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ABSTRACTS
1. Emanuel Demetrescu (CNR-ITABC, Roma)
Il restauro e la ricostruzione digitale 3D: metodi e strumenti open
Negli ultimi anni, la piena maturazione delle tecnologie 3D consente una agevole resa fotorealistica dell’ipotetico stato originario di contesti ed oggetti. Molte soluzioni tecniche sono inoltre
disponibili secondo una licenza open source migliorando la loro accessibilità a ricercatori e addetti
di settore in generale.
Il “restauro digitale” è un insieme di metodi e tecniche nato dall’incontro delle ultime innovazioni
tecnologiche e le esigenze proprie disciplinari del restauro ma deriva anche la sua impostazione
dallo studio archeologico e storico artistico: il modello 3D ricostruttivo è necessariamente il frutto
di uno studio scientifico rigoroso preliminare. Il rilievo dello stato dell’arte del manufatto, lo
studio e la modellazione 3D diventano i tre passi fondamentali per il restauro virtuale: ognuno di
esso fornisce elementi nuovi che devono essere accuratamente vagliati per ottenere l'elaborato
finale. La realtà virtuale offre strumenti per simulare una ipotesi di restauro prima che essa venga
realizzata sul manufatto reale: attraverso di essi è inoltre possibile comunicare il processo
ricostruttivo permettendo di coinvolgere studiosi di ogni parte del mondo e allargando la base di
validazione scientifica dell’ipotesi.
Verranno presentati aspetti teorici e metodologici legati al restauro digitale accompagnati da
esempi da casi reali.
2. Giulio Bigliardi (3D ArcheoLab, Parma)
Materiali e tecniche di prototipazione rapida per la riproduzione dei manufatti metallici
La prototipazione rapida abbraccia una serie di tecnologie che permettono di produrre fisicamente
un oggetto a partire da un modello 3D digitale e utilizzando processi altamente automatizzati. La
sempre maggiore disponibilità di queste tecnologie a costi sempre più bassi, le ha liberate
dall'ambito industriale in cui da trent'anni a questa parte sono state confinate e le ha rese
finalmente accessibili anche alle piccole e medie imprese e ai singoli professionisti. Tra queste
tecnologie la stampa 3D è in generale quella oggi più diffusa e, per le proprie caratteristiche di
duttilità di impiego, facilità d'uso e costi contenuti, è quella che appare più idonea alle applicazioni
nell'ambito dei Beni Culturali.
In questo intervento verranno presentati alcuni esempi di riproduzione di reperti archeologici in
metallo. Verranno mostrate differenti modalità per la riproduzione di oggetti in metallo partendo
dal rilievo non a contatto dell'oggetto originale e utilizzando diverse tecnologie di stampa 3D e
modalità di post-lavorazione delle stampe. In ogni esempio l'obiettivo finale è quello di ottenere
una riproduzione il più possibile simile all'originale, ma al tempo stesso ben riconoscibile, e di
delineare un processo di lavoro più rapido e economico rispetto alle tradizionali modalità di
lavorazione dei metalli.
3. Maria Giovanna Romano (Restauratrice, Mantova)
Ricostruzione plastica di una cornice architettonica nel Palazzo Ducale di Mantova con
stampa 3D
La tecnologia sta procedendo a velocità vertiginosa anche nel campo del Restauro e non solo per
ciò che riguarda le tecniche di intervento, la diagnostica, i materiali: è arrivata la stampa 3D. Ciò
che sta accadendo nel campo della stampa 3D si sta rivelando sempre più interessante e
sorprendente anche nel Restauro e nella Conservazione. Si possono effettuare calchi e
riproduzioni, con resa in positivo e negativo, utilizzando materiali diversi, dalla resina plastica alla
terracotta, dal metallo alla Balsite.
Qual è la differenza tra la tecnica tradizionale e quella a stampa 3D? Cosa offre la stampa3D?
Ogni volta che si esegue un calco tradizionale, utilizzando gomme siliconiche o gesso, la superficie
originale deve essere trattata con un distaccante, e la rimozione dall’originale è comunque uno
stress per l’opera. Va aggiunto che per realizzare un calco da un’opera d’arte vincolata, è
necessaria un’autorizzazione dal Ministero. La nuova tecnologia con stampa 3D non interferisce in
alcun modo con la superficie dell’opera originale: il modello viene realizzato utilizzando riprese
fotografiche che, una volta trasformate in modello 3D, verrà stampato nel materiale prescelto.
Certo, al momento la resa in termini di “definizione superficiale” non è la stessa di un calco “a
contatto”, ma i vantaggi sono comunque molteplici.
4. Guendalina Damone (Factum Arte)
Polittico Griffoni. Tecnologia digitale per la riunificazione di una pala d'altare conservata in
varie parti del mondo
All'interno della Basilica di San Petronio, la sesta cappella a sinistra, dedicata a San Vincenzo
Ferrer, custodiva in origine il Polittico Griffoni, un importante capolavoro rinascimentale ad opera
di Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti, smembrato nel 1725 per essere immesso nel mercato
antiquario. Oggi i 16 pannelli ancora esistenti sono conservati in 9 musei e differenti fondazioni
ubicate in varie parti del mondo.
In occasione del restauro della Basilica di San Petronio a Bologna, Factum Arte e Factum
Foundation, in collaborazione con la Fabriceria, hanno unito le forze nel tentativo di 'ricostituire' il
Polittico. Dal 2012 al 2015 la superficie delle tavole del Polittico Griffoni è stata analizzata
tridimensionalmente attraverso lo scanner laser 3D Lucida, un sistema progettato dall’artista
Manuel Franquelo, sotto la supervisione di Factum Arte. Questo sistema è il risultato di più di
dieci anni di investigazione nel campo dei sistemi di registrazione della superficie di dipinti e
bassorilievi. Terminata la fase di documentazione 3D, è ora in corso la fase di riproduzione fisica
del Polittico, volta a restituire alla Basilica di San Petronio l’antica pala d’altare.
5. Luca Cipriani (Università deli Studi di Bologna), Francesca Casagrande (Restauratrice, Ravenna)
Il rilievo tridimensionale dell’abside della Basilica di San Vitale a Ravenna e nuove
proposte per la conservazione e restauro di mosaici parietali antichi
La basilica di San Vitale di Ravenna del VI sec, inserita nella World Heritage List dell’UNESCO dal
1996, luogo in cui si conservano unici e irripetibili mosaici, è stata oggetto di un accurato rilievo da
parte dell’Università di Bologna, Scuola di Ingegneria e Architettura, sede di Ravenna.
In particolare, si è eseguito un meticoloso rilievo della decorazione musiva dell’abside della
basilica, cimentandosi nella complessa restituzione tridimensionale del rilievo dei mosaici antichi
parietali. Il materiale costituente la decorazione musiva è costituito da tessere, la cui complessità
geometrica e materica li rende superfici altamente difficili da rilevare.
Al rilievo ottenuto mediante il laser scanner 3D, sono state applicate diverse tecniche che hanno
permesso di rendere il modello foto realistico e metricamente valido, oltre che utilizzabile anche
interattivamente. Mediante la corretta integrazione di strumenti e tecniche, il rilievo ottenuto
costituisce un importante contributo al monitoraggio ed alla registrazione di dati attendibili per la
documentazione, conservazione e il restauro dei mosaici antichi.
6. Alberto Braghieri(3D Italy, Torino), Simonetta Capetta (Restauratrice, Torino), Dafne Cimino
(Università di Torino), Maurizio Mambrin (FLY Image Technologies, Lugano), Valeria Moratti
(Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino), Tommaso Poli
(Università di Torino), Giulia Rollo(Restauratrice, Torino)
Utilizzo della stampa 3D per la ricostruzione di parti mancanti nel restauro di due
sculture lignee antiche
Il presente lavoro riporta i risultati dell’impiego della tecnologia di stampa 3D per la ricostruzione
di parti mancanti su sculture lignee policrome appartenenti a un gruppo processionale
ottocentesco conservato nella parrocchiale di Morra Villar San Costanzo (Cuneo).
L’intervento prevedeva la sostituzione delle due ali in legno andate perse, ciascuna di pertinenza
di una scultura raffigurante un angelo, con ali create ex novo, analoghe alle due originali rimaste,
al fine di eliminare il fastidio visivo provocato dall’assenza delle parti. Utilizzando modelli digitali
in 3D acquisiti mediante rilievo fotogrammetrico delle ali presenti, sono stati realizzati i pezzi
mancanti con prodotti commerciali rispettivamente a base di acido polilattico (PLA) caricato con
polvere di legno e a base di poliammide (PA), entrambi lavorati con una stampante a fusione di
filamento. L’ala realizzata in PA è stata poi impiegata come positivo per un calco di silicone, utile a
realizzare il pezzo definitivo in resina epossidica per legno (Balsite®, CTS). Infine, le parti in PLA e
in Balsite® sono state ricoperte con una finitura tradizionale dorata e montate sulle sculture. Il
criterio di rendere mimetico l’intervento è stato dettato dalla natura devozionale della scultura
ancora portata in processione, considerando che la riconoscibilità dell’integrazione è comunque
affidata alla scelta del materiale diverso ma compatibile.
Lo scopo del lavoro è stato trovare un’alternativa valida in termini di tempo, qualità del prodotto
finale e impegno economico al tradizionale impiego dell’intaglio ligneo, ottemperando nel
contempo al criterio di reversibilità e fornendo gli strumenti per l’individuazione delle
integrazioni eseguite. Il lavoro pratico è stato affiancato dalla caratterizzazione dei materiali al fine
di valutarne le proprietà chimico-fisiche e la stabilità chimica.
7. Dafne Cimino (Università di Torino), Pierangiola Bracco (Università di Torino)
Integrazione di lacune mediante stampa 3D: compatibilità dei e tra i materiali
Le tecnologie di stampa 3D stanno entrando con diversi impieghi nel settore dei beni culturali; tra
questi la possibilità di creare integrazioni ad hoc per il risanamento di lacune, in particolare su
opere scultoree o architettoniche. I materiali impiegati per questa operazione sono per lo più
“plastiche” di cui non si conoscono, se non marginalmente, i meccanismi di degrado e, di
conseguenza, le ottimali condizioni ambientali di conservazione. Inoltre, l’introduzione di tali
polimeri sull’opera comporta il contatto tra materiali con caratteristiche chimico-fisiche differenti,
motivo per cui è necessario interrogarsi sulla relativa compatibilità.
Lo studio presenta la caratterizzazione di alcuni prodotti utilizzati per lo stampaggio, con lo scopo
di definire se tali materiali invecchiando possano essere potenzialmente dannosi per l’opera o
definire un intervento poco duraturo nel tempo.