Lione 31/01 – 01/02/2013: PARTE IL PROGETTO

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Lione 31/01 – 01/02/2013: PARTE IL PROGETTO
Lione 31/01 – 01/02/2013: PARTE IL PROGETTO EUROPEO SULLA RSI
“Vivere lavorando o morire combattendo” questo il motto che animava i canuts, gli operai
dell’industria della seta di Lione nel lontano 1831, in una delle prime rivolte sociali seguite alla
rivoluzione industriale; sottoposti a durissime condizioni di lavoro, manifestavano e combattevano
per ottenere salari più alti e una riduzione dell’orario giornaliero di lavoro.
Nel ricordo di questi lavoratori e delle loro rivendicazioni, pietra miliare nella storia del movimento
operaio, è stata scelta Lione come prima tappa del progetto “Codes of conduct and International
Framework Agreements: from Corporate Social Responsibility to Collective Agreements, a step
forward to anticipate and manage changes. A training path for trade unionists in the finance sector”
presentato dall’APF-Fiba e dalla Fiba Cisl e finanziato dall’Unione Europea.
E’ un progetto ambizioso e complesso che si pone l’obiettivo di migliorare l’efficacia negoziale del
sindacato in tema di Responsabilità Sociale di Impresa, favorendo la conoscenza della materia e
la disseminazione culturale. Attraverso lo studio e l’approfondimento dei Codici etici delle banche,
degli Accordi Quadro transnazionali e degli accordi negoziati nel nostro settore, si mira ad
diffondere la conoscenza di questi strumenti al fine di migliorare il contenuto del dialogo sociale. Il
progetto mira inoltre a proporre, laddove possibile, procedure operative per la negoziazione, con
l’obiettivo finale di provare a tradurre le dichiarazioni unilaterali di impegno etico effettuate dalle
aziende di credito in accordi negoziati.
La riunione di Lione ha avuto l’obiettivo di lanciare il progetto e di introdurre le aree tematiche su cui
si lavorerà, si è aperta con il saluto istituzionale ai partner coinvolti che, oltre noi, sono la Francia, il
Belgio, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Danimarca.
Pier Luigi Ledda, responsabile del Dipartimento CIFR e project manager del progetto, ha
presentato l’iniziativa nelle sue varie fasi, obiettivi e risultati attesi. “Il focus del progetto è la RSI
dichiarata e praticata nelle aziende di credito, in particolare relativamente al valore del lavoro e allo
stakeholder lavoratore- ha sottolineato Ledda - quindi il lavoro di analisi si svolgerà sui codici etici,
gli accordi quadro europei e gli accordi negoziati esistenti nel nostro settore, valutandone l’impatto
in termini di difesa del lavoro e di risposta alla crisi” .
Ha inoltre illustrato, in quanto buona pratica italiana in tema di RSI, il Protocollo per lo sviluppo
sostenibile e compatibile del sistema bancario del giugno 2004, partendo dall’analisi del contesto e
delle condizioni che portarono alla firma del protocollo.
Pascal Lagrue segretario nazionale della FEC/FO, ha presentato come buona pratica francese il
recentissimo accordo Quadro transnazionale firmato in BNP Paribas, che definisce una gestione
socialmente responsabile dell'occupazione per tutte le aziende del Gruppo BNP presenti nei 20
paesi rappresentati nel CAE. Tale accordo, che non mira a sostituirsi alla legislazione e agli accordi
collettivi nazionali o d'impresa vigenti, ha per obiettivo principale lo sviluppo del dialogo sociale a
livello europeo sui temi in oggetto, esprime un desiderio di coinvolgimento del lavoratore nel definire
i progetti professionali e lo sviluppo della carriera e fissa l’impegno da parte di BNPP di motivare e
giustificare le riorganizzazioni, valutarne le conseguenze sull'occupazione, presentare delle misure
di accompagnamento contestuali definire la tempistica della messa in atto delle decisioni. L'accordo
mira ad una maggiore trasparenza verso I rappresentanti dei lavoratori specialmente di quei paesi
in cui la legislazione resta ancora restrittiva quanto a diritti di informazione e consultazione.
Mimmo Iodice ha introdotto la materia approfondendone gli aspetti normativi, partendo da una
riflessione sul peso giuridico dei Codici Etici delle aziende “è vero che sono dichiarazioni unilaterali,
quindi non hanno la cogenza dei contratti che vincolano le parti firmatarie, ma sono comunque
dichiarazioni di volontà, e quindi seppur unilaterali, per la normativa europea hanno una valenza e
possibile esigibilità giuridica”.
Nella seconda parte ha parlato del ruolo degli accordi transnazionali e della loro efficacia negoziale
limitata alle parti contraenti, quindi multinazionali e CAE, e tutto il dibattito in atto nella Ue per
cercare di rendere cogenti tali accordi anche nelle singole aziende attraverso la firma per adesione
delle organizzazioni sindacali e delle aziende dei gruppi transnazionali.
Luciano Malvolti ha sottolineato come le lacune giuridiche presenti in questa materia si traducano
in difficoltà quotidiane nella azione di rappresentanza da parte delle delegazioni sindacali .
“Difficoltà di fondo derivano dalla mancanza della rappresentanza diretta delle istanze
transnazionali dei lavoratori. Un passaggio necessario dovrebbe essere la delega di un parziale
mandato a negoziare da parte dei sindacati nazionali e/o aziendali alla federazione europea. In
assenza di direttive europee chiare in merito e in presenza di forti differenze legislative tra i vari
paesi rimane determinante l’azione del sindacato nel tradurre le dichiarazioni congiunte
transnazionali in accordi nelle singole realtà nazionali e aziendali, sempre nell’ottica dell’estensione
delle tutele”
Quindi si sono succeduti gli interventi di Antonio Masciale, Andrea Paterlini e Paola Vinciguerra,
i tre coordinatori dei gruppi di studio dei paesi partner, (Rep. Ceca e Slovacchia Gruppo1, Belgio e
Francia Gruppo2, Danimarca e Italia Gruppo3) che dopo una giornata di start up, lavoreranno a
distanza nell’area web appositamente costruita per il progetto. I coordinatori hanno presentato la
propria area di contenuti, gli obiettivi dell’analisi e dello studio e la metodologia di lavoro.
Ledda ha concluso i lavori sottolineando come il progetto sia complesso ma sfidante, la difficoltà del
lavoro è il motivo del finanziamento da parte dell’Unione Europea, ma è una sfida da raccogliere per
migliorare l’efficacia dell’azione negoziale sui temi della Responsabilità sociale di impresa e della
tutela del lavoro.
Dopo la riunione di avvio di Lione, il progetto si svilupperà attraverso varie fasi che prevedono
momenti di studio, di confronto sull’area web e un corso di formazione transnazionale.
Si partirà con un momento di studio e analisi di tre blocchi di argomenti con tre diversi livelli di
esigibilità:
1.Codici di condotta unilaterali europei del settore credito, che si ispirano alla Corporate Social
Responsibility (CSR) e codici etici.
2.Accordi Quadro Internazionali (IFA) di tipo europeo di ogni settore (con particolare attenzione a
quelli nel settore credito), Accordi Quadro Transnazionali (TFA), Dichiarazioni congiunte
3.Buone Pratiche sugli accordi negoziati nel nostro settore.
Ogni macro area sarà affidata ad un gruppo di lavoro che lavorerà a distanza. Successivamente si
effettuerà un lavoro di sintesi dell’analisi condotta dai tre gruppi di lavoro, nella riunione che si
svolgerà il 6-7 giugno a Copenhagen.
Il terzo step prevede un corso di formazione transnazionale per favorire la diffusione dei risultati e
incoraggiare l’auspicabile spinta motivazionale verso la firma di accordi in materia. La chiusura e
una prima verifica dei risultati è prevista per fine anno.
Anna Masiello
Dipartimento Comunicazione Informazione Formazione e Ricerca