intensità divisi per ruolo senza distinzione di categoria_Incontri ufficiali. 15 3.4.1: “Giovanissimi” La figura 4 mostra la distanza media percorsa in base al ruolo dalla categoria “Giovanissimi”. Il “difensore marcatore” ha percorso una distanza media di 6627 m ± 576, l’esterno di centrocampo ha percorso 7594 m ± 1081, mentre l’attaccante 5923 m ± 478. E’ interessante notare come l’esterno di centrocampo nel sistema di gioco 3-5-2 copra una distanza maggiore rispetto ai compagni di squadra che giocano in difesa e in attacco. Figura 4. Distanza media percorsa nella categoria “Giovanissimi”_Incontri ufficiali. In figura 5 troviamo la percentuale di tempo passata alle varie velocità dai calciatori della categoria “Giovanissimi” che hanno preso parte alla sperimentazione. Hanno percorso camminando o stando fermi (0-0,4 km/h) il 7,2% del tempo di gioco; hanno percorso camminando (0,4-3 km/h) il 22,2%, a bassa intensità (3-8 km/h) il 46,9 %, ad andature a 16 media intensità (8-13 km/h) il 14,7% , ad alta intensità (13-18 km/h) il 7,3% , mentre a massima intensità (18 km/h over) il 1,8 % del tempo di gioco. Figura 5. % del tempo nei range di velocità nella categoria “Giovanissimi”_Incontri ufficiali. La figura 6 mostra in base al ruolo, la media di eventi ad alta intensità registrati durante le 4 gare disputate dai tre giocatori della categoria, distinguendoli in accelerazione, accelerazione-sprint e sprint.Anche qui è l’esterno di centrocampo che effettua, rispetto al difensore e all’ attaccante, un numero maggiore di azioni ad alta intensità. 17 Figura 6. Eventi ad alta intensità nella categoria “Giovanissimi”_Incontri ufficiali. 3.4.2: “Allievi” La figura 7 mostra la distanza media percorsa in base al ruolo dalla categoria “Allievi”. Il “difensore marcatore” ha percorso una distanza media di 8512 m ± 175, l’esterno di centrocampo ha percorso 8647 m ± 526, mentre l’attaccante 8105 m ± 821. E’ interessante notare come l’esterno di centrocampo nel sistema di gioco 3-5-2 copra anche in questa categoria una distanza maggiore rispetto ai compagni di squadra che giocano in difesa e in attacco. 18 Figura 7. Distanza media percorsa nella categoria “Allievi”_Incontri ufficiali. In figura 8 troviamo la percentuale di tempo passata alle varie velocità dai calciatori della categoria “Allievi” che hanno preso parte alla sperimentazione. Hanno percorso camminando o stando fermi (0-0,4 km/h) il 5,6% del tempo di gioco; hanno percorso camminando (0,4-3 km/h) il 20,3%, a bassa intensità (3-8 km/h) il 49,7 %, ad andature a media intensità (8-13 km/h) il 14,4% , ad alta intensità (13-18 km/h) il 7,6% , mentre a massima intensità (18 km/h over) il 2,4 % del tempo di gioco. 19 Figura 8. % del tempo nei range di velocità nella categoria “Allievi”_Incontri ufficiali. La figura 9 mostra in base al ruolo, la media di eventi ad alta intensità registrati durante le 4 gare disputate dai tre giocatori della categoria, distinguendoli in accelerazione, accelerazione-sprint e sprint. Anche qui è l’esterno di centrocampo che effettua, rispetto al difensore e all’ attaccante, un numero maggiore di azioni ad alta intensità per quanto riguarda le accelerazioni e le accelerazioni-sprint; mentre per gli sprint è l’attaccante che effettua il numero maggiore di eventi durante le partite. 20 Figura 9. Eventi ad alta intensità nella categoria “Allievi”_Incontri ufficiali. 3.4.3: “Juniores” La figura 10 mostra la distanza media percorsa in base al ruolo dalla categoria “Juniores”. Il “difensore marcatore” ha percorso una distanza media di 8303 m ± 1147, l’esterno di centrocampo ha percorso 9992 m ± 1000, mentre l’attaccante 8683 m ± 967. E’ interessante notare come l’esterno di centrocampo nel sistema di gioco 3-5-2 copra anche in questa categoria una distanza maggiore rispetto ai compagni di squadra che giocano in difesa e in attacco. 21 Figura 10. Distanza media percorsa nella categoria “Juniores”_Incontri ufficiali. In figura 11 troviamo la percentuale di tempo passata alle varie velocità dai calciatori della categoria “Juniores” che hanno preso parte alla sperimentazione. Hanno percorso camminando o stando fermi (0-0,4 km/h) il 5,5 % del tempo di gioco; hanno percorso camminando (0,4-3 km/h) il 19%, a bassa intensità (3-8 km/h) il 51 %, ad andature a media intensità (8-13 km/h) il 15,1% , ad alta intensità (13-18 km/h) il 7,1% , mentre a massima intensità (18 km/h over) il 2,2 % del tempo di gioco. 22 Figura 11. % del tempo nei range di velocità nella categoria “Juniores”_Incontri ufficiali. La figura 12 mostra in base al ruolo, la media di eventi ad alta intensità registrati durante le 4 gare disputate dai tre giocatori della categoria, distinguendoli in accelerazione, accelerazione-sprint e sprint. Per quello che riguarda le accelerazioni è il difensore marcatore che ne svolge maggiormente rispetto all’esterno e alla punta, mentre le accelerazioni sprint sono ancora una volta dell’esterno,così come già accaduto nei giovanissimi e negli allievi. Anche qui come già riscontrato nella categoria allievi, gli sprint sono effettuati maggiormente dall’attaccante. 23 Figura 12. Eventi ad alta intensità nella categoria “Juniores”_Incontri ufficiali. 24 3.5: Affinità e differenze tra le categorie La figura 13 mostra la media dei metri percorsi dai tre giocatori delle tre categorie prese in esame durante le 4 partite di campionato. Ricordiamo che la categoria “Giovanissimi” gioca due tempi da 35 minuti, gli “Allievi” due tempi da 40 minuti mentre la categoria “Juniores” due tempi da 45 minuti. I difensori hanno percorso mediamente 6627 m ± 576 nella categoria giovanissimi, 8512 m ± 175 negli allievi, 8303 m ± 1147 nella categoria juniores. Gli esterni di centrocampo hanno percorso mediamente 7594 m ± 1081 nella categoria giovanissimi, 8647 m ± 526 negli allievi, mentre nella categoria juniores 9992 m ± 1000. Gli attaccanti invece hanno percorso mediamente 5923 m ± 478 nei giovanissimi, nella categoria allievi 8105 m ± 821, mentre nella juniores 8683 m ± 967. Figura 13. Distanza media percorsa nel settore giovanile distinguendo tra categorie e ruoli _Incontri ufficiali. 25 La figura 14 invece, riporta i metri percorsi al minuto, normalizzando quindi i tempi di gioco,distinguendo sempre per categoria e ruolo di appartenenza. I difensori hanno coperto al minuto mediamente la distanza di 91,4 m ± 7,9 nella categoria giovanissimi, 109,8 m ± 16,5 negli allievi, 91,2 m ± 13,6 nella categoria juniores. Gli esterni di centrocampo hanno percorso mediamente 110,1 m ± 4,6 nella categoria giovanissimi, 104,4 m ± 8,4 negli allievi, mentre nella categoria juniores 111,7 m ± 12,1. Gli attaccanti invece hanno percorso mediamente 82,2 m ± 6,6 nei giovanissimi, nella categoria allievi 98,8 m ± 12,7 mentre nella juniores 97,6 m ± 4,4. Figura 14. Distanza media percorsa al minuto nel settore giovanile distinguendo tra categorie e ruoli _Incontri ufficiali. 26 La figura 15 mostra la media di eventi ad alta intensità presenti in partita nelle tre categorie prese in esame. E’ interessante notare come ci sia una presenza maggiore di accelerazioni e accelerazioni-sprint nella categoria “Giovanissimi”. Per quanto riguarda gli sprint invece è la categoria “Juniores” ad averne effettuati mediamente di più durante la gara. Figura 15. Eventi ad alta intensità presenti nelle tre categorie del settore giovanile_Incontri ufficiali. 27 Capitolo 4: Elaborazione di una metodica specifica di allenamento in funzione della categoria di riferimento. 4.1: Elaborazione di una metodica specifica di allenamento per la potenza aerobica Il software utilizzato ha permesso di individuare sulla base degli incontri ufficiali della durata di 70, 80 e 90 minuti la media dei metri percorsi per gara nelle tre categorie monitorate (Giovanissimi 6715 ± 839 m; Allievi 8421 ± 323 m; Juniores 8992 ± 886 m) dai 3 giocatori schierati in campo alle diverse attività di lavoro da noi classificate. I ruoli di gioco che sono stati presi in esame sono stati gli stessi per tutte le categorie: “difensore marcatore”, un “esterno di centrocampo” e un “attaccante”. Dai dati ottenuti abbiamo sviluppato un percorso della durata di un minuto che riproduce le stesse intensità misurate durante un minuto di gara aumentando del 30% la distanza percorsa dando così un ulteriore stimolo allenante. Da ricordare che già Bosco (Bosco 1991) nella sua proposta di lavoro per il condizionamento aerobico denominata CCVV, cioè corsa con variazione di velocità (serie di sprint di pochi secondi seguiti da corse a velocità di recupero ideale: 70-80% della FCmax con unrapporto sprint:recupero di 1:10-15) faceva riferimento al fatto che il sistema aerobico si potenzia specificamente negli sport di squadra facendolo lavorare indirettamente a ripristinare le scorte di CP e nel contempo a metabolizzare il lattato prodotto e diffuso dalle fibre muscolari FTF ad elevata attività glicolitica (durante la fase attiva dell’allenamento) nelle fibre a contrazione lenta STF(durante il recupero). Inoltre Bosco consiglia di iniziare con un volume di 8’ fino ad arrivare progressivamente a 25’. Partendo da queste considerazioni abbiamo pensato di far svolgere ai giocatori alcune ripetizioni da 8’del nostro circuito, fino ad arrivare ad un totale di 3800 m che corrispondono agli stessi metri percorsi dalla categoria giovanissimi mediamente in un tempo di gioco. Lo stesso concetto è stato applicato per le categorie “Allievi” e “Juniores”arrivando a lavorare rispettivamente 30 e 32 minuti. 28 Sono state introdotti dei “cambi di direzione” e delle “brevi decelerazioni e accelerazioni massimali ” con lo scopo di sviluppare anche degli aspetti di forza. Inoltre è possibile inserire nel circuito momenti in “guida della palla” con ricezione e scarico della stessa, in modo da tenere elevato anche l’aspetto tecnico e cognitivo del giocatore. Da qui nasce l’elaborazione del circuito sotto presentato nella figura 16, partendo dal modello di prestazione dell’esterno di centrocampo della categoria “Juniores”. Ogni 5” un beep scandisce i metri da percorrere ai nostri giocatori, fino ad arrivare ai 60” alla fine del circuito. Figura 16. Circuito su base modello prestazione esterno di centrocampo nella categoria Juniores . Il percorso una volta elaborato è stato testato dall’esterno di centrocampo della categoria juniores partecipante allo studio svolgendo una serie da 6 minuti preceduta da una serie 29 sempre da 6 minuti di lavoro intermittente 10”-10” al 105% della VAM con un recupero di 6 minuti tra una serie e l’altra. Sono state monitorate ai fini della valutazione del carico di allenamento, l’andamento della frequenza cardiaca e sono stati effettuati sull’atleta dei microprelievi ematici (alla fine di ogni serie) dal lobo dell’orecchio per individuare la concentrazione di acido lattico nel sangue. Nella figura 17 possiamo vedere il confronto tra i due lavori con la rilevazione della frequenza cardiaca e dell’acido lattico prodotto. Figura 17. Andamento della Fc durante il circuito e lavoro intermittente 30 Capitolo 5: Discussioni e Conclusioni 5.1 Discussioni e Conclusioni Dai dati ricavati , partendo dalla match analysis di gare ufficiali delle tre categorie prese in esame, notiamo come mediamente la distanza maggiore durante la partita, relativamente al sistema di gioco 3-5-2, venga percorsa dagli esterni di centrocampo (8744 m ± 1202) rispetto ai difensori marcatori (7814 m ± 1033) e agli attaccanti (7570 m ± 1456). Tale risultato è confermato all’interno di tutte le categorie, sia nei giovanissimi, negli allievi che nella juniores. L’esterno di fascia, oltre ad essere il giocatore che percorre la distanza maggiore durante la partita, è anche quello che svolge mediamente durante la partita, il numero maggiore di azioni ad alta intensità sia per quanto riguarda le accelerazioni (4,9) le accelerazioni-sprint (19,4) che gli sprint (8,4). Se questo dato può non stupire più di tanto, è interessante notare come, confrontando i tre esterni delle tre categorie, sia l’esterno dei giovanissimi a svolgere mediamente il numero maggiore di accelerazioni (4,4) e accelerazioni sprint (17,4) rispetto ai compagni di reparto di categoria superiore. Una spiegazione a questi risultati può essere data considerando l’esperienza minore in termini di lettura di gioco e traiettorie del pallone per quanto riguarda la categoria giovanissimi rispetto agli allievi e alla juniores, esperienza minima che porta tale categoria a percorre tratti in accelerazione e accelerazione sprint in misura maggiore, quando magari sarebbe bastata anche una corsa a media o bassa intensità per raggiungere lo stesso obiettivo. Per quanto riguarda invece gli sprint, vera e proprio espressione di potenza muscolare, dove la maturazione completa dell’individuo a livello neuromuscolare può fare la differenza, è l’esterno della juniores,come ci si attendeva, ad effettuarne maggiormente (8,9) seguito dal collega degli allievi (7,6) e dei giovanissimi (7). Continuando ad analizzare i dati ricavati dallo studio, altra doverosa riflessione va fatta per quanto riguarda le distanze medie percorse dalle tre categorie durante le partite; è evidente come i giocatori della juniores, effettuando partite della durata di 90 minuti, percorrano mediamente la distanza maggiore nella maggior parte dei ruoli presi in esame,eccetto per il 31 difensore marcatore, che se pur di poco, ha percorso il 2,5 % in meno (8303 m) rispetto al suo collega di reparto degli allievi (8512 m).Questo dato potrebbe essere spiegato dal fatto che il difensore della categoria allievi è stato “impegnato” maggiormente rispetto ai colleghi di categoria superiore e inferiore, essendo stata la categoria allievi l’unica a non essersi qualificata a fine campionato per le fasi finali e avendo quindi subìto maggiormente l’iniziativa e il gioco avversario durante le gare effettute. Anche qui comunque, giocando la categoria juniores un tempo maggiore (90’) rispetto ad allievi (80’) e giovanissimi (70’), era prevedibile il risultato ottenuto al termine delle rilevazioni con esterni ed attaccanti che hanno coperto una distanza maggiore rispetto ai colleghi di reparto delle categorie inferiori; per ovviare a questo inconveniente di tempi di gioco differenti, abbiamo deciso di normalizzare tramite un semplice calcolo matematico effettuato, la distanza percorsa al minuto dai nove giocatori, riscontrando dei dati abbastanza sorprendenti, con i giocatori dei giovanissimi che si trovano a percorrere distanze molto simili (se non in alcuni casi superiori) ai loro colleghi più grandi. Oltre che ad indagare l’aspetto poco fa descritto, la normalizzazione dei metri percorsi al minuto dai giocatori testati, ci ha permesso di sviluppare anche il percorso per lo sviluppo del metabolismo aerobico presentato in questo studio con delle risposte sia sul piano cinematico che fisiologico molto vicine alla gara. Difatti il 93% della Fc max raggiunta mediamente durante il circuito, rappresenta uno stimolo più che soddisfacente per quanto riguarda lo sviluppo del metabolismo aerobico. Inoltre la bassa concentrazione di lattato prodotto a fine circuito (3,2Mlm) ci permette di inserire tale circuito in qualsiasi momento dell’allenamento. Nell’elaborazione di un piano di allenamento questo è molto importante, in quanto ci permette di lavorare sia prima dell’allenatore, ma (scelta che personalmente prediligo e ritengo più appropriata) soprattutto a termine della seduta tecnico/tattica effettuata dall’allenatore, così da integrare, qualora sia ritenuto opportuno, il lavoro svolto. Ovviamente è possibile modulare il carico di lavoro in base a diversi fattori, quali la presenza o meno della palla (aspetto tecnico e cognitivo non indifferente), il numero di cambi di direzione presenti nel circuito (lavoro di forza specifica) e riduzione dei tempi di recupero tra una serie e l’altra (densità del lavoro). Ho inoltre riscontrato la piena disponibilità da parte dei ragazzi che hanno effettuato tale circuito, i quali lo hanno trovato più motivante e piacevole rispetto alla corsa intermittente o alle varie tipologie comunumente usate per lo sviluppo del metabolismo aerobico. 32 Questo vuole essere solo uno spunto da cui partire per poter migliorare la qualità del lavoro proposto quotidianamente su centinaia di ragazzi. Mia personale opinione è che il lavoro dei preparatori fisici nel calcio,debba essere quello di proporre mezzi che sviluppino non solo l’aspetto fisiologico del giocatore, ma anche quello tecnico-cognitivo e cercare di non scindere mai (dove possibile) l’aspetto fisico da quello mentale. Non dimentichiamoci che dobbiamo dare delle priorità al lavoro e personalmente, pur avendo intrapreso da qualche anno la professione di preparatore fisico, ritengo che una squadra abbia più probabilità di vittoria, non se corre di più, ma bensì se corre meglio rispetto all’avversario, quindi se è organizzata nel migliore dei modi in campo, se ogni giocatore conosce quello che deve fare in base alla posizione del pallone e del compagno in campo e se tutti i giocatori hanno un’abilità tecnico/tattica sufficiente a sviluppare quelle che sono le richieste della situazione in quel momento della gara. Ecco perché, secondo me, il rapporto con il mister diventa fondamentale, in quanto il preparatore fisico deve conoscere e saper valutare alla perfezione il carico psico-fisico sviluppato dall’allenatore durante l’allenamento, in modo da saper consigliare il giusto carico, agendo su volume e intensità di lavoro e quando necessario, sopperire ad eventuali carenze con lavori a secco. Può sembrare banale e scontato, ma se vincesse chi corre di più metteremmo undici maratoneti in campo, oppure se vincesse chi va più veloce undici centometristi, o chi è più forte undici body builder e così via.. E’ fuori discussione che la componente fisica sia oggigiorno molto importante nel calcio,viste le velocità e le intensità con cui si muovono i giocatori e non si vuole certo sminuire tale supposto, ma la riflessione vuole essere quella di capire in che percentuale la componente fisica possa incidere sulla vittoria rispetto a quella tecnico/tattica e motivazionale e se è giustificato il fatto che,come accade sovente, sia proprio la componente fisica,soprattutto nei settori giovanili, ad avere la priorità e l’importanza maggiore rispetto a quella tecnico/tattica; per intenderci vale la pena usare più della metà del tempo dell’allenamento a far svolgere movimenti senza un minimo di attinenza con quello che il nostro giocatore deve poi effettuare in gara la domenica? Tutti noi sappiamo che l’aspetto tecnico/tattico deve prevalere su quello fisico, ma all’atto pratico è veramente così? . 33 Ringraziamenti: Giunta al termine di questo lavoro desidero ringraziare ed esprimere la mia riconoscenza nei confronti di tutte le persone che, in modi diversi, mi sono state vicine e hanno permesso e incoraggiato sia i miei studi che la realizzazione e stesura di questa tesi. I miei più sentiti ringraziamenti vanno alla mia famiglia e gli amici che mi sono stati molto vicini in tutti questi anni, che oltre ad avermi sempre “supportato” mi hanno più di tutto “sopportato”. Il mio primo pensiero, ovviamente, va ai miei genitori e a tutta la mia famiglia, a cui dedico questo lavoro di tesi: senza il loro aiuto non avrei mai raggiunto questa meta. Sono davvero grato per tutto il sostengo economico, ma più di ogni altra cosa di quell’aiuto tacito o esplicito che è venuto dal loro cuore: a tutte quelle volte che mi hanno incoraggiato vedendomi preso dai libri, da un esame e da questa tesi, ma soprattutto per la soddisfazione che hanno saputo donarmi.Mi auguro che tutti i sacrifici spesi siano in questo modo, almeno in parte,ripagati. Altro ringraziamento doveroso è per gli amici dell’Università quali Riccardo, Cristian, Gianluca, Luigi M.,Moira e Luigi T. su tutti, senza il quale non avrei raggiunto questo traguardo così ambito. Desidero inoltre ringraziare tutta la società dell’USD Tor di Quinto, dalla Presidenza, passando per tutti gli Allenatori e i giocatori che si sono prestati allo studio e mi hanno accompagnato in questi anni di crescita professionale e umana. Ai miei maestri, di vita e di sport, Fabrizio e Alfonso. A tutte le persone che mi sono state vicino, che non ho menzionato, ma che hanno fatto parte di questo percorso entusiasmante . Grazie. 10-Ottobre 2010 34 BIBLIOGRAFIA 1.Bangsbo et al., “Activity profile of competition soccer”-‐ J Sport Sci, 1991 2.Barbero Alavarez J.C., Granda Vera J., D’Ottavio S., Castagna C. : “Analisi del carico fisico di gioco nel calcio mediante la tecnologia satellitare(GPS): studio pilota nel calcio giovanile”-‐ Coaching e Sport Science Journal, 2006 3. Bosco C. “Aspetti fisiologici della preparazione fisica del calciatore”-‐Società Stampa Sportiva,1990 3.Capanna R. : “Allenare oggi” –Ed. Calzetti e Mariucci, 2007 4.Capanna R. : “Imparare ad insegnare la tecnica calcistica” -‐Ed. Nuova Prhomos, 2002 5.L. Capranica; A. Tessitore; L. Guidetti; F. 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