LOMBARDIA - IL TRASPORTO DEI MALATI IN EMODIALISI

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LOMBARDIA - IL TRASPORTO DEI MALATI IN EMODIALISI
Associazione Nazionale Emodializzati
Dialisi e Trapianto – ONLUS
Medaglia d'Oro al Merito della Sanità Pubblica
LOMBARDIA - IL TRASPORTO DEI MALATI IN EMODIALISI
I recenti avvenimenti, che hanno visto coinvolti importanti esponenti della Giunta Regionale Lombarda per
supposte irregolarità nell'assegnazione degli appalti ad Associazioni che effettuano trasporto sanitario,
merita un approfondimento più in generale sulle modalità con cui questo servizio viene svolto.
Va precisato innanzi tutto che, dagli anni '90 grazie all'ANED, il trasporto per le persone che sono soggette
all'emodialisi, di norma tre volte alla settimana, è incluso nei L.E.A. (livello essenziale di assistenza) e come
tale da diritto, ai malati in dialisi, al trasporto gratuito o al rimborso delle spese di trasporto effettuato
privatamente.
Detto così sembra tutto chiaro, alla pratica attuazione cominciano le complicazioni e le diversità che si
verificano tra regione e regione, ma anche tra ASL e ASL nella stessa regione. Infatti ogni azienda sanitaria
locale, eroga il servizio ed il rimborso, sulla base di un regolamento regionale, redige con grado di dettaglio
l'esecuzione delle modalità specifiche di trasporto o rimborso ognuno con le proprie modalità.
A titolo di esempio alcune ASL rimborsano il trasporto privato, dalla casa del malato al centro dialisi e
viceversa, come un singolo viaggio di andata e uno di ritorno, che è corretto se il malato si reca da solo al
centro dialisi, ma se, come avviene nella stragrande maggioranza dei casi, è un congiunto del malato ad
accompagnarlo, a fronte di un trattamento dialitico che dura come minimo 4 ore, il congiunto non si
fermerà per questo tempo, ma effettuerà due volte l'andata ed il ritorno. Equità quindi vorrebbe che il
rimborso su base chilometrica, nel caso di accompagnatore, fosse per i 4 viaggi e invece molte ASL
rimborsano solo il viaggio di andata e di ritorno, come se il congiunto dovesse fermarsi in attesa per il
tempo delle 4 e più ore del trattamento dialitico, per tre volte la settimana! Ma in alcune regioni il malato
può recarsi al centro di dialisi in taxi ed essere rimborsato sulla base delle ricevute presentate.
Si immaginino le peripezie cui a volte il malato è sottoposto quando si trasferisce magari per un periodo di
vacanza, dalla sua regione ad un'altra. Oltre alla complicazione di farsi accogliere in un posto in dialisi vicino
al luogo di vacanza, deve trovare il modo di farsi trasportare, documentare e a volte pagarlo per essere
rimborsato dalla regione di origine. Spesso i malati, specie se anziani, magari non supportati da parenti,
rinunciano a questa possibilità per la complessità dell'operazione, rimanendo legati alla “catena” del loro
centro di dialisi per 365 giorni l’anno.
Un altro esempio emblematico è quello di malati in età avanzata, (l'età media di un dializzato oggi in Italia è
intorno ai 70 anni), senza patente e senza parenti vicini che lo possano accompagnare. Si ritrova a farsi
certificare dal nefrologo la necessità di essere trasportato in ambulanza, perchè alcune aziende sanitarie
non prevedono l'uso di normali autovetture in dotazione alle associazioni di trasporto. I medici sono a volte
comprensivi e volte fiscali a fronte di possibili inconvenienti che gliene potrebbero derivare.
A.N.E.D. ASSOCIAZIONE NAZIONALE EMODIALIZZATI - DIALISI E TRAPIANTO - ONLUS
20121 MILANO - VIA HOEPLI, 3 - Tel. 02.805.79.27 - Fax 02.864.439 - Cod.Fisc. 80101170159 - www.aned-onlus.it - [email protected]
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TRATTAMENTI DIVERSI NELLE VARIE REGIONI E NELLE ASL
Tante altre sono le “schizofrenie” che connotano il sistema del trasporto e rimborso dei dializzati i quali, già
gravati dalla malattia e dalla terapia dialitica, si devono rapportare a queste complicazioni che rendono loro
la vita ulteriormente difficile, come se non bastasse la malattia!
A questo punto potrebbe sembrare semplicemente che si tratti di “ordinaria confusione burocratica” di
localismi o di incapacità, ma da quanto sta emergendo il sospetto che, come al solito ormai, ci sia del
marcio è più che lecito. Solo in Lombardia in poco più di un anno la magistratura ha aperto tre indagini a
Bergamo, Brescia e ora anche a Milano, proprio su presunte irregolarità nella gestione dei trasporti dei
dializzati.
L'altro aspetto che può legittimare il sospetto è che il giro di affari sottostante alla fornitura dei trasporti
costi al Sistema Sanitario Nazionale una cifra superiore al centinaio di milioni di Euro. Allora l'esperienza di
questi anni ci ha insegnato che dove girano tanti soldi la confusione aiuta il malaffare.
Se ancora non bastasse la nostra Associazione riceve con una certa frequenza segnalazioni di richiesta
illegittima di denaro direttamente da chi effettua i trasporti, magari mascherandoli da contributi liberali.
Purtroppo a queste segnalazioni non è possibile far seguire gli atti di denuncia dovuti e da noi sollecitati
poiché chi segnala teme ritorsioni in assenza di prove. Forse è utile rammentare che questi malati sono
persone fragili sia per lo stato di salute che per l'età.
ANED sta seguendo con l'attenzione dovuta lo svolgimento dell'iter giudiziario, soprattutto perchè non
succeda, come in altri casi a cui abbiamo assistito in passato, che chi come i malati insieme con i cittadini
onesti oltre al danno subisca la beffa di possibili disservizi.
Detto questo per chiarezza dobbiamo doverosamente riconoscere che mediamente la qualità del servizio di
trasporto assicurato ai malati è soddisfacente, con qualche eccellenza a cui inevitabilmente corrisponde
qualche situazione negativa.
Il merito di questo risultato è sicuramente ascrivibile alle migliaia di volontari che, proprio come tali, ci
mettono il loro cuore nell'assistere ed accudire amorevolmente i malati che trasportano.,Ai numerosi
volontari va il nostro sentito ringraziamento a nome di tutti i malati.
Alla nostra Associazione non compete di entrare nell'ambito dei rapporti contrattuali tra le strutture
sanitarie ed i fornitori di servizi per il trasporto. Questo però non significa che dopo la lotta per il
riconoscimento del diritto al trasporto come parte integrante della terapia dialitica (LEA), noi non siamo
stati sempre presenti per risolvere problematiche e disfunzioni. Abbiamo anche riconosciuto la validità di
alcuni modelli concreti adottati da ASL, che contemperavano un buon livello di servizio pur tenendo
doverosamente in considerazione gli aspetti economici per evitare inutili sprechi di denaro pubblico.
A.N.E.D. ASSOCIAZIONE NAZIONALE EMODIALIZZATI - DIALISI E TRAPIANTO - ONLUS
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Per concludere: ANED si impegna, come in passato, ad essere presente con i suoi rappresentanti nei luoghi
istituzionali dove si deve rivedere il sistema del trasporto dei dializzati per migliorarlo e conseguire:
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una maggiore uniformità di trattamento tra regione e regione, almeno tra le varie aziende sanitarie
nella stessa regione;
razionalizzare per coniugare qualità e spesa responsabile;
sollevare l'utente dializzato da inutili ed improprie incombenze burocratiche;
aprire canali di comunicazione per la costante verifica della qualità del servizio.
Non ci limiteremo ad assistere all'emergere di altri “bubboni” come quelli Lombardi che poi aprono la
strada a livello nazionale a simili accadimenti. Noi vogliamo , pretendiamo di essere sentiti dagli
interlocutori pubblici come rappresentanti del mondo dei dializzati come facciamo da oltre quaranta anni,
ancora più che in passato.
Se questo non si verificasse o fosse inadeguato chiameremo i nostri malati, associati e cittadinanza tutta a
far sentire forte la loro voce.
A.N.E.D. ASSOCIAZIONE NAZIONALE EMODIALIZZATI - DIALISI E TRAPIANTO - ONLUS
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